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DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA’ N. 7619 DEL 6.5.2002 OGGETTO: Linee Guida per la prevenzione degli infortuni domestici in Regione Lombardia. IL DIRIGENTE DELL’UNITA’ ORGANIZZATIVA PREVENZIONE VISTA la L. 28 dicembre 1999, n. 493, “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”; VISTO in particolare il capo II, art.3, comma 5, della L. 28 dicembre 1999, n. 493, che espressamente prevede “Sulla base dei programmi determinati dalle regioni, nell’esercizio delle loro funzioni di indirizzo e coordinamento, il dipartimento per la prevenzione operante presso ciascuna delle unità sanitarie locali è preposto alla realizzazione degli interventi di cui al presente articolo”; VISTO il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 e la bozza del Piano Sanitario Nazionale 2001-2003, che prevede uno specifico capitolo dedicato al problema degli infortuni domestici, e si pone l'obiettivo della riduzione degli stessi nelle categorie più a rischio, specificamente negli anziani d’età superiore ai 65 anni; VISTI gli obiettivi del Programma Regionale di sviluppo per la VII° legislatura, approvato con Delibera del Consiglio Regionale del 10.10.2000, n.VII/39: 7.4 ‘Sviluppo delle politiche di prevenzione sanitaria’; 7.4.3 ‘Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro’; 7.3.3 ‘Comunicazione ed informazione del cittadino’ ; VISTO il Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004, in cui viene espressamente trattato il tema della prevenzione degli infortuni domestici, individuando, tra gli obiettivi prioritari delle Aziende Sanitarie, nel triennio, la riduzione dell’incidenza dei casi d’infortuni domestici, soprattutto nelle categorie più a rischio, rappresentate dai bambini, dalle donne e dagli anziani; DATO ATTO che gli infortuni domestici rappresentano uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Europa e in Italia, con costi umani, sociali ed economici molto elevati; CONSIDERATO che, secondo i più recenti dati della letteratura, gli infortuni domestici sono responsabili di: circa un terzo di tutte le morti accidentali, circa 20.000.000 eventi non letali in Europa circa 3.500.000 eventi non letali in Italia e che per la Regione Lombardia si stimano circa 350.000 eventi non letali;

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DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA’ N. 7619 DEL 6.5.2002 OGGETTO: Linee Guida per la prevenzione degli

infortuni domestici in Regione Lombardia. IL DIRIGENTE DELL’UNITA’ ORGANIZZATIVA PREVENZIONE VISTA la L. 28 dicembre 1999, n. 493, “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”; VISTO in particolare il capo II, art.3, comma 5, della L. 28 dicembre 1999, n. 493, che espressamente prevede “Sulla base dei programmi determinati dalle regioni, nell’esercizio delle loro funzioni di indirizzo e coordinamento, il dipartimento per la prevenzione operante presso ciascuna delle unità sanitarie locali è preposto alla realizzazione degli interventi di cui al presente articolo”; VISTO il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 e la bozza del Piano Sanitario Nazionale 2001-2003, che prevede uno specifico capitolo dedicato al problema degli infortuni domestici, e si pone l'obiettivo della riduzione degli stessi nelle categorie più a rischio, specificamente negli anziani d’età superiore ai 65 anni; VISTI gli obiettivi del Programma Regionale di sviluppo per la VII° legislatura, approvato con Delibera del Consiglio Regionale del 10.10.2000, n.VII/39: • 7.4 ‘Sviluppo delle politiche di prevenzione sanitaria’; • 7.4.3 ‘Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro’; • 7.3.3 ‘Comunicazione ed informazione del cittadino’ ; VISTO il Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004, in cui viene espressamente trattato il tema della prevenzione degli infortuni domestici, individuando, tra gli obiettivi prioritari delle Aziende Sanitarie, nel triennio, la riduzione dell’incidenza dei casi d’infortuni domestici, soprattutto nelle categorie più a rischio, rappresentate dai bambini, dalle donne e dagli anziani; DATO ATTO che gli infortuni domestici rappresentano uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Europa e in Italia, con costi umani, sociali ed economici molto elevati; CONSIDERATO che, secondo i più recenti dati della letteratura, gli infortuni domestici sono responsabili di: • circa un terzo di tutte le morti accidentali, • circa 20.000.000 eventi non letali in Europa • circa 3.500.000 eventi non letali in Italia e che per la Regione Lombardia si stimano circa 350.000 eventi non letali;

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CONSIDERATA la necessità di un sistema per la raccolta dei dati sugli infortuni domestici con obiettivi di: • valutazione ed elaborazione dei dati; • valutazione dell’efficacia degli interventi di prevenzione-educazione; • redazione di piani mirati ai rischi più gravi e diffusi; • stesura di relazioni annuali; CONSIDERATO in particolare che l’adozione di comportamenti e stili di vita positivi per la salute passa attraverso azioni di riduzione e controllo dei fattori di rischio anche nel campo della sicurezza, della tutela e della salute negli ambienti di vita; RITENUTO che la cultura della sicurezza non è un atteggiamento passivamente cautelativo, ma implica la conoscenza dell’essere umano e dei pericoli e dei rischi fondamentali; RITENUTO necessario, quindi, mettere a disposizione delle strutture sanitarie regionali competenti linee di indirizzo, per la Regione Lombardia, sulla prevenzione degli infortuni domestici, al fine di conseguire l’obiettivo della riduzione degli incidenti che si verificano tra le mura domestiche; VISTO il documento “Linee Guida per la Prevenzione degli Infortuni Domestici in Regione Lombardia”, allegato al presente atto, quale parte integrante e sostanziale, predisposto da un apposito gruppo di lavoro, composto da esperti dei Servizi delle ASL, delle Aziende Ospedaliere, dalle Associazioni di categoria, coordinato dall’Unità Organizzativa Prevenzione della Direzione Generale Sanità; PRESO ATTO che il documento allegato: a) affronta le molteplici tematiche nell’ambito della prevenzione degli infortuni domestici, tra cui, con carattere prioritario:

• la prevenzione delle cause; • l’individuazione e la valutazione dei rischi; • la promozione e l’organizzazione d’iniziative di educazione sanitaria; • il coordinamento territoriale dei programmi di intervento; • la formazione degli operatori sanitari; • l’istituzione di un sistema informativo specifico;

b) sviluppa le tematiche di cui sopra in chiave di strumento di indirizzo e supporto metodologico, al fine di promuovere la prevenzione degli infortuni domestici; RITENUTO che il documento medesimo costituisca un valido strumento per il conseguimento dell’obiettivo della riduzione degli infortuni domestici in Regione Lombardia;

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CONSIDERATO che le risorse finalizzate all’attuazione di campagne di sensibilizzazione e di educazione alla salute per i soggetti maggiormente coinvolti negli infortuni domestici, quali bambini ed anziani, e, più in generale, per la popolazione, rientrano nello stanziamento previsto nel Piano di Comunicazione della D.G. Sanità per l’anno 2002 approvato con DGR n. 7666 del 27 dicembre 2001, in attuazione del PRS – obiettivo gestionale di riferimento 7.3.3.2 – attuazione di campagne di educazione sanitaria;

RITENUTO, pertanto, di approvare il documento “Linee Guida per la Prevenzione degli Infortuni Domestici in Regione Lombardia” allegato al presente atto, quale parte integrante e sostanziale e di prevedere la pubblicazione del presente atto, completo del proprio allegato, sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e sul sito web della Direzione Generale Sanità; VISTI gli artt. 3 e 18 della legge regionale n.16/96 e successive modificazioni e integrazioni che individuano le competenze ed i poteri dei Dirigenti; VISTA la deliberazione della Giunta Regionale 27 dicembre 2001, n.7622 “Determinazione in ordine all’assetto organizzativo della Giunta Regionale” (4° provvedimento 2001); VISTO il decreto del Direttore Generale della Sanità 27 luglio 2000, n. 18800, avente ad oggetto “Delega di firma di atti di competenza del Direttore Generale ai Dirigenti delle Unità Organizzative nonché ai dirigenti delle Strutture Edilizia Sanitaria, Coordinamento Progetti Innovativi e Attività Esterne, Comunicazione ed Educazione Sanitaria”, integrato con Decreto del Direttore Generale della Sanità del 15 gennaio 2001, n. 872;

DECRETA

1. Di approvare il documento “Linee Guida per la “Prevenzione degli infortuni domestici in Regione Lombardia” allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale; 2. Di dare mandato alle ASL della Lombardia di costituire, entro 60 giorni dalla pubblicazione del presente atto, una Commissione per la Prevenzione degli infortuni domestici con compiti di applicazione delle Linee Guida, di sviluppo delle iniziative e di valutazione periodica dello stato di attuazione dei relativi programmi di intervento. 3. Di disporre la pubblicazione del presente atto, completo del proprio allegato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e sul sito web della Regione Lombardia.

Vittorio Carreri

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Linee Guida per la Prevenzione degli Infortuni Domestici in Regione Lombardia.

Il presente elaborato è stato predisposto dal Gruppo di Lavoro “Prevenzione degli Infortuni Domestici” costituito presso la Direzione Generale Sanità e coordinato dal Dr. Vittorio Carreri, Dirigente dell’Unità Organizzativa Prevenzione. Il Gruppo è formato da funzionari delle Direzioni Generali Sanità e Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, da funzionari esperti dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, dal Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano (CAV) e dall’associazione Donneuropee Federcasalinghe: • Dr. Giovanni Achille – ASL Provincia di Lecco • Sig.ra Liliana Bognini Merlo – Donneuropee Federcasalinghe • Dr. Marina Bonfanti - Unità Organizzativa Prevenzione, Direzione Generale Sanità • Dr. Roberto Boni – ASL Provincia di Milano 1 • Dr. Vittorio Carreri – Unità Organizzativa Prevenzione, Direzione Generale Sanità • Dr. Franca D’Avanzo – Ospedale Niguarda Cà Grande di Milano • Dr. Alessandro Di Scalzi – Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale • Dr. Maria Gramegna – ASL Provincia di Como • Dr. Bianca Maria Martina Gallenga - ASL Provincia di Sondrio • Ing. Antonio Maurella - Unità Organizzativa Prevenzione, Direzione Generale Sanità • Dr. Maurizio Montanelli – ASL Provincia di Milano 3 • Ing. Guglielmo Piccinelli – ASL Provincia di Como • Dr. Giuliana Rocca – ASL Provincia di Bergamo • Dr. Giovanni Rulli – ASL Provincia di Varese • Dr. Claudio Scotti – ASL Provincia di Brescia • Dr. Giulio Sesana - Unità Organizzativa Prevenzione, Direzione Generale Sanità • Dr. Marzia Soresini – ASL provincia di Lodi • Dr. Laura Speccher – ASL Città di Milano

PRESENTAZIONE Gli infortuni domestici rappresentano uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Europa e in Italia. In particolare, sono responsabili di circa un terzo di tutte le morti accidentali, ed ancor più, di un numero ben maggiore di eventi non letali. Possono essere, inoltre, considerati una sorta di “epidemia ”, in parte manifesta, in parte nascosta, con costi umani ed economici molto elevati. Nonostante queste evidenze, gli incidenti domestici non richiamano le stesse attenzioni e le stesse azioni preventive dimostrate nei confronti degli incidenti sul lavoro e degli incidenti stradali. Come risulta dai dati del sistema sanitario dei paesi dell’Unione Europea, in Europa, in un anno, avvengono in casa o durante il tempo libero circa venti milioni di incidenti. Di questi 83.000 circa sono i morti e due milioni circa sono i ricoveri ospedalieri. Per l’Italia, i dati ISTAT del 1996 forniscono i seguenti tassi di mortalità per incidenti non stradali per 100.000 abitanti. Di questi, si stima che circa la metà avvenga in casa o nelle sue pertinenze.

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Tabella 1. Tassi di mortalità x100.000 in Italia nel 1996 per incidenti non stradali

Tutte le età

maschi femmine

23.0 26.7

0-5 anni

maschi femmine

4.2 3.2

65 anni e più

maschi femmine

99.9 124.6

Altri dati italiani sugli incidenti domestici sono stati raccolti nell'ambito del progetto EHLASS1, che fino al 1997 è stato gestito dall’Ufficio Tutela Consumatori del Ministero dell’Industria. Nel 1998 la competenza è passata al Ministero della Sanità, Dipartimento di Prevenzione, che provvede alla fase di controllo statistico-informatico dei dati. Nelle Tabella 2, sono riportati alcuni dei dati italiani risultanti dal monitoraggio EHLASS in Italia per l’anno 1996.

Tabella 2. Distribuzione degli incidenti domestici, in Italia, nel 1996

Causa ed agente n. casi % Cadute 6.219 43.29 Urti 2.460 17.12 Tagli 2.231 15.53 Corpo estraneo 883 6.15 Altri contatti 769 5.35 Schiacciamenti 612 4.26 Distorsioni 391 2.72 Sospe. avvelenamento chimico 341 2.37 Liquidi bollenti/vapore 226 1.57 Oggetti bollenti 58 0.40 Esposiz. altri prodotti chimici 42 0.29 Fuoco 40 0.28 Esplosioni 35 0.24 Luce ed altre radiazioni 26 0.18 Altri oggetti bollenti 6 0.04 Ostruzione vie respiratorie 3 0.02 Annegamento 2 0.01 Strangolamento 1 0.01 Elettricità 1 0.01 Altra meccanica specificata 15 0.10 Meccanica sconosciuta 4 0.03 TOTALE 14.365 100.00

I dati più recenti su questa tipologia di eventi riguardano l’indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”, dell’ISTAT, 1999 2, in cui sono state raccolte una serie di informazioni intervistando circa 60.000 persone. 1 Rogmans W. Mulder S. (1990) European home and Leisure Accident Surveillance System. Evaluation of activities undertaken in the frame of the EC demonstration project. Amsterdam. Consumer Safety Institute. Riferirsi anche al sito web: www.europa.eu.int 2 ISTAT - Gli incidenti domestici – Anno 1999 – Statistiche in breve

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Considerando un trimestre, le persone che hanno dichiarato di essere state coinvolte in almeno un incidente domestico sono state circa 762.000 (l’1.33 % degli italiani) e tra queste il 12.4% ha subito più di un incidente. Riportando il dato ai 12 mesi, si stima che nel corso dell’anno siano 3.480.000 le persone colpite da questo tipo di eventi (il 5.32% della popolazione). Le cause principali sono rappresentate dalle cadute (il 28.4 degli incidenti), dall’utilizzo di utensili d’uso domestico o da attività svolte in cucina (33.0%). La struttura edilizia dell’ambiente domestico (pavimento, scale in muratura e altre parti fisse, senza considerare porte, finestre e specchi) è all’origine di un quinto degli incidenti (20%). Tra i bambini, infine, le cause principali di incidente sono rappresentate dai mobili o da altre parti dell’abitazione, come porte, finestre, parti strutturali, ecc. (41.1% degli incidenti subiti da individui in età da 0 a 4 anni, 24.2% da 5 a 9 anni) e dalle cadute (44.4% da 0 a 4 anni, 18.8% da 5 a 9 anni). Le ferite sono le conseguenze più frequenti degli incidenti domestici: riguardano il 43% degli eventi e colpiscono tutti. Nel 25.5% dei casi si verifica un’ustione e nel 13% una frattura. Per valutare la gravità di questi eventi, si può attingere ai dati sul ricorso ad assistenza medica e sul numero di giorni di limitazione nelle attività quotidiane, oppure trascorsi a letto. Complessivamente l’assistenza sanitaria ricevuta può essere così rappresentata: ♦ Assistenza ‘fai da te’ (46.9%) ♦ Visita medica (19.7%) ♦ Visita al pronto soccorso (32.6%) ♦ Ricovero ospedaliero (6.8%) Le cadute e le ferite sono le cause che maggiormente richiedono un’ospedalizzazione. Negli Allegati 1 e 2 sono riportati, rispettivamente, i dati epidemiologici sugli infortuni domestici, sulle intossicazioni acute e sugli eventi incidentali e sulle intossicazioni da monossido di carbonio (CO) rilevati in Regione Lombardia.

GLI OBIETTIVI DELLA REGIONE LOMBARDIA Gli obiettivi sono anzitutto focalizzati dalla Legge 493/99, “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni ed istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”, nella quale, all'art. 3, sono indicate le funzioni attribuite al SSN per la prevenzione degli infortuni negli ambienti di civile abitazione, ed i compiti per i Dipartimenti di Prevenzione. Essi consistono: • nella prevenzione delle cause; • nell’individuazione e nella valutazione dei rischi; • nella promozione e nell'organizzazione d’iniziative d’educazione sanitaria; • nel coordinamento territoriale dei programmi d’intervento di servizi, presidi, UU.OO. (anche

avvalendosi degli ex PMIP e dell'ARPA con riferimento a bacini sovraASL). La legge specifica che programmi informativi e formativi possono essere elaborati dalla Regione. E' inoltre stabilito che sia attivato presso l'ISS un sistema informativo per la raccolta dei dati sugli infortuni raccolti dagli Osservatori Epidemiologici regionali, con prospettive di: • valutazione ed elaborazione dei dati; • valutazione d’efficacia degli interventi di prevenzione-educazione; • redazione di piani mirati ai rischi più gravi e diffusi; • stesura di relazioni annuali.

