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• Maremma Magazine • Marzo 2010 L ’arte e la tecnica della distillazio- ne hanno radici antichissime, e si sono intrecciate sin dalla notte dei tempi con i segreti dell’alchimia, in tutte le culture tra fascino e mistero. La grap- pa è il distillato tipico per eccellenza del- la tradizione italiana, un prodotto, famo- so nel mondo, che ha subìto significati- ve evoluzioni, nel tempo e nei luoghi di produzione. Aratrice, Paganico, Toscana, Italia. Aratrice è una minuscola frazione agri- cola nella campagna maremmana, qui prospera la distilleria artigianale “Nan- noni”, storica e pluripremiata, con una meritata fama nel settore, e che ha svol- to un ruolo significativo nella tradizione dei maestri grappaioli. Priscilla Occhipinti è il maestro distil- latore, l’artigiano della distilleria che gestisce insieme alle due socie Rossana e Morena, l’azienda fondata da Gioac- chino Nannoni, definito da Luigi Vero- nelli e riconosciuto dai suoi colleghi “il distillatore principe”, che, oltre ad esse- re l’inventore della grappa toscana, ha dato vita a grappe uniche nel panorama italiano. Priscilla frequentava ancora il liceo classico, quando cominció a seguire il suo maestro e ad imparare da lui metodi e segreti di cui va fiera, ed ancor prima di laurearsi in Enologia e Viticultura aveva giá la responsabilitá della distillazione. È sempre il distillatore che fa la diffe- renza, e la sensibilità deve essere tra- mandata tramite: esperienza, magia del tempo, volontà, passione, estro, istinto e ottime vinacce. Tutti elementi questi che animano da sempre le grappe dell’azien- da Nannoni. Priscilla ci aspetta; arriviamo in una mattinata umida e piovosa, con un fred- do che spazza il viso, la campagna è irri- gidita e rallentata dall’inverno. Ma den- tro la distilleria, in passato casa padrona- le di un’antica fattoria, batte un cuore caldo, fatto di alambicchi e strani mac- chinari, e soprattutto batte quello di Pri- scilla che novella Paracelso, mescola ter- ra, aria e fuoco. Questa mattina c’è una classe dell’Isti- tuto Agrario di Grosseto in visita all’a- zienda. Le visite da parte di scuole e uni- versità sono frequenti, e Priscilla oltre a dare lezioni tecniche, grazie al supporto di un medico ha dato vita ad una campa- gna di sensibilizzazione invitando i gio- vani a bere con intelligenza. “La grappa in rosa”, “una maga tra gli alambicchi”, “il vero distillatore donna”, “la signora delle grappe”, sono queste alcune delle tante definizioni attribuite a Priscilla. Incontriamola. La grappa è un simbolo del made in Italy, con secoli di cultura alle spalle, solo negli ultimi decenni, grazie al lavoro di alcuni produttori, ha saputo evolversi nel gusto e nella comunica- zione, fino a diventare un prodotto nobile, pari ai grandi distillati. Sei d’accordo con tutto questo? Soprattutto si è evoluto il modo di proporla e il modo di distillarla. Il poten- ziale aromatico dei vitigni italiani è il migliore che si può avere, e la varietà di uve è straordinaria. Negli ultimi 20 anni è nato un rispetto per queste materie pri- me. Vale a dire, laddove prima la grappa era fatta con vinacce buttate nell’aia e raccolte da terra con calma, oggi da par- te di distillerie come la mia si valorizza la materia prima al massimo, proponen- do non un semplice alcol, ma un distilla- to pieno di aromi, sapori e fascino da essere indirizzato e consumato da un mercato medio alto. Un ricordo degli inizi. Quando ho iniziato a girellare per la distilleria vedevo il mio maestro (Gioac- chino Nannoni) che stava seduto al cal- duccio davanti agli impianti e guardava la campana di distillazione e mi diceva: Vedi Priscilla, ogni gocciolina che esce da quella campana è un soldino”. Natu- ralmente aveva omesso di sottolineare tutta la fatica che c’è dietro. Io ho sem- pre desiderato fare il distillatore ed ho trascorso molto del mio tempo tra gli impianti e le vinacce. Faccio la grappa con amore e la vendo per necessità. Anche se oggi, sempre più spesso, ci si ritrova a gestire e spesso subire una marea di leggi, qualche volta incompren- sibili, che prima non esistevano. Ogni distillatore esprime la sua capacità di interpretare questo affasci- Ha raccolto l’eredità di uno dei più grandi distillatori della storia e ora guida un’azienda, che può considerarsi un vanto per la Maremma tutta. Parliamo di Priscilla Occhipinti e della sua bella sto- ria che l’ha portata a dirigere, un po’ per passione, un po’ per destino, sulle orme del grande Gioacchino, la distilleria artigianale Nannoni con sede in località Aratrice a Paganico Priscilla Occhipinti, la bella favola della “signora delle grappe” aziende al top di Nicola alocci 58 Gioacchino Nannoni

