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Anno XVI - n.162 Maggio 2009 Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 Le prigioni del duemila secondo Franco Ionta...

Polizia Penitenziaria - Maggio 2009 n. 162

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Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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Page 1: Polizia Penitenziaria - Maggio 2009  n. 162

Anno XVI - n.162 Maggio 2009

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Le prigioni del duemilasecondo Franco Ionta...

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La Copertina

Prison-Ship inglese nel porto di Portsmouth Harbour - Londra 1829 circa(Edward William Cooke, 1811-1880)

il Sommario

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

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L’EDITORIALEFesta del Corpo e Manifestazionedi Donato Capece

IL PULPITOIl Megadirettore Galatticodi Giovanni Battista De Blasis

L’OSSERVATORIO POLITICOIl DAP galleggiantedi Giovanni Battista Durante

IL COMMENTOIl dovere della Memoriadi Roberto Martinelli

LO SPORTNuovi arrivi nel Settore Paralimpicodi Lara Liotta

LE FIAMME AZZURREDelegazione ANPPE al DAP a cura di Lionello Pascone

WEB E DINTORNIIl carcere su internet

Organo Ufficiale Nazionaledel S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XVINumero 162Maggio 2009

Direttore ResponsabileDonato [email protected]

Direttore EditorialeGiovanni Battista De Blasis [email protected]

Direttore OrganizzativoMoraldo Adolini

Capo RedattoreRoberto Martinelli

Comitato di RedazioneNicola Caserta Umberto Vitale

Redazione PoliticaGiovanni Battista Durante

Redazione SportivaLara Liotta

Progetto Grafico e impaginazione © Mario Caputi (art director)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Sito Web: www.sappe.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionalidi: “Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza”

RegistrazioneTribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

StampaRomana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 3700030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare:Maggio 2009

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

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Donato CapeceSegretario Generale Sappe

[email protected]

Direttore Responsabile

Festa del CorpoIl 7 giugno

manifestazione nazionale

a Roma

etenuti aumentati di quasi 10mila unità in soli 12mesi. Aggressioni ai poliziotti aumentate in manieraesponenziale. Non intervenire adesso significa assu-mere la responsabilità di quello che accadrà.

L’attuale situazione penitenziaria è davvero arrivata ad unpunto di estrema criticità. In soli dodici mesi i detenuti sono aumentati di quasi 10.000(10mila!) unità ed oggi ve ne sono più di 62mila nelle migliaiadi celle dei 206 penitenziari ita-liani. Allarma l’elevato numero diaggressioni di detenuti in dannodegli Agenti di Polizia penitenziarianelle sezioni detentive, ormainell’ordine delle diverse centinaia. Gli ultimi casi, in ordine di tempo,nelle strutture di Saliceta San Giu-liano, Reggio Emilia, Spoleto. Una situazione del genere non èpiù tollerabile. Servono rispostecerte ed urgenti, che non ci sem-bra siano contenute – almeno daquello che desumiamo dalle indi-screzioni giornalistiche - nel co-siddetto Piano Ionta finalizzato apredisporre interventi straordinarisul sistema penitenziario, incredibilmente a tutt’oggi secretatoalle Organizzazioni sindacali del Corpo. Il Piano straordinario, infatti, non prenderebbe in considera-zione le ipotesi di un maggiore ricorso all’area penale esternaper le pene più brevi avvalendosi di sistemi di controllo ancheelettronici (come ad esempio il braccialetto) né la differen-ziazione dei circuiti penitenziari rispetto alla pericolosità deidetenuti. Non parla affatto di assumere nuovo personale di Polizia Pe-nitenziaria – Corpo oggi sotto organico di ben 5mila e 500unità –, nonostante si preveda un piano di aumento di 18milaposti letto, distribuiti in 18 regioni, di cui 5mila a regime apartire dal prossimo anno. Ed intanto le inaccettabili aggressioni ai nostri Agenti sono al-l’ordine del giorno.

Abbiamo in queste ore rinnovato l’invito ad avere un incontrocol Ministro della Giustizia Angelino Alfano sulla grave situa-zione penitenziaria nazionale, visto che il Commissario straor-dinario per le carceri (nonché Capo Dell’AmministrazionePenitenziaria) Franco Ionta, sollecitato più volte ad avere unconfronto con i Sindacati sul suo fantomatico piano di edilizia,in una sua corrispondenza ufficiale ha pilatescamente scrittoche rientra nella valutazioni politiche di Alfano l’opportunità

di parteciparlo alle OrganizzazioniSindacali. Addirittura Ionta, che forse non sache i suoi stessi uffici dipartimen-tali attestano a 5mila e 500 le ca-renze di organico del Corpo,ritiene che nel contesto degli even-tuali processi di recupero localiz-zato di celle in disuso non possatrovare spazio il confronto con iSindacati del Corpo. E’ ovvio che siamo probabilmentearrivati ad un punto di non ritornonei rapporti con il Capo dell’Am-ministrazione penitenziaria FrancoIonta, tali e tante sono le diver-genze sul suo modo di intendere

ruolo e professionalità del Corpo di Polizia penitenziaria e delleOrganizzazioni Sindacali di rappresentanza.E visto che ignora le richieste di incontro delle Segreterie na-zionali dei Sindacati del Corpo, abbiamo rinnovato l’invito alGuardasigilli Angelino Alfano perché si possa avere con ur-genza un confronto per determinare un progetto ad ampio re-spiro utile a deflazionare le attuali, gravissime criticità cheattanagliano il sistema penitenziario e il personale di PoliziaPenitenziaria. Nelle more dell’incontro, il Sappe – insieme ad altri sindacati(in rappresentanza di più del 90% del Personale) - ha indettolo stato di agitazione del personale di Polizia penitenziaria sul-l’intero territorio nazionale e ha programmato una manifesta-zione di protesta per il 17 giugno 2009 in concomitanza conla celebrazione della Festa del Corpo.

L’Editoriale

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Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

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Manifesta-zione

sincacale

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Giovanni Battista De BlasisSegretario Generale Aggiunto [email protected]

Direttore Editoriale

Il piano del megadirettoregalattico duca Conte

Franco IontaCon la partecipazione straordinaria del Megadirettore Generale Matteo

Maria Barambani e della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare

… correva voce che non fosse unuomo… ma un’entità astratta.”Così recitava la voce fuori camponel finale del film Fantozzi, allor-

quando il povero ragioniere, lanciato unsasso contro la sede dell’azienda al-l’apice della contestazione, viene convo-cato dal Megadirettore Galattico edincontra di persona il semidio a capodella Megaditta (la Ital Petrol CemeTermo Tessil Farmo Metal Chimica).Dieci anni fa, quando scrissi la prefazionedel libro Il mondo dell’appuntato Ca-puto, non avrei mai immaginato di pre-sentire uno scenario come quello di oggi.“… l’idea di un poliziotto penitenzia-rio, di fantozziana memoria, rasse-gnato al proprio destino e che accettala propria condizione come ‘il minoredei mali’, stato d’animo nel quale sitrova colui che, minacciato di gravis-sima ingiustizia, accetta quelle minoricome cortesi regalie… Caputo è lo ste-reotipo della rassegnazione: è colui che‘obbedisce tacendo’. Egli è il Fantozzidelle carceri…”Invece, quasi come in una evoluzione fil-mica, si sono materializzati tanti altri per-sonaggi intorno all’appuntato Caputo. E’arrivato, di persona, il Megadirettore Ga-lattico Duca Conte Franco Ionta, coadiu-vato dal Megadirettore Generale MatteoMaria Barambani e dalla Contessa Ser-belloni Mazzanti Vien dal Mare.E’, pure, in via di costituzione il GranConsiglio dei Dieci Assenti che provve-derà, insieme al Duca Conte, a governareil mondo (penitenziario).Lo scenario fantozziano è stato pian,piano allestito attraverso un unico, inin-terrotto, piano-sequenza partito dalprimo ciak scandito dal Professor Gui-

dobaldo Maria Riccardelli (quello dellaCorazzata Potëmkin per intenderci…)il 7 agosto dell’anno scorso.E noi, purtroppo, ce ne siamo accortisoltanto adesso.Nel frattempo, però, il Duca Conte, se-duto sulla sua poltrona di pelle umana,davanti al gigantesco acquario dove nuo-tano i dipendenti, ha presentato le Tavoledella Legge dove è trascritto il suo piano.Ovviamente, essendo le Tavole dellaLegge di origine divina, non sono stateconsegnate direttamente ai poveri mor-tali ma affidate nelle mani del MinistroAbramo…, scusate volevo dire Alfano,affinché le portasse a conoscenza di noieretici seguaci del vitello d’oro.E cosa c’è scritto nel favoloso Pianoconservato all’interno dell’Arca dell’Al-leanza, mirabilmente trascritto dal Me-gadirettore Galattico Duca ConteFranco Ionta ?Non avendo altre fonti, cito testualmentel’ansa. “La costruzione di 46 padiglionie di 22 nuovi istituti, di cui 9 già finan-ziati, per arrivare a un incrementocomplessivo di 17.129 posti, per un to-tale di 1 miliardo e 590 milioni di euro. Del totale dei posti previsti, 4.605 sa-ranno predisposti attraverso l’amplia-mento di carceri esistenti con nuovipadiglioni o ristrutturazioni, e la rea-lizzazione di nuovi penitenziari già fi-nanziati (costo complessivo205.730.000 di euro). Altri 6.201 posti,per un costo di 405milioni di euro, sa-ranno allestiti grazie a fondi già indi-viduati nella Cassa delle ammende(circa 120-130 milioni di euro), o neifondi Fas per le aree sottosviluppate.Infine gli ultimi 6.323 posti coste-ranno 980milioni di euro ma i fondi

sono ancora da individuare.”Fino a qui siamo nel campo del difficile(reperimento dei fondi, lunghi tempi direalizzazione) ma sostenibile sulla carta;Veniamo invece alla parte creativa delpiano. “L’alternativa che desta più cu-riosità è sicuramente quella delle pri-gioni galleggianti: una soluzione giàmessa in pratica negli ultimi 20 anniin Paesi come Stati Uniti (la primachiatta-prigione fu ormeggiata a NewYork nell’89, lungo il fiume Hudson), laGran Bretagna (la nave-prigione Weareè stata ancorata dal 1997 al 2005 nellabaia di Porland, in Dorset), e più recen-temente l’Olanda. Per costruire nuovecarceri, oltre che per ampliare o ristrut-turare quelle vecchie, saranno impie-gati i detenuti, seppure soltanto per‘interventi edilizi complementari’ (adesempio imbiancare le pareti, abbattereun muro e trasportare le brande).”Per quanto riguarda la proposta delle pri-gioni galleggianti ho affidato il mio com-mento all’immagine scelta per lacopertina (una Prison-ship inglese del1829, in partenza per l’Australia) e allavignetta in ultima pagina.Per quanto riguarda, invece, l’ipotesi diutilizzare i detenuti per i lavori edilizi diampliamento mi viene da sorridere ri-pensando al pesce d’aprile che abbiamoarchitettato quest’anno e che tante criti-che ci aveva attirato… (ma questa èun’altra storia che racconterò in una se-conda occasione). Ma torniamo al Duca Conte, alla Con-tessa e al Gran Consiglio. Ebbene, il Me-gadirettore Galattico, nel suo perfetto stile‘medio progressista’ ha gratificato i suoidipendenti della propria presenza in giroper l’Italia ed in quelle occasioni liturgi-

il Pulpito

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

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Giovanni Battista DuranteSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Responsabile redazione politica

iccome da tempo il Dipartimento dell’Amministra-zione Penitenziaria galleggia, ovvero naviga a vista,qualcuno ha pensato di inserire nel piano per l’edi-lizia penitenziaria l’ipotesi di costruire le carceri gal-

leggianti.Si tratterebbe di piattaforme o navi ormeggiate a Genova, Li-vorno o in qualsiasi dei numerosi porti italiani, dove trasfe-rire i detenuti, così da risolvere l’emergenzasovraffollamento arrivata oggi a 62.473 posti occupati controun limite regolamentare di 43.201 e una tollerabilità di63.702. E’ appena il caso di evidenziare che il trend di cre-

scita è di 800/1000 detenuti almese.Quella delle carceri galleg-gianti è solo una delle ipo-tesi, sicuramente la piùsuggestiva, la più avveniri-

stica, contenuta nel pianocarceri; una delle tante ipo-

tesi, tra le quali quella di co-struire 46 padiglioni e 22 nuovi

istituti, di cui 9 già finanziati, perarrivare a un incremento com-

plessivo di 17.129 posti.Quelle che riportiamo sono notizie diffuse dai giornali e dalleagenzie di stampa, atteso che nessuno si è preoccupato diinformare i sindacati, né, tantomeno, di trasmettergli il pro-getto; progetto che, invece, è in possesso della stampa.Scrive, infatti, l’ANSA, in una nota: Nelle 19 pagine di rela-zione di cui l’ANSA è in possesso si sottolinea che lanuova edilizia penitenziaria terrà conto di “soluzioni al-ternative” a quelle fino ad ora adottate, anche attraverso“strutture modulari”, più economiche nella manuten-zione-gestione oltre che più rapide da costruire, nonché“la previsione di strutture penitenziarie ‘galleggianti’”.Se il piano di Ionta avrà il ‘placet’ del governo, l’Italiaadotterà una soluzione già messa in pratica negli ultimi20 anni in Paesi come gli Stati Uniti (la prima chiatta-prigione fu ormeggiata a New York nell’89, lungo il fiumeHudson), la Gran Bretagna (la nave-priogne ‘Weare’ èstata ancorata dal 1997 al 2005 nella baia di Porland, inDorset), e più recentemente l’Olanda.

Le tavoledei Coman-

damenti

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Il DAP galleggiante

66Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

che ha predicato la sua dottrina ed i canoni delle sue leggi.