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Anche il Piano Sanitario Nazionale 2001-2003, in corso d’approvazione, prevede uno specifico capitolo dedicato al problema degli infortuni domestici, e si pone l'obiettivo della riduzione degli stessi nelle categorie più a rischio, specificamente negli anziani d’età superiore ai 65 anni. Infine, il Piano Socio-Sanitario Regionale (2002-2004), individua, tra gli obiettivi prioritari delle Aziende Sanitarie, nel triennio, la riduzione dell’incidenza dei casi d’infortuni domestici, soprattutto nelle categorie più a rischio, rappresentate dai bambini, dalle donne e dagli anziani. Gli obiettivi della Regione Lombardia sono riassunti nella Tabella 3, che riporta l'indice degli argomenti individuati e trattati. Tabella 3 - Indice degli argomenti trattati e relativi obiettivi Argomenti trattati Contenuti ed Obiettivi 1. La definizione e

l’accertamento dei casi Definizione univoca dei casi (infortuni domestici), in modo da avere una precisa e omogenea raccolta di dati. Elaborazione di una scheda di raccolta dati omogenea, per una rilevazione campionaria della distribuzione dei casi, nel rispetto della privacy

2. La valutazione del rischio Analisi delle cause, individuazione dei bisogni e proposte di soluzioni in funzione delle priorità individuate (anche per fasce d’età, ecc.)

3. La comunicazione e proposte d’educazione sanitaria

Individuazione di canali comunicativi – educativi; proposte d’interventi, privilegiando le categorie più esposte

4. L’organizzazione territoriale e la formazione degli operatori ASL

Indicazioni per la formazione di una Commissione all’interno dell’ASL, con esplicitazione dei compiti, degli obiettivi e dei rapporti con altri soggetti interessati e coinvolti Individuazione di percorsi formativi per gli operatori ASL

5. Il sistema informativo Raccolta dei dati regionali sugli infortuni domestici presso l’U.O. Prevenzione della Direzione Generale Sanità; documentazione (attraverso l’utilizzo prioritario di banche dati esistenti e della scheda di rilevazione introdotta dal documento); definizione degli indicatori di processo e di risultato;

1. LA DEFINIZIONE E L'ACCERTAMENTO DEI CASI Ambito domestico: insieme degli immobili di civile abitazione e delle relative pertinenze, comprese le eventuali parti comuni condominiali (art.6, comma 2, lettera b della L. 493/99). Incidente: ogni accadimento, non deliberatamente provocato (nel senso "diretto", "volontario"), caratterizzato da un subitaneo agire di una forza esterna, che può manifestarsi in una lesione dell'organismo (WHO).

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L'incidente domestico pertanto, può essere definito come la somma di:

• ogni infortunio, avvenuto entro le mura domestiche e sue pertinenze (garage, balconi, cantine, cortili, giardini, orti, parti comuni condominiali, e analoghi), che abbia comportato il ricorso a cure mediche (da parte di: Pronto Soccorso, Medici di Medicina Generale o Pediatri di libera scelta, altri Medici, Centro Antiveleni);

• ogni incidente, nel senso di accadimento, nell'accezione WHO, che avrebbe potuto avere

conseguenze di danno alla persona, ancorché non abbia avuto tale esito. Si tratta ora di scegliere i confini del sistema di registrazione (e quindi l’individuazione ultima di CASO, che potrebbe coincidere con l'infortunio come sopra definito) strutturato secondo contenuti minimi omogenei negli ambiti di rilevazione (in primo luogo presso i Pronto Soccorsi ed il Centro Antiveleni). Le definizioni sopra riportate sono importanti, ma non è solo attraverso una corretta "classificazione" che si può risolvere il problema della differenza tra dati correnti rilevati (ISTAT, dati diretti da ospedali, ecc.) e complesso delle segnalazioni ricavate anche da altre fonti (per esempio CAV). Si ritiene, infatti, che esista un'ampia sottostima del problema, almeno quantitativa (già l'"analisi esplorativa" regionale fa ritenere che l'assistenza "fai da te" copra quasi metà dei casi di approccio "sanitario"). Sono stati esclusi dalla valutazione, pur potendosi configurare come infortuni ed incidenti (per gli aspetti di rapidità e “violenza” dell’insorgere), le intossicazioni alimentari tra cui quelle da ingestione di funghi velenosi, poiché già oggetto di varie trattazioni e peraltro legate a peculiari modalità di accadimento. 2. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Nelle tabelle in Allegato 3 sono indicati, per ognuno dei locali presenti nelle abitazioni, i principali rischi riferibili a comportamenti non sicuri e le relative proposte di modifica di detti comportamenti (Allegato 3 – Tabella 1). La medesima analisi viene completata con riferimento particolare ai comportamenti ai quali possono andare incontro i bambini e gli anziani (Allegato 3 – Tabelle 2 e 3). Vengono, inoltre, prospettate alcune ipotesi di soluzione tecnica. Infine, nel Grafico Cadute (come noto, la modalità di infortunio più frequente)(Allegato 3 – Fig. 1), si propone un metodo di analisi “ad albero”, che consente di pervenire ad un sufficiente dettaglio descrittivo rispetto a specifiche condizioni di rischio e di modalità di accadimento dell’infortunio. Nell’Allegato 4 viene poi esaminato, in modo particolarmente dettagliato, il rischio costituito dalle varie componenti dell’impianto elettrico domestico, in quanto quest’ultimo rappresenta il principale degli elementi causa di lesioni dirette (elettrocuzione, sia dalla rete di condutture elettriche sia tramite elettrodomestici) o indirette per incendi a causa di corto circuito o surriscaldamento.

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3. LA COMUNICAZIONE E PROPOSTE DI EDUCAZIONE SANITARIA Poiché gli interlocutori da raggiungere sono molteplici, occorre focalizzare l’attenzione e gli sforzi sul target più opportuno con modalità di espressione adeguate e congeniali a raggiungere l’obiettivo di prevenzione. Per questo motivo si dovranno predisporre ed attuare interventi diversi di sensibilizzazione e educazione. Più avanti verranno proposte linee di azione per specifici target di popolazione, infantile ed adulta, nonché richiamate le azioni informative di carattere più diffuso che la Regione sta predisponendo nell’ambito del Piano di Comunicazione in collaborazione con Associazione Donneuropee Federcasalinghe. Preliminarmente appare invece utile cominciare a riflettere sulle diverse scelte da operare e problematiche da affrontare localmente (a livello di singola ASL) per raggiungere i complessivi obiettivi comunicativi (di promozione di conoscenze, consapevolezza, consolidamento o modifiche di comportamenti e abitudini corretti e scorretti, ecc.). Si ritiene anzitutto che si debba tenere presente che la migliore forma di comunicazione è quella in cui si possano sostenere messaggi autorevoli, chiari e mirati, rispettando le potenzialità ed avendo fiducia negli interlocutori. In secondo luogo è opportuno ricordare che possono sempre esistere elementi di difficoltà nella comunicazione, che si deve cercare di superare. Tra chi emette un messaggio e chi lo riceve sono importanti le differenze sociali e culturali, le differenze nelle età, l'uso di linguaggio ermetico per il ricevente, la reciproca disponibilità, l'alternanza tra l'invio di messaggi e l'ascolto, ecc. ecc.. Anche in questo senso diventa utile il supporto di soggetti che possano aiutare nella relazione, come associazioni o gruppi organizzati di popolazione, nonché mezzi di comunicazione di massa disponibili (radio, televisione, stampa locale, ecc.). Con tutte le cautele del caso non si dovrebbe nemmeno escludere la partecipazione di soggetti "profit", che, qualora interessati dagli obiettivi eventualmente compatibili con i propri, possono fornire interessanti contributi, non solo di tipo economico, ma legati alle esperienze comunicative-pubblicitarie. La comunicazione poi dovrà essere diversa a seconda che si scelgano campagne di massa, o interventi presso piccoli gruppi, come pure fondamentale è la partecipazione del target, con tutte le modalità di coinvolgimento possibili (ascolto, lettura, scrittura, partecipazione attiva anche attraverso "concorsi"), a volte anche nelle fasi di progettazione degli interventi di educazione. Quali i "materiali" comunicativi attualmente disponibili, e quali i loro vantaggi e svantaggi, ed adeguatezza rispetto agli obiettivi ed al target prescelto (gruppi di popolazione e dimensione locale)? Di seguito una tabella riassuntiva che, senza pretese di esaustività, contiene alcune indicazioni da valutare anche criticamente. Ovviamente potendo utilizzare più forme comunicative diverse contemporaneamente, e coinvolgendo anche "testimonial" (non sempre facile), il risultato è migliore.

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VOLANTINI, OPUSCOLI, PIEGHEVOLI, ECC. Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Alta, dipendente da forma di

diffusione e invio (diretta, posta, giornali, luoghi chiave, ecc.)

Medio-bassa (dipende da chi riceve il

materiale)

Costi in genere significativi, ma possibilità di sponsorizzazioni. Molto validi se equilibrio tra

ampiezza di contenuto e leggibilità

MANIFESTI, POSTER Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Alta, dipendente dal livello di

diffusione e sua evidenza Medio-alta

(dipende dalla qualità "fisica" del materiale)

Come per volantini; possono rovinarsi; se mal realizzati possono

non essere notati MATERIALE AUDIOVISIVO

Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Piuttosto bassa, ma molto mirata.

Utile in scuole, centri di aggregazione, ecc.

Alta, ma non visibile se non

deliberatamente utilizzati

Necessità di luoghi di visione idonei; possibili problemi tecnici;

realizzazione onerosa sia per costi sia per impegno realizzativo

WEB SITE

Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Potenzialmente alta, ma

condizionata ancora dalla relativamente limitata diffusione di internet

Alta

Modulabilità dei contenuti e dei "link" praticamente illimitata; grande

versatilità; il messaggio non raggiunge attivamente il target

CAMPAGNE E COMUNICATI STAMPA

Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Alta, specie per i quotidiani Tendenzialmente bassa, a meno di

diversi "passaggi" Autorevole; piuttosto costosa,

se non sponsorizzata

RADIO E TELEVISIONE Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Alta, dipendente dal livello di

diffusione e "share" dell'emittente e del programma

Bassa-media (salvo che non vi siano specifiche rubriche o "passaggi" costanti)

La radio è ideale per un pubblico casalingo; sono mezzi ad alta "presa" ed

autorevoli; possibilità di dibattito; in genere i costi non sono alti per

interventi di prevenzione; piuttosto impegnativa la realizzazione

EVENTI PUBBLICI (CONVEGNI, SEMINARI, ECC.)

Capacità di penetrazione Persistenza del messaggio Altri vantaggi e svantaggi Media, dipende molto dalla diffusione e penetrazione dell'avviso (molto utili

preventivi comunicati stampa)

Bassa Possibilità di coinvolgere soggetti autorevoli; possibilità di dibattito pubblico; costi variabili

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Di seguito si elencano specifiche proposte di interventi di educazione sanitaria che potranno essere utilizzate come base concreta di lavoro a livello di ogni singola ASL. 3.a La prevenzione degli infortuni domestici nei bambini (0-10 anni). 3.a.a Popolazione target: bambini 0-3 anni. Intervento di informazione/sensibilizzazione per la prevenzione degli infortuni domestici nell’infanzia. (Intossicazioni acute) Dei gruppi target coinvolti negli infortuni domestici, risulta particolarmente significativo quello dei bambini in età scolare (0-10) anni. All’interno di questo gruppo, i dati disponibili, mostrano che la fascia di età compresa tra 0-4 anni risulta particolarmente interessata da eventi quali cadute, avvelenamenti, scottature; tutti hanno in comune la forte influenza di un duplice fattore umano:

curiosità, spirito di avventura, ignoranza del pericolo proprio del bambino scarsa supervisione del genitore/adulto.

La conoscenza del rischio specifico e la conseguente attuazione di interventi correttivi da parte dell’adulto porterebbe a una riduzione di numerosi di questi eventi. Infatti, l’adulto spesso sottovaluta le risorse del bambino, la sua rapidità di azione e non prepara una casa a sua misura. Occorre favorire l’innalzamento della soglia di attenzione nei confronti del bambino da parte dell’adulto, anche fornendo informazioni e strumenti utili allo scopo. Notevole quantità di materiale informativo è stato prodotto rispetto al rischio cadute, la causa più frequente di infortunio domestico del bambino. Molto meno è stato fatto rispetto al rischio di intossicazione acuta che, anche dai dati del CAV dell’Ospedale Niguarda di Milano, si evidenzia come emergenza misconosciuta, che coinvolge migliaia di cittadini ogni anno. Nel 1999 sono giunte, da tutta Italia, al CAV di Milano 53.351 prime richieste di consulenza telefonica per intossicazione acuta certa o sospetta (+ 11.3% rispetto al 98). Di seguito si evidenziano le caratteristiche principali degli eventi che hanno richiesto la consulenza al CAV:

dove avviene l’intossicazione a casa e nelle sue pertinenze. chi è più interessato la fascia di età pediatrica come avviene l’intossicazione per ingestione quali i prodotti più coinvolti i farmaci e i prodotti di uso domestico in quali ore si verifica due picchi durante la giornata: quando chi ha in

custodia il bimbo è indaffarato a fare altre cose, per es. il pranzo o la cena

perché avviene: perché il bambino trova qualsiasi prodotto alla sua portata

Come agire: 1. interventi a monte, affinchè non siano disponibili sul mercato prodotti estremamente lesivi,

quindi capaci, con dosi piccole, di provocare grossi danni. ♦ a livello dei produttori (blister per farmaci; prodotti da banco che contengono una

quantità di prodotto con una dose totale più piccola della dose tossica per un

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bambino di 10 kg di peso; chiusure di sicurezza; insegnare all’utente a che cosa servono queste misure adottate, per salvaguardare chi e come;

♦ a livello istituzionale, affinchè la qualità dei prodotti che arriva a livello domestico sia, quantomeno, simile a quella di altri Paesi UE (ac. fluoridrico, 1,2 dicloropropano) ecc.

2. interventi di informazione ed educazione per i seguenti destinatari:

♦ pubblico (opuscoli, radio, televisione, manifesti, serate culturali) ♦ educatori (corsi ad hoc) ♦ mamme (corsi di preparazione al parto, in occasione delle vaccinazioni

obbligatorie) Rispetto al dialogo con le mamme/genitori, un ruolo fondamentale può essere svolto da una corretta informazione data nel momento di maggiore sensibilità per l’adulto: la nascita del bambino. In tal senso, l’accesso agli ambulatori pubblici di prevenzione per le vaccinazioni dell’infanzia rappresenta un’occasione idonea per un intervento di informazione e sensibilizzazione poiché coinvolge la quasi totalità dei nuovi nati. Per questo motivo, la Regione Lombardia intende produrre materiale informativo/educativo sulla prevenzione delle intossicazioni acute nei bambini, da distribuire in occasione della seconda vaccinazione obbligatoria presso i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica e/o i Consultori Familiari in cui vengono offerte prestazioni pediatriche, come base per un intervento di sensibilizzazione da parte degli operatori sanitari, informazione che dovrà essere rinforzata nell’occasione della convocazione per l’esecuzione delle dosi successive. Inoltre, si propone che un intervento di sensibilizzazione sull’argomento sia rivolto, in particolare, alle educatrici degli asili nido da parte degli operatori dell’ASL. La collaborazione con il CAV permette di fornire un pacchetto formativo per gli operatori di sanità pubblica mirato a diffondere la cultura tossicologica affinché gli operatori stessi possano a loro volta condurre interventi informativi per il pubblico (genitori, insegnanti, educatori, volontari) sulla prevenzione, sul riconoscimento e sul primo intervento delle intossicazioni acute. Un ruolo fondamentale, affinché l’informazione sia efficace e mirata rispetto ad eventuali e particolari situazioni di disagio, è svolta dai Pediatri di Libera Scelta. E’ necessario coinvolgerli in interventi adattati alle caratteristiche delle comunità locali. 3.a.b Popolazione target: bambini 3-10 anni. Intervento di educazione sanitaria per la prevenzione degli infortuni domestici indirizzato alla scuola materna e alla scuola elementare. Pur considerando che la gravità e la portata del fenomeno infortunistico fra le mura domestiche è soprattutto a carico dei bambini fino a 10 anni di età, si ritiene utile intervenire nella scuola dell’età evolutiva con dei percorsi educativi che forniscano ai giovani sia le informazioni necessarie a riconoscere i fattori di rischio relativi alla sicurezza in generale (domestica, stradale, scolastica, del territorio), sia le indicazioni utili per l’assunzione di atteggiamenti consapevoli e responsabili nei confronti della sicurezza stessa. Tali percorsi DIDATTICI educativi, distinti per la scuola materna, elementare, media inferiore e superiore, potrebbero essere inseriti nel curriculum scolastico; gli studenti potranno così accostarsi all’argomento “sicurezza e fattori di rischio” attraverso le materie curricolari, come ad esempio la matematica o l’educazione artistica; la ripetizione degli argomenti nel corso degli anni scolastici, con approfondimenti ed elaborazioni particolari, permette quella continuità pedagogica che consente la fissazione dei messaggi, l’attribuzione di valore alla pura informazione, e la sua

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trasformazione prima in abitudine e poi in comportamento corretto dal punto di vista della sicurezza. Nel caso specifico della sicurezza in ambiente domestico, le proposte per le fasce d’età più a rischio sono le seguenti:

SCUOLA MATERNA La fascia di età che va dai 3/4 ai 6 anni è molto interessata dal fenomeno “incidente domestico”, con particolare riferimento agli avvelenamenti, alle cadute, alle ferite da taglio, ecc. Obiettivi generali:

I bambini conoscono i rischi presenti nella loro casa I bambini si comportano in modo corretto evitando situazioni pericolose. I bambini rispettano le norme di sicurezza in casa. I bambini sanno come comportarsi in situazioni di emergenza ( corretto utilizzo del 118-

115.)

