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Lezione n. 7 I sistemi di contabilità ambientale I sistemi di contabilità ambientale DPSIR e dintorni

Lezione n. 7 I sistemi di contabilità ambientale DPSIR e dintorni

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Lezione n. 7

I sistemi di contabilità ambientaleI sistemi di contabilità ambientale

DPSIR e dintorni

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Lezione n. 7

IntroduzioneIntroduzione

• Gli indicatori, per poter divenire strumento di monitoraggio e guida per le decisioni ambientali, debbono essere integrati in un sistema organico in grado di rappresentare le interrelazioni esistenti fra i componenti ambientali e tra il sistema ambientale ed il sistema economico.

• Il modello organizzativo delle informazioni ambientali proposto dall’Agenzia Europea per l’ambiente è il cosiddetto sistema Determinanti/Pressioni/Stati/Impatti/Risposte (DPSIR).

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Lezione n. 7

Il modello DPSIRIl modello DPSIR

• i Determinanti (o pressioni indirette) sono le cause generatrici primarie ed indirette degli stati ambientali, – Esempio: il numero di abitanti residenti nell’area in esame;

• le Pressioni (dirette) sono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali, – Esempio: il volume degli scarichi in un corso d’acqua superficiale;

• lo Stato equivale alle condizioni ambientali, soprattutto quelle influenzate dalle attività antropiche, – Esempio: la concentrazione d’inquinanti in un corso d’acqua;

• gli Impatti sono le variazioni delle condizioni dello stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche, – Esempio: la variazione di concentrazione di inquinanti presenti in un fiume prima e

dopo uno scarico;

• le Risposte sono le azioni messe in campo per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali, – Esempio: le misure di depurazione attuate.

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Lezione n. 7

Pressioni•emissioni atmosferiche•riduzione rifiuti•scarichi industriali•corpi idrici•ecc.

Cause generatrici primarie•agricoltura•industria•trasporti•ecc.

Impatto•sulla salute•sugli ecosistemi•danni economici•ecc.

Risposte•leggi•piani•prescrizioni•ecc.••

Stato e Tendenze•qualità dell’aria• “ delle acque• “ dei suoli•biodiversità•ecc..•••

InterventiInterventi

strutturalistrutturali

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Lezione n. 7

EsempioEsempio

• Componente: Biodiversità e conservazione ambiente naturale– Determinanti:Determinanti:

• Agricoltura: Indicatori di importanza e trend del sistema rurale– Superfici agricole, addetti, meccanizzazione, uso del suolo per seminativi, colture arboree,

pascoli, zootecnia

• Selvicoltura: Indicatori descrittivi e di trend del settore forestale– Superfici forestali per specie e forma di governo, imprese presenti, legname commercializzato,

ecc.

• Infrastrutturazione e trasporti (costruzione di strade, autostrade, ferrovie, ecc.)– Sviluppo sistema trasporti per tipologia di infrastruttura

• Espansione edilizia ed industriale– Sviluppo (e trend) aree urbanizzate

• Attività ricreative– Sviluppo (e trend) di uso turistico/ricreativo del territorio (caccia, turismo, sci, pesca, ecc.)

– N.B. • Spesso le driving forces vengono descritte per tutte le componenti ambientali

• E’ molto più semplice costruire indicatori statici piuttosto che avere dati per analizzare un trend.

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Lezione n. 7

Fattori di pressioneFattori di pressione

• Agricoltura– Immissioni di pesticidi (principio attivo per ettaro di superficie territoriale)– Indice Pressione Agricola: Somma di superficie agricola pesata in modo

inversamente proporzionale alla distanza normalizzata.– Carico zootecnico (capi bestiame per ettaro)– Territorio interessato da sperimentazione in OGM– Incendi per pratiche agricole– (coltivazioni non tradizionali per la zona in esame)– Ecc.

• Selvicoltura– Superfici forestali con uso prevalentemente produttivo (su superficie

tortale)– Superfici forestali con specie non autoctone (su superficie totale)– Utilizzazioni forestali (intensità selvicolturale)– Strade forestali (metri per ettaro di superficie forestale)– Ecc.

