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GYNECO ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE OSTETRICI GINECOLOGI OSPEDALIERI ITALIANI NUMERO 3/4 GIUGNO/LUGLIO 2005 Mensile Anno XVI n.3/4 2005 - Poste Italiane spa - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona Contiene I.P. editoriale In genere in pochi lo leggono. Un errore. Conoscere le norme contrattuali è invece indispensabile per far crescere la consapevolezza sui nostri diritti e le nostre responsabilità di dirigenti del Ssn S iamo giunti al terzo numero del nuovo Gyneco. Anche in questo caso troverete alcune novità. Una in particolare. La sezione del Focus stavolta si occupa di un argomento strettamente connesso con la nostra vita professionale ma in fondo poco amplificato sui media, compresi quelli di settore. Sto parlando del nuovo contratto di lavoro per gli oltre 100 mila dirigenti medici del Ssn, giunto finalmente alla fase conclusiva del suo iter. L’ipotesi di accordo è infatti stata approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 luglio scorso, dopo l’intesa raggiunta tra Sindacati medici e Aran (ovvero l’agenzia governativa che ha la delega alla definizione degli accordi di lavoro nel pubblico impiego). Abbiamo pensato di dedicargli il nostro Focus perché, al di là degli aspetti economici in esso contenuti, e che troverete sintetizzati in una tabella riassuntiva, esso contiene molte indicazioni nuove nella parte normativa, di rilevanza per tutti noi dirigenti medici ginecologi del Servizio sanitario nazionale. Nuove norme per l’esclusività e la reversibilità della scelta tra intra ed extra moenia. Nuove regole per la direzione delle strutture semplici e complesse. Nuove norme per la guardia medica e la pronta disponibilità. Nuove garanzie per l’Ecm e l’assicurazione per i rischi professionali. Nuove norme per la verifica dell’operato dei dirigenti. Ecco, parlare di questi temi, conoscerli, farli uscire dal linguaggio e dalle logiche spesso chiuse e “per addetti” dei tavoli sindacali, ci è parso, oltre che doveroso – trattandosi in fondo delle regole e delle norme cui siamo vincolati nel nostro rapporto di lavoro con Asl e ospedali – anche utile per far crescere la nostra consapevolezza sui nostri diritti e sulle nostre prerogative di dirigenti del Ssn. Dietro questo termine, dirigente, si celano infatti tuttora molte ambiguità. Lo siamo per legge e per contratto. Ma lo siamo realmente nella vita ospedaliera di tutti i giorni? Lo siamo realmente nei rapporti con le direzioni generali? Lo siamo nella possibilità FOCUS ON Dentro il nuovo contratto: tutto quello che devi sapere per gestirlo al meglio 032005 ALL’INTERNO L’indagine del Senato su denatalità, gravidanza, parto e puerperio Test genetici prenatali Il caso: un kit su internet per scoprire il sesso del nascituro fin dalla 5 a settimana PRIMO PIANO “Eva contro Eva”: la ginecologia italiana a congresso Un buon contratto, ma non basta di Carlo Sbiroli segue a pag 10

ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE OSTETRICI … · Nel corso della seconda giornata, ... (presidente: Nico-la Rizzo, Bologna); ... della Società italiana di psicoprofilassi ostetrica

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G Y N E C O

O R G A N O U F F I C I A L ED E L L ’ A S S O C I A Z I O N E O S T E T R I C I G I N E C O L O G I O S P E D A L I E R I

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Siamo giunti al terzo numerodel nuovo Gyneco. Anche inquesto caso troverete alcune

novità. Una in particolare. La sezione del Focus stavolta sioccupa di un argomentostrettamente connesso con lanostra vita professionale ma in fondopoco amplificato sui media, compresiquelli di settore. Sto parlando del nuovo contratto di lavoro pergli oltre 100 mila dirigenti medici del Ssn, giunto finalmentealla fase conclusiva del suo iter. L’ipotesi di accordo è infattistata approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 luglio scorso,dopo l’intesa raggiunta tra Sindacati medici e Aran (ovverol’agenzia governativa che ha la delega alla definizione degliaccordi di lavoro nel pubblico impiego).Abbiamo pensato di dedicargli il nostro Focus perché, al di làdegli aspetti economici in esso contenuti, e che troveretesintetizzati in una tabella riassuntiva, esso contiene molteindicazioni nuove nella parte normativa, di rilevanza pertutti noi dirigenti medici ginecologi del Servizio sanitarionazionale.Nuove norme per l’esclusività e la reversibilità della scelta traintra ed extra moenia. Nuove regole per la direzione dellestrutture semplici e complesse. Nuove norme per la guardiamedica e la pronta disponibilità. Nuove garanzie per l’Ecm el’assicurazione per i rischi professionali. Nuove norme per laverifica dell’operato dei dirigenti. Ecco, parlare di questi temi, conoscerli, farli uscire dallinguaggio e dalle logiche spesso chiuse e “per addetti” deitavoli sindacali, ci è parso, oltre che doveroso – trattandosiin fondo delle regole e delle norme cui siamo vincolati nelnostro rapporto di lavoro con Asl e ospedali – anche utileper far crescere la nostra consapevolezza sui nostri diritti esulle nostre prerogative di dirigenti del Ssn.Dietro questo termine, dirigente, si celano infatti tuttoramolte ambiguità. Lo siamo per legge e per contratto. Ma lo siamo realmentenella vita ospedaliera di tutti i giorni? Lo siamo realmente neirapporti con le direzioni generali? Lo siamo nella possibilità

F O C U S O N

Dentro il nuovo contratto:

tutto quello che devisapere per gestirlo

al meglio

032005A L L’ I N T E R N O

L’indagine del Senatosu denatalità,

gravidanza, parto epuerperio

Test genetici prenataliIl caso: un kit su

internet per scoprire il sesso del nasciturofin dalla 5a settimana

P R I M O P I A N O

“Eva contro Eva”: la ginecologia italiana

a congresso

Un buon contratto, ma non basta

di Carlo Sbiroli

segue a pag 10

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Durante la “cinque giorni”, patrocinata dal mi-nistero della Salute, dalla Federazione na-zionale degli Ordini dei medici chirurghi e

odontoiatri, dall’Unesco-Commissione di Biotecno-logia e medicina della donna e da altre istituzioni edenti della Regione Emilia Romagna, sono previsti, 4corsi precongressuali, (di cui due promossi da Ao-goi, incentrati sull’appropriatezza delle cure in onco-logia ginecologica e sulle tecniche chirurgiche per ifibromi uterini, gli altri due su alimentazione in gra-vidanza e menopausa, promosso dal Centro Sanita-rio San marino, e le menometrorragie nelle varie etàdella donna, promosso dall’Agui e organizzato dal-l’Università di Parma) e 10 Simposi curati dalla se-greteria scientifica congressuale (Alimentazione inOstetricia e Ginecologia; Donna e chirurgia estetica;Ruolo professionale dell’Ostetrica; Agopuntura inOstetricia e Ginecologia; Identità della donna: aspet-ti psicologici; Infezioni a trasmissione verticale inOstetricia e Ginecologia; Alleanza terapeutica per lalongevità della donna; Simposio parallelo congres-suale della Società Bulgara di Ostetricia e Ginecolo-gia; Rischio professionale in Ostetricia Ginecologia;Simposio dei Dottorandi di Ricerca in Ostetricia e Gi-necologia).La prima giornata congressuale, il 21 settembresarà dedicata ai temi, tra gli altri, della Chirurgia on-cologica ginecologica conservativa (presidente: Giu-seppe Pelusi, Bologna); alle Migliori prospettive nel-la riproduzione assistita (moderatori Giuseppe Bena-giano, Roma; Piergiorgio Crosignani, Milano); a “L’a-nello contraccettivo”: l’esperienza italiana e vedrà svol-gersi i Simposi della Società italiana di ecografia oste-trico-ginecologica (Sieog), dell’Associazione italiana

placenta (Aip), della Società italiana di ginecologiadell’infanzia e dell’adolescenza (Sigia), della Societàitaliana di endoscopia ginecologica (Segi), della So-cietà italiana per la menopausa (Sim). Nel corso della seconda giornata, il 22 settembre,verranno affrontate le tematiche relative alla Gravi-danza nel periodo fertile avanzato (presidente: Nico-la Rizzo, Bologna); al Contenzioso giudiziario in Oste-tricia e Ginecologia tra rischio professionale e garan-zie assicurative (Moderatori: Enrico Di Nicola, Bolo-

gna; Fabio Alberto Roversi Monaco, Bologna; Anto-nio Chiantera, Napoli); ai Vissuti contraccettivi nel-la realtà ialiana; alle nuove prospettive per la HRT esi svolgeranno i Simposi dell’Associazione gincecolo-gi consultoriali (Agico), della Società italiana di ferti-lità e Sterilità e medicina della riproduzione (Sifes eMr), della Società italiana di oncologia ginecologica(Siog), del gruppo di studio Diabete e gravidanza (Si-go/Agui e Sid), del Gruppo operativo emiliano-roma-gnolo per la menopausa (Goerm), della Società italia-na di ginecopatologia (Sigip), della Società lombardadi ostetricia e ginecologia (Slog), del Gruppo romanodi endoscopia ginecologica (Greg) e della Società ita-liana di psicosomatica ginecologica e ostetrica.Durante terza giornata, il 23 settembre, che avrà

come tema centrale la fertilità e la sterilità in età pre-menopausica (presidente Stefano Venturoli, Bologna),sono previsti i simposi della Società italiana di gine-cologia della terza età (Eva nella terza età: analisi deitemi emergenti) e la riunione annuale del Progettomenopausa Italia (con i Gruppi di lavoro Clinica del-la menopausa e Valutazione degli effetti della TOS);i Simposi della Società italiana di medicina perinata-le (Simp) (La nascita nelle età gestazionali estreme);della Società italiana di psicoprofilassi ostetrica (Sip-po) (Il “percorso nascita” nella realtà socio-demogra-fica dell’immigrazione); della Società italiana dellacontraccezione (Sic).Nella giornata conclusiva, il 24 settembre, si svol-geranno il Forum sulla Terapia ormonale sostitutivanella postmenopausa, con la presentazione del Do-cumento condiviso dai consigli direttivi Sigo, Agui,Aogoi, Sigite, Sim e Goerm e il Consensus statementdell’International Menopause Society sulla HRT, e ilForum di presidenti di Società nazionali di ostetriciae ginecologia affiliate alla Figo che avrà per tema “Laformazione dello specialista in ostetricia e ginecolo-gia in funzione della domanda sociale di tutela dellasalute femminile”. Sono previsti inoltre il Simposiodell’Associazione italiana di urologia ginecologica edel pavimento pelvico (Aiug), nell’ambito del qua-le verrà illustrato il “Progetto Insieme per l’incon-tinenza urinaria”, patrocinato dal ministero dellaSalute; il Simposio dell’Associazione italiana di col-poscopia e patologia cervico-vaginale (Sicpcv), cheverterà sulla gestione delle patologie cervico-ghian-dolare e vaginale e L’Audizione delle comunicazio-ni selezionate durante le Sedute congressuali conla premiazione delle migliori.

P r i m o p i a n o la ginecologia italiana a congresso

3G Y N E C O A O G O I

Si apriranno il prossimo 20 settembre prossimo a Bologna i lavori del 46° Congresso Aogoi, 81°Sigo e 13° Agui presso la sede del Palazzo dellaCultura e dei Congressi per concludersi il 24settembre. La presidenza del Congresso è stataaffidata a Domenico De Aloysio e a Piero DiDonato, copresidenti sono Giuseppe Pelusi e Nunzio Antonio Giulini, presidenti onorariCamillo Orlandi, Antonio Ambrosini, MassimoMoscarini e Carlo Sbiroli

“EVA contro EVATra Biologia eSocietà”

Programmati 4 corsiprecongressuali e 10 simposi curati dallasegreteria scientifica

81° Congresso SIGO 46° AOGOI13° AGUI

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p r i m o p i a n o procreazione medicalmente assistita

