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nell'ultima catastrofica legislatura. Ci pare difficile, infatti, che l'Udc possa appoggiare 'esternamente' una possibile Giunta di cen- trosinistra. Ebbene, un centrosinistra che punta al cambiamento ha bisogno di questo? Si trat- ta di un tema sul quale il centrosinistra laziale è chia- mato al più presto a riflet- tere seriamen- te, al di là degli sviluppi politici nazio- nali. Quanto avvenuto nel Lazio ci im- pone scelte chiare da subito, ogni ten- tennamento potrebbe risultare fatale. di Luigi Nieri In queste settimane, il dibattito intorno al perimetro delle alleanze nel centrosinistra in vista delle prossime elezioni, sia a li- vello nazionale che regionale, è molto vivace. Talvolta sembra persino che sia il punto attorno al quale tutto il dibattito deve ruotare. Non è così, si dovrebbe parlare di programmi, di cose concrete, dei problemi delle persone, non di gio- chetti elettorali. E’ anche vero che alcuni paletti vanno messi, e subito, per evitare spiacevoli fraintendimenti ex post. A partire dalle prossime elezioni regionali nel Lazio che, incredibilmente, ad oggi ancora non sono state convocate. La nostra regione viene da due anni e mezzo di governo disastroso. Gli unici indicatori con il segno + davanti sono quelli relativi alla disoccupazione. Il tes- suto produttivo è in crisi, per non parlare della sanità ridotta a brandelli. Questa regione è stata mortificata da un Governo che poco o niente ha fatto, e quel che ha fatto è risultato solo dannoso. Dopo una stagione buia di fallimenti, bisogna dar vita a una nuova stagione per il Lazio. La Presidente dimissionaria Renata Polverini ha fallito ogni obiettivo, e l’ha fatto con al fianco quello che si è rivelato il suo più fedele alleato, ovvero l’Udc. Un nuovo governo re- gionale di centrosinistra comprendente l'Udc aprirebbe, quindi, uno scenario davvero singo- lare per il Lazio. Anco- ra più grottesco di quel- lo nazionale. Il Partito di Casini nella Giunta Polverini ha ricoperto un ruolo fondamentale, con due assessorati di peso e la vicepresiden- za della Regione. Non è un caso che l'unica leg- ge degna di nota della Giunta di centro- destra dimissionaria sia proprio il deva- stante Piano Casa firmato Ciocchetti. Ci piacerebbe che chi nel PD ha aperto, in queste settimane, le porte all’alleanza con l’Udc, ci spiegasse anche quale sa- rebbe la conseguenza di una vittoria di una ipotetica coalizione di centrosinistra così composta. L'Udc potrebbe conser- vare gli stessi posti, o quasi, occupati Promosso dalle Compagne e dai Compagni del circolo SEL CasadellaSinistra XIII Municipio Partecipazione”: L’autobiografia del nostro territorio, scritta dai nostri cuori Partecipazione [email protected] Importante Elezioni Primarie: SEL Casa della Sinistra, sede del “Comitato Municipio XIII per Nichi”, vi invita in Via Marcello Pucci Boncampi 59,Lido di Ostia, per effettuare le procedure di regi- strazione al fine di poter votare alle prossime elezioni primarie. Siamo a vostra disposizione, sem- pre, tutti i giorni dal Lun al Sab. dalle 17.00 alle 19.00, Dom. dalle 10.00 alle 12.00 Anno I Numero 2 Luigi Nieri, Capogruppo SEL nel Consiglio Regionale del Lazio: “Cambiare tutto per non cambiare niente? No, grazie. Nel Lazio servono scelte chiare” dopo aver letto questa pubblicità, vieni al ns. punto vendita e potrai fruire dello sconto In Questo Numero: Scelte Chiare nel Lazio di Luigi Nieri Radicamento Mafioso a Roma di Stefano D’Alterio Quale Università e Ricerca? di Umberto Guidoni

Partecipazione anno I numero 2

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Page 1: Partecipazione anno I  numero 2

nell'ultima catastrofica legislatura. Ci

pare difficile, infatti, che l'Udc possa

appoggiare 'esternamente' una possibile

Giunta di cen-

trosinistra.

Ebbene, un

centrosinistra

che punta al

cambiamento

ha bisogno di

questo? Si trat-

ta di un tema

sul quale il

centrosinistra

laziale è chia-

mato al più

presto a riflet-

tere seriamen-

te, al di là degli sviluppi politici nazio-

nali. Quanto avvenuto nel Lazio ci im-

pone scelte chiare da subito, ogni ten-

tennamento potrebbe risultare fatale.

di Luigi Nieri

In queste settimane, il dibattito intorno al

perimetro delle alleanze nel centrosinistra

in vista delle prossime elezioni, sia a li-

vello nazionale che regionale, è molto

vivace. Talvolta sembra persino che sia il

punto attorno al quale tutto il dibattito

deve ruotare. Non è così, si dovrebbe

parlare di programmi, di cose concrete,

dei problemi delle persone, non di gio-

chetti elettorali. E’ anche vero che alcuni

paletti vanno messi, e subito, per evitare

spiacevoli fraintendimenti ex post. A

partire dalle prossime elezioni regionali

nel Lazio che, incredibilmente, ad oggi

ancora non sono state convocate.

