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Rapporto economico sulla Calabria 2016 Giugno 2016

Rapporto economico sulla Calabria 2016 economico...CALABRIA SUD E ISOLE ITALIA Var. % Marzo 2015 / Marzo 2016 Var. % Dicembre 2014 / Dicembre 2015 7 Un tessuto di impresa quindi che

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Rapporto economico sulla Calabria 2016

Giugno 2016

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Rapporto economico sulla Calabria 2016

Collana dell’Ufficio Studi di Unioncamere Calabria

Direzione e coordinamento Maurizio Ferrara

Il presente lavoro è stato realizzato dall’Unioncamere Calabria, in collaborazione con l’Istituto G. Tagliacarne. Gruppo di lavoro Istituto G. Tagliacarne Domenico Mauriello, Direttore Corrado Martone, Ricercatore Paolo Cortese, Ricercatore

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INDICE

1 - LO SCENARIO ECONOMICO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE ...................................... 4

2 – LE TRAIETTORIE DI SVILUPPO DELLA CALABRIA ....................................................... 6

3 – IL QUADRO STRUTTURALE E PRODUTTIVO ........................................................... 103.1 – CARATTERISTICHE DELLA CREAZIONE DI RICCHEZZA ....................................................... 10

3.2 – DINAMICHE E CARATTERISTICHE IMPRENDITORIALI .................................................................. 15

3.3 – APERTURA INTERNAZIONALE ............................................................................................... 21

3.4 – FATTORI STRUTTURALI: CREDITO BANCARIO E FINANZA LOCALE .................................................. 28

4 – L’ATTRATTIVITÀ DELLA CALABRIA ..................................................................... 364.1 – LA PRESSIONE DEMOGRAFICA .............................................................................................. 36

4.2 – MISURE DEL BENESSERE ..................................................................................................... 41

4.3 – SCOLARIZZAZIONE E MERCATO DEL LAVORO ........................................................................... 44

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1 - Lo scenario economico nazionale ed internazionale1

La crescita dell’economia globale e del commercio internazionale rallentano i ritmi, seppur con qualche differenza a livello geografico. Negli Stati Uniti l’espansione prosegue, anche se a tassi di crescita contenuti, registrando nel quarto trimestre 2015, un incremento del +1,4% in ragione d’anno. Nei paesi emergenti, invece, la crescita si attenua, e le prospettive divengono fragili, tanto che l’FMI e l’OCSE hanno indicato la loro evoluzione come il principale elemento di rischio per la crescita e la stabilità dei mercati internazionali. Questo ha fatto sì che il Fondo Monetario Internazionale rivedesse a ribasso di 0,2 punti percentuali le previsioni della crescita mondiale in corso e di 0,1 quella per il prossimo anno. Complessivamente per il 2016, l’economia mondiale dovrebbe espandersi del +3,2%, attestandosi su un ritmo di crescita leggermente inferiore al 2015.

Sulle prospettive di andamento della domanda globale hanno inciso inoltre le quotazioni petrolifere. I costi sono scesi, a febbraio, ai valori minimi da 13 anni (28 dollari al barile), provocando una forte redistribuzione delle risorse dai paesi esportatori a quelli importatori netti di greggio. Tale minore spesa energetica avrebbe dovuto determinare un incremento dei livelli di domanda nei paesi importatori, mentre in quelli esportatori la riduzione dei consumi e degli investimenti avrebbe dovuto essere compensata da una riduzione del risparmio. Pur tuttavia la notevole caduta dei prezzi del greggio non ha comportato una crescita globale più robusta, costituendo tale fatto, secondo i principali economisti, uno dei fenomeni economici più sorprendenti del 20152

L’economia italiana prosegue una lenta ripresa avviata procedendo a ritmi contenuti. Nell’ultimo periodo del 2015 la crescita del Pil si è attestata al +0,1% rispetto al trimestre precedente, sostenuta sia dall’aumento della spesa delle famiglie sia dall’accelerazione degli investimenti. Anche il commercio estero, dopo una flessione registrata nel corso del terzo trimestre 2015, ha registrato una dinamica positiva (+1,3%). Dal punto di vista dell’offerta, il prodotto interno lordo ha sperimentato un lieve incremento sia nei servizi sia, dopo anni di

.

Nell’area euro, la crescita del Pil ha mostrato per il primo trimestre 2016 andamenti superiori alle attese (+0,6%), registrando un incremento congiunturale del +0,3%. La produzione industriale, ha registrato un significativo incremento nel trimestre dicembre-febbraio rispetto ai tre mesi precedenti del +0,6%. Nel mercato del lavoro europeo proseguono i segnali positivi. Il tasso di disoccupazione si è ridotto al 10,2%, attestandosi al livello più basso da agosto 2011.

A marzo l’inflazione sui dodici mesi dell’anno si è attestata su valori nulli. Per questo il Consiglio Direttivo della BCE ha adottato alcune misure per favorire la ripresa dell’inflazione su valori prossimi al 2 per cento. I tassi di interesse ufficiali sono stati ridotti e il programma di acquisto di attività è stato rafforzato (Expanded Asset Purchase Programme, APP); per favorire l’afflusso di credito a famiglie e imprese è stato inoltre deciso che saranno introdotte, a partire dal prossimo giugno, quattro nuove operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine a condizioni estremamente vantaggiose.

1 Le informazioni contenute all’interno di questo paragrafo sono state dedotte dal Bollettino economico – Aprile 2016 di Banca d’Italia e dalla Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana – Aprile 2016 dell’Istat. 2 K. Rogoff, Oil prices and global growth, “Project Syndacate. The World’s Opinion Page”, 14 dicembre 2015; Bollettino economico Banca d’Italia – Aprile 2016

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stagnazione, anche nel settore edile. Al contrario, l’industria in senso stretto perdura nella fase stagnante.

I consumi interni delle famiglie proseguono la fase di rafforzamento iniziata nell’estate 2013, grazie al recupero del reddito disponibile e alla stabilizzazione delle quotazioni immobiliari. A febbraio le vendite al dettaglio hanno registrato un incremento congiunturale dello 0,3% sia in valore sia in volume. I prodotti alimentari sono stati la componente più dinamica (+0,8% in volume), mentre i beni non alimentari hanno mostrato un ritmo di crescita più moderato (+0,2%). Nel periodo dicembre 2015-febbraio 2016 l’indice delle vendite ha comunque registrato una sostanziale stazionarietà.

Questo grazie anche al mercato del lavoro che ha registrato una dinamica positiva, derivante da un incremento del numero di occupati, cresciuti, al netto dei fattori stagionali, del +0,3% nel quarto trimestre 2015. Tra le diverse tipologie di occupazione, quella a tempo indeterminato ha beneficiato della decisione da parte dei datori di lavoro di usufruire degli sgravi contributivi del “jobs act” previsti sino alla fine dello scorso anno, prima della loro riduzione in vigore dall’inizio del 2016.

Un segnale positivo è anche pervenuto dal settore bancario che ha migliorato l’erogazione del credito alle famiglie. La concessione di mutui e finanziamenti ed altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi ha registrato un netto incremento pari al +23% rispetto al 2014.

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2 – Le traiettorie di sviluppo della Calabria L’anno 2015 è stato definito da politici, economisti, intellettuali e stakeholders come l’anno della ripresa. I fatti però hanno dimostrato come la ripresa in particolare nel nostro Paese e nei vari contesti territoriali sia stata sostanzialmente debole e come i consumi privati e gli investimenti abbiano stentato a decollare. La crescita complessiva del valore aggiunto a prezzi correnti (comprensiva quindi dei fenomeni inflattivi) è stata infatti in Italia pari a +1,3 punti percentuali rispetto al 2014 ed è stata trainata in particolare dalla domanda di beni e servizi attivata dall’estero: le esportazioni sono, infatti, cresciute del 3,8%. In questo contesto il territorio calabrese ha presentato una minor dinamicità nella creazione di ricchezza evidenziando una variazione del valore aggiunto prodotto pari a +0,9 punti percentuali.

Pur tuttavia il tessuto imprenditoriale appare essere vivo e reattivo componendosi, secondo i dati di fonte Infocamere, al primo trimestre del 2016, di 181.875

Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere

unità e registrando, rispetto all’analogo periodo del 2015, un lusinghiero incremento del +1,3% a fronte di una crescita media del Mezzogiorno dello 0,8% e dell’Italia del +0,4%. Tale incremento conferma, inoltre, quanto già di positivo si era registrato nel corso del 2015 quando l’incremento delle imprese calabresi era stato di 1,2 punti percentuali anche in questo caso maggiore degli altri contesti di riferimento.

Va poi segnalata a livello settoriale la crescita del comparto agricolo, nella prima parte del 2016, con una dinamica in Calabria in netta controtendenza rispetto al Mezzogiorno e al Paese. Le imprese agricole calabresi presentano un incremento dell’1,2%, passando da 30.268 del marzo 2015 a 30.654 del 2016; nel Sud ed in Italia, invece, si registrano nel settore primario cali rispettivamente pari a 0,4 punti percentuali ed a 0,6 punti.

Graf. 2.1 – Imprese registrate in Calabria, nel Sud e Isole ed in Italia (Anno 2015 e I trimestre 2016; Variazioni % rispetto al 2014 e al I trimestre 2015)

1,3

0,8

0,4

1,2

0,5

0,3

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

1,4

1,6

CALABRIA SUD E ISOLE ITALIA

Var. % Marzo 2015 / Marzo 2016

Var. % Dicembre 2014 / Dicembre 2015

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Un tessuto di impresa quindi che si irrobustisce grazie anche e soprattutto al contributo dell’imprenditoria straniera che in Calabria cresce anno dopo anno e che mostra un incremento del +6,5% nel 2015 a fronte di una media Paese dl +5,0%; la tendenza positiva sperimentata dall’imprenditoria straniera riesce, inoltre, a compensare l’erosione della base imprenditoriale provocata dalla chiusura delle imprese giovanili e di quelle artigiane.

Sul piano occupazionale va, invece, sottolineato come il 2016 si sia aperto con un valore del tasso di occupazione pari a marzo al 38,6% in calo rispetto al 38,9% di media del 2015, ma in crescita rispetto ai primi tre mesi del 2015 di 1,7 punti percentuali. Il livello occupazionale complessivo calabrese pur tuttavia resta inferiore alla media del Mezzogiorno e a quella del Paese, fattore questo di debolezza strutturale rispetto alla realtà media meridionale.

Anche le dinamiche della disoccupazione evidenziano le maggiori criticità del territorio calabrese. Il tasso di disoccupazione nei primi mesi del 2016 pur in calo rispetto all’analogo periodo del 2015 (si passa dal 25,1% del marzo 2015 al 24,6% del 2016) resta comunque più alto del contesto meridionale di oltre 4 punti percentuali.

Nonostante il più basso livello di occupazione la Calabria mostra una “intensità” di lavoro migliore di altri contesti. Se si guarda, infatti, alle ore lavorate, si nota come nel 2015 il 71,8% degli occupati calabresi lavori almeno 30 ore settimanali. La quota risulta di oltre un punto percentuale superiore alla media del Mezzogiorno (70,6%), e di quasi mezzo punto nei confronti di quella nazionale (71,4%).

Tab. 2.1 – Tasso di occupazione 15-64 anni e tasso di disoccupazione 15 anni e più in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2015 e 2016; Valori percentuali)

Anno 2015 Marzo 2015 Marzo 2016

Tasso di occupazione 15-64 anni CALABRIA 38,9 36,9 38,6 SUD E ISOLE 42,5 41,7 42,3 ITALIA 56,3 55,5 56,3

Tasso di disoccupazione 15 anni e più CALABRIA 22,9 25,1 24,6 SUD E ISOLE 19,4 20,5 20,1 ITALIA 11,9 13,0 12,1 Fonte: Istat

Considerando poi i fattori di contesto che connotano il territorio calabrese si segnalano in particolare taluni elementi di positività che concernono in primis aspetti ambientali. Si evidenzia, infatti, come risulti rilevante l’impegno dimostrato nel contenimento della produzione di rifiuti solidi urbani; la produzione procapite di rifiuti ammonta in Calabria a 410,3 kg nell’ultimo anno esaminato a fronte dei 443,2 Kg del Mezzogiorno. Inoltre, pur su livelli ancora contenuti va comunque segnalato l’impegno crescente dimostrato nei confronti della raccolta differenziata dei rifiuti prodotti. Rispetto al totale dei rifiuti urbani, in Calabria si differenzia il 18,6%, registrando un incremento del +3,8% rispetto al 2013.

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Segnali positivi arrivano poi dal comparto turistico, risorsa strategica per l’economia del Paese e anche del territorio calabrese. Gli ultimi dati sugli arrivi stranieri di Fonte Banca d’Italia (ex U.I.C.), confermano infatti nei primi due mesi del 2016 il trend positivo di incremento dei viaggiatori stranieri registrato in Calabria nel 2015

Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia

. Si sottolinea, infatti, a tal proposito come complessivamente nel 2015 si sia registrata una crescita degli arrivi dall’estero rispetto al 2014 di 23 punti percentuali che ha invertito i poco confortanti cali degli anni precedenti; inoltre, tra gennaio e febbraio 2016, si registra rispetto all’analogo periodo del 2015 un incremento superiore al 40%, passando gli arrivi di turisti stranieri in Calabria da 14 mila a 20 mila circa.

Passando ad esaminare altri fattori di contesto va sottolineato come un elemento ostativo alla ripresa è rintracciabile nella pressione tributaria su famiglie e imprese che continua ad essere particolarmente consistente nel Paese e nei vari contesti territoriali, come evidenziato dalle principali statistiche nazionali ed internazionali; a tal riguardo si segnala in positivo come in Calabria si registri comunque un gravame per le entrate tributarie delle Amministrazioni comunali inferiore rispetto alla media del Mezzogiorno (472 euro circa pro capite in Calabria nel 2015 a fronte di 517 euro del Sud); pur tuttavia, la leva fiscale continua ad essere un costo che scoraggia la domanda di consumo delle famiglie e comprime gli investimenti delle imprese non agevolando quindi una pronta e duratura ripresa economica.

Anche il sistema bancario può contribuire ad avviare un percorso di ripresa dell’economia calabrese, ad esempio riducendo il costo dei finanziamenti alle famiglie e alle imprese che ancora oggi è tra i più alti del Paese. Si osserva, infatti, al riguardo come il livello dei tassi di interesse applicati in Calabria sulle operazioni a revoca delle famiglie sia pari a 8,93 punti percentuali, a fine 2015, a fronte del 5,53% medio del Mezzogiorno. Analogamente sulle operazioni a revoca delle imprese viene applicato in Calabria un tasso medio del 9,65% a fronte di un valore nel Sud dell’8,96%.

Graf. 2.2 – Andamento degli impieghi bancari in Calabria, nel Sud e Isole ed in Italia (Anno 2015 e I trimestre 2016; Variazioni % rispetto al 2014 e al I trimestre 2015)

1,1

2,5

0,0

1,5

1,6

-0,4

-1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0

CALABRIA

SUD E ISOLE

ITALIAVar. % Marzo 2015 / Marzo 2016

Var. % Dicembre 2014 / Dicembre 2015

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Va comunque segnalato in positivo come gli impieghi bancari per il sistema socio-economico della Calabria siano cresciuti nel 2015 e soprattutto nei primi tre mesi del 2016 (+1,5%) su livelli non lontani dalla media del Mezzogiorno e soprattutto in controtendenza rispetto alla flessione registrata nei primi tre mesi dell’anno in Italia (-0,4%).

Il ruolo del sistema bancario e soprattutto della Pubblica Amministrazione risulta più che mai strategico per invertire un percorso di declino. Soprattutto la PA è un attore chiave del processo di “inversione di rotta” in quanto se da un lato agiscono sulla competitività del tessuto di impresa i costi della burocrazia a carico delle PMI, dall’altro il sostegno alle imprese espresso da contributi, trasferimenti, incentivi ed altre azioni può coadiuvare il sistema imprenditoriale a recuperare margini di produttività, soprattutto in chiave di implementazione di processi di commercializzazione su mercati esteri dinamici, fattore questo che ancora oggi risulta essere un potenziale non sfruttato dal sistema produttivo calabrese.