4G Y N E C O A O G O I

Il recente referendum sulla legge 40 si è risolto,com’è noto, in un nulla di fatto. Un flop che havisto prevalere il fenomeno dell’astensionismo con

appena un italiano su quattro che si è recato alle ur-ne facendo fermare l’affluenza, e dunque il quorum,al 25,9%. Da più parti si è tentato l’analisi delle cause di que-sto risultato: la complessità tecnica dei quesiti, l’effi-cacia della campagna astensionista e infine la data delvoto, collocata alle porte dell’estate. Il dato può esse-re analizzato in tutti i suoi aspetti però alla fine resta-no i numeri e questi dicono che solo un italiano suquattro ha deciso di esercitare il suo diritto al voto. Questo però non toglie che la legge 40 sia da modi-ficare. Anzi l’occasione fornita dal referendum puòessere utilizzata, come sottolineato da Carlo Sbiroli,presidente Aogoi e Antonio Chiàntera Segretario Na-zionale “per riaprire un confronto dialettico al fine digarantire alla donna l’assistenza e le cure più appro-priate e scientificamente validate”.Perché se è un dato di fatto che la legge sulla pro-creazione medicalmente (Pma) dopo il voto del 12giugno resta così com’è: resta dunque in vigore il di-vieto di sperimentazione sull’embrione umano equello di creare più di tre embrioni da impiantarecontemporaneamente, rimane ferma l’equiparazio-ne tra i diritti dell’embrione e quelli di una personavivente e continuerà ad essere proibita la feconda-zione eterologa, vale a dire l’utilizzazione di ovuli odi seme forniti da persone estranee alla coppia, re-stano anche le preoccupazioni che da più parti so-no state espresse in più occasioni, prima, durante edopo l’approvazione da parte del legislatore dellanorma in oggetto. L’Aogoi ha ritenuto “positivo il fatto che si sia arriva-ti ad una regolamentazione della materia riguardan-te la procreazione medicalmente assistita – spieganoancora Sbiroli e Chiàntera – e altrettanto importanteè che la legge si sia preoccupata di limitare al massi-mo i rischi medici e sociali per l’eventuale nascituro”.Allo stesso tempo però l’Aogoi – per il tramite del suopresidente e del suo segretario nazionale – rileva co-me “il legislatore, preoccupato di affermare e tutela-re alcuni principi di ordine morale, non è riuscito asalvaguardare con altrettanta efficacia i principi del-la buona pratica clinica. E per questo ribadisce quan-to già precedentemente espresso, vale a dire la preoc-cupazione ed il profondo disagio di fronte al fatto cheproblematiche prettamente tecniche vengano normateda precise indicazioni legislative spesso confliggenticon i più moderni dati scientifici e con la coscienzaprofessionale degli operatori”.Che fare dunque? Come trovare un punto di conver-

genza tra visioni etiche differenti presenti nella co-scienza e nella tradizione del nostro paese? SecondoSbiroli e Chiàntera la soluzione si sarebbe potuta tro-vare “in una sintesi di alto contenuto nei principi cheispirano da sempre la pratica medica: curare la pa-ziente con la massima appropriatezza ed efficacia enon nuocere alla sua salute”.Questa legge, infatti, secondo i ginecologi italiani e iloro più accreditati rappresentanti nelle sedi istitu-zionali competenti (vale a dire Sigo – Società ItalianaGinecologia Ostetricia, Fnomceo – Federazione Na-zionale degli Ordine dei Medici Chirurrghi e Odon-toiatri) hanno più volte fatto rilevare come la normasi discosta da questi principi quando “impone unapratica della Pma lontana dagli standard scientifici ri-conosciuti dalla comunità medica internazionale”. Infatti secondo sempre Carlo Sbiroli e AntonioChiàntera “dalle imposizioni di questa legge origi-

nano: una pratica di bassa efficacia terapeutica, unascarsa tutela della salute della donna e del nascitu-ro per la reiterazione di tentativi terapeutici non pri-vi di rischi per la paziente e per l’aumento delle gra-vidanze plurime, un incremento dell’utilizzo dell’a-borto terapeutico, un forte aumento del numero del-le coppie che si reca nei paesi vicini per effettuareterapie non consentite nel nostro paese, lontano daogni possibilità di controllo e con costi proibitivi permolte coppie. A questo si aggiunga il totale frustranteisolamento della comunità dei ricercatori italiani perl’impossibilità di fatto di proseguire la ricerca su que-sti temi”.Per questi motivi l’Aogoi esprime la convinzione cheesistano tuttora le condizioni per migliorare la legge40. È del tutto evidente che per fare ciò serve la vo-lontà politico di rilanciare le ipotesi di modifica par-lamentare della normativa.

Il risultato referendario non freni il processo di modificadella legge 40

La legge 40/2004 in materia diPma non sarà toccata dal votopopolare. Il fallimento delreferendum però non deve farcadere la possibilità di riaprire unconfronto dialettico fra le parti ilcui fine deve essere la garanzia,per la donna, di cure appropriatee validate da un punto di vistascientifico

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G Y N E C O A O G O I

p r i m o p i a n o indagine parlamentare sulla natalità

In Italia nascono sempre meno bambini. E, per far-li nascere, il ricorso al taglio cesareo è sempre piùfrequente. Se da un lato si teme per il 2015 un sal-

do demografico negativo, dal-l’altro l’eccessiva medicalizzazio-ne del parto potrebbe rappre-sentare nel medio periodo un’ul-teriore zavorrra per le casse delsistema sanitario nazionale. È partendo da questi dati che ladodicesima commissione del Se-nato (Igiene e Sanità) ha avvia-to, nel maggio del 2003, un’in-dagine conoscitiva su “Fenome-ni di denatalità, gravidanza, par-to e puerperio in Italia”, i cui ri-sultati sono stati ora raccolti inuna pubblicazione presentata aRoma lo scorso luglio. I lavori della commissione so-no durati quasi due anni e si sono giovati di nume-rose audizioni di specialisti, nonché di sopralluoghiin diverse Asl di Lombardia, Lazio e Campania. I senatori, coordinati dal ginecologo forzista AntonioTomassini, si sono posti come obiettivo capire perquali motivi i parti (e soprattutto quelli naturali) sia-no in netta diminuzione nel Paese, approfondendoun’analisi sulla qualità dell’assistenza sanitaria prima,durante e dopo la nascita.Gli ultimi dati sull’indice di fecondità restituisconoil preoccupante dato di 1.26 figli per ogni donna ita-liana fertile. Alla base di questi numeri sono stati in-dividuati numerosi fattori, soprattutto a carattere eco-nomico-sociale. Il posticipo dell’esperienza ripro-duttiva, l’aumento della sterilità di coppia e freni psi-cosessuali, propri sia dell’uomo che della donna, spie-gano solo in parte il fenomeno. Un figlio è una scom-messa sul futuro di una società, e l’incertezza di que-sti ultimi anni sembra aver inciso in modo rilevantesulla scelta deliberata di molte coppie di non mette-re al mondo bambini. È stato calcolato che ad ogninuovo figlio le spese familiari aumentano in mediadel 22%: un dato che va letto insieme all’affacciarsidella sindrome da Peter Pan e di una nuova femmi-nilità, basata su alta scolarizzazione e inserimentonell’ambito lavorativo con meno garanzie rispetto alpassato. Su questo versante, la commissione ha pro-posto misure fiscali che favoriscano la nascita di nuo-ve famiglie, con adeguate politiche per la casa, so-

stegni alla maternità per le lavoratrici con contrattiatipici, strumenti di reingresso nel mondo del lavo-ro da parte delle giovani madri.

Accanto a questa analisi piùpropriamente socio-economi-ca, l’indagine si è soffermata inmaniera molto puntuale anchesugli aspetti medici legati al par-to e alla gestazione. Anche inquesto caso prendendo spuntoda un dato nazionale in con-trotendenza rispetto ad altriPaesi europei, e cioè la percen-tuale di tagli cesarei rispetto altotale delle nascite. La medianazionale supera abbondante-mente il 30%, ma in regioni co-me la Campania si sono tocca-

te, nel 2002, punte anche del 56.1% (vedi tabella 1),rispetto al limite del 15% imposto dall’Organizza-zione Mondiale della Sanità.

A scagliarsi contro il ricorso esasperato ai cesarei èstato principalmente Giuseppe Benagiano, direttoredella Scuola di specializzazione di ginecologia e oste-tricia de La Sapienza di Roma, che ha letto in questapratica una tacita connivenza tra donna e medico, al-l’insegna di una serie di vantaggi che però sarebberosbilanciati solo in favore di quest’ultimo. Le struttu-re sanitarie possono giovare di una certa program-

Cesarei, un taglio ai tagli?I risultati di un’indagine parlamentareLa presentazione a Roma dei risultati dell’indagine conoscitiva su“Fenomeni di denatalità, gravidanza, parto e puerperio in Italia” èstata l’occasione per leggere in controluce le politiche che verrannoadottate per agevolare la nascita di nuove famiglie e migliorare laqualità dell’assistenza alle donne in attesa, limitando il più possibilepratiche complesse e invasive

Silvestro Giannantonio

Dimissioni per Regione e tipologia parto. Anno 2002

Regione Tipologia parto (valori %)Cesareo Spontaneo Operativo Valori assoluti

Piemonte 28,9 66,7 4,4 34.447 Valle d’Aosta 27,5 71,0 1,5 1.045 Lombardia 26,5 69,6 3,9 87.603 Bolzano 19,9 74,5 5,6 4.935 Trento 27,2 69,4 3,5 4.810 Veneto 27,3 67,1 5,6 42.863 Friuli V. Giulia 21,1 75,4 3,6 9.458 Liguria 31,2 65,6 3,2 11.309 Emilia romagna 30,8 65,7 3,5 35.325 Toscana 24,5 72,9 2,6 29.395 Umbria 28,2 69,1 2,7 7.140 Marche 34,6 62,9 2,5 12.948 Lazio 37,6 60,9 1,6 48.661 Abruzzo 38,5 56,4 5,2 10.202 Molise 40,4 58,4 1,3 2.451 Campania 56,1 41,0 2,9 63.068 Puglia 42,9 55,3 1,8 40.880 Basilicata 50,4 47,2 2,4 4.793 Calabria 39,1 59,4 1,5 18.102 Sicilia 45,1 50,8 4,1 48.772 Sardegna 33,4 61,2 5,4 11.702 ITALIA (valori %) 35,67 60,95 3,37ITALIA (valori assoluti) 189.025 323.005 17.879 529.909

Tasso dei tagli cesarei in Italia (SDO) e in altri Paesi (valori %)

Paesi Anni1999 2000 2001

Italia 32,9 33,1 34,0Spagna - 17,8 -Francia 16,1 15,9 16,1Inghilterra 18,0 - 22,1Norvegia 12,8 13,6 14,9Svizzera 13,8 17,2 -Usa - - 24,4Brasile 40,0 - 24,0Australia - - -Olanda 13,6 11,8 11,3

La Commissione Igiene e Sanità del Senato punta

l’indice sull’aumento di ricorsi al cesareo,

chiedendo una revisione dei Drg e una minore

medicalizzazione delle gravidanze

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Fonte: Indagine conoscitiva su “Fenomeni di denatalità, gravidanza, parto e puerperio in Italia”

Fonte: elaborazioni su dati SDO 2002

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mabilità del parto, contando su una maggiore quotadi rimborsi e su minori rischi dal punto di vista giu-ridico in caso di complicanze. Di qui la proposta, fat-ta propria dall’intera commissione, di avviare un pro-cesso di revisione dei Drg relativi a parti vaginali e ce-sarei senza complicazioni, e una modifica dell’attua-le normativa sulla responsabilità del medico, attri-buendo alle ostetriche l’assistenza diretta durante iltravaglio fisiologico.Fabio Parazzini, epidemiologo dell’Aogoi, ha tuttaviasottolineato, nel corso dei lavori, il miglioramentodella prognosi ostetrica dovuto al parto cesareo, ascri-vendo il sempre più frequente ricorso a questa prati-ca ad aspetti sociali, sul versante della coppia, e or-ganizzativi, sul versante delle strutture ospedalieremedio piccole, dove la mancanza di una guardia oste-trica attiva fa balzare il tasso medio di taglio cesareoal 34,1% rispetto alle strutture dotate di questo ser-

vizio (29,8%). In generale, in tutti gli ospedali con meno di 500 par-ti l’anno si registra un notevole aumento di cesarei. Iltipo di struttura dove si partorisce sembra il princi-pale fattore determinante del ricorso a questa prati-ca. Le differenze che si osservano nei tassi di tagliocesareo tra le strutture pubbliche e quelle private nonsi giustificano con una maggior affluenza di casi a ri-schio in queste ultime. Anzi, nella maggior parte deicasi sono proprio le strutture pubbliche a farsi cari-co, con più disponiblità di strutture di secondo e ter-zo livello, delle gravidanze patologiche. L’Aogoi ha inoltre segnalato lo scollamento esistentetra sala parto e assistenza alla gravidanza, con la fi-gura del ginecologo spesso estromessa al momen-to della nascita. Pur adducendo questa serie di con-cause relative al crescente ricorso ai cesarei rispettoall’analisi iniziale proposta dalla commissione, l’Ao-

goi non si è tuttavia tirata indietro sulla propostadi revisione dei Drg. Il segretario nazionale, Anto-nio Chiantera, ha anzi annunciato l’istituzione diun gruppo di studio per stabilire la percentuale dicesarei effettivamente necessari rispetto al dato com-plessivo.Dalle indagini dei senatori è emersa anche una ele-vata parcellizzazione delle nascite, al punto di indurrlia proporre, sul modello della Lombardia, la progres-siva chiusura dei punti-nascita con meno di 500 par-ti l’anno.Un impulso allo snellimento delle pratiche legate al-la nascita di rileva anche dalla richiesta di una mino-re medicalizzazione dei parti, abbandonando la lineadella defensive medicine a tutti costi, e valutando, ca-so per caso, l’effettiva necessarietà di ogni interventoinvasivo sulla donna, anche a fronte di sue pressantirichieste di ulteriori esami.

p r i m o p i a n o indagine parlamentare sulla natalità

Dimissioni per tipologia parto e tipologia istituto (valori %) - 2002

Tipologia Azienda Ospedale Policlinico IRCCS Ospedale Casa di cura Ist. Qualificato Totaleparto ospedaliera a gestione universitario classificato privata presidio USL Valori% Valori assoluti

diretta o assimilatoCesareo 31,90 33,20 46,17 32,18 33,07 54,79 38,65 35,67 189.025 Spontaneo 64,10 63,10 51,89 65,32 64,72 44,05 59,94 60,95 323.005 Operativo 4,00 3,80 1,94 2,50 2,21 1,15 1,41 3,37 17.879 TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 (valori %)TOTALE 169.112 247.430 12.088 7.710 26.664 64.067 2.838 529.909 (valori assoluti)