Obiettivi specifici:

I bambini elencano una serie di oggetti pericolosi, presenti in casa, che non possono essere toccati, e dicono cosa fare se li trovano.

I bambini definiscono il termine di veleno ed elencano i comportamenti corretti da adottare: non toccare, non annusare, non inghiottire, non giocare con sostanze che non si conoscono.

I bambini nominano i più comuni prodotti casalinghi velenosi ed alcune piante e bacche che possono essere velenose.

I bambini danno una definizione del termine medicina, e devono saper specificare quando è pericoloso prendere medicine.

I bambini conoscono i 5 sensi ed imparano a proteggerli e ad usarli per fare scelte sicure per la propria salute, facendo una lista dei modi per proteggere l’udito e la vista ( es. non stare troppo davanti al televisore, non annusare sostanze estranee, ecc).

I bambini descrivono cosa fanno i vigili del fuoco come aiutanti per la salute e la sicurezza, nominano le norme di comportamento da adottare a casa e anche a scuola in caso di incendio.

I bambini sono in grado di comporre i numeri dell’emergenza 118, 115 identificando le situazioni in cui ciò è richiesto.

Partendo dall’esperienza dei bambini, gli argomenti potranno essere trattati accertando le preconoscenze e le esperienze personali. Determinante sarà anche il coinvolgimento dei genitori nelle tematiche di prevenzione e sicurezza, richiedendo la loro collaborazione nell’analisi dei fattori di rischio presenti in casa, e nella adozione di comportamenti adeguati in termini appunto di sicurezza. Naturalmente, il raggiungimento degli obiettivi passa attraverso i contenuti e gli strumenti curricolari che gli insegnanti riterranno più appropriati ( racconto, drammatizzazione, interazione verbale, rappresentazione grafico-pittorica, ecc). Alla fine del percorso DIDATTICO educativo verrà previsto un sistema di verifica che valuterà il raggiungimento degli obiettivi educativi.

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SCUOLA ELEMENTARE

Anche in questa fascia di età l’incidente domestico rappresenta un problema di salute pubblica, anche se l’incidente in ambiente scolastico e quello stradale cominciano ad assumere una certa rilevanza al punto da superare per numero e per gravità, nella fascia di età successiva , l’incidente domestico. Obiettivo generale: L’obiettivo generale è di stimolare gli alunni a divenire responsabili delle proprie azioni, attraverso l’adozione di comportamenti che riconoscono il valore della salute e della sicurezza nella propria abitazione. Anche in questo caso non è la conoscenza da sola, ma è il passaggio dal sapere al saper fare, fino al saper essere, l’obiettivo primario della prevenzione degli incidenti domestici. Obiettivi specifici:

Gli alunni conoscono la loro casa, utilizzano gli spazi secondo la relativa funzione, conoscono e mettono in pratica le regole di comportamento dei vari spazi, soprattutto la cucina, il bagno, la camera da letto…

Gli alunni rispettano ed utilizzano correttamente gli arredi, le attrezzature tecnologiche e gli elettrodomestici presenti in casa.

Gli alunni fanno un elenco dei modi con cui possono prevenire gli incidenti domestici, soprattutto relativamente a: rischi relativi alle ustioni, all’ingestione di sostanze estranee, agli avvelenamenti, all’uso di oggetti taglienti, all’inalazione di sostanze pericolose, all’uso di apparecchi elettrici, al movimento scoordinato in ambiente domestico.

Gli alunni elencano i comportamenti utili per prevenire i danni all’udito e alla vista.( rumore, televisione, PC, ecc)

Gli alunni coniano una definizione per il termine emergenza e mostrano le abilità necessarie per chiedere aiuto componendo i numeri telefonici 118 e 115, fornendo con calma le esatte informazioni.

Gli alunni definiscono il termine medicina e spiegano quali sono le norme per usare i farmaci in modo sicuro e corretto.

Gli alunni conoscono e mettono in pratica alcuni piccoli interventi di primo soccorso. Gli alunni sono consapevoli che un incidente o un comportamento scorretto dal punto di

vista della sicurezza, può scatenare reazione emotive, e imparano a controllare la paura e il panico.

Gli alunni trasmettono sicurezza a chi sta loro attorno, nella consapevolezza che un comportamento scorretto può diventare fonte di pericolo per se stessi e per gli altri.

Gli alunni conoscono le più elementari regole di rispetto dell’ambiente domestico e le mettono in pratica.

Gli alunni indicano soluzioni e propongono interventi migliorativi per incrementare la propria e l’altrui sicurezza domestica.

Anche questo percorso DIDATTICO educativo richiede il coinvolgimento attivo delle famiglie, e la loro partecipazione, a vario titolo, alla promozione della sicurezza domestica. L’inserimento curricolare della sicurezza domestica finalizzato al raggiungimento degli obiettivi sopraelencati, verrà organizzato con le modalità che i docenti riterranno più opportune; il raggiungimento di tali obiettivi verrà verificato attraverso un sistema di valutazione delle conoscenze e delle abilità raggiunte dagli alunni alla fine dell’anno scolastico. Le attività basate sull’osservazione, l’esplorazione e la ricerca nell’ambiente domestico devono permettere di acquisire conoscenze, competenze, abitudini relative alla sicurezza; il fine ultimo è

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quello di promuovere comportamenti consapevoli sulla base di conoscenze e competenze sempre più organiche e ben interiorizzate. 3.b La prevenzione degli infortuni domestici negli anziani Popolazione target: anziani > 65 anni I dati statistici relativi all’incidenza degli incidenti domestici a disposizione (ISTAT, Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” ecc.) mostrano come il target di popolazione considerato rappresenti una quota significativa del totale della popolazione target, tale da far ritenere opportuno un intervento mirato. L’anziano infatti trascorre molto tempo nell’abitazione e nelle sue pertinenze, è più fragile sia fisicamente sia psicologicamente, ha riflessi in genere più lenti e movimenti non sempre pienamente efficienti, ed inoltre gli edifici abitativi di norma sono realizzati tenendo presenti abitudini e bisogni di una popolazione adulta, giovane e sana. L’analisi delle principali cause mettono in evidenza 2 elementi principali: • Traumatismi legati a cadute: i movimenti e le reazioni della persona anziana sono sicuramente

più rallentati e con meno rapidità si reagisce al “fattore di rischio” non individuato. La perdita di elasticità e la diminuita mobilità ne riducono la capacità di mantenere l’equilibrio e di intraprendere più azioni contemporaneamente. Camminare, salire, scendere richiedono attenzione e concentrazione. La funzionalità visiva inoltre è usualmente meno efficiente che nel giovane, con evidenti ripercussioni nella percezione dello spazio.

• Utilizzo scorretto di farmaci (autoprescrizione, scarsa attenzione alla posologia ecc.), a volte

associati ad un uso di alcool che, ancorché non smodato, comunque accentua quel fenomeno fisiologico di rallentamento proprio dell’età e riduce la lucidità di pensiero. Gli effetti collaterali derivanti dall’uso di farmaci, specialmente sedativi, diuretici e ipotensivi possono essere causa di cadute nell’anziano.

L’effetto congiunto dei fattori legati all’ambiente domestico, alla ridotta efficienza dell’organismo con l’invecchiamento, a malattie e a disabilità, rende l’anziano molto vulnerabile al punto che anche piccoli intoppi possono causare la caduta. Gli interventi di prevenzione, obiettivo principale del problema delle cadute, possono essere di vario ordine: identificazione ed eliminazione di situazioni legate all’ambiente e alla persona, che comportano rischi di caduta (prevenzione primaria) oppure interventi che evitino il ripetersi dell’evento (prevenzione secondaria). In questa prospettiva appare utile il coinvolgimento di soggetti esterni che hanno rilevanza nella realizzazione dell'ambiente in cui si muove l'anziano (progettisti, costruttori, impiantisti, ecc. ecc.). Altrettanto importante è, però, un intervento di prevenzione e educazione sociale e sanitaria, tenendo presente la realtà socio-economica-culturale in cui spesso vengono a trovarsi gli anziani, rivolgendo quindi messaggi semplici da comprendere e proponendo interventi facilmente realizzabili senza grossi oneri economici. Questi interventi potrebbero vedere il sinergismo delle forze sociali e sanitarie che già sono impegnate nel campo e che insieme agli educatori possono produrre un supporto anche interattivo con l’anziano. A tale scopo la Regione Lombardia intende produrre, nell’ambito del Piano di Comunicazione in via di realizzazione con Associazione Donneuropee Federcasalinghe, alcuni opuscoli informativi

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contenenti semplici informazioni di sicurezza ambientale e di precauzioni personali da osservare in ambito domestico; tale materiale può essere distribuito avvalendosi di alcuni punti di ritrovo dell’anziano (centri di aggregazione, parrocchie ecc.), in altre parole utilizzando le farmacie, punti di sicura afferenza del target, o gli ambulatori dei Medici di Medicina generale, debitamente coinvolti, ovvero occasioni particolari di contatto quale lo svolgersi delle stagionali campagne di vaccinazione antinfluenzale. Non va sottovalutato il coinvolgimento diretto degli anziani nella co-costruzione di percorsi di educazione sanitaria e nella diffusione dei principi di prevenzione degli infortuni domestici, non solo rivolti alla propria "categoria" di popolazione. Occorre, inoltre, promuovere l’attivazione di sinergie tra le varie articolazioni funzionali dell’ASL e gli Enti Locali, per la realizzazione di corsi di formazione specifici, rivolti ai referenti dei centri diurni anziani, ai responsabili dei servizi domiciliari anziani, agli operatori A.S.A., alle associazioni di volontariato, con il supporto anche delle Direzioni Generali Famiglia e Solidarietà Sociale e Sanità della Regione Lombardia. 4. L’ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI ASL

L’organizzazione territoriale Al fine di facilitare la realizzazione degli obiettivi presenti nella Legge 493/99, nella quale, all'art. 3, sono indicate le funzioni attribuite al SSN per la prevenzione degli infortuni negli ambienti di civile abitazione, ed i compiti per i Dipartimenti di Prevenzione, si ritiene opportuno che ciascuna ASL costituisca una Commissione per la Prevenzione degli Incidenti Domestici, coordinata dalla Direzione del Dipartimento di Prevenzione. Questa Commissione sarà composta dagli operatori di Servizi e Unità Operative sulla base delle esperienze e delle competenze in merito alla materia. Tali operatori dovrebbero essere di diversa formazione professionale per consentire un approccio interdisciplinare alla materia. Della Commissione dovrebbero far parte anche esperti di Enti, Istituzioni e Associazioni esterne all’ASL, ma direttamente coinvolti nella prevenzione degli incidenti domestici e con esperienza nel campo. L’obiettivo delle Commissioni è di rendere operative le presenti linee guida. Rientrano tra i compiti di tale Commissione:

- il censimento delle attività svolte sul tema nel territorio e la mappatura degli interventi; - la promozione di interventi di sensibilizzazione e informazione della popolazione generale,

in particolare dei soggetti più a rischio, bambini ed anziani; - l’attuazione nei Distretti Sociosanitari dei progetti educativi per la popolazione target, in

collaborazione con le istituzioni scolastiche ed altri partner, basati sulla percezione del rischio;

- l’incentivazione delle misure di sicurezza domestica strutturale e impiantistica; - l’attivazione di una rete di Enti, Istituzioni, Associazioni, Produttori ecc., con il

coordinamento dell’ASL; - lo sviluppo di campagne finalizzate all’informazione e alla sensibilizzazione nei confronti

dei rischi presenti negli spazi domestici; - la diffusione della cultura della sicurezza; - la costruzione di un sistema di sorveglianza epidemiologica del fenomeno, di un banca dati

locale integrata con un sistema di raccolta uniforme per tutta le Regione Lombardia; - essere punto di riferimento per la formazione specifica e continua degli operatori sanitari,

sociali e dell’area educativa;

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- la collaborazione con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta per la promozione di attività di sensibilizzazione e informazione della popolazione;

L’individuazione dei partner e degli alleati nella lotta contro gli incidenti domestici è importante per la definizione delle strategie a livello locale degli interventi preventivi. Si elencano i principali soggetti istituzionali e non: - Dipartimento di Prevenzione dell’ASL

Servizio Medicina Preventiva nelle Comunità Servizio Igiene e Sanità Pubblica Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro Servizio Sicurezza del Lavoro e Impiantistica Servizio di Medicina Sportiva

- Dipartimento ASSI dell’ASL Consultori Familiari Servizio Anziani Servizio Infanzia ed Età Evolutiva

- Dipartimento dei Servizi Sanitari di Base dell’ASL Medici di Medicina Generale Pediatri di Libera Scelta

- Unità di Pronto Soccorso di Aziende Ospedaliere Pubbliche e Private - Centro Antiveleni; - 118; - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco - ARPA - INAIL - Amministrazione Provinciale; - Amministrazioni Comunali; - Ufficio Scolastico Provinciale; - Ordine dei Medici, Ordine dei Farmacisti; - Università; - Associazione/Organizzazione dei Consumatori; - Associazioni Casalinghe - Associazioni Pensionati; - Associazioni di Volontariato - Parrocchie e gli Oratori; - Aziende Municipalizzate; - ENEL; - Organizzazioni Sindacali - Organizzazioni Imprenditoriali (industria, commercio, artigianato e agricoltura); - Ordini professionali tecnici (Ingegneri, Architetti, Periti, Geometri, ecc.)

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La formazione degli operatori socio-sanitari dell’ASL Il Dipartimento di Prevenzione, in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti nella problematica della prevenzione degli infortuni domestici, ha il compito di organizzare dei corsi di formazione rivolti agli operatori socio-sanitari che operano a livello distrettuale e che svolgono la loro attività prevalentemente in ambito scolastico e nell’area anziani. Lo scopo è di formare gli operatori affinchè siano in grado di fornire gli strumenti adeguati al personale docente e a quello che si occupa dell’area anziani. La Regione Lombardia provvederà a realizzare un pacchetto formativo e del materiale didattico (con particolare riferimento alla popolazione anziana), quale supporto/guida all’attuazione degli interventi di formazione organizzati nell’ASL. Obiettivo generale Costituire un gruppo di operatori socio-sanitari competenti in tema di prevenzione degli infortuni domestici. Obiettivi specifici Fornire informazioni e conoscenze riguardo ai seguenti argomenti:

- L’analisi dei dati epidemiologici - Le cause più frequenti di incidenti domestici - Le principali norme di prevenzione - Suggerimenti per eventuali strategie di comunicazione differenziate per i vari target - Nozioni generali di interventi di primo soccorso Contenuti specifici dei vari moduli

Età evolutiva Intossicazioni acute Traumatismi (cadute e ferite) Ustioni e Folgorazioni La casa e le sue pertinenze: gli aspetti strutturali e gli arredi Comportamenti a rischio

Anziani

Intossicazioni acute Traumatismi (cadute e ferite) Ustioni e Folgorazioni La casa e le sue pertinenze: gli aspetti strutturali e gli arredi Comportamenti a rischio Uso corretto dei farmaci

I corsi di formazione devono avere una durata non inferiore alle 8 ore complessive. Deve essere effettuato 1 corso di formazione per ASL. Per gli aspetti relativi alle intossicazioni acute si può far riferimento al CAV di Milano

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5. IL SISTEMA INFORMATIVO 5.a La raccolta dei dati e della documentazione a livello regionale E' istituito presso l’U. O. Prevenzione della Direzione Generale Sanità un Team di lavoro permanente, costituito dagli operatori già individuati per la partecipazione al Gruppo di lavoro, Decreto n. 17662, del 20 luglio 2001, con obiettivi di: • strutturare una banca dati consultabile da più soggetti (in prospettiva anche on line), riferita a

fonti correnti (es. ISTAT, raccolta dati già presenti in Regione come quella sulle intossicazioni da CO, ecc.), banche dati terze (es. consultabili in internet: un primo elenco è riportato nell’Allegato 5), bibliografia scientifica (anche come link su riviste), esperienze esistenti di formazione - educazione sanitaria o altre iniziative, materiale didattico e divulgativo già prodotto. A quest’ultimo proposito un primo elenco di informazioni utili e da condividere, anche per evitare lavoro ridondante e per sfruttare al meglio esperienze e risultati delle stesse (sia positivi sia negativi) è riportato nella successiva Tabella 4;

• definire e raccogliere i dati di incidenza degli infortuni domestici, secondo gli elementi minimi individuati nelle schede in uso presso i diversi Pronto Soccorso (P.S.), con gli approfondimenti campionari (di cui si tratterà più avanti) secondo quanto previsto dalla SCHEDA in Allegato 6, nonché rilevare il bisogno informativo espresso e inespresso per il tramite operativo locale delle ASL (con opportuni questionari a numero ristretto di item, che verranno proposti dal Team regionale alle ASL, strutturati per la somministrazione campionaria a famiglie, con l’obiettivo di valutare la percezione del problema), e quindi aggiornare la valutazione dei rischi;

• fornire prossimamente, e poi periodicamente, elementi di supporto al coordinamento territoriale tra le diverse ASL, e tra queste ultime e gli altri soggetti coinvolti (Ospedali, Scuola, Enti locali, Vigili del Fuoco e Forze dell'ordine, Associazioni Pubbliche e Private, Ordini professionali, Associazioni istituzionali, ecc. ecc.), attraverso la diffusione di esperienze significative e/o con l’emanazione di ulteriori linee guida specifiche.

