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N uo uov a documentazione sull a documentazione sull ’incontr ’incontr o del 26 ottobr o del 26 ottobr e 1860 e 1860 fra fra V ittorio E ittorio E manuele II e G manuele II e G iuseppe G iuseppe G aribaldi aribaldi a cura di ADOLFO PANARELLO

Nuova documentazione sull’incontro del 26 ottobre 1860 fra ... · Emanuele II e il generale Giuseppe Garibaldi, che avrebbe sancito l’unità d’Italia, evi- denzia, nonostante

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NNuouo vv a documentazione su l la documentazione su l l ’ incontr’ incontr o de l 26 o t tobro de l 26 o t tobr e 1860e 1860frafra VV it tor io Ei t tor io E manuele I I e Gmanuele I I e G iuseppe Giuseppe G aribaldiar iba ldi

a cura di

ADOLFO PANARELLO

Nuova documentazione sull’incontro del 26 ottobre 1860

fra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi

a cura di

Adolfo Panarello

• 26 ottobre 2000 •

Ringraziamenti:Sig. Gino CortellessaTen. Col. Luigi Franco IannalfoProf. Franco De VivoSig. Francesco NigroDott. Emilia AngelilloSig. Vittorio RagucciDott. Marco De Angelis

© 2000 by Adolfo PanarelloTutti i diritti riservati

Progetto grafico: Adolfo Panarello

In copertina: bozzetto dell’incontro realizzato da Borrani e pubblicato nella rivista L’Illu-strazione Italiana (1876/1895) [Archivio privato di Adolfo Panarello]

Premessa

La lettura dei più recenti libri di storia contemporanea, o delle altre pubblicazioni chefanno specifico riferimento allo storico incontro del 26 ottobre 1860 fra il re VittorioEmanuele II e il generale Giuseppe Garibaldi, che avrebbe sancito l’unità d’Italia, evi-denzia, nonostante la notevole quantità di documentazione nota (ufficiale e non), unamancanza di chiarezza circa la precisa identità del luogo del medesimo incontro. Noncredo che questa identificazione sia determinante ai fini della valutazione storica dell’e-vento, però penso che la storia per essere degna di tale nome debba essere fondata sullaverità, la quale, com’è noto, è unica. Mi risulta, infatti, estremamente difficile spiegare,a chi me lo chiede, perché la ricorrenza del 26 ottobre viene celebrata ogni anno e nellostesso tempo sia a Teano che a Vairano Scalo; perché gli eminenti storici e le autoritàpolitiche, invitate a presenziare, non prendono una posizione precisa una volta per tuttee, con discutibile onestà intellettuale, si fermano prima nell’una e poi nell’altra località;perché i due comuni continuano ad accapigliarsi in una querelle che non giova né allerispettive immagini, né alla verità storica, né alla cultura dei posteri.

Il racconto dell’incontro è stato più volte puntualmente documentato dagli storicivairanesi e teanesi, oltre che dagli studiosi dell’Istituto Internazionale di Studi “Giusep-pe Garibaldi” di Roma. Tuttavia, come predetto, la verità continua ad essere bifronte.Forse perché non sa da quale parte rivolgersi per avere il massimo utile.

Per tale ragione, poiché il mio unico interesse è quello di far affiorare la “vera” verità,mi sono premurato di realizzare questo libretto. Sono sicuro, infatti, che indipendente-mente da quelle che possono, o potranno essere, le posizioni e le interpretazioni persona-li, la documentazione che mi accingo a restituire sarà interessante per tutti. Si tratta di duearticoli attinti dal prestigioso giornale Times di Londra del 5 e del 6 novembre 1860, di

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cui si fa talvolta menzione, ma dei quali, fino ad oggi, per quanto ne so, non sono statiancora ripubblicati i testi e, tantomento, le traduzioni. Essi, oltre ad essere due notevoliesempi di reportage narrativo e/o di piacevole letteratura, forniscono dettagli metrici e altreimportanti indicazioni sul percorso seguito dalle truppe piemontesi e garibaldine e sullafigura di Giuseppe Garibaldi in generale. Devo ringraziare il caro amico Gino Cortelles-sa che me li ha procurati attingendoli dalla Biblioteca di Edinburgo.

La mia traduzione, revisionata e migliorata dal prof. Franco De Vivo, docente diFilologia germanica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi diCassino, è seguita dalla relazione del ten.col. Luigi Franco Iannalfo, già Ufficiale Geo-grafo presso l’Istituto Geografico Militare di Firenze. Essa consente di avere le idee piùchiare sugli scenari dell’incontro e di individuare con maggiore chiarezza le problemati-che che sono ancora da affrontare e da risolvere.

Mi piace concludere ribadendo che questo contributo, sebbene i testi siano abba-stanza eloquenti, non ha la pretesa di porre termine alle ricerche sull’argomento, né difar cambiare idea a chi idea non vuol cambiare, ma vuole essere semplicemente un mode-sto contributo alla ricerca dell’unica verità.

Adolfo Panarello

Nuova documentazione sullo storico incontro del 26 ottobre 1860

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VICTOR EMMANUEL AND GARIBALDI

A letter from Naples, dated the 29th of October,gives the following account of the interviewbetween Victor Emmanuel and Garibaldi:

«I was on my way to the head-quarters of VictorEmmanuel, at Teano, and took a cut through themountains. While waiting for a conveyance, Imet Major Cattabene, Commandant of Garibal-di’s head-quarters. He was coming from Teano,and to him I am indebted for the followingaccount of the interview between Victor Em-manuel and Garibaldi. Garibaldi had taken uphis quarters at a small inn, about four miles anda half between Teano and Speranzano, on the25th. He ordered his column to advance andtake up positions, and sent Count Trecchi to seethe King. On the following morning CountTrecchi and Missori came to inform him thatCialdini was within an hour’s march, and theKing not far behind. Garibaldi left immediatlywith his Staff, and three-quarters of an hourafterwards he came in sight of the head of thePiedmontese column. He put spurs to his horse.The Piedmontese advanced as follows:- The 23dand 24th Regiments of the Como Brigade; the26th and 27th of Pinerolo’s Brigade; and then abattery of rifled cannon. The columns presentedarms to Garibaldi, and opened to allow him topass through. Cialdini rushed forward, and Gari-baldi, jumping off his horse, embraced himaffectionately. After exchanging a few words

VITTORIO EMANUELE E GARIBALDI

Una lettera da Napoli, datata 29 ottobre [1860n.d.T.], dà il seguente resoconto dell’incontro traVittorio Emanuele e Garibaldi:

«Ero in cammino verso il quartier generale diVittorio Emanuele a Teano e presi una scorciatoiaattraverso le montagne. In attesa di un mezzo ditrasporto, incontrai il maggiore Cattabene,Comandante del quartier generale di Garibaldi.Veniva da Teano e a lui devo il seguente resocontodell’incontro fra Vittorio Emanuele e Garibaldi.Garibaldi aveva fissato i suoi accampamenti pres-so una piccola taverna, circa quattro miglia emezza tra Teano e Presenzano, il giorno 25. Avevaordinato alla sua colonna di avanzare e di pren-dere posizione e aveva mandato il conte Trecchi adincontrare il Re. La mattina successiva, il conteTrecchi e Missori vennero ad informarlo che Cial-dini era a un’ora di marcia e il Re lo seguiva abreve distanza. Garibaldi si mosse immediata-mente con il suo stato maggiore e nel giro di trequarti d’ora giunse in vista della testa della colon-na piemontese, dove spronò il cavallo. I Piemonte-si avanzavano come segue: Il 23° e il 24° Reggi-mento della Brigata Como, il 26° e il 27° dellaBrigata Pinerolo e quindi una batteria di can-noncini. Le colonne presentarono le armi a Gari-baldi e si aprirono per farlo passare. Cialdini corseavanti e Garibaldi, scendendo da cavallo, loabbracciò affettuosamente. Dopo aver scambiatoalcune parole con lui, Garibaldi rimontò a caval-

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Garibaldi remounted to meet the King. VictorEmmanuel was not far behind, leading on hisown division. Seeing the red shirts, the Kingtook a telescope, and, recognizing Garibaldi, putspurs to his horse and gallopped towards him.Garibaldi did the same. When they were within10 paces of each other the officers of the Kingand of Garibaldi shouted “Long live VictorEmmanuel!” Garibaldi advanced, took off hishat, and, in a voice somewhat hoarse from emo-tion, said -”King of Italy!” Victor Emmanuelput his hand to his kepi, then held it out to Gari-baldi, and equally moved, replied - “Thank you!”They stood thus, hand in hand, nearly a minute,without uttering another word.