Priscilla Occhipinti - Aziende al Top

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Maremma Magazine 2010. La bella favola della "signora delle grappe".

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• Maremma Magazine • Marzo 2010

L’arte e la tecnica della distillazio-ne hanno radici antichissime, e sisono intrecciate sin dalla notte dei

tempi con i segreti dell’alchimia, in tuttele culture tra fascino e mistero. La grap-pa è il distillato tipico per eccellenza del-la tradizione italiana, un prodotto, famo-so nel mondo, che ha subìto significati-ve evoluzioni, nel tempo e nei luoghi diproduzione.

Aratrice, Paganico, Toscana, Italia.Aratrice è una minuscola frazione agri-cola nella campagna maremmana, quiprospera la distilleria artigianale “Nan-noni”, storica e pluripremiata, con unameritata fama nel settore, e che ha svol-to un ruolo significativo nella tradizionedei maestri grappaioli.

Priscilla Occhipinti è il maestro distil-latore, l’artigiano della distilleria chegestisce insieme alle due socie Rossana

e Morena, l’azienda fondata da Gioac-chino Nannoni, definito da Luigi Vero-nelli e riconosciuto dai suoi colleghi “ildistillatore principe”, che, oltre ad esse-re l’inventore della grappa toscana, hadato vita a grappe uniche nel panoramaitaliano.

Priscilla frequentava ancora il liceoclassico, quando cominció a seguire ilsuo maestro e ad imparare da lui metodie segreti di cui va fiera, ed ancor prima dilaurearsi in Enologia e Viticultura avevagiá la responsabilitá della distillazione.

È sempre il distillatore che fa la diffe-renza, e la sensibilità deve essere tra-mandata tramite: esperienza, magia deltempo, volontà, passione, estro, istinto eottime vinacce. Tutti elementi questi cheanimano da sempre le grappe dell’azien-da Nannoni.

Priscilla ci aspetta; arriviamo in unamattinata umida e piovosa, con un fred-do che spazza il viso, la campagna è irri-gidita e rallentata dall’inverno. Ma den-tro la distilleria, in passato casa padrona-le di un’antica fattoria, batte un cuorecaldo, fatto di alambicchi e strani mac-chinari, e soprattutto batte quello di Pri-scilla che novella Paracelso, mescola ter-ra, aria e fuoco.

Questa mattina c’è una classe dell’Isti-tuto Agrario di Grosseto in visita all’a-zienda. Le visite da parte di scuole e uni-versità sono frequenti, e Priscilla oltre adare lezioni tecniche, grazie al supportodi un medico ha dato vita ad una campa-gna di sensibilizzazione invitando i gio-vani a bere con intelligenza.

“La grappa in rosa”, “una maga tra glialambicchi”, “il vero distillatore donna”,“la signora delle grappe”, sono questealcune delle tante definizioni attribuite aPriscilla. Incontriamola.

La grappa è un simbolo del made in

Italy, con secoli di cultura alle spalle,

solo negli ultimi decenni, grazie al

lavoro di alcuni produttori, ha saputo

evolversi nel gusto e nella comunica-

zione, fino a diventare un prodotto

nobile, pari ai grandi distillati. Sei

d’accordo con tutto questo?

Soprattutto si è evoluto il modo diproporla e il modo di distillarla. Il poten-ziale aromatico dei vitigni italiani è ilmigliore che si può avere, e la varietà diuve è straordinaria. Negli ultimi 20 anniè nato un rispetto per queste materie pri-me. Vale a dire, laddove prima la grappaera fatta con vinacce buttate nell’aia eraccolte da terra con calma, oggi da par-te di distillerie come la mia si valorizzala materia prima al massimo, proponen-do non un semplice alcol, ma un distilla-to pieno di aromi, sapori e fascino daessere indirizzato e consumato da unmercato medio alto.

Un ricordo degli inizi.