Una fase iniziale di sperimentazione avverrà attraverso una raccolta dati di tipo grezzo solo sul numero di infortuni domestici accertati dai Servizi di P.S.. Tale fase avrà inizio non appena saranno definite tutte le procedure tra ASL e Servizi di P.S. Diventa perciò fondamentale sottoporre ai suddetti Servizi una definizione condivisa di infortunio domestico, quale quella riportata nel Capitolo 1, attraverso una comunicazione formale ed eventuali incontri di approfondimento e condivisione tra personale ASL e dei P.S.. Per una rilevazione campionaria più analitica sulla distribuzione qualitativa dei dati, si è elaborata la SCHEDA in Allegato 6, che verrà compilata, attraverso un’intervista telefonica, dal personale ASL, solo in alcune settimane predefinite (3-4 all’anno) (le stesse per tutte le ASL), significative rispetto ad alcune caratteristiche del fenomeno. Tali settimane sono identificate in: 2° settimana di marzo; 2° settimana di giugno; 4° settimana di settembre; 2° settimana di dicembre. In fase di prima applicazione, per il 2002, viene identificata la quarta settimana di settembre. E’ fortemente auspicabile contattare il/la Caposala ed il Medico Responsabile per ogni P.S., per illustrare il progetto e per concordare il flusso informativo con l’ASL, previa informazione della famiglia, attraverso consegna da parte del personale P.S., al momento della diagnosi di infortunio domestico, di una lettera informativa e di consenso al trattamento dei dati personali (Allegato 7). Per ciascuno degli infortuni registrati durante le settimane campione, le ASL dovranno, partendo dalle registrazioni effettuate presso i P.S., anche in modo eterogeneo, operare l’inchiesta telefonica, che porterà alla compilazione della SCHEDA in Allegato 6.

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A livello di singola ASL, dovranno essere raccolti i dati locali da inviare in Regione per la costruzione della parte "afferente" di un sistema informativo. A questo proposito, partendo dai dati presenti nella SCHEDA, il report campionario di dati raggruppati dovrà riferirsi a:

• sesso (M; F); • età, in anni compiuti (0-4; 5-14; 15-44; 45-64; 65-75; >75); • luogo dell’abitazione coinvolto (vedere SCHEDA); • attività svolta (vedere SCHEDA) • agente/meccanismo lesivo (vedere SCHEDA); • tipo di lesione (vedere SCHEDA); • sede di lesione (vedere SCHEDA); • giorni di prognosi (o indicazione dell’eventuale morte).

La Tabella in Allegato 8 rappresenta un semplice foglio elettronico che può essere utilizzato dall’operatore dell’ASL per la raccolta dei dati. La raccolta e l’elaborazione dei dati verrà effettuata in ogni singola ASL relativamente alle quattro settimane stabilite. Il report riassuntivo verrà trasmesso su supporto informatico alla Direzione Generale Sanità con cadenza semestrale, unitamente al numero grezzo di infortuni domestici recuperato mensilmente dal P.S. ospedaliero con cui si collabora. In Allegato 9 si riepiloga , in forma di flow chart, il flusso informativo previsto. 5.b Sistema Informativo - indicatori Come già ricordato in esordio, la L. 493/99, all'art. 4, prevede che l'ISS attivi un sistema informativo sui dati, naturalmente nel rispetto delle disposizioni di cui alla L. 675/96 sulla privacy, che raccolga i dati provenienti dagli osservatori regionali. In attesa che ciò si verifichi, oltre alle azioni previste nel precedente punto 5.a, è fondamentale definire opportuni indicatori, tenendo conto della necessità di rispettare un favorevole rapporto costi-efficacia sia nel momento della raccolta dei dati (semplicità della scheda di raccolta), sia nel momento in cui si metteranno in pratica le decisioni che dal sistema informativo saranno suggerite e supportate. Tali indicatori sono necessariamente distinti tra i. di processo, cioè di funzionamento del sistema di raccolta ed elaborazione (capacità di registrazione dei casi – sensibilità; i. di efficienza) e di realizzazione degli interventi di formazione e educazione sanitaria previsti, che nella Tabella 5 si evidenziano collegati ai “sottobiettivi”, ed i. di risultato, cioè del raggiungimento dell'obiettivo di prevenzione (i. di efficacia). La valutazione di efficacia dovrà poi prevalentemente rivolgersi all'efficacia operativa nei contesti reali (effectiveness) piuttosto che all'efficacia in situazioni controllate (efficacy). Quali indicatori sono proponibili? La tabella 5 ne riporta alcuni per quelli di processo quale primo contributo ad una raccolta su base annuale presso le ASL.

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Tabella 5 – Obiettivi ed Indicatori di processo (efficienza) Obiettivi Indicatori

Definizione di un corretto ed omogeneo flusso informativo regionale che permetta di monitorare l’andamento dell’incidenza degli infortuni domestici nella Regione Lombardia

consegna di report statistico semestrale dalla ASL alla Regione entro il 30 settembre e il 31 marzo di ogni anno (secondo quanto indicato al termine del paragrafo 5a)

n° di Pronto Soccorso coinvolti / n° totale dei Pronto Soccorso dotati di sistema di registrazione informatico (numeratore minimo=1)

n° di registrazioni complete di casi (secondo i dati della SCHEDA INTERVISTA TELEFONICA) / n° di casi che aderiscono all’intervista telefonica della settimana (min 80%)

restituzione di report regionale alle ASL entro il giugno di ogni anno successivo a quello di riferimento (ind. regionale)

campagna informativa attuata secondo le Linee Guida in ogni ASL della Lombardia (es. alla popolazione generale, o ad una fascia di età, o nella scuola, o alle casalinghe, ecc.):

attivazione della campagna con emissione di atto formale entro il primo semestre del 2003;

realizzazione da parte della Regione di un pacchetto formativo e di materiale didattico (con particolare riferimento alla popolazione anziana), quale supporto/guida all’attuazione degli interventi di formazione nell’ASL entro il 31.12.02 (ind. regionale);

attuazione di almeno un intervento di formazione, preferibilmente esteso all’area oggetto della campagna informativa, della durata non inferiore alle 8 ore complessive (secondo quanto indicato nel paragrafo 4), per gli operatori socio-sanitari dell’ASL, entro il primo semestre 2003, rispondente ai requisiti del pacchetto formativo regionale.

Realizzazione dei seguenti interventi entro il 31.12.2004:

0-3 anni: distribuzione degli strumenti informativi sulla prevenzione delle intossicazioni acute predisposti dalla Regione Lombardia, da parte degli operatori del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL, almeno all’80% dei genitori dei bambini che si sottoporranno alla seconda ed alla terza vaccinazione dell’obbligo durante il primo anno. Distribuzione del relativo questionario di verifica alla quarta vaccinazione.

4-10 anni: proposta formale e presentazione ad almeno il 10% dei Dirigenti Scolastici dello strumento educativo sulla sicurezza e prevenzione degli infortuni domestici contenuto nelle Linee Guida, per l’inserimento di questo argomento nei curricula scolastici delle Scuole Materne ed Elementari pubbliche e private .

65 anni: un intervento di formazione/informazione da parte degli operatori dell’ASL rispondente ai requisiti del pacchetto formativo regionale, agli operatori socio-sanitari dell’ASL, ai responsabili e/o agli utenti dei centri diurni per anziani, e/o alle associazioni di volontariato, e/o alle associazioni di categoria

progettazione di almeno un intervento di formazione/informazione, diretto alle casalinghe in collaborazione con le associazioni di categoria

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Indicatori di risultato Gli indicatori di risultato a lungo termine più importanti sono rappresentati da una riduzione statisticamente significativa dell’incidenza degli infortuni domestici e da una modificazione dei comportamenti nei confronti dei rischi associati a questo tipo di eventi. Il raggiungimento di questi risultati dipende dall’esistenza di un corretto ed omogeneo flusso informativo regionale relativo al fenomeno “infortuni domestici”, nonché dall’effettuazione di interventi mirati di informazione/sensibilizzazione ai diversi target di popolazione. Il successivo monitoraggio dell’andamento dell’incidenza degli infortuni domestici consentirà di definire se i risultati a lungo termine sono stati raggiunti.

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Tabella 4 – riferimenti ASL su infortuni domestici; documentazione ed esperienze disponibili

ASL e referente per gli incidenti

domestici

Esperienze di intervento sul territorio (presso cittadinanza, associazioni,ecc.)

Esperienze di intervento presso scuole e ambienti di lavoro (intervento diretto, produzione di materiale didattico, formazione docenti)

Opuscoli, monografie e manifesti

Materiale video e audio

Esperienze televisive o radiofoniche

Esperienze di rilevazione statistica dedicata (presso Pronto Soccorso, ecc.)

della Provincia di Bergamo Dr. Giuliana Rocca 035-2270309 e-mail: [email protected]

4

4

4

4 della Provincia di Brescia Dr. Claudio Scotti 030-3838682 e-mail:[email protected]

della Provincia di Como Dr. Maria Gramegna Tel. 031-370376 e-mail:[email protected] Ing. Gugkielmo Piccinelli Tel. 031-370553 e-mail: [email protected]

della Provincia di Lecco Dr. Giovanni Achille Tel. 0341-482449 e-mail: [email protected]

della Provincia di Lodi Dr. Marzia Soresini Tel. 0371-372613 e-mail:[email protected]

4

4

4

Città di Milano Dr. Laura Speccher Tel. 02-48911340 e-mail:[email protected]

4

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della Provincia di Milano 1 Dr. Roberto Boni Tel. 02-48617476 e-mail:[email protected]

4

4

4

4

della Provincia di Milano 3 Dr. Nicoletta Castelli 039-238450 e-mail:[email protected]

4

della Provincia di Sondrio Dr. Bianca Maria Martina Gallenga Tel. 0342-607307 e-mail: [email protected]

4

della Provincia di Varese Dr. Giovanni Rulli 0332 / 277524 e-mail: [email protected]

4

4

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ALLEGATO 1 Dati epidemiologici sui traumatismi ed avvelenamenti disponibili in Regione

Lombardia. Analisi esplorativa attraverso le Schede di Dimissione Ospedaliera in Regione Lombardia

(anni 1997-2000) Attualmente non esiste un sistema informativo dedicato alla problematica degli incidenti domestici. Tuttavia, è possibile recuperare informazioni relative agli infortuni domestici, mediante l’uso di dati sanitari regionali di routine. La banca-dati delle Schede di Dimissione Ospedaliere (SDO)3, infatti, costituisce un valido archivio di consultazione, per l’enorme quantità di dati potenzialmente utilizzabili. Questa banca-dati può, quindi, essere al momento, un utile strumento di informazione su dati relativi a traumatismi avvenuti in ambiente domestico. Questi, avendo richiesto un ricovero ospedaliero, rappresenterebbero quelli più gravi. Sono state esaminate le SDO relative ai ricoveri ordinari negli anni 1997-2000 (n. ricoveri 1.665.859, 1.693.052, 1.665.918, 1.647.394, 1997-98-99-00 rispettivamente), dalle quali è stato selezionato un data-base di ricoveri identificati tramite il campo ‘Modalità del trauma’, codifica 2 (in ambiente domestico). Un’ulteriore e successiva selezione è stata fatta usando anche i campi ‘diagnosi’, ‘cond 1’, ‘cond 2’, ‘cond 3’ e per l’anno 2000 anche ‘cond 4’ e ‘cond 5’. In Tabella 1, sono mostrati, ripartiti negli anni considerati, il numero delle SDO in Lombardia, relative a:

ricoveri ospedalieri per infortuni avvenuti in ambiente domestico spesa complessiva spesa sostenuta per ricovero ospedaliero tasso di ricovero stimato per 1000 residenti

Allegato 1 - Tabella 1 - Ricoveri ospedalieri per infortunio domestico in Regione Lombardia,

e relativa spesa

Anno ricoveri spesa (Lx1000)

spesa/ricovero (Lx1000)

ricoveri/1000 residenti

1997

20.700

85.543.623

4.133

2,3

1998

20.520

89.303.939

4.352

2,3

1999

19.314

88.112.875

4.562

2,1

2000

17.718

85.226.142

4.810

1,8

Come mostrato in tabella, il trend si mantiene costante in Regione Lombardia e questo vale per i ricoveri dovuti ad infortuni domestici, per i relativi tassi e per la spesa sanitaria sostenuta. In Tabella 2, è riportato, con frequenza decrescente, il numero di casi di traumatismi ed avvelenamenti (secondo codici ISTAT), che danno luogo a ricovero ospedaliero per infortunio domestico. Questi dati esprimono, complessivamente, la gravità del fenomeno.

3 Schede di Dimissione Ospedaliera della Regione Lombardia 1997-00.

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Allegato 1 - Tabella 2 - Casi di ricovero ospedaliero per infortunio domestico in Regione

Lombardia, solo per traumatismi e avvelenamenti

Regione Lombardia 1997 1998 1999 2000 Traumatismi e Avvelenamenti (ISTAT) Fratture 10.044 11.890 11.687 10.995

Contusioni 2.579 3.564 3.518 2.870

Traumatismi intracranici 2.651 2.546 1.893 1.808

Ferite testa, collo, tronco 1.080 1.252 1.096 973

Ferite arto superiore 687 845 782 787

Distorsioni articolazioni 566 683 593 480

Traumatismi non specificati 499 528 489 396

Effetti Tossici 456 487 450 400

Lussazioni 447 524 543 496

Ustioni 311 417 392 337

Traumatismi superficiali 289 288 312 259

Avvelenamento 245 269 254 217

Traumatismi nervi midollo spinale 233 161 127 119

Traumatismi torace 185 239 266 239

Corpo estraneo 178 240 159 161

Ferite arti inferiori 149 170 160 166

Schiacciamento 43 48 56 64

Traumatismi vasi sanguigni 35 43 38 39

Cause esterne 31 35 19 41

Totale complessivo

20.708 24.229

22.834 20.847

Come atteso, le fratture, le contusioni e i traumatismi intracranici sono la causa del 75-80% dei ricoveri ospedalieri imputabili ad infortuni domestici, indicando che queste lesioni rappresentano più dei due terzi degli incidenti totali. La maggioranza di questi eventi sono il risultato di cadute, impatti od urti. In Tabella 3, è mostrata la distribuzione (numerica e percentuale) dei ricoveri ospedalieri dovuti ad infortuni domestici, nel triennio 1997-00, nelle Aziende Sanitarie Locali (ASL) della Regione Lombardia.

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Allegato 1 - Tabella 3 - Casi di ricovero ospedaliero dovuti ad incidenti domestici in Regione Lombardia, distribuiti per ASL (numeri assoluti)

Ricoveri Ospedalieri (1997-2000)

1997 1998 1999 2000 ASL di residenza del paziente n. n. n. n. ASL provincia di Bergamo 2.734 2.248 2.235 2.283 ASL provincia di Brescia 5.847 5.854 4.882 4.095 ASL provincia di Como 1.026 909 754 799 ASL provincia di Cremona 430 544 529 544 ASL provincia di Lecco 576 502 592 526 ASL provincia di Lodi 646 444 413 465 ASL provincia di Mantova 917 1.019 1.241 985 ASL Milano Città 616 1.424 1.268 1.233 ASL provincia di Milano 1 1.708 1.302 1.316 1.266 ASL provincia di Milano 2 746 642 706 571 ASL provincia di Milano 3 1.130 1.805 1.796 1.681 ASL provincia di Pavia 1.210 1.158 1.126 911 ASL provincia di Sondrio 185 155 112 121 ASL provincia di Varese 2.362 1.843 1.651 1.458 ASL Valle Camonica 185

Di tutte le ASL lombarde, 5 superano mediamente i 1500 ricoveri-anno per infortuni domestici. Complessivamente, queste coprono più del 60% dei ricoveri ospedalieri regionali imputabili agli eventi oggetto di questo studio. Le ragioni di questi risultati dovranno essere il punto di partenza per un momento di riflessione, prima dell’elaborazione di programmi di prevenzione specifici. La Tabella 4 mostra l’ammontare della spesa sanitaria complessiva sostenuta da ogni ASL per i ricoveri dovuti ad infortuni domestici nel triennio 1997-00. Questa è stata calcolata considerando i DRG prodotti dai ricoveri stessi.

