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    RAFFAELE MORELLI

    IL SESSO È AMORE

    Vivere l'eros senza sensi di colpa

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    Quante domande inutili ci facciamo quando parliamo d'amore: "È la persona giusta?", "Durerà?", "Sto amando in modo sbagliato?". Esoprattutto: "Ma fra noi due è sesso o amore?". Il sesso è amore, il veroamore. Il resto sono sentimenti più superficiali, più ragionati, meno veri:l'amore è tutto nell'evento del sesso, non c'è nient'altro da cercare o dasapere. Raffaele Morelli torna ad affascinarci e provocarci con un librointenso e rivoluzionario sul sesso. Prendendo di petto e in contropiede lanostra morale e il nostro pensare comune, lo psichiatra ci mette faccia afaccia con una verità potente e ineludibile: «Siamo davvero noi stessisoltanto quando facciamo l'amore». È attraverso il sesso, infatti, che siesprime la nostra anima più genuina, perché la forza divina dell'erostravolge tutte le impalcature razionali che tengono imbrigliata la nostranatura profonda. Dunque non dobbiamo fare altro che ascoltare il desiderioche ci nasce dentro e lasciarci guidare soltanto dal piacere. Sta arrivando peraiutarci a rinascere, per fare sbocciare di nuovo il fiore che è dentro di noi.

    Dello stesso autore nella collezione OscarAma e non pensareCiascuno è perfettoCome amare ed essere amatiCome essere felici Come trovare l'armonia in se stessiLa felicità è dentro di te

     Non siamo nati per soffrireLe piccole cose che cambiano la vita

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    Indice

    Introduzione

    1 Non pensare a come andrà a finire2 "Tra noi due è sesso o amore?"3 Segui soltanto il desiderio4 Il "per sempre" fa male all'amore5 "Ho sposato l'uomo sbagliato"6 Ama a modo tuo7 Quante parole inutili...8 Fare l'amore ti fa bene

    Conclusioni

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    Introduzione

    Questo libro si basa su una premessa che il lettore troverà riaffermata inogni capitolo. La premessa è questa: l'amore è una forza autonoma,indipendente, autosufficiente, e svolge una funzione cosmica, quella di

     permettere a ciascuno di noi di realizzare il suo destino.L'errore più grande e più comune è quello di credere che ci siamo

    innamorati di qualcuno. Non è così! È l'anima che è entrata nello statod'amore, vale a dire in quello stato erotico che nelle parti inferiori del corpo,negli inferi appunto, crea la vita animale. In alto invece, nel cielo dellacoscienza, determina lo sviluppo spirituale dell'anima.

    Il fuoco dell'amore, quel desiderio che proviamo nel versante psichico, èla forza che ci porta verso la realizzazione della nostra vera natura, dellanostra vocazione, della nostra indivisibilità.

    In pratica sto dicendo che esiste solo l'attrazione sessuale, la quale possiede diverse sfumature, a seconda del nostro sguardo, del nostro mododi percepirla. Questa attrazione si manifesta nei genitali con secrezionispermatiche o vaginali, nel cervello invece prepara lo sviluppo della nostraessenza, del nostro vero Sé. Possiamo evolvere solo se viviamo dentro ildesiderio erotico, che è la forza trasmutatrice e trasformatrice della nostraanima, verso la sua e la nostra realizzazione.

    Questo desiderio è amore, il resto è solo illusione e autoinganno. In realtàquello che chiamiamo amore è quasi sempre solo attaccamento all'altro, ècioè il tentativo di salvaguardare il nostro piccolo Io da una forza cosìimmensa e incontrollabile, come quella erotica. In realtà facciamo l'amorenon perché ci piace qualcuno, ma semplicemente perché l'amore è sceso incampo e si è scelto qualcuno adatto a noi, pronto a fare vibrare la nostra

    anima, ad accenderla per portarci verso la nostra fioritura.Per questo mai come nell'amore dobbiamo imparare a essere soli: l'amore

    viene per farci partorire l'essere sconosciuto che ci abita e non per legarci aqualcuno per sempre.

    È l'amore che è eterno di per sé, non il contatto con l'uno o con l'altro, nonle relazioni che vengono quasi sempre rivestite di proiezioni, di sguardioffuscati. L'amore non vive nel tempo e, come tale, va detto subito che ladurata non è il parametro su cui soffermarsi. Non c'è domanda peggiore chechiedersi se un incontro d'amore durerà: naturalmente domandarselo

    significa ragionare come tutti gli altri, secondo una logica basata sui

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     peggiori luoghi comuni. Poiché Eros vive nel Senza Tempo, detesta ledomande: chiedersi se è la donna o l'uomo ideale, se è la persona giusta per

    noi, se ci sposeremo, se si separerà per venire a vivere con noi, significauccidere le leggi dell'amore.Tanto per essere chiari - e questo libro è dedicato proprio a questo - la

    cosa peggiore che possiamo fare per noi stessi è domandarci sel'innamoramento finirà per diventare un matrimonio, un'unione stabile.

     Nel libro che ha preceduto questo1 mi sono soffermato a lungo sui danniche fanno i pensieri quando ci innamoriamo. Siccome siamo diventatiun'umanità di ragionatori e di pensatori, "l'amore vero" e le sue leggi sonoquanto mai distanti dalla nostra vita. Tutti parlano dell'amore chevorrebbero, del loro sogno di innamorarsi, ma in realtà stanno pensandosempre a se stessi, a come far perdurare il loro Io, le loro convinzioni, laloro visione della vita. Ma Eros- Amore non ha schemi: è una forza libera eviene proprio per distruggere le certezze in cui siamo rinchiusi. In realtàtutti si innamorano di sé e sognano l'amore per rafforzare la propria identità.In poche parole per diventare sempre più uguali a ciò che già sono. Siamospecialisti nel distruggere gli amori e l'amore...

    Se nell'altro libro mi soffermavo sul pensiero e sul ragionamento comeveri nemici dell'amore e dell'anima, in questo mi soffermo sulla necessità discomparire - sì, di scomparire - quando ci innamoriamo. Qui parlo deicodici dell'eros e dell'amore, che non devono mai, assolutamente, essereseparati l'uno dall'altro.

    L'amore è attrazione, desiderio, piacere... e basta! Niente domande, né progetti, né fantasticherie di futuri matrimoni, né

    schemi in cui inserirlo. I codici dell'amore vanno compresi: da loro dipendeil nostro destino. Innamorarsi significa cantare un inno a un dio sconosciuto,a una forza che serve a esaltare i tesori nascosti nella carne. Godiamo non

     perché così la specie si propaga, come direbbe qualche imbecille, ma perchéin ogni orgasmo è nascosta la scintilla della nostra evoluzione personale e

    collettiva. Questa scintilla è la cura dei nostri mali, possiede l'energia per portarci dove dobbiamo andare.

    Ci innamoriamo e facciamo l'amore perché il nostro lato sconosciuto, il buio che ci abita, si esalti e faccia volare la nostra essenza, le metta le ali ela porti verso i suoi veri talenti, verso la sua vocazione, verso ciò che siamo

     per davvero e naturalmente, senza quella artificialità che recitiamo a noistessi e agli altri, come ricordava Cèline. È vero che quasi sempre parliamodei nostri amori, li raccontiamo come se fossimo su un palcoscenico.

    La verità è che non siamo mai veramente noi stessi se non quando

    facciamo l'amore, e non realizziamo veramente ciò che siamo se non siamo

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     pronti a sentire il piacere che ci travolge, ci sommerge, ci incalza, citrascina. Verso dove? Verso nessuna destinazione che conosciamo, verso

    nessun luogo del passato e quindi dei confronti. Mai paragonare questoamore con quelli che sono capitati prima!Quindi questo libro bandisce a tutti i costi e in ogni suo passo l'idea che

    esistano amori della carne e amori dello spirito, amori erotici e amori puri,amori migliori e peggiori. Chi distingue la sessualità dall'amore causa a sestesso e agli altri danni irreparabili. "Dobbiamo renderci conto" comediceva Marie-Louise von Franz "che la carne è un aspetto del divino, unarivelazione divina, e che la sessualità è qualcosa di divino."1 Vi sono gioiellidentro il nostro corpo, come pensano gli alchimisti, che vanno estratti,esaltati, perché realizzino la nostra fioritura.

    A questo serve l'amore: non a formare una buona coppia... Buona secondoquali schemi? Che non si litighi mai, che si faccia l'amore per fare figli, onelle feste comandate? O che si sia trasgressivi? Secondo quali criteri lei èla Principessa e lui il Principe Azzurro? Fateci caso, cari lettori, ciavviciniamo all'amore con schemi vecchi, logori, costruiti sui peggioriluoghi comuni...

    Il codice fondamentale dell'eros, dell'amore e dell'attrazione, che sono leleggi dell'anima erotica, è l'estraneità. Sì, proprio l'estraneità, cioè lo stato dinon sapere e di oscurità dell'Io. "Voglio sentirmi un estraneo" è quello chedobbiamo dirci quando arriva l'amore, in modo da accorgerci delle novitàche l'anima ci manda, quali nuovi interessi sopraggiungono, quali incontriarrivano, quali magie si formano intorno a noi.

    Le coppie che parlano del loro passato, che si raccontano tutto, chefantasticano una vita a due dove condividere ogni cosa, perdono quel buio,quel mistero, quello stato di inconoscibilità, che è la casa dell'amore.L'amore si rinforza ogni giorno di più nel mistero, nell'assenza di progetti,nel piacere che gli amanti si danno sempre più forte, nel sentirsi una solacosa e nell'espandersi del desiderio.

     Nel libro precedente vi invitavo a vivere gli amori senza pensieri, chesono il loro vero nemico, il loro vero veleno. In questo rivolgo ai lettoril'invito a lasciarsi trasportare, travolgere, inabissare dal desiderio,semplicemente guardandolo, percependolo, senza domande. Percepire ildesiderio, secondo Piatone, è portare l'anima in quello stato in cui èvicinissima alla sua luce più grande, al suo divenire, al suo vero destino.Durante l'amore, e dopo l'amore, percepire è una parola d'ordine

    1

      Marie- Louise von Franz, La gatta: una fiaba sulla redenzione del femminile,Magi, Roma 2008, p. 111.

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    fondamentale. Sì, non pensare a come è stato e a cosa sarà, ma guardarecosa accade, con gli occhi estranei di chi guarda se stesso e la vita come un

     panorama.Sabrina, 38 anni, mi dice che dopo ogni incontro sessuale col suo amante,dove si sente coinvolta come mai le è capitato, le arrivano intuizioni sullavita che mai avrebbe pensato, nasce in lei una chiaroveggenza, vede comeandranno le cose intorno a lei, scopre i vizi nascosti delle persone, si sentetalentuosa e creativa nel lavoro e gli uomini la corteggiano come mai lesuccede abitualmente. "Forse nei miei occhi ci sono i raggi dell'amore e glialtri se ne accorgono."

    A ciò è dedicato questo libro: a scoprire che l'amore e lo sguardo devonocamminare di pari passo, potenziandosi l'uno con l'altro, l'uno nell'altro.