“Garibaldi and the King, still holding eachother’s hand, followed the troops for about a quar-ter of an hour. Their suites had mingled together,and followed at a short distance behind them. Pas-sing a group of officers Garibaldi saluted them.Among them were Farini, Minister of War, in theforaging cap of a staff officer, and General Fanti.The King and Garibaldi were conversing. Afterthe King followed the 17th, 18th, 10th and 20thRegiments of the Line, then 60 guns, and fourregiments of cavalry. His Majesty was at the headof 30,000 men.

“Before reaching Teano King Victor Emmanuelhalted, and ordered a portion of his army to fileoff in presence of Garibaldi, that every one mightobserve the good feeling which prevailed betweenhim and his chieftain. He then reviewed Bixio’sbrigade which was posted a little beyond Calvi.

lo per incontrare il Re. Vittorio Emanuele non eramolto lontano, al comando della sua divisione.Vedendo le camicie rosse, il Re prese il cannocchia-le e riconoscendo Garibaldi spronò il suo cavallo eandò al galoppo verso di lui. Garibaldi fece lo stes-so. Quando furono a dieci passi l’uno dall’altro, gliufficiali del Re e di Garibaldi gridarono: “Lungavita a Vittorio Emanuele!” Garibaldi avanzò, sitolse il cappello, e, con voce resa un po’ rauca dal-l’emozione, disse: “Re d’Italia!” Vittorio Emanue-le si tolse il berretto, allungò la mano che lo regge-va verso Garibaldi e, commosso allo stesso modo,rispose: “Grazie!” I due rimasero fermi così, strin-gendosi la mano per quasi un minuto senza pro-nunciare altra parola.

“Garibaldi e il Re tenendosi la mano seguiro-no le truppe per circa un quarto d’ora. I loroseguiti si erano mescolati e seguivano a brevedistanza. Oltrepassarono un gruppo di ufficialie Garibaldi li salutò. Tra loro c’era Farini,Ministro della Guerra, col berretto da faticadell’ufficiale di campo, e il generale Fanti. Il Ree Garibaldi si misero a conversare. Il Re eraseguito dai Reggimenti di Linea 17°, 18°, 10°e 20°, da 60 cannoni e quattro reggimenti dicavalleria. Sua Maestà era alla testa di 30.000uomini.

“Prima di raggiungere Teano, Re VittorioEmanuele si fermò e ordinò a una parte del suoesercito di sfilare in presenza di Garibaldi, cosìche tutti potessero vedere il buon accordo chec’era tra lui e il suo condottiero. Poi fece visitaalla Brigata Bixio che era dislocata un po’ oltre

Nuova documentazione sullo storico incontro del 26 ottobre 1860

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He was received with the enthusiastic and unan-imous shout of “Long live the King of Italy!”

Garibaldi has 7,000 men, divided between dif-ferent positions. the King remained at Teano;Garibaldi returned to Calvi to give orders”».

[Times – November 5, 1860.]

Calvi. Fu ricevuto con il grido unanime edentusiasta di “Lunga vita al Re d’Italia!”Garibaldi ha 7.000 uomini suddivisi in diversepostazioni. Il Re rimase a Teano; Garibaldi tornòa Calvi per dare ordini”.

[Times – 5 novembre 1860]

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Testo dell’articolo del Times del 5 novembre 1860

GARIBALDI’S ARMY————-

(FROM OUR SPECIAL CORRESPONDENT.)

ZUNI, NEAR CALVI, OCT. 27.

Here I am 12 miles to the north of the Voltur-no, while I fully expected to be writing to youquietly from Caserta by to-day’s mail. Such iswarfare. King Victor Emmanuel, with his forceswas in the kingdom, and, of course, all otherindependent military activity was at an end.Garibaldi had turned peaceful, went every day toNaples instead of St. Angelo, was more busy inhealing wounds than inflicting them, concen-trating his whole attention upon doing in the shorttime left to him as much good as possible insteadof ruminating how to inflict harm on the enemy.The news of this change, as you may imagine,spread as if it was conveyed by the telegraphicwire, and every morning his modest room in theRoyal Palace of Caserta was filled with a never-ending string of petitioners, - first, the military,who tried to take advantage, of these last days tobring forward their just claims or pretensions,and those crowds of place-hunting civilians, all ofwhom , had grievously suffered in the cause oftheir country - all of whom had ruined them-selves in serving this self-same country. Hundredsof carriages and carts of every description arerunning to and from the high road from Naplesto Caserta carrying their cargoes to the feet of theDictator. It was a sight for a Leech or for a Cham

L’ESERCITO DI GARIBALDI————-

(DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SPECIALE)

Zuni, vicino Calvi, 27 ottobre [1860, N.d.T.]

Mi trovo qui a 12 miglia a nord del Volturno,mentre oggi mi aspettavo di scriverti tranquilla-mente da Caserta. Così è la guerra. Re VittorioEmanuele era nel regno con le sue forze armate enaturalmente tutte le attività militari indipen-denti erano terminate. Garibaldi era diventatouomo di pace: andava ogni giorno a Napoli anzi-ché a S. Angelo ed era più impegnato a curare leferite che a infliggerle, concentrando tutta la suaattenzione su come fare, nel breve tempo concesso-gli, la maggiore quantità possibile di bene piutto-sto che ruminare su come infliggere danni alnemico. Le notizie di questo cambiamento, comepuoi immaginare, si diffusero come se corresserosui fili del telegrafo e ogni mattina la sua modestastanza del palazzo reale di Caserta si riempiva diuna fila senza fine di postulanti: prima i milita-ri, che tentavano di trarre vantaggio da questiultimi giorni per esporre le loro giuste richieste opretese, e folle di civili che avevano gravementesofferto per la causa del loro Paese e avevano rovi-nato se stessi nel servirlo in cerca di un posto dovestare. Centinaia di carri e convogli di ogni tipovanno su e giù lungo la strada principale daNapoli a Caserta portando il loro carico ai piedidel dittatore. Era uno spettacolo per Leech o perCham e avrebbe sicuramente fornito materiale a

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this crowd, and would have given material toThackeray for a natural history of place hunters.

On the morning of the 23d the Neapolitanswithdrew their outposts and the guns of theirbatteries on the right bank of the Volturnoguarding the river, thus leaving the passage Tri-plisco upwards free. The news did not destroyGaribaldi’s project of going to Naples and visit-ing the large hospital of St. Giuseppe, the oldJesuit establishment, where some hundreds ofwounded are housed. Garibaldi is not one ofthose routine commanders who pass every daythrough the hospitals to make “acte de présence”.When he comes he comes as a friend, not askinggeneral commonplace questions, but stoppingbefore every bed. He has a kind word for everyone, a caress with his hand for every burninghead, a shake of the hand and a word of thanksfor every one he has met once before. A visit ofhis does more the best than many a plaister andbandage, and even where all hope is lost thesight of him is consolation. Thus at this very lastvisit a’touching scene occurred which moved allbystanders. It was in the room of those who aredoomed. Garibaldi was stroking the feverishforehead of a young Venetian who had but a fewhours to live, and asking him what he could dofor him. “Don’t forget my country”, was thereply of the agonized youth.

From what precedes you can see that Garibal-di’s hospital visits are an affair of hours, notminutes, so that although he arrived at noon itwas almost 4 o’ clock before he left the hospital.

Thackeray per un racconto di stampo realistico suicacciatori di terre.

La mattina del 23 i Napoletani avevano riti-rato le postazioni e le armi delle batterie sullasponda destra del Volturno per controllare ilfiume, lasciando così libero a monte il passaggiodi Triflisco. La notizia non fermò il progetto diGaribaldi di andare a Napoli per visitare ilgrande ospedale di S. Giuseppe, nel vecchio edi-ficio dei Gesuiti, dove sono ricoverati centinaiadi feriti. Garibaldi non è uno di quei soliticomandanti che va ogni giorno negli ospedali afare atto di presenza. Quando viene, viene comeun amico che non fa le solite domande generi-che, ma si ferma davanti a ogni letto. Ha unaparola gentile per tutti, una carezza per ognifronte ardente, una stretta di mano e una paro-la di ringraziamento per ogni persona incontra-ta anche una sola volta. Una sua visita giovapiù di molti impacchi e bende e anche quandola speranza è perduta, vederlo è una consolazio-ne. Nella sua visita più recente c’è stata unascena toccante che ha commosso tutti i presenti.È accaduto nella stanza dei moribondi. Gari-baldi carezzava la fronte febbricitante di ungiovane veneziano a cui non restavano che pocheore di vita e gli chiedeva cosa potesse fare per lui.“Non dimenticare il mio Paese” fu la risposta delgiovane agonizzante.