Allegato 1 - Tabella 4 - Spesa sanitaria complessiva in Regione Lombardia, per i ricoveri dovuti ad incidente domestico, distribuiti per ASL (numeri assoluti)

1997 1998 1999 2000

ASL di residenza (Lx1000) (Lx1000) (Lx1000) (Lx1000) ASL provincia di Bergamo 11.226.693 9.482.424 9.381.428 10.616.062 ASL provincia di Brescia 16.922.420 17.315.208 15.922.659 13.664.008 ASL provincia di Como 4.996.280 4.717.642 4.001.256 4.217.046 ASL provincia di Cremona 1.839.393 2.434.104 2.339.876 2.713.050 ASL provincia di Lecco 2.905.190 2.654.874 2.809.870 2.347.279 ASL provincia di Lodi 2.889.820 2.135.522 2.313.298 2.511.956 ASL provincia di Mantova 4.011.185 5.030.558 5.612.172 5.050.064 ASL Milano Città 3.462.372 7.933.612 7.902.234 7.525.671 ASL provincia di Milano 1 7.753.851 6.117.129 6.424.204 6.799.988 ASL provincia di Milano 2 3.251.028 3.034.420 3.862.450 3.237.001 ASL provincia di Milano 3 4.826.738 8.716.042 8.835.483 9.074.914 ASL provincia di Pavia 6.569.492 5.942.540 6.028.499 5.186.741 ASL provincia di Sondrio 745.130 551.997 442.449 678.283 ASL provincia di Varese 11.929.166 10.303.157 9.202.240 8.037.367 ASL Valle Camonica 526.700

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La Tabella 5 evidenzia, in modo aggregato, la spesa sanitaria sostenuta da ogni ASL per ricovero ospedaliero dovuto ad incidente domestico, nonché il tasso di ricovero per 1000 residenti.

Allegato 1 - Tabella 5 - Spesa sanitaria per ricovero e tassi di ricovero per mille abitanti in Regione Lombardia, per i ricoveri dovuti ad incidente domestico, distribuiti per ASL

spesa/ricovero (Lx1000) ricoveri/1000 residenti

ASL di residenza 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 ASL provincia di Bergamo 4.106 4.218 4.198 4.650 2,88 2,35 2,32 2,36 ASL provincia di Brescia 2.894 2.958 3.262 3.337 5,41 5,38 4,44 4,08 ASL provincia di Como 4.870 5.190 5.307 5.278 1,92 1,69 1,40 1,48 ASL provincia di Cremona 4.278 4.474 4.423 4.987 1,29 1,63 1,58 1,63 ASL provincia di Lecco 5.044 5.289 4.746 4.463 1,88 1,63 1,91 1,70 ASL provincia di Lodi 4.473 4.810 5.601 5.402 3,23 2,20 2,03 2,29 ASL provincia di Mantova 4.374 4.937 4.522 5.127 2,47 2,74 3,39 2,63 ASL Milano Città 5.621 5.571 6.232 6.104 0,67 1,55 1,37 0,95 ASL provincia di Milano 1 4.540 4.698 4.882 5.371 3,34 2,53 2,55 1,37 ASL provincia di Milano 2 4.358 4.727 5.471 5.669 0,74 0,64 0,70 1,11 ASL provincia di Milano 3 4.271 4.829 4.920 5.399 0,87 1,38 1,38 1,67 ASL provincia di Pavia 5.429 5.132 5.354 5.693 2,44 2,33 2,26 1,83 ASL provincia di Sondrio 4.028 3.561 3.950 5.606 1,04 0,87 0,63 0,68 ASL provincia di Varese 5.050 5.590 5.574 5.513 2,91 2,26 2,02 1,79 ASL Valle Camonica 2.847 1,58

Le Tabelle 6 e 7, infine, mostrano la distribuzione per sesso ed età dei ricoveri ospedalieri dovuti ad infortuni domestici nelle ASL lombarde, negli anni considerati.

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Allegato 1 - Tabella 6 - Ricoveri di soggetti di sesso maschile per infortuni domestici, suddivisi per fasce di età, anno, ASL

Ricoveri- Maschi 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 0-4 5-14 15-44 45-64 65-74 >74

ASL di residenza % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % Tot. Tot. Tot. Tot. ASL provincia di Bergamo 15,8 22,9 18,5 17,1 8,6 10,4 7,5 7,7 23,2 23,4 22,2 21,6 26,8 34,2 25,0 23,8 11,9 15,4 12,1 13,5 13,8 16,5 14,7 16,3 1.111 739 933 904 ASL provincia di Brescia 17,0 18,5 19,7 19,0 8,4 8,7 9,9 7,2 26,2 26,3 22,5 27,7 23,8 22,2 22,4 20,0 12,2 11,5 12,8 11,3 12,5 12,9 12,6 14,9 2.377 2.471 1.969 1.649 ASL provincia di Como 22,7 17,2 20,9 13,1 6,3 9,8 7,5 8,1 22,2 18,8 20,9 19,7 20,4 22,5 16,6 25,9 13,6 12,3 14,6 12,4 14,9 19,4 19,4 20,8 383 325 253 259 ASL provincia di Cremona 19,9 14,9 7,1 12,6 5,6 3,0 5,9 4,0 16,1 18,4 24,9 23,4 18,0 24,4 24,9 15,4 15,5 15,9 18,9 18,9 24,8 23,4 18,3 25,7 161 201 169 175 ASL provincia di Lecco 18,5 20,3 20,3 29,4 8,0 7,6 11,3 9,6 20,5 15,2 19,4 10,7 19,5 22,8 16,7 19,3 11,0 16,8 10,8 15,0 22,5 17,3 21,6 16,0 200 197 222 187 ASL provincia di Lodi 10,9 17,1 13,3 13,1 3,8 4,4 5,0 7,7 22,2 21,5 20,0 16,2 28,9 18,4 21,7 23,1 19,2 15,2 15,0 20,8 15,1 23,4 25,0 19,2 239 158 120 130 ASL provincia di Mantova 16,9 16,9 18,2 17,5 9,8 7,6 7,6 8,0 15,6 16,9 19,5 14,5 20,0 18,1 18,4 18,9 18,3 16,3 11,5 16,9 19,3 24,2 24,8 24,3 295 331 435 338 ASL Città di Milano 28,6 24,5 21,0 20,0 4,9 6,2 6,0 6,3 12,6 14,3 13,9 14,0 13,7 12,6 14,8 12,9 8,8 12,4 12,5 14,3 31,3 30,0 31,8 32,6 182 453 352 350 ASL provincia di Milano 1 19,8 21,7 21,7 17,8 5,2 7,2 6,7 4,1 18,8 21,5 18,7 18,3 23,3 19,0 22,4 22,8 12,7 12,9 12,3 14,4 20,3 17,6 18,3 22,6 632 442 465 465 ASL provincia di Milano 2 28,7 30,3 22,1 18,1 10,5 8,1 7,8 7,3 15,5 14,5 18,6 14,5 16,7 18,6 13,9 18,1 13,2 12,7 12,6 18,7 15,5 15,8 25,1 23,3 258 221 231 193 ASL provincia Milano 3 16,9 23,1 19,8 21,9 6,7 7,5 7,9 5,1 18,3 17,8 16,4 14,6 25,0 22,8 18,6 19,3 13,3 12,9 15,2 13,2 19,7 15,9 22,1 25,9 360 680 597 584 ASL provincia di Pavia 11,1 11,9 12,7 14,8 7,0 7,8 12,1 12,1 12,7 17,6 14,6 15,1 22,6 17,1 13,5 14,1 12,4 16,1 18,6 13,1 34,2 29,5 28,6 30,8 371 386 371 305 ASL provincia di Sondrio 15,4 15,5 9,4 4,5 5,1 6,9 9,4 2,3 25,6 12,1 28,1 31,8 25,6 25,9 25,0 20,5 7,7 15,5 9,4 20,5 20,5 24,1 18,8 20,5 78 58 32 44 ASL provincia di Varese 12,8 14,1 15,4 16,3 7,5 5,4 6,2 6,5 20,8 22,5 15,7 19,4 22,0 21,4 20,6 22,6 16,0 14,7 16,9 13,8 20,9 21,9 25,2 21,4 861 626 579 509 ASL Valle Camonica 1,4 18,1 31,9 26,4 12,5 9,7 72

Totale regione 17,0 18,7 18,3 17,7 7,5 7,7 8,1 7,1 22,3 22,1 21,2 21,7 22,9 21,4 20,1 20,0 12,9 12,7 13,4 13,3 17,3 17,5 18,9 15,5 7.744 7.571 7.048 6.454

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Allegato 1 - Tabella 7 - Ricoveri di soggetti di sesso femminile per infortuni domestici, suddivisi per fasce di età, anno, ASL

Ricoveri-Femmine 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000 1997

1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000

0-4 5-14 15-44 45-64 65-74 >74 ASL di residenza % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % % Tot. Tot. Tot. Tot.

ASL provincia di Bergamo 9,1 10,7 10,6 9,4 3,7 3,1 4,5 3,2 10,6 9,1 8,4 8,1 19,2 15,2 15,6 15,4 16,8 18,6 17,1 16,4 40,7 43,3 43,8 47,6 1.623 1.340 1.302 1.379 ASL provincia di Brescia 8,0 9,9 10,5 10,6 3,8 3,1 3,9 3,6 10,8 11,6 9,0 10,5 19,5 17,6 16,5 16,7 18,3 18,1 17,8 15,9 39,5 39,7 42,2 42,7 3.470 3.383 2.913 2.446 ASL provincia di Como 8,6 9,6 10,6 6,5 2,8 1,9 3,0 1,1 9,6 8,9 5,6 6,7 15,9 13,0 12,8 14,3 17,4 15,4 13,2 17,0 45,7 51,2 54,9 54,4 643 584 501 540

ASL provincia di Cremona 4,1 8,5 6,1 4,1 3,3 3,2 1,9 0,8 8,9 8,7 8,6 7,3 14,1 10,5 13,3 12,5 22,3 18,7 19,7 21,4 47,2 50,4 50,3 53,9 269 343 360 369 ASL provincia di Lecco 10,9 8,5 11,4 9,7 2,7 3,6 4,1 2,4 7,7 7,9 5,7 6,8 14,9 13,1 10,8 14,7 15,7 14,1 17,3 20,1 48,1 52,8 50,8 46,3 376 305 370 339 ASL provincia di Lodi 5,9 5,2 3,4 3,9 2,9 0,0 1,7 0,6 9,1 7,0 5,5 4,8 16,2 14,0 15,7 12,2 18,9 21,3 16,0 15,2 46,9 52,4 57,7 63,3 407 286 293 335

ASL provincia di Mantova 5,8 8,1 7,2 7,4 2,3 1,7 2,6 3,2 7,4 5,8 4,7 4,9 11,1 14,2 13,5 12,1 15,0 17,4 17,7 17,9 58,5 52,6 54,2 54,4 622 688 806 647 ASL Milano Città 6,0 8,3 6,4 7,5 2,5 2,2 1,3 1,6 2,3 5,1 5,8 4,3 7,1 9,4 10,2 8,3 18,7 15,4 12,6 12,6 63,4 59,5 63,8 65,8 434 971 916 883

ASL provincia di Milano 1 11,7 11,4 7,6 7,1 3,5 2,9 2,8 2,6 6,1 8,3 7,4 5,6 15,7 14,0 13,2 14,9 15,6 18,0 16,6 16,7 47,3 45,5 52,4 53,1 1.076 860 851 801 ASL provincia di Milano 2 10,7 11,9 10,3 8,5 3,9 4,0 2,5 4,2 7,8 8,1 7,2 7,7 15,2 12,4 13,3 12,7 17,4 16,2 14,5 16,4 45,1 47,5 52,2 50,5 488 421 475 378 ASL provincia di Milano 3 7,1 10,3 8,3 8,8 3,6 2,8 1,3 2,2 8,4 6,6 7,1 7,6 13,9 13,8 13,9 15,1 18,8 17,1 18,3 16,3 48,1 49,5 51,0 50,0 770 1.125 1.199 1.097

ASL provincia di Pavia 3,5 3,9 4,5 6,6 1,8 2,2 3,0 4,0 4,5 7,5 8,3 7,1 12,9 8,4 8,6 7,8 15,4 15,9 16,0 15,8 62,0 62,0 59,5 58,7 839 772 755 606 ASL provincia di Sondrio 6,5 8,2 2,5 1,3 0,9 2,1 3,8 1,3 8,4 8,2 11,3 2,6 16,8 15,5 18,8 13,0 11,2 11,3 16,3 19,5 56,1 54,6 47,5 62,3 107 97 80 77 ASL provincia di Varese 5,3 5,9 6,3 6,8 2,3 2,0 2,4 1,9 8,7 6,8 6,2 6,3 14,7 13,2 13,9 13,6 17,4 17,7 14,2 18,3 51,7 54,4 57,0 53,0 1.501 1.217 1.072 949

ASL Valle Camonica 5,0 5,0 7,5 17,5 21,3 43,8 80 Totale regione 7,7 9,0 8,6 8,2 3,2 2,7 3,0 2,7 8,9 8,8 7,6 7,7 16,1 14,1 13,8 13,8 17,3 17,3 16,5 16,5 46,8 48,2 50,6 51,0 12.956 12.780 12.266 11.264

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32

Dai dati mostrati, si evidenzia come i ricoveri ospedalieri dovuti ad infortuni domestici, siano molto più numerosi per il sesso femminile rispetto a quello maschile. Pur in mancanza di un sistema informativo dedicato, la rapida e sintetica presentazione dei dati rilevabili dalle SDO, illustra, da una parte la potenzialità del sistema, e dall’altra la possibilità di avere, nel caso specifico degli infortuni domestici, dati relativi al ricovero dovuto ad incidente avvenuto in ambiente domestico. Diviene indispensabile, tuttavia, una verifica sulla qualità dei dati raccolti attraverso specifici programmi di controllo. I risultati ottenuti negli anni 1997-00, mostrano, a livello regionale, complessivamente, un trend costante sia dei casi di ricovero dovuti ad infortuni domestici, sia della spesa sanitaria sostenuta a causa degli stessi. Utilizzando il dato ISTAT di ricovero4, il quale indica che l’assistenza sanitaria ricevuta è rappresentata dal ricovero ospedaliero nel 6.8% dei casi, si può stimare che gli incidenti domestici in Regione Lombardia possano ammontare a circa 300.000 l'anno. Le intossicazioni acute in Regione Lombardia nel 1999. Ulteriori dati rilevanti, anche per il confronto relativo alle dimensioni del fenomeno, come appare da diverse prospettive, sono quelli che provengono dal Centro Antiveleni dell'Ospedale Niguarda di Milano, relativi all'anno 1999. Essi mostrano come le intossicazioni acute rappresentino una realtà misconosciuta e sottovalutata delle emergenze che tutti i giorni interessano la nostra salute. Il Centro Antiveleni di Milano (CAV), rispondendo a circa il 70% di tutte le consulenze per intossicazioni acute provenienti da tutto il territorio nazionale, si pone come osservatorio privilegiato nell’osservazione di questa emergenza sommersa. Nell’anno 1999 al CAV di Milano sono giunte 53.351 consulenze per intossicazione: di queste 19.423 provenivano dalla Lombardia (tabella 8), secondo la distribuzione per province esposta nella successiva tabella 9.

A llegato 1 - T ab ella 8C onsu lenze C en tro A ntivelen i M ilano, 1999

37

32

37

%

9883.115R ecall

19 .42353.351T o ta le

18.43550.236P rim echiam ate

L o m bardiaN az ionali

4 ISTAT - Gli incidenti domestici – Anno 1999 – Statistiche in breve

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Allegato 1 - Tabella 9Provenienza per province della Lombardia

991981103Varese121322659-309110188Recall

2863463034-42156158172Informazioni

150Sondrio271Pavia290Mantova7879Milano1Lodi375Cremona947Como1253Brescia1154BergamoCasiProvince

I casi che hanno coinvolto gli uomini sono stati 13.257 (72%); gli animali sono stati 159 (0.8%); le informazioni sono state 3.907 (22%) (fig.1).

Allegato 1 - Fig. 1Casi/informazioni

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

uomni animali inform. altro/nn

Come mostrato in fig. 2, l’età più interessata (come per i dati nazionali) è quella compresa tra 0 e 14 anni, quindi la fascia pediatrica. Al suo interno i bambini tra 1 e 4 anni (n=4.772) rappresentano il 72%.

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Allegato 1 - Fig. 2Distribuzione per Età

3%

36%

7%4%4%

29%

11%6%

<1

1-45-910-14

15-1819-49

50-69>70

Il sesso è omogeneamente distribuito, fig. 3

4 7 %

5 0 %

3 %

m a s c h i f e m m in e n . n .

Allegato 1 - Fig. 3Sesso

L’analisi delle circostanze dimostra che per il 74% è accidentale, fig. 4.

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Allegato 1 - Fig. 4Circostanze

74%

19%

2%2%1%2%

a c c vo l la vo ro a lim e n t i f a rm a c i n .n .

Il 91.3 % delle intossicazioni avvengono in ambiente domestico o nelle sue immediate pertinenze, fig. 5.

Allegato 1 - Fig. 5Luogo dell’intossicazione

1 2 1 0 8

3 6

1 3 6

1 0 4

9 2

1 8 4

4 2

6 5

4 9 0

0 5 0 0 0 1 0 0 0 0 1 5 0 0 0

a lt r o / n . n .

p o s t p u b b l

c o m u n it à

o s p e d a le

s c u o la

t e r z ia r io

in d u s t r ia

a g r ic o lt

c a s a

Questi dati evidenziano come la casa, di fatto, non sia il luogo più idoneo per accogliere i suoi abitanti. Le sostanze in causa sono mostrate in fig. 6. Le più rappresentative sono i prodotti di uso domestico (29%), i farmaci (39%) e gli alimenti (12%).

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Allegato 1 - Fig. 6 Sostanze in causa

4%1%

12%

29%

2%6%

39%2%

3%1%1%

PMC PS alimenti casalinghi animali cosmetici

farmaci drugs a. industriali piante altro

Le vie di esposizione sono mostrate in fig.7, dove si evidenzia che la via più interessata è quella per ingestione. Considerando che la classe di età più rappresentata è quella tra 0 e 14 anni, ciò è ampiamente giustificato.