Primo ComandamentoNessun poliziotto penitenziario potrà/dovrà più svolgerealcun compito che non sia strettamente connesso all’aper-tura ed alla chiusura dei cancelli;Secondo ComandamentoNessun poliziotto penitenziario potrà/dovrà essere impie-gato presso gli uffici interforze e la direzione antimafia;Terzo ComandamentoNessun poliziotto penitenziario potrà/dovrà essere impie-gato per i servizi di sicurezza e sorveglianza degli ufficigiudiziari;Quarto ComandamentoNessun poliziotto penitenziario potrà/dovrà effettuare tra-duzioni di detenuti in luoghi diversi dagli istituti peniten-ziari;Quinto ComandamentoLe poliziotte penitenziarie donne potranno/dovranno pre-stare servizio nelle sezioni maschili e viceversa;Sesto ComandamentoNessun poliziotto penitenziario potrà/dovrà piùsalire a bordo di un mezzo navale (tranne le pri-son-ship) né potrà/dovrà più avvicinarsi a menodi trecento metri da qualsiasi tipo di base na-vale;Settimo ComandamentoNessun poliziotto penitenziario potrà/dovrà piùsorvegliare scuole, allievi, istituti di formazione,istituti di aggiornamento, superiori, medie, ele-mentari e asili nido;Ottavo ComandamentoNessun poliziotto penitenziario potrà/dovrà più prepararecaffè, cappuccino, the e qualsiasi altra bevanda di ristoronegli spacci, nelle caserme ed anche a casa propria;Nono ComandamentoE’ fatto assoluto divieto a tutti i poliziotti penitenziari dicandidarsi alle elezioni politiche, amministrative ed euro-pee, di essere nominati nelle ASI ed anche di votare, salvoche il seggio elettorale non sia stato costituito all’internodella sezione dove si presta servizio;Decimo ComandamentoNon sarà assolutamente contemplato alcun tipo di rialli-neamento con le altre forze di polizia, né tantomenopotrà essere preso in considerazione un allineamento conla polizia locale, provinciale e/o regionale, con guardiegiurate, metronotte, investigatori privati, body guard obuttafuori.In attesa di essere tutti crocifissi in sala mensa come il poveroFantozzi/Appuntato Caputo, consiglio a tutti i miei colleghi dipresentare immediatamente un’istanza per essere impiegaticome uomo-triglia dentro l’acquario del nostro Megadiret-tore Galattico Duca Conte Franco Ionta. ✦

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l’Osservatorio

Il DAP...versionenave

Sempre in un’agenzia dell’Ansa si legge che: Per costruirenuove carceri, oltre che per ampliare o ristrutturare quellevecchie, saranno impiegati i detenuti, seppure soltanto per“interventi edilizi complementari” (ad esempio imbian-care le pareti, abbattere un muro, trasportare le brandeetc). Lo prevede il piano straordinario che il capo del Di-partimento dell’ amministrazione penitenziaria (Dap),Franco Ionta, ha consegnato al ministro della Giustizia An-gelino Alfano per far fronte all’emergenza sovraffollamentodetenuti. Il piano - di cui l’ANSA è in possesso - ipotizzala realizzazione complessiva, al massimo entro dicembre2012, di 46 nuovi padiglioni in altrettanti carceri già esi-stenti e la costruzione di 22 nuove carceri (di cui 9 già incostruzione) per un totale di 1 miliardo e 590 milioni dieuro, così da arrivare a creare 17.129 posti letto. Di questi ultimi, 4.605 saranno pronti entro un paio dianni attraverso l’ampliamento di carceri esistenti connuovi padiglioni o ristrutturazioni, e la realizzazione dinuovi penitenziari già finanziati (costo complessivo205.730.000 di euro); altri 6.201 posti, per un costo di405milioni di euro, con fondi già individuati nella Cassadelle ammende (circa 120-130 milioni di euro ai quale ilcommissario straordinario Ionta può ora attingere, mentrefino a due mesi fa la Cassa era solo per il reinserimentodei detenuti), o nei fondi Fas per le aree sottosviluppate;infine 6.323 posti che costeranno 980 milioni di euro confondi ancora da individuare.Altre notizie apprese sempre attraverso le agenzie di stampa

ci informano che è intendimento del commissario straordina-rio per l’edilizia penitenziaria recuperare personale di poliziapenitenziaria attraverso la soppressione del servizio di senti-nella, ma ciò implica la necessità di rendere funzionanti gli im-pianti antintrusione ed antiscavalcamento, laddove esistono manon funzionano, e di costruirne di nuovi, laddove, invece, nonsono mai stati costruiti. E’ un’iniziativa che condividiamo sicuramente, insieme all’altraannunciata iniziativa di dare in gestione i bar degli istituti pe-nitenziari. Queste due operazioni dovrebbe portare a un recupero di circa1.500 agenti, ancora troppo pochi rispetto ai circa 5.000 cheservirebbero per gestire le nuove aree detentive e per allegge-rire i carichi di lavoro in quelle già esistenti.Sembra che il capo del DAP abbia anche avviato un’azione direcupero del personale distaccato dai vari istituti e servizi.Opera meritoria anche questa se, però, finalizzata a recuperarequelli che sono raccomandati dai vari dirigenti generali, ma-gistrati e politici. Abbiamo forti dubbi che il capo del DAP abbia la forza di fareciò, soprattutto nei confronti di quei politici che gli hanno per-messo di ricoprire l’incarico di capo del DAP e di commissariostraordinario per l’edilizia penitenziaria; naturalmente, sa-remmo felici di essere smentiti.Intanto le organizzazioni sindacali, in testa il SAPPE, hanno ini-ziato lo stato di agitazione sul territorio nazionale, vista la di-sattenzione dell’Amministrazione nelle relazioni sindacali el’assenza di una seria politica penitenziaria. ✦

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

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Roberto MartinelliSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Capo Redattore

Il dovere dellamemoria

rrivano finalmente buone notiziesul fronte dovere della Memo-ria, argomento rispetto al qualeil Sappe e chi scrive hanno sem-

pre avuto una particolare sensibilità.Partiamo da Alessandria. Su proposta deiconsiglieri comunali AN - PDL MarioBocchio e Maurizio Sciaudone, subitoaccolta dal sindaco alessandrino Pier-carlo Fabbio, l’Amministrazione Comu-nale avrebbe dovuto ricordare le vittimedella tragica rivolta avvenuta nel 1974nel carcere Don Soria. L’appuntamento era fissato per sabato 16maggio, presso lo stesso istituto carcera-rio, ma è stato rinviato a data da desti-narsi. «Proprio per permettere unadignitosa deposizione di una coronad’alloro» – hanno spiegato Bocchio eSciaudone. «Allo stato attuale, infatti,non esiste una lapide che ricordiquelle vittime. Mai nessuno, in bentrentacinque anni, ha pensato di farlacostruire e di murarla. Tutto ciò è pa-radossale, inaccettabile ed ingiustifi-cabile, ma purtroppo questa è larealtà». E per porre rimedio, dall’Asso-ciazione Nazionale Polizia PenitenziariaAnppe il Presidente della Sezione ales-sandrina Cav. Antonio Aloia ha fatto sa-pere che «proprio a seguito di quantoappena successo, l’AmministrazioneComunale di Alessandria farà co-struire una targa marmorea, che do-vrebbe collocare presso il carcere DonDoria già entro giugno».Giovedì 9 maggio 1974, per Alessandriafu una giornata drammatica: i detenutiConcu, Levrero e Di Bona misero in attoil loro progetto di evasione e non ci pen-sarono due volte a farsi scudo degliostaggi che incontrarono sul loro cam-mino. Per riuscire nel loro intento se-

questrarono insegnanti della scuola pe-nitenziaria, agenti dell’allora Corpo degliAgenti di Custodia, il medico e si rinchiu-sero nell’infermeria. Le armi che impu-gnavano erano vere e le intenzioni dei trealtrettanto serie. Un colpo a scopo dimo-strativo sparato da uno di loro tolse ognidubbio a tutti quanti. Fu il preludio aipassi successivi. Alle 19,30 partì unprimo assalto dei carabinieri, un frontedi gas lacrimogeno per stanare i banditie un fuoco continuo per abbatterli senzamettere in pericolo la vita degli ostaggi.Risultato: le prime vittime, il dottor Gan-dolfi e il dottor Campi, ferito mortalmentee che spirerà alcuni giorni dopo. Alle 17di venerdì 10 maggio partì l’assalto finale,un attacco improvviso e inaspettato, con-dotto in simultanea dall’interno e dal-l’esterno del carcere, con candelottilacrimogeni e solito fronte di fuoco. Que-sta volta le vittime furono tre: l’assistentesociale Graziella Vassallo Giarola, il bri-gadiere Gennaro Cantiello e l’appuntatoSebastiano Gaeta. Oltre ai due detenutiConcu e Di Bona. Il brigadiere Gennaro

Cantiello, catturato tra gli ostaggi presidai detenuti in rivolta, riuscì a trasportareil medico dell’istituto fuori della portatadei rivoltosi. Tornò poi volontariamentetra gli ostaggi per placare gli animi. Nel-l’epilogo della vicenda perse la vita. Rco-nosciuto “Vittima del Dovere ai sensidella Legge n.748/1972 dal Ministerodell’Interno, in data 24 febbraio 1975 ilMinistero della Difesa gli conferì la Me-daglia d’Oro al Valor Militare alla Memo-ria. Alla sua stessa Memoria venne anchechiamata una motonave della Polizia Pe-nitenziaria adibita al collegamento traPorto Torres e l’isola dell’Asinara, do-v’era ubicato un carcere di massima si-curezza. L’appuntato Sebastiano Gaetanell’intento di evitare una strage, fecescudo col proprio corpo agli altri ostaggisacrificando così la propria vita. Anchelui fu riconosciuto Vittima del Dovere aisensi della Legge n.748/1972 dal Mini-stero dell’Interno e in data 24 febbraio1975 il Ministero della Difesa gli conferìla Medaglia d’Argento al Valor Militarealla Memoria. Sette morti e quindici feriti per garantireil senso dello Stato. Cinque vittime inno-centi di una guerra non voluta da loro, euna verità sfumata insieme ai gas lacri-mogeni e alla rabbia e alle lacrime di unafolla infinita che rese loro un doverosoomaggio, dimostrando che quella strageaveva lacerato il cuore di una città intera. Alcune strade della città di Alessandria aloro intitolate (anche se in pochi ancorali collegano ai giorni di maggio del 1974)restano come ricordo di queste figurestroncate nel nome di una violenza senzasenso. Sono trascorsi trentacinque anni,quasi tutti nel silenzio, come una sorta divelo pudico per non tormentare ulterior-mente i cuori e i cervelli.

Il Commento

Il Mare-sciallo

degliAA.CC.

FrancescoDi Cataldo

A

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

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Ma resta aperta (tra i mille altri misterid’Italia) una vicenda dai contorni ancoraoscuri, scivolata fuori dalla memoria diuna città che purtroppo non ha volutorenderne partecipe le generazioni suc-cessive. Perdendo forse un’occasionepreziosa per insegnare loro che, se èvero che a volte dobbiamo fare i conticon la follia criminale, è altrettanto veroche esiste una differenza ben precisa traautorità e autorevolezza. E che la forza èsaggezza, come sostenevano i filosofi del-l’antichità, buon senso, lucidità intellet-tuale e morale, e non solo un fronte difuoco dietro il quale trovare riparo. In questo contesto è doveroso esprimereil nostro sincero ringraziamento per lameritoria iniziativa e la sensibilità dimo-strata dai consiglieri comunali AN - PDLdi Alessandria Mario Bocchio e MaurizioSciaudone e dall’Amministrazione Comu-nale, guidata dal sindaco alessandrinoPiercarlo Fabbio, per una iniziativa chedimostra la sua vicinanza a coloro cheservono lealmente le istituzioni, antepo-nendo a qualsiasi ambizione personaleil primato morale di difendere sempre ecomunque quei valori sui quali trovafondamento la nostra democrazia, la no-stra libertà e la nostra serenità.Nello stesso percorso di valorizzazionedella Memoria si inserisce la mostra iti-nerante Anni di Piombo: la voce dellevittime. Per non dimenticare allestitapresso la Loggia degli Abati di PalazzoDucale a Genova dal 21 aprile al 10 mag-gio scorsi. Una Mostra itinerante sul ter-rorismo composta da 27 pannelliespositivi che descrivono attentati, as-salti, omicidi e ferimenti compiuti dal1969 ad oggiUn sincero e grato grazie lo rivolgo agliideatori della Mostra, anzitutto all’Asso-ciazione italiana Vittime del TerrorismoAIVITER, da sempre in prima linea nellosvolgere una meritoria azione di sensibi-lizzazione e di cooperazione volta a pro-muovere nuovi momenti diriconoscimento e di tutela che possanogarantire i diritti, le esigenze e le aspet-tative delle vittime del terrorismo o deifamigliari superstiti oltre a custodire la

memoria di quegli anni tragici. E un gra-zie anche alla Regione Liguria, alla Pro-vincia e al Comune di Genova ed allaFondazione Cultura di Palazzo Ducaleche hanno reso possibile questa mostra.Tanti, tantissimi sono stati i visitatori allamostra. La visita alla mostra esprime una fortis-sima carica umana e un’ottima occasionedi raccoglimento per ricordare tutte levittime della ferocia terroristica. L’unicaarma contro l’oblio è, infatti, tenere vivoil ricordo di chi non c’è più, perché il ri-cordo delle vittime non è solo un luttoprivato ma anche un lutto collettivo.Il Sappe e chi scrive sino sono spesso oc-cupati della memoria di quegli anni tra-gici perché non vi sia mai una rimozionestorica di ciò che è accaduto e parimentinon sia dimenticato il sacrificio dei Ca-duti, degli assassinati, dei feriti e degli in-validi. Non si trattò, con particolare

A fianco l’omicidiodell’agente GiuseppeLorusso

sotto, lamostra allestista a Genova

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riferimento ai periodi bui del terrorismoed a quel periodo della nostra storia notocome anni di piombo, di vittime di scon-tri o episodi di una presunta guerra ci-vile, come viene falsamente sostenuto daalcune fonti, ma di cittadini barbara-mente trucidati in una lucida follia ever-siva, sfociata talvolta con giochi di tiro albersaglio. Ricordare, dunque, il loro Sacrificio(spesso estremo) e il loro Martirio è undovere per un Paese degno di questonome. Eppure, i carnefici sono usciti allaspicciolata e ora sono quasi tutti fuori.Con qualche restrizione o ormai comple-tamente liberi. Gli ex terroristi sono rien-trati nella società. Alcuni lavorano nellecooperative, che offrono una chance direinserimento agli ex detenuti; altrihanno preso strade diverse. C’è anche chiè addirittura entrato nelle istituzioni, but-tando via il passato come uno zaino in-gombrante, ed è stato pagato da quelloStato combattuto in gioventù. Alla facciadella Giustizia (quella vera, con la G ma-iuscola), del dolore dei familiari e degliamici delle vittime. Certo resta una do-manda inquietante, riportata su unodei pannelli della Mostra ospitata nel Pa-lazzo Ducale di Genova.Contigua ai terroristi c’era una vasta areadi fiancheggiatori di cui non si parla mai:erano migliaia di persone... Chi erano?Dove sono oggi? Quali poltrone occu-pano? ✦

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Lara Liotta

[email protected]

Redazione sportiva

opo lo storico protocollo di in-tesa tra le Fiamme Azzurre ed ilcomitato Paralimpico del 12 lu-glio 2007, nuovi campioni si ag-

giungono al team del già prolifico settoredella Polizia Penitenziaria: due anni divita, tre medaglie olimpiche dopo lasplendida avventura a cinque cerchi diFabio Triboli, e c’è di più.