Puoi dunque vedere che le visite di Garibaldiagli ospedali sono questioni di ore e non di minu-ti, sicché sebbene fosse arrivato a mezzogiorno, nonandò via da quell’ospedale prima delle quattro.

Nuova documentazione sullo storico incontro del 26 ottobre 1860

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While he was there even greater crowds thanusual were besieging the doorway to get a lookat him, to shout and to excite themselves.Mad parties of six and seven, in hackney coaches,with great display of tricolour flags, werecarrying on from their vehicles a competitionfor the championship of “Evvivas”; and all thisbecause some misunderstanding of the news ofthe withdrawal of the enemy from the upperVolturno was constructed into a taking ofCapua. Capua is fast becoming the nightmare ofevery one who has followed with anything likecommon attention events which took place sincewe first came to the Volturno. It is in vain thatyou use your eloquence to impress upon themthat we are operating against the Volturno line,and not against Capua. You hint modestly thatCapua as such is nothing without the river andthe large army of the Neapolitans outside, andthat once the river line passed, and the armymade harmless, Capua must fall like a ripe pear. Itis in vain; it is Capua, and But Capua that peoplewant to take, or rather, to be taken for them.Every day the papers are full of batteries whichwe have erected against Capua, of the breaches,smaller and larger, which we have made, of thebastions which were becoming awfully shaky,and all those hundreds of the tales which thetruly Hellenic imaginations of these Neapolitansinvent, the real iact being that not a gun has everbeen placed against Capua, and not a cannon-shot fired, except, perhaps, now and then one forsport from one of the tield-pieces outside.

Mentre era lì, folle anche più folte di quelle abi-tuali avevano assediato il vano della porta pervederlo, eccitati e vocianti. Gruppi di sei o settescapestrati su vetture a noleggio continuavanocon grande sfoggio di bandiere tricolori la lorogara di “Evviva”. Tutto ciò a causa di un equi-voco sulla notizia del ritiro del nemico dal Vol-turno superiore, trasformata nella notizia dellapresa di Capua. Capua sta rapidamente diven-tando l’incubo di chiunque abbia seguito con unminimo di attenzione gli eventi che accadono daquando siamo arrivati al Volturno. È inutilesprecare fiato per far capire che stiamo operandocontro la linea del Volturno e non contro Capua.Puoi suggerire sommessamente che Capua, inquanto tale, non è niente senza il fiume e il gran-de esercito dei Napoletani che la presidia; puoidire che una volta oltrepassata la linea del fiumee reso impotente l’esercito Capua deve caderecome una pera secca; è tutto inutile: Capua e soloCapua è quanto la gente vuole prendere, omeglio, vuole che sia presa e consegnata. Ognigiorno i giornali sono pieni delle batterie cheabbiamo eretto contro Capua, delle brecce picco-le e grandi che abbiamo aperto, dei bastioni chediventavano paurosamente malfermi e delle cen-tinaia di racconti che l’immaginazione veramen-te levantina di questi Napoletani inventa, dalmomento che nessuna bocca da fuoco è stata maipuntata contro Capua e non un colpo di canno-ne è stato sparato, ad eccezione, forse, di qualchecolpo sparato per caso di tanto in tanto dai pezzida campo.

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Testo dell’articolo del Times del 6 novembre 1860

Well, Padre Gavazzi found the spurious newsof the taking of Capua a good opportunity forone of his harlequinades. All those who like tobe conspicuous followed, and when Garibaldi,after his visit to the hospital, went to have aquiet dinner at the Hotel d’Angleterre, on theChiaja, he was followed there, and not left untilhe went back in the evening to Caserta.

Next morning, the 24th, at 4 o’ clock, an offi-cer of Cialdini’s Staff arrived in disguise atCaserta, and was immediately taken to Garibal-di. He brought news of the arrival of the Pied-montese in the vicinity of Venafro, and of theKing’s arrival at Isernia. Cialdini expected tofind the Neapolitans the next day, or the dayafter, at Venafro, or at Teano and he invited,therefore, Garibaldi to make, if possible, somemovement in that direction, so as to co-operatein case of a general action.

It was quite unexpected, for, according to the pre-vious dispositions, the Piedmontese were to be with-drawn from St. Angelo and unite with the columnof Sonnaz to operate from Maddaloni, while Gari-baldi’s army was to look on from the south side ofthe river. However, Garibaldi is not the man to betaken by surprise, and is always ready when he is cal-led upon to act. He had some of his confidentialofficers called, and an hour after he had decided totake the Division Bixio, the Brigades Eber and Mila-no, the Genevese Carabineers, and the BritishVolunteers, and pass the Volturno with them. Thetroops were to take 50 rounds of ammunition andtwo day’s dry provisions, and be ready to march.

Padre Gavazzi ha fatto della falsa notizia dellapresa di Capua un’occasione per una delle sue arlec-chinate. Tutti quelli a cui piace mettersi in mostralo hanno seguito. Sicché quando Garibaldi, dopo lavisita all’ospedale, è andato all’Hotel d’Angleterresulla riviera di Chiaia per cenare in pace, è statoraggiunto dalla gente e mai abbandonato fino asera, quando ha fatto ritorno a Caserta.

La mattina successiva, il 24 alle 4 in punto, unufficiale dello stato maggiore di Cialdini è arrivatoin incognito a Caserta ed è stato immediatamentecondotto da Garibaldi. Portava notizie dell’arrivodei Piemontesi nelle vicinanze di Venafro e dell’ar-rivo del Re a Isernia. Cialdini si aspettava di tro-vare i Napoletani il giorno successivo, o quello dopoancora, a Venafro o a Teano e aveva perciò invitatoGaribaldi a muovere, se possibile, in quella direzio-ne, in modo da cooperare in caso di una battagliagenerale.

È stata una cosa abbastanza inattesa, perché, inaccordo con le disposizioni precedenti, i Piemontesidovevano ritirarsi da S. Angelo e unirsi con lacolonna di Sonnaz per operare da Maddaloni,mentre l’esercito di Garibaldi doveva sorvegliare lariva sinistra del fiume. Ma Garibaldi non è uomoda farsi sorprendere ed è sempre pronto quando sitratta di agire. Chiamò alcuni dei suoi ufficiali difiducia e un’ora dopo aveva deciso di prendere laDivisione Bixio, le Brigate Eber e Milano, i Cara-binieri genovesi e i Volontari inglesi e di passare conloro il Volturno. Le truppe dovevano prendere cin-quanta giri di munizioni e provviste per due giornied essere pronti a marciare.

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The crossing of the river could be effeted nowwithout opposition, and the question was onlyin which direction to operate. The Piedmonte-se colums having chosen to operate from Mad-daloni towards Cajazzo, there remained onlythe lines of Calvi -that is, the main road fromCapua to Venafro; but this was a rather dan-gerous experiment for a force not quite 5,000strong. Venafro was too far off to act in concertwith the Piedmontese, and either the column hadto remain far off so as to be all but useless, or elseif the Neapolitans were in position at Teano orCalvi it risked getting the whole overhelmingforce down upon it by advancing. But experi-ments of this kind are not calculated to frightenGaribaldi, and he decided to undertake this one.

He went himself early on the morning of the24th to St. Angelo, to hasten and direct the con-struction of the bridge. It would be useless toremark that Garibaldi’s army possesses no pontoontrain, else it would not be what it is, and would nothave done what it has done; so when first the ideawas conceived to cross the Volturno at the Scafa diFormicola, which is just under the last spur of theS. Angelo mountain, pontoons and pontooneershad to be sought together in the arsenal of Naplesand elsewhere. Either the Neapolitan army posses-sed non such thing as a pontoon train or it hadtaken away what it possessed; at any rate, nothinglike a complete pontoon train could be found. Thenecessary material had therefore to be collectedwhere it could, and so had the pontooneers. Therewas, indeed, something like an engineer corps

L’attraversamento del fiume si sarebbe potutoeffettuare ora senza ostacoli e la questione era solo inquale direzione operare. Avendo la colonna Pie-montese scelto di operare da Maddaloni in direzio-ne di Caiazzo, rimaneva solo la linea di Calvi, cioèla strada principale da Capua a Venafro. Ma sitrattava di un tentativo piuttosto pericoloso per unaforza di 5000 unità scarse. Venafro era troppo lon-tana per agire di concerto con i Piemontesi e delledue l’una: o la colonna restava parecchio lontano,col risultato di essere inutile, oppure, se i Napoleta-ni erano in posizione a Teano o a Calvi, avanzan-do c’era il rischio di tirarsi addosso l’intera loroforza, di gran lunga superiore. Ma tentativi delgenere non spaventano certo Garibaldi, che decisedi provare quanto segue.