La nostra regione viene da due anni e

mezzo di governo disastroso. Gli unici

indicatori con il segno + davanti sono

quelli relativi alla disoccupazione. Il tes-

suto produttivo è in crisi, per non parlare

della sanità ridotta a brandelli. Questa

regione è stata mortificata da un Governo

che poco o niente ha fatto, e quel che ha

fatto è risultato solo dannoso. Dopo una

stagione buia di fallimenti, bisogna dar

vita a una nuova stagione per il Lazio. La

Presidente dimissionaria Renata Polverini

ha fallito ogni obiettivo, e l’ha fatto con

al fianco quello che si è rivelato il suo

più fedele alleato, ovvero l’Udc.

Un nuovo governo re-

gionale di centrosinistra

comprendente l'Udc

aprirebbe, quindi, uno

scenario davvero singo-

lare per il Lazio. Anco-

ra più grottesco di quel-

lo nazionale. Il Partito

di Casini nella Giunta

Polverini ha ricoperto

un ruolo fondamentale,

con due assessorati di

peso e la vicepresiden-

za della Regione. Non è

un caso che l'unica leg-

ge degna di nota della Giunta di centro-

destra dimissionaria sia proprio il deva-

stante Piano Casa firmato Ciocchetti.

Ci piacerebbe che chi nel PD ha aperto,

in queste settimane, le porte all’alleanza

con l’Udc, ci spiegasse anche quale sa-

rebbe la conseguenza di una vittoria di

una ipotetica coalizione di centrosinistra

così composta. L'Udc potrebbe conser-

vare gli stessi posti, o quasi, occupati

Promosso dalle Compagne e dai Compagni del circolo SEL CasadellaSinistra XIII Municipio

Microsoft

“Partecipazione”: L’autobiografia del nostro territorio, scritta dai nostri cuori

Partecipazione [email protected]

Importante Elezioni Primarie:

SEL Casa della Sinistra, sede del

“Comitato Municipio XIII per

Nichi”, vi invita in Via Marcello

Pucci Boncampi 59,Lido di Ostia,

per effettuare le procedure di regi-

strazione al fine di poter votare

alle prossime elezioni primarie.

Siamo a vostra disposizione, sem-

pre, tutti i giorni dal Lun al

Sab. dalle 17.00 alle 19.00, Dom.

dalle 10.00 alle 12.00

Anno I Numero 2

Luigi Nieri, Capogruppo SEL nel Consiglio Regionale del Lazio:

“Cambiare tutto per non cambiare niente? No, grazie. Nel Lazio servono scelte chiare”

dopo aver letto questa pubblicità, vieni al ns.

punto vendita e potrai fruire dello sconto

In Questo Numero:

Scelte Chiare nel Lazio

di Luigi Nieri

Radicamento Mafioso a Roma

di Stefano D’Alterio

Quale Università e Ricerca?

di Umberto Guidoni

Page 2: Partecipazione anno I  numero 2

2

di Stefano D’Alterio

Non è retorico porsi questa domanda,

nemmeno allarmistico poiché i dati

forniti dall’Agenzia nazionale per i

beni sequestrati e confiscati, gli im-

mobili e aziende nel Lazio sono 579,

nella Provincia di Roma sono 448 di

cui 310 solo nel comune di Roma. Va

ricordato che il Lazio è al sesta regio-

ne nella graduatoria nazionale dopo le

quattro regioni del sud e la Lombar-

dia.

I beni confiscati sono però solo la

punta di un iceberg di cui non si cono-

scono le dimensioni reali. Gli omicidi,

gambizzazioni, aggressioni avvenute

a cavallo del 2011/12 e i fatti più re-

centi dimostrano che è in corso a Ro-

ma e nella provincia un tentativo di

controllo del territorio da parte di

organizzazioni criminali sia tradizio-

nali che di stampo mafioso. Quindi il

contrasto all’illegalità, alle infiltrazio-

ni mafiose è un tema di grande attua-

lità ed è urgente sviluppare una

“cultura della legalità”

La legalità è un tema ampio che si

articola su più fronti e su cui vanno

individuate soluzioni molteplici in

grado di contrastare le diverse forme

di illegalità nel nostro paese e nella

nostra regione. Le attività delle mafie

che producono risorse illimitate si

articolano sul traffico delle droghe,

delle armi, del gioco clandestino ma,

in diverse situazioni recentemente sco-

perte anche in quello legale, l’usura,

fino alla gestione di appalti pubblici.

Alle mafie

nazionali si

aggiungono le

organizzazioni

criminali in-

ternazionali

che si stanno

sempre più

radicando in

diversi territo-

ri della nostra

regione.

Ma anche la

corruzione

nella pubblica

amministrazione toglie risorse consi-

stenti all’erario e aggrava pesantemente

l’economia del paese. La Corte dei

Conti stima in 60 mld di euro quanto

costa allo Stato questo radicato e diffu-

so fenomeno, che toglie risorse per lo

sviluppo e il contrasto alla crisi. Se met-

tiamo insieme alcuni dati come la stima

di 170 mld di euro come volume di af-

fari delle mafie, 60 mld il costo della

corruzione, 160 o 65 che siano come

dice Beppe Pisanu, presidente della

Commissione antimafia il volume di

risorse che viene sottratto all’erario sul

fronte del gioco clandestino, la cronica

evasione fiscale pari a 120/130 mld

l’anno fanno un totale incredibile che se

eliminato renderebbe l’Italia uno dei paesi

più ricchi d’Europa. Altroché ricerca af-

fannosa del pareggio di

bilancio! Si potrebbero fare

piani di sviluppo incredibi-

li.