     Non faccio l'amore con lui o con lei, ma con gli dèi Eros e Venere che sonocollocati nella carne degli amanti, e solo i miei occhi che guardano la miaattrazione e il mio desiderio sono capaci di liberare le energie spirituali, chesi accendono solo con il fuoco del desiderio. Così ogni scintilla orgasmica

     prepara l'evoluzione dell'anima.Come si fa a sapere se quello che viviamo è un buon amore? Dal fatto che

    nella vita ci succedono cose sorprendenti, inaspettate, che la nostra esistenzasi svolge senza sforzo, senza fatica e che ci capitano dei veri e proprimiracoli... Non va dimenticato che Eros è una forza cosmica ed è in gradodi farci vibrare con tutto l'universo e, come tale, di procurarci, come una

     provvidenza, ciò che è necessario per la nostra evoluzione.A cosa serve lo sguardo? Gli occhi sono capaci di portare il cervello nella

    luce, proprio come l'orgasmo, che è una scintilla di luce cosmica. Per questoil chassidismo riteneva che un vero amore avesse bisogno non di giudizi,

     pareri o pensieri, ma della luce dello sguardo interiore.Percepire la mia estraneità nell'amore significa guardare l'eros senza

    commento, significa accorgersi che esistono due luci: quella del piacere equella degli occhi. Percepire se stessi durante il desiderio significa

    illuminare l'eros, renderlo capace di ogni prodigio. Naturalmente il prodigio più grande è quello di non attaccarci alla persona che pensiamo,erroneamente, ci stia procurando tutto questo. Già, perché l'eros e l'amore eil desiderio sono tanto più potenti quanto più fanno incontrare due libertà,cioè due esseri indipendenti, due nature che non si attaccano l'una all'altra,che non si masturbano di ragionamenti: allora liberano le sostanze creativedell'essenza interiore.

     Non sono innamorato di lei o di lui, ma di un dio sconosciuto che vuole portare a destinazione l'essere che sono. Solo così scopriremo i tesori e i

     poteri dell'amore. Questo perdersi, questo inabissarsi, questo lasciare fare

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    all'amore... solo questo è il compito che la vita ci affida. Chi resiste e mettedavanti il suo Io, i suoi presunti bisogni, chi non scalfisce le proprie

    certezze, avrà da Eros le più brutte sorprese. Chi non si lascia infuocare, chiresiste, chi fa domande, chi ne parla con gli amici, chi fugge, chi controllanon è degno di sedersi alla mensa di Amore. Chi ha dubbi, chi ragiona, chivuole spiegare e capire l'anima è ancora meno degno. Chi si abbandona, chisi sente solo e accetta questo stato, chi non fugge, chi non fa strategie, chiama e basta e guarda cosa gli accade... stia certo che Eros gli regalerà lacosa più preziosa che esiste: la realizzazione di se stesso e dei suoi tesori.Un brutto destino invece attende chi fa calcoli, chi programma, chi si chiedese è solo sesso... Insomma chi non si gode ciò che arriva e non lo lascia cosìcom'è.

    L'anima quasi sempre provvede a farci incontrare gli amori giusti, siamonoi a complicarli con i nostri giudizi. E poi occorre sapere che l'amore è un

     balsamo, il più potente di tutti i farmaci. Ci innamoriamo per curarci, perguarirci, per evolvere, non per attaccarci a qualcuno. E men che meno permettere gli amori che arrivano nel nostro progetto di vita. Più di tutto, Erosha bisogno della nostra estraneità: allora il suo regno non viene piùdisturbato e può inondare la nostra vita di gioia di vivere, di quel fuoco checura e sazia come nient'altro. Per questo faccio mie le parole di Farid od-Din Attar: "Per amare non si possono avere secondi fini; si deve essere

     pronti a gettare nel fuoco cento mondi".2 Sì, gli amori giusti sono quelli che arrivano senza pensieri, senza

    intenzioni, senza codici morali (o meglio moralistici), senza interferenzedell'Io. Quelli in cui chi si innamora non ha niente da dirsi e niente da dire.In cui è solo sguardo dell'anima. Sì, perché l'eros deve fare partorire aognuno di noi, nel cervello, il proprio bambino, cioè la propria realizzazioneinteriore. Per questo quando siamo in balia dell'amore spesso ci sentiamosoli. Perché tocca a noi, perché riguarda noi usare le forze erotiche perrealizzare il sogno dei sogni: essere se stessi.

    2 Martin Buber, Confessioni estatiche, Adelphi, Milano 2002, p. 57.

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    1 Non pensare a come andrà a finire

    Si deve partire dall'anima, cioè da quella capacità di tramutare il seme in pianta, in fiore, in frutto. Così in natura, così dentro di noi. L'anima èconcreta, così concreta da essere stata capace e di essere capace di prenderequella cellula fecondata che eravamo in un utero e di portarci a essere ciòche siamo adesso... L'anima ci ha costruito e ci costruisce incessantementele ossa, i reni, il cervello, il cuore, la pelle: questo corpo che vediamo allospecchio. "L'anima" scriveva il filosofo Étienne Gilson "non fa soltantomuovere il corpo; essa prima di tutto fa che un corpo sia." Può forse essercinemica quella forza misteriosa che crea l'essere che siamo? Oppure c'è unerrore di percezione del nostro Io, come se passassimo il tempo a vedere ciòche non siamo, a cercare ciò che nel profondo non ci interessa, a perderci ea inseguire progetti che non riguardano la nostra essenza? Come fa l'anima a

     parlare a chi ha già in mente dove andare? I codici dell'anima non sono icodici del nostro Io: anzi, stanno agli antipodi. Noi viviamo nelledefinizioni, l'anima non sa che farsene!

    Qualche giorno fa a ognuno dei partecipanti al gruppo del giovedì hochiesto di chiudere gli occhi. Ho fatto fare un esercizio semplice, che si puòripetere facilmente da soli. A ciascuno ho chiesto di concentrarsi su quellache era la causa dell'insoddisfazione, dell'infelicità della sua vita. Non hodomandato di raccontarla, ma semplicemente di vederla, di guardarla. In

     pochi secondi tutti avevano la risposta: vale a dire, ogni persona del grupposapeva che cosa non andava bene nella sua vita e quale era il motivo chescatenava la scontentezza. Tutti quelli che socchiudono gli occhi, in pochiistanti sanno sempre cosa non va bene, che cosa non funziona nella loroesistenza e da cosa è causato. Lo sanno o credono di saperlo? La differenza

    è sostanziale e decisiva ed è da qui che si forma il nostro destino.Per Marcello la risposta è che la sua infelicità dipende da un matrimonio

    sbagliato, per Roberta dalle litigate incessanti con la figlia, per Alessia lasua sfortuna è dovuta a un figlio che si droga, mentre per Antonella la vitanon sarà mai più quella di prima perché lui se ne è andato. Non èsbalorditivo che in un mondo pieno di incertezze, travolto dal traffico percui ogni imbocco di autostrada può portarci a incidenti e a sventure, pienodi violenza, di aggressività che possiamo incontrare tornando a casa tutte lesere, la nostra attenzione, la nostra idea di infelicità siano centrate su un

    motivo, solo su un motivo di insoddisfazione? E in più, la stragrande

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    maggioranza delle cause di infelicità che si scoprono chiudendo gli occhi,dipende dall'amore, dalla sensazione di non avere vicino la persona giusta,

    oppure dal rimpianto di chi non c'è più, o ancora da un abbandono o da unaseparazione. "Sto male perché Francesco mi ha lasciata tre anni fa, solo perquesto" mi dice Annalisa in un colloquio. Chi l'avrebbe detto che bastachiudere gli occhi per un attimo per avere la risposta sulla causa del disagiodi vivere che ci incalza?

    Da dove arriva la sofferenza... non puoi capirlo

     Negli anni ho imparato che la vera malattia del nostro secolo è ladispercezione: cioè tutti credono di vedere e di sapere quello che li rendenon appagati, ma vedono male e si sbagliano sempre. Se credi che un amorefinito sia la causa del tuo disagio, se credi che tutto il tuo essere sia e saràturbato da un evento, significa che sei lontano, lontanissimo dai codicidell'anima... Siamo noi, è il nostro Io che identifica il problema. L'anima èdisidentificata. L'anima non pensa... Tutti credono di sapere la causa, cicredono a tal punto che in pochi secondi a occhi chiusi la trovano subito, laidentificano e in lei vedono la ragione del loro malessere, della loroinsoddisfazione, della loro angoscia. Il mio lavoro di psicoterapeuta consistenell'esatto contrario: nel non identificare la causa del malessere.

    Se non sai la causa, c'è molto da fare: se la sai già non c'è speranza...Ritengo che questo sia il modo migliore per fare lavorare l'anima. Sì, perchéla cosa peggiore che ciascuno di noi può fare, una volta individuata la causadel suo dolore, è quella di mettersi in moto, di reagire, di correggere ildanno, l'errore. Vale a dire che se credo che la mia vita vada male a causadel mio brutto carattere, inizierò una lotta con me stesso per cercare di

     bloccarlo, di domarlo, di tenerlo a bada.Quante serate ho passato a dirmi che non devo essere così civetta con gli

    uomini, perché finiscono puntualmente per trattarmi come quella

    dell'avventura di una notte. Quante serate ho provato a fare la donna dasposare, ma puntualmente ho fallito. E ora sono più sola di prima.

     Nelle parole di Antonietta c'è la trama di un destino, che si puòriassumere così: sono sola perché sono una civetta, una donna leggera,sbagliata e, come tale, nessuno potrà mai amarmi così o stare con meseriamente. Antonietta ha dato una definizione di sé: non si è chiesta se eragiusta o sbagliata. L'ha semplicemente fatta sua, si è attenuta a questa ideadi sé. Quando le ho fatto chiudere gli occhi e le ho chiesto che cosa nonandava bene nella sua vita, la sola cosa che le è venuta in mente subito è

    stato il suo carattere civettuolo. Antonietta non ha pensato neppure per un

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    attimo che potesse semplicemente essersi sbagliata, che lei forse era tantealtre cose, che la sua essenza non sapeva che farsene delle sue definizioni

    sul carattere civettuolo.Tutti hanno una definizione in mente per se stessi, tutti sanno chi sono ecome sono e tutti naturalmente... non si vanno bene. "Se il mio carattere nonva bene bisogna che lo corregga, altrimenti commetterò sempre gli stessierrori e per me non c'è speranza." Queste sono più o meno le parole che tuttidicono a se stessi: non sanno che quelle parole che si dicono stancanol'anima, che le impediscono di fare il suo vero lavoro che è trasformareciascuno di noi da seme in fiore...

    Sono le illusioni il vero veleno

     Naturalmente se nella mia vita c'è qualcosa che non va bene e so cos'è, miimmagino automaticamente che il benessere verrà solo quando "avròrimesso le cose a posto", come mi scrive Giuseppe. Poiché rimettere le cosea posto è la cosa più difficile del mondo, come far tornare un amore perdutoè pressoché impossibile, e altrettanto impraticabile è trovare qualcuno chegli assomigli, ragionando così siamo destinati a uno stato di insoddisfazione

     permanente. Che è poi quello che capita alla stragrande maggioranza delle persone.