Andò egli stesso la mattina del 24 a S. Angeloper accelerare i tempi e dirigere la costruzione delponte. È inutile sottolineare che l’esercito di Gari-baldi non ha alcun ponte di chiatte, diversamen-te non sarebbe quello che è né avrebbe fatto ciò cheha fatto. Perciò quando fu concepita per la primavolta l’idea di attraversare il Volturno alla Scafadi Formicola, che è proprio sotto l’ultimo speronedel monte S. Angelo, bisognò cercare chiatte e pon-tieri nell’arsenale di Napoli e altrove. Ma l’eserci-to Napoletano non aveva articoli del genere, oppu-re aveva portato via ogni cosa. A ogni modo, nonpotè trovarsi niente che somigliasse ad un ponte dichiatte completo. Il materiale necessario dovevaperciò reperirsi dove possibile. C’era, in verità,qualcosa come un corpo di genieri accampato aPalermo, ma, come l’artiglieria, non si elevava al

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Testo dell’articolo del Times del 6 novembre 1860

attempted at Palermo, but, like the artillery, itnever emerged from a most unsatisfactory embryostate, with very little instruction, if any, and cer-tainly no experience at all in bridge-making.

Colonel Bordone had been in charge of the pre-parations ever since they began. The material wasdeposited on the prolongation of the road fromSanta Maria to St. Angelo, in a thicket of clivetrees, where it had a narrow escape from the shellsfired from the opposite side of the river, andfrom the attacks of the Neapolitans on the 1st ofOctober. The road, as it approaches the river,makes a sudden turn to the right, and skirts thespur of the St. Angelo Mountain for about a mile,where a large reddish house indicates the Scafa, orpassage of Formicola. It was here that the bridgehad been always projected; there the batteries hadbeen constructed, and a kind of covered way toapproach them. Well, all these preparations werenot required, for, with the exception of a few ofthe cavalry who showed now and then on the roadfrom Capua, there was not a trace of the Neapoli-tans. The batteries, which were so jealous ofevery eye and living soul that they fired at everyinquisitive amateur, were now still and deserted.Yet it was thought prudent to proceed with allthe caution used on such occasions. The MediciDivision, and the Piedmontese who were still there,took up their position; the boats were launched andfilled with soldiers of the former force,who went over, and hastened to occupy theapproaches and protect the construction of thebridge. There is a mountains spur on the right

di sopra di un insoddisfacente stato embrionale,con un’istruzione molto bassa (se mai c’era) e cer-tamente senza alcuna esperienza nella costruzionedi ponti.

Il colonnello Bordone fu responsabile dei pre-parativi fin dall’inizio. Il materiale era deposita-to sul prolungamento della strada da SantaMaria a S. Angelo, nel folto di una boscagliadove c’era una stretta via di fuga usata, il 1°ottobre, per ripararsi dai colpi sparati dalla parteopposta del fiume e dagli attacchi dei Napoleta-ni. Quando si avvicina al fiume, la strada fauna brusca curva a destra e costeggia lo speronedel monte S. Angelo per circa un miglio, doveun’ampia casa rossastra indica la Scafa o guadodi Formicola. Il ponte era stato sempre gettato inquesto posto. Lì erano state costruite le batterie euna specie di strada coperta per raggiungerle.Tutti questi preparativi non erano ora necessari,poiché, ad eccezione di alcuni uomini dellacavalleria che si mostravano di tanto in tantosulla strada da Capua, non c’era alcuna tracciadi Napoletani. Le batterie, di solito così sensibilia ogni anima viva da aprire il fuoco per un non-nulla, erano ora silenziose e deserte. Tuttavia fustimato prudente procedere con tutte le precau-zioni usate in queste occasioni. La DivisioneMedici e i Piemontesi, che erano ancora lì, prese-ro posizione; le barche furono gettate in acqua eoccupate dai soldati della prima forza armata,che attraversò il fiume e si affrettò a prendere gliapprodi e a proteggere la costruzione del ponte.C’è uno sperone roccioso sulla riva destra del Vol-

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bank of the Volturno, corresponding to that of St.Angelo on the left bank. It is the key of the pas-sage, for as the road from Capua to Cajazzo passesunder it, and as it commands everything aroundit, its occupation secures from a surprise fromeither place. The outposts were pushed forward toalmost a mile in either direction, and from thefarmhouse Palombara, on the top of the spur, allthe movements could be observed.

These preparations, as well as the getting readyof the matériel, took till 1 p.m., and it was onlyan hour later that the bridge-making began atthe same time on both sides. On the St. Angeloside it was Major Dowling who directed the op-erations. So short was the supply of the ponton-eers, that he chose 20 men out of the BritishVolunteers to complete it, and certainly his sideof the bridge was better by far, and withstood allaccidents. The river is not more than 20 or 30yards in width at this point, but rapid and ratherdeep. It was fortunate that we had every leisureand facility for the construction of the bridge, forwithout it I am afraid it would have been aserious matter. As it was, the bridge was notready till 10 p.m., and then not for artillery andcarts. In the meantime the troops whichGaribaldi had chosen to accompany him in theexpedition across the Volturno were all assem-bled by nightfall in the neighbourhood of St.Angelo. Garibaldi himself went back towardsevening to Caserta, but was out again at 2. a.m.,the time fixed for the troops to cross. Some delayagain occurred, so that the order to start was not

turno che corrisponde a quello di S. Angelo sullariva sinistra. È il punto chiave del passaggio poi-ché, considerato che la strada da Capua a Caiaz-zo vi passa sotto ed esso domina ogni cosa intor-no, il suo controllo assicura contro ogni sorpresadai due lati. Gli avamposti furono spinti di unmiglio nelle due direzioni. Dalla fattoria Palom-bara, sulla cima dello sperone, si potevano osser-vare tutti i movimenti.

Questi preparativi e la messa a punto del mate-riale proseguirono fino all’una del pomeriggio esolo un’ora dopo la costruzione del ponte cominciòcontemporaneamente sulle due sponde. Sul lato diS. Angelo il maggiore Dowling dirigeva le opera-zioni. Il gruppo dei pontieri era così scarso che egliscelse venti uomini tra i Volontari inglesi per com-pletarlo; certamente il suo lato di ponte era moltomigliore e in seguito resistette a ogni incidente. Ilfiume in quel punto non è più largo di 20 o tren-ta iarde, ma impetuoso e piuttosto profondo. For-tuna volle che disponevamo di tutte le strutture perla costruzione del ponte, poiché in caso contrariotemo che sarebbe stato un problema serio. A ognimodo, il ponte non fu pronto prima delle diecidella sera e comunque non era adatto all’l’artiglie-ria e ai carri. Nel frattempo le truppe che Gari-baldi aveva scelto perché lo accompagnassero nellaspedizione oltre il Volturno si erano raccolte per lanotte nelle vicinanze di S. Angelo. Garibaldi stes-so fece ritorno a Caserta la sera, ma uscì di nuovoalle due del mattino, l’ora fissata per il guado delletruppe. Si ebbe di nuovo un certo ritardo, sicchél’ordine di cominciare non fu dato prima delle cin-

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Testo dell’articolo del Times del 6 novembre 1860

given before 5,30 a.m. The order of march wasthe Genoese Carbineers, the Bixio Division, theEber Brigade, the Milano Brigade, and the Briti-sh Volunteers, Garibaldi himself at the head ofthe column, and a squadron of Hungarian Hus-sars in front of all, to range and explore.

The passage took place without accident - acircumstance, no doubt, due to the shakyappearance of the bridge, which impressed manand beast with due prudence and caution. Itwas just dawning when we passed this Rubicon,across which we had been looking so long, andit was with no small interest that most lookedat all these spots, so well known from far bymany an incident and adventure of which theyhad been witnesses. Here was the white chalkroad over which we had watched so often theenemy’s cavalry pass; there the loopholed houseswhich hid such well-aiming riflemen; there thelower battery which so often disturbed ourvisits to the reddish house opposite; there,again, the one which pitched its shells into theSt. Angelo road, and disturbed more than onequiet dinner and cozy chat. All those hills, housesand roads were old friends, or rather enemies,and never did they look more charming than inthe autumn sun.