Nonostante, infatti, si registrino buone performance esportative nel territorio calabrese nell’ultimo anno (+15,1% a fronte del 3,8% medio del Paese), la consistenza assoluta dei flussi di beni e servizi della Calabria appare ancora distante dagli altri contesti meridionali. D’altra parte il solo export non può aiutare le imprese locali a recuperare il gap in termini di competitività con i principali competitors europei se la domanda interna rimane debole; la spinta esportativa oltretutto non migliora necessariamente la capacità produttiva né fa crescere significativamente la propensione agli investimenti, oltre a non risolvere il problema della disoccupazione.

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3 – Il quadro strutturale e produttivo

Nell’esaminare il quadro strutturale e produttivo recente della Calabria e delle sue province si è operata una disamina sia delle caratteristiche e dinamiche che hanno contraddistinto il sistema imprenditoriale sia delle tendenze comportamentali di altri attori chiave dello sviluppo locale quali il sistema bancario e le amministrazioni comunali.

In particolare si è proceduto dapprima a fornire una fotografia del ruolo delle imprese, andando ad analizzare le dinamiche della produzione di ricchezza, della nati-mortalità di impresa (anche rispetto ad alcune tipologie specifiche quali: imprese giovani, femminili, artigiane e straniere) e dell’apertura internazionale (in chiave di interscambio commerciale e di flussi turistici) del sistema imprenditoriale calabrese in un’ottica di confronto con la media del Mezzogiorno e del Paese.

Per quanto concerne poi il mondo bancario si sono esaminate le dinamiche recenti della raccolta ed erogazione di credito da parte delle banche e della rischiosità dei finanziamenti bancari. Il ruolo delle amministrazioni pubbliche locali, invece, è stato esaminato sul piano della evoluzione della pressione fiscale a carico della collettività e della spesa per macro voce; si è, infatti, ritenuto utile fornire alcuni elementi di riflessione sul gravame dei costi della burocrazia rispetto alla capacità di attivare azioni che possono coadiuvare il sistema imprenditoriale a recuperare margini di produttività.

3.1 – Caratteristiche della creazione di ricchezza Le economie regionali hanno mostrato nel 2015 una timida reazione agli stimoli del mercato interno ed estero ed in particolare il sistema produttivo calabrese ha evidenziato una crescita del valore aggiunto del +0,9% (a prezzi correnti), in linea con la media del Mezzogiorno ma inferiore al valore medio italiano (+1,3%).

Disaggregando il dato a livello provinciale si nota come il contributo più rilevante alla media regionale sia stato fornito dal territorio catanzarese in cui si registra un aumento del +1,7%, mentre più modesta è la crescita pur positiva del valore aggiunto del sistema imprenditoriale cosentino che si attesta su un +0,4%.

Se si analizza poi il contributo dei singoli settori produttivi alla creazione di ricchezza si nota come il sistema industriale calabrese continui tutt’oggi a fornire un apporto inferiore rispetto ad altri contesti del Mezzogiorno. L’industria crea, infatti, il 7,3% del valore aggiunto complessivo della regione a fronte di un valore medio del Sud del 12,2% e nazionale del 18,6%. Ad esclusione del territorio di Crotone in cui l’industria fornisce un apporto pari al 15,6% del valore aggiunto prodotto in provincia, negli altri contesti il settore non supera il 10% del totale della ricchezza prodotta, con un minimo nella provincia di Reggio Calabria pari a 3,7 punti percentuali, in cui l’industria risulta in “arretramento” da diversi anni.

L’agricoltura si conferma, invece, come un settore più importante per l’economia calabrese rispetto alla media nazionale ma anche rispetto al contesto meridionale. Il 4,8% del valore aggiunto della Calabria è generato, infatti, dal settore primario a fronte del 2,2% dell’Italia e del 3,7% del Mezzogiorno.

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Tab. 3.1 - Distribuzione del valore aggiunto ai prezzi base e correnti nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia per settore di attività economica (Anni 2014 e 2015; Valori assoluti in milioni di euro e valori percentuali)

Agricoltura, silvicoltura

e pesca

Industria in senso stretto

Costruzioni

Commercio, Trasporti, Servizi di

alloggio e di ristorazione, Informazione

e comunicazione

Altri servizi Totale

Totale economia

2015 (milioni di

euro)

Valori assoluti 2014 (milioni di euro) Cosenza 499 694 489 2.194,5 5.709,1 9.586 9.704,2 Catanzaro 212 518 321 1.391,2 3.531,4 5.974 5.987,7 Reggio di Calabria 391 314 353 3.074,1 4.456,7 8.588 8.620,6 Crotone 128 384 144 487,2 1.322,8 2.466 2.478,2 Vibo Valentia 155 203 113 498,0 1.236,1 2.206 2.218,9 CALABRIA 1.384 2.114 1.421 7.645,0 16.256,2 28.820 29.009,5 SUD E ISOLE 12.214 40.561 17.560 78.430,8 183.799,4 332.565 335.291,0 ITALIA 31.551 268.900 71.376 345.251,3 732.157,5 1.449.236 1.468.126,0

Valori percentuali 2014

Var. % 2014/2015

Totale economia

Cosenza 5,2 7,2 5,1 22,9 59,6 100,0 0,4 Catanzaro 3,5 8,7 5,4 23,3 59,1 100,0 1,7 Reggio di Calabria 4,5 3,7 4,1 35,8 51,9 100,0 0,8 Crotone 5,2 15,6 5,8 19,8 53,6 100,0 0,7 Vibo Valentia 7,0 9,2 5,1 22,6 56,0 100,0 1,2 CALABRIA 4,8 7,3 4,9 26,5 56,4 100,0 0,9 SUD E ISOLE 3,7 12,2 5,3 23,6 55,3 100,0 0,8 ITALIA 2,2 18,6 4,9 23,8 50,5 100,0 1,3 Fonte:Unioncamere - Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne L’industria calabrese si connota, altresì, per la rilevante presenza di micro e piccole imprese che contribuiscono alla creazione di oltre il 74% del valore aggiunto complessivo del settore a fronte di incidenze più ridotte registrate nel Mezzogiorno (60,2%) e dell’Italia (54,6%). Nel settore dei servizi, al contrario, il contributo fornito dalle imprese più piccole alla formazione del valore aggiunto della Calabria risulta inferiore alla media meridionale e nazionale.

Complessivamente, quindi, il territorio calabrese vede un apporto della piccola impresa alla creazione del valore aggiunto pari a 64,2 punti percentuali a fronte di una media del Mezzogiorno di 63,4 e nazionale di 60,8 punti percentuali.

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Tab. 3.2 - Distribuzione percentuale del valore aggiunto ai prezzi base e correnti nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia per settore di attività economica e fascia dimensionale di impresa (Anno 2013; Valori percentuali)

Industria Servizi Totale Fino a

49 addetti

50-249 addetti

250 addetti e oltre

Fino a 49

addetti

50-249 addetti

250 addetti e oltre

Fino a 49

addetti

50-249 addetti

250 addetti e oltre

Cosenza 76,7 7,1 16,3 62,0 8,7 29,3 66,0 8,0 26,0 Catanzaro 69,7 7,8 22,5 55,7 8,9 35,5 59,4 8,4 32,2 Reggio di Calabria 75,5 11,0 13,6 60,5 4,9 34,6 63,6 5,2 31,2 Crotone 74,2 13,4 12,4 62,9 10,7 26,4 67,2 10,8 22,0 Vibo Valentia 73,1 11,6 15,3 65,1 2,7 32,2 68,6 3,8 27,5 CALABRIA 74,1 9,3 16,6 60,5 7,3 32,2 64,2 7,2 28,6 SUD E ISOLE 60,2 13,0 26,9 62,3 8,2 29,5 63,4 8,7 27,9 ITALIA 54,6 19,2 26,2 61,5 8,8 29,7 60,8 11,1 28,2 Fonte: Unioncamere - Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne A contribuire alla creazione di valore aggiunto del sistema economico calabrese, concorre non solo il sistema imprenditoriale privato, ma anche altri importanti attori, come i liberi professionisti e la Pubblica Amministrazione.

I primi rappresentano un importante segmento del sistema economico e sono costituiti da tutti quei lavoratori che svolgono un’attività economica a favore di terzi, volta alla prestazione di servizi mediante l’esercizio principale di “lavoro intellettuale”.

Essi rappresentano specifiche professionalità, il cui libero esercizio è subordinato alla soddisfazione di specifici requisiti previsti dalla legge, e dall’iscrizione in appositi Albi professionali o associazioni di categoria.

L’esercizio della libera professione, si stima abbia generato nella regione nel 2013 (ultimo anno disponibile) 1,6 miliardi di euro, in particolare con l’apporto del territorio cosentino che con oltre 612 milioni di euro ha generato il 37% del totale regionale.

Sono soprattutto le attività legali e di contabilità che nel territorio calabrese si stima abbiano contribuito alla creazione del valore aggiunto del settore, con 725 milioni di euro prodotti nel 2013, ovvero il 43,9% del totale; un valore superiore rispetto a quanto si evidenzia sia per il Mezzogiorno (42,5%) sia rispetto all’Italia nel suo complesso (40,6%). Seguono, per incidenza sul totale, le attività di assistenza sanitaria con 454,5 milioni di euro e le attività degli studi di architettura e di analisi tecniche (261,4 milioni di euro).

Residuale la quota di valore aggiunto creata dalle altre attività professionali, scientifiche e tecniche che producono 51,8 milioni di euro, ovvero il 3,1% del totale; un valore in linea con la media meridionale, ma inferiore a quella nazionale dove il medesimo valore raggiunge quota pari al 6,1%.

Altro importante attore nella creazione del valore aggiunto provinciale è la Pubblica Amministrazione, intesa come l’insieme di tutti gli enti pubblici che concorrono all’esercizio e alle funzioni dell’amministrazione dello Stato italiano. In Calabria, essa ricopre all’interno del sistema economico un ruolo rilevante nella generazione di ricchezza considerando come con 6,9 miliardi di euro prodotti nel 2013, essa contribuisca a creare il 24,1% del valore

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aggiunto dell’intera economia locale, più della media meridionale (21,2%) e soprattutto di quella nazionale (13,6%).

Tab. 3.3 – Valore aggiunto ai prezzi base e correnti dei liberi professionisti nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia per divisione di attività economica Ateco 2007 (Anno 2013; Valori assoluti in milioni di euro e valori percentuali)

Attività legali e

contabilità

Attività degli studi di

architettura e

d'ingegneria; collaudi ed

analisi tecniche

Altre attività professionali, scientifiche e

tecniche

Assistenza sanitaria

Altri settori Totale

Valori assoluti (milioni di euro)

Cosenza 270,6 108,1 16,8 162,0 55,1 612,5 Catanzaro 144,6 53,1 11,4 95,2 29,2 333,5 Reggio di Calabria 208,0 61,0 15,5 127,8 45,4 457,8 Crotone 52,7 19,0 4,2 35,6 17,7 129,2 Vibo Valentia 49,7 20,1 3,9 34,0 13,7 121,4 CALABRIA 725,5 261,4 51,8 454,5 161,1 1.654,4 SUD E ISOLE 8.493,6 3.079,1 696,2 5.401,8 2.303,0 19.973,7 ITALIA 33.601,4 14.669,2 5.023,1 18.749,5 10.794,8 82.838,0

Valori percentuali

Cosenza 44,2 17,7 2,7 26,4 9,0 100,0 Catanzaro 43,3 15,9 3,4 28,5 8,8 100,0 Reggio di Calabria 45,4 13,3 3,4 27,9 9,9 100,0 Crotone 40,7 14,7 3,2 27,6 13,7 100,0 Vibo Valentia 40,9 16,6 3,2 28,0 11,3 100,0 CALABRIA 43,9 15,8 3,1 27,5 9,7 100,0 SUD E ISOLE 42,5 15,4 3,5 27,0 11,5 100,0 ITALIA 40,6 17,7 6,1 22,6 13,0 100,0 Fonte: Unioncamere - Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne

Dal punto di vista settoriale, il maggior contributo proviene dal settore dell’amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale e obbligatoria che produce 3,4 miliardi di euro, contribuendo al 49,5% del totale del valore aggiunto della PA ricoprendo un peso inferiore rispetto a quanto si evidenzia per la media del Sud (51,2%) e nazionale (50,9%). Segue per valore aggiunto prodotto, l’istruzione con 2,1 miliardi di euro prodotti nel 2013 (30,0%) e l’assistenza sanitaria con 1,3 miliardi di euro (18,4%).

Trascurabile, infine, un importante settore di destinazione delle risorse pubbliche, ovvero la ricerca scientifica e sviluppo che in Calabria arriva a circa 41 milioni di euro, ovvero lo 0,6% del totale del valore aggiunto prodotto dalla Pubblica Amministrazione. Si tratta di un valore decisamente inferiore rispetto alla media meridionale (1,4%), e soprattutto, nel confronto con quella nazionale (2,3%)

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Tab. 3.4 – Valore aggiunto ai prezzi base e correnti della Pubblica Amministrazione nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia per divisione di attività economica Ateco 2007 (Anno 2013; Valori assoluti in milioni di euro e valori percentuali)

Magazzinaggio e attività di supporto ai

trasporti

Ricerca scientifica

e sviluppo

Amministrazione pubblica e

difesa; assicurazione

sociale obbligatoria

Istruzione Assistenza sanitaria

Servizi di assistenza

sociale residenziale

Assistenza sociale non residenziale

Attività creative,

artistiche e di intrattenimento

Attività di biblioteche,

archivi, musei ed

altre attività culturali

Attività di organizzazioni

associative

Altri settori Totale

Incidenza percentuale

sul totale valore

aggiunto

Valori assoluti (milioni di euro)

Cosenza 9,4 31,5 993,4 720,5 509,7 0,8 0,5 1,1 27,4 3,8 15,6 2.313,7 24,1

Catanzaro 0,0 6,8 756,1 373,3 398,6 0,0 0,8 0,1 4,1 2,9 6,4 1.549,0 26,0

Reggio di Calabria 1,8 2,8 1.158,6 595,9 127,7 0,0 0,0 0,0 13,5 3,3 6,9 1.910,6 22,5

Crotone 0,0 0,0 253,9 169,7 108,1 0,0 0,1 0,0 2,1 1,6 1,2 536,8 21,9

Vibo Valentia 0,0 0,0 258,1 211,3 125,8 0,0 0,3 0,0 2,8 0,8 0,8 600,0 27,8

CALABRIA 11,2 41,1 3.420,1 2.070,8 1.270,0 0,8 1,7 1,2 50,0 12,4 30,8 6.910,1 24,1

SUD E ISOLE 94,9 1.013,1 36.349,6 19.529,0 11.991,3 104,5 171,5 95,9 700,4 105,7 798,4 70.954,3 21,2

ITALIA 685,3 4.542,7 100.205,7 48.580,0 37.098,0 566,0 858,5 323,0 2.165,4 407,2 1.590,8 197.022,6 13,6

Valori percentuali

Cosenza 0,4 1,4 42,9 31,1 22,0 0,0 0,0 0,0 1,2 0,2 0,7 100,0

Catanzaro 0,0 0,4 48,8 24,1 25,7 0,0 0,0 0,0 0,3 0,2 0,4 100,0 Reggio di Calabria 0,1 0,1 60,6 31,2 6,7 0,0 0,0 0,0 0,7 0,2 0,4 100,0 Crotone 0,0 0,0 47,3 31,6 20,1 0,0 0,0 0,0 0,4 0,3 0,2 100,0 Vibo Valentia 0,0 0,0 43,0 35,2 21,0 0,0 0,1 0,0 0,5 0,1 0,1 100,0 CALABRIA 0,2 0,6 49,5 30,0 18,4 0,0 0,0 0,0 0,7 0,2 0,4 100,0 SUD E ISOLE 0,1 1,4 51,2 27,5 16,9 0,1 0,2 0,1 1,0 0,1 1,1 100,0 ITALIA 0,3 2,3 50,9 24,7 18,8 0,3 0,4 0,2 1,1 0,2 0,8 100,0 Fonte: Unioncamere - Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne

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3.2 – Dinamiche e caratteristiche imprenditoriali Le imprese registrate a fine 2015 in Calabria sono, secondo i dati di fonte Infocamere, oltre 182 mila e rappresentano meno del 10% del tessuto imprenditoriale meridionale. Rispetto al 2014, si registra un incremento del +1,2%, dinamica nettamente superiore di quella che si evidenza per la media meridionale (+0,5%) e rispetto a quella nazionale (+0,3%).

