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ModaMax 1 © Magazine Occhiali da sole: scegli la montatura adatta a te Eco - Bio La nuova forntier del beauty Nicole Kidman in “Grace di Monaco” L’ eleganza e la bellezza nel film di Oliver Dahan Celebrità Perchè i vip scelgono Armani maestro d’eleganza Numero unico in attesa di registrazione www.modamax.it Moda Dimmi chi sei e ti dirò il tuo trend Make-up Scegli il fondotinta giusto

Modamax Magazine #0

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Magazine emerging Designers N°0

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ModaMax 1

©

Magazine

Occhiali da sole: scegli la montatura

adatta a te

Eco - Bio La nuova forntier del beauty

Nicole Kidman in “Grace di Monaco”L’ eleganza e la bellezza nel film di Oliver Dahan

Celebrità Perchè i vip scelgono Armani

maestro d’eleganza

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unic

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ModaDimmi chi seie ti dirò il tuo trend

Make-upScegli il fondotinta giusto

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Direttore ResposabileNino Randisi

Editor in ChiefMarco Conti

Redattrice Eventi e CelebritàMarilena Carletti

Redattori ModaFederica Caiazzo

Clemente DonadioEleonora Plantulli

Jessica MattioliCristina Lodi

Redattrice BeautyLia Bracconeri

Redattrice Social FashionEleonora Manzi

Fashion StylistMonika Marek-Occhipinti

Ufficio [email protected]

Progetto graficoSilvia Pinna

Direttore Commerciale pubblicitàEmanuele Fiorica

[email protected]

via Oreste Salamone 85, MilanoMobile. 3347403915

[email protected]

Direttore Responzabile Nino Randisi Copyrighit 2014 Marco Conti EditoreNumero Unico in attesa di Registrazione. Tutti i diritti sono riservati.

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in copertina

NUMERO UNICO in attesa di registrazione

ABITILato sinistro:corpetto con le alette, gonna lunga asimmetrica e cravatta tutto in misto cotone viscosa, gessato grigio scuro; copricapo-gabbietta in tessuto gri-gio, mk’, anello in ottone e stagno ossidato con cristallo naturale, Anna Marria, collana e bracciali in ottone, archivio stylist.

Lato destro:corpetto, pantalone largo con gonna dietro, cravatta lunga,tutto in misto cotone viscosa, gessato grigio; copricapo-gabbietta in tessuto grigio, mk’, collana di pietre dure e perline color rosa e cipria, Saldarini 1882, anello e bracciale in metallo stile orientale, Anna Marria.

Mauro LorenzoPhotographer

Monika Marek-OcchipintiStyling

Gloria BiondinoStyling assistant

Iris Schiavone, Valentina D’AndreaMake up-artist

Antonio CandidoHair stylist

Gloria Biondone Production & assistant

Angelo CascioneVideomaker

Greta e GiorgiaModels

Location: Villa de Giorgi,www.villadegiorgi.itUn ringraziamento specialeal Comune di Monteroni Di Lecce e a Francesca Mocavero.

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L’editoriale10 di Nino Randisi

Eventi e Celebrità12 Giorgio Armani, maestro d’eleganza15 Chic Zone a Casa Sanremo18 Lo scoop di Julie Gayet? Un raggio di sole per Bleu Tango

ModaPersonal Shopper 24 Qual è la stampa adatta a te?26 Occhiali da sole: ad ogni viso la sua montatura

Accessori28 Tutti i must per la Primavera/Estate 2014

Mix Your Style...dove la moda incontra il bere miscelato32 Un inedito tacco 12

Trend36 Dimmi chi sei e ti dirò il tuo trend40 Tattoo: dalla prestoria ai giorni nostriEcco perché la gente si tatua44 Clark Kent. Camicia a quadri e stivaletti beige

Moda e Cinema46 Eleganza: il guardaroba di Grace Kelly. L’eleganza e la bellezza di Nicole Kidman nel film “Grace di Monaco”

Moda e Arte48 “Una scarpa è arte che si indossa.” Intervista a Kobi Levi52 La decoratività di Alberto Burri in passerella con Cividini55 The Shadows of Grey64 Spring Freedom76 Redibo: l’artigianato in una borsa78 Love from Santa Cruz: moda, design ed espressione della volontà di esserew

N.UNICO UNICO in attesa di registrazione

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Speciale Maison80 Violavinca, calzature di gran classe

Social Fashion84 Alessia Melpignano: “La mia passione per la moda”88 Erika Barbato: “Racconto storie, tendenze e stili”92 Roberta Tirrito: “Passione per le foto”96 Valentina Marzullo: “Una ragazza semplice”

Bellezzae BenessereMake-up102 Make-up trend: come scegliere il fondotinta giusto104 Copia il look di Rihanna108 Il trend più in voga quest’anno Il vostro! Parola di Sofia Motta

Bellezza112 Capelli: dieci mosse per averli sani e belli 116 Sì all’eco-bio, la nuova frontiera del beauty

Benessere120 Pelle liscia e levigata? Vi sveliamo i segreti122 Fish Pedicure: pro e contro124 Cellulite, combatterla in tempo per l’estate

Backstage126 The Shadows of Grey128 Spring Freedom

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Dalla rete, alla carta stam-pata. La sfida è appena iniziata. ModaMax vuo-le divenire sempre di più una grande piattaforma

per stilisti emergenti e per questo ha deciso oggi di lanciarsi sul mercato delle riviste specializzate sapendo che potrà ritagliarsi un ruolo, originale e creativo, nell’editoria di settore. Come è noto, le riviste specializzate, a par-tire dalla fine degli anni ‘60, si sono affermate e diversificate sempre di più nel panorama della stampa. Negli anni recenti sono state accompagnate e rilanciate dai siti web, attraverso la la qualità sempre più perfetta delle im-magini, delle rubriche, dei contenuti. In definitiva questi ultimi hanno finito per modificare anche la stessa impo-stazione grafica dei periodici diffusi su scala planetaria. In questo solco, si in-

EDITORIALE

nesta la rivista “ModaMax Magazine”, edita in Sicilia e che vuole diventare, come già detto, il punto di riferimen-to degli stilisti emergenti che realiz-zano i loro capi in Italia e che voglio imporsi nel mondo del fashion. E’ un progetto ambizioso quello di Moda-max Magazine, alimentato da un gio-vane e dinamico gruppo imprendito-riale, che, nonostante la pesante crisi dell’editoria, invece di frenare, rilancia il suo prodotto, attraverso il mezzo della carta stampata. Un progetto che intende coinvolgere quanti operano nella moda e che nel futuro prossimo intendono ritagliarsi un ruolo di pri-mo piano, competendo alla pari, con le grandi maison nazionali e d’oltreo-ceano. Il sito internet, da alcuni mesi a questa parte in rete con migliaia di vi-site giornaliere è uno strumento agile e in continuo aggiornamento. Una vera

e propria vetrina per tanti operatore del settore, che vogliono far conosce-re le loro collezioni, i loro brand e, in definitiva, la “filosofia” che ha ispirato i loro capi. Tutto questo è il sito di Mo-daMax Magazine, che oltre ad ospitare le news, gli eventi e i forum, avrà tra breve anche tanti video a corredo dei servizi messi in rete. Aperto alla col-laborazione di tanti professionisti, sia il sito che il periodico, che saranno cu-rato da giornalisti che operano da di-versi anni nel campo della moda e da figure specializzate del fashion busi-ness, diventeranno presto- ci auguria-mo- un mezzo di lettura interessante ed accattivante per quanti seguono la moda e che vogliono stare al passo coi tempi. Adesso, la rivista patinata. Da sfogliare e leggere con periodicità.

Nino Randisi

MODAMAX MAGAZINE, DAL WEB AL PATINATO

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RedazioneMARILENA CARLETTIGiornalista pubblicista, assidua ed insaziabile lettrice, amante della letteratura e dell’arte e inguaribile ottimista. Grazie al giornalismo di moda è riuscita a combinare lavoro e passio-ne, cercando di mettere in ogni cosa un ingrediente fondamentale: il divertimento.

FEDERICA CAIAZZOGiornalista pubblicista laureata in lingue straniere, ama i viaggi, il balletto classico e la co-municazione a trecentosessanta gradi. Oscilla dal rock al bon ton, la moda è il suo vocabola-rio e comunica il suo stato d’animo attraverso indumenti e accessori. Scrivere è l’unica cosa che non riuscirà mai a smettere di fare.

CLEMENTE DONADIOUn pizzico di arte, una soffiata di teatro, colori di moda e un bicchiere di vino. Ingredienti giusti per garantire affidabilità e passione di un giornalista che segue la riga di Oscar Wilde e si fa trasportare dal senso estetico di Gabriele D’Annunzio. Amante delle camicie di Arma-ni e delle passerelle della moda, è un intraprendente critico,alla continua ricerca di forma estetica anche nel mondo della fotografia e tra il sipario di un teatro.

ELEONORA PLANTULLILaureanda in Scienze della comunicazione, vive con la sua famiglia e la sua tartaruga Ca-milla. Amante della natura, del cibo e della moda. La curiosità e la creatività caratterizzano la sua ricerca nel creare look sempre nuovi ma al passo con le tendenze.

JESSICA MATTIOLIVentuno anni e una grande passione per la moda che l’ha portata ad ampliare le sue cono-scenze e a frequentare, presso l’Accademia del Lusso, vari corsi tra i quali: fashion editing, fashion styling, trend and cool hunting e web marketing.

CRISTINA LODIPer tutti La Cri, egocentrica e accattivante, pr dalla penna pungente. Amante della lettura e dell’arte, ha frequentato studi classici. La moda è la sua passione. Come scrive Cesare Cre-monini: “Non è alla moda, la moda la fa”.

LIA BRACCONERIVenticinque anni, partenopea d’origine ma marchigiana d’adozione. Laureata in Scienze della Comunicazione e da diversi anni nell’editoria online, ama la moda e tutto ciò che la riguarda. Stile bon ton, una passione sfrenata per i fiocchi, è una pink addicted, colleziona t-shirt e il suo portafortuna è una boccetta di Chanel. A chi le chiede “Fai sport?” risponde “Si, shopping.”

ELEONORA MANZIBlogger e redattrice moda. Un rossetto rosso è la sua firma e un grande amore l’accompa-gna: una splendida Golden Retriever.

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MAESTRO DI ELEGANZADAI RED CARPET ALLE PASSERELLE, DALLA MODA ALLO SPORT, LO STILE UNICO E IL GRANDE TALENTO RENDONO GIORGIO ARMANI UNO STILISTA APPREZZATO E AMATO IN TUTTO IL MONDO

GIORGIOARMANI

Eventi e Celebrità

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Noto da sempre per l’indi-scussa eleganza dei suoi abiti, fin dall’inizio della sua carriera nel mondo della moda, Giorgio Ar-

mani si è sempre distinto per origi-nalità e attenzione ai dettagli. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se numerosi personaggi famosi, attori e cantanti scelgono di indossare le sue creazioni in occasione degli eventi importanti. Gli abiti di Giorgio Armani vengo-no prevalentemente scelti dal genere maschile, perché nella loro semplicità riescono a trasmette classe e raffina-tezza e si sa quanto per un uomo possa risultare difficile, rispetto ad una don-na, riuscire a farsi notare e trasmettere queste sensazioni. Questo non vuole dire però che le donne non sappiano apprezzare e godere della preziosi-tà dei capi firmati Armani. Durante la 64a edizione del Festival di Sanre-mo, sia Maurizio Crozza che Marco Bocci hanno percorso le famose scale dell’Ariston indossando rispettiva-mente completi scuri della collezione Giorgio Armani e Emporio Armani. Claudia Cardinale invece si è presen-tata sul palco del festival sanremese con una blusa in chiffon di seta nera con maniche a kimono e motivi jac-quard della collezione Armani Privè. Lo stile inconfondibile di Re Giorgio non viene apprezzato solo sul nostro territorio nazionale, ma anche e so-prattutto all’estero. Leonardo Di Ca-prio ha infatti ritirato il suo premio ai Critics Choice Movie Awards con uno splendido smoking con giacca a due bottoni di colore blu notte, mentre il regista Martin Scorsese ha optato per uno smoking nero con river a scial-le, camicia bianca e papillon. Come già detto non solo gli uomini, ma an-che le donne scelgono lo stile della maison italiana. Ai Grammy Awards la famosa cantante Alicia Keys, vin-citrice del premio per il miglior R&B album, ha sfoggiato un abito da sera blu con cintura nera impreziosita da cristalli Swarovski della collezione Armani Privè. Anche l’attrice Kristin Scott Thomas, alla première del film The Invisible Woman, ha sfilato sul red carpet con pantaloni in seta nera e blusa in seta con dettaglio in cristalli.Quando parliamo di case di moda, sfi-late e showroom, raramente riusciamo a concepire l’idea che la moda possa coincidere con il mondo dello sport,

così diverso e per certi versi distante.

Giorgio Armani, al contra-rio, è riuscito laddove altri non erano mai arrivati. Lo stilista ha vestito gli atleti azzurri durante le olim-

piadi invernali in Russia, dopo aver già sponsorizzato gli atleti italiani alle olimpiadi del 2012. Insieme al CONI, Armani si riconferma official outfit-ter della squadra olimpica italiana. Le divise ufficiali indossate dai nostri sportivi, con marchio EA7, sono blu navy con richiami al tricolore italia-no e all’interno della fodera è presente la prima strofa dell’inno italiano. In merito alla scelta di affiancarsi ad un marchio così prestigioso il presidente del CONI Giovanni Malagò ha dichia-rato: “Armani rappresenta il miglior biglietto da visita per diffondere l’im-magine vincente dell’Italia sportiva, all’insegna di un rinnovato legame che ci auguriamo di onorare in occa-sione di Sochi 2014 e di Rio de Janeiro 2016, per continuare a coniugare, nel nome del successo, l’eccellenza dello sport con quella dello stile italiano”.i.

DAI RED CARPET ALLE PASSERELLE, DALLA MODA ALLO SPORT, LO STILE UNICO E IL GRANDE TALENTO RENDONO GIORGIO ARMANI UNO STILISTA APPREZZATO E AMATO IN TUTTO IL MONDO

GIORGIOARMANI

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Marilena Carletti

Il contributo di Giorgio Armani nella moda italiana ed interna-zione è inestimabile, riesce sem-pre a sorprendere e stupire, sen-za allontanarsi mai da quell’idea

di eleganza e sobrietà che lo contrad-distingue. Lo ha confermato anche durante la One Night Only Paris, dove ha presentato la collezione Armani Privè S/S 2014 e ha lanciato l’Armani Live Journal, un giornale digitale che propone contributi scritti da persona-lità di rilievo, immagini e video inedi-ti legati al raffinato mondo Armani.

Eventi e celebrità

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Made in Italy, ecosostenibilità e creatività, questi i punti cardine del progetto Chic Zone.Dal territorio campano arriva un messaggio di tutela della moda italiana e di rispetto per l’ambiente.

CHICZONEQ

uando c’è la volontà si può fare qualunque cosa. Ce lo insegna Angela Albarano, a capo del progetto Chic Zone, che nonostante la sua giova-

ne età è già riuscita ad ottenere grandi soddisfazioni e meriti per il suo lavoro nel campo della moda e del beauty. La giovane salernitana è una professioni-sta specializzata in organizzazioni di eventi, collabora con il Giffoni Film Fe-stival e cerca di trasmettere, attraverso gli eventi che cura personalmente, il messaggio di una moda ecosostenibile.

Uno degli ultimi traguardi raggiunti da Chic Zone è stato poter partecipa-re a Casa Sanremo, il Corporate Guest Village del festival sanremese. Duran-te il famoso Festival della Canzone Italiana, nella Lounge del Palafiori, si è tenuta appunto una kermesse che ha rappresentato un momento d’incontro per gli addetti ai lavori del Festival di Sanremo, tra cui musicisti, cantanti, artisti e produttori. Casa Sanremo è stata quindi una vetrina per giovani talenti che hanno avuto la possibilità di farsi conoscere e di mostrare le pro-

prie creazioni rigorosamente Made in Italy. Nella lounge è stata allestita la Chic Zone Glamour Area, uno spazio in cui gli ospiti dell’iniziativa han-no potuto ammirare le collezioni dei brand emergenti. Numerosi i designer che hanno partecipato e le proposte presentate, tra cui TINO Generation, un simpatico “ciondolo” nato dalla cre-atività di un giovane imprenditore che ha puntato sul concetto di un mondo colorato e pieno di vivacità. Anche Il Richiamo Degli Angeli ha presentato la sua collezione di gioielli ispirata ad

A CASA SANREMO

Eventi e celebrità

In foto Barbara di Palma.

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angeli custodi, ed ancora gioielli sono quelli realizzati da Giadangroup, Sim-ply Love Jewels e Zoppini, bracciali, collane ed orecchini che trasmettono originalità, creatività ed eleganza. Lavì Couture, marchio creato da due giova-ni stilisti Carola Pace e Ivan Trabucco, ha potuto esporre borse e accessori dallo stile elegante e raffinato. Sempre nel campo degli accessori ha avuto vi-sibilità anche Federica Siboni, con la sua collezione di accessori donna rea-lizzati in lana e con materiali di riciclo. Durante l’evento si sono tenute anche iniziative artistiche, musicali e culi-narie, hanno partecipato personaggi del calibro di Alessandro Borghese, ospite d’onore per il Bocuse D’Or. L’e-sperienza e la professionalità di Chic Zone vanno, però, ben oltre il singolo evento sanremese. Chic Zone è un por-tale sulle nuove tendenze della moda, ma è anche attento e sensibile al tema di una moda ecosostenibile. Dal 2009 ad oggi Angela Albarano ha organiz-zato numerosi Swap Party, momenti d’incontro in cui si “scambia” il pro-prio guardaroba. I partecipanti hanno l’opportunità di portare abiti ed acces-sori che non utilizzano più e di barat-tarli con altri, facendosi portavoce di

un messaggio di ecologia e rispetto dell’ambiente. Il modo migliore per conoscere il progetto portato avanti da Angela Albarano è lasciare a lei la pos-sibilità di spiegarlo concretamente.

Dopo i numerosi successi ot-tenuti da Chic Zone, avete ini-ziato quest’anno con una gran-de opportunità. L’esperienza di Casa Sanremo cosa le ha insegnato maggiormente?

I risultati e i successi di Chic Zone sono la prova evidente di come con impegno e abnegazione si ottengano risultati soddisfacenti. A Casa Sanremo è stato indubbiamente un successo, ancor di più se si considera che, per la prima vol-ta, partecipavamo ad un corporate vil-lage e non ad un evento rivolto al con-sumer. Ovviamente non ci sentiamo appagati. La nostra filosofia si basa su un semplice concetto: “Ogni traguardo raggiunto è il punto di partenza verso il prossimo successo”. Tutto il mio staff condivide questa filosofia professio-nale e siamo già pronte e concentra-te sui tanti progetti che ci aspettano.

Lei e tutto lo staff di Chic Zone mettete una grande passione

Eventi e celebrità

In foto Daniele Bossari ed Enzo Miccio.

In foto Angela Albarano con Sullivan, mascotte Chic Zone..

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di chi crede che “green” non sia solo un colore - spingere i big della moda a ripulire le filiere di produzione.Bisogna investire in tecnologia, fare ri-cerca, perché solo l’innovazione potrà portare a nuove soluzioni che ci con-segneranno un mondo più sostenibile.

Quali sono i progetti che Chic Zone ha in serbo per il futuro?Chic Zone vuole continuare a realiz-zare su tutto il territorio italiano il proprio Swap Party come già fatto ul-timamente a Bologna. Inoltre parteci-perà ai grandi eventi nazionali e inter-nazionali, grazie alle partnership con il Giffoni Film Festival e il Consorzio Gruppo Eventi. Sposiamo, insomma, la frase de “Il coperchio del mare” di Ba-nana Yoshimoto che recita più o meno così “Se si fanno dei progetti concreti, se si coltivano le proprie ambizioni, se ci si dà da fare con umiltà, se si aguz-za l’ingegno, i sogni diventano realtà”.Questo è quello che personalmen-te mi auguro: andare avanti con umiltà, coraggio e determinazio-ne per far crescere Chic Zone con eventi innovativi e stimolanti.

nel promuovere la manifattura italiana, cosa pensa del decli-no che sta subendo purtroppo il Made in Italy? Molte aziende si trasferiscono all’estero, altre addirittura chiudono i battenti, l’ultimo a capitolare è stato pro-prio un colosso della moda ita-liana, Gianfranco Ferrè. Ritiene che sia un problema superabile?