Fonte: elaborazioni su dati SDO 2002

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f o c u s o n cosa prevede il nuovo contratto della dirigenza medica

7G Y N E C O A O G O I

Il nuovo contrattodi lavoro

Il nuovo Ccnl, che sino all’approvazione definitiva vienedefinito “Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro,dell’area della dirigenza medico-veterinaria del serviziosanitario nazionale, parte normativa quadriennio2002/2005 e parte economica biennio 2002-2003”, èstato siglato delle Organizzazioni sindacali di categoria, il12 maggio 2005 ed è stato approvato dal Consiglio deiMinistri nella seduta del 15 luglio 2005.L’iter procedurale prevede una nuova firma delleOrganizzazioni sindacali presso l’Aran, dopo la quale ilContratto dovrà passare al vaglio della Corte dei Conti,prima della sua approvazione finale

Carmine Gigli Presidente Coordinatore Fesmed

Èstata una trattativa lunga e difficile, che ha ri-chiesto alla classe medica diverse giornate disciopero e più di una manifestazione pubblica

per poter giungere alla conclusione. La pesante faseeconomica che sta attraversando il nostro Paese e letrasformazioni che si registrano sul mercato di lavorodella classe medica hanno richiesto alle Organizza-zioni sindacali una profonda riflessione sui livelli dipriorità da attribuire alle proprie richieste. Questo haostacolato sino all’ultimo minuto il raggiungimento diun’intesa soddisfacente su entrambe le parti della trat-tativa: normativa ed economica. Con questo Ccnl viene sancito, anche in termini eco-nomici, l’effettivo ruolo dirigenziale che il medico ri-copre nel Servizio sanitario. Infatti, viene finalmentericonosciuto a tutti i dirigenti medici lo stipendio ta-bellare previsto per la dirigenza della pubblica ammi-nistrazione, pari a 38.198,00 euro annui lordi. Que-sto risultato è stato possibile anche attraverso il rias-sorbimento di alcune voci stipendiali.Il Ccnl verrà pubblicato nella sua forma definitiva,solo dopo la sua approvazione finale. Nell’attesa,esamineremo le innovazioni che verranno introdot-te ed alcuni degli aspetti più significativi del nuovocontratto.

TRATTAMENTO ECONOMICOL’aumento del 5,66%, previsto per il contratto, è sta-to utilizzato per raggiungere l’equiparazione al tabel-lare della dirigenza del pubblico impiego. In pratica,lo stipendio tabellare (stipendio base), uguale per tut-ti, passerà da circa 24mila euro a 38.198 euro lordiper anno. Per consentire quest’operazione verrannoconglobate nel tabellare alcune voci stipendiali.L’ulteriore aumento dello 0,32%, garantito dalle Re-gioni, è stato destinato invece ad incrementare altrevoci, come la guardia, lo straordinario ecc.I 38.198 euro del nuovo stipendio tabellare sono sta-ti raggiunti applicando gli aumenti previsti alle se-

guenti voci ed inglobandole nel tabellare: 23.975,86euro del vecchio tabellare, 7.169,97 euro dell’inden-nità integrativa speciale, 5.806,93 euro della retribu-zione di posizione, 1.245,24 euro di retribuzione dirisultato. Poiché per i medici con meno di cinque an-ni di anzianità professionale la retribuzione di posi-zione valeva solo 4.746,21 euro, sono stati utilizzati1.060,61 euro della retribuzione individuale di an-zianità (Ria).

La Tabella “Aumenti 2002-2003” (vedi pagine 10-11),riporta gli aumenti mensili sul vecchio stipendio ta-bellare, prima del conglobamento, sulla retribuzionedi posizione minima contrattuale, l’aumento com-plessivo lordo mensile, l’aumento complessivo lordoper anno (13 mensilità) e gli arretrati che risultano giàstati maturati, alla data del 1° luglio 2005. Gli aumenticorrispondenti a queste voci vengono riportati in re-lazione alla graduazione delle funzioni svolte ed al ti-po di rapporto di lavoro (esclusivo, non esclusivo eda tempo definito).

Lo 0,32% del monte salari messo a disposizione del-le Regioni, è stato utilizzato per finanziare i seguentiistituti.Indennità per turni notturni e festivi. L’indennitàper il lavoro notturno è rideterminata in euro 2,74.L’indennità per lavoro festivo è rideterminata in euro17,82 lordi, nella misura intera, e in euro 8,91 lordi,nella misura ridotta.Indennità di Ufficiale di polizia giudiziaria. In-dennità mensile lorda, del valore annuo di euro 723,04.Lavoro straordinario. La retribuzione oraria per il la-voro straordinario dei dirigenti, maggiorata del 15%,è fissata in euro 19,13. In caso di lavoro notturno ofestivo, la tariffa, maggiorata del 30%, è pari ad euro21,60 ed in caso di lavoro notturno festivo, maggio-rata del 50%, è pari ad euro 24,96. È previsto che ifondi temporaneamente destinati al lavoro straordi-

nario, saranno utilizzati nel 2° biennio economico peruna diversa remunerazione dei servizi di guardia.

IL COORDINAMENTOREGIONALE ASSUME COMPITIDI INDIRIZZOSenza nulla togliere all’autonomia contrattuale delleaziende, entro 120 giorni dall’entrata in vigore del con-tratto, le Regioni possono emanare delle linee gene-rali di indirizzo, previo confronto con le organizza-zioni sindacali firmatarie del Ccnl (art. 9). Se le Re-gioni dichiareranno esplicitamente che non intendo-no avvalersi della facoltà di emanare dette linee di in-dirizzo, le materie indicate dall’art. 9 potranno essereoggetto delle relazioni sindacali aziendali, anche pri-ma della scadenza dei 120 giorni previsti dal comma1 dell’art. 9 (art.5).

LE MATERIE PER LA CONTRATTAZIONEINTEGRATIVA AZIENDALESono oggetto della contrattazione aziendale: le po-sizioni dirigenziali i cui titolari devono essere eso-nerati dallo sciopero; le linee generali di indirizzodei programmi annuali e pluriennali dell’attività diformazione manageriale e formazione continua; lepari opportunità; i criteri generali su tempi e mo-dalità di applicazione delle norme relative alla tute-la in materia di igiene, ambiente, sicurezza e pre-venzione nei luoghi di lavoro; le implicazioni deri-vanti dagli effetti delle innovazioni organizzative,tecnologiche e dei processi di esternalizzazione, dis-attivazione o riqualificazione e riconversione dei ser-vizi sulla qualità del lavoro, sulla professionalità emobilità dei dirigenti; i criteri generali per la defi-nizione dell’atto per la disciplina e l’organizzazionedell’attività libero-professionale intramuraria e perl’attribuzione dei relativi proventi ai dirigenti inte-ressati (Art. 4).

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f o c u s o n cosa prevede il nuovo contratto della dirigenza medica

VIENE ISTITUITO IL COMITATOPARITETICO SUL MOBBINGEntro sessanta giorni dall’entrata in vigore del con-tratto devono essere istituiti degli specifici comita-ti paritetici presso ciascuna azienda o ente con iseguenti compiti: raccogliere dati sul fenomenodel mobbing nei confronti dei dirigenti in rela-zione alle materie di propria competenza; indi-viduazione delle possibili cause del fenomeno,con particolare riferimento alla verifica dell’esi-stenza di condizioni di lavoro o fattori organizza-tivi e gestionali che possano determinarel’insorgere di situazioni persecuto-rie o di violenza morale; formula-zione di proposte di azioni posi-tive in ordine alla prevenzione ealla repressione delle situazionidi criticità, anche per realizzaremisure di tutela del dirigente in-teressato; formulazione di pro-poste per la definizione dei co-dici di condotta (Art.7).

EFFETTI DEL PASSAGGIO ALLANON ESCLUSIVA E VICEVERSAIl passaggio al rapporto di lavoro non esclusivo nonpreclude il mantenimento o il conferimento dell’inca-rico di direzione di struttura complessa o semplice,ma comporta i seguenti effetti: non compete più la re-tribuzione di risultato, mentre la retribuzione di po-sizione è attribuita con i valori indicati nel contratto;è inibita l’attività libero-professionale intramuraria;cessa di essere corrisposta l’indennità di esclusività checostituisce risparmio aziendale. Il ritorno all’esclusivaprevede che la relativa indennità sia nella stessa mi-sura già percepita all’atto dell’opzione per il passaggioa rapporto di lavoro non esclusivo con oneri a caricodel bilancio (Art.12).

RAPPORTI DI LAVORO A ESAURIMENTOPer i titolari di rapporto di lavoro a “tempo definito”ed ex condotti è prevista la possibilità di restare in ser-vizio a esaurimento, salvo il passaggio al rapporto dilavoro a orario unico (Art.13).

ORARIO DI LAVORO - MEZZ’ORAPER LE LISTE D’ATTESAÈ confermato in 38 ore settimanali più quattro per ag-giornamento, Ecm, ricerca ecc. L’azienda può utiliz-zare 30 minuti settimanali, delle quattro ore dedicateall’aggiornamento, per un totale massimo di 26 orel’anno, prioritariamente per contribuire alla riduzio-ne delle liste di attesa o per il perseguimento di obiet-tivi assistenziali e di prevenzione (Art.14).Ove per il raggiungimento degli obiettivi prestazionalieccedenti quelli negoziati, sia necessario un impegnoaggiuntivo, l’azienda, sulla base delle linee di indiriz-zo regionali può concordare con l’equipe interessatal’applicazione dell’istituto previsto dall’art. 55, com-ma 2 del Ccnl 8 giugno 2000 (l’esercizio dell’attivitàlibero professionale). La misura della tariffa oraria daerogare per tali prestazioni è di euro 60,00 lordi.

SERVIZIO DI GUARDIA – SIPOSSONO CONTRATTARE I TURNI OLTRE L’ORARIOSino all’entrata in vigore del contratto nazionale rela-tivo al II^ biennio economico 2004-2005, le guardieespletate al di fuori dell’orario di servizio possono es-

sere assicurate con il ricorso al lavoro straor-dinario (Art.16). Qualora tra i servizi istituzionali daassicurare rientrino i servizi di guardia notturna, leprestazioni aggiuntive richieste dall’Azienda potran-no essere concordate in regime libero-professionale(art.55, comma 2), nel rispetto delle linee di indiriz-zo regionali che definiranno la disciplina delle guar-die e la loro durata. Tetto massimo delle guardie re-tribuibili con il ricorso al comma 2, non superiore al12% delle guardie notturne complessivamente svoltein azienda. La tariffa per ogni turno di guardia not-turna è fissata in euro 480,00 lordi (Art.18).

ORARIO DI LAVORO DEI DIRIGENTI DI STRUTTURACOMPLESSAI direttori di struttura complessa assicurano la pro-pria presenza in servizio per garantire il normale fun-zionamento della struttura cui sono preposti. I diret-tori di struttura complessa comunicano preventiva-mente e documentano – con modalità condivise conle aziende ed enti – la pianificazione delle proprie at-tività istituzionali, le assenze variamente motivate (fe-rie, malattie, attività di aggiornamento, etc.) ed i gior-ni ed orari dedicati alla attività libero professionaleintramuraria.

EFFETTI DEL PROCEDIMENTOPENALE SUL RAPPORTO DI LAVOROL’articolo 19 non introduce delle novità, ma si limitaa riunire una serie di norme che regolano gli effetti delprocedimento penale sul rapporto di lavoro, già pre-viste da leggi diverse, da codici e da contratti pubbli-ci. Un approfondimento sui contenuti di questo arti-colo verrà pubblicato sul prossimo numero di “Gine-cologia forense”.

VINCOLI PIÙ STRINGENTI PER IL COMITATO DEI GARANTIPer il recesso, il parere del comitato che deve essereespresso improrogabilmente e obbligatoriamente en-tro sessanta giorni dal ricevimento della richiesta. L’a-zienda può procedere al recesso solo decorso inutil-

mente detto termine. Il parere è vincolante per l’a-zienda ed è richiesto una sola volta al termine delleprocedure. Il dirigente può richiedere un’audizionepresso il comitato dei garanti da attuarsi entro il ter-

mine di emanazione del parere, del cuiesito in ogni caso il dirigente deve es-

sere obbligatoriamente informato(Art. 20).

COPERTURAASSICURATIVA– DIVENTA UN OBBLIGO PER L’AZIENDAIn questo contratto si affer-ma, per la prima volta, che“le aziende garantiscono

un’adeguata copertura assi-curativa della responsabilità ci-

vile di tutti i dirigenti della pre-sente area, ivi comprese le spese di

giudizio ai sensi dell’art. 25 del Ccnldel 8 giugno 2000, per le eventuali con-

seguenze derivanti da azioni giudiziarie dei ter-zi, relativamente alla loro attività, ivi compresa la li-

bera professione intramuraria, senza diritto di rivalsa,salvo le ipotesi di dolo o colpa grave”. Ed inoltre, la“copertura degli oneri di cui al comma 1 con le risor-se destinate a tal fine nei bilanci, incrementate con latrattenuta di misura pro-capite da un minimo di eu-ro 26 mensili (già previsti dall’art. 24, comma 3 delCcnl del 8 giugno 2000) ad un massimo di euro 50,posta a carico di ciascun dirigente per la copertura diulteriori rischi non coperti dalla polizza generale. Latrattenuta decorre dall’entrata in vigore della polizzacon la quale viene estesa al dirigente la copertura as-sicurativa citata” (art. 21).L’espressione “ulteriori rischi” del comma 2 può si-gnificare tanto la copertura da parte del dirigente –mediante gli oneri a suo carico – di ulteriori rischi pro-fessionali derivanti dalla specifica attività svolta quan-to la copertura dal rischio dell’azione di rivalsa da par-te dell’azienda o ente in caso di accertamento di re-sponsabilità per colpa grave.