    Ogni nostra credenza è un'identificazione e, come tale, un'illusione el'illusione è il veleno più nocivo per l'anima. Così quando sento le startelevisive che si definiscono solari, o gelose, o generose mi viene dasorridere... Non sanno che stanno parlando solo di una proiezione, di unaillusione di sé che, prima o poi, compirà danni devastanti sul loro essere.Quello che credi di essere è il tuo più potente nemico, la tua tossina, cheintossica l'essenza. Idem quello che credi che non vada bene nella tua vita.

    Sforzarsi di diventare la persona giusta, quella che abbiamo in mente,oppure cercare di eliminare quelle che crediamo le cause del nostro

    malessere è forse l'illusione peggiore... Se infatti io non sto male per ilmotivo che mi sono messo in mente, sforzarsi di eliminarlo o di correggerloè rispondere con un'illusione a un'illusione. Questo è un veleno mortale. Visono persone che passano anni, se non tutta la vita a cercare di rimediare aun'illusione. "Sono dieci anni che penso che se lui non mi avesse lasciata,avrei vissuto un'altra vita" mi scrive Daniela, 43 anni. Giuliana invece lotta"da tanti anni" col suo "carattere sbagliato, senza alcun risultato", credendoche la sua ira, la sua permalosità abbiano rovinato il rapporto più bello chele sia mai capitato e, aggiunge, "che mai più potrà tornare". Forse le sarebbe

    stato d'aiuto Schopenhauer che in età matura, dopo tanti anni e tante

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    delusioni, ha compreso che il nostro carattere va accettato così com'è, perché è una voce forte, indelebile dell'anima. Solo accogliendolo e non

    contestandolo e smettendola di cercare di correggerlo può farci i regalidell'anima. In nessun altro modo! Sentite cosa dice Schopenhauer:Appena superata la pubertà, avevo già capito quale fosse la mia posizione

    nel mondo e rispetto al mondo con sufficiente chiarezza per applicare allamia condotta di vita il detto di Chamfort: "C'è una saggezza superiore aquella che di solito è chiamata con questo nome, essa consistenell'assecondare arditamente il proprio carattere, accettando con coraggiogli svantaggi e gli inconvenienti che può provocare".3 

    Il grande filosofo aveva compreso che noi non dobbiamo giudicare lenostre tendenze, ma accoglierle, accorgerci della loro presenza, senzacommentare. L'anima vive nell'adesso, solo nell'adesso: questo è il suocodice più importante. Quando mi dico che nella mia vita c'è qualcosa chenon va bene, io non sono nell'adesso, sto ragionando su qualcosa che èaccaduto o sto identificando un problema come se fosse sempre presente, ilche non è, e quindi non sto facendo lavorare l'anima... E se lei è la forza chetrasforma il seme che sono nel mio fiore, ogni volta che le parlo diun'illusione, ogni volta che credo di individuare la causa del mio malessere,ogni volta che mi dico che non vado bene, l'anima si sente impotente,

     bloccata, frastornata, inaridita. Così facendo le togliamo la sua potenzaterapeutica.

     Non cercare di correggerti, crei solo disturbo

    Per l'anima non esiste niente che perdura, niente che accade oggi cheabbia la spiegazione nel giorno prima. Il filosofo francese Gilles Deleuzeafferma: "Essere una persona è un processo che non ha fine. La persona èsempre in statu nascendi".4  Anzi l'anima crea l'essere che sono senzaragionamenti, senza spiegazioni. Come non c'è mai una pianta uguale al

    giorno prima, così nessuno di noi assomiglia a quello di un'ora fa. Come è possibile allora che ognuno sappia che il malumore, il disagio deriva daqualcosa che è accaduto tempo prima?

    Il nostro Io vive nel tempo, l'anima è senza tempo. Vivere nel tempo, nel passato e nel futuro, è la più grande illusione, seconda solo a quella dicercare le cause dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni, delle nostre

    3Arthur Schopenhauer, L'arte di conoscere se stessi, Adelphi, Milano 2003, p. 41.4

     Gilles Deleuze, Felix Guattari, Che cos'è la filosofia?, Einaudi, Torino 1996, p.174.

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    angosce. Quelle che noi chiamiamo le cause e che cerchiamoinevitabilmente di correggere, non sono le vere cause, ma quelle che il

    nostro Io ha identificato come tali.Mentre credo di stare ancora male perché qualcuno mi ha lasciato, io sonogià mutato tantissime volte, anche se non me ne accorgo. Quelle che chiamocause sono solo le mie identificazioni, cioè illusioni che non esistono... E,siccome non esistono, facciamo ancora peggio a cercare di correggerle, acercare di mettere le cose a posto. Il che vuole dire rispondere a un fantasmacon un altro fantasma... Tutto ciò in cui mi identifico, non è la mia anima,non ha niente a che vedere con lei... e quindi con ciò che sono per davvero.

    Quell'esercizio a occhi chiusi sulla ricerca delle cause di una vita nonsoddisfatta, rivela solo che siamo lontani dall'anima, che viviamo con il

     peggiore dei fantasmi che è il nostro Io, che crede di essere sempre uguale, perenne, che tutto sa, che tutto definisce, che tutto conosce, che parla di passato e di futuro, che dà un senso di permanenza a ciò che è mutabilecome il vento: l'anima. Ci vogliono molti anni per comprendere chel'inquietudine e l'incertezza sono voci profonde dell'anima. ScrivevaEraclito:

    Per quanto tu cammini e anche percorrendo ogni strada, non potrai mairaggiungere i confini dell'anima: tanto profonda è la sua vera essenza.5 

    I grandi Saggi sono così: non hanno il senso delle definizioni, sono comesono e basta!

    Dobbiamo imparare da loro che sanno che la causa di un dolore dura solose noi continuiamo a pensarla e a ripensarla, a crederle. Credere è il

     peggiore nemico dell'anima. Alle persone che chiudono gli occhi e chesanno cosa non va bene nella loro vita, io racconto tutto questo. In un attimotutti comprendono che la causa dei loro mali se la sono messa in testa loro e,come tale, non esiste, ma poiché viene creata dal nostro Io, si insinua alnostro interno e ci fa credere di essere quello che non siamo.

    Devi allenarti a percepire la vita

    L'esercizio successivo è quello di guardare il senso di disagio, diinquietudine, di insoddisfazione. Percepirlo e basta, senza avere in mentenessuna causa. Percepirlo perdendosi dentro il disagio, facendosi travolgeree annientare. Ma senza alcun ragionamento. Questo è un modo perdiventare impersonali, estranei... "L'unica cosa che non va bene nella miavita è il mio lavoro, il resto funziona benissimo, amore compreso" (Barbara,

    5 Eraclito, Dell'origine, Feltrinelli, Milano 2007, p. 181.

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    38 anni). Nessuno sa che quello che identifica come sbagliato, lo stacreando. Ogni volta che credo in qualcosa infatti la porto nell'anima, che

    così non ha più strumenti per intervenire. La sostanza che mi sta creandoviene portata nell'illusione e si perde...Le parole giuste da dirsi sono: "Adesso, alle 15.30, percepisco che il mio

    lavoro non mi piace. Anima mia, fai tu". E poi non pensarci più. Se ci sivuole accostare all'anima, dobbiamo cambiare il modo di stare con noistessi, dobbiamo imparare un altro modo di vivere. L'anima non vive nellecause, non pensa, non ragiona: l'anima fa! Senza che io me ne accorga stafacendo l'essere che sono, sta realizzando la mia predisposizione, la miavocazione innata, come avrebbe detto Schopenhauer. Il problema centrale èche l'unico che non se ne accorge sono io.

     Nel tentativo di identificare il motivo del mio malessere, non mi accorgoche l'anima è impersonale, che vive un'altra dimensione del mio essere,dove non esiste il tempo, dove non c'è il prima e il dopo e dove soprattuttole cose non hanno spiegazioni. Spiegare, interpretare, capire, ragionare sulleemozioni, sui sentimenti, sugli affetti riempie la nostra essenza di tossine,che la avvelenano, la indeboliscono, non le permettono di fare quello che leisa fare perfettamente e cioè realizzare la mia vera natura. Così, Adele èlontanissima dalla sua vera essenza, quando scrive:

    Mi sono innamorata di un uomo al punto di voler vivere con lui, ma luivuole rimanere con la sua famiglia e anche con me. Ho pianto per mesi, luimi è stato accanto, ma per non disturbarmi si è comportato come un amico,dicendomi che è il mio amante, ma sta aspettando che ritrovi il mioequilibrio. Ora io mi sono rassegnata e ho capito che era semplicemente uncampanello d'allarme che mi indicava di cambiare alcune cose della miavita, ho ritrovato l'equilibrio, ma lui è diventato un sogno senza futuro. Unaforte riconoscenza mi tiene legata a lui, vorrei mantenerlo almeno comeamico, ma lui vuole essere anche il mio compagno in una vita parallela,questo mi mette in difficoltà perché è un continuo stimolare i sogni nel

    cassetto, ma quando cerco di allontanarmi piango.Adele si è dimenticata che l'anima è sempre in equilibrio: come potremmo

    vivere se qualcosa dentro di noi non "sapesse" dove mettere gli organi al posto giusto, farci crescere i capelli, distruggere e ricreare le cellule delsangue?

    Innamorati e non pensare a come andrà a finire

    Sono i nostri pensieri, i nostri ragionamenti che squilibrano l'anima, come

    la nostra dannata voglia di portare il nostro Io sempre e solo nel tempo.

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    Piangiamo per mesi perché non stiamo facendo l'unica cosa che va fatta ecioè percepire il desiderio, l'amore che proviamo, le sensazioni che

    arrivano, invece di preoccuparci di come andrà a finire. L'anima ci procuragli amori per portarci nel Senza Tempo e cioè nella sua casa, che è la nostravera natura. E non per farci programmare una nuova vita, per cambiareabitazione, per vivere con qualcuno, insomma per un futuro che verrà.L'amore viene per squilibrare le nostre certezze, le nostre aspettative, inostri progetti, cioè tutte le illusioni dell'Io...

    "Mentre la mente lotta per andare in una direzione" scrive LaRochefoucauld "il cuore spinge impercettibilmente verso l'altra."6 Cosa vuoiche importi all'anima se lui o lei vengono o no a vivere con te?

     Nell'attrazione erotica che l'anima ci procura, nella scelta di un partner stacercando di riempirsi di desiderio, che è la sostanza più potente che lei

     possiede. Chi desidera e non combatte sta fortificando la sua essenza eallora sarà lei a realizzare a modo suo i nostri desideri.

    Gli antichi pensavano all'anima come a una dea, dai molti volti. A volte lachiamavano Atena, la dea della provvidenza e delle strategie, perchésapevano che in ognuno di noi esistono forze capaci di provvedere all'essereche siamo. Si tratta di imparare a lasciarle fluire dall'anima e a nonostacolarle. Dirsi che dobbiamo stare in equilibrio, che sarà un grandeamore solo se dura, progettare un matrimonio non ha niente a che vederecon le leggi dell'anima. Una volta per tutte bisogna dire che, nelle cosedell'amore, non devo essere io il protagonista, ma la mia anima. Lei è la miaAtena, sa come guidarmi, dove portarmi, quale strategia intraprendere perfarmi amare le persone giuste e nel modo giusto. Io posso solo disturbarequesto capolavoro energetico che mi abita. Resistere a cosa accade dentro dime quando mi innamoro è forse il più terribile veleno che possoautosomministrarmi.

