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L’ANNO DELLA FORMAZIONE INTERCULTURALE L'anno di Intercultura comincia alla fine dell'estate e, nelle settima- ne in cui tutti si augurano “buon anno" la nostra Associazione ha già superato il primo quadrimestre e guarda agli otto mesi che le man- cano per arrivare ad agosto 2013 e completare il suo progetto di un anno intero dedicato alla forma- zione interculturale. A questo progetto ci siamo in qual- che modo votati nel 1977 quando prendemmo il nome “Intercultura" (prima ci chiamavamo “AFS Associazione Italiana"). Incontri, convegni, seminari e pubblicazioni sul tema della formazione interculturale non sono mai man- cati nel calendario delle nostre attività. Dal 2007 una Fondazione che porta lo stesso nostro nome incoraggia ricerche e ne diffonde i risultati. E tuttavia è sembrato giusto – insieme a tutta la rete mondiale dell'AFS – riprendere questi argomenti in modo più sistematico quest'anno, attra- verso una formazione di base che parte dai Responsabili Sviluppo e forma- zione dei Centri locali, per arrivare agli assistenti degli studenti stranieri e poi a tutti quelli che rivestono incarichi operativi nell'Associazione. In questi incontri in cui si parla delle regioni profonde della nostra attività, volontari e professionisti, neofiti ed esperti trovano occasioni di confronto e di crescita personale e una motivazione rinnovata e più consapevole per essere in Intercultura. Buon anno a tutti! Per inviare lettere, commenti, articoli, scrivere a: “Quic” c/o Intercultura, Via Gracco del Secco, 100 - 53034 Colle Val d’Elsa (SI) - Tel. 0577 90 00 01 - Fax 0577 92 09 48 e-mail: [email protected] - Qualsiasi originale non verrà restituito - Stampa: Vanzi Moduli, Colle di Val d’Elsa (SI) Q u íc indice Mensile dell’Associazione Intercultura Via Venezia, 25 - 00184 Roma n° 301 / GENNAIO 2013 ASSISTENTI ALLA COMPILAZIONE ASSISTENTI ALLA COMPILAZIONE PAG. 2-3 EUROPEAN CITIZENSHIP TRIMESTER PROGRAMME: IN PIÙ CÈL’EUROPA PAG. 4-5 PAG. 6-7 ALLONTANARSI DALLA LINEA GIALLA! ECCO I BIMESTRALI PAG. 8-9 ROSETTA STONE PROGETTO PILOTA: VEDIAMO COME VA! PAG. 10-11 «VORREI ANDARE ALLESTERO…» «DOVE?» «IN ITALIA» PAG. 12-13 TEMPO DI SELEZIONI GRANDI NUMERI! PAG. 14 AUGURI CORDIALI PAG. 15 LA “SETTIMANA SELLERIDIVERSIINPACE PAG. 16 M'ILLUMINO DI MENO “SERENATA AL CHIAR DI LUMEPER LA GIORNATA DEL RISPARMIO ENERGETICO PAG. 17 COSÌ VEDO L’ITALIA PAG. 18 “IL CORPO E LA RETE: STRUMENTI DI APPRENDIMENTO INTERCULTURALEPAG. 19 LINK NEWS: IL MAGAZINE NEL MAGAZINE PAG. 20-21 SCRIPTA MANENT, LA STAMPA CHE CI LEGGE PAG. 22-23 NEWS, NEWS, NEWS... PAG. 24 LETTERE A QUIC PAG. 25-27 PROMEMORIA E CONTATTI PAG. 28 Direttore responsabile Carlo Fusaro Reg. 6/3/85 Tribunale di Roma al n.133. Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma. In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Siena per la restituzione al mittente.

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L’ANNO DELLAFORMAZIONEINTERCULTURALEL'anno di Intercultura cominciaalla fine dell'estate e, nelle settima-ne in cui tutti si augurano “buonanno" la nostra Associazione hagià superato il primo quadrimestree guarda agli otto mesi che le man-cano per arrivare ad agosto 2013 ecompletare il suo progetto di unanno intero dedicato alla forma-zione interculturale.

A questo progetto ci siamo in qual-che modo votati nel 1977 quando prendemmo il nome “Intercultura" (primaci chiamavamo “AFS Associazione Italiana"). Incontri, convegni, seminari epubblicazioni sul tema della formazione interculturale non sono mai man-cati nel calendario delle nostre attività. Dal 2007 una Fondazione che portalo stesso nostro nome incoraggia ricerche e ne diffonde i risultati.

E tuttavia è sembrato giusto – insieme a tutta la rete mondiale dell'AFS –riprendere questi argomenti in modo più sistematico quest'anno, attra-verso una formazione di base che parte dai Responsabili Sviluppo e forma-zione dei Centri locali, per arrivare agli assistenti degli studenti stranieri e poia tutti quelli che rivestono incarichi operativi nell'Associazione.

In questi incontri in cui si parla delle regioni profonde della nostra attività,volontari e professionisti, neofiti ed esperti trovano occasioni di confronto edi crescita personale e una motivazione rinnovata e più consapevole peressere in Intercultura. Buon anno a tutti!

Per inviare lettere, commenti, articoli, scrivere a:“Quic” c/o Intercultura, Via Gracco del Secco, 100 - 53034 Colle Val d’Elsa (SI) - Tel. 0577 90 00 01 - Fax 0577 92 09 48e-mail: [email protected] - Qualsiasi originale non verrà restituito - Stampa: Vanzi Moduli, Colle di Val d’Elsa (SI)Quíc

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ce

Mensile dell’Associazione InterculturaVia Venezia, 25 - 00184 Roma

n° 301 / GENNAIO 2013

ASSISTENTI ALLA COMPILAZIONEASSISTENTI ALLA COMPILAZIONEPAG. 2-3

EUROPEAN CITIZENSHIP TRIMESTER PROGRAMME:IN PIÙ C’È L’EUROPAPAG. 4-5

PAG. 6-7

ALLONTANARSI DALLA LINEA GIALLA!ECCO I BIMESTRALIPAG. 8-9

ROSETTA STONE PROGETTO PILOTA:VEDIAMO COME VA!PAG. 10-11

«VORREI ANDARE ALL’ESTERO…»«DOVE?» «IN ITALIA»PAG. 12-13

TEMPO DI SELEZIONIGRANDI NUMERI!PAG. 14

AUGURI CORDIALIPAG. 15

LA “SETTIMANA SELLERI”DIVERSIINPACEPAG. 16

M'ILLUMINO DI MENO“SERENATA AL CHIAR DI LUME”PER LA GIORNATA DEL RISPARMIO ENERGETICOPAG. 17

COSÌ VEDO L’ITALIAPAG. 18

“IL CORPO E LA RETE: STRUMENTI DIAPPRENDIMENTO INTERCULTURALE”PAG. 19

LINK NEWS: IL MAGAZINE NEL MAGAZINEPAG. 20-21

SCRIPTA MANENT, LA STAMPA CHE CI LEGGEPAG. 22-23

NEWS, NEWS, NEWS...PAG. 24

LETTERE A QUICPAG. 25-27

PROMEMORIA E CONTATTIPAG. 28

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GENNAIO 2013

Negli ultimissimi anni, il processo che di iscrizione al concorso Intercultura ha visto l’introduzione dimolte modifiche, soprattutto nella direzione dell’informatizzazione del sistema. E’ andata assumendosempre maggior importanza, quindi, la funzione degli assistenti alla compilazione dei fascicoli online,che per un mese mettono a disposizione la loro esperienza nelle fila del volontariato Intercultura, non-ché il loro entusiasmo, con l’obiettivo di rendere più semplice e lineare il processo di compilazione.Lasciate che vi presenti gli assistenti di quest’anno: sono Giuditta, Solange, Jennifer e Savio.

«Ciao Veronica (Emanuele, Elena, Alessandro…), chiamo dalla Sedenazionale di Intercultura. Stiamo effettuando il controllo dei fasci-coli online e ho notato che il tuo risulta ancora incompleto e cisarebbe qualcosa da modificare…». L’incipit “tipo” di ormai migliaiadi telefonate, alternate a e-mail, alla fine di cinque intense settima-ne. All’altro capo del telefono Veronica, Emanuele, Elena, Alessandro;qualcuno preoccupato, ansioso, qualcun altro meno; altri ancora spa-valdi. Oppure pulcini intimiditi. Denominatore comune, un obiettivo:l’ammissione a un programma Intercultura.

Certe volte chi risponde è un genitore, gentile o meno; protettivo,scettico, stufo, coinvolto, distaccato. Qualcuno si inalbera, esasperatodalla mole di un fascicolo articolato, di cui ha preteso di occuparsi dipersona al posto del figlio candidato e che a un occhio non allenatoappare ostile e faticoso, specialmente dopo una giornata di lavoro.

In altri casi gli interlocutori sono i nostri amici e “colleghi”Responsabili Invio dei vari Centri locali, che il più delle volte accolgo-no con sollievo e piacere il nostro supporto, spesso chiedendoci dicontattare direttamente i candidati o scegliendo di rimanere unicopunto di riferimento per i ragazzi, senza il nostro intervento.

Noi siamo qui per questo e soltanto per questo. Quattro volontari desi-derosi di mettere la loro esperienza (chi lunga, chi meno) e buonavolontà (quella sempre tanta) a servizio non solo dei Centri locali, ma,soprattutto, di tutti i giovani studenti che hanno deciso di mettersi in gioco, più o meno consapevoli (mai deltutto!!!) e provare a crescere con quest’esperienza che lascerà nei prescelti un indelebile segno per tutta la vita.

Ma, si chiederanno in molti, cosa fanno i volontari addetti all’assistenza alla compilazione dei fascicoli onli-ne? Aprono, spulciano, leggono, annotano, telefona-no, scrivono, consigliano, “aggiustano”, incoraggia-no, invitano alla riflessione certe volte, esortano anon indugiare. A taluni appaiono troppo zelanti edesigenti e loro, con pazienza, spiegano, cercando difar comprendere il perché di simili requisiti «se inCina leggeranno il tuo fascicolo per sapere chi sei ese desiderano accoglierti nella loro comunità, comefanno se tutto non è redatto in inglese?».

E nell’“assistere”, tutte le volte che appaiono pedan-ti e rigorosi, quasi volessero ostacolare la partecipa-zione di un candidato al concorso, fanno del loro

Fascicoli online «Pr

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Da sinistra a destra: Jennifer Longobardi, Savio Grippo,Giuditta Cirello e Solange Bonomo

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meglio per trasmettere il messaggio chiave «non c’è conflitto d’interessi, il nostro è un obiettivo comune,la tua partecipazione ad un programma Intercultura». Lavoriamo infatti insieme affinché tutti i parteci-panti vengano messi in grado di avere tutte le carte in regola per entrare a far parte di quella graduatoriache segnerà il loro destino dei prossimi mesi.

