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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Maggio - Giugno 2015 - Anno XVI n. 3 2015 - 2016 NUOVO GIUBILEO Notizia a pag. 6

Riv 3 2015

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rivista maggio giungo 2015 degli Amici di Gesù crocifisso movimento laicale passionista

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

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Maggio - Giugno 2015 - Anno XVI n. 3

2015 - 2016NUOVO GIUBILEO

Notizia a pag. 6

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co e senza unavisone tra-s c e n d e n t edella vita edella relazionedi coppia,d i v e n t a n olaceranti spes-so fino allaseparazione.Nella descri-zione dellanegatività deitempi modernila chiesa sotto-linea che sono“sfide” allanostra fede e quindi occasioni di testi-monianza la gioia del Vangelo e nelnostro caso, la gioia della famiglia. 9

Nella desertificazione del mondo10

attuale la famiglia cristiana è la buonanotizia di un amore possibile e reale adimmagine di quello di Cristo. La fedecioè, in un contesto di frammentazionevaloriale, è ciò che dona identità edunità alla persona e alla vocazione per-sonale e comunitaria. “La fede siafonte di rinnovamento e di fiducia, unavittoria sulla paura. Del resto la pauraè una temibile nemica della coppia:paura di perdere l’altro, di non averepiù nulla da dirsi, paura di soffrire.Purtroppo (spesso) la paura realizzaciò che teme. Ma la fede costituiscequella roccia dando ai rapporti matri-moniali quella solidità che il senti-mento non può dare”.11

In una società nella quale molti com-portamenti sono contrari alla famiglia,diviene fondamentale condividere ciòche ci accomuna, aver la consapevo-lezza di far parte di una comunità piùgrande che è la Chiesa, come famigliadi famiglie. Si tratta di prenderecoscienza di tali rischi per approfondi-re e saper vivere l’alleanza. Alleanzatra gli sposi ed il Signore, tra loro, coni figli, tra i figli con la famiglia e tra lefamiglie.12 Nel deserto del mondo lafamiglia diviene una “tenda” per ospi-tare l’altro (non solo in senso metafo-rico), per offrire spazi di tenerezza inuna società molto arida, per prendersicura di quelli di cui nessuno si prendecura, in una forte consapevolezza che icristiani, insieme, formano una grandecarovana in cammino in cui i forti aiu-tano i deboli, i sani accompagnano imalati, i piccoli si stringono ai grandi.Anche la famiglia di Gesù ha attraver-

V - LA FAMIGLIAE I TEMPI DELLA PROVA

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Il tempo, ogni tempo, interroga ilcredente. Mette alla prova la suafede. Il popolo ebraico tentato nel

deserto e il Gesù vittorioso sulle tenta-zioni costituiscono il riferimentoesemplare del cristiano1. Così mentreabbiamo un riferimento ideale dellaprova vista come fedeltà all’alleanzacon Dio ed alla propria vocazione sap-piamo che i volti della prova, puravendo nomi antichi, hanno facce sem-pre nuove. Così è certamente ancheper la famiglia, oggi. Lo esprime bene“la metafora della famiglia” che, para-frasando la parabola del buon samari-tano, sottolinea l’influsso dei “tempimoderni” sulla famiglia cristiana.2

La famiglia oggi è attaccata, messa allaprova, da quello che chiamiamo “cul-tura dominante”3 che mette in crisil’idea stessa di famiglia, di padre, dimadre, di figli4. E’, dice il papa e ripe-tono i vescovi, una specie di colonizza-zione ideologica5 che influenza il com-portamento dei singoli e le politichedegli stati per cui le famiglie non sonoincoraggiate né a formarsi, né a mante-nersi da apposite leggi di sostegno. Inuna società liquida che liquida Dio e ivalori fondanti della civiltà cristianatutto diventa fragile e vulnerabile comele relazioni di coppia, vissute comegratificazione affettiva che rimane verafinché dura. Con conseguenze negati-ve, per sofferenze e depressione, per lepersone coinvolte: coniugi e figli. Le prove che vengono quindi dal-l’esterno fanno emergere una crescen-te vulnerabilità delle relazioni. La vitadiventa allora faticosa perché ognigiorno bisogna reinventarsi per essereall’altezza della situazione non avendopiù modelli di comportamento e ruolicomunemente accettati6. Così glieventi critici come la vita di coppia, lanascita e la crescita dei figli, eventualimalattie e lutti dei componenti dellafamiglia portano a conflitti per la diffi-coltà di comunicazione del propriovissuto e per l’aiuto che ci si aspettadal partner, attese che si rivelano irrea-listiche. Alle spalle di queste situazio-ni si può certo scoprire un’immaturitàpersonale, dinamiche di coppia inade-guate, cioè relazioni non paritarie,affettività repressa, senza compassio-ne e tenerezza7. Per le coppie cristianeci potrebbe pure essere una non consa-pevolezza della realtà sacramentale-vocazionale del matrimonio8. I litigi,in questo caso, senza un aiuto specifi-