    Quello che Adele chiama l'equilibrio ritrovato la porta a commentare cheil sogno d'amore è svanito. Andare incontro all'amore senza ideali, senza

    credenze, senza romanticismo, senza obiettivi, senza chiedere nulla incambio significa fare volare l'anima e realizzare i suoi e i nostri desideri.Con quell'esercizio a occhi chiusi, dove tutti sanno la causa del loromalessere, volevo semplicemente dire che non sappiamo guardare l'interno.Se hai in mente sempre la stessa causa, significa che tutto dentro di te èstatico, che ti percepisci come mancante di qualcosa, che cercherai dicolmare questa mancanza e... puntualmente rovinerai ogni amore che arriva,ogni novità che si presenta, ogni nuova opportunità.

    6 In William B. Irvine, Del desiderio, Donzelli, Roma 2006, p. 55.

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     L'anima ha per noi progetti sconosciuti

    L'anima è intera, non vive di parti, non ha lacune da colmare, non hamotivi per stare male. Se nella vita capita una tragedia ci farà provare undolore immenso, annientante, ci farà sentire a un passo dall'abisso, dallamorte. Ma subito dopo ci regalerà nuovamente la gioia di vivere. A patto dinon credere d'essere irrimediabilmente segnati. Finché siamo vivi, niente

     può segnarci a un punto tale da fermare il volo dell'anima, verso la sua e lanostra realizzazione.

    L'anima non vive dei nostri obiettivi: quasi sempre le mete che vogliamoraggiungere sono figlie del nostro Io, e cioè di tutto quello che abbiamoassorbito. Di nostro c'è solo la percezione... Chi sono io? Quello che guardain questo momento la sua interiorità... Quello che guarda, non le cose chevede... Scrive David Hume:

    Quando penetro nell'intima profondità di ciò che chiamo me stesso,inciampo in questa o in quella percezione particolare, di caldo o di freddo,luce e ombra, amore e odio, dolore o piacere. Non riesco mai a cogliere mestesso senza una percezione, e mai riesco a osservare alcunché che non siauna percezione.7 

    Percepire l'interno per far volare l'anima richiede uno sguardo che si perdenel vuoto, non un Io che pensa e commenta se vado bene, se ho avuto omeno una buona storia. Così Giovanna, quando parla di sé, sta fotografandouna serie di giudizi e i giudizi sono un altro veleno dell'anima.

    Mi ritrovo spesso a dire la frase "ho avuto le mie occasioni, ma oramai leho perse" specie per quanto riguarda l'amore, specie per quanto riguarda unragazzo, che mi ha corteggiata per un lungo tempo, ma io, per troppatimidezza, non ho mai avuto il coraggio di propormi. ..e ora che lui potrebbeessere il mio fidanzato, io mi ritrovo qui sola con quel che sarebbe stato se...

    L'anima non ha i nostri obiettivi, non ha i nostri progetti e quelle che noi

    chiamiamo "occasioni perdute" sono per lei modi di essere che servono asviluppare meglio la "sua" fioritura. Guai a dirsi "mi sento solo"; significadire alla nostra essenza: "Tu non esisti". Qualsiasi viaggio dobbiamo evogliamo fare, ci tocca compierlo da soli. Con chiunque stiamo, l'incontro,se serve a fuggire la solitudine, ci renderà artificiali. Per l'anima non ci sonomai occasioni perdute e la timidezza è un suo modo di essere nel mondo.

    7

     In Lou Marinoff, Piatone è meglio del Prozac, Piemme, Casale Monferrato 2008, p. 323.

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     Non c'è da fare nessuno sforzo per fuggirla, ma accoglierla come un dono. Niente rimpianti, niente se, niente ma...

    Se l'anima non ha voluto quel ragazzo, aveva le sue buone ragioni. SeGiovanna resisteva, se la timidezza prendeva il sopravvento, significa chenon voleva innamorarsi di lui: aveva altri progetti. Sulla stessa scia sono le

     parole di Anthony de Mello:Quando cerco di cambiare ciò che in me non mi piace combattendolo, non

    faccio che spingerlo sottoterra. Se l'accetto affiorerà per poi evaporare. Ciòa cui mi oppongo persiste ostinatamente.8 

    L'anima vuole amare a modo suo e la solitudine che ci regala, se nonviene sommersa da lamenti e rancori, prepara l'amore che verrà. Cosa vuolela mia anima attraverso la timidezza, quali mete vuole raggiungere? Io miaffido, faccia lei... queste sono le parole che l'anima si aspetta da noi.

    Disidentificarsi è la chiave, non sapere, non individuare quello che ioritengo il problema della mia vita, significa percepire cosa accade dentro dime. Percepire sentendosi vuoti, sentendosi nessuno, senza dirsi cosa va beneo cosa non va bene, vuol dire affidarsi all'intelligenza del proprio seme.Questa intelligenza creativa è l'anima. Pensare e ripensare alle cause di unabbandono, o al perché lui o lei non lascino il loro compagno, vuol dire

     protrarre il disagio. Il pensiero e la nostra identità, cioè quello che crediamodi essere, rovinano gli amori.

    L'amore viene invece perché ci si faccia condurre dalla nostra veraidentità naturale, che è la carne dell'anima. Lei sa sempre cosa fare: noi

     parliamo e riparliamo dei problemi senza mai risolverli. L'anima, se lasciatafare, procede alla soluzione inesorabilmente. Mai come nell'amoredobbiamo diventare estranei a noi stessi.

    8

      Anthony de Mello, Alle sorgenti: esercizi spirituali, oggi, Edizioni Paoline,Milano 1988, p. 62.

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    2 Tra noi due è sesso o amore?'

    Eros, il dio primordiale della vita, chiede a Psiche, la più bella di tutte ledonne, di non essere mai guardato in volto. Così dobbiamo accostarciall'amore: senza identità. E così non avremo storia, non avremo passato, nonavremo progetti. Scriveva William Shakespeare:

    L'amore non guarda con gli occhi ma con gli affetti, e perciò l'araldoCupido viene definito bendato; l'amore non ha il gusto di distinguere: alatoe cieco, è tutta forza senza giudizio...9 

    Per questo tra le parole che detesto, tra le concezioni della vita edell'amore che trovo più fuorvianti, vi sono quelle che ritengono che"l'amore vada costruito giorno dopo giorno", come mi scrive Giuliano. Cosac'è da costruire, come si fa a edificare qualcosa che vive nel Senza Tempo,che non ha le leggi della ragione, la quale invece programma, ha obiettivi,ha finalità, vive con l'orologio in mano. Noi pensiamo che un vero amore ètale solo se dura tanto, solo se confluisce in una relazione stabile, magaridiventando un matrimonio. Sentite cosa scrive Mary alla community di"Riza":

    Mi sto chiedendo come mai le mie relazioni non durano più di sette, ottomesi. Sarà che amo troppo e l'uomo si spaventa e scappa?

    Ma allora qual è la via giusta per tenersi un compagno vicino? Pensavofosse la dolcezza ma, evidentemente non basta... o l'uomo non apprezza piùl'amore vero?

    Che cosa vuole l'anima da noi, quando si riempie di desiderio, dierotismo, di attrazione? Sta cercando un'unione stabile? Oppure stasemplicemente accelerando la sua fioritura, la sua creatività, il suosviluppo? Chi ritiene che quando fa l'amore sta semplicemente accendendo

    l'anima, per attivare i suoi, e quindi i nostri talenti, le nostre vocazioniinnate, la nostra qualità? Il primo errore da non commettere è credere chesia il nostro partner, unico e irripetibile, a farci provare le gioie dell'amore.

     No, è la nostra anima che, nello stato erotico, libera se stessa. Ciinnamoriamo di qualcosa che è dentro di noi, non del nostro amante. "Siama il proprio desiderio" scriveva Nietzsche "e non la cosa desiderata."10 

    9 William Shakespeare, Sogno d'una notte di mezza estate, Atto I, Scena 1.10

     Friedrich Nietzsche, Aforismi, a cura di Marco Vannini, Newton & Compton,Roma 1993, p. 84.

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     L'eros non punta al matrimonio

    L'eros è la sostanza che rende l'anima capace di liberare la sua forzarealizzativa e quindi di esaltare la nostra vera natura. Nello stato erotico,quando il pensiero si assenta, noi stiamo andando verso il nostro destino,verso ciò che siamo capaci di fare per davvero, e non quello che ci siamomessi in testa, quello che crediamo di essere. Così in basso, così in alto... In

     basso nei genitali l'eros secerne gocce di seme che fanno i bambini, nelcervello sviluppa le nostre vere tendenze. Così pensava la saggezza antica.

    Vorrei dire a Mary che ogni volta che mi impongo un modo di essere,ogni volta che ritengo, come nel suo caso, che la dolcezza sia capace di fardurare una relazione, divento automaticamente artificiale. Nel momento incui mi domando "qual è la via giusta per tenersi un compagno vicino", stocostruendo un rapporto falsato con la mia interiorità. Non sto più

     percependo che cosa mi porta l'amore, quali novità fa entrare nella mia vita. No, finisco per mettere in atto meccanismi come il puntare sulla dolcezza,che mi trasformano in una bambola, in un manichino che recita un ruolo.Ma Eros, il dio senza volto, il dio che ci vuole catapultare nel buio, vuoletoglierci la nostra identità di superficie, per farci rinascere: non sa chefarsene di gente che ha paura della solitudine.

    Come faccio a vedere la mia fioritura, le cose che nascono dentro di me, idoni dell'anima, che l'amore esalta, se tutto il mio Io è concentrato solo esoltanto sulla durata, e ritiene l'interiorità un nemico da colmare conintenzioni, pensieri, progetti? Chi "costruisce" nelle cose dell'amore, chilavora su se stesso per realizzare un amore duraturo, sta semplicementeformando la caricatura di se stesso, il manichino, che è l'immagine piùlontana, più distante dall'anima. Gli uomini scappano "perché amo troppo"?E com'è amare troppo? I giudizi del nostro Io non ci possono aiutare,quando guardiamo l'anima e le sue leggi. Ci aiuta la percezione, solo la

     percezione. Che cosa vorrà l'anima da me, nel regalarmi amori che duranosette, otto mesi?

    L'anima infuocata dall'eros: è lei la soluzione, è lei la patria, è lei che inquesto stato sta formando l'essere che sono. Percepire il desiderio e il sensodi solitudine, perdersi nella solitudine significa per davvero iniziare ilviaggio verso se stessi. Qualsiasi intenzione di durata, la volontà ditrattenere qualcuno, ci porta verso l'illusione: all'amore serve la naturalezzae la nostra percezione di che cosa stiamo provando. Non serve il nostro

     parere, e men che meno il nostro commento.

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    A che ti serve stare con qualcuno se devi ogni giorno recitare la dolcezza?La Rochefoucauld scriveva: "Non c'è travestimento che possa nascondere a

    lungo l'amore dov'è. Né fingerlo dove non è".

    11

      L'anima ha bisognosoprattutto della nostra spontaneità: allora libera le forze primordiali, allorasecerne le sostanze della gioia di vivere, della cura di noi stessi. Nonaltrimenti. L'anima infuocata da Eros sta svolgendo la funzione della miaautocreazione, della mia trasformazione più profonda.

