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Rassegna Stampa di mercoledì 14 maggio 2014
SNALS / CONFSAL Avvenire 14/05/2014 SUPPLENZE, SINDACATI: NO AL DECRETO Testate on line 14/05/2014 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Messaggero 14/05/2014 RENZI A MILANO: STATO PIU' FORTE DEI LADRI il Messaggero 14/05/2014 INVALSI, BOICOTTAGGI E PROTESTE IN TUTTA ITALIA Avvenire 14/05/2014 IN CLASSE CON NUOVO SLANCIO il Tempo 14/05/2014 LA REALTA' FAMILIARE RISORSA ECONOMICA: "BASTA CONSIDERARLA
UN COSTO" il Gazzettino 14/05/2014 INVALSI, STUDENTI E PROF DISERTANO Il Giornale d'Italia 14/05/2014 SCUOLA E SERVIZIO CIVILE: RENZI DA' I NUMERI Il Secolo XIX 14/05/2014 PROVE INVALSI, DISLESSICI INVITATI A RIMANERE A CASA Il Secolo XIX 14/05/2014 SEDICI MILIONI DI EURO SPESI OGNI ANNO PER UNA VALUTAZIONE DA
RIFORMARE la Gazzetta del Mezzogiorno
14/05/2014 Int. a M.Boldrin: BOLDRIN BOCCIA GOVERNO E OPPOSIZIONI "UN GIUDIZIO ? TRAIL CATTIVO E IL PESSIMO"+++
Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 14/05/2014 "GIUNTI ALLA SINTESI GRAZIE ALLA CAPACITA' DI RESTARE UNITI" il Sole 24 Ore 14/05/2014 BANCHE, PRONTA L'AGENDA DEL RINNOVO il Sole 24 Ore 14/05/2014 DECRETO LAVORO, PASSA LA FIDUCIA il Sole 24 Ore 14/05/2014 BONUS IRPEF, NESSUN DATO NELL'UNIEMENS ALL'INPS la Repubblica 14/05/2014 SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE A 100 MILA GIOVANI L'ANNO FIDUCIA SUL
DECRETO LAVORO Italia Oggi 14/05/2014 CONCERTAZIONE, IL MALE NASCE LI' Italia Oggi 14/05/2014 MONDO DEL LAVORO PIU' FLESSIBILE il Messaggero 14/05/2014 DECRETO LAVORO, SI' ALLA FIDUCIA CONTRATTI A TERMINE PIU' FACILI il Giornale 14/05/2014 SUL LAVORO UN PASSO AVANTI E DUE INDIETRO L'Unita' 14/05/2014 VIA AL DECRETO LAVORO ORA TOCCA AL JOBS ACT il Mattino 14/05/2014 LAVORO, SI' ALLA FIDUCIA POLETTI: STOP PRECARIETA' Il Secolo XIX 14/05/2014 CONTRATTI E APPRENDISTATO, ECCO COSA CAMBIA Corriere della Sera 14/05/2014 "BONUS IRPEF, 400 MILIONI IN PIU' PER LE FAMIGLIE" la Repubblica 14/05/2014 BERLUSCONI: "PROVE DAGLI USA NEL 2011 GOLPE CONTRO DI ME"
SCONTRO TRA UE E AMERICANI la Repubblica 14/05/2014 Int. a G.Soros: "LE RIFORME DI RENZI L'ULTIMA OCCASIONE PER LA
SVOLTA ITALIANA" la Stampa 14/05/2014 RENZI: "LO STATO E' PIU' FORTE DEI LADRI"
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~ Supplenze, sindacati: no al decreto Roma. «Il decreto che il ministro Giannini dichiara di aver firmato per l' aggiornamento delle graduatorie di istituto, presenta vizi di illegittimità. Senza il previsto percorso istituzionale modifica le tabelle per l'attribuzione del punteggio per le abilitazioni, introducendo palesi elementi di iniquità e irragionevolezza, creando inaccettabili dispalità e conflittualità tra gli aspiranti alle supplenze». Lo affermano i sindacati Flc Cgil - Cisl Scuola - Uil Scuola cnm~- Fed.
Gilda Unams. Le organizzazioni sindacali della scuola, «hanno dato mandato ai loro legali di impugnare al Tar il decreto ministeliale che modifica le graduatorie per le supplenze del prossimo triennio». «Questa - sclivono - è la prima lisposta, a cui seguiranno ulterioli iniziative e mobilitazioni, se continueranno gli atteggiamenti di arroganza che portano a prowedimenti inaccettabili e che avranno ripercussioni sull' ordinato avvio del prossimo anno scolastico».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
I sindacati impugnano il decreto sulle graduatorie I principali sindacati di categoria impugnano il decreto sulle graduatorie. Lo annunciano in una nota congiunta Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams spiegando che ''il decreto che il ministro Giannini dichiara di aver firmato per l'aggiornamento delle graduatorie di istituto presenta vizi di illegittimità''. ''Senza il previsto percorso istituzionale - evidenziano i sindacati - il decreto modifica le tabelle per l'attribuzione del punteggio per le abilitazioni, introducendo palesi elementi di iniquità e irragionevolezza, creando inaccettabili disparità e conflittualità tra gli aspiranti alle supplenze''. I sindacati di categoria, contrari ''nel merito e nel metodo, hanno dato mandato ai loro legali di impugnare congiuntamente al TAR il decreto ministeriale che modifica le tabelle e che è parte integrante dei provvedimenti per l'aggiornamento delle graduatorie per le supplenze del prossimo triennio''. "Questa - sottolineano Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams - è la prima risposta dei sindacati, a cui seguiranno ulteriori iniziative e mobilitazioni, se continueranno gli atteggiamenti di arroganza che portano a provvedimenti sbagliati ed inaccettabili e che comporteranno anche inevitabili ripercussioni sull'ordinato avvio del prossimo anno scolastico, di cui il Ministro si assume tutta la responsabilità''.
tuttoscuola.com martedì 13 maggio 2014
Graduatorie di istituto 2014: i sindacati impugneranno il decreto red - Comunicato unitario di Flc Cgil - Cisl Scuola - Uil Scuola - Snals Confsal - Fed. Gilda Unams "Il decreto che il ministro Giannini dichiara di aver firmato per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto presenta vizi di illegittimità. Senza il previsto percorso istituzionale modifica le tabelle per l’attribuzione del punteggio per le abilitazioni, introducendo palesi elementi di iniquità e irragionevolezza, creando inaccettabili disparita e conflittualità tra gli aspiranti alle supplenze.
Le scriventi organizzazioni sindacali della scuola, contrarie nel merito e nel metodo, hanno dato mandato ai loro legali di impugnare congiuntamente al TAR il decreto ministeriale che modifica le tabelle e che è parte integrante dei provvedimenti per l’aggiornamento delle graduatorie per le supplenze del prossimo triennio. Questa è la prima risposta dei sindacati, a cui seguiranno ulteriori iniziative e mobilitazioni, se continueranno gli atteggiamenti di arroganza che portano a provvedimenti sbagliati ed inaccettabili e che comporteranno anche inevitabili ripercussioni sull’ordinato avvio del prossimo anno scolastico, di cui il Ministro si assume tutta la responsabilità." Mar, 13/05/2014 - 19:19
Decreto Graduatorie d’Istituto, i sindacati si rivolgono al Tar
Alessandro Giuliani Martedì, 13 Maggio 2014 Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Fed. Gilda Unams sostengono che il provvedimento modifica le tabelle per l'attribuzione del punteggio per le abilitazioni, introducendo palesi elementi di iniquità e irragionevolezza, creando inaccettabili disparità e conflittualità tra gli aspiranti alle supplenze. Ma siamo solo all’inizio: già pronti ad avviare ulteriori iniziative e mobilitazioni. Ai toni bellicosi sono presto seguiti i fatti. Ancora prima della sua uscita nella versione definitiva, i sindacati rappresentativi hanno deciso di impugnare il decreto sulle Graduatorie d’Istituto. A nessuno tra di loro piace, come avevamo anticipato, il “megabonus” introdotto dall’amministrazione per premiare i possessori di abilitazione acquisita tramite Tfa. E' troppo alto, evidentemente, è il divario che si creerebbe rispetto agli altri abilitati, in particolare a coloro che stanno conseguendo il titolo tramite i Pas. "Il decreto che il ministro Giannini dichiara di aver firmato per l'aggiornamento delle graduatorie di istituto, presenta vizi di illegittimità", sostengono in una nota congiunta del tardo pomeriggio del 13 maggio Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Fed. Gilda Unams. "Senza il previsto percorso istituzionale modifica le tabelle per l'attribuzione del punteggio per le abilitazioni, introducendo palesi elementi di iniquità e irragionevolezza, creando inaccettabili disparità e conflittualità tra gli aspiranti alle supplenze". Le organizzazioni sindacali della scuola si dicono "contrarie nel merito e nel metodo, hanno dato mandato ai loro legali di impugnare congiuntamente al
Tar il decreto ministeriale che modifica le tabelle e che è parte integrante dei provvedimenti per l'aggiornamento delle graduatorie per le supplenze del prossimo triennio". I sindacati tornano anche sulla scelta del Miur di imporre il decreto, informandoli praticamente a cose fatte. "Questa – continuano i rappresentanti dei lavoratori - è la prima risposta dei sindacati, a cui seguiranno ulteriori iniziative e mobilitazioni, se continueranno gli atteggiamenti di arroganza che portano a provvedimenti sbagliati ed inaccettabili e che comporteranno anche inevitabili ripercussioni sull'ordinato avvio del prossimo anno scolastico, di cui il ministro si assume tutta la responsabilità". Rimane solo un dubbio: e se il Miur avesse deciso all’ultimo momento di tornare sui suoi passi cancellando il “megabonus” ai ‘tieffini’?
Tfa ordinario 2014 (bando atteso) e graduatorie di istituto: i sindacati contro il Miur
13-05-2014 - Irene Canziani I sindacati della scuola contestano diversi aspetti degli ultimi provvedimenti del Miur. Guerra tra precari? Le novità sul mondo della scuola italiana non sono mancate nell'ultimo periodo. Tra l'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, quello delle graduatorie di istituto ed il tanto atteso bando per il II ciclo del Tfa ordinario, sono molti i temi di discussione tra i docenti (effettivi o aspiranti tali) e all'interno delle loro rappresentanze sindacali. Le principali sigle sono particolarmente agguerrite contro il Miur, e fanno notare tutte le presunte disomogeneità e discriminazioni nei decreti appena approvati: vediamo cosa contestano al ministro Stefania Giannini e ai suoi collaboratori. Tfa ordinario 2014: a quando il bando? Proteste dei sindacati sulle tempistiche Si è ormai aperto il "giallo" sulla pubblicazione del bando relativo al II ciclo del Tfa (Tirocinio Formativo Attivo) per l'abilitazione dei docenti italiani. In data 7 maggio un comunicato del Miur svelava in anteprima i dettagli del percorso (posti disponibili, modalità di accesso e selezione, partenza dei corsi) annunciando l'arrivo del bando per i giorni successivi. Ma ad oggi, della pubblicazione ufficiale ancora non c'è traccia. Anche per quanto riguarda l'aggiornamento delle graduatorie di istituto, i tempi sono serrati e in molti temono che il Miur non riesca a rispettare quanto promesso: nomine e supplenti in cattedra già da settembre 2014. In particolare della Cisl scuola in una nota commenta: "Davvero fuori luogo l'ottimismo con cui si sostiene che le graduatorie d'istituto saranno pronte entro l'inizio delle lezioni". Ma non sono solo le tempistiche a far discutere. Tfa 2014, i sindacati contro il Miur
Due i motivi principali di protesta riguardo al Tfa ordinario 2014: da una parte la scarsa attenzione riservata al personale in esubero, dall'altra l'esclusione degli ITP e degli insegnanti di strumento musicale. A sollevare le due questioni sono state la Uil e la Gilda degli insegnanti, oltre alla delegazione Snals-Confsal, che mette in risalto: "- la necessità di riconoscimento del valore abilitante per i "vecchi diplomi" per gli ITP e attivazione del TFA ordinario anche per gli insegnamenti tecnico pratici di tabella C. Non è infatti accettabile questa continua discriminazione nei confronti di questa categoria di docenti che crea, tra l'altro, situazioni evidenti di disparità di trattamento sul piano del conseguimento dei titoli di abilitazione e di specializzazione per il sostegno". "- l'analoga necessità di attivazione dei corsi TFA per l'insegnamento di strumento musicale al fine di evitare anche in questo caso situazioni evidenti di disparità di trattamento sul piano del conseguimento dei titoli di abilitazione e di specializzazione per il sostegno". Graduatorie di istituto: punteggi differenziati sotto accusa Le proteste dei sindacati riguardo all'aggiornamento delle graduatorie di istituto si concentrano sulla differenziazione di accesso e di punteggio tra chi si abilita mediante il Tfa e chi invece frequenta i PAS, Percorsi abilitativi speciali. A scagliarsi contro questo aspetto sono Uil, Flc Cgil, Snals e Gilda degli insegnanti, che in una nota afferma: "Le tabelle di valutazione delle G.I. rappresentano un vero scandalo nell'attribuzione di punteggi eccessivi ai TFA ed invece quasi niente ai PAS che non saranno neanche inseriti con riserva nella seconda fascia, come era stato già concordato ed assicurato".