I tre nuovi arrivi sono l’arciere Marco Vi-tale, il ciclista Paolo Viganò e il marato-neta Walter Endrizzi, anch’essi campionidi razza e a loro volta medagliati alle Pa-ralimpiadi di Pechino 2008. Marco Vitale, nativo di Gaeta, classe1981, gareggerà per i colori della Poli-zia Penitenziaria forte di un curriculumed una posizione nel ranking nazionaledi tutto rispetto.E’ attualmente nella top ten della classi-fica della Fitarco, l’unica federazione incui atleti normodotati e diversamenteabili si confrontano insieme.Già atleta olimpico ad Atene, Marco daPechino è tornato vincitore di due me-

promozione dell’uguaglianza tra le per-sone, abili e disabili di cui è egli stessoun simbolo importante con parole signi-ficative: «Ho la spina bifida, ma nono-

stante ciò mi ritengo un ragazzo moltofortunato. Per passione e per riabilita-zione pratico uno sport meraviglioso...il tiro con l’arco. Ho iniziato per caso,a dieci anni: la maestra mi invitò a se-guire delle lezioni gratuite e non me lofeci ripetere due volte. Ricordo che eromolto emozionato e impaziente di ti-rare. Dopo tre mesi mio padre mi re-galò il primo arco, dopo sei feci laprima gara e fui premiato come atletapiù giovane. A tredici anni il mio at-tuale allenatore m’ingaggiò per parte-cipare ai campionati italiani dellaFisd, la Federazione Italiana Sport Di-sabili. Da quel giorno sono cresciutomolto, come atleta e come persona...».Nel 2003 ha partecipato ai CampionatiMondiali a Madrid e nel 2004 alle Parao-limpiadi di Atene. Marco proviene dallaLatina Archery Team che ha sede ap-punto a Latina, e lì si allena.

lo Sport

D

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110

Nuovi arrivi nel settore Paralimpico

Nelle foto: Marco

Vitale e iltecnico

Tito Paris

daglie preziosissime: un argento nellagara individuale e un bronzo a squadre.Dopo una gara ben condotta sin dall’ini-zio, Marco si è arreso soltanto in finaleal cinese Cheng per 104-108,dopo aver battuto nella semi-finale il cinese Tseng per 103-101.Da oggi, come ha sottolineato

lui stesso nelle prime dichiarazioni chelo accomunano ai tanti professionistidelle Fiamme Azzurre, quello che è sem-pre stato solo un hobby, diventerà ancheun’opportunità di lavorare, e per ilgruppo un importante aumento dei ca-valli di razza della scuderia.Marco vive a Latina e dal punto di vistatecnico sarà affiancato da Tito Paris, sto-rico membro della sezione nonchè atletanazionale della specialità tiro di campa-gna.Oltre allo sport, l’arciere pontino è unostudente di ingegneria informatica.Dal 2001 è tetimonial dell’Istituto Cor-tivo, come paladino dell’impegno per la

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Walter Endrizzi, trentino di Cles, classe1967, all’esordio alle Paralimpiadi dopoun terzo posto prestigioso ai Mondiali2006, a Pechino ha regalato all’Italia lamedaglia di bronzo.Quarantunenne e fino ad oggi portaco-lori dell’A.S.D. Atletica Insieme NewFoods di Bussolengo ha conquistato ilsuo fantastico terzo posto dopo un lungoperiodo di inattività, addirittura scusan-dosi per non aver fatto di meglio: «Sonostato fermo 15 mesi a causa della pu-balgia, di più non avrei potuto fare».Né la pubalgia, né le difficoltà riesconoa diminuire il valore e la costanza di que-sti ragazzi.E’ proprio questo il segreto principaledel loro essere campioni di livello cuitutti coloro che abitualmente fanno diun topolino un elefante dovrebbero ispi-rarsi .Considerazioni personali a parte, quelbronzo al collo è stato regalo di comple-anno che lui stesso si è fatto con unmese di ritardo, sconfiggendo anche lacabala, visto che è stato per l’Italia la me-daglia numero 17.Al termine della gara ha dichiarato chequel terzo posto vale per lui molto di piùdell’altro conquistato ai Mondiali diAssen nel 2006 che fu il suo primo suc-cesso internazionale.Ha aggiunto che vale persino di più di untitolo iridato, ed è difficile dargli tortoconsiderando i numeri di Pechino: 150nazioni rappresentate quattromila atletiin gara, che allontanano di molto i tempiin cui i Giochi Paralimpici (la prima edi- 11

compagna Laura che lo hanno aiutato ariemergere presto.Si trasferisce da Monza a Civiasco, tra lanatura e gli animali che adora, e lì nasceClaudia a cui Paolo deve l’altra nascita, orinascita della sua vita: la passione per labicicletta, nel momento in cui per cor-rere dietro alla piccola che iniziava a cor-rere nel mondo, la bicicletta diventòun’alleata fedele.

Così si è inventato il Paolo atleta del ci-clismo che ha regalato la prima medagliad’oro per l’Italia alle Paralimpiadi 2008. L‘ha conquistata imponendosi nellaprova di inseguimento LC4 di ciclismo supista. In finale ha battuto il tedesco Mi-chael Teuber con il tempo di 4’02”782,campione olimpico uscente. Il bronzo èandato allo spagnolo Juan Jose Mendez.Il ciclista piemontese aveva chiuso intesta il turno eliminatorio, stabilendo tral’altro, con 3’59”741, il nuovo record delmondo che era in precedenza proprio

Nelle foto:a sinistra,il marato-neta WalterEndrizzi e, sotto, il ciclistaPaolo Viganò

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zione si tenne aRoma nel 1960)erano una ver-sione sbiaditadelle OlimpiadiOltre a vincere la

medaglia, Endrizzi a Pechino ha battutoin 2h32’51” il record italiano da lui de-tenuto e già migliorato a Padova, l’apriledello scorso anno nella IX Maratona diSant’Antonio.E’ stato invece di 2h 27’4” il tempo dellamedaglia d’oro, che è valso il record delmondoUn successo da dividere con il ReferenteTecnico della Nazionale azzurra di atle-tica leggera Mario Poletti che di lui dice:«È stato Walter, alla sua sesta Para-limpiade, a riscattare una disciplinache ad Atene 2004 aveva fruttato al-l’Italia il maggior numero di meda-glie».

A seguirlo tecnicamente nelle FiammeAzzurre, l’ex siepista azzurro StefanoCiallella.Paolo Viganò nasce a Monza nel 1969.Fin da ragazzino è appassionato di mo-torini e moto.Nel 1990 a seguito di un incidente ma-turato proprio a bordo delle amate dueruote, perde l’uso del braccio ma Paolo,nonostante la nuova realtà insopporta-bile, le difficoltà, ed il periodo durodella riabilitazione fisica, ha avuto dallasua un carattere forte e l’amore della sua

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lo Sport

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del rivale tedesco medaglia d’argento.Una vittoria nella vittoria. Subito dopol’impresa Paolo ha dichiarato che non sisarebbe mai aspettato di raggiungere i li-velli a cui è arrivato, e di essersi toltosoddisfazioni enormi.

A fianco,Paolo Vi-

ganò con lamedaglia

conquo-stata alleParalim-piadi di

Pechino2008

Sotto, lefasi della

consegnadella

LanciaDelta al GS

Fiamme Azzurre

Il 25 aprile a Roma è stata consegnata unaLancia Delta 1.9 Multijet Twinturbo 190 CValle Fiamme Azzurre. La prestigiosa ammira-glia, destinata alle sezioni ciclismo e triathlon,è una versione ORO, equipaggiata con tutto ciò che sirende necessario per l’attività di stradisti e triatleti.Con prestazioni da primato come la velocità massima di 222km/h ed i 7,9 secondi di accelerazione da 0 a 100 km/h,l’auto vanta anche un design da rappresentanza notevole, eun allestimento specificamente realizzato dal Centro StileLancia, che la rendono impeccabile per l’uso cui è destinata:verniciatura specifica blu polizia con applicazione stickerdelle Fiamme Azzurre, radiotrasmettitore e antenna su tetto,portabici fino a cinque unità, sirena e lampeggianti calandraazionabili da pulsante in plancia, lampeggiante da tetto ma-

gnetico rimovibile, navigatore Instant Nav, la selleria in pelle Frau beige e i cerchiin lega da 17”.Le caratteristiche della vettura sono state illustrate nell’occasione dal Dott. AndreaPallard, Direttore Marketing del Brand Lancia e Manager Delta.La macchina è stata provata personalmente dal Capo del Dipartimento dell’Ammi-nistrazione Penitenziaria dott. Franco Ionta, accompagnato dall’Ing. Giovanni Ma-tranga, Amministratore Delegato Fiat Auto Var. Presente alla consegna anche RenatoDi Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana, mentre madrine d’ecce-zione per i colori delle Fiamme Azzurre sono state la pluricampionessa del mondodi ciclismo Vera Carrara, l’azzurra di triathlon Giunia Chenevier, ed infine Sara edEvelina Bertoli, rispettivamente azzurre di pentathlon moderno ed equitazione.

dopo Thema, Dedra,Libra e Thetis, arriva anche la Delta!

Tutto ciò con un impegno importante so-prattutto in virtù del suo ingresso nel pre-stigioso team della Polizia Penitenziaria :«Affronterò un obiettivo alla volta euna stagione alla volta per arrivare,se possibile, a Londra 2012».

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Intanto nella stagione 2009 c’è ancoraun mondiale da disputare per il cam-pione olimpico, e Paolo è già in pre-parazione con la squadra nazionaleper arrivarci al meglio delle sue pos-sibilità.Ai nuovi arrivati gli auguri di un pe-riodo di militanza tra le fila delleFiamme Azzurre, sereno e foriero dirisultati prestigiosi, in primis per lorostessi, e poi per la gioia di tutto il Teamcon in testa il responsabile, Comm.Marcello Tolu, tanto ebbe parte nel fa-vorire la firma dello storico protocollod’intesa tra il nostro gruppo sportivoed il Comitato Italiano Paralimpico diLuca Pancalli. ✦

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Lionello PasconeCoordinatore Nazionale

Anppe

Associazione NazionalePolizia Penitenziaria

Una delegazionedell’ANPPE incontra il Vice Capo Vicario

del DAP Emilio Di SommA

Il giorno 7 maggio 2009, una de-legazione dell’ANPPe, compostadal Presidente Dott. Donato Ca-pece, dal Vice Presidente Vicario

Dott. Giovanni Battista De Blasis e dal Co-ordinatore Nazionale Dott. Lionello Pa-scone, è stata ricevuta dal Vice CapoVicario del Dipartimento Dott. Emilio diSomma: erano presenti all’incontro ilGen. Brig. Aldo Bernardini e la Dott.ssaAntonella Ignarra, responsabile del set-tore Sanitario e Pensionistico. Nel corso della riunione, è stato possibilerappresentare le problematiche più es-senziali dell’ANPPe: vale a dire l’accessodi rappresentanti negli istituti; la dispo-nibilità di un locale ovvero della stanzasindacale; una informazione costante deinominativi del personale del Corpo cheviene collocato in congedo.Con grande sorpresa, si è è potuto con-statare che l’interlocutore ministerialenon era proprio a conoscenza delle que-stioni, che non sono apparse, però, al-meno in quella sede, di difficilesoluzione, per cui occorrerà attenderese vi saranno effettivamente sviluppi e de-terminazioni pertinenti. Maggiore tempo e attenzione sono stati,poi, dedicati a tutti quegli aspetti con-nessi alle cause di servizio e al tratta-mento pensionistico privilegiato. Inmerito sono state illustrate le iniziativedel Dipartimento che, se stanno for-nendo, da una parte, qualche apprezza-bile risultato, dall’altra, non garantisconocerto soluzioni in tempi brevi. Pur condividendo, infatti, la complessitàdella materia sotto ogni profilo tecnico enormativo a cui destinare personale che,in qualche modo, deve dimostrare pre-

parazione, attitudine e professionalità,non è possibile accettare ritardi così vi-stosi nella definizione di pratiche che sisono accumulate negli anni. I rappresentanti del DAP hanno fatto pre-sente che i benefici economici derivantidagli equi indennizzi non dipendonodagli stanziamenti dei capitoli di bilancio:ne consegue che, seguendo un ordinecronologico, quando terminano i fondi,la definizione viene necessariamente rin-viata agli anni successivi.Per la determinazione del trattamentopensionistico, dal 2005 ormai affidataall’INPDAP, vi sono purtroppo continuiaggiornamenti contrattuali, per cui la ri-chiesta tempestività è subordinata a prov-vedimenti in perenne evoluzione, su cuiva ad innescarsi il giudizio del Comitatodi Verifica per le Cause di servizio, qua-lora l’interessato abbia documentazioneall’esame e pendente presso il Comitatostesso.In proposito, non sembra che sia possi-bile sperare in decisioni sollecite, sia per-chè la procedura e le iniziative in atto nondarebbero ancora uno sviluppo accetta-bile sia perchè sussistono difficoltà pereventuali integrazioni numeriche dell’or-ganico dei reparti; in tal senso, l’ANPPeha fatto notevoli pressioni, richiamandosoprattutto l’esigenza e l’importanza daparte del pensionato del Corpo di cono-scere e di ricevere, prima del naturale de-cesso, l’importo effettivo degliemolumenti spettanti, dopo 40 anni diservizio per lo Stato. Al riguardo, nessuna certezza, solo aspet-tative, intendimenti, forse speranze; biso-gna forse solo pregare per vivere più alungo possibile.