A livello provinciale si evidenziano le ottime performance del territorio reggino, che cresce di 1,7 punti percentuali in un anno, e di quello crotonese (+1,5 punti). Meno performante è la provincia di Vibo Valentia dove l’incremento delle imprese registrate seppur positivo si attesta su +0,4 punti percentuali.

Tab. 3.5 - Numero di imprese totali registrate nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia per settore di attività economica (Anno 2015; Valori assoluti)

Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Altri servizi Non classificate Totale

Cosenza 11.661 5.258 8.250 19.891 16.251 5.619 66.930

Catanzaro 4.335 2.519 4.061 11.801 8.079 2.516 33.311

Reggio di Calabria 7.566 4.129 5.515 18.422 11.401 4.496 51.529

Crotone 4.605 1.391 2.159 4.482 3.377 1.243 17.257

Vibo Valentia 2.690 1.067 1.539 3.832 3.144 782 13.054

CALABRIA 30.857 14.364 21.524 58.428 42.252 14.656 182.081

SUD E ISOLE 341.789 166.050 237.803 602.156 482.534 168.109 1.998.441

ITALIA 758.953 609.554 851.696 1.551.851 1.892.851 392.742 6.057.647

Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Unioncamere - Infocamere Il sistema imprenditoriale calabrese si concentra soprattutto nel settore terziario, dove cumulativamente, si localizzano oltre la metà delle imprese registrate nel 2015. Nello specifico, circa un’impresa su tre opera nel comparto commerciale, ovvero 58,4 mila unità registrate, e altre 42,2 mila aziende in quello degli altri servizi. In entrambi i casi, peraltro, si registra rispetto all’anno precedente, un incremento del numero di imprese registrate, rispettivamente del +1,4% e del +2,3%.

Tab. 3.6 - Numero di imprese totali registrate nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia per settore di attività economica (Anno 2015; Valori percentuali)

Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Altri servizi Non classificate Totale

Cosenza 17,4 7,9 12,3 29,7 24,3 8,4 100,0

Catanzaro 13,0 7,6 12,2 35,4 24,3 7,6 100,0

Reggio di Calabria 14,7 8,0 10,7 35,8 22,1 8,7 100,0

Crotone 26,7 8,1 12,5 26,0 19,6 7,2 100,0

Vibo Valentia 20,6 8,2 11,8 29,4 24,1 6,0 100,0

CALABRIA 16,9 7,9 11,8 32,1 23,2 8,0 100,0

SUD E ISOLE 17,1 8,3 11,9 30,1 24,1 8,4 100,0

ITALIA 12,5 10,1 14,1 25,6 31,2 6,5 100,0

Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Unioncamere - Infocamere

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Seguono per numerosità, il comparto primario dove si localizzano 30,8 mila imprese e quello edile dove invece sono presenti circa 21,5 mila unità. Nel primo caso, inoltre, si registra una crescita del +1,2%, mentre le costruzioni evidenziano una riduzione rispetto il 2014 del -0,2%.

A livello provinciale si evidenzia poi un rilevante peso dell’agricoltura nel territorio crotonese in cui le imprese agricole rappresentano il 26,7% del totale. Il commercio, invece, è particolarmente presente in provincia di Reggio Calabria: nel settore si concentra il 36% circa del tessuto imprenditoriale reggino.

Tab. 3.7 - Numero di imprese totali registrate nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia per settore di attività economica (Variazioni percentuali tra il 2014 ed il 2015)

Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Altri servizi Non classificate Totale

Cosenza 0,4 0,4 -0,4 1,2 2,5 0,4 1,0

Catanzaro 1,7 -1,2 -0,2 1,0 2,6 -1,0 1,0

Reggio di Calabria 1,4 -0,4 0,3 2,2 2,3 1,9 1,7

Crotone 2,9 0,8 -1,0 1,3 0,9 3,6 1,5

Vibo Valentia 0,5 -0,7 -0,1 0,1 1,6 -0,5 0,4

CALABRIA 1,2 -0,2 -0,2 1,4 2,3 0,8 1,2

SUD E ISOLE -0,8 -0,5 -0,7 0,6 2,0 1,4 0,5

ITALIA -1,0 -0,8 -1,2 0,2 1,6 1,5 0,3

Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Unioncamere - Infocamere Il tasso di natalità della Calabria, calcolato come il rapporto tra il numero di imprese nate in un dato periodo e il totale della popolazione imprenditoriale presente ad inizio periodo, si attesta nel 2015 sul 6,33%, in linea rispetto ai risultati registrati negli anni precedenti, visto che nel 2014 il medesimo indicatore segnava un 6,37%. Si tratta poi di un valore che appare superiore rispetto alla media nazionale (6,15%) e meridionale (6,28%). A livello provinciale si nota un particolare fermento nella provincia crotonese, in cui il valore del tasso assume il 6,86%, mentre all’opposto ultima risulta la provincia di Reggio Calabria che sperimenta un 5,89%.

A fonte di una stabilità del tasso di natalità, quello di mortalità calcolato, invece, come il rapporto tra il numero di imprese cessate in un anno e il totale della compagine registrata ad inizio d’anno, segna nel 2015, rispetto all’anno precedente, un miglioramento: il tasso di mortalità in Calabria si attesta al 5,02%, segnando un miglioramento rispetto a quanto si evidenziava nell’anno precedente, dove il medesimo indicatore era pari al 5,39%.

Il risultato appare sostanzialmente in linea rispetto alla media meridionale e a quella nazionale, dove i tassi si attestano rispettivamente al 5,26% e al 5,40%. Tuttavia, a livello provinciale si notano alcune differenze di rilievo; infatti, la provincia reggina registra il tasso più basso con 4,19 punti percentuali, mentre il valore più elevato del tasso di mortalità nel 2015 viene evidenziato dal territorio vibonese (5,82 punti percentuali).

La lettura congiunta di questi risultati lascia presumere come le difficoltà indotte dalla crisi economica che hanno ulteriormente indebolito il tessuto produttivo calabrese, stiano lasciando spazio a qualche segnale di ripresa, visibile da una riduzione del tasso di mortalità

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imprenditoriale e da una dinamica positiva nel numero di imprese registrate. Infatti anche, il tasso di sviluppo imprenditoriale, inteso come rapporto tra il saldo tra iscrizioni e cessazioni di un dato anno e il totale delle imprese registrate ad inizio anno, è in Calabria pari all’1,31%, superiore rispetto alla media del Sud (1,02%) e rispetto a quanto si evidenzia per la media nazionale (0,75%).

Tab. 3.8 – Tassi di natalità, mortalità e sviluppo imprenditoriale delle imprese nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2012-2015; Valori percentuali)

Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di sviluppo

imprenditoriale

2012 2013 2014 2015 2012 2013 2014 2015 2012 2013 2014 2015 Cosenza 6,23 6,04 6,22 6,34 5,74 6,00 5,78 5,18 0,49 0,05 0,43 1,16 Catanzaro 6,59 6,95 6,74 6,57 6,11 6,16 5,73 5,48 0,48 0,79 1,01 1,09 Reggio di Calabria 6,15 5,09 6,06 5,89 5,20 4,43 4,49 4,19 0,95 0,66 1,56 1,70 Crotone 6,65 6,31 7,13 6,86 6,25 7,02 5,61 5,33 0,40 -0,71 1,52 1,53 Vibo Valentia 7,38 6,82 6,45 6,68 6,57 5,81 5,61 5,82 0,80 1,01 0,84 0,85 CALABRIA 6,40 6,03 6,37 6,33 5,77 5,68 5,39 5,02 0,63 0,35 0,99 1,31 SUD E ISOLE 6,37 6,35 6,31 6,28 5,90 6,04 5,70 5,26 0,47 0,31 0,62 1,02 ITALIA 6,28 6,31 6,14 6,15 5,97 6,10 5,61 5,40 0,31 0,21 0,53 0,75 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere Un ulteriore utile strumento per approfondire le caratteristiche del tessuto imprenditoriale della Calabria è rappresentato dall’analisi delle categorie di impresa strutturalmente più deboli, come i giovani, le donne e gli stranieri. Le imprese giovanili, ovvero quelle imprese per le quali il titolare, i soci o gli amministratori hanno meno di 35 anni (a seconda che siano ditte individuali, società di persone o società di capitali) sono pari, a fine 2015, nella regione a 26.880 unità.

Le difficoltà indotte dalla crisi economica sembra abbiano particolarmente colpito questa categoria di imprenditori, considerando come dal 2011 si siano complessivamente perse oltre 3.200 imprese. Si tratta di un trend che continua a mostrare i propri effetti negativi visto che, rispetto al 2014, le imprese under 35 hanno registrato una flessione del -2,2%. A livello provinciale tra i peggiori cali di tutto il territorio calabrese si nota la provincia di Catanzaro (-2,5%).

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Tab. 3.9 - Numero di imprese giovanili registrate nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2015; Valori assoluti e variazioni percentuali)

2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2014/2015

Cosenza 10.268 9.893 9.438 9.202 8.994 -2,3 Catanzaro 5.430 5.286 5.158 5.166 5.035 -2,5 Reggio di Calabria 8.842 8.549 8.206 8.138 7.970 -2,1 Crotone 3.128 3.030 2.882 2.845 2.801 -1,5 Vibo Valentia 2.449 2.286 2.213 2.131 2.080 -2,4 CALABRIA 30.117 29.044 27.897 27.482 26.880 -2,2 SUD E ISOLE 285.755 277.855 269.846 263.599 257.299 -2,4 ITALIA 697.426 675.053 652.871 639.611 623.755 -2,5 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere Sono invece 13.758 le imprese straniere nella regione. Al contrario di quanto evidenziato per il segmento di imprenditoria giovanile, le aziende straniere rappresentano un comparto in forte crescita che ha registrato un incremento dal 2011 di oltre 2,8 mila unità. Un trend confermato anche dalla performance dell’ultimo anno, considerando come tra il 2014 ed il 2015, il numero di imprese straniere registrate sia cresciuto del +6,5%; un valore che in termini assoluti corrisponde ad oltre 800 unità in più. Di fatto, la tendenza positiva sperimentata dall’imprenditoria straniera nel corso degli ultimi anni in parte compensa l’erosione della base imprenditoriale provocata dalla chiusura delle imprese giovanili e di quelle artigiane calabresi. Tab. 3.10 - Numero di imprese straniere registrate nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2015; Valori assoluti e variazioni percentuali)

2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2014/2015

Cosenza 3.592 3.822 3.936 4.150 4.371 5,3 Catanzaro 2.863 3.018 3.178 3.341 3.472 3,9 Reggio di Calabria 3.103 3.393 3.559 3.918 4.328 10,5 Crotone 712 765 787 826 897 8,6 Vibo Valentia 663 628 652 685 690 0,7 CALABRIA 10.933 11.626 12.112 12.920 13.758 6,5 SUD E ISOLE 98.252 104.231 109.254 116.828 125.022 7,0 ITALIA 454.029 477.519 497.080 524.674 550.717 5,0 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere Anche le imprese artigiane, infatti, sono state particolarmente colpite dagli effetti della crisi economica, tanto che dal 2011, sono andate perdute nella regione quasi 3.000 unità produttive. Negativa anche la dinamica che si registra nel 2015 rispetto all’anno precedente, e che vede ridurre le imprese artigiane calabresi del -1,4%, portando la base imprenditoriale a 33,8 mila unità. Una flessione che appare più incisiva nella provincia di Crotone dove in un solo anno si registra una riduzione di 3,5 punti percentuali.

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Tab. 3.11 - Numero di imprese artigiane registrate nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2015; Valori assoluti e variazioni percentuali)

2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2014/2015

Cosenza 13.380 13.058 12.654 12.229 12.015 -1,7 Catanzaro 6.977 6.861 6.700 6.549 6.439 -1,7 Reggio di Calabria 10.149 10.039 9.875 9.763 9.752 -0,1 Crotone 3.437 3.385 3.237 3.165 3.053 -3,5 Vibo Valentia 2.945 2.779 2.695 2.593 2.564 -1,1 CALABRIA 36.888 36.122 35.161 34.299 33.823 -1,4 SUD E ISOLE 369.938 363.678 355.634 345.994 339.668 -1,8 ITALIA 1.461.183 1.438.601 1.407.768 1.382.773 1.361.014 -1,6 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere

Infine, le imprese femminili ammontano in Calabria a 42,5 mila unità. Al contrario di quanto visto per l’imprenditoria giovanile e artigiana, queste ultime crescono nel 2015 rispetto all’anno precedente di 1,5 punti percentuali, con un trend superiore a quelli meridionale e nazionale che mostrano dinamiche di crescita rispettivamente del +0,7% e del +0,8%.

Tab. 3.12 - Numero di imprese femminili registrate per grado di imprenditorialità nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2015; Valori assoluti e variazioni % sul 2014)

Esclusivo Forte Maggioritario Totale Var. %

2014/2015

Cosenza 13.497 1.792 301 15.590 1,7 Catanzaro 6.683 781 146 7.610 1,7 Reggio di Calabria 11.151 1.103 172 12.426 1,1 Crotone 3.680 307 56 4.043 2,6 Vibo Valentia 2.600 238 42 2.880 0,2 CALABRIA 37.611 4.221 717 42.549 1,5 SUD E ISOLE 404.322 56.254 10.298 470.874 0,7

ITALIA 1.070.384 195.535 46.532 1.312.451 0,8 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere

Le imprese femminili vengono poi classificate in base al grado di imprenditorialità. Esso viene definito sulla base della maggiore o minore partecipazione delle donne negli organi di controllo e nelle quote di proprietà dell’impresa. In particolare, il grado di imprenditorialità femminile è desunto dalla natura giuridica dell’impresa, dall’eventuale quota di capitale sociale detenuta e dalla percentuale di donne presenti tra gli amministratori o tra i soci dell’impresa, secondo i criteri condivisi definiti nella relativa tabella. Sulla base di questi criteri, viene fornita la classificazione del grado di presenza in maggioritaria, forte ed esclusiva.

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Secondo i dati di fonte Infocamere, delle 42,5 mila imprese femminili presenti in Calabria, la quota maggiore, ovvero 37,6 mila unità presentano carattere di esclusività. Si tratta dell’88,3%, ovvero una quota superiore rispetto alla media meridionale e nazionale, che si attestano, rispettivamente all’85,9% ed all’81,6%. Seguono 4,2 mila imprese con grado di imprenditorialità femminile forte, ovvero il 10% circa del totale delle aziende condotte da donne (Mezzogiorno: 56.254 ovvero l’11,9%, e Italia 195.535 ovvero il 14,9%); residualmente le altre imprese femminili presentano carattere maggioritario.

Le dinamiche degli ultimi anni, rendono, altresì, necessario soffermarsi su un ulteriore ed importante elemento di analisi, rappresentato dalle società a responsabilità semplificata. Questo tipo di società sono state introdotte dal Decreto legislativo 24 gennaio 2012 (recante “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”), con l’obiettivo di fornire uno strumento che favorisse la ripresa dello sviluppo imprenditoriale più strutturato e contrastasse, la recente dinamica di indebolimento dei tessuti produttivi. Questo tipo di società, infatti, rappresentano a tutti gli effetti delle società di capitali, e quindi sono caratterizzate da autonomia patrimoniale perfetta, ma per la loro costituzione è sufficiente un capitale minimo di “un euro”.