Scuola: testate nazionali
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Invalsi, boicottaggi e proteste in tutta Italia LA SCUOLA ROMA Gli studenti non ci stanno. E boicottano, alle superiori più che negli altri cicli formativi, i contestati test Invalsi. È accaduto in tante 'Scuole in' giro per l'Italia dai momento che ieri, . con iquizpn~parati dall'Istituto di valutazione, si sono cimentati i ragazzi delle classi II della scuola secondaria di secondo grado. «La prova di matematica l'ho fatta mettendo i primi numeri che mi venivano in mente», ironizza su twitter uno studente. «Matematica era ostrogoto antico. Ho consegnato, era inutile provarci», scrive un altro sempre sui social network.
LE PRESE IN GIRO Un grande classico, che torna tutti gli anni è l'espressione artistica di quanti, penna alla mano, hanno disegnato sul plico vignette divertenti o anche solo fiorellini e nuvolette. Poca la vena polemica, in molti casi ha spiccato l'ironiadegli studenti. Altri hanno lasciato i banchi vuoti. <<Valutati sì, schedati no» è lo slogan che hanno esposto tanti studenti che hanno effettuato cortei, sit-in, proteste pacifiche, flash mob, anche davanti al ministero dell' Istruzione. Le proteste hanno toccato Roma, Milano, Siena, Pisa, L'Aquila, Genova, Napoli, Salerno, Bari, Torino, Catania, Cagliari e altri
centri. A Milano, per protestare contro i test, è stato occupato anche il Teatro Lirico. Gli studenti si rifiutano di compilare a testa bassa dei test che non condividono. I dati ufficiali dicono però che la partecipazione complessiva alle prove oggi è stata pari al 98,21% e che le prove non siano state effettuate in circa !'l, 79% delle classi II della scuola secondaria. «Abbiamo deciso di disobbedire, di rifiutarci di sottoporei ad un meccanismo di va-
lutazione escludente e ingiusto che mira a rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la cop;tJ>etizione}ra scuole e studentI, indirizzare e svilire la didattica - afferma Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell' Unione degli Studenti - siamo l'unico Paese in Europa che somministra agli studenti in maniera censuaria e non cam-
pionaria dei test assolutamente inutili, che non tengono conto delle condizioni sociali ed economiche degli studenti». Sulla stessa linea Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas. «Lo sciopero e il boicottaggio degli indovinelli Invalsi - afferma -hanno avuto ancor più successo ieri, nella giornata delle medie e superiori, rispetto a quelli già molto positivi realizzati il6 e il 7 alle elementari. Nelle superiori allo sciopero si è aggiunta l'attività capillare degli studenti, che hanno ridicolizzato i quiz». Favorevole ai test, invece, l'Associazione nazionale presidi. «La valutazione dell'Invalsi è assolutamente positiva vanno apportate delle correzioni in base al tipo di classe o al corso di studio ma guai a buttare l'acqua con tutto il bambino. Essere contrari a questo tipo di valutazione equivale a prendersela con il termometro quando segna la febbre», spiega Mario Rusconi, vicepresidente dell'Associazione.
C.M. @RIPRODUZIONERISERVATA
Il NUMERO DUE DEll'ASSOCIAZIONE DEI PRESIDI DIFENDE Il TEST: :<LA VALUTAZIONE E POSITIVA)}
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Scuola: testate nazionali
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Indasse connuovo slancio «I ragazzi presenti all'incontro di sabato con papa Francesco sono tornati a casa con una grande serenità: la scuola è il mondo. Da conoscere e da capire, ma anche da incontrare»
DI MICHELE FALABRETTI * ev' essere iniziata, più o meno, come una gita scolastica. Mamme a far la
spesa, la sera prima, per preparare lo zainetto con il pranzo al sacco; mini-trolley per dli approfittava a star fuori anche la domenica; sveglia a orali antelucani per atTivare a Roma in tempo. Di solito il mattino presto è sonno: accucciati sui sedili qualcuno avrà fatto giusto in tempo a sentire la voce gracchiante (per il miu'ofono del pullman con i cavi usura ti) della suora che tentava un pater-avegloria alla panenza. Era bella, Roma, sabato scorso: una di quelle giornate che sembrano fatte apposta per stare all' aria apena. Una di quelle giornate dove nemmeno i professori hanno voglia di stare in dasse e andrebbero volentieri a fare lezione sotto i due ippocastani del cortile; una di quelle giornate dove l'azzurro ti entra negli occhi, il sole ti scalda il cuore e il venticello fresco ti aiuta a camminare senza sudare troppo. Bene, queste erano ragioni già sufficienti per sentire gratitudine: non essere costretti al banco di scuola. Mettiamoci poi i ragazzi clle per strada si trovano e si salutano: roba da Gmg (anche se per i più è ancora presto). «Roba», cioè, riservata ai grandi: bandiere e striscioni, cappellini e gruppi di ogni tipo. Canti, saluti e persino qualche qualche inevitabile presa in giro. Insomma: trecentomila persone (in gran pane giovanissime) dentro e attorno a San Pietro, su su fino al Tevere. Prima, quasi come un conDe di scuola prima dell'apertura, l'attesa ingannata dal pranzo e da un po' di
animazione. Poi, finalmente, arriva la jeep più famosa del mondo e quel lungo giro (un' ora) scalda il cuore a tutti: chi non è venuto per incrociare, almeno per un istante, gli occhi del Papa e potergli sorridere? Suona la campanella: parole, caI1Zoni e qualdle passo di danza. Don Milani e Pennac. Ci sono tutti: i ragazzi, per i quali la scuola vive; i loro insegnanti, dirigenti e il personale; i genitOIi e le famiglie. Persino qualche personaggio famoso, clle legge o parla di sé, di quello che ha PQtuto diventare attraverso la scuola. E una festa, ed è una sorpresa; la scuola di tutti, i cristiani se ne prendono cura: non possono restare indifferenti all'educazione dei piccoli. Alla fine il Papa racconta: di quello cile è potuto diventare grazie alla sua maestra delle elementari, di quello cile ha vissuto da insegnante. E la lezione più bella, ma lo è ancl1e per il contesto in cui viene fatta. Non so se i ragazzi avranno coIto tutti i passaggi: la campana che suona, l'appello, !'invito a crescere, a farlo insieme. Dì sicuro se ne sono tornati a casa con un grande senso di serenità: la scuola è un mondo, è un percorso da attraversare, è la possibilità di crescere. Nella fatica: ma proprio perché è di tutti la si può affrontare con un po' più di decisione. La scuola è il mondo: da conoscere e da capire, ma anche da incontrare; perché i colori non erallO solo i cappellini e le magliette, erano anche il colore della pelle di chi al'riva da 10ntallO ma - denu'o - ha i sogni di tutti e di sempre.
• responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile
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«Relazioni, non solo nozioni»
P er educare un figlio serve un villaggio». Sono le parole del proverbio africano che papa
Francesco ha fatto ripetere ai ragazzi in piazza San Pietro sabato scorso quelle che Carola Bianchi, 18 anni, porta nel cuore. «Per trasmettere un'esperienza ci vuole tanto: non basta un rapporto frontale, ma è necessaria una rete di relazioni e questa frase lo interpreta bene», sottolinea la ragazza che frequenta il quinto anno del liceo classico «Pila Albertelli», istituto statale del centro di Roma. Sebbene siano passati alcuni giorni dall'incontro tra Bergoglio e il mondo della scuola promosso dalla Cei, l'emozione di chi c'era è ancora tanta. E quel detto citato dal Pontefice continua a risuonare, forse perché in esso è racchiusa la formula dell'alleanza educativa che vede la scuola, le famiglie e la Chiesa collaborare insieme alla crescita delle nuove generazioni. Tutti, nessuno escluso. «L'evento di sabato - osserva Carola - è stato anche un'occasione per creare un legame tra scuola statale e scuola paritaria, realtà che spesso sono contrapposte». «Oltre alle nozioni e alla conoscenza delle diverse materie, noi ragazzi abbiamo bisogno della testimonianza degli insegnanti. Quello che ci resta più impresso infatti è il loro modo di rapportarsi e di fare», dice con convinzione la studentessa. Una forte umanità e l'esempio sono elementi fondamentali che Carola ha trovato proprio in Francesco che ha avuto l'onore di abbracciare. «Quando mi ha guardata negli occhi ho visto soprattutto un uomo che rappresenta - conclude la liceale romanadavvero un esempio per noi giovani».
Stefania Careddu © RIFflOOUZIONE RISERVATA
«Crescere con esempi concreti»
Sabato scorso, in piazza San Pietro, con papa Francesco, eravamo in 100 della scuola Santa
Maria degli Angeli di Gemona, fra ragazzi, insegnanti e genitori - racconta Donato, 18 anni, quinta liceo - e ci siamo sentiti due volte "francescani". Anzitutto per le parole di Francesco, e anche per le condizioni di precarietà in cui ci trovavamo. Uno spirito Lhe ci siamo tutti portati a casa da Roma. Papa Francesco ha pronunciato e fatto ripetere in coro ai presenti: per educare serve un villaggio, abbiamo bisogno dell'esempio di bravi insegnanti, non si può crescere solo con le parole, occorrono gesti ed esempi di valori vissuti. Anche da parte dei genitori, che talvolta sono troppo assenti». Secondo Donato, infatti, in troppi sono solo pronti a protestare per difendere acriticamente i propri figli, in pochi danno un reale apporto educativo alla scuola. Donato è tornato a Gemona convinto che una maturazione nuova deve crescere anche nelle famiglie. Ne ha parlato con i compagni di scuola e gli insegnanti, a partire dal preside Gianluca Macovez. E specificatamente l'incontro col Papa? «Mi piace molto la sua capacità di comunicare. Lo trovo molto credibile in tutto quello che dice. Laggiù, per la verità, hanno parlato in molti, ma noi invocavamo Francesco. Il suo grande sorriso era contagioso: noi eravamo ammutoliti. Non sai cosa fare, non sei capace di pensare davanti al Papa. Per alcuni momenti ci siamo sentiti diversi. Ha detto perché amare la scuola, ha parlato del bene è del male. E noi l'abbiamo capito. Posso dirlo? La lezione più comprensibile a cui ho assistito».
Francesco Dal Mas © RIFflOOUZIONE RISERVATA
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IL GAZZETTINO I
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Invalsi, studenti e prof disertano Intere scuole hanno boicottato le prove, in altre quiz a sint.hiozzo. Assemblea in piazUl Ferretto
Raffaella lanuale MESTRE
Intere scuole hanno disertato la prova Invalsi. Specie alle superiori dove, alla contrarietà per i test ministeriali di numerosi insegnanti, si è unita l'ostilità degli studenti che ieri non sono entrati in classe.
