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LIMITI ALL'AUTOCONTROLLO GLICEMICO QUALI VANTAGGI QUALI LIMITI QUALI PROSPETTIVE

LIMITI ALL'AUTOCONTROLLO GLICEMICO - ANIED - … di lavoro Range di temperatura operativa Conservazione strisce Durata test, volume campione Durata delle batterie Modalità di calibrazione

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LIMITI ALL'AUTOCONTROLLO GLICEMICO➲ QUALI VANTAGGI !

➲ QUALI LIMITI !

➲ QUALI PROSPETTIVE

Cosa s'intende per autocontrollo?

Il termine autocontrollo si riferisce al monitoraggio della glicemia capillare ed all'interpretazione dei risultati glicemici e conseguenti interventi terapeutici coerenti a migliorarli che le persone con diabete devono essere educate ad effettuare, in collaborazione con il personale Sanitario.

L'automonitoraggio glicemico (SMBG)

L'autocontrollo glicemico viene considerato il secondo passo più importante dopo la scoperta dell'insulina

VANTAGGI

L' SMBG ci da una fotografia in tempo reale della glicemia in un determinato momento

VANTAGGI

Consente di tenere d'occhio da sé la propria malattia ed individuare i primi segni di scompenso

VANTAGGI

Permette di prevenire ed intervenire, in maniera tempestiva in caso di ipo o iperglicemie

VANTAGGI

Riduce e ritarda l'insorgenza delle complicanze del diabete, attraverso un miglior compenso metabolico

VANTAGGI

Consente una riduzione dell'emoglobina glicata ed una riduzione della variabilità glicemica

VANTAGGI

Permette una maggior consapevolezza sul proprio stato salute ed una maggior fiducia e sicurezza sulla nostra possibilità di autocontrollo del diabete

VANTAGGI

Migliora l'empowerment dei pazienti e favorisce una miglior aderenza al trattamento

VANTAGGI

Da un buon feedback sui risultati dello stile di vita e dei trattamenti farmacologici dei pazienti

VANTAGGI

Fornisce un feedback su risultati intervento educativo , in termini di scelte relative ad alimentazione, attività fisica, dosaggio farmaci da parte del paziente

VANTAGGI Allontana l'eventuale

insorgenza delle complicanze

!

Riduce i costi dell'ass. sanitaria

!

Migliora la qualità di vita dei pazienti

Tutti questi vantaggi sono veri se e solo se…

Vengono presi in considerazione tutti gli step facenti parte del concetto di autocontrollo

glicemico strutturato

Paziente da Autocontrollo

Obiettivi Autocontrollo

Definizione piano di cura

Scelta del glucometro

Addestramento/educazione Paziente-caregivers

Valutazione competenze

Verifica analitica procedura/abilità/competenze

Paziente in autocontrollo

L'autocontrollo della glicemia non è una parola magica

L'istruzione all'autocontrollo glic. Deve inserirsi in un programma educativo condotto e

controllato a medio e lungo termine da parte di personale inf.co con esperienza in campo

diabetologico (Standard di cura AMD-SID, livello della prova VI, forza della

raccomandazione B)

LIMITI oggettivi

Scorretta indicazione all'autocontrollo glicemico Autocontrollo glicemico non strutturato (per inadeguato percorso educativo) Scelta scorretta del glucometro e/o strumento di misurazione

LIMITI soggettivi!

Limiti fisici e psicocognitivi del paziente Scarsa motivazione all'autocontrollo glicemico Dolore e sofferenza Emozione della vergogna

Mancato rispetto delle linee guida

Raccomandazioni sull’uso e la periodicità dell’autocontrollo in funzione della terapia

Terapia insulinica intensiva

4 controlli /die

Classe 11. di regola 4 controlli/die in condizioni routinarie B) numero illimitato in condizioni di squilibrio glicemico o malattie intercorrenti,

per periodi limitati alla risoluzione del fatto

Terapia insulinica convenzionale o mista

N° controlli /die = N° iniezioni +20%

Classe 21. numero di controlli quotidiani pari al numero di iniezioni +20% in routine B) numero illimitato in condizioni di squilibrio glicemico o malattie intercorrenti,

per periodi limitati alla risoluzione del fatto

Raccomandazioni sull’uso e la periodicità dell’autocontrollo in funzione della terapia

Terapia ipoglicemizzante orale con farmaci secretagoghi

N° controlli = profilo settimanale 4 punti

Classe 3

1. numero di controlli pari a un profilo settimanale su 4 punti in routine

B) fino a 2 controlli/die in presenza di rischio elevato di ipoglicemia o conseguenze potenzialmente gravi dell’ipoglicemia (coronaropatia, vasculopatia cerebrale, retinopatia proliferante)

C) numero illimitato in condizioni di squilibrio glicemico o malattie intercorrenti, per periodi limitati alla risoluzione del fatto

Terapia dietetica e/o con farmaci insulino-sensibilizzanti

Classe 4

L’efficacia dell’autocontrollo della glicemia in questa classe di pazienti non è a tutt’oggi dimostrata. Fa eccezione a quanto sopra il diabete gestazionale in cui è indicato l’autocontrollo domiciliare della glicemia per decidere quando iniziare la terapia insulinica; la frequenza dei controlli deve essere decisa dal diabetologo in relazione alle singole situazioni cliniche. Glucometri: sono da considerarsi indispensabili per l’effettuazione dell’autocontrollo domiciliare. Aghi pungidito, in numero uguale al numero dei controlli previsti, e pungidito a scatto sono ugualmente da considerarsi indispensabili.

