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Prof. Mario Benassi Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
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Dodicesima Lezione
Analisi dei costi
Analisi costi-volumi-prezzi
Esercitazione
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
2Prof. Mario Benassi
I Costi:classificazione per variabilità Costi variabili
proporzionali ai volumi di produzione es.: materie prime, materiale di consumo
Costi fissi sostenuti indipendentemente dai volumi di produzione
es.: costi amministrativi, ammortamenti, interessi passivi
Costi semivariabili in parte proporzionali ai volumi di produzione
es.: utenze elettriche
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
3Prof. Mario Benassi
I costi variabili Variabili = costi che sono strettamente e direttamente collegati
al volume di produzione e vendita (consumi di materie prime, acquisto di semilavorati, lavorazioni esterne, provvigioni, manodopera in alcuni casi)
volumi
costi Costi variabilitotali
volumi
costi
Costi variabilitotali
intornodesiderato
Relazione lineare Relazione effettiva
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
4Prof. Mario Benassi
I costi fissi Fissi = costi che non sono direttamente e strettamente correlati al
volume di produzione (manodopera diretta, affitti, quote di ammortamento, pubblicità, consulenze legali e amministrative, manutenzioni)
Differenza tra costi fissi “di struttura” e “di sviluppo”
volumi
Costi fissitotali
volumi
costi
Costi fissitotali
intornodesiderato
Relazione lineare Relazione effettiva
costi
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
5Prof. Mario Benassi
Costi totali e costi unitari
Costi fissicosti
Costi variabili
Costi totali
volumi
120
100
80
60
40
20
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 30
Costo medio unitario
Volumi prodotti
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
6Prof. Mario Benassi
I costi
Condizionidi produzione
Di gestionefinanziaria e fiscale
Di gestionecaratteristica
A impiegoripetuto
A impiegounico
Non strettamenteproporzionaliai volumi
Strettamenteproporzionaliai volumi
Costi fissidi gestionecorrente
-ammortamenti
-altri
Costi fissi disviluppo
Costi variabili
Costi finanziari
Costi fiscali
CostiFissi
CostiVar.
Altricosti
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
7Prof. Mario Benassi
L’analisi costi-volumi-prezzi
Analizzare come varia il risultato economico al variare dei volumi di vendita
Identificare il punto di pareggio (livello delle vendite che permette di coprire tutti i costi)
Confrontare diverse ipotesi di prezzi e di costi per identificare la soluzione migliore dal punto di vista economico
Qual’è la relazione tra volumi venduti e risultato economico? Quale volume minimo dobbiamo vendere? Quale fatturato minimo dobbiamo realizzare? Se aumentiamo i volumi abbassando i prezzi, cosa succede? Se aumentiamo i costi pubblicitari, cosa succede? ….
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
8Prof. Mario Benassi
Perché occuparsene
Ricavi-costi di gestioneCaratteristica=reddito operativo
Determinantistrutturali
Volumi
Prezzi costo e prezzi ricavo
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
9Prof. Mario Benassi
Relazione tra volumi e costi unitari
4000 4000 4000 4000
16200 135009000 6750
2020017500
1300010750
25000 30000 45000 60000
volumi
costi totaliunitariquota unitariacosti fissicosti variabiliunitari
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
10Prof. Mario Benassi
Il Margine Lordo Unitario di Contribuzione
Differenza tra il ricavo unitario e il costo medio variabile unitario di un dato prodotto
Evidenzia quanto la vendita di ciascun pezzo contribuisce alla copertura dei costi fissi
mostra quanta parte del ricavo unitario rimane per coprire i costi fissi, dopo avere coperto i costi variabili
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
11Prof. Mario Benassi
Rappresentazione del punto di pareggio
Costi totali
volumi
Costi fissi
Ricavi totali
Ricavi e costi
Q*
Areadi perdita
Areadi utile
Prof. Mario Benassi Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
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Il punto di pareggio
RtCtRtCv Cf
RuQ Cvu Q CfRuQ Cvu Q CfQ Ru Cu Cf
QCf Ru Cu
Calcolare il punto di pareggio in quantità e verificarlo attraverso la simulazione
Prof. Mario Benassi Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
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Il caso McKinley
McKinley è un’azienda americana specializzata nell’abbigliamento tecnico per l’arrampicata e il trekking, la cui offerta si caratterizza per l’ampio ricorso a materiali innovativi. Tre sono le linee di prodotto proposte: McKinley Underwear, abbigliamento intimo studiato per l’uso sportivo; McKinley Outdoor, abbigliamento adatto all’uso all’aria aperta, sia per arrampicata sia per trekking impegnativo; McKinley Extreme, abbigliamento tecnico per uso in condizioni estreme, caratterizzato da materiali ad alta tecnologia per garantire la massima traspirabilità, isolazione e affidabilità.