È per questi motivi che la

CGIL, nel 2012 ha lanciato

la campagna dal titolo

“Legalità: l’unica risposta

per il lavoro e il futuro”.

Noi stiamo facendo la no-

stra parte e citando don

Luigi Ciotti vorrei conclu-

dere richiamando un suo

ragionamento che anche

recentemente gli ho sentito

fare a Borgo Sabotino all’assemblea dei

giovani di Libera: la lotta alle mafie è

difesa della democrazia, ma la democrazia

si fonda su due pilastri: la partecipazione e

la responsabilità intesa anche come re-

sponsabilità individuale, cioè ognuno di

noi si deve sentire impegnato

nell’affermazione della cultura della lega-

lità. La CGIL, i suoi dirigenti, i suoi mili-

tanti, i suoi iscritti devono prestare atten-

zione a questo tema nel proprio posto di

lavoro, nel territorio in cui vivono. Lo

stiamo già facendo e continueremo nel

solco tracciato da Placido Rizzotto e Pio

La Torre, due tra i tanti dirigenti della

CGIL uccisi dalla mafia.

.

Partecipazione Partecipazione

Roma. Capitale d’Italia o capitale del radicamento mafioso?

Stefano D’Alterio, Responsabile Dipartimento Legalità e Sicurezza della CGIL di Roma e Lazio

Casa della Sinistra, Comitato

Municipio XIII per Nichi,

Via Marcello Pucci Boncampi n°59,

Lido di Ostia, Roma. Vi Aspettiamo

Page 3: Partecipazione anno I  numero 2

3 Partecipazione Partecipazione

Il Rapporto Ocse boccia

l’Italia e conferma che,

nel nostro paese, si spen-

de poco e male per uni-

versità e ricerca. I dati sono ancora

più preoccupanti perché riferiti al

2008, prima dei tagli Tremonti-

Gelmini e della spending review di

Monti.

I tagli indiscriminati degli investi-

menti per università e ricerca, in un

paese già agli ultimi posti nella gra-

duatoria dei paesi industrializzati,

stanno mettendo in crisi l’assetto del

sistema pubblico: già da qualche an-

no, gli iscritti alle università statali

sono in calo mentre aumentano le

iscrizioni agli atenei privati.

Quella di considerare i fondi pubblici

per i saperi come spesa da tagliare è

una politica sbagliata e miope che sta

mutando il volto della società italia-

na, esasperando le disuguaglianze ed

accelerando il declino economico.

Al contrario, la questione dei saperi è

centrale per lo sviluppo del paese. Gli

investimenti pubblici per scuola, universi-

tà e ricerca, sono essenziali per produrre

un diffuso innalzamento delle competenze

dei giovani

e per assi-

curare una

m i g l i o r e

interazione

tra sistemi

della cono-

scenza e

s i s t e m a

produttivo.

Un sapere

diffuso è

essenziale

per qualsi-

asi ipotesi

di trasformazione della società. In questo

senso va declinata la politica europea di

realizzare la “società della conoscenza”.

Non si combatte la crisi agendo sui salari

e sui licenziamenti, comprimendo i diritti

dei lavoratori ed aumentando dismisura la

precarizzazione dei rapporti di lavoro ma,

al contrario, utilizzando politiche in grado

di cambiare il paradigma economico e

di puntare sui settori più innovativi e

sui lavori complessi.

Non ci può essere “green economy”

senza conoscenze avanza-

te, senza alti livelli di qua-

lifica dei giovani e senza

un mercato del lavoro con

contratti che assicurino

stabilità e formazione con-

tinua. Sono scelte necessa-

rie e urgenti per un paese

che voglia competere sulla

qualità e sull’innovazione,

unica via possibile per non

retrocedere nella divisione

internazionale del lavoro.

Proprio dalla crisi deve

venire, la spinta a invertire la tendenza

in atto ed a puntare su scuola, univer-

sità e ricerca pubblici per rimuovere

gli ostacoli che “limitano di fatto la

libertà e l'eguaglianza dei cittadini” e

per realizzare il “pieno sviluppo della

persona umana”. E’ quanto scritto

nella nostra Costituzione. E’ tem-

po che la politica provi a realizzarlo.

Quale Università e Ricerca? Umberto Guidoni: Astronauta, Scienziato, Responsabile SEL Università e Ricerca

di Umberto Guidoni

dopo aver letto questa pubblicità, vieni al ns. punto vendita e potrai fruire dello sconto

A cura dei compagni e delle compagne del Cir-

colo SEL

Casa della Sinistra Municipio XIII

Inviate i vostri articoli, le vostre foto, corredate

di firma a:

[email protected]

Page 4: Partecipazione anno I  numero 2

4 Partecipazione Partecipazione

La ASL del nostro

territorio sta rispon-

dendo con sudditanza

a quanto indicato da

Governo e Regione in

materia di riduzione di

appalti. Lo sta facen-

do talmente bene da non accorgersi

cosa questo significhi per i servizi ero-

gati e per i livelli occupazionali. Due

esempi per tutti. Il pulimento e i CUP.