In Calabria, le società a responsabilità semplificata ammontano nel 2015 a 3.086 unità e rispetto al 2014 si è verificato un incremento del +78,1%, corrispondente in termini assoluti ad un aumento di 1.350 unità.

Tab. 3.13 - Numero di società a responsabilità semplificata registrate nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2012-2015; Valori assoluti e variazioni % sul 2014)

2012 2013 2014 2015 Var. % 2014/2015

Cosenza 45 292 790 1.406 78,0 Catanzaro 22 123 367 647 76,3 Reggio di Calabria 16 130 338 602 78,1 Crotone 10 59 179 300 67,6 Vibo Valentia 4 19 59 131 122,0 CALABRIA 97 623 1.733 3.086 78,1 SUD E ISOLE 1.294 7.673 20.030 35.498 77,2 ITALIA 2.868 17.663 47.086 84.988 80,5 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Infocamere Per completare il quadro relativo al tessuto imprenditoriale della Calabria, si è ritenuto opportuno analizzare inoltre un importante strumento normativo: il contratto di rete. Esso rappresenta un istituto legislativo, introdotto nel 2009, che consente di realizzare un modello di collaborazione tra imprese differenti, permettendo di realizzare progetti e obiettivi condivisi, pur garantendo il rispetto dell’autonomia e indipendenza di ogni azienda che vi partecipa. La sua stipulazione è pertanto strategica per l’accrescimento della capacità innovativa e competitività delle imprese e dei territori.

Nella regione sono 347 i soggetti che al primo trimestre 2016, secondo i dati di fonte Infocamere, aderiscono a un contratto di rete. Tra i contrattisti, inoltre, circa una impresa su quattro appartiene agli altri servizi (precisamente 85 aziende). Tale incidenza tuttavia risulta inferiore rispetto alla media del Mezzogiorno (il 35,6% dei contrattisti appartiene agli altri servizi ) e alla media nazionale (37,0% dei casi).

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Tab. 3.14 - Numero di soggetti aderenti ad un contratto di rete per settore di attività economica nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Primo trimestre 2016; Valori assoluti e %)

Agricoltura

Industria manifatturier

a

Altre industri

e

Costruzioni

Commercio

Ricettività turistica e ristorazion

e

Altri serviz

i

Non classificat

e Totale

Valori assoluti

Cosenza 15 23 0 6 7 15 14 3 83

Catanzaro 14 18 7 8 29 16 36 1 129 Reggio di Calabria 7 16 1 19 4 2 21 6 76

Crotone 1 4 0 2 0 1 8 1 17

Vibo Valentia 4 14 0 11 3 3 6 1 42

CALABRIA 41 75 8 46 43 37 85 12 347

SUD E ISOLE 428 728 50 374 382 269 1.291 102 3.624

ITALIA 1.331 3.527 171 1.440 1.399 694 5.167 249 13.978

Valori percentuali

Cosenza 18,1 27,7 0,0 7,2 8,4 18,1 16,9 3,6 100,0

Catanzaro 10,9 14,0 5,4 6,2 22,5 12,4 27,9 0,8 100,0 Reggio di Calabria 9,2 21,1 1,3 25,0 5,3 2,6 27,6 7,9 100,0

Crotone 5,9 23,5 0,0 11,8 0,0 5,9 47,1 5,9 100,0

Vibo Valentia 9,5 33,3 0,0 26,2 7,1 7,1 14,3 2,4 100,0

CALABRIA 11,8 21,6 2,3 13,3 12,4 10,7 24,5 3,5 100,0

SUD E ISOLE 11,8 20,1 1,4 10,3 10,5 7,4 35,6 2,8 100,0

ITALIA 9,5 25,2 1,2 10,3 10,0 5,0 37,0 1,8 100,0 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Unioncamere - Infocamere

3.3 – Apertura internazionale L’apertura internazionale di un sistema territoriale rappresenta un importante elemento per l’analisi economica. Il suo studio permette infatti di comprendere quanto l’economia locale interagisca con gli altri sistemi, e in che modo avvenga quello scambio di informazioni, prodotti e conoscenza, vitale per il buon funzionamento del mercato.

In questo studio, nello specifico, si esamineranno due importanti momenti di scambio con l’esterno: il commercio internazionale e i flussi turistici.

Il commercio con l’estero ha rappresentato, durante questo periodo di profonda crisi economica, uno degli elementi più importanti per il mantenimento dei livelli di ricchezza dei sistemi economici. Questo perché, a causa della stagnazione dei consumi interni, gli interscambi commerciali, trainati dalla crescita dei paesi emergenti, rappresentavano l’unica componente della domanda in grado di stimolare la produzione. Ora, i ritmi di crescita della domanda estera hanno perso un po’ del loro vigore, a causa anche del rallentamento delle dinamiche di crescita dei paesi emergenti, ma continuano a rappresentare una componente importante per la crescita dei sistemi economici.

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Il sistema produttivo calabrese continua tuttavia a non innestare un percorso di crescita rilevante sui mercati internazionali. Il valore dell’export del 2015 ammonta, infatti, (dato provvisorio) a 374 milioni di euro, contribuendo a generare meno dell’1% del totale delle esportazioni del Mezzogiorno, che si sono attestate complessivamente su 42,3 miliardi di euro.

Rispetto al 2014, comunque, la vendita di beni e servizi sui mercati esteri ha registrato una dinamica positiva, tanto che la variazione rispetto all’annualità precedente si è attestata sul +15,1%; una cifra che in termini assoluti corrisponde a circa 49 milioni di euro esportati in più. La dinamica, peraltro, registrata dalle esportazioni calabresi, è la migliore rispetto sia alla macro ripartizione di riferimento (+4,0%), sia nei confronti della media nazionale (+3,8%). A livello provinciale il contributo più consistente all’export della Calabria proviene dalla provincia reggina che da sola assorbe con 148 milioni di euro circa il 40% del totale flusso esportativo della regione.

Complessivamente, poi, la bilancia commerciale della Calabria è in passivo per circa 200 milioni di euro, considerando che nel 2015, il territorio ha acquistato beni e servizi dall’estero per un totale di 571 milioni di euro, registrando peraltro un incremento del +3,8% rispetto al 2014.

Tab. 3.15 – Importazioni ed esportazioni nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2014 e 2015; Valori assoluti in euro e variazioni percentuali )

Importazioni Esportazioni

2014 2015* Var. %

2014 /2015

2014 2015* Var. %

2014 /2015

Cosenza 153.676.374 157.796.720 2,7 78.028.065 82.397.000 5,6 Catanzaro 91.887.903 99.640.897 8,4 58.287.351 65.857.888 13,0 Reggio di Calabria 179.203.548 211.706.631 18,1 134.223.337 148.148.463 10,4 Crotone 66.263.468 45.544.596 -31,3 21.221.478 29.018.542 36,7 Vibo Valentia 59.898.692 56.974.956 -4,9 33.225.207 48.580.279 46,2 CALABRIA 550.929.985 571.663.800 3,8 324.985.438 374.002.172 15,1 SUD E ISOLE 50.789.870.437 47.936.989.882 -5,6 40.706.436.457 42.340.180.267 4,0 ITALIA 356.938.846.843 368.715.332.261 3,3 398.870.413.894 413.881.348.775 3,8 * Dato provvisorio Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

Tornando alle vendite internazionali, a contribuire alla creazione dei 374 milioni di euro esportati dalla Calabria, sono soprattutto il comparto metalmeccanico e quello alimentare che da soli producono rispettivamente il 29,2% ed il 28,2% del totale dell’export calabrese (in termini assoluti si tratta nel complesso di 214 milioni di euro) e che risultano in crescita rispetto al 2014.

Infatti, tra i prodotti maggiormente esportati dal territorio calabrese si ritrovano frutta e ortaggi lavorati e conservati, i prodotti di colture permanenti e i metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi.

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Tab. 3.16 – Esportazioni della Calabria per settore merceologico (Anno 2015; Valori assoluti in euro e distribuzione % e variazioni % sul 2014)

Valori assoluti in euro 2015* Distribuz. % 2015*

Var. % 2014/2015

Agricoltura 38.312.728 10,2 1,3 Alimentare 105.302.492 28,2 10,1 Sistema moda 4.460.169 1,2 32,8 Legno/carta 2.514.875 0,7 -14,7 Chimica gomma plastica 87.796.476 23,5 17,3 Metalmeccanica ed elettronica 109.137.819 29,2 19,5 Altro Industria 26.477.613 7,1 39,1 Totale 374.002.172 100,0 15,1 * Dato provvisorio Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat Inoltre, altro importante settore dell’export calabrese è il comparto chimico-plastico le cui vendite sui mercati internazionali crescono rispetto al 2014 di oltre 17 punti percentuali: infatti, gli altri prodotti chimici sono al primo posto tra i primi dieci prodotti esportati dalla Calabria.

Tab. 3.17 – Prime 10 merci per volume di esportazioni e percentuale di export assorbito in Calabria, nel Sud e Isole ed in Italia (Anno 2015; Valori %) CALABRIA SUD E ISOLE ITALIA

Merce 1 Altri prodotti chimici Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio

Macchine di impiego generale

Merce 2 Frutta e ortaggi lavorati e conservati Autoveicoli Altre macchine di impiego

generale

Merce 3 Prodotti di colture permanenti

Medicinali e preparati farmaceutici Autoveicoli

Merce 4 Metalli di base preziosi e

altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari

Frutta e ortaggi lavorati e conservati

Altre macchine per impieghi speciali

Merce 5 Altre macchine di impiego generale

Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi

Medicinali e preparati farmaceutici

Merce 6 Altri prodotti alimentari

Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti

azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme

primarie

Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in

pelliccia

Merce 7 Oli e grassi vegetali e animali Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori

Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti

azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme

primarie

Merce 8 Rifiuti Macchine di impiego generale

Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio

Merce 9 Macchine di impiego generale

Prodotti di colture permanenti

Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori

Merce 10 Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne Prodotti da forno e farinacei Articoli in materie plastiche

Quota % delle prime 10 merci 72,0 61,4 41,0

Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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Se si guarda poi ai mercati di destinazione delle merci calabresi, si nota come il principale sbocco è rappresentato dall’Unione Europa a 28 Paesi che da sola assorbe il 42,7% del totale delle esportazioni della regione; valore che tuttavia risulta inferiore rispetto alla media nazionale che si attesta al 54,8%.

L’export verso i mercati comunitari cresce, inoltre, del 13,2% influenzando positivamente la crescita complessiva della Calabria che, come detto, ammonta ad oltre 15 punti percentuali.

In crescita poi del +35,8% le esportazioni verso l’Africa, che nel 2015, si attestano a 37,3 milioni di euro (10,0% del totale), e del +80,7% nei confronti dell’America Centro Meridionale che, tuttavia, pesa solo per il 4,6% sul già esiguo export calabrese.

Tab. 3.18 – Esportazioni della Calabria per area geografica di destinazione (Anno 2015; Valori assoluti in euro e distribuzione % e variazioni % sul 2014)

Valori assoluti in euro 2015*

Distribuz. % 2015*

Var. % 2014/2015

Unione Europea a 15 paesi 132.431.042 35,4 13,5 Paesi entrati nella UE nel 2004 22.121.138 5,9 13,2 Paesi entrati nella UE dal 2007 5.107.644 1,4 5,8 Totale Ue a 28 Paesi 159.659.824,0 42,7 13,2 Altri paesi europei 57.721.025 15,4 10,3 Africa 37.318.945 10,0 35,8 America Settentrionale 43.206.132 11,6 9,5 America Centro Meridionale 17.109.525 4,6 80,7 Vicino e Medio Oriente 22.060.300 5,9 -8,2 Altri paesi dell'Asia 29.754.000 8,0 10,6 Oceania e altro 7.172.421 1,9 69,1 Mondo 374.002.172 100,0 15,1 * Dato provvisorio Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat Tab. 3.19 – Esportazioni dell’Italia per area geografica di destinazione (Anno 2015; Valori assoluti in euro e distribuzione % e variazioni % sul 2014)

Valori assoluti in euro 2015*

Distribuz. % 2015*

Var. % 2014/2015

Unione Europea a 15 paesi 185.800.406.569 44,9 3,9 Paesi entrati nella UE nel 2004 29.931.250.037 7,2 4,4 Paesi entrati nella UE dal 2007 11.209.282.056 2,7 4,2 Totale Ue a 28 Paesi 226.940.938.662 54,8 4,0 Altri paesi europei 44.667.831.703 10,8 -4,8 Africa 18.799.947.303 4,5 -6,9 America Settentrionale 39.673.767.272 9,6 20,8 America Centro Meridionale 13.775.502.023 3,3 -1,0 Vicino e Medio Oriente 27.189.382.622 6,6 9,0 Altri paesi dell'Asia 34.919.228.592 8,4 3,0 Oceania e altro 7.914.750.598 1,9 -0,1 Mondo 413.881.348.775 100,0 3,8 * Dato provvisorio Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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Il secondo elemento scelto per analizzare l’apertura internazionale della Calabria, intesa come capacità del territorio di attrarre risorse dall’esterno, è rappresentato dai flussi turistici.

Secondo i dati di fonte Istat, gli arrivi si sono attestati complessivamente nel 2014 a circa 1,4 milioni, grazie soprattutto al contributo del territorio cosentino che ha assorbito oltre 534 mila arrivi. Otto turisti su dieci erano italiani, ovvero 1,2 milioni circa ed i rimanenti 241 mila stranieri. Rispetto, alla media nazionale, che vede una sostanziale equiparazione tra il turismo straniero e quello italiano, la Calabria sembra attirare soprattutto la componente nazionale.

Le presenze, ovvero il numero di notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi sono state complessivamente, nel 2014, 7,8 milioni; pertanto, la permanenza media in Calabria si è attestata su 5,5 giorni, un valore nettamente superiore alla media nazionale (3,5 giorni).

Va tuttavia segnalato come risulti in diminuzione il numero di notti trascorse in Calabria: rispetto al 2013, infatti, accanto ad una riduzione di circa 70 mila arrivi, si è verificata una riduzione nel numero di notti trascorse, visto che le presenze passano da 8 milioni circa del 2013 alle 7,8 milioni circa del 2014. Tale riduzione è da attribuirsi soprattutto alla componente del turismo nazionale che registra una rilevante flessione di presenze, passando, nello specifico, da 6,3 milioni di notti trascorse nel 2013 a 6,1 milioni del 2014.

Anche la componente straniera di pernotti subisce un calo in Calabria a differenza di quanto accade sia nel Mezzogiorno che in Italia nel suo complesso.

Esaminando, inoltre, le statistiche sul turismo internazionale di fonte Banca d’Italia - Ufficio Italiano Cambi, che si riferiscono a valutazioni anche di carattere monetario, si può dedurre inoltre come il 2015 sia stato un anno migliore del precedente visto che almeno nella componente straniera si registra una crescita positiva del numero dei viaggiatori a destinazione in Calabria pari a +23 punti percentuali. Anche in questo caso il contributo positivo apportato dalla provincia cosentina (+46,3%) influenza la performance della regione.

Anche se il trend dell’ultimo anno è positivo, in una chiave di medio periodo si nota un peggioramento dell’appeal della Calabria sul turismo internazionale. Rispetto al 2011, infatti, dove si contavano 292 mila turisti stranieri che arrivavano in Calabria, nel 2015, il territorio ha perso 62 mila arrivi esteri. Al contrario, per il Mezzogiorno e per l’Italia nel suo complesso, il turismo straniero registra un incremento rispetto al 2011 (il numero di turisti stranieri a destinazione passa nel Sud da 7,1 milioni del 2011 a 8,7 milioni circa nel 2015).