Le Fiamme Azzurre

I

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

14✦

In occasione della celebrazione della ricor-renza della Madonna della Sfida, nei giorni18 e 19 aprile 2009, a Venezia sono statecommemorate anche le Vittime del dovere edel terrorismo. Quest’anno la manifestazione ha avuto grandeeco addirittura in una città degli Stati Unitid’America, dove si ricordavano in modo pa-rimenti significativo i Caduti per la Libertà.L’enorme affluenza di pubblico e la parteci-pazione di Autorità politiche, militari e reli-giose ha dato ancor più risalto alle molteplicifasi in cui si sono articolate le giornate, la cuiimportanza è divenuta storica.Nelle successive pagine vi sono resoconti det-tagliati e immagini fotografiche che ben pos-sono essere testimonianza del messaggiosociale che si è voluto dare da parte degli or-ganizzatori: tra questi un plauso particolareal Segretario Provinciale ANPPe della città la-gunare Vitantonio Petrelli e a Filomeno Por-celluzzi, che hanno profuso un impegnoconsiderevole per ottenere risultati certa-mente molto apprezzabili. E un ringraziamento anche alle rappresen-tanze ANPPe del Veneto, del Friuli VeneziaGiulia, del Piemonte e della Sardegna, chehanno voluto rendere onore, in nome dell’As-sociazione sia all’icona della Madonna sia aimartiri del dovere e del terrorismo.

Celebrazione

del giorno della

memoria:

Venezia e San Antonio(USA) uniti nella ricorrenza

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Maggio 2009

115✒

CERIMONIA RELIGIOSA

�MADONNADELLA SFIDA�

PROGETTO MEMORIA

�LA MEMORIA È IL NOSTRO DOVERE�

Venezia 18 Aprile 2009

ASSOCIAZIONE NAZIONALE POLIZIA PENITENZIARIA

VENEZIA

Sez. M.O. V.C. M.llo

Francesco Di Cataldo

Sabato 18 aprile 2009 ore 10,00

presso la Chiesa di San Luca Evangelista

San Marco - Venezia

Barletta

”The Joe Petrosino

International

AssociationFondazione“G. Perlasca”Centro Studi Europa

Comitato Cerimonia

Madonna della SfidaAssociazione

Vittime del DovereRegione Puglia

CERIMONIA RELIGIOSA

�MADONNADELLA SFIDA�

A ricordo dei caduti

nell�adempimento

del proprio

dovere istituzionale

Victimas

del Terrorismo

de Argentina

Regione Veneto Provincia di Venezia

Consolato di SpagnaFondazione

Fratelli MatteiComitato Tricolore

per gli Italiani

nel Mondo

Venezia: “Giorno

della Memoria”

dedicato alle vittime

del terrorismo e

delle stragi

Con una solenne cerimonia religiosa ce-lebrata dal Vescovo Ausiliare di VeneziaMons. Beniamino Pizziol, si è svolta sabato18 aprile 2009 nella chiesa di San LucaEvangelista a Venezia la celebrazione delGiorno della Memoria.Ancora una volta si è onorata la Madonnadella Sfida, per ricordare le vittime deldovere e del terrorismo: un’iniziativadell’Associazione Nazionale Polizia Peni-tenziaria - Sezione Venezia con il patroci-nio delle Regioni: Veneto, Puglia eLombardia, della Provincia di Venezia, delComune di Barletta, del Consolato di Spa-gna, dell’Associazione Vittime del Dovere,dell’Associazione Internazionale Joe Pe-trosino, dell’Associazione Fratelli Mattei,dall’Argentina il Centro de Estudios Le-gales sobre el terrorismo y sos victimas,e per chiudere il prezioso aiuto dell’Asso-

ciazione barlettana Terra è Vita.Tutte le sezioni Anppe del Nord-Est, Ro-vigo,Vicenza, Treviso, Pordenone hannopartecipato alla cerimonia, presente ancheuna delegazione da Novara e dalla Sarde-gna.Quest’anno, la celebre icona della Ma-donna della Sfida è approdata anche negliStati Uniti; grazie all’apporto dell’ex Mini-stro Tremaglia è stata donata una copiadella sacra icona al Comitato Tricolore Ita-liani nel Mondo degli Stati Uniti, dove incontemporanea con Venezia si ricordavanosabato 18 aprile i Caduti per la libertà. Lacerimonia si è svolta in Texas, nella città diSan Antonio, presso la storica chiesa di SanFrancesco di Paola.

Figura chiave della cerimonia il 1° Ma-resciallo Giovanni Pezzullo, che haperso la vita in un agguato condottomentre stava distribuendo viveri e co-perte in un villaggio semisommersodalla neve, a circa 60 chilometri daKabul.Ritornando agli anni di piombo, un do-veroso ricordo va ai Marescialli SavinoSinisi (Andria) e Francesco Di Cataldo(Barletta), entrambi figli di una Pugliaoperosa, senza dimenticare le vittime ci-vili, di cui si ricordava il sacrificio deifratelli Stefano e Virgilio Mattei, e LinoSabbadin.Nell’ambito della cerimonia, è stata con-segnata al Questore di Venezia una scul-tura del maestro Giorgio Bortoli, ispirataalla Madonna della Disfida di Barletta.Per chiudere l’importante giornata, lacittà di Venezia ha dato un tributo allevittime del terrorismo con un concertosinfonico nella chiesa di San Cassiano,Voci dal silenzio, il cui ricavato è statodevoluto alle popolazioni dell’Abruzzocolpite dal terremoto.

Filomeno Porcelluzzi

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

Nelle fotoda sinistra,l’arrivo delPrefettonell’altrafoto sotto, il Pres. dell’Anppedi Venezia VitantonioPetrelli, ilDirettoredegli II.PP.di VeneziaGabriellaStraffi, ilGeneraleMarotta(Prap Padova)la delega-zioneAnppe conil Labaro

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Le Fiamme Azzurre

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San Antonio, Texas: italiani in preghiera per la cerimoniaal progetto della Memoria Madonna della Sfida

Evento organizzato dal Comites di Houston con il Ctim e con la collaborazione

dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria Sezione di Venezia

ed il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Houston

ANPPE NORD EST: Le Sezioni di Rovigo, Novara,

Pordenone e Vicenza presenti

al Giorno della Memoria

Sabato 18 Aprile 2009 nella splendidaChiesa di San Luca Evangelista a Vene-zia si è svolta la manifestazione orga-nizzata da A.N.P.Pe. Veneziadenominata Giorno della Memoria -Vittime del Dovere .Presenti al programma alte caricheistituzionali Civile e Militari, con l’im-mancabile presenza delle SezioniA.N.P.Pe. di Novara e Rovigo dove lastessa essendo referente per il Nord Est

ha invitato una delegazione di Porde-none e Vicenza. Ha partecipato, inoltre,Giuseppe Santoro di Udine, figlio dell’in-dimenticato Maresciallo degli Agenti diCustodia trucidato nel 1978 dalle BrigateRosse. Cerimonia ricca di momenti par-ticolari e toccanti nel ricordo di tutte levittime cadute per mano di brigatistinella splendida cornice di una delle piu’belle città al mondo Venezia.

Roberto Tramacere

a chiesa Italiana di San France-sco di Paola si è raccolta in pre-ghiera lo scorso 18 Aprile 2009per celebrare il gemellaggio

dell’evento “progetto Memoria”conl`ANPPe di Venezia e simbolicamentecon la la Chiesa di San Luca Evangelistain Venezia. Evento organizzato dal Co-mites di Houston con il Ctim e con lacollaborazione dell`Associazione Nazio-nale Polizia Penitenziaria Sez.Veneziaed il patrocinio del Consolato Generaled`Italia a Houston. Quest’atto di gemel-laggio, il primo del genere tra l’Italia e

gli Stati Uniti, si è svolto sotto il tema“Progetto Memoria”, che è anche servitoper affratellare la Polizia Penitenziaria diVenezia con la Polizia Metropolitana diSan Antonio del Texas. La cerimonia si ècoronata con l’offerta di una Icona dellaMadonna della Sfida, che si venera intante parti d’Italia, e che è stata eletta Pa-trona e Protettrice dalla Polizia Peniten-ziaria di Venezia. Adesso, lo sarà puredella Polizia Metropolitana di San Anto-nio. Un folto pubblico è accorso alla ce-rimonia. Numerosi poliziotti in borghesehanno accompagnato le famiglie dei Ca-

duti nel compimento del dovere del Di-partimento di Polizia. Le famiglie hannoricevuto una speciale benedizione dalVescovo Michael Pfeiffer, che ha cele-brato questa solenne Messa di Memoriacon il Parroco Padre Teodoro Lucatero.Il Vescovo Pfeiffer ha ricevuto la Iconadai Consiglieri Roberto Ferruzzi e SamGreco, rappresentanti del COMITES diHouston. Il Vescovo ha dichiarato allafine della Messa che la Madonna saràora in custodia della Chiesa San France-sco di Paola per venerazione di tutta lacomunità di San Antonio. Sono arrivati Imessaggi dalla Segreteria della Presi-denza della Repubblica e del SegretarioGenerale del Ctim e Decano del Parla-mento Italiano On.Mirko Trenmaglia.Dopo la Messa si è tenuta una riunionenell’attiguo salone Cristoforo Colombo,dove tutti gli invitati hanno ascoltato ipiani della campagna assistenziale e rac-colto fondi per i terremotati della Re-gione Abruzzo. Il Cons. Ferruzzi,membro dell’esecutivo del COMITES diHouston, è intervenuto per diramare leultime notizie sulle vittime del terremoto,citando i considerevoli danni subiti daiconfratelli Abruzzesi, e sui lavori d’assi-stenza intrapresi dal Governo italiano. IlConsigliere si è riferito al messaggiodell’Onorevole Mirko Tremaglia che, inoccasione della cerimonia, ha ricordatoi connazionali di tutto il mondo – “nelricordo sta la ricchezza del progetto fu-turo, ed è per questo che ci si riunisceper pregare e commemorare; un popolosenza memoria non può avere un fu-turo.” In conclusione, Il Cons. Ferruzziha esortato tutti i presenti alla solidarietàcoi fratelli Abruzzesi e a dimostrare ge-nerosamente il dovuto appoggio, percosì integrare più presto possibile l’assi-stenza materiale ai terremotati e ai lavoridi restaurazione.

L

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Maggio 2009

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ALESSANDRIA:Progetto “Scuola Sicura”

Sabato 14 marzo2009, è avvenutala tumulazionedella salma delcompianto Mare-sciallo MaggioreScelto AntonioTramacere (a cuiè intitolata la Se-zione di Rovigo),dal Cimitero diRovigo a quellodella frazione diBorsea (RO).

Cerimonia significativa a cui hanno preso parte Autorità Civili eMilitari. Per l’occasione si ringraziano:La Segreteria Nazionale dell’A.N.P.Pe., il Sindaco di Rovigo Prof.Merchiori e l’Assessore Dott.ssa Nadia Romeo, il Dott. FrancescoMassimo, il Comandante di Reparto Dott.ssa Rosanna Marino, laSig.ra Anna Risi e il Sig. Alessandro Greco di Taranto, che hannopresenziato alla Cerimonia con il cuore.

Roberto Tramacere

La Sez. ANPPe di Alessandria, nel mese di aprile 2009, ha par-tecipato con orgoglio alla 5ª edizione della manifestazioneScuola sicura, progetto che coinvolge gli alunni delle scuoleelementari della città di Alessandria. La manifestazione è statapresenziata dal Sindaco della città Pier Carlo FABBIO, che haelogiato la sezione ANPPe per la partecipazione con i propriiscritti alla vigilanza delle scuole cittadine.

Nella splendida cornice della nuova sede A.N.P.Pe. di Rovigo,domenica 29 marzo 2009, si è svolta la cerimonia del 1° annodi vita della Sezione. Ospiti dell’evento Autorità civili e militari, con l’occasione sonostate donate targhe a Soci e simpatizzanti dell’Associazione.Nel discorso del Presidente Tramacere è emersa una profondasoddisfazione per l’attività svolta nel 2008 e gli obiettivi pro-posti per il 2009. Unico rammarico la mancanza della rappre-sentanza della Casa Circondariale di Rovigo.

RAGUSA: LUTTOIN SEGRETERIA

La segreteria provinciale di Ragusa, condividendo appienola richiesta dei soci, vuole dare un ultimo saluto al nostrofratello, socio, nonchè segretario locale e nostra guida Se-bastiano Di Giacomo. Brigadiere degli Agenti Di Custodia,strappato improvvisamente all’affetto dei suoi cari e di tuttinoi il 6 maggio 2009.

Giovanni La Magra

In RicordoCaro Sebastiano,Tu orgoglioso della divisache indossavi e non portavi,tu sempre presente, tu mai brigadierema nostra guida, continuaa guidarci nel nostro difficile camminoprega per noi.

ROVIGO: Primo anno di

vita associativa dell’ANPPE

ROVIGO:Tumulazione del

Maresciallo Tramacere

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Padova: Manifestazione di protesta

l 19 maggio 2009, nel corso del-l’assemblea sindacale congiuntaSAPPe, OSAPP e UIL-Pa tenutasinell’istituto di Padova con ampia

adesione del personale di Polizia Peni-tenziaria, si è deciso di fare una manife-stazione di protesta il 22 maggio 2009nell’area antistante la Casa di Reclusionedi Padova. Lo stato di agitazione pre-vede, inoltre, l’astensione dalla MOS dal22 al 28 maggio 2009, ed altre iniziative.I motivi della protesta vanno ricercatinella precaria organizzazione del lavoronei reparti detentivi a seguito dell’au-

mento della popolazione detenuta; lasoppressione sistematica di ferie e riposisettimanali senza tenere conto degli ac-cordi sindacali e delle circolari emanatein materia;La quotidiana violazione della program-mazione dei servzi d’istituto, ovvero, im-posizione di turni diversi da quelli dellaprogrammazione mensile dei servizi;Il totale abbandono del Poliziotto Peni-tenziario, condannato a prestare servizionei reparti detentivi, ovvero numero in-sufficiente di unità di Polizia Penitenziariarispetto ai carichi di lavoro triplicati in

dalle Segreterie

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Belluno: maratoneta per passione

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Spoleto: intervento provvidenziale di Luigi Fois

Grazie all’intervento molto rischioso del collega Luigi Fois che ha messo a repentaglio anche la propria incolumità, è statoscongiurato un incendio che avrebbe potuto portate una nuova tragedia nella città di Spoleto. Il nostro collega si è sentitoin dovere di intervenire vedendo il fuoco uscire da una palazzina. Il suo intervento è stato provvidenziale per far desistereuno straniero che, in preda all’alcol e alla disperazione, aveva appiccato un rogo all’interno della casa. In pochi minuti èriuscito a convincere l’incendiario ad aprire la porta e a bloccare l’incendio senza nessun uso della forza, grazie all’esperienzae al contatto più che ventennale con persone il cui stato emotivo è spesso fragile e in preda all’esasperazione. Complimentia Luigi Fois per la professionalità e la capacità di persuasione dimostrate in questo episodio.