When you look from the south side of theVolturno over Capua you see it surrounded by asemicircle of mountains. You can follow this cir-cle from Monte Masico, near the sea, all roundtill it comes down with the last spur opposite St.Angelo. Even from far you can see that it is a

que e trenta del mattino. L’ordine di marcia fu: iCarabinieri genovesi, la Divisione Bixio, la Briga-ta Eber, la Brigata Milano, i Volontari inglesi,Garibaldi stesso alla testa della colonna e unosquadrone di Ussari ungheresi prima di tutti, inperlustrazione ed esplorazione.

Il guado ebbe luogo senza incidenti, circostanzasenza dubbio dovuta all’aspetto incerto del ponteche suggerì agli uomini e agli animali la dovutaprudenza e attenzione. Era l’alba quando passam-mo questo Rubicone che avevamo cercato di attra-versare per così tanto tempo. Molti guardavano aquesti posti con non poco interesse, posti famosianche in luoghi lontani per i molti incidenti e lemolte avventure di cui erano stati testimoni. Quic’era la strada bianca brecciata lungo la quale ave-vamo visto così spesso passare la cavalleria del nemi-co; lì le case con le feritoie che nascondevano queicecchini così precisi; lì quella batteria bassa chetanto spesso aveva disturbato le nostre visite a quel-la casa rossastra di fronte; lì, ancora, quell’altra chesparava sulla strada di S. Angelo e aveva disturba-to più di una cena tranquilla e di una bella chiac-chierata. Tutte quelle colline, case e strade eranovecchi amici, o piuttosto nemici, e mai erano parsipiù affascinanti di quanto fossero ora sotto il soled’autunno.

Quando si guarda dalla sponda meridionale delVolturno in direzione di Capua si nota che la cittàè circondata da un semicerchio di montagne. Si puòseguire questo cerchio dal Monte Massico, vicino almare, tutt’intorno fino a quando si abbassa con l’ul-timo sperone di fronte a S. Angelo. Anche da lonta-

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sister group which encircles the plain, for youobserve a depression in the middle and bold,rugged, high peaks on both sides, the Pizzo SanSalvatore being the most prominent to thenorth-east, and the Monte di San Croce to thenorth west. You see a white line leading straightin the direction of the depression between thetwo; it is the high road to Venafro, Isernia, andthe Abruzzi Citra. It runs through six miles ofplain in an almost straight line until it reachesCalvi. Just half-way the road to Gaeta branchesoff to the west. As the main road to the Abruzzicontinues in the north-westerly direction, whichit has from the beginning, the possession ofCalvi threatens the communications betweenCapua and Gaeta, and this threat is so much themore effective as there is an excellent branchroad, adapted for all military operations, whichleaves the main road a mile above Calvi, andstrikes the road to Gaeta several miles after thisbranches off from the Capua road. As Calvi liesjust at the entrance of the plain where the twogroups of mountains come as it were in contact,it offers an excellent military position.

All these considerations determined Garibaldito make this point the first object of his opera-tions. Having but vague suppositions where thePiedmontese might already be, and having noinformation at all of the movements of theNeapolitans, nothing remained but to go ongeneral strategic considerations, and those werejustly made. As the road from Capua is the onlyreally carriageable one, the thing would have

no si vede che la pianura è circondata da un unicogruppo con due formazioni gemelle, perché si osser-va una depressione nel mezzo e due possenti picchimolto alti su entrambi i lati. Di questi, il Pizzo S.Salvatore è il più sporgente a Nord-Est, il Monte diS. Croce lo è a Nord-Ovest. Si vede una linea bian-ca che porta direttamente alla depressione tra i due:è la strada per Venafro, Isernia e l’Abruzzo citerio-re. Si snoda per sei miglia in pianura in un trattopressoché rettilineo fino a quando giunge a Calvi.Proprio a metà strada si dirama la strada perGaeta, in direzione ovest. Poiché l’arteria per gliAbruzzi continua nella direzione nord-ovest, chemantiene fin dal suo punto d’inizio, chi controllaCalvi finisce per minacciare le comunicazioni traCapua e Gaeta, e questa minaccia è tanto più effi-cace poiché lì si trova un’eccellente deviazione adat-ta alle operazioni militari, la quale abbandona lastrada principale un miglio sopra Calvi e incrociala strada per Gaeta diverse miglia dopo l’incrociocon la strada di Capua. Poiché Calvi è ubicata pro-prio all’inizio della pianura dove i due gruppi dimontagne sono come in contatto, essa offre unaeccellente posizione strategica.

Tutte queste considerazioni convinsero Garibal-di a fare di questo punto il primo obiettivo delleoperazioni. Non avendo che una vaga idea circa illuogo dove potevano essere i Piemontesi e nessunainformazione sui movimenti dei Napoletani, nonrimaneva che ricorrere a considerazioni strategichegenerali. E queste si rivelarono corrette. Poiché lastrada di Capua è la sola realmente carreggiabile,la cosa sarebbe stata piuttosto scomoda per una

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Testo dell’articolo del Times del 6 novembre 1860

been rather awkward for a force provided withmany impedimenta, but for Garibaldi, withoutguns and with little baggage, except spareammunition and ambulance, this was easy. Afterfollowing for about a mile the road leading fromthe Scafa di Formicola to Capua, the columnturned off near the mills of Triflisco to the right,and descended into what seemed the bed of atorrent, scarcely more than 8 or 10 feet in width,and with a natural falls of tufa and earth ofperhaps 20 feet in height on both sides. It was abyroad, which, skirting the mountains to therights, leads to a succession of villages, all at thefoot of the Mountains. As these latter make asweep in the direction of Calvi, every step wascalculated to bring us nearer to the object of ourmarch. The road for the most part retains thecovered way, or rather ditchlike appearance,emerging only above ground when it approachesthe villages. Our march reminded us involun-tarily of some marauding expedition. As there wereoften similar underground passages to the rightand left, guides were posted to prevent errors.The novel character of the march, the idea thatit was going again forward, the fresh morning air,the bright sun, of which we got now and then asight when we emerged out of the hollow way, allthis taken together reacted on the spirits, and allwe were gay and happy. Just before arriving atthe first village, Bellona, this gaiety was rathersaddened by the sight of General Bixio lyingbleeding on the ground. His horse had come uprather late at St. Angelo, and anxious to rejoin

forza dotata di molti impedimenta, ma per Gari-baldi, senza cannoni e con poche scorte ad ecce-zione di munizioni leggere e un’ambulanza, erafacile. Dopo aver seguito per circa un miglio lastrada che dalla Scafa di Formicola porta aCapua, la colonna deviò a destra nei pressi deimulini di Triflisco e discese in quello che sembra illetto di un torrente largo poco meno di otto o diecipiedi, con un muretto naturale di tufo e terra altocirca venti piedi su entrambi i lati. È una sorta discorciatoia che, rasentando le montagne sulladestra, conduce ad una successione di paesi aipiedi delle montagne. Ora, visto che queste fannouna curva in direzione di Calvi, ogni passo fu cal-colato per portarci più vicini all’obiettivo dellanostra marcia. La strada per la maggior parte è alcoperto, avendo piuttosto l’aspetto di un fosso cheemerge al livello del terreno solo quando si avvici-na ai paesi. La marcia ricordava una spedizionebanditesca. Poiché c’erano spesso simili passaggiposti sotto il livello del terreno a destra e a sinistra,furono mandate delle guide per evitare errori. Ilcarattere romanzesco della marcia, l’idea che siandava di nuovo avanti, l’aria fresca del mattino,il sole splendente di cui ogni tanto avevamo visio-ne quando emergevamo dalla strada scavata, tuttequeste cose insieme agirono sul nostro umore dimodo che tutti eravamo allegri e felici. Proprioprima di arrivare al primo paese, Bellona, questaallegria fu però rattristata dalla vista del Genera-le Bixio che era a terra ferito. Il suo cavallo eraarrivato abbastanza tardi a S. Angelo e, ansioso diriunirsi ai suoi reparti, mentre marciava alla testa

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his corps, while was marching at the head of thecolumn, he gallopped off. A hundred yards beforethe entrance of the village the road turnsabruptly to the right, and the same point beginsthe abominable pavements with large flags in usein this country, sloping down towards the middle,which forms the gutter. The horse slipped andfell so unfortunately that the gallant Generalbroke his leg in two places, and bruised his head.Fortunately, his ambulance was near, and, afterthe first application he was carried back on astretcher, to be transported to Naples.