NUOVI VINCOLI PER LA MOBILITÀIl dirigente ammesso a particolari corsi di formazioneo di aggiornamento individuati nei relativi piani di in-vestimento dell’azienda, anche nell’ambito dell’Ecm,deve impegnarsi a non accedere alla mobilità volon-taria se non siano trascorsi due anni dal termine del-la formazione. In caso di carenza di organico, il diri-gente neo-assunto non può accedere alla mobilità senon siano trascorsi due anni dall’assunzione. Questenorme entrano in vigore il 30 settembre 2005, la clau-sola scadrà comunque il 31 dicembre 2006 (Art.22).

ECM – PENALIZZAZIONI SOLO SE I CORSI VENGONO GARANTITIL’azienda e l’ente garantiscono l’acquisizione dei cre-diti formativi da parte dei dirigenti interessati con lecadenze previste dalle vigenti disposizioni. I dirigen-ti che vi partecipano sono considerati in servizio a tut-ti gli effetti ed i relativi oneri sono a carico dell'azien-da o ente. Qualora l’Azienda non rispetti la garanziaprevista, circa l'acquisizione nel triennio del minimodi crediti formativi da parte dei dirigenti interessati,le stesse aziende ed enti non possono intraprendereiniziative unilaterali di penalizzazione per la durata

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f o c u s o n cosa prevede il nuovo contratto della dirigenza medica

di interagire efficacemente nelle scelte enelle decisioni strategiche dei dipartimentiin cui operiamo? In altre parole, si sonocreate le condizioni affinché il governoclinico in sanità si possa realmenteaffermare?La risposta, lo so, non può essere univoca. È un fatto però che, tolte poche eccezionidove la partecipazione del medico alledecisioni strategiche ha avutoeffettivamente un suo reale sviluppo nellestrutture sanitarie del Ssn, ancora oggi, adanni di distanza dall’affermazione delladirigenza medica quale nuovo statusgiuridico del medico ospedaliero, c’è moltastrada da fare per ribaltare schemi eapprocci mentali e comportamentalidell’amministrazione sanitaria tradizionale.Il nuovo contratto fa luce su alcune diqueste questioni. Su altre non può che

arrendersi dinanzi alla carenza di legginazionali e regionali che diano finalmente lerisposte adeguate ad un’esigenza, quelladella responsabilità e dell’autonomiaprofessionale e decisionale del medico, chenon può essere ulteriormente rinviata,pena la progressiva disaffezione di un’interacategoria di professionisti al servizio deicittadini.Consentitemi, in conclusione, una sortadi “comunicazione di servizio”. Sulnumero scorso di Gyneco abbiamopubblicato ampi estratti delle linee guidapredisposte dall’Agenzia per i servizisanitari regionali (Assr) per la tuteladella salute della donna. Tali linee guidadiscendono dal lavoro svolto dalla stessaAgenzia nell’ambito del SistemaNazionale Linee Guida, istituito condecreto del Ministero della Salute del

giugno 2004. I documenti pubblicati,come del resto avevamo sottolineatonell’editoriale di quello stesso numero diGyneco, al di là degli specifici contenutitecnici, si prestano ad una riflessionepiù ampia che concerne la stessafunzione delle linee guida in medicina.Non ci ha quindi stupito che alcuniautorevoli esponenti della nostraAssociazione abbiano rilevato l’esigenzadi approfondire la materia, ancheattraverso l’aggiornamento delle “nostre”linee guida in materia al fine di renderequeste raccomandazioni sempre piùstringenti rispetto alle reali necessità eagli ambiti strutturali in cui opera ilginecologo del Ssn. Gyneco seguirà costantemente tale lavoroavendo cura di informare i propri lettoricon l’abituale tempestività ed esaustività.

segue dalla prima

Un buon contratto, ma non basta

del presente contratto. Alle Regioni spetta il compitodi definire, nelle linee generali di indirizzo, program-mi di formazione annuali e pluriennali che, all’inter-no dell’azienda o dell’ente, saranno concretizzati inappositi progetti formativi (Art.23).

NORME PIÙ CHIARE PER LA VERIFICA E VALUTAZIONE DEI DIRIGENTILa valutazione dei dirigenti punta alla verifica del li-vello di raggiungimento degli obiettivi assegnati e del-la professionalità ed è caratteristica essenziale e ordi-naria del loro rapporto di lavoro.La valutazione avviene annualmente e al termine del-l’incarico e i risultati finali sono riportati nel fascicolopersonale. I giudizi conseguiti annualmente sono par-

te integrante degli elementi di valutazione per la con-ferma o il conferimento di qualsiasi tipo di incarico(Art. 25).Gli organismi incaricati sono il Collegio tecnico e ilnucleo di valutazione.Il Collegio tecnico valuta:a) tutti i dirigenti alla scadenza dell’incarico in rela-zione alle attività professionali e ai risultati;b) i dirigenti di nuova assunzione al termine del pri-mo quinquennio di servizio;c) i dirigenti che raggiungono l’esperienza professio-nale ultraquinquennale in relazione all’indennità diesclusiva.Il Nucleo di valutazione, invece, valuta:a) i risultati di gestione del dirigente di struttura sem-plice e complessa;

b) i risultati raggiunti da tutti i dirigenti sugli obiettiviaffidati, anche per la retribuzione di risultato (Art. 26).L’esito positivo della valutazione affidata al Collegiotecnico alla scadenza dell’incarico realizza la condi-zione per la conferma nell’incarico già assegnato o peril conferimento di altro della medesima tipologia dipari o maggior rilievo (Art. 28).L’azienda o ente può disporre la revoca dell’incaricoprima della sua scadenza, mediante anticipazione del-la verifica e valutazione da parte del Collegio tecnicoai sensi dell’art. 31, solo a partire dalla seconda valu-tazione negativa consecutiva (Art.30).

Tabella 1 - Aumenti 2002-2003 (in euro)

DIRIGENTI CON RAPPORTO DI LAVORO ESCLUSIVO Dirigente incarico struttura complessaDirigente incarico struttura semplice o ex modulo funzionale DPR 384/1990Dirigente incarico lett. c) art. 27 CCNL 8 giugno 2000Dirigente equiparatoDirigente < 5 anni

DIRIGENTI CON RAPPORTO DI LAVORO NON ESCLUSIVO Dirigente incarico struttura complessaDirigente incarico struttura semplice o ex modulo funzionale DPR 384/1990Dirigente incarico lett. c) art. 27 CCNL 8 giugno 2000Dirigente equiparatoDirigente < 5 anni

DIRIGENTI MEDICI A TEMPO DEFINITODirigente già incarico struttura complessaDirigente già incarico struttura semplice o ex modulo funzionale DPR 384/1990Dirigente incarico lett. c) art. 27 CCNL 8 giugno 2000Dirigente equiparato

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f o c u s o n cosa prevede il nuovo contratto della dirigenza medica

Bando di concorsoBorsa di studio “Ugo Tropea”L’Aogoi bandisce un Concorso per l’assegnazione di n. 2Borse di Studio (anno 2004/2005) di € 2.500,00 ciascunaintitolate al professor Ugo Tropea da assegnare a dueGinecologi Specialisti o Specializzandi nella Disciplina cheintendano perfezionare presso una Struttura Ospedaliera oUniversitaria con obbligo di frequenza. A tal fine i candidati dovranno precisare l’Istituto presso ilquale intendono effettuare il perfezionamento e l’argomentoo tecnica di cui intendono occuparsi, previa dichiarazionedi gradimento del Primario o Direttore del rispettivoIstituto prescelto dai candidati.

I titoli per partecipare al Concorso sono i seguenti:• Età non superiore ai 35 anni alla data di scadenza delpresente bando

• Certificato di Specializzazione o di Iscrizione allaSpecializzazione nella Disciplina Ginecologica

• Cittadinanza Italiana.

Le domande corredate dai documenti di seguito elencatidovranno pervenire alla Segreteria Nazionale Aogoi, ViaAbamonti 1, 20129 Milano, entro il 31 agosto 2005.Nella domanda i concorrenti dovranno indicare:

a) Cognome, nome, luogo e data di nascita, indirizzo enumero telefonico

b) L’Istituto presso il quale intendano fruire della Borsa diStudio

c) L’argomento o tecnica di cui intendono occuparsi.

La domanda dovrà essere corredata da:1) Certificato di Laurea2) Certificato di Specializzazione o di iscrizione ad una Scuola di

Specializzazione nella Disciplina Ginecologica3) Certificato di gradimento del Primario o Direttore della

Struttura Sanitaria presso cui si intende fruire della Borsa diStudio

4) Curriculum vitae5) Ogni altro Titolo che si intenda produrre.

L’inizio dell’attività inerente la Borsa di Studio dovrà avvenireentro sei mesi dall’assegnazione.La corresponsione è subordinata all’Attestazione scritta dellaavvenuta frequenza del candidato da parte del Primario oDirettore dell’Istituto prescelto dal borsista.A tale scopo il borsista ha l’obbligo di presentare alla SegreteriaNazionale dell’Aogoi una certificazione scritta del Primario oDirettore della Struttura presso cui ha fruito della borsa,attestante l’attività svolta e la regolare frequenza del candidato.Il candidato, se strutturato, dovrà frequentare, ai fini dellafruizione della borsa un Istituto diverso da quello del qualerisulta dipendente. La Commissione Giudicatrice sarà composta dal PresidenteNazionale Aogoi, dal Segretario Nazionale Aogoi e dal prof.Pierfrancesco Tropea.Il giudizio della Commissione è insindacabile.La proclamazione dei vincitori delle due Borse di Studio avverràin occasione del Congresso Nazionale Aogoi-Sigo (Bologna,settembre 2005).

Aumento complessivolordo MENSILE

441155,,8800

229977,,9900224455,,7700224455,,7700224455,,7700

332277,,9900

229922,,0077225599,,5500228800,,6622225599,,5500

117711,,3333

113388,,0000113388,,0000113388,,0000

Aumenti mensili della retribuzione di posi-zione minima contrattuale dal

1° gen 02 1° gen 03

105,00 157,90

57,9 87,1037,1 55,7037,1 55,7037,1 55,70

75,00 100,00

56,67 82,5040,97 65,6350,97 76,7540,97 65,63

33,33 41,67

16,67 25,0016,67 25,0016,67 25,00

Aumento complessivo lordo per ANNO

13 mensilità

5.405,40

3.872,703.194,103.194,103.194,10

4.262,70

3.796,873.373,503.648,113.373,50

2.227,29

1.793,961.793,961.793,96

Arretrati maturati sino al 1° luglio 2005

15.585,80

11.200,709.259,909.259,909.259,90

12.383,00

10.998,009.751,7710.557,849.751,77

6.492,44

5.209,115.209,115.209,11

Aumenti mensili sullo stipendio tabellarea partire dal

1° gen 02 1° gen 03

70,40 82,50

70,40 82,5070,40 82,5070,40 82,5070,40 82,50

70,40 82,50

70,40 82,5070,40 82,5070,40 82,5070,40 82,50

44,35 51,98

44,35 51,9844,35 51,9844,35 51,98

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a t t u a l i t à politica professionale