Quando ho iniziato a girellare per ladistilleria vedevo il mio maestro (Gioac-chino Nannoni) che stava seduto al cal-duccio davanti agli impianti e guardavala campana di distillazione e mi diceva:“Vedi Priscilla, ogni gocciolina che esce

da quella campana è un soldino”. Natu-ralmente aveva omesso di sottolinearetutta la fatica che c’è dietro. Io ho sem-pre desiderato fare il distillatore ed hotrascorso molto del mio tempo tra gliimpianti e le vinacce. Faccio la grappacon amore e la vendo per necessità.Anche se oggi, sempre più spesso, ci siritrova a gestire e spesso subire unamarea di leggi, qualche volta incompren-sibili, che prima non esistevano.

Ogni distillatore esprime la sua

capacità di interpretare questo affasci-

Ha raccolto l’eredità di uno dei più grandi distillatori della storia e ora guida un’azienda, che può

considerarsi un vanto per la Maremma tutta. Parliamo di Priscilla Occhipinti e della sua bella sto-

ria che l’ha portata a dirigere, un po’ per passione, un po’ per destino, sulle orme del grande

Gioacchino, la distilleria artigianale Nannoni con sede in località Aratrice a Paganico

Priscilla Occhipinti, la bella favola

della “signora delle grappe”

aziende al top

di Nicola alocci

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Gioacchino Nannoni

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Il Maestro distillatore Priscilla Occhipinti

in posa con alcune delle sue grappe

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• Maremma Magazine • Marzo 2010

nante mondo. In che modi conquisti le

prestigiose maison dell’enologia italia-

na per le quali produci grappe?

Al 95% lavoriamo per conto terzi. Sesi presentasse un cliente che volesse unadeterminata tipologia di grappa, sarebbeda me indirizzato alle distillerie indu-striali, perché io voglio solo dare ilmeglio di quello che mi propongonoquelle vinacce, e spesso ottengo distilla-ti di vero pregio; mentre correttivi, truc-chi o aggiunte che sono usuali nell’indu-stria per ottenere quella determinata tipo-logia di grappa, non sono patrimonio delmio lavoro.

Qualche numero?

Lavoro per circa 150 aziende, alternan-dole negli anni, in quanto la mia capacitàlavorativa non supera gli ottanta giorni incui le vinacce arrivano fresche in distille-ria. Per far fronte a ciò, visto che inToscana l’andamento della lavorazionedelle vinacce è concentrato sempre nellostesso periodo, sono riuscita a distillareanche in altri momenti, occupandomi dipartite molto scelte di vinacce provenien-ti da vendemmie precoci o tardive, regi-strando così un discreto aumento di viti-gni caratteristici di altre regioni, per

esempio Puglia, Campania e Sicilia. Lenostre grappe sono presenti in tutto ilmondo, e non abbiamo mai comprato unlitro di grappa, la facciamo tutta noi.

E le grappe a vostro marchio?Con la volontà di non fare concorren-

za ai nostri clienti produciamo due distil-lati molto diversi e di grande successo.La riserva “Oro dei Carati”, che è unagrappa di Brunello invecchiata in botti dirovere di limousine. E poi dello stessovitigno, vale a dire il sangiovese grosso,la “Grappa da Sigaro”, invecchiata inbotti di doghe di legni diversi tostati invario modo con il fine di ottenere undistillato molto più balsamico e speziato,proprio per accompagnarlo al sigarotoscano. Questo successo é il corona-mento di una nostra intuizione del tratta-mento delle barriques, che mi ha portatoa Santo Domingo ospite di una impor-tante distilleria dove ho potuto seguire lefasi di lavorazione dei legni adatti in quelcaso per il rum.

Come è cambiata l’immagine della

grappa negli ultimi anni?

Sicuramente il consumatore ha rivoltola sua attenzione alle grappe invecchia-te, c’è una ricerca del distillato da medi-

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••••

“La cosa di cui vado maggior-

mente fiera – dice Priscilla

parlando di Gioacchino Nan-

noni – è l’orgoglio che legge-

vo negli occhi al mio maestro,

certo del fatto che ormai mi

aveva messo nelle condizioni

di portare avanti il suo proget-

to, la sua creatura; ed il mio

orgoglio di perpetuare il suo

nome. E vorrei ricordare le

sue ultime parole: - Ti lascio

in un grande impegno, Priscil-

la io ti ho messo nei guai”.