Così, anche nella seconda tranche dello sciopero indetto dai Cobas, l'adesione è stata alta. Una giornata di mobilitazio-ne indetta per boicottare le prove Invalsi in calendario per il 13 mag-gio nelle classi seconde delle scuole medie e delle superiori.
E in molti hanno risposto. Al liceo artistico statale di Venezia di sei classi seconde, nemmeno una ha affrontato i test Invalsi. Idem al turistico "Gritti", qui addirittura la scuola non è nemmeno stata aperta a causa dello sciopero del personale Ata.
Quindi senza bidelli il plesso è rimasto chiuso mal-
grado fosse scuola campione, cioè uno degli istituti dove ai test avrebbero dovuto presenziare i funzionari ministeri ali.
Anche in numerose altre scuole i quiz si sono svolti a singhiozzo. Hanno aderito allo sciopero professori e studenti dell'istituto tecnico "Pacinotti", ma anche del turistico "Algarotti" in centro storico. Stessa scelta pure al classico "Marco Polo" e per le scuole superiori della cittadella di Mirano.
In alcuni istituti le lezioni si sono svolte regolarmente, eccetto che per le seconde che sono rimaste fuori per non svolgere l'Invalsi. Davanti a numerose scuole superiori gli studenti hanno tenuto dei presidi e poi si sono uniti in un corteo diretto in Piazza Ferretto.
E qui, ai piedi della torre, si è tenuta un'assemblea alla quale hanno partecipato circa centocinquanta studenti e insegnanti di tutta la provincia.
«Ci vogliono tutti uguali,
• lA CRITICA
.................................... «çiyq9Iiq~q standardizzati
........... ~~9Ii.i~§~9~é3rT1~~ti. e apprendimenti»
standardizzati negli insegnamenti e negli apprendimenti. La stessa logica falsamente meritocratica che sta dietro i quiz Invalsi presiede ai test d'ingresso all'università - dice Stefano Micheletti, protavoce dei Cobas Veneziani - non possiamo più permettere che il destino di studenti, docenti, scuole ed università sia affidato a crocette in risposta a insulsi quiz».
Lo sciopero di ieri si aggancia alle altre due giornate di astensione, del 6 e 7 maggio, quando i test erano in calendario alle elementari.
La mobilitazione è stata appoggiata dalla Gilda che ha organizzato assemblee in concomitanza dei test e dal Coordinamento studentesco che ieri ha partecipato al corteo e all'assemblea ai piedi della torre.
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SAVO SEG RSI
Prove Invalsi, dislessici invitati
• a rllllanere a casa «Così la media della classe non si abbassa»
SILVIA CAMPESE
SAVONA. Test Invalsi: un incubo per gli studenti disabili e dislessici delle scuole superiori. Molte famiglie ieri hanno deciso di propria iniziativa di tenere a casa i figli, per evitare loro l'impatto con una prova che li fa sentire discriminati. Altre, invece, si sono arrese ai consigli del professore di tur-
no, in alcuni casi insistenti: «Signora, io eviterei questo stress al suo ragazzo. Lo tenga pure a casa». Morale: anche se non esiste al momento un dato ufficiale, ieri sono state numerose le defezioni di studenti diversamente abili.
«Gli Invalsi non devono costituire un momento di esclusione per gli studenti disabili e per i dislessici. Altrimenti il lavoro d'integrazione che la scuola e le associazioni compiono nel-
l'arco dell'anno rischia di andarsene in fumo in sole due giornate di test». È un monito pesante quello che Mario Accattino, membro del Glip, il Gruppo di Lavoro per l'Integrazione della provincia di Savona, lancia a docenti, presidi, Ministero compreso. Visto che, anche nella sua associazione, non sono mancate segnalazioni di casi in cui gli insegnanti, per evitare di abbassare la media della classe, hanno sollecita-
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to le famiglie a tenersi a casa, per la sciuta». Il meccanismo è semplice. volta, i ragazzi con programmi diffemattinata di ieri, i figli dislessici e di- «Ci sono casi a noi resi noti - spiega la renziati siano stati esclusi dal minisabili. E la polemica sugli Invalsi pren - dottoressa - dove le docenti, con una stero dalle prove Invalsi - dice il preside questa volta una piega più pesante. classe di 30 ragazzi comprendente tre de del Liceo Chiabrera Martini AlfonL'ombra di una forma di emarginazio- o quattro Bes, hanno fatto pressione so Gargano - Diverso il discorso per i ne indiretta, infatti, incombe sulle perché gli stessi non partecipassero. dislessici che hanno affrontato i test prove che, se si esclude la terza media, La preoccupazione riguardava la me- con gli strumenti compensativi. Nessono finalizzate non tanto alla valuta- dia della classe che sarebbe risultata suno studente deve sentirsi emargizione dello studente, quanto dell'ope- più bassa. CosÌ facendo lo studente nato». Eppure, gli episodi non mancarata dei docenti e del sistema scuola. viene leso sotto più profili, in primis no. E c'è chi come Liana Rizzo, mamDa qui, i casi denunciati dalle famiglie quello psicologico, visto che, soprat - ma di un bimbo autistico savonese, secondo cui alcuni docenti avrebbero tutto i dislessici, sono studenti che non ha paura di metterci la faccia. fatto opera di convincimento perché i hanno un percorso scolastico difficile, Tanto da prendere carta e penna e soggetti Bes, quelli con bisogni educa- dove l'individuazione del problema è scrivere al ministro all'Istruzione. tivi speciali, se ne stessero a casa e non giunta dopo insuccessi scolastici che «Ministro, come si sentirebbe se andassero a inficiare il punteggio glo- venivano imputati al ragazzo stesso». escludessero suo figlio o suo nipote baIe. Un atteggiamento, in alcuni casi, Da qui l'appello. Del resto, i numeri dalla propria classe perché disabile?velato, in altri più esplicito. «Il feno- fanno riflettere: solo nella provincia scrive la Rizzo - Per un autistico ogni meno dell'esclusione indiretta dei di- di Savona i disabili certificati, a scuola, modifica della routine può essere peslessici, dei disabili e, in generale, dei sono 910, mentre la percentuale dei sante e poi, per lui, l'incontro con i Bes dagli Invalsi esiste. Non è tuttavia dislessici varia dal 3 al 5% tra ragazzi compagni e le maestre èestremamenun problema da generalizzare - com- in età scolare, quindi migliaia di stu- te positivo. Peccato che, al momento menta Elettra Cerruti, referente della denti. Ad accogliere l'appello, tanti della somministrazione, la docente di provincia di Savona per l'Associazio- presidi savonesi. «Trovo un errore, al- sostegno non l'abbia lasciato entrare ne Dislessia - visto che nelle scuole la meno dal punto di vista della sensibili- in classe cercando di spiegargli che sensibilità a questi problemi è cre- tà, il fatto che quest'anno, perla prima quelle prove non lo riguardavano».
Uno studente contesta l'lnvalsi. Simbolo della Drotesta una X. come la X richiesta Der indicare le risDoste sul test
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Scuola: testate nazionali
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IL SECOLO XIX
L'INTERVENTO
GIUSTO DARE UN VOTO , ~LA SCUOLA, MA COSI E SOLO UNO SPRECO
ROBERTO FEDI
I TEST Invalsi dovrebbero essere rivisti, riequilibrati e rifatti. CosÌ come sono servono a poco, mentre potrebbero essere utili. E il costo di questo baraccone è di 16 milioni l'anno. L'ARTICOLO» 8
Data 14-05-2014 Pagina 8 Foglio 1
COMMENTO
SEDICI MILIONI DI EURO SPESI OGNI ANNO PER UNA VALUTAZIONE DA RIFORMARE
ROBERTO FEDI
L'INV ALSI, acronimo di Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, è un ente di ricerca che periodicamente verifica, come recita il sito relativo, "le conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione". Sembra una cosa seria: è giusto, in via teorica, sottoporre ad analisi la qualità dell' offerta formativa nelle scuole, valutare i punti dolenti, correggere le criticità (come si usa dire oggi).
Ma la differenza fra il dire e il fare, ci sia concesso il luogo comune, è dawero grande come il mare. Perché le prove, che si svolgono dalle elementari alle superiori, sono ogni anno fonte di malumori, incoerenze e perché no anche sotterfugi. A volte meschini, se è vero quello che è accaduto a Savona; a volte all'italiana: siamo pronti a scommettere che qualche docente, per far apparire la propria scuola migliore di quel che è, una mano a chi sta sudando sui test gliela dà.
Qui è necessario essere chiari. Che una valutazione
sia necessaria è a dir poco fondamentale. Ed è anche owio che la prova o le prove siano le stesse dalle Alpi alle Piramidi, o giù di lì. La norma prevede anche, come è giusto, che i portatori di handicap o con Dsa, cioè i ragazzi con qualche disturbo dell'apprendimento, possano affrontare le prove con strumenti compensativi e con maggior tempo. Ci pare il minimo. I problemi sono, a nostro parere, le tipologie delle prove e quello che, a prove concluse, si farà dei risultati. All'università, ad esempio, l'Anvur, che valuta i singoli atenei, ha un riscontro nei finanziamenti - con una macchinosità che inviterebbe piuttosto ad abolirla o ristrutturarla. Qui, le prove Invalsirimangono, che se ne sappia, in qualche memoria di computer: e allora? Nel frattempo si susseguono, e ti pareva, le manifestazioni di studenti che si rifiutano di affrontarle, in base a non meglio precisate ragioni che sanno di vecchio pseudo stile (non vogliamo essere schedati, non vogliamo entrare nella logica di mercato, i test non tengono conto delle condizioni sociali eccetera).
Sciocchezze. E pericolose. I test Invalsi dovrebbero essere rivisti, riequilibrati, insomma ripensati erifatti. Così come sono oggi servono a poco, mentre potrebbero essere utili. Infine: il costo di questo baraccone, portato avanti in gran parte dagli insegnanti, che sono in genere i veri eroi sottopagati di questa scuola, è di 16 milioni l'anno. No commento
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Stefania Giannini
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lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO Data 14-05-2014 Pagina 6 Foglio 1
rlNlERVISIA IL PROGRAMMA DEL LEADER DI FARE PER FERMARE IL DECLINO E DELLA LISTA SCELTA EUROPEA
Boldrin boccia governo e opposizioni « Un giudizio? Tra il cattivo e il pessimo» Leconomista: l'Italia va rivoltata come un calzino o non si salva
ROBERTO CALPISTA
ti . Michele Boldrin, economista, dal maggio del 2013 è leader del partito Fare per fermare il declino che per le prossime europee aderisce alla lista Scelta Europea.
L'obiettivo del 4 per cento é raggiungibile? Se non lo avessi ritenuto raggiungibile non mi ci sarei messo in questa impresa. Ci sono milioni di italiani che non si riconoscono nelle politiche sino ad ora perseguite sia dalla destra berlusconiana e
leghista sia dalla sinistra, e dal Pd anzitutto, e che ritengono siano urgentissime radicali riforme economiche, sociali ed istituzionali. Questi cittadini sanno anche che il populismo grillino rischia di sfasciare il Paese. Noi di Fare per fermare il declino dobbiamo e
ECONOMIS"rA Michele Boldrin vogliamo rappre-sentare e dare fi
ducia all'Italia concreta, che lavora seriamente e vuole cambiare la politica.
Centro, centrosinistra, centrodestra. Come si colloca la lista Scelta Europea?