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In questi ultimi anni enormi sono stati i progressinel campo della Medicina Fetale e in quello piùspecifico della Diagnostica Prenatale Invasiva e

non Invasiva della patologie genetiche. Per quanto riguarda la Diagnosi Prenatale Invasiva letecniche di prelievo ostetriche sono diventate semprepiù sicure e precoci grazie all’esperienza e manualitàdel ginecologo e all’utilizzo di apparecchiature eco-grafiche sempre più sofisticate. Allo stesso tempo le ricerche in citogenetica e in bio-logia molecolare con la mappatura del genoma uma-no hanno fornito maggiori conoscenze sulle patolo-gie genetiche per cui è molto elevato il numero diqueste patologie che possono essere diagnosticate inutero con alta sensibilità e efficacia. Le tecniche di Diagnosi Prenatale Invasiva più cono-sciute e diffuse, Villocentesi alla 10-12a settimana digravidanza e Amniocentesi alla 15-18a settimana of-frono alta affidabilità e efficacia diagnostica e in ma-ni esperte e in Centri di Riferimento hanno un rischiodi aborto dello 0,5-1% e di errore diagnostico infe-riore all’1%. La possibilità di eliminare questo piccolo, se pur mi-nimo rischio di abortività legato a queste due ultimeprocedure invasive ha spinto i ricercatori allo studiodi analisi prenatali non invasive utilizzando cellulefetali presenti nel sangue materno con un sempliceprelievo venoso dal “braccio materno”. Queste diagnosi non invasive al momento sono con-siderate ancora sperimentali e quindi non utilizzatenella pratica clinica in quanto non presentano la stes-sa affidabilità diagnostica della Villocentesi e del-l’Amniocentesi. Vengono inoltre eseguite sperimen-talmente a scopi di ricerca tra la 10a e la 20a setti-mana di gravidanza. In questi ultimi anni i giornali e i magazines insiemealle Tv americane stanno dando molto risalto al co-siddetto “Baby Early Gender Mentor” e cioè alla Dia-gnosi Prenatale non Invasiva fin dalla 5a settimana digravidanza per conoscere il sesso del nascituro con

un semplice prelievo venoso “dal braccio materno” eanalisi del Dna.Questa notizia porta ad alcune considerazioni scien-tifiche ed etiche. Le possibilità di successo della diagnosi al 99,9%, co-me annunciato e propagandato dai media americanise questa percentuale venisse confermata, è sicura-mente un grosso risultato scientifico per la diagnosiprenatale di alcune malattie genetiche legate al sessoquali: Emofilia, Distrofia Muscolare di Duchenne, Sin-drome di Lesch-Nyhan, di Hunter, di Lowe, di Rett,Sindrome Oro-Facciale-Digitale, Retinite Pigmento-sa e Sindromi Neurologiche ereditarie, per citare lepiù diffuse.L’epoca gestazionale dell’esame alla 5a settimane è tut-tavia troppo precoce, in questo periodo non possia-mo essere sicuri che la gravidanza sia in evoluzione,se la gravidanza è in utero e se è singola o multipla,per cui il risultato della diagnosi sul sesso potrebbeessere non accurata. Ma molto diverse sono le problematiche così comeriferite in America se questa diagnosi è effettuabile di-rettamente su Internet con l’acquisto di un kit da 275dollari e con una semplice aspirazione di alcune goc-ce di sangue dal dito della gravida fin dalla 5a setti-mana di gravidanza e con la individuazione del ses-so entro 48 ore.La ditta che offre il kit precisa che qualora la diagno-si fosse errata si avrebbe il diritto ad un risarcimentopari al 200%. Quale uso potrebbe essere fatto di questa tecnica?Il fatto che la coppia possa avere accesso a questa tec-nica senza il necessario e competente “counselling”,che è indispensabile prima di ogni esame che riguar-di la gravidanza, può essere estremamente dannoso.Può essere paragonato all’uso indiscriminato della let-teratura medica presente su Internet senza una gui-da che ne stabilisca l’evidenza clinica, oppure allacommercializzazione di immagini ecografiche tridi-mensionali o di filmati come purtroppo si verifica in

nazioni oltreoceano.La gravidanza è un momento di estrema delicatezzae vulnerabilità per la coppia/donna. La ricerca della conoscenza del sesso del nascituroper motivi non medici, ma soltanto per curiosità, inun’epoca così precoce della gravidanza quando le pro-babilità di aborto spontaneo sono alte (5-10%), puòcreare un artificioso “bonding” cioè legame affettivotra la madre e l’embrione. Il feto con la definizionedel sesso (più o meno accurata) diventa più “reale” emeno immaginario per la madre e viene superato quel-l’insieme di meccanismi di protezione che la naturastessa ha creato per difendere la madre dal dolore diuna precoce perdita fetale. Tutte le società scientifiche internazionali e naziona-li come anche l’Aogoi hanno sempre affermato che ladiagnosi prenatale viene effettuata per la conoscenzae prevenzione delle patologie genetiche e non esclu-sivamente per conoscere il sesso del nascituro, a me-no che questo non riguardi alcune malattie genetichelegate al sesso come descritto sopra. Anche il decreto Ministeriale Bindi del 1998 precisa-va quali dovevano essere le indicazioni alla diagnosiprenatale per le patologie cromosomiche (da cui sievidenziano anche i cromosomi del sesso X e Y) neicentri pubblici, e tra queste non c’era sicuramente ladiagnosi finalizzata alla ricerca del sesso del nascitu-ro (ma le seguenti: età materna uguale o superiore a35 anni, precedente figlio affetto da patologia cro-mosomica, genitori portatori di riarrangiamento, mal-formazioni evidenziate ecograficamente, malattie in-fettive insorte in gravidanza, familiarità per patologiegenetiche, test di screening alterati…)Pertanto la richiesta di diagnosi prenatale, senza pre-ventiva informazione ginecologica e genetica e per dipiù commercializzabile su Internet sembrerebbe almomento attuale una vera forzatura che soddisfa piùla curiosità e i desideri che le finalità diagnostiche eterapeutiche legati alla diagnosi prenatale delle ano-malie genetiche.

Test genetici per la diagnosi prenatale di sessoRecentemente i media hanno dato grande risalto al“Baby Early Gender Mentor”, un test messo a puntonegli Stati Uniti per conoscere il sesso del nascituro findalla 5a settimana di gravidanza, con un sempliceprelievo venoso. Per effettuare questa diagnosi prenatalenon invasiva e precoce basterebbe un semplice Kit da275 dollari acquistabile su internet. Ma a cosa puòandare incontro la coppia/donna che decida di utilizzarequesta tecnica per finalità non mediche, senza unnecessario, e competente, counselling?

a t t u a l i t à politica professionalea g g i o r n a m e n t i test genetici

Giovanni MonniVice Presidente AogoiMembro Consiglio Direttivo EAPM (European Association of Perinatal Medicine)

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G Y N E C O A O G O I15

rapporto di lavoro

Aseguito della privatizzazione del pubblico im-piego, si è tentato attraverso la contrattazionecollettiva conseguente (1996 e 2000) di dare

un nuovo volto al ruolo dirigenziale ridisegnandone i ca-ratteri, anche, e soprattutto, con riferimento alla costitu-zione del rapporto di lavoro.Questo processo di armonizzazione tra settore pubblicoe privato è stato impostato comparando e trasformandovari istituti pubblici, ma anche tenendo conto delle logi-che e dei principi che sorreggono i medesimi nell’ambi-to privatistico, limitando il mantenimento delle diversi-tà alle materie oggetto di riserva di legge, ai sensi dell’art.97 Cost. che non sono nelle disponibilità delle fonti ne-goziali a quelle oggettivamente derivanti dalla differenzadegli ambiti di operatività dei contratti o dalla limitazio-ne delle risorse.Molto di quello che è stato fatto sarà comunque ulte-riormente oggetto di modifica quando entrerà pienamentein vigore il federalismo, attraverso il quale il ruolo delleRegioni verrà maggiormente enfatizzato.La costituzione del rapporto di lavoro dei medici diri-genti passa necessariamente e sicuramente attraverso lastipulazione del contratto individuale di lavoro regola-mentato dall’art. 2 del D.Lgs. 29/93 (ora 165/2001).Il comma 3 del predetto articolo stabilisce che i rappor-ti individuali di lavoro sono regolati dai contratti collet-tivi e dai contratti individuali nella stipulazione dei qua-li le amministrazioni devono garantire ai propri dipen-denti parità di trattamento contrattuale in presenza del-le medesime condizioni operative, e comunque, tratta-menti non inferiori ai minimi dei contratti collettivi.Il contratto suddetto ha insiti in sé due profili separati:l’instaurazione del rapporto di lavoro e del conferimen-to dell’incarico. Questo a differenza del settore privatodove i due aspetti sono coincidenti.Si distingue, pertanto, la tipologia del rapporto di lavo-ro, che può essere a tempo indeterminato, dal conferi-mento dell’incarico che è sempre a termine.Ovviamente il presupposto necessario ed indefettibiledi ogni contratto individuale di lavoro nell’ambito del-la pubblica amministrazione è la procedura concorsualepubblica sancita costituzionalmente dall’art. 97 Cost. eribadita più volte dalla Corte di Cassazione con pluri-me sentenze. Ne consegue che la fase di costituzione del rapporto dilavoro sta a valle del procedimento pubblico di selezio-ne. In tale momento le scelte organizzative a caratterepubblicistico sono già state effettuate dall’amministra-zione, pertanto, i poteri di gestione del personale rien-trano tra poteri di carattere privato che l’azienda è legit-timata ad esercitare in virtù della privatizzazione del pub-blico impiego. In questo contesto di poteri si inserisce la stipulazione

del contratto individuale di lavoro, regolato da disposi-zioni nazionali, comunitarie e dei contratti collettivi, cherichiede la forma scritta, nonché l’indicazione della datad’inizio ed il termine finale nei contratti a tempo deter-minato, il periodo di prova ove previsto, la sede di asse-gnazione e l’area e la disciplina di appartenenza, gli obiet-tivi generali da conseguire in relazione all’incarico e lemodalità di effettuazione delle verifiche e valutazioni deidirigenti nonché i soggetti a questo deputati, il tratta-mento economico complessivo corrispondente al rap-

porto di lavoro e all’incarico conferito, elementi tutti con-siderati essenziali ai fini della validità del contratto indi-viduale.Il contratto individuale si stipula in due casi: all’atto del-l’assunzione e in caso di cambiamento del rapporto di la-voro in seguito al conferimento di incarico di direzionedi struttura complessa. Il conferimento dell’incarico è l’occasione per esprimerela privatizzazione del rapporto di lavoro definendone tut-ti gli altri elementi che lo compongono non riscontrabi-li nell’atto di nomina. Esso ha durata quinquennale con facoltà di recesso alcompimento del triennio.Tra le forme di flessibilità introdotte con la privatizzazio-ne del settore pubblico sono da annoverare le assunzio-

ni per contratto a tempo determinato (ex art. 36 D.Lgs.n. 29/93 ora D.Lgs. n. 165/01 ora sostituiti con il D.Lgs.368/2001).In ogni caso si ritiene che il D.Lgs. n. 368 non abbia mo-dificato la disciplina delle assunzioni a tempo determi-nato prevista dall’art. 15- septies del D.Lgs. n. 502 poi-ché tali assunzioni sono contemplate da disposizioni dilegge non menzionate nelle abrogazioni operate dal D.Lgs.n. 368.L’art. 15 septies prevede due ipotesi di contratto a tempodeterminato:1. il direttore generale stipula tali contratti per l’espleta-mento di funzioni di particolare rilevanza ed interessestrategico, riferibili ai dirigenti di struttura complessa. Ta-le facoltà è ammessa nel limite del due per cento delladotazione organica e con riferimento a laureati di parti-colare e comprovata qualificazione che abbiano svolto at-tività in organismi, enti o aziende, pubblici o privati conesperienza maturata per almeno un quinquennio in fun-zioni dirigenziali apicali, o laureati che abbiano conse-guito una particolare specializzazione professionale, cul-turale, scientifica o lavorativa desumibile dal curriculum;2. l’Azienda ricorre a contratti a tempo determinato nellimite del cinque per cento della dotazione organica ditutta la dirigenza, esclusa quella medica. Il trattamento economico è definito dai contratti collet-tivi, il dirigente che stipuli il primo tipo di contratto so-praenunciato conserva il precedente posto di lavoro.In tali contratti a tempo determinto preminente è il ca-rattere privatistico nonchè fiduciario.Il rapporto instaurato è un vero e proprio rapporto di la-voro subordinato e non un rapporto di prestazione d’o-pera professionale autonomo con i caratteri della colla-borazione e continuazione.Volendo schematizzare le dinamiche di costituzione delrapporto di lavoro dirigenziale in sanità si possono evi-denziare dei passaggi fondamentali:1. con il pubblico concorso (D.P.R. 483/97 - D.P.R. 484/97)si costituisce il rapporto di lavoro dirigenziale, che inte-gra a sua volta il pre-requisito indispensabile per la suc-cessiva attribuzione di incarichi a tempo;2. nell’ambito dell’incarico a tempo vengono definiti, peril tramite di un atto di autonomia privata, obiettivi ed og-getto della prestazione;3. che la prestazione dedotta all’interno dell’incarico nonsi sostituisce alla prima, e dunque, non è apprezzabile intermini di novazione oggettiva cosicché l’incarico si in-scrive in un unitario rapporto di lavoro.Ovviamente l’art. 2103 c.c. che regolamenta lo svolgi-mento di mansioni superiori non si applica alle fattispe-cie sopra enunciate, il contrario comporterebbe una sa-turazione dell’istituto dell’incarico basato sostanzialmentesul carattere fiduciario nonché sui risultati conseguiti.

Come è cambiato il rapporto del medico con il Ssn a seguito dell’istituzione del ruolodirigenziale e della “privatizzazione” delle logiche del pubblico impiego. La via seguita èquella dell’armonizzazione tra settore pubblico e privato. Ma il federalismo sanitarioporterà ulteriori novità

p r o f e s s i o n e

La costituzione del rapporto di lavoro

Nicola GasparroDirettore U.O. Affari Generali e Legali Azienda Sanitaria n. 2 - Castrovillari (Cs)

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Un punto centrale delle autorevoli considerazioni qui espresse che toccano numerosi ambiti della ginecologia, riguarda “lo spazio d’azione del ginecologo” talora, purtroppo, ancora oggiminacciato dalla invadenza del chirurgo generale, specie in campooncologico. Ma perché il ginecologo non potrebbe diventare,almeno in parte, autosufficiente?