    Smettila di chiederti cosa provi

    Chiedersi se lui o lei sono le persone giuste, domandarsi se amo nel modogiusto, se la relazione durerà, o peggio ancora sforzarsi di essere in quelloche noi crediamo sia l'atteggiamento giusto, finisce per bloccare, arrestare ilflusso creativo dell'anima. Ogni domanda che ci facciamo sull'amore, difatto è una resistenza a viverlo così com'è e complica tremendamente lanostra autorealizzazione.

     Non ci innamoriamo di qualcuno, ma per realizzare il nostro destino,anche se tutti credono il contrario. Chiedersi se è l'amore giusto, significaopporsi a ciò che c'è, a ciò che proviamo. E resistere vuol dire combatterecontro la più potente forza creativa dell'anima, l'eros. I danni dell'amore, lesofferenze terribili che arrivano, sono sempre frutto della nostra resistenza afarci condurre dall'amore, dalle sue leggi e dai suoi codici.

    A volte l'anima ci regala amori brevi, a volte di lunga durata, a voltetrasgressivi, a volte sotto forma di avventura. Nessuno pensa che conl'amore che arriva adesso, l'anima sta facendo qualcosa per noi, per la nostraevoluzione. Tentare di farlo durare significa non percepire silenziosamenteil regalo che la nostra essenza ci sta facendo. È lei che ama, è l'anima che in

     base alle mie caratteristiche mi fa amare in un modo o in un altro. Resistere,dirle come deve essere l'amore o peggio ancora diventare artificiali erecitare un personaggio per aumentare la durata o fuggire la solitudine, ci

     prepara brutte sorprese. Commentare se l'amore va bene o no, vuol direresistere all'anima, vuol dire mettere l'infinito e il Senza Tempo nelleragioni del nostro Io: niente è più dannoso. Il mal d'amore viene soprattuttoda qui: dalla nostra resistenza al cambiamento, alla trasformazione delnostro Io. Questo è il senso dell'amore.

    L'amore viene per far volare l'anima, per cambiare il nostro piccolo Io e lesue certezze, le sue identità. Resistiamo perché vogliamo essere sempre glistessi, sempre uguali, sempre fedeli al modello mentale che abbiamo in

    11 Francois de La Rochefoucauld, Massime, Rizzoli, Milano 2001.

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    mente. La verità profonda è che non andiamo a letto con qualcuno peraffidarci al "nuovo" che può nascere dentro di noi, per scoprire se, grazie a

    Eros, arrivano nuovi interessi, nuovi percorsi di vita, nuove immagini, nuoviincontri, nuove soluzioni che vengono dall'anima. Proust a tal propositosuggeriva:

    Fra tutte le cose che l'amore esige per nascere, quella a cui tiene di più ...è la nostra convinzione che una persona partecipi a una vita sconosciuta, incui il suo amore ci farà penetrare.12 

     Non riteniamo che l'eros sia la sostanza capace di portarci in un mondomagico, incontaminato, dove i desideri si realizzano. Dove regna il SenzaTempo, l'ineffabile, l'indicibile, dove abitano gli dèi. Ma gli ebrei chassidicilo sapevano e per questo pregavano nello stato erotico. Avevano compresoche non facciamo l'amore per qualcosa o per qualcuno, ma per esaltarel'anima, per metterla nelle condizioni di portarci lontano dalla nostraidentità, in quel luogo dove si forma incessantemente la rinascita del nostroessere. Ogni notte ci affidiamo al sonno per eliminare le tossine dell'anima,vale a dire certezze, schemi, ragionamenti abitudinari, parole che ripetiamo:l'eros esalta ancora di più la purificazione del nostro essere.

    L'amore, un timoniere che non ragiona

    L'amore viene per disintegrare il personaggio, la caricatura che recitiamocon noi stessi e con gli altri. Ed è proprio la caricatura che non vuolemorire, che resiste, che si fa domande. Mai come quando arriva Erosdobbiamo essere senza volto: accoglierlo, farsi travolgere, scoprire la divinafollia che ci regala. Attraverso l'amante mi sto innamorando del mio latonascosto, della mia essenza...

    Per questo "percepire" è la parola d'ordine... Percepire significa portarel'attenzione sull'interno, accorgersi di quello che proviamo, sentirel'attrazione, il desiderio, il perdere la testa e... non avere niente da dire.

    Sentirsi il Nulla di fronte all'amore è il vero progetto che ci spetta, sevogliamo esaltare i codici dell'anima. È quello che pensa Cioran quandoscrive:

    Il vuoto è il nulla privato delle sue qualifiche negative, il nullatrasfigurato. Se ci accade di assaporarne un po', i nostri rapporti col mondo

    12

     Marcel Proust, Massime e aforismi dalla Recherche, a cura di Massimo Baldini, Newton & Compton, Roma 1994, p. 26.

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    ne risulteranno modificati, qualcosa cambia in noi, anche se conserviamo inostri antichi difetti. Ma non saremo più allo stesso modo di prima.13 

    Costruire vuole dire pensare al futuro, ma l'energia del Senza Tempo cosìsi allontana, si occulta, si inaridisce. Ci vuole un Io silenzioso che lascispazio a Eros: l'anima infuocata da sola ci porterà dove dobbiamo andare."Nell'amore" scriveva Max Picard "c'è più silenzio che parola. Le parole dicoloro che si amano servono solamente a rendere udibile il silenzio."14 

    Eros, non la ragione, è il nostro timoniere... Percepirsi significa buttare losguardo sull'interno, essere qua e là nella giornata attenti a cosa ci capita, acosa di nuovo irrompe nella nostra vita. Quante sorprese mi ha fatto la vitaoggi? Questo è il test per sapere se si tratta di un buon amore quello che stovivendo. Naturalmente in questa chiave la distinzione tra sesso e amore èun'altra tossina, tra le più terribili per l'anima... Chi si fa questa domanda, seè solo sesso o qualcosa di più, non sta percependo cosa accade: stadecidendo che nell'amore esistono stati superiori e inferiori, che l'amore èmolto di più del sesso e inevitabilmente si incammina in un percorso moltoaccidentato. Sentite cosa mi dice Marina:

    Caro dottor Morelli

    sono anni che la seguo e vorrei ringraziarla perché grazie a "Riza" oggi hoimparato molte cose. Ho 21 anni e da circa quattro soffrivo di attacchi di

     panico insopportabili. Grazie a lei ho imparato molto. Ora le scrivo però peruna situazione di cui non so perché mi succeda: sto da quattro anni con unragazzo, e una coppia di conoscenti si è messa insieme nello stesso nostro

     periodo. Siamo diventati molto amici. Un anno fa circa a una festa mi sonoallontanata in un bosco perché ai gabinetti c'era la coda. Il ragazzo della miaamica mi ha seguita, mi ha detto di desiderarmi e io mi sono lasciata andare.Fino a quel momento non ho mai pensato potesse succedere con lui, vistoche non avevamo un gran rapporto. Cioè io sono legata moltissimo alla sua

    ragazza come amicizia. Finito tutto ci siamo sentiti strani, poi però la cosainvece di finire lì continua da un anno. Una passione fortissima. Ogni voltache lui mi chiama io corro per far sesso con lui, è fantastico, ma non nesono innamorata. Praticamente viviamo questa storia clandestina da un annoe ogni tanto mi chiedo se sono malata. Come posso fare questo alla miaamica, io le voglio un bene forte e amo il mio ragazzo. Ogni volta mi

    13 Emil M. Cioran, Il funesto demiurgo, Adelphi, Milano 1995, p. 107.14

     Wilhelm Muhs (a cura di), La voce del silenzio, San Paolo Edizioni, CiniselloBalsamo 1999, p. 77.

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    riprometto che non lo faccio più, eppure appena mi chiama corro, mi preparo, mi faccio bella quando sono con lui a far sesso, impazzisco. Mi

    aiuti, non capisco come posso tradire due persone a cui tengo così tanto. Ho provato a parlarne nei forum, ma tutti mi danno della puttana, non ho ilcoraggio di parlarne con il mio ragazzo né con la mia amica. La prego mirisponda e mi aiuti a capire perché faccio così, perché ho dei sentimenti mail sesso con lui è come una malattia.

    L'unica cosa che conta è percepire l'attrazione

     Nessuna epoca ha mai pensato che il sesso potesse essere una malattia di per sé. Solo noi abbiamo fondato recentemente società che si chiamano di"sessuologia scientifica". Certo, la scienza ci aiuta a capire l'impotenza dacause organiche, come quella provocata dal diabete, ma il mondo del sessoè quanto di più lontano esista dal mondo dei ragionamenti, e quindi dallecause.

    L'anima non è scientifica, non vive della legge di causaeffetto, abita inaltro territorio, dove vige la discontinuità, dove irrompe il desiderio senzamotivo, dove la contraddizione è di casa e così l'insicurezza, l'incertezza.Un vero amore ci rende sempre insicuri, incerti, perché ci sta allontanandodalle maschere del nostro Io. La scienza si basa sulla possibilità di ripeterel'esperimento, ma ogni rapporto sessuale, anche se noi non ce neaccorgiamo, è diverso. A che serve l'erezione col Viagra se una persona nonci attrae più? Se Marina andasse da un cattivo psichiatra o da un pessimosessuologo, cercherebbero di convincerla che c'è qualcosa che non va nellasua "dipendenza" da quell'uomo. Io invece la inviterei a percepire lesensazioni che prova senza commentarle e mai e poi mai mi proporrei diliberarla da quell'attrazione.

    Che cosa vuole l'anima da me, facendomi impazzire a letto, come mai miè capitato? L'attrazione viene da un luogo nascosto del mio essere, dove,

    senza che io lo sappia, si sta formando l'essere che sono. Intanto questoEros, che Marina chiama malattia, l'ha portata via dal panico... Noivogliamo darci regole sugli affetti, stabilire chi sono i veri amici, cosa farecon loro, cosa dire. Ma Eros è senza volto: non sa che farsene delleconvenzioni, del nostro modo di concepire l'amicizia, spesso in sensoformale e quando ci regala un'attrazione irresistibile, mai come in quelmomento, prepara la nostra trasformazione interiore.

    Una mia paziente (Carla, 37 anni) si era innamorata perdutamente delmiglior amico del marito e lui di lei. Mentre si colpevolizzavano e si

    ripetevano in tutti i modi che si sarebbero lasciati, mentre si proponevano di

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    interrompere la loro relazione segreta, si sono accorti casualmente che ilmarito di Carla frequentava da tempo siti pedofili su internet, che aveva

    un'ossessione sessuale che lo portava a infastidire i bambini fuori dallescuole. Solo quando Carla è stata avvisata da una conoscente comune, le sisono aperti finalmente gli occhi. Eppure quella attrazione erotica l'avevaallontanata da un uomo profondamente distruttivo, cosa di cui neppure ilgrande amico di suo marito si era accorto. Loro due non sapevano chifrequentavano, l'anima invece, unendoli in un'attrazione erotica definita daentrambi "sconvolgente", lo sapeva e li salvava...

    Che ne sa Marina dove può portarla quel desiderio che la fa correre a farsi bella, che la fa impazzire? Forse il suo Io tiene tanto all'amica e al suofidanzato, ma l'anima vuole altre cose, vuole perdere la testa, vuoleraggiungere altri obiettivi. Lo scrittore francese Andrè Gide scriveva: "Te lodico in verità ... ogni desiderio mi ha arricchito più che il possesso semprefalso dell'oggetto stesso del mio desiderio".15 Cosa fare? Non commentare,non chiedersi perché, non ragionare, ma percepire.

