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Anno XVI - n.163 Giugno 2009 Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 Annuale 2009: i Reparti schierati rendono gli onori al Gonfalone dell’Anppe

Polizia Penitenziaria - Giugno 2009 - n. 163

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Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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Anno XVI - n.163 Giugno 2009

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Annuale 2009:i Reparti schierati rendono gli onori al Gonfalone dell’Anppe

Direzione Generale:Via Antonio Pacinotti, 73/81

Roma - tel.06.55381111www.cessioniquintostipendio.it

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La Copertina

La delegazione ANPPE sfila con il Gonfalone all’Annuale del Corpo di Polizia Penitenziaria(foto M.Adolini)

il Sommario

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

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PUO’ VERSARE UN CONTRIBUTO DI SPEDIZIONE PARI A 20,00 EURO,

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POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & Sicurezza

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L’EDITORIALEI Reparti rendono gli onori al Gonfalone dell’ Anppedi Donato Capece

IL PULPITOUn po’ Paperissima, un po’ Scherzi a partedi Giovanni Battista De Blasis

IL COMMENTOUna Festa nell’emergenzadi Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIO POLITICOContinua la protesta dei sindacatidi Giovanni Battista Durante

LE FIAMME AZZURREI cinque principi ONU per gli anziania cura di Lionello Pascone

LO SPORTAstrea: una tranquilla conferma...di Lara Liotta

OPINIONIQuando i clandestini eravamo noidi Aldo Maturo

Organo Ufficiale Nazionaledel S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XVINumero 163Giugno 2009

Direttore ResponsabileDonato [email protected]

Direttore EditorialeGiovanni Battista De Blasis [email protected]

Direttore OrganizzativoMoraldo Adolini

Capo RedattoreRoberto Martinelli

Comitato di RedazioneNicola Caserta Umberto Vitale

Redazione PoliticaGiovanni Battista Durante

Redazione SportivaLara Liotta

Progetto Grafico e impaginazione © Mario Caputi (art director)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Sito Web: www.sappe.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionalidi: “Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza”

RegistrazioneTribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

StampaRomana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 3700030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare:Giugno 2009

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

Donato CapeceSegretario Generale Sappe

[email protected]

Direttore Responsabile

Annuale del Corpo 2009I reparti schierati rendono onore al

Gonfalone dell’Anppeon si può certo dire che la ceri-monia celebrativa solenne dellaFesta del Corpo di Polizia Peni-tenziaria sia stata quest’anno un

successo: forse solo la coreografia, unicaal mondo, ha dato risalto alla manifesta-zione. Non è avvenimento ordinario ammi-rare, in una giornata sfolgorante di sole,l’Arco di Costantino con alle spalle il Co-losseo, vale a dire molti secoli di storia inun colpo solo. Una manifestazione all’ariaaperta, non relegata all’Aula magna dellaScuola di Roma, con una affluenza di pub-blico considerevole e onorata dalla pre-senza delle più alte cariche dello Stato:nella circostanza, però, troppe incon-gruenze - assenza delle organizzazioni sin-dacali a parte - più o meno marcate e visibili sia sotto il profilodella organizzazione sia nelle articolazioni della cerimonia.Un discorso esclusivo merita la partecipazione del Gonfalonedell’Associazione Nazionale della Polizia Penitenziaria (ANPPe)che, per la prima volta, ha fatto parte integrante dello schiera-mento e ha sfilato unitamente ai Reparti, con gli onori dovuti.E di tale intervento non si deve assolutamente ringraziare il Di-partimento che, ancora una volta, aveva ignorato l’ANPPe e, so-prattutto i pensionati del Corpo degli Agenti di Custodia e delCorpo di Polizia Penitenziaria, che ne costituiscono fondamen-talmente la struttura. Infatti, come nel passato, il dipartimentoha inviato all’ANPPe cinque giorni prima della manifestazione,un biglietto d’invito per un posto in tribuna, alla stregua diquelli consegnati ai tanti ospiti, ignorando il valore istituzionaledell’Associazione; ignorando il DPR 14 luglio 2008, con cuisono stati riconosciuti all’ANPPe ufficialmente lo stemma e ilGonfalone. Assurdi, in proposito, i chiarimenti forniti dall’Ufficio del Ceri-moniale e della Rappresentanza del DAP, che, per giustificareuna macroscopica carenza, ha ritenuto che in quell’invito fosseimplicito l’inserimento dell’ANPPe e del Gonfalone nello schie-ramento, comprensivo, quindi dell’alfiere e della scorta: untentativo tardivo di recuperare una situazione deprecabile. Non è possibile assistere ancora a questa totale indifferenza delDAP nei confronti dell’ANPPe.

Dopo aver rinnovato lo Statuto e aver prov-veduto al nuovo assetto dei quadri rappre-sentativi a livello nazionale e periferico,formalizzati in un Congresso, nel decorsomese di dicembre 2008, a cui sono inter-venuti anche i vertici del DAP, è stata richie-sta la tutela del Ministero della Giustizianei confronti dell’Associazione, analoga-mente a quanto in essere per la altre Asso-ciazioni similari delle Forze Armate e delleForze di Polizia, interessando direttamenteil Gabinetto dell’On.le Ministro. Ma dopocinque mesi dall’istanza, non vi è ancorariscontro: tutto fa pensare e non in modopretestuoso, a qualche ostruzionismo delDipartimento, per non dire a una specie diboicottaggio. Se così fosse, si ravvisano gli

estremi di una pseudo-guerra fratricida, su base amministrativa,senza che il DAP si renda conto di quanto valore e prestigio as-sumerebbe l’Amministrazione stessa riguardo all’immagine ealla rappresentatività grazie ad una presenza dell’ANPPe auten-tica e concreta, su tutto il territorio. Tali argomentazioni, peraltro, restano avallate anche da un’ul-teriore indifferenza del DAP ad assumere determinazioni dopoun incontro specifico che ha avuto luogo nei primi giorni dimaggio, finalizzato ad un’analisi di problematiche che nonavrebbero alcuna difficoltà ad essere positivamente accolte. La dimenticanza, o meglio la non considerazione del Gonfaloneassociativo, alla cerimonia più importante e significativa del-l’anno non può non suscitare sentimenti di sconforto, dal mo-mento che quei colori, quello Stemma, quel Drapporacchiudono simbolicamente l’eroismo e il sacrificio dei Cadutie sono una testimonianza tangibile e permanente dell’impegnodella professionalità, della solidarietà di tutto il personale delCorpo, nell’arco della sua storia.Speriamo che quanto verificatosi in occasione della Festa del17 giugno 2009 serva a richiamare definitivamente l’attenzionesull’ANPPe, sugli oltre 3.000 iscritti, sul personale in quie-scenza del Corpo, esaudendone le legittime aspettative e col-locando l’Associazione in una dimensione di rilievo e in unaposizione di rispetto, dai contenuti ineludibili di valore e dirappresentatività

L’Editoriale

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Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

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Il Gonfa-lone del-l’Anppe

sfila all’Annuale

2009

Giovanni Battista De BlasisSegretario Generale Aggiunto [email protected]

Direttore Editoriale

Annuale del Corpo 2009Un po’ Paperissima,

un po’ Scherzi a parte

a qualche giorno in qua, negli am-bienti televisivi di Mediaset si rin-corrono voci di corridoio per lequali Antonio Ricci sarebbe inte-

ressato allo staff del cerimoniale del DAP,al quale vorrebbe offrire l’organizza-zione della nuova stagione di Paperis-sima o di Scherzi a parte.Le ragioni ? Sembrerebbe che lo stessoRicci abbia molto apprezzato l’aspetto co-mico dell’organizzazione della Festa delCorpo della Polizia Penitenziaria.Indubbiamente, pur non essendo un ad-detto ai lavori, debbo ammettere che que-st’anno siamo riusciti ad inanellare unalunghissima serie (quasi da record) digaffes, lapsus ed equivoci.In realtà, va detto che la performancedegli organizzatori è iniziata già nelle fasipreliminari alla Festa vera e propria.

All’interno della Scuola di via di Brava aRoma, dove si è svolto l’addestramentodel personale da impiegare nella cerimo-nia, abbiamo assistito a vere e propriegags, degne della migliore tradizione deifilms di Natale dei fratelli Vanzina.Dalle esercitazioni di un presunto repartoanti-sindacati in assetto antisommossa,alle grottesche conseguenze di una lanciodi prova dei lacrimogeni che, quasi come

nel film Le comiche del duo Boldi-Poz-zetto, ha costretto all’evacuazione un in-tero edificio della vicina Banca Nazionaledel Lavoro per gli effetti del gas sprigio-nato. Dall’impiego di 80 (ottanta!) autisti perle esigenze organizzative dello staff, allospiegamento del doppio delle forze ne-cessarie, 250 allievi agenti a fronte deicirca 150 schierati ( perché “non si samai...”). Dall’invio di un invito generico all’Asso-ciazione Nazionale Polizia Penitenziaria,per una persona sul palco laterale che,successivamente, si intendeva valesse“per il Presidente, per il Gonfalone, perl’Alfiere e per due accompagnatori”,fino alla precettazione del personale perriempire i palchi vuoti.Poi, il giorno della Festa... Si inizia con la

dimenticanza delle Au-torità di via Arenula(Sottosegretari, Capo evice Capi di Gabinettoe Capi Dipartimento)che, lasciate dalle loroscorte ai Fori Imperialiper ordinanza del Sin-daco, si sono dovuteincamminare senzaaccompagnamento ein ordine sparso verso

l’arco di Costantino, tra turisti giapponesie figuranti vestiti da antichi romani. (Equesto avrà sicuramente alimentato il ma-lumore di chi per antipatia nei confrontidi Franco Ionta voleva addirittura diser-tare la cerimonia). Poi la sistemazione di comparse sul palcodelle autorità dove abbiamo potuto am-mirare anonimi colleghi e cittadini qua-lunque a fianco di Alte Autorità istituzio-

nali e a pochi passi dal Capo dello Stato.A seguire tutti ad ascoltare, in diretta na-zionale sulla Rai, le inverosimili discor-danze negli interventi del Ministro e delCapo del Dap (ma anche nei dati ufficialidiffusi dallo stesso Dap) sulla presenzadei detenuti nelle carceri (con Alfano chene dichiara nientemeno che 6.300).Infine, come una ciliegina sulla torta dipanna alla Buster Keaton, il Capo del Dap(che si autodefinisce Capo della PoliziaPenitenziaria) Franco Ionta che abban-dona il palco (seguito da quasi tutti i pre-senti) prima di rendere i dovuti onori allabandiera del Corpo ed ai Gonfaloni pre-senti.Beh, non vedo cosa altro sarebbe potutosuccedere per trasformare l’annuale2009 in un format delle famose trasmis-sioni di Antonio Ricci.Mi domando se davvero il cognome diqualcuno è soltanto una casuale omoni-mia...In conclusione, e scherzi a parte, nonposso non esprimere, invece, tutta la miaammirazione per l’impeccabile professio-nalità dimostrata dai colleghi schierati neiReparti che con la propria abnegazionehanno onorato le uniformi che indossa-vano.

il Pulpito

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Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

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Nelleimmagini, i loghidelletrasmis-sioni Mediaset

Roberto MartinelliSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Capo Redattore

Una Festa nell’emergenza

i è svolta a Roma il 17 giugnoscorso, sotto la prestigiosa cor-nice dell’Arco di Costantino,l’annuale Festa del Corpo di Po-

lizia penitenziaria, che ha celebrato il192° anniversario di fondazione. UnaFesta coincisa quest’anno con un sovraf-follamento penitenziario allarmante, mairegistrato nella storia della Repubblicaitaliana: i 206 penitenziari italiani stannoletteralmente scoppiando, con 63.350detenuti (di cui circa il 40% stranieri),contro una capienza regolamentare di43.262 posti e una tollerabilità di63.568. Sovraffollamento drammaticoche ricade principalmente sulle donne egli uomini del Corpo, quotidianamenteimpegnati nella prima linea delle se-zioni detentive e nel trasporto dei dete-nuti, con mille difficoltà e gravementesotto organico. Personale al quale, neltradizionale e molto apprezzato messag-gio arrivato dal Quirinale in occasionedella Festa nazionale, il Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano haespresso «il più sentito ringrazia-mento», ricordando il difficile compitoche svolgono gli agenti, impegnati alla si-curezza e alla rieducazione in una situa-zione spesso caratterizzata da«sovraffollamento e tensioni». «Sono lieto di esprimere, a nome dellaNazione e mio personale, il più sentitoringraziamento alle donne e agli uo-mini della Polizia Penitenziaria chequotidianamente, con vivo senso diappartenenza alle istituzioni demo-cratiche della Repubblica e di adesioneai valori costituzionali, svolgono ilmeritorio e delicato compito di garan-tire la sicurezza e la legalità negli isti-tuti e contribuiscono, nel contempo,allo svolgimento delle attività rivoltealla rieducazione e al reinserimentodella popolazione detenuta. Nel conte-sto particolarmente complesso dellagestione carceraria – ha scritto ancoraNapolitano - reso ancor più problema-

tico dal fenomeno del sovraffolla-mento, la generosa e altamente profes-sionale capacità di intervento ecoordinamento degli appartenenti alcorpo consente di affrontare le situa-zioni di maggior disagio e tensione ef-ficacemente e con modalitàdifferenziate e flessibili che tengonoconto dei diversi profili e del grado dipericolosità dei detenuti”. Il Presidentedella Repubblica ha ricordato “l’impe-gno, lo spirito di servizio e la capacitàorganizzativa profusi nelle attivitàquotidiane, con turni di lavoro fati-cosi” e le attività di soccorso svoltenelle località dell’Abruzzo colpite dal

recente sisma: il personale della PoliziaPenitenziaria ha meritato la gratitu-dine di quelle popolazioni».C’erano le più Alte cariche dello Stato afesteggiare il 192° anniversario della Po-lizia penitenziaria: c’erano il Capo delloStato, Giorgio Napolitano, i presidenti diCamera e Senato, Gianfranco Fini e Re-nato Schifani, il premier Silvio Berlu-sconi, il Ministro dell’Interno Maroni edovviamente il Guardasigilli Alfano. C’era,accolto con tutti gli onori, il Gonfalonedell’Associazione Nazionale Polizia Peni-tenziaria ANPPE, i pensionati del Corpo.Non c’erano i rappresentati dei cinqueprincipali sindacati degli agenti (tra i