Allegato 1 - Fig. 7 Vie di esposizione

6 3 ,1 %

1 8 ,2 %

1 0 ,0 %

2 ,5 %

5 ,8 %

0 ,4 %

in g . in a l c u t e o c u l. a s s . n .n

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ALLEGATO 2 Eventi Incidentali e Intossicazioni da Ossido di Carbonio (CO) in Regione Lombardia nel periodo Maggio 1999 / Aprile 2000. I dati regionali del periodo 1999-2000. Come noto l’Ordinanza n. 3815 della Regione Lombardia (B.U.R.L. del 31.10.95 - 1° Supplemento straordinario al n. 44) in relazione alle finalità e in base alle esperienze maturate, ha previsto un coinvolgimento generalizzato di tutti i soggetti istituzionali e professionali coinvolti nel settore. Sono interessati per l’attuazione del provvedimento in particolare fra gli altri tutti i professionisti sanitari, le strutture del servizio sanitario regionale, i direttori di laboratorio chimico - clinico, i sindaci, gli organi di vigilanza comunale, le autorità di pubblica sicurezza (polizia e carabinieri), i vigili del fuoco, le aziende energetiche municipali: le modalità del coinvolgimento sono state definite con la medesima Ordinanza pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia che è stata notificata con lettera Circolare del 30.10.1995.

A livello territoriale (ambito delle Aziende ASL) le notifiche dei casi devono pervenire ai Dipartimenti di Prevenzione che hanno l’obbligo di ricevere le segnalazioni, disporre le verifiche e i controlli del caso, adottare i provvedimenti di competenza e relazionare al Servizio di Prevenzione Sanitaria della Regione.

A livello regionale il referente dell’attività in questione è costituito dal Servizio Prevenzione Sanitaria dell’Assessorato alla Sanità.

Per agevolare il compito di raccordo e di coordinamento con i Dipartimenti di Prevenzione delle ASL il Servizio Prevenzione Sanitaria ha predisposto e distribuito alle ASL uno specifico programma informatizzato per la raccolta e l’elaborazione delle informazioni richieste nelle tabelle allegate alla stessa Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia del 9 ottobre 1995 n. 3815. Tale programma è tuttora valido; tuttavia le schede informatiche per la raccolta dei dati necessitavano di revisione informatica per semplificare l’attività di censimento e sono state riviste nell’anno 2000. Gli eventi relativi agli incidenti (incendi, scoppi, ecc.) da apparecchi e impianti a gas in Regione Lombardia, vengono riportati nella tabella 1, suddivisi per mese.

Allegato 2 - Tabella 1 Eventi relativi agli incidenti (incendi, scoppi, ecc.) nel periodo maggio 1999-aprile 2000

mese eventi di cui mortali

persone coinvolte

deceduti totale infortunati

di cui ricoverati

cause

A B C D MAGGIO 2 2 GIUGNO LUGLIO 1 AGOSTO 3 1 31 15 2 1 1 SETTEMBRE 1 OTTOBRE 1 2 2 2 NOVEMBRE 5 7 8 2 2 1 DICEMBRE 5 8 2 2 5 GENNAIO 7 2 3 3 4 1 1 FEBBRAIO 2 1 1 1 2 MARZO 6 4 2 2 3 2 APRILE 3 6 3 1 TOTALE 35 1 61 2 33 10 23 2 3 4 Come mostrato in tabella, si evidenzia una leggera flessione del numero di casi, diminuito rispetto al periodo 1998-1999 (35 casi contro 43). E’ opportuno sottolineare, come già negli anni passati, la gran parte dei casi sia da correlare ai piccoli impianti di tipo A.

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Nella tabella 2, si riportano i casi di intossicazione da monossido di carbonio provocati da apparecchi e impianti o comunque connessi all’utilizzo di gas, suddivisi per mese.

Allegato 2 - Tabella 2 Intossicazioni di tipo accidentale dal maggio 1999 all'aprile 2000 nella Regione Lombardia

mese eventi di cui mortali

persone coinvolte

deceduti totale infortunati

di cui ricoverati

cause

A B C D MAGGIO 33 1 17 1 16 15 11 GIUGNO 5 11 11 5 4 LUGLIO 3 5 2 2 1 AGOSTO 4 12 9 9 3 SETTEMBRE 7 10 11 9 7 OTTOBRE 23 50 31 28 14 NOVEMBRE 57 1 170 1 142 133 47 DICEMBRE 87 1 318 2 292 275 77 1 1 4 GENNAIO 77 4 212 4 177 151 67 FEBBRAIO 44 2 81 1 68 65 43 1 1 MARZO 38 81 1 73 64 38 APRILE 18 39 29 29 18 TOTALE 396 9 1006 10 861 785 330 2 2 4

I danni alle persone evidenziano la significatività e la gravità del fenomeno che fa registrare un dato leggermente aumentato, anche se gli eventi mortali sono diminuiti. Gli eventi accidentali che hanno provocato intossicazioni da monossido di carbonio sono numericamente più numerosi degli incidenti da scoppio o incendio ed anche le persone coinvolte (1006 nel periodo1999 - 2000) sono di numero maggiore, con 861 infortunati, oltre settecentocinquanta ricoverati e 10 morti nel periodo. Si conferma che la maggior incidenza degli eventi e dei danni alle persone avviene nel periodo invernale, specie nei mesi di novembre, dicembre e gennaio. La tabella 3 riporta la casistica suddivisa per provincia.

Allegato 2 -Tabella 3 Intossicazioni di tipo accidentale suddivise per ASL delle provincie nella Regione Lombardia

maggio 1999 - aprile 2000 provincia eventi di cui

mortali persone

coinvolte deceduti totale

infortunati di cui

ricoverati cause

A B C D BG 32 0 105 0 97 77 28 0 1 BS 63 0 100 0 100 90 63 0 0 0 CO 66 0 103 36 40 42 1 1 0 CR 28 0 74 0 74 61 27 0 0 4 LC 22 1 47 1 47 45 19 LODI 12 0 32 0 26 26 12 0 0 0 Mi1 21 34 56 45 21 Mi2 18 0 61 0 61 52 17 0 0 0 MI3 19 1 68 1 68 68 19 Mi città 19 3 27 3 27 24 14 1 MN 15 1 28 1 18 15 PV 20 136 113 111 20 SEBINO 13 2 26 3 26 23 13 SO 13 27 23 19 VA 35 1 138 1 89 89 35 0 0 0 TOTALE 396 9 1006 10 861 785 330 2 2 4

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Non si evidenzia, come già nel passato, una significativa differenza nelle casistiche provinciali. Si rileva peraltro che il numero di eventi che determinano intossicazioni accidentali è elevato e nella quasi totalità correlato alle tecnologie degli impianti e in particolare a un’installazione non corretta, allo scarico dei fumi, alla carente manutenzione (tabella 5). La tabella 4 riporta la casistica suddivisa per provincia nel periodo maggio 2000/aprile 2001.

Allegato 2 -Tabella 4 Intossicazioni di tipo accidentale suddivise per ASL delle provincie nella Regione Lombardia

maggio 1999 - aprile 2000 provincia eventi persone

coinvolte deceduti totale

infortunati di cui

ricoverati cause

A B C D BG 30 93 2 85 85 30 0 0 0 BS 30 81 0 81 79 28 1 0 1 CO 32 70 1 68 59 29 1 1 1 CR 2 4 0 4 3 2 0 0 0 LC 15 54 0 53 52 15 0 0 0 LODI 9 36 2 34 26 9 0 0 0 Mi1 18 52 1 41 39 18 0 0 0 Mi2 18 61 0 61 52 18 0 0 0 MI3 14 27 2 25 25 14 0 0 0 Mi città 15 37 0 30 33 15 0 0 0 MN 15 30 0 26 30 8 PV 24 48 1 35 47 24 0 0 0 SEBINO 4 5 0 5 5 4 0 0 0 SO 6 12 0 12 12 6 0 0 0 VA 32 88 1 74 69 32 0 0 0 TOTALE 264 698 10 634 638 254 2 1 2

Legenda: A= impianti e apparecchi, comprese, stufe, radiatori, caminetti; B= rete gas; C= rete interna; D= gas in bombole e serbatoi. Nel periodo maggio 2000/aprile 2001 diminuiscono notevolmente i casi accidentali di intossicazione da monossido di carbonio. Si riscontrano, infatti 396 eventi per l’anno 1999/2000 a 259 casi per l’anno 2000/2001, confermano che l’azione di informazione e di controllo esercitata dai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL ha dato risultati costruttivi.

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Allegato 2 - Tabella 5 Numero di incidenti e intossicazioni per cause e tipologia delle installazioni nei periodi maggio 1996 - aprile 1997 ( 97); maggio 1997 - aprile 1998 (98) ;aprile-maggio 1998/aprile 1999 (99) e maggio 1999-

aprile2000 (2000) nella Regione Lombardia (verifiche a cura dei Servizi ASL).

NUMERO DI INCIDENTI PER CAUSE E TIPOLOGIA DELL'INSTALLAZIONE Irregolarmente installati

Periodo 97 98 99 2000 Apparecchi cottura cibo

18 2 7 31

Scalda acqua 132 95 68 149 Caldaie murali, climatizzatori 65 33 43 112 Caldaie centrali climatizzatori 3 3 4 5 Stufe 43 19 32 64 Radiatori individuali 6 1 1 11 Caminetti 10 2 15 33 Altro 12 6 13 91 TOTALE 289 161 183 496

NUMERO DI INCIDENTI PER CAUSE E TIPOLOGIA DELL'INSTALLAZIONE Scarico fumi

assente inadeguato Periodo 97 98 99 2000

97 98 99

2000

Apparecchi cottura cibo 37 6 14 77 33 5 7 125 Scalda acqua 15 3 11 17 100 60 68 204 Caldaie murali, climatizzatori 10 3 4 4 112 46 52 235 Caldaie centrali climatizzatori 1 4 1 5 5 2 4 Stufe 5 5 9 46 20 28 50 Radiatori individuali 0 0 2 2 4 Caminetti 2 0 1 2 7 26 Altro 4 3 7 13 2 2 5 32 TOTALE 71 16 47 121 309 142 171 680

NUMERO DI INCIDENTI PER CAUSE E TIPOLOGIA DELL'INSTALLAZIONE ventilazione

assente inadeguata Periodo 97 98 99 2000 97 98 99 2000 Apparecchi cottura cibo 40 12 14 113 42 11 13 90 Scalda acqua 68 51 51 111 52 31 39 65 Caldaie murali, climatizzatori 54 15 21 85 63 27 33 168 Caldaie centrali climatizzatori 3 3 3 2 2 3 4 Stufe 50 13 30 75 12 15 10 17 Radiatori individuali 1 0 1 1 2 6 Caminetti 20 8 12 29 12 2 13 20 Altro 4 7 11 13 3 1 3 4 TOTALE 236 110 142 430 186 90 116 374

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NUMERO DI INCIDENTI PER CAUSE E TIPOLOGIA DELL'INSTALLAZIONE Erroneamente manovrati Periodo 97 98 99 2000 Apparecchi cottura cibo 3 1 3 Scalda acqua 5 2 4 Caldaie murali, climatizzatori 5 1 3 Caldaie centrali climatizzatori 0 0 Stufe 2 4 0 4 Radiatori individuali 0 1 Caminetti 2 5 1 5 Altro 3 3 5 5 TOTALE 12 20 10 25

NUMERO DI INCIDENTI PER CAUSE E TIPOLOGIA DELL'INSTALLAZIONE Carenza di manutenzione Periodo 97 98 99 2000 Apparecchi cottura cibo 11 1 8 30 Scalda acqua 32 39 43 57 Caldaie murali, climatizzatori 39 26 40 86 Caldaie centrali climatizzatori 3 0 4 Stufe 15 16 15 11 Radiatori individuali 1 0 5 Caminetti 2 12 3 12 Altro 6 4 3 11 TOTALE 106 101 112 216

Si conferma il dato già rilevato nei periodi precedenti che gli scalda acqua e le caldaiette sono gli impianti più pericolosi. Circa la prevedibilità e prevenzione dei rischi si osserva, come fra le cause degli eventi che hanno dato luogo a segnalazione vi siano difetti facilmente identificabili e correggibili tecnicamente senza particolari oneri quali ad esempio lo scarico dei fumi o l’assenza di ventilazione. Tale osservazione non è nuova, essendo già stata fatta per gli anni passati.

Sugli aspetti della carente manutenzione, occorre focalizzare l’attenzione degli utilizzatori e prevedere ulteriori campagne di sensibilizzazione per gli utenti.

Il numero globale dei casi mortali è fortunatamente inferiore a quello riscontrato nel periodo 1998 – 1999, ma il costo sanitario permane comunque alto.

La gravità di tale situazione é evidente in particolare poiché si tratta in genere di eventi prevenibili e che con il semplice rispetto delle norme in vigore non si sarebbero verificati.

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I dati riassuntivi delle rilevazioni annuali finora svolte in Regione Lombardia sono riportati nella tabella 5.

Allegato 2 - Tabella 5: dati riassuntivi delle rilevazioni eseguite negli anni 95/96, 96/97; 97/98; 98/99 e 99/2000.

Numero eventi Numero eventi mortali Periodo di indagine 95/96 96/97 97/98 98/99

99/00

95/96 96/97 97/98 98/99

99/00

Incidenti accidentali 33 40 35 43 35 1 3 3 3 1 intossicazioni accidentali 262 374 252 306 396 13 4 10 14 9 TOTALE 295 424 287 349 431 14 7 13 17 10 N.B.: nel 1998:non pervenuti dati delle ASL Cremona, Milano 2 e Como Numero deceduti Numero ricoverati Periodo di indagine 95/96 96/97 97/98 98/99

99/00 95/96 96/97 97/98 98/99

99/00

Incidenti accidentali 2 5 5 5 2 8 42 30 21 10 intossicazioni accidentali 13 4 10 16 10 494 705 409 554 785 TOTALE 15 9 15 21 12 502 747 439 575 795 N.B.: nel 1998:non pervenuti dati delle ASL Cremona, Milano 2 e Como

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Allegato 3 - Tabella 1 - Principali azioni e conseguenti norme comportamentali a mitigazione del rischio Allegato 3

Aspetti generali

LOCALE COMPORTAMENTO RISCHIO SOLUZIONE/PROPOSTE

LOCALI IN GENERE

Indossare abiti sintetici in prossimità di fiamme libere (fornelli, camino, barbeque, etc..)

Incendio, ustioni Non indossare abiti di materiale sintetico in prossimità di fiamme;

Lasciare fiamme accese incustodite Incendio Non lasciare fiamme accese incustodite (cucina, camino, barbecue, etc…);

Travasare l’ammoniaca in bottiglie di vetro; ….. Avvelenamento I prodotti per la casa devono essere contenuti in idonei recipienti con etichette che evidenziano il contenuto di ogni singolo recipiente;

…. …. Leggi il libretto di istruzioni degli elettrodomestici; CUCINA Lasciare aperti i rubinetti del gas, dopo l’utilizzo; Scoppio Controllare sempre la chiusura del rubinetti del gas; Lasciare i manici delle pentole rivolti all’esterno,

ostruendo il passaggio Ustioni I manici delle pentole devono essere rivolti all’”interno” del piano

cottura; Afferrare le pentole a mani nude; Ustioni Prendere le pentole per i manici utilizzando opportune “presine”; In caso di incendio di “pentole” spegnere gettando

acqua sul fuoco; Alimentare l’incendio Coprire la pentola con il coperchio, od altre pentole per togliere

ossigeno Scaldare gli ambienti lasciando il forno aperto Ustioni Non lasciare il forno aperto quando è caldo; Non controllare il piano cottura …. Fughe di gas Verificare la data di scadenza del tubo di adduzione del gas del

piano cottura; Lasciare per lungo tempo incustodito l’impianto del

gas (es. vacanze, viaggi,…) Fughe di gas Quando esci di casa chiudi la valvola di intercettazione del gas del

piano cottura; Lucidare il pavimento della cucina Cadute Non lucidare il pavimento della cucina; Lasciare aperte le ante dei mobili Urti, Traumi, Lesioni Non lasciare aperte le ante dei pensili; Salire su sedie o ripiani per prendere un oggetto; caduta Installa gli armadietti della cucina ad un’altezza accessibile, senza

l’ausilio di scale;

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LOCALE COMPORTAMENTO RISCHIO SOLUZIONE/PROPOSTE Per pulire finestre e mobilia salire su sedie, ripiani o

davanzali; caduta Per pulire finestre e mobilia adopera scale a libro dotate di

“chiusura di sicurezza”; …… Cortocircuito,

incendio Se non presenti non lasciare accesi gli elettrodomestici;

Fare opere di manutenzione sugli apparecchi elettrici, gli elettrodomestici e gli impianti a gas;

Folgorazione, scoppi, incendi …

Chiamare un elettricista, un idraulico od un addetto alle riparazioni per tutte le operazioni di manutenzione.

Aggiungere l’acqua al ferro da stiro se questi è collegato alla presa di corrente.

Folgorazione Non aggiungere l’acqua al ferro da stiro se questi è collegato alla presa di corrente.