The sight of hot chestnuts and fresh figs inthe village of Bellona made the soldier soon for-get the sad sight, and the march continuedmerrily to Vitolanio (sic). While the Cacciatorithus wandered on under ground and aboveground, the nimble Hussars explored in frontand right and left. On and on the columnwound along like a brilliant water serpent,with the muskets catching just now and thena ray of the sun, and yet no trace of theenemy. The branch road from Capua toFormicola was passed, and Pantoliano,Partignano, and Pignatara, the three sister vil-lages, grouped together at little more than amile from Calvi-nay, the highroad fromCapua to Calvi, and no Neapolitans; at lastCalvi itself, where we heard that the last4,000 Neapolitans had left the evening before.Calvi consists of only half a dozen largehouses, all used as barrachs lately by theNeapolitans, and an old ruined castle on the

della colonna, Bixio era partito al galoppo. Uncentinaio di iarde prima dell’ingresso del paese lastrada svolta bruscamente a destra e nello stessopunto comincia quell’abominevole pamiventazio-ne in uso in questo paese a larghi basoli inclinativerso il centro a formare il canale. Il cavallo sci-volò e cadde così male che il baldanzoso generale siruppe una gamba in due punti e ne ebbe una con-tusione alla testa. Fortunatamente l’ambulanzaera vicina e, dopo una prima medicazione, fu por-tato indietro su una barella per essere poi traspor-tato a Napoli.

La vista delle caldarroste e dei fichi freschi di Bel-lona fece subito dimenticare ai soldati la triste scenae la marcia continuò felicemente fino a Vitulazio.Così mentre i Cacciatori continuavano ad andava-re sopra e sotto il livello del terreno, i veloci Ussariesploravano il fronte, a destra e a sinistra. Nel suoprocedere la colonna si piegava come un brillanteserpente d’acqua con i moschetti che di tanto intanto riflettevano un raggio di sole, ma ancora nonc’era traccia del nemico. La diramazione da Capuaa Formicola fu oltrepassata, come pure Pantoliano,Partignano e Pignataro, i tre paesi gemelli raggrup-pati a poco più di un miglio dalla strada di Calvi(l’arteria che porta da Capua a Calvi). Ma nienteNapoletani. Alla fine passammo per la stessa Calvi,da dove avevamo sentito che gli ultimi 4.000Napoletani si erano allontanati la sera prima.Calvi consiste solo in una mezza dozzine di ampiecostruzioni, usate recentemente come caserme daiNapoletani, e nelle rovine di un vecchio castello chesi erge sul primo rilievo. Le costruzioni mostravano

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first hillock. They all bore traces of recent oc-cupation -that is, were entirely empty, exceptof old straw, rags and filth.

It was 11 a.m., rather warm, and the troops hadbeen under way since 5 a.m., with Garibaldi at thehead of the column- that is, without a regular halt,only with those momentary stoppages, caused bythe narrowness of the road , which fatigue morethan they repose the soldier. But more than this,there were other reasons which made a short haltadvisable. The position of Calvi was abandoned,and thus our first object of getting on the line ofcommunication between Capua and Gaeta wasgained. The next thing to ascertain now waswhether the Neapolitans would defend theposition of Teano, and to try to establish acommunication with Cialdini. Teano lies on theslopes of the mountain range which separates theGarigliano from the main road to Venafro,through it passes the only practicable road throughthe mountain range, while from it branches outlikewise a road into the main road of Gaeta.Teano is therefore one of those important flankpositions which an army coming from the northcould not pass without clearing it of enemies.

Lieutenant -Colonel Missori, with some mountedguides, received the order to go up in the directionof Teano, and see whether it was occuped by theNeapolitans, and then push forward and try tofind the Piedmontese army. At the same time theHussars were sent in every direction to exploreand feel about for the enemies. The troops wereencamped in the cluster of village at the

le tracce della recente occupazione, nel senso cheerano vuote a eccezione di vecchia paglia, stracci eimmondizia.

Erano le undici di mattina, faceva abbastanzacaldo e le truppe erano in cammino con Garibal-di alla testa della colonna dalle cinque, vale a diresenza una sosta regolare ma solo con le fermatemomentanee causate dall’asperità della strada, cheaffaticano il soldato più che riposarlo. Oltre a que-sto, c’erano altre ragioni che consigliavano unabreve sosta. La posizione di Calvi era stata abban-donata e così il nostro primo obiettivo di impa-dronirci della linea di comunicazione tra Capua eGaeta era raggiunto. La cosa da accertare, ora, erase i Napoletani avrebbero difeso la posizione diTeano e tentato di stabilire un contatto con Cial-dini. Teano si trova su un contrafforte della cate-na montuosa che separa il Garigliano dalla stradaprincipale per Venafro. Lì passa la sola via prati-cabile attraverso le montagne e da lì parte pureuna strada che porta all’arteria principale perGaeta. Teano è perciò una di quelle importantiposizioni laterali che un esercito proveniente daNord non potrebbe oltrepassare senza averlo primaripulito dai nemici.

Il tenente-colonnello Missori, con alcune guide acavallo, ricevette l’ordine di muoversi in direzionedi Teano e di vedere se fosse occupata dai Napole-tani per poi spingersi avanti e tentare di rintrac-ciare l’esercito piemontese. Nello stesso tempo, gliUssari furono inviati in ogni direzione a esploraree a raccogliere notizie sui nemici. Le truppe furo-no accampate in un gruppo di paesi alla base dei

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foot of the mountains to the right front of Calvi.The Division Bixio occupying St. Martin andViciano, the rest Zuni, Garibaldi himself went upto the hills to have a look of the country beyondwhich is well visible from there.

It was not long before one of the guides re-turned with the news that Liutenant-ColonelMissori had approached Teano, and when at afew hundred paces from the place was met by aNeapolitan officer bearing a white flag, whoinformed him that Teano was occupied by theescort of General Salzano, and that this latterhad gone down to the Taverna di Cajanello tomeet Cialdini, who had asked for this in-terview. While this interview lasted he couldnot allow any one to pass through Teano. Mis-sori, not able to pass by Teano, got a guide totake him by a by road towards Cajanello, and inthe direction of the Piedmontese army.

According to this news, then, Teano was notoccupied in force. This news was soon after con-firmed by a detachment of Hussars, who cameback bringing with them 18 prisoners and horses.They had come down and had taken them in spiteof their protest that they were General Salzano’sescort, which was disbelieved. The neighbourhoodbeing thus clear the column resumed its march at5 p.m., and, emerging from the little village beforewhich they had been encamped, continued itsmarch on the high road. This latter runs, as I havesaid, at the break between the two mountainchains, with gentle rises and falls according as theslopes on the two sides approach or reach from

monti sulla destra di Calvi. La Divisione Bixiooccupava S. Martino e Viciano, il resto Zuni,mentre Garibaldi stesso salì sulla collina per avereun quadro della zona circostante che da lì è benevisibile.

Non passò molto tempo prima che una guida tor-nasse con la notizia che il tenente-colonnello Misso-ri si era avvicinato a Teano, quando questi, giuntoa un centinaio di passi dal paese, fu contattato daun ufficiale napoletano che issava bandiera bianca.Questi informava che Teano era occupata dallascorta del generale Salzano e che quest’ultimo si eradiretto alla Taverna di Caianello per incontrareCialdini, che aveva chiesto un colloquio. Durantequesto colloquio non poteva permettere a nessuno dipassare per Teano. Missori, nell’impossibilità di pas-sare per Teano, prese dunque una guida che lo con-ducesse per una scorciatoia verso Caianello, in dire-zione dell’esercito piemontese.

Secondo queste notizie, quindi, Teano non eraoccupata in forze. Ciò fu subito confermato daun distaccamento di Ussari che fece ritornoportando con sé diciotto prigionieri e cavalli.Gli Ussari erano andati avanti e li avevano cat-turati nonostante le proteste di far parte dellascorta del generale Salzano, cosa che non erastata creduta. Essendo sgombra la zona circo-stante, la colonna riprese la marcia alle 5 delpomeriggio e, uscendo dal piccolo villaggioprima del quale si erano accampati, continuò lasua marcia sulla strada principale. Quest’ulti-ma, come ho detto, corre per il varco fra le duecatene di montagne e dolcemente sale e scende

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each other. There is not a village or town on theroad; you see them all perched on the side of themountains, where the air is better. On the roadsi-de there are only the tavernas, or inns, large build-ings like Eastern caravanserais, with their emptyrooms and corridors, well barred windows at thestables below, and a large kitchen, where the tenantof them has his den. The first of these, after passingCalvi, is the Taverna di Zarono, and this was ourcamping place for the night of the 25-26th. Gari-baldi himself had chosen a spot close to the road,in the lea of a large stack of straw, to whicheveryone resorted to get an armful wherewith toprotect himself against the heavy dew whichsoaked the ground. It was not long beforeeveryone was asleep.