Nella foto il controllo della grappa che

riposa per lunghi anni in barriques

Page 4: Priscilla Occhipinti - Aziende al Top

tazione, quindi grappe con una comples-sità aromatica.

Se esistesse un ipotetico “Tribunale

della Grappa” cosa chiederebbe,

riguardo agli aspetti normativi, per

richiamare l’attenzione istituzionale,

al fine di perfezionare maggiormente

gli aspetti sia produttivi che commer-

ciali, e dare maggiori garanzie?

Intanto, gradirei essere a capo di que-sto tribunale. Devo dire che già grandicose sono state fatte. Nel recepire ledirettive comunitarie, l’Italia è stata mol-to restrittiva nei suoi canoni. Anche seancora si trovano dei prodotti nei super-mercati al costo di 3 euro a bottiglia, chesono tutto fuorché grappa ma che si fre-giano illecitamente di tale nome. Da unpunto di vista legislativo sono state postele basi per un controllo maggiore, il pro-blema sarà l’attuazione e il rispetto diqueste leggi. L’unica operazione fonda-mentale è quella di educare il consuma-tore a verificare ció che acquista.

Qualche frecciatina?

Oggi, spesso ci si ritrova a gestire unamarea di leggi che prima non esistevano.Continuo a distillare con amore e conimmutato entusiasmo, e ormai, ogni mat-

tina vado a lavoro non sapendo qualedifficoltà avrò, ma sono facile profeta nelsapere che quasi sicuramente qualcheimprevisto si presenterà. Spesso il cre-scendo di leggi che nasce per moralizza-re e regolarizzare il settore finisce coldanneggiare chi ha sempre agito con cor-rettezza ed onestà e operato in manieraresponsabile e leale.

Veniamo ai riconoscimenti e alle

soddisfazioni?

Con un Brandy realizzato per un’a-zienda del Chianti ho vinto la medagliad’Oro a Bordeaux, dove a nord di questacittà fanno il cognac e a sud l’armagnac.Una delle grappe che produciamo peruna piccola azienda di Montalcino vieneofferta agli ospiti della Casa Reale inInghilterra. Una grappa imbottigliatal’anno passato è stata il premio gadget aMiss Macao nel Mondo, e sono molte legrappe che produciamo a nome di altriche si iscrivono a concorsi ricevendopremi e riconoscimenti; Grappe comun-que che si trovano da Capo Nord all’Ar-gentina, dalle Hawai alla Cina.

Raccontaci l’aspetto artigianale, che

tanto porti avanti e custodisci.

Non c’è una fase nella mia azienda

che io non sia in grado di seguire. Dalguidare un camion, saldare le tubature,allo scrivere testi, seguire le leggi del set-tore, ecc. Questa mia ecletticità è dovutasolo alla necessità di interventi anche sepiccoli, sempre urgenti. E quando distil-lo tutta la mia vita si trasferisce in distil-leria, compreso l’ufficio e il letto. Que-sto perché ci sono dei passaggi che asso-lutamente non si possono delegare.L’impianto deve essere in armonia, equesta armonia la posso raggiungeresolamente io. Il mio maestro diceva sem-pre che esistevano solo due persone almondo che erano in grado di guidarequesto impianto di distillazione, purtrop-po adesso ci sono solo io, e devo esserecostantemente presente per avere un pro-dotto all’altezza della Distilleria Nanno-ni.

Quindi sei l’unica vera distillatrice

artigianale donna in Italia?

Ci sono altre donne proprietarie didistillerie, ma nessuna segue le vinaccedirettamente e per tutta la durata del pro-cesso. Il motivo per cui sono stata invi-tata ed accolta a pieni voti nel DirettivoNazionale dell’Associazione dei Distil-latori è perché se importanti personaggi

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Priscilla Occhipinti

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di prestigiose distillerie sono meraviglio-si industriali, il mio apporto è quello del-l’artigiano che ha due vanti, quello giádetto di gestire direttamente tutte le fasiaziendali e l’altro di non aver mai volu-to ed avuto per la mia azienda un solocentesimo di contributi da parte delloStato; posizione di forza che mi ha per-messo quando si é reso necessario, dimanifestare le mie idee ottenendo spes-so significativi risultati per tutta la cate-goria.

Voglio sottolineare l’appoggio, labenevolenza, il profondo affetto che miè dato a larghe mani dalle mie due socie,Rossana e Morena.