Oggi con l’economia in stallo, alcuni grandi marchi fuggono all’estero per diminuire sensibilmente i costi di pro-duzione e magari affrontare un regime fiscale meno oppressivo. Altri ancora cedono i pacchetti di maggioranza a imprenditori esteri, specie asiatici o Arabi, che posseggono una forza eco-nomica tale da poter investire in mar-chi di livello mondiale (vedi Valentino). Non si può competere con una mano d’opera che costa 1/3 rispetto a quella italiana. Le uniche ancore di salvez-za per i nostri brand sono la qualità e le competenze. Ovviamente non ba-sta sapere che siamo i più bravi nel pensare e nel fare la moda, serve un supporto concreto. La politica do-vrebbe, attraverso riforme fiscali in

materia di impresa e lavoro, tutelare e rilanciare così le aziende italiane.

Chic Zone sostiene artisti emergenti e di grande talen-to, crede che saranno in gra-do di farsi spazio nel mondo della moda e di esportare il Made in Italy anche all’estero?

Chic Zone crede fortemente nelle po-tenzialità e nella creatività dei giova-ni italiani. Sono loro la nostra risorsa in un mercato che sembra sostituire l’efficacia alla qualità. Occorre conti-nuare a investire sull’esclusività che possono garantire i giovani designer italiani. Chic Zone prova a dar loro visibilità nei nostri numerosi even-ti ed anche nel contenitore online con il nostro portale web e la web tv.

State ottenendo grandi soddisfa-zioni anche in occasione degli Swap Party, eventi in cui è pos-sibile scambiare abiti ed acces-sori. Com’è nata l’idea di avvi-cinarsi ad un concetto di moda sostenibile e senza sprechi?L’idea nasce dagli studi, dai viag-gi. Sono stata a New York, a Londra, e tutto quello che ho imparato l’ho portato qui, nel nostro territorio, adattandolo alle esigenze nazionali.Quello che Chic Zone propone è un baratto glamour, un modo diver-tente e conveniente per scambiare abiti e accessori che non si utilizza-no più in modo da prolungarne la vita. E’ una moda decisamente in li-nea con questi tempi di crisi e con la tendenza a consumi più sosteni-bili; è un sistema totalmente inno-vativo di fare shopping che mira al risparmio e ad aiutare l’ambiente.

Purtroppo le case di moda si stanno avvicinando con len-tezza ad un approccio “green”, basti ricordare le polemiche degli animalisti nei confronti di Roberto Cavalli per l’uso di pellicce vere. Lei è una grande sostenitrice della moda green, quali pensa debbano essere le at-tività da promuovere per riusci-re a conciliare moda ed ecologia?Secondo una ricerca di Greenpea-ce, vi sono varie sostanze tossiche nei capi che troviamo sul mercato. E’ importante e doveroso - da parte

Marilena Carletti

In foto Noemi.

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Dal sogno di diventare stilista alla prima bouti-que del suo marchio. Tra “colori, stampe, materiali e cuore, verità, precisione, limpidezza e delicatezza”.

UN RAGGIO DI LUCE pER BLEU TANGO.LOU RIpOLL SI RACCONTA pER MODAMAx

LO SCOOpdi JULIE GAYET?

Eventi e celebrità

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Essere una celebrità fa gola a tanti. E sebbene sia risa-puto che troppa notorietà faccia male, a volte ne basta proprio un pizzico per illu-

minare “con un raggio di sole” l’intra-prendenza e il talento di uno stilista emergente. La stilista francese Lou Ripoll, fondatrice del marchio Bleu Tango, si racconta in questa intervista per ModaMax Magazine. Dal sogno di diventare stilista al suo primo atelier di prêt-à-porter, passando per il pe-riodo della formazione. Ma soprattut-to tornando indietro nel tempo, mol-to molto indietro, a quando Lou non avrebbe mai immaginato che la sua baby-sitter, Julie Gayet, sarebbe di-ventata una famosa attrice, nonché l’a-mante del presidente Francois Hollan-de. Uno scoop che ha indubbiamente giovato al suo talento per la moda. . .

Stilista giovanissima, hai debut-tato con il tuo marchio a soli 24 anni. Come e quando è nata in te la passione per il mondo del-la moda? Quando ero piccola, mia madre leggeva sempre giornali di moda e io ne restavo affascinata. Ri-cordo che a scuola invece trascorrevo

ore a disegnare vestiti e costumi. La moda per me era un mascheramento, un modo per creare un personaggio o per sognare di essere un’altra perso-na. Quando avevo sei anni, costumi e uniformi mi lasciavano stupefatta: ancora oggi realizzo costumi sceni-ci per le opere teatrali contempora-nee e durante il mio percorso di stu-di in vestiti storici ho avuto diverse esperienze lavorative per quanto ri-guarda quelli del XVI e XVIII secolo.

Una passione che hai poi deci-so di tramutare nel lavoro del-la tua vita. Non a caso, la scelta di studiare alla scuola di moda Dyperré. Cosa porti con te de-gli anni da aspirante stilista?La possibilità di studiare alla Dyper-ré mi ha dato modo di conoscere in-segnanti grandiosi, in particolare il mio professore di Textile Design, una persona incredibilmente dotata di talento ed educativa. Avevamo due giorni di lezione a settimana con que-sto insegnante e non sapevamo mai cosa sarebbe accaduto in quelle gior-nate. Tutto era magia e ancora oggi ne sento l’ energia e la fiducia nel mio lavoro quotidiano. Con lui era tutta

una questione di emozionalità: colo-ri, stampe, materiali e cuore, verità, precisione, limpidezza e delicatezza.

Nel 2013 hai sentito il deside-rio di debuttare con il tuo mar-chio. Da cosa è stata motivata la voglia di metterti in gioco?Inizialmente è stato il desiderio di creare un nuovo stile: colorato, con stampe particolari, vestiti surreali per la vita di tutti i giorni e abiti dou-ble-face per essere due donne diffe-renti in due momenti diversi della giornata. E’ grandioso sentirsi il con-corrente di se stessi e al tempo stes-so è anche difficile, perché questo è come se fosse il prezzo della libertà. Desideravo inoltre proporre idee ori-ginali, ricche di colore, rifinite nel dettaglio, realizzate esclusivamente con tessuti di qualità. Al tempo stesso mi preoccupo affinché le condizioni lavorative dei sarti che le realizzano, provenienti da tutta Europa tra l’altro, siano sempre ottime. Quest’ultimo aspetto purtroppo a volte è trascurato dai marchi, ma per me è fondamen-tale. E’ importantissimo controlla-re questi parametri. Inoltre ci tengo

Eventi e celebrità

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”per le mie collezioni mi ispiro alla natura, al teatro,

alla danza contemporanea, ai dipinti, al cinema,

alla letteratura,ai costumi storici”

ad incontrare i miei clienti, per co-noscere le richieste delle donne che acquistano le mie collezioni. E’ una vittoria per me quando una donna riesce a trovare in una mia boutique proprio il vestito che sognava o pro-prio la giacca di cui aveva bisogno.

Julie Gayet, da baby-sitter ad at-trice testimonial di Bleu Tango: cosa ha significato il ritorno di Julie nella tua vita dopo averla persa di vista per alcuni anni?E’ stato divertente ed emozionante al tempo stesso. Di Julie ho dei ricordi di quando ero bambina ed è stata una grande emozione incontrarla nuova-mente da adulta. Lo scorso settembre chiesi a Julie di essere fotografata per Bleu Tango perché rispecchia il proto-tipo di donna che immagino per il mio marchio: indipendente, femminile, con la tipica classe parigina, determi-nata e creativa. E’ stata molto gentile ad accettare di lasciarsi fotografare.

Julie e le conseguenze dei ru-mours... uno scoop che ha fat-to più bene o più male alla notorietà del tuo marchio?E’ stata una grande pubblicità per Bleu

Tango. Molte persone hanno cono-sciuto il marchio grazie allo scoop e subito dopo sono venute in negozio. In Francia, Julie è un’ attrice, produttrice cinematografica e donna molto sti-mata, perciò ha giovato molto al mar-chio. E’ stata come un raggio di sole.

Blue Tango: da dove nasce il nome della tua linea di prêt-à-porter?Il nome si ispira all’espressione fran-cese Bleu de Travail, che si riferisce al blu delle tute da lavoro. Creo in-fatti abiti per tutti i giorni, per donne che non hanno l’autista personale e che hanno bisogno di vestiti pratici ma al tempo stesso desiderabili, ric-chi di colore, attraenti e con una pun-ta di pepe, da cui deriva il “Tango”.Così i miei abiti si adattano alla vita reale e la rendono più sognante. Que-sto è il motivo per cui realizzo abiti double-face nelle mie collezioni, come giacche con stampe particolari per an-dare a lavoro e con l’interno in lamè oro per andare a una festa! Ovunque intor-no a me vedo donne che hanno due, tre vite differenti in un solo giorno. Sono madri, lavoratrici, mogli o donne inna-morate, ma che vogliono anche diver-tirsi in compagnia dei propri amici. . .

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pe, tutti i miei tessuti sono esclusivi e vengono stampati in Italia, a Como.

Uno sguardo al futuro. Pros-simi progetti o ambizioni fu-ture? Come immagini Bleu Tango da qui a dieci anni?L’anno prossimo Bleu Tango lancerà una linea maschile, sono emoziona-tissima! Tra i miei progetti futuri, vorrei anche aprire un secondo ne-gozio ed essere presente come mar-chio in altri negozi, sia in Francia che all’estero. Il mio sogno è far crescere il marchio e l’universo Bleu Tango, con-tinuando a creare le mie collezioni in libertà e con lo stesso desiderio e la stessa energia positiva che ho adesso.

re quali abiti indossare. E’ molto at-tiva, sognatrice e determinata. Le piace giocare con le sue mise, indos-sare una camicia poetica per il lavo-ro e qualcosa di divertente per una festa di sera. E’ versatile e gioiosa.

Stampe e tessuti: quali predi-ligi in maniera particolare?Avendo una formazione in Textile De-sign, la mia prima attenzione è sem-pre focalizzata sul tessuto, sul colore e sulla qualità. Ci tengo ad utilizzare sempre ottimi materiali, come la seta shantung, cachemire, feltro in fibre di lana, seta e poplin. Oltre a questi, mi piacciono il lamè, crêpe e ottoman, che danno volume grazie alle loro qualità intrinseche. Per le mie colle-zioni uso tessuti dell’Haute Couture e molti di questi provengono dall’Italia. Per quanto riguarda colori e stam-

Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem ac-cusantium doloremque laudantium, totam rem aperiam, eaque ipsa quaillum qui dolorem eum fugiat quo voluptas nulla pariatur?"

Intervista di Federica Caiazzo

hanno bisogno di abiti da supere-roi perché vivono vite da supereroi!

Nei momenti di fase cre-ativa, da cosa ti lasci ispi-rare maggiormente?Le mie fasi creative non hanno inizio ne fine, sogno costantemente e sono continuamente alla ricerca di nuove idee intorno a me. Per le mie colle-zioni mi ispiro alla natura, al teatro, alla danza contemporanea, ai dipinti, al cinema, alla letteratura, ai costu-mi storici. Anche la moda giapponese e la cultura asiatica mi ispirano, per i modelli ad esempio. Il modello Bleu de travail è ispirato a un tessuto giap-ponese: i contadini riparavano i loro abiti con delle toppe di tessuto shibo-ri e li conservavano così a lungo che alla fine il tessuto iniziale scompariva sotto le toppe, dando vita ad un nuovo tessuto color indaco. Inoltre mi piace disegnare e spesso i miei disegni sono di ispirazione per le mie collezioni.

A quale prototipo di donna si ri-volgono le collezioni Bleu Tango?La donna Bleu Tango è libera. Non le interessa la sua età per sceglie-

Eventi e celebrità

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fall winter2014-2015

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Uno studio pubblicato sul Telegraph ha calcolato che ogni giorno si passano mediamente 16 minuti a scegliere il giusto abbigliamento. Una scelta più decisa aiuterebbe a risparmiare tempo ed energie. Conoscere e indossa-re ciò che valorizza il nostro corpo ci fa sentire meglio.

QUAL ÈLA STAMpAADATTA A TE?Pois, righe, fiori, strisce, tartan scoz-zese, etnico, azteco, animalier, ca-mouflage e chi più ne ha più ne metta! Molto spesso ci limitiamo nella scelta di un capo perché davanti alla doman-da “Ma con cosa lo indosso? Ma mi sta bene?” non sappiamo darci la risposta giusta. E finiamo per scegliere abiti monocolore che non ci rispecchiano totalmente. Ecco dei consigli di Moda-Max per creare dei look correttamente abbinati e perfetti! Il primo consi-glio è di studiare bene le fantasie adatte al nostro corpo. Ebbene si, ci

sono dei piccoli trucchi per modellare al meglio la nostra figura! Grazie alle fantasie e alle dimensioni di queste, possiamo valorizzare o nascondere piccoli difetti. Vediamo come. Inizia-mo con le stampe floreali. Adatte sia all’autunno che alla primavera-esta-te, sono un evergreen, perfette per minidress, shorts, canotte ma anche per leggings e camicie. Attenzione, è importante scegliere la giusta grandezza della stampa in base al fisico. I motivi floreali ingrassa-no, sottolineano i difetti e rendono

più grande la figura che avvolgono se i fiori sono ampi. Snelliscono invece se sono piccoli, perché creano un ef-fetto quasi astratto e non accentuano le curve. Questa particolare fantasia è adatta alle donne con fisico a triangolo per minimizzare l’ampiezza dei fian-chi. Discorso analogo lo ritroviamo per le righe, cosiddette stripes, di gran tendenza nella passata stagione su pantaloni e camicie. Le righe verticali slanciano la figura donando alla parte inferiore - le gambe quindi - un effetto snellente. Le righe orizzontali invece

pOIS, TARTAN, ANIMALIERE, AZTECO E CAMOUFLAGE

Moda / personal shopper

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hanno l’effetto opposto: conferisco-no larghezza. Non sono perciò adatte alle donne con fianchi larghi poiché l’effetto ottico ne accentua le forme. Possiamo optare per questa fantasia sulla parte alta del nostro corpo se ab-biamo un seno poco prosperoso. Arri-viamo ai pois, molto amati negli anni 50-60 ma tornati di gran moda soprat-tutto in estate. Trattasi di una fantasia perfetta che ritroviamo spesso sulle gonne a ruota, adatte alle più snelle per donare qualche curva in più. Sul-le camicie sono adatti per mettere in risalto il decoltè, ma attenzione anche qui alla grandezza della fantasia. An-che il quadrettato, il tartan scozzese e i rombi hanno un diverso effetto sul corpo a seconda della loro posizione e della loro forma. In base all’inclinazio-ne, alla dimensione e all’orientamento delle righe, all’interno di queste fanta-sie possiamo avere un effetto snellente se le linee e i rombi sono posti verti-calmente. Se invece si sviluppano in maniera orizzontale, l’effetto sarà op-posto. Studiata la stampa adatta al proprio fisico, possiamo passare all’abbinamento. La regola per ec-cellenza da seguire è quella dei colori. Anche se giochiamo con due fantasie,

fate attenzione che queste abbiano le stesse nuance! Tuttavia, proprio per-ché molte di noi non si sentirebbero a proprio agio indossando più fantasie come molti stilisti propongono in pas-serella, possiamo scegliere un unico capo “fantasioso” e mantenerci neutre sul resto dell’outfit. Ad esempio: con un total look nero possiamo dare contra-sto indossando una blusa con fantasia animalier. Al contrario, con un vestito floreale, possiamo abbinare una giacca di un colore presente all’interno della fantasia del vestito. Stesso discorso si estende agli accessori. Possiamo utilizzare accessori quali sciarpe, bor-se e cinture – tutti caratterizzati da una particolare stampa - per rendere unico un basic look. Da evitare è il total look di un’unica fantasia per non sembrare dei leopardi, dei militari o delle evase! L’importante è scegliere con cura ciò che valorizza al meglio il nostro corpo per comunicare ciò che siamo e come ci sentiamo. Sentirsi a proprio agio accresce l’autostima e il buon umore!

Eleonora Plantulli

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Nati per non lasciar traspa-rire le emozioni dei giudi-ci durante gli interrogatori nel 1300 in Cina, è solo nel 900 che viene visto come

un vero e proprio accessorio di moda. Successivamente nel 1930 furono i futuri fondatori della Ray-Ban a pro-durre i primi occhiali da sole per gli aeronauti. Nasce cosi uno dei modelli più famosi del marchio Ray-Ban: gli Aviator. Dagli anni ‘50 sono l’accesso-rio più famoso del mondo femminile e maschile. Amati soprattutto dalle star del cinema come i Wayfarer nel film “Le iene” o in “The Blues Brothers”, gli Aviator in “Top Gun”, i Teashades usati da John Lennon o i Moscot utilizzati da star famosissime come Andy Warhol e Johnny Depp. Varie forme e vari co-lori hanno caratterizzato gli occhiali nel corso degli anni, ma per scegliere quello giusto bisogna tener conto delle caratteristiche del viso. Quindi seguia-mo la moda ma con giudizio! Come per la maggior parte degli accessori, anche questa volta, le fortunate sono coloro che hanno un viso ovale. Eb-bene si, anche in questo caso possono sbizzarrirsi nella scelta degli amati sunglasses e possono spaziare da for-me squadrate, come i Clubmaster di Ray-Ban a forme tonde come i Per-sol. L’unico consiglio è quello di non scegliere occhiali troppo ampi rispet-to all’ovale del viso. Passiamo alle se-conde in classifica, le donne con il viso squadrato. Nella stagione 2013/2014 siete al secondo posto poiché il must in voga sono le lenti tonde. Non importa la grandezza, il colore o la fantasia. La forma tonda giocherà il contrasto giu-sto con i vostri tratti e li renderà meno spigolosi e definiti! Discorso opposto è per chi ha un viso triangolare. Que-

sta volta la regola delle forme opposte per bilanciare non vale. Quindi è op-portuno scegliere lenti e montature che seguono le linee del viso. L’occhia-le perfetto è l’iper femminile forma a gatto, must della scorsa stagione Pri-mavera/Estate 2013, proposta da Italia Independent in ogni colore e materia-le. Anche Gucci e Assoluto ripropon-gono nella stagione primavera – estate 2014 la forma più amata dalle donne. Altra montatura adatta al viso triango-lare è quella ad aviatore - proposta or-mai da tutte le case – dove la goccia bi-lancerà i tratti del volto. Per un viso dai lineamenti lunghi e sottili la parola d’ordine è semplicità. Quindi nessuna montatura in cellulosa o con partico-lari sporgenze. Ideali sono gli occhiali con vetri sfumati e con montatura fine. Perfetti possono essere gli occhiali proposti da Gucci nella collezione Pri-mavera/Estate 2014. La montatura è di sottile spessore ma con una certa im-portanza nella lente, in modo tale che porti l’attenzione dello sguardo verso i lati del volto. Oltre alla forma del-la montatura è importante scegliere con cura i colori. Le caratteristiche dei capelli o della pelle giocano un ruolo importante nella scelta delle tonalità giuste. Vediamo insieme le regole di base per scegliere il colore che rispetti l’armonia del viso.La scelta giusta può partire dalla pelle. Come? Semplice, il colore del nostro incarnato ci dà degli indizi. Nel caso di pelle chiara è bene mantenere i toni tenui e caldi. Da evi-tare sono i toni freddi e troppo chiari per non apparire ancora più pallide. Con la pelle olivastra possiamo giocare con i colori, sia chiari che scuri. Solo il nero potrebbe risultare troppo pesan-te. Lo stesso discorso vale per le donne dalla pelle scura. La scelta migliore è

OCCHIALI DA SOLE

AD OGNI VISO LA SUA MONTATURA

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giocare con i colori, creando contrasti, anche se il top per questa carnagione è il metallo lucido. Passiamo ai capelli e partiamo dalle bionde. I colori adatti sono quelli che creano contrasto con la tinta dei capelli. Ideali sono i toni scuri come il nero, il blu, il verde ma anche la fantasia tartarugata. Le stesse nuance sono adatte anche per le donne castane o rosse. Perfetti quindi sono il blu, il verde e il cachi. In questo caso bisogna però fare attenzione ad alcuni colori. Le tonalità del rosso e dell’aran-cio sarebbe meglio evitarle se i capelli tendono alle stesse tonalità. Tutta la gamma cromatica è adatta invece alle donne con capelli neri. Questa vol-ta sono loro le fortunate, che posso-no giocare con tutti i materiali e tutti i colori. L’unico consiglio è quello di fare attenzione alle fantasie che pos-sono conferire un aspetto eccessivo.