Anche i momenti più neri (ce ne sono!) vengono allietati dalla postazione strategica della sala volontari:ogni giorno sfila davanti a noi l’intero staff di Intercultura, che, con la scusa del caffè o della sigaretta, passa

a salutarci e a raccontarci gli aneddoti dell’ultima ora.Pause gradevoli che permettono anche confronti con glialtri membri dell’ufficio, che, come sempre, sono riusciti findall’inizio a farci sentire a casa.

Ognuno di noi quattro, oggi coinvolto in questa maratonanon sempre del tutto gratificante, ha avuto le sue giorna-te “no”, con troppi fascicoli “tutti da rifare” e nessunresponso agli appelli accorati ai loro autori. Ma i momentifrustranti sono ampiamente compensati dalla sana risatacausata dalla lettura delle varie “perle”, inesattezze e tra-duzioni in inglese maccheronico, sempre presenti nei fasci-coli che scorrono sotto i nostri occhi. Non mancano inol-tre i momenti goliardici tra di noi, quelli in cui basta un’oc-chiata o una parola per scatenare uno scoppio di ilarità che

a stento teniamo a freno, per poi ricomporci concentrati sui nostri implacabili monitor.

Per la prima volta ci troviamo a vivere a Colle, bellissima cittadina toscana a un tiro di schioppo dal Chianti.Le nostre intense giornate di lavoro si concludono nelle serate piene di tentazioni e impegni mondani offer-ti da questa metropoli tentacolare. Tra tentativi di cucina e fantastiche maialate al Bar Italia (per chi nonè del luogo, aperitivi), il nostro mese trascorre rapido.

Nei fine settimana, abbandonati da Giuditta, ci improvvisiamoturisti della Toscana, apprezzando i colori autunnali dei collisenesi; mercatini natalizi, shopping sfrenato (per la gioia diSavio) e ogni tanto un po’ di cultura. E così abbiamo l’occasio-ne per arricchire le nostre conoscenze.

Queste cinque settimane sono volate, Natale si avvicina e trapochi giorni si parte. Ci siamo affezionati a tutti questi ragazziche, come ogni anno, sono desiderosi di partire. Andiamo via,ma resta la curiosità di conoscere il destino di tutti i fascicoliche ci hanno tenuto compagnia per l’intero periodo. Sperandoche il nostro lavoro sia servito a spianare la strada dei lettori aiquali passiamo il testimone. Buona fortuna candidati!

Savio Grippo (Irsina), Jennifer Longobardi (Castellammare di Stabia),

Solange Bonomo (Palermo) Giuditta Cirello (Arezzo)

meglio conosciuti rispettivamente come Lettore1, Lettore2, Lettore3 e Lettore4.

ronto, chi compila?»

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GENNAIO 2013

A dicembre, da alcuni anni, si conclude uno dei programmi più interessanti che la nostraOrganizzazione propone: il Trimestrale di Cittadianza Europea. La chiusura avviene riunendo tutti ipartecipanti in un campo che si tiene a Dworp, neidintorni di Bruxelles (città scelta non a caso, inquanto sede di importanti organi dell’UnioneEuropea). Il campo è condotto da un gruppo divolontari provenienti da diversi Paesi. Anna Arena eIrene Manganini hanno fatto parte di questo gruppoe ci raccontano quest’anno com’è andata.

Il 22 novembre 2009 arrivai a Dworp per il campo subi-to dopo aver lasciato la famiglia francese che per tremesi mi aveva trattata come una figlia. Furono 5 giornimeravigliosi e divertentissimi e ancora oggi conservo unsacco di ricordi: le attività sulla cittadinanza europea, lagita al parlamento e a Bruxelles, le chiacchierate con glialtri ragazzi, i giochi, i volontari simpaticissimi e sempredisponibili. È proprio per tutto questo che quando,qualche mese fa, ho visto che l’EFIL cercava volontariper il campo ho inviato la mia candidatura a membro del support team… ed ecco che dopo mesi di attesa epreparativi il 30 novembre 2012 sono arrivata a Bruxelles piena di aspettative e molto emozionata!

L’ECTP è il programma trimestrale organizzato da Intercultura e dall’EFIL che prevede l’ospitalità presso unPaese europeo per tre mesi e un campo finale nei pressi di Bruxelles, dove tutti i ragazzi europei che hannotrascorso un trimestre in un altro Paese si ritrovano.

Dal 30 novembre al 7 dicembre a Dworp (vicino Bruxelles) sono state ospitate piu di 200 persone, tra volon-tari, membri dell’EFIL e studenti. Un campo multiculturale dove riflettere sul significato della cittadinanzaeuropea e dell’Europa stessa (grazie ai numerosi workshop tenuti dai trainers) ma anche dove poter condi-videre le emozioni, le sensazioni e le paure sui tre mesi appena trascorsi in un altro Paese e sull’imminenterientro “a casa”, dove poter trascorrere momenti di svago insieme a coetanei provenienti da tutta Europa(grazie alle mille attività organizzate dai membri del support team).

European Citizenship Trimester

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199 partecipanti, 37 volontari divisi in 3 teams, 23 Paesi, 2 giorni dipreparazione e 5 giorni di campo, 2 strutture ad ospitarci: questi alcu-ni dei numeri del campo dell’ECTP!

Anna ArenaCentro locale di Palermo

Diversamente da Anna, le mie motivazioni personali per la candidaturaa membro del support team erano molto meno dettate da emozioni ericordi, e più da una grande curiosità: Belgio? Volontari da tuttaEuropa? Far parte di un team all’interno del network AFS? Perché no?E c’è da ammettere che è stata davvero una grande scelta quella di par-

tire e una grande fortuna quella di essere stata accettata. Una settimana intensa ma comunque rapidissima,scandita dalla mancanza di sonno, dalle corse per la struttura alla ricerca di materiali/partecipanti/informa-zioni, dai meetings nell’aula volontari e dai coffee breaks. Una settimana di cui mi rimarranno sicuramentei volti emozionati e stanchi degli studenti e il loro tentativo di affrontare la fase forse più delicata della loroesperienza, ma sicuramente ancora di più conserverò nella mente la fantastica sensazione di far parte di ungruppo, quello dei volontari, che lavora duro e con passione per una causa in cui crede. Gruppo colorato,sfaccettato e molto stimolante nelle sue numerose differenze interne (dall’Islanda alla Turchia, dalla Russiaal Portogallo), ma che è riuscito a lavorare come un corpo unico per far funzionare il campo al meglio. Eche ha soddisfatto le mie più rosee aspettative di rifornirmi di carica AFS per i giorni a venire. Il tutto con-dito da un’interessante dimensione, quella europea, che non avevoancora correlato ad Intercultura, ma che sembra funzionare, e chemerita di essere conosciuta più a fondo.

Insomma: i waffles, la neve in gran quantità, un mix babelico di lin-gue e modi di pensare, tanti ragazzi, un gran livello di inglese, gli ener-gizers, le canzoni, pane e burro per una settimana e l’immancabile sen-timento di fratellanza. Questo, in poche parole, è stato per me l’ECTP!

Irene ManganiniCentro locale di Gorizia

Programme: iinn ppiiùù cc’’èè ll’’EEuurrooppaa

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I serbi sono i nostri vicini di casa. Eppure ignoria-mo quasi tutto di loro: Belgrado, ad esempio, è

una città molto moderna e un polo economico e commerciale estremamen-te vitale. Certo le cicatrici lasciate della guerra in tutto il Paese sono anco-ra fresche, ma il popolo serbo ha avuto la forza di rialzare la testa e ades-so bussa a pieno diritto alle porte dell’Europa. Antonio, studente calabrese,ha trascorso un trimestre in questo Paese e ha acconsentito a condividere ilsuo punto di vista privilegiato con noi. Buona lettura!

ANTONIO AFFIDATO – CENTRO LOCALE DI CROTONE

Come mai hai scelto proprio laSerbia come destinazione?Sono partito con Intercultura perchévolevo conoscere una cultura diversa,a prescindere dal Paese, D’altra parte,la Serbia mi attirava moltissimo per-ché conoscevo tante persone prove-nienti da quel Paese, perciò mi sonodetto “perché no?”.

Quali differenze hai notato tra ilsistema scolastico serbo e quelloitaliano?A scuola in Serbia è molto più pro-fondo il rapporto tra professore ealunno; inoltre non ci sono orari fissima le lezioni possono cominciare alle9 come alle 10 o alle 11, l’orario è piùelastico. In Serbia non avevo una clas-se “mia”, frequentavo varie classi in base alla materia. Le differenze per il resto nonsono così marcate, il metodo di studio è molto simile.

In quale città eri ospite? Come ti ci sei trovato?Ero a Sabac, a un’ottantina di km da Belgrado. A Sabac mi sono trovato benissimo, ho subitolegato con la gente del posto, la mia famiglia mi ha accolto come un figlio, la gente del postomi ha aiutato tantissimo, gente fantastica, aperta, calorosa. Bisogna pensare che per loro è moltostrano vedere un ragazzo straniero in Serbia, quindi i primi tempi ero “la novità”, ma a prescin-dere da questo la gente è molto più aperta e calorosa che in Italia.

ltrove ltrove ltrove A le cose belle sono altre

Approfondimenti sui programmi di Intercultura

GENNAIO 2013

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SSEERRBBIIAA EECCTTPP

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Qual è a tuo avviso il “valore aggiunto” del programma ECTP?Dopo aver trascorso tre mesi in Serbia grazie al Programma Trimestrale di Cittadinanza Europea,ora guardo il mondo con occhi diversi, non mi fermo più agli stereotipi, osservo le persone e vedoche c’è “altro” dietro i loro sguardi, altre culture, altre usanze: sono i miei occhi a essere diversi.La dimensione europea del programma ECTP ha una ricaduta ovviamente, a prescindere dal Paeseospitante: la Serbia infatti fa parte della cultura europea così come, ad esempio, la Turchia. Ilcampo finale a Bruxelles è stato importante perché ho avuto la possibilità di incontrare ancoraaltre culture e di confrontarmi con esse. Forse ho imparato più a Bruxelles in pochi giorni chedurante i tre mesi in Serbia. Il valore aggiunto del Programma Trimestrale di CittadinanzaEuropea forse è proprio questo.