Alle tre linee di prodotto corrispondono altrettante distinte linee di produzione, dal momento che le tecnologie impiegate sono differenti. In particolare i prodotti McKinley Underwear vengono tagliati e cuciti presso aziende terziste, sotto la supervisione di McKinley, la quale disegna i modelli, detta le specifiche tecniche e appone poi il suo marchio occupandosi della distribuzione. McKinley Outdoor è prodotta interamente all’interno, in una linea dedicata sia al taglio (che avviene con taglierine tradizionali) sia alla cucitura (che avviene con macchine da cucire). La linea McKinley Extreme è pure prodotta all’interno, con l’uso di una macchina al laser per il taglio di precisione dei tessuti sintetici e una macchina termosaldatrice per ottenere cuciture perfettamente impermeabili.
Le tre linee di prodotto condividono le medesime funzioni di staff (laboratorio di R&S, Design, funzioni di Marketing, Distribuzione, Amministrazione e Finanza), che rappresentano complessivamente il 40% dei costi aziendali.
Prof. Mario Benassi Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
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Il caso McKinley:margine di contribuzione e punto di pareggio La scelta di esternalizzare la produzione dell’underwear nacque in McKinley per certe
perplessità sulle reali potenzialità di successo di questa linea di prodotti. Molti in azienda non erano convinti che l’intimo tecnico potesse avere una domanda tale da giustificare l’investimento in una nuova linea di produzione, con i costi che avrebbe comportato il reparto taglio e quello cucito. Dal momento che era disponibile un terzista sulla cui qualità di lavorazione e affidabilità non esistevano dubbi, la scelta si sarebbe dovuta basare solo su valutazioni di costo, e non di strategia o di qualità.
Si decise così di valutare le due alternative: produrre all’interno richiedeva investimenti in macchinari per 240.000 $, con una produttività dell’impianto a regime di 1.000.000 di pezzi e un costo variabile di produzione di 5 $ al pezzo (manodopera 2$, materiale 2$, forza motrice e altri costi 1$);.
Acquistare i prodotti finiti dal terzista comportava invece un costo unitario di 14$. Il prezzo di vendita al pubblico del singolo pezzo era stato fissato prudenzialmente in 20$,
anche perché era un prodotto nuovo e si decise di mantenere basso il prezzo per favorire la conoscenza del prodotto e quindi la sua diffusione. Indipendentemente dall’alternativa di produzione, era stato pianificato un investimento pubblicitario per il lancio della nuova linea per un costo complessivo di 120.000$.
Il margine di contribuzione era più basso nel caso di esternalizzazione, ma occorreva vendere un numero di pezzi inferiore per ottenere il pareggio (20.000 pezzi contro i 24.000 della soluzione interna). Così, a ragione delle perplessità sul successo della nuova linea di prodotto, si decise di optare per la esternalizzazione, che garantiva una maggiore flessibilità nella struttura dei costi.