Massimo Improta, in servizio alla Casa Circondariale di Belluno, ha cominciato a cor-rere per gioco. Poi iI gioco è diventato sempre più una passione ed ecco la grandescommessa, correre una maratona; in circa sei mesi.Massimo di maratone ne ha corse due, ha aperto con quella di Venezia, dove hachiuso in 3 ore esatte, quindi, a fine marzo 2009 si è presentato al via della Maratonadi Treviso, chiudendo in 3 ore e 9 minuti esatti. Ma per Massimo la cosa non finisce qui e già medita di andare avanti e migliorareil suo primato, ma anche di correre in giro per l’Italia e perché no per il mondoper mettere insieme utile e dilettevole. A Teverola (CE), suo paese di residenza, Massimo Improta ha trovato in Luigi Ca-serta, atleta master dell’Arca Atletica Aversa (campione italiano di categoria nellastaffetta 4x1500), organizzatore della Strateverola, un supporto importante. «La corsa mi regala momenti fantastici ed è forse uno dei pochi metodi perstare veramente bene».Prossimo appuntamento nel mese di giugno a Capua, dove si corre la manifesta-zione nazionale del Corri per la Repubblica, dove il nostro atleta non può nonessere presente. Vittorio Savino

maniera esponenziale in questi ultimigiorni.

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Il 4 e 5 maggio 2009, presso l’HolidayInn di Rimini, si è svolto il IV Congressodel Sindacato Autonomo di Polizia Am-bientale Forestale. Alla Celebrazione ha partecipato il Segre-tario Generale del Sappe Dott. DonatoCapece, rappresentando, con il suo in-tervento, sempre il massimo sostegnoall’organizzazione sindacale consorelladel SAPAF. Apprezzamento e stima sono stateespressi al nostro Segretario Generaledai numerosi delegati intervenuti al sim-

Teramo: la Polizia Penitenziaria

di Teramo e Ancona visita il

campo Piazza d’Armi a L’Aquila

Il 1° Maggio 2009 la Polizia Penitenziariadi Teramo in collaborazione con il Prov-veditorato Regionale di Ancona si è re-cata presso il campo Piazza D’Armi aL’Aquila, dove ha allestito uno stand dellaPolizia Penitenziaria, distribuendo unquintale di gelato e regalando giocat-toli e indumenti nuovi ai bambini delcampo. La manifestazione è stata molto graditadalle persone e dal responsabile delcampo della protezione civile, il qualesi è congratulato ringraziando tutto ilpersonale di Teramo e di Ancona. La Segreteria Sappe di Teramo ringraziail Provveditore Regionale delle Marche

Dott. Raffaele Iannace per la sensibilitàall’iniziativa, per la quale ha messo a di-sposizione uomini e mezzi dell’ Ammini-strazione.

Contasti Massimiliano

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Teramo:Lutto improvviso

La Redazione partecipa commossaalla scomparsa dell’Assistente CapoClaudio Malizia, di anni 47, de-ceduto il 17 aprile scorso a Te-ramo, a seguito di un incidenteautomobilistico. Nel ricordare ilcollega, si esprimono le più sentitecondoglianze alla famiglia.

Rimini: 4° Congresso Nazionale SAPAF

posio. Nella foto lo vediamo in compa-gnia della delegazione di Milano, moltolegata al nostro sindacato. Riportiamo lanuova Segreteria Generale del SAPAFeletta nel segno della continuità, confer-mando sostanzialmente la fiducia nell’at-tuale classe dirigenziale. Complimenti, quindi, al Segretario Gene-rale Marco Moroni, ai suoi Aggiunti Ro-berto Mestici e Giuseppe Maldarizzi e aiSegretari Nazionali Domenico Barillà, Ge-rardo Boccia, Patrizio Patrizi (neo eletto)e Gianluca Vitale. ✦

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Il colore della libertà

on una inusuale megacoproduzione tra Germania, Fran-cia, Belgio, Sudafrica, Italia e Gran Bretagna, il registaBille August ripercorre la storia dell’apartheid, defini-zione sudafricana della segregazione imposta da 4 mi-

lioni di bianchi a 20 milioni di neri.Nata da una legge statale del 1948, nel 1973 l’apartheid è statadichiarata crimine internazionale dall’Onu e, successivamente,inserita fra i crimini contro l’umanità, perseguibili dalla Cortepenale internazionale dell’Aja.Solo nel 1990, però, quando il presidente Frederik Willem deClerk restituisce la libertà a Nelson Mandela, in Sudafrica è ini-ziato un vero processo di riforma che, nel 1994 ha portato allapresidenza dello Stato l’allora settantaseienne leader dell’Afri-can national congress.Il colore della libertà (Goodbye Bafana in lingua originale)racconta ventidue anni di detenzione di Nelson Mandela visticon gli occhi di un poliziotto penitenziario.James Gregory, questo il nome del protagonista, assunse servi-zio nel carcere speciale di Robben Island, dove era detenutoMandela, nel 1968 grazie alla sua conoscenza della linguaxhosa e delle sue convinzioni politiche decisamente favorevoliall’apartheid.Nel carcere, durante tutti questi anni avrà modo di conoscereNelson Mandela che progressivamente gli farà mutare atteggia-mento nei confronti dei neri, fino a quando verrà allontanatodal suo servizio nella prigione.La storia è scrupolosamente reale perché è tratta dal libro dimemorie dello stesso Gregory (e di Bob Graham) e dalla testi-monianza diretta della moglie Gloria.Inizialmente il poliziotto Gregory si prestò a svolgere anche ilcompito di spia, grazie proprio alla conoscenza della linguadialettale di Mandela, e per molti anni si occupò di stilare pe-riodici rapporti informativi alle autorità superiori.A poco a poco, però, viene conquistato dall’intensa personalitàe dalla nobile ideologia del detenuto eccellente e si convertìalla sua causa.

Cinema dietro le sbarre

Sopra, lalocandina

sotto, alcunescene

del film

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22Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

• In concorsoal 57° Fstival diBerlino (2007)

La scheda del FilmRegia: Bille AugustTitolo originale: Goodbye Bafana,altri titoli: Detenuto 46664Tratto da: Nelson Mandela, da nemico a fratellodi James Gregory e Bob Graham (ed. Sperling & Kupfer, 1996)Soggetto: Bob Graham, James Gregory Sceneggiatura: Bille August, Greg LatterFotografia: Robert FraisseMusiche: Dario Marianelli Montaggio: Hervè Schneid Scenografia: Tom HannamCostumi: Dianna Cilliers Produzione: Blu Cinematografica, Fonema SpA., Arsam International, Banana Films, Chochana SA., X-Filme Creative Pool, FilmafrikaDistribuzione: Istituto LucePersonaggi ed Interpreti:James Gregory: Joseph FiennesNelson Mandela: Dennis HaysbertGloria Gregory: Diane KrugerBrett Gregory: Shiloh HendersonAhmed Kathrada: Mehboob BawaBrigadiere Kemp: Adrian GalleyNatasha Gregory: Megan SmithWinnie Mandela: Faith NdukwanaZindzi Mandela: Terry PhetoWalter Sisulu: Lesley MongeziAhmed Kathadra: Mehboob BawaColonnello Piet Barnard: Clive FoxMaggiore Pieter Jordaan: Patrick LysterGenere: Drammatico Durata: 117 minuti Origine: Belgio, Sudafrica, Italia, Francia, Germania 2007

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a cura diG. B. De Blasis

Sleepers

l film Sleepers è tratto dall’omonimo romanzo di LorenzoCalcaterra, sceneggiato e diretto da Barry Levinson, il re-gista di Rain man, che l’ha anche prodotto insieme al-l’autore.

Nel gergo criminale statunitense sleepers pare stia ad indicare“chiunque abbia trascorso qualche tempo in riformatorio”.Nel film ci sono, in un cosiddetto cameo role (un piccolo e si-gnificativo ruolo molto caratterizzato) Vittorio Gassman, 73ennea quei tempi e appena uscito dalla depressione, Robert De Niroe Dustin Hoffman, poi ci sono, soprattutto, tanti giovani attori:Kevin Bacon, Minnie Driver, Jason Patric e Brad Pitt.Verso la metà degli anni ‘60, John, Lorenzo, Michael e Tommy,quattro amici ai margini della malvivenza, che vivono a Hell’sKitchen un sobborgo malfamato del west side di New York, ven-gono condannati al riformatorio per aver rubato un carretto dihot-dog e aver ferito gravemente un uomo.Durante la detenzione in riformatorio subiscono un infame cal-vario di maltrattamenti e abusi sessuali, perché alcuni carcerieriabuseranno di loro e li sottoporranno a torture fisiche e psico-logiche.Inevitabilmente, l’esperienza li segnerà per sempre. Una voltaadulti, uno diventa giornalista, un altro viceprocuratore distret-tuale, ed altri due, che non sono riusciti a reinserirsi, diventanodelinquenti e si vendicano dell’aguzzino più spietato ucciden-dolo. Il lungo processo che ne segue farà riaffiorare i fantasmidel passato.Con molta cautela e reticenza, le violenze sessuali sui ragazzi,ampiamente descritte nel romanzo, vengono raccontate conbrevi e confuse immagini in bianco e nero, solo con dialoghi ocon discutibili metafore (ad esempio uno stupro collettivo è raf-figurato da un lungo tunnel oscuro).Diversamente, invece, le altre violenze sono illustrate dettaglia-tamente con botte terribili, percosse col manganello di gomma,costrizione a mangiare cibo sul pavimento, minacce e isolamential buio tra i topi.

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A fianco la locandina

sottoalcunescene delfilm

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La scheda del FilmRegia: Barry LevinsonLiberamente tratto dal romanzo omonimo di Lorenzo CalcaterraSoggetto: Lorenzo CalcaterraSceneggiatura: Barry LevinsonFotografia: Miachael BallhausMusiche: John Williams Montaggio: Stu Linder Scenografia: Kristi ZeaCotumi: Gloria GreshamEffetti: Steven Kirshoff, Industrial Light & Magic (ILM)Produzione: Baltimore Pictures, Polygram Filmed Entertainment, Propaganda Films, Warner Bros. PicturesDistribuzione: IIF, Columbia Tristar Home Video

Personaggi ed Interpreti:Sean Nokes: Kevin BaconTommy Marcano: Billy CrudupPadre Bobby: Robert De NiroKing Benny: Vittorio GassmanCarol Martinez: Minnie DriverDanny Snider: Dustin HoffmannJohn Reilly: Ron EldardLorenzo da giovane: Joseph Perrino

Lorenzo, alias Shakes: Jason PatricMichael Sulivan: Brad PittRalph Ferguson: Terry KinneyMichael Sulivan da giovane: Brad RenfroTommy Marcano da giovane: Jonathan TuckerGenere: Drammatico Durata: 140 minuti Origine: USA 1996

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Il carcere su internetristretti, innocenti evasioni e pianeta carcere

documenti, opinioni e web 2.0

egli ultimi anni la comunica-zione istituzionale sul web hafatto passi da gigante. Dopo uniniziale periodo di contenuti on-

line messi a caso tanto per esserci (FaseI), si è passati ad una fase di informa-zione senza l’ascolto, cioè venivano pub-blicate informazioni che si ritenevanoessere utili ai visitatori senza preoccu-parsi di ascoltare le richieste dei visita-tori stessi (fase II). Poi, dopo la sbornia della Legge150/2000 che regolamenta i tempi e imodi della comunicazione delle ammi-nistrazioni pubbliche, si è iniziati a pren-dere in considerazione anche il punto divista e le esigenze dei visitatori e si è ini-ziato anche a parlare di “servizi al citta-dino” (Fase III). Oggi qualche pioniere sta provando adesplorare il cosiddetto Web 2.0 che so-stanzialmente sfrutta le potenzialità deiservizi al cittadino unite alla partecipa-zione stessa degli utenti, creando dellecomunità virtuali in cui i visitatori non silimitano ad una fruizione passiva del sitoweb, ma ne diventano essi stessi parte at-tiva (Fase IV). In questo modo ogni persona che si im-batte in questo tipo di siti web ha la po-tenzialità di diventare essa stessacreatrice di informazione grazie alla pos-sibilità di condividere con gli altri le pro-prie conoscenze e le proprieinformazioni. E’ il fenomeno dei social network, comeFacebook per intenderci, che se venisseapplicato come modello ai siti istituzio-nali, avrebbe la potenzialità di avvicinarei cittadini alle Istituzioni, rendendoli dav-vero partecipi dell’Amministrazione Pub-blica.In questo flusso di cambiamenti non tuttivanno alla stessa velocità e in molti nonhanno fatto per forza tutti i passaggi uno

per volta: c’è chi ha saltato qualche fase,chi è arrivato direttamente alla Fase IV,c’è chi è rimasto fermo al primo passag-gio. Per quanto riguarda il sistema peniten-ziario in Italia, i siti istituzionali, conmolta fatica e con ingiustificabile ritardo,stanno passando dalla prima alla secondaFase. E’ il caso delle pagine del Ministero dellaGiustizia che a fronte di una moltitudinedi visitatori che si interessano del carcerein Italia (anche dall’estero), sono sostan-zialmente ferme ai contenuti pubblicatiotto anni fa e in alcuni casi si è anche tor-nati indietro. E’ il caso del sito de Le Due Città che po-trebbe fare molto di più di una semplicecopia carbone della rivista cartacea ed èil caso del sito della Polizia Penitenziariadi cui il Sappe si è occupato più volte per

denunciarne l’assoluta inadeguatezza arappresentare una delle cinque Forze diPolizia dello Stato, senza ricevere rispostaalcuna da parte del DAP.In questo contesto in cui c’è una forte do-manda di informazione e poca capacitàdi soddisfarla, ecco che fioriscono unamoltitudine di siti che parlano del car-cere e della Polizia Penitenziaria, senzaun coordinamento delle attività o deicontenuti come ad esempio il sito webdel carcere di Bollate (realizzato da unaBanca), quello della circondariale diLauro (abbandonato), Spezia (web gra-tuito), Lucca (associazione privata), Lo-russo e Cotugno di Torino (ultimoaggiornamento settembre 2006), Prato(ospitato dall’Università). I link a questi siti si possono trovare suwww.ristretti.it (associazione di detenutie volontari di Padova) che a tutt’oggi è il

web e dintorni

La Homepage di pianeta carcere

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Le pagineiniziali diinnocentievasionie ristretti