Oserei dire dall'altro lato come metodi e stile di lavoro. Rifuggiamo da ideologie e cerchiamo soluzioni realizzabili. Di fatto, oggi, in Italia vi è una sinistra dotata di identità precisa (quella del socialismo europeo) guidata da un leader capace (Matteo Renzi) che vuoI dar l'impressione di cambiare tutto pur avendo, sino ad ora, cambiato quasi nulla e malamente quel quasi. A fronte di Renzi vi è
il nulla, perché il M5S offre solo invettive e la destra berlusconiana cerca di coprire le proprie enormi colpe con la scusa dell'euro.
I rapporti con Renzi? Di aperta critica da parte mia e di Fare.
Quelli con Alfano? Siamo alternativi al Ncd come lo siamo a Fi, Lega e così via. Hanno governato malissimo, non offrono un modello di Paese alternativo a quello di Renzi.
Berlusconi? Vedi sopra. Ha condotto il Paese sino all'orlo del baratro.
Siete in «coalizione» con la Scelta civica del ministro Giannini? Un giudizio sul governo.
Tra il cattivo ed il pessimo. Da Italicum a finta abolizione Province agli 80 euro siamo di fronte a pessime leggi cammuffate da riforme. Qui occorre rifare lo Stato, dai Comuni sino alla presidenza della Repubblica. Senza rivoltarla come un calzino l'Italia non si salva.
La sua idea di Europa. Federale, liberale, semplice e solidale. Tutto il contrario di ciò che il Pd-Pse e Fi-Ppe son venuti costruendo ed anni luce dalla collezioni di monadi autarchiche, retrogade ed incapaci di crescere che Lega, Fratelli d'Italia e, alla fin fine, il M5S van auspicando.
C'è un rischio di vittoria delle forze antieuropeiste?
Purtroppo c'è. È l'eredità avvelenata che Pd e FI più Lega più Ncd ci lasciano dopo 20 anni di governo.
Sud Italia e Europa: come colmare distanze notevoli?
Con la crescita basata sulla concorrenza, la libertà d'entrata, il vero federalismo (che intendiamo sviluppare in ambito europeo) ed il riconoscimento del merito e delle responsabilità individuali. Il Sud ha forze sufficienti per crescere più rapidamente del resto del Paese, occorre creare le condizioni perché queste forze emergano e si esprimano.
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r~~zmim Soddisfazione delle parti sociali
«Giunti alla sintesi grazie alla capacità di restare uniti» VENEZIA
«Nella crisi c'è stato un cambio di passo da parte del governo che tutti hanno percepito: ora siamo all'ultimo miglio e sembra si veda una luce». Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, oggi a Roma parteciperà al tavolo generale del ministero dello Sviluppo economico per la ratifica dell'intesaElectrolux: «Ho apprezzato la capacità di rimanere uniti che istituzioni e lavoratori hanno avuto e che sta facendo la differenza nei rapporti con la proprietà. L'unità è importante soprattutto perchè accompagnata dalIa concretezza e serietà delle proposte fatte per abbattere i costi e mantenere competitivi gli stabilimenti in Italia, salvando il più possibile i posti di lavoro».
Il verbale di riunione sottoscritto al Mise - e che porta anche la flIma del ministero del Lavoro oltre a quello dello Sviluppo, e delle parti trattanti, a partire dai tre segretari generali delle federazioni: Farina, Landini e Pa-10mb ella - rappresenta «un sostanziale passo in avanti verso una conclusione positiva della vertenza Electrolux», dicono i due dirigenti sindacali che seguono la trattativa per conto della Fim Cisl: Anna Trovò (segretaria nazionale) e Maurizio Geron (coordinatore). «Si è individuata - dicono - una parte della soluzione relativa alla riduzione del costo del lavoro orario, il contributo che sindacato e lavoratori dovevano mettere del pro- . prio per contribuire all'obiettivo generale di mantenere competitivi gli stabilimenti italiani della multinazionale svedese e quindi il mantenimento delle
produzioni e l'occupazione. Dopo gli accordi raggiunti - il riproporzionamento della pausa lavoIO aggiuntiva pari a lO minuti di cui attualmente beneficiano i lavoratori della produzione di Porcia, che sarà portata a 5 minuti, e la riduzione del 60% (a partire dal 2015) dei permessi sindacali - resta da trovare una composizione consensuale degli ultimi temi ancora aperti: iritrni di lavoro, la gestione delle ferie, l'organizzazione del lavoro.
«La vertenza ElectIOlux - di-
Il governatore Serracchiani: «Sono proposte serie e concrete per abbattere i costi e mantenere competitivi gli stabilimenti»
ce Rocco Palombella, segretario generale Uilm - è lo specchio della crisi industriale che vive il Paese. Questa volta abbiamo convinto l'azienda a rimanere in Italia, mantenendo siti produttivi, evitando esuberi e non riducendo i salari». Oggi si procederà alla scrittura del testo dell'accordo generale, il giorno seguente le parti incontreranno il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiudere. Ad aspettare il rientro della delegazione sindaçale, dopo una settimanadi tour de force nella capitale, le assemblee dei lavoratori chiamate alla ratifica dell' accordo nelle quattro fabbriche di Porcia (Pordenone), Treviso (Susegana), Solaro e Forlì.
B.Ga. rt,P,IPRC;DUZliJNER.!SEP.Vf\TA
Data 14-05-2014 Pagina 11 Foglio 1
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In fase conclusiva le assemblee dei lavoratori che stanno approvando la piattaforma: richiesto un aumento di 175 euro
Banche, pronta l'agenda del rinnovo Il negoziato ripartirà il 28 maggio ma la delegazione Abi è in scadenza a luglio
Cristina Casadei Abi ci riprova e convoca i
sindacati del credito il 28 maggio. Dopo 1'annullamento dell'incontro del 14 aprile i banchieri invitano a Palazzo Altieri Fabi, Fiba, Fisac, UiIca, U gl credito, Sinfub e Dircredito per riprendere i nodi del negoziato per il rinnovo del cenI. Su cui adesso però pesano scadenze e rinnovi delle cariche in Abi. Con la prossima assemblea dell'Associazione bancaria italiana, prevista all'inizio di luglio, infatti, scadono tutti gli organi e le cariche su cui da tempo è iniziata una riflessione ampia e complessiva. Compreso il mandato del vicepresidente vicario e presidente del Comitato affari sindacali e dellavoro Francesco Michelì. Sarà lui a guidare il tavolo del 28 maggio, ma dato che lo sviluppo del negoziato procede lentamente non è detto che si possa arrivare verso una conclusione entro la fine di giu-
Sulla trattativa peserà l'uscita formalizzata ieri da Intesa Sanpaolo del presidente del CasI, Francesco Micheli
gno o l'inizio di luglio. In tempo, rispetto alla scadenza dei mandati. Il30 giugno come primo termine per il rinnovo non era stato indicato a caso. Avrebbe garantito alle parti un negoziato al riparo dai rinnovi delle cariche in Abi. Con la proroga del contratto siglata da Abi e sindacati lo scorso dicembre questa certezza è però venuta meno.
Sull'evoluzione del negoziato per il rinnovo del contratto si allungaquindil'ombradellariflessione interna ad Abi. La situazione è ancora molto fluida, ma certamente l'uscita annunciata ieri sera di Micheli dalla sua azienda storica, Intesa Sanpaolo, non sarà ininfluente, a meno che il top manager non conservi una carica in Ca de' Sasso Poco più di due mesi fa, Micheli ha siglato con il Dircredito un'intesa che ha stabilito l'uscita di 170 dirigenti, con l'impegno a favorire subito l'uscita dei lavoratori pensionabili. Per coerenza, dopo la sigla
di quell'accordo Micheli, classe 1946, membro del consiglio digestione e chief operating officer di Intesa Sanpaolo si è recato dal ceo Carlo Messina, per annunciare le sue dimissioni.
Il top manager, però, è anche vicepresidente dell'Abi e presidente del Cast cariche che si legano al suo ruolo in Intesa Sanpaolo. L'uscita dal gruppo di Micheli, quindi, entrerà a far parte della riflessione per il rinnovo degli organi diAbi. Certamente si parlerà anche dell'importanza che potrebbe avere in questo momento storico la continuità di gestione della delegazione dei banchieri e il rapporto costruttivo che Micheli ha portato avanti.
Il sindacato intanto continua le assemblee con i lavoratori. «Stanno andando molto bene -dice il segretario generale della Fabi, Landa Maria Sileoni -. Le tre organizzazioni, Fabi, Fiba e Fisac hanno svolto i loro con-
gressi e nanna OggI una segreteria nazionale forte. Dopo l'estate anche la UiIca dovrebbe confermare gli attuali vertici, mentre i sindacati minori Ugl, Sinfub e Dircredito hanno sempre dato un ottimo contributo e Unisin ha una guida responsabile e lungimirante. Quindi ci sono tutte le condizioni per affrontare in maniera consapevole e unitaria un rinnovo del contratto con la controparte che deve partire dalle richieste approvate nelle assemblee dei lavoratori». «Esiste la piattaforma dei lavoratori, non ne esistono altre», aggiunge. Quanto alla situazione diAbi Sileoni attende che «si faccia chiarezza e che ci sia una controparte rappresentativa, autorevole e leale. Mi auguro che Micheli sia messo nelle condizioni di affrontare un rinnovo del contratto fondamentale per la categoria e per l'industria bancaria italiana». Un'ipotesi niente affatto scontata.
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I Per il DI che scade il19 maggio ieri il primo sì con 333 voti a favore e 159 contrari
: Decreto lavoro, passa la fiducia I Paletti: non è vero che aumenta il precariato - SeI protesta in Aula
Giorgio Pogliotti Claudio Tucci ROMA
La Camera conferma la fiduciaalgovernosuldlPoletti.Afavore hanno votato 333 deputati, contro IS9. Il via libera finale è previsto per oggi, sempre che l'Aula di Montecitorio riesca a pronunciarsi in giornata sui 1]8 ordini del giorno piovuti sul provvedimento (che va convertito in legge entro il19 maggio).
La maggioranza ha blindato il testo, dopo le modifiche apportate prima dalla Camera, poi dal Senato, sui capitoli "caldi" dei contratti a termine e dell'apprendistato. A sostegno delle nuove misure si è espresso il ministro Giuliano Poletti che ha respinto le critiche mosse da opposizioni e sindacati: «Che il dI aumenti la precarietà semplicemente non è vero - ha spiegato il ministro -. Ora è possibile che l'impresa rinnovi allo stesso lavoratore fino a 36 mesi il rapporto senza indicare la causale» (che finora è stata spesso oggetto di contenzioso). Il messaggio alle imprese, secondo il ministro, è che ora si potrà «assumere senza preoccupazione e senza alcuna ragione per usare impropriamente contratti come partite Iva o di collaborazione per mascherare un rapporto di
lavoro». Tra u mesi è previsto un monitoraggio per verificare l'effetto delle nuove misure (ed eventualmente modificarle). In Aula non sono mancate le proteste,i deputati di SeI hanno indossato maschere bianche esibendo cartelli con la scritta «lavoro invisibile». È dovuta intervenire la presidente della Camera, Laura Boldrini, per ordinare la rimozione di maschere e cartelli.
La maggioranza ha difeso l'im-· pianto del provvedimento: «Siamo soddisfatti delle modifiche apportare al Senato - ha commentato Sergio Pizzolante (Ncd) -. Ci siamo avvicinati a Marco Biagi e distanziati dalla legge Fornero. Ora c'è meno rigidità». Soddisfatto anche il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), che considera il decreto «un compromesso accettabile» e guarda ai prossimi passi, cioè al ddl delega sul «J obs act», che è all' esame del Senato, con il contratto a tempo indeterminato a tutele progressive (indicato nel preambolo del dI 34).