I 2 servizi occupano rispettivamente 79

e 125 operatori, che assicurano le puli-

zie del Grassi e del CPO e si occupano

delle prenotazioni e dei servizi di retro

sportello, se non proprio di tipo ammi-

nistrativo. Le gare al massimo ribasso

per il primo appalto e la riduzione del

5% del secondo, stanno producendo

situazioni paradossali.

La Ditta che si dovrebbe assicurare l'ap-

palto delle pulizie lo fa con un importo

che non copre neanche gli stipendi dei

70 lavoratori. Se a pensar male si fa

peccato spesso ci si indovina. Delle 2

l'una, o non pagheranno gli oneri contri-

butivi o ridurranno il numero degli ad-

detti, creando disoccupazione in perso-

ne già fragili e sottopagate.

La seconda, a seguito di indicazioni

aziendali, anzichè ridurre il reddito da

rischio d'impresa ha ridotto le prestazio-

ni e il conseguente salario delle lavora-

trici, proponendo inoltre la riduzione

unilaterale di ferie e permessi. Quindi,

meno salario e meno diritti. Ma ancor

più grave per l'utenza si sono dimezzati

gli operatori presenti ai CUP. Per fare

un esempio al Grassi si passerà da 4

sportelli attivi a 2, lo stesso vale per il

CUP del S.Agostino, mentre a Casal

Bernocchi si passerà da 3 sportelli a 2.

Dalla riduzione no sarà esente neanche

il comune di Fiumicino dove a Via

Coni Zugna, nel pomeriggio gli sportel-

li attivi passeranno da 2 a 1. Morale

della favola, se così vogliamo chiamare

questo incubo, i cittadini per fare una

prenotazione, che spesso si avrà tra

8/10 mesi, dovranno fare file di ore per

l'assenza degli addetti. Grazie MONTI

e ancor di più grazie FORNE-

RO..............OPPURE VENDOLA

Spending Review: Nella ASL RM Sinonimo di Licenziamenti e Riduzione Servizi di Eugenio Bellomo

La Nostra Scuola il Nostro Futuro di Maurizio Carrozzi

Il mondo della

scuola è in grande

fermento, studenti,

insegnanti e genitori

hanno cominciato a reagire

alle politiche di tagli e di

smantellamento del servizio

pubblico. Un fenomeno nuo-

vo, una luce di speranza ri-

spetto al clima di grande ma-

lumore e al contempo di di-

sgregazione che caratterizza

la vita sociale del nostro pae-

se affaticato e s….fiorito. Gli

studenti hanno cominciato a

far sentire forte il loro disa-

gio, arrivando ad occupare

molti istituti in Italia, con

modalità antiche ed al con-

tempo nuove, circondati dal

consenso e dalla simpatia dei

cittadini che hanno fatto a

gara a far sentire la loro soli-

darietà. Questa è la prima

importante novità la capacità

alla solidarietà, sembrava

ormai dimenticata in questo

paese che pareva tornato ad

essere il paese dei mille cam-

panili e delle mille corpora-

zioni. La mancanza di solida-

rietà che ha lasciato appassi-

re e spegnersi

nell’indifferenza tante batta-

glie del mondo del lavoro ora

è ricomparsa e accende spe-

ranze. L’altra importante

novità è l’origine di questa

mobilitazione: le periferie.

Sono state le scuole di

Ostia a mobilitarsi per

prime e con più forza.

Proprio Ostia, model-

lo urbanistico di peri-

feria destrutturata

socialmente, è stato

teatro di una mobilita-

zione che ha coinvolto

studenti insegnanti e

genitori e che non ha lasciato

indifferente un quartiere che

ha espresso attivamente soli-

darietà e partecipazione. I

Giovani di queste periferie,

hanno voglia di esser prota-

gonisti, e propongono un

cambiamento con una gerar-

chia capovolta nei fatti, dove

il centro opportunità, resta

silente e sono protagonisti la

voglia di futuro dei giovani,

delle periferie. Anche i pro-

fessori hanno mostrato una

capacità di mobilitazione

unitaria attenta e consapevo-

le. Una forza che si è aggre-

gata contro la proposta di

aumento delle ore di insegna-

mento dalle attuali 18 alle 24

proposte, che ha come unico

obiettivo quello di diminuire

il numero degli insegnanti

tagliando drasticamente le

opportunità di lavoro per i

precari e per i giovani laurea-

ti e che peggiora gravemente

la qualità dell’offerta forma-

tiva per i nostri giovani. Con-

tro gli ulteriori tagli alla

scuola pubblica e al contem-

poraneo finanziamento delle

scuole private di 258 milioni

di euro a fondo perduto. Una

mobilitazione che riesce a

fondere le giuste rivendica-

zioni sindacali dei riconosci-

menti economici e profes-

sionale e che al contempo

difende con orgoglio e

caparbietà la natura pub-

blica e indipendente della

scuola italiana. Anche in

questo caso la capacità di

mobilitazione ci ha piace-

volmente sorpreso: Flash

Mob organizzati quasi

quotidianamente al mini-

stero nei quartieri, come

quello promosso proprio

dagli insegnanti delle

scuole superiori di Ostia

che a Piazza Anco Marzio,

salotto elegante della citta-

dina balneare, hanno pro-

posto un confronto con i

cittadini, studenti e genito-

ri del territorio; La grande

capacita di mobilitazione

unitaria e alla partecipa-

zione di massa che li ha

visti protagonisti alla ma-

nifestazione in difesa della

scuola pubblica del 10

novembre, sono una gran-

de speranza per ricostruire

nel paese uno spirito col-

lettivo unitario.