Eleonora PlantulliFotografie di Clemente Donadio

Sunglasses tondi della collezione Calvin KleinAutunno/Inverno 2013/2014. Occhiali disponibilipresso Ottica 3D di Daniela Fierro.

AD OGNI VISO LA SUA MONTATURA

Sunglasses metallo oro della collezione Gucci 2014

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Sunglasses della collezione Tom FordPrimavera/Estate 2014/2015.

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Borse, scarpe e gioielli, tutti i modelli must have indispensa-bili in qualsiasi guardaroba, per completare un look perfetto.

GLI ACCESSORIpIÚ HOT DI STAGIONE

TUTTI I MUST pER LA pRIMAVERA-ESTATE 2014

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La bella stagione è arrivata ed è tempo di iniziare con lo shopping di inizio stagione, così da rinnovare il nostro guardaroba con tutte le nuo-

ve tendenze, non solo per i capi di ab-bigliamento, che presumibilmente ci accompagneranno per tutta la stagio-ne calda, ma specialmente per quanto riguarda gli accessori, indubbiamente la cosa più importante e amata dal-le donne. Tra borse, scarpe e gioielli, sono davvero tutti indispensabili per completare qualsiasi look, ormai è de-cisamente impossibile farne a meno, anche perché quest’anno molti stilisti nelle loro collezioni per la primave-ra-estate 2014 hanno in serbo per noi molte novità, così come i brand lu-xury e low cost che propongono tutti i trend e i must have di stagione più in voga del momento. Questa stagione sarà all’insegna del colore; la palet-te cromatica che verrà sfoggiata nella spring-summer soprattutto su borse e scarpe, vanno da nuance più tenue e delicate come i colori pastello o tona-lità accese e allegre, l’importante che diano un tocco fashion all’intero outfit.

Le it-bag di stagione, i modelli must haveLe borse, come rinunciare a loro? Oltre ad essere un accessorio uti-le per contenere tutto il necessario di una donna e anche di vitale im-portanza per perfezionare qualsiasi outfit, dal più casual al più elegante. Tutti i modelli, i materiali differenti e i colori must have per questa primave-ra-estate 2014, sono perfetti da sfog-giare sia per il giorno che per la sera.Un modello da acquistare sicuramente è la tracolla, molti brand ce la pro-pongono mini e maxi. Comoda, super chic e di tendenza; da portare a mano se dotata di mono o doppio manico o da appoggiare sulla spalla, così da ottene-re un look glamour in ogni occasione.Impossibile rinunciare alle maxi pochette, quest’anno le propongo-no dal modello a busta da abbinare ad un outfit da giorno e alle clutch, piccole e con varie forme differen-ti in base alle necessità. Imprezio-siscono un look elegante con detta-gli in swarovski e pietre preziose o con borchie per un tocco rock-chic.Altri must have sono il bauletto, la maxi bag e la shopper, tutti rivisi-tati in chiave moderna, molto versatili

DONNA SOFISTICATA

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e si adattano a meraviglia ad un outfit casual-chic. Senz’altro sono model-li da tenere nel guardarobra essen-do portabili dalla mattina alla sera.

Le scarpe, una passione a cui non si può rinunciarePer le shoes addicted in que-sta spring-summer c’è solo l’im-barazzo della scelta, tra model-li di tendenza e colori vivaci ed energici, per dare un tocco in più al look.I tacchi vertiginosi non mancano ne-anche in questa stagione, che siano riportati su delle eleganti decollettè, zeppe da indossare durante il giorno o dei sandali con plateau, vengono pro-posti tutti con pattern diversi, vari mix di stampe come il floreale e le righe o con mix di materiali in contrasto, come il suede accostato alla vernice. Scarpe che conferiscono all’outfit un allure molto femminile e glamour.Per chi invece non vuole rinunciare alla comodità, ma soprattutto alle tenden-za, dei must have di stagione sono: le comode sneakers per un look cool e le scarpe maschili, dalle stringate ai mo- Jessica Mattioli

cassini che vengono proposte anche in passerella; entrambi i modelli sono comodi e perfetti da abbinare a qual-siasi cosa, sia ad abiti iperfemminili che ad un outfit dallo stile mannish.

Gioielli, i dettagli che fanno la differenzaQuando si dice che gli accessori fan-no la differenza è assolutamente vero, soprattutto se parliamo di bijoux. Collane, orecchini, anelli e braccia-li; adornano e abbelliscono l’outfit così da non passare mai inosservate.Must have per quanto riguarda i gioielli sono decisamente le maxi collane, che vanno ad illuminare il viso e dare un aspetto chic e bon ton. I brand per la stagione calda le propongono in un’infinità di pie-tre colorate e dalle forme diffe-renti, dal girocollo o ad altri che scendono morbide sul decolletè.

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Mi piace molto osservare le persone mentre sono alle prese con la loro quo-tidianità: mamme cheaccompagnano i bimbi

a scuola e poi corrono al lavoro; uo-mini che consultano l’ultimo gadgettecnologico nella speranza che li aiuti a far coincidere tutti gli ap-puntamenti della giornata; ragazziche si affannano in palestra per bruciare le calorie di troppo; don-ne perennemente a dieta conl’obiettivo di sconfiggere quella ma-ledetta taglia in più. Ed è per tut-ti loro che ho deciso di scriveredelle ricette in cui le persone si po-tessero rispecchiare. Non vi na-scondo che prima di scriverequesto articolo sono rimasto gior-ni e giorni a pensare a quale sareb-be potuto essere l’argomento datrattare o le curiosità più intri-ganti da scrivere senza cadere nel banale, ardua missione per chicome me è un semplice “barten-der” e si ritrova catapultato nel ruo-lo di “giornalista per un giorno”.

Il primo “Status sociale” che ho scelto è il/la Fashion Blogger: la fi-gura della fashion blogger è unafigura che negli ultimi anni ha acquisito molta importanza.Il suo “lavoro” consiste nel consi-gliare, informare sulle tendenze dei mercati di abbigliamento diversi(alta moda, prêt-à-porter, ecc. . .), le scelte e le tendenze del-la moda di celebrità e moda distrada. Essere una/un fashion-blog-ger è cosa tutt’altro che sem-plice e assai lontano dall’hobbydi “scrivere di moda e vestirsi gra-tis”. Chiariamo dunque immedia-tamente un dubbio: un fashionblogger non è chi possiede un blog di moda e fa quattro foto per-chè è vanesio ma chi, attraverso unuso capace ed efficace della rete

veicola contenuti pensati e scrit-ti autonomamente relativi almondo della moda, dell’abbiglia-mento del lifestyle. Ad oggi la vo-glia di diventare “Fashion blogger” èsmisurata, vediamo sempre più ra-gazzi/e che scattano foto a qual-siasi indumento, cosa o oggettoper condividerla subito sugli sva-riati social network alla ricerca di quel like in più che sembra possacambiar la vita o renderla miglio-re. “lo scrivo in tono ironico per-ché penso che di ogni cosa se nedebba fare un uso e non un abu-so”. Quindi, come non dedica-re un cocktail a quest’affascinante“categoria” di persone?

UN INEDITO TACCO 12

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Detto, fatto. Il suo nome?Tacco 12. I suoi ingredienti?

4 cl di succo d’ananas2 cl di succo di pompelmo2 cl di sciroppo alle rose rosse.

Descrizione:

“per chi vuole apparire sempre in splendida forma. L’ananas ha una straordinaria funzione diureticae antiossidante, l’ideale per la pre-venzione delle rughe. Il pompel-mo rosa è uno dei frutti che facilitamaggiormente la perdita di peso, inoltre stimola il metabolismo de-gli acidi grassi e quindi facilita ladigestione. Lo sciroppo alle rose rosse per dare quella nota incon-fondibile al gusto e all’aspetto delvostro drink. Un drink perfetto per affrontare la Fashion Week o qua-lunque evento mondano al top!

Ah… dimenticavo, vi starete chie-dendo chi sono vero? Mi chia-mo Bruno Vanzan, ho 28 anniromano di nascita ma cittadino del mondo per adozione, sono un semplice barman che ha fatto delsuo lavoro la sua vita. Anche se non sono uno scrittore (e vi con-fesso che, quando a scuola c’eral’ora d’italiano, cercavo di fare al-tro) ho cercato di raccontarvi in poche parole chi sono e da dovevengo, ricordando quello che un giorno mi disse un’amica “Bruno se una persona scrive con il cuorela gente lo percepisce”, e quin-di così ho fatto. Non mi resta che augurarvi …“Happy Mixing”!

Bruno Vanzan

Moda / mix your style

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Moda / mix your style

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DIMMICHI SEI

E TI DIRò IL TUO TREND

SOfISTIcaTa, EccENTRIca, SENSUaLE O ROmaNTIca?

Dal prêt-à-porter della Primavera/Estate 2014 quat-tro trend per tirar fuori la vostra vera personalità. Niente unghie, stavolta occorre solo la mise giusta.Stilista: Burberry.

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DIMMICHI SEI

Amiamo vestirci bene, cu-rare le nostre mise nel dettaglio, ma soprattutto vogliamo sentirci noi stes-se. Il guardaroba diventa il

nostro vocabolario, gli abiti parole. Ciò che indossiamo riflette il nostro umo-re, la nostra personalità e il contro ca-rattere. Tuttavia, per essere sempre noi stesse al 100%, dobbiamo scegliere ac-curatamente capi e accessori, lasciarci ispirare da essi e far sì che comunichi-no esattamente ciò che noi vorremmo trasmettere all’esterno. Ma come si fa? Sembra un qualcosa di molto difficile, ma in realtà trasformare gli abiti in specchio della propria anima è molto semplice. Il primo passo è analizzare i trend proposti in passerella dalle mai-son. ModaMax ve ne propone quattro, a seconda che voi siate donne sofistica-te, eccentriche, sensuali o romantiche.

DONNA SOFISTICATAChe siate sofisticate davvero o che vo-gliate soltanto darne l’impressione, la sofisticatezza adotta un linguag-gio tutto a sé. A tratti misterioso. Per una personalità un po’ “snob” non può mancare assolutamente il gioiel-lo. Sì a orecchini, bracciali, collane e anelli, ma sì principalmente ai tessuti preziosi. Broccati, jacquard e gemme.Ermanno Scervino propone per la Primavera/Estate 2014 applica-zioni preziose su tonalità cipriate. Ben tre file di gemme per i col-letti, con numerosi punti luce a più riprese sul resto della mise.Più voluminosa invece è la propo-sta di Burberry Prorsum: le pietre preziose sono accorpate in veri e propri medaglioni, applicati sim-metricamente su abiti e giacche.

DONNA ECCENTRICALasciare il segno, farsi notare. E’ indubbiamente questa la vostra mission. Per niente impossibile. Sì ai tessuti luminosi come lurex e lamè. Da indossare però di sera e mai di giorno per far sì che il buon gusto vi ac-compagni anche nello stile d’abbiglia-mento. I tessuti metallici sono adatti alle serate glamour, ma se non amate la discoteca non abbiate paura a sfoggia-re il vostro look elettrizzante nella se-rate di divertimento con i vostri amici! La collezione firmata da casa Ver-sace ne dà una chiara dimostra-zione: mini-abito con cintura in

SOfISTIcaTa, EccENTRIca, SENSUaLE O ROmaNTIca? DONNA SOFISTICATAStilista: Ermanno Scervino

DONNA ECCENTRICAStilista: Scervino

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DONNA SENSUALEStilista: Versace

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vita per un risultato ultra shiny!DONNA SENSUALETrasparenza è la vostra parola chiave e il vedo-non-vedo la tattica infallibile per una conquista di successo. Anche stavolta è Versace a darne lezione di grande maestria, utilizzando la tec-nica del cut-out. Letteralmente “ta-gliare fuori”, questo particolare trend primaverile si propone come un vero e proprio effetto tattoo. La pelle sem-bra ricamata e rifinita in tutte le sue arabescature, ma il nudo contrastato dal colore principale non è la vostra pelle, bensì un tessuto sottostante.Per l’occasione Donatella Ver-sace porta in passerella una donna emblema della sensua-lità per eccellenza, sinuosa e accatti-vamente nelle sue mise color pastello.

DONNA ROMANTICAAnimo sognante e stile bon ton. Trionfa come sempre in pole position l’utilizzo del pizzo, ma attenzione a non trascu-rare il plissè. Questa particolare tecni-ca di lavorazione del tessuto, seppur dall’aspetto geometricamente defini-to, conferisce movimento, leggerezza e oniricità. Gli abiti lunghi firmati Kri-zia ricordano lo splendore dell’antica Roma. In stile impero, il plissè nasce esattamente sotto il seno, prenden-do forma e volume lungo le gambe.Federica Caiazzo

Stilista: Burberry

DONNA ROMANTICA Stilista: Krizia

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“Ogni tatuaggio che ho dice la sua su ciò che sono”. Phil Brooks definiva così il tatuaggio, una carta d’identi-tà che ha la capacità di descrivere la persona che lo indos-sa. Ma è appropriato utilizzare il termine “indossare”? Quanto il tattoo può essere definito una moda?

TATTOODALLA PREISTORIA AI GIORNI NOSTRI.

ECCO PERCHÈ LA GENTE SI TATUA

per definire al meglio questo disegno di vita che ormai si è sparso a macchia d’olio in tutto il mondo, dobbiamo ritornare alle origini e quin-

di alla sua vera e propria nascita. Ori-gini polinesiane, in particolar modo il tattoo prende origine etimologica-mente dall’isola di Tahiti e deriva dal vocabolo “tatau”, che appunto per noi significa “scrivere sul corpo” oppure “decorare con segni”. Utilizzato come decorazione del corpo in occasioni di celebrazioni e momenti della vita per i popoli dell’oriente, la pratica del ta-tuarsi, di colorare il proprio corpo, è un’usanza antica proprio come l’uo-mo. Ad esempio, i marinai, tanto tem-po fa, esponevano sul muscolo avam-braccio donnine con curve sinuose o le iniziali del nome della propria donna, che era collocata in chissà quale parte del mondo. Tatuarsi, infatti, compensa un impulso umano sia con connota-zioni individualistiche che con risvol-ti sociali. Da un atto sociale primitivo si è dunque giunti ad un sinonimo di moda e tendenza, di appartenenza so-ciale. Negli anni ’60 è stato considerato come trasgressione, un segno di prote-sta divenendo anche un forte veicolo di aggregazione. Chi sceglieva di “segna-re” il proprio corpo, in questo periodo, apparteneva ad un ceto medio-alto ed era mosso dalla voglia di porsi in “al-ternativa” alla mentalità comune. Un capovolgimento del genere tatuato si ha negli anni successivi, con i “bikers”

e con i “punk” negli anni ’70 e ’80, il tatuaggio diventa un simbolo di con-trapposizione. Riconoscimento e ap-partenenza, nuovi significati che nel tempo questa tendenza ha acquisito a seconda dello stile prescelto oppure mescolando vari brand per identifi-care personalità complesse. Esploso in Italia negli anni ’90 con il dif-fondersi di centri specializzati e riviste sempre più in voga, il tatuato non porta più con se la volontà di ribellione o di rabbia ma si pone come una scelta di vita personale. Lombare e caviglia, le zone sexy delle donne per sedurre il proprio partner. Spalle e braccia per l’uomo, per essere ben visibile come emblema di virilità. Momento d’oro anche per i simboli religiosi come vol-ti, croci, rosari, oppure simboli di for-za, come leoni o draghi vissuti come antidoti alla timidezza. Da non mi-nimizzare i tattoo che simboleggiano l’amore e l’unione familiare. Sempre più diffuse sono le iniziali di uno o più componenti della famiglia, disegni vari, tra cui cuori oppure impronte sti-lizzate. Un ricerca dei valori forse, una carica di passione che ormai si perde in un periodo di crisi. Il tatuaggio pre-domina sulla pelle, un segno che non potrà essere dimenticato. E se la pri-ma domanda era se definire l’ar-te del tatuare una vera e propria moda, Vittorio PIMpleskin, ta-tuatore per lavoro e per passione, ci dice di si. “La moda sicuramente è

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MODAO TENDENZA?

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un campo esclusivo dove l’arte di de-corare il corpo si esprime magnifica-mente. Questo avviene grazie alla con-figurazione di una realtà complessa che comporta un’interazione fra lin-guaggio, corpi ed emozioni del proprio stato d’animo.” Affascinato dall’arte fin da piccolo, PIMpleskin si bloccava nell’osservare la vita dei muri, come i murales prendevano pian piano forma e come i vagoni delle metro si sposta-vano velocemente per dare animazio-ne alle grafiche dei ragazzi di strada. Pane e Pop Art, come la stessa Street Art, è ciò di cui il tatuatore salernitano si nutriva e su cui attinge ancora oggi per le sue opere su pelle. La pelle parte essenziale della persona stessa, la pri-ma cosa che si vede nel confronto con gli altri. Per maggiore sicurezza o Articolo e fotografie di

Clemente Donadio

per vanità, perché la gente si ta-tua? “Sicuramente l’obiettivo è quello di farsi conoscere, suscitando l’inte-resse altrui ma rimane difficile stabili-re un legame fra tempo e gusto perché i mutamenti culturali e sociali sono repentini e confusi. Chi decide di ta-tuarsi lo fa per dare un valore aggiun-tivo a se stesso. Per sentirsi più bello, più sexy, per apparire più forte, per elaborare un dolore a un lutto, descri-vere e ricordare una gioia, per vincere una paura o un’insicurezza, per impri-mere un amore. Insomma, per espri-mere i sentimenti più profondi e seri.”

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Contadino boscaiolo irrompe nel guardaroba maschile

CLARK KENTSi cambia all’interno di una cabina te-lefonica e diventa il supereroe più fa-moso al mondo. Quale donna non vor-rebbe essere salvata da un giornalista che nei momenti di paura e salvezza si trasforma, indossando una tuta az-zurra con una S sul petto? Clark Kent è divenuto ormai uno stile da seguire, e se tutti lo ricordavano come un gior-nalista con occhiali in giacca e cravat-ta, già dal 2001 per ben dieci la figura del supereroe si è spostata su quella del contadino-boscaiolo. Un ragaz-zo, giovane e dal fisico prestante, che

faceva impazzire le ragazze del liceo. Un outfit per il giovane Clark, inter-pretato da Tom Welling, del tutto semplice ma al tempo stesso con mille particolari da non sottovalutare per un abbigliamento fresco e “a quadri”. Camicia e jeans di ogni tipo, per un “boscaiolo” moderno senza timidez-ze. Che sia un tipo sportivo o classico, la camicia rivela subito il tuo grado di raffinatezza. Infatti, poiché l’eleganza di un uomo si riconosce dai dettagli, spesso la scelta di una camicia è ciò che fa la differenza. Ma per eleganza non

si intende la classica camicia dal can-dido bianco oppure la lucida camicia dalla tinta black. I colori dell’autunno rispecchiano perfettamente lo stile del ragazzo che veste nella comodità di una camicia a quadri con un sem-plice abbinamento ai jeans chiari. La carnagione poco importa per questo armadio di indumenti, che rende l’uo-mo casual con un tocco di country.Sarà un ritorno al passato, quando le camicie degli avi erano a fantasie quasi geometriche, con piccoli quadri quasi da ricordare una tovaglia per il pranzo.