Per le imprese la maggiore novità, sulfronte dei contratti a termine, consiste nell' allungamento della "acausalità" dau a 36 mesi, comprensivi di massimo cinque proroghe (nel testo originario si saliva a otto). Si introduce anche un tetto legale delzo% di utilizzo dei rapporti a tempo (de-
rogabile con la contrattazione collettiva). Per chi supera questo limite è prevista una sanzione economica (dalzo% alSO% della retribuzione) che andrà a fmanziare il fondo per l' occupaziorie. In questo modo «si è realizzato un equilibrio, tutto politi-
Il via libera definitivo previsto per oggi sempre che l'Aula riesca a pronunciarsi in giornata sui 178 ordini del giorno piovuti sul testo
co, tra le modifiche della normativa a favore delle imprese e la necessità di mantenere un presidio minimo ed efficace di garanzie per i lavoratori», ha evidenziato il relatore, Carlo Dell' Aringa. È previsto un regime transitorio: fino al 31 dicembre le aziende che oltrepassano la soglia del zo% potranno mettersi in regola. In caso contrario non potranno stipulare nuovi contratti a termine fmo a quando non rientreranno nel tetto.
Sul fronte dell' apprendistato, il decreto Poletti interviene su alcuni nodi critici della gestione del rapporto di lavoro. Si prevedono modalità semplificate di redazione del piano formativo individuale: andrà indicato in «forma sintetica», anche utilizzando moduli e formulari sta-
biliti dalla contrattazione collettiva o dagli enti bilaterali. C'è una apertura, in via sussidiaria, alle aziende che, se disponibili, potranno erogare la formazione di base all'apprendista. Più formazione «on the job» quindi: «Si viene incontro alle esigenze delle aziende che avranno il giovane apprendista più presente sul posto di lavoro, facilitando il percorso formativo», sottolinea il professore di diritto del lavoro della Luiss di Roma, Roberto Pessi.
Si riducono le quote di stabilizzazione degli apprendisti (per poterne assumere di nuovi) che la legge Fornero aveva fissato nel 30% fino alzOlS, e al So% a regime. Ora il vincolo è delzo% solo per le aziende con oltre So addetti. Siripristinal'apprendistato stagionale (anche a tempo determinato) e per l'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale si "scontano" almeno del3S% le ore di formazione (che costeranno quindimeno al datore dilavoro). Tra le altre novità contenute nel dI 34, di impatto per le imprese, c'è la "smaterializzazione" del Durc attraverso una semplificazione dell'attuale sistema di adempimenti richiesti alle aziende. I contratti di solidarietà, infine, vengono rifmanziati di IS milioni dalzo14, e viene uniformata al3S% la riduzione della contribuzione previdenziale per i datori dilavoro.
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Le novità -~ ~-~ --------
ACAUSALITÀ
Sale a 36 mesi Si allunga l'acausalità dei contratti a termine dagli attuali 12 mesi a 36 mesi, comprensivi di cinque proroghe (oggi una sola)
Limite nelle assunzioni Introdotto il tetto de120% perle assunzioni a termine. Una azienda fino a cinque dipendenti può assumere un lavoratore a termine. Dal nuovo tetto sono esentati gli enti di ricerca
PIANO FORMATIVO
In forma semplificata Confermato l'obbligo del piano formativo scritto nel contratto di apprendistato, anche se in forma semplificata e utilizzando moduli standard
In campo anche le imprese Si prevede che la formazione pubblica possa essere svolta, in via sussidiaria, anche dalle imprese e dalle loro associazioni.Ma solo se disponibili.
Data 14-05-2014 Pagina 23 Foglio 2/2
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neiia: La circolare 60/2014 illustra le modalità per compensare sui contributi
Bonus Irpef, nessun dato nell'Uniemens all'Inps L'eccezione: le pubbliche amministrazioni conF24Ep
Antonino Cannioto Giuseppe Maccarone
La compensazione esterna del bonus Irpef introdotto dal governo Renzi nel modello F24 semplifica il recupero del credito anche quando i sostituti, una volta esaurite le ritenute fiscali, devono aggredire i contributi previdenziali riferiti al medesimo periodo. È quanto emerge dalla lettura della circolare 60 dell'Inps diffusa ieri.
Il flusso Uniemens nonrisulta interessato dalle operazioni di recupero. Vi è, tuttavia, una eccezione che riguarda gli enti e gli organismi che operano con il sistema di Tesoreria unica dello Stato. Questi soggetti, per il pagamento delle ritenute, dell'Irap, dell'Irpef e delle relative addizionali regionali e comunali utilizzano, generalmente, il modello "F24 enti pubblici" che si contraddistingue, in particolare, per l'assenza al suo interno della colonna "importi a credito compensati". Ciò rende nei fatti impossibile eseguire la compensazione.
Per sopperire a tale mancanza e, al tempo stesso, consentire un completo e rapido recupero degli importi anticipati, l'Inps prevede anche l'utilizzo del flusso mensile con una duplice modalità. La prima riguarda le amministrazione pubbliche titolari della sola posizione ex
Inpdap; l'altra è, invece, riservata a quelle amministrazioni che risultano essere anche titolari di una posizione Inps riferita ai dipendenti. La circolare 60/2014 detta le istruzioni che devono seguire i soggetti a seconda della loro condizione. Per ognuno dei due percorsi di recupero, tracciati dall'istituto di previdenza, vengono evidenziate le particolarità, i codici di nuova introduzione nonché le implementazioni del flusso mensile U niemens. Per quest'ultimo l'Inps, al fine di raggiungere il risultato, ha dovuto prevedere l'inserimento di nuovi campi e di nuovi elementi chiaramente descritti nella circolare.
Va evidenziato che, in entrambe le ipotesi (Uniemens riferito alla posizione Inps o utilizzo della ListaPosP A), gli importi darecuperare non potranno eccedere il complesso dei contributi da versare nel mese interessato. A tal fine, l'Inps precisa che andranno considerati i soli importi a debito, al lordo delle eventuali partite a credito. Nei flussi Inps individuali non sono previste indicazioni relative ai lavoratori beneficiari. Tale soluzione va, probabilmente, nella direzione di evitare la duplicazione di informazioni che saranno già contenute nei modelli Cud e 770. Con le istruzioni dell'istituto di previdenza, sembra definirsi il quadro riguardante la gestione dei recuperi da parte dei sostituti di imposta. Potrebbero avere qualche difficoltà solamente coloro che non avranno la possibilità di aggredire né il profilo fiscale né quello contributivo. Dovrebbe trattarsi, tuttavia, di casi di isolati che, laddove si manifestassero, andrebbero comun-
Il beneficio --------------------
€llllLCREOITO L'agevolazione, introdotta dal decreto legge 66/2014, prevede un bonus Irpef massimo di 640 euro per il 2014 in favore dei titolari di reddito di lavoro dipendente e assimilati compresi tra 8.145 e 24 mila euro. Per chi supera i 24mila euro ma non i 26mila, è previsto un dècalage del bonus. Tale importo, per chi lavora tutto ['anno, verrà suddiviso ed erogato mensilmente con lo stipendio da maggio a dicembre. L'ammontare' dell'agevolazione viene invece parametrata al periodo effettivamente lavorato per chi non mantiene l'impiego tutto ['anno
€l2/ L'EROGAZIONE L'erogazione del bonus spetta, in via automatica, ai sostituti d'imposta: datori di lavoro, committenti o chi eroga i redditi che danno diritto all'agevolazione. Questi ultimi compensano gli importi utilizzando le ritenute fiscali e, in caso di incapienza, i contributi
€l3 I LE ISTRUZIONI Oltre che daU'Inps, indicazioni applicative sono state fornite dall'agenzia delle Entrate con la circolare 8/E del2014
que regolamentati. La compensazione esterna
adottata in questa circostanza dalle Entrate non appare perfettamente in linea con il dettato normativo da cui si evince che il recupero deve essere eseguito internamente. L'adozione del codice tributo 1655 (utilizzato anche in ambito contributivo) richiede una piccola modifica all'articolo 1 del DI 66/2014 che, presumibilmente, potrà avvenire in sede di conversione del decreto. Tale variazione - oltre a legittimare la compensazione esclusivamente nel modello F24 - potrà anche permettere di eliminare il criterio di priorità nell'utilizzo delle ritenute.
Restano, invece, ancora senza risposta una serie di dubbi
, che riguardano, per esempio, i pluricommittenti e i lavoratori che percepiscono trattamenti di sostegno al redito (Cig) con pagamento diretto da parte dell'Inps. Inoltre, va al più presto definito l'aspetto connesso al plafond massimo di utilizzo delle compensazioni (700mila euro annui, ex articolo 9, comma 2 del DI 35/2013). L'agenzia delle Entrate dovrà chiarire se il "bonus Renzi", soggiace o meno a questo tetto. Sul punto (si veda sole 24 ore di ieri), in considerazione della natura del credito istituito dal Dl 66/2014, sembrerebbe possibile ritenere che il bonus resti escluso dal limite di utilizzo. In passato, infatti, per provvedimenti analoghi, il vincolo è stato escluso. Per una completa e ottimale riuscita dell'operazione sarebbe preferibile che queste situazioni venissero risolte con la massima sollecitudine.
©RIPRODUZIONERISERVATA
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Lavoro e previdenza
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la Repubblica I
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SelVizio civile universale a 100 mila giovani l'anno Fiducia sul decreto lavoro Il governo prepara la rifonna del Terzo Settore Decreto Irpef, finora oltre mille emendamenti VIA libera della Camera, con 333 voti favorevoli e 159 contrari, alla terza fiducia sul decreto legge lavoro, che domani incasserà il consenso definitivo del Parlamento. Ma la novità della giornata ieri, è stata lanciata con un tweet inviato dal premier Renzi poco dopo la mezzanotte
ed è decollata con la pubblicazione in rete di sette pagine di linee guida: arriva la rivoluzione del Terzo settore. Niente tavolo con i soggetti interessati, ma confronto, per chiunque lo voglia e fino al 13 giugno, via maH. La novità di maggior
rilievo è il servizio civile universale, dedicato ai giovani che vogliono impegnarsi nei servizi sociali e nella comunità, con un occhio volto alla possibilità di trasformare quell'impegno in lavoro. L'obiettivo è affiancare alla Garanzia giovani uno strumento che
possa impegnare per un periodo di otto mesi (più eventuale proroga di altri quattro) centomila giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni. L'offerta sarà estesa anche agli stranieri e, oltre a dare diritto ad un rimborso, varrà anche come credito formativo, universitario o tirocinio. Alla proposta plaude tutto il mondo del no profit, ma l'opposizione è scettica riguardo al reperimento delle risorse. La riforma del Terzo settore, che prevede anche unarimodulazione del 5 per mille, sarà varata tramite legge delega nel Consiglio dei ministri del prossimo 27 giugno. Si allungano invece i tempi d'esame per il decreto Irpef: il testo arriverà in Aula il3 giugno, dopo le elezioni europee. Gli emendamenti arrivati al tavolo delle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno superato quota mille.
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La flessibilità onnai è legge La Camera vota la fiducia. Oggi l'approvazione definitiva. Contratti a termine fino a tre anni senza obbligo di causale. Meno vincoli nella formazione dell'apprendista
Contratto a termine «soft»: potrà, infatti, essere prorogato fino a cinque volte e durare tre anni (senza alcun obbligo di apporre la causale per motivare perché si è ricorso ad un rapporto a tempo determinato). E meno vincoli nell'apprendistato. Sono solo alcune delle numerose novità contenute nel decreto legge in materia di lavoro su cui ieri l'Aula della Camera ha votato la fiducia (333 sì, 159 no). Oggi il via definitivo alla conversione in legge.