Page 5: Partecipazione anno I  numero 2

5 Partecipazione Partecipazione

Marchionne annuncia il

rilancio della FIAT in

Italia, è il secondo annun-

cio dopo quello di un an-

no fa, e a fare da clak

CISL UIL UGL e altri sindacatini

gialli, la FIOM CGIL è fuori, non

invitata, stride questa immagine, che

viene dal passato remoto, quella di

una rappresentanza dei lavoratori non

legittimata dai lavoratori ma dal

“Padrone” . Termine antico e rimosso,

occultato e espulso, o meglio mistifi-

cato dalla faccia da ragazzino del

rampollo della famiglia Agnelli e dal

maglione girocollo di Marchionne.

Ma quanto è forte la forza delle im-

magini, un maglione girocollo può

confondere tanto da non far ricono-

scere la vera natura di un padrone

prepotente ed arrogante.

Quanto è profonda la perdita di me-

moria e di coscienza di se della socie-

tà italiana da non farci più riconosce-

re, da non distinguere più la nostra

identità e con essa i nostri diritti.

Quanto è violenta per i lavoratori

l’immagine del sindacato più grande e

rappresentativo dei lavoratori messo

alla porta e sostituito da sindacatini

finti e festanti a dare credibilità ad un

progetto vago e fumoso che dietro

tante parole da solo la certezza della

fusione con la Crysler. Il giorno dopo

la grande festa di cartapesta, in cui

tutti fanno finta di credere al grande

progetto di rilancio, ecco la vera fac-

cia di Marchionne.

Il maglio-

ne giro-

collo fa da

cornice ad

un ringhio

aggressi-

vo e catti-

vo ed osti-

nato., Con

la forza

del ricatto e con la prepotenza del

ricattatore, si oppone all’ingresso del

“Diritto” nelle “sue” fabbriche. Con

testardaggine persegue il suo obbietti-

vo: la cancellazione di diritti dei lavo-

ratori e con essi attacca il Paese inte-

ro, la sua storia le sue conquiste.

Questo persegue attraverso l’attacco

alla FIOM, alla discriminazione dei

suoi iscritti, al loro licenziamento. Il

giorno in cui perde l’ennesima causa

e deve riassumere i 19 lavoratori di

Pomigliano licenziati perche iscritti

FIOM, con la cattiveria ed il ringhio

che il maglione girocollo non riesce a

nascondere licenzia per rappresaglia

altri lavoratori. Marchionne ci fa rive-

dere immagini, rivivere atmosfere che

pensavamo archiviate nei ricordi in bianco

e nero e nelle immagini color seppia, ci

riporta alle atmosfere degli anni cinquanta,

quando era uno scandalo pensare che un

operaio potesse avesse un figlio dottore. Il

suo vero obbiettivo è

chiaro, la cancellazione

dello stato di diritto, la

cancellazione delle con-

quiste sociali, la cancella-

zione dell’uguaglianza

anche solo formale. Il

ritorno ad una Italia orga-

nizzata in caste, violente-

mente autoritaria.

Eccola la modernità del moderno Mar-

chionne : Il luogo di lavoro come luogo di

pena. In questa modernità si continua a

pagare una colpa antica, quella di essere

lavoratori e figli di lavoratori. Il destino è

il lavoro come pena eterna ed il figlio ,

per quanto laureato resta un figlio di un

lavoratore, e se ha delle aspirazioni è solo

un “choosy”. Per questo ritorno al passato

camuffato da modernità, c’è ancora qual-

che apprendista stregone della politica

italiana disposto a spendersi, ancora oggi

cercano di spacciare questa merce contraf-

fatta per riformismo. Ma come Geppetto

diceva pinocchio, le bugie hanno le gam-

be.

sul reddito minimo garantito. Niente di

più facile che scambiarla per una pro-

posta da “dilettanti della politica”, ide-

alisti, sognatori; Se non facciamo at-

tenzione nel presentarla, presteremo il

fianco a facili critiche come: incorag-

giamo il parassitismo e il lavoro nero

(basta non risultare occupati e si perce-

pisce il reddito indebitamente), inoltre

va definito chiaramente l'ambito di

applicazione del reddito minimo garan-

tito e del sussidio di disoccupazione,

auspicabilmente rivedendo strumenti

come la Cassa Integrazione, troppo

spesso un modo per socializzare le

perdite e privatizzare profitti. In sintesi,

bisogna essere “bravi”, oltre che seri,

onesti e tenere a bada lobbies varie

dentro e fuori i Palazzi, o i nostri con-

tenuti passeranno in secondo piano.

Vincere le prossime ele-

zioni è importante. Bana-

le ? Forse. Scontato ?

No.