Tale perdita di attrattività, si traduce per il territorio calabrese in un’erosione di importanti risorse monetarie. Difatti, la spesa dei viaggiatori stranieri aumenta del +8,3% tra il 2014 e il 2015, in misura inferiore rispetto al Mezzogiorno (+10,4%). Rispetto al 2011, inoltre, anno in cui la spesa dei viaggiatori stranieri in Calabria si attestava su 178 milioni di euro, nel 2015 la spesa cresce fino a 182 milioni ossia del +2,2%, a fronte di un incremento nel Sud medio del +31,9%.

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Tab. 3.20 - Arrivi e presenze nel complesso degli esercizi turistici nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2013 e 2014; Valori assoluti)

2013 2014

Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Italia Estero Totale Italia Estero Totale Italia Estero Totale Italia Estero Totale

Cosenza 513.459 50.228 563.687 2.578.206 243.965 2.822.171 486.660 48.053 534.713 2.471.748 214.949 2.686.697

Catanzaro 213.893 45.579 259.472 1.020.963 316.246 1.337.209 210.897 40.602 251.499 1.048.934 283.886 1.332.820

Reggio di Calabria 184.377 30.726 215.103 558.362 92.225 650.587 167.204 27.746 194.950 514.541 94.723 609.264

Crotone 112.215 6.720 118.935 927.206 49.025 976.231 111.840 9.005 120.845 915.277 69.375 984.652

Vibo Valentia 194.192 121.077 315.269 1.254.685 961.955 2.216.640 184.504 115.862 300.366 1.193.721 955.777 2.149.498

CALABRIA 1.218.136 254.330 1.472.466 6.339.422 1.663.416 8.002.838 1.161.105 241.268 1.402.373 6.144.221 1.618.710 7.762.931

SUD E ISOLE 11.843.665 6.016.126 17.859.791 48.117.630 25.476.983 73.594.613 12.194.694 6.262.398 18.457.092 48.235.526 25.893.865 74.129.391

ITALIA 53.599.294 50.263.236 103.862.530 191.992.233 184.793.382 376.785.615 54.916.852 51.635.500 106.552.352 190.978.299 186.792.507 377.770.806 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat Tab. 3.21 - Arrivi e presenze nel complesso degli esercizi turistici nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2013 e 2014; Valori %)

2013 2014

Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Italia Estero Totale Italia Estero Totale Italia Estero Totale Italia Estero Totale

Cosenza 91,1 8,9 100,0 91,4 8,6 100,0 91,0 9,0 100,0 92,0 8,0 100,0

Catanzaro 82,4 17,6 100,0 76,4 23,6 100,0 83,9 16,1 100,0 78,7 21,3 100,0

Reggio di Calabria 85,7 14,3 100,0 85,8 14,2 100,0 85,8 14,2 100,0 84,5 15,5 100,0

Crotone 94,3 5,7 100,0 95,0 5,0 100,0 92,5 7,5 100,0 93,0 7,0 100,0

Vibo Valentia 61,6 38,4 100,0 56,6 43,4 100,0 61,4 38,6 100,0 55,5 44,5 100,0

CALABRIA 82,7 17,3 100,0 79,2 20,8 100,0 82,8 17,2 100,0 79,1 20,9 100,0

SUD E ISOLE 66,3 33,7 100,0 65,4 34,6 100,0 66,1 33,9 100,0 65,1 34,9 100,0

ITALIA 51,6 48,4 100,0 51,0 49,0 100,0 51,5 48,5 100,0 50,6 49,4 100,0 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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Tab. 3.22 – Numero di viaggiatori stranieri a destinazione nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2015; Valori assoluti in migliaia e variazioni % sul 2014)

2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2014

/2015

Cosenza 100 89 73 54 79 46,3 Catanzaro 43 19 37 27 47 74,1 Reggio di Calabria 97 68 51 57 59 3,5 Crotone 14 16 6 11 11 0,0 Vibo Valentia 38 25 35 38 33 -13,2 CALABRIA 292 218 202 187 230 23,0 SUD E ISOLE 7.130 7.209 7.761 8.465 8.657 2,3 ITALIA 95.596 97.602 100.157 102.419 104.897 2,4 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia – ex Ufficio Italiano Cambi Tab. 3.23 – Spesa dei viaggiatori stranieri nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2015; Valori assoluti in milioni di euro e variazioni % sul 2014)

2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2014

/2015

Cosenza 58 61 54 42 59 40,5 Catanzaro 32 12 20 50 49 -2,0 Reggio di Calabria 45 45 28 37 40 8,1 Crotone 17 12 3 9 9 0,0 Vibo Valentia 26 16 31 29 26 -10,3 CALABRIA 178 145 136 168 182 8,3 SUD E ISOLE 3.873 4.077 4.145 4.629 5.109 10,4 ITALIA 30.891 32.056 33.064 34.240 35.765 4,5 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia – ex Ufficio Italiano Cambi

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3.4 – Fattori strutturali: credito bancario e finanza locale La rete bancaria nel territorio calabrese conta, a fine 2015, 458 sportelli attivi, secondo i dati di fonte Banca d’Italia. Rispetto al 2010, tuttavia, anno in cui gli sportelli risultavano essere 519, si verifica una flessione dell’11,8%. Si tratta di un fenomeno che interessa tutte le aree territoriali calabresi ed in particolare la provincia di Reggio Calabria in cui il 18,4% della rete bancaria è scomparso nell’arco di un quinquennio.

Infatti, la crisi economica ha interrotto il graduale incremento degli sportelli bancari che si era verificato in Italia negli ultimi quindici anni. A partire dal 2008, il progressivo deterioramento del contesto economico ha inciso in modo significativo sui risultati delle banche mettendone sotto pressione le strutture di costo. In questo contesto, le attuali reti distributive bancarie, pensate per incrementare l’efficacia e la prossimità commerciale, non apparivano più coerenti con la ricerca di efficienza del settore.

Tab. 3.24 – Numero di sportelli bancari nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2015; Valori assoluti e variazioni % sul 2010)

2010 2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2010 /2015

Cosenza 202 202 197 191 186 181 -10,4 Catanzaro 105 106 101 100 98 94 -10,5 Reggio di Calabria 136 134 124 117 110 111 -18,4 Crotone 37 37 36 34 34 36 -2,7 Vibo Valentia 39 38 37 36 37 36 -7,7 CALABRIA 519 517 495 478 465 458 -11,8 SUD E ISOLE 7.089 7.084 6.928 6.725 6.497 6.414 -9,5 ITALIA 33.663 33.607 32.881 31.761 30.740 30.091 -10,6 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Come emerge dai dati di fonte Banca d’Italia, infatti, il numero di sportelli pro capite è andato progressivamente riducendosi in tutti i territori a partire dal 2010. In Calabria si passa, nello specifico, dai 26,4 sportelli per 100 mila abitanti del 2010 agli attuali 23,2 del 2015. La flessione è particolarmente sentita, come detto, nel territorio reggino in cui si conta a fine 2015 il minor numero di sportelli per abitante della regione: 19,9 sportelli per 100 mila abitanti a fronte dei 24,6 del 2010.

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Tab. 3.25 - Numero di sportelli bancari per 100.000 abitanti nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2015; Valori assoluti e diff. sul 2010)

2010 2011 2012 2013 2014 2015 Diff. 2010 /2015

Cosenza 28,25 28,30 27,58 26,55 25,92 25,33 -2,92 Catanzaro 29,12 29,46 28,08 27,47 26,94 25,89 -3,23 Reggio di Calabria 24,63 24,33 22,53 20,90 19,71 19,96 -4,67 Crotone 21,63 21,67 20,97 19,53 19,50 20,61 -1,02 Vibo Valentia 23,78 23,28 22,80 22,03 22,69 22,15 -1,63 CALABRIA 26,44 26,40 25,28 24,13 23,52 23,24 -3,20 SUD E ISOLE 34,36 34,34 33,58 32,60 31,49 31,09 -3,27 ITALIA 56,71 56,58 55,09 52,25 50,56 49,59 -7,11 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Un altro elemento importante per valutare il ruolo del sistema creditizio all’interno del circuito economico locale è rappresentato dalla disamina dei meccanismi di raccolta ed erogazione del credito.

Partendo, quindi, dall’analisi della raccolta bancaria, va detto come in Calabria, nel 2015, il totale dei depositi bancari e dei risparmi postali raccolti dal sistema bancario ammonti ad oltre 24,5 miliardi di euro, con il contributo principale della provincia cosentina che raccoglie oltre 9 miliardi di euro.

Si tratta di un valore rilevante che, tuttavia, presenta dinamiche temporali negative e diverse a seconda del settore di clientela considerato. Rispetto, infatti, al 2014 si registra nel territorio calabrese una flessione dell’ammontare dei depositi di -0,4 punti percentuali, valore in controtendenza rispetto alla media del Mezzogiorno e a quella nazionale, che evidenziano crescite rispettivamente pari al +1,8% e addirittura al +4,4%.

A contribuire alla creazione dei 24,5 miliardi di euro di depositi calabresi, sono soprattutto le famiglie consumatrici, le istituzioni sociali e private (oltre 21,6 miliardi di euro) e le società non finanziarie (1,5 miliardi di euro). Pur tuttavia, i depositi delle famiglie consumatrici risultano in calo dello 0,9% rispetto al 2014, dato in controtendenza rispetto alla media del Mezzogiorno e dell’Italia (rispettivamente +0,5% e +1,9%).

Tale calo, inoltre, non viene controbilanciato dalla positiva performance delle famiglie produttrici calabresi (+8,0%) e delle società non finanziarie (+14,7%), determinandosi quindi in regione un calo complessivo pari, come detto, al -0,4%.

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Tab. 3.26 – Consistenza dei depositi bancari e del risparmio postale per settore della clientela residente nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2015; Valori assoluti in migliaia di euro e variazioni % sul 2014)

Amministrazioni Pubbliche

Famiglie consumatrici,

istituzioni sociali

private, dati non

classificabili

Famiglie produttrici

Società finanziarie diverse da istituzioni finanziarie monetarie

Società non finanziarie

Totale residenti al netto delle istituzioni finanziarie monetarie

Valori assoluti (migliaia di euro) Cosenza 35.040 8.114.053 338.076 23.564 520.892 9.031.622 Catanzaro 78.419 4.897.121 217.269 101.678 368.966 5.663.452 Reggio di Calabria 71.703 5.998.662 271.610 11.939 351.496 6.705.408 Crotone 10.544 1.226.263 100.869 2.591 140.350 1.480.614 Vibo Valentia 9.410 1.446.040 78.722 2.278 114.323 1.650.770 CALABRIA 205.113 21.682.136 1.006.545 142.049 1.496.024 24.531.865 SUD E ISOLE 3.708.081 238.951.182 12.536.387 2.798.462 29.077.905 287.072.014 ITALIA 26.136.885 924.452.153 48.384.179 114.863.342 229.051.266 1.342.887.824

Variazioni % 2014/2015 Cosenza -47,8 -1,3 9,2 16,3 17,0 -0,3 Catanzaro -27,0 -0,5 15,3 -44,7 11,8 -1,2 Reggio di Calabria -39,5 -1,0 7,0 28,1 13,9 -0,7 Crotone 13,6 -0,7 -6,5 296,2 14,4 0,4 Vibo Valentia 12,5 0,4 8,5 11,4 17,3 1,9 CALABRIA -34,0 -0,9 8,0 -34,3 14,7 -0,4 SUD E ISOLE -1,9 0,5 10,1 -5,3 11,2 1,8 ITALIA 5,5 1,9 7,3 7,2 13,1 4,4 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Sul versante dell’erogazione di finanziamenti si sottolinea come gli impieghi bancari registrino, nel 2015, un incremento del +1,1% in Calabria, attestandosi complessivamente a circa 20 miliardi di euro. Tale valore risulta, quindi, inferiore di oltre 4,5 miliardi di euro rispetto al totale dei depositi presenti in regione.

Sono le famiglie consumatrici e le istituzioni sociali ad essere in Calabria i principali destinatari dell’erogazione degli impieghi. Nello specifico, nei loro confronti risultano erogati nel 2015 8,5 miliardi di euro, in incremento rispetto al 2014 del +8,0%; una variazione superiore rispetto a quanto si evidenzia per la media del Mezzogiorno (+7,8%) e per quella nazionale (+4,8%).

A differenza di quanto avviene per le famiglie, il settore produttivo calabrese vede, invece, un calo dell’erogazione di credito. Le società non finanziarie scontano infatti nel 2015 una diminuzione degli impieghi bancari di 3,9 punti percentuali, mentre le famiglie produttrici evidenziano una riduzione di 1,2 punti percentuali.

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Tab. 3.27 – Consistenza degli impieghi bancari per settore della clientela residente nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2015; Valori assoluti in migliaia di euro e variazioni % sul 2014)

Amministrazioni Pubbliche

Famiglie consumatrici,

istituzioni sociali

private, dati non

classificabili

Famiglie produttrici

Società finanziarie diverse da istituzioni finanziarie monetarie

Società non finanziarie

Totale residenti al netto delle istituzioni finanziarie monetarie

Valori assoluti (migliaia di euro) Cosenza 986.008 3.213.858 705.929 17.953 2.292.071 7.216.181 Catanzaro 1.235.843 1.814.417 392.024 3.676 1.624.319 5.070.483 Reggio di Calabria 675.578 2.167.612 475.783 2.538 1.253.502 4.575.115 Crotone 174.848 739.058 185.023 939 674.521 1.774.586 Vibo Valentia 180.883 581.159 128.824 757 447.688 1.339.530 CALABRIA 3.253.158 8.516.103 1.887.581 25.861 6.292.099 19.975.894 SUD E ISOLE 22.930.344 119.248.333 22.015.366 4.380.797 113.295.140 281.879.499 ITALIA 271.532.946 527.383.074 92.305.752 144.583.135 788.447.571 1.824.364.281

Variazioni % 2014/2015 Cosenza -6,4 6,5 -0,2 4,0 -3,2 0,7 Catanzaro -2,9 6,4 1,4 -12,3 -4,8 -0,1 Reggio di Calabria -1,6 12,3 -2,2 4,8 -1,4 4,5 Crotone -8,7 5,5 -4,2 39,1 -7,7 -2,3 Vibo Valentia 4,6 8,5 -5,5 -5,4 -5,7 1,5 CALABRIA -3,7 8,0 -1,2 2,0 -3,9 1,1 SUD E ISOLE -2,6 7,8 0,0 -2,0 -0,9 2,5 ITALIA 0,4 4,8 -1,0 -7,1 -1,7 0,0 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Accanto ad una dinamica positiva registrata nell’erogazione dei finanziamenti, si registra un contemporaneo incremento del valore dei crediti in sofferenza, ovvero quei crediti bancari la cui riscossione non è certa poiché i soggetti debitori si trovano in stato d'insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.

Le sofferenze ammontano complessivamente nel 2015, secondo i dati di fonte Banca d’Italia, ad oltre 3 miliardi di euro in Calabria, registrandosi un incremento del +11,8% rispetto al 2014. Sebbene in crescita, la dinamica appare meno significativa di quella che si sperimenta nel contesto meridionale in cui si evidenzia una crescita di 13 punti percentuali.

A livello provinciale si evidenziano le negative performance del territorio cosentino e catanzarese in cui si è avuto tra il 2014 ed il 2015 un aumento dei crediti in sofferenza rispettivamente pari a +14 e a +15,7 punti percentuali.

Inoltre, a crescere nel territorio calabrese sono soprattutto i crediti in sofferenza del settore terziario (+19,0%) attestandosi complessivamente a 908 milioni di euro e quelli delle famiglie consumatrici e istituzioni sociali che, arrivando a 732 milioni di euro, segnano un incremento, rispetto all’anno precedente, del +9,4%.