Non avvolgere il filo degli elettrodomestici; Folgorazione Non avvolgere il filo degli elettrodomestici, per non lesionare il cavo;

Non staccare la spina tirando il filo; Folgorazione Staccare la spina sfilandola dalla presa di corrente, per non lesionare il cavo

Utilizzare elettrodomestici con cavi lesionati; Folgorazione Sostituisci o fai riparare da personale qualificato gli elettrodomestici danneggiati;

Utilizzare radio e phon con mani e piedi bagnati; Folgorazione Non usare l’elettrodomestico con mani e piedi bagnati; Rispondere al telefono mentre si sta stirando; Incendio Non lasciare il ferro da stiro acceso ed incustodito; inserire più elettrodomestici in una sola spina elettrica Cortocircuito Evita di inserire più elettrodomestici in una sola spina elettrica, per

evitare di sovraccaricare la presa elettrica e l’impianto; Far asciugare le salviette ed i panni sulle stufe;

Ricoprire il televisore con panni; Incendio Non coprire gli elettrodomestici e le stufe con panni o vestiti;

Utilizzare il coltello per imboccare il cibo…….. Lesioni, Tagli Gli utensili devono essere utilizzati in modo appropriato, … …. Acquista elettrodomestici con marchio di qualità; Chiudere con giornali o cartone i fori di ventilazione:

entra aria fredda! Intossicazioni

Non coprire i fori di ventilazione presenti nei locali con impianti ed apparecchi a gas (boiler, stufe, caldaie, piani cottura) e con camini a legna;

Utilizzare il sottolavello come contenitore per detersivo per piatti a mano, detersivo per lavastoviglie, detersivi per superfici dure, per forni, per acciaio, ammoniaca candeggina, acido muriatico, ecc

intossicazione Riporre in armadietto idoneo, in alto, con possibilità di chiusura di sicurezza

RIPOSTIGLIO

Riporre l’alcool o detergenti per la casa nel vano che ospita la caldaia

Incendio Conserva in un posto chiuso e fresco i prodotti combustibili ed infiammabili;

Riporre insetticidi insieme ad altre sostanze Avvelenamento In ripostiglio idoneo, chiuso a chiave SOGGIORNO accendere caminetti con alcool Incendio, ustioni Non utilizzare alcool per accendere il camino; Fumare quando utilizzi spray o infiammabili; scoppio ed incendio Non fumare mentre effettui lavori di pulizia o hobbistica in casa Sovraccaricare i ripiani dei mobili; Schiacciamento

trauma Le scaffalature devono essere ancorate alla parete;

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LOCALE COMPORTAMENTO RISCHIO SOLUZIONE/PROPOSTE …… Schiacciamento,

trauma Nella scelta dei mobili preferisci quelli dotati di fermoguida ai cassetti;

Lasciare lampade alogene accese vicino alle tende incendio Non collocare lampade, in particolare alogene, in prossimità di tendaggi;

Incassare l’apparecchio TV in mobili completamente chiusi

Incendio Non incassate l’apparecchio TV in mobili ove non vi è circolazione di aria;

Non fissare i tappeti al pavimento Caduta Fissa i tappeti al pavimento; ….. Caduta Evidenzia in modo particolare eventuali dislivelli o gradini; Sostituire le lampadine con interruttore generale della

corrente attivato Folgorazione La sostituzione delle lampadine dei lampadari deve essere eseguita

con l’interruttore generale elettrico scollegato; Piante e fiori d’appartamento Avvelenamento Assicurarsi dal fioraio o dal vivaista, o presso il CAV della loro

innocuità se ingerite VANO SCALA ….. Caduta Controlla che vi sia il corrimano; Lucidare le scale Caduta Il pavimento non deve essere lucido, se necessarie utilizza strisce

adesive antisdrucciolevoli; Posizionare oggetti ingombranti sulle rampe delle scale Caduta Non ostruirne il passaggio lasciando oggetti ingombranti;

LOCALE BAGNO Posizionare la radio sul bordo vasca; scaldare il bagno

con stufetta elettrica Folgorazione Non utilizzare elettrodomestici in prossimità di vasche o docce;

Asciugarsi i capelli dopo la doccia od il bagno, senza essersi asciugati

Folgorazione Non utilizzare elettrodomestici con mani e piedi bagnati ;

Appoggiarsi alla lavatrice per uscire dalla vasca o dalla doccia

Folgorazione Verifica le distanze di sicurezza tra la vasca o la doccia e la lavatrice;

… Caduta Utilizza tappeti antiscivolo sul fondo della vasca e della doccia; Lasciare il pavimento bagnato dopo il bagno o la

doccia Caduta Il pavimento deve essere asciutto per evitare di scivolare;

Lasciare shampoo, bagnoschiuma, saponi sul bordo della vasca o del lavandino

Avvelenamento Riporre dopo l’uso

Disincrostanti, sgorgatori, pulitori per superfici dure, candeggina normale o gentile, detersivo per lavatrice, ecc

Avvelenamento Riporre in armadietto chiuso a chiave

Disinfettanti e farmaci Avvelenamento Riporre in armadietto chiuso a chiave Cosmetici e coloranti per capelli Avvelenamento Riporre dopo l’uso e chiudere sotto chiave soprattutto le tinture per

capelli CAMERE DA LETTO

Fumare in camera da letto; Incendio Non fumare in camera da letto;

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…. Caduta Lo scendiletto ed i tappeti devono essere fissati al pavimento; Accendere lo “SCALDASONNO” senza custodia Incendio Se non presenti non lasciare acceso lo “scaldasonno” Spostare le abat-jour accese toccando la lampadina Ustione Non toccare le lampadine delle abat-jour accese;

BOX e CANTINE Impianto elettrico e suo utilizzo (derivazioni per

frigoriferi, freezers, utensili,…) Folgorazione Non collegare strumenti e apparecchi all’impianto se non ne è

previsto in fase di costruzione l’impiego specifico per la loro alimentazione

Inserire la presa elettrica del Trapano quando questi presenta l’interruttore acceso.

Taglio Non collegare apparecchi elettrici alla presa di corrente, se accesi

Stoccare infiammabili (benzina, taniche varie, pittura, diluente,..)

Intossicazione, incendio

Non stoccare infiammabili

Stoccare bombole di gas (butano, propano, bombole da campeggio,…)

Scoppio, incendio Non stoccare bombole

Verniciare e ritoccare a solvente Intossicazione, incendio

Non verniciare in ambiente chiuso o soltanto parzialmente aperto, usare DPI

Manutenere automobile e motorino Intossicazione, incendio

Non operare in ambiente chiuso o soltanto parzialmente aperto

Stoccare e imbottigliare bevande Intossicazione, incendio

Non operare in ambiente chiuso o soltanto parzialmente aperto

Stoccare antiparassitari Intossicazione Non operare in ambiente chiuso o soltanto parzialmente aperto, usare DPI

Manipolare esche per roditori e insetti Intossicazione Non operare in ambiente chiuso o soltanto parzialmente aperto, usare DPI

Stoccare carta e cartone (carico di incendio) Incendio Utilizzare tubo per recuperare combustibile da

serbatoio Avvelenamento Non travasare tramite tubo aspirando con la bocca

ESTERNO Utilizzare alcool per attizzare il fuoco del barbecue; Incendio, Ustione Non accendere barbecue con alcool; Tornare in casa dopo aver acceso il barbecue; Incendio Non lasciare barbecue, o comunque fiamme libere, incustodite; Uscire di corsa su strade o piste ciclabili Investimento Non uscire all’improvviso da porte che si affacciano direttamente

su strade; Scavalcare cancellate Traumi lesioni Non scavalcare cancelli ed inferriate; …. Cadute Evidenzia eventuali dislivelli o buche del terreno; Sistemare l’antenna TV Cadute Non eseguire lavori sul tetto, ed in altezza senza idonee protezioni

(cintura di sicurezza, ecc…)

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GIARDINAGGIO Carichi di lavoro Trauma Usare strumenti di sollevamento idonei

Macchine da taglio (taglia siepi, taglia erba e simili) Trauma, taglio Utilizzare mezzi di protezione individuale, leggere le istruzioni, non utilizzare impropriamente gli utensili

Decespugliatori a filo e no e simili Trauma, taglio Utilizzare mezzi di protezione individuale, leggere le istruzioni, non utilizzare impropriamente gli utensili

Motoseghe Trauma, taglio Utilizzare mezzi di protezione individuale, leggere le istruzioni, non utilizzare impropriamente gli utensili

Motozappe Trauma, taglio Utilizzare mezzi di protezione individuale, leggere le istruzioni, non utilizzare impropriamente gli utensili

Potatura Trauma, taglio, caduta

Utilizzare mezzi di protezione individuale, leggere le istruzioni, non utilizzare impropriamente gli utensili

Strumenti da taglio in genere Trauma, taglio Utilizzare mezzi di protezione individuale, leggere le istruzioni, non utilizzare impropriamente gli utensili

Antiparassitari (per aerosol, aspersione, sul terreno) modalità di uso e conservazione; DPI, balcone e giardino

Intossicazione Utilizzare mezzi di protezione individuale, leggere le istruzioni, non utilizzare impropriamente gli antiparassitari

Vaccinazioni (tetano,…) Morte Verificare la copertura vaccinale

Piante con bacche appariscenti, o… Avvelenamento Accertarsi che non siano tossiche

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Allegato 3 - Tabella 2 - Principali azioni e conseguenti norme comportamentali a mitigazione del rischio

Bambini

LOCALE COMPORTAMENTO e/o AZIONE e/o OGGETTO

RISCHIO SOLUZIONE PRATICA SOLUZIONE TECNICA

GENERALI Sviluppo di ottica razionale circa

l’ambiente

Manipolazione di presa elettrica Folgorazione Utilizzare le prese di sicurezza per bambini; copri prese

Adeguamento impianto

Disorientamento per oscurità Panico Luce di emergenza Soluzioni strutturali Oggetti di piccole dimensioni (palline,

biglie, corde, cordicelle, sacchetti di plastica, nylon, coltelli, forbici, chiodi, oggetti appuntiti in genere)

Soffocamento; taglio

Riporre in luogo chiuso, elevato, non accessibile

Identificazione di luogo non accessibile

CAMERA Cadere dal lettino Caduta Sponde laterali, possibilmente foderate con

stoffe pesanti per evitare urti Acquisto

cadere dal fasciatoio Caduta Sponde laterali, possibilmente foderate con stoffe pesanti per evitare urti

Acquisto

soffocamento da cuscino Soffocamento Guanciale antisoffoco; NECESSARIO PER NEONATI

Guanciale antisoffoco con buchi

schiacciarsi le dita nei cassetti Trauma Sistema di blocco a fine corsa; sistema di chiusura a tenuta ermetica

Modalità costruttive

schiacciarsi i piedi per caduta di cassetto Trauma; taglio

Sistema di blocco a fine corsa; sistema di chiusura a tenuta ermetica

Modalità costruttive

urtare spigoli vivi Trauma, taglio Smussare gli spigoli vivi Copri spigoli medicinali Intossicazione Riporre sempre i medicinali in armadi fuori

portata dei bambini Identificazione luogo idoneo, chiuso, non accessibile

CUCINA Sportello del forno Ustioni Non lasciare lo sportello aperto; vetro anticalore

differente modalità di apertura del forno

Contusioni, cadute Blocco della apertura per evitare di salirvi sopra; vetro anticalore

differente modalità di apertura del forno

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LOCALE COMPORTAMENTO e/o AZIONE e/o OGGETTO

RISCHIO SOLUZIONE PRATICA SOLUZIONE TECNICA

Ustioni, per caduta di pentole e vasellame per ribaltamento

Blocco della apertura per evitare di salirvi sopra; vetro anticalore

differente modalità di apertura del forno

Ribaltamento di pentole con manici con presa a distanza

ustioni Utilizzare pentole con manici pronunciati soltanto nella parte posteriore dei fornelli; utilizzare preferibilmente pentole con manici “corti”

Piano dei fornelli incassato

Prodotti per la pulizia della casa avvelenamento Riporre tutti i prodotti per la pulizia della casa in armadietto chiuso, in posizione elevata e comunque al di fuori della portata dei bambini; non utilizzare contenitori secondari in vetro e in particolare bottiglie vuote dell’acqua minerale o del vino

Armadio con chiusura di sicurezza Contenitori in plastica a chiusura ermetica Usare le chiusure di sicurezza (spiegando perché servono)

Ferro da stiro Ustione, trauma Non lasciare il ferro da stiro, inserito o meno nel circuito elettrico, privo di sorveglianza, con cordone pendente Inibire il gioco dei bambini in prossimità della zona di stiratura;

presa elettrica a parete, a livello del piano di stiro

Taglio Ferita, taglio Non riporre coltelli, forbici, aghi, chiodi in cassetti alla portata dei bambini

Individuare cassettiera specifica

BAGNO Cadute Trauma Tappetini antisdrucciolo nella vasca, nel

piatto doccia e sul pavimento Installa sistemi anti scivolo non facilmente rimovibili

Annegamento Morte Non lasciare solo il bambino in acqua Temperatura dell’acqua elevata Ustioni Controllare la temperatura dell’acqua prima

del bagno; controllare le aggiunte dal rubinetto se in presenza di bambino in acqua

Termometro specifico

Apparecchi elettrici (radio, rasoi, spazzolini elettrici, asciugacapelli,….)

Folgorazioni Scollegare qualsiasi apparecchio in assenza di adulto Gli apparecchi non devono essere posizionati in prossimità della vasca o al di sopra della stessa o appoggiati sui bordi

Non installare mensole e prese elettriche in prossimità di vasche da bagno

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LOCALE COMPORTAMENTO e/o AZIONE e/o OGGETTO

RISCHIO SOLUZIONE PRATICA SOLUZIONE TECNICA

Cosmetici (fra cui acetone) Avvelenamento incendio

Riporre tali prodotti fuori della portata dei bambini

Individuare apposito luogo (armadietto chiuso a chiave in alto)

Lavabiancheria Folgorazione, trauma

La lavabiancheria deve essere scollegata dal circuito elettrico se non utilizzata;; acquisire lavabiancheria con apertura dall’alto

Scelta in fase di acquisto

SALA Mobili con spigoli vivi Contusioni

tagli Copri spigoli Acquisizione di mobili privi di

spigoli vivi Vetrate fino a terra Taglio, pericolo

per la vita Segnalare visivamente le vetrate intere; sostituire i vetri fragili, schermo protettivo

Sostituire vetri con vetri anti sfondamento,

Tavoli e tavolini in vetro Taglio, pericolo per la vita

Riporre in luogo sicuro

Soprammobili pesanti Traumi Riporre in posizione elevata o, meglio, in armadio fuori della portata di bambini;

Super alcolici, alcolici Avvelenamento Riporre in armadio chiuso, in posizione elevata

Finestre Caduta; caduta o getto di oggetti

Installare protezioni Rete di protezione

Balconi e terrazze Caduta; caduta o getto di oggetti

Installare protezioni: rete di altezza adeguata per le ringhiere, protezioni anticaduta

Rete di protezione

Scale Caduta; caduta o getto di oggetti

Installare protezioni da ambo i lati: rete di altezza adeguata per le ringhiere, protezioni anticaduta

Rete di protezione

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Allegato 3 -Tabella 3 - Principali azioni e conseguenti norme comportamentali a mitigazione del rischio

Anziani

LOCALE COMPORTAMENTO RISCHIO SOLUZIONE PRATICA SOLUZIONE TECNICA

LOCALI IN GENERE

Disorientamento da oscurità Panico, caduta Luce di emergenza con avvio automatico;

Installazione fissa

non controlli oculistici e non uso di occhiali se necessari

caduta verifica costante delle imperfezioni di visione

CUCINA Fornelli funzionanti a gas dimenticati

aperti Intossicazione Rivelatore luminoso ( a tenuta stagna) e

acustico di fughe di gas Valvola di blocco sulla alimentazione generale del gas

Fornelli funzionanti a gas dimenticati aperti

Intossicazione Termocoppia sui fornelli Acquisto di stufe dotate di termocoppia (spiegando che cosa sono)

SCALE Caduta Frattura Corrimano da ambo i lati della scala Impostazione edilizia SALOTTO Scivolamento Fratture,

contusioni I tappeti devono avere le barre antiscivolo;

Fratture, contusioni

Non utilizzare cere in modo eccessivo e sistematico

BAGNO Scivolamento Frattura,

commozione cerebrale

Maniglione di appoggio Vasca da bagno con ingresso a portello

Scivolamento Frattura, commozione cerebrale

Tappeti anti-scivolamento interni ed esterni allea vasca e/o piatto doccia;

Scivolamento Campanello di emergenza Impostazione edilizia Scivolamento Corrimano al muro per percorsi verso e dal

bagno Impostazione edilizia

Prendere oggetti da posizione elevata Caduta dall’alto Non utilizzare scalette mobili prive di corrimano laterale e con un numero di gradini superiore a 3-4

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LOCALE COMPORTAMENTO RISCHIO SOLUZIONE PRATICA SOLUZIONE TECNICA

Lasciare detersivi, pulitori per superfici dure, ecc in giro

Avvelenamento Non lasciare a portata di bambino Identificare un armadietto dotato di possibilità di chiusura

CAMERA Coperte elettriche, termoforo Ustioni, incendio temporizzatori Acquistare solo termofori e coperte elettriche provviste di temporizzatore

Scaldini elettrici Ustioni, incendio temporizzatori Acquistare solo strumenti provvisti di temporizzatore

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Allegato 3 - Fig. 1

Grafico delle Cadute

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ALLEGATO 4 Individuazione di elementi specifici per la prevenzione del rischio connesso all’uso dell’impianto elettrico Nell’ambiente domestico quotidianamente avvengono molti infortuni per cause dovute principalmente a: • impianti, • apparecchiature, • comportamenti non corretti. Impianti elettrici L’ambiente domestico utilizza impianti elettrici costruiti in tempi diversi seguendo criteri differenti. In generale sono adottate apparecchiature elettriche più o meno complicate e delicate, il cui uso non è sempre facilmente possibile a tutti. Utenti Le persone che utilizzano l’impianto elettrico sono d’età e stato psicofisico variabili, con cultura e preparazione diverse. Comportamenti Gli impianti, le apparecchiature, i singoli componenti (prese e spine, cavi, prolunghe, ecc), sono utilizzati, conservati, mantenuti in modo non adeguato alle esigenze impiantistiche e di costruzione. Per esempio possono essere utilizzate: • prese del tipo non corrispondente alla spina che si vuole connettere; • cavi elettrici non sufficientemente lunghi per alimentare le apparecchiature senza essere

troppo tirati ed aventi dimensione (sezione) non adeguata alla potenza del carico derivato (ferro da stiro, forno, lavatrice, ecc.);

• posizionamento delle apparecchiature non sicuro per evitare il verificarsi di danni alle persone ed animali, oltre che innescare incendi.