La Sinistra nelle sue va-

rie forme e componenti ha dimostrato nei

decenni una sorprendente abilità nel far

male a se stessa, le prospettive del post-

berlusconismo sono indubbiamente favo-

revoli, ma i nostri contenuti e valori, po-

tenzialmente vincenti, vanno declinati in

modo da convincere i cittadini trasversal-

mente agli schieramenti e da fornire un

antidoto alla delusione e alla ricerca di

soluzioni facili come il Grillismo o il

tecnicismo contrapposto alla politica;

Faccio un esempio concreto: la campagna

Il Lupo Marchionne e la Favola della Modernità di Maurizio Carrozzi

Vincere è Importante di Marco de Lindemann

Page 6: Partecipazione anno I  numero 2

6 Partecipazione

tuttavia i media ci hanno ormai abituati

al fatto che sono fenomeni che si ripre-

sentano con ciclicità ogni anno durante

le stagioni quando la pioggia è più inten-

sa, fino a farci maturare la convinzione

che le cause riguardino condizioni matu-

rate nel passato, effetti di un dissennato

utilizzo del territorio. E’anche così, ma

in realtà il dissennato utilizzo del territo-

rio è una costante che ogni giorno in

Italia vede la cementificazione di 75

ettari di territorio. In questi progetti dif-

ficilmente si tiene conto dell’elemento

più importante che è la fragilità stessa

del nostro territorio. Nella realizzazione

di tali progetti sono latitanti le adeguate

opere di prevenzione e l’obbligatorietà a

costanti interventi di manutenzione, in

particolar modo nelle aree e dove da

tempo non si esercitano più attività agri-

cole e forestali o dove si è intervenuti

sugli alvei fluviali con soluzioni che

hanno favorito meccaniche rigide di

cementificazione (non tenendo conto

dell’impatto con il fondo valle) piuttosto

che la dinamica delle acque. La crescita

demografica ed il pesante incremento

dell’urbanizzazione sono alcune fra le

cause che hanno contribuito a determi-

nare lo sconvolgimento dell’equilibrio

idrogeologico del territorio, ma son fe-

nomeni incontrovertibili, strettamente

legati fra loro. Molto più determinante al

fine del grave dissesto idrogeologico, è

stato l’abuso dove incremento

dell’urbanizzazione è significato ce-

mentificazione selvaggia, speculazione

Quando si parla di

dissesto idrogeologi-

co vengono subito

alla mente le imma-

gini che ci passano

attraverso i servizi dei Tg che ci rac-

contano di tragedie, ora dovute a pro-

cessi d’erosione, ora a frane, ora ad

alluvioni o a piogge particolarmente

intense. Ma per essere più precisi, in

considerazione dello spazio che ab-

biamo, bisognerebbe distinguere che

ci sono due elementi presenti nei fe-

nomeni che hanno origine dall'azione

dello scorrimento delle acque superfi-

ciali e sotterranee. quello geologico

che si e si manifesta evidenti attraver-

so l'erosione torrentizia e le frane e

quella idrologico che rappresenta

l’inadeguatezza della rete di drenag-

gio, sia naturale che artificiale. Tali

fenomeni hanno contribuito a modi-

ficare il territorio, sia in tempi passati

di cui non si conserva memoria, sia in

epoche a noi più vicine di cui si ha

ancora ricordo per gli effetti distrutti-

vi che hanno duramente condizionato

la vita degli abitanti. Mentre scorrono

le immagini delle “catastrofi natura-

li”, la sera, ci assale l’angoscia, un

sentimento di partecipazione reale,

che, ciò nonostante, non ci allontana

dalle cose di tutti i giorni: la cena

serale e le consuetudini che caratteriz-

zano la fine della giornata. Sono im-

magini crude quelle che ci raggiungo-

no mentre ci prepariamo per la cena,

edilizia, abusivismo e asporto dal territorio

di milioni di tonnellate di inerti (marmi,

pietre, argille, sabbie e altro) asporto spesso

illegale. Ne consegue che alla oggettività

di un territorio che cambiava sotto la richie-

sta di spazi abitativi non è seguito il ne-

cessario adeguamento delle infrastrutture,

tali da rendere idonee alla vita le aree utiliz-

zate. La constatazione che se risulta è che

il territorio cambia in continuazione ma a

questa evoluzione non segue il necessario

adeguamento delle infrastrutture. Ne c’è la

volontà o un progetto di mettere in cantie-

re tale adeguamento. Nulla, quindi, può

escludere il ripetersi di questi eventi. A

Roma l’urbanizzazione si è sviluppata su

aree ad alto rischio esondazione o allaga-

mento come in alcune località del XIII°

municipio che è quello che viviamo da vici-

no come cittadini: Ostia Antica, Casal Ber-

nocchi, Stagni di Ostia e Infernetto per arri-

vare all’assurdo del villaggio Africa, vicino

Ostia Antica, dove le case sono state co-

struite sotto il livello del mare. Ciò nono-

stante il comune sta già “forzando” per

avviare progetti di costruzioni su terreni

agricoli, sulla base del piano regolatore

generale dell’housing sociale, anche dove

il piano regolatore aveva previsto una più

bassa cementificazione per rispetto di moti-

vi urbanistici: nella zona della Longarina,

ad esempio, il piano regolatore poneva

8mila metri cubi come limite, mentre il

nuovo bando comunale pone il limite a

459mila, a danno degli oltre 10 ettari so-

pravissuti alle precedenti aggressioni.