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Tab. 3.28 – Consistenza delle sofferenze bancarie per settore della clientela residente nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2015; Valori assoluti in milioni di euro e variazioni % sul 2014)

Attività

industriali Costruzioni Servizi

Famiglie consumatrici,

istituzioni sociali

private, dati non

classificabili

Famiglie produttrici

Totale residenti al netto delle istituzioni finanziarie monetarie

Valori assoluti (milioni di euro) Cosenza 114 167 324 297 179 1.124 Catanzaro 67 75 150 127 114 554 Reggio di Calabria 123 66 270 181 146 817 Crotone 75 31 94 81 43 343 Vibo Valentia 23 39 70 47 35 218 CALABRIA 402 378 908 732 517 3.057 SUD E ISOLE 7.424 6.837 12.375 9.039 5.337 42.502 ITALIA 35.107 40.693 57.938 32.188 14.859 187.060

Variazioni % 2014/2015 Cosenza 12,9 12,8 18,7 12,1 10,5 14,0 Catanzaro 9,8 19,0 31,6 11,4 6,5 15,7 Reggio di Calabria 23,0 6,5 8,9 7,7 3,5 8,1 Crotone 0,0 10,7 40,3 6,6 2,4 8,2 Vibo Valentia 43,8 8,3 14,8 4,4 0,0 10,7 CALABRIA 13,6 12,2 19,0 9,4 6,4 11,8 SUD E ISOLE 9,9 17,5 15,2 12,1 8,7 13,0 ITALIA 5,7 17,5 11,1 9,6 8,6 10,7 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia L’accesso al credito nel territorio calabrese sconta, inoltre, maggiori rischi rispetto alla media nazionale. Lo dimostra il valore raggiunto dal tasso effettivo applicato dal sistema bancario ai finanziamenti per cassa per rischi a revoca che raggiunge, nel 2015, il 9,36% attestandosi ad un valore più alto rispetto a quello che si evidenzia per la media del Mezzogiorno (7,93%) e soprattutto per quella nazionale (5,67%).

A livello di clientela va altresì rilevato come la Calabria sconti elevati tassi sulle operazioni a revoca sia nella componente delle famiglie (8,93% a fronte del 5,53% medio applicato nel Mezzogiorno) sia nella componente imprenditoriale (9,65% a fronte dell’8,96% del Sud).

Peraltro a fronte di una riduzione, tra il 2014 ed il 2015, del costo del denaro rilevante per il settore delle famiglie (-0,58 punti percentuali), i tassi applicati alle operazioni a revoca del settore imprese risultano in Calabria sostanzialmente stabili (-0,03%), nonostante le manovre agevolative varate nell’ultimo anno dalla BCE.

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Tab. 3.29 – Tassi effettivi attivi sui finanziamenti per cassa (operazioni in essere) per rischi a revoca per settore della clientela residente nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2015; Valori assoluti e differenze sul 2014)

Famiglie consumatrici,

istituzioni sociali private,

dati non classificabili

Società non finanziarie e

famiglie produttrici

Totale residenti al netto delle

istituzioni finanziarie monetarie

Famiglie consumatrici,

istituzioni sociali private,

dati non classificabili

Società non finanziarie e

famiglie produttrici

Totale residenti al netto delle

istituzioni finanziarie monetarie

Valori assoluti 2015 Diff. 2014-2015 Cosenza 9,40 9,23 9,14 -0,13 0,06 0,00 Catanzaro 8,91 10,05 9,96 -1,79 0,08 0,18 Reggio di Calabria 8,01 10,04 9,18 -0,15 0,03 -0,07 Crotone 8,28 9,00 8,97 -1,59 -1,12 -1,14 Vibo Valentia 11,54 10,46 10,60 -0,27 0,74 0,72 CALABRIA 8,93 9,65 9,36 -0,58 -0,03 -0,07 SUD 5,53 8,96 7,93 -0,86 -0,31 -0,40 ITALIA 4,17 6,95 5,67 -0,50 -0,56 -0,59 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Banca d’Italia

Parallelamente allo studio delle dinamiche del settore bancario, si è ritenuto opportuno analizzare l’andamento della finanza locale, al fine di fornire una fotografia dello stato di salute del settore pubblico. A tal proposito, i dati di fonte Siope forniscono importanti informazioni relative alla composizione delle spese correnti sostenute dai Comuni, permettendo di analizzare il funzionamento ordinario di tali Enti. Infatti, le spese correnti rappresentano il totale delle risorse che il Comune sostiene per erogare servizi alla collettività.

Secondo la suddivisione per “interventi”, che classifica la tipologia di spesa per fattore produttivo utilizzato, i Comuni della Calabria e delle sue province destinano la maggior parte delle spese correnti, nel 2015, al capitolo “Prestazioni di servizi” (il 42,6% del totale); una quota inferiore rispetto a quanto si evidenzia per la media del Mezzogiorno (48,8%) e nazionale (51,4% del totale), ma in incremento rispetto al 2010 sul totale delle spese di 3,2 punti percentuali.

A livello provinciale va altresì segnalata la buona performance dei Comuni della provincia di Catanzaro che destinano alla voce “Prestazione di servizi” quasi il 50% delle proprie risorse.

Le spese destinate al personale assorbono, poi, il 31,8% del totale, rappresentando il secondo capitolo per importanza delle spese correnti dei Comuni della Calabria. Si tratta di una quota superiore rispetto a quanto si evidenzia per la media del Mezzogiorno (29,5%) e rispetto alla media nazionale (26,5%), ma in flessione nei confronti del 2010 del -2,8%.

In questo contesto va sottolineato l’impegno del contenimento dei costi del personale dei Comuni del territorio catanzarese, in cui rappresentano il 27,3% del totale delle spese di tali Enti. Inoltre, rispetto al 2010 si evidenzia una “diminuzione di peso” pari a 3,5 punti percentuali.

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Tab. 3.30– Composizione percentuale delle spese correnti dei comuni nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2015; Valori assoluti e differenze sul 2010)

Pers

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corr

ente

Valori % 2015 Cosenza 32,3 6,4 43,1 1,5 4,7 6,1 2,8 3,2 Catanzaro 27,3 5,1 49,6 2,8 4,9 5,7 2,1 2,5 Reggio di Calabria 32,4 4,9 38,6 0,9 5,5 7,9 2,6 7,1 Crotone 33,1 6,0 43,1 0,8 6,6 4,5 2,5 3,4 Vibo Valentia 36,9 5,9 37,6 0,7 7,6 6,8 2,3 2,3 CALABRIA 31,8 5,7 42,6 1,5 5,3 6,5 2,6 4,1 SUD E ISOLE 29,5 2,8 48,8 0,9 8,7 4,3 2,1 2,9 ITALIA 26,5 2,4 51,4 1,0 10,9 3,6 2,3 1,9

Differenze 2015-2010 Cosenza -4,1 -0,3 5,7 0,1 -3,3 0,7 -0,1 1,3 Catanzaro -3,5 -1,2 4,4 0,9 -1,7 -0,2 -0,1 1,4 Reggio di Calabria -2,1 0,7 -1,5 -0,1 -3,5 2,6 0,6 3,3 Crotone -0,8 -0,5 4,9 -0,2 -4,3 -0,3 -0,4 1,7 Vibo Valentia 0,6 -0,9 3,7 0,2 -4,6 1,4 -0,7 0,4 CALABRIA -2,8 -0,2 3,2 0,2 -3,3 1,0 0,0 1,9 SUD E ISOLE -3,9 -0,5 4,8 0,0 -0,4 0,1 -0,2 0,1 ITALIA -4,8 -0,7 6,8 -0,1 -0,2 -1,3 0,0 0,3 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Siope La spesa procapite per il personale, inoltre, risulta nei comuni della Calabria ancora superiore rispetto a quanto si evidenzia per la media del Sud e nazionale. Infatti, in Calabria si attesta a 233,73 euro procapite, mentre nel Mezzogiorno a 227,42 euro ed in Italia complessivamente a 228,03 euro procapite.

Tab. 3.31 – Spese per il personale procapite dei comuni nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2015; Valori assoluti in euro e variazioni % sul 2010)

2010 2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2010 /2015

Cosenza 262,56 252,27 247,11 241,24 230,95 257,49 -1,9 Catanzaro 219,84 217,88 208,58 198,22 192,24 196,20 -10,8 Reggio di Calabria 245,68 237,90 230,24 216,13 209,02 240,30 -2,2 Crotone 215,06 208,45 199,40 194,92 187,93 199,72 -7,1 Vibo Valentia 235,26 241,70 221,55 214,96 206,99 227,14 -3,5 CALABRIA 243,55 237,21 228,99 220,00 211,86 233,73 -4,0 SUD E ISOLE 265,12 258,98 245,89 238,20 232,44 227,42 -14,2 ITALIA 270,50 265,35 254,98 242,95 237,98 228,03 -15,7 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Siope

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Va comunque sottolineato in positivo come il grado di pressione tributaria, rappresentato dal rapporto tra entrate tributarie e popolazione residente, è pari nei Comuni calabresi a 472,15 euro nel 2015. Si tratta di un valore inferiore rispetto a quanto si evidenzia per la media del Sud che si attesta invece a 517,24 euro ed anche rispetto alla media nazionale (582,54 euro).

Nel corso degli ultimi cinque anni, il grado di pressione tributaria ha subito, anche a causa dell’inasprirsi delle condizioni di austerity che hanno portato ad un aumento della tassazione, un netto incremento in tutti i territori di riferimento. In Calabria nello specifico, il valore del grado di pressione tributaria è quasi raddoppiato visto che nel 2010 esso si attestava a 240,26 euro.

Negli ultimi anni, però, ed in particolare tra il 2014 ed il 2015 la tendenza sembra invertirsi visto che si registra in tutti i territori di riferimento una flessione nei livelli di pressione tributaria. Flessione che in Calabria si attesta al -2,7%, inferiore rispetto a quella meridionale (-5,2%) e nazionale (-6,0%).

Tab. 3.32 – Grado di pressione tributaria dei comuni (rapporto fra Entrate tributarie e popolazione residente) nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2015; Valori assoluti in euro e variazioni % sul 2014)

2010 2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2014 /2015

Cosenza 267,01 447,10 514,44 493,96 503,18 493,30 -2,0 Catanzaro 258,34 442,73 491,51 518,62 500,15 500,51 0,1 Reggio di Calabria 207,03 409,82 464,01 481,37 484,16 449,13 -7,2 Crotone 212,51 394,33 422,04 438,48 405,97 420,17 3,5 Vibo Valentia 224,69 408,56 445,44 464,60 463,11 450,44 -2,7 CALABRIA 240,26 428,00 482,24 487,63 485,37 472,15 -2,7 SUD E ISOLE 292,75 419,37 483,16 498,15 545,36 517,24 -5,2 ITALIA 348,21 515,89 586,54 534,65 619,68 582,54 -6,0 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Siope

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4 – L’attrattività della Calabria

L’attrattività di un territorio può essere letta da svariati punti di vista. Nel presente studio si è ritenuto fondamentale cogliere aspetti che attengono sia alla dimensione demografica, sia a quella abitativa, ambientale, reddituale e occupazionale.

Si è ritenuto attrattivo un territorio in cui tutte le componenti sopra citate presentano un trend positivo nel corso del tempo, contribuendo di fatto ad un innalzamento del livello medio di benessere. Tale riflessione, quindi, è la risultante della disamina dei trend di alcuni indici di pressione demografica, come pure della “vivacità” del mercato immobiliare (misurata in termini di compravendite) o dei livelli di inquinamento letti sia in chiave di trend di produzione di rifiuti urbani (o di percentuale di raccolta differenziata) sia di “svecchiamento” delle autovetture circolanti per tipologia di omologazione rispetto agli standard europei sulle emissioni inquinanti3

4.1 – La pressione demografica

.

Non meno importante è poi la lettura dei dati recenti sulla capacità reddituale della popolazione o dei tassi di scolarizzazione e delle dinamiche occupazionali, al fine di comprendere se sia in atto nel territorio calabrese un processo di creazione di nuove opportunità occupazionali (in particolare per i laureati) e, più in generale, un percorso stabile di recupero di competitività rispetto alle aree più ricche del Paese.

La disamina della composizione demografica di un territorio è importante per comprendere quale sia la quota di popolazione attiva ed in grado di generare reddito rispetto alla popolazione non attiva; come pure valutare la componente di popolazione giovane e anziana sul totale consente di orientare politiche sociali più mirate agli effettivi fabbisogni della popolazione.

Per effettuare una prima valutazione di quale sia la situazione demografica della Calabria e delle sue province si è utilizzato l’indice di vecchiaia.

Esso è definito come il rapporto tra la popolazione anziana, ovvero quella con età superiore ai 64 anni, e quella più giovane, ovvero di età inferiore ai 15 anni. Nella regione tale indicatore si attesta su un valore pari al 146,9%, a fine 2014, indicando una maggior presenza di anziani rispetto alla popolazione più giovane.

Nei confronti però della media nazionale, dove l’indicatore raggiunge quota 157,7%, la composizione della popolazione appare leggermente più equilibrata anche se il “peso” degli anziani risulta rilevante in tutti i contesti calabresi. In particolare il territorio cosentino evidenzia un valore elevato dell’indicatore e pari a 158,5%, superiore quindi anche alla media italiana.

3 Gli standard europei sulle emissioni inquinanti sono una serie di limitazioni imposte sulle emissioni dei veicoli venduti degli Stati membri dell'Unione europea. Si tratta di una serie di standard, identificati con la sigla Euro- seguita da un numero, che vengono introdotti progressivamente dalla Comunità Europea, dalle caratteristiche sempre più restrittive, che riguardano le emissioni dei veicoli, misurate in g/kWh per i veicoli commerciali pesanti e in g/km per gli altri veicoli.

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Tab. 4.1 – Indice di vecchiaia* nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2014; Valori percentuali)

2011 2012 2013 2014 Diff. % 2013 - 2014

Cosenza 146,5 150,5 153,8 158,5 4,7 Catanzaro 139,8 143,5 147,1 151,4 4,3 Reggio di Calabria 130,3 133,7 136,7 140,9 4,2 Crotone 109,1 112,3 115,0 119,2 4,2 Vibo Valentia 132,4 135,7 139,3 143,6 4,3 CALABRIA 135,6 139,3 142,5 146,9 4,4 SUD E ISOLE 127,1 131,1 134,8 139,3 4,5 ITALIA 148,6 151,4 154,1 157,7 3,6 * Rapporto percentuale tra la popolazione di età superiore a 64 anni e la popolazione di età inferiore a 15 anni Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat Quello della popolazione calabrese sembra essere un “invecchiamento più rapido” della media Paese, considerando come solo nell’ultimo anno si registra qui un incremento di 4,4 punti percentuali a fronte di una crescita di 3,6 punti sperimentata in Italia. A livello provinciale va menzionata nuovamente la provincia di Cosenza che in un solo anno vede aumentare il valore di tale indice di 4,7 punti percentuali.

L’invecchiamento demografico comporta ovviamente significative conseguenze per un sistema economico e sociale. Accanto ad un incremento del peso della spesa previdenziale e sanitaria, lo sbilanciamento demografico determina una contrazione della partecipazione delle classi più giovani all’interno del mercato del lavoro.

Per questo, accanto all’indice di vecchiaia, è importante affiancare l’analisi dell’indice di ricambio della popolazione attiva, calcolato come il rapporto percentuale tra la popolazione di età compresa tra i 60 e i 64 anni e quella di età compresa tra i 15 e i 19.

Si tratta di un indicatore statistico che fornisce una misura del rapporto tra la popolazione potenzialmente in uscita e di quella in entrata nel mercato del lavoro e che permette di comprendere quanto l’invecchiamento della popolazione gravi sul sistema economico e sociale di un territorio. La popolazione attiva è tanto più giovane, tanto più i valori dell’indicatore si attestano al di sotto del 100.