CAMICIA A QUADRI E STIVALETTI BEIGE

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Ora, per la nuova generazione, la ca-micia a maniche lunghe prevede un ta-glio slim che evidenza il corpo asciutto di chi la indossa. Un fondo bianco che si alterna in quadri con colori che van-no dal blu al rosso, dal grigio al verde, facilmente poggiati su dei jeans chiari. La moda prevede un outfit di impronta anche più elegante. Non da poco, sono i pantaloni che si allontanano dai jeans per differenziare la propria eleganza.Già in voga dalle passerelle del 2012, la fantasia a quadri non ha abbandonato i guardaroba degli uomini che voglio sentirsi chic ma al tempo stesso rudi e comodi. La garanzia ce l’ha dichia-rata l’alta moda, da Etrò a Jean Paul Gaultier passando per Raf Simons, stilisti che hanno suggerito delle mise ad hoc per ogni uomo di carattere.Per armonizzare l’intera immagi-ne si consigliano delle scarpe a tema. La moda Timberland ha portato in strada un paio di scarpe che hanno avuto il loro successo con lo stivalet-to beige. Alta fin sopra la caviglia, la calzatura riveste il piede proteggen-dolo in ogni dove: dalla montagna alla strada, dalla serata elegante e casual, se saputa indossare lo stivaletto da uomo diviene una calzatura piacente a tutti gli effetti. Da Timberland alla Lamberjack, da Nero Giardini alla stessa grif sportiva Nike, il beige si abbina perfettamente ai jeans crean-do armonia ulteriore con la camicia.L’abbigliamento definito “alla Clark Kent” è senza dubbio perfetto in qual-siasi ora della giornata fino al tardo pomeriggio. Le proposte sono molte-plici e la fantasia a quadri, più di foggia sportiva, regala sprazzi di colore e buon umore al guardaroba della primavera.

“Sono i grandi stilistiche hanno suggerito delle misead hoc per ogni uomo di carattere”

Articolo e fotografie diClemente Donadio

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ELEGANZA:IL GUARDAROBA DI GRACE KELLY

L’eleganza e la bellezza di Nicole Kidman nel film “Grace di Mocaco”

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E’ una delle icona più famose che sia-no mai esistite nel mondo del cinema, ma al contempo nell’universo della moda. Biondo cotonato, occhi chiari, guance rosee. Il volto di Grace Kelly ha dato prova che l’eleganza in persona può esistere. Il delitto perfetto, La fi-nestra sul cortile, Il cigno, La ragazza di campagna. Queste solo alcune delle pellicole che l’hanno vista nelle vesti di una donna amata, dall’eleganza di una principessa e dalla schiettezza di una persona semplicemente “umana”. Ma se la bionda elegante ha avuto il suc-cesso che meritava grazie alla filmo-grafia, non da meno ha fatto parlare i media per la sua vita e per la sua classe. Commenti amorosi e pettegolezzi di corridoio, ma soprattutto lo stile che, in pellicola e non, riusciva ad emana-re. Il vestito bianco e nero, indossato dall’attrice principesca nel film “La finestra sul cortile”, a cui alcuni fanno riferimento con il nome Paris Dress diretto da Alfred Hitchcock nel 1954, è considerato uno dei costumi più ce-lebri nella storia del cinema, oltre che un’icona della moda. Edith Head è la costumista della Paramount Pictures, vincitrice di otto premi Oscar, che si occupò numerose volte di realizza-

re gli abiti per Grace Kelly. Nel film, il personaggio di Lisa Fremont, in-dossa cinque differenti costumi, tutti disegnati dalla costumista, ma il più celebre e ricordato rimane quello che ha fatto innamorare tutti i cinefili. Il vestito disegnato da Edith Head è do-tato di un corpetto di colore nero con profondo scollo a “V” sia sul décolleté che sulla schiena e con maniche corte. La particolarità si specchia nella gon-na, ispirata ad una ballerina: drappeg-giata e bianca, lunga sino a metà pol-paccio, e realizzata in strati di chiffon e tulle, decorata sulla parte superiore da alcuni disegni di rami di albero. Infine la gonna ha una sottile cintura nera in vernice sulla vita. La mise della Kelly si completa con un paio di scar-pe nera col tacco, una stola in chiffon bianco per coprire le spalle, due guanti bianchi di seta lunghi sino al gomito e infine una singola fila di perle al col-lo. Questo è solo uno degli abiti che ha fatto della bellezza di Monaco un’icona da seguire. Diretta da Olivier Dahan e affianca sul set da Frank Langella e Milo Ventimiglia, è Nicole Kidman che veste i panni della principessa nel film “Grace di Monaco”. Presenta-to in anteprima come film d’apertu-

ra del Festival di Cannes 2014, fuori concorso, la pellicola gira intorno alla stella di Hollywood, diventata princi-pessa nel 1956. Nicola Kidman si trova a dover affrontare una profonda cri-si coniugale e di identità, soprattutto quando deve decidere se tornare sulle scene cinematografiche o rinunciare definitivamente alla sua vocazione di attrice per appianare le difficoltà che hanno investito il suo regno. Sul gran-de schermo vedremo la Kidman indos-sare il Paris Dress e i foulard da diva, ma tante altre hanno imitato lo stile Grace Kelly. Lo stesso mondo dell’al-ta moda , come Prada ed Erdem, ha disegnato modelli che richiamano il look ricercato degli anni Cinquanta. Ma l’eleganza non la riportava in scena solo con abiti da sera. Le fotografie più celebri dei film ma anche della stessa vita quotidiana la ritraggono in gon-na a corallo, colletti rotondi e abbot-tonati, con foulard che incorniciano il viso, cinturine e cerchietti che devono essere sempre presenti nel guarda-roba stile Grace Kelly. Ma non basta. Occorre imparare a indossare con la sua grazia, studiare il trucco e usare le sue movenze delicate, e importan-tissimo da ricordare, mai dimenticare i tacchi. Guanti lunghi in raso per la sera e cappelli di paglia come parasole.

Clemente Donadio

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“Una scarpaè arte ches’indossa”

INTERVISTA A KOBI LEVI

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lo più moderno del design e lo stesso vale per tecnologia e artigianato. E’ lì che ho iniziato ad imparare tutto.

Durante il tuo percorso di stu-di, già lavoravi come stili-sta. Quanto e in che modo ha giovato al tuo mestiere l’ap-prendistato di quel periodo?Durante il mio percorso di studi ho aiutato gli studenti di altre uni-versità a realizzare le loro idee. Non era un lavoro, ma un compi-to interessante da portare avanti con altri designers e molti di questi ancora oggi sono miei amici. .

Le scarpe che disegni sono cre-ative e innovative, sfidano le regole del design tradizio-nale. Cosa cerchi di trasmet-tere attraverso le tue idee?Voglio che le persone riflettano e che non considerino le cose così come sono abituate a vederle. Nei miei progetti, le persone vedono immagi-ni ironiche, argomenti di cui discute-re, magari anche cose che hanno già visto in passato, ma sempre sotto un nuovo punto di vista che gliele mo-stra in modo differente. Le mie scar-pe naturalmente sono reali, indos-sabili e oggetti d’arte! Tutto ciò fa sì che le persone abbiano un approccio differente al concetto di calzatura.

Ogni calzatura è realizzata a mano, garanzia di un’arti-gianalità che oggi sta lenta-mente scomparendo. In che modo credi si possa contrasta-re al giorno d’oggi l’avanza-re dei grandi colossi low cost?Bhè, tutto dipende da cosa si tratta e a chi è destinato. Io non mi oppongo al low cost, a meno che non implichi uno sfruttamento dei lavoratori. Tuttavia, non mi va che le cose finiscano troppo velocemente nella spazzatura. Cosa accadrà al nostro pianeta? Personal-mente preferisco comprare poche cose ma buone, così non devono essere but-tate via dopo poco tempo. In quanto “creatore”, non avrebbe senso per me realizzare qualcosa la cui via sia breve.

La tua carriera vanta la collabora-zione con Lady Gaga, che ha scel-to una delle tue calzature per il

Èuno dei più grandi designer di scarpe nel panorama del-la moda internazionale. Si chiama Kobi Levi e ha ori-gini israeliane. Interessato

al mondo della moda sin dalla tenera età, oggi il designer di Tel Aviv van-ta una collaborazione con Lady Gaga, un atelier privato e mostre d’arte delle sue calzature in tutto il mondo. Per-ché la scarpa, come lui stesso dice, “è arte che si indossa”. ModaMax lo ha intervistato per voi. Conosciamolo.

Amante della moda sin da pic-colo, hai realizzato il tuo primo paio di scarpe quando eri an-cora uno studente della scuo-la superiore. Da cosa è deriva-ta la tua passione per la moda?Sono sempre stato affascinato dal de-sign. Mi chiedevo “perché le cose sono in questo o in quel modo? In che modo possono apparire? Come possono es-sere costruite?” Questa curiosità non si è mai fermata. . . finché non ho deci-so di focalizzarmi su di essa e di i n -traprendere degli studi approfonditi.

Tel Aviv è la tua città natia. In che modo la realtà israeliana ha mo-tivato o eventualmente limitato il tuo sogno di diventare stilista?L’Israele è un luogo in cui le perso-ne hanno voglia di sapere cosa ac-cade nel mondo intorno a loro, ol-tre a ciò che accade localmente, è ovvio. Vedere creazioni provenienti da paesi differenti - così come quel-le del mio paese - è di grande ispi-razione e mi spinge a trovare i tratti unici che distinguono i miei lavori.

Ti sei laureato presso la Bezalel Academy of Arts &Design, a Ge-rusalemme. A differenza di molti altri aspiranti stilisti, che hanno lasciato la propria patria per stu-diare moda in Europa, tu sei ri-masto nel tuo paese natio, di cui oggi sei fonte d’orgoglio. Cosa ha significato per te studiare moda nella città di Gerusalemme?Ho scelto la Bezalel Academy per-ché è la migliore in Israele per quan-to riguarda il design. Ha una lunga storia, quasi più lunga di quella isra-eliana! Mi piace perché conserva in sé sia l’aspetto tradizionale che quel-

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Federica Caiazzo

suo video “Born this way”. Com’è nata questa partnership e com’è stato lavorare con Lady Gaga?Mi sono sentito davvero emozionato e lusingato di ricevere la sua richiesta e mi ha sorpreso molto il fatto che il suo team di stylists conoscesse i miei lavori. Fu una semplice email. . . ma grandiosa! Ed è anche stato molto bel-lo avere un piccolo ruolo nel mondo di Lady Gaga. Il video è splendido, hanno fatto un ottimo lavoro. Spero di poter collaborare ancora con lei in futuro.

Oggi hai un tuo laboratorio a Tel Aviv, dove realizzi molte calza-ture in edizione limitata. Come ti fa sentire l’idea che ci sia-no dei tuoi pezzi assolutamen-te unici in giro per il mondo?Intendi le mie scarpe in luoghi diffe-renti? E’ una cosa che adoro. Ci tengo che le persone le indossino perché è sorprendente quanto siano indossabili. Sto lavorando ad una linea alla portata un po’ più di tutti. Spero di poter svela-re tutto presto. . . è una cosa abbastanza impegnativa, anche se si tratta di cal-zature non troppo fuori dal comune.

Oltre ad essere pezzi unici, mol-te delle calzature da te realiz-zate sono veri e propri pezzi d’arte in mostra nei musei in Germania e in Olanda. Com’è nata l’idea di una mostra d’arte?Una scarpa è arte che si indossa. Che la si presenti come moda, arte o design, non c’è differenza sostan-ziale. Molte altre mostre sono in programmazione, le annunceremo appena i dettagli saranno ultimati.

Un’anteprima sulle future col-lezioni: puoi svelarci qualche dettaglio di idee in cantiere?Tantissime idee sono continua-mente in via di sviluppo. . . non ri-esco a fermarmi! Ma non mi pia-ce dare delle anteprime, rovinano l’effetto sorpresa quando viene rive-lata la scarpa. Vi lascerò sulle spine!

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È“essenzialità” la paro-la chiave della collezione Primavera/Estate 2014 firmata Cividini. Pulizia e decorazione si alterna-

no in passerella tra capi dalle geome-trie semplici e lineari. Stampe e tagli sono proposti in modo soft, quasi fossero solo leggermente accennati.Ma i colpi di pennello, seppur leg-geri, si presentano vigorosi al tem-po stesso, intervenendo sui tessuti come placcature monocromatiche che rimandano da un punto di vi-sta prettamente artistico all’utiliz-zo del colore tipico di Alberto Burri.“Forse non dovrei parlare di eleganza parlando di pittura. Dirò allora de-coratività. La pittura dev’essere de-corativa, deve cioè rispondere a dei canoni di composizione e di propor-zione.” Così sosteneva l’artista italia-no, scoparso nel febbraio 1995, che faceva dell’arte non un concetto di ele-ganza, bensì di espressione personale sotto la definizione di “decoratività”.Ed è proprio quest’ultima nozio-ne a caratterizzare infatti la colle-zione primaverile di Cividini, che sembra abbracciare la pittura ma-terica dell’artista italiano. Il filone astratto e visionario di Alberto Burri si manifesta nella disgregazione sar-toriale dei capi, dove le imbottiture e l’accostamento di tessuti differenti contaminano la purezza del design.Tra i tessuti, spicca l’utilizzo della canvas rustica di cordonetto di co-

tone, che pur presentandosi asciut-ta all’occhio, conferisce grinta e vo-lume agli abiti. Popeline di cotone stretch è invece usato per i pantalo-ni, per niente sofisticati, anzi pronti per essere indossati. Si aggiungono a questi anche il jersey, il raso di co-tone e raso di jacquard in poliestere.Le gonne a pieghe contrastano l’a-derenza dei pantaloni, gonfian-dosi come a creare delle campane.Classica e senza tempo è la camicia, ri-proposta con il bianco e in varie nuan-ce cipriate. Sì anche alle trasparenze, per un effetto vedo-non-vedo che con-ferisce sensualità anche in presen-za dell’essenziale. Giacche, sia corte che lunghe, con maniche a tre quarti.Protagonista indiscussa tra le stampe è il pied de poule, realizzato sia con il rosso che con il verde. Si alternano a questo i motivi geometrici e quelli astratti, presentati come fossero col-pi di pennello sulla tela di un pittore.L’ombelico è quasi sempre a vista. Croce e delizia della Primavera/Estate 2014, il punto vita viene reso visibile da Cividini sia con mini shirts che attra-verso camicie trasparenti. E seguendo il filone di un’eleganza sobria, che non tende minimamente ad alcun eccesso, le misure sono per lo più lunghe. Le gonne arrivano fin sopra il ginocchio e, solo nel caso degli abiti destinati alla sera, ci si allunga fino alle caviglie.

E DISGREGAZIONE SARTORIALEPER LA PRIMAVERA/ESTATE 2014

Federica Caiazzo

pITTURAMATERICA

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LA “DECORATIVITÀ” DI ALBERTO BURRI IN pASERELLACON CIVIDINI

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“Forse non dovrei parlare di eleganzaparlando di pittura. Dirò allora decoratività. La pittura dev’essere decorativa, deve cioè

rispondere a dei canonidi composizione e di proporzione.”

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Abiti lunghi a multistrato, arricchiti da drappi e panneggi dello stesso tessuto, avvolgono una donna particolare e sofisticata che si lascia riscaldare dai primi raggi di sole della nuova stagione. E’ una donna che evita colori vistosi, ma che si ricopre con diverse sfumature di grigio e che si affida alla delicatezza del rosa antico, del cipria e del bianco. Ha un senso di leggerezza e di divino, immortalato in foto attraverso il movimento degli abiti che contrasta la staticità della dea stessa.

PhotographerMauro LorenzoFashion stylistMonika Marek-OcchipintiFashion stylist assistantGloria Biondino

THESHADOWSOF GREY

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abito lungo di chiffon grigio chiaro, Monnari, copricapo-gabbiet-ta in tessuto grigio, mk’, collana in ottone e stagno ossidato con pendente a lente d’ingrandimento, Anna Marria – archivio

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Sinistra: abito lungo multi strato in misto cottone grigio chiaro, copricapo-gabbietta in tessuto grigio, tutto mk’, scarpe decol-lettè, pashmina misto cashmere color cipria e grigio, archivio stylist, anello in argento con l’ambra, Anna Marria, collana mul-tifilo in argento, Love from Santa Cruz, collana lunga in ottone e velluto, archivio stylist. Destra: gilet e gonna lunga multi strato con il drappo dietro, tutto in misto cottone gessato, grigio chiaro, copricapo- gabbietta in tessuto grigio, mk’, scarpe decollettè e pashmina, tutto color cipria e grigio, archivio stylist, bracciale in metallo stile orientale , collana lunga in ottone e stagno ossidato con pendente di vetro e i fiori secchi sommersi all’interno anello in completo, tutto Anna Marria.

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corpetto con la chiusura zip davanti e pantalone largo con inserti latera-li, in misto cottone viscosa, gessato, grigio, tutto mk’, copricapo-gabbietta in tessuto grigio, mk’, pashmina in misto cashmere, grigio fucsia, scarpe decollettè cipria, tutto archivio stylist.

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abito lungo con strascico e drappo dietro in misto cottone, grigio chiaro, copricapo-gabbietta in tessuto grigio, tutto mk’, anello e collana in argento stile orientale, archivio privato Anna Marria, bracciale treccia nero-argento-oro, Love from Santa Cruz, scarpe, pochette, e pashmina color cipria, archivio stylist.

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abito lungo in misto viscosa grigio scuro gessato con inserti ge-ometrici , copricapo-gabbietta in tessuto grigio, tutto mk’, sciar-pina bianca in rete - crochet con inserto di volpe, borsetta bianca in rete- crochet con inserti di lapin, Cavaggioni, collana lunga in ottone e stagno ossidato, pendente con l’incastro di vetro con crochet-pizzo sommerso all’interno, bracciale in argento stile orientale, tutto Anna Marria.

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Sinistra: abito lungo di chiffon grigio chiaro, Monnari, colla-na in ottone e stagno ossidato con lente d’ingrandimento,Anna Marria- archivio. Destra: pantalone a palazzo in misto cot-tone grigio chiaro, tunica con la stampa floreale, grigio sfumato, tutto mk’, anello d’argento con madreperla, Anna Marria-archivio, collane intrecciate con pendente – orologio , Anna Marria, po-chette in pelle verniciata con gliter multicolor posato manual-mente, Redibo, copricapi-gabbietta in tessuto grigio, mk’, scarpe decolletè color cipria, archivio stylist.

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Make-up artist: Iris Schiavone, Valentina D’AndreaHair stylist: Antonio CandidoProduction & Assistant: Gloria Biondino Videomaker: Angelo CascioneModels: Greta, Lodovica, GiorgiaLocation: Villa de Giorgi, www.villadegiorgi.itUn ringraziamento particolareal Comune di Monteroni Di Leccee a Francesca Mocavero.

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SpRINGFREEDOM

La Primavera è arrivata e il preannunciarsi dell’Estate porta con sé i profumi, gli amori, gli odori e le frivolezze tipiche di questa stagione. La donna riscopre la propria leggerezza ed esprime attraverso l’oniricità la sua eleganza. Null’altro dev’essere spiegato se non la leggerezza stessa che, come l’eleganza, non necessita d’essere compresa.

PhotographerAlessandro BoschetFashion stylistMonika Marek-OcchipintiFashion stylist assistantVeronica Dossi

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A destra: tuta blu in jersey e cottone, H-I-G-Hcollana e anello in argento con madreperla, Anna Marriascarpe e bracciale, archivio stylist

tuta blu in jersey cottone, H-I-G-H, collana e anello in argento con madreperla, Anna Marria, bracciale in argento con l’inserto di tessuto, archivio stylist, cerchietto-fiori, Love from Santa Cruz, borsa in pelle verniciata con la stampa floreale multicolor e gliter oro-argento posato manualmente, Redibo.

SpRINGFREEDOM

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camicione bianco H-I-G-H, anello in argento con pietra lavica, Anna Marria, bracciali madreperla, Love from Santa Cruz.

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tuta nera in seta, H-I-G-H, cerchietto-fiori, Love from Santa Cruz, anello in ottone e stagno ossidato con la pietra d’agata, Anna Marria, scarpe e collana, archivio stylist.

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tuta nera in seta, H-I-G-H, cerchietto fiori, Love from Santa Cruz, orologio in argento, Pacific, collana in argento , archivio stylist, borsa in nappa rigonfiata con la stampa multicolor, Redibo.

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tuta near in seta, H-I-G-H, cerchietto fiori, Love from Santa Cruz, collana in argento, archivio stylist.

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abito bianco in jersey di cottone e tulle a contrasto, Marithe’ Fran-cois Girbaud, bretelle nere, archivio stylist, cerchietto fiori, Love from Santa Cruz, bracciale e anello, archivio stylist,

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abito bianco di lino e cottone con inserti in pelle beige, Marithe’ Francois Girbaud, collana di perline, archivio stylist, cerchiet-to-fiori, Love from Santa Cruz.

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abito nero in tessuto tecnico, H-I-G-H, turbante color avorio di jer-sey e collana con cristallo, # heartpieces, Love from Santa Cruz,

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abito nero in tessuto tecnico, H-I-G-H, turbante color avorio, Love from Santa Cruz, borsa nera in pelle verniciata, stampa floreale con paneggio leopardato e gliter argento, Redibo, collant avorio, archvio stylist.