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Lezione n. 7

… … segue fattori di pressionesegue fattori di pressione

• Infrastrutture– Frammentazione aree naturali

– Incidenti stradali che coinvolgono animali

– Incendi accidentali da infrastrutture viarie e ferroviarie

– Emissione di inquinanti

• Espansione edilizia ed industriale– Emissioni di inquinanti

– Aree naturali “disturbate” (limitrofe ad aree urbane e industriali)

– Cementificazione di margini fluviali

• Attività ricreative– Pressione venatoria

– Carico turistico per tipologia

– Degradazioni ambientali specifiche • erosione per fuoristrada, piste da sci, moli, altre infrastrutture sportive, ecc.

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Lezione n. 7

StatoStato

• N.B.• Gli indicatori di stato non sono classificati sulla base delle determinanti e dei fattori di

pressione:– Sullo stato dell’ambiente agiscono simultaneamente molte concause

• Sono importanti per effettuare un monitoraggio che colleghi Determinanti/Pressioni a Impatti/Politiche

• Indicatori di stato per la biodiversità/conservazione ambiente naturale– Indici di diversità paesaggistica (cfr. Landscape Ecology)

– Indici di diversità floristica

– Indici di diversità faunistica

– Presenza di endemismi, loro quantificazione, stato di protezione

– Presenza di specie o ambienti rari/minacciati, quantificazione, stato di protezione

– Indici di vegetazione NDVI (cfr. remote sensing)

– Indici presenza siti inquinati

– Presenza morie/patologie su popolazioni vegetali/animali

– Ecc… molto dipende dalla scala e dal tipo di territorio• Fluviale, naturale, rurale, antropizzato, ecc.

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Lezione n. 7

ImpattiImpatti

• N.B.– Gli impatti dovrebbero essere relativi alle conseguenze negative di uno o

più fattori di pressione sulle attività umane

– Può esistere una difficoltà valutazione degli impatti: • Non sono note tutti i possibili effetti della degradazione ambientale

• Alcuni sistemi (p.e. OCDE) non separano Pressione e Impatti ([DP]SR)

• Indicatori– Perdita produzioni agricole tradizionali

– Degradazione del paesaggio• Conseguente perdita valore immobili e introiti da turismo

– Perdita di opportunità da parte della popolazione di contatto con la natura e l’ambiente

– Perdita di biodiversità ambientale

– (regimazione deflussi idrici)

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Lezione n. 7

RisposteRisposte

• Possono essere di tre categorie– Vincoli legislativi

• Leggi di protezione, divieti, ecc.

– Incentivi a comportamenti virtuosi• Agricoltura biologica• Turismo sostenibile• Ecc.

– Azioni dirette da parte dell’ente pubblico• Esproprio aree rare e sensibili• Piani

– Antincendio– Protezione natura– Ecc.

• Azioni dirette– Rispristino habitat– Ripopolamenti animali– Ecc.

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Lezione n. 7

Applicazione dei metodi non monetariApplicazione dei metodi non monetari

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Lezione n. 7

Le applicazioni delle valutazioni non monetarieLe applicazioni delle valutazioni non monetarie

• Valutazioni– Valutazione Impatto Ambientale

– Valutazione Ambientale Strategica

• Valutazione/Monitoraggio della sostenibilità ambientale a livello di:– Pianificazione territoriale

– Certificazione di processo

– Certificazione di prodotto

• Metodo: Gli Strumenti VolontariGli Strumenti Volontari

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Lezione n. 7

Strumenti VolontariStrumenti Volontari

• Derivano dal Summit di Rio de Janeiro– superare il concetto del “comando e controllo” tipico delle leggi

sviluppando politiche ambientali di salvaguardia, recupero e buona gestione delle risorse naturali;

– ottenere il miglioramento della qualità dell’ambiente e della qualità della vita attraverso la partecipazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (istituzionali, sociali, economici e culturali).