Il territorio calabrese mostra un indice di ricambio che risulta pari, al 2014, al 116,8%. Tale valore indica ancora come la popolazione attiva sia anziana (soprattutto nel confronto con la media del Mezzogiorno dove il medesimo indicatore raggiunge quota 111,9%), fotografando quindi una situazione di insufficienza di ricambio generazionale.

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Tab. 4.2 – Indice di ricambio* nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2014; Valori percentuali)

2011 2012 2013 2014 Diff. % 2013 - 2014

Cosenza 118,2 121,2 124,6 128,9 4,3 Catanzaro 111,7 115,2 117,3 121,4 4,1 Reggio di Calabria 103,2 104,5 105,0 108,2 3,2 Crotone 94,4 97,1 97,4 99,8 2,4 Vibo Valentia 102,0 103,7 105,6 107,6 2,0 CALABRIA 109,0 111,4 113,2 116,8 3,5 SUD E ISOLE 107,6 109,4 109,8 111,9 2,1 ITALIA 129,8 129,1 126,8 126,8 -0,1 * Rapporto percentuale tra la popolazione di età compresa tra 60-64 anni e la popolazione di età compresa fra 15-19 anni Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

La dinamica di progressivo invecchiamento della popolazione, desumibile dall’indicatore prima esaminato, ha inciso anche sulle possibilità offerte dal mercato del lavoro, visto che l’indice di ricambio è progressivamente aumentato in Calabria, tanto che solo rispetto al 2013 si registra una variazione positiva di 3,5 punti percentuali, mentre in Italia sostanzialmente non si registrano modifiche tra il 2013 ed il 2014 del valore di tale indice.

Un aiuto allo svecchiamento del mercato del lavoro in Calabria potrebbe venire dalla componente straniera della popolazione, così come è risultato positivo il contributo alla crescita dell’imprenditoria calabrese degli stranieri prima esaminato.

Va però sottolineato come ad oggi il peso degli stranieri nel tessuto demografico calabrese sia meno rilevante del contesto nazionale. Gli stranieri rappresentano in Calabria il 4,6% della popolazione residente a fronte dell’8,2% registrato in Italia. Pur tuttavia nell’ultimo anno il tasso di crescita della popolazione straniera è risultato in Calabria positivo e pari a +5,6 punti percentuali.

Tab. 4.3 – Popolazione straniera per sesso nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2014; Valori assoluti e variazioni % sul 2013)

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Incidenza % popolazione

straniera / Totale popolazione

residente 2014 Valori assoluti 2014 Var. % 2013/2014

Cosenza 13.496 16.779 30.275 6,2 5,4 5,7 4,2 Catanzaro 7.608 8.567 16.175 7,0 5,5 6,2 4,4 Reggio di Calabria 13.955 15.174 29.129 4,8 3,4 4,1 5,2 Crotone 5.004 4.059 9.063 15,3 4,6 10,3 5,2 Vibo Valentia 2.909 3.803 6.712 5,6 3,7 4,5 4,1 CALABRIA 42.972 48.382 91.354 6,8 4,6 5,6 4,6 SUD E ISOLE 357.891 403.148 761.039 8,1 4,5 6,2 3,6 ITALIA 2.372.796 2.641.641 5.014.437 1,8 1,9 1,9 8,2 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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In linea con quanto accade a livello nazionale, la popolazione straniera sta quindi progressivamente aumentando in Calabria e nello specifico, sono oltre 91 mila gli stranieri presenti sul territorio nel 2014, divisi tra circa 43 mila maschi e 48,3 mila femmine.

A livello provinciale si evidenziano poi crescite positive e rilevanti nel territorio catanzarese (+6,2%) e soprattutto in quello crotonese dove in un anno la popolazione straniera è incrementata di oltre 10 punti percentuali.

La pressione demografica deve essere, però, valutata anche facendo riferimento all’inquinamento prodotto.

Nel 2014, la Calabria ha evidenziato una produzione di rifiuti pro capite pari a 410,3 kg per ogni residente. Rispetto al 2010, dove la produzione di rifiuti procapite era pari a 465,2 kg, si registra inoltre una riduzione sufficientemente ampia che fa si che il territorio calabrese risulti avere valori inferiori alla media del Mezzogiorno e del Paese.

Peraltro, rispetto al 2013, la produzione di rifiuti procapite è diminuita di oltre 2 punti percentuali in Calabria a fronte di una crescita dello 0,3% in Italia.

Tab. 4.4– Produzione procapite di rifiuti urbani nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2014; Valori assoluti in Kg. e variazioni % sul 2013)

2010 2011 2012 2013 2014 Var. % 2013 /2014

Cosenza 448,3 449,0 431,0 411,8 397,8 -3,4 Catanzaro 501,9 482,2 452,0 440,1 428,8 -2,6 Reggio di Calabria 453,9 448,8 424,2 411,3 413,2 0,5 Crotone 507,3 501,8 471,6 452,7 443,1 -2,1 Vibo Valentia 452,0 435,0 416,5 393,8 378,6 -3,9 CALABRIA 465,2 458,5 435,3 419,0 410,3 -2,1 SUD E ISOLE 494,5 486,1 462,6 446,6 443,2 -0,8 ITALIA 535,1 528,1 505,0 486,5 487,8 0,3 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Ispra Tab. 4.5 – Quota percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani nella nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2014; Valori percentuali)

2010 2011 2012 2013 2014 Diff. % 2013 -2014

Cosenza 14,1 14,5 19,8 20,6 26,9 6,4 Catanzaro 13,0 13,3 13,6 16,0 18,3 2,3 Reggio di Calabria 10,9 9,8 10,7 8,3 11,7 3,4 Crotone 11,0 11,7 10,4 9,8 10,7 1,0 Vibo Valentia 11,4 13,1 12,5 14,7 16,3 1,6 CALABRIA 12,5 12,6 14,6 14,8 18,6 3,8 SUD E ISOLE 21,2 23,9 26,5 28,8 31,3 2,5 ITALIA 35,3 37,7 40,0 42,3 45,2 2,9 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Ispra

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Risulta poi positivo l’impegno dimostrato dal territorio calabrese nei confronti della raccolta differenziata dei rifiuti prodotti. Rispetto al totale dei rifiuti urbani, la Calabria effettua la raccolta differenziata per il 18,6% di essi nel 2014, incrementandosi tale livello rispetto al 2013 di quasi 4 punti percentuali. Occorre tuttavia continuare a migliorare il positivo trend del 2014 in quanto i livelli di raccolta differenziata del territorio calabrese sono ancora lontani rispetto alla media del Mezzogiorno (31,3% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani) e rispetto alla media Paese (45,2%).

Per concludere l’analisi relativa alla pressione demografica esercitata sul territorio si è ritenuto opportuno offrire anche un breve spaccato sulla distribuzione delle autovetture per tipologia di omologazione, al fine di analizzare il livello di inquinamento delle automobili circolanti sul territorio.

La lettura della composizione delle autovetture per standard europeo di inquinamento, mostra nel territorio calabrese un andamento complessivamente non positivo. Infatti, rispetto alla media nazionale e meridionale, in Calabria sono presenti in percentuale minore le autovetture Euro 5 – meno inquinanti - (Calabria: 10,75; Italia: 18,1%), ed è ancora rilevante la quota delle Euro 0, ovvero le autovetture altamente inquinanti che costituiscono il 17,9% del parco macchine totale della regione, un valore che si trova molto al di sopra della media nazionale (10,8%).

Tab. 4.6 – Distribuzione % delle autovetture circolanti per tipologia di omologazione nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anno 2014; Valori percentuali e variazioni % sul 2013)

Euro 0 Euro 1 Euro 2 Euro 3 Euro 4 Euro 5 Euro 6 Non

defin. Totale

Var. % Totale 2013/Totale 2014

Cosenza 17,3 6,6 19,2 19,4 26,7 10,5 0,3 0,1 100,0 0,6 Catanzaro 14,6 5,3 17,2 19,7 30,2 12,5 0,4 0,1 100,0 0,1 Reggio di Calabria 19,5 6,4 17,4 18,3 27,8 10,3 0,2 0,2 100,0 0,0 Crotone 19,6 6,2 18,3 18,8 26,8 9,9 0,3 0,1 100,0 0,6 Vibo Valentia 20,3 6,4 18,2 18,1 26,9 9,9 0,2 0,0 100,0 0,2 CALABRIA 17,9 6,3 18,2 19,0 27,7 10,7 0,3 0,1 100,0 0,3 SUD E ISOLE 16,1 5,5 18,3 19,8 28,9 10,9 0,3 0,1 100,0 0,0 ITALIA 10,8 3,8 14,8 18,5 33,1 18,1 0,8 0,1 100,0 0,3 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati ACI

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4.2 – Misure del benessere L’aspettativa di vita in Calabria si attesta a 79,6 anni per gli uomini. Il valore appare totalmente in linea rispetto a quanto si evidenzia per il Mezzogiorno (79,5 anni), ma inferiore alla media nazionale, dove invece complessivamente la speranza di vita media è più lunga (80,3 anni). Va però osservato come rispetto al 2004 (anno in cui l’aspettativa si fermava a 78,2 anni), si è registrato in Calabria un incremento di 1,4 anni, crescita inferiore sia a quella del Sud (1,9 anni) sia a quella del Paese (2,3 anni).

Per le donne, il ritmo di crescita degli ultimi dieci anni è stato similare, attestandosi a +1,4 anni; pur tuttavia, l’aspettativa di vita femminile della Calabria risulta decisamente più alta di quella maschile con un valore di 84,6 anni, ovvero 5 anni in più degli uomini. Anche in questo caso, l’aspettativa media di vita è linea rispetto alla media del Mezzogiorno (84,2 anni) e appena inferiore a quella nazionale (85 anni).

I valori provinciali rispecchiano poi la media regionale soprattutto per quanto concerne la speranza di vita femminile. Per i maschi, invece, si segnala un valore più alto della media nel contesto vibonese (80,3 anni).

Tab. 4.7 - Aspettativa di vita alla nascita dei maschi e delle femmine nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2004 e 2014; Valori assoluti e differenze)

2004 2014 Diff. 2004-2014 2004 2014

Diff. 2004-2014

Maschi Femmine Cosenza 78,6 79,6 1,0 83,4 84,5 1,1 Catanzaro 78,2 79,9 1,7 83,3 85,0 1,7 Reggio di Calabria 77,9 79,4 1,5 83,3 84,6 1,3 Crotone 77,6 79,2 1,6 81,8 84,4 2,6 Vibo Valentia 78,4 80,3 1,9 83,4 84,4 1,0 CALABRIA 78,2 79,6 1,4 83,2 84,6 1,4 SUD E ISOLE 77,6 79,5 1,9 83,0 84,2 1,2 ITALIA 77,9 80,3 2,3 83,6 85,0 1,4 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

Passando ad esaminare un altro elemento che concorre a determinare una possibile misurazione del benessere si è osservato il reddito medio prodotto dalla popolazione a fini fiscali. A tal riguardo si osserva, in primis, come in Calabria si contino, nel 2014, oltre 1,1 milioni di individui che concorrono al finanziamento delle casse dello Stato. Nonostante poi il numero di contribuenti sia diminuito rispetto al 2013 del -1,6%, l’ammontare dell’importo imponibile procapite ha registrato un incremento, per lo stesso periodo di riferimento, del +0,5%.

Nello specifico, il reddito dichiarato procapite in Calabria si attesta a 13.951 euro, valore questo nettamente inferiore alla media del Mezzogiorno (15.364 euro) e ancor più negativo se paragonato alla media nazionale, dove l’imponibile procapite si attesta a circa 19 mila euro.

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A livello provinciale si segnala un valore leggermente più alto del reddito procapite nel territorio catanzarese che sfiora i 15 mila euro, mentre il reddito imponibile più basso risulta essere quello evidenziato dai contribuenti della provincia di Crotone (circa 13 mila euro procapite).

Tab. 4.8 - Numero di contribuenti e reddito imponibile procapite nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2013 e 2014; Valori assoluti e variazioni %)

2013 2014 Var. % 2013/2014 2013 2014 Var. %

2013/2014

Numero di contribuenti Imponibile pro capite (euro) Cosenza 447.433 437.289 -2,3 13.400,21 13.548,38 1,1 Catanzaro 220.912 217.521 -1,5 14.857,76 14.963,94 0,7 Reggio di Calabria 339.122 335.394 -1,1 14.306,84 14.308,42 0,0 Crotone 96.232 95.127 -1,1 13.042,76 13.019,32 -0,2 Vibo Valentia 101.005 100.005 -1,0 13.197,11 13.203,84 0,1 CALABRIA 1.204.704 1.185.336 -1,6 13.877,12 13.951,68 0,5 SUD E ISOLE 12.416.952 12.288.782 -1,0 15.266,02 15.364,18 0,6 ITALIA 40.989.567 40.716.548 -0,7 18.958,93 19.095,72 0,7 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Ministero delle Finanze

Se si osservano poi le dinamiche immobiliari si nota come negli ultimi anni, il mercato delle case abbia registrato in Calabria, sulla scia di quanto accaduto a livello nazionale, una battuta di arresto dovuta allo scoppio della bolla immobiliare, verificatosi a seguito della crisi finanziaria statunitense.

Il numero di transazioni normalizzate delle abitazioni residenziali, ovvero ponderate rispetto all’effettiva quota di proprietà oggetto di compravendita, sono state nel 2015 pari a 10.133. Si tratta di un valore inferiore rispetto ai risultati del 2011, dove le NTN erano nella regione 15.603.

Inoltre a differenza del Mezzogiorno in cui nel 2015 si scorgono segnali di ripresa del mercato immobiliare con una crescita delle compravendite del 4,6%, in Calabria si registra una sostanziale stazionarietà di tale fenomeno.

A livello provinciale comunque qualche segnale di positività si scorge nel territorio cosentino che risulta essere l’unico contesto in cui si evidenzia una crescita delle transazioni tra il 2014 ed il 2015 pari ad oltre 3 punti percentuali.

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Tab. 4.9 – Numero di transazioni normalizzate delle abitazioni residenziali nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2015; Valori assoluti e variazioni % sul 2014)

2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2014 /2015

Cosenza 6.865,1 5.001,0 4.603,5 4.154,8 4.287,3 3,2 Catanzaro 2.976,1 2.307,8 2.017,5 1.854,4 1.805,4 -2,6 Reggio di Calabria 3.384,9 3.104,5 2.452,7 2.399,9 2.371,1 -1,2 Crotone 1.080,8 956,9 858,5 827,0 785,7 -5,0 Vibo Valentia 1.297,0 1.079,9 1.058,7 901,1 883,6 -1,9 CALABRIA 15.603,8 12.450,0 10.990,9 10.137,2 10.133,0 0,0 SUD E ISOLE 164.825,9 126.536,8 113.729,6 114.404,0 119.702,8 4,6 ITALIA 598.224,1 444.018,0 403.123,8 417.524,0 444.635,9 6,5 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Osservatorio del mercato immobiliare - Agenzia delle Entrate Guardando poi alle dinamiche inflattive si nota come l’indice dei prezzi al consumo (NIC) in Calabria si situi nel 2015 su valori superiori a quelli registrati rispetto all’Italia. L’indice calcolato rispetto all’anno 2010 mostra, infatti, un incremento in Calabria di 9 punti percentuali a fronte dei 7,5 punti registrati in Italia.

Principalmente l’incremento dell’indice dei prezzi al consumo è causato in Calabria dalla voce di spesa relativa all’abitazione, acqua, energia e combustibili. La crescita dell’indice sperimentata nel 2015 relativamente alle cosiddette “utilities” è infatti pari a +21,4 punti percentuali rispetto al 2010 (anche se in calo rispetto al 2014) a fronte di un incremento medio nel Paese di 14 punti.

In netta crescita risulta altresì l’indice dei prezzi per le spese per istruzione anche rispetto al 2014 (da 107,9 a 110,2), mentre i prezzi al consumo per la spesa alimentare sembrano essere da tre anni a questa parte sostanzialmente stabili nel contesto calabrese.