Quali sono le caratteristiche della società serba che ti hanno colpito? Quello serbo è un popolo forte perché nonostante la sua storia a tratti molto dolorosa, è semprerimasto fedeli ai propri valori: la famiglia, l’amicizia, il rispetto. I serbi sono molto rispettosi deipropri principi e allo stesso tempo aperti al nuovo.

Qual è stato, se c'è stato, l'avvenimento che per la prima volta, durante la tua esperienzaall’estero, ti ha fatto sentire veramente “a casa"?Sì c’è stato: mi è successo quando ho cucinato la pasta e la pizza a casa dei miei genitori. Perun momento mi sono sentito proprio come a casa. Loro erano chiaramente molto curiosi diassaggiare. Anche queste, che possono sembrare cose piccole, banali, insegnano tantissimo: per

loro il fatto che io cucinassi erauna cosa molto nuova, esotica,mentre in Italia è un atto per-fettamente normale. In defini-tiva i popoli di distinguononelle piccole cose, nella sostan-za siamo tutti molto più similidi quanto crediamo.

Che bilancio trai della tuaesperienza?La ripeterei altre mille volte.Non c’è stato un solo momentodi crisi in cui avrei voluto torna-re a casa: un’esperienza fanta-stica, nessun rimpianto, hoimparato tantissimo: una lin-gua, una famiglia, altri gusti…

Consiglieresti il ProgrammaTrimestrale di CittadinanzaEuropea ai tuoi coetanei?

Ovviamente sì. Lo consiglio con tutto il cuore, anche a chi ha un po’ paura di un Paese semi-sconosciuto e meno “di moda”: mille volte meglio la Serbia dell’America.

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“Il treno Freccia Argento 9430 delle ore 11.58 proveniente da VeneziaS. Lucia e diretto a Roma Termini è in arrivo al binario 1. La primaclasse è in testa al treno. Allontanarsi dalla linea gialla”. L’avete lettoanche voi con la voce di Trenitalia vero? Io non posso farne a meno! Edè con questa voce che iniziano di solito le attività nazionali di Interculturaper noi volontari, eccetto per quei fortunati che ci vanno in macchina, oin aereo. Il Freccia Argento in questione mi ha portato agli arrivi bime-

strali da una cinquantina di freschi giovani dell’emisfero sud pronti a trascorrere due mesi in terra italiana coni programmi Waati, Saati, AFS Australia e AFS Sud Africa. Ma non solo, mi ha portato anche da altri 6 volon-tari da diversi Centri locali e Marco Tosi, dall’ufficio di Roma (sì proprio uno di quegli uffici di cui ci dimen-tichiamo a volte, ma loro son lì e ad esempio quello di Roma fa un gran bel lavoro con gi Scambi di classe).

Ho notato che non importa quanto diversi si possa essere tra volontari per età, interessi e provenienza: quan-do ci si trova in occasioni come queste nascono mille discorsi, tutti conditi dalle nostre più diverse espres-sioni dialettali e melodie regionali. E poi alla fine qualcuno conosce sempre qualcuno che conosci anche tu,anche se tu sei di Padova e l’altro volontario di Castelllammmare di Stabbbia. E’ chiaro, è subito chiaro chestiamo dedicando il nostro tempo ad un progetto comune a cui diamo grande valore: lo dicono la presen-za dei volontari di Centri che stanno per ospitare alcuni di quei ragazzi e sono quindi venuti ad “accoglier-li personalmente”; lo dice il fatto che non ci sono troppe lamentele quando Marco Tosi annuncia chi si dovràsvegliare alle 5 di mattina; lo dice il nostro impegno nelle attività per e con i ragazzi, e lasoddisfazione di vedere studenti di diversi Paesi anche solo parlare tra loro: sappiamo beneche se tutti i rappresentanti dei popoli parlassero come stanno facendo ora questi ragazzi,il mondo sarebbe un posto più sereno e rispettoso della vita dei suoi abitanti.

“Ma che ora abbiamo fatto?”“Arrivano?” “L’aereo da Dubai è in ritardo di un’ora! Quello dal Cairo invece è atterrato mezz’ora fa.” “Ok voi li accogliete noi andiamo a vedere dov’è il pullman!” “Oddio eccoli!!!”

In questa vivace atmosfera sono arrivati i nostri primi ragazzi, i Sudafricani, per la precisio-ne. Freschi come se non avessero viaggiato per 10 ore, loquaci come se non parlassero daproprio tanto tempo, contenti di essere arrivati nella nostra terra. Aspettando i ragazziaustraliani, ci sediamo con loro e ascoltiamo le loro storie: nel giro di 5 minuti ci hanno giàconquistati. Qualcuno estrae una banconota con Mandela e ne piega gli angoli: Mandelacambia espressione! Una ragazza invece ci spiega la storia della sua tribù, gli zulù. Un altroci fa notare i diversi accenti tra chi frequenta una scuola privata e chi una pubblica. Adesso vogliamo tuttiandare in Sudafrica, hanno pure appena aperto il programma annuale! Poi ci rendiamo conto che siamotroppo vecchi. Li ascolteremmo per molto altro tempo ma a nutrire il gruppo arriva la cinquantina di austra-liani, anche loro contenti, ma ovviamente molto più stanchi, dopo aver attraversato metà pianeta. Dueragazze canticchiano “Domani”, la canzone che uscì per i terremotati de L’Aquila: mi spiegano che l’hannoinsegnata loro a scuola, ciò mi sorprende piacevolmente. Alcuni di loro portano cognomi palesemente ita-liani: “mio patre è da sicilia”, mi spiega un ragazzo con il suo meraviglioso accento australianeggiante. Ilmio anno con Intercultura è stato proprio laggiù e la loro parlata mi fa sentire…nella mia seconda casa.

Tra il classicissimo funky cicken un po’ rivisitato, giochi e attività varie passa la giornata di orientation: il grup-po risponde bene agli stimoli dei volontari, fanno domande e partecipano attivamente. Alla fine una ragazzafa riposare gli occhi (diciamo così) appoggiandosi sulla sua stessa spalla: è proprio l’ora di cenare e andare adormire. Domani li aspetta un gran bel giorno: viaggeranno verso le loro città ospitanti e incontreranno le loro

AAlllloonnttaannaarrssii ddaallllaa lliiGENNAIO 2013

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famiglie. Trascorreranno due mesi con persone di lingua, provenienza, comunità e pensiero diversi.Affronteranno la nostalgia di casa, rideranno e parleranno con i compagni di scuola, condivideranno la quoti-dianità con la loro famiglia ospitante e chissà che bei legami si stanno formando proprio ora che leggiamoqueste righe. Li lasciamo quindi andare alle loro famiglie (a cui siamo sempre grati): BUONA ESPERIENZA!

“Attenzione, allontanarsi dalla linea gialla”.Elisa Coppo

Responsabile Ospitalità, Centro locale di Padova

iinneeaa ggiiaallllaa!! Ecco i bimestrali

FAI QUALCOSA DI UTILE: LA SETTIMANA DI SCAMBIOLa Settimana di scambio è un’ottima occasione perapprofondire all’interno del Centro locale delle riflessio-

ni sull’educazione interculturale oltre che a far conoscere il nostro progetto educativo a famiglie e scuoledel territorio nel quale operiamo. Per i ragazzi che vi partecipano è un’occasione per conoscere un’altrarealtà dell’Italia e per riflettere sulla diversità del territorio e delle persone con cui entrano in contatto.

È importante che il Centro locale, se ne ha le forze e la possibilità, prepari con cura questa attività tenen-do ben presenti gli obiettivi e le linee guida indicati dal Consiglio di amministrazione, rivisti l’anno scorso:

• la Settimana di scambio è un’attività riservata agli studenti del programma annuale(quelli del semestrale si sono inseriti da poco nella famiglia ospitante e nel nuovo con-testo e la maggior parte non ha una conoscenza sufficiente della lingua italiana persvolgere al meglio questa esperienza);

• è facoltativa e deve svolgersi entro il 15 aprile;• il programma non deve essere ludico, ma mirato alla conoscenza di un'altra scuola e di

un’altra famiglia e incentrato sui temi dell’educazione interculturale e alla mondialità;• la frequenza di una scuola durante lo scambio è obbligatoria per almeno tre giorni;• le spese di viaggio sono a carico degli studenti. Possono essere previste altre spese a carico dei

partecipanti solamente a titolo di copertura di alcune attività previste durante la settimana perun ammontare massimo di 30 euro (copertura spese bus/treni/pullman di linea e simili);

• ogni Centro locale potrà ospitare al massimo 10 studenti, in modo da consentire a tuttii Centri che organizzano l’evento di realizzarlo e di avere un'equa distribuzione di par-tecipanti tra tutte le zone d’Italia;

• il programma di massima della settimana di scambio, le date e il responsabile a cui fareriferimento va comunicato all’Animatore di zona al coordinamento Presidenti di Centrolocale di gennaio dove sarà possibile cercare di trovare delle intese a livello di zona;

• entro la fine di gennaio vanno comunicati i dettagli definitivi all’Animatore di zona e all’Ufficiocomunicazione di Milano all’indirizzo [email protected] per la pubblicazione del program-ma nell’Area volontari del sito di Intercultura.

Solo attraverso la condivisione e il rispetto delle linee guida da parte di tutti i Centri locali potremo tra-smettere agli studenti, alle famiglie ospitanti e alle scuole un messaggio coerente dei nostri obiettivi edu-cativi e del nostro operare.

Dove trovo tutte le informazioni?Nell’Area volontari nella sezione “Settimana di scambio” (programmi-ospitalità) ci sono suggerimentiutili, attività da proporre, documenti ed esempi di Settimane di scambio. Da gennaio, inoltre, sarannopubblicati tutti i progetti che rispetteranno le linee guida. Non dimenticate di inviare a Vichy Botteri([email protected]) dell’ufficio di Milano i vostri progetti!

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Come ormai noto, Intercultura ha fatto un grande investimento quest’anno per cercare di incrementare leconoscenze linguistiche degli studenti stranieri prima del loro arrivo in Italia.

Essendo il primo anno, non si sapeva bene quali risultati aspettare. Sicuramente, però, avevamo grandiaspettative.

Ci aspettavamo più entusiasmo daparte degli studenti, di quanto nonabbiano dimostrato. Si vede dalprimo grafico che le ore di utilizzodel corso non sono mediamenteelevate. Per completare bene unodei cinque livelli del corso, civogliono circa 20 – 30 ore (tab. 1).