• Principali strumenti:– Agenda 21 locale

– Certificazione ambientale• ISO 14001

• EMAS

• Contabilità Ambientale

• Gestione Forestale sostenibile– FSC e PEFC

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Lezione n. 7

Agenda 21 localeAgenda 21 locale

• caratteristiche: – è un processo strategico per incoraggiare e controllare lo sviluppo

sostenibile. – Nasce dal documento di Agenda 21 emerso dalla conferenza mondiale

sullo sviluppo sostenibile del 1992 (capitolo 28: invito alle autorità locali a giocare un ruolo chiave nelle strategie delineate nel documento stesso);

• oggetto: – definizione e attuazione di un Piano d’Azione Ambientale Piano d’Azione Ambientale

• utenti: – enti locali (regioni, comuni, enti parco, province ecc.);

• applicazione: – adesione alla Carta di Aalborg attraverso il “Coordinamento delle Agende 21 locali”

(attivazione del processo), – individuazione degli aspetti ambientali del territorio attraverso una analisi ambientale

ecologica e socioeconomica, – coinvolgimento del pubblico e dei partner, costituzione/attivazione di un Forum – individuazione delle priorità, definizione del Piano d’Azione Ambientale, – attuazione del Piano– Monitoraggio del Piano, comunicazione/informazione agli attori locali sui risultati

ottenuti;

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Lezione n. 7

ISO 14001ISO 14001

• caratteristiche: – La la ISO 14001 è il riconoscimento della “certificazione ambientale”

in conformità ad uno specifico Sistema di Gestione Ambientale. – La norma ISO 14001 è strumento tecnico e operativo per tenere

sotto controllo un’organizzazione per quanto concerne l’impatto ambientale delle sue attività.

– Ha un approccio sistemico che definisce i requisiti necessari all’adozione di un Sistema di Gestione Ambientale (SGA); non fissa criteri specifici di prestazione ambientale; non prevede certificazione, marchi o etichettature di prodotto;

– Prende ispirazione dalle norme tecniche relative ai Sistemi di Gestione della Qualità (serie ISO 9000).

• Oggetto:– Necessita di una organizzazione che specifica i requisiti necessari ad

una corretta definizione e attuazione, di un SGA • Specificazione di un sistema di obiettivi di salvaguardia, tenendo conto

delle prescrizioni legislative vigenti e delle informazioni sugli aspetti ambientali significativi delle attività, prodotti e servizi che la riguardano.

• Il processo di miglioramento continuo del suo SGA porta come diretta conseguenza il miglioramento della prestazione ambientale globale dell’organizzazione stessa;

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Lezione n. 7

Segue ISO 14001Segue ISO 14001

• utenti: – qualsiasi tipo di organizzazione, dalle aziende private alle pubbliche

amministrazioni;

• applicazione: – il Sistema di Gestione Ambientale viene sviluppato

dall’organizzazione interessata secondo i principi di buona gestione stabiliti dalla ISO 14001:

• pianificazione, attuazione e funzionamento, controlli e azioni correttive, riesame, ecc. in una spirale dinamica che porta al miglioramento continuo. 

– Il sistema viene quindi sottoposto all’esame di un soggetto terzo indipendente (ente di certificazione) accreditato da parte di un organismo nazionale (Sincert) per un determinato settore di attività (EA) a certificarne la conformità ai requisiti della norma di riferimento sopra citata.

– A seguito del rilascio dell’attestato di certificazione, l’organizzazione può usare, sui suoi documenti e con procedure definite dagli enti di certificazione stessi, il logo attestante la tipologia di certificazione conseguita.

– Necessita di indicatori di condizione ambientale, indicatori di performance

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Lezione n. 7

EMASEMAS

• caratteristiche: – strumento comunitario strategico definito con il

regolamento (CE) 761/2001 – Prevede l’istituzione di un sistema di ecogestione ed audit

al quale possono volontariamente aderire le organizzazioni intenzionate a migliorare le loro prestazioni ambientali complessive e a fornirne ai soggetti interessati (clienti, enti, cittadini, ecc.) informazioni pertinenti mediante una “Dichiarazione Ambientale”.