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vero punto di riferimento dell’informa-zione web sul carcere: le statistiche na-zionali aggiornate sulle presenze deidetenuti negli istituti penitenziari italianiinfatti, si possono trovare qui, ma non sulsito del Ministero! Il sito di Padova tutta-via pur essendo molto aggiornato è uncontenitore di informazioni e l’unico ser-vizio offerto è la ricezione delle notiziesul proprio indirizzo di posta elettronica.Per chi volesse approfondire, vi riman-diamo non al sito del Ministero della Giu-stizia o alla rivista del DAP (sic!), maancora una volta al sito web di Padova,dove tra la moltitudine di collegamenti asiti sul carcere (alcuni nati come progettispecifici ed ormai abbandonati), spic-cano il sito www.innocentievasioni.net ewww.pianetacarcere.it.Il primo ha un approccio diverso da tuttigli altri siti sul mondo del carcere inquanto non vuole essere il solito sito didenuncia o di informazione tecnica e gliarticoli che vi si possono leggere, sonoapprofondimenti su aspetti magari pocotrattati e comunque con un approccio di-verso dal solito. Il sito fa parte di un circuito di attività le-gate all’Associazione Antigone e all’exSottosegretario Luigi Manconi.Il secondo già dal titolo si è dato unobiettivo più ampio: diventare un puntodi riferimento dell’informazione sul Pia-neta Carcere, offrendo una sorta di ras-segna web di tutto quel che accade incarcere (video on-line, news, bibliogra-fia, dvd) e fornendo (almeno questa èl’intenzione) una serie di schede tecni-che per conoscere e capire il sistema pe-nitenziario italiano. Il sito di Pianeta Carcere si rivolge a tuttele persone coinvolte nel carcere, opera-tori, detenuti, ma anche alle persone chevogliano gettare uno sguardo al di là delmuro di cinta. Il sito è realizzato dal-l’omonima Associazione che raccoglieoperatori del mondo del carcere, PoliziaPenitenziaria compresa.Il motivo per cui vi segnaliamo questidue è anche per il fatto che sono statirealizzati con sistemi open-source tra ipiù utilizzati e quindi potenzialmente in

grado di mettere in piedi quel sistema dipartecipazione attiva dei visitatori chia-mato Web 2.0.Siamo quindi ad una svolta sull’informa-zione web per quanto riguarda il pianetacarcere? Vedremo. Per ora rimane la considerazione cheancora una volta la nostra Amministra-zione non è in grado o non ha inten-

zione (non si sa tra le due motivazioniquale sia la peggiore) di mettere inpiedi un servizio di informazione sulleproprie attività istituzionali e bisogna ri-volgersi ad Associazioni di vario genereper leggere addirittura le statistiche ag-giornate o peggio le Circolari del Dipar-timento. ✦

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Opinioni

Il Ministrodella

Giustizia Angelino

Alfano

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uando nei convegni gli opera-tori penitenziari hanno dettoche le nostre carceri sono lepiù civili del terzo mondo

hanno parlato come sovversivi ad unaplatea assente e distratta che li ha igno-rati per anni. Ora che il Ministro Alfanoha scoperto che le carceri italiane hannoraggiunto un livello di disumanità da nonritorno i più ottimisti possono sperareche sta per cambiare qualcosa. In realtàil gioco delle parti continua con l’unicaconseguenza che il carcere continua adaffondare. L’unica cosa certa è che ilcarcere da anni non è più un tabù. Lagente può dire alla propria coscienza: lasocietà si interessa del carcere. In realtàse ne interessano in molti, se ne interes-sano in tanti, quasi sempre solo a parolecosì che le cose rimangono come sonoed i problemi restano solo sulle spalle dichi vive al di quà e al di là dei cancelli.Per tanti il carcere è diventato una moda,una merce facilmente vendibile. Il fi-lone-carcere stuzzica l’attenzione di in-tellettuali, pseudo esperti ed opinionisti,sempre pronti a presenziare a dibattiti,pontificando pur senza aver mai visto uncarcere. Alzi la mano chi ha visto verioperatori penitenziari invitati ai dibattititelevisivi sul carcere. Tanti altri, molti, contrabbandano per in-teresse alle problematiche del carcerequello che è solo un interesse privato,solleticato dai tanti euro dei Fondi So-ciali Europei che consentono ai bene in-formati ed ancor meglio ai bene inseritidi presentare e vedersi approvare pro-getti fantasiosi, inimmaginabili, futuribili,vuoti contenitori dove il detenuto si li-mita a svolgere il ruolo di comparsa per-ché i protagonisti sono quelli chepuntano all’obiettivo finale: il finanzia-mento del progetto da cui, come unagrossa slot-machine, cadono a pioggia

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tanti soldini. Parliamoci chiaro: se ci siguarda intorno si vede che l’unica rela-zione che la società ha con il carcere,quella più spontanea e più sincera, è ilrifiuto del carcere stesso, luogo di per-dizione, enorme contenitore dove la so-cietà emargina i cattivi e li affidaall’oblio. Tale emarginazione, nel tempo, non èstata solo psicologica ma anche fisica elogistica. Il carcere ha lasciato i centriurbani, dove ha vissuto per secoli in ca-stelli e conventi, e si è trasferito nelleestreme periferie suburbane delle città,oltre gli stessi cimiteri, illuminato dinotte come un enorme cattedrale nel de-serto, isolato, spesso irraggiungibile fi-sicamente ed umanamente.Ora si da spazio alla improvvisa scopertache ci sono 60.570 detenuti su 43.000posti regolamentari. Si dice che è intol-lerabile che a Milano S. Vittore si dormacon il materasso a terra perché non c’èposto per le brandine e si ignora che coni materassi a terra si dorme da anni dap-pertutto, ad Ancona come a Pesaro, a

nord come al sud. Quando sono arrivatoa Cassino, nel 1981, nei cameroni dellaprima sezione c’erano letti a castello a 4piani e cesso in un angolo per 12, sceneda “Fuga di mezzanotte”.Oggi ci sono carceri dove i detenuti dor-mono nelle salette tempo libero, nelle sa-lette ping pong, nei magazzini, inqualunque spazio disponibile e la menteritorna a S. Vittore dove non molti annifa li avevano dovuti mettere anche inascensore.Bene, dice il Ministro, costruiamo altrecarceri, e lo dice ormai da mesi con di-sinvoltura, come se le carceri fossero deicampi profughi costruiti con i moduliprefabbricati messi su in pochi giornidopo il terremoto del Belice o dell’Irpi-nia. Lo dice come se le carceri fosseroorganizzate come i Centri di PermanenzaTemporanea, enormi recinti dove bivac-cano centinaia e centinaia di extracomu-nitari accatastati come polli in batteria.Sarebbe interessante se dai Provvedito-rati alle Opere pubbliche o dai compe-tenti Uffici Dipartimentali si rendessero

Carceri italiane: le più civili del terzo mondo

(Ma non è una cosa seria)

Aldo Maturo*[email protected]

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noti i dati sulle carceri ultimate ma nonfunzionali, sui reparti detentivi oggetto direstauri edilizi volutamente infiniti, perfurbizia autoctona o per carenze finan-ziarie, sulle centinaia di posti letto rimastiinutilizzati dopo la dismissione delle casemandamentali.Ma soprattutto sarebbe interessante sa-pere come pensa di risolvere il problemadel personale, delle migliaia e migliaia diuomini che già oggi mancano all’appelloe rendono impossibile la vita di chi lavorain carcere, una vita fatta di stress, di lun-ghe notti al freddo perché non ci sono isoldi per il riscaldamento, di riposi ac-cumulati, di straordinari non pagati, diferie spezzettate, di capitoli di spesa de-capitati a tavolino senza rendersi contodei disastrosi risvolti in periferia dovemanca persino la carta igienica.In uno stato di disagio generale per ilPaese e per il mondo intero non si puòpretendere evidentemente di più per ilcarcerario. Ma allora non si deve pretendere di piùdal carcerario, non si devono esprimeregiudizi che offendono l’impegno di chi cilavora, bisogna avere il coraggio di inter-venire sul codice per evitare che chi harubato una merendina da 12 euro allaStanda, per fame, sia condannato a tremesi di carcere.I nostri politici devono capire che il car-cere è solo la stazione di arrivo di disagi,tensioni, ingiustizie, sperequazioni, po-vertà, crisi di valori che la società esternanon ha saputo o potuto risolvere. E nes-suno può o deve ragionevolmente pen-sare di dare a quanti lavorano nel carcereuna delega in bianco per risolvere dasoli, senza mezzi, senza uomini, senzastrutture e, perché no, senza alcun rico-noscimento sociale e morale, le tensionidella società che nel carcere si riflettonoe si amplificano.Ma soprattutto nessuno può specularesull’amarezza di quanti nel carcere, a di-verso titolo, hanno abdicato ormai adogni riconoscimento e dignità professio-nale.

* Avvocato, già Dirigente dell’Ammini-strazione Penitenziaria, 227

Piero Luigi Vigna

LEGISLAZIONE COMPLEMENTARE PER LA POLIZIA PENITENZIARIALAURUS ROBUFFO Editore

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L’opera raccoglie le norme penali speciali di maggior interesseper gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Trova il suo na-turale completamento ne “I codici per l’udienza penale - Vo-lume I“, dello stesso Editore, i cui commenti e annotazioniagevolano una corretta interpretazione delle singole disposizioniper una loro applicazione pratica.

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Il testo fornisce una risposta certa ad ogni domanda chel’operatore di Polizia si pone nell’espletamento dell’attività diP.G. Comprende 90 prospetti operativi e oltre 170 formule diatti di P.G. con l’indicazione degli adempimenti che l’operatoredeve osservare durante l’esecuzione e immediatamente dopo.Dedica ampio spazio agli atti nel procedimento penale dinnanzial giudice di pace e a quelli depenalizzati. Dispone di tabellesinottiche, del prontuario dell’arresto e del fermo aggiornato edi un CD-ROM con verbali copiabili e stampabili. La nuova edi-zione è aggiornata con le più recenti disposizioni fra cui la rior-ganizzazione dell’ufficio del P.M., la criminalità informatica, laratifica e l’esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delleNazioni Unite contro il crimine organizzato internazionale, il rior-dino della normativa in tema di intercettazioni telefoniche, il sistema di informazioneper la sicurezza della Repubblica e la nuova disciplina del segreto, le misure urgentiin materia di sicurezza pubblica (c.d. pacchetto sicurezza), la sospensione del pro-cesso penale nei confronti delle alte cariche dello Stato (c.d. lodo Alfano). L’operasi conferma strumento particolarmente utile per ufficiali e agenti di P.G. di tutte leforze di polizia, frequentatori dei vari corsi di istruzione e ag-giornamento, investigatori privati, magistrati, avvocati.

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La nuovissima versione del Manuale, integralmente riveduta ecorretta, tiene conto delle modifiche normative nel frattempo in-tervenute fino a ottobre 2008. Gli autori hanno ritenuto di proce-dere alla revisione completa di tutta la modulistica operativaancora proposta su CD interamente copiabile per ogni esigenza operativa. Partico-lare attenzione è stata posta nell’aggiornamento della modulistica, ulteriormentearricchita di altri modelli e resa completamente in linea con le più recenti innova-zioni normative. Scopo del manuale è proporre agli operatori di polizia giudiziariauno strumento indispensabile per la soluzione del problema operativo, analizzatosia dal punto di vista dei riferimenti normativi e teorici sia da quello pratico ed ope-rativo. Un must per ufficiali e agenti di P.G. di tutte le forze di polizia.

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 162 - maggio 2009

Libri del Mese

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i bluff del DAP:La croma bianca

iciassette anni fa vicino Capaci,con una semplice pressione sulpulsante di un radiocomando,venivano fermate le vite di cin-

que persone: tre colleghi della Polizia diStato e due Magistrati.Quel 23 maggio del 1992 si spenserodelle vite umane, ma si accesero le spe-ranze ed effettivamente le idee iniziaronoa camminare con le gambe di altri uo-mini. Iniziarono a prendere forma anche dellevere e proprie icone e dopo un’altrapressione di radiocomando in ViaD’Amelio, una fra tutti segnò l’immagi-nazione di molti: la foto di Falcone eBorsellino che parlano tra di loro. An-cora oggi quella foto è in bella mostradietro molte scrivanie, nella speranzaforse che la sola presenza della fotopossa infondere negli occupanti dellasedia sotto, la stessa dirittura morale deidue Magistrati.Il culmine dell’iconografia lo si rag-giunse nel 2002 quando nella sede delMinistero della Giustizia, il Presidentedella Repubblica Ciampi scoprì la targain ricordo di Giovanni Falcone e del suoimpegno nel promuovere il rispetto dellalegalità e della giustizia. Il DAP invece, aveva già precorso i tempie in quanto a spettacolarità era prontoalla sfida iconografica. Un paio d’anniprima, infatti, l’allora Capo del Diparti-mento Giancarlo Caselli era riuscito adaggiudicarsi i resti della Fiat Cromabianca dilaniata dall’esplosione di Ca-paci. Il colpo non era stato da poco, pare in-fatti che il Capo del Dap l’avesse avutavinta nientepopòdimenoché control’Arma dei Carabinieri, veri maestri in-discussi nell’arte iconografica.Il progetto era quello di esporre inmodo permanente i resti dell’autovetturapresso la Scuola di Formazione e Aggior-namento dell’Amministrazione Peniten-ziaria di Via di Brava a Roma:

«L’Amministrazione Penitenziaria in-tende così ricordare i martiri di Ca-paci, perché il loro sacrificio siatestimonianza e monito, in particolareper i giovani, dell’ adempimento delproprio dovere, nell’esclusivo interessedel servizio pubblico, senza compro-messi». (Le Due Città n. 0 anno I - Di-cembre 2000). Per chi si recherà alla Scuola di Via diBrava però, è bene che non perda tempoa cercare di vedere le contorte lamieredella Croma nei piazzali della Scuola, èpiù facile trovarla dentro qualche suo ga-rage al riparo degli sguardi e delle me-morie.A nulla sono valsi gli anni di reggenza diGiancarlo Caselli, collega ed erede di Fal-cone e nemmeno quelli di Giovanni Tine-

bra, collega e indagatore degli esecutoridelle stragi di Capaci e Via D’Amelio, aportare a termine il progetto, nemmenodopo diciassette anni.Ma allora, il progetto di esporre la Cromabianca a Via di Brava, era solo un capric-cio di Caselli? Un’idea sbagliata? E’ an-cora in corso, ma ci sono dei tempitecnici che noi non riusciamo a capire?Non si sa. Molto probabilmente era soloun bluff, uno dei tanti che ci ha riservatoil DAP, a cui è bene però imparare a nonfarci l’abitudine.Quando andrà in stampa questo scritto,sicuramente si saranno già consumatialtri fiumi d’inchiostro reale e virtualeper ricordare le vittime delle due stragi,ma non temete c’è già pronto un altroprogetto.