Il Commento

Repartischieratisotto lostemmaaraldico

del Corpo

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quali il Sindacato Autonomo Polizia Pe-nitenziaria SAPPE): pur avendo disdettola manifestazione concomitante con lafesta del Corpo, ci siamo sentiti infattidelusi dall’incontro avuto col Ministro lasera precedente la Festa. Il Guardasigilliha preso la parola dopo l’intervento delcapo del Dap, Franco Ionta, che ha ri-chiamato alla«massima allerta» sui pe-ricoli causati dal sovraffollamentosottolineando la necessità non solo di co-struire nuove carceri ma anche di fareun maggiore ricorso alla misure alterna-tive alla detenzione grazie alle quali i li-velli di recidiva sono dimostratiabbassarsi. Se «in carcere, dove tutte ledinamiche e i conflitti sono esasperati,il controllo e la gestione delle pulsionie dei conflitti e’ la base su cui poggiail sistema della sicurezza», allora «si-curezza è anche garantire adeguatecondizioni di lavoro e di benessere or-ganizzativo per gli operatori della po-lizia penitenziaria. Migliorare ilsistema penitenziario – ha ricordatoIonta - è un obiettivo da realizzare,anche con la previsione di una aper-tura maggiore alle misure alternativealla detenzione». Cosa che il SAPPEpropone da anni, da ultimo nel 2006contestualmente all’approvazione dell’in-dulto, ma sistematicamente disattesodalla classe politica. Infatti, «la certezzadella pena è certamente un principioindiscutibile – ha premesso il Capo Dap- ma bisogna comprendere anche unapena flessibile sostiene il cambia-mento della persona condannata ed èun valido strumento deflattivo dellepresenze nelle carcere, con ricadutepositive sui livelli di vivibilita’ dellecarceri. E’ necessario procedere aduna revisione dell’organico della Poli-zia Penitenziaria, allo sviluppo dellecarriere, a un recupero e a un riuti-lizzo nei compiti primari della poliziapenitenziaria, che sono quelli della si-curezza e della sua gestione all’internodegli istituti penitenziari». Ha usato la parola allarme anche il mi-nistro Alfano, che delle carceri ha la re-sponsabilità politica e che ha tenuto amettere in evidenza come il Governo dicui fa parte «non intende arretrare diun millimetro sul fronte della sicu-rezza sociale e della certezza della

pena». Piuttosto, verranno costruitenuove carceri, ampliate quelle vecchie esi avvierà un reclutamento straordinariodi agenti. Il ministro della Giustizia vadritto per una strada che non prevede,appunto, «inutili perdonismi», seppurelui stesso sia consapevole dei «livelli diallarme»’ da sovraffollamento, «ancheper l’approssimarsi del periodo estivo». La soluzione è, invece, un piano che – haannunciato - subito dopo i ballottaggidelle amministrative sarà sottoposto alPremier e poi portato in Consiglio dei mi-nistri. L‘obiettivo è la «realizzazione intempi ragionevolmente brevi» di 48nuovi padiglioni che amplieranno le car-ceri già esistenti; la ristrutturazione didue istituti penitenziari; la costruzione exnovo di 24 carceri, anche con «il con-tributo essenziale delle imprese pri-vate» facendo ricorso al projectfinancing. A conclusione di questi interventi – haassicurato Alfano - entro la fine del 2012saranno realizzati 17.891 nuovi postiletto per un costo totale di circa 1,5 mi-liardi di euro. Peccato che nulla, di tuttoquesto, Alfano ha detto ai Sindacati dellaPolizia penitenziaria nell’incontro avutola sera precedente la Festa. Sindacati, in rappresentanza del 95% deiBaschi Azzurri, che hanno infatti stilatoun calendario di proteste in tutta Italiache si concluderanno con una manifesta-zione nazionale a Roma il 22 settembre.Quest’anno, infine, alle Autorità e gliospiti intervenuti alla Festa è stato conse-gnato un gadget davvero originale: unlibro che raccoglie una serie di breveracconti scritti, scelti fra i tanti giunti aseguito del concorso letterario promossodall’Ufficio Stampa e Relazioni Esterne

A fianco la rappre-sentanzadell’Anppecon il Gonfalone

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del DAP. Il libro –Quella volta che… LaPolizia penitenziaria siracconta, 240 pagineper un costo di € 15,00,edito dalla Casa EditriceLaurus Robuffo presso laquale è possibile acqui-starlo - contribuisce a mo-strare i lati umani eprofessionali dei poliziotti penitenziari,che hanno raccontato in prima personail valore, le difficoltà, le emozioni del pro-prio lavoro, anche ricorrendo all’ironia.Racconti caratterizzati da un forte sensodi appartenenza ai Baschi Azzurri; densidi umanità, senso del dovere, spirito diservizio e professionalità. Una bella ini-ziativa, per la quale rivolgo il mio plausoagli ideatori e, ovviamente, agli scrittoriin divisa. ✦

Sopra reparto del GOMschierato e la coper-tina dellibro diracconti

Giovanni Battista DuranteSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Responsabile redazione politica

Continua la protesta dei sindacati della

Polizia Penitenziaria…) Intanto le organizzazionisindacali, in testa in SAPPE,hanno iniziato lo stato di agita-zione sul territorio nazionale,

vista la disattenzione dell’Amministra-zione nelle relazioni sindacali e l’as-senza di una seria politicapenitenziaria. (…)Il mese scorso ci eravamo lasciati conquesta frase. Come era facil-mente prevedibile, vista la di-sastrosa politicapenitenziaria di questo ul-timo anno (ridateci Mastellae Ferrara), la situazione èprogressivamente peggio-rata, fino al punto che le or-ganizzazioni sindacali dellaPolizia Penitenziaria, tranneuna, hanno indetto una seriedi manifestazioni sul territo-rio nazionale; manifestazioniche con ogni probabilità, se non ci sa-ranno iniziative immediate e concrete,culmineranno in una protesta nazionalea Roma il 22 settembre prossimo.E’ opportuno fare un po’ il punto dellasituazione, partendo da dove ci eravamolasciati.Visto il silenzio dell’Amministrazione e,soprattutto, la scarsa attenzione alle re-lazioni sindacali, la maggioranza delleorganizzazioni sindacali ha fatto un sit –in di protesta davanti al Dipartimentodell’Amministrazione penitenziaria, altermine del quale una delegazione è stataricevuta dal Capo del Dap. L’esito dell’incontro non ha soddisfattonessuna delle organizzazioni che hannopartecipato all’incontro, soprattutto perla mancanza di progetti politici che pos-sano dare, nell’immediato, una risposta

concreta alle gravi criticità che affliggonoil sistema penitenziario italiano, bastipensare che in meno di tre anni, cioè dalluglio 2006, data di emanazione del prov-vedimento di indulto, la popolazione de-tenuta è cresciuta di circa trentamilaunità. Se il trend di crescita continuerà ad es-sere questo, nei prossimi quattro anni i

detenuti sfioreranno la soglia dei cento-mila. Quest’ultimo dato ci deve far riflet-tere, soprattutto in relazione al pianocarceri, nel quale è previsto un incre-mento di diciassettemila posti nei pros-simi quattro – cinque anni, attraverso lacostruzione di altri padiglioni e di venti-quattro nuovi istituti penitenziari. Se la matematica non è un’opinione,come sicuramente non lo è, nei prossimiquattro anni dovremmo avere diciasset-temila nuovi posti nelle carceri, in quelleesistenti e in quelle da costruire, e circaquarantamila detenuti in più rispetto aquelli attuali, con un saldo negativo di al-meno ventimila posti mancanti; quindi,tanto clamore per nulla, ammesso, peral-tro, che il piano carceri riesca ad essererealizzato, considerato che dal punto divista finanziario ha la copertura per solo

un terzo della spesa prevista: il governodovrà trovare un miliardo di euro per larealizzazione completa del suddettopiano. A ciò bisognerà aggiungere l’assunzionedi almeno cinquemila agenti, come pe-raltro abbiamo già più volte sottolineato,per far fronte alle nuove esigenze ed aquelle attuali, visto che gli organici del

Corpo di Polizia Penitenziariasono già in grave sofferenza.Detto ciò, torniamo alla cronacadegli ultimi giorni.Dopo il sit – in di protesta e l’in-contro con il Capo del Dap, le or-ganizzazioni sindacali hannoindetto una manifestazione nazio-nale per il diciassette giugno,nell’occasione della festa delCorpo. A ciò è seguita la convoca-zione del ministro della giustiziaper il 23 giugno, ma le organizza-

zioni sindacali hanno confermato la pro-testa, anche in considerazione dellepressanti richieste provenienti dalla pe-riferia.Il Ministro, dimostrando sicuramentesenso di responsabilità istituzionale, haanticipato la convocazione al sedici giu-gno, ma l’esito dell’incontro, come pe-raltro avevamo previsto, non ha dato irisultati sperati, fermo restando l’apprez-zamento per la disponibilità del Ministroe per le parole dallo stesso espresse so-prattutto il giorno dopo, nell’occasionedell’annuale del Corpo.Il giudizio sull’incontro del sedici è statosintetizzato dalle organizzazioni sindacalinella seguente espressione, oggetto di uncomunicato stampa:«Valutazioni critiche per l’inconclu-denza dell’incontro dovute soprattutto

l’Osservatorio

A fiancol’istituto di

Milano San Vittore

(

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

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alla volontà del Ministro Alfano dichiudere a qualsiasi prospettiva di unprogetto condiviso che le OO.SS. ave-vano pure offerto. Riaffermare chel’unica opzione del Ministro e dell’in-tero Governo per deflazionare le criti-cità del sistema penitenziario siaquello di affidarsi al piano carceri nonpuò trovarci concordi. Nel merito e nelmetodo. Pur prendendo atto che il Mi-nistro nel corso della festa del corpocelebrata oggi ha fatto cenno ad unpiano di assunzioni straordinarie cichiediamo come mai questa prospet-tiva, o meglio tale impegno, non ha in-teso rappresentarlo nel corsodell’incontro con le rappresentanzesindacali. Analogamente non pos-siamo non rilevare concrete contrad-dizioni tra le indicazioni del ministrorispetto alla lotta agli imboscati e iprovvedimenti emanati dal DAP. Solonegli ultimi giorni il DAP ha, infatti,

distolto unità di polizia penitenziariaad istituti penitenziari per destinarliad uffici dipartimentali. Inoltre i Se-gretari generali esprimeranno la lorosolidarietà al personale attraverso unaserie di visite che effettueranno il 15agosto in diversi istituti penitenziari.»In un incontro tenutosi il giorno succes-sivo a quello con il Ministro le Organiz-zazioni sindacali hanno individuato ledate ed i luoghi delle manifestazioni dafare sul territorio nazionale.30 giugno – Casa Circondariale San Vit-tore di Milano (Lombardia, Triveneto,Piemonte, Liguria)8 luglio – Casa Circondariale Dozza diBologna (Toscana, Umbria, Marche edEmilia Romagna)21 luglio Casa Circondariale Poggio-reale Napoli (Campania, Calabria, Mo-lise)28 luglio Casa Circondariale Bari (Pu-glia, Abruzzo, Basilicata)

Una vedutadi PalermoUcciardone

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

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7 settembre Casa Circondariale Ucciar-done di Palermo (Sicilia)16 settembre Casa Circondariale Buon-cammino di Cagliari (Sardegna)

22 settembre Manifestazione nazionalea Roma.Adesso tocca al Governo dare delle rispo-ste concrete ed immediate. ✦

Lionello PasconeCoordinatore Nazionale

Anppe

Associazione NazionalePolizia Penitenziaria

I cinque principi ONU

per le persone anzianel XX° Secolo sarà ricordato perquanto riguarda il camminodell’umanità verso il migliora-mento delle condizioni di vita,

per ridurre la mortalità infantile, percontrollare le grandi epidemie - per glisforzi fatti e i successi anche imprevistiraggiunti: viviamo di più rispetto a 50anni fa, la popolazione mondiale con piùdi 60 anni oggi è triplicata e siprevede che in breve tempo su-peri il miliardo, ben oltre il 13.7%dell’intera popolazione mondiale.Ma il tema dell’invecchiamentoarriva tardi alla attenzione delleComunità Internazionali. Solonegli ultimi 20 anni infatti - con laRisoluzione numero 46 del 1991vengono sanciti i Principi delleNazioni Unite per le Persone An-ziane con 18 articoli stesi sullabase del Piano Internazionalesull’Invecchiamento, redatto an-ch’esso dalle Nazioni Unite dieci anniprima.Vengono fissati i principi essenziali dagarantire alle persone anziane in tutti iPaesi del mondo. Le parole chiave sono:indipendenza, partecipazione, cura, au-torealizzazione e dignità:IndipendenzaLe persone anziane dovrebbero:• Avere accesso a cibo, acqua, dimora,vestiario e cure sanitarie adeguate, aprescindere dalla loro situazione econo-mica, familiare e comunitaria e dal lorogrado di autosufficienza.• Aver l’opportunità di lavorare o averaccesso ad altre opportunità di guada-gno.• Essere messe in grado di parteciparenelle decisioni e nelle modalità di ese-cuzione riguardanti il ritiro dalle attivitàlavorative.

• Aver accesso ad appropriati programmieducativi e di formazione.• Essere messe in grado di vivere in am-bienti sicuri, arredabili secondo il pro -prio gusto e la propria personalità, edadattabili in base alle proprie necessità.• Essere messi in grado di vivere nellapropria casa il più a lungo possibile.

PartecipazioneLe persone anziane dovrebbero:• Essere integrate nella società, parteci-pando attivamente nella stesura e nellarealizzazione di politiche che riguardinodirettamente il loro benessere, e condi-videre le loro conoscenze e le loro abilitàcon le generazioni più giovani.• Essere messe in condizione di cercaree sviluppare opportunità di servizio perla comunità e di servire come volontaricon funzioni adeguate ai loro interessi edalle loro capacità.• Essere messi in condizioni di formaremovimenti o associazioni di persone an-ziane.CuraLe persone anziane dovrebbero:• Avere il sostegno e la protezione dallafami glia e dalla comunità, secondo il si-stema di valori culturali di ogni società.