Gli studenti erano seguiti a distan-za dai volontari di Intercultura cheavevano il ruolo di “tutor” duranteil periodo del corso. Questi tutorhanno cercato di stimolare gli stu-denti via email, per cercare di otte-nere buoni risultati.

All’arrivo in Italia, tanti studentihanno dichiarato di aver seguito corsi diversi rispetto a Rosetta Stone (ad esempio presso gli istituti italianidi cultura, o presso le loro scuole) ed è anche per questo motivo che il numero di studenti con poche (onulle) ore di studio risulta più alto del previsto. Altri, invece, non avevano ben capito l’organizzazione dellelezioni. Pensavano di aver raggiunto un livello maggiore rispetto a quanto hanno fatto realmente.

Per migliorare questi aspetti per l’anno prossimo, Intercultura ha già comunicato ai Partner AFS che il corsosarà di nuovo disponibile (e obbligatorio), e offrirà una spiegazione migliore agli studenti per quanto riguar-da le lezioni che devono seguire.

Gli studenti che hanno partecipato ci dicono di aver gradito il corso. E’ comunque un corso di studio… Tantidichiarano che eradifficile trovare iltempo per farlocon serietà, consi-derando la moledi studio che ave-vano nella scuoladi provenienza(soprattutto daparte degli stu-denti dell’emisferosud e in Asia chestudiano anchedurante la nostraestate [tab. 2-3]).

Rosetta Stone prog

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All’arrivo in Italia, a Frascati (RM), tuttigli studenti del programma annualehanno fatto un test per iscritto per per-metterci di capire meglio indicativa-mente il loro livello di conoscenza del-l’italiano in quel momento del pro-gramma. Il test era diviso in tre livelli didifficoltà: livello 1 (livello base), 2 e 3.Il 64% degli studenti sono arrivati conuna conoscenza almeno “sufficiente”del livello base. C’è da tenere conto,comunque, che il test è stato svoltodagli studenti il giorno dopo l’arrivo inItalia, con tutta la stanchezza e l’ansiache ciò comporta (tab. 4).

Qui di seguito (tab. 5)c’è il riassunto deidati raccolti, invece,dai volontari fornitidagli insegnanti deiCorsi di Lingua locali.E’ interessante vedereche, sostanzialmente,questi dati conferma-no i risultati dei testiniziali a Roma(Frascati)… anche se idati sono paragona-bili solo per l’aspettolegato alla “lettura”.

Lavoreremo insieme ai tutor e ai colleghi este-ri per fare sì che questo dato sia migliore l’an-no prossimo!

Ci auguriamo che, con l’aiuto di questo corso,gli studenti si siano inseriti meglio a scuola enelle famiglie ospitanti. Vedremo alla fine del-l’anno di fare una valutazione complessiva,considerando anche questi fattori.

Un ringraziamento speciale a Giulia Spaggiari,Presidente del Centro locale di Piacenza, perl’elaborazione dei dati!

Settore Organizzazione Ospitalità

getto pilota: vveeddiiaammoo ccoommee vvaa!!

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Martina Gasslitter è partita con Intercultura per passare un anno in Italia. Tutto questo è avvenuto esatta-mente un anno fa quando Martina, iscrivendosi al concorso di Intercultura, ha deciso di vivere l’esperienza diun anno, lontano dalla sua realtà, con persone di una cultura molto diversa dalla sua. Voi direte: «Beh, tuttii ragazzi che si iscrivono al concorso di Intercultura hanno in testa questi obiettivi. Cosa c’è di stano?».La cosa non apparirebbe così strana se Martina non abitasse già in Italia, più esattamente aCastelrotto/Kastelruth in Alto Adige/Südtirol...

La domanda che ci siamo posti è, perché una ragazza altoatesina, pensando ad un Paese straniero, è arriva-ta a pensare all’Italia?

Risposta: «Perché evidentemente non si sente italiana».

È già da cinque anni che durante le riunioni cittadine, organizzate dal Centro locale di Bolzano, veniva for-mulata la fatidica domanda: «ma si può andare un anno in Italia?», quella domanda che la prima volta avevafatto ridere tutti, ma che successivamente fece riflettere a lungo.

Dopotutto, perché se un ragazzo di madrelingua italiana può richiedere di trascor-rere un anno in Austria o in Germania, lo stesso ragazzo, di madrelingua tedesca,solo perché nato a pochi chilometri a sud dal confine austriaco, non può chiederedi trascorrere un anno in Italia?

Per capire meglio cosa vuol dire “di madrelingua italiana/tedesca” bisogna sapereche in Alto Adige/Südtirol, ogni persona, all'età di 14 anni, deve decidere, comuni-cando la sua decisione al Tribunale, se dichiararsi appartenente al gruppo linguisti-co italiano, tedesco o ladino. Questa decisione avrà una grande influenza sulla suavita lavorativa: a seconda dell'appartenenza a uno o all'altro dei gruppi linguistici,costui potrà concorrere all’ottenimento dei posti lavorativi pubblici rivolti alle solepersone appartenenti a quel determinato gruppo linguistico. Strano? Ebbene sì!

Pensate inoltre che per poter accedere ad un posto di lavoro pubblico è richiesto unattestato di accertamento delle due lingue che si ottiene sostenendo un esame scrit-to e orale che accerti le proprie competenze nell’una e nell’altra lingua.

Le scelte dei ragazzi sono ovviamente influenzate da vari aspetti: frequentano unascuola italiana o tedesca? Provengono da una famiglia i cui genitori si sono dichia-rati di madrelingua italiana o tedesca? Frequentano amici italiani o tedeschi?

Scuole, uffici, luoghi di culto, tutto è diviso dalla lingua parlata. O si è italiani, o siè tedeschi. Quello che è presentato come bilinguismo e protezione delle minoranzeviene da noi percepita come una netta divisione etnica e linguistica.

Da sempre, lo scopo di Intercultura è stato quello di far conoscere altre culture al fine diabbattere i muri dei pregiudizi. Nel caso specifico di Bolzano, per conoscere una culturadiversa dalla propria, non servirebbe andare lontano, basterebbe affacciarsi alla finestra erelazionarsi col vicino di casa, ma questo non sempre è possibile: molti sudtirolesi di madrelin-gua tedesca non parlano italiano, così come molti madrelingua italiana non parlano tedesco.

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««VVoorrrreeii aannddaarree aallll’’eesstteerrNascita di un progetto pilota contro il pr

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rroo……»» ««DDoovvee??»» ««IInn IIttaalliiaa»»regiudizio tra i “Walschen" e i “Crucchi"

L'intestardirsi di questa posizione di ignoranza reciproca, così come il trascinarsi dietro quei fatti storici chehanno segnato la popolazione locale, hanno causato una valanga di discriminazioni. Noi volontari del Centrolocale di Bolzano vogliamo abbattere questo muro. Come? Dando la possibilità ai nostri ragazzi di madrelin-gua tedesca di trascorrere un anno in un'Italia non condizionata dal pregiudizio e dalla chiusura altoatesinae mostrando al resto d'Italia i valori e la cultura della nostra terra.

Per far capire maggiormente la realtà altoatesina, Francesca Melandri ha scritto un bellissimo libro “Evadorme”, un testo che spiega in maniera semplice ma efficace, la difficile e complicata realtà in cui ogni gior-no si trovano a convivere persone di lingua e cultura molto diversa, una realtà ben lontana da quella che silegge spesso sui giornali, che tendono a celebrare la caduta di ogni barriera linguistica facendo emergere unfalso senso di benessere puro e condiviso.

Dopo alcuni anni passati a valutare la fattibilità e le modalità organizzative, siamo finalmente riusciti a farpartire il nostro progetto pilota, ed è infatti dai primi giorni di settembre 2012 che il Centro locale di Catania

sta ospitando Martina Gasslitter, la ragazza altoatesina partita alla scoperta di unnuovo mondo, di una cultura diversa, sorprendentemente diversa dalla sua. Una cul-tura, ahimè ancora piena zeppa di stereotipi e pregiudizi talmente forti, che, primadella partenza, la sua famiglia era a dir poco preoccupata all’idea che lei potessefinire in una famiglia del sud Italia. Una famiglia, per così dire, “mafiosa”.

«Quando un forestiero viene al Sud piange due volte: quando arriva e quandoparte» (tratto da Benvenuti al Sud). Probabilmente per Martina sarà proprio così.Questa esperienza le sta permettendo di conoscere un’altra faccia dell’Italia, di sco-prire persone aperte, accoglienti, sincere. Persone che non sono quelle che lei cre-deva di trovare.

Quanto è importante per noi scoprire che la diversità non è un limite, un ostacolo,ma un’opportunità, una ricchezza, una sfida. Una consapevolezza che, forse, per-metterà anche alla nostra chiusa realtà di montanari di instaurare un dialogocostruttivo e una vera accettazione tra idiversi gruppi linguistici.

Una sfida, che noi volontari di Bolzanoabbiamo voluto accettare.

Un enorme GRAZIE va a RobertoRuffino che per primo ha creduto inquesto progetto, a tutti coloro che cihanno dato la loro fiducia permettendo-

ci di attuarlo, ed uno altrettanto grandea tutti i volontari del Centro locale di

Catania che si sono messi in gioco accet-tando questa sfida.

Cecilia Frego e Matteo BarricelliCentro locale di Bolzano

13Martina Gasslitter

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Sono diventato volontario nel 2008 e da allora ho vissuto le selezioni con un coinvolgimento ogni voltamaggiore identificandolo come il momento più importante dell’anno sociale. Senz’altro il momento in cuiil dispiego di risorse ed energie è massimo. Una fase iniziale che dà i suoi frutti nel breve termine con lapartenza dei selezionati e si ripercuote nel lungo termine sulla loro formazione.

I dati raccolti negli ultimi anni dimostrano che le iscrizioni al concorso sono andate via via aumentando etutti si aspettavano anche questa volta cifre ragguardevoli. Ma il 12 novembre, alla chiusura del bando, sonostato comunque sorpreso dai numeri. Ognuno dei tre Centri locali di Roma contava più di cento iscritti. Erostupito e anche un po’ intimorito. La nuova sfida si rivelava stimolante ma avrebbe richiesto un grandeimpegno. A Roma al problema dei numeri si aggiunge quello dei grandi spazi. La divisione dell’area urbanain tre parti rende il lavoro più agevole, tuttavia il mio Centro locale si trova a coprire un’area immensa, chesi estende ben oltre i confini del comune di Roma e nella quale risiedono più di un milione di abitanti.