Prof. Mario Benassi Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
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Analisi dei costi:il caso McKinley (segue) Quando giunse in McKinley il nuovo direttore amministrativo i costi indiretti (essenzialmente
quelli delle funzioni di staff) per semplicità venivano attribuiti alle tre linee in parti uguali, dal momento che non si disponeva di una contabilità analitica; i costi diretti di produzione erano invece facilmente determinabili: l’underwear conosceva come costo diretto essenzialmente il prezzo riconosciuto ai fornitori del prodotto finito; l’outdoor e l’extreme avevano linee completamente autonome sia di taglio che di cucito.
Il primo compito che si assunse il nuovo direttore fu quello di comprendere quanto ciascuna linea di prodotto doveva essere gravata dai costi indiretti. La prima scelta fu quella di distribuire i costi indiretti sulla base dei volumi di vendita, supponendo che più un prodotto veniva venduto maggiore era lo sforzo che veniva richiesto alla struttura per supportare quei volumi.
Presto ci si rese conto che parametrare ai volumi di fatturato falsava l’attribuzione dei costi, perché l’extreme godeva di considerevoli margini nelle vendite, cosìcchè pochi pezzi venduti davano alto fatturato, mentre nell’intimo i margini erano ridotti e occorrevano ampi volumi di vendite per ottenere ampi valori di fatturato. Così si decise di ripartire i costi indiretti sulla base delle quantità vendute, misurate in numero di pezzi, ritenendo che maggiore fosse il numero di pezzi maggiore fosse l’assorbimento di risorse richiesto alla struttura.
Occorsero cinque anni affinchè McKinley si dotasse di una contabilità analitica in grado di registrare il reale assorbimento di costi che ciascuna linea di prodotto richiedeva a ciascuna funzione. Alla fine si scelse di adottare parametri differenziati per ciascuna funzione di staff, misurando quale effettivamente fosse il tempo dedicato da ciascuna ad ogni linea di prodotto. Per la R&S si scelse di misurare il tempo dedicato allo sviluppo di nuovi materiali ripartendolo poi sulle linee in cui tali materiali venivano usati; per il design fu lo stesso, e così pure per il marketing; per la distribuzione si scelsero i volumi di pezzi trattati; i costi delle funzioni amministrazione e finanza vennero attribuiti in base ai volumi di fatturato.
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Il caso McKinley:analisi dei costi e determinazione dei prezzi C’era una ragione precisa per cui il direttore amministrativo aveva speso lungo tempo alla
ricerca del migliore metodo di imputazione dei costi indiretti: la competizione nel segmento Outdoor si era fatta agguerrita e si stava ormai giocando sul prezzo. In altre parole i concorrenti offrivano capi simili a prezzi nettamente inferiori, erodendo così clientela alla McKinley. La direzione marketing premeva affinché anche il prezzo dei prodotti McKinley venisse ulteriormente ridotto, ma a detta dell’amministratore delegato non c’erano margini per una contrazione del prezzo, che era ormai pari al costo di produzione (costo target: costi diretti + costi indiretti).
Il nuovo direttore amministrativo, tramite l’imputazione dei costi indiretti su base multipla, dimostrò che in realtà c’erano ampi spazi per riduzioni di prezzo, e che al prezzo attuale il margine reale sui costi totali era assai elevato per la linea Outdoor.
Infatti il criterio dell’imputazione in parti uguali distorceva significativamente la realtà, attribuendo alla linea Outdoor una quota di costi indiretti eccedente rispetto al reale assorbimento di risorse. Questo perché le attività di R&S, Design e di Marketing erano per lo più assorbite dalla linea Extreme, proprio per l’elevato contenuto tecnologico di questi prodotti. Secondo le più attente imputazioni, Extreme assorbiva il 60% dei costi indiretti, contro il 25% della linea Outdoor e il 15 % della linea Underwear!!