Commenti

A fiancouna foto di

Falcone eBorsellino,

sotto, illuogo del-l’attentato

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Salvatore [email protected]

Nuove metodologie di lavoro

olo pochi mesi addietro il palliativoindulto svuota carceri è stato l’en-nesimo fallimento per l’amministra-zione penitenziaria; ci troviamo ora

con una popolazione detenuta aumentataa dismisura, una ancor più indebolita cer-tezza della pena. In tale circostanza vienetirata fuori la vecchia soluzione costruirecarceri: certo fa notizia, ma non risolvenell’immediato il problema sovraffola-mento, per non parlare degli organici in-sufficienti non in grado di consentirel’apertura di nuove strutture. Costruirenuovi istituti richiede molti anni, intantoall’interno delle carceri italiane il perso-nale di polizia penitenziaria è costretto adaffrontare eventi critici sempre con mag-giore frequenza.

Il Corpo di Polizia Penitenziaria, neglianni, ha avuto un’evoluzione straordina-ria sviluppando diverse professionalitàche danno lustro al Corpo; invero, all’in-terno degli istituti di pena si continua aprivilegiare le procedure tradizionali; ilpersonale viene ancora impegnato conschemi di altri tempi forse risalenti adancor prima dell’anno 1975; sarà colpadelle strutture progettate con vecchi mo-delli? Si pensa a coprire quel posto, manessuno si chiede se sia davvero utile aifini della sicurezza; in alcuni casi (adesempio con il personale impiegato nellerotonde o ai cancelli con aperture achiavi), l’agente ivi preposto paradossal-mente costituisce un punto debole con-trario al sistema della sicurezza.

Ebbene, oltrechè ad ampliamenti struttu-rali, potenziamento di nuove professiona-lità e quant’altro certamente di valenzaper il Corpo, è giunto il momento di co-struire nuovi modelli e nuove metodolo-gie di lavoro all’interno delle strutturepenitenziarie. E’ giunto il momento di farandare in pensione quelle postazioni ob-solete ed inutili (es. banconi con dietrol’agente utile solo ad annotare su registriingrigiti gli ingressi dei passanti). Il giàCapo del Dipartimento Dott. Ettore Fer-rara, con circolare n. 363643 del22.11.2007, aveva promulgato delle lineeguida cui fare riferimento per migliorareil senso professionale. Anche noi del Sappe dobbiamo proporrenuovi elementi e nuovi schemi lavorativial Dipartimento, dobbiamo chiedere chevengano realizzate nuove metodologie dilavoro all’interno dei reparti detentivi;solo così possiamo uscire dal vecchio si-stema ed entrare definitivamente in unanuova professionalità moderna ed effi-ciente utile a tutto il sistema carcerarioitaliano.

Commenti

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Meno semiliberi, grazie a braccialetto e lavori socialiDal 2003 i detenuti che scontano le penecon il regime di semiprigionia (di giornolavoro fuori dalla struttura di pena, dovesi fa rientro per la notte) nel carcereaperto di Torricella-Taverne continuano adiminuire. Ciò è essenzialmente dovuto atre motivi: alla prosecuzione del progettodegli arresti domiciliari con sorveglianzaelettronica (il cosiddetto braccialetto, inpratica una cavigliera applicata al condan-nato, collegata al telefono, che ne limitagli spostamenti all’esterno), sia al boomche ha conosciuto il lavoro di utilità pub-blica (Lup) ed in parte alla costantediminuzione delle pene di breve durata,sostituite dal Tribunale anche con penepecuniarie e multe.

Chiusi otto carceri per scarsa affluenzaCelle sempre più vuote nei Paesi Bassi,dove a causa della riduzione dei tassi dicriminalità il governo ha annunciato lachiusura di diverse prigioni. Il ministerodella Giustizia olandese prevede lachiusura di ben 8 penitenziari con il con-seguente taglio di 1.200 posti di lavoro nelsistema penitenziario nazionale. Situazionetotalmente in controtendenza rispetto aglianni 90, quando il numero delle carcerinon era invece sufficiente per risponderealle esigenze nazionali. Ma la situazione ècambiata. Oggi il piccolo Regno nordeu-ropeo può accogliere un totale di 14milapersone ma il numero dei detenuti siferma a 12mila. Risultato: il viceministrodella Giustizia, Nebahat Albayrak, ha an-nunciato la chiusura di otto penitenziari,con la perdita di 1.200 posti di lavoro su10.600. L’operazione rappresenta per lecasse dello Stato un risparmio di circa 160milioni di euro annuali. Intanto, per lim-itare gli effetti sull’occupazione di questariduzione dei detenuti, i Paesi Bassi hannodeciso di accogliere centinaia di prigion-ieri provenienti dal vicino Belgio, dove ilnumero dei penitenziari è invece insuffi-

ciente.La prigione di Tilbourg, nell’Olanda meri-dionale, dovrebbe ricevere nel 2010 circa500 detenuti belgi per un periodo di circadue anni, nell’attesa che Bruxelles costrui-sca nuove prigioni. Per questo, Belgio ePaesi Bassi firmeranno un particolare trat-tato, ha detto ancora Albayrak. Per il fun-zionamento del penitenziario, il Belgiodovrà però sborsare circa 30 milioni dieuro.

Maxi-evasione di 53 detenuti con complicità degli agentiIn meno di tre minuti 53 detenuti apparte-nenti al temibile clan narcos degli Zetassono evasi da un carcere messicano. I fil-mati tratti dalle telecamere a circuitochiuso del penitenziario di Cieneguillas,nello stato di Sinaloa, mostrano come lafuga record sia avvenuta con la complicitàdegli agenti carcerari e di presunte forzedi polizia. Ora le autorità messicane hannomesso una taglia per la cattura degli evasi.Nelle immagini, il carcere appare come unluogo in cui i detenuti circolano libera-mente, nell’indifferenza totale delleguardie. Di lì a poco, però, appare chiaroche non si tratta di un giorno qualunque:il video mostra infatti i prigionieri in attesadell’arrivo di un gruppo di presuntipoliziotti che, dopo aver finto un’irruzionead armi spianate nel penitenziario, prele-vano i detenuti e li fanno entrare nei veicoliin cui erano giunti poco prima.La maggior parte degli evasi fanno partedell’organizzazione di narcos Zetas. Pro-prio per questa ragione, le autorità messi-cane hanno messo una taglia per la catturadei fuggiaschi, mentre l’Interpol ha diram-ato un’allerta internazionale per 11 di loro.Nel frattempo sono stati arrestati l’ex diret-tore del carcere, il supervisore delleguardie, 44 guardie carcerarie e cinquepoliziotti.

I poliziotti penitenziari francesi scioperano contro la Datie chiudono le carceriGiorno di paralisi in gran parte delle 194

prigioni francesi, in cui circa 60mila per-sone sono detenute in condizioni di sovraf-follamento, sotto la vigilanza di 24.300guardie penitenziarie. Proprio la protestacontro l’eccessiva concentrazione dei de-tenuti è alla base dell’iniziativa dei sinda-cati dei poliziotti penitenziari, affiliati alleprincipali confederazioni sindacali. Le guardie penitenziarie francesi non pos-sono scioperare, ma ieri - garantito ilservizio minimo all’interno degli istituti dipena - si sono radunate di fronte ai cancelligridando slogan ed esponendo striscionicontro Rachida Dati, ministra della Gius-tizia. Quest’ultima era in viaggio all’’estero,a prova del fatto che ormai sta prendendole distanze dai problemi del dicastero cheguida da due anni. Sarkozy le ha pratica-mente imposto di candidarsi alle prossimeelezioni europee e le sue dimissioni dalgoverno sono questione di settimane.Le guardie penitenziarie hanno tentatopersino di impedire l’uscita dalle prigionidei detenuti che dovevano recarsi in Tri-bunale per i loro processi. In alcuni casi ipenitenziari sono venuti alle mani con ipoliziotti, che hanno fatto uso di lacrimo-geni per aprire la strada ai convogli direttiai palazzi di giustizia. Oltre a chiedere la costruzione di nuoveprigioni e l’assunzione di altri colleghi, leguardie penitenziarie sollecitano miglioricondizioni salariali e la riorganizzazionedei ritmi di lavoro.

Francia, pacs in cella: è legale un amore gay nato in carcereSi sono innamorati dietro le sbarre. E die-tro le sbarre hanno siglato un Pacs, l’u-nione civile tra conviventi molto diffusa inFrancia. È la storia di un amore gay natoin una prigione del sud, che ha avutoampia eco sulla stampa d’Oltralpe. Per iquotidiani francesi si tratta di un fattounico. «Non ci sono precedenti» sottolineaanche una giurista dell’’Osservatorio inter-nazionale delle prigioni sentita da Libera-tion. La vicenda non solo riapre Oltralpe il di-battito su un argomento ancora pieno ditabù, quello del sesso nelle prigioni, divi-dendo gli osservatori, ma - da quanto neha scritto il quotidiano locale Sud Ouest -ha creato anche molte gelosie nelle stesseprigioni, al punto che ora i due detenuti

dal Mondo...

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MESSICO

FRANCIA

OLANDA

SVIZZERA

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temono di venir separati. I due, uno di unasessantina d’anni, l’altro sui quaranta, sisono incontrati nella prigione di Eysses, nelsud-ovest, dove scontano entrambi unalunga condanna. Dopo diverse domande e ricorsi, raccontaLiberation, hanno finalmente ottenuto didividere la stessa cella e l’’estate scorsahanno così potuto stipulare un Pacs per-ché, come vuole la legge, vivono sotto lostesso tetto. In questa prigione, dove gli amori gay nonsono autorizzati ma tollerati, e dove ipreservativi circolano anche se i rapportisessuali sono vietati, l’amministrazionecentrale ha permesso al cancelliere del tri-bunale di venire sul posto per la firma uf-ficiale dell’unione. I due hanno quindipotuto vivere tranquilli la loro storiad’’amore sotto gli occhi indulgenti delleguardie. Fino a quando la loro vicenda nonè diventata di dominio pubblico. È stato undetenuto della stessa prigione a parlarneall’’associazione benefica La Mouette perdenunciare quella che secondo lui èun’ingiustizia: «Perchè io posso a mala-pena appoggiare una mano sul ginoc-chio della mia ragazza in parlatorio?»,avrebbe detto.

La Reunion: capo setta pedofilaevade da carcere in elicotteroIl capo di una setta pedofila, Juliano Ver-bard, condannato nel febbraio scorso a 15anni di reclusione per abusi sessuali subambini, è evaso a bordo di un elicotteroda una prigione sull’isola francese dellaReunion, nell’Oceano Indiano, a est delMadagascar. Lo riferiscono le autorità lo-cali. L’uomo è riuscito a fuggire in com-pagnia di due adepti della setta,denominata Cuori dolorosi e immacolatidi Maria.Secondo quanto riferiscono i media locali,un commando armato avrebbe preso in os-taggio il pilota di un elicottero e lo avrebbecostretto a dirigersi verso la prigione diDomenjod. Una volta arrivati a desti-nazione, il commando avrebbe approfittatodella passeggiata pomeridiana dei detenutiper far salire Verbard e altre due personea bordo. Poi l’elicottero avrebbe ripreso ilvolo. Una volta a terra, i fuggitivi si sareb-bero dileguati su un furgone. Le forzedell’ordine hanno subito allestito posti di

blocco in tutta l’isola per bloccare la fuga.Juliano Verbard è stato condannato il 28febbraio del 2008 a 15 anni di reclusionecriminale per stupro e aggressioni sessualisu due bambini, i cui genitori erano mem-bri della setta. La setta era stata creata nel2002: il predicatore era riuscito a convin-cere centinaia di fedeli che la Madonna gliparlava l’ottavo giorno di ogni mese alledieci di sera. I discepoli dovevano versare20 euro per assistere alle apparizioni cheil guru aveva seduto su una poltrona.

Incendio 10 mortiAlmeno dieci persone hanno perso la vitain un incendio scoppiato in una prigionealla periferia della capitale Santiago.Lo ha riferito il direttore delle forze di si-curezza penitenziaria. Altre tre personesono rimaste gravemente ustionate dalfuoco, scoppiato dopo una rissa tra banderivali di detenuti, ha detto AlejandroJimenez, capo dei gendarmi cileni.«Abbiamo 10 (morti) confermati», hadetto alla radio. Spiegando che alcuni de-tenuti hanno gettato nella cella in cuierano radunati dei rivali del combustibilericavato da piccoli fornelli che sono per-messi nella prigione di Colina. L’incendio è stato infine domato.

Sezioni per detenuti omosessuali;associazioni contrarieL’amministrazione penitenziaria di SaoJoaquim de Bicas, nello stato brasiliano diMinas Gerais ha ideato un progetto perevitare le aggressioni sessuali agli omoses-suali in carcere: una sezione soltanto perloro.Secondo quanto ha assicurato la respon-sabile del progetto, Walkiria La Roche, chelavora per la Segretaria per lo Sviluppo diMinas Gerais, non si tratta di concedereprivilegi per gli omosessuali, ma di evitarerischi. «La violenza purtroppo esiste, mala salute viene prima». Secondo la donnagay, lesbiche, bisessuali, sono le principalivittime di violenza sessuale nelle carceri,e quindi sono esposti alle infezioni da

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malattie sessualmente trasmissibili.Inoltre, il direttore della Fondazione per idiritti dei gay Triangulo, Miguel AngelSanchez, assicura che questa misura «èun marchio» per gli omosessuali. Secondo lui, la soluzione è migliorare lasicurezza nelle carceri per evitare la vio-lenza sessuale «senza discriminazionitra gli eterosessuali e i gay». La sezione per i gay di Sao Joaquim deBicas accoglie attualmente 37 reclusi.