Leggere la letteraturascientifica per riflettere e confrontarsi

Giovanni Brigato Già Primario della Divisione Ostetrico Ginecologica, Padova

Chi come me, ha (purtroppo) acquisito esperienzadopo tanti anni di ricerca e di lavoro negli ospe-dali, penso possa esprimere dubbi o conferme

su quanto si legge nelle riviste scientifiche e fare com-menti che possono anche essere espressi, come riflessio-ni personali, per iscritto a vantaggio dei più giovani Col-leghi. Personalmente ho vissuto le diatribe sull’utilità omeno della isteropessi (isteroendolegamentopessi di Re-voltella, isteropessi di Cova, di Webster-Baldy, di Adams,di Acconci, di Czerny ecc.); sulla isterectomia totale osubtotale; sulla scelta fra la via vaginale e quella laparo-tomica; sulla resezione ovarica nei casi di PCOS e/o diamenorrea; sull’interventismo o attendismo nella curachirurgica dei fibromiomi uterini; sulla validità degli in-terventi antalgici tipo Cotte, Castano, Held. Qualche vol-ta c’è stato un revival di tecniche abbandonate, magaririvedute. Ho assistito ad assegnazioni eponimiche erra-te, come ad esempio la isterectomia subfasciale di Pelliz-zari, attribuita ad Aldridge. Sono state esperienze chehanno disegnato una impostazione personale, specie sot-to il profilo chirurgico. Ora mi sento di esprimervi alcu-ne considerazioni personali.Da diversi anni auspico, “fra me e me” la creazione di unafigura particolare: quella del perineologo. Ho sempreprediletto la chirurgia vaginale, sia perché meno trau-matizzante, sia perché, in mani esperte, più spedita, siaperché contraddistingue chiaramente lo spazio d’azionedel ginecologo, talora purtroppo ancora oggi, minaccia-ta dalla invadenza del chirurgo generale, specie in cam-po oncologico. Quando intervenivo su prolassi genitalipiù o meno evidenti per via vaginale, mi capitava spes-so di ottenere buoni risultati correttivi sull’apparato ge-nitale, ma residuavano anomalie piuttosto evidenti sulperineo posteriore (prolassi rettali, emorroidi, inconti-nenze fecali ecc.), che mi lasciavano scontento di un ri-sultato che ritenevo incompleto. Tant’è che qualche vol-ta chiedevo l’ausilio di un proctologo e, qualche altra,praticavo personalmente emorroidectomie o semplici le-gature. Vedo con molto piacere che l’attuale orientamentochirurgico ha preso in seria considerazione l’argomento,partendo dal presupposto che vescica, retto ed utero, in-sieme con il pavimento pelvico, rappresentano la pato-logia pelvica dominante ed anche, dobbiamo dirlo, lapiù impegnativa da trattare. Ma perché il ginecologo nonpotrebbe diventare, almeno in parte, autosufficiente? Par-tendo dal presupposto che la ginecologica urologica è dinostra pertinenza (su questo non c’è dubbio), e che la

chirurgia proctologica minore già la facciamo (vedi la cor-rezione delle lacerazioni perineali da parto di III° gradocomplicate e le plastiche perineali di Lawson-Teit), per-ché non allargare la nostra competenza in materia, svin-colandoci maggiormente da apporti esterni? Sarebbe amio avviso gratificante. Facciamo il ginecologo anche pe-rineologo?

Farmaci in gravidanzaVedo con soddisfazione apparire continuamente pub-blicazioni sull’uso adeguato dei farmaci in gravidanza.Non che prima le ricerche, già eseguite su questo argo-mento, fossero poco accurate; ma è ovvio che le cono-scenze sulla farmacocinetica si approfondiscano semprepiù e, soprattutto, vengano continuamente messi in com-mercio nuovi farmaci, sul cui uso in gravidanza non sia-mo sufficientemente informati. Allora ben vengano pub-blicazioni aggiornate, per toglierci dai dubbi sulle nuo-ve preparazioni farmaceutiche, senza abdicare alle ricer-che precedenti, alle quali facciamo sempre riferimentodi partenza.

Terapia ormonale sostitutiva Dopo le ultime allarmistiche pubblicazioni (VHI, HERS,MWS, HABITS), la terapia ormonale in menopausa de-ve, a ragione o a torto, essere maggiormente monitorata,a scanso di sgradite controversie legali. In linea generaleil ginecologo eseguiva uno screening che, attualmente amio avviso, è diventato insufficiente. Personalmente cre-do che si debba porre maggiore attenzione al monito-raggio del seno, prescrivere ed esigere un eco-dopplercarotideo, mentre nella richiesta di esami ematologici sidovrebbero aggiungere i seguenti accertamenti: dosag-gio degli anticorpi antifosfolipidici (anticorpi anticar-diolipina e lupus anticoagulante), dosaggio della protei-na C, resistenza alla proteina C attivata, dosaggio dellaproteina S, valutazione della omocisteinemia, essendola iperomocisteinemia espressione di stato trombofilico.Con l’aumento della trigliceridemia, è raccomandabile,inoltre, il dosaggio dell’amilasi perché, in questa eve-nienza, la pancreatite è complicanza possibile in corso diTOS. Nei casi dubbi sarebbe opportuno richiedere unaconsulenza ematologica.

Sindrome dell’ovaio policisticoNel trattamento della PCOS riservare maggiore atten-zione allo studio del metabolismo glucidico, cosa anco-

ra poco consona alla preparazione medica del ginecolo-go. L’iperinsulinemia non deve più essere sottovalutata ela terapia con metformina entrare adeguatamente nellaricettazione del ginecologo. L’irsutismo, talora collegatoalla sindrome, rappresenta sempre una problematica danon sottostimare, anche perché, talora, i dosaggi ormo-nali rientrano nella norma, essendo il problema localiz-zato a livello del bulbo pilifero e legato a fattori enzima-tici. Per questo il ginecologo dovrà prendere più dime-stichezza con farmaci come il flutamide, potente antian-drogeno che compete, a livello recettoriale, con il dii-drotestosterone; come il ciproterone acetato, inibitorecompetitivo del diidrotestosterone attraverso la riduzio-ne della 5-alfa reduttasi cutanea; come il chetoconazoloche riduce la sintesi degli steroidi androgenici, bloccan-do la 17 alfa idrossilasi (enzima indispensabile per la sin-tesi degli androgeni); come il finasteride, potente inibi-tore della 5-alfa reduttasi; come il desametazione.

IsterectomiaA proposito della isterectomia vaginale anterograda sub-totale sottofasciale, vorrei sottolineare, senza pretenderedi stigmatizzare la tecnica e senza voler minimamentecriticare l’apprezzabile sforzo degli operatori, che si trat-ta di una semplice isterectomia vaginale subtotale che hovisto fare, subfasciale o intraistmica, qualche volta dalProf. Vecchietti negli anni ‘60 (e una volta ho fatto an-ch’io), ma che non ha trovato credito, perché allora nonsi dava sufficiente importanza alla funzione di sostegnodelle strutture pericervicali nel mantenimento della sta-tica pelvica. Si dava invece più rilevanza alla sindromedel moncone uterino residuo e all’eventuale insorgenzadi neoplasie cervicali. Non per nulla si era abbandonatacompletamente la isterectomia subtotale riservata, si di-ceva, agli operatori meno abili.

Oncologia ginecologicaA proposito del trattamento chirurgico del carcinomaovarico, prendo lo spunto da una recente bella pubbli-cazione del Centro Oncologico di Aviano e faccio riferi-mento a un mio volume pubblicato nel 1988 (Tumoridelle gonadi per i tipi di Piccin Editore). In esso vienesottolineata l’opportunità di intervenire chirurgicamen-te anche negli stadi avanzati quando, ad esempio, esisteun interessamento epatico metastatico. La metastatizza-zione epatica è più frequente nei tumori a partenza dalgrosso intestino, ma l’ovaio, negli stadi avanzati, non è

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alieno dal localizzarsi in quella sede. Essa non rap-presenta una controindicazione assoluta all’interven-to quando è stato attuato un debulking ottimale en-docelomatico, quando la metastasi è localizzata (uni-ca o multipla che sia) e occupa un’area limitata, quan-do si presumono soddisfacenti le condizioni anato-mo-funzionali del parenchima residuo, quando lecondizioni-età della paziente fanno presumere uncerto ricupero. La resezione epatica, la termoabla-zione con radiofrequenza, l’ultracision, hanno datobuoni risultati agli oncologi di Aviano. Ma non soloa Loro; cito, per farne esempio, l’esperienza di Gen-nari riportata su “Medicina Dossier”del maggio 1988.Anche la presenza di un versamento toracico non do-vrebbe precludere l’intervento chirurgico: in due mieicasi, dopo un riuscito debulking, abbiamo assistitoad una risoluzione pressoché completa del versa-mento. La conclusione? Personalmente apprezzo l’in-dirizzo attuale chirurgico conservativo in tutti i tu-mori come nel caso della mammella (si è passati dal-la Halsted, alla Patey, alla Madden, fino alla qua-drantectomia e alla tumorectomia, ovviamente asso-ciate alla dissezione del cavo ascellare); come nel ca-so della vulva (dalla Way si è passati alle incisioni in-guinali separate per evitare le pericolose guarigioni(!?) per seconda intenzione, all’utilizzo del linfonodosentinella allo scopo di limitare la linfadenectomiaecc.). Cito anche gli interventi personalizzati nel trat-tamento del carcinoma della cervice: Piver ha datol’avvio. In tutto questo conservatorismo, nel pieno ri-spetto anche dello stato psicologico della donna, so-no d’accordo. Sono invece perplesso quando parlia-

mo dell’ovaio, come si evince da quanto esposto so-pra. È stato ampiamente dimostrato che, in questotipo di patologia, la prognosi quad vitam e valetudi-nem, dipende in massima parte dalla radicalità delprimo intervento.Un’altra tematica vorrei sottoporre alla attenzione deiColleghi ginecologi: quella della terapia chirurgicadella mammella. A mio avviso, lo è sempre stato dalpunto di vista diagnostico, la mammella è territorioriservato al ginecologo. Se è vero, come è vero, chein Piemonte la chirurgia mammaria viene indirizza-ta al ginecologo, in quasi tutte le altre sedi, o regioni,viene trattata dal chirurgo generale. I centri di seno-logia indirizzano al chirurgo. Non lo trovo corretto.È il ginecologo che segue lo sviluppo adolescenzialedella giovane e ne vede i lineamenti corporei, qualisegni dell’habitus ormonale; è il ginecologo che nel-la visita specialistica deve valutare la situazione mam-maria, pena una consulenza incompleta; è il gineco-logo che valuta la mammella durante la gravidanza el’allattamento; è il ginecologo che rapporta l’habitusormonale alla mammella; è il ginecologo che attua laprima consulenza; è anche il ginecologo che appar-tiene alla categoria dei chirurghi. E non vedo comedebba abdicare all’atto chirurgico, dopo aver seguitol’iter diagnostico. Dobbiamo creare altri “Piemonti”? Per completezza e, per concludere queste mie rifles-sioni, vorrei raccontare una mia precedente espe-rienza. Quando, dopo pubblico concorso, presi la di-rezione della divisione Ostetrica dello Ospedale Ci-vile di Padova, ebbi occasione di fare un interventoradicale sulla mammella. Ebbene, dopo pochi giorni,

venni chiamato dal direttore sanitario che mi espres-se la sua contrarietà, dettata dalle proteste dei chirur-ghi. Per riprendere questo tipo di intervento dovetti,mio malgrado, attendere la conferma al posto di pri-mario. Lo riferisco a riprova di quanto detto.Leggo su “Ginecorama“ dell’ottobre 2004 che la ma-stoplastica riduttiva diminuisce il rischio del tumoremammario. Perfettamente d’accordo. Si arriva anche,come altre volte proposto, a suggerire la mastectomiaprofilattica, specie nei soggetti con tendenza fami-gliare e portatori dei geni BRCA 1 e BRCA 2, markersriconosciuti di predisposizione genetica alla svilup-po precoce della neoplasia. Si dice anche, e giusta-mente, che la protezione è tanto più rilevante quan-to maggiore risulta la quantità del tessuto asportato.Ma allora perché non prendere in considerazione lamastectomia sottocutanea, che, pur asportando tut-to il parenchima ghiandolare, rispetta cute, areola ecapezzoli risultando così molto meno traumatizzan-te dal punto di vista psicologico, anche perché nonresiduano inestetiche cicatrici cutanee? Vedi, a que-sto proposito, i lavori dello scrivente, pubblicati su“Ginec Clin 1-3-1980 e su Clinical and Experimen-tal Obst-Gynec” V°-1-2 1978. Infine mi sento gratificato nel vedere inserite fra lemetodiche terapeutiche del piano perineale la chi-rurgia correttiva protesica che, personalmente, iniziaia fare nel 1988 (rinforzo protesico nella ricostruzio-ne del pavimento pelvico dopo recidiva di prolassonelle donne anziane; Ginec Clin e Oncol 129-130XIX-1998) e che vorrei incoraggiare, perché la riten-go produttiva.