Le Fiamme Azzurre

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• Avere accesso alle cure che li aiutino amantenere o a riguadagnare il livello ot-timale di benessere fisico, mentale eemotivo ed a prevenire o ritardare l’at-tacco delle malattie.• Aver accesso ai servizi sociali e legaliper incrementare la loro autonomia, laloro protezione e la loro cura.• Essere messe in grado di utilizzare ap-

propriati livelli di cure istituzionaliche forniscano protezione, riabi-litazione e stimoli sociali e mentaliin un ambiente umano e sicuro.• Essere messe in grado di goderedei diritti umani e delle libertàfondamentali, indipendentementedal luogo di residenza, sia esso lapropria casa o una struttura dicura o di riabilitazione, compresoil completo rispetto della loro di-gnità, del loro pensiero, dei lorobisogni e della loro privacy ed ildiritto di prendere decisioni sulla

loro cura e sulla qualità delle loro vite.Auto-realizzazioneLe persone anziane dovrebbero:• Essere messe in grado di sfruttare tuttele opportunità per il completo sviluppodelle loro potenzialità.• Aver accesso alle risorse educative, cul-turali, spirituali e ricreative della società.DignitàLe persone anziane dovrebbero:• Essere messe in grado di vivere in con-dizioni di dignità e di sicurezza, lontanoda situazioni di sfruttamento e di abusofisico o mentale.• Essere trattate in modo imparziale, in-dipendentemente dalla loro età, dal lorogenere, dalla loro provenienza razziale oetnica, dalla loro condizione di disabilitào da altre condizioni, ed essere valutateindipendentemente dalla loro situazioneeconomica. ✦

Giugno 2009

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Nel corso della riunione che ha avutoluogo il 7 maggio 2009, sono state af-frontate, tra l’altro, tematiche che do-vrebbero essere definite con cortesesollecitudine, tenuto conto dell’impor-tanza che rivestono per l’attività e l’or-ganizzazione dell’ANPPe.

Si tratta, in particolare, di aspetti che ri-vestono la massima priorità, quali;• la disponibilità di un locale in istituto(qualora non possibile, utilizzo dellastanza sindacale);• l’accesso libero in istituto di pensionatiche rivestono carica statutaria;

• la possibilità di conoscere da parte diun responsabile dell’Anppe di nominatividel personale collocato in congedo.Con l’incontro avuto si spera di accele-rare la risoluzione di dette problemati-che nell’interesse di tutti gli iscrittiANPPe.

Le richieste dell’ANPPe nell’incontro con il Vice Capo Vicario del

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria

Questa Associazione, anche in accogli-mento di significative proposte formulatea livello locale, ritiene di rappresentaredi intitolare la Casa Circondariale diAlessandria Don Soria al BrigadiereGennaro Cantiello e all’Appuntato Seba-stiano Gaeta che, unitamente ad altrioperatori penitenziari, nell’anno 1974,rimasero ostaggi di detenuti in rivolta,perdendo poi valorosamente la vita. I predetti, vittime del dovere, sono statiinsigniti delle massime onorificenze, perl’eroismo dimostrato nella descritta cir-

costanza.In proposito, si rammenta che la pro-cedura sarebbe identica a quella concui è stata intitolata la Casa Circonda-riale di Torino Le Vallette alla memo-ria degli agenti Lorenzo Cotugno eGiuseppe Lo Russo.Poiché la richiesta potrebbe trovarerealizzazione in occasione della pros-sima cerimonia celebrativa della Festadel Corpo, programmata per il mesedi giugno 2009, si invita a determina-zioni più che sollecite.

L’ANPPe chiede al Capo del DAP l’intitolazione dell’Istituto penitenziario

di Alessandria

Pervengono segnalazioni da parte di nu-merosi appartenenti al Corpo di PoliziaPenitenziaria in congedo, a cui è pre-clusa la possibilità di accedere a deter-minati benefici erogati dall’I.N.P.D.A.P.(mutui, borse di studio, soggiorni etc..),in quanto sembra che non risultereb-bero iscritti alla Gestione unitaria delleprestazioni creditizie e sociali di cui al-l’articolo 1, comma 245, della Legge 23

dicembre 1996, n. 662.In realtà, qualora la situazione sopra in-dicata corrispondesse al vero, non puòsottacersi che nessuna informazione, alivello personale, sarebbe stata effettuataper pubblicizzare adeguatamente e con-sapevolmente i titolari di trattamentopensionistico circa i contenuti degli ar-ticoli 1 e 2 del Decreto del Ministero del-l’Economia e della Finanze 7 marzo

2007, n. 45, pubblicato nella G.U. n. 83del 10 aprile 2007, relativamente al pre-levamento del contributo, come previstodall’articolo 3 del citato Decreto45/2007.Questa Segreteria Nazionale chiede un’at-tenta verifica ed eventuali direttive chepossano evitare penalizzazioni, connessead una carenza informativa che non ap-pare addebitabile agli interessati.

L’ANPPe scrive all’INPDAPsul prelevamento di contributo

Le Fiamme Azzurre

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In Europa le pensioni non si toccano

Tra gli effetti più negativi della crisi fi-nanziaria molti pensano che si potrebbeinserire la riforma dei sistemi pensioni-stici nei paesi della Ue. In realtà, allostato degli atti, non c’è ancora da preoc-cuparsi seriamente, almeno per la mag-gior parte dei cittadini europei in odoredi pensione, con sistemi pensionisticipubblici a ripartizione.Un recente Documento della Ue defini-sce infatti abbastanza solido il sistemaeuropeo nel suo complesso, anche se lacrisi ha evidenziato alcuni punti di de-bolezza; il Documento si sofferma su di-versi tipi di regimi, da quelli acapitalizzazione a quelli prefinanziati e aripartizione.Per tutelare i lavoratoriPer quanto attiene ai titoli dei fondi pen-sione privati, certamente hanno subitoun forte calo degli utili nel 2008, peral-

tro diversificato a seconda del loro tipodi regime, ma l’analisi esclude che di-penda dagli investimenti in titoli “spazza-tura”, quelli che hanno fatto naufragarele banche mondiali. In linea generale, isistemi pensionistici professionali a pre-stazioni definite garantiranno la pensioneattesa, visto che il rischio degli investi-menti è coperto dal sistema e i dividendisono garantiti, ma in caso di adegua-menti apportati ai fondi per compen-sarne le perdite, non si possonoescludere effetti più gravi. Per tutelare ilavoratori in caso di insolvenza delle so-cietà promotrici dei sistemi a prestazionidefinite, sia la Ue che gli Stati membrihanno perciò varato apposite norme.Chi scarica il rischio interamente sui la-voratori sono invece i regimi a contribu-zione definita, perché la pensione versatadipende direttamente dal ritorno dato

dagli investimenti che rientrano nelfondo. Chi ha davanti a sé ancora diversianni di lavoro può sperare che gli inve-stimenti tornino a fruttare, ma non tuttoè perduto neanche per chi sta per andarein pensione perché potrebbero resisterealla crisi, purché il loro regime pensio-nistico segua una strategia basata sulciclo di vita, che cerchi di ridurre i rischiprogressivamente quando ci si avvicinialla pensione stessa.I pensionandi a sistema contributivo, in-vece, con tutta probabilità dovranno pro-babilmente accettare una pensione piùbassa, oppure lavorare più a lungo percompensare le perdite.Quindi per i sistemi pensionistici europeiin generale la situazione non è così di-sperata e la loro sostenibilità ancora èbuona, ma se la crisi economica dovessepersistere con la conseguente crescitadella disoccupazione, allora sì che i Go-verni potrebbero prendere provvedi-menti seri e impopolari. ✦

A decorrere dal 1° gennaio 2009, le pensioni direttedi anzianità, a carico dell’assicurazione generale ob-bligatoria (AGO) e delle forme sostitutive ed esclusivedella medesima, nonché le pensioni dirette conseguitenel regime contributivo in via anticipata rispetto ai 65anni per gli uomini e ai 60 anni per le donne, fermo ilrequisito di anzianità contributiva non inferiore a 35anni, sono totalmente cumulabili con i redditi da la-voro autonomo e dipendente.

E’ quanto contenuto nell’art. 19 della legge 133/2008 che ri-guarda coloro che, a seguito dalla cessazione del rapporto dilavoro, abbiano conseguito il diritto a pensione e successiva-mente intrapreso un’altra attività lavorativa (eventualmenteanche con una pubblica amministrazione) purché questa nonsia una continuazione, derivazione, rinnovo del precedenterapporto di lavoro che ha dato origine alla pensione.Fino al dicembre 2008 era possibile cumulare la pensione sol-tanto con i redditi da lavoro autonomo e nella misura del 30%della quota che eccedeva il trattamento minimo INPS ed entroil limite del 30% del reddito, mentre per i redditi da lavoro di-pendente il divieto di cumulo era totale.Per quanto riguarda le pensioni dirette di vecchiaia calcolatecon il sistema contributivo, queste sono interamente cumula-bili con i redditi di lavoro dipendente e autonomo, in presenzadelle seguenti condizioni:a) età pari a 65 anni se uomini o 60 se donne;

b) 40 annidi anzianità contributiva, o;c) 35 anni di anzianità contributiva e 58 anni di età finoal 30 giugno 2009, o;d) 35 anni di anzianità contributiva e 60 anni di età ovvero36 anni di anzianità contributiva e 59 anni di età (quota95) dal 1 luglio 2009 fino al 31 dicembre 2010, o;e) 35 anni di anzianità contributiva e 61 anni di età ovvero36 anni di anzianità contributiva e 60 anni di età (quota96 dal 1 gennaio 2011 fino al 31 dicembre 2012, o;f) 35 anni di anzianità contributiva e 62 anni di età ovvero36 anni di anzianità contributiva e 61 anni di età (quota97) dal 1 gennaio 2013.In applicazione del riferito art. 19, sempre a decorrere dal 1gennaio 2009, i titolari di pensioni di anzianità non sono piùobbligati a comunicare l’inizio di un’attività lavorativa (dipen-dente o autonoma) ma ne hanno facoltà per evitare duplica-zioni di benefici (es. detrazioni, assegno nucleo familiare ecc)con conseguenti conguagli a debito in sede di dichiarazioni deiredditi.L’abolizione del divieto di cumulo non riguarda, ovviamente, irequisiti della pensione per cui al momento della sua decor-renza il dipendente non deve essere occupato e perciò deve es-sersi dimesso dallo stesso almeno il giorno precedente.Questa condizione non è necessaria se si svolge lavoro auto-nomo. La novità, infine, non riguarda le pensioni ai superstitie quelle di invalidità per le quali continua ad applicarsi la nor-mativa vigente.

Abolizione dei limiti di cumulo tra pensione e reddito

Giugno 2009

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

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In una Piazza San Marco tirata alucido per gli eventi istituzionali sisono svolte le cerimonie per ricor-dare le ricorrenze del 25 aprile2009 e del 2 giugno 2009.In entrambe le cerimonie la Se-zione Anppe-Venezia era presentecon una delegazione, con a capoil Presidente Vitantonio Petrelli,rappresentando così tutti i pensio-nati del Corpo di Polizia Peniten-ziaria. L’Anppe veneziana dimostra, an-cora una volta, l’ottimoradicamento dell’asso-ciazione sul territorioonorando in pieno queivalori che tali ricorrenzevogliono ricordare, inuno spirito di Pacifica-zione Nazionale, cele-brando tutti queiragazzi che, da en-trambi gli schieramenti,si sacrificarono per laPatria.

Filomeno Porcelluzzi

VENEZIA: l’ANPPE è sempre presente allecelebrazioni del 25 aprile e del 2 giugno

L’ Associazione A.N.P.Pe. di Cremona ètriste nel dare l’annuncio della scom-parsa del Collega Giuseppe Scerbo As-sistente Capo U.P.G. del Corpo di PoliziaPenitenziaria collocato in congedo nel-l’anno 1994 ed iscritto alla sezione diCremona. Lo si ricorda affettuosamente per la de-dizione dimostrata, anche come pensio-nato, al Corpo di Polizia Penitenziaria eper la presenza a tutte le manifestazionidei pensionati dei Corpi di Polizia e atutte le manifestazione Istituzionali svoltea Cremona.Il Presidente dell’Associazione ANPPE diCremona lo ricorda con affetto.

luttoper l’anppe dialessandria

Il giorno 12 giugno 2009 è venutaa mancare la mamma di AntonioAloia, Segretario Regionale ANPPedi Alessandria. All’amico Antoniogiungano le più sentite condo-glianze dalla Redazione.

PORTO AZZURRO: concessa a CiroGranata l’onorificenza di Ufficialedell’Ordine al meritodella RepubblicaItaliana

Con decreto del Presi-dente della Repubblica 27dicembre 2008 è stataconferita l’onorificenza diUfficiale dell’Ordine almerito della Repubblicaitaliana al Cav. Ciro Gra-nata (al centro nella foto),socio ANPPe, nonchè tra iprimi sostenitori della no-stra Rivista.

Lutto per l’anppedi Cremona

Sperlonga:Consiglio regionale dellazio

i è svolto lo scorso 27 maggio,presso il Grand Hotel La Playa diSperlonga (LT), il Consiglio Re-gionale del Lazio.

All’incontro hanno partecipato i Segre-tari delle 5 provincie del Lazio, tutti i se-gretari locali dei 21 istituti penitenziarilaziali e tutti i componenti della Segre-teria Generale a partire da Donato Ca-pece, Giovanni Battista De Blasis,Umberto Vitale, Giovanni Battista Du-rante, Roberto Martinelli e il Coordina-tore Nazionale dell’Anppe LionelloPascone.

Ospite d’onore il Sindaco della cittadinalaziale, Rocco Scalingi,che ha espressoall’assemblea il saluto di tutta l’ammini-strazione comunale. Tra i vari messaggi giunti anche quello delPresidente della Regione Lazio PieroMarrazzo. Durante i lavori del Consiglio sono statioggetto di discussione molteplici temi trai quali sono stati messi in risalto l’ende-mica carenza di personale, i carichi di la-voro, l’indennità meccanografica,l’assicurazione per gli autisti, l’ediliziaagevolata, la doppia presenza, le nuovetute di servizio, il benessere del personaleetc; tutte argomentazioni che sarannoportati all’attenzione dei vertici del Mi-nistero della Giustizia, del Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria e delProvveditorato.Si è anche analizzata l’azione politica in-trapresa negli ultimi anni e le nuove pro-poste che saranno oggetto di riflessioneper il prossimo futuro, oltre alla rela-zione sull’andamento degli iscritti nella

Regione Lazio. Un ringraziamento particolare all’amicoUmberto Vitale che ha permesso lo svol-gimento del Consiglio Regionale in unposto incantevole.