Diversi fattori mi hanno permesso di gestire con successo la situazione, nel mio primo anno da ResponsabileInvio. Fondamentale è stato tutto ciò che ho appreso al Seminario nazionale dell’invio che si è svolto inottobre preso la sede di Colle Val D’Elsa, sia nelle attività tenute dai relatori della sede, sia attraverso il con-fronto con i Responsabili di tutta Italia.

Ho potuto contare inoltre sull’appoggio di tutto il mio Centro locale. Quando le attività raggiungono taliproporzioni i soci del Centro non possono lavorare a compartimenti stagni. Devono collaborare, più di quan-to la struttura comunque elastica delle unità locali preveda. Ho potuto contare su un massiccio sostegnomateriale e, cosa ancora più importante, su un enorme sostegno umano. Sono stato guidato nei momentidifficili dai volontari più esperti. Le occasioni di maggiore fatica sono state stemperate da un’atmosfera dipartecipazione e allegria che forse si può rintracciare solo nel lavoro volontario. L’integrazione degli aggior-namenti ricevuti con le esperienze trascorse ha fatto sì che tutte le fasi della selezione si svolgessero conefficienza e accuratezza.

In un simile momento di crescita si è rivelata molto importante anche la collaborazione con gli altri Centrilocali della città. Alcune fasi della selezione, i test scritti, sono state organizzate e gestite congiuntamente.Lavorare su scala così larga significa dover mettere a punto un’organizzazione complessa, che realizzi un’ot-timizzazione dei tempi e delle risorse. Il giorno del test abbiamo radunato in una facoltà universitaria svaria-te centinaia di persone. E mentre alcuni volontari somministravano il test ai candidati di Roma e dintorni, altririspondevano alle domande dei genitori e, con l’aiuto di borsisti, returnees e ragazzi ospitati, illustravano i fon-damenti della nostra Associazione. Anche nelle fasi svolte autonomamente ci siamo sostenuti a vicenda.

Mi sono reso conto che la proposta di Intercultura è diventata molto popolare e ciò, oltre a rendermi felice, mifa pensare al futuro. Se i numeri continueranno a crescere, credo che sarà necessario rinnovare l’organizzazio-ne. Bisognerà renderla ancora più capillare, istituendo nuovi Centri locali. Ciò sarà possibile se l’aumento delnumero dei candidati si tradurrà in un aumento del numero dei volontari. Penso che questa tendenza possaessere alimentata dalla passione che noi soci dovremmo riuscire a trasmettere con il nostro lavoro a coloro cheper la prima volta, dall’esterno, si avvicinano all’Associazione. Sarà nostro compito impedire che l’aumento delle

richieste determini una minor cura del servizio che rendiamo.

I grandi numeri ci pongono davanti a nuove sfide. Porterannonovità ed evoluzioni che ci daranno occasione di crescere e miglio-rare e di diffondere sempre di più gli ideali che ci animano.

Tommaso AutorinoResponsabile Invio, Centro locale di Roma Ovest

Tempo di selezioniGrandi numeri!

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Nel giorno di Santa Lucia, presso la sede romana di Intesa Sanpaolo in pieno centro storico, il Segretario Generaledi Intercultura, insieme ai Vice presidenti dell’Associazione e della Fondazione, ha salutato le diverse personali-tà con cui l’Associazione e la Fondazione collaborano nell’arco dell’anno, una collaborazione preziosa e fonda-mentale per garantire qualità e quantità degli scambi di studenti. Intesa Sanpaolo, già sponsor di Interculturacon numerose borse di studio, ha offerto gli spazi della Sala degli Specchi per l’aperitivo e il pranzo.

Questo incontro rappresenta l’occasione di riunire e far entrare in contatto i diversi ambiti in cui si muovonole nostre attività: le ambasciate e i consolati stranieri, il Ministero degli Affari Esteri, i rappresentanti deglisponsor, il mondo della scuola. Ciascun aspetto costituisce un tassello indispensabile nel mosaico dell’espe-rienza interculturale: le rappresentanze straniere e il Ministero degli Affari Esteri consentono i regolari spo-stamenti degli studenti italiani nel mondo e viceversa. Sarebbe impossibile, in primo luogo sul piano delladocumentazione, realizzare i programmi di Intercultura senza il loro sostegno. Gli sponsor, mettendo a dispo-sizione borse di studio per i partecipanti, offrono l’opportunità di vivere l’esperienza interculturale a centina-ia di studenti sostenendo le famiglie nei costi. Il Ministero dell’Istruzione e l’Associazione Nazionale Presidi ealte professionalità della scuola, con l’appoggio al progetto educativo di Intercultura, rappresentano un puntodi riferimento per tutto il personale scolastico, sia sul piano normativo che per il credito accordato alla nostraassociazione, oltre ad essere una garanzia per le famiglie e gli studenti che si avvicinano all’esperienza.

In mezzo a loro, molti ex borsisti che in gioventù hanno trascorso un anno all’estero con Intercultura, adesempio Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, la dottoressa Gisella Langé, consigliere del Ministerodell’Istruzione, Alessandro Alacevich del Gruppo Espresso, Grazia Francescato, parlamentare europea.

Il coinvolgimento di tutti questi soggetti è sempre convinto e di anno in anno viene rinvigorito dai risulta-ti della loro azione sinergica. L’incontro per lo scambio degli auguri di fine anno permette, dunque, di raf-forzare i legami e possibilmente crearne di nuovi. Abbiamo avuto l’onore di ospitare due rappresentantidell’Ambasciata della Repubblica del Sudafrica, Paese che sta entrando in misura sempre maggiore nel net-work AFS. Entrambe hanno avuto la possibilità di approfondire la conoscenza dei programmi di Interculturae capire il contesto internazionale in cui si inserisce la nostra attività.

Gli applausi e il brindisi di tutti i presenti hanno concluso la cerimonia. Con le parole del nostro Segretariogenerale: buone feste a tutti!

Auguri cordiali

(da sinistra a destra) Renato Di Chiara Stanca (Consigliere di amministrazione Intercultura), Grazia Fassorra(Consigliere di amministrazione Intercultura, rappresentante ANP), Avv. Bettoni, Flaminia Bizzarri (SedeIntercultura di Roma), assistente dell'Avv. Bettoni, Paola Bucalossi (Amb. Canada), Gisella Langé (segretaria par-ticolare del Sottosegretario, MIUR), PierLuigi Casu (WFP Fao), on. Grazia Francescato, Silvia Martorelli (WFPFao), Luis Vera (Consolato Cile), Tiziana Fastella (Sede Intercultura di Roma), Maria Paola Pierini (Amb. StatiUniti), Ann-Louice Dalhgren (Amb. Svezia). 15

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UN CONCORSO IN MEMORIA DI ALFONSO SELLERIAnche quest'anno, il Centro locale Intercultura di Castellammare DiStabia, per ricordare il compianto Alfonso Selleri, suo fondatore, volonta-rio e da sempre promotore infaticabile dei programmi Intercultura, scom-parso prematuramente il 23 ottobre 2011, indice la seconda edizione delPremio Letterario “Alfonso Selleri”, dal titolo “diVERSIinpace – La diver-sità e il dialogo interculturale tradotti in versi letterari”, concorso discrittura creativa con tema la diversità e il dialogo interculturale.

Il Concorso guarda sia all’interno che all’esterno dell’Associazione.

Infatti, come lo scorso anno, all’interno dell’Associazione il concorso sirivolgerà a tutti gli exchange students annuali ospitati dallo scorso set-tembre in Italia che potranno presentare i loro lavori entro e non oltre il31 gennaio 2013 e secondo le forme indicate nel bando (scaricabile dallapagina facebook del Centro locale, all’indirizzohttp://facebook.com/intercultura.castellammare). Al 1° classificato verràofferto dal Centro locale ilbiglietto a/r per venire aCastellammare. Agli altri 9studenti stranieri classifi-catisi utilmente in gra-

duatoria garantiremo ospitalità per una settimana pressofamiglie del posto. Tuttavia, costoro contribuiranno in primapersona alle spese di viaggio.

All’esterno dell’Associazione, il concorso si rivolgerà agli stu-denti di una determinata scuola della nostra area di riferi-mento, i quali saranno invitati a produrre un’opera letterariacreativa e il cui 1° classificato riceverà un premio.

In abbi-namen-to al duplice Concorso, il Centro locale istituisce nuo-vamente la “Settimana Culturale Alfonso Selleri",all'interno della quale avrà luogo in primis la presen-tazione delle opere e la premiazione dei vincitori delConcorso e durante la quale, inoltre, saranno organiz-zate dal Centro locale diverse attività culturali.

Grazia Di CapuaResponsabile Sviluppo e formazione,

Centro locale di Castellammare di Stabia

La “Settimana Selleri”diVERSIinpace

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Anche quest'anno Intercultura aderisce alla campagna “M’illumino di meno" lanciata dalla trasmissioneradiofonica di RAI Radio 2 “Caterpillar”; un'iniziativa che culminerà nelle manifestazione per la GiornataInternazionale del Risparmio Energetico, il prossimo 15 febbraio 2013, patrocinate dal Parlamento Europeo.

Giornate dedicate alla celebrazione di qualcosa ce ne sono tante e dunque è lecito chiedersi perché proponia-mo di aderire proprio a questa. Abbiamo iniziato, forse in modo anche un po' casuale, ormai più di sei anni fa, all'ini-zio solo preoccupandoci di spegnere computer e stampanti negli uffici di Colle. Poi anno dopo anno ci siamo resiconto che l'iniziativa piaceva all'interno del volontariato di Intercultura e che le varie attività organizzate dai Centrilocali per aderire alla campagna offrivano preziose occasioni di riflessione e di confronto con “l’altro", fondamenta-li per chi opera in un’Associazione di volontariato che si occupa di formazione interculturale e di educazione allamondialità. Gli eventi via via realizzati ci hanno aiutato a capire quello che facciamo tutti giorni come volontari, comestudenti, come insegnanti, come famiglie, quando confrontiamo i nostri punti di vista e quando consideriamo conmaggiore coscienza e consapevolezza le implicazioni delle nostre azioni a livello non solo locale ma anche e soprat-tutto globale (è molto di moda il termine glocale, un’interessante espressione di origine anglosassone per indicarel’interconnessione che esiste tra ciò che è prettamente locale e ciò che riguarda l’insieme del mondo). I temi legati aidiritti umani, all’educazione alla pace, allo sviluppo e all’ambiente ci danno la possibilità di riflettere sull'importan-za di uno degli obiettivi educativi dei programmi AFS, il quarto per l'esattezza: la partecipazione ai programmiAFS/Intercultura accresce nei partecipanti il senso di appartenenza a una società basata su problematiche sem-pre più globali ma caratterizzata da infinite realtà locali. L’esperienza AFS/Intercultura fornisce uno stimolo inpiù per appassionarsi alle questioni internazionali e sentirsi partecipi nella ricerca delle soluzioni ai problemi.