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G Y N E C O A O G O I

Il principio dell’affidamento nella prestazione sanitaria

Chi si trova oggi ad operare in ambito medico sabene che la Medicina moderna sempre più ra-ramente riconosce l’opera ed il valore del sin-

golo operatore ma valorizza, ai fini del raggiungimentodi un risultato favorevole per il paziente, l’attività di unaintera équipe, spesso di tipo pluridisciplinare.In campo chirurgico tale tendenza ha ridimensionato ilruolo del chirurgo operatore, correggendone quell’indi-vidualismo esasperato che lo portava a considerarsi l’u-nico protagonista dell’atto chirurgico, lasciando addirit-tura in ombra l’operato dell’anestesista. Dunque, un giu-sto riconoscimento dell’attività medica svolta in équipe,alla quale è in definitiva da ascrivere il felice o cattivo esi-to della prestazione sanitaria.La letteratura giurisprudenziale, che in questi ultimi an-ni si va arricchendo di sempre più numerosi contributiin ragione dell’incremento esponenziale del contenziosogiudiziario in ambito medico, si è dovuta conseguente-mente occupare dello svolgimento dell’attività medica inéquipe, allo scopo di individuare e definire gli eventualiprofili di responsabilità dei diversi operatori che a variotitolo hanno avuto una parte nello svolgimento della pre-stazione in esame. Infatti l’identificazione e la conseguentechiamata in giudizio del chirurgo operatore, cui è certa-mente affidata la responsabilità della conduzione di unintervento chirurgico, non impedisce di dover procede-re ad individuare i singoli componenti dell’équipe, spes-so protagonisti di tappe significative nello svolgimentodell’atto chirurgico.È ben noto ai giuristi che la materia è regolata dal prin-cipio dell’affidamento, in virtù del quale ciascun com-ponente del gruppo di lavoro risponde nell’ambito del-la propria specifica mansione, il che comporta che “ogniconsociato può confidare che ciascuno si comporti adot-tando le regole precauzionali normalmente riferibili almodello di agente proprio dell’attività in questione” (Tra-montano). Tuttavia, permane l’obbligo dei vari componenti dell’é-quipe di attivarsi per integrare o correggere l’operato al-trui, ove ci sia una necessità scaturita da una difettosacondotta altrui.Ciò vale nel caso in cui i componenti dell’équipe, affe-rendo a discipline diverse, siano in possesso di una pro-pria autonomia derivante da una specificità di disciplinamedica. Viceversa, nel caso di vari componenti di unaéquipe della stessa specialità ma di differente livello ge-rarchico, il capo-équipe che affida una mansione ad al-tro operatore conserva l’obbligo della sorveglianza delsingolo componente dell’équipe stessa, sia esso medicoo paramedico, con eventuali profili di responsabilità chesi possono configurare in una “culpa in vigilando”.È appena il caso di rammentare che, ove un tipo di atti-vità chirurgica o un singolo intervento vengano pratica-ti da un operatore che, pur strutturato, non possegga unruolo apicale nella struttura, ma che sia stato abilitato dalPrimario ad effettuare quella o quelle prestazioni, in ca-so di contenzioso giudiziario, ferma restando la respon-sabilità personale dell’operatore, sarebbe ipotizzabile an-che un coinvolgimento del Primario sotto il profilo del-

la “culpa in eligendo” in ordine alla scelta di un collabo-ratore non all’altezza di espletare i compiti affidatigli. In-fatti, nel momento in cui si instaura un rapporto tra il pa-ziente che richiede una prestazione sanitaria ed il medi-co chiamato ad effettuarla, quest’ultimo assume una “po-sizione di garanzia” che può essere trasmessa anche adaltri componenti dell’équipe, la cui scelta rimane affida-ta al capo o al responsabile dell’équipe stessa, donde glieventuali profili della “culpa in eligendo” cui si è fattocenno sopra. Prescindendo da tali aspetti particolari del-la problematica qui trattata, è certo che la regola dell’af-fidamento rappresenta un principio cardine nell’attualeordinamento cui si fa costante riferimento da parte del-la giurisprudenza nel valutare le eventuali colpe nellosvolgimento dell’attività sanitaria in équipe.In epoca recente, i Giudici del Tribunale di Massa-Carra-ra (17 gennaio 2004), hanno ripreso il tema dell’affida-mento analizzando il comportamento colposo rispettiva-mente di un medico e di un’infermiera la quale aveva ri-cevuto dal sanitario l’ordine di somministrare un farmacorivelatosi poi letale per il paziente. L’infermiera, a propria difesa, aveva eccepito di aver rice-vuto dal medico la disposizione della somministrazioneper via endovenosa della sostanza da lei iniettata, senzal’aggiunta delle istruzioni del caso (nella fattispecie, la ne-cessità assoluta di diluizione del farmaco), con ciò richia-mando il principio dell’affidamento in virtù del quale l’in-fermiera avrebbe ritenuto che il medico, nel disporre l’u-tilizzo del farmaco aveva informato il proprio comporta-mento professionale a precise regole di diligenza e perizia.In sostanza, nel rivendicare la propria innocenza, l’infer-miera sosteneva di aver confidato nel corretto adempi-mento da parte del medico delle norme professionali didiligenza, perizia e prudenza, con ciò appellandosi alla no-ta regola dell’affidamento.I Giudici di merito, pur confermando la colpa del Medi-co che non aveva curato di precisare all’infermiera conquali modalità ed accortezze andava somministrato il far-maco, hanno condannato l’imputata in quanto le ina-dempienze del medico non possono in alcun modo giu-stificare la condotta imprudente e negligente dell’infer-miera la quale, prima di somministrare il farmaco, avreb-be dovuto conoscerne le modalità di utilizzo o prendere

visione delle istruzioni per l’uso, trattandosi di farmacomai prima di allora adoperato dall’imputata in sede te-rapeutica.Con questa pronuncia si conferma dunque che l’affida-mento non serve ad escludere l’impiego della propria di-ligenza da parte di chi, nell’ambito di un’équipe, ritienedi poter confidare sul comportamento corretto degli al-tri componenti dello stesso gruppo di lavoro. Nella fat-tispecie, (hanno affermato i Giudici) l’infermiera, pur nonavendo ricevuto quelle precise istruzioni che il medicocolposamente aveva mancato di fornirle, non ha adope-rato quel minimo di diligenza e prudenza rapportate algrado medio di cultura e capacità professionale connes-se con il suo ruolo, il che avrebbe certamente evitato iltragico evento dannoso. Nel giudizio del Tribunale diMassa-Carrara vi è dunque un forte richiamo alla re-sponsabilità del singolo operatore sanitario, il quale, in-dipendentemente dall’adesione dei singoli componentidel gruppo di lavoro a corrette norme di comportamen-to, è tenuto ad agire con la massima diligenza e pruden-za nell’esercizio della sua attività. In analogia con quan-to più sopra analizzato, è opportuno segnalare l’esisten-za di un’altra importante pronuncia della Corte di Cas-sazione (Cass. Pen. Sez. IV, novembre 1999) nella qualei Giudici, con preciso riferimento all’osservanza dei pre-detti canoni di comportamento (e ciò indipendentementedal livello gerarchico di appartenenza dei singoli), chia-mati ad esprimersi in un caso di errore colposo commessoda un medico specializzando, hanno stabilito che “anchecolui che espleta mansioni chirurgiche in qualità di spe-cializzando, e quindi sotto diretta responsabilità del do-cente, assume direttamente una posizione di garanzia neiconfronti del paziente, condivisa con quella che fa capoa chi le direttive impartisce, sicchè anche su di lui in-combe l’obbligo dell’osservanza delle leges artis, che han-no per fine la prevenzione del rischio non consentito ov-vero dell’aumento del rischio”.In concreto, per la Suprema Corte, il fatto di agire per di-rettive impartite da un medico gerarchicamente più ele-vato non esime da responsabilità il sanitario che pur nonriveste una posizione autonoma in seno alla struttura, incapo al quale permane l’obbligo, non soltanto di assol-vere nel migliore dei modi le disposizioni a lui impartitedai superiori, ma anche il dovere di procedere con la mas-sima diligenza e prudenza al fine di preservare la salutedel paziente a lui affidato.

di Pier Francesco Tropea

Già Direttore U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia Ospedali Riuniti “Bianchi, Melacrino, Morelli”Reggio Calabria

O R G A N O U F F I C I A L ED E L L ’ A S S O C I A Z I O N E O S T E T R I C I

G I N E C O L O G I O S P E D A L I E R II T A L I A N I

PRESIDENTECarlo Sbiroli

DIRETTORE SCIENTIFICOFelice Repetti

COMITATO SCIENTIFICOGiovanni Brigato

Antonio ChianteraValeria Dubini

DIRETTORE RESPONSABILECesare Fassari

COORDINAMENTOREDAZIONALEArianna Alberti

email: [email protected]ÀPubliem srl

Centro Direzionale ColleoniPalazzo Perseo 10

20041 Agrate (Milano)Tel. 039/6899791- Fax 039/6899792

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D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, comma 1, DCB Ancona

Finito di stampare: luglio 2005Tiratura 5.000 copie

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contenzioso medico legalep r o f e s s i o n e

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19G Y N E C O A O G O I

Il 1° marzo scorso si è svolta a Caltanissetta, pres-so la sala convegni dell’ospedale S. Elia, la riunio-ne regionale dei Soci Aogoi che ha visto per la pri-ma volta riuniti ginecologi ospedalieri e consulto-riali e ostetriche con lo scopo di realizzare deigruppi di studio ed elaborare e programare delleattività congiunte. Presenti tutti i segretari provin-ciali Aogoi, i referenti Fesmed, i referenti provincialidei consultori, nominati nella riunione svoltasi aCatania nell’ottobre 2004, e i presidenti dei Collegidelle Ostetriche di tutte le province siciliane.Durante il meeting regionale è stato discusso ilprogramma scientifico preliminare del Congres-so regionale, previsto per il prossimo 10-12 no-vembre 2005 a Catania. I corsi Ecm in program-ma verteranno su: contraccezione, menopausa,consulenza genetica e incontinenza urinaria,mentre le tematiche affrontate saranno incentra-te su: endometriosi, benessere e sicurezza dellagravidanza e personalizzazione del parto, epiles-sia e donna.È stata prevista anche l’organizzazione di con-gressi provinciali propedeutici al congresso regio-nale, affidata ai vari segretari provinciali, con loscopo di incentivare il coinvolgimento scientificodel maggior numero di soci nonché nuove iscri-zioni.Per quanto attiene le attività formative, è stato pre-visto, per ogni provincia, un corso Ecm per infer-mieri e ostetriche di sala operatoria.Sono stati inoltre proposti dei Gruppi di Studio alloscopo di incentivare la collaborazione interprofes-sionale e interdisciplinare, coinvolgendo in partico-lare dei giovani ginecologi, e produrre documenti einiziative con ricadute scientifiche, organizzative,assistenziali e sociali. Il lavoro dei gruppi di studio- che verterà sui seguenti temi: Diventare Donna(adolescenti e teenager); Sempre Donna (donne inclimaterio, menopausa e post-menopausa); Urogi-necologia; Benessere e sicurezza della gravidanzae personalizzazione del parto; La mammella ed ilginecologo; Endoscopia ginecologica – si tradurrànella realizzazione di vari “Eventi Aogoi” in Sicilianell’arco del bennio 2005/06.La riunione si è infine conclusa con la discussionesui tre progetti Web Aogoi Sicilia: cuorepuntocuore,portale web e database sulle cardiopatie congenite;reset, registro sicilliano per l’endometriosi, in colla-borazione con Segi;aogoi-siclia-web, area utenti earea medici.

AOGOI EMILIA ROMAGNA

Di Donato riconfemato Segretario regionale

PROGETTO MENOPAUSA ITALIA

Riunione delle SPAC dell’Umbria

AOGOI ABRUZZO

Di Nisio riconfemato Segretario regionale

Si è svolta a Perugia, l’8 aprile 2005, lariunione delle Spac dell’Umbria. Haintrodotto i lavori il dottor Donati Sarti ilquale, dopo aver portato i saluti dellaDirezione nazionale Aogoi e del Board delProgetto Menopausa Italia, ha illustratol’andamento e l’evoluzione del ProgettoMenopausa Italia. Donati Sarti ha sottolineato l’importanzadel Pmi quale strumento di rilevazione didati che consentono indaginiepidemiologiche su un vasto campione dipopolazione femminile in etàmenopausale, con la possibilità dicondurre studi clinici osservazionali ecomparare le informazioni con quelle dellaletteratura internazionale e ha informato ipartecipanti che, al fine di superare i limitinazionali, sono stati attivati collegamenticon altri Stati esteri in cui riprodurre ilmodello del Pmi e realizzare un networktelematico europeo che, per la raccolta deidati, utilizzi la stessa scheda informatica elo stesso software.Per superare le difficoltà e le limitazionidell’attuale sistema di trasferimento deidati via modem sono state presentate lenuove modalità di comunicazione in retevia Internet; il nuovo sistema di gestioneper l’archiviazione è stato proposto daldottor Giovanni Migliore.La situazione del Progetto nella regioneUmbria, dove sono state assegnate seiSPAC, è stata successivamente illustratadalla dottoressa Mincigrucci, che hapresentato una recente indagineconoscitiva dal titolo: “Obiettivo BenessereDonna. Il parere e le esigenze della donnain climaterio e terza età”. La ricerca èstata realizzata per rilevare le

caratteristiche socio-culturali della donnain età climaterica, le conoscenze e leopinioni rispetto all'evento menopausa, lapercezione del proprio stato di salute(fisica, psichica e relazionale),l’atteggiamento nei confronti dei diversiapprocci terapeutici, il giudizio sui serviziassistenziali, la necessità di informazione.Lo studio è stato condotto su uncampione di 780 donne afferenti neipresidi sanitari (Poliambulatori, Centri diSalute, Consultori, Centri Menopausa) delterritorio dell’Azienda Sanitaria Locale Usln. 2 dell’Umbria. Le informazioni sonostate desunte dalla compilazione dispecifici questionari e i dati sono statielaborati dalla consulente informaticaBarbara Radaelli che ha esposto aipartecipanti i risultati dell’indagine.La riunione è proseguita con un dibattitosul Progetto e, più in generale,sull’approccio alle problematichemenopausali in ambito clinico edorganizzativo dal quale è emersal’importanza della funzione dellestrutture territoriali rispetto allaprevenzione ed alla promozione dellasalute della donna in età climaterica ed ilruolo più strettamente specialistico (di IIlivello) dei Centri della Menopausaospedalieri.L’incontro si è concluso con unapresentazione delle più recenti linee dicomportamento rispetto all’impiego dellaterapia ormonale sostitutiva, delineatedall’European Medicine Evaluation Agency(EMEA) e dal Comitato Esecutivo dellaInternational Menopause Society, da cui èscaturita un’accesa e partecipatadiscussione.

a t t u a l i t à politica professionalen o t i z i e AOGOI regioni

AOGOI SICILIA

Le iniziative e le attività diformazione per il biennio 2005/06 In occasione del Congresso regionale,

svoltosi a Pieve di Cento (Fe) il 18 mar-zo scorso, si è tenuta l’assemblea re-gionale dei soci Aogoi, presieduta dalVicepresidente nazionale Nunzio An-tonio Giulini. Dopo le relazioni del Vicepresidente e

del Segretario nazionale Antonio Chian-tera, il segretario uscente Piero Di Do-nato ha esposto una rendicontazionesull’attività svolta durante il suo man-dato, riproponendo la sua candidatu-ra. L’assemblea lo ha riconfermato peracclamazione per il biennio 2005-2007.