Il carcere più pazzo del mondoLa lettera inizia così: «Brevemente mipresento, mi chiamo Vera Masenello,sono di Vicenza e dallo scorso novembre2008 mi trovo in Bolivia, a La Paz dovesvolgo servizio civile all’’interno delCarcere San Pedro di La Paz. Quello chei giornali hanno chiamato “il carcerepiù pazzo del mondo”...».E pazzo lo è davvero, quel carcere, finitosulle pagine dei giornali qualche settimanafa: mogli e figli entrano ed escono libera-mente e vivono assieme ai 1500 detenuti,con 36 dollari i turisti possono fare untour dietro le sbarre e dormirci la notte,ci sono negozi, la cocaina è a spacciolibero e, neanche fosse un hotel, se hai isoldi ti scegli la cella dozzinanti con tv,cucina e bagnetto privato. Come ha scritto la Repubblica, il SanPedro è diventato famoso dopo che un in-glese nato in Tanzania, Thomas McFadden,è finito in galera tre anni nella struttura diLa Paz per traffico di droga. Capito chequella follia poteva diventare un affare,quando è uscito ha creato un’agenzia diviaggi tipo anche tu detenuto per ungiorno. Dentro al S. Pedro ha messo in piedi uncaffè e un supermarket, ha scritto un libroe, gran finale, ha ceduto i diritti a BradPitt: ne farà un film.Vista la pessima pubblicità adesso il Gover-no boliviano vorrebbe rimettere un po’d’ordine nel carcere più pazzo del mondo.Basta spaccio, fuori i parenti, un po’ diagenti di polizia all’interno (che ora nonesistono). Risultato: sciopero della famee mogli e figli resteranno dentro conpapà detenuto. ✦

BOLIVIACILE

BRASILE

fonte delle news: www.pianetacarcere.it

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ella Britannia divisa intribù e sotto la minaccia diun’invasione da parte diRoma, si intrecciano inestri-

cabilmente le storie di due donne moltodiverse tra loro, destinate entrambe agiocare un ruolo fondamentale nel fu-turo di Avalon. La giovane Boudica, ca-parbia e orgogliosa figlia di un nobilecapo degli iceni, viene mandata suun’isola dove sarà iniziata alla saggezzadei druidi. E lì incontra la potente sacer-dotessa Lhiannon, che diverrà il suomentore e la sua migliore amica. Insiemea lei Boudica intraprende il viaggio finoad Avalon, dove verrà consacrata donnasecondo gli antichi riti della Dea.Dopo il rituale Boudica torna dal suo po-polo, dove sposa un nobile iceno, Prasu-tagos. Questi sceglie di scendere a patticon l’invasore per mantenere una certaautonomia e godere dei benefici dell’al-leanza con Roma. Ma alla sua morte lasituazione cambierà drammaticamente,e Boudica e le sue figlie si troveranno ingrave pericolo...

Gibilterra, 1815: tutti gli occhisono puntati all’orizzonte, sullamedia distanza, dove una naveammiraglia inglese ha appenavirato, mettendosi con mure adritta. Un’insegna familiaresventola sull’albero maestro:quella del comandante JackAubrey.In città lo attende un nuovoincarico, qualcosa che met-terà a dura prova lui e il suoequipaggio. Napoleone è dapoco fuggito dall’Elba e sta

raccogl iendoconsensi, vuoletornare al po-tere. Anchenelle remoteterre arabequalcosa sem-bra covarenell’ombra:forse un’alle-anza musul-

mana chepare spalleggiare Bonaparte, e che coin-volge gli Stati della Barberia, Algeri, Tu-nisi, persino il Marocco e il piccolo regnodi Azgar. Non c’è che dire, il qua-dro è a dir poco disastroso: l’In-ghilterra deve correre ai ripari, senon vuole essere travolta. Macome? A Aubrey non resta che par-tire per una nuova missione sul-l’amata Surprise, con l’aiutodell’amico di sempre, il chirurgo dibordo Stephen Maturin, e del nuovoarrivato, il dottor Jacob, un giovaneche vanta una perfetta conoscenzadel turco e dell’arabo, oltre ad ami-cizie altolocate.

L’Osservatorio sulle condizioni di deten-zione dell’Associazione Antigone si arti-

cola in undicisaggi. Si cominciacon l’Introduzioneche offre un’analisicritica dei i criteridi fondo dei prov-vedimenti penali incorso di esecuzione;quindi Criminalità edetenzione che ana-lizza le caratteristi-che anagrafiche esocio-giuridiche degli“ospiti” delle nostreprigioni, da cui

emerge la prepotente sovrarappresenta-zione delle classi sociali più deboli.Segue Minori “dentro”. Gli istituti penaliminorili tra ruolo residuale e nuove fun-zioni che presenta la situazione dellecarceri minorili che dovrebbero ispirarsial principio di residualità del ricorso alcarcere come indicato dal legislatore nel1988, in occasione della riforma del Co-dice di Procedura Penale Minorile.Quindi i contributi sul’esperienza dellacomunità La Collina” di Serdiana (Ca-gliari), sulla recidiva degli indultati, sullaa medicina penitenziaria e la riformadella tutela della sa-

lute in carcere,sugli Ospedalipsichiatrici giu-diziari tra spe-ranze eproposte di ri-forma. An-cora, gliistituti peni-tenziari ita-liani tradisagi strut-turali e ca-renze trattamentali, le

donne e i bambini in carcere, due annidi eventi critici nelle galere e nei com-missariati ed infine il controllo del Comi-tato europeo per la prevenzione dellatortura

Gerusalemme, 33 d.C. Il centurioneLongino affonda la propria lancia nelcostato di Gesù Cristo, per assicurarsiche l’uomo crocefisso sia morto. Dallaferita sgorgano sangue e acqua, checadono sul centurione, guarendolo all’is-tante da una malattia agli occhi. Nei sec-oli, quella lancia diventa una dellereliquie più misteriose della cristianità:perché la vera Lancia del Destino non èmai stata ritrovata... Megiddo, 2006. Nelluogo che, secondo la Bibbia, sarà lo sce-nario dell’Apocalisse, i membri di unaspedizione archeologica sovvenzionata

le Recensioni

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Patrick O’Brian

I cento giorniLonganesi Edizioni

pagg. 304 - euro 16,60

Marion Z. Bradley

La Dea della guerraLonganesi Narrativa

pagg. 448 - euro 18,60

Associazione Antigone

In galera! V rapportosulle condizioni di detenzione in Italia

l’Harmattan

pagg. 196 - euro 16,60 Arnaud Delalande

Lalancia del destinoNord Edizioni

pagg. 334 - euro 16,60

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dal Vaticano vengono trucidati e la stra-ordinaria reliquia da loro trovata - laLancia di Longino - sembra svanita nelnulla. Il papa è sconvolto: se la Lanciadovesse cadere nelle mani sbagliate, lefondamenta stesse della Chiesarischierebbero di crollare. Dunque si af-fida a Judith Guillemarche, brillante stu-diosa di storia del cristianesimo econsulente fidata del Vaticano, e lechiede di indagare sulla faccenda senzapassare per i canali ufficiali.Costretta a una folle corsa contro iltempo, Judith si ritroverà a seguireuna serie di tracce che la porter-anno dalla cripta di San Pietro alsuk del Cairo, da Gerusalemme almonastero di Santa Caterina, e allascoperta del folle progetto che sinasconde dietro la strage di Meg-gido e il furto della Lancia...

L’ex agente del SAS britannico Nick Stonesi è ritirato in Svizzera e sta meditando disposare Silky, che ignora la sua veraidentità. Ma anche lui non sa molte cosedi lei. All’improvviso, Silky scompare.Qualche ricerca, e Nick scopre che è an-data in Congo al seguito di un’organizza-zione umanitaria per aiutare le vittimedei massacri che avvengono in quelPaese. Da un anno infatti l’Esercito di re-sistenza del Signore (LRA), in cui sonostati arruolati anche dei bambini, terro-rizza e uccide la popolazione per impa-

dronirsi delle miniere enessuno sembra riuscire afermare l’eccidio. Nick nonpuò far finta di niente:parte per raggiungere Silky.Ma perché Silky è andataproprio in Congo? Chi si na-sconde dietro questa realtàche impedisce ai bambini direstare bambini? Chi vuolemettere le mani sul metallopiù quotato alla Borsa di Londra? Pur-troppo nulla è come sembra, e Nick sco-prirà gente spietata e corrotta, di - spostaa tutto per il dio Denaro.

Valerio Morucci (Roma, 22luglio 1949) èun ex terror-ista italiano.Nella sua mili-tanza nelleBrigate Rossepartecipò tral’altro al seque-stro di AldoMoro, al cui tra-gico epilogo dicedi essersi oppo-sto. Arrestato nel1979, Morucci ri-

cevette più condanne all’ergastolo, por-tate poi a ventidue anni e mezzo perl’applicazione della legge sulla dissoci-azione. Fu tra coloro che, in cambio diriduzioni di pena, ricusarono la causadelle BR e contribuirono alla cattura dialtri brigatisti. Ottenne poi il regime disemilibertà e la libertà condizionale, fi-nendo di scontare la sua pena nel 1994.Non gode quindi della nostra simpatia.Ma meritano comunque di essere lettequeste memorie carcerarie spiazzanti eimpietose, frutto dei suoi spostamenti in

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a cura diErremme

una decina di carcerifra la fine degli anniSettanta e l’inizio degliOttanta, e incastonatanel tragico e ineditoracconto della rivoltadi Badu’e Carros.Non sappiamoquanto ci sia di vero

nei racconti di Morucci.Una cosa è certa: il bene non era dallasua parte.

Quello di Cal Bradley è un matrimonioperfetto: psichiatra di talento, padre emarito esemplare, da quindici anni vivecon Marie, che adora, e i loro tre figli inun ridente angolo del New England. Mauna serie di sconcertanti coincidenze staper scatenare la tempesta nella loro or-dinata esistenza, squarciando il velo dicertezza che la avvolge. Una notte PeterBlue, un diciannovenne dal passato pro-blematico, picchia selvaggiamente la suaragazza, ruba una pistola e dà fuoco auna chiesa della cit-tadina, minac-ciando con l’armauno spietato uffi-ciale di polizia,poco incline alperdono e allacomprensione. Ilragazzo viene ri-coverato pressola clinica psi-chiatrica in cuilavora Cal. PerPeter è l’ultimapossibilità, lasola speranzadi salvezza. Per Cal, invece, è l’orlo delbaratro, l’inizio di una discesa agli inferial termine della quale nulla potrà esserepiù come prima. Perché la vita di Peter èmisteriosamente intrecciata a quella diCal, ed entrambe celano un inconfessa-bile segreto.

Andy McNab

ContraccolpoLonganesi Edizioni

pagg. 400 - euro 18,60

Valerio Morucci

Patrie GalereCronache dall’oltreleggePonte alle Grazie

pagg. 255 - euro 14,00

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Nessun sospettoLonganesi Edizioni

pagg. 246 - euro 16,00

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ono iscritto al Sappe da 13 anni.Sono orgoglioso di esserlo perchèè l’unico Sindacato degno di chia-marsi tale nel panorama peniten-

ziario. Ne sono prova le proposte concreteche quasi tutti i giorni fate alla classe poli-tica e alle istituzioni per rendere meno gra-vose le nostre condizioni di lavoro. Viringrazio - anche a nome delle migliaia dicolleghi invisibili, che stanno davveroogni giorno e pomeriggio e notte tra i car-cerati in sezione, per quello che fate tutti igiorni per noi. Un grazie particolare al grande Donato Ca-pece, infaticabile ed instancabile, semprepronto a metterci la faccia per difendere ilCorpo, i colleghi ed il Sappe. Grande Donato, sei il numero 1! Un graziea lui e ovviamente un grazie anche ai se-gretari nazionali. Due cose mi piaccionomolto: il sito internet e il giornale.

Il giornale è ormai considerato la voce uf-ficiale del Corpo, e lo dimostra il fatto chementre quando arriva quello del DAP nes-suno lo legge, il nostro, invece, sparisce su-bito e ce lo passiamo di collega in collega.Il sito internet è sempre aggiornatissimo eha molto materiale utile e interessante, nonsolo per gli iscritti. Pensate che mio co-gnato (maresciallo della Finanza) e i suoicolleghi guardano il nostro sito per averenotizie e informazioni. Una bella soddisfa-zione, no? E io ogni volta gli dico «d’al-tronde un grande sindacato di un grandecorpo di Polizia non può che avere ungrande sito...». Mi complimento con i col-leghi che se ne occupano e che ci mettonoil materiale. Su una cosa però vi devo criti-tare (per il bene del Sappe, sia chiaro)siamo scarsi proprio per quanto riguardale convenzioni con alberghi, aziende, agen-zie di viaggi, negozi, centri commerciali eogni altro servizio che ci potrebbe essereutile e vantaggioso. Se gli iscritti Sappe pos-sono avere qualche vantaggio, perchè non

farlo? Per esempio mi ricordo che quandosono andato a Genova a visitare l’acquariocon i miei figli - era 4 o 5 anni fa - alla bi-glietteria c’era il nostro stemma tra le so-cietà che avevano diritto ad uno sconto eper noi che eravano quattro persone è statouna bella sorpresa risparmiare anche qual-che soldimo. Perchè allora non fare tanteconvenzioni, raggrupate per città o settoree poi mettete tutto sul sito? Sarebbe un’ot-tima cosa.Grazie comunque per quello che fate e seavete perso tempo a leggermi.W il Sappe, W la Polizia Penitenziaria (eralo slogan che ho sentito per la prima voltain una riunione a san vittore da Capece nel1996... sempre valido!).

Lettera firmata

Ringraziamo di cuore il collega per icomplimenti che ci ha fatto. Prendiamoanche atto del suggerimento, con la pro-messa di impegnarci di più per le con-venzioni. A breve potrà vedere i risutati.

l’Ultima Pagina

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IL MONDO DELL’APPUNTATO CAPUTO

la Lettera

L’ART. 21 SECONDO IONTA

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Sappe: la forza nelle radici.

radici salde e profondesostengono

gli alberi piu’ grandi.

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Siamo presenti a: TORINO, MILANO, PADOVA, FIRENZE, ROMA, FROSINONE, PESCARA, NAPOLI, FOGGIA, LECCE, TARANTO, CAGLIARI, SASSARI, PALERMO, TRAPANI

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