Maurizio Somma

In alto a destra il

SegretarioGenerale

Donato Capece

consegnauna targa al

Sindaco diSperlonga

Rocco Scalingi

S

i è concluso positivamente l’8° Consiglio Regionale SAPPe della Ligu-ria, svoltosi nella Casa Circondariale di Genova, nel mese di maggio2009. Sono stati 42 i delegati presenti, in rappresentanza di tutte le sedi della

Liguria. Un segno di particolare interesse per l’attività sindacale svolta allaricerca di soluzioni per le legittime richieste del personale della Polizia Pe-nitenziaria.Molto gradita è stata la presenza del Segretario Generale del Sappe DonatoCapece.All’assise regionale, sono intervenuti quali graditi ospiti; l’On. Roberto Cas-sinelli (Componente Commissione Giustizia della Camera), l’On. GiovanniPaladini (Italia dei Valori), l’ex On. Egidio Pedrini, il Consigliere regionaleGianni Plinio, l’Assessore Provinciale di Genova con delega alle carceri MiloBertolotto e il Segretario Regionale SAP Salvatore Marino. Gli intervenuti si sono trovati tutti d’accordo con le richieste del SAPPe sul-l’attuale drammaticità delle carceri liguri.

Genova: ottavo consiglio regionale della liguria

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14Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

dalle Segreterie

Lucca: settimo consiglio regionale della toscana

l Sindacato Autonomo PoliziaPenitenziaria della Regione To-scana ha celebrato, mercoledì10 giugno 2009, il 7° Consiglio

Regionale nella splendida sala del Ciam-bellano del Palazzo della Provincia diLucca. Hanno partecipato all’evento oltreil Segretaro Regionale, i quadri Provin-ciali delle strutture ed istituti della re-gione, nonchè il neo SegretarioFrancesco Falchi.Ha aperto i lavori il Segretario RegionalePasquale Salemme, che ha ringraziatotutti i presenti e l’instancabile SegretarioGenerale Donato Capece che, nonostantei numerosi impegni, non ha voluto man-care all’appuntamento nel capoluogo lu-nigiano.Il Segretario Regionale Pasquale Sa-lemme ha affrontato molte tematiche re-lative alle situazioni lavorative degliistituti e servizi della Toscana.In particolare ha sottolineato i traguardiin termini di visibilità, raggiunti con lacreazione del nostro nuovo sito internetwww.sappetoscana.it e il blog ad essoconnesso. Attenzione è stata riposta dal SegretarioRegionale sulla forte posizione assunta,di recente, nei confronti del PRAP che, a

Consigli Regionali Sappe

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Nele fotole fasi delConsiglioRegionaledel SappeToscana

sotto,quelle relative alConsiglioRegionaledellaLiguria

Il Segretario regionaleMichele Lorenzo ha ri-cordato all’On. Cassinellil’impegno che il MinistroAlfano si è assunto con ilSAPPe Ligure per affron-tare le problematichecollegate alla Polizia Pe-nitenziaria. L’intervento del Segreta-rio Generale Donato Ca-pece, che ha illustratol’attività della SegreteriaGenerale Sappe hachiuso i lavori, dandoappuntamento al pros-simo anno per il 9° Con-siglio Regionale.

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

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causa di un vero e proprio stillicidio diinterventi sulla Casa Circondariale di Pisae di tecniche di gestione del Direttore diIstituto, ha legittimato il SAPPe con l’im-plicito benestare del Provveditore Regio-nale ad andare avanti qualora si volesse,in ogni singola sede, a colpi di maggio-ranza durante le riunioni sindacali diogni sede della Regione. ✦

l 20 maggio 2009, il Segretario Ge-nerale Donato Capece, coadiuvatodagli Aggiunti De Blasis e Vitale, èintervenuto nell’ambito delle As-

semblee indette dal Sappe RegionaleUmbria, dando informazioni relative allecode contrattuali che probabilmenteverranno pubblicate nello specificoD.P.R. nel mese di giugno. Poi ha parlatodel rinnovo del contratto dove c’è unaproposta di base del Governo che nonsoddisfa circa il Riordino delle carriere:su cui si sta lavorando per far trovare ifondi al Governo, perchè occorronocifre dell’ordine superiore ad 1 milardodi euro. Ha ricordato, inoltre, il ruolo del sinda-cato e specificamente l’impegno delSappe, che fin dalla sua fondazione hacercato di far crescere il Corpo sia intermini di visibilità esterna che di con-sapevolezza del proprio valore, dandoun contributo fondamentale per ottenerele specializzazioni che molti pensavanoirrealizzabili. Il Capo del DAP, nonché Commissariostraordinario del governo per le carceri,pur visitando i PRAP d’italia, non sembrapercepire realmente di cosa abbia ur-gente bisogno il Corpo.A fronte dell’intenzione di Franco Iontae del Ministro Alfano di riaprire nuovecarceri, nuovi padiglioni, non viene con-siderata la possibilità di assunzione diAgenti. Anche Spoleto, dove il SAPPe findall’inizio dell’anno ha segnalato con nu-merose note una carenza di agenti dioltre 60 unità, ha visto riaprire un re-parto detentivo senza alcuna integrazionedi organico, e neanche il provveditoreha preso alcuna iniziativa in tal senso.Da segnalare, a seguito dei noti e tragicieventi sismici che hanno colpito la re-gione Abruzzo, che nella C.R. di Spoletosono stati tradotti circa 80 detenuti sot-toposti al regime di cui all’art. 41 bisprovenienti dalla C.R. L’Aquila, per l’ubi-cazione dei quali è stato aperto un nuovo

intero reparto detentivo inuna sola notte. Un plauso vaal personale che in quellanotte e nei giorni a seguirecontinua in silenzio e conalto senso del dovere a gestire al me-glio la situazione, che sta comunquedeterminando un notevole aggraviodei carichi di lavoro, con evidenti ri-percussioni negative sulla fruizione deipiù elementari diritti del personale.

dalle Segreterie

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16Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

Umbria: Assemblee del Sappe a Perugia e Spoleto

Forlì: Assemblea sappe alla presenza del Senatore Filippo BerselliNel mese di maggio 2009 si è svolta presso l’istituto di Forlì una assem-blea sindacale alla presenza del Presidente della Commissione Giustiziadel Senato Filippo Berselli. All’incontro hanno partecipato molti iscritti esimpatizzanti del Sappe. Sono state discusse alcune delle più importantiemergenze dell’Istituto forlivese. Interessante è stato l’intervento del Se-natore che ha dimostrato interesse alle problematiche carcerarie dell’isti-tuto, talmente fatiscente ed al collasso che lo stesso Senatore - ha precisato- che al più presto avrebbe contattato il Capo del DAP Franco Ionta persottolineare la gravità della situazione.Importante ed utile alla discussione l’intervento del Segretario Generale Ag-giunto Giovanni Durante; le sue affermazioni sono state molto gradite alpersonale. Al termine dell’Assemblea si è consumato tra i partecipanti e ilSen. Filippo Berselli un aperitivo, organizzato dalla segreteria provincialeSappe. Maurizio Cancedda

Il 22 maggio 2009, la Segreteria Pro-vinciale SAPPe di Como ha festeggiatoil suo 15° anno di attività sindacale.La cerimonia svoltasi presso l’istitutocomasco ha visto la partecipazione dimolti iscritti e simpatizzanti. Presente,inoltre, una delegazione della Segre-teria Regionale SAPPe Lombardia. Visto il successo ottenuto gli organiz-zatori hanno già dato, da ora, appun-tamento al prossimo anno per ifesteggiamenti del 16° anno di attività,con un incontro ancor più festoso diquello svolto nel corrente anno.

Giovanni Orrù

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Toscana: nuovo sito regionale Sappe

Sicilia: E’ on-lineil sito web delSappe Sicilia

Segreteria Regionale, che può esserevisibile digitando: http://blog.sappeto-scana.it.Tutti i colleghi della polizia penitenzia-ria sono chiamati a discutere e adesprimere opinioni sugli argomentitrattati.Da segnalare, inoltre, che il Sappe To-scana è presente anche su Facebookcon un proprio profilo ed un gruppodi discussione sulle tematiche peniten-ziarie.Un plauso va sicuramente ai promotoridi queste iniziative Pasquale Salemme,Antonio Sodano, Barbara Marchioni,Mario Salzano, Mario Novani e Salva-tore Tutino.

Dallo scorso mese di aprile è on line ilnuovo sito SAPPe della regione Toscana.Questa apprezzabile iniziativa ha ottenutosoltanto nei primi due mesi di vita circa2.500 visite. Il fiore all’occhiello del sitoè sicuramente il blog informativo della

Un nuovo portale web è pronto per darenotizie riguardanti le attività sindacali delSappe; dopo la Calabria, la Toscana edaltre regioni, ora è la volta della Siciliagrazie al Vice Segretario Regionale Ca-taldo Calì e al Delegato Regionale Anto-nino Leone. Il link è già da ora visitabile per consul-tare le numerose notizie inserite. Neiprossimi giorni sono previsti aggiorna-menti per migliorare l’utilità del sito, conl’inserimento di tutti i dati sindacali di-sponibili e le convenzioni stipulate insede locale e nazionale.

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Como: festeggiati i 15anni di sindacato

Lara Liotta

[email protected]

Redazione sportiva

na stagione tra alti e bassi mal’obiettivo salvezza è stato rag-giunto e questo basta a sorrideredi un campionato che è stato per

l’Astrea di prestazioni a volte sfortunate,altre eccellenti, altre ancora brillanti osotto tono, con la ormai storica diffi-coltà a tener testa a compagini chehanno bilanci economici societari digran lunga più corposi dei biancoazzurri(c’è anche chi arriva ad investire un mi-lione di euro a stagione) e stiamo par-lando ancora del campionato dilettanti!.Con la squadra al completo di un orga-nico che conta militanti del Corpo e altribuoni giocatori a praticare uno sportdove il denaro fa spesso la differenzasulla composizione e sui valori del sud-detto organico, le cose vanno come de-vono andare, e nemmeno si puòrecriminare più di tanto sull’obiettivo diogni anno di restare nel girone G:l’Astrea ha le potenzialità per fare benecon ciò che ha, e c’è da dire che, co-munque, tra difficoltà e sofferenze, quel

Fiamme Azzurre quando vi si accedevasolo per concorso pubblico, senza i ca-nali specifici in materia di assunzioni cheoggi consentono invece di prendere dallediscipline agonistiche del Coni il meglioin poco tempo, tenendo conto del curri-culum più nutrito e dei margini di mi-glioramento più promettenti inriferimento all’età ed al livello massimopresumibilmente raggiungibile dall’atletain questione.La speranza è che anche l’Astrea, con isuoi 61 anni di storia (anno di fonda-zione 1948), possa presto ritrovarenuova linfa attraverso ingressi importantiche la rendano più competitiva e ambi-ziosa negli obiettivi, che la facciano tor-nare magari la stessa dei tempi d’orodella serie C, con una maggioranza dicalciatori appartenenti della Polizia Pe-nitenziaria. Non crediamo che tutto ciòsia pretendere troppo e speriamo siasolo questione di tempo perché si rea-lizzi.Riguardo al campionato appena tra-

lo Sport

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Astrea: una tranquilla conferma nella Quarta Serie

Nella foto: giocatori edirigenti al

completo

che può lo fa sempre.Il problema di base resta quello dell’as-sunzione dei calciatori. Il contrattare, pa-gare e portarsi nella rosa l’attaccante, oil difensore, che serve non è nelle possi-bilità di una squadra con lo status mini-steriale qual’ è quello dell’Astrea: a partele disponibilità di bilancio, sicuramentelimitato rispetto ad altri team, il rispettodelle leggi in materia di assunzioni im-pone dei criteri di incorporamento chemal si attagliano al mondo del calcio. Unmondo che anche e non solo per questo,considerando le masse che muove e l’au-dience che attira sui media del globo, ap-pare sempre più come una realtà in tuttoparallela rispetto alle tante altre esistentinello sport italiano e nell’ambito dellastessa Polizia Penitenziaria. Il riferimentosu quest’ultimo punto è chiaramente alleFiamme Azzurre, l’altra vetrina privile-giata da cui si veicola l’immagine buonadel Corpo, una delle tante per l’esattezza.Le difficoltà di reclutamento dell’Astreasono le stesse che incontravano le

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scorso c’è da rilevare che, al giro di boadi un girone di andata discreto, l’Astreaha cambiato passo in positivo in quellodi ritorno, dopo l’avvicendamento nellaguida tecnica avvenuto in un momento dicrisi di motivazioni e risultati: Mister Da-vide Cacciatori è subentrato al pur validoCastagnari riuscendo a risollevare le sortidi una squadra che appariva incapace direagire nel momento in cui le vittorieerano fondamentali per finire il campio-nato senza l’incubo della zona retroces-sione.Davide Cacciatori, Ispettore Capo dellaPolizia Penitenziaria, ha iniziato a tirarei primi calci al pallone nella Vis Aurelia.La carriera professionistica è poi conti-nuata in squadre come Frosinone, Civi-tavecchia e Foligno. Negli ultimi noveanni di pratica è stato dell’Astrea fino aconcludervi la carriera nel 1992 distac-candosi progressivamente dal calcio vis-suto in prima persona. Condotto nuovamente al pianeta calciodal Ds Marcello Tolu, Mister Cacciatorici ha raccontato l’impatto con la squadrache ha trovato, ed il modo in cui è riu-scito ad affrontare la fase non sempliceda gestire.In poche battute questa è stata la sua di-samina dello scorcio di campionato vis-suto alla guida dell’Astrea a partire dal

cambio imposto dal Presidente e dal DsTolu».Sul suo rientro nel mondo del calcio Cac-ciatori ha aggiunto che dopo cinque anniche ne era fuori, scevro da qualunquealtra esperienza a parte qualche anno inEccellenza, la fase più dura è stata com-prendere il campionato e la squadra chesi sarebbe trovato a dirigere e che, so-prattutto, mai avrebbe immaginato di gui-dare.Merito del Ds Tolu riguardo al rimettersiin gioco nello sport amato e praticato, èstato quello, per dirla con parole sue : diavermi rispolverato la cantina, e comeinizio non è stato male.Conferme sul buon feeling raggiunto coni giocatori ci sono arrivate anche dal Ca-pitano Emanuele Ripa che ha vissuto inprima persona il momento di difficoltàpsicologica del team e l’ottima ripresagrazie al buon lavoro di Cacciatori ac-colto di buon grado da lui e dal restodella rosa.Il capitano continua ad essere una figuradi fondamentale apporto per i compagnidi squadra e l’equilibrio del gruppo.Quest’anno inoltre, salvezza raggiunta aparte da parte della prima squadra, incasa Ripa ed in casa Astrea c’è da festeg-giare un altro importantissimo successovenuto dal fratello del capitano bianco-