Tab. 4.10 – Numero indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) per voce di spesa in Calabria (Medie annue degli anni 2011-2015 e diff. 2011-2015; Anno Base 2010 = 100)

2011 2012 2013 2014 2015 Diff. % 2011 -2015

Prodotti alimentari e bevande 102,4 104,8 106,4 106,0 106,5 4,1 Abitazione, acqua, elettricità, combustibili 105,4 113,3 121,4 124,0 121,4 16,0 Servizi sanitari e salute 99,8 99,9 100,3 100,9 101,8 2,0 Trasporti 106,7 114,1 114,5 114,4 110,0 3,3 Istruzione 101,8 103,8 106,8 107,9 110,2 8,4 Totale 103,0 106,7 108,5 109,1 109,0 6,0 Fonte: Istat

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Tab. 4.11 – Numero indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) per voce di spesa in Italia (Medie annue degli anni 2011-2015 e diff. 2011-2015; Anno Base 2010 = 100)

2011 2012 2013 2014 2015 Diff. % 2011 -2015

Prodotti alimentari e bevande 102,4 105,0 107,5 107,6 108,8 6,4 Abitazione, acqua, elettricità, combustibili 105,1 112,6 114,9 114,9 114,0 8,9 Servizi sanitari e salute 100,5 100,5 100,9 101,1 101,5 1,0 Trasporti 106,2 113,1 114,4 115,2 112,1 5,9 Istruzione 102,3 104,6 107,3 108,8 110,6 8,3 Totale 102,8 105,9 107,2 107,4 107,5 4,7 Fonte: Istat

4.3 – Scolarizzazione e mercato del lavoro Analizzando il grado di scolarizzazione della popolazione calabrese si evince come sia nettamente cresciuta negli anni la popolazione in possesso di una laurea o di titoli superiori. Nel 2015 sono circa 193 mila gli individui con più di 25 anni che hanno conseguito tale titolo di studio, con un incremento rispetto al 2010 di circa 20 punti percentuali, a fronte di una crescita media del Mezzogiorno del 16,5%.

A livello provinciale si registrano degli incrementi rilevanti nel territorio crotonese e in quello cosentino in cui si evidenziano aumenti rispettivamente pari a +47,8 punti percentuali e a +38,6 punti.

Tab. 4.12 - Popolazione 25 anni e più con laurea o post laurea come titolo di studio massimo conseguito nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2015; Valori assoluti in migliaia e variazioni % sul 2010)

2010 2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2010 /2015

Cosenza 60,9 60,0 64,8 65,3 77,1 84,4 38,6 Catanzaro 32,2 35,3 34,5 34,7 37,3 29,9 -7,0 Reggio di Calabria 47,5 44,4 48,3 48,2 46,6 52,5 10,6 Crotone 7,9 9,2 9,7 7,2 11,7 11,7 47,8 Vibo Valentia 12,3 12,2 12,8 13,3 12,9 14,2 15,5 CALABRIA 160,9 161,2 170,1 168,6 185,6 192,8 19,9 SUD E ISOLE 1.621,5 1.617,9 1.742,8 1.810,3 1.837,8 1.888,7 16,5 ITALIA 5.464,7 5.528,7 5.865,5 6.144,2 6.375,1 6.619,2 21,1 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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Il numero medio di anni di studio della popolazione residente è nel 2015 pari a 9,48, un valore in linea rispetto alla media del Sud (9,43) e leggermente inferiore a quella nazionale (9,98). Inoltre tale valore risulta in crescita sia rispetto al 2005 sia rispetto al 2010 su livelli analoghi a quelli registrati per l’Italia, segno che il processo di scolarizzazione del territorio calabrese segue l’andamento medio del Paese.

Tab. 4.13 - Numero medio di anni di studio della popolazione residente nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2005, 2010 e 2015; Valori assoluti e differenze sul 2005 e sul 2010)

2005 2010 2015 Diff. 2005-2015

Diff. 2010-2015

Cosenza 8,67 9,03 9,67 1,00 0,63 Catanzaro 8,81 9,20 9,29 0,47 0,09 Reggio di Calabria 8,85 9,24 9,55 0,70 0,31 Crotone 7,91 8,15 8,86 0,95 0,71 Vibo Valentia 8,43 8,92 9,48 1,06 0,57 CALABRIA 8,66 9,04 9,48 0,82 0,44 SUD E ISOLE 8,55 9,00 9,43 0,88 0,43 ITALIA 9,01 9,50 9,98 0,97 0,48 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

Il mercato del lavoro in Calabria consente a 515,2 mila individui di trovare occupazione nel 2015. Si tratta di 325,6 mila uomini e 189,6 mila donne. Va tuttavia sottolineato come la situazione calabrese non appaia rosea in quanto a differenza del contesto meridionale e nazionale, tra il 2014 ed il 2015, si registra una flessione del numero di occupati sia nella componente maschile (-1,6 punti percentuali) sia in quella femminile (-1,1 punti percentuali).

A pesare sulla negativa performance della regione contribuiscono tutte le province ad eccezione del territorio cosentino in cui si evidenzia invece un aumento di 6,4 punti percentuali, aumentando gli occupati di circa 12 mila unità nel 2015.

Tab. 4.14 - Numero di occupati totale per sesso nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2014-2015; Valori assoluti in migliaia e variazioni %)

2014 2015 Var. % 2014/ 2015

2014 2015 Var. % 2014/ 2015

2014 2015 Var. % 2014/ 2015

Maschi Femmine Totale Cosenza 114,8 123,8 7,8 69,9 72,6 4,0 184,6 196,4 6,4 Catanzaro 70,0 62,0 -11,5 37,2 36,6 -1,7 107,3 98,6 -8,1 Reggio di Calabria 91,7 87,3 -4,8 52,4 51,8 -1,1 144,1 139,2 -3,4 Crotone 29,7 27,5 -7,3 15,4 15,1 -2,3 45,1 42,6 -5,6 Vibo Valentia 24,7 25,0 1,1 16,7 13,5 -19,6 41,4 38,4 -7,3 CALABRIA 330,9 325,6 -1,6 191,7 189,6 -1,1 522,6 515,2 -1,4 SUD E ISOLE 3.722,0 3.784,5 1,7 2.134,2 2.165,8 1,5 5.856,2 5.950,3 1,6 ITALIA 12.945,3 13.084,6 1,1 9.333,7 9.380,2 0,5 22.278,9 22.464,8 0,8 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

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Va poi sottolineato come il livello di partecipazione al mercato del lavoro è nel territorio calabrese più basso rispetto a quanto si evidenzia nel contesto medio meridionale. Infatti, il tasso di attività, dato dal rapporto tra la popolazione attiva e la popolazione residente, è pari nel 2015 al 50,7% in Calabria a fronte di una media per il Sud del 52,9%; inoltre, risulta di oltre 13 punti inferiore rispetto alla media nazionale.

Rispetto al 2005 si evidenzia altresì una diminuzione del tasso di attività di oltre un punto percentuale (-1,3% in Calabria) a fronte di un valore negativo di 0,6 punti nel Mezzogiorno.

Tab. 4.15 - Tasso di attività 15-64 anni per sesso nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2005-2015; Valori assoluti e Diff. 2005-2015)

2005 2015 Diff. % 2005-2015

2005 2015 Diff. % 2005-2015

2005 2015 Diff. % 2005-2015

Maschi Femmine Totale Cosenza 65,5 64,7 -0,8 36,7 40,9 4,2 51,0 52,7 1,7 Catanzaro 68,5 66,6 -1,9 39,1 38,2 -0,9 53,7 52,3 -1,4 Reggio di Calabria 67,9 61,4 -6,5 40,9 35,5 -5,5 54,3 48,3 -6,0 Crotone 64,8 69,3 4,5 29,6 36,8 7,1 47,0 53,0 6,0 Vibo Valentia 64,2 58,2 -6,0 36,6 29,6 -7,0 50,5 43,9 -6,6 CALABRIA 66,5 64,0 -2,6 37,7 37,6 -0,1 52,0 50,7 -1,3 SUD E ISOLE 69,9 66,7 -3,1 37,5 39,3 1,8 53,5 52,9 -0,6 ITALIA 74,4 74,1 -0,3 50,5 54,1 3,6 62,4 64,0 1,7 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

L’andamento della partecipazione al mercato del lavoro ha riflessi anche sul tasso di occupazione che nel contesto calabrese raggiunge livelli inferiori rispetto alla media nazionale. Nello specifico, nel 2015, il tasso di occupazione è in Calabria pari al 38,9%, di oltre 17 punti percentuali inferiore rispetto a quanto si evidenzia per l’Italia e quasi di 3,5 punti percentuali in meno rispetto al Mezzogiorno. Questa è la conseguenza di un processo di progressiva riduzione del tasso di occupazione avvenuta negli ultimi 10 anni nel territorio calabrese che ha registrato una flessione, tra il 2005 e il 2015, del -5,6%.

Il minor tasso di occupazione calabrese è da attribuirsi soprattutto alla componente maschile che nel periodo considerato ha visto una diminuzione di 9 punti percentuali passando dal 58,4% del 2005 al 49,4% del 2015. Minore invece è stata la riduzione del tasso di occupazione femminile che nel decennio è calato di 2,2 punti percentuali.

A livello provinciale si notano poi da un lato il rilevante calo del tasso di occupazione maschile nella provincia di Reggio Calabria che passa dal 58,1% del 2005 al 47,4% del 2015 (-10,7 punti percentuali) e dall’altro la buona tenuta della componente femminile nella provincia di Cosenza che nel decennio ha perso solo uno 0,5% (da 30,7% a 30,2%) e la positiva performance di Crotone in cui si registra un aumento del tasso di occupazione femminile di 1,8 punti percentuali (da 24,1% al 25,9%).

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Tab. 4.16 - Tasso di occupazione 15-64 anni per sesso nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2005-2015; Valori assoluti e Diff. 2005-2015)

2005 2015 Diff. % 2005-2015

2005 2015 Diff. % 2005-2015

2005 2015 Diff. % 2005-2015

Maschi Femmine Totale Cosenza 58,8 51,2 -7,6 30,7 30,2 -0,5 44,7 40,7 -4,1 Catanzaro 59,5 51,7 -7,8 31,2 29,5 -1,7 45,2 40,5 -4,8 Reggio di Calabria 58,1 47,4 -10,7 33,0 27,8 -5,2 45,4 37,5 -8,0 Crotone 56,0 46,0 -10,0 24,1 25,9 1,8 39,9 35,9 -3,9 Vibo Valentia 57,2 46,4 -10,8 30,3 25,1 -5,2 43,8 35,8 -8,1 CALABRIA 58,4 49,4 -9,0 30,8 28,6 -2,2 44,5 38,9 -5,6 SUD E ISOLE 61,8 54,4 -7,5 30,2 30,9 0,7 45,8 42,5 -3,3 ITALIA 69,7 65,5 -41,2 45,4 47,2 1,8 57,5 56,3 -1,2 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat L’insieme di queste dinamiche fa si che il tasso di disoccupazione in Calabria si attesti nel 2015 al 22,9%, registrando un incremento del +8,7% rispetto al 2005, anno in cui era pari al 14,2%. Si tratta di un valore superiore ai livelli di disoccupazione presenti nel Mezzogiorno (19,4%) e che risulta significativamente più alto rispetto alla media nazionale (11,9%).

Tab. 4.17 - Tasso di disoccupazione 15 anni e più per sesso nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2005-2015; Valori assoluti e Diff. 2005-2015)

2005 2015 Diff. % 2005-2015

2005 2015 Diff. % 2005-2015

2005 2015 Diff. % 2005-2015

Maschi Femmine Totale Cosenza 10,0 20,4 10,4 16,0 25,9 9,9 12,1 22,5 10,4 Catanzaro 13,0 22,4 9,4 20,1 22,5 2,4 15,6 22,4 6,8 Reggio di Calabria 14,2 22,4 8,3 19,3 21,5 2,3 16,1 22,1 6,0 Crotone 13,4 32,6 19,2 18,4 29,2 10,8 15,0 31,5 16,5 Vibo Valentia 10,8 20,1 9,3 17,3 15,2 -2,1 13,1 18,4 5,3 CALABRIA 12,1 22,5 10,4 18,0 23,7 5,6 14,2 22,9 8,7 SUD E ISOLE 11,3 18,3 6,9 19,5 21,3 1,8 14,2 19,4 5,2 ITALIA 6,2 11,3 5,1 10,0 12,7 2,7 7,7 11,9 4,2 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat

Nonostante gli elevati livelli di disoccupazione, il mercato del lavoro sembra in grado di offrire qualche opportunità ai lavoratori qualificati. Difatti, il tasso di disoccupazione calcolato in riferimento ai soli possessori di un titolo universitario si attesta in Calabria nel 2015 al 15,4%, valore in calo rispetto al 17,2% del 2014.

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Tab. 4.18 - Tasso di disoccupazione 15 anni e più dei possessori di un titolo universitario nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2011-2015; Valori %)

2011 2012 2013 2014 2015 Diff. % 2011-2015

Cosenza 10,1 16,3 14,9 16,7 16,8 6,7 Catanzaro 10,2 15,5 14,3 20,0 14,8 4,6 Reggio di Calabria 7,1 8,5 11,6 12,8 14,1 7,0 Crotone 16,3 12,6 10,1 29,7 11,1 -5,2 Vibo Valentia 11,4 10,1 11,4 13,2 15,4 4,0 CALABRIA 9,8 13,4 13,4 17,2 15,4 5,6 SUD E ISOLE 8,5 9,7 11,1 12,7 11,7 3,2 ITALIA 5,2 6,5 7,1 7,7 7,0 1,8 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat L’ultimo elemento scelto per analizzare la situazione del mercato del lavoro è rappresentano dall’analisi degli occupati che lavorano almeno 30 ore settimanali. Questo perché i livelli occupazionali calcolati dall’Istat attraverso la rilevazione sulle forze di lavoro, presentano una sovrastima dell’ammontare complessivo di lavoratori. Infatti, l’Istat considera occupate tutte le persone con più di 15 anni che nella settimana a cui si riferisce l’intervista hanno svolto almeno un’ora di lavoro retribuita, o chi ha lavorato almeno per un’ora presso la ditta di un familiare senza essere retribuito.

La disaggregazione di questo risultato rispetto al numero di ore lavorate consente pertanto di conoscere la portata reale dell’occupazione all’interno di un territorio. Nel 2015, degli occupati calabresi, il 71,8% lavora almeno 30 ore settimanali. La quota appare di oltre un punto percentuale superiore alla media del Mezzogiorno (70,6%), e di quasi mezzo punto nei confronti di quella nazionale (71,4%).

Rispetto al 2010, dove il medesimo indicatore si attestava al 72,6%, si evidenzia una flessione del -0,8%, nettamente inferiore ai cali registrati nel Sud e nel Paese (Mezzogiorno: -4,6%; Italia: -3,9%).

Tab. 4.19 - Percentuale di incidenza degli occupati che lavorano almeno 30 ore settimanali sul totale occupati nelle province calabresi, in Calabria, nel Sud e Isole e in Italia (Anni 2010-2015; Valori %)

2010 2011 2012 2013 2014 2015 Diff. % 2010-2015

Cosenza 73,9 74,0 71,7 74,2 72,3 76,3 2,4 Catanzaro 71,7 74,2 69,9 64,1 64,5 67,5 -4,2 Reggio di Calabria 72,5 75,0 72,2 71,4 69,0 68,5 -4,0 Crotone 73,6 73,8 69,4 65,5 66,0 75,3 1,7 Vibo Valentia 68,2 70,4 68,7 68,6 66,1 67,5 -0,7 CALABRIA 72,6 74,0 71,1 70,2 68,7 71,8 -0,8 SUD E ISOLE 75,3 75,4 72,0 70,9 70,3 70,6 -4,6 ITALIA 75,3 75,4 72,7 72,0 71,3 71,4 -3,9 Fonte: Elaborazione Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne su dati Istat