– Il nuovo regolamento ha definito che il Sistema di Gestione Ambientale da recepire ed attuare operativamente

– L’SGA deve essere conforme alla norma ISO 14001;

• utenti: – qualsiasi tipo di organizzazione, dalle aziende private alle

pubbliche amministrazioni

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Lezione n. 7

Segue EMASSegue EMAS

• applicazione: – promozione del miglioramento continuo delle prestazioni

ambientali mediante: analisi ambientale delle attività, prodotti e servizi, definizione e attuazione dell’SGA conforme a ISO 14001,

– esecuzione di audit ambientali per valutare la prestazione ambientale globale,

– elaborazione della dichiarazione ambientale, esame, per la verifica di conformità al regolamento 761/2001, dell’analisi ambientale, del sistema di gestione, della procedura di audit e della Dichiarazione Ambientale da parte di un soggetto terzo indipendente (verificatore ambientale) accreditato dall’Organismo Competente 

– Se la Dichiarazione Ambientale è considerata in linea con il sistema applicato nei suoi contenuti essa viene convalidata dal Verificatore ambientale e poi l’organizzazione registrata può utilizzare il logo EMAS secondo procedure regolamentate.

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Lezione n. 7

Similitudini e Differenze EMAS – ISO 14001Similitudini e Differenze EMAS – ISO 14001

• Punti di contatto– Si basano entrambe sul Sistema Gestione Ambientale, recentemente

unificato nella definizione degli standard.

• Differenze– Le ISO, infatti, sono degli standard riconosciuti ed adottabili a livello

internazionale - La EMAS può essere richiesto ed adottato solo all’interno dei confini comunitari.

– A differenza dell’EMAS le ISO sono concepite su base privatistica, • la certificazione viene cioè rilasciata da organismi che operano sulla base di

regole e procedure proprie, definite in concerto con i propri soci, l’EMAS è invece un sistema che coinvolge soggetti pubblici dei singoli stati e che opera in accordo con quanto previsto da una legge dello stato.

– Esistono alcune lievi differenze nell’adozione dell’SGA, che è più restrittivo nel caso delle EMAS

• Alcune procedure facoltative nella ISO sono obbligatorie nelle EMAS

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Lezione n. 7

Contabilità ambientaleContabilità ambientale

• caratteristiche: – è uno strumento volontario per il quale non esistono standard ufficiali

di riferimento ma dei principi e dei concetti generalmente accettati. – A livello europeo l’EUROSTAT (l’istituto statistico europeo) ha definito

quali sono le informazioni di carattere interessate e alcuni strumenti che ne permettono una loro organizzazione e gestione;

• Sistema fisico (es.: ESEPI) • Sistema monetario (es.: SERIEE);

• oggetto: – archiviazione, organizzazione e gestione di informazioni ambientali

fisiche (consumi,emissioni, stato dell’ambiente e impatti) e monetarie (spese ambientali) con finalità sia di tipo gestionale che di comunicazione;

• utenti: – qualsiasi tipo di organizzazione, dalle aziende private alle pubbliche

amministrazioni

• applicazione: – DPSIR

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Lezione n. 7

Gestione forestale sostenibile: FSCGestione forestale sostenibile: FSC

• caratteristiche: – schema di certificazione forestale - standard internazionale

definito dal Forest Stewardship Council (un’organizzazione indipendente, non governativa e senza fini di lucro che comprende gruppi ambientalisti e sociali,comunità indigene, industrie di lavorazione e commercializzazione del legno, proprietari forestali, tecnici, enti di certificazione, associazioni consumatori).

– Struttura e meccanismi di funzionamento garantiscono equilibrio tra interessi ambientali, sociali ed economici alla gestione delle risorse forestali.

– Approccio sistemico e di performance basato su standard minimi di buona gestione forestale (10 Principi e Criteri) stabiliti e approvati da FSC stesso tramite partecipazione e consenso di tutti i membri.

– Prevede l’uso di un marchio. – E’ riconosciuto a livello mondiale;

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Lezione n. 7

……segue FSCsegue FSC

• oggetto: – E’ applicabile a foreste e a piantagioni. – Il marchio identifica i prodotti forestali (prodotti legnosi e

prodotti non legnosi quali piccoli frutti, funghi, ecc.) che provengono da foreste gestite nel rispetto dei rigorosi standard ambientali, sociali ed economici definiti da FSC .

