Note sulle Mutazioni Genetiche di Roberto Negrini Presidente APsAD

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Alcune considerazioni "inattuali" sulle mutazioni genetiche e sulle loro possibili implicazioni anche esoteriche

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BABELEBABELEMAGIA - CULTURA - ATTUALITA CURA DI ROBERTO NEGRINIFrankenstein e le moschepubblicato sul periodico di ricerche di frontiera I Misteri n 4, giugno 1995Il sonno della Ragione genera mostri, scrisse Voltaire. E un aforisma che ha fatto strada e negli ultimi due secoli della nostra storia lo abbiamo sentito citare innumerevoli volte, magari applicato a metafore diverse e spesso opposte tra loro.Il mostro sempre il diverso, lalieno, lestraneo, ovvero - secondo la definizione dei pi comuni dizionari - un essere fuori dallordine naturale. E spesso la buona coscienza, sia religiosa che laica, non ha esitato a tenere desta la ragione e protetto lordine naturale eliminando fisicamente, culturalmente o moralmente il mostro o i mostri di turno, fossero questi persone, gruppi, libri, idee o fatti, comunque troppo scomodi o a-normali per il sistema dominante. Eppure i mostri ci assediano, sollecitano la nostra paura e la nostra fantasia, hanno da sempre sedotto visionari, profeti, alchimisti, filosofi, artisti e... scienziati, che pure della ragione dovrebbero essere i campioni. Se infatti i miti arcaici ci raccontano che discendiamo da terrificanti divinit o entit pre-umane, dal canto suo la scienza moderna sostiene che siamo la progenie di mostruose scimmie antropoidi. E la dimensione del mostruoso attrae tuttoggi i settori pi illuminati della speculazione scientifica.Recentemente Walter Gehring, direttore dellistituto di biologia cellulare presso luniversit di Basilea, ha pubblicato sulla prestigiosa rivista americana Science i risultati di alcuni suoi esperimenti di mutazione genetica sugli insetti, corredati da foto sconvolgenti. Agendo sul DNA della Drosophila Melanogaster (il comune moscerino della frutta) Gehring riuscito a produrre moscerini con occhi supplementari collocati su antenne, torace e ali. Va inoltre ricordato che gi negli anni 30 il ricercatore americano Thomas Hunt Morgan attraverso lo studio citogenetico di questo stesso tipo di mosca realizz alcune tra le prime, rivoluzionarie scoperte sulla trasmissione dei caratteri ereditari, che gli procurarono il Nobel nel 1933. E un altro premio Nobel, Edward L. Tatum, che per definire queste tecniche coni il termine chirurgia genetica, previde che nel futuro sarebbe stato possibile, sia negli animali sia nellUomo, eliminare dal patrimonio genetico i geni indesiderabili, inserirne nuovi o trasformare chimicamente quelli esistenti, predestinando cos a livello molecolare caratteristiche fisiche e mentali dellindividuo.Se le notizie sulle allucinanti mutazioni ottenute sulle mosche in Svizzera dovessero pure risultare inesatte, o esagerate, resta il fatto che le ricerche biochimiche e biogenetiche degli ultimi 40 anni hanno spalancato scenari di probabilit affini e complementari a quelli evocati dalle tradizioni maledette dellalchimia e della magia, il cui fascino paragonabile soltanto alle prospettive magiche della nuova fisica quantistica e alle realizzazioni, sempre pi stregoniche, dei sistemi integrati di intelligenza artificiale e di realt virtuale.Nel Cinquecento il medico, mago e alchimista Paracelso, sulle basi di una tradizione antichissima, forse simbolica o forse perduta, parl della creazione in vitro di una creatura umanoide artificiale: lhomunculus, ottenuto attraverso la combinazione alchemica dello sperma con certe sostanze-matrice. E nel secondo decennio del secolo scorso Mary Shelley, probabilmente stimolata dallassunzione di oppio, ide in un celebre romanzo il prototipo del moderno scienziato prometeico: il dottor Frankenstein, che nel laboratorio della sua romantica utopia genera un essere artificiale dalle forme solo vagamente umane, che lignoranza e la paura degli uomini per il diverso perseguiteranno e danneranno fino a trasformarlo in un tragico mostro omicida.Dallhomunculus a Frankenstein, alle mosche plurioculari dei moderni laboratori di ingegneria genetica un filo conduttore ha perpetuato il grande sogno della mutazione e in anni recenti non sono mancati film di successo che hanno posto questi temi allattenzione e alla sensibilit del grande pubblico. Ma si tramandata anche la stolida paura dei contadini e dei villici, che nel romanzo della Shelley inorridiscono, urlano e sparano al solo apparire del mostro, che desidera invece soltanto comprensione e amore. Non manca infatti chi avversa le ricerche genetiche in nome della cosiddetta etica umanistica o del persistente pregiudizio religioso. Lo testimoniano le oscurantistiche dichiarazioni di molti comitati di bioetica, per i quali letica una soltanto: quella dellUomo cos come lo conosciamo. Nulla deve cambiare e spesso ricerche e sperimentazioni - come quelle sulla clonazione umana - sono state ostacolate o addirittura ufficialmente interrotte a causa di queste interferenze, con il solo risultato di renderle eventualmente disponibili a qualche monopolio segreto da parte dei soliti enti militari. Eppure proprio lamplificazione delle possibilit genetiche, magari connessa a una spregiudicata esplorazione degli universi ancora misteriosi della coscienza, potrebbe costituire un importante fattore per la strutturazione di nuove dimensioni umane e quindi etiche. Dimensioni certo mostruose rispetto agli attuali modelli, ma capaci di sviluppare possibilit, relazioni e potenze pi consone ai protagonisti del terzo millennio.Forse, come sostengono chiese e religioni, siamo a immagine e somiglianza degli Dei. Ma quanti occhi hanno gli Dei?