    Che cosa provo? Una domanda da non farsi mai

    Percepire il desiderio quando arriva, accorgersi della forza dell'attrazionee non farsi nessuna domanda. Quando percepiamo cosa accade dentro dinoi, il nostro sguardo interno è già la cura. Guardarsi dentro è prima di tuttonon avere alcuna intenzione di cambiare quello che proviamo. Guardarsidentro è accorgersi degli stati d'animo che proviamo e lasciarli come sono,che ci piacciano o meno, che siano conformi o meno ai nostri modellimentali e morali.

    "Io provo desiderio, percepisco questo stato, adesso mentre me neaccorgo. Non ho niente da dire." Questo è percepire l'interno. Questa

     percezione, libera da ogni intenzione, da ogni aspettativa, da ogni progetto èlo sguardo che serve all'anima, per fare di me ciò che sono, cioè la mia vera

    natura. È la percezione senza identità e quindi senza la domanda "è sesso oamore?" che fornisce all'anima gli strumenti per operare la mia fioritura.Certamente, se dall'intelligenza del mio seme viene un'attrazioneirresistibile, questa attrazione sta svolgendo un compito energetico perl'anima. Criticarla, giudicarla, condannarla, riempirla di pensieri e didecisioni da prendere, impedirà che le mie capacità terapeutiche esercitinola loro azione.

    15 Andrè Gide, I nutrimenti terrestri- Paludi, Garzanti, Milano 1998, p. 92.

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    Chi soffre di attacchi di panico in genere mette sullo sfondo della propriavita le energie ancestrali, primordiali, e naturalmente l'eros. Crede di

    esistere solo nei pensieri e il panico esplode come ribellione di forzeerotiche negate. Afferma Nietzsche:La sofferenza dell'uomo è la conseguenza di una violenta separazione dal

    suo passato animale... di una dichiarazione di guerra contro gli antichiistinti, sui quali fino ad allora riposava la sua forza, il suo piacere e la suaterribilità.16 

     Nella vita di Marina quella trasgressione ha fatto ridiscendere in campol'attrazione e forse l'ha salvata.

    Così Maria Elena, 40 anni, che frequentava i gruppi del giovedì, sichiedeva se la relazione che aveva con il suo amante, piena di sensi dicolpa, fosse solo attrazione sessuale. Mentre si tormentava su comelasciarlo, senza riuscirci, ha incominciato a soffrire di una forma di vaginite,con bruciori sempre più incalzanti, perdite vaginali che le impedivano diavere rapporti sia con lui sia con il marito. "Tutto il giorno pensavo eripensavo a come lasciarlo, senza alcun risultato, mentre i sintomi vaginali

     peggioravano nonostante le cure." Le ho consigliato di percepire il doloreche provava dentro di sé, che si irradiava nel petto, verso la spalla sinistra.Percepire solo il dolore, perdersi nel dolore, senza pensare alla causa, alladecisione da prendere sulla separazione dal suo amante. Così Maria Elena,durante la giornata, osservava il proprio disagio magari mentre beveva ilcaffè o cucinava o andava a correre. In poco tempo ha constatato chel'osservazione del dolore la distoglieva dai pensieri, dalle ossessioni, daisensi di colpa, dal continuo rimuginare sulla sua trasgressione. "Ho smessosenza accorgermene di pensare a lui, ma la cosa sorprendente è che anche lavaginite, che curavo da mesi, si è dissolta in quattro o cinque giorni." Non siripeterà mai abbastanza quanto potere terapeutico possiede il nostro sguardointerno, quando è libero dal pensiero e dalle cause. Affidandosi alla pura

     percezione, la separazione tra lei e questo uomo è avvenutaspontaneamente, serenamente, quasi senza parlarsi, mentre Maria Elenariteneva che lui si sarebbe opposto in tutti i modi. Quello che noi crediamoche sia, non è... Ma la cosa sorprendente è che la sessualità è rinata con ilmarito. "Ho sentito per lui un desiderio che non pensavo esistesse, credevodi amarlo, ma non avevo mai goduto così." Naturalmente oggi Maria Elenanon si fa più domande sulle differenze tra sesso e amore.

    16 Friedrich Nietzsche, Genealogia della morale, Adelphi, Milano 2006, p. 75.

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    Eros non le gradirebbe... Ha imparato a guardare, ma forse la parolagiusta è "contemplare". Contemplare significa guardarsi dentro come

    quando guardiamo un panorama, con lo sguardo che si perde nell'infinito,che si incanta, che non vede più i dettagli. Contemplare la propriaattrazione, il desiderio: questo è quello che chiede l'anima, quando ciinnamoriamo, quando cioè entriamo nell'amore. Contemplare l'amore che

     proviamo è la cura di ogni disagio. Contemplare il sesso e il piacere che cidà... senza avere nient'altro che lo sguardo, con gli occhi che si perdono. Inquesto stato muore ogni domanda sul sesso e sull'amore...

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    3 Segui soltanto il desiderio

    Alla superficie del nostro mondo psichico i pensieri sono sempre in primo piano, sono loro i protagonisti. Questo è quello che accade oggi nelle nostrevite: c'è poco posto per le immagini, per la fantasia, meno ancora per ilvuoto, che ci fa sentire soli.

    Cosa cogliamo di noi, prima di tutto, più di tutto? Il nostro pensare, cheriteniamo abbia sempre qualcosa da dire, che ci fa credere di saperla lunga,di avere risposte per ogni situazione che ci capita. Di fatto, più che mai nellanostra epoca di pensatori e di intellettuali, non c'è stato atto della nostra vitainteriore, che non sia dominato, sovrastato dai ragionamenti. Sì, il nostromondo interno è soprattutto prigioniero del pensiero. Ci sembra che se non

     pensiamo, non esistiamo. Prima di tutto ognuno di noi deve accorgersi chela sua anima è intasata di pensieri, se vuole veramente conoscere se stesso.Molti si fermano lì, si identificano completamente nei loro pensieri ecredono che questi siano i veri signori della loro interiorità.

    Eugenio Scalfari descrive bene la loro invadenza e la loro prepotenza: Non li hai scelti tu, spesso ti disturbano, a volte ti cambiano la giornata,

    qualche volta possono addirittura cambiarti la vita. Possono non lasciare piùla tua mente, fanno il nido tra le mappe del tuo cervello e diventano la tuaossessione, uccidono la tua fantasia e la tua libertà. Oppure un pensiero tiinvade per un attimo e subito ne arriva un altro che ne prende il posto e poiun altro ancora, un'immagine seguita da un'altra, immagini e pensieri siincalzano e si spingono via dalla tua mente come le vele bianche in viaggioin quel pezzo di mare blu inquadrato dalla tua finestra.17 

    A furia di pensare e ripensare finiamo per avere un'idea di noi stessi, dicosa funziona in noi e di cosa non va bene. Naturalmente questa regola la

    applichiamo alle cose dell'amore: i pensieri si chiedono se abbiamo trovatola persona giusta, se il rapporto durerà, se funzionerà, se avremo dei

     bambini. I pensieri ci forniscono un piano ideale dell'amore, ovvero se chiincontriamo corrisponde all'idea che ci siamo fatti. Ma farsi un'idea esistesolo sulla superficie dell'anima, dell'interiorità che indaghiamo. Al di sottodei pensieri, nel profondo di noi stessi, dove abitano le nostre radici, le cosesono completamente diverse.

    17 Eugenio Scalfari, L'uomo che non credeva in Dio, Einaudi, Torino 2008, p. 11.

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    L'anima "infuocata" ti indica la strada

    L'anima non si avvicina a qualcuno se non è la persona giusta per noi,come una pianta espande le radici là dove vi è il nutrimento più adatto perlei, non si fa attrarre dalle apparenze, ha la predisposizione naturale atrovare l'anima gemella per realizzare la sua evoluzione. Come fa a farcelocapire? Dal desiderio che proviamo, dal fatto che la nostra coscienza sisente ardere, in balia del fuoco, l'elemento che maggiormente caratterizzal'amore. L'anima infuocata è quanto mai vicina alla sua essenza, allo spirito,che contiene la radice pyr-, di fuoco. Così scriveva a proposito dell'amore ilmaestro sufi Farid od-Din Attar:

    La valle dell'amore ... Per entrare in questa valle bisogna tuffarsiinteramente nel fuoco, o meglio bisogna essere fuoco, perché lì altrimentinon si potrebbe vivere. Colui che ama veramente ha da essere simile alfuoco, il viso infiammato, ardente e impetuoso come il fuoco. Per amarenon si possono avere secondi fini; si deve essere pronti a gettare nel fuococento mondi.18 

    Siamo noi stessi non quando pensiamo, ma solo quando desideriamo. Il problema è che il desiderio, quando ci viene a trovare, quando arriva aincalzarci, mette in discussione le certezze del nostro Io e perciò locombattiamo con tutta la forza dei nostri ragionamenti. Cosa pensano di luii miei amici? Lei piacerà ai miei genitori? Sarà fedele? Ha la mia stessavisione del mondo? Ha i miei stessi interessi? È abbastanza dolce? È avido,

     prepotente? Ha il mio stesso livello culturale? Tutte queste domandestancano l'anima, coprono il desiderio al punto da spegnerlo e ci portano inun labirinto dove ci perdiamo. Mentre il desiderio sapeva dove andare, dovecondurci, chi scegliere...

    Il simbolista Giuliano Kremmerz scriveva: "Basta amare per affacciarsisull'abisso dell'infinito".19  Invece i nostri pensieri ci trasportano lontanodall'anima e dalle sue scelte. Il desiderio arriva perché viene liberato

    dall'anima come un farmaco per la nostra evoluzione, per il nostro sviluppo, per fare crescere le nostre radici nascoste e, quindi, la nostra veraindividualità, non per essere riempito di domande che lo frastornano, sinoad annientarlo e a farlo scomparire.

    Mi ha sempre colpito il fatto che molte coppie che stanno per sposarsi,mentre preparano gli inviti per il giorno delle nozze, finiscono spesso per

    18 M. Buber, Confessioni estatiche, cit., p. 57.19

      Giuliano Kremmerz, La scienza dei magi, vol. IV, Edizioni Mediterranee,Roma 2005, p. 29.

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    litigare. Chi invitiamo, chi non invitiamo? Quali regali di nozze? Dove fareil pranzo? Damiana, una delle signore che vengono ai gruppi del giovedì, ha

    un negozio di abiti da sposa e mi ha raccontato che in base alla sceltadell'abito nuziale ha imparato a capire quanto durerà un matrimonio. Se notaun atteggiamento indeciso, se la madre o la futura suocera dicono troppo laloro, se l'abito non viene scelto con naturalezza, il matrimonio fallisce

     presto. Damiana, come tutte le donne sagge, ha una chiaroveggenza che percepisce cosa accade. Così come molti nostri amici sanno che la nostracoppia è in crisi prima che noi ce ne accorgiamo, prima che ce ne rendiamoconto. Spesso gli altri che ci stanno intorno vedono più chiaro di noi, perchénon stanno a pensare e a ripensare, semplicemente vedono, cogliendo ildisagio che c'è, anche se all'interno della coppia non si è ancora manifestato.