Grazie all’attento lavoro di imputazione dei costi indiretti, apparve una realtà paradossale: i prodotti Extreme erano stati venduti fino ad allora ad un prezzo inferiore al loro costo complessivo reale, e questo spiegava perché il prezzo risultava inferiore a quello dei concorrenti per prodotti di pari qualità, al punto che la linea Extreme della McKinley da anni risultava il prodotto di abbigliamento tecnico più venduto in Europa.
Si decise di abbassare il prezzo della linea Outdoor, fissandolo sulla base di una stima delle vendite e quindi di ritorno atteso sulla linea Outdoor; il prezzo della linea Extreme venne invece alzato sensibilmente fino al livello stabilito sulla base delle stime di un calo delle vendite (dovuto all’aumento) e di un ritorno atteso dati gli investimenti sulla linea.
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
17Prof. Mario Benassi
Approcci alla analisi dei costi:il direct costing Il direct costing:
Assunto: i costi generali sono sempre attribuiti su base arbitraria Richiede la considerazione dei soli costi variabili
Costi rilevati per natura prodottiDirettiPersonaleMaterieServiziAmmortamentoEnergiaIndirettiPersonaleMaterieServiziAmmortamentoEnergia
Quantitàconsumataper valoreunitario
ContoEconomicodi contabilitàanalitica
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
18Prof. Mario Benassi
Approcci alla analisi dei costi:il full costing Il full costing e la attribuzione dei costi
generali
attribuzione su base unica
attribuzione su base multipla
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
19Prof. Mario Benassi
Attribuzione a base unicasecondo criteri volumetrici
Costi rilevati per natura
Diretti
Personale
Materie
Servizi
Ammortamento
Energia
Indiretti
Personale
Materie
Servizi
Ammortamento
Energia
QuantitàConsumataPer valoreunitario
ParametroVolume-based
Costo diretto+Quota costi generali
Prodotti
Ricavi - costi
Margini di profittoper prodotto
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
20Prof. Mario Benassi
Attribuzione a base multipla
Costi rilevati per naturaDirettiPersonaleMaterieServiziAmmortamentoEnergiaIndiretti
Costi industriali
Costi amministr.
Costi commerc.
QuantitàConsumataPer valoreunitario
Ore macchina
Costo diretto+Quota costi generali
Prodotti
Ricavi - costi
Margini di profittoper prodotto
Costo diretto
Fatturato
Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
21Prof. Mario Benassi
L’analisi dei costi finalizzata alla determinazione dei prezzi (SINTESI)
Prezzo limite (soglia minima al di sotto della quale non si può assolutamente scendere, corrisponde al costo
diretto)
Prezzo tecnico (prezzo al quale si ottiene, oltre al recupero del costo diretto, anche quello dei costi di struttura)
Prezzo tecnico= costo diretto+costo struttura/A(Q) dove A(Q) indica quantità attese
Prezzo target (costo diretto e costi di struttura oltre a vincolo di profitto)Prezzo target=C+CS/A(Q)+ rK/A(Q) dove k=capitale
investito e r=tasso di reddittività considerato sufficiente
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EsercitazioneCapacità produttiva 180 k pezziCapitale investito 240000 k euroTasso di reddittività previsto 10%Costo diretto (C) 1050 euro/pezzoCosto di struttura (CS) 90000k euro annoVendite attese (A(Q)) 120k pezziIpotesi pessimistica 90k pezziIpotesi ottimistica 150k pezzi
Calcolare i prezzi LIMITE TECNICO E TARGET
Prof. Mario Benassi Economia e Gestione delle Imprese CdL Informatica per le TLC (12)
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Margine di contribuzione e scelta dei prodotti più convenienti L’azienda Gamma produce e vende tre
prodotti: X, Y e Z. Sapete che:
Qual è il prodotto più conveniente da produrre per l’azienda Gamma?
Prodotto X Y Z
Prezzo di vendita 40 30 20
CV di produzione 20 12 15
Margine di contribuzione 20 18 5