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abito nero in tessuto tecnico, H-I-G-H, turbante color avorio in jersey, collane con cristallo,# heartpieces, Love from Santa Cruz.

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Make-up and hair:Sofia MottaSet assistantPhantip KarunkornModelAnastasia, No Logo AgencyLocationSpazio Vela18, Milano

Abito stampa multicolor e gilet in cottone blu con decorazione macrame’, H-I-G-H, anello e bracciale d’argento, Anna Marria, collant blu, archivio stylist, turbante color avorio in jersey, Love from Santa Cruz, borsa in pelle verniciata con la stampa, Redibo.

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L’ARTIGIANATOIN UNA BORSA

Dionigi Castagnoli svela l’universo delle borse Redibo.Dal sogno alla realtà, tra glitter e pellami rigorosamente Made in Italy.

Protagoniste delle shooting di Moda-Max, le borse Redibo si schierano a fa-vore del Made in Italy, contribuendo in maniera concreta all’eccellenza dell’ar-tigianato italiano. Ideatore e fondatore del marchio è Dionigi Castagnoli, che si racconta in questa intervista, ponen-do il suo accento sull’importanza delle emozioni che una borsa può suscitare. Il suo desiderio è far sì che le sue borse si integrino sempre più con l’affasci-nante figura femminile. I suoi proget-ti? “Ai sogni non si pongono progetti.”

Dionigi Castagnoli, imprendi-tore di te stesso e di un’idea che mira all’eccellenza del Made in Italy. Come nasce l’idea di fondare il marchio Redibo? Le prove difficili sono sempre di stimolo; la mia grande passio-ne per la ricerca del bello mi ha spinto, con entusiasmo e grinta, in quest’avventura. Voglio essere diverso, innovare e creare emozioni mai tentate e re-alizzate prima, per soddisfare il

desiderio femminile. Vede-re una donna felice di una mia creazione mi riempie di gioia.

Tra gli accessori possibili, Re-dibo si focalizza sulla borsa, fida compagna di ogni donna. Come mai la scelta è ricaduta pro-prio su questo tipo di accessorio? Ho scelto la borsa poiché è l’ac-cessorio per eccellenza della don-na. La mia volontà è di creare borse che riflettano i valori di chi le in-

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Federica Caiazzo

dossa e ne esaltino la personali-tà. La borsa Redibo deve integrarsi con l’affascinante figura femminile.

Uno degli aspetti che maggior-mente caratterizza Redibo, è la tecnica di lavorazione. Un processo artigianale, che si av-vale della mano di artisti veri e propri per la realizzazione delle stampe sul pellame. Qua-li sono secondo te i pro e i con-tro di una lavorazione così impegnativa ma al-trettanto accurata? L’alta pelletteria artigianale ita-liana è l’elemento cardine di tut-ta la mia produzione; vorrei contribuire in maniera concreta allo sviluppo delle nostre eccellen-ze italiane che sono ampiamente riconosciute in tutto il mondo e danno vita al mito italiano. Vi-sta la crisi attuale devo essere propositivo, voglio garantire, con le mie borse, la realizzazio-ne di autentici pezzi di ricercato artigianato italiano che persegua-no i valori storici delle nostre ma-nifatture che, purtroppo, vanno in antitesi con sistemi manifatturie-ri globalizzati che tendono a sor-volare sui valori etici e morali nella realizzazione del prodotto: non si deve cedere alle dinamiche che snaturano il nostro prezioso artigianato.

Le stampe delle borse Redibo spa-ziano dall’animalier - eventual-mente preferito da donne più grintose - ai soggetti artistici per chi rivela un animo decisamen-te più sognante. A che tipo di donna si rivolge in par-ticolare Redibo? Per me le borse sono il prodotto di sintesi paragonabile all’orche-strazione di una grande sinfonia, l’eccellenza di ogni artigiano si deve commistionare reciprocamen-te per tentare di creare il miglior prodotto possibile. Redibo pro-va a soddisfare sia la donna ro-mantica legata alle tradizioni sia la donna dinamica che gravita nel-la caotica vita metropolitana.Il glitter è un elemento onnipre-sente delle borse. C’è un motivo particolare dietro questa scelta? Si, il glitter rappresenta la ricer-ca della luce così come la gioio-

sità dei miei colori vuole essere solare.

Parlando di evergreen, c’è un modello in particolare tra le tue borse che vorresti diventasse un senza-tempo da conti-nuare sempre a produrre? Non ambisco a creare un model-lo stereotipato, il mio grande so-gno è di creare emozioni in chi possiede una mia borsa.

La borsa Redibo si pone at-tualmente tra le eccellenze del made in Italy. Quanto e in quali limiti secondo te è possibile far sì che la produzione “ar-tigianale” italiana non venga sopraffatta da quella indu-striale dei grandi colossi? Sono fra i sognatori che amano la propria terra, la propria cultura e la propria storia. Il cardine della

Redibo è l’artigianalità italiana ed il mio sogno è di contribuire a renderlo grande così come fanno innumerevoli maestri della moda italiana. Un procedimento indu-striale non potrà mai trasmettere la passione ed il fascino che sono pro-pri di queste nicchie artigianali.

Progetti futuri per il marchio Redibo? E’ difficile progettare per Redi-bo un futuro: è un sogno ed ai so-gni non si pongono progetti.

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LOVE FROMSANTACRUZ:moda, design ed espressione della volontà di essere.

Intervista a Silvia Ortombrina, co-fondatrice del marchio.

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Racconta Silvia Ortombina, 31 anni e fondatrice del marchio insieme a Mi-chela De March. Oggi Love from Santa Cruz si sviluppa tra moda, design e co-municazione, riportando alla memoria proprio l’immagine del bellissimo lago di Santa Croce, sotto le pendici delle Dolomiti, proponendosi come una ven-tata d’aria fresca, un respiro profondo nel panorama degli stilisti emergenti.

Silvia, da cosa e come nasce l’idea di realizzare gioielli handmade?L’unicità lega in modo indissolubile l’oggetto alla persona. E’ per questo che Love from Santa Cruz è molto più che un gioiello, per ogni creazione è possi-bile infatti scegliere un biglietto, come una volta. Talentuosi artisti del pano-rama internazionale stanno ponendo la loro firma sulle cartoline di Love from Santa Cruz e invitiamo chiunque a proporre il proprio portfolio foto, disegni, grafiche, illustrazioni etc.

Tra tanti accessori femmi-nili hai scelto il gioiello, ma in particolare la colla-na. Perché proprio questa?Love from Santa Cruz si sviluppa tra moda, design e comunicazione, in una linea di prodotto unica, lavorata a mano. Tutti gli #heartpieces sono cre-azioni artigianali, mentre i #lovemes-sages sono messaggi in cartolina cre-ati in collaborazione con vari artisti.

Quindi ad ogni crea-zione la sua cartolina...Sì, per ogni creazione è possibile sce-gliere un biglietto, come una volta. Talentuosi artisti del panorama inter-nazionale, stanno ponendo la loro fir-ma sulle cartoline di Love from Santa Cruz e invitiamo chiunque a propor-re il proprio portfolio: foto, disegni, grafiche ed illustrazioni e pezzi unici, sono legati da un filo comune, dalla volontà di esprimersi in un messaggio, una volontà di essere, prima di avere.

Federica Caiazzo

Caratteristica dei tuoi gioielli è la raffinatezza della catena, per lo più quasi sempre sottile. Da cosa deriva questa particolare scelta?Hai presente quando non riesci a tro-vare ‘quel pezzo che hai trovato in quel negozietto, quella volta’? Ecco, da lì.

Sembra dunque che l’atten-zione venga portata pretta-mente sull’importanza del ciondolo. Cosa vuoi che comu-nichi ogni singolo gioiello?Lascio la risposta a chi lo sceglie.

Fiocchi e cuori, ma anche cam-panelli e teschi. Per che tipo di ragazza e che tipo di donna vengono creati i tuoi gioielli?Per chiunque abbia la volon-tà di essere prima di avere.

Love from Santa Cruz, un nome tutto un programma potremmo dire. Come mai hai scelto proprio questo nome per il tuo marchio?Love from Santa Cruz è nato in modo naturale, dopo anni di styling e comunicazione per vari brand, dopo molte richieste di creare capi e accessori su misura per arti-sti, magazine e amici, ma soprat-tutto dopo una lunga passeggiata.Santa Cruz, infatti, non è altro che il bellissimo lago di Santa Croce, alle pendici delle Dolomiti. Lì è nata Mi-chela De March, architetto, altra fi-gura chiave per lo sviluppo del brand e lì ci ritiriamo per lavorare alle col-lezioni, prendere ispirazione e per-derci nelle meraviglie della natura.

Nel “libretto di istruzioni” dei tuoi gioielli si parla di “lucky charms” nei quali è necessario credere. Ritieni davvero, con un pizzico di superstizione, che un gioiel-lo possa fungere da talismano?Assolutamente, d’altronde crede-re è l’anima portante di tutte le cose.

Sempre nello stesso, consigli le tue clienti di tenere separati i singoli gioielli, per far sì che anche loro abbiano un po’ di in-dole selvaggia per “ricaricar-si”. Al di là dei gioielli, quanto è importante secondo te, per una donna che ama la moda e stare sempre al passo con le tendenze, allontanarsi talvol-ta dai dictat del fashion system? Il sistema moda, come tutti, è dettato da meccanismi e dinamiche profonda-mente legati alla società, che rendono istituzionali questo o quell’elemento, sino a farli tendere all’omologazio-ne. E’ di fondamentale importanza, per non rimanerne travolti, colti-vare il gusto personale attraverso la ‘sperimentazione’. Questa è la paro-la magica dalla quale nascono i fer-menti per le prossime generazioni. E in ogni esperimento che si rispetti, c’è qualcosa di strettamente intimo e personale, che tutti sono tenuti a col-tivare. E’ dentro a questa parola che si sviluppano le tendenze del futuro.

Piccolo sguardo al futuro. Hai già qualche idea da rivelare per le tue prossime collezioni?La ricerca è la nostra grande priori-tà: ora stiamo lavorando al lancio di una collezione di abiti con Phantip Korunkorn, designer emergente nel panorama internazionale con la qua-le stiamo sviluppando alcuni capi onepiece. Una limited edition sarà interamente dipinta a mano dall’ar-tista Giada Floris, già illustratrice per la prima serie di #lovemessages.

Immaginando Love from San-ta Cruz da qui a dieci anni, come sogni che sia il tuo marchio?Fresco. Sempre.

‘Love from Santa Cruz è nato in modo naturale, dopo vari anni di

styling e comunicazione per vari brand, dopo molte richieste di creare capi e accessori su misura per artisti, magazine e amici, ma

soprattutto dopo una lunga passeggiata.’

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VIOLAVINCAcaLZaTURE DI GRaN cLaSSE

Intervista a Nicoletta Francalanci, Direttore Commerciale

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Violavinca è un azienda pi-sana che nasce dall’espe-rienza di anni di lavoro nel settore, caratterizzata da vera passione e talento per

la moda. Una realtà imprenditoriale che si pone l’obiettivo di migliorare le tecniche artigiane attraverso lo svilup-po tecnologico per soddisfare le esi-genze della donna moderna. Una filo-sofia che unisce il giusto equilibrio tra femminilità, glamour e qualità della calzata Violavinca è pertanti costruita su un background di competenze che vanno dalla ricerca applicata all’inno-vazione di processo e di prodotto; dal-la perizia nella selezione di materiali unicamente made in Italy alla custo-mer satisfaction. Un calzaturificio in progressiva ascesa, che crea, produce e distribuisce nel mondo collezioni di alta gamma forgiate dal particolare focus per l’innovazione. Massimo Pe-lagotti, Nicoletta Francalanci e Claudio Matteoli sono i tre volti di Violavinca.

Quanto valore è necessa-rio attribuire al lavoro ar-tigianale e al made in Italy?Direi che il lavoro artigianale pren-de sempre più valore quanto più è in

Moda / Speciale Maison

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controtendenza con il dinamismo ossessivo del mondo moderno , di-ciamo che per noi “artigiani” è un orgoglio poter dimostrare le nostre tecniche di lavorazione quando è an-cora fondamentale la persona che lavora con passione esperienza e sa-pienza. Il “made in Italy “ ha un valo-re esclusivo , la storia ci insegna che l’Italia è molto apprezzata per il suo gusto, la capacità di creare , la genia-lità dobbiamo difendere questi talenti.

Credi che l’uso di materiali pre-giati sia l’elemento fondamentale per la creazione di una calzatura?L’uso di materiali pregiati impre-ziosiscono l’articolo, ma ci sono al-tri fattori che rendono un elemento speciale, quando si parla di calzatu-re da donna entra in ballo l’eleganza, la femminilità che vengono date dalle linee di stile , il poter porta-re con disinvoltura una scarpa a tacco alto rende la donna speciale.

Violavinca: ci spieghi come nasce questo nome?Violavinca è l’unione di due fiori la “viola” e la “pervinca”, il fiore da sempre esprime femminilità, bellezza, profu-mo, delicatezza qualità che dovrebbero

Cristina Lodi

Moda / Speciale Maison

Designer: Marija Andrijasevic

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sempre contraddistinguere una donna.

Da un’idea del project mana-ger Massimo Pelagotti nasce il brevetto che permette di ren-dere confortevole anche un tac-co alto grazie all’utilizzo di un nuovo materiale all’interno del-la calzatura. Ci spieghi meglio. Il brevetto, come ha ben detto, nasce da un’idea che definisco “geniale” di Mas-simo Pelagotti che è il titolare di secon-da generazione del calzaturificio. Suo padre, Pietro, gli ha insegnato come si producono scarpe di lusso , ben fat-te dall’inequivocabile gusto Italiano; Massimo ha pensato che voleva rende-re queste scarpe sofisticate ed eleganti , portabili in ogni momento della gior-nata , “una scarpa a tacco alto comoda come una ginnica”, per fare questo non si è accontentato di una semplice ri-cerca di materiali ma , con l’aiuto della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha elaborato un nuovo “processo” di lavo-ro. Tutta qui sta l’essenza del brevetto.

Cristina Lodi

Moda / Speciale Maison

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prendere il tutto con un piz-zico di ironia: è il segreto di Alessia Melpignano, fa-shion blogger di “Le Journal de Alessia” e studentessa in

osteopatia. Quello per la moda non è stato un colpo di fulmine, ma un amo-re cresciuto e coltivato nel tempo “Da bambina ero un maschiaccio, adoravo giocare con le macchinine e arram-picarmi sugli alberi, avevo costante-mente le ginocchia sbucciate”, dichiara lei stessa. “L’attitudine per la moda è nata pian piano, crescendo. Ho sempre ammirato la femminilità di mia sorel-la, amante della moda fin da piccolis-sima, fissata con ogni tipo di accesso-rio. Volevo essere come lei e alla fine è diventata anche la mia passione. In-sieme potremmo parlare per ore del-le ultime tendenze, delle sfilate e dei colori più in voga in questa stagione”.

Ci hai rivelato di aver aperto il blog - circa due anni fa - per staccare dalla quotidianità di studentessa universitaria. Quali erano le tue aspettati-ve prima di cominciare e qua-li sono stati, invece, i risultati che ti hanno colta di sorpresa?“Quando ho aperto il blog non mi aspettavo nulla, l’ho fatto e basta sen-za pensare ai pareri che avrebbero po-tuto avere le persone del mio paese o chi leggeva i miei contenuti. Ho sem-pre adorato scrivere e quindi è sta-to un connubio perfetto per unire la passione per la moda e dedicarmi un po’ alla scrittura. Dopo qualche mese sono arrivate delle belle occasioni che mi hanno colta di sorpresa e mi hanno resa davvero felice. Sono contenta di non essermi fatta condizionare dalla mentalità chiusa che ci può essere in un piccolo paese anche perché mi ha sorpreso il fatto di notare che i miei contenuti piacciono anche - e soprat-tutto - ai miei compaesani. Grazie al blog ho potuto partecipare ad eventi,

alla settimana della moda e a iniziati-ve abbastanza importanti conoscendo sempre gente nuova e amiche speciali”.

Come riesci a conciliare gli im-pegni con il tuo sito? Che hai dichiarato non essere per te un lavoro, ma un gioco da non prendere troppo sul serio.“Per me prima di tutto viene lo stu-dio, è importante dedicarsi agli studi e cercare di crearsi un futuro indi-pendente. Quando posso e quando voglio staccare un po’ mi dedico al mio sito. Scrivo anche articoli su “Young Brindisi”, un sito della mia provincia in cui i giornalisti sono tut-ti ragazzi giovanissimi come me”.

Nel tran-tran giornaliero, ti vediamo particolarmente at-tiva sui social networks, in-dubbiamente più immediati da aggiornare. In quest’era di tecnologia avanzata, come vivi il rapporto con il cellulare? Ti consideri parte delle bloggers dipendenti dallo smartphone?“Purtroppo, anche se è brutto da dire, anch’io sono dipendente dallo smar-tphone. Mi piace poter interagire immediatamente con chi mi segue e vedere ciò che pubblicano le mie amiche. Certo, non mi faccio condi-zionare troppo, se sono con persone speciali abbandono completamente il cellulare, ci sono attimi che bisogna vivere al cento per cento delle emo-zioni che possono regalare, anche ascoltare un’amica in difficoltà e dar-le un consiglio. E’ bello essere sem-pre aggiornate, ma spesso bisogna abbandonare anche un po’ internet”.

Parliamo invece del rappor-to con il pubblico: dal punto di vista umano, cosa ti sta la-sciando questa esperienza?“Dal punto di vista umano questa esperienza mi sta lasciando tantissi-

BLOGGERALESSIA MELPIGNANO

mo. Ho conosciuto ragazze gentili e dolcissime che mi mandano e-mail con i loro complimenti o mi chiedono consigli per un outfit per il loro com-pleanno o per eventi importanti. E’ bello sapere che la gente ti vuole bene anche solo conoscendoti attraverso i social. E’ un’esperienza che mi sta fa-cendo crescere, mi ha consentito di armarmi di valigia e partire verso città che non avevo mai visitato, di parte-cipare ad eventi, di rendermi conto di come si può crescere e diventare in-dipendenti, di avere la responsabilità di gestire qualcosa di tuo e cercare di avere una costanza e tanto impegno”.

Il risvolto negativo dell’espor-si sul web sono le critiche. In che modo riesci a difenderti per farti scivolare addosso le cat-tiverie? C’è stato un episodio che ti ha colpita in particolare?“Le critiche nella vita arrivano sempre, indipendentemente da ciò che fai o da ciò che sei. Farsi scivolare tutto addos-so per me è facile, io do importanza ai pareri della gente che mi conosce o che vuole conoscermi, quelle che vogliono scoprire come sei prima di giudicare quello che stai facendo. Spesso le cri-tiche aiutano, ti rendono più forte e ti fanno migliorare perché è importante mettersi in discussione ed è segno di maturità riconoscere i propri errori e i propri limiti e migliorarsi o quan-to meno cercare di farlo. Ci sono stati degli episodi ma sono state delle cat-tiverie insignificanti, pure invenzio-ni e a cui non do alcuna importanza”.

Qual è lo spirito giusto da usare per rapportarsi con il mondo online?“Quando pubblichi un contenuto, che sia una foto, un articolo o un video è importante che lo si faccia con allegria senza pensare a quanti “mi piace” po-tresti ricevere o a quanti potrebbe pia-cere. Bisogna essere sempre se stessi, senza cercare di apparire ciò che non si

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ALESSIA MELPIGNANO

<<Da bambina ero un maschiaccio, la passione per la moda è nata crescendo>>, racconta in esclusiva la blogger, che studia per diventare osteopata. <<Le critiche nella vita ar-rivano sempre, indipendentemente da ciò che fai o da ciò che sei. Io do importanza ai pareri di chi mi conosce>>

“La mia passioneper la moda”

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è. Il pubblico lo apprezza, si sente com-plice della tua vita e nota delle caratte-ristiche che la accomunano a te e que-sta è una cosa bellissima, perché vuol dire che arrivi alla gente perché sei vera. Per me una cosa importante è es-sere gentile ed educata sempre, non mi piace chi insulta o risponde male per farsi notare, lo trovo poco elegante”.