Ecco perché crediamo che sia importante che i nostri studenti si interroghino sull'impiego delle energie,sul recupero delle risorse naturali, sullo sfruttamento delle risorse e che non perdano l’occasione di guardare ilmondo da altri punti di vista. Dulcis in fundo, non dimentichiamolo, spesso queste attività si sono rivelate un otti-mo momento promozionale per fare conoscere più da vicino i ragazzi stranieri a tante potenziali famiglie ospitanti.

Che cosa potremmo organizzare, quindi, quest'anno? Poiché la trasmissione Caterpillar invita gliascoltatori a realizzare un inno per sostenere la campagna“M’illumino di meno", abbiamo pensato di proporvi di mettere levostre idee sull’argomento in... musica!!! Vi chiediamo di ideare uninno per la manifestazione e di inviarlo a [email protected] entro il prossimo 15 febbraio. Ecco i requisiti:• che sia un video musicale o una canzone;• che abbia come tema il risparmio energetico e/o che si ispiri al

decalogo “interculturale” proposto nel box accanto;• che sia una cover di una canzone nota o che sia un componi-

mento originale sia nel testo che nella musica;• che abbia come protagonisti, famiglie ospitanti e studenti alle

prese con strumenti musicali di fortuna (ad esempio riciclati),rigorosamente non attaccati a nessuna presa di corrente!

Il componimento migliore riceverà in dono un simpatico gadget!Vi consigliamo, inoltre, di visitare l’Area volontari dove inseriremo

qualche spunto in più per facilitare la vostra partecipazione e dove saràpossibile trovare un resoconto di altre attività realizzate negli anni pre-cedenti (aperitivi a lume di candela, test sul risparmio energetico...).Aspettiamo i vostri i vostri inni, rigorosamente energetici!

Vichy, Raffaele e Anna, Comunicazione e Sviluppo

““SSeerreennaattaa aallcchhiiaarr ddii lluummee””per la Giornata delRisparmio Energetico

DECALOGO INTERCULTURA – LO STUDENTE A BASSO CONSUMO

BUONE ABITUDINI PER “M’ILLUMINO DI MENO” (E NON SOLO!)

1. Spegni il cellulare quando sei a scuola2. Se hai acceso la luce del bagno, è davvero neces-

sario accendere le luci sulla specchiera? 3. Spegni la TV per 1 ora… (non sarà solo l’ambien-

te a guadagnarci)4. Non lasciare il cellulare sotto carica per tutta la notte 5. Ricaricare il cellulare solo quando è totalmente sca-

rico (ciò consente non soltanto di risparmiare ener-gia, ma anche di allungare la vita della batteria)

6. Quando il cellulare è carico, stacca la spina della batteria7. Elimina per qualche giorno alcuni elettrodome-

stici senza i quali puoi comunque sopravvivere(esempio: scalda tazza, plaid elettrico, piastra perla frangetta, spazzolino elettrico, ecc…)

8. Per un giorno (solo per un giorno), non usare la play-station e la wii (piuttosto vai a fare una corsetta ouna partita a ramino con i tuoi compagni di classe)

9. Fai un esercizio: conta le stanze della tua casa epoi conta le lampadine. Dopo averlo fatto… pensa

10. Dopo aver postato questo decalogo sulla tuabacheca di facebook, SPEGNI facebook e il compu-ter e trascorri un po’ di tempo con un membro dellatua famiglia/un amico/un compagno di scuola

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Così vedo l’ItaliaXXIIIIII eeddiizziioonnee

XXIIIIII eeddiizziioonnee

Si rinnova anche quest’anno il concorso fotografico “Così vedo l’Italia”, rivolto

agli studenti accolti in ogni parte d’Italia con un programma Intercultura.

Il concorso, ideato dai volontari del Centro locale di Ivrea e giunto alla sua tredicesimaedizione, è un’occasione per riflettere sull’identità italiana e sull’esperienza che questiragazzi stanno vivendo nel nostro Paese.

Il tema del concorso, come suggerisce il titolo, èl’Italia vista negli aspetti quotidiani che caratterizza-no abitudini, folclore, paesaggio, ovvero tutto quantosottolinei la specificità di un popolo. Sarà fondamen-tale il contributo dei volontari nell’aiutare e nellospronare gli studenti stranieri a dare libero sfogo crea-tivo alla loro curiosità e nell’individuare quegli aspet-ti dell’Italia che li hanno particolarmente colpiti.

I vincitori si aggiudicheranno un viaggio a Ivrea,durante il quale prenderanno parte alla cerimonia dipremiazione. Per ulteriori informazioni visitare il sitowww.intercultura.it/Concorso-Fotografico

E TU, COME VEDI L’ITALIA?

Dillo con una foto e partecipa al concorsofotografico “Così vedo l’Italia”

Gli studenti accol-ti quest’anno inItalia possonoiscriversi al gruppoFacebook “COSÌVEDO L’ITALIA” -concorso fotogra-

fico 2013 - Intercultura.

Qui potranno vedere le foto vincitricidegli scorsi anni, scaricare il regolamen-to di questa edizione, tenersi aggiornatisull’andamento del Concorso e sullafoto vincitrice del mese.

Per altre informazioni, scrivere a [email protected]

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ATTENZIONE: la Fondazione Intercultura cerca volontari disponibiliper la gestione logistica del Convegno. Maggiori informazioni

nella sezione “News” dell'Area volontari.

Un convegno a Firenze28 febbraio - 2 marzo 2013

ULTIMI POSTI DISPONIBILI

INTERVERRANNO: David Buckingham,Susanna Mantovani, Paolo Ferri, Antonio

Casilli, Maurizio Ferraris, Leopoldina Fortunati, Elaine Hoter, Milena Santerini, CorradoSinigaglia, Fernando Naiditch, Donatella Nucci, Ida Castiglioni, Bachisio Bandinu, AlbertoFornasari, Gianni Marconato, Maria Ranieri, Li-Ching Ho, Mark Baildon, Kostas Magos,Katerina Spanopoulou, Aleksandra Wach, Paolo Inghilleri, Paolo Balboni, Fabio Caon, Sara DeAngelis, Elio Vera, Carla Chamberlin-Quinlisk, Paige Ware, Geoff Lawrence, Nicolas Geeraert,Derrick de Kerckhove, Alessandro Mariani, Roberto Toscano

Invitiamo i Responsabili Sviluppo e formazione che non si sono ancora iscritti a procedere quantoprima con la registrazione attraverso il link inviato a suo tempo dal Settore Volontariato, in quantoi posti disponibili si stanno rapidamente esaurendo.

Ricordiamo che la Fondazione mette a disposizione un posto gratuito per ogni Centro locale da asse-gnare preferibilmente al Responsabile Sviluppo e formazione, o in alternativa al Presidente, che siacomunque un volontario attivo da almeno due anni e abbia competenze di educazione interculturale.

La gratuità prevede la partecipazione a tutto il convegno, la sistemazione in camera doppia, i pastie il rimborso dei costi di viaggio, secondo le regole dell’Associazione Intercultura. Si può richiederela sistemazione in camera singola pagando un supplemento.

Per tutti gli altri volontari e per chi è interessato, è ancora possibile iscriversi, a condizioni molto van-taggiose, tramite il sito del convegno www.corpoerete.org.

Per informazioni è possibile contattare il settore volontariato all’indirizzo [email protected] o la segreteria del convegno all’indirizzo [email protected].

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Iniziata nel 2011, l’Intercultural Link Initiative è un insieme di attività, materiali e progettimessi a punto e raccolti da AFS International, che vuole aiutare tutti coloro che gravitanoattorno alla rete AFS ad approfondire le proprie conoscenze e competenze interculturali, inmodo da raggiungere e consolidare gli obiettivi che l’Associazione si pone.

FORMAZIONE... RESPONSABILEFormazione, Iceberg, Hofstede, Stereotipi, Stili di comunicazione, Cultura, Cipolle, Valori, Grove, Dimensioniculturali, Teorie accademiche, Hall, Pregiudizi, Curve di adattamento, Piogge acide, Obiettivi educativi: cosahanno in comune questi termini? Un’unica parola in tre: Responsabili Sviluppo formazione!

Entro il mese di febbraio in tutte le dieci zone dell’Italia interculturale si svolgerà un incontro di formazio-ne della durata di una giornata dedicato ai Responsabili Sviluppo e formazione dei Centri locali; un incon-tro che precede il convegno Il Corpo e la rete, organizzato dalla Fondazione Intercultura dal 28 febbraio al2 marzo 2013 a Firenze. Questo incontro sarà condotto dai Referenti regionali per la formazione inter-culturale, che per la prima volta si presenteranno ufficialmente al gruppo di RSF della propria zona.

L’obiettivo della giornata è duplice: da un lato, ripercorrere insieme i principali temi legati all’educazio-ne interculturale, che un Responsabile sviluppo e formazione di Intercultura dovrebbe padroneggiare, persvolgere al meglio il proprio compito, dall’altro fornire deglistrumenti utili per riproporre gli stessi contenuti ai volon-tari, agli studenti, alle famiglie, alle scuole e alla comunitàdel proprio Centro locale.

Il percorso che i Referenti regionali affronteranno, toccheràdiversi argomenti. Innanzitutto si parlerà di Cultura: qualidefinizioni e concetti per spiegarne il significato? Qualimetafore e modelli per descriverla? Come e quando parlaredi Stereotipi e Pregiudizi: quali sono le differenze? Perchéè importante essere consapevoli del loro significato? Siapprofondiranno i concetti di Valori e Dimensioni cultura-li, seguendo il pensiero di Geert Hofstede, che spiega comei valori culturali influenzano i comportamenti, ovvero perchéle persone di una certa cultura agiscono in un determinato modo. Si darà anche spazio alla Comunicazionee agli Stili comunicativi, a cui prestare attenzione nel confronto con persone provenienti da culture e con-testi diversi dai propri, per evitare di incappare in incomprensioni e fraintendimenti e, in caso di conflittiinterculturali, per sapere come agire. Si affronterà anche il tema dell’adattamento e verranno presentati alcu-ni modelli di Adattamento culturale. Dalla teoria alla pratica: sarà presentato uno strumento utile per ana-lizzare, valutare e gestire alcune situazioni che gli studenti o le famiglie potrebbero trovarsi ad affrontare. IReferenti approfondiranno quindi il ruolo dei Responsabili sviluppo e formazione e gli Obiettivi educati-vi di AFS, che si ergono a guida dei volontari, dei partecipanti e di chi collabora con l’Associazione.