– Il logo FSC può essere riportato sui prodotti quando è certificata la “chain of custody”, cioè è garantita la rintracciabilità dei prodotti stessi dalla foresta al consumatore finale lungo tutta la filiera produttiva;

• utenti: – proprietari di foreste o piantagioni (pubblici o privati);

aziende che lavorano e commercializzano prodotti a base di legno e derivati; produttori dell’ampia varietà di beni non legnosi (miele, funghi, ecc.) che derivano dalle foreste;

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Lezione n. 7

……segue FSCsegue FSC

• applicazione: – l’FSC riconosce la certificazione della gestione e dei prodotti

forestali come strumento che può contribuire alla valorizzazione, anche commerciale, del settore “foresta-legno” e alla promozione di una corretta gestione dei boschi.

– La gestione forestale va attuata dagli utenti mediante la definizione, elaborazione e attuazione di un Piano di gestione che preveda attività mirate al rispetto degli standard minimi di gestione forestale predefiniti e appropriati alla realtà locale di appartenenza.

– La certificazione FSC può essere estesa anche alla “Chain of custody” previa verifica della possibilità di rintracciare sempre le fonti dei prodotti derivati, dalla foresta al prodotto finito lungo tutte le diverse fasi della trasformazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali legnosi.

• In tal caso è possibile apporre il logo FSC direttamente sui prodotti o sugli imballaggi (on-product use).

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Lezione n. 7

Gestione forestale sostenibile: PEFC Gestione forestale sostenibile: PEFC 

• caratteristiche: – standard europeo: Pan European Forest Certification.– Creato nel 1998 dai proprietari forestali e dall’industria del

legno europei, opera a livello europeo. – E’ un modello di certificazione forestale, nato per offrire un

quadro di riferimento pan-europeo per la realizzazione di sistemi nazionali di certificazione tra loro comparabili e per il loro mutuo riconoscimento.

– Prevede un approccio sistemico e di performance basato su standard minimi di gestione forestale sostenibile (GFS) predefiniti e accettati a livello europeo

• risoluzioni delle conferenze interministeriali di Helsinki e Lisbona del 1993 e 1998 relative alla protezione delle foreste in Europa, accordi che il governo italiano ha sottoscritto

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Lezione n. 7

……segue PEFCsegue PEFC

• oggetto: – Il marchio PEFC, quando arriva sul mercato, identifica i prodotti contenenti

legno proveniente da foreste gestite secondo gli standard ambientali, sociali ed economici decisi a livello nazionale e validati a livello internazionale.

– Obiettivo finale è la promozione dell’intera filiera foresta-legno, portando al consumatore finale l’informazione sull’origine del legno, sulla buona gestione dei boschi da cui deriva e sulla corretta amministrazione delle risorse ambientali e umane coinvolte nel processo produttivo forestale.

– Il sistema prevede il logo PEFC da apporre sui prodotti derivati del legno quando è certificata la “chain of custody”, cioè è garantita la rintracciabilità dei prodotti stessi dalla foresta al consumatore finale;

• utenti: – a livello forestale: qualsiasi tipo di organizzazione, dalle aziende private

alle pubbliche amministrazioni, sia in forma individuale che consociata• certificazione di gruppo; certificazione regionale

– A livello di lavorazione del legno: industria di prima e successive lavorazioni, per l’ottenimento del certificato di “Chain of Custody”, che permette di dichiarare l’origine del legno certificato.

– Attualmente è previsto il marchio PEFC solamente per i prodotti legnosi, anche se in futuro è previsto un riconoscimento per i prodotti forestali non legnosi (funghi, frutti, miele, sughero, ecc) 

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Lezione n. 7

……segue PEFCsegue PEFC

• applicazione: – i proprietari forestali italiani chiedono ad un Organismo di

Certificazione indipendente (accreditato presso il SINCERT) di essere valutati in accordo al sistema PEFC approvato a livello nazionale.

– Dopo una verifica documentale del Manuale di Gestione Forestale prodotto dal/dai richiedente/i, viene verificato in campo il superamento dei requisiti minimi stabiliti dai criteri e indicatori del sistema PEFC (approccio di performance), insieme al rispetto delle leggi forestali.

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Lezione n. 7