Guardando avanti, fra alcuni anni ti immagini ancora in ve-ste di blogger o pensi dedicherai tutte le tue energie al mestie-re per il quale stai studiando?“In futuro non so cosa sarò o cosa di-venterò, sicuramente mi dedicherò a ciò che adesso sto studiando e sarebbe fantastico continuare a gestire il mio blog e i miei social. Sarebbe bello leg-gere un blog di una donna più matura con gli stessi interessi, ma affronta-ti con un’età diversa. Mi piacerebbe molto essere sempre attiva in que-sto campo, e - perché no - magari fra vent’anni mi vedrete ancora sul web”.

Cosa rispondi all’opinione diffu-sa per cui in futuro all’occorrenza di un medico non accorrerà nessu-no perché saremo tutti bloggers?

“Credo che sia una frase insensata. Ognuno ha diverse passioni e al gior-no d’oggi è pieno di ragazzi che cer-cano di superare i test di medicina. E’ un argomento molto delicato, che ho potuto vivere in prima persona, dopo non aver superato il test di ammissio-ne alla facoltà di odontoiatria. Adesso nonostante tutto mi occupo dell’am-bito medico e sto facendo entrambe le cose che voglio fare dedicandomi allo studio e alla mia passione per la moda. Di medici ce ne saranno sempre tanti, è una professione che appassiona tanti ragazzi e l’idea di poter fare del bene all’umanità è qualcosa che appaga e piace a tanti giovani che devono sce-gliere il meglio per il proprio futuro”.

Tornando all’argomento moda: seguendo i consigli di Ales-sia Melpignano, cosa non do-vrebbe mancare nel guarda-roba di una fashion-addicted? “Nel guardaroba di una fashion ad-dicted non dovrebbe mai mancare un abito nero, il little black dress, da adattare in ogni occasione e che sia versatile, da portare con le decolletè o con stivaletti bassi. Per essere a pas-so con i tempi nella nostra scarpiera

immancabili sono le stringate - che siano in pelle, in vernice o borchiate l’importante è che ci siano. I must-ha-ve che non dovrebbero mai mancare ad una donna sono: la clutch, la borsa a mano perfetta per le serate elegan-ti; le ballerine, al contrario di qualche donna io le adoro, danno quel toc-co chic che altre scarpe non donano; una blusa in seta bianca, da indossare sempre, su jeans, nella gonna, sotto la giacca, per me è un capo immancabi-le. Un capo fondamentale ovviamente sono i jeans; oltre agli accessori: una collana con pietre, colorata o appari-scente, che dia un tocco glam anche a un look total-black o molto semplice”.

Solo per “ModaMax Magazine”, Ales-sia rivela com’è cambiata la sua vita da quando ha preso la strada della femminilità e appeso al chiodo abi-ti sportivi e scarpe da ginnastica, sulle orme della sorella maggiore.

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DA MASCHIACCIO A FASHION BLOGGER“Come ho già detto, da piccola ero un maschiaccio: non guardavo i vestiti, non mi hanno mai attirato trucchi, scarpe con il tacco e gioielli. Amavo e amo tutt’ora lo sport, ho pratica-to per dieci anni karatè e per me era un compito quello di sentirmi forte e difendere i compagni di scuola. Vi-vevo sempre con tute, scarpe da gin-nastica e capelli raccolti. Mi piaceva essere più forte dei maschietti della classe in tutti gli sport che si pratica-vano nell’ora di educazione fisica”.

PRIMA DI TUTTO LO STUDIO“Studiare è importantissimo, ti per-mette di avere un bagaglio cultura-le, una formazione che ti porterà ad avere un futuro e una professione tua con una indipendenza economica. Io ho fatto il liceo classico e lo studio ha sempre fatto parte della maggior parte delle ore della mia giornata”.

IO E MIA SORELLA“Mia sorella è stata sempre un mo-dello da seguire per me, lei: sempre perfetta, bellissima, capace di piace-re a tutti e di ottenere ció che vuole. Da lei ho imparato tanto e ho sempre cercato di imitarla, come ogni sorel-la minore fa. Insieme ci piace parlare della nostra passione per la moda, di look stravaganti, dei capi che desi-dereremmo acquistare e degli outfit che ci consigliamo a vicenda per va-rie occasioni. Crescendo il rapporto diventa sempre più forte e specia-le e chi ha una sorella può capirmi.

Eleonora Manzi

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Erika Barbato fa breccia nel cuore del pubblico per la genuinità con cui gestisce il blog, suo omonimo. At-traverso i posts suggerisce

abbinamenti sempre nuovi per tutte le ragazze che ricercano un’ispirazio-ne alla loro portata. Ventun anni e un futuro tutto da scrivere, non preclude alcuna strada per quello che verrà.”Ho sempre amato il mondo del web, quel-lo della fotografia, della moda, dei viaggi. Il blog era il mezzo giusto per racchiudere un po’ tutto questo”, ri-vela. “E’ semplicemente un modo per condividere con altre persone le mie esperienze, per me non è uno stru-mento per dettare legge in fatto di moda. Non sono nessuno per farlo”.

Nel cominciare questa avventu-ra sei stata incoraggiata da qual-cuno in particolare? Racconta-ci chi è stato il tuo primo fan.“Il pensiero di aprire un blog c’era da un po’, i primi “fans” però devo am-mettere che sono stati due: Antonello e mia sorella, Simona. Li ringrazio tan-tissimo per la forza che mi hanno dato e che continuano a darmi, sempre”.

Ci hai svelato di essere un’a-mante dell’abbigliamen-to low cost, ma se potessi to-glierti uno sfizio “di lusso”, cosa correresti ad acquistare?“Penso comprerei una borsa, sem-plicemente perché di buona qualità e resistente nel tempo. Io con le bor-se ci faccio la guerra e le riempio al limite. Prenderei una Celinè, nera”.

Qual è il capo che espri-me maggiormente la tua femminilità e perché?“Mi piace molto indossare abiti scollati sulla schiena o gonne stret-te a vita alta con i tacchi ovviamen-te di 17 cm, se possibile. Li adoro”.

Attraverso il blog hai avuto l’op-portunità di avvicinarti al mon-do della moda e ai suoi backstage. Quale, tra le esperienze vissute, ti ha colpita in modo particolare?“Se parliamo di moda sicuramen-te l’esperienza a Miss Italia, però se dovessi sceglierne una in particola-re, oltre agli Junior Eurovision Song Contest a Kiev, direi lo scorso anno al festival di Sanremo. Ho vissuto la vit-toria di Mengoni, ero lì mentre alzava il premio e tagliava la torta a lui dedi-cata, è stato davvero emozionante”.

Nella rubrica online di “Social Fa-shion” hai dichiarato che essere una blogger non è più solo un hob-by, ma anche un vero e proprio lavoro. In che modo sei riuscita a reinventarti tramutando un pas-satempo in mestiere? E quando sono arrivati i primi guadagni?“Non credo di essermi reinventata da sola, è avvenuto tutto man mano, gra-zie anche a chi ha creduto in me e mi ha dato modo di crescere. I primi guada-gni sono arrivati con l’inizio di colla-borazioni con grandi brand che hanno scelto di investire sulla mia immagine”.

Completato il tuo attuale piano di studi, quale strada ti piacereb-be imboccare? In futuro vorresti restare nel campo del fashion?“Sto studiando Scienze della Comuni-cazione e, al contrario di quello che si pensa, ha molti sbocchi. Il campo del fashion è sicuramente interessante, ma sono una che ama sempre scopri-re, fare cose nuove, quindi chi lo sa. . .”.

Come ti vedi da qui a dieci anni? Immagini di continua-re a portare avanti il blog?“Wow, avrò trentadue anni (ride, ndr), che strano. Probabilmente il blog ci sarà ancora, ma le strade che vorrei portare avanti sono davvero tante. Mi vedo magari con una famiglia tutta mia,

BLOGGERERIKA BARBATO

trentadue anni è giusta come età, no?”.

Sappiamo che il tuo fidanzato, Antonello Carozza, è un cono-sciuto cantante e compositore. Come vivete la notorietà? La visibilità di entrambi ha mai influito sul vostro rapporto?“Siamo in due campi diversi, non ci siamo mai scontrati per questo. Siamo entrambi esposti ad un pub-blico, anche se differente, ma riu-sciamo e vogliamo tenere il lavoro al di fuori del rapporto. Ovviamente abbiamo tutto sotto controllo: com-menti, complimenti, ecc. (ride, ndr)”.

Nella preview online dell’inter-vista abbiamo lasciato i lettori con una promessa: una giorna-ta di shopping alla portata di tutti con Erika Barbato. Quali negozi – dalle più grandi cate-ne alle boutiques della tua cit-tà – ci consiglieresti di visitare?“Devo ammettere, purtroppo (e sot-tolineo purtroppo) che a Campobas-so, la mia città, non ci sono grandi catene come H&M o Zara per fare shopping. Molte ragazze, compre-sa me, spesso vanno nelle città vici-ne per fare grandi acquisti. Va bene se vi consiglio Tally Weijl? Quel-lo almeno c’è, io ci vado spesso”.

In esclusiva per “ModaMax Maga-zine”, Erika apre le porte dei suoi intimi segreti e si racconta attra-verso gli scatti più rappresentativi.Dalla favola con Antonello, all’e-mozione più grande – vissuta in veste di blogger. Il tutto con una sola certezza: il futuro è un li-bro da scoprire giorno per giorno.

IO E ANTONELLO“Era luglio, eravamo al matrimonio di un amico in comune, dopo un’in-tera giornata a giocare con gli sguar-di è arrivata la sera e il momento dei

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ERIKA BARBATO

<<Sono una persona che ama scoprire, fare cose nuove…>>, rac-conta la blogger, fidanzata con Antonello Carozza, che in passato partecipò ad “Amici” e “Sanremo”. <<Siamo entrambi esposti al pubblico, ma vogliamo tenere il lavoro fuori dal rapporto>>.

“Raccontostorie,tendenzee stili”

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“Il futuroè un libro da scoprire”

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Eleonora Manzi

balli. Si é avvicinato e mi ha chiesto di ballare. In una maniera elegan-tissima. Una scena da film insom-ma. È iniziata così, con un ballo”.

L’EMOZIONE PIU’ GRANDE“Sanremo e Miss Italia mi hanno la-sciato tanto ma se dovessi descri-vere l’emozione più grande direi sicuramente la finale degli “Junior Eurovision Song Contest” a Kiev. Tut-ti in studio, pronti, silenzio e. . . “Hello Europe”. La presentatrice ha esordi-to così e noi eravamo lì, davanti tutta l’Europa. Non lo dimenticherò mai”.

UN FUTURO DA SCOPRIRE“Dal futuro non mi aspetto nul-la, mi piace vivere tutto al massi-mo senza fare troppi progetti e poi: “Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle non succedono (Ernest Hemingway)”.

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Una carriera nella moda già avviata, quella di Roberta Tirrito. Appena maggio-renne, è modella e fashion blogger: due figure vicine,

ma ben distinte. <<La modella si limita a sfilare o a fare shooting>>, chiarisce Roberta. <<La fashion blogger propo-ne i propri outfits scattando varie foto da inserire nel blog e nei social. Deve tenersi giornalmente e costantemente informata sulle tendenze del periodo e in un certo senso anche anticipar-le>>. Tra i banchi di scuola sogna di specializzarsi in questo campo, con-tinuando a viaggiare per il mondo.

Il tuo blog è online da pochi mesi, ma in questo breve lasso di tempo sei riuscita ad emer-gere e farti conoscere. Qual è la peculiarità che distingue il tuo sito da qualunque altro?“A questa domanda non saprei pro-prio rispondere, ma penso sia il fat-to che metto molto di mio nel blog, parlo infatti di tutto quello che faccio nel corso delle giornate, ad esem-pio dove vado, quello che mangio e soprattutto quello che indosso”.

Giovane in questo campo, come anche nella vita. Sappiamo che al momento stai frequentando l’ultimo anno di liceo scientifi-co. Come hai annunciato ai tuoi genitori di voler fare la blog-ger in concomitanza agli stu-di? Ti hanno immediatamen-te appoggiata in questa scelta?“Grazie a Dio ho dei genitori che ap-

poggiano tutto quello che faccio e per questa scelta mi hanno sostenu-ta immediatamente. Ovviamente mi so organizzare: arrivo a casa, dormo, studio e di sera mi dedico al blog, a volte trovo anche il tempo per uscire”.

I tuoi compagni “di banco” sono a conoscenza di questo tuo hob-by? Se sì, cosa ne pensano a ri-guardo? Sei mai stata influenza-ta da loro possibili commenti?“Sì, dalle mie parti sono tutti a cono-scenza del mio blog. Col tempo sono arrivate anche molte critiche negative, ma ho la mia migliore amica che mi ap-poggia sempre, non ho bisogno di altro”.

Dopo la scuola hai in mente di frequentare l’università o pre-feriresti dedicarti definitiva-mente al mondo del lavoro?“Dopo il liceo mi trasferirò a Mi-lano con un mio caro amico e fre-quenterò l’università lì. Vorrei studiare lingue e poi prendere un master in moda. Inoltre stare a Mi-lano mi permetterà anche di conti-nuare a lavorare in questo mondo”.

Nella precedente intervista online per ModaMax hai affer-mato di non avere tempo per i ragazzi. Pensi sia difficile con-ciliare una relazione stabile al mestiere di modella in pri-mis e di fashion blogger poi?“Sicuramente è molto difficile con-ciliare entrambe le cose. Quello che faccio mi permette di viaggiare molto e non so se sarebbe possibile anche se

BLOGGERROBERTA TIRRITO

fossi fidanzata. Per ora voglio pensa-re a me, ci sarà tempo per i ragazzi”.Nelle tue fotografie ti vediamo in ghingheri per i servizi fotogra-fici e in versione acqua e sapo-ne nella vita quotidiana. Come definiresti dunque il tuo stile?“E’ indubbiamente uno stile ab-bastanza eclettico, i vestiti che in-dosso rispecchiano proprio l’u-more che ho quel giorno. Inoltre è total-black, nel mio armadio uso mol-to il nero, non ne posso fare a meno”.

Qual è, a tuo avviso, un capo, accessorio o prodotto di ma-ke-up simbolo di potere fem-minile ed estrema sensualità?“Secondo me l’orologio, anche se la cosa potrebbe sembrare con-traddittoria penso che le ragazze che indossano un buon orologio al posto di bracciali o collane parta-no sempre con una marcia in più”.

Per la tua carriera nell’am-bito della moda ti ispiri a qualcuno in particolare?“Mi ispiro molto allo stile di fashion bloggers come Chiara Ferragni o Chiara Biasi, in particolare Zora-na Jovanovic, l’adoro letteralmente”.

Infine, cosa consiglieresti alle giovanissime come te che inten-dono aprire un blog personale? “Di mettere nel blog tutto l’im-pegno possibile, se siete bra-ve in quello che fate arriveranno, col tempo, grosse soddisfazioni”.

“Grazie a Dio ho dei genitori che appoggiano tutto quello che faccio”, rivela la fotomodella e blogger di soli diciotto anni. “per ora voglio pensare a me, ci sarà tempo per i ragazzi”

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BLOGGERROBERTA TIRRITO

“passioneper le foto”

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“Versola capitale della moda”

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Tutto è cominciato con uno shooting, racconta Roberta con una manciata di sogni tra le mani. “ModaMax Magazine” ha avuto il privilegio di conoscere i desideri e le aspettative per il suo imminente trasferimento nella Capitale della moda.

DA MODELLA A BLOGGER“Circa a novembre di due anni fa ho iniziato a fare la fotomodella per miei amici fotografi che volevano esercitarsi. Appena ho inserito le foto dei vari shooting nei social al-tri fotografi mi hanno subito con-tattata ed è diventato così un lavoro.Il blog invece nasce a settembre scorso come un sito dove inserire tutti i miei servizi fotografici. Notando l’inaspet-tata affluenza ho deciso di comprar-mi la reflex e di scattare i miei outfits. Sì ,lo ammetto, sono stata fortunata”.

MILANO NEL CUORE“Una mezza idea di andare a Mila-no per studiare l’ho sempre avuta, ma si è confermata quando ci sono stata circa un mese fa per la Fashion week: mi sono innamorata, la moda, il traffico, le persone, i locali. Oltre al divertimento e allo studio, spero di continuare la mia carriera come blogger proprio perché l’80% del-le proposte di lavoro vengono da lì”.

UNA VITA IN VIAGGIO“Io adoro viaggiare, tra gennaio e feb-braio sono stata a Malta e a Praga. Ma il viaggio che ricordo con più piacere è stato a Parigi l’anno scorso: mi sono in-namorata delle immense passeggiate di sera e delle colazioni nei tavolini fuo-ri le caffetterie o i pranzi nei ristoranti davanti Notre Dame o la Tour Eiffel.”

Eleonora Manzi

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Una ventitreenne come tutte con numeri da capo-giro. Valentina Marzul-lo, blogger di “The Chic Attitude” si è laureata di

recente in Scienze della Moda e del Costume per convalidare una passio-ne. Il suo desiderio ora è prendere un Master, aspirando al backstage della moda, ma risulta essere vincente an-che davanti all’obbiettivo: da quattro anni, sul blog, ci delizia con i suoi out-fits curati nel minimo dettaglio, po-nendosi da spunto per le lettrici. Ad oggi può vantare oltre 13.000 fans, che ogni giorno interagiscono con lei nella sua pagina Facebook e altri 12.000 su Instagram, dove è possibile seguir-la per conoscere qualche aspetto in più della sua vita. “Ho impegnato le giornate in modo diverso, dedican-do maggior parte del tempo al blog e ai social network”, spiega Valentina. “Solo grazie a ciò sono maturata pro-gressivamente. Mentre prima pote-vo concedermi “più libertà”, adesso vivo in simbiosi con pc e telefono”.

Obiettivamente dai tuoi post si può percepire un’innata eleganza. Da qui il nome del blog? La tua “attitudine chic” è una caratteristica che hai col-tivato fin da bambina o una naturale predisposizione?“Provengo da una famiglia umile e i miei genitori mi hanno cresciu-ta insegnandomi i veri valori della vita. Adesso sono una ragazza sem-plice, sognatrice e romantica, da qui credo che l’eleganza venga da sé”

Un sogno che ti ha permesso di col-laborare con alcuni fra i più noti marchi d’abbigliamento e beau-ty. Dopo quanto tempo dall’aper-tura del blog hai ricevuto contatti lavorativi? Ricordi ancora il pri-mo omaggio che ti è stato inviato? “Dopo un anno ho iniziato a riceve-re le prime e-mail con proposte di collaborazione anche da aziende af-fermate e mi sono resa conto che la cosa si faceva più seria di ciò che pensassi. Non ricordo con esattezza il primo omaggio, forse delle t-shir-ts disegnate da brand emergenti”.

In questi anni ti abbiamo vista crescere professionalmente, non solo come blogger ma anche come stylist. Sappiamo che hai firmato più di una collezione in collaborazione con alcuni brand. Toglici una curiosità: come na-sce una capsule collection? E quanto di tuo c’è realmente nel background del prodotto finito?“Nel momento in cui un brand ha fi-ducia in te e tu ti rispecchi in esso possono venir fuori delle belle cose. La capsule collection è una collabora-zione che nasce in questo modo. E’ un esperimento, è giocare con la creati-vità e poi concretizzare delle idee. Io ho avuto il piacere di lavorare con due aziende familiari tra loro, diverse ma entrambe con produzione rigorosa-mente Made in Italy: Giovanna Nico-lai, nasce da un prodotto di abiti sar-toriali mentre Melacerba è un pronto moda da tutti i giorni (su www.giovan-nanicolai.it e melacerba.bigcartel.com

trovate le mie capsule collections)”.

Oltre alla soddisfazione di tra-sformare una passione in me-stiere, quali altri aspetti della tua vita sono stati arricchiti da questa esperienza? Un evento o viaggio che porti nel cuore?“Avere ogni giorno contatti diversi e conoscere tante persone con cui con-frontarmi è un aspetto che adoro e che mi arricchisce allo stesso tempo. Il viaggio lavorativo che porto nel cuore è Taormina insieme a Lancia. Come evento sicuramente “Miss Italia”.

Ad oggi essere una “IT blogger” è l’aspirazione di sempre più ra-gazze. Cosa consigli alle nuove arrivate per distinguersi dalla massa e quali sono - a tuo av-viso - i segreti per il successo?“Mostrarsi per ciò che si è dimo-strando carattere e personalità è uno degli ingredienti principali che, con un pizzico di fortuna, può farti emer-gere, soprattutto oggi che di blog-gers ce ne sono tanti, forse troppi”.