sato i momenti della prova. I familiarihanno partecipato all’opera di salvez-za tra alti e bassi nella fede ma, allafine, con fedeltà e dedizione.13 Laprova non deve oscurare la meta delcammino, la patria comune verso cuisiamo incamminati. Dalla morte diGesù infatti ogni croce, ogni prova eogni tentazione è ormai illuminatadalla sua resurrezione.

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1 Cfr. Mt 4,1-11 e paralleli; Dt. 8,22 Cercare su Internet “La metafora dellafamiglia”3 Cfr. Udienza CISM 07.11.14 “Oggi lacultura dominante è individualista… E’una cultura che corrode la società a partiredalla … famiglia.”4 Cfr. udienza Colloquio internazionalesulla complementarietà 17.11.20145Cfr. Discorso alle famiglie Filippine amanila 6 gennaio 2015; cfr.CEI Consigliopermanente Prolusione del presidente 26 –28 gennaio 20156 Cfr. Catherine Ternynck : “L’uomo disabbia” Vita e pensiero” pag. 13; cfrSettimana 2006 n. 37 pag 87 Cfr. Carlo Rocchetta: Gesù medico deglisposi. Per una tenerezza che guarisce”EDB 2005 cap. 28 Cfr. udienza generale 2.4.2014 9 Ivi; cfr. ; Cfr. Relatio Synodi 18.10.201410 EG n. 8611 Appunti da una conferenza di XavierLacroix12 Cfr. Ina Siviglia: AntropologiaTeologica in dialogo EDB pag23513 Cfr. AGC n. 2015 pag. 3

Luciano Temperilli

In copertina: Papa Francesco

Maggio 2015 Famiglia,credi cio che sei

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Famiglia,credi cio che sei

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Viviamo nel mondo delle rela-zioni. Attraverso la relazione,in primo luogo, con le figure

familiari si umanizza il cucciolo del-l’uomo.14Si impara a vivere, nelle dif-ferenza e nell’appartenenza15. E’ illuogo in cui si incominciano a respira-re valori e ideali16, a vivere la carità,ad accogliere i più deboli17. Però“imparare ad essere una persona è unduro compito che non si fa in serie”18.Alla connaturale difficoltà educativaoggi si aggiungono le difficoltà dellafamiglia nel mondo di oggi19, semprepiù tentata dalla mentalità individuali-sta e narcisista. Di fatto però nonsiamo isole e viviamo in relazione e lefigure della madre, del padre, dei fra-telli e dei nonni sono importanti nelcammino dell’individuazione, dell’ap-partenenza e nella comunicazionedella fede20.Quello che siamo coinci-de, nel bene e nel male, con la nostrastoria personale fatta di relazioni. Perquesto è importante vivere le relazionicome esercizio di umanità21 partendo,in famiglia e non solo, dal linguaggiodel nostro corpo22. Lo abbiamo sem-pre saputo che un abbraccio fa beneconsola, fortifica, incoraggia. Recen-temente è apparso23 uno studio cheafferma che “un abbraccio proteggedal freddo , dall’ansia e dalle malat-tie”. Anche il papa ricorda nelle suecatechesi sulla famiglia che il papàdeve giocare con i propri figli perdercidel tempo, stare vicino e accompa-gnarlo nella crescita.Oltre al linguaggio del corpo per larelazione, c’è soprattutto la parola.Anche questa nasce nella famiglia e,in qualche modo, si struttura prima infamiglia: c’è una “lingua materna”24

come substrato delle relazioni. Il papasottolinea come questa sia importanteper esprimere il perdono, come dina-mica delle comunicazioni, e per“reimparare a raccontare”25 se stessi,la relazione e la storia della famiglia,l’appartenenza ad una storia che ciprecede. Il perdono e la promessasono due rimedi che guariscono lerelazioni perché ci permette di creare ericreare relazioni26 guarendo il passatoe prospettare il futuro. Bisogna, direb-be papa Francesco, cercare armonia inse stessi nella relazione”Mi piace par-