Nelle foto:a sinistra il Mister DavideCacciatoria destra, il DS MarcelloTolu e il DA Felice Pietrangeli

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mese di marzo: «Il primo impatto èstato con una squadra in grande dif-ficoltà dal punto di vista psicologico:la situazione di classifica era precariae la stagione precedente non era stataper nulla esaltante. Il primo lavoro èstato quindi prevalentemente a carat-tere psicologico, cercando di riequi-librare la spesa di energie profusespesso inutilmente.Da parte dei ragazzi ho incontratoun’ottima disponibilità, una grandeassunzione di responsabilità e vogliadi riemergere.Un mese di impegno e di conferme po-sitive con risultati meritati che cihanno tolto dalla situazione critica. La salvezza matematica è arrivatapurtroppo solo dopo un altro mese. C’è stata infatti qualche battuta d’arre-sto. Il fatto di esserci ben comportatinel mese precedente ha comportatoforse troppa euforia e l’idea di aver-cela già fatta.Tutto ciò è un errore in un campio-nato molto equilibrato e difficile incui la continuità è un elemento vitaleper progredire in buona posizione diclassifica.In ogni caso, non posso non sottoli-neare il merito dei ragazzi di aver ri-sposto subito e positivamente al

21✒

lo Sport

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

azzurro alla guida della juniores: LucaRipa ha condotto alla vittoria la rosa delsettore giovanile.Professionista serio e appassionato non-ché militante convinto del Corpo e a suavolta ex calciatore del Team della PoliziaPenitenziaria, Luca, partito nelle previ-sioni per arrivare nei primi tre posti, hasaputo creare un collettivo vincente e ca-pace di opporsi ad avversari blasonati edi valore come ad esempio il Montero-tondo, finalista nelle ultime due stagioni,il Cynthia, la Viterbese o il Flaminia CivitaCastellana, e questo, con le stesse limita-zioni di bilancio di cui patisce tutto ilmondo Astrea ma non gli avversari comedetto.

L’impegno ed il lavoro sistematicohanno però ben pagato e se si guardaall’ultima promozione ad una finale dicategoria centrata dai juniores biancoaz-zurri, questo è il primo grande risultatoutile arrivato dopo la stagione2004/2005.

A destra,una fase

degli allenamenti

sotto, lamascotte

della squadraFederico

Ripa

Dietro a tanti buoni risultati c’è sempreuna mano invisibile e sapiente capace digestire e determinarli. Ritenuto indispen-sabile per la sopravvivenza della squadradallo stesso capitano Ripa, abbiamo sen-tito il Ds Marcello Tolu sulla stagione ap-pena trascorsa e sul futuro della squadra.Queste le sue parole:«Il bilancio dellastagione è senz’altro positivo avendocentrato l’obiettivo di restare in cate-goria. Io ho sempre creduto nel valoredella squadra ricevendo poi confermenei risultati. Posso sbilanciarmi neldire che qualche punto in più sarebbestato la giusta conseguenza di quantofatto in campo dai nostri. Sui punti inclassifica ha influito senza dubbio lamancanza di uno stadio proprio perl’indisponibilità di Casal del Marmo, ilche significa giocare sempre fuori casacon effetto ambientale sfavorevole (as-senza di buona parte del pubblico e so-stenitori). In ogni caso il girone diritorno è stato molto esaltante e nondevono ingannare le ultime tre gare di-sputate (due sconfitte ed un pari incasa). Il campionato, frutto anche delbuon lavoro di Castagnari, ha visto uncambio alla guida tecnica intervenutonel momento più opportuno: non arri-vavano più i risultati e Cacciatori èstato bravo a comprendere la situa-zione, a portare praticità e sicurezzanei mezzi della squadra e a farle cam-biare marcia».Pensando al futuro dell’Astrea Tolu ha ag-giunto: «Si lavora intensamente per gliarruolamenti, per cercare di avere un22

canale d’ingresso come avviene perle Fiamme Azzurre.Questo garantirebbe continuitànella vita dell’Astrea che con i suoi61 anni di storia è una probabilecandidata ad essere insignita dellamedaglia d’oro al merito sportivo.La squadra è una tradizione conso-lidata non solo del calcio laziale maanche di quello italiano e pertantoritengo che vadano superati i pro-blemi amministrativi, legati ai ne-cessari requisiti di legge, che finorahanno negato all’Astrea gli arruola-menti».A proposito di storia dell’Astrea ci pareimportante spendere due parole per ilTeam Manager dell’Astrea Felice Pie-trangeli.Dalle fasi embrionali della squadra almomento in cui è divenuta la realtàsportiva consolidata rilevata dal Ds, Fe-lice è sempre stato primo tifoso e pre-zioso collaboratore al servizio dellasquadra. Da oltre trent’anni ne seguevittorie e sconfitte, momenti di gioia efasi meno liete con la costante di es-serci sempre e comunque in modoegregio e discreto, con il sorriso sor-nione di chi la sa lunga e la capacità didire solo il giusto quando serve.Su di lui il Ds Tolu ha detto che « E’ ilpunto di riferimento mio e dellasquadra, c’è da sempre e non si po-trebbe parlare di Astrea senza di lui:pensare ad un’Astrea senza Felice ècome immaginare un campionatodi formula uno senza Ferrari». ✦

ella mattinata del 4 giugno 2009si è svolto un sit-in di protestaorganizzato dal SAPPe e da altrequattro sigle sindacali davanti al

DAP. Iniziativa cui hanno aderito (con lapropria presenza fisica in Largo LuigiDaga) anche gli Onorevoli Rita Bernar-dini e Maurizio Turco del Partito Radi-cale. La manifestazione ha avuto una granderiuscita, anche in relazione alla massicciapartecipazione all’astensione dalla con-sumazione del vitto presso le MOS di tuttigli istituti penitenziari. La protesta è statasospesa quando il Capo del DAP ha in-teso incontrare le delegazioni delleOO.SS. manifestanti. Durante l’incontro il Pres. Ionta ha dichia-rato la sua piena disponibilità alle richie-ste sindacali rimandando a «difetti dicomunicazione» alcune critiche mosseal suo operato. Il Capo del DAP ha ribaditodi ritenere «opportune» le sue visite sulterritorio; e che intende agire per unamaggiore razionalizzazione delle risorse edell’impiego delle unità in servizio. Infine,intende, incidere sul servizio T.P. Il Sappe è da settimane che denuncial’insostenibilità di una situazione di so-vraffollamento senza precedenti (ad oggii detenuti presenti sono 63.044, di cui23.339 stranieri, contro un limite rego-lamentare di 43.201 e una tollerabilità di63.702), con un crescente numero dicasi di agenti aggrediti o di proteste dif-ficili da gestire dal momento che il per-sonale è sotto organico. Il SegretarioGenerale Donato Capece, inoltre, non hamancato di esprimere perplessità in me-rito al piano straordinario di edilizia pe-nitenziaria messo al punto dal Capo delDAP Franco Ionta che prevede la costru-zione di 22 nuove carceri (di cui 9 già fi-

nanziate) e di 46 padiglioni nei vecchiistituti, così da arrivare a creare 17.129posti letto in più, entro dicembre 2012,(di cui 4.605 nel giro di un paio dianni). Nei giorni scorsi il Sappe sugli stessi ar-gomenti aveva registrato la solidarietàdel Presidente del gruppo Pdl al Senato,Maurizio Gasparri che aveva dichiarato:«Confermo che le loro richieste sonofondate e che agiremo per il riordinodelle carriere. Continuo, poi, ad auspi-care una diversa e più attenta condu-zione del Dipartimento dell’Ammini-strazione Penitenziaria. Rinnovoquindi l’invito al ministro Alfano adagire di conseguenza».

Sappeinforma

N La imma-gini dellaprotestadavati alDAP

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4 giugno 2009: polpen dayManifestazione di

protesta davanti al DAP

Un prophète

Il film Un prophète è un prison movie francese che raccontala metamorfosi di Malik, un 19enne finito in galera, che len-tamente e progressivamente si trasforma da manovale delladelinquenza al servizio di una banda di corsi in un piccolo

boss perfettamente in grado di badare ai suoi interessi .Nel film ritroviamo tutti gli stereotipi tipici del cinema carcerario,

usati tutti con intelligenza, ai quali si vanno via, via aggiungendo tuttele caratteristiche e le dinamiche dei grandi gangster movie della sto-ria recente e meno recente del cinema.Malik El Djebena ha soltanto 19 anni quando viene condannato asei anni di prigione. Entra in galera senza niente, una banconota edei vestiti troppo usurati, che secondo la Polizia Penitenziaria nonvale nemmeno la pena di conservare. Quando esce è a capo di unimpero, con tre macchine che lo scortano in giro per la città.Tra i due Malik c’è il carcere, la protezione offertagli da un mafiosocorso, l’omicidio come rito d’iniziazione, l’acquisizione di cono-scenze e traffici, le incursioni in permesso fuori dal carcere, dovegli affari prendono il via. Certamente, tutto ciò avviene all’interno di una prigione il cinemalo ha già raccontato tante altre volte, così come ci ha già raccontatodella nascita di un padrino.La novità di Malik è nella capacità di apprendere in fretta. Il ragazzoimpara ad uccidere ma, allo stesso tempo, impara anche che nelcarcere c’è una scuola dove possono insegnargli a leggere e a scri-vere. Impara da autodidatta il dialetto franco-italiano della Corsica.Si procura un’arma, che obbligherà il capo a tener conto di lui. Dagliarabi impara a capire cosa vogliono, dai Marsigliesi impara a trat-tare, da un amico, forse, imparerà a voler bene. I compagni di galera prendono a definirlo un profeta, perché lui èquello che parla, con gli uni e con gli altri, quello che porta i mes-saggi dentro e fuori, che conosce la gente che può far comodo negliaffari. Egli fa grandi cose, insomma; la sua via è tracciata come quelladi chi ha una missione. Alla fine, il regista Audiard ci racconta l' universo senza speranzadelle carceri francesi, dove si impara solo a essere più violenti e piùavidi di quanto non si fosse prima di entrare.

Cinema dietro le sbarre

Sopra, lalocandina

sotto, alcunescene

del film

I

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La scheda del FilmRegia: Jacques AudiardAltri titoli: A ProphetTratto da un’idea Abdel Raouf DafriSoggetto: Abdel Raouf DafriSceneggiatura: Abdel Raouf Dafri (sceneggiatura originale),Nicolas Peufaillit (sceneggiatura originale), Jacques AudiardThomas BidegainFotografia: Stéphane Fontaine Musiche: Alexandre Desplat Montaggio: Juliette WelflingScenografia: Michel Barthélémy Costumi: Virginie Montel Produzione: Why Not Production, CHIC Films, Page 114,BIM, France 2 Cinéma, UGC, Celluloid DreamsDistribuzione: BIMPersonaggi ed Interpreti:Malik El Djebena: Tahar RahimCésar Luciani: Niels ArestrupRyad: Adel BencherifJordi: Reda KatebVettorri: Jean-Philippe RicciReyeb: Hichem YacoubiProfessore: Gilles CohenPierre LecciaAntoine BaslerJean-Emmanuel PagniFrédéric GrazianiGenere: Drammatico Durata: 153 minuti Origine: Francia, 2009

• Grand Prix al62° Festival diCannes (2009).

a cura diG. B. De Blasis

Life

ay Gibson (Eddie Murphy), truffatore dilettante, e ClaudeBanks (Martin Lawrence), un cassiere al verde, si incon-trano nel locale di Spanky, un gangster con cui entrambihanno debiti.

Spanky comunica a Gibson che non ha alcuna intenzione di aspettareancora per il pagamento delle somme dovute e fa immergere Banksnell'acqua gelata come monito per lo stesso motivo. Gibson tenta diimbonire Spanky facendogli assaggiare un whiskey speciale delMississippi e proponendogli anche di diventare suo socio in affariper salvare sé stesso e Banks.Spanky accetta, a condizione che i due si mettano in viaggio verso ilMississippi per andare a prendere un carico di quel whiskey speciale.Non potendo più tirarsi indietro, i due partono e raggiungono la pic-cola cittadina dove un uomo chiamato Lo Smilzo gli venderà il whi-skey. Gibson, però, ha la malaugurata idea di entrare in un localedella zona per tentare la fortuna al poker, ma viene imbrogliato daun anziano nero di nome Wiston Hancock e perde tutto, compresol'orologio d'argento, unico ricordo del padre.Anche Banks ha la sua disavventura e si fa sedurre da una prostitutache lo deruba di tutti i suoi soldi. Così due si ritrovano senza un dol-laro e decidono di tentare di tornare a casa. Nel frattempo WistonHancock si imbatte in Warren Pike, lo sceriffo razzista della città che,lo insulta e lo minaccia. Hancock, però, reagisce ferendo Pike allaguancia, che per tutta risposta lo uccide rubandogli anche l’orologiod’argento. Gibson e Banks scoprono il cadavere di Hancock, maprima che riescano a fuggire vengono scoperti e condotti propriodallo sceriffo Pike, che approfitta dell’ occasione per nasconderel'omicidio che lui ha commesso accusando i due malcapitati del de-litto che nel successivo processo vengono condannati all'ergastoloda scontare in un penitenziario dello Stato del Mississippi.Per 65 anni in carcere, Gibson e Banks vedono morire tutti i lorocompagni di cella e ogni tentativo di fuga fallisce miseramente, finoa quando, dopo essere riusciti a vendicarsi dello sceriffo Pike rie-scono, ormai novantenni, finalmente a fuggire inscenando la loromorte durante un incendio, da loro stessi causato nell'infermeria delcarcere, e ad andare a vedere una partita di baseball allo stadio.