J) 'Alpssio a pago 26
Alla camera dei deputati il voto di fiducia per la conversione del decreto legge 34/14
Mondo del lavoro più flessibile Contratti a termine senza causa rinnova bili fino a 5 volte
DI SIMONA D'ALESSIO
Contratto a termine «soft»: potrà, infatti, essere prorogato fino 5 volte e
durare 3 anni (senza alcun obbligo di apporre la causale per motivare perché si è ricorso ad un rapporto a tempo determinato). E se i precari di «lungo corso» e le mamme lavoratrici finiranno (per iscritto) nella corsia privilegiata in caso l'azienda sia nelle condizioni di stabilizzare i dipendenti, la regolarità contributiva delle imprese sarà a portata di clic, effettuata con un'interrogazione telematica presso le banche dati di)nail, Inps e casse edili. E il voto di fiducia di ieri sera, nell'aula di Montecitorio, ad assicurare la conversione in legge del decreto 34/2014 (Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese) del ministro del welfare Giuliano Poletti; l'esame conclusivo del provvedi-
mento, arrivato alla terza lettura con altrettante blindature da parte del governo, si terrà, invece, oggi. Uiniziativa normativa, cui seguirà un disegno di legge delega che completerà quel piano più ampio di revisione delle regole del mercato del lavoro che l'esecutivo di Matteo Renzi ha denominato «Jobs Act», rappresenta, dice il titolare del dicastero di via Veneto, «un modo per rendere più stabile l'occupazione, per dire alle imprese che possono assumere senza preoccupazioni e non hanno bisogno di ricorrere impropriamente ai contratti di collaborazione, o alle partite Iva per mascherare rapporti di lavoro, grazie al fatto che potranno utilizzare» per 36 mesi un modello a-causale.
Nel successivo «step» della riforma, si legge nel decreto al vaglio dei deputati, ci sarà la sperimentazione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, una previsione inserita nel corso del passaggio a palazzo Madama
su insistenza del relatore Pietro Ichino (Sc): si tratta di un impegno preciso del governo a sottoporre a restyling un punto cardine delle disciplina dei rapporti di lavoro, vincolando l'inquadramento «sine die» a delle protezioni progressive per chi firmerà tale modello. Per ora, però, le maggiori correzioni si concentrano sulla formula a tempo determinato, perché seguendo un principio di maggiore flessibilità e puntando a incrementare le acquisizioni di personale, il decreto consente di stipulare accordi della durata massima di 3 anni togliendo l'obbligo di mettere nero su bianco le ragioni di tale scelta; l'intesa con l'occupato potrà subire, inoltre, 5 «allungamenti» in tutto, versione ridotta a Montecitorio rispetto a quanto uscito da palazzo Chigi, dove s'era stabilita una soglia di almeno 8 proroghe. Infrangere, però, il «tetto» del 20% dei modelli a termine (sul complesso degli assunti stabilmente) costerà caro, giacché la so-
cietà sarà tenuta a pagare una multa pari al 20% dello stipendio del 21 0 dipendente «extra» per tutta la sua durata, che sale al 50% per gli ulteriori precari dal 22 0 in poi; tale limite, invece, non varrà per gli istituti pubblici e privati che operano nella ricerca, proprio in ragione della specificità dell'attività svolta.
Ritocchi, poi, all'apprendistato, canale d'ingresso nel mercato per i giovani con meno di 29 anni. Uobbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti scatterà soltanto nelle aziende con oltre 50 unità. Per quanto riguarda le attività formative, ogni regione dovrà indicare «sedi e calendario» (e potrà anche avvalersi delle aziende per trasmettere competenze), nonché comunicare entro 45 giorni le modalità di svolgimento dei corsi. E sarà, infine, permesso sottoscrivere contratti di apprendistato a tempo determinato per gli incarichi di carattere stagionale.
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CONTRATTO A TERMINE
APPRENDISTATO
TEMPO INDETERMINATO
DURC ONLlNE
SOLIDARIETÀ
Data 14-05-2014 Pagina 26 Foglio 2/2
- DURATA: massimo 36 mesi senza /'indicazione della causale (la ragione che giustifichi, cioè, il ricorso al dipendente per un determinato periodo), con possibilità di 5 proroghe -SANZIONI: multe salate per le aziende che storeranno il «tetto» del 20% dei precari, pari a un importo del 20% della retribuzione per il 21 0 occupato «eccedente» e del 50% dal 22 o in avanti - REGIME TRANSITORIO: tempo fino al 31/12 per i datori di lavoro per mettersi in regola ed evitare il pagamento delle sanzioni - DONNE E PRECARI «STORICI»: corsia preferenziale per l'assunzione a tempo indeterminato «richiamata nell'atto scritto» di awio del rapporto, e ne potrà beneficiare chi ha avuto un inquadramento superiore ai 6 mesi nella stessa azienda, stagionali e mamme, laddove il congedo di maternità sarà computato nel periodo di attività utile a maturare il requisito
- STABIL1ZZAZIONE: a dover assumere i giovani saranno le imprese con almeno 50 unità, soglia al di sopra della quale scatterà il posto fisso per il 20% degli under29, prima di poter sottoscrivere altri contratti dello. stesso tipo -FORMAZIONE: pubblica, ma potranno concorrervi i privati, poiché le regioni dovranno esprimere nel dettaglio le caratteristiche dei corsi (sede e calendario), unendo le forze con «imprese i
e loro asso'ciazioni disponibili» a partecipare ai programmi
Impegno a sperimentare nel disegno di legge delega (il secondo atto del «Jobs Act») la formula «sine die» a protezioni crescenti
Verifiche via web (e in tempo reale) da parte dell'impresa, sulla regolarità contributiva nei confronti di Inps, Inail, e per le aziende che applicano contratti del settore delle costruzioni con le casse edili. L'interrogazione avrà validità di 120 giorni, sostituendo di fatto il Durc, Documento unico di regolarità contributiva Armonizzati al 35% gli sc·····o······n·····t····i····c······o······n··t···r····i··b····utivi in tutte le regioni
(rispetto all'attuale 25%, che per le aree svantaggiate era pari al 30%) per le imprese che aderiranno a tali accordi per mantenere il proprio personale
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Data 14-05-2014 Pagina 10 Foglio 1
Decreto lavoro, sì alla fiducia contratti a termine più facili -~----~------ ne varata dal governo Renzi arriIl PROVVEDlMENTOj1 vava a otto proroghe). Per evita-
_. re che questo tipo di contratto diROMA Ci sono voluti tre voti di fi- venti quello prevalente, il provducia e molte riunioni per trova- vedimento introduce un tetto del re un compromesso accettabile 20% rispetto all'organico comda parte di tutti i pezzi della mag- plessivo. Chi lo sfora incorrerà in gioranza, ma alla fine il decreto sanzioni economiche che auPoletti su contratti a termine e mentano in base al numero di apprendistato è stato "promos- contratti eccedenti (20% della reso" a legge. Ieri sera la Camera tribuzione base per il primo sfoha detto nuovamente sì alla fidu- ramento, 50% per gli altri). cia sul provvedimento con 339 voti a favore e 159 contrari (si era RICERCATORI E APPRENDISTI già pronunciata il 23 aprile scor- Il Senato ha introdotto una deroso, ma poi il testo ha subito mo- ga per i ricercatori: la durata difiche in Senato e quindi si è reso necessario il ritorno alla Camera). Dopo l'esame degli ordini del giorno e la votazione finale, oggi il provvedimento avrà il via libera definitivo. Non è stato un percorso facile. In questi 55 giorni tantissime sono state anche le proteste dentro e fuori dal Parlamento. Le ultime due proprio ieri: dentro l'emiciclo della Camera con le maschere bianche, a simboleggiare i lavoratori invisibili, indossate da deputati di SeI; fuori in piazza Montecitorio con un sit-in di studenti e precari. Gli oppositori - a partire dalla Cgil -sin dall'inizio hanno visto nel decreto Poletti il rischio di aumentare la precarizzazione. Ma il governo si è sempre detto convinto che, invece, la maggiore possibilità di proroghe dei contratti a termine darà maggiori opportunità soprattutto ai giovani. Entro un anno sarà fatto un monitoraggio, «se i numeri ci daranno torto, prenderemo atto di aver preso una strada non giusta» ha assicurato Poletti.
STESSO IMPIANTO La versione definitiva rispetta !'impianto varato dal governo che ha voluto eliminare una serie di paletti sui contratti a termine e sull'apprendistato introdotti con la legge Fornero. D'ora in poi il contratto a termine senza causale, potrà avere una durata massima di 36 mesi (erano 12 con la Fornéro). Nell'arco di questi tre anni saranno possibili fino a 5 proroghe (la Fornero concedeva una sola proroga, la versio-
massima dei contratti può essere superiore a 36 mesi, se il progetto di ricerca lo richiede.
Diventa più semplice compilare il piano formativo dell'apprendista (che potrà essere anche interno se, entro 45 giorni, la regione non comunica la su.a offerta formativa) e l'obbligo di stabilizzazione per il 20% degli apprendisti (stabilito dalla Fornero) riguarderà solo le aziende con più di 50 dipendenti. Nel provvedimento c~è anche la norma che stanzia 15 milioni di euro per i contratti di solidarietà (cruciale per lo sblocco della vertenza Electrolux che domani dovrebbe vedere la firma dell'accordo) e l'obbligo di evidenziare espressamente nella lettera di assunzione «il diritto di precedenza» per un eventuale posto fisso per la stessa mansione, con più garanzie per il periodo di maternità. Via libera anche al Dure online. Ora la partita si sposta sul disegno di legge delega che completa il più ampio disegno di Jobs act del governo Renzi.
Intanto Confindustria - che apprezza il decreto - rilancia la necessità di spingere a livello europeo per un industriaI compact, per recuperare il terreno perduto in questi anni di crisi. Per l'Italia - come ha ricordato il presidente Giorgio Squinzi ieri in un'audizione parlamentare -non sarà un lavoro da poco, visto che in 7 anni è sfumato il 9,1% di Pil, il 15% del potenziale manufatturi ero e 91mila imprese hanno chiuso definitivamente i battenti.
Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA
I punti
Cade il vincolo della causale cinque proroghe in tre anni
Assumere con un contratto a termine diventa più facile: cade il vincolo della causale e nell'arco di 36 mesi
lo stesso contratto potrà essere prorogato per cinque volte.
Le assunzioni a tempo fino al 200/0 dell'organico
Il provvedimento introduce un tetto al numero dei contratti a termine in azienda: il 20% dell'organico. Per
l'impresa che sfora scattano sanzioni pecuniarie.
Formazione anche privata per gli apprendisti
Se la Regione non comunicherà entro 45 giorni il piano con l' offerta formativa per l'apprendfsta, si potrà
accedere a corsi interni o forniti da privati.