Dalle tue dichiarazioni potrem-mo affermare che la notorietà sul web non ti ha cambiata. Quali aspetti di te e del tuo ca-rattere non appaiono attraver-so i post? Raccontaci chi è e cosa fa Valentina Marzullo off-line.“Sono una ragazza come le altre, con le mie insicurezze, le mie paure e i miei difetti. I momenti “no” ci sono per tutti, basta saperli affrontare reagen-do a dovere. Off-line io? Credetemi

BLOGGERVALENTINA MARZULLO

“provengo da una famiglia umile. I miei genitori mi hanno insegnato i veri valori della vita”,

confessa la fashion blogger, tra le dieci più seguite in Italia. “Sono una ragazza come le altre,

con le mie insicurezze, le mie paure e i miei difetti. Noto che alle ragazze piace vedere una storia

d’amore pura e sincera ed io sono contenta di condividere anche questo mio lato più personale”

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“Una ragazza semplice”

BLOGGERVALENTINA MARZULLO

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“La moda correin rete”

ci vado veramente poco (ride –ndr)”.

Immagina di portare con te i lettori in un viaggio virtua-le all’interno del tuo mon-do. Quali luoghi rappresen-tativi vorresti raccontare?“Non ho luoghi rappresentativi nel-la mia città che racconterei, mi piace girare e scoprire sempre posti nuovi”.

Attraverso i social condividi con il pubblico parte delle giorna-te, dove – di recente – abbiamo visto sbocciare la tua storia d’a-more. Ti piacerebbe coinvolge-re il tuo fidanzato all’interno del blog sulla scia di coppie già note o preferisci preservarlo da questo mondo così esposto?“Cinquanta e cinquanta. Sui social condivido soprattutto foto di vita quo-tidiana e poiché lui ne è parte necessa-riamente compare in queste. Noto che alle ragazze piace vedere una storia d’amore pura e sincera ed io sono con-tenta di condividere con loro anche questo mio lato più personale. D’altro canto non mi sento ancora di coinvol-

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gerlo del tutto. Lui poi non vuole esporsi più di tanto ed io rispetto le sue scelte”.

Quali progetti hai in men-te per il futuro? Dal punto di vista personale e lavorativo.“Dal punto di vista personale quello di avere una bella famiglia mia e di essere felice con la persona che è al mio fian-co. Mentre dal canto lavorativo pro-seguire e crescere in questo settore”.

Valentina si rivela in tut-ta la sua semplicità, tra le pa-gine di “ModaMax Magazine”.Nel tempo libero ama tenersi in forma e svagarsi come tutte le coetanee, con un’unica differenza: la sua vita è sem-pre on-line. Costantemente in contatto con i fans, un giorno – tra la folla – ha trovato colui che le ha rubato il cuore.

UNA VITA ON-LINE“Appena mi sveglio la mattina con-trollo i miei profili social dallo smar-tphone. Dopo la colazione, accendo il pc e via con le e-mail, l’organizza-zione dell’agenda e i post sul blog. Se non sono a casa a lavorare dal pc, lo faccio comunque quando sono fuori usando il telefono… i social network vanno tenuti attivi il più possibile”.

UNA RAGAZZA COME TANTE“Nel tempo libero vado in palestra due-tre volte alla settimana, esco con le mie amiche e con il mio fidanzato. Adoro andare al cinema, viaggiare e passeg-giare in città con le belle giornate. Sono “fissata” con la linea, nel senso che ci tengo ad essere in forma e mi piace l’idea di rispettare un regime alimen-tare sano, ma davanti a pizza, gelato e sushi, non resisterei neanche a dieta”.

UNA SINCERA STORIA D’AMORE“E’ nato tutto cinque mesi fa: lui mi se-guiva da un anno sui social e un giorno si è fatto avanti. “Ti ricordi?” la fra-se che mi arrivò via mail. Da lì la mia curiosità e ci conoscemmo. Si mostrò così sicuro di sé, come se mi avesse già scelta, senza nemmeno conoscermi. Mi ha conquistata con la sua dolcezza, la sua bontà e la sua premura nei miei confronti. Ad oggi ci viviamo la nostra “love story” giorno dopo giorno, ma con un occhio di riguardo al futuro”.

Eleonora Manzi

Moda / Social fashion

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Dalle passerelle, il leitmotiv del makeup estivo 2014 è chiaro: nude. Un mood naturale che punta sull’esaltazione dell’incarnato, valorizzan-done sfumature originali e luminosità. Il fondotinta diventa, quindi, il beauty tool fondamentale per la messa in pratica del trend. Ma se ci si trucca solo di esso, ecco che lo sbaglio può essere dietro l’angolo. L’80%

delle donne non sa sceglierne la giusta tonalità, incappando così in errori quali l’effetto “mascherone” o la messa in evidenza delle imperfezioni. Non è incompe-tenza ma confusione. Ne esistono talmente tanti tipi che la difficoltà a capire quale sia il più adatto a noi è più che legittima. I criteri di scelta si basano essenzialmente su due fattori: il colore e il tipo di pelle. Il fondotinta va scelto tono su tono o un tono più chiaro della propria tinta naturale. Una nuance più scura, oltre a crea-re un contrasto troppo forte con collo e décolleté, scurirebbe brufoli, rughe e pori dilatati, contravvenendo all’obiettivo iniziale: coprirli. Vediamo, quindi, come barcamenarsi tra fondotinta liquido, compatto, minerale ed uscirne vincenti

FONDOTINTA LIQUIDO: adatto a pelli secche, grasse e miste, è caratterizzato da una texture molto leggera. Esclude, quindi, l’effetto

pesante. Ha una coprenza media e va applicato con una spugnetta triango-lare in lattice o un pennello apposito. Sceglietelo idratante se la vostra pel-le è secca e disidrata o mat se avete zone del viso che tendono all’untuo-sità. Quest’ultimo contiene un se-bo-regolatore che agisce sulle ghian-dole sebacee inibendone l’attività.

FONDOTINTA COMPAT-TO: è un fondotinta in-dicato per chi presenta discromie sul viso. Ne esi-stono di due tipi. Quello

in crema ha un’ottima coprenza do-vuta alla maggiore pigmentazione e alla consistenza cremosa. E’ possibile trovarlo in stick, vasetto o cialda e si stende come quello liquido. Sconsi-

MAKEUpTREND:COME SCEGLIEREIL FONDOTINTA GIUSTO

Fondotinta liquido Maybelline Fit me! Tra i 10 e 12€

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gliato a chi ha la pelle grassa perché contiene parti oleose. In questo caso, è da preferire quello in polvere, dall’aspetto simile ad una cipria, ap-plicato con una spugnetta bagnata.

FONDOTINTA MINERA-LE: come dice la parola stessa, è naturale cioè privo di siliconi, additivi e talco. Si perde un po’ in copren-

za perché in polvere finissima, quindi molto leggero ma si guadagna in salute grazie alle sostanze (anallergiche) pre-senti, che creano una barriera contro i raggi UV e non occludono i pori. Adat-to sia alle pelli mature perché copre le rughe, sia a quelle giovani tenden-ti ad acne e couperose. Si applica con un pennello grande e piatto, asciutto se si vuole una leggera coprenza, ba-gnato se si hanno più imperfezioni da correggere. Una volta deciso il tipo di prodotto, arriva il difficile: scegliere la tonalità. Quando siete in profume-ria e dovete acquistare il fondotinta ricordate sempre di provarlo sul-la mandibola, la zona tra il viso e il collo, mai sulla mano. Se, sfumandolo con i polpastrelli, rimarrà sottoforma di macchia, anche leggera, passate ol-tre. Se invece il colore si fonderà con la vostra pelle non creando stacchi, avete trovato la gradazione perfetta per voi.

IL CONSIGLIO IN PIU’. Dopo il fondotinta, applicate sempre un velo di cipria trasparente che fissa la base facendo durare il vostro make-up più a lungo.

IL CONSIGLIO PER L’ESTATE. D’estate, un fondotinta molto coprente, anche se del colore giusto, tende comunque a dare un leggero effetto finto. Preferite

una BB o CC cream, la crema colorata che uniforma l’incarnato controllan-do il colore ma in maniera molto soft. Ha anche un’azione protettiva contro i raggi solari ed è priva di oli contrastan-do, così, la lucidità dovuta alla sudora-zione, tipica delle alte temperature.

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IL LOOKDI RIHANNA

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IL LOOKDI RIHANNA

Giovane, eclettica, carisma-tica. E’ sulla bocca di tutti per il suo talento, che le fa collezionare un successo canoro dopo l’altro e per-

ché fa tendenza. Tutti la imitano, tutti la vogliono: Armani l’ha scelta per cre-are una capsule collection in denim, la casa cosmetica MAC le ha dedicato una linea di makeup a cui anche lei ha con-tribuito e, più recentemente, Balmain l’ha voluta come testimonial della cam-pagna primavera/estate 2014. Un’i-cona di stile che si è guadagnata tale appellativo con le unghie e con i denti. Indiscutibilmente il personaggio fem-minile degli ultimi tempi, femminili-tà da vendere e bellezza calamitante. Ok, la base è ottima e si vede. Ma come succede ad ogni donna, il trucco mi-gliora. Il makeup sfoggiato da Rihan-na è un look d’impatto, aggressivo, mai soft. Sceglie spesso degli smokey eyes molto leggeri o addirittura nude ma carica l’occhio con una netta li-nea di eyeliner nero ad enfatizzare lo sguardo felino. Difficilmente la ve-dremo senza rossetto. Predilige, per la bocca carnosa e piena, colori forti e molto spesso mat, arrivando ad usare anche il viola ed il nero. Il trucco della cantata barbadiana non passa di cer-to inosservato ma non è difficile da realizzare, ModaMax vi spiega come.

BASE. La pelle di Rihanna è sempre molto luminosa. Per renderla tale, lavorare sulla base del makeup è fon-damentale. Il primo prodotto da appli-care è un olio o siero illuminante che fungerà anche da primer. Dopo questa operazione preliminare, il segreto è giocare di chiaroscuri enfatizzando, con un fondotinta più scuro, gli zigo-mi e il naso e schiarendo, con uno leg-germente più chiaro, le parti restanti, quindi fronte, mento e contorno occhi. L’ideale, sarebbe fare un contouring, che si realizza con un ulteriore step: applicare, con un pennello grande, un fard o una terra sui toni del marrone.

OCCHI. Sugli occhi, smokey eyes dai toni caldi come il bronzo e l’oro. Quest’ultimo va applicato sulla pal-pebra mobile, mentre il bronzo sulla piega dell’occhio, in maniera molto leggera, in modo da dare un lieve stac-co di colore che donerà intensità allo sguardo. Si passa poi all’applicazione dell’eyeliner. Una linea nerissima, lun

ga e definita, che va ad accompagnare tutta l’attaccatura superiore delle ci-glia, e volendo anche oltre, per un truc-co da gatta. Completare con un mascara total black allungante e volumizzante sia sulle ciglia superiori che su quelle inferiori così da avere uno style “oc-chi da cerbiatta”. Spesso, la cantan-te, indossa anche delle ciglia finte.

Bellezza e Benessere / Make-up

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Bellezza e Benessere / Make-up

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L.B.

Bellezza e Benessere / Make-upBOCCA. Le labbra sono il fo-cus del makeup di Riri, so-prannome datole dai suoi fans. Il primo passo è definirne i contorni con una matita della stessa tonalità del rossetto scelto, sfumandola molto bene. Rihanna non sceglie mai grada-zioni di colore a contrasto tra interno ed esterno della bocca. Il colore del lipsti-ck selezionato, è sempre corposo e può andare dal rosso fuoco al bordeaux, di tipo mat. Non disdegna le nuance pop che, però, abbina ad un effetto vetro. Spazio, quindi, anche a rosa bubble gum, fucsia accesi e aranciati ma con una finitura di gloss che dona luce.

CORPO. Se Rihanna è la tua musa in tutto e per tutto, quando le tempe-rature inizieranno ad aumentare un po’, puoi osare con il body makeup. Per avere la pelle ambrata come la star, scegli una crema corpo colorata effetto abbronzatura. Grazie ai pig-menti contenuti al suo interno, l’in-carnato sarà vivacizzato e colorato in maniera naturale. D’estate, inve-ce, libero sfogo a lozioni glitterate e dorate che esaltano l’abbronzatura e rendono la pelle super luminosa.

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più in voga quest’anno?Il vostro!

IL TREND

parola di Sofia Motta

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Dal palcoscenico al back-stage. E non viceversa. Una passione che nasce e si completa con l’arte. Così, il trucco si fa pittura

e scultura, musica e interpretazione. Da ragazzina disegnava sul suo volto, ora crea capolavori sugli artisti più famosi del mondo. Una laurea in Lin-gue e Letterature Straniere, make-up artist dell’anfiteatro Arena e teatro Filarmonico di Verona, insegnante di trucco teatrale presso la Academia BSI di Diego Dalla Palma, amante della tri-dimensionalità e delle trasformazioni. Sofia Motta si racconta a Modamax e dice “Sperimentate e create i vostri trend”.

Sofia, cosa ti ha portato ad av-vicinarti al mondo del make up? Il sogno di una bambina che rubava i trucchi della mamma o un percorso che è nato col tempo? Mia mamma si è sempre truccata in modo molto leggero e non ave-vo nient’altro da “rubare” se non tre mozziconi di matita per occhi, un fard e due rossetti ai quali era talmente af-fezionata che il dubbio che uscissero di produzione metteva a rischio il fat-to stesso di potersi truccare in futuro.

A parte gli scherzi, ho sempre ama-to disegnare e da adolescente il mio viso allo specchio era come un foglio di carta sul quale mi divertivo a spe-rimentare tratti e colori, ma la vera passione per il trucco è nata lavorando come comparsa all’Arena di Verona, dove ho potuto provare sulla mia pellel’esilarante potere di trasfor-mazione del trucco teatrale.

Essere una make-up ar-tist. Cosa significa per te? È una sorta di fusione con la persona che si sta truccando. Si entra in con-tatto con lei, si lascia sulla sua pelle qualcosa di se stessi, per poi allonta-narsi e lasciarsi ammaliare da quel-la creatura che ne scaturisce, così potente, comunicativa e allo stesso tempo evanescente ed effimera, tan-to da scomparire con una passata di spugna, per lasciare al suo posto di nuovo l’essere umano, sempli-ce, puro, nudo nella sua autenticità.

Relativamente alle ope-re, trucchi anche gli uomini. Cosa punti a risaltare in loro? Cerco di individuare quale trat-to del viso può essere sfruttato, en-

fatizzato o modificato per dare un carattere particolare al personag-gio in questione. Le sopracciglia, la forma della barba e dei baffi, latridimensionalità del viso sono tutti elementi utili e modifica-bili per raggiungere l’obbiettivo.

Dai tuoi shooting, si nota che risalti molto i lineamenti del viso, in particolare gli zigo-mi. Come mai questa scelta? Mi piace servirmi dei chiaroscuri per portare in superficie l’essenza della tridimensionalità di ogni viso, o per ingannare la percezione dell’osser-vatore modificando i volumi naturali del volto. Questa mia tendenza è si-curamente da collegare allo svilup-parsi e affinarsi del mio gusto estetico in ambito prevalentemente teatrale.

Sul tuo sito possiamo apprezza-re anche i lavori che esegui per le donne, nel loro giorno piùbello. Come deve essere, se-condo te, il trucco sposa? Credo che prima di tutto una donna che si sposa desideri riconoscere se stessa nell’abito, nel trucco e nell’ac-

parola di Sofia Motta

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Dal palcoscenico al back stage

Lavorando con le artiste del-le opere liriche dell’Are-na di Verona, trucchi don-ne d’altri tempi. Cosa ti ispira nella scelta delle nuance? Alla base dell’esecuzione di un truc-co d’epoca c’è sempre una ricerca sull’immagine nel periodo storico e culturale che si vuole rappresentare, a tal proposito spesso le indicazioni della regia e dei costumi sono mol-to precise a riguardo e non lasciano molto spazio alla creatività. Quando invece viene lasciata più libertà a noi truccatori, la mia scelta è orientata dall’effetto delle luci teatrali sui colori e dalla sensazione che trasmettono le diverse tonalità alla media e lunga di-stanza, ad esempio colori tenui come il rosa chiaro e il pesca per ravvivare

l’incarnato e dare un aspetto salutare e virginale, con l’intensità delle luci di scena spesso vengono annullati facen-do risultare il viso troppo pallido ed emaciato, per ottenere con sicurezza lo stesso risultato spesso preferisco usare colori più saturi quali il terracot-ta, i rosa intensi, il rosso e l’aranciato. A meno che non voglia creare effet-ti particolari per il trucco dell’occhio cerco di evitare colori che inconscia-mente rimandano immagini di ma-lattia e stanchezza come i verdi, i blu e viola, che per giunta sulla scena spes-so risultato ancora più cupi di come li vediamo da vicino. La cosa più im-portante da fare è sicuramente verifi-care se il risultato effettivo corrispon-de all’intenzione iniziale assistendo ad una prova con le luci definitive.

Bellezza e Benessere / Make-up

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conciatura del suo matrimonio. Per questo la domanda con la quale esor-disco alla prova di un trucco sposa è: “Come ti trucchi di solito?” La rispo-sta mi dà sempre sufficienti dettagli per capire la persona che ho di fron-te, che cosa si aspetta da me e quanto potrò allontanarmi dal suo standard perché al termine della sessione di trucco lei possa vedere riflessa nel-lo specchio la stessa donna di sem-pre, elevata all’ennesima potenza.

Insegni trucco teatrale pres-so la Academia BSI di Die-go Della Palma a Milano.In che modo avvicini i tuoi al-lievi a questo tipo di arte? Come ad un gioco di ruolo. I make-up artists hanno il piacere di giocare a fare i chirurghi, gli illusionisti, i pittori, gli scultori e talvolta anche gli psicologi, ma non dobbiamo dimenticare che la più grande trasformazione alla quale assistiamo è quella che avviene attra-verso le nostre mani nelle persone che si affidano a noi, aspettandosi non solo competenza, ma anche complicità, discrezione, sostegno. Non c’è truc-co senza un volto da truccare, saperloconquistare è il primo traguardo del-la nostra realizzazione professionale.

Quando trucchi te stessa, opti per effetti particola-ri o preferisci la semplicità? Truccare me stessa non è un rito del mattino, ma un divertimento da fare nel tempo libero per sperimen-tare qualcosa di nuovo. Se non mi va di uscire al naturale, metto una BB cream, mascara, un po’ di fard e un idratante labbra, quello che scherzosamente chiamo trucco in 2D, senza i miei amati chiaroscuri.

Un errore nel make-up che vedi negli altri e proprio non tolleri. Le sopracciglia depilate senza pietà. Ne vedo così tante quando cammino per la strada che a volte mi trattengo dal fermare la malcapitata e pregar-la di non mettere mano alla pinzetta per un mesetto e poi passare da me.

Il trend maggiore per il ma-ke-up dell’estate 2014? Incarnato semi lucido e bocca arancio. Il più inquietante: l’occhio grafico. Il meno in voga: abbronzarsi. Il mio invi-to: sperimentare e crearne uno proprio!

Dal palcoscenico al back stage

Intervista di Lia Bracconeri

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CApELLI10 MOSSE

“Una donna che si taglia i capelli, è una donna che sta per cambiare vita” diceva l’iconica Coco Chanel. Non ne-cessariamente. Dare una svolta alla propria vita può anche voler dire ini-ziare a prendersi cura di sé. E quale modo migliore se non partendo dai ca-pelli? Lo stress, l’alimentazione scor-retta e alcune abitudini sbagliate, si ripercuotono sul capello, sfibrandolo e spegnendolo. Le continue e troppo aggressive colorazioni abbinate a trat-tamenti quali decolorazioni, perma-nenti e l’uso costante ed intensivo di piastre e ferri, sono fattori coadiuvanti

all’affaticamento del fusto del capello. Risultato? Triple punte, secche, seg-mentate, cute irritabile…insomma, una chioma improponibile. Il capello però, croce e delizia di tutte le donne, ha una particolarità molto interes-sante: anche se sfruttato per anni, può essere riparato in poche settimane. Come risponde subito negativamen-te a ciò che lo danneggia, reagisce con altrettanta celerità a ciò che lo cura. Con un po’ di impegno ed attenzione, nel giro di 4/6 settimane la capigliatu-ra riprenderà un aspetto invidiabile. Come? In 10 semplici mosse.

pER AVERLI SANI E BELLI

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1UTILIZZA PRODOTTI SENZA SILICONI! Come già detto, i ca-pelli assorbono tutto e in fretta. Usare prodotti cosmetici aggres-sivi è come avvelenarli. I silico-

ni, i parabeni, la paraffina e i petrolati, rappresentano il nemico numero uno della salute del capello. Opta sempre per prodotti naturali e con un buon Inci.