R

A fianco la locandina

sottoalcunescene delfilm

25

La scheda del FilmRegia: Ted DemmeSoggetto e sceneggiatura: Matthew Stone, Robert RamseyFotografia: Geoffrey SimpsonMusiche: Wyclef JeanMontaggio: Jeffrey Wolf Scenografia: Dan BishopCotumi: Lucy CorriganEffetti: Daniel SudickProduzione: Brian Grazer, Eddie Murphy per Universal pictures - Imagine Entertainment Distribuzione: Universal PicturesPersonaggi ed Interpreti:Rayford Gibson: Eddie MurphyClaude Banks: Martin LawrenceDexter Wilkins: Ned BeattyDillard: Nick CassavetesSylvia: Lisa Nicole CarsonPokerface: Barry Shabaka HenleyBiscuits: Miguel A. Núñez Jr.Cookie. Anthony AndersonCan'T Get Right: Bokeem WoodbineWinston Hancock. Clarence Williams IIISceriffo Pike da giovane: Ned VaughnGoldmouth: Michael 'Bear' TaliferroWillie Long: Obba BabatundéSpanky: Rick JamesMae Rose da giovane: Allyson CallMae Rose: Poppy MontgomeryGenere: Commedia Durata: 109 minuti Origine: USA 1999

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• Candidaturaagli Oscar 2000per il migliorMake-up

Dr. Paolo Meo [email protected]

Medico Infettivologo e tropicalista

Convenzione MeT

entili amici del SAPPe, sono lieto di potermi presentare.Sono il dr. Paolo Meo Medico in-fettivologo e tropicalista, ho pas-

sato circa 20 anni della professione dimedico in Africa, assistendo sia le popo-lazioni locali che il personale di grandiimprese italiane. Ho diretto il Centro diMedicina Tropicale e di Medicina deiViaggiatori MET di Roma per oltre 20anni. Attualmente presiedo la societàMET che ha organizzato il servizio di as-sistenza ai viaggiatori in Italia ed in Eu-ropa, attraverso organizzazioni mediche

di fiducia in tutto il mondo. Da oggi, oltre alla rubrica sulla medicinache troverete sulla vostra rivista, inaugu-riamo un nuovo servizio che la presi-denza del sindacato ha voluto mettere adisposizione di tutti gli iscritti e che ri-guarda la salute. Il servizio sanitario che qui vi espongo èparticolarmente innovativo perché stu-diato per assistere voi e le vostre famigliee per fornirvi un’assistenza medica, chi-rurgica e odontoiatrica durante i viaggisia in Italia che all’estero.A Roma, sede centrale della struttura sa-nitaria, ed in altre città è stato attivato unsistema di poliambulatori, strutture sani-tarie e professionisti, tutte collegate e co-ordinate dalla società medica MET, cheapplicano, sulle prestazioni eseguite, untariffario nazionale, particolarmente van-taggioso, concordato con la vostra presi-denza. Presentando la vostra THCARD potreteaccedere ai servizi polispecialistici ed ef-fettuare esami di laboratorio e di radio-logia. La TH CARD da l’accesso ad un call cen-ter, attivo 24 ore al giorno, che vi con-sente di parlare con medici per consiglio orientamenti. La TH CARD vi offre inoltre la possibilitàdi accedere ad una assistenza sanitaria

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Dott. Paolo Meo

METtiamoci in salute

G

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A corollario di una interessantissimaconvenzione stipulata dal Sappe conil Centro Medico PoliambulatorialeMET, grazie alla quale sarà possibileaccedere ad una serie di servizi me-dici-diagnostici a prezzi assoluta-mente agevolati, il dott. Paolo Meo(responsabile del Centro) si è reso di-sponibile a curare una rubrica reda-zionale di carattere scientificodivulgativo nella quale saranno trat-tati anche alcuni argomenti di atti-nenza professionale. Lo stesso dott.Meo sarà ben disposto a rispondere,dai prossimi numeri, ad eventualidomande che gli saranno poste per iltramite della redazione.Per esordire con la rubrica e spiegarela convenzione, partiamo con unabreve introduzione ed un saluto dipresentazione del dott. Paolo Meo.

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Opinioni

Immaginid’epoca di

italiani incerca di oc-cupazione

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Generalmente sono di piccolastatura e di pelle scura. Nonamano l’acqua, molti di loropuzzano perché tengono lo

stesso vestito per molte settimane. Sicostruiscono baracche di legno ed al-luminio nelle periferie delle città dovevivono, vicini gli uni agli altri.Quando riescono ad avvicinarsi alcentro affittano a caro prezzo appar-tamenti fatiscenti. Si presentano disolito in due e cercano una stanza conuso di cucina. Dopo pochi giorni di-ventano quattro, sei, dieci. Tra loroparlano lingue a noi incomprensibili,probabilmente antichi dialetti. Moltibambini vengono utilizzati per chie-dere l’elemosina ma sovente davantialle chiese donne vestite di scuro e uo-mini quasi sempre anziani invocanopietà, con toni lamentosi e petulanti.Fanno molti figli che faticano a man-tenere e sono assai uniti tra di loro.Dicono che siano dediti al furto e, seostacolati, violenti. Le nostre donne lievitano non solo perché poco attraentie selvatici ma perché si è diffusa lavoce di alcuni stupri consumati dopoagguati in strade periferiche quandole donne tornano dal lavoro. I nostrigovernanti hanno aperto troppo gli in-gressi alle frontiere ma, soprattutto,non hanno saputo selezionare tra co-loro che entrano nel nostro paese perlavorare e quelli che pensano di viveredi espedienti o, addirittura, attivitàcriminali. Propongo che si privileginoi veneti e i lombardi, tardi di com-prendonio e ignoranti ma disposti piùdi altri a lavorare. Si adattano ad abi-tazioni che gli americani rifiutanopurchè le famiglie rimangano unite enon contestano il salario. Gli altri,quelli ai quali è riferita gran parte diquesta prima relazione, provengonodal sud dell’Italia. Vi invito a control-

lare i documenti di provenienza e arimpatriare i più. La nostra sicurezzadeve essere la prima preoccupazione”.Da una relazione dell’Ispettorato perl’Immigrazione del Congresso ameri-cano sugli immigrati italiani negli StatiUniti, Ottobre 1912. Non ci andava me-glio in Svizzera, negli anni ’70 con leaderche scrivevano : “Le mogli e i bambinidegli immigrati? Sono braccia morteche pesano sulle nostre spalle. Che mi-nacciano nello spettro d’una congiun-tura lo stesso benessere dei cittadini.Dobbiamo liberarci del fardello».«Dobbiamo respingere dalla nostracomunità quegli immigrati che ab-biamo chiamato per i lavori più umilie che nel giro di pochi anni, o di unagenerazione, dopo il primo smarri-mento, si guardano attorno e miglio-rano la loro posizione sociale. Scalanoi posti più comodi, studiano, s’inge-gnano: mettono addirittura in crisi latranquillità dell’operaio svizzeromedio, che resta inchiodato al suosgabello con davanti, magari in pol-trona, l’ex guitto italiano». In queglianni - ieri rispetto alla Storia - in Sviz-zera c’erano circa 30.000 bambini ita-liani clandestini, portati di nascosto dai

genitori siciliani e veneti, calabresi elombardi, a dispetto delle rigorose leggielvetiche contro i ricongiungimenti fami-liari, genitori terrorizzati dalle denuncedei vicini che raccomandavano perciòai loro bambini: non fare rumore, nonridere, non giocare, non piangere. Prima degli anni ’50 gli italiani andavanoa Bucarest per lavorare nelle fabbrichee nelle miniere e alla scadenza del per-messo di soggiorno restavano in Roma-nia, clandestini. Nel 1942 il Ministrodell’Interno fu costretto ad inviare a tuttii Questori una circolare con la quale lisi invitava a non far espatriare gli italianiin Romania.

Quando i clandestinieravamo noi

Aldo Maturo*[email protected]

w

In India, nel 1893, il console italianoscriveva a Roma per dire che in quellacittà tutti quelli che sfruttavano la prosti-tuzione venivano chiamati “italiani”.Tra la prima e la seconda guerra mon-diale molti italiani andavano in Americacon passaporti falsi o biglietti inviati dapseudo parenti italo americani. In realtàuna volta sbarcati li attendevano turni dilavoro massacranti perché ripagassero,senza stipendio, il costo di quel viaggiodella speranza. Non sono aneddoti. E’ storia, tratta dallaMostra Tracce dell’emigrazione par-mense e italiana fra il XVI e XX secolo(Parma, 15 aprile 2009).Gian Antonio Stella, nel suo bellissimolibro Quando gli albanesi eravamo noi,ci ricorda che «….Quando si parlad’immigrazione italiana si pensa soloagli ‘zii d’America’, arricchiti e vin-centi, ma nessuno vuole sapere che lapercentuale di analfabeti tra gli ita-liani immigrati nel 1910 negli USA eradel 71% o che gli italiani costituivanola maggioranza degli stranieri arrestatiper omicidio» o ancora che il primo at-tentato nella storia con un’auto imbottitadi esplosivo è stato fatto a New York, nonda terroristi ma da criminali italiani con-tro una banda avversaria.Forse ci ricordano che la nostra Terragira, gira velocemente nello spazio e neltempo creando nuovi ricchi ed ammas-sando nuovi poveri. I ruoli si invertonoma i clandestini restano anche se hannoun colore diverso. Fuggono da Paesi incui l’unica prospettiva è morire per fameo morire per guerre volute da altri. Ed al-lora questa gente può solo correre, cor-rere, correre impazzita verso il nord,verso il mediterraneo, verso quelli checredono essere orizzonti migliori.

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Ruoli tecnici della Polizia Penitenziariaapriamo un dibattito con tutti gli operatori

Ho ricevuto una e-mail dai toni molto cortesi da una Educatrice penitenziariache mi ha indotto ad una riflessione sulla necessità di aprire un dibattito sualcuni temi. A tale riguardo ho ritenuto scambiare una breve corrispondenzaon line con l’autrice di queste note proponendo di pubblicare l’e-mail sullanostra rivista al fine di sollecitare, appunto, una riflessione comune sull’ar-gomento. Ottenuto l’indispensabile assenso dell’autrice, pubblico integralmentel’intervento con l’invito a tutti i nostri lettori ad inviare un commento, unapropria opinione, una critica o una proposta attinente quanto scritto dalladottoressa Merluzzi. Mi riservo io stessso di intervenire successivamente nelmerito della questione.

Giovanni Battista De Blasis

Gentile De Blasis, sono un’educatrice della prima generazione (nel 1983 sono en-trata in servizio) e ora - da tempo ormai - lavoro ai minorenni. Io conobbi Donato Capece ai tempi della stesura della mia tesi di laurea: fu moltogentile e mi ricevette personalmente quando ebbi bisogno di reperire del mate-riale ...anche se sto alla giustizia minorile da tempo, ho continuato a seguire ilDAP attraverso i miei vecchi colleghi ed amici, nonchè a leggere tutte le riviste delDAP e poi mi sono specializzata anche in criminologia. Questo per presentarmi. Oggi ho quasi 26 anni di anzianità (purtroppo sono rimasta educatore e basta) esono un C3 . Vorrei proprio dirle “SONO D’ACCORDISSIMO” con il suo articoloAridateci i Marescialli (che nostalgia... e se parliamo di Marescialli cosa devopensare? che anche lei ha nostalgia del Corpo militare? !!) Ripeto io sono entratain servizio agli adulti nel 1983 dopo 4 anni di volontariato ex art. 78 OP. !! Pertanto ricordo benissimo le persone a cui lei fa riferimeno nell’articolo. Ma ladomanda sorge spontanea: non capisco perchè lei dia tanto la colpa di ciò aivertici del DAP!! Fatevi un esame di coscenza: non pensa che la colpa di tuttoquello di cui lei parla sia anche e forse soprattutto del modo in cui avete lavoratovoi dei sindacati della Polizia Penitenziaria ? Siete proprio innocenti di fronte aicambiamenti di cui lei stesso parla ? Di fronte ai cambiamenti di mentalità, dimodus agendi, ..le circolari, gli esami, i concorsi, la FORMAZIONE ? Ha fatto tuttoil DAP da solo?Ad ogni modo sono stata proprio felice di leggere il suo articolo perchè ho ritro-vato le stesse mie idee e riflessioni che faccio continuamente, ad esempio l’os-servazione circa l’emarginazione di coloro che sono portatori di esperienza eprofessionalità a discapito di obiettivi nuovi e di concezioni del vostro ruolo moltodiverse da prima ... più moderne... (ma io direi anche con la puzza sotto ilnaso ...come si dice a Roma ) e allora la soluzione?A me pare che ultimamente dentro il carcere per adulti si riesce un po’ a respi-rare un clima nuovo e insieme vecchio (i cicli e i ricicli storici vichiani?) ...cisono agenti, mi sembra, che sarebbero recettivi ad apprendere una filosofia delcontrollo e della conoscenza dell’utente del tutto nuova per loro, nuova, ma rico-nosciuta quasi inconsapevolmente come vincente, rispetto alla mentalità da supertecnici degli ultimi anni... mi corregga se sbaglio la mia percezione .Vorrei, infine, esprimere la mia sull’articolo del medico Andrea Servili - stessonumero di marzo ‘09.D’accordo, ma allora penso che voi dovreste cominciare a prendere in esame l’ideadei ruoli tecnici anche per altre figure, oltre al medico, tipo gli educatori e i crimi-nologi magari. Ultimamente mi sto occupando un po’ del pensiero e del progetto in tal senso di al-cuni colleghi di tutta italia, educatori semiliberi, grandi professionisti, ma rimastial palo dal punto di vista della carriera professionale e ormai stretti tra gli psi-cologi andati a guadagnare molto di più alle ASL, i vicedirettori meduriani fin dalprimo incarico e voi, verticalizzati al massimo grado, con la possibilità di fare unabella carriera!Grazie per avermi letto e buon lavoro .