lare dei tre linguaggi: il linguaggiodella testa, il linguaggio del cuore e illinguaggio delle mani. Ci deve esserearmonia tra i tre. In modo tale che tupensi quello che senti e quello che fai,senti quello che pensi e quello che fai,e fai quello che senti e quello chepensi. Questo è il concreto. Restaresolamente nel piano virtuale è comevivere in una testa senza corpo.”27 E’un discorso fatto ai giovani ma validoper tutti nella nostra società di relazio-ni, spesso, solo virtuali.La famiglia è scuola di umanità28 èun’umanità che cresce, si modifica colpassar degli anni e con i diversimomenti della famiglia. E’ importanteallora non solo fare ma anche lasciarsifare29 dalla relazione lasciarsi modifi-care rispecchiandosi con la famiglia,ma non solo, in questa sfida di umanitàperché “alla fine, le relazioni interper-sonali sono senz’altro la cosa piùimportante della vita... Che cosa sonoper me il libro, il quadro, la casa, laproprietà più belli di fronte a miamoglie, ai miei genitori, al mio amico?Così può parlare solo chi nella sua vitaabbia trovato veramente delle perso-ne”.30 Le relazioni familiari di aperturaall’altro, di accoglienza, di gratuitàsono la proposta che la famiglia fa allasocietà. Umanizzare i rapporti imbar-bariti dalla sopraffazione e dal disprez-zo, ingessati dal ruolo istituzionale èquanto la famiglia è chiamata a fare, èla cellula e può essere la cura dellasocietà. Un famiglia è aperta alla vitasoprattutto a livello relazionale, nelrispetto e nell’accettazione di ognialterità, nell’accettazione delle fragilitàper cui si aiuta ma si è disposti a chie-dere aiuto, superando qualunque mitodi autosufficienza e di perfezionismo.

“Il fatto che Dio abbia posto la fami-glia come fondamento della conviven-za umana e come paradigma della vitaecclesiale, esige da parte di tutti unarisposta decisa e convinta. Ebbi adire: “Famiglia, diventa ciò che sei” .Oggi aggiungo: “Famiglia, credi inciò che sei”; credi nella tua vocazionead essere segno luminoso dell’amoredi Dio.”31

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14 Cfr. EG n. 66; IL (Instrumentum Laborisdel sinodo dei vescovi) n.4315 Cfr. Intervista al papa alla periferia diBuenos Aires 7 febbraio 201516 Udienza Complementarietà 17.11.201417 Cfr. Discorso agli anziani 28.9.201418 Mounier citato da Roberto e AriannaLevorato in “L’arte di vivere le relazionifamiliari” Faenza 11.10.200919 Cfr. Udienza .. o.c.20 Cfr udienze generali del mercoledì sullafamiglia 17.12.2014; sulla madre7.1.2015;sul padre28.1.2015 e 4.2.2015;sui figli 11.2.2015; sui fratelli 18.2. 2015;sui nonni 4.3.2015; Incontro con gli anzia-ni 28.9.201421 Roberto e Arianna o.c.22 Messaggio XLIX giornata dellaComunicazioni sociali 23 gennaio 201523 Corriere della sera 9. 4. 201524 Messaggio o.c.25 ivi26 Roberto e Arianna o.c.27 Cfr. intervista o.c.28 G.S. 5229 Roberto e Arianna30 Bonhoeffer citato da Robeto e Ariannao.c.31 Giovanni Paolo II discorso alle famiglie20.10.2001.

VI - LA RELAZIONE IN FAMIGLIA

Luciano TemperilliGiugno 2015

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dolce rimprovero. Il pianto, infatti, nonè l’atteggiamento adeguato da avere inquesto momento, perché Gesù è risortodai morti! Dopo aver risposto ai dueangeli, si volta indietro e vede Gesù inpiedi, ma non lo riconosce. È interes-sante questo fatto. Il Risorto non vienesubito identificato perché la risurrezio-ne non costituisce un ritorno alla vitaprecedente (come fu, per esempio, nelcaso di Lazzaro), ma «una specie diradicale salto di qualità in cui sidischiude una nuova dimensione dellavita, dell’essere uomini… la stessamateria viene trasformata in un nuovogenere di realtà» (BENEDETTO XVI,Gesù di Nazaret, II, pag. 303).

La Maddalena incontra ilSignore e lo annuncia

Maria scambia il Signore per ilcustode del giardino, ma quando Gesùla chiama per nome finalmente lo rico-nosce come il suo amato maestro. Il ter-mine rabbunì (maestro) esprime mag-giormente l’affetto e la familiarità chelega un discepolo alla sua guida rispettoal più consueto rabbì