Riflessioni sul Dissesto Idrogeologico di Edgardo Signoretti

Page 7: Partecipazione anno I  numero 2

7 Partecipazione

Inviate articoli, suggerimenti, foto notizie a [email protected]

Come rendere più facile la vita a molti

cittadini con pochi soldi, non è una

barzelletta è una cosa reale, che attra-

verso la partecipazione, raccolta di

firme, numerosi cittadini hanno propo-

sto ai partiti e a chi per loro li rappre-

sentava nella pubblica amministrazio-

ne, per primo il Municipio, ma che è

rimasta lettera morta, anzi sepol-

ta. !!!!

Sto riproponendo l’idea di aprire

la stazione di Ostia Antica anche

dal lato di Via di Castel Fusano,

esattamente l’ingresso adiacente

le mura del Cimitero.

Molti anni fa, fu fatto un sopral-

luogo con un responsabile della

ferrovia, il quale espresse un pa-

rere tecnico favorevole, , condivi-

se l’opportunità dell’intervento e

dichiarò che la spesa sarebbe sta-

ta molto contenuta-

Il municipio all’epoca accolse la propo-

sta, ma poi non se ne è più saputo nul-

la, i partiti sono cambiati, il colore

dell’amministrazione pure e la stazione

è rimasta così. Il guaio è che anche i

cittadini sono rimasti con gli stessi pro-

blemi, anzi ancora peggio, sia perché

erano orgogliosi di aver condiviso un

progetto per loro utile, sia perché negli

anni le problematiche si sono intensifi-

cate e l’ amministrazione non ha fatto

nulla, ma proprio nulla!!!!!!!!

Ma io credo che quando si è convinti

che un’idea è buona bisogna essere

testardi, bisogna continuare a portarla

avanti finchè qualcuno o la realizza o

dimostra che è improponibile.

La proposta è la seguente:

esiste una strada ed un cancello che

collega l’area adiacente al Cimitero

all’area della ferrovia Roma Lido.

Realizzando da tale cancello alla ban-

china della ferrovia , un percorso pedo-

nale ed una scala si arriva alla banchina

direzione Ostia, il percorso pedonale

non attraversa nessun tipo di binari ed è

completamente nell’area della ferrovi-

a.; potrebbe essere realizzato con basamenti

di cemento e pannelli di rete,(elementi pre-

fabbricati già esistenti sul mercato e la scala

in metallo, in tal modo non ci sono interven-

ti di notevole costo e sono all’emergenza

rimovibili.) La banchina direzione Ostia è

provvista di ascensore e tettoia, quindi è

possibile porvi l’attrezzatura per convalida-

re i biglietti.

Questo è l’intervento , vediamo ora i van-

taggi:

I cattadini di Longarina e Stagni po-

trebbero evitare l’incrocio della via Ostiense

d i mi n u e n d o c o s ì n o t e v o l me n t e

l’intasamento al semaforo, soprattutto nelle

ore di punta.

Le linee dello 011 e 018 potrebbero

finalmente avere il capolinea vicino alla

stazione, insieme all’attuale capolinea dello

C19

Evitando così ai cittadini di Ostia

Antica, Saline, Longarina e Stagni di dover

percorrere il cavalcavia per recarsi alla sta-

zione.( basta essere un po’ più anziani, ave-

re un bagaglio pesante o un passeggino e già

si deve prendere la macchina)

L’uso dell’automobile sarebbe così

notevolmente ridotto con vantaggi economi-

ci per gli utenti e vantaggi notevoli sia per il

traffico che per l’inquinamento che ne con-

segue.

L’utilizzo di meno autovetture risolve-

rebbe anche il problema dell’insufficiente

parcheggio della stazione

La grande propensione della po-

polazione all’uso della bicicletta fareb-

be si che potendo evitare il pericoloso

percorso della via Ostiense molti più

utenti si recherebbero alla stazione con

essa.

Inoltre avendo il capolinea al Cimitero

della linea 011 , che passa da Ostia

Antica adiacente alla fermata della

linea 04 che fa lo stesso percorso della

linea 069 questa potrebbe essere spo-

stata dall’Infernetto al Cimitero con-

sentendo così un servizio ulteriore per

i cittadini di quel quartiere. Natural-

mente questa è la proposta di un grup-

po di persone che la politica la vedono

come partecipazione, che circa dieci,

si dico dieci anni fa ha condiviso con i

cittadini questa scelta, che ha raccolto

le firme, che ha visto approvare la

proposta, ma che ha poi visto il nul-

la…. Deve essere sempre valido il

fatto che ogni volta che si cambia am-

ministrazione si butti tutto ciò che la

precedente ha proposto? Spendere

decine e decine di migliaia di euro per

faraonici progetti per l’incrocio di O-

stia Antica, che ad oggi è comunque

un caos regolato solo dalla presenza

dei vigili in alcune ore , è un fatto , un

orribile stato di cose

E’ certo che l’incrocio va sistemato, e

la proposta in oggetto non risolve il

problema! Ma cosa costerebbe provare

a migliorarlo con poca spesa? Non

vorremmo che si preferisca la via del-

le grandi opere assai pericolose in

quanto facile preda di clientelismi e

corruzione. Cosa deve ancora succe-

dere in questa nostra Italia perché la

partecipazione sia una realtà e non

solo un’utopia usata solo in campagna

elettorale?