Misure di sicurezza Per la pericolosità che l’uso dell’energia elettrica comporta, è necessario adottare impianti, apparecchiature e comportamenti tali da ridurre al massimo le probabilità che possano verificarsi gravi danni alle persone, agli animali ed alle cose. Seguendo il dettato delle norme della regola dell’arte, le misure di sicurezza, per ogni settore d’interesse considerato, sono molte e variabili secondo le specifiche esigenze d’ogni impianto studiato e valutato. In linea di massima, considerando che le condizioni che più comunemente si presentano, possono essere adottate le sottoindicate misure di sicurezza. Impianti Questi sono di caratteristiche diverse di costruzione secondo il periodo in cui sono stati installati. Vi sono impianti semplici, installati in tempi remoti e realizzati solo con cavetti fissati a parete che, partendo dal contatore del distributore (ENEL), terminano a prese fissate anch’esse sulla parete. Al contrario, troviamo impianti più complessi, installati in tempi più recenti, i quali, seguendo i criteri fissati con apposito progetto, sono realizzati con cavetti posti sotto parete (sottotraccia) che partono da apposito centralino, dotato di protezioni elettriche, e terminano

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in prese od altri quadretti collocati in luoghi facilmente accessibili per consentire di fare interventi in sicurezza. I cavetti sono interessati dal passaggio di corrente a tensioni differenti secondo il tipo d’alimentazione che si rende necessario avere per utenze come: illuminazione (ad incandescenza, a neon, alogena), apparecchi vari fissi (frigorifero, forno, lavatrice, lavastoviglie), mobili (aspirapolvere) e portatili (rasoio elettrico, asciugacapelli). Ogni tipo d’impianto presenta pericoli diversi. Il tipo semplice, più antico, solitamente è più pericoloso perché tutti i componenti sono a vista e quindi facilmente possono essere urtati e danneggiati. Inoltre, poiché si suppone non abbia protezioni elettriche idonee, i cavi potrebbero essere stati scaldati perché sottoposti al passaggio di una quantità di corrente superiore a quella normalmente consentito dalla sezione dei conduttori. Tale fenomeno termico produce una riduzione delle proprietà isolanti delle guaine per cui si potrebbero avere pericolosi passaggi di corrente verso chi ne viene in contatto. Tutti i componenti potrebbero essere stati danneggiati. Le giunzioni sono, quasi sempre, realizzate a vista con fili legati fra loro e protetti con semplice nastro isolante. Un impianto, così realizzato ed utilizzato, è molto pericoloso perché può essere causa di folgorazione per le persone e d’incendio per gli ambienti. Invece, l’impianto più complesso, di recente costruzione, non dovrebbe presentare normalmente gli stessi rischi di quello sopradescritto, ma la sua gestione ed uso deve essere più attenta e consapevole per le manovre che si fanno. Devono essere seguiti sin dalla costruzione e per tutti gli altri interventi, da personale elettricista qualificato e specializzato per ogni settore di uso dell’impianto (quadro generale, impianto antifurto, impianto di antenna televisiva, impianto di automazione dei cancelli e porte, impianti di protezione per le scariche atmosferiche, impianti a bassissima tensione per comandi particolari, ecc.). Per il numero delle utenze applicate, è necessario avere indicazioni sugli impianti per il riferimento alle utenze alimentate, essere in possesso di planimetrie e schemi elettrici. La mancanza di queste indicazioni potrebbe ingenerare pericolosi equivoci. Apparecchiature Tutte le apparecchiature e le utenze adottate, devono garantire le massime condizioni di sicurezza possibili. Allo stato delle Leggi, è necessario che ogni singolo apparecchio abbia la marcatura CE. Questo è indice che il costruttore ha prodotto l’apparecchio attenendosi alle disposizioni della regola dell’arte anche per quanto riguarda l’aspetto sicurezza. Gli apparecchi costruiti prima della direttiva europea, per la quale bisogna applicare il marchio CE, devono essere idonei e garantire condizioni di sicurezza accettabili secondo le vigenti Leggi in materia. E’ necessario procedere ad un controllo preciso, eseguito da personale specializzato, sulla scorta anche delle note tecniche che i costruttori dei singoli apparecchi sono obbligati a fornire. Comportamenti Considerato che sia gl’impianti e sia gli apparecchi siano stati installati e costruiti secondo quanto imposto dalle norme della regola dell’arte, è necessario che gli utenti abbiano un comportamento, per la loro utilizzazione e gestione, adeguata. Tutti coloro che utilizzano impianti ed apparecchi elettrici, devono essere informarti e consapevoli, non solo dell’uso ma, soprattutto delle protezioni attinenti la sicurezza di cui

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impianti ed apparecchi devono essere provvisti. Come avviene per una struttura lavorativa in cui vi é la presenza di responsabili incaricati di curare l’aspetto sicurezza, anche per l’ambiente domestico, secondo le utenze e gli impianti in carico, le persone presenti devono essere informate sui comportamenti che devono avere. Vi devono essere dei programmi di gestione, oltre a quelli d’uso quotidiano, delle apparecchiature. Devono essere fissati metodi di gestione per i quali possono essere evidenziate anomalie di funzionamento e comportamenti d’assumere per continuare ad utilizzare l’impianto e gli apparecchi, in sicurezza. Per esempio, va accertato che le prese abbiano gli alveoli schermati, specialmente se gli impianti sono vecchi ed in casa vi siano bambini o persone non consapevoli del pericolo presentato da parti elettriche comunque accessibili per i contatti. Va detto di non utilizzare prolunghe che potrebbero permettere di usare apparecchiature in luoghi particolarmente pericolosi (per esempio: presso la vasca da bagno o la doccia). Tutti devono essere informati di non operare interventi su componenti dell’impianto elettrico così come di non manomettere le apparecchiature. Di non operare direttamente anche se per la semplice sostituzione delle lampadine. Per le operazioni di pulizia della casa e quindi per compiere operazioni che prevedono interventi su lampade ed apparecchiature in genere, esistenti nell’ambiente domestico (considerato tale anche le dipendenze come: l’autorimessa, la cantina, le eventuali opere comuni condominiali, ecc), bisogna conoscere le procedure di sicurezza. Considerando quanto sopra ricordato, anche se in modo sintetico, sui principali aspetti inerenti la sicurezza elettrica in ambiente domestico, per quanto riguarda i comportamenti che devono essere assunto dai bambini, si possono ricordare alcuni, che di seguito vengono indicati: • Devono chiedere ad un adulto di collegare l’apparecchio che devono utilizzare; • Non devono essere prese iniziative che comportano interventi sugli apparecchi; • Devono sapere che i cavi elettrici non devono essere tirati, attorcigliati, danneggiati; • Non devono toccare gli apparecchi ed, in generale, tutti in componenti elettrici, avendo le

mani od altre parti del corpo bagnate; • Non portare nel locale servizi (bagno e/o doccia) apparecchi elettrici (radio, giochi vari,

lampade, ecc.); • In caso d’interruzione della corrente elettrica non intervenire personalmente sugli

interruttori; • Devono utilizzare i soli apparecchi indicati, e tassativamente vanno interdetti altri. Anche per le persone anziane, affette da carenze psicofisiche, dono essere fissate regole comportamentali consone alle capacità reali di cui sono dotati. Possono essere prese in considerazione gli stessi accorgimenti ricordati per i bambini.

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ALLEGATO 5

Siti dedicati alla prevenzione degli infortuni domestici e alla sicurezza delle abitazioni

Injury Prevention www.europa.eu.int Home Safety – general www.ecosa.org www.safewithin.com www.lowes.com./lowes/index.asp www.cdc.gov/niosh/nasd/menus/tophome.html www.maisonsante.ch www.rospa.org.uk Child Safety www.babyproof.com www.babysafe.com/tips.htm www.safekids.org Safety for elderly www.caregiver.on.ca Education /training / research www.nta-yes.com/about.html www.ki.se www.edc.org Siti italiani www.vicenzanews.it/manuali/homepages.htm www.istat.it/Anotizie/Aaltuin/Statinbrev/incidentidomestici.htlm www.onlus-italia.net www.pnlg.it

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ALLEGATO 6 Scheda intervista telefonica alla famiglia

SCHEDA DI RILEVAZIONE DEGLI INFORTUNI DOMESTICI Cod. Ospedale N° registro di P.S. caso presentato in DATA / / alle ORE DATI RELATIVI ALL’INFORTUNATO:

Cognome-Nome SESSO M F ETA’ Indirizzo: Tel. /

DATI RELATIVI ALL’ EVENTO: Accaduto in DATA / / giorno : L Ma Me G V S D

LUOGO Su SCALE INTERNE 11 In GIARDINO/ORTO/CORTILE 21 In CUCINA 12 In CANTINA/GARAGE/PARCHEGGI 22 In BAGNO 13 Su SCALE ESTERNE/BALCONI/TERRAZZI 24 In SOGGIORNO– PRANZO- LETTO 14 SCONOSCIUTO - ALTRO 25 In ALTRI LOCALI di casa 15 ATTIVITA’ svolta LAVORI DOMESTICI 1 Mangiare/bere 60 al momento GIARDINAGGIO 14 RIPOSO 61 dall’infortunato FAI DA TE 2 IGIENE PERSONALE 62 GIOCO/TEMPO LIBERO/ATTIVITA’

SPORTIVE 4 ALTRO o NON SPECIFICATO 99

AGENTE / MECCANISMO Dell’Incidente

CADUTA per INCIAMPO-SCIVOLAMENTO

02 SOFFOCAMENTO per ANNEGAMENTO

42

CADUTA dall’ALTO 05 AZIONE da CONTATTO con SOSTANZE CHIMICHE

50

URTO con OGGETTO 10 AVVELENAMENTO da SOSTANZE SOLIDE

54

URTO con ALTRA PERSONA 12 AVVELENAMENTO da SOSTANZE LIQUIDE

55

URTO con ANIMALE 13 AVVELENAMENTO da SOSTANZE GASSOSE

56

SCHIACCIAMENTO- Pizzicamento 20 EFFETTO TERMICO da LIQUIDI BOLLENTI

60

TAGLIO 21 EFFETTO TERMICO da OGGETTI BOLLENTI

62

PUNTURA – PIERCING 24 EFFETTO TERMICO da FIAMMA LIBERA

63

MORSO di ANIMALE/PUNTURA da INSETTO

25 Contatto con CORRENTE ELETTR. 70

CORPO ESTRANEO 3 Stiramenti ecc. da movim. o sforzo 80 SOFFOCAMENTO

per STRANGOLAMENTO 40 Altri meccanismi NON SPECIFICATI 99

SOFFOCAMENTO per OSTRUZ. Vie AEREE

41

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PRODOTTI COINVOLTI Descrizione

ETA’ 0 – 17 (a) ETA’ 18 – 65 (b) ETA’ > 65 (c) OGGETTI TAGIENTI A STRUTTURE ARCHITETTONICHE DELLA CASA B MOBILIA O SCALE OTAPPETI C SCHEGGIA LEGNO O METALLO D SUPPELLETTILI O OGGETTI PESANTI E LIQUIDI BOLLENTI F UTENSILI FAIDATE G DATI RELATIVI ALLA LESIONE: TIPO: CONTUSIONE, EMATOMA 02 LESIONE VASI SANGUIGNI 09 ELETTROCUZIONE 16 ABRASIONE 03 LESIONE MUSC.-TEND. 10 LESIONE DA RADIAZIONE 17 FERITA APERTA 04 SCHIACCIAMENTO 11 CONGELAMENTO 18 FRATTURA 05 AMPUTAZIONE 12 ASFISSIA 19 LUSSAZIONE 06 AVVELENAMENTO 13 NESSUNA LESIONE DIAGNOS. 97 DISTORSIONE DISTRAZIONE 07 USTIONE 14 ALTRO 98 LESIONE ai NERVI 08 USTIONE CHIMICA 15 NON SPECIFICATO 99

SEDE LESIONE: TESTA 01 COLLO 02 ARTI INFERIORI 06 ORECCHIO 12 TORACE 03 PIEDE 65 OCCHI 13 ADDOME, SCHIENA, PELVI,

NATICHE 04 DITA DEL PIEDE 66

NASO 14 ARTI SUPERIORI 05 PIU’PARTI DEL CORPO 07 DENTI 15 MANO 56 ALTRO SPECIFICATO 98 LABBRO E CAVITA’ ORALI 17 DITA DELLA MANO 57 ALTRO NON SPECIFICATO 99 Eventuali specificazioni e note:

TRATTAMENTO Prima PROGNOSI in giorni: (per decesso: 999) ; RICOVERO SI NO

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ALLEGATO 7

Lettera informativa per Direzioni Sanitarie degli Ospedali con P.S.

ASL Provincia di………………………….. DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

Direttore Dr…………………….

SERVIZIO ………………………………………………………….. Responsabile Dr…………………………

Sede di ………….. – via……………….. – ………………. …………….. Fax………………

E-mail: ……………………………..

Gentile Signora, Egregio Signore,

Questa nota vi viene consegnata dagli operatori di Pronto Soccorso in quanto un Vostro congiunto è stato coinvolto in un Infortunio domestico. Il Dipartimento di Prevenzione (Servizio………………………………. dell’ASL di …………….., in collaborazione con i Servizi di Pronto Soccorso della Provincia……………, sta svolgendo delle rilevazioni statistiche tendenti ad individuare le cause più frequenti di incidente domestico, allo scopo di mettere a punto le più efficaci iniziative di prevenzione. Nel quadro di questa attività un nostro operatore prenderà contatto telefonico con Voi per rilevare alcuni dati utili allo svolgimento dell’indagine. In particolare verranno richieste informazioni relative alle modalità di accadimento dell’incidente. Le informazioni raccolte non avranno alcun risvolto di tipo legale, o di attribuzione di responsabilità, ma avranno solo un utilizzo ai fini statistici e pertanto verranno utilizzate in un contesto di assoluto anonimato. Potrete tuttavia rifiutarvi di rispondere all’indagine, barrando nello spazio sottostante la voce non aderisce all’indagine. Confidando nella Vostra collaborazione, Vi ringraziamo sin d’ora e porgiamo cordiali saluti.

Il Responsabile del Servizio………………………………………………………..

Dr. ………………….. Responsabile del procedimento………….. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il sottoscritto……………………………………………, presa visione di quanto sopra,

� aderisce � non aderisce all’iniziativa.

Recapito telefonico……………………………….Firma……………………………..

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ALLEGATO 8

Report semestrale sugli infortuni domestici in Regione Lombardia

ASL provincia di……………………

Semestre I II

n. prog. sesso

( M-F) classe d’età luogo abitazione* attività

svolta* agente

/meccanismo coinvolto*

tipo lesione* sede lesione* prognosi* prodotti coinvolti*/ fasce d’età°

Classe d’età: 0-4 = 1 5-14 = 2 15-44 = 3 45-64 = 4 65-75 = 5 >75 = 6

* riportare il codice corrispondente presente nella SCHEDA dell’Allegato 6 ° riportare il codice corrispondente presente nella SCHEDA dell’Allegato 6, compreso il codice per fasce d’età (a=0-17, b=18-65, c=>65)

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ALLEGATO 9 Schema dei flussi informativi sugli infortuni domestici

tra Pronto Soccorso, Dipartimenti di Prevenzione e Regione ___________________________________________________

PRONTO SOCCORSO

Flusso 1 Flusso 2 dato grezzo: schede in uso numero presso i P.S. infortuni per la registrazione

domestici degli infortuni (periodicità domestici di invio dati (4 settimane secondo all’anno definite) accordi)

ASL FLUSSO 2 Dipartimento di Famiglie Prevenzione COMPILAZIONE schede telefoniche (Allegato 6) (relative agli infortuni

nelle 4 settimane individuate) Flusso 1 Flusso 2 Numero infortuni Report riassuntivo relativo (semestralmente: alle 4 settimane individuate fine settembre) (semestralmente: fine marzo e fine settembre)

REPORT ANNUALE Regione Lombardia COMMENTATO Unità Organizzativa (fine giugno) Prevenzione