Alla fine della giornata, i Responsabili sviluppo e formazione, forse un po’ frastornati, avranno in mano tantenozioni, più o meno conosciute, e tanti strumenti e spunti utili per gestire la formazione del proprio Centrolocale nel suo insieme.

LINK news: il magaGENNAIO 2013

nneewwss

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Page 21: Quic - mensile intercultura

Questo incontro e tutto il percorso interculturale, che l’Associazione sta promuovendo, rientrano nel proget-to più ampio promosso da AFS International: AFS Intercultural Link Initiative. Non si tratta, quindi, di unincontro isolato, ma di un appuntamento che darà molti frutti, grazie in particolare alla diffusione dei con-

tenuti da parte dei volontari nei propri Centrilocali durante le varie occasioni di formazione: iResponsabili sviluppo e formazione, in primoluogo, avranno il compito di organizzare unincontro nel proprio Centro per condividere congli altri volontari e riflettere sull’importanza diavere chiare le basi di quello che facciamo.

NNeellllee pprroossssiimmee ppuunnttaattee……Il punto di vista di un Referente regionale e quel-lo di un Responsabile Sviluppo e formazione.

azine nel magazine

AAFFSS IInntteerrccuullttuurraallLLiinnkk NNeewwsslleetttteerr!!

Compie un anno proprioin questi giorni l’appunta-mento con l’AFS InterculturalLink Newsletter nell’Areavolontari del sito internet diIntercultura!

Visitando la sezione dedi-cata alla Formazione, si trovauna pagina dedicata al proget-to AFS Intercultural Link, alcui interno è possibile leggerel’ultimo (e non solo!) numerodella Newsletter. Tantissimisono gli articoli legati ai temiinterculturali, utili nelle attivitàformative di Centro locale, maci sono anche interviste avolontari, dipendenti di tutto ilnetwork, esperti e professioni-sti dell’intercultura.

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CHI SONO I RESPONSABILI SVILUPPO E FORMAZIONE? DI COSA SI OCCUPANO?

Sviluppo e formazioneResponsabile21/11/2004

SalernoMondiale

Italiadei Centri locali 140

Molto impegnato!Esperto in formazione interculturale

Si aggiorna e aggiorna il Centro locale sui temidell’educazione interculturale, organizzando incontri for-mativi; partecipa agli incontri di formazione organizzati daIntercultura; partecipa alla formazione per studenti e perfamiglie, quando si affrontano argomenti di educazioneinterculturale; organizza eventi pubblici su temi intercultu-rali e partecipa a tavole rotonde sulle tematiche intercultu-rali; organizza la “Giornata del Dialogo Interculturale”

VariabileGamma di colori molto ampia

GrandiVolontario di Intercultura: comuni-

cativo, motivante, coinvolgente, empatico, disponibile,

collaborativo e buon conoscitore dell’Associazione

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Scripta manent la sGENNAIO 2013

LE FAMIGLIE E GLI STUDENTI DI INTERCULTURA PROTAGONISDa qualche settimana, il sito di Panorama.it ha aperto le porte direttamente alle famiglie e agli studenti che parteciinvio e di accoglienza. In particolare il blog “Padri con figli” (http://blog.panorama.it/padri-con-figli/) in questi mesi stGualtiero Terzi, la cui figlia Consolata è ora in Brasile, (negli anni scorsi sono stati all’estero anche Lodovico, in InCavalli, la cui figlia Virginia sta seguendo il programma annuale in Repubblica Dominicana. Sono considerazioni moltoriflessione interculturale che, per osmosi, passa dai figli ai genitori. L’invito a collaborare a questo blog è aperto a tuttte a [email protected].

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stampa che ci legge

STI DI PANORAMA.ITipano ai programmi di Intercultura dita ospitando le riflessioni di due papà,dia e Gabriele negli Usa), e Maurizioo profonde, che nascono proprio dallati i genitori: se siete interessati, scrive-

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News, news, news...

10 DICEMBRE 2012: LA GIORNATA DEI DIRITTI UMANIEUROPA CONTINENTE DI PACEAl liceo “Terragni” di Olgiate Comasco (CO), la Giornata deidiritti umani è un giorno speciale. La scuola apre le sue portealle onlus attive nel territorio per discutere e parlare di dirittiumani, grazie alla collaborazione con il Coordinamento coma-sco per la pace. Intercultura ha partecipato con uno stand nel-l’atrio della scuola preparato dagli studenti Valeria, Francesca,Rodolfo, Alberto e Sea con l’aiuto di Maddalena e Laura. In aulamagna Edoardo e Paola hanno preparato un incontro rivoltoalle classi II per discutere del Nobel per la pace assegnato que-st’anno all’Unione Europea. (Paola Caspani)

CENTRO PICCOLO, GRANDE INCONTROSi è tenuto il 4 dicembre ad Andria – organizzato dal Centro locale Interculturadi Trani – un seminario dal titolo “L'interculturalità nella crescita della per-

sona" volto a sensibilizzare e far conoscere il progetto educativo di Intercultura e le sue ricadute in ambi-to formativo. Il seminario è stato rivolto a dirigenti scolastici e docenti (hanno partecipato anche le auto-

rità politiche e dei club Rotary e Lions).L’evento ha visto la partecipazione attiva del Prof.Alberto Fornasari e della Responsabile della SezioneMulticulturale della Biblioteca del Consiglio Regionale.Ha preso parte alla manifestazione anche il Console diMalta in Italia per le regioni Puglia, Basilicata e Molise.Nell’occasione, il Comune di Andria ha messo a disposi-zione i fondi per una borsa di studio per l’anno 2013, madi questo bisogna ringraziare soprattutto i volontari delCentro locale che tanto si sono adoperati.La partecipazione è stata notevole e sulla stampa regio-nale come sulle testate televisive è stato dato grande spa-zio con interviste e servizi.

CONFETTI ROSSI...Ida Tulimiero (foto a sinistra),Responsabile Invio del Centro loca-le di Avellino, si è laureata inLingue e Letterature Straniere pres-so l'Università degli studi di Salernolo scorso 28 novembre. SandySuardi (foto a destra), volontaria“iper attiva” di Bergamo, un annoin USA con una borsa di studio UBI,si è laureata all'Università Bocconidi Milano in International manage-ment con votazione 110/110.CCoonnggrraattuullaazziioonnii aa eennttrraammbbee!!

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Sono Fabio e partecipo al programma trimestrale inRussia. Vivo praticamente nel cuore della Siberia, a 200 kmdal più vicino centro abitato. Da novembre la temperatura comincia a scen-dere sotto i -20 gradi fino ad arrivare a -40. Praticamente sono isolato da una fore-sta sconfinata chiamata taiga che circonda la mia cittadina di soli 15.000 abitanti. Il sole tramonta alle3 del pomeriggio (quando si vede) e il vento soffia quasi constantemente, portando continue bufere di neve.

Dopo questa presentazione penserete che io stia passanto un periodo di sofferenza e sopravvivenza... inve-ce paradossalmente qui posso dire che sento piu’ calore della mia Napoli. Non sono un pazzo, sono soloentrato nello spirito di questa popolazione, sto facendo parte della natura, sto capendo come vivere!

Penso di vivere in uno dei posti più difficili al mondo, ma ho la consapevolezza che se riesco a risolvere iproblemi qui dove il clima è impossibile, la gente parla un’altra lingua, le culture sono agli antipodi... sonopronto ad affrontare qualsiasi cosa nella mia vita. Non sto qui a raccontare che è un’esperienza facile, anzi,proprio nella difficoltà risiede il privilegio di poterla affrontare. Preparatevi ad abbattere ogni vostro pre-giudizio, a vedere cose che neanche immaginate, ad azzerare la vostra vita e cominciarne una nuova; cre-detemi se dico che qualsiasi cosa avessi pensato riguardo questo paese è assolutamente il contrario.

Qui ho conosciuto persone fantastiche, piene di affetto, di gioia e di amore; quanto me ne ha dato la miafamiglia non so quantificarvelo... ma vi basti sapere che la mia mamma ospitante, quando le ho chiestose volesse ospitare ancora il prossimo anno, mi ha risposto: “non voglio ospitare nessun altro studente,perché non potrei mai amarlo quanto te, e questo sarebbe ingiusto nei suoi confronti”. Beh... direi che que-sta frase vale più di ogni descrizione che possa fornirvi.

Qui ho capito anche che le donne russe sono allo stesso tempo estremamente forti ed estremamente belle:nascondono dietro la loro bellezza la forza di un popolo che non si fa abbattere da nulla... e risponde alleingiustizie lavorando, lavorando e lavorando. Quando vogliono, però sanno essere sensibili ed amorevoli...dimostrandovi che l’apparente loro acidità inganna. Qui ho capito cosa vuol dire avere pazienza, forza divolontà e perseveranza. Senza una di queste, vivere in un contesto in un Paese di cui non sai la lingua èimpossibile. Soprattutto è fondamentale comprendere come ragionano le persone, entrare nei loro statid’animo, cercare di essere il più sensibili possibile in modo da capire di che profondità morale sono capa-ci. Se è vero che la conoscenza rende liberi, questa esperienza ti da le ali per raggiungerla la libertà.

Alla fine, quando ritornerai a casa, sarai consapevole di essere una persona nuova, di essere cambiato,di non essere più la stessa persona di prima. Sarai consapevole di essere maturato e pronto per affron-tare la vita quotidiana: che in confronto alla Siberia ti sembrerà un gioco.

A chi sceglierà questo Paese e a tutti in generale auguro di essere quanto più attenti è possibile. Unapersona intelligente disse “non ci si bagna mai due volte nella stessa acqua”... per cui fate tesoro di ciòche proverete... fate che non ne resti solo un ricordo.