Next morning the call was scarcely necessary toawake us, for long before the heavy night dew haddone it, and soon after the whole army was blazingwith fires, around which the troops grouped them-selves. The departure was delayed till daybreak, forthe return of the messengers sent during the nightto find Cialdini was expected. They came back withthe news that the Piedmontese had passed Sesto,and would move next morning in the direction ofTeano. The order to strat was given, and every onebegan looking out for the Piedmontese. Two milesfrom our resting place was another Taverna calledDella Catena, near which the road branches offtowards St. Germano. Here the country opens outto the left, and shows another road which runsfrom Presenjano (sic) towards Teano. It comes outof a little wood called Bosco del Fornito. Scarcely

secondo che i rilievi sui due lati si avvicinino osi tocchino. Non c’è paese o città sulla strada:tutti sorgono sui fianchi delle montagne, dovel’aria è migliore. Lungo la strada ci sono solodelle taverne, ampie costruzioni come i cara-vanserragli orientali, con le loro stanze vuote ei corridoi, finestre bene difese da grate a pianoterra e un’ampia cucina, dove il taverniere ha ilsuo “ufficio”. La prima di queste passato Calviè la Taverna di Zarone, e qui ci accampammoper la notte tra il 25 e il 26. Garibaldi stessoaveva scelto un posto vicino alla strada, in unoslargo con un ampio mucchio di paglia a cuiciascuno fece ricorso per proteggersi dalla densarugiada che bagnava il suolo. In breve tempotutti si addormentarono.

La mattina successiva non fu necessario sve-gliare nessuno perché l’aveva già fatto la densarugiada notturna. In breve l’intero esercito bril-lava dei fuochi intorno a cui la truppa si aduna-va. La partenza fu ritardata fino al sorgere delsole per aspettare il rientro dei messaggeri invia-ti durante la notte a cercare Cialdini. Questi tor-narono con la novità che i Piemontesi avevanopassato Sesto e che si sarebbero mossi il mattinosuccessivo nella direzione di Teano. L’ordine dipartire fu dato e si cominciò a cercare i Piemon-tesi. A due miglia dal punto di partenza c’eraun’altra Taverna chiamata Della Catena vicinoalla quale c’è il bivio per S. Germano. Qui lacampagna si apre verso sinistra e mostra un’altrastrada che va da Presenzano verso Teano. Esce daun piccolo bosco chiamato Bosco del Fornito.

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arrived at the Taverna, Missori was seen returning:he brought the news that Cialdini was not morethan 10 minutes off, and soon the advanced guardof the Piedmontese was seen debouching from thewood to our left front. The column was sent off tothe right to encamp under Monte St. Angelo, nearMarganello, while Garibaldi and his staff went tomeet Cialdini and the King. The meeting tookplace on the road by which the Piedmontese werecoming. Cialdini was close behind the advancedguard, and nothing could be more cordial than themeeting between him and Garibaldi. They em-braced each other like old friends. After a short con-versation, during which the greater portion of thePiedmontese began to pass Cialdini’s left, and soonafter King Victor Emmanuel himself appeared,accompanied by his suite, Garibaldi moved inadvance and saluted; the King, after returning thesalute, shook him heartily by the hand. Every onekept at a distance, and the two went in front. Whatthe conversation was of course I cannot tell, but itwas a satisfactory explanation; so much I know; andwhatever happens you may depend the two under-stand each other. Garibaldi accompanied the Kingto Teano, where a curious scene occurred. The peo-ple began shouting, “Evviva Garibaldi!”. The latterstopped them, and said, cry “Evviva il Re d’Italia,Vittorio Emanuele!” pointing to the King. The crywas raised, and after it again “Evviva Garibaldi!” onwhich the King said, “You are right; it is he who isKing here”.

At Teano Garibaldi took leave of the King,and returned to the Taverna della Catena. In the

Eravamo appena giunti alla Taverna che Misso-ri fu visto tornare: portava la notizia che Cialdi-ni non era lontano più di 10 minuti e subito sivide emergere dal bosco sul nostro fronte sinistrol’avanguardia dei Piemontesi. La colonna fumandata verso destra per accamparsi sotto MonteS. Angelo, vicino a Marzanello, mentre Garibal-di ed il suo stato maggiore andavano ad incon-trare Cialdini e il Re. L’incontro ebbe luogo sullastrada da cui stavano arrivando i Piemontesi.Cialdini seguiva immediatamente l’avanguardiae niente fu più cordiale dell’incontro tra lui eGaribaldi. Si abbracciarono come vecchi amici.Ci fu una breve conversazione, durante la qualela maggior parte dei Piemontesi cominciò a pas-sare a sinistra di Cialdini e subito dopo arrivò reVittorio Emanuele in persona accompagnato dalsuo seguito. Garibaldi si mosse e salutò. Il Rerispose al saluto e gli strinse affettuosamente lamano. Tutti si tennero a distanza e i due si mise-ro l’uno di fronte all’altro. Ovviamente non sodire il contenuto della conversazione, ma fu certodata una spiegazione soddisfacente. Ciò è quan-to so. Vi posso assicurare che i due si intesero.Garibaldi accompagnò il Re a Teano, dove ebbeluogo una scena curiosa. La gente cominciò a gri-dare: “Evviva Garibaldi!” Questi si fermò e disse:“Gridate: Evviva il Re d’Italia, Vittorio Ema-nuele!”, indicando il Re. La folla gridò così edopo nuovamente: “Evviva Garibaldi!” Al che ilRe disse: “Avete ragione, è lui che è re qui”.

A Teano Garibaldi si congedò dal Re e tornòalla Taverna della Catena. Nel frattempo le

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nostre truppe si erano accampate nello posto asse-gnato, mentre i Piemontesi continuavano lamarcia. Quelli fra noi che avevano servito nell’e-sercito piemontese o speravano di vedere qualcheconoscente si fecero avanti per osservare meglio, ilresto andò a fare rifornimenti. Prima di partireera stato distribuito pane per due giorni, ma neera rimasto ormai poco, perché i nostri volontarisono un po’ sconsiderati e sperano sempre di tro-vare qualcosa da comprare nei paesi. I carri nonpotevano passare sul ponte del Volturno, che eratroppo debole e doveva essere rinforzato. Inoltre,stava passando il reparto di Sonnaz e l’artiglie-ria, sicché non si potevano trasportare vettova-glie. Sarebbe dire troppo che i rifornimenti furo-no fatti senza lamentele degli abitanti, ma con-siderate le circostanze non furono così cattivi. GliUssari usarono il loro tempo per fare un’altravisita a Teano. Quando giunsero davanti alpaese, il nucleo principale, circa trentuno uomi-ni, entrò per la strada principale mentre alcunepattuglie furono mandate a destra e a sinistra.Quando i primi giunsero sulla piazza, si trova-rono faccia a faccia con due squadroni di Cac-ciatori napoletani. L’ufficiale comandante venneavanti e gridò: “In nome del Re, vi dichiaro mieiprigionieri”. Il tenente che comandava il distac-camento fece fuoco con la pistola e uccise l’uffi-ciale. I due squadroni aprirono il fuoco con lecarabine senza colpire nessuno e si ritirarono. GliUssari gli andarono dietro, ne colpirono qualcu-no con le sciabole, fecero prigionieri e li insegui-rono per un miglio oltre il paese. Al ritorno

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meantime our troops had encamped on the spotassigned to them, and the Piedmontese werecontinuing to march. All those of ours who hadserved in the Piedmontese army, or hoped tofind some acquaintance, went down to look forthem; the rest went foraging. There had beentwo days’ bread distributed before starting, butthere was but little left, for our Volunteers arecareless, and hope always to find something tobuy in the villages. The carts could not getacross the bridge of the Volturno, which was tooweak and had to be strengthened. Besides, thecorps of Sonnaz was passing, and artillery, sothat no provisions could be brought up. Thatthe foraging went off without any complaints ofthe inhabitants would be too much to say, but,considering all, it was not so bad as might havebeen expected under the circumstances. TheHussars employed their time in paying anothervisit to Teano. When they arrived before theplace the main body, about 31 men, went in bythe main street, while patrols were sent rightand left. When the first emerged on the piazzathey found themselves face to face with twosquadrons of Neapolitans Chasseurs. The officercommanding them came forward and calledout, “In the name of the King you are myprisoners”. The liutenant leading the detach-ment fired off his revolver and killed the officer.The two squadrons fired off their carbineswithout hitting any one and then turned. TheHussars went after them, sabred some, took someprisoners, and followed above a mile beyond the

incontrarono la cavalleria piemontese che pro-prio allora si stava avvicinando e mancò poco checominciasse un altro scontro, perché i Piemontesifurono scambiati in un primo momento perNapoletani. Ma furono riconosciuti in tempo.Quando il distaccamento giunse all’altezza delRe, Garibaldi ne approfittò per raccomandare gliUssari a Sua Maestà.