Linee guida come traccia

La definizione di “quale paziente da autocontrollo”, non può ridursi alla mera acquisizione delle Linee guida. !L'automonitoraggio è a tutti gli effetti uno strumento terapeutico solo se si tiene conto della variabilità dei pazienti. !Questo significa che a persone diverse (o alla stessa persona in momenti diversi del suo rapporto con il diabete)potranno essere proposti obiettivi diversi, a ciascuno dei quali corrisponderà un determinato utilizzo dell'automonitoraggio.

La scelta dello strumento di misurazione può essere erronea quando...

Non tiene conto in maniera adeguata della fenotipizzazione del paziente (età,stile di vita, limitazioni manuali fisiche o cognitive,...) Non bada alla praticità d' uso e maneggevolezza dello strumento Non considera fondamentali esattezza (bias) e precisione Non verifica controllo qualità

Quali caratteristiche per la scelta dello strumento?

Paziente Facilità d'uso Display leggibile Dimensioni e maneggevolezza Rapidità d'esecuzione

Sanitario Qualità del dato Completezza del dato Possibilità di analisi e scarico Praticità nella consultazione

Per operare una scelta responsabile occorre tener in considerazione Dimensioni strumento

Tipo di enzima ed interferenze

Tecnologia di misura(elettrochimico,reflettometrico)

Riferibilità della calibrazione (sangue o plasma)

Caratteristiche analitiche (imprecisione, inesattezza) norma ISO 15197/2003

Influenza dell'ematocrito

Intervallo di lavoro

Range di temperatura operativa

Conservazione strisce

Durata test, volume campione

Durata delle batterie

Modalità di calibrazione

Modalità d'inserzione ed espulsione strisce

(impatto ambientale-sicurezza)

Dispay: leggibilità

Capacità di interagire via bluetooth o wireless

Capacità di memorizzare i valori glicemici

Messaggi di errore chiari ed in lingua italiana

Facilità d'uso

Possibile funzione di suggerimento bolo

Recuperabilità semplice dei dati

Autocontrollo Glicemico Non StrutturatoLa persona non è formata in modo adeguato su:

Esecuzione del test (giusta tecnica con giusto strumento) Giusta frequenza (giusto momento e giusta situazione) Corretta interpretazione e funzionalità del dato rilevato

Limiti Durante Processo Educativo

CAPIRE: il paziente non ha capito, non sono chiari obiettivi oppure non sono condivisi

IMPARARE: il paziente non riesce a gestire strumento, misurazioni… Mancata verifica e mancato rinforzo

MONITORARE: il paziente non ha chiari i momenti in cui misurare

DECIDERE: il paziente non sa connettere misurazioni a target e stili di vita e non sa quindi prendere decisioni concordate precedentemente con team

RIELABORARE

L'efficacia del SMBG dipende anche e soprattutto dalla capacità del personale sanitario di trasferire al paziente le abilità necessarie…

Scarsa motivazione all'autocontrollo

Mancata accettazione della malattia Mancato riconoscimento del valore di stile di vita Dolore e sua percezione Vergogna o imbarazzo per l'esecuzione del test in pubblico

DOLORE inteso come…

Esperienza universale (ma ognuno prova un dolore diverso) !

Dolore inteso come l'altra faccia della felicità

L'esperienza ha due aspetti

!

OGGETTIVO: legato al danno reale o potenziale !

SOGGETTIVO: legato al vissuto, alla percezione del dolore che genera SOFFERENZA

La concezione del dolore cambia…

In dipendenza della cultura (Cristianesimo, Pensiero orientale) In dipendenza dell'epoca storica e della filosofia (vedasi filosofi greci da Democrito a Platone, Aristotele ed agostino, Tommaso d'Aquino) Ma soprattutto in dipendenza del soggetto che lo prova e dalla lettura che ne da

Il dolore ha una duplice connotazione

E' caratterizzato da un Senso (inteso come sintomo che ha un preciso significato), ma anche Da un non senso (inteso come mancata spiegazione che il soggetto che prova dolore si dà..”Perchè proprio io?” ,”Quali colpe ho commesso?”...