Fabio GranatoBorsista trimestrale ECTP in Russia 2012/2013, Centro locale di Napoli

IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA... INDIANOSono le 6.30 del mattino, tutti i membri della mia famiglia indiana dormono eccetto me. L'adrenalinanel mio sangue sembra quasi un insetto che corre sopra a un tronco. Il pensiero che tra precisamente 1

Lettere a

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ora e 20 minuti starò in un'altra scuola con nuovi amici,nuovi professori nel Paese così soprannominato “incredibleIndia" mi fa unicamente emozionare. E' davvero incredibilepensare che sto ‘DA SOLO' senza i miei genitori in un altroPaese dall'altra parte del mondo. Ancora non riesco a rea-lizzarlo. Finalmente la mia famiglia si è svegliata. Amma(che significa mamma in hindi) sta cucinando le uova per lamia colazione... anche quelle con le spezie, guru (papà inhindi) e i miei fratelli si stanno vestendo e credo che debbainiziare a farlo anche io. Lo so che vi starete chiedendo comefaccio a scrivere e fare le cose contemporaneamente. Ebbenesì, ho deciso di portare con me un piccolo diario 24 ore su24. Naturalmente non scriverò ogni cinque minuti in quanto socializzare è il mio primo obiettivo non-ché quello dell'associazione Intercultura... però oggi essendo il primo giorno di scuola dedicherò piùtempo al mio diario. Sono pronto, camicia a righe azzurra e bianca dentro i pantaloni grigi, scarpe neree calzini bianche con 2 righe azzurre. Ho fatto già colazione: uova (con masala, un misto di spezie pic-cantissime!!!) e succo di guava (che equivale a un bicchiere di latte)... delizioso! Il grande momento sista avvicinando, sto in macchina... non mi sembra vero, sto andando a scuola in India!!

Eccolo l'ingresso della scuola... un cancello nero con le iniziali del nome dell’istituto (A.I.S., AmityInternational School, Saket). La principale (“the woman with the red saree" così me l'hanno descritta i mieifratelli) sta all'ingresso della scuola, mi sta aspettando. Eccitatissimo scendo dalla macchina, saluto lamia mamma indiana e la prima cosa che faccio unisco le mani e dico namastè (ciao in hindi) alla miaprincipale, in seguito le tocco i piedi, poi mi tocco il petto e la fronte (un'usanza indiana nei confrontidelle persone adulte). Di conseguenza lei pronuncia la frase tipica “God bless you" per ringraziarmi delrispetto portatole. Subito dopo saluto i miei fratelli e la mia nuova principale mi fa visitare la scuola,una struttura alquanto moderna e grande. Laboratori di arte, informatica, campo di calcio, campo di pal-lavolo, campo di cricket etc. Gli alunni della scuola mi fissano come se fossi un extraterrestre. Sembroquasi un V.I.P. con la sua segretaria. Adesso sto in un piazzale con tutti gli alunni della scuola. Il Gurudi Amity sta celebrando una pratica religiosa (Havan) tipica della religione hindu per venerare il dio delfuoco. Sta bruciando dei bastoncini e intanto recita delle preghiere ripetute dagli studenti. Finita la cele-brazione CI (ormai sono anche io uno di loro) vengono distribuiti dei dolcetti arancioni (laddoo).Finalmente mi sto dirigendo verso la mia classe XI''F. Eccoli, sono loro i miei compagni. Mi stanno osser-vando come se fossero degli ispettori (quello che ci è stato detto negli orientamenti è proprio vero... cor-risponde tutto perfettamente).

Mi stanno aspettando all’entrata della classe. Non posso crederci che quelli sono i compagni con i qualipasserò 10 mesi. Sto entrando in classe. Si sono alzati tutti. Chi mi saluta in italiano, chi in spagnolo.Che accoglienza! Neanche il presidente viene rispettato così tanto. La professoressa mi fa subito sederetra un maschio e una femmina (Akash e Krity). Neanche il tempo di posare lo zaino, già hanno inizia-to a farmi domande sulla cultura italiana e le nostre usanze in Italia. Sto davvero cercando di spremereal massimo le mie meningi ma non riesco a capire una sola parola. Il loro accento in inglese trasformala lingua di Shakespeare in una specie di giapponese. Ho chiesto ad un compagno di dirmi “sì” in hindie con uno strano movimento ondulante, quasi fosse un esercizio per eliminare il torcicollo mi risponde“ha!”. Che ridere!! La prof. vuole che mi presenti. OK, Domenico, prendi un bel respiro e go! Fatti avan-ti! Molto brevemente e un po’ emozionato inizio: “Hello, my name is Domenico Vitale, I’m from Italy” efinisco così: “nice to meet you all”. Che ricca presentazione!!

Ma cosa stanno facendo? Credo economia. Troppe percentuali, troppi numeri e troppi grafici. Cosa staràmai dicendo la prof.? Non capisco davvero nulla. Questa che ora mi sembra una montagna sono sicuroche si trasformerà in pianura o magari in discesa (l’importante è crederci). La prima ora è finita. Adessosto nell’ufficio (con aria condizionata e non con i semplici ventilatori come nella mia classe, dove a dir

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poco si soffoca) con la principale per scegliere le mie materie. Facendo il classico inItalia, credo che le materie umanistiche ossia economia, scienze politiche, educazionefisica, inglese e storia, sia la migliore scelta. Ma, ma, ma… sono solo 5 le materie? Ele altre 6 per raggiungere il bel numero di 11 materie italiane? O si è sbagliata leioppure è proprio il sistema indiano. Due sono le possibilità. Finalmente ho finito.

Adesso vado in classe perché i miei nuovi compagni mi stanno aspettando, così mihanno detto, per andare sotto alla “canteen”, una specie di bar (ah ho dimenticato didirvi che la mia scuola è composta da 3 piani, io sto al terzo). Addio Kinder fetta al latte e un bel ben-venuto al riso con i fagioli, ai noodles e al succo di limone (limu pani in hindi). Dopo 25 minuti di ricrea-zione (e non gli scarsi 10 minuti italiani) è arrivato il momento di tornare in classe. Che succede? Devorestare qui? Perché? Ah giusto… Educazione fisica!

Una bella partita di calcio nell’“incredibile India” non me la leva nessuno. Naturalmente starete pensan-do una partita di calcio 11 contro 11… ma quando mai, 20 contro 20! NON E’UNA BAGGIANATA! Più che calcio mi sembra rugby! Spinte, pugni e scivolatea volontà. Malgrado ciò mi sto divertendo davvero tanto e in più ho segnato 2gol! “The period is over” mi dice un mio compagno di classe. Sto tornando in clas-se. Sono completamente zuppo! Sembro una pezza appena immersa nell’acqua!Tra umidità e caldo sto sudando in una maniera davvero inquietante.

Fermi un attimo, cos’è quella cosa lassù? Una scimmia!!! “Look on the roof ofthe school!! There is a monkey!” Queste sono le mie parole seguite da questarisposta “Oh, don’t worry, it’s normal!” “It’s normal?” Come fa ad essere normalevedere una scimmia su un tetto di una SCUOLA? E io, abituato a vedere colom-be e passerotti, ora mi ritrovo tra formiche, scimmie e scoiattoli (quanti ce ne

sono! La cosa strana è che anche Londra ne è piena… non è che per caso qualche colonizzatore inglesenel ‘800 se li è portati apposta in India per sentirsi “a casa”?). Che meraviglia la natura!

Adesso sto di nuovo in classe, stanno facendo inglese o, per meglio dire, sto provando a decifrare il lorolinguaggio, stile professore Hoggins in PYGMALION. Ce la farò a capire qualcosa? Non dico tutto maalmeno il 30% di un discorso. Ho dimenticato che sto ancora al primo giorno di scuola. Come posso pre-tendere di capire alla perfezione quello che dicono? Stanno leggendo un libro, adesso è il mio turno. Chebello! Iniziamo! “Well, she sent him back for her be… em… baggegi… bug-gage (oddio! come si pronuncia questa parola?) maa’m, excuse me for thepronunciation!”. Meno male la prof. ha risposto con un sorriso!

Mancano 2 minuti alla fine di questo mio primo giorno di scuola davve-ro indimenticabile. Quante cose speciali in UN SOLO giorno di scuola!!

Credo che sia arrivato il momento di smetter di scrivere. La mia mammaindiana, prima di scendere dalla macchina, mi ha detto che avrebbeaspettato davanti all’ingresso con i miei fratelli. “Scortato” dai miei

compagni, la sto raggiungendo.

Come disse un filosofo iraniano “la scuola non è solo studiare,fare i compiti e ottenere bei risultati… ma anche imparare a vive-re con gli altri, nel rispetto e nella collaborazione”.

Domenico VitaleBorsista annuale in India 2012/2013, Centro locale di Rieti

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Settore OrganizzazioneSoggiorni all’Estero

Simonetta [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected]

Direttore ProgrammiFrancesco [email protected]

Settore Assistenzaai Partecipanti

Matilde [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected]

Settore OrganizzazioneOspitalità

Diana [email protected] [email protected] [email protected]

Sabrina [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Raffaele [email protected] [email protected] [email protected]

Contatti

PresidenteInsieme al Responsabile Ospitalità, verifica l’andamento della Ricerca Famiglie e,insieme al Responsabile Invio, pianifica le attività per le fasi conclusive delle sele-zioni. Imposta una nuova campagna di ricerca sponsor. Dirama un comunicatostampa sull’arrivo degli studenti per il programma semestrale. Aiuta i ragazzi cheritornano dal semestre all’estero a scrivere un articolo per i giornalini di scuole,palestre, circoli ricreativi... Cerca contributi e sponsarizzazioni per la Settimanadi scambio e approfitta dell’occasione per far conoscere Intercultura ad aziendeed enti locali.

Responsabile OspitalitàProgramma annuale: Definisce le date degli incontri di orientamento di metàesperienza per gli studenti stranieri e per le famiglie ospitanti. Organizza e defi-nisce il programma della Settimana di scambio. Programma semestrale: organiz-za una riunione con gli assistenti e il Responsabile Scuola e organizza un incon-tro di benvenuto per gli studenti stranieri e le famiglie ospitanti.

Responsabile ScuolaDesigna un tutor per gli studenti del programma semestrale e li riunisce per defi-nire, con ciascuno di loro, un piano di studio individuale. Verifica che gli studen-ti del programma annuale ricevano una valutazione e scrive ai presidi una lette-ra di ringraziamento. Collabora con il tutor per l’accoglienza degli studenti delbimestre, consegna e spiega loro la Dispensa Educare al Mondo – ospitalità. Per iprogrammi trimestrali che prevedono reciprocità, verifica l’iscrizione alla scuoladel partner italiano o ricerca e iscrive lo studente straniero in una nuova scuola.

Responsabile InvioSi prepara per le seconde selezioni; si tiene aggiornato sull’andamento dei pro-pri candidati in concorso.

Responsabile Sviluppo e formazioneCura i rapporti con i partecipanti all’estero. Collabora con il ResponsabileOspitalità all’organizzazione della Settimana di scambio. Coinvolge attivamentei returnees nelle attività del Centro. Partecipa agli incontri di zona e coinvolgeil proprio Centro locale in attività di formazione interculturale.

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