AULA PROTESTA SEL OGGI IL VOTO
fiNALE SUL TESTO SQUJNll: 1 ANNI HANNO CHIUSO 91 MILA IMPRESE
LAVO'RO iNViI5!:B~LE
La protesta di Sei alla Camera
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il Giornale Data 14-05-2014 Pagina 1 Foglio 1
Sul lavoro e due indietro Questo è il motto che si addice a Matteo Renzi.
messo una legge rapida su tale materia: cosa quanto mai opportuna dopo tanti indugi, onde avere più crescita e più benessere e per poter dare occupazione ai giovani senza ( ... )
un passo avanti d i Francesco Forte Si attaglia specialmente al tema principale, quello del Jobs Act, ovvero legge per creare posti di lavoro. Renzi aveva pro-romesse da marinaio.
segue a pagina 12
NIENTE DI NUOVO: UN PASSO AVANTI E DUE INDIETRO dalla prima pagina
( ... ) togliere il diritto allavoroper gli anziani. Ma il J obs Act che ora viene discusso in commissione in Senato non è un decreto legge, né un disegno di legge, è un disegno di legge delega, in cui si fissano i criteri che dovranno essere adottati per le leggi o decreti attuativi, che da esso nasceranno. Il primo decreto attuativo, quello sui contratti a termine, che non era certo rivoluzionario (si limitava a rimettere alcune flessibilità nel suo uso tolte dalla legge Fornero nelZOlZ) è stato varato, prima della discussione del disegno di legge del JobsAct, per esplorare sino a che punto il Pd sia con Renzi. Alla Camera il decreto è stato stravolto dal Pd, che ivi ha la maggioranza assoluta, grazie al premio di maggioranza. Al Senato c'è stato un rattoppo parziale, che ha fatto arrabbiare la Camusso. Ma gli emendamenti sono stati approvati, a causa dei voti di Forza Italia. Ora il testo è stato approvato ieri alla Camera. Per questo pezzettino, dunque, un parto laborioso. Tutti gli altri provvedimenti nascituri stanno nella legge delega in attesa che essa sia approvata. Ma chi credesse che si tratti di provvedimenti rivoluzionari, miranti a orientare i contratti di lavoro ai
principio di libertà, produttività, collaborazione nell'impresa fra dirigenza e addetti, andrebbe deluso. Infatti la legge delega, per il tema centrale dei nuovi contratti flessibili è assai vago e poco coraggioso. Il testo dice che il governo dovrà «individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti, ai fini di poterne valutare l'effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di semplificazione delle tipologie contrattuali». Ciò «anche per l'introduzione, eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali volte a favorire l'inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti». Ed ecco spuntare, alla fine di questo vago testo, la famosa concertazione con le parti sociali, che Renzi diceva di voler bandire. Infatti si dovrà attuare «l'introduzione eventualmente anche in via sperimentale, del compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti aventi a oggetto una prestazione di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali». Dunque questo mentre il nuovo tipo di contratto a tutele crescenti, cioè che da
temporaneo tende a stabilizzarsi, non viene definito, in cambio di ciò verrà stabilito il salario minimo a livello nazionale, previa concertazione, con una norma di diritto pubblico generalmente valida. Il salario minimo non si accompagnerà alla libera contrattazione dal basso a livello aziendale, fra lavoratori e imprese, ma sarà stabilita a livello nazionale, con un nuovo irrigidimento del mercato del lavoro. E anche il piccolo passo avanti che Renzi fa con la proposta di contratto di inserimento a tutele progressive risulta sfigurato dalla concertazione per un salario minimo deciso a livello nazionale. Il concetto che i contratti di lavoro debbano appartenere al diritto privato, non al diritto pubblico, anche se sono contratti collettivi, non sfiora Renzi minimamente. Eppure Renzi ha fatto aderire il Pd ai socialdemocratici europei, i quali hanno introdotto mediante la coalizione con i popolari, in Germania, il contratto di lavoro aziendale e quello individuale di diritto privato. Ma tutto questo sta in una legge delega, che ha bisogno di essere discussa per poi essere approvata e partorire i decreti delegati, sottoposti alla concertazione. L'unica cosa che Renzi sa fare sul serio sono le nuove imposte.
Francesco Forte
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Via al decreto lavoro Ora tocca al Jobs Act _ Incassata la fiducia alla Camera con 333 voti a favore. Oggi il sì defmitivo _ n ministro Poletti: «Non si aumenta la precarietà ma la qualità» _ SeI protesta con maschere bianche da «invisibili»
BIANCA DI GIOVANNI ROMA
Passa la fiducia sul decreto lavoro, che oggi sarà varato definitivamente da Montecitorio. I sì sono stati 333, 159 i no. Oggi diventerà legge la nuova normativa sui contratti a termine, che l'esecutivo Renzi ha voluto per aumentare le possibilità di occupazione dei giovani, mentre per l'opposizione (e per i sindacati) sarebbe solo uno strumento in più di precarizzazione. La partita lavoro comunque non è finita: manca la seconda gamba del Jobs Act, quel disegno di legge che awierà il contratto a tempi indeterminato e le tutele universali, rivolte a tutti quelli che restano senza occupazione, a prescindere dal tipo di contratto che hanno.
Durante l'esame parlamentare il Pd è riuscito a inserire parecchie modifiche al testo originario. Per Cesare Damiano il risultato finale è un «compromesso accettabile: le modifiche inserite al Senato erano state già concordate alla Camera». Il riferimento del presidente della commissione Lavoro a Montecitorio è alle polemiche scatenate anche dal Nuovo centrodestra sugli emendamenti che - secondo la vulgata di allora -sarebbero stati voluti solo dalla minoranza Pd. In particolare durante la prima lettura si sono ridotte le possibilità di proroga del contratto a termine da 8 a 5 nell'arco dei 36 mesi. È stata inserita la sanzione per chi assume oltre il 20% di dipendenti a termine, anche se in Senato l'obbligo di assunzione è stato trasformato in una «multa» pari a un quinto dello stipendio per il primo contratto extra 20% e al 50% dello stipendio per i successivi.
È stato inserito anche il diritto di precedenza da indicare nel testo del contratto. Inoltre il Parlamento ha dato va-
lore anche ai periodi di maternità per far valere la precedenza. Molte le modifiche inserite anche nell'apprendistato. C'è l'obbligo di formazione (che in origine mancava) sia in percorsi organizzati dalle Regioni che on thejob cioè in azienda. Il testo originario del di rendeva «flessibile» la formazione: se le Regioni non avessero proweduto a una proposta entro 45 giorni, i corsi si sarebbero potuti cancellare. C'è l'obbligo di stabilizzare i120% degli apprendisti, anche se il Nuovo centrodestra lo ha limitato alle aziende con più di 50 dipendenti (e non 30 come aveva concordato il Pd).
Insomma, non mancano elementi positivi. Resta il fatto che il prowedimento inserisce una novità assoluta nell' ordinamento italiano: la possibilità di effettuare contratti a termine fino a tre anni senza causale. Sembra un dettaglio, ma in realtà è una piccola rivoluzione che le imprese aspettavano da tempo. Secondo l'ordinamento italiano (e anche europeo) il rapporto principale di lavoro è quello a tempo indeterminato. Per inserire un termine c'è bisogno di un motivo: di qui l'obbligo di causale. Già la legge Fornero aveva eliminato quell'obbligo per 12 mesi: oggi si arriva a tre anni. Per Giuliano Poletti con questa mossa si eviterà che le aziende sostituiscano il lavoratore che ha finito il contratto di un anno. Per questo il ministro considera il decreto un aiuto alla stabilizzazione. Per sindacati e una parte della sinistra, invece, queste norme indeboliscono il contratto a tempo indeterminato, inserendo più precarietà. Senza contare che in questo modo si è aggirato quello che è un vero totem per le forze sindacali: l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che vieta il licenziamento senza giusta causa. La querelle si è sviluppata per tutto il periodo dell'esame parla-
Damiano, Pd; «È un conlpromesso accettabile Ora Renzi pensi alle pensioni e agli esodati»
mentare e sicuramente continuerà a dividere il campo della politica. Poi etti dal canto suo ha annunciato un monitoraggio sugli effetti del decreto, con una valutazione tra un anno.
Le operazioni di voto di ieri si sono svolte tra le proteste delle opposizioni. I deputati di Sei hanno indossato una maschera e mostrato la scritta: «Da oggi i lavoratori saranno ancora più invisibili e soli nella crisi perché ricattati con un decreto che non aumenta l'occupazione, indebolisce i lavoratori e accresce la precarietà». All'attacco anche i 5 Stelle «Chiedete la fiducia agli esodati che voi stessi avete creato e per i quali non riuscite a trovare una soluzione -ha detto Giuseppe Brescia - Chiedete la fiducia ai pensionati che soprawivono con 490 euro al mese. Il testo è uno scempio che rende più difficile la vita dei precari e ne aumenta il numero». Insomma, ancora fuochi d'artificio.
D'altro canto il tema lavoro è tradizionalmente un campo di battaglia politico ad alta tensione. Damiano va all'affondo, facendo un appello al premier su un tema strettamente collegato a quello dell'occupazione: le pensioni. «Sui temi sociali si gioca la credibilità di questo governo - dichiara - vogliamo ancora una volta dire al premier Matteo Renzi che tra le priorità della sua azione politica deve essere incluso il tema delle pensioni al fine di risolvere tempestivamente il problema degli esodati, delle ricongiunzioni e di "quota 96" degli insegnanti (quelli che avevano raggiunto i requisiti di pensionamento durante l'anno scolastico, ma sono stati tagliati fuori dall'intervento Fornero). La legge Fornero sulla previdenza va cambiata: se si vuole, come afferma il ministro Poi etti. trovare una soluzione strutturale, bis~gna tornare alle quote introdotte nel 2007 o alla flessibilità nell'uscita dal lavoro verso la pensione».
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Data 14-05-2014 Pagina 9 Foglio 1 /3
Lavoro, SÌ alla fiducia Poletti: stop precarietà Oggi l' ok definitivo e i partiti di governo ritrovano il feeling
Alessandra Chello
È quasi fatta. Ieri il decreto legge sul lavoro ha superato la prova della Camera. E ha portato a casa 333 sÌ e 159 voti contrari. Fiducia numero tre. Oggi tocca all'oIe definitivo. E poi sarà legge.
Dopo le polemiche delle scorse settimane e il braccio di ferro all' intemo della maggioranza fra il Pd e il Nuovo centrodestra, le forze di governo hanno riannodato i fili. SÌ insomma, feeling ritrovato. Con tanto di benedizione delle normevolute dal ministro Poletti. Le opposizioni, naturalmente, restano arroccate sui loro no.
Dunque, avanti tutta. Alla faccia delle Cassandre e di chi ha bollato i provvedimenti del team Renzi come inni alla precarietà. «Alla fine - scommette il numero uno del dicastero dell' occupazione - i numeri ci daranno ragione. Se cosÌ non fosse, assicura comunque, l' esecutivo sarà pronto a cambiare rotta».
Ora, è la convinzione del Pd, si tratta di spostare l'attenzione sulle finte partite Iva, che «ormai - dice Giovanna Martelli, componente della commissione lavoro alla Camera -hanno le sembianze dell' impiego subordinato. È quindi su questa anomalia che si devono concentrare i nostri sforzi». Il decreto, sottolinea il presidente della commissione Lavoro della Camera, Darnia-
no, è comunque «un compromesso accettabile». Soddisfatto, dopo le modifiche approvate al Senato, anche il Nuovo centrodestra che con il capogruppo in commissione Lavoro a Montecitorio, Pizzolante si dice convinto come ora «ci si sia allontanati dalla legge Fornero e avvicinati a Biagi». Chi dunque, dalle opposizioni ai tecnici del Servizio bilancio della Camera, chiedeva chiarimenti e ritocchi è destinato a restare a bocca asciutta.
Intanto in Aula 1'ennesimo show è servito. I deputati di SeI, in segno di protesta, arrivano indossando maschere bianche e mostrando cartelli con la scritta «lavoro invisibile», convinti che il governo Renzi non faccia che continua-
re sulla strada che porta a rendere i contratti a termine la «normalità». Un fatto che agita le acque della maggioranza, è il ragionamento del partito di Vendola, e che quindi obbliga l'Esecutivo a serrare i ranghi ponendo «l'ennesima questione di fiducia». Scelta che rappresenta' dice il deputato azzurro Mottola, «un attentato alla democrazia. Si tratta di un decreto «pilotato dai sindacati. È un pasticcio codardo e noi votiamo no per rispetto degli imprenditori». Critico anche il M5S, che accusa i partiti, facendo riferimento anche alla vicenda Expo, di non aver mai «fatto un update morale. È un nuovo scempio e voi siete incapaci e bugiardi».
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IL~MA.TTINO
Il decreto lavoro
\ Assunzione nuovi apprendisti
Salario per la parte di ore di formazione
Per contratto, patto di prova e piano formativo individuale
In aziende con più di 30 dipendenti obbligo di assumere il 20% degli apprendisti
35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento
Durata massima del rapporto a termine senza causale mesi
Proroghe possibili purchè nell'ambito della stessa attività 5
Limite sul numero 20% dell'organico complessivo di contratti a termine (es.: 1 per impresa di 5 addetti)
Sanzioni
Tetto del 20% ai contratti, ora basta una multa
Capitolo sanzioni: il governo modifica quindi,pur rispettando la validità del principio, la sanzione prevista per le aziende che non rispettino il tetto del 20% per il numero dei contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato. Le luci. Ora la sanzione non è più l'obbligo dell'assunzione a tempo indeterminato, ma diventa di tipo amministrativo, con
una multa pari al 20% dello stipendio del 21 esimo contratto a tempo determinato per tutta la sua durata, che sale al 50% per gli ulteriori contratti successivi al 21esimo. Le ombre. La multa è una via di uscita senza tanti problemi per chiudere la strada all'assunzione dei precari. In questo modo l'imprenditore paga e risolve il problema di dover contrattualizzare per forzaunsuo dipendente.