Nel pomeriggio fu dato l’ordine di ritornareagli accampamenti vicino Calvi, dove siamorimasti per tutto il resto di questa giornata. IPiemontesi, al contrario, hanno avuto un picco-lo scontro con i Napoletani a Sessa, che è l’ulti-ma posizione in collina prima di scendere sulGarigliano. Hanno trovato un folto squadrone difucilieri in posizione che hanno cominciato asparare da una distanza incredibile con miraeccellente, riuscendo a ferire un buon numero diuomini. Con questo inizio si poteva pensare chefossero pronti alla battaglia, ma non era così,perché si fecero indietro in fretta appena videroche si preparava un pesante attacco. Si ritiraronooltre la linea del fiume, loro ultimo rifugio.Garibaldi ha mandato a chiedere istruzioni alRe a Teano e dalle risposte dipenderanno i nostrimovimenti futuri.

Questa mattina si sono sentiti pesanti canno-neggiamenti in direzione di Capua alternati aduna buona quantità di moschetteria. I nostriUssari sono stati a mezzo miglio dal posto senzavedere nulla da questa parte, ed è dunque proba-bile che siano normali scaramucce tra avamposti.Il Re stesso è andato in quella direzione stamat-

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Testo dell’articolo del Times del 6 novembre 1860

town. When returning they met thePiedmontese cavalry, who were just ap-proaching, and little was wanting to beginanother conflict, for they were at first taken forNeapolitans, but the recognition took place intime. As the detachment passed the King Gari-baldi took the opportunity to recommend themto His Majesty.

In the afternoon the order came to return tothe old quarters near Calvi, where we have beenthis whole day at rest. The Piedmontese havehad, on the contrary, a little encounter with theNeapolitans at Sessa, which is the last positionin the hills before descending to the Garigliano.They found a large body of riflemen in posi-tion, who began to fire from incredible dis-tances, but with excellent aim, wounding anumber of men. From this beginning it mighthave been thought that they were prepared foraction, but this was not the case, for they withdrewhastily as soon as they saw that a serious attackwas at hand. They have withdrawn behind theriver line, which is their last repair. Garibaldihas sent for instructions to the King to Teano,and upon the answer will depend our futuremovements.

This morning some heavy cannonading washeard in the direction of Capua, intermixedwith a good deal of musketry; as our Hussarshave been within half a mile of the placewithout seeing anything on this side, it is prob-able that it was nothing more than one of theusual outpost amusements. The King himself

Nuova documentazione sullo storico incontro del 26 ottobre 1860

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went down in that direction this morning, andhas only just returned to his head-quarters.

(...)».

[Times – November 6, 1860]

tina e ha semplicemente fatto ritorno al suoquartier generale.

(...)»

[Times – 6 novembre 1860]

Relazione del Ten. Col. Luigi Franco Iannalfo[già Ufficiale Geografo dell’Istituto Geografico Militare di Firenze]

Stralcio dalla cartografia IGM del 1860 relativo all’incrocio di Taverna della CatenaDalle Conservatorie storiche degli Archivi dell’Istituto Geografico Militare di Firenze

— Autorizzazione prot. 09/4360/3/56 del 13 settembre 2000 —

Nuova documentazione sullo storico incontro del 26 ottobre 1860

Relazione in merito alla determinazione della distanza di 4 miglia e mezzo fraTeano e Speranzano e della successiva distanza di 2 miglia dalla Taverna Zaronealla Taverna Della Catena.

Il sottoscritto Ten.Col. Luigi Franco IANNALFO in qualità di Ufficiale Geo-grafo ha effettuato la verifica ed il calcolo della distanza nel titolo, attraverso la docu-mentazione geografica e cartografica del periodo 1822-1876 ed è giunto alle dedu-zioni di cui al seguito.

Premessa

Il relatore non nasconde la difficoltà oggettiva che ha trovato nel “comprendere” latipologia di miglio usato per la valutazione della distanza.

Essendo l’articolo scritto da un inglese e pubblicato su un giornale della stessanazionalità, tutto lascia supporre che la misurazione debba essere stata fatta calco-lando il miglio inglese.

Attraverso la documentazione a disposizione, e dopo una accurata verifica èemerso che in quel periodo si usava ancora riportare e rappresentare alcune misura-zioni in miglia napoletane.

La carta topografica, in scala 1:20.000, redatta nel 1860 dal Regio Officio Topo-grafico Napoletano; rappresenta chiaramente la strada, denominata Regia Strada diVenafro (attuale Casilina), con delle progressive in colonne migliarie espresse inmiglia.

Leggendo la carta, si nota che lungo il tracciato stradale a 70 metri circa a norddella Taverna Zarone è riportato il numero progressivo in miglia 29, proseguendopoi fino all’altezza dell’incrocio della Stazione di Caianello (distante circa 100 metridalla Taverna della Catena) è riportato il progressivo in miglia 31. La misurazione diqueste progressive riscontra con certezza che trattasi di rappresentazione in miglionapoletano.

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Modalità di calcolo

Nel prendere atto di quanto descritto nella premessa, si è ritenuto d’interpretrare lemisurazioni come sotto specificato, ed è stata accettata per scala, per periodo e topo-nomastica la carta del Regio Officio Topografico Napoletano scala 1:20.000, ove sonostati riportati graficamente i calcoli delle distanze ricavate:

1. Distanza di quattro miglia e mezzo tra Teano e Speranzano

• Accettando come punto iniziale della misurazione, il centro dell’abitato di Teano,direzione Teano-Speranzano e come sistema di misura il “miglio napoletano”, sideduce che 4,5 miglia corrispondono a 8,3339 km; nella scala 1:20.000 si ottieneuna distanza che riportata sulla carta raggiunge un punto a nord di Taverna Catenadistante metri 85 da quest’ultima;

• Con la misurazione del “miglio inglese”, in considerazione della tipologia delterritorio è possibile effettuare due tipi di misurazioni (cambiando ad una la dire-zione Teano-Speranzano di un grado circa ad est) e precisamente:

A. seguendo le stesse condizioni del punto precedente 4,5 miglia che equivalgono a7,242 km riportate sulla carta, individuano un punto a sud di Taverna Catenadistante metri 790 da quest’ultima;B. considerando sempre come punto iniziale della misurazione il centro abitato diTeano, e ruotando di un grado verso est dalla direzione Teano-Speranzano, (tenia-mo presente che Garibaldi al seguito aveva circa 7.000 uomini per cui occupava disicuro un’area almeno di mezzo miglio x mezzo miglio), si ottiene una distanza cheriportata sulla carta individua un punto a nord-est di Taverna del Termine (riportatasuccessivamente nel nuovo foglio cartografico, riprodotto nel 1875, dall’IstitutoTopografico-Militare Italiano come Taverna del monaco) che oltrepassa quest’ultimadi 135 metri.

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2. Distanza di due miglia dal punto di partenza, da Taverna Zarone, direzione SestoCampano

• Prendendo come punto iniziale della misurazione Taverna Zarone e come dire-zione Sesto Campano, con la misurazione del “miglio napoletano”, 2 miglia corri-spondono a 3,704 km , che riportati sulla carta in scala 1:20.000 individuano unpunto distante 180 metri, a sud di Taverna Catena;

• Con la misurazione del “miglio inglese”, fermi restando i riferimenti del puntoprecedente, 2 miglia corrispondono a 2,942 km, che riportati sulla carta in scala1:20.000 individuano un punto distante 720 metri, a sud di Taverna Catena.

Precisazioni

La misurazione è stata effettuata topograficamente, non tenendo conto di eventualipercorsi o itinerari alternativi. È opportuno, comunque, ribadire che il seguito diGaribaldi era di 7.000 uomini e di sicuro la posizione del giornalista poteva esserevariabile.

Ten. Col. Luigi Franco IANNALFO

Notizie bibliografiche

— Istituto Geografico Militare - Cartografia del Regno di Napoli - 1822.— Istituto Geografico Militare - Cartografia del Regio Officio Topografico Napoletano

- 1860.— Istituto Geografico Militare - Cartografia delle Province Meridionali, dell’Istituto

Topografico Militare - 1876.

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Parere dell’Ufficiale Geografo, Ten. Col. Luigi Franco Iannalfo

Finito di stamparenel mese di ottobre 2000

presso Studio A.P.S. Cassino