    Vedere e basta è quello che dobbiamo imparare a fare, quando ciinnamoriamo di qualcuno, quando ci viene a trovare il desiderio. Sì, perchéil desiderio appartiene all'anima attiva, a quel fuoco che è capace dideterminare la fioritura delle nostre radici. "Seminando di desiderio il cuoredell'uomo" scriveva Plutarco "dà una dolce messe."20 

    Con i pensieri noi possiamo contrastare, inibire, bloccare, frastornarequesta "forza creativa" che ci abita e che è la nostra guida, il nostro destino,il nostro solo timoniere, a patto di non relegare il desiderio che proviamonella gabbia delle nostre identificazioni.

    Ragionare offusca il desiderio

    I pensieri sono quasi sempre tutti uguali, ripetono per tutti più o meno lestesse cose, le stesse parole: ci rendono fotocopie e di una fotocopia l'animanon sa che farsene. Per questo stiamo male, perché ragioniamo, pensiamo efiniamo per dire le parole che dicono tutti gli altri. Ma quando desideriamo,no! Il nostro Io viene scalzato, un'altra energia entra nel nostro mondo,un'energia sotterranea, inspiegabile, che fugge le domande e le risposte.

    Se a ogni incontro il protagonista non è il desiderio, solo il desiderio, puntualmente prende il sopravvento il pensiero... e i disastri sono inevitabili.Se ragioniamo ogni volta che desideriamo, finiamo per metterci con la

     persona sbagliata, finiamo per illuderci di essere sulla strada giusta,crediamo di essere quello che neppure ci assomiglia. Per questo quandoqualcuno mi parla di un disagio di coppia, io mi chiedo sempre dove èandato a finire il desiderio... In un aforisma Proust scrive:

    20 Plutarco, Sull'amore, Newton & Compton, Roma 1994, p. 49.

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    Ogni nostro più piccolo desiderio, benché unico come un accordo,accoglie in sé note fondamentali su cui tutta la nostra vita è costruita.21 

    Dobbiamo essere sempre più consapevoli che una vita realizzata nondipende dal nostro Io, ma dalle radici profonde della nostra anima, chesanno cosa fare, cosa sviluppare in noi. Il desiderio serve a farle espandere,a fare di ciascuno di noi la persona autentica che è. Il nostro lato piùnaturale sa sviluppare la nostra pianta, solo lui lo sa fare, non certo il nostroIo e i suoi ripensamenti. Come dice La Rochefoucauld: "La maggior partedegli uomini ha, come le piante, delle proprietà nascoste che si scoprono percaso".22 

    Così Clarissa Pinkola Estes ritiene che ogni donna sia abitata da un latoselvaggio e sapiente che sa cosa fare di lei, dove portarla e ci dice chedentro ognuno di noi abita un "albero nascosto", che è il luogo dove la veravita scorre e che prepara il nostro vero destino:

    Ogni albero ha, sottoterra, una versione primaria di se stesso. Sotto laterra il venerabile albero custodisce "un albero nascosto", ancorato a radicivitali che attingono incessantemente ad acque invisibili. Da queste radici,l'anima nascosta dell'albero spinge l'energia verso l'alto, così che la sua verae più audace e sapiente natura sbocci in superficie. Così, anche, la vita diuna donna. Come un albero, qualunque sia la sua condizione al di sopra delterreno, smagliante o sofferente... sottoterra vive "una donna nascosta" cheaccudisce la scintilla d'oro, l'energia luminosa, la fonte di spiritualità chemai si spegne.23 

    Sì, in ognuno di noi vive una "donna misteriosa", che siamo maschi ofemmine. Come ne avvertiamo la presenza? Proprio dal desiderio.

    Se sei vittima degli attaccamenti non potrai mai fiorire

    Desiderio non è volere un oggetto, qualcuno da possedere, una persona da

    avere al fianco. Desiderare è entrare in uno stato ardente senza motivo,senza causa, senza pensieri, senza obiettivi.

    Questo dobbiamo ricordarci, soprattutto quando ci innamoriamo."Quando siamo innamorati di una donna" scriveva Proust "proiettiamo

    21 M. Proust, op. cit., p. 84.22 E de La Rochefoucauld, op. cit., p. 201.23

     Clarissa Pinkola Estes, La danza delle grandi madri, Frassinelli, Milano 2006, pp. 3-4.

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    semplicemente in lei un nostro stato d'animo ... di conseguenza, l'importantenon è il valore della donna ma la profondità dello stato."24 

     Non è il desiderio dell'altro che abita la mia interiorità. Non è il desiderio.Io desidero, sì, io desidero perché la mia donna sconosciuta, la mia donnanascosta desidera. Provate, anche quando fate l'amore, a sentire solo ildesiderio e a estraniarvi dal contesto, dalla persona che è lì con voi.Percepire il desiderio, magari solo per qualche istante, soltanto il desiderio.Perché? Il desiderio porta l'anima nello stato del fuoco e, così facendo, lorende capace di creare la fioritura del nostro essere. Il peccato, al di là diquello che dicono i benpensanti e i moralisti, non è desiderare, ma attaccarsiagli oggetti. "Non siamo mai tanto lontano dai nostri desideri" scrivevaGoethe "come quando ci immaginiamo di possedere la cosa desiderata."25 

    Un buon esercizio è quello, durante la giornata, di percepire il desiderio,l'eccitazione che ci dà, staccandosi dall'oggetto desiderato. Secondo moltiSaggi, tra cui Gurdjieff, questo stato dell'anima produce cambiamenti di vitainimmaginabili, trasformazioni profonde della personalità. Il mio lavoro miha rivelato che aveva ragione.

    Quello che voglio dire è che nel profondo del mio essere esisteun'Immagine Guida che vive nelle mie radici più profonde e che il desideriod'amore può darle la forza per farci sviluppare davvero la nostra tendenza,la nostra unicità. Ci innamoriamo fondamentalmente per questo.L'Immagine Guida ci può portare a vivere la vita per cui siamo nati: questaè la sua missione e non stabilire se lui o lei sono l'uomo o la donna ideale.Quando lui o lei non sapranno più riempirla del fuoco, dell'attrazione, deldesiderio che le serve, si libererà di quella relazione. L'anima non ambisceai matrimoni eterni, ma alla "sua" autorealizzazione. Il divorzio non è, come

     pensiamo noi, l'atto di una coppia che ha fallito la missione dell'unioneeterna e neppure il sintomo della crisi dei valori, tanto enfatizzati dalleepoche precedenti, peraltro dominate da misfatti senza eguali nella storia.

     No, il divorzio e le separazioni in aumento rivelano semmai che, in ognidonna e in ogni uomo, la voglia di desiderio e di amore non può esseresoffocata dalle convenzioni, dallo stare insieme senza eros.

    Ciò che conta per davvero è il rapporto con te stesso

    24 M. Proust, op. cit., p. 46.25

      Johann Wolfgang Goethe, Massime e riflessioni, a cura di Sossio Giametta,Fabbri, Milano 1996, p. 33.

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    L'Immagine Guida abita il lato più silenzioso del nostro essere: èsconosciuta, invisibile, misteriosa come l'essenza della pianta. Ecco come

    l'abbiamo descritta, insieme agli autori di "Riza Psicosomatica":Prova a mettere a tacere per un attimo tutto quello che sai di te stesso:lavoro, famiglia, amicizie, abitudini, comportamenti consueti, quel modo difare che ritrovi in ogni tua relazione. Prova a pensare che non sei tu: tuttoquesto accade solo sulla superficie della tua persona, ma forse noncorrisponde a come sei nel profondo. È da lì, da un centro misterioso, chesgorga l'energia che ti ha fatto diventare ciò che sei. Lì risiede un'immagine,il riassunto di quello che tu puoi davvero essere. A volte perdiamo lasintonia con quell'immagine- guida, e nascono i guai.26 

    Quando nella nostra vita manca una passione travolgente, che emergedentro o fuori del matrimonio, dobbiamo preoccuparci, perché non stiamoriempiendo di desiderio le nostre radici. E senza il desiderio, l'anima e lasua Immagine Guida non volano. Per questo i grandi uomini e le grandidonne si innamorano anche in età avanzata, per questo sono pieni diinteressi, di passioni, di creatività, che altro non sono che "altri modierotici" di far "desiderare" l'anima. Quando il desiderio si spegne, allora nonsappiamo più dove andare. Magari ci sentiamo più sicuri, più forti, piùrealizzati, ma l'anima sta inaridendo, cioè sta morendo. Lo scrive in manierasuggestiva Gustav Meyrink:

    Meglio bruciare in una coscienza ardente eppure restare in vita, piuttostoche portare dentro di sé, come un cadavere, una coscienza morta.27 

    Quanto desiderio c'è stato dentro di me oggi? Quanto mi hanno desideratostamattina? Queste sono le domande che piacciono al mondo segretodell'Immagine Guida. Quando perdiamo l'orientamento, quando il desideriosi assenta dalla nostra vita, puntualmente vengono a trovarci i disagi esiamo confusi. Spesso sbagliamo strada e crediamo che la soluzione siainvece ciò che ci complica di più la vita. La donna selvaggia di ClarissaEstes, l'Immagine Guida dell'anima possono salvarci. A volte anche con un

    attacco di panico. È quello che è successo a Tiziana.

    Una storia emblematica

    Tiziana, 32 anni, è una giovane manager e arriva in terapia a causa diviolentissimi attacchi di panico che la colpiscono da tempo. È visibilmenteaffranta e inizia il colloquio con voce rotta.

    26

     "Riza Psicosomatica", n. 325,2008, p. 48.27 Gustav Meyrink, La casa dell'alchimista, Studio Tesi, Pordenone 1992, p. 95.

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    Ecco a seguire i passaggi salienti dei nostri incontri.

    Prima sedutaTiziana: Dottore, sono così infelice, soffro di attacchi di panico fortissimi,ho l'ansia, sono depressa e in più sono dimagrita tantissimo. Mi sa che oggi

     piangerò tutto il tempo. E la causa della mia infelicità è un matrimonio chenon ci sarà. Eravamo fidanzati. Un giorno lui ha chiesto di sposarmi e perquarantott'ore ho toccato il cielo con un dito, ero la donna più felice delmondo! Poi è scattato qualcosa di misterioso dentro di me che mi ha fattodire: non voglio! Da quel momento è stato l'inferno. Ora sono infelice

     perché il mio amore è finito.terapeuta: Ma lei come stava assieme al suo fidanzato?Tiziana: Era un rapporto normale. Anche se praticamente con lui il sesso

    non esisteva. Ma io a questo non ho mai dato molta importanza. Per mel'importante è sempre stato sposarmi, diventare moglie e madre.

    terapeuta: Ci sono situazioni in cui è allegra, in cui le capita di ridere?Tiziana: Io non rido mai... Ah, sì: una volta, ricordo di aver riso quando

    all'università abbiamo stappato una bottiglia... Quella volta ho riso comeuna matta.

    terapeuta: Si ricorda com'era da bambina?Tiziana: Una bambina normale, direi.terapeuta: E c'era qualcosa di particolare che le piaceva fare?Tiziana: No, niente di particolare... Però, se ci penso bene... Sì, ecco,

    scrivevo diari. Erano come romanzi, come delle fiabe, e lì vivevo una vitaavventurosa. Ne scrivevo moltissimi, riempivo scatoloni interi. Ma ormaisono cose passate. Ora sono una manager e da quattro anni non leggo piùneanche un romanzo...

    terapeuta: Se dovesse dare un nome a quella bambina che scriveva comeuna pazza?