Oggi i processi produttivi si sono

affinati, quali grappe consigli di bere

per poterle apprezzare al meglio, quel-

le che presentano elementi di morbi-

dezza, i monovitigni, o quelle rudi del-

la tradizione?

A seconda delle circostanze e degliabbinamenti. Quindi per esempio, consi-glierei di accostare alla cioccolata e al ilsigaro una grappa molto strutturata e bal-samica, così come potrebbe risultaredivertente a fine pasto sentire le variazio-ni tra una grappa giovane e una invec-chiata della stessa azienda, degustando-le in bicchieri grandi e con calma, e cer-cando di percepire cosa c’è oltre la bot-tiglia. Devo ammettere che ho una pas-sione per quelle aromatiche.

Concludiamo con un doveroso

ricordo di Gioacchino Nannoni.

L’orgoglio che gli leggevo negli occhi,soprattutto negli ultimi tempi, riferito alfatto che io potevo portare avanti questoprogetto. E vorrei ricordare le sue ultimeparole: “Ti lascio in un grande impegno,

Priscilla io ti ho messo nei guai”.

Non vorremmo aggiungere altro, sola-mente che la grappa per sua natura è unasapiente selezione degli aromi e deicomposti naturali dell’uva, e Priscilla neè una grande interprete. La corona che siè messa in testa è quella di una grandedistillatrice, per passione e per destino,ma con tenacia ed umiltà.

“Dalla distilleria il messaggio: non bere!

Degusta. Assapora. Goditi gli aromi, le

emozioni. Vivi le sensazioni che ti ispira

la grappa e fai tue, con orgoglio, le tradizioni

della tua terra”. Questo è l’invito che Pri-scilla Occhipinti, Maestro distillatore dellaDistilleria Nannoni, ha rivolto recente-mente al nutrito gruppo degli studenti del-l’Istituto Professionale Alberghiero, “M.Buonarroti” di Arezzo in visita presso lasua azienda in loc. Aratrice a Paganico.

Le visite e le lezioni tenute dalla dr. Pri-scilla nella sua distilleria sono sempre sta-te frequenti, e spesso ospita scuole, uni-versità, associazioni ed enti; ma ha decisoche da ora in poi il suo messaggio sarà inogni circostanza un forte invito a berepoco e con intelligenza.

Approfittando della cordiale disponibi-lità ed amicizia col dr. Diego Mercurio,medico attento ed appassionato studiososui rapporti dei giovani con l’alcol, in una

collaborazione veramente a tutto tondo,ha tenuto una lezione indubbiamentediversa.

Esperta nella sua ultra decennale attivi-tà di distillatore, ha visto, però, con quan-to interesse gli studenti hanno seguito laefficace illustrazione del fenomeno “bere”,da parte del dr. Mercurio, il quale, non haparlato solo da esperto del settore, ma daamico, confidente, facendo del suo inter-vento una “chiacchierata” amichevole,intercalata da qualche aneddoto ed altret-tante belle battute di spirito tale da esse-re riuscito a rendere l’argomento vera-mente interessante e condivisibile, riscuo-tendo il consenso e l’applauso dei giovani;giovani tra l’altro ancor più motivati aquella serie di notizie, nozioni e suggeri-menti dalla loro scelta professionale.

Una volta conquistato l’interesse del-l’auditorio, il dottor Mercurio ha spiegatocon dovizia di particolari sia l’aspetto pret-

tamente medico-fisico che quello medico-legale, dando ampia soddisfazione a quan-ti hanno rivolto domande, manifestandoquella curiosità caratteristica dei giovaniquando gli stessi sono ben guidati.

Dal canto suo, invece il distillatore Pri-scilla (come ama definirsi) ha tenuto la suaormai collaudata visita guidata agli oltrequaranta ospiti, sicura però che data l’effi-cacia dell’iniziativa, da ora in poi le visitesaranno da lei organizzate allo stessomodo, magari potenziando l’interesse coninterventi altrettanto efficaci e mirati.

È stata un’innovazione vincente che lepermetterà in tal modo di continuare afare la sua personale lotta all’abuso dell’al-col, idea che essendo Priscilla nel direttivonazionale dell’Assodistil (associazione dicategoria) proporrà alle altre distillerie inmodo da fare azione congiunta ed efficacecon le scuole e con il Ministero della Pub-blica Istruzione in particolare.

Un’iniziativa per imparare a… bere

Priscilla Occhipinti con il suo

maestro Gioacchino Nannoni

Le due grappe a marchio Nannoni