2FAI UN IMPACCO PRE SHAMPOO! Il trattamento pre shampoo è la base della corretta routine hair care. Fare un impacco, una volta alla set-

timana, con olio di argan o di cocco, renderà i capelli più lucenti e morbi-di. Qualche ora prima dello shampoo, inumidisci i capelli, applica una pic-cola quantità di olio sulle lunghezze e raccoglili con una pinza. L’ideale sa-rebbe farlo prima di andare a dormire e procedere al lavaggio la mattina suc-cessiva.

3MANGIA BENE! Il cibo sta al corpo come il carburante sta alla macchina. E per essere una testarossa fiammante, una porsche corvina o una bion-

dissima jaguar è necessaria la giusta alimentazione. Scegli una dieta com-pleta, bilanciata e soprattutto ricca di ferro, la cui azione favorisce la crescita del capello.

4MASSAGGIA LA CUTE! Du-rante il lavaggio dei capelli, praticare un massaggio alle radici può essere molto utile. Massaggiando delicatamente

la cute, infatti, si stimolano i bulbi pi-liferi e il capello crescerà più in fretta e correttamente. Attenzione però: uti-lizza sempre i polpastrelli e mai i pal-mi delle mani.

5EVITA I NODI! Più è stretto il nodo, più sarà difficile scio-glierlo. Quando succede, spaz-zola i capelli partendo dalle punte a salire e per evitarne la

formazione, di notte, lega i capelli in una coda alta.

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6TIENI IL PHON LONTANO DALLE PUNTE! Per evitare di bruciare le punte, asciuga i capelli dall’alto verso il basso tenendo il getto d’aria del phon

lontano dalle estremità.

7APPLICA UNA MASCHERA! Due volte alla settimana, adatta al tuo tipo di capelli e lasciata in posa per qualche minuto dopo lo shampoo. Da preferire quelle

con risciacquo perché non appesanti-scono la chioma. In questo modo, il ca-pello sarà sempre ben nutrito.

8LEGALI POCO! Un fattore di stress per i capelli sono gli elastici, che li costringono nel-la loro morsa e li spezzano. Il consiglio, quindi, è di legarli il

meno possibile e, quando non si può fare altrimenti, scegliere elastici non troppo rigidi e senza barre di metallo o alternarli con una pinza.

9USA LA PIASTRA UNA VOL-TA ALLA SETTIMANA! Piastre e ferri di ultima gene-razione raggiungono tempera-ture oltre i 200°C. Se non rie-

sci a fare a meno di questi strumenti, utilizzali solo una volta alla settimana, preferendo per le restanti pieghe, me-todi alternativi come i ricci fatti con le trecce di metallo o alternarli con una pinza.

10USA UN TERMOPRO-TETTORE! Piastre e ferri di ultima genera-zione raggiungono tem-perature oltre i 200°C.

Se non riesci a fare a meno di questi strumenti, utilizzali solo una volta alla settimana, preferendo per le restanti pieghe, metodi alternativi come i ricci fatti con le trecce.di metallo o alternar-li con una pinza.

Lia Bracconeri

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Siamo alla continua ricerca di metodi alternativi, naturali e abbiamo cambiato il modo di vedere le cose. Vogliamo ap-procciarci ad uno stile di vita

che si allontani dal costruito per avvi-cinarsi a ciò che madre natura offre. Si chiama cosmesi eco bio. Una moda? No, una rivoluzione. Positiva, si inten-de. E vi spieghiamo perché. ECO per-ché non contiene derivati del petrolio e di sostanze chimiche provenienti dalla lavorazione industriale, BIO perché le materie prime utilizzate vengono dall’agricoltura biologica e sono quin-di coltivate senza pesticidi. Una filo-sofia green a basso impatto ambientale con un occhio di riguardo per la “que-stione animalista”. I test clinici di labo-ratorio, infatti, escludono l’impiego di criceti, conigli e simili. Che cosa NON contengono i prodotti eco bio? I siliconi e i petrolati, ad esempio, che oltre a non essere dermo-compatibili, ostacolano la respirazione di pelle e capelli occludendone i pori; i parabe-ni che interagiscono con gli estroge-ni, avendo così, un ruolo attivo nella formazione del cancro al seno e del tumore della pelle; i tensioattivi, i ge-lificanti e le profumazioni chimiche che provocano reazioni allergiche. Sono inoltre assenti nickel e allerge-ni. Purtroppo però, essendo cresciuta esponenzialmente la domanda, questi prodotti vengono contraffatti, ovve-ro spacciati per naturali. Per questo motivo, è importante imparare a riconoscerli attraverso la lettura dell’Inci. Che cos’è l’Inci (Interna-tional Nomenclature of Cosmetic Ingredients)? Nient’altro che la lista degli ingredienti del prodotto, inseriti in ordine di quantità decrescente e di-venuta, da qualche tempo, obbligato-ria. Non essendo chimici o farmacisti, semplicemente leggendoli ne saprem-mo molto poco. E’ necessario, quindi, informarsi. A tal proposito, il chimico industriale Dott. Fabrizio Zago, so-

stenitore dell’uso delle molecole in-dustriali nella cosmesi, ha creato il Bio-dizionario (www.biodizionario.it). Una guida al consumo consa-pevole della cosmesi nella quale in-serire i nomi delle sostanze contenute nell’Inci, la cui accettabilità viene con-trollata e comunicata attraverso dei se-mafori: doppio verde se va bene, verde se accettabile, giallo utilizzabile se si trova in fondo alla lista, rosso possibil-mente da evitare, doppio rosso se inac-cettabile. Il Bio-dizionario ha, inoltre, un’ulteriore utilissima particolarità. E’ presente l’INCI-Analyzer, una ca-sella di ricerca dove copiare l’intera lista di sostanze, sarà poi il sistema a trovarle ed analizzarle. Passare all’eco bio, oltre a dare una nuova consape-volezza su ciò che ci spalma sul corpo, DEVE regalare miglioramenti visi-bili. Molte donne si lamentano di un effetto lucido sulla zona T del viso e di secchezza sulle parti restanti. Que-sta nuova cosmesi evita l’effetto unto.

Sì ALL’ECO BIOLA NUOVA FRONTIERA

DEL BEAUTY

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Sì ALL’ECO BIO

IL BIODIZIONARIOpER UN CONSUMO CONSApEVOLE

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Se, invece, si parla di prodotti per l’hair styling, siliconi & Co. avvolgono il film del capello donandogli una fin-ta bellezza. Passando ai prodotti natu-rali si noterà, inizialmente, un abbas-samento di tono della chioma dovuto alla perdita delle sostanze chimiche assorbite, per anni, dai capelli. Con il passare del tempo, però, il vigore e la forma torneranno al loro splendore, quello vero. Altri punti a favore l’eco bio li guadagna con la versatilità, che diventa sinonimo di risparmio. Mol-ti prodotti naturali hanno più funzio-nalità, da singoli o combinati tra loro. L’olio di cocco può essere impacco per capelli, struccante e trattamento emol-liente per le unghie. La crema idra-tante, miscelata al tonico, si fa siero astringente per i pori. Il latte detergen-te, se applicato in quantità maggiore e per 5-10 minuti, beneficia il viso delle sue proprietà nutrienti trasformando-si in maschera. Vi abbiamo convinto?

Lia Bracconeri

Bellezza e Benessere / Bellezza

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pELLE LISCIAE LEVIGATA?

Sinonimo di bellezza, cura e salute, la pelle liscia è una delle aspirazioni principali delle donne in fatto di beauty. Averla elastica e levigata è il

sogno di molte, spesso agognato e mai realizzato. Erroneamente, si pensa che siano necessarie creme costosissime o particolari trattamenti dall’estetista, mentre basta la costanza di curarla tutti i giorni e si otterrà una pelle mor-bida come la seta. Una pelle in salute è, prima di tutto, una pelle ben nutrita ed idratata. Oltre ad avere uno stile di vita sano, fatto di una corretta alimenta-zione e un’adeguata dose giornaliera di acqua (ma questo è alla base di tutto), è necessario mirare al particolare. L’e-pidermide si rigenera continuamente creando cellule nuove, quelle morte, però, vanno eliminate. Ciò deve esse-re fatto tramite l’esfoliazione con uno scrub, con ingredienti specifici acqui-stato in profumeria o fatto in casa. Una ricetta super idratante, ad esempio, consiste nel mescolare, in una ciotola, olio di oliva e zucchero e strofinare il composto sulla pelle per qualche mi-nuto. Il tutto va risciacquato con acqua calda che aiuta i pori a dilatarsi. La pel-le così si pulirà meglio. L’acqua, poi,

va impostata su una temperatura più fresca per chiudere i pori e preparare la pelle allo step successivo: l’applica-zione della crema idratante. L’opera-zione scrub va eseguita una, massimo due volte alla settimana. Ripeterla più frequentemente rischierebbe di irrita-re la pelle e ottenere l’effetto opposto a quello desiderato. Tutti i giorni, invece, è possibile passare un guanto di crine o una spugna in rete sulla pelle, duran-te la normale detersione. Sono stru-menti meno aggressivi ma agiscono efficacemente sui punti critici. Dopo aver eliminato cellule morte e tossine, si passa alla crema. E’ consigliabile stendere un velo di crema idratante o un olio emolliente su tutto il corpo, in particolare braccia, gomiti, seno, cosce e ginocchia e massaggiare fino a com-pleto assorbimento. L’applicazione di questo prodotto, è importante per mantenere la pelle sempre idratata garantendone così an-che l’elasticità. In questo modo si preverranno anche inestetismi quali la cellulite e le smagliature. Il momento ideale per mettere la crema è la sera prima di andare a dormire. Durante la notte, infatti, il corpo assorbe mag-giormente i trattamenti beauty, quindi

VI SVELIAMO I SEGRETI

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maggiore idratazione, effetti migliori.Optate per prodotti che contengano oli vegetali o ingredienti naturali come l’olio di cocco, di jojoba, di oliva, man-dorle, avocado e germe di grano. Sono utili anche la lanolina, prodotta dalle pecore per mantenere la lana morbida o le lozioni a base di acido lattico. Il mi-gliore è il burro di karitè al natura-le, potentissimo idratante per la pelle che dona risultati miracolosi già dal-la prima applicazione. Da non usare, però, tutti i giorni perché tende a “luci-dare”. Ottimo quello de I provenzali, naturale al 100% e adatto anche al viso. COSA NON FARE. Come potete nota-re, le attenzioni da dover dare al nostro corpo per averlo liscio come quello di un bambino non sono molte e soprat-tutto, sono facili da seguire. Ci sono, però, anche cose da non fare. Gesti che compiamo tutti i giorni e che, appa-rentemente, sembrano innocui. Fare la doccia con acqua troppo calda, ad esempio, secca e inspessisce la pel-le mentre l’acqua fresca la tonifica e la rassoda. Altra controindicazione alla pelle morbida è l’uso eccessivo di saponi e saponette che sono causa di secchezza ed opacità in quanto posso-no lasciare sulla pelle dei residui che, a lungo andare, diventano dannosi.

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L.B.

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FISHpEDICURE

Chi bella vuole apparire qualche pena deve soffrire! O meglio, qualche prati-ca insolita. E quando star del cinema e non, arrivano a ricorrere alla chirurgia plastica anche ai piedi, i comuni morta-li, sulla scia del trend, trovano strade al-ternative per ottenere gli stessi risultati. L’ultimissima tendenza in fatto di foot care è la fish pedicure. Si, avete letto bene, fish, cioè pesce.Nata in Medio Oriente, tra Turchia, Si-ria e Giordania, si tratta di un’innova-tiva pedicure (tecnica utilizzata anche per manicure e total body) in cui i pie-

di vengono immersi in acqua a 30°C e una moltitudine di pesciolini: i Garra Rufa, che si nutrono delle cellule epi-dermiche morte e dei calli, eliminan-do gli inestetismi della pelle. Non a caso vengono chiamati “pesci dottore”. Questi piccoli pesci sono protetti da una legge turca, tuttavia è consentito tenerli in apposite vasche con acqua filtrata e sanificata, la cui temperatu-ra riproduca il loro habitat naturale.Il trattamento, della durata di 30 mi-nuti circa, viene paragonato ad un micromassaggio la cui sensazione è

pRO E CONTRO

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simile a quella di immergere i piedi in un ruscello o una vasca idromassaggio.I benefici che questa pratica rega-la, si ripercuotono sia a livello fisico che psicologico. Eliminando la pel-le morta, i Garra Rufa rilasciano uno speciale enzima, il Dithranol, la cui azione rigenerante permette una ra-pida crescita della nuova epidermide, che nasce luminosa, levigata e soffice. I pori si liberano, si favorisce la mi-crocircolazione del sangue e si elimi-nano batteri e cattivi odori che i piedi possono generare. Inoltre, le piccole labbra dei pesci, stimolando deter-minati punti dei piedi ne alleviano all’affaticamento. Azione esfolian-te, defaticante e disinfettante quindi. Ma anche l’equilibrio interiore ne giova. Una pedicure di questo tipo of-fre un effetto rilassante globale che porta serenità. Un ritrovarsi con la natura che dà vita ad un’armonia con sé stessi e con l’ambiente esterno creando una soddisfazione psicolo-gica non indifferente. Come se non bastasse, è particolarmente consi-gliata a chi soffre di malattie della pelle come psoriasi, dermatiti, ecze-mi, macchie da vecchiaia, duroni ecc

Un’esperienza unica, assi-curano i centri specializ-zati in fish pedicure, per donare benessere, relax e calma. Questa procedura

all’avanguardia, però, è stata ogget-to di critiche. Soprattutto in Francia e Usa, sono state emanate diverse ordi-nanze circa i rischi di infezione dovuti alla mancata rigenerazione dell’acqua delle vasche, possibile responsabile della trasmissione di batteri e virus. Impossibile, però, aggiungere dei di-sinfettanti all’acqua, pena la morte

dei piccoli animali. Qual è, quindi, la soluzione per chi vuole usufruire di questo servizio? Informarsi, innan-zitutto, sugli standard qualitativi dei centri specializzati in fish pedicure, assicurandosi che questi effettuino i dovuti controlli e che vengano a loro volta controllati da enti superiori. E’ importante pretendere dagli operatori a cui ci si rivolge la massima igiene e assicurarsi che il centro in questio-ne rispetti le norme di disinfezione e pulizia degli strumenti non usa e getta. Insomma, non affidatevi al pri-

mo negozio sotto casa che vi capita. Al fine di evitare spiacevoli controin-dicazioni, bastano piccole attenzioni. Evitare di sottoporsi al tratta-mento nelle 24 ore successive alla depilazione delle gambe, ad esem-pio, perché la pelle potrebbe presen-tare mini ferite dovute alla rasatura. Questo tipo di pedicure rimane, in ogni caso, off-limit per gli soffre di diabe-te, ha un sistema immunitario debole o è soggetto a ferite ed escoriazioni.

“pretendere sempre

la massima igiene“

Centro Fish Pedicure a Torino in Corso A. De Gasperi 40.Per informazioni sul centro visita il sitowww.fishtherapycrocetta.it - Fotografia di Guido Montalbano.

Lia Bracconeri

Bellezza e Benessere / Benessere

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Eccolo. E’ arrivato: maggio. La primavera che fa capoli-no è preludio di quella paro-la che proprio non vorrem-mo sentire: la temutissima

prova costume. Gli indumenti si fanno più leggeri, diminuiscono e ci si guar-da più spesso allo specchio. E l’occhio cade proprio lì, in basso, sul punto debole di tutte le donne: la cellulite.E’ un po’ come la dea bendata, cieca, infatti non fa sconti a nessuno, colpi-sce 9 donne su 10. Che siate grasse o magre non fa differenza, la celluli-te non è una questione di peso. E’ un disturbo dovuto all’accumulo di tessuto adiposo ovvero di grassi e di ristagno dei liquidi che si ma-nifesta maggiormente su cosce e glu-tei. Ciò dipende dagli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, che con la loro azione di ritenzione idrica rom-pono le cellule del tessuto adiposo facendo sì che il loro contenuto (i tri-gliceridi), si distribuisca sotto la pelle, gonfiandola e creando dei cuscinetti.

Sembra terribile vero? In un certo senso lo è, soprat-tutto quando si rimane in bikini. Ma non c’è da di-sperare, due mesi sono suf-

ficienti per arginare la situazione.Quindi, se pensate che sia già troppo tardi per correre ai ripari vi sbagliate di grosso. Un modo per arrivare pre-parate all’estate c’è ed è fatto di piccoli accorgimenti che, attuati per tempo, migliorano i nostri punti critici. Molto spesso, infatti, lo stadio della celluli-te è aggravato dalle cattive abitudini. Eliminiamo subito un falso mito: le creme. Ci sono pareri molto discor-danti sull’argomento, chi ne assicura la miracolosità, chi le ritieni pressoché inutili. E invece servono. Applicare idratanti, tutti i giorni, sulle par-ti colpite dalla cellulite elasticizza i tessuti. La pelle poco elastica è una delle cause maggiori dell’inestetismo.

All’interno dell’alimen-tazione, che dev’ssere sana ed equilibrata, con un quantitativo mag-giore di frutta e verdura

rispetto agli altri cibi, il sale va ri-dotto al massimo. Un buon meto-do, è quello di salare i cibi solo a fine cottura. Così facendo si assume il 20% in meno di cloruro di sodio. Cibi anticellulite? Si, esistono: le carni bianche, il pesce e le uova, ricchi di proteine, i cibi integrali che hanno un effetto detox, i legu-mi che contengono potassio e ferro. Siamo fatti per il 70% di acqua ma ne abbiamo costante bisogno. 2lt è la giusta quantità da bere gior-nalmente, perché elimina le sco-rie e i liquidi in eccesso, rendendo la pelle tonica ed elastica. Se fate dif-ficoltà, potete ingerirne una par-te sotto forma di tisane o thé verde (ottimo acceleratore metabolismo). Gli eccessi da evitare, inve-ce, riguardano l’alcol, il caffè

CELLULITECOMBATTERLA IN TEMPO PER L’ESTATE

e il fumo, colpevoli di ritenzio-ne idrica e cattiva circolazione.Tallone d’Achille di molte, l’attivi-tà fisica rimane ai primi posti tra i nemici dell’inestetismo maledetto. Il tempo è spesso tiranno e seguire un vero e proprio sport non è possibi-le. E’ sufficiente una camminata a passo veloce di 30/45 minuti al giorno. Ci sono molte app per smar-tphone, come Runtastic, che, se at-tivate durante il movimento, a fine allenamento indicano le calorie bru-ciate, la distanza percorsa e l’andatu-ra mantenuta. Il tutto, poi, può esse-re condiviso su Facebook & Co. Una battaglia anticellulite molto social!Un vero e proprio gesto anticelluli-te è il massaggio. Quando spalmi la crema, massaggia cosce e glutei con movimenti circolari ed energici, par-tendo dal basso verso l’alto. Alterna i gesti rotatori a piccoli pizzichi, facen-do ruotare la pelle sotto le dita, que-

Lia Bracconeri

sto su tutta la zona delle cosce. Una o due volte alla settimana, puoi eseguire quest’operazione mentre fai lo scrub, magari fatto in casa con miele e zuc-chero. Addio pelle a buccia d’arancia!

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CELLULITEBellezza e Benessere / Benessere

“Niente alcol, fumoe caffè”

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THESHADOWSOF GREY BacKSTaGE

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Angelo Cascione Videomaker

Gloria Biondino Production & Assistant

Iris Schiavone Make-up artist

Antonio Candido Hair stylist

Valentina D’Andrea Make-up artist

Mauro Lorenzo Photographer

Backstage

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SpRINGFREEDOM BacKSTaGE

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Location -Spazio Vela18 , Studio fotografico, Milano

Sofia MottaMake-up artist

Phantip KarunkornStilist assistent & Student

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