Il dolore mette a nudo…

La vanità dell'esistenza L'illusione della nostra potenza L'illusione del nostro valore La leggerezza delle nostre scelte La leggerezza delle nostre convinzioni

L'esperienza del dolore

Può chiudere il singolo nella sua individualità e incomunicabilità

!

“Il corpo sano sente il mondo, il corpo malato sente il corpo”(S. Natoli)

Se il dolore è inevitabile, può avere un'altra faccia

Può permettere la scoperta di parti

sconosciute di noi, che non sapevamo di

possedere: coraggio, forza,sopportazione…

Accettare il dolore per tornare a vivere

• Per poterlo fare occorre accogliere il dolore,assecondare la sofferenza e trovare la forza per accettare ciò che sta avvenendo

!• Tutto ciò è possibile quando il

dolore non viene negato, né da chi lo prova, né da chi è accanto che ascolta, manifestando vicinanza e comprensione

Più spesso nel dolore

Si è feriti Si è spaventati dalla sua entità e/o potenza Si cerca giustamente di disfarsi di questa sensazione spiacevole e per certi versi devastante

La paura rende più sensibili al dolore

Studio Della Bicocca ha dimostrato che la paura rende più sensibili sia al dolore fisico , che psicologico La paura nei confronti degli stimoli dolorosi è uno dei predittori principali della percezione del disagio sociale e del dolore fisico La paura riduce i livelli soglia di percezione del dolore

Ecco che...

“La paura del dolore può far trattenere dall'effettuare e/o praticare un'azione e/o esperienza che venga riconosciuta da chi la compie, come potenzialmente dannosa e dolorosa”

“La paura di soffrire , di provare dolore, ci tiene alla larga da attività potenzialmente dannose sia a livello fisico, che sociale (vedasi tutte quelle azioni che producono isolamento, imbarazzo, vergogna)

VERGOGNA

Sentimento chiave per la psicologia del sé Etimologia della parola COPRIRE... Sotto l'emozione della vergogna , c'è un forte desiderio di nascondersi” (il paziente vuole nascondere un aspetto di sé vergognoso al resto del mondo); quale? La malattia, un sentirsi difettoso e menomato...

Da qui...

La Vergogna Vissuta

OBLIO (l'emozione prima viene riconosciuta e poi dimenticata) IL RISO (vergogna affrontata, ridendo si diventa spettatori ,osservatori esterni della propria vergogna) LA CONFESSIONE (effetto liberatorio, permette nell'atto di confessione di di spostarsi, da soggetto umiliato a osservatore esterno)

La Vergogna Evitata

TRISTEZZA/DEPRESSIONE (Più tipica nelle donne, locus of control interno) RABBIA/FURORE (più tipica negli uomini, locus of control esterno)

!

REAZIONI DI EVITAMENTO TIPICHE PER ESPOSIZIONE A EPISODI DI VERGOGNA PROLUNGATI NEL TEMPO

IL DIRITTO AD ESSERE NORMALIMiss Idaho 2014, che con la sua determinazione, ha sfilato con il suo infusare d'insulina accanto, mostrandosi senza reticenza e senza vergogna anche nella malattia, divenendo una testimone positiva e motivatrice, spingendo a sentirsi normali anche nella malattia.

La Miss ha dichiarato

“Tutti abbiamo qualcosa che non è all'altezza dei canoni estetici imposti dalla società e dai media, ma non sarà un erogatore d'insulina a renderti meno bella”.

E come darle torto!?

PROSPETTIVE

La persona con diabete può diventare una risorsa solo se riceve la formazione necessaria e se è

messa in condizioni di agire !

Da qui la forza della Raccomandazione: di una formazione qualificata del personale per favorire

lo sviluppo delle capacità del paziente in partecipazione attiva!

Perchè dal DATO si arrivi alla conoscenza, alla MOTIVAZIONE

La persona con diabete deve sapere come utilizzare il sistema per l’automonitoraggio; queste conoscenze vanno periodicamente verificate e mantenute in un continuo dialogo, teso anche a tenere alta la motivazione.

La persona con diabete deve sapere quali sono i target glicemici suggeriti in vari momenti della giornata, per saper giustamente interpretare il dato glicemico

La persona con diabete deve sapere , a grandi linee o abbastanza in dettaglio, a seconda delle sue capacità e delle sue condizioni di salute, in che modo le sue scelte,in termini alimentari e di esercizio fisico, la terapia o lo stress fisico ed emozionale,possono influire sulla glicemia

La persona con diabete deve poter organizzare i dati in un insieme ordinato, che dà la possibilità al Medico ed al paziente stesso di valutare la situazione , farne la base di partenza per interventi educativi e motivazionali

E noi ?

Noi dobbiamo imparare a conoscere e non trascurare ciò che è esistente, ma soprattutto rilevante per il paziente Personalizzare anziché uniformare e generalizzare Avere un occhio attento alle prospettive presenti e future…

E VOI COSA NE PENSATE ?