Emanuela Merluzzi - Educatore C3

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 163 - giugno 2009

Mail

* Avvocato, già Dirigente dell’Amministrazione Penitenziaria

Detenuta muore dopo 4 ore al soleUna donna di 48 anni è morta dopo esserestata lasciata per quattro ore in pieno solein una cella a cielo aperto di un carcere diPhoenix, in Arizona. Marcia Powell, pros-tituta che stava scontando una pena di 27mesi, doveva stare temporaneamente inquel luogo per poi essere trasferita inun'unità psichiatrica. Ma l'esposizioneprolungata al sole a 42 gradi l'ha uccisa.Il fatto ha suscitato la collera di un'asso-ciazione in difesa dei carcerati.Rinchiusa all'aperto e lasciata al sole, ladetenuta prima ha perso conoscenza, poiè stata trasportata in ospedale, dove èmorta qualche ora più tardi. Sull'accadutol'amministrazione panitenziaria dello Statoha aperto un'inchiesta e ha provveduto achiudere le 233 celle simili sparse nelledieci prigioni dell'Arizona. Per far luce sulla vicenda e chiarire senzadubbi le cause del decesso, con moltaprobabilità verrà effettuata l'autopsia sulcorpo della 48enne, ma al momento il giu-dice competente non ha ancora deciso ilda farsi. Nel frattempo le associazioni peri diritti dei detenuti si sono fatte avanti perprotestare contro le violenze subite daicarcerati e le difficili condizioni di deten-zione in Arizona.

Detenuto chiede i danni per un'erezione non curataFa causa al carcere dove è rimasto de-tenuto per 55 anni perchè gli è stata malcurata una erezione durata ben 55 ore!É quanto accaduto a Dawud Yaduallah, chein seguito all’assunzione di psicofarmaci siè trovato di fronte a questo spiacevoleepisodio; come riportato dal New YorkPost il carcerato ha chiesto aiuto dopo 14ore di erezione e l’infermiera pare avergliconsigliato di mettere del ghiaccio, così,dopo altri due giorni, è stato condotto inospedale e da allora lamenta vari disturbitipo eiaculazione precoce, dolore durantei rapporti e disfunzioni varie.

Fuga da Alcatraz? Ora è una garaErano duemila i partecipanti che alle 8 didomenica hanno partecipato alla 29esimaedizione della Escape from Alcatraz, laFuga da Alcatraz in versione triathlon chesi corre a San Francisco dal 1980. La provapiù importante della manifestazione è stata

ovviamente la prima, cioè la nuotatadall''isola penitenziario che sta in mezzoalla Baia, a 1,5 miglia dalle coste cittadine. Quasi 2 chilometri e mezzo di bracciatenell'acqua gelida, piena di correnti e infes-tata dagli squali che hanno sempre scorag-giato la fuga di tutti i detenuti del carcereche fu anche di Al Capone. Tutti tranne queltemerario, che in realtà non si è certi se siasopravvissuto o meno, che ispirò l'omoni-mo film, Fuga da Alcatraz (1979) conClint Eastwood.

Fuga dal carcere di Kingston, è caccia all'uomoÈ riuscito a fuggire dal carcere di Kingstonil 42enne Andrew John Wood, condannatoall’ergastolo per l’omicidio di un 21ennedi Etobicoke, Robert Ryan Glenn. La polizia penitenziaria del Frontenac In-stitution si è accorta della fuga dell’uomosabato mattina. L’ipotesi è che Wood sia riuscito a lasciarel’istituto tra le sette e trenta e le undici emezza del mattino. Un portavoce di Correctional ServicesCanada ha spiegato che il carcere non èdirettamente controllato da guardie al-l’esterno. Si tratta infatti di un carcere diminima sicurezza. Il 42enne era stato as-segnato al Frontenac perché ritenuto nonpericoloso, nonostante la condanna all’er-gastolo per omicidio di secondo grado. Andrew John Wood è stato giudicatocolpevole per l’omicidio del 21enne di Eto-bicoke, colpito con un proiettile alla testa,nel 1989. Al momento dell’arresto, l’uomoviveva a North York, tra la 401 e Don MillsRoad. La polizia ha lanciato una caccia al-l’uomo in tutto l’Ontario.

Un detenuto scappa facendo un buco nel muroUn 21enne in detenzione preventiva è riu-scito ad evadere dopo aver scavato un buconel muro del carcere di Sciaffusa. L'evaso era stato arrestato un mese primaperché sospettato di traffico di droga e nonè stato considerato pericoloso.Gli agenti hanno scoperto un buco di 25per 35 centimetri sulla facciata in arenariadel carcere.

La parete ha uno spessore di 60 centimetri.Il detenuto ha probabilmente utilizzatopezzi del mobilio della sua cella per forareil muro, secondo il portavoce della poliziaPatrick Caprez.Il 21enne era stato arrestato il 12 maggioa Basilea per un presunto traffico di drogaed è stato subito a Sciaffusa per il rischiodi collusione.È ora ricercato dalla polizia a livellonazionale. Il carcere di Sciaffusa è da tempo consid-erato vetusto, ma nessuno ha mai pensatoche fosse possibile forare una parete perscappare.La tecnica del buco non è tuttavia un''es-clusiva delle vecchie carceri. Un episodioanalogo si è verificato nel 2007 a Frauen-feld, nel canton Turgovia, in una prigionecostruita negli anni '90. Un romeno che si trovava in preventiva dadieci giorni era riuscito ad evadere dopoaver asportato alcuni mattoni del murodella sua cella.

Caccia all'evasa da 5 giorni: era nascosta in carcereSi pensava che fosse fuggita dal carcere, eper cinque giorni la polizia l'ha cercata inogni dove. Ma in verità era molto più vicinadi quanto si pensasse: nel carcere stesso.Aishatu Ishaku, una nigeriana di 35 anninata in Russia, è stata trovata in una speciedi soppalco, all'interno del centro educa-tivo dell'istituto di pena. Subito dopo essersi accorti della sua as-senza, venerdì scorso, i poliziotti hann fattopartire una caccia all'uomo, con tanto dielicottero. La sua foto segnaletica è stata distribuita neiporti e negli aeroporti. Ma della donna, chedoveva scontare una condanna per frode,non c'era nessuna traccia.Tra l'altro, la sua evasione era la primadopo 12 anni, nel carcere di Holloway (aLondra). Alla fine, l'amara sorpresa, con tanto di co-municato stampa del ministero della Giu-stizia inglese: la prigioniera era stata trovatanell'istituto stesso. Nei cinque giorni, si era nutrita con acquae cibo di cui aveva fatto ampia scorta. Il carcere, intanto, ha fatto partireun'indagine interna per capire come siapotuta accadere qualcosa del genere.

dal Mondo...

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STATI UNITI

SVIZZERA

CANADA

GRAN BRETAGNA

L'Eta pianificava un'evasione spet-tacolare con l'elicotteroIl gruppo armato indipendentista basco Etapianificava l’evasione di alcuni attivisti dalcarcere di Huelva, nel sud della Spagna. Lorendono noto i media iberici, citando fontidell’antiterrorismo. Tre membri dell’organizzazione, detenutinel carcere, sono stati interrogati dallaGuardia civile sul tentativo di evasione. Tra loro, figura anche Gorka Garcia Ser-tutxa, che sconta una pena a 109 anni diprigione per aver progettato l’assassinio dire Juan Carlos nel 1995. L’agenzia bascaVasco Press, riferisce che l’Eta progettavauna spettacolare evasione dal carcere conl’aiuto di un elicottero, con il quale gli evasisarebbero poi stati trasportati in Portogallo.Tra le ipotesi allo studio del gruppo armato,che avrebbe pianificato l’operazione nelmaggio dello scorso anno, anche quella disequestrare la famiglia di un pilota percostringerlo a partecipare all’evasione.

Cuoco cattolico: «In carcere momenti terribili»«Ho vissuto momenti terribili – raccontaad AsiaNews – rinchiuso in una piccolacella per 20 persone, anche se i detenutiin realtà erano 240. Per tutto il corpo siè diffusa una malattia della pelle, il ciboche ci davano non bastava nemmeno aun bambino. Le condizioni delle carceridi Dhaka sono davvero disumane».Sapon Costa è stato rilasciato su cauzioneil 6 giugno scorso; uscito di prigione si èrecato con tutta la famiglia nella Chiesa cat-tolica della città per ascoltare la messa eringraziare Dio. Onima Corraya, moglie del cuoco, aggiungedi aver «pregato la Madonna» e ringrazia«i sacerdoti e la comunità cattolica perla solidarietà e il sostegno». La donna auspica che il marito possa«riprendere il lavoro». Nelle giornate successive all’arresto nu-merose associazioni cristiane e attivisti peri diritti umani avevano perorato la suacausa, chiedendo un processo libero egiusto e indagini imparziali sulla vicenda.P. Edmond Cruze, sacerdote della Santa

croce, spiega che non basta il rilascio, maora «vogliamo che sia fatta giustizia». Sapon Costa spiega che per giorni è ri-masto rinchiuso in una cella senza nem-meno conoscere i capi d’accusa a suocarico. Alla base dell’arresto vi sarebbe il possessodi bevande alcoliche proibite, servite du-rante un party che si è tenuto la sera del24 al Castel Inn, la struttura di lusso pressola quale lavora. «Un gruppo di ragazzi e ragazze - rac-conta - sono stati rilasciati dopo averversato una somma di denaro agliagenti. Io sono povero e non avevo nullada dare loro». Egli aggiunge che solo dopo qualchegiorno ha saputo dell’accusa a suo carico.«I clienti – conclude – hanno introdottole bevande dall’esterno. Solo i ragazzipresenti alla festa e il manager dell’hotel- che avrebbe montato ad arte le accuseper licenziare l’uomo e assumere familiarie amici - erano a conoscenza del con-tenuto delle bottiglie».

«Uccidevamo i bambini in carcere»Ammissione choc davanti al tribunale spe-ciale per i crimini commessi durante la dit-tatura comunista. I bambini imprigionatinel carcere di Tuol Sleng (S-21) daiKhmer rossi in Cambogia vennero atroce-mente assassinati per evitare che si vendi-cassero una volta divenuti adulti: lo hadetto oggi il responsabile del carcere, KangKhev Iev, alias il compagno Duch.«Quando i bambini arrivavano alcarcere avevo ordinato che fossero uc-cisi, perchè eravamo preoccupati chepotessero vendicarsi» se fossero so-pravvissuti, ha detto Duch alla corte.«Dovevo adempiere alle direttive delpartito comunista», si è difeso l’ex capodell’S-21, un liceo scientifico di PhnomPenh trasformato in un luogo di tortura,dove interrogò e fece morire almeno 15mila persone.Duch ha poi confermato che alcuni deibambini vennero uccisi atrocemente, sbat-tendoli contro gli alberi: «Non ho ordi-nato io questo crimine, ma sonoconvinto che i miei compagni lo ab-biano fatto».

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L’ex dirigente dei Khmer, nel corso delprocesso del tribunale speciale, istituitodal governo della Cambogia e dall’Onu nel2003 dopo quattro anni di laboriosi ne-goziati, ha già ammesso le sue responsabil-ità per i crimini commessi nella S-21.Rischia una condanna all’ergastolo

Al via il Tour dei detenutiRecuperare socialmente il detenuto non èimpresa facile. Aiutarlo nel reinserimentoin società, magari dopo anni passati all''in-terno di una cella, può essere un lavorofaticoso anche per le istituzioni più moder-ne e progressiste.C'è però una novità. In Francia i detenutidel carcere di Lille parteciperanno a unTour de France davvero speciale, organiz-zato solo per loro. «E' un modo perevadere» dice ironicamente uno dei parte-cipanti mentre all'interno della palestra delcarcere si allena pedalando alla cyclette.I detenuti pedaleranno lungo i 2.300chilometri del percorso, scortati da 124persone fra guardie e allenatori e si fer-meranno in 17 città del Paese. Ogni città in cui il Tour si fermerà è dotatadi una casa circondariale ma questi spe-ciali corridori dormiranno in hotel.La gara non prevede una classifica finale enemmeno la possibilità di sprintare apoche centinaia di metri dal traguardo. Grazie al Tour i prigionieri potranno farsivedere dai loro familiari in situazioni menodegradanti da quelle di una stanza parla-torio. «Dobbiamo essere in grado di di-mostrare alle autorità che siamo per-sone responsabili, che possiamo averesuccesso nella vita e che si possa tenerein considerazione anche la possibilità diuna riduzione della pena» dice uno deidetenuti. Intanto, gli allenatori si danno da fare permotivare gli improvvisati atleti e li aiutanonella preparazione della gara.Per tutti l'obiettivo è quello di giungere aParigi dove ci sarà l'arrivo della gara. L'iniziativa è comunque positiva: far lavo-rare in equipe i detenuti, abituarli a con-dividere la fatica, le gioie e i dolori è iltraguardo dichiarato delle direttrici peni-tenziarie che si sono date da fare perportare a termine il progetto.

SPAGNA

FRANCIA

CAMBOGIABANGLADESH

fonte: www.pianetacarcere.itw

am ha gli occhi azzurri, undici anni,una voglia a forma di quadrifoglio sulginocchio – dicono che porti fortuna,ma finora non ha proprio funzionato

– e, cosa straordinaria, gli sono finalmentericresciuti tutti i capelli. La sua più grande

passione sono i fatti, lescoperte, gli eventi stra-ordinari; vorrebbe checi fosse una risposta perognuna delle mille do-mande che gli frullanoper la testa e a cui gliadulti si rifiutano di ri-spondere. Per questoha deciso che, se di-venterà grande, faràlo scienziato, così fi-nalmente potrà inda-gare su quelle coseche nessuno sembraconoscere: gli UFO,

le ragazze e la morte. Su quest’ultima, soprat-tutto, pare proprio che non si sappia nulla,perché ogni volta che lui prova aparlarne la gente cambia discorso.Da quando è uscito dall’ospedale,Sam studia a casa con Mrs. Willis,che non è per niente male, anchese è un po’ troppo buona per es-sere una vera prof. È stata lei adargli l’idea di scrivere un librosulla sua vita. All’inizio gli è sem-brato strano, anche perché disolito i bambini dei libri o sonoeroi o vengono picchiati daicompagni di scuola. Però poiSam ha capito che scrivere po-teva essere un modo per fer-mare il tempo e anche quellasua brutta malattia, per raccontare tutte lecose belle che ha fatto, come quando è an-dato in slitta con sua sorella, e anche per as-saporare ciò che forse non farà mai, comedare il primo bacio a una ragazza. Un modo,insomma, per vivere per sempre. Primo ro-manzo di Sally Nicholls, laureata in Filosofiae già premiata come scrittrice più promet-tente. Ha venticinque anni, è nata a Stockton-on-Tees dove, giovanissima, si è laureata inFilosofia. Si è trasferita a Londra dove ha par-

tecipato a un master in scrittura creativaed è stata premiata come scrittrice piùpromettente..