    Tiziana: La chiamerei... Sofia.

    terapeuta: Ecco, adesso provi a pensare che non sta male perché ha dettono al matrimonio, ma perché Sofia non è contenta!

    Tiziana: E cosa dovrei fare?terapeuta: Percepisca i suoi stati d'animo quando arrivano. Nient'altro.

    Seconda sedutaTiziana: Dottore, mi è successa una cosa strana. Dopo l'altra seduta, una

    sera sono stata a una festa e un ragazzo continuava a farmi la corte. Mi piaceva e ho provato una voglia incredibile di baciarlo, lì davanti a tutti...

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     Non mi era mai successo, da me non me lo sarei mai aspettato, è una cosache non mi è mai capitata nella vita. Ho provato qualcosa di completamente

    imprevisto, anche se poi ho avuto i sensi di colpa per una settimana.Quando io incontro una persona, in genere mi dico: ma questo com'è? È un bravo ragazzo? Insomma, lo giudico centomila volte... Invece questa persona l'avrei baciata e basta!

    terapeuta: Sa, Tiziana, quando ci comportiamo in un modo che "non è danoi", quello è un momento prezioso. Il guscio chiuso della nostra identità sista rompendo...

    Terza sedutaTiziana: Mi sento molto diversa. La donna disperata che c'era prima, che

    avrebbe pianto tutto il tempo, non c'è più. Mi faccio compagnia, mi trovo aridere senza motivo, ho avuto momenti tristi ma niente di più. Ho ripresocontatti che avevo perso e soprattutto mi sono accorta che ho dei momentiin cui sto bene!

    terapeuta: Lei ha spostato lo sguardo dal problema e ha preso atto che inlei c'è un lato femminile di cui si è dimenticata, quello che ha chiamatoSofia.

    Tiziana: E sa cosa ho scoperto? Oggi mi accorgo che gli stati d'animosono altalenanti e non serve tenere tutto sotto controllo. Posso ridere ma poianche piangere e poi ridere di nuovo. Non sono obbligata a essere sempre lastessa! Per esempio, ieri sono andata a una mostra. Normalmente primastudiavo gli artisti, le loro opere... insomma mi preparavo. Io non faccioniente se non sono preparata. Ma questa volta ci sono andata da ignorante emi sono divertita moltissimo!

    terapeuta: L'anima ha molti volti, quindi ha molte possibilità. Maichiuderla in una identificazione fissa. Se si ammala è proprio perché siconvince di avere un solo volto.

    Quarta sedutaTiziana: È davvero strano, ma... mi sono trovata a parlare con una persona

    che non esiste, sa come fanno i bambini?terapeuta: Intende una presenza misteriosa?Tiziana: Sì. È Sofia. Sa, la bambina che scriveva diari. Mi son detta:

    "Sofia, sei stata troppo forte! Hai deciso tu che io non mi dovevo sposare".Era una sensazione dentro di me troppo intensa per non ascoltarla. La miavita era già tutta decisa, ma... io non c'ero! Dopo aver rotto il fidanzamentotutti mi dicevano: "Sei matta! Avresti avuto dei figli, una bella casa, un bel

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    marito, una vita in discesa, un bel lavoro". Invece Sofia mi ha presa permano e mi ha portata via. Dottore, ora lo capisco: è stata la mia salvezza!

    Quinta sedutaTiziana: Sono giorni che ho un'angoscia forte, mi è venuto in mente

    Alessandro, il mio ex fidanzato. Sono stata tutto il tempo a pensarci e mi èvenuto un attacco di ipotensione, di cui io soffro. Ma rispetto alle altre voltenon sono svenuta. Di solito il panico mi distrugge e per farcela mi appoggioalle persone amiche. Questa volta ero con due mie amiche in unsupermercato e ho detto: "Ragazze andate via". Dopo dieci minuti mi sonoripresa da sola, alla grande! Mi sono affidata alle risorse sconosciute chec'erano in me. Mi sono affidata a Sofia. E ho capito perché mi è venutal'ansia in questi giorni: non ho fatto niente per me, niente per Sofia. Sonostata ricatturata dalla vita da manager e mi è ritornata la tristezza. Ho piantoe per qualche giorno sono stata apatica. Vede, io ho pensato sempre alladonna come madre, come moglie, come lavoratrice, non come femmina!

     Non ne avevo neanche un'idea. Ora capisco che non mi basta!terapeuta: Ma Sofia si sarebbe sposata?Tiziana: No. Quella sera in cui ho desiderato baciare quell'uomo, ho

    capito cosa poteva essere la femminilità... Ecco, io con il mio ex sarei statamoglie e madre, mai femmina! Non era il femminile che mi mandava idesideri, adesso sì. Il panico e Sofia me l'hanno insegnato! Senza desideri...non si può vivere.

    Riporto la storia di Tiziana e alcuni brani dei nostri colloqui, perchéevidenziano il fatto che dentro di noi c'è qualcosa che sa sempre cosa fare

     per noi, dove portarci, come liberarci dagli amori sbagliati. Sofia sapevacose che Tiziana ignorava... Sofia sapeva che non poteva sposare un uomosolo per le convenzioni, che non si può vivere senza il desiderio.

    Spesso ci ostiniamo ad andare avanti con amori non funzionali, amori

    dell'Io, amori del pensiero, amori della mente, amori cerebrali, amori delleconvenzioni, amori senza desiderio... Una buona domanda da farsi, quandostiamo con qualcuno, è questa: "Sto desiderando, sento l'eccitazione, sento ilfuoco del desiderio?". Se tutto questo manca è un amore sbagliato, è unamore convenzionale, normale, finto... il peggio che ci sia per l'anima.

    Ma se il desiderio è il protagonista, allora posso farmi da parte, allorasono nella casa dell'anima. Penserà lei a fare il meglio per me, a fare fiorirel'essere unico che sono. Il resto non conta niente. Ogni commento del

     pensiero può solo impedire quel capolavoro che il desiderio sta realizzando.

    Affidandosi a Sofia, Tiziana è guarita. Sofia rappresenta le radici della sua

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    anima, e le radici della donna selvaggia non si sbagliano mai: sanno chidesiderare e chi rifiutare.

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    4 Il "per sempre" fa male all'amore

    Rosalinda mi scrive per chiedermi qual è "il segreto dei segreti", la cosa più importante, decisiva, fondamentale per "vedere arrivare, come dice lei,caro Morelli, quel benessere, quella felicità che tanto inseguiamo e chequasi mai arriva". È una bella domanda. È importante chiedersi se esistonodei segreti da scoprire, tanto più in un'epoca come la nostra, dove tutto èscontato, dove le cose ci sembra che vivano solo sulla superficie, dove ci

     pare che non esistano soluzioni ai nostri malesseri, che così diventanocronici.

    Allo stesso modo, alla community di "Riza", una persona scrive: "Stocominciando un percorso... voglio riuscire finalmente ad amarmi". Un'altrainvece, sempre sullo stesso argomento, sottolinea: "Ma com'è difficileriuscire a volersi bene tutti i giorni". Entrambi ritengono che amare se stessio volersi bene siano obiettivi irrinunciabili e che prima o poi ce la potrannofare. Prima o poi... Sono pensieri come questi che creano l'inferno dentro dinoi, che portano malessere, sfiducia in noi stessi e senso di impotenza. Mal'anima non vive nel tempo e non ci capisce quando ragioniamo così...

    Il nostro spazio più profondo non ha il senso del tempo, l'anima nonragiona con le ore che scandiscono le nostre giornate. E poiché l'anima nonci capisce, perché si sente smarrita, perduta ci manda dolori sempre piùgrandi. Non capisce parole come "volersi bene tutti i giorni" e neppurecomprende quando diciamo "voglio riuscire finalmente ad amarmi".Entrambe queste affermazioni sono costruite sull'idea permanentedell'amarsi, sul volersi bene per sempre. Così dicendo viviamo come seavessimo al polso un orologio e controllassimo le ore e i minuti in cui nonci amiamo. Non c'è niente di così innaturale e artificiale! Questa idea

    dell'amore perenne e perfetto da riversare su di sé è uno dei più terribiliveleni con cui intossichiamo l'anima. Nelle cose dell'amore per noi stessi e

     per gli altri bisogna che buttiamo via l'orologio e ancor di più laconvinzione che gli stati d'animo siano sempre uguali, identici e chedebbano durare nel tempo.

    Prova a dirti che... non ci sei

    L'altra parola che l'anima non capisce è il più terribile di tutti i pronomi:

    io. Io non mi piaccio, io non mi amo. In realtà è un errore di percezione,

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    sbagliamo a guardare dentro noi stessi. Non è che non mi amo, è che percepisco dentro di me un senso di vuoto, di fastidio, di incertezza, di

    insicurezza. Chissà da dove arriva? Magari non mi piaccio perché nonaderisco a certi canoni di bellezza, oppure mi sento rifiutata da una persona,oppure un amore non mi funziona. L'Io è il nostro tiranno che ci dice

     perennemente come dobbiamo essere e così ci fa sbagliare. Ma non sono ioil protagonista della mia vita, non sono io che devo dirmi se vado bene o no,se mi amo o no... Krishnamurti scriveva:

    Il pensiero è il più grande ostacolo all'amore. Il pensiero crea unadivisione tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere e su questa divisione si

     basa la morale; ma né il morale né l'immorale conoscono l'amore.28 

    Così Debora scrive alla community: "Non so come comportarmi. Ho un problema... sono una donna molto impulsiva e, specie nei rapporti di coppia,quando frequento un uomo non nego nulla, ma poi quando chiedo diconcretizzare la storia scappano. Però poi mi ricercano. Sono stufa di esserela ruota di scorta o l'amante di qualcuno... vorrei avere dei rapporti seri eduraturi. Dove sbaglio?". In questo caso l'amore perenne e duraturo èspostato all'esterno, su un uomo che ti voglia per sempre, che voglia legarsia te, e che diventi "un rapporto serio". Ma se l'anima non ha il senso deltempo, se vive in una dimensione senza orologio, perché non godersi quelloche si ha adesso, perché non accettare quel lato di Debora che "non neganulla" a un uomo, che si dà, senza aspettative...

    Quando una cosa ci capita spesso, quando gli amori non diventanoduraturi, è perché l'anima vuole qualcosa da noi che non sia una relazionefissa. Oppure vuole un rapporto stabile, ma a modo suo. L'anima nonsbaglia mai: è la nostra fonte di vita. Dobbiamo imparare ad ascoltarla inmodo diverso. Sia a livello interiore, quando sento di non amarmi, sia alivello esteriore, quando l'amore non dura in una relazione, l'anima vuoledirmi qualcosa, vuole parlare con me, vuole fare di me quella donna o

    quell'uomo unico che ciascuno di noi è. Ecco forse il segreto dei segreti dicui chiede Rosalinda: prendere atto, constatare