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Durc (Documento Semplificazione degli adempimenti unico di regolarità burocratici richiesti alle imprese contri butiva)
Congedo maternità
Risorse finanziarie
Conteggiato per acquisire diritto di precedenza per contratti successivi presso la stessa azienda
il li mite di spesa statale passa da 5,6 milioni a 15 milioni di euro
Datori di lavoro criteri da definire da parte beneficiari del ministero del Lavoro (Ii usano al posto di concerto col Tesoro di altri tipi di ammortizzatori)
ANSA .ce.ntime.tri
- Apprendisti
Benvenuti ma solo nelle imprese con più di 50 unità
Argomento apprendisti: da sempre molto contestato fin dall'epoca Fornero quando fu esaltato come uno strumento indispensabile per accadere al lavoro. Adesso il governo Renzi, per quel che concerne per l'appunto lo strumento dell'apprendistato cambia le cose. Le luci. E stabilisce che i120% degli apprendisti deve essere stabilizzato soltanto per le
aziende con oltre 50 dipendenti mentre prima le norme prevedevano che ciò avvenisse nelle imprese con oltre 30 dipendenti. Le ombre. Naturalmente con questa scelta si toglie in un certo senso dalla partita delle assunzioni la squadra delle aziende di piccola e piccolissima dimensione che in questo modo saranno escluse dal poter assumere apprendisti accedendo ad una corsia preferenziale.
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Formazione
Disco verde al tandem misto: pubblico-privato
Sparisce, rispetto al testo entrato al Senato, la facoltà per il datore di lavoro di non utilizzare anche la formazione pubblica nel caso la Regione non comunichi le modalità per usufruire dell' offerta formativa. Le luci. Con un ulteriore emendamento, il governo specifica che la Regione dovrà indicare anche "sedi e calendario" e potrà anche avvalersi "delle imprese e delle loro associazioni che si siano dichiarate
disponibili". Infine, sarà "responsabilità della Regione comunicare entro 45 giorni" le modalità di svolgimento "e non se ne potrà far carico né esimere l'impresa". Le ombre. In questa partita si delega praticamente la gran fetta delle responsabilità agli enti locali ai quali in pratica si dà il timone su tutto. Innescando però una sorta di selezione naturale che metterà alla prova gli enti più efficienti e meglio attrezzati in qualità.
Ricerca
Via i paletti-limite fissati per l'intero settore industriale
Per gli enti privati di ricerca non valgono né il tetto del 20% e nemmeno il limite di 36 mesi. Le luci. Con una riformulazione, viene stabilito che i contratti a termine dei ricercatori dell'ambito scientifico potranno essere prorogati oltre i 36 mesi, purché legati a progetti di ricerca. Il diritto di precedenza alla stabilizzazione dei precari deve essere richiamato «espressamente» nel contratto. Del diritto
può avvalersi il lavoratore precario con un contratto di oltre sei mesi nella stessa azienda, ma anche il lavoratore stagionale. Le ombre. In questo campo ci sono di certo dei punti a favore delle nuove misure adottate visto che precedentemente il settore era in un certo senso equiparato ad un qualunque altro comparto produttivo. E dunque sottoponibile a paletti e tetti contrattuali.
Data 14-05-2014 Pagina 9 Foglio 3/3
Regime transitorio
Fase di «training» aziendale prima delle nuove norme
Parlando di regime transitorio un'altra modifica chiave del di lavoro, riguarda una riformulazione del regime transitorio per i contratti a termine. Viene specificato che nel periodo fino al31 dicembre oltre alla «norma nazionale del 20%» varranno anche le regole già scritte nei contratti vigenti. Le luci. Le imprese devono cioè adeguarsi al tetto del 20%, a meno che non il contratto collettivo applicabile sia più favorevole. Quindi, il
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datore di lavoro che all'entrata in vigore del decreto abbia in corso rapporti di lavoro a termine superiori al tetto del 20% dovrà rientrare a meno che «un contratto collettivo applicabile nell'azienda disponga un limite-percentuale o un termine più favorevole». E, infine, viene previsto che il diritto di precedenza perledonnein gravidanza sia prevista nel contratto. Le ombre. Decisamente molto tenui e sbiadite.
I contratti
Fissato un tetto di cinque proroghe per quelli a tempo
Le luci. La norma cardine, rimasta immutata rispetto alla Camera, prevede che i contratti a tempo determinato e i contratti di somministrazione di lavoro a tempo determinato attivati senza una causale possano coprire un arco di 36 mesi, anziché di 12 come prevedeva la legge Fornero, con un massimo di 5 proroghe (anziché 8 come previsto nel testo originale proposto dal
governo). A fronte dell'eliminazione della causale viene introdotto un tetto all'utilizzo dei contratti a termine stabilendo che il numero massimo dei rapporti di lavoro che una impresa può attivare non può superare il limite del 20% dei lavoratori a tempo indeterminato. Le ombre. La riduzione del numero di proroghe da sola basta, in questo capitolo, per confermare la flebile presenza di ombre.
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Lavoro e previdenza
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Data 14-05-2014
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GUiDA ALLA NUOVA LEGGE SU CONTRATTI E APPRENDISTATO
Lavoro, oggi si cambia Ed è assalto agli 80 euro Il governo lancia anche il servizio civile "universale" ROMA. Fiducia al governo alla Camera, e oggi il decreto sul lavoro diventerà legge coniI voto del Senato. Assalto di Forza I talia al bonus di 80 euro al mese sull'Irpef dei dipendenti: centinaia di emendamenti. LOMBARDI> > 7
IL DECRETO INCASSA LA FIDUCIA ALLA CAMERA. OGGI IL VIA LIBERA DEFINITIVO
Contratti e apprendistato, ecco cosa cambia Per le assunzioni a tempo 5 proroghe in 36 mesi. Solo multe a chi sfora il tetto salva-precari
MICHELE LOMBARDI
ROMA. I contratti a tempo determinato, senza una causale, potranno essere rinnovati per cinque volte di seguito nell' arco di tre anni. E le imprese che assumono lavoratori precari, sforando il tetto del 20 per cento rispetto al totale dei dipendenti a tempo indeterminato, non avranno più l'obbligo di assumere il lavoratore fuori quota ma verranno sanzionati con unamulta. È questa la norma più discussa e contestata del decreto lavoro, che ieri pomeriggio ha superato senza problemi il voto di fiducia alla Camera (333 sÌ e 159 no) e oggi sarà approvato in via definitiva dall'aula di Montecitorio. Il testo convertito in legge è quello licenziato da palazzo Madama, dopo le numerose modifiche intervenute nei primiduepassaggitraCameraeSenato. Le correzioni riflettono bene i rapporti di forza interni alla maggioranza con la sinistra Pd forte in commissione Lavoro alla Camera e l'asse Ncd-Sc in grado di condizionare l'esame in commissione Lavoro al Senato. Un esempio lampante è proprio la norma sui contratti a tempo determinato: la minoranza Pd ha ottenuto la riduzione da otto a cinque dei rinnovi consentiti in 36 mesi mentre il tandem NcdSc hanno trasformato in una sanzione
l'obbligo di assunzione. Un compromesso favorito dal ministro Giuliano Poletti, che ora dovrà giocare la carta del contratto unico a tutele crescenti (l'assunzione sarà a tempo indeterminato ma l'articolo 18 verrà sospeso per i primi due anni) rendendo il "posto fisso" (si fa per dire) più conveniente rispetto al tempo determinato. Un analogo braccio di ferro c'è stato sulla formazione degli apprendisti: prevista solo pubblica (quella delle Regioni) alla Camera è diventata mista Regioni-aziende al Senato.
LE PROROGHE La nuova legge Poletti concede alle
imprese la possibilità di prorogare per 5 volte un contratto a tempo determinato nell'arco di tre anni: un tempo triplicato rispetto alla precedente legge Fornero. L'altra novità riguarda la causale, che non è più richiesta per la stipulazione dei contratti (anche in somministrazione, quelli cioè forniti dalle società di lavoro interinale). È stato fissato al 20 per cento il tetto previsto per l'utilizzo dei contratti a tempo determinato rispetto al totale degli occupati: nel caso di sforamento, l'azienda dovrà pagare una sanzione pari al 20 per cento dello stipendio del primo lavoratore fuori quota e al 50
per cento per le al tre assunzioni. L'obbligo di adeguamento al tetto del 20% scattadal20l5. Un lavoratore a tempo determinato potrà essere assunto anche dalle pmi von 5 dipendenti.
DONNE E RICERCA Il limite del 20% non si applica al
settore della ricerca scientifica mentre i contratti potranno essere prorogati anche oltre i 36 mesi. Il diritto di precedenza alla stabilizzazione, che si matura dopo almeno sei mesi, dovrà essere indicato «espressamente» nel contratto a tempo determinato e vale anche per i lavoratori stagionali. Il congedo di maternità «concorre» a determinare il diritto di precedenza nel caso di assunzione a tempo indeterminato e favorisce le lavoratrici anche nelle assunzione a tempo effettuate dall'azienda nei successivi 12 mesi.
APPRENDISTATO Disciplinato dalla legge Fornero,
non è mai decollato a causa soprattutto dei meccanismi burocratici. Ora si riparte con modalità di assunzione semplificate in base a moduli eformulari stabiliti dai contratti collettivi e dagli enti bilaterali imprese-sindacati. L'obbligo di assunzione è rimasto solo per le aziende con più di 50 lavoratori per le quali si stabilisce un tetto del 20 per cento di apprendisti. Laformazione è mista: la Regione deve comunicare i suoi programmi formativi alle aziende entro 45 giorni ma può avvalersi anche dei corsi gestiti dalle imprese o delle associazioni imprenditoriali. Le ore di scuola non potranno essere meno del 35 per cento delle ore complessive di lavoro. E se l'apprendista (più conveniente sul piano fiscale e contributivo) viene utilizzato
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IL SECOLO XIX
come un lavoratore a tempo pieno? Nulla è previsto, se non un ordine del giorno che impegna il governo a emanare una circolare per obbligare le imprese inadempienti a trasformare l'apprendista in lavoratore tempo determinato.
ASILI NIDO È stato prorogato di un anno il con
tratto a tempo determinato del personale che lavora negli asili nido e nelle scuole per l'infanzia dei Comuni. I nuovi contratti scadranno a luglio del 20l5.
JOBSACT È stato riscritto il preambolo del de
creto con il quale si impegna il governo a introdurre il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che diventerà una terza tipologia contrattuale per la quale è prevista una fase sperimentale avviata con una delega. [email protected]
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mesi
milioni di euro
Data 14-05-2014 Pagina 7 Foglio 2/2
Il DECRETO palETTI
La durata massima senza indicarne la causalità, cioè la ragione del rinnovo
Le proroghe consentite nell'arco dei tre anni
Gli sgravi contributivi introdotti per le aziende che nella crisi stipulino contratti di solidarietà
I fondi a disposizione
Salta l'obbligo di stabilizzare i lavoratori con contratto a tempo determinato per le aziende che non rispettino il tetto del 20% di utilizzo rispetto al totale dei contratti a tempo indeterminato.
Confermato anche l'obbligo del piano formativo scritto per gli apprendisti. Il piano dovrà essere realizzato in forma sintetica e inserito all'interno del contratto di apprendistato
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Illf' degli apprendisti deve essere stabilizzato. Vale solo per le aziende con oltre 50 dipendenti
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Nella prima versione del testo il limite era fissato a 30 dipendenti
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