Il 5 marzo 2005 si è tenuta, presso l’ospedale “S. Massimo” diPenne (Pe), l’Assemblea dei soci Aogoi della Regione Abruzzo. Dopo aver ascoltato la relazione del Segretario regionale uscente,Quirino Di Nisio, sull’attività svolta nell’ultimo biennio, l’assembleaelettorale, presieduta dal dottor Carmine Gigli nella veste dirappresentante del Presidente nazionale dell’AssociazioneOstetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani, ha riconfermato alla

carica di Segretario regionale il dottor Di Nisio.Nel corso dei lavori che hanno preceduto la votazione, sono statepresentate e dibattute le seguenti relazioni: Il contenziosomedico-legale in Ostetricia e Ginecologia (Q. Di Nisio); Ilprogramma M.A.M.M.A. AOGOI - Movement Against MedicalMalpractice and Accident (C. Gigli); Il Clinical Risk Management(M. Scimia); Le iniziative legislative in corso (F. Tredese)

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Questo modulo può essere utilizzato per richiedere l’assistenza di “M.A.M.M.A. AOGOI”. Dopo averlocompilato, dovete ritagliarlo ed inoltrarlo alla Segreteria nazionale AOGOI, via G. Abamonti, 1 - 20129 Milano,per posta, oppure via fax (02.29525521). In maniera più semplice, potrete compilare il modulo “on line”, andandoal sito www.ginecologiaforense.it, nel settore “Help-desk”, sotto l’icona “Help-desk on line”, dove troverete unpercorso guidato che vi aiuterà a compilare correttamente la richiesta di assistenza. È anche possibile telefonarealla Segreteria nazionale AOGOI (tel. 02.29525380) ed esporre a voce il problema.

a t t u a l i t à politica professionalem a m m a a o g o i tutela e prevenzione

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convegni e corsi

9 settembreMonfalcone (Go)XI CORSO DI FORMAZIONE AOGOI LA TUTELA DELLA SALUTE DELLA DONNA IN POSTMENOPAUSA E TERZA ETÀSegreteria organizzativaA.O.G.O.I. - Via G. Abamonti 1 -20129 Milano - Tel. 02.29525380 Fax [email protected]

9/10 settembreBresciaI PROCESSI DI EVOLUZIONE DELLA DISCIPLINA OSTETRICA - METODOLOGIE ED ESPERIENZEA CONFRONTOSegreteria organizzativaSymposia SrlVia R. Psaro 17 - 25128 Brescia Tel.: 030.3099308 Fax [email protected]

9 settembreCerisano (Cs)I MEETING SULLE PATOLOGIE DELPAVIMENTO PELVICO - CONGRES-SO REGIONALE S.I.C.C.R.Segreteria organizzativaMeeting e Convegni PandosiaVia Pasquali 177/179 - 87040 Mendicino (Cs)Tel. 0984.632827 Fax [email protected]

10 settembreCodroipo (Ud)INCONTINENZA URINARIA FEMMINILE: CAUSE E RIMEDISegreteria organizzativaThe Office SrlVia San Nicolò 14 34121 Trieste Tel.: 040.368343 Fax [email protected]

15/16 settembreS. Monte di Varallo (Vc)3° CORSO RESIDENZIALEDI ELETTROCHIRURGIA BIPOLAREISTEROSCOPICASegreteria organizzativaA.B. EngineeringVia Novara 46 28078 Romagnano Sesia (Vc)Tel. 0163.834495

16 settembreGenovaXII CORSO DI FORMAZIONE AOGOI - LA TUTELA DELLA SALUTEDELLA DONNA IN POSTMENOPAUSA E TERZA ETÀCrediti: 5Segreteria organizzativaA.O.G.O.I.Via G. Abamonti 1 - 20129 Milano Tel. 02.29525380 - Fax [email protected]

20/24 settembreBologna81° CONGRESSO NAZIONALE SIGO46° CONGRESSO NAZIONALEA.O.G.O.I. 13° CONGRESSO NAZIONALE A.G.U.I.Segreteria organizzativaI & C SrlVia A. Costa 2 - 40134 Bologna Tel. 051.6144004 - Fax 051.6142772

21/24 settembreZagreb - Croatia7TH WORLD CONGRESS OF PERINATAL MEDICINESegreteria organizzativaHKO Medical SystemsLascinska 94 00000 Zagreb - HR ESTel/Fax [email protected]

1° ottobreAostaXIV CORSO DI FORMAZIONE AOGOILA TUTELA DELLA SALUTE DELLA DONNA IN POSTMENOPAUSAE TERZA ETÀSegreteria organizzativaA.O.G.O.I.Via G. Abamonti 1 20129 Milano Tel. 02.29525380 Fax [email protected]

1/4 ottobreCataniaXIX CORSO DI ENDOCRINOLOGIA GINECOLOGICA E DELLA RIPRODUZIONECrediti:18Segreteria organizzativaFondazione Confalonieri RagoneseVia G. Abamonti 1 - 20129 Milano Tel. 02.29525380 Fax [email protected]

3/7 ottobreAltomonte (Cs)CORSO BIENNALE A.O.G.O.I. DI PERFEZIONAMENTO “DIAGNOSTICA ECOGRAFICA IN GINECOLOGIA” Segreteria organizzativaA.O.G.O.I.Via G. Abamonti 1 - 20129 Milano Tel. 02.29525380 - Fax [email protected]

6/8 ottobreLecceXV CONGRESSO NAZIONALEA.I.U.G.Segreteria organizzativaEuro ConventionsVia Torricella 14 - 29100 Piacenza Tel. 0523.335732 Fax [email protected]

15 ottobreFirenzeISTEROSCOPIA - CHIRURGIA AMBULATORIALE E RESETTOSCOPIASegreteria organizzativaQuid Communications SrlVia Vanini 5 - 50129 Firenze Tel. 055.4633701 Fax 055 - [email protected]

22 ottobreAscoli PicenoLE BASI SCIENTIFICHE DELLA CONOSCENZA MEDICA:ASPETTI DI EPIDEMIOLOGIA E STATISTICASegreteria organizzativaNon Solo MeetingVia C. Battisti 31- 65122 Pescara Tel. 085.295166 n.nonsolomeeting@tin .it

24/26 ottobreSan Daniele del Friuli (Ud)CORSO DI PERFEZIONAMENTO INLAPAROSCOPIA GINECOLOGICAPER INFERMIERI PROFESSIONALIDI SALA OPERATORIASegreteria organizzativaDott. Giovanni Del frateViale Trento Trieste 33 - 33038 SanDaniele del Friuli (Ud)Tel. 0432.949219 Fax [email protected]

28/29 ottobreBariLA VULVA: ASPETTI MEDICI E SOCIOLOGICISegreteria organizzativaC.I.C. SudVia Camillo Rosalba TRAV. 47.E 2870124 Bari Tel. 080.5043737 Fax [email protected]

11/14 novembreMilanoXVII CORSO DI ECOGRAFIA OSTETRICA E GINECOLOGICASegreteria organizzativaFondazione Confalonieri RagoneseVia G. Abamonti 1 - 20129 Milano Tel. 02.29525380 Fax [email protected]

12 novembreFirenzeISTEROSCOPIA - CHIRURGIA AMBULATORIALE E RESETTOSCOPIASegreteria organizzativaQuid Communications SrlVia Vanini 5 - 50129 Firenze Tel. 055.4633701 Fax [email protected]

19/22 novembreMilanoXX CORSO DI ENDOCRINOLOGIA GINECOLOGICA E DELLA RIPRODUZIONESegreteria organizzativaFondazione Confalonieri RagoneseVia G. Abamonti 120129 Milano Tel. 02.29525380 Fax [email protected]

21/23 novembreSan Daniele Del Friuli (Ud)CORSO DI PERFEZIONAMENTO INLAPAROSCOPIA GINECOLOGICASegreteria organizzativadott. Giovanni Del frateViale Trento Trieste 33 - 33038 San Daniele del Friuli Tel. 0432.949219 Fax [email protected]

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i n b a c h e c a

convegni e corsi

27/29 novembreSaint Vincent (Ao)2° CORSO NAZIONALE AOGOI DI CHIRURGIA LAPAROSCOPICA E VAGINALE NELLA PATOLOGIA GINECOLOGICASegreteria organizzativaBC Congressi SrlVia XX Settembre 144 16121 Genova Tel. 010.5957060

Fax [email protected]

25/27 gennaio 2006Reggio Emilia 2° CORSO RESIDENZIALE DI ENDOSCOPIA GINECOLOGICASegreteria organizzativaUfficio Comunicazione Ausl di Reggio EmiliaTel. 0522.335380 Fax 0522.33512

10/14 maggio 2006Milano THE WORLD MEETING ON GYNECOLOGICAL PELVIC PAIN AND ENDOMETRIOSISSegreteria organizzativaBluevents SrlVia L. Bodio 57 00191 Roma Tel. 06.36382038 Fax [email protected]

17/19 giugno 2006Dubrovnik - Croatia 3° CONGRESS ON ULTRASOUND IN OBSTETRICSAND GYNECOLOGY OF THE MEDITERRANEAN AREASegreteria organizzativaH.K.O.d.o.o.Srebrnjak 57 10000 Zagreb EsTel. +385.1.2441.758 Fax +385.1.2441.756c

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Ginecologi in Africa: l’impegno di Medici con l’AfricaMedici con l’Africa è la più grande organizzazione sanitaria italiana per lo sviluppo indipendente e autonomo delle popolazioniafricane. Attiva dal 1950, realizza interventi di lungo periodo, anche in aree teatro di guerre e emergenze umanitarie. Interviene aidiversi livelli del sistema sanitario, dalle cliniche mobili alle università, fornendo servizi di qualità, accessibili a tutti.Attualmente opera in Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Rwanda, Tanzania e Uganda con interventi che sviluppano una presenzabasata su attività ospedaliere e territoriali fortemente integrate nel tessuto sanitario e sociale del paese.

Per sostenere i programmi in corso e per potenziare i futuri, Medici con l’Africa Cuamm sta reclutando specialisti e specializzandi inGinecologia e Ostetricia:• gli specialisti vengono inseriti in progetti di supporto al reparto di ginecologia di ospedali pubblici o privati non profit;• per gli specializzandi esiste un’apposita iniziativa, denominata Junior Project Officer, che offre l’opportunità di svolgere un periododi Specialità in Africa inserendosi in un progetto sotto la supervisione di un medico senior dell’organismo.

Prima del periodo all’estero, gli interessati sono chiamati a svolgere un percorso formativo volto ad agevolarne l’inserimento neisistemi e nei servizi sanitari africani.

Per informazioni e per presentare la propria candidatura è possibile visitare il sito www.cuamm.org o contattare Medici con l’AfricaCuamm – Settore Risorse Umane (tel: 049.8751279)

L’iniziativa “junior project officer” per gli specializzandiL’iniziativa “Junior project officer” si rivolge agli specializzandi in Ginecologia e Ostetricia fornendo l’opportunità di svolgere fino aun anno di Specialità in Africa a quanti siano interessati ad approfondire le competenze e le abilità teorico-pratiche legate alla propriaspecializzazione, anche in vista di un eventuale impiego futuro nell’ambito della cooperazione sanitaria internazionale.

L’iniziativa prevede:• un percorso formativo di base volto a fornire alcuni strumenti per comprendere la realtà dei sistemi e dei servizi sanitari africani• la stesura di un “piano di formazione e lavoro” in linea con gli obiettivi sella Scuola di specializzazione e concordato tra Medici conl’Africa, il Direttore della Scuola e lo specializzando• lo svolgimento di un periodo di formazione teorico-pratica all’interno di un progetto di Medici con l’Africa, con attività in ambitoclinico sotto la supervisione di un medico senior dell’organizzazione.

Una decina di specializzandi – provenienti dalle Università di Ferrara, Padova, Parma e Trieste – hanno già concluso l’esperienza e nel2004 l’iniziativa è stata accolta favorevolmente anche dalle Università di Bologna, Modena, Firenze, Milano Bicocca, Siena e Torino.

Per informazioni: Medici con l’Africa Cuamm – Settore Risorse Umane (tel: 049.8751279, www.cuamm.org) . Referente per l’iniziativaè la dottoressa Lucia Forte

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