Partecipazione, politica , partiti e pub-

blica amministrazione, un quadrino-

mio che dovrebbe essere vincente per-

ché coordinato e complementare e che

invece da troppo tempo è sinonimo di

contrasti .

La Stazione di Ostia Antica: Un semplice intervento per migliorare la vita ai cittadini

di Anna Grazia Barsanti

Circolo SEL Casa della Sinistra, Comitato “Municipio XIII per Nichi” , Via Marcello Pucci Boncampi 59

Lido di Ostia, Roma. Vi Aspettiamo.

Page 8: Partecipazione anno I  numero 2

8 Partecipazione

E’ paradossale, ma

quella stessa politica

che ha disintegrato la

ricerca scientifica, la

scuola e le Universi-

tà, solo quelle pub-

bliche naturalmente, oggi si schiera a

favore della scienza dopo una sentenza

della Magistratura dell’Aquila. Nessuno

ha frenato gli istinti, parlamentari e gior-

nalisti sono saltati alla gola della Magi-

stratura, paragonando addirittura i giudi-

ci dell’Aquila al tribunale

dell’inquisizione che condannò Galileo

Galilei. I difensori d’ufficio non si sono

certo risparmiati, hanno attaccato i giudi-

ci accusandoli di volersi, anche, sostitui-

re agli scienziati. “Non si possono preve-

dere i terremoti” tuonano i Perry Mason

de noantri, “Adesso gli scienziati avran-

no paura di fare qualsiasi valutazione”

scrivono gli aspiranti al Premio Pulitzer,

tutto ovviamente senza entrare nel meri-

to del processo e senza conoscere le mo-

tivazioni della sentenza. Una cosa però è

nota, conosciamo il contenuto delle con-

versazioni avvenute fra Bertolaso e i

responsabili della “commissione grandi

rischi”, contenuto che nessuno dei novel-

li avvocati si ricorda di citare. La

“commissione grandi rischi” dipende

direttamente dalla Protezione Civile, ed

è nominata dalla Presidenza del Consi-

glio dei Ministri. Quando Bertolaso,

capo della Protezione Civile all’epoca

dei fatti, ha alzato il telefono ed ha

indicato agli scienziati nominati dal

Governo la linea mediatica da segui-

re, lo ha fatto perché anch’egli è uno

scienziato, oppure ha esercitato del-

le pressioni per evitare di dover met-

tere in moto una costosa, magari del

tutto inutile, operazione per la messa

in sicurezza delle persone ? Gli

“scienziati” della commissione

grandi rischi hanno dato più credito

alle indicazioni di Bertolaso piutto-

sto che alle indicazione del CNR,

secondo le quali un evento sismico

sarebbe potuto accadere con una

probabilità del 30%. Il capo ha sem-

pre ragione, diceva il saggio. Questa

vicenda racconta inequivocabilmen-

te che gli esperti si sono comportati

in maniera ossequiosa verso il pote-

re che li ha nominati, hanno preferi-

to lasciarsi strumentalizzare dal

“capo” piuttosto che esercitare il

loro ruolo in modo indipendente e

autonomo. Questi “illustri scienzia-

ti”, nominati nella commissione

grandi rischi, hanno scelto di piegar-

si alle richieste del potere, senza se e

senza ma, proprio per non correre

rischi. I Giornali poi hanno messo il

fiocco sul pacco, titoli e articoli

scritti unicamente per indurre nel

lettore l’idea che la Magistratura

italiana ha condannato la scienza

solo perché non è in grado di preve-

dere i terremoti. Questo comportamento

ha avuto i suoi effetti all’estero dove la

comunità scientifica, leggendo le nostre

principali testate giornalistiche e creden-

dole autorevoli, ha gridato allo scandalo.

Del resto i membri di questa commissione

corrono grandi rischi: rischiano di perdere

la nomina se Palazzo Chigi non la rinno-

va. E’ di questo asservimento degli scien-

ziati alle esigenze politiche che dobbiamo

parlare se abbiamo veramente a cuore

l’indipendenza della scienza e se voglia-

mo salvaguardarne il suo ruolo propulsivo

nella società. Il ruolo della scienza non è

né dogmatico né fatalistico, anche se nella

nostra società si tende inesorabilmente

verso questa banalizzazione, il suo compi-

to universale è quello di esprimere dubbi e

perplessità. Smarrire la rotta e piegarsi

alle logiche del potere significa perdere

l’indipendenza, significa perdere

l’autorevolezza. La scienza per essere

considerata autorevole deve essere credi-

bile, pertanto deve essere autonoma e libe-

ra da ogni condizionamento. Quelle tele-

fonate di Bertolaso, quei contenuti, sono

l’ennesima testimonianza che fin quando

nel nostro paese non ci sarà una legge sul

conflitto di interessi, non ci sarà possibili-

tà di futuro.

Buona Fortuna a Tutti Noi.

Commissione Grandi Fischi di Marco Possanzini

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