È la vigilia di Pasqua. Oggi è il grande giorno:il primo giorno della mostra itinerante sullastoria del più importante emporio della città,il leggendario Dixon & Pickering’s, che com-pie ben cento anni. E Israel Armstrong, bi-bliotecario itinerante di Tundrum e curatoredell’esposizione, è di ottimo umore. Anche sepiove – a Tundrum piove sempre –, lui nonha bevuto il suo caffè – ormai è un lontanoricordo – e la gente del luogo sembra fare ditutto per rendergli la vita impossibile. In-somma, ogni cosa va per il verso giusto. Al-meno fino a quando si scopre che ilproprietario dell’emporio è sparito. Dov’è fi-nito Mr. Dixon? E cosa ne è stato delle cento-mila sterline che custodiva nella suacassaforte? Inutile dire che il sospettato nu-mero uno è proprio Israel, che nel giro dipoche ore si ritrova ammanettato, accusatodi rapimento e furto e per giunta senza lavoro– la biblioteca di Tundrum e Distretto non in-

tende affatto infan-gare il suo buonnome annoverandotra le sue fila un pre-giudicato. RiusciràIsrael a trovare lachiave di quella spari-zione, salvare il postoe non trascorrere iprossimi anni in unacella dell’Irlanda delNord? Perché Glorianon risponde mai allesue telefonate? E si puòsapere perché a Tun-drum sembrano aver-cela tutti con lui? Ma,

soprattutto, c’è nessuno qui che ha sentitoparlare di Franz Kafka?

Il detective del-l’FBI AlexCross si stagodendo unavacanza con isuoi figli a Di-s n e y l a n dquando il di-

rettore dell’agenzia lo chiama per-ché si occupi di una catena di omicidi tra idivi di Hollywood. L’ultima vittima, la famo-sissima attrice Antonia Shifman è stata assas-sinata in modo così barbaro da essere quasiirriconoscibile. Il criminale non sembra unapersona qualsiasi e c’è bisogno di tutto il ta-lento del profiler Alex Cross per identificarlo.Un giornalista del Los Angeles Times, specia-lizzato nel gossip, ha ricevuto una serie di e-mail da parte di una donna che si fa chiamareMary Smith, la quale afferma di essere l’as-sassina e non sembra intenzionata a fermarsi.Ma chi si nasconde dietro questo nome: unfan ossessionato? Un attore frustrato? O dietroc’è qualcosa di ben più terribile? Dai mes-saggi del killer emergono tanti rompicapo daridurre in briciole qualunque certezza e per-sino Alex Cross rischierà di perdere una dellepartite più difficili della sua carriera. Ancoraun sensazionale romanzo per James Patter-son, l’autore di thriller più letto nel mondo.

È una notte qualsiasi. Dunque è una normaletragica notte qualsiasi. Domattina i giornalisaranno pieni di numeri, di statistiche. Ma lastoria non cambierà: qualcuno – probabil-mente giovane, magari ubriaco – avrà finitodi vivere sull’asfalto di una strada, poco lon-tano da una discoteca. Ma nessuno ci pensa.Perché sono cose che capitano agli altri. Nonci pensa Clorinda, che stanotte compie di-ciotto anni edè finalmentepronta a vo-lare via. Daun padretroppo pre-sente, daun’esis tenzatrascorsa in so-litudine, da unagabbia di ri-cordi e di osses-sioni. Vola verso

le Recensioni

S

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James Patterson

Sulle tracce di MaryLONGANESI Edizioni

pagg. 304 - euro 16,60

Sally Nicholls

Volevo vivere per semprePIEMME Edizioni

pagg. 210 - euro 15,00

Gianfranco Nerozzi

Il cerchio mutoNORD Edizioni

pagg. 580 - euro 18,60

Ian Sansom

Che cosa è suc-cesso a Mr. dixon?TEA Edizioni

pagg. 240 - euro 10,00

il luogo dei suoi sogni, là dove tutto è musica,sorrisi, palpiti, vita: una discoteca. Non cipensa Franco, che sta correndo all’impazzatacon gli occhi fissi sulla strada e con la testapiena di rabbia e di dolore perché non riescea cambiare, a laurearsi, a diventare un poli-ziotto come suo padre. Invece il destino ci hapensato. A far incontrare Clorinda e Franco.In uno schianto. In un urlo. E poi nel silen-zio. A mettere sulla strada di Franco e Clo-rinda una giovane donna dal passato difficilee dal presente confuso: il vice questoreChiara Monti. E tutto il suo cuore gonfio disegreti. Dall’incidente, Franco esce con unsenso di colpa che gli brucia l’animo. Così,per non morire consumato da quell’ango-scia, comincia a raccogliere per conto diChiara tutte le informazioni possibili sulle«stragi del sabato sera»: la dinamica degliscontri, i referti medici, la storia delle vittime.E si rende conto con terrore che quegli inci-denti apparentemente casuali sono unitil’uno all’altro. Che sono anelli di una catenadestinata a legare per sempre lui, Clorinda eChiara. Sul confine tra la luce e il buio, doveil sogno e la realtà si confondono, si muoveGianfranco Nerozzi: preparatevi a essere con-quistati da uno degli autori più talentuosidella narrativa italiana contemporanea…

Baghdad, aprile 2003. Il giovane Salam è de-luso: nel saccheggio del Museo di Archeolo-gia seguito alla caduta di Saddam è riuscitoa impossessarsi solo di una tavoletta d’argilla,mentre i suoi amici hanno messo le mani sutesori ben più redditizi. Ma non fa nemmenoin tempo a rammaricarsi che il padre glielasequestra, rivendendola perpochi dollari a un trafficante diantichità... Gerusalemme, alcuni annidopo. Il conflitto tra israeliani epalestinesi sta per giungere auno storico trattato di pace,quando una serie di morti miste-riose rischia di comprometteretutto. La prima vittima è ShimonGuttman, uno studioso sionistache stava disperatamente tentandodi mettersi in contatto con il pre-mier israeliano. Cosa aveva di tantourgente da comunicargli? Per argi-

nare la crisi, il diparti-mento di Stato americanodecide di inviare unadelle sue migliori nego-ziatrici, Maggie Costello,ritiratasi dopo un graveerrore che ancora lepesa addosso. Per lei èl’occasione del riscatto,e intuendo che il successo della missione di-pende dalla soluzione di una serie di oscuriomicidi solo apparentemente slegati tra loro,si lancia nelle indagini, scoprendo che tuttoè collegato al rinvenimento di un’antichissimatavoletta. Quale segreto si nasconde dietro imisteriosi segni tracciati su di essa? E cosapuò portare la soluzione dell’enigma, la paceperpetua o la più terribile delle guerre?

Oggi in Italia, il fascista si veste di grigio ed èun uomo di mondo. Nulla a che a vedere conil passato. Ma il passato non può essere rin-negato, anche perché quel passato è ancoravivo e presente nei ricordi di qualcuno. Comenella memoria della Signora Brandini, chenel suo diario ha registrato tutto di queglianni terribili. Ma soprattutto un evento dram-matico di cui fu spettatrice e che la segnò inmaniera indelebile: il massacro di un gruppodi ebrei ospiti nel suggestivo Grand HotelMeina, sulle rive del Lago Maggiore. Erano igiorni successivi all’8 settembre 1943, la si-gnora Brandini, all’epoca, aveva solo 17 anni.I suoi occhi videro tutto: amici trucidati dallafuria delle SS. Ma a segnarla non fu solo il ri-

cordo di quella strage. Èil sapere che i respon-sabili di quella carnefi-cina non sono mai staticondannati. Per qualeorribile motivo? Comeè possibile che oggi vi-vano una vita agiatasotto falso nome? Chei loro figli addiritturafacciano rivivere ilpensiero fascista inambito politico? Èper questo motivoche dopo tanti annivuole finalmente

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a cura diErremme

rendere pubblico il suo dia-rio. E per farlo chiede aiuto adue uomini d’eccezione, loscrittore Giorgio Zevi e l’arti-sta Frank Veronese. Un’im-presa assai pericolosa, perchéle persone coinvolte nei tragicieventi non hanno alcun deside-rio di essere dipinti come cri-

minali e adotteranno ogni mezzo purd’impedire la pubblicazione del diario.

È appena uscito di pri-gione, ma Freddie Jack-son si sente il padronedel mondo: mentrescontava la sua con-danna, infatti, ha avutola possibilità di strin-gere le amicizie «giu-ste» e adesso è prontoper sfruttarle, per sa-lire ai vertici della ma-lavita londinese, perdiventare il re dei bas-sifondi. Ma sulla suastrada incontra unostacolo insospettabile, ilragazzo che lui stesso aveva introdotto nel-l’ambiente criminale. Suo cugino Jimmy è in-fatti diventato un rispettato uomo di potere,combattuto tra la fedeltà e la riconoscenzaverso l’antico protettore e un’istintiva sete dipotere… Anche Jackie ha aspettato con pa-zienza Freddie, desiderando solo che il ma-rito tornasse a casa. E quasi dimenticandoquanto sia difficile vivere con un uomo comelui, violento, attaccabrighe e donnaiolo. Con-finata nella gabbia di un’esistenza votata al sa-crificio, Jackie si affida all’unica scappatoiache conosce: l’alcol. E inizia a coltivare un ir-refrenabile sentimento di odio nei confrontidella sorella minore, Maggie, che invece sem-bra determinata a volare via, libera e felice,col suo nuovo amore: Jimmy… Una famigliadovrebbe rimanere unita, ma, dietro le portechiuse, la gelosia e l’inganno sono come unveleno senza antidoto. E, per i Jackson, nonc’è onore di famiglia che tenga, davanti allapossibilità di arricchirsi, di vincere e, soprat-tutto, di dominare. Perché nel loro mondonon ci si può fidare di nessuno. Tutti sono invendita. E pronti a tradire. ✦

Martina Cole

Onore di famigliaNORD Edizioni

pagg. 496 - euro 18,60

Sam Bourne

Il segreto delMonte SacroLONGANESI Edizioni

pagg. 438 - euro 18,60

Liaty Pisani

Il diario della signoraTEA Edizioni

pagg. 240 - euro 10,00

la Letteragregio dr. Capece,premesso che ho apprezzato moltola nota del Sappe indirizzata al Ga-rante per la protezione dei dati per-sonali, scaturita dall’iniziativa di fare

un censimento su scala nazionale sugli agentiche si candidano alle elezioni politiche – am-ministrative – in quanto tra le righe mi sem-bra di poter scorgere una pericolosa derivaautoritaria intesa a comprimere i diritti degliappartenenti alle forze dell’ordine di parte-cipare attivamente alla vita politica della cittào del proprio paese, devo comunque faredelle osservazioni su un fenomeno (cheseguo da anni) e che ha ormai raggiuntoproporzioni devastanti.Mi spiego meglio: sono stato un precursoredelle candidature politiche, il primo in asso-luto nella mia città – il primo in assoluto adiventare consigliere comunale – il primo inassoluto ad essere sconfitto poi dal gioco almassacro dell’aspettativa elettorale, infatti,quando avrei dovuto cogliere appieno i fruttidi un lavoro politico tessuto giorno dopogiorno, con l’impegno sindacale prima e trai cittadini dopo, ben 40 colleghi della miacasa circondariale si candidarono alle ele-zioni amministrative con il risultato di fram-mentare il voto e far disperdere centinaia di

voti utili a confermare un poliziotto peniten-ziario nelle istituzioni, proclamando la scon-fitta del candidato più forte ovvero di coluiche ci credeva volendo portare nuovamenteun poliziotto penitenziario tra gli scrannidella massima autorità comunale.Ebbene l’aspettativa elettorale così come con-cepita oggi e così come si presta ai vari gio-chetti di trasferimenti o solo di riposo(staccare la spina), non va bene; essa oltread essere vissuta dalla popolazione “esterna”al carcere come un assurdo privilegio nonpuò essere utilizzata come una ulterioreforma di congedo (congedo ordinario – stra-ordinario – elettorale!) a scapito di chi hadavvero intenzione di fare politica; l’elezionenon può essere vissuta dal poliziotto peniten-ziario, che da anni anela la mobilità, comel’ultima spiaggia per un trasferimento (cosìcome la nomina al consorzio ASI).Non è nemmeno giusto, anzi è vessatorio, ilfatto che candidandosi nel proprio comune,se non si viene eletti, si debba essere trasferitiin altra sede; ciò da luogo a quei giochetti –così come Ella ha giustamente ricordato inuna intervista giorni fa - a favore di chi, stancodi fare servizio in una sede disagiata, si can-dida alle comunali dove ricade l’Istituto diPena, e non essendo eletto anzi per il solofatto di essersi candidato deve essere trasfe-rito in altra sede (sicuramente a lui gradita),tanti ne conosco e onestamente a qualcunogli ho pure suggerito in passato come fare per

fuggire dall’isola…..Però questo stato di cose deve cessare, per-ché non è possibile che alle amministrativeun esercito di poliziotti penitenziari si candidilasciando nel massacro chi resta a lavorare.La soluzione a mio parere è molto semplice:basterebbe modificare la Legge 121 con unsemplice comma abolendo questo assurdo(lo riconosco) privilegio dell’aspettativa elet-torale retribuita – si otterrebbero di colpodue obiettivi: più uomini nelle carceri (per-ché nessuno sacrificherebbe il proprio con-gedo ordinario) e l’elezione di quei candidatiseri (per intenderci non quelli che ad ognielezione colgono zero voti) che potrebberorappresentare degnamente all’esterno la po-lizia penitenziaria.Dr. Capece, chiedo scusa per i toni per questamissiva dal contenuto forse un po’ sgradevoleper i professionisti dell’aspettativa elettorale,ma bisogna tirare un po’ il freno a mano aqualcuno se poi vogliamo essere credibili erispettati all’esterno.Grazie.

Lettera Firmata

Registriamo, di recente, anche alcuni in-terventi del DAP sulla materia. Per il resto non si possono che condividerele riflessioni del collega che prendiamocome spunto per proporre eventuali modi-fiche al prossimo rinnovo del ContrattoCollettivo Nazionale di Lavoro.

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IL MONDO DELL’APPUNTATO CAPUTO

E adesso...per 1milione di eurochi sa dirmi quantisono oggi i detenuti

in italia?6.350 63.472

62.961

CHI VUOL ESSERE PENITENZIARIO?

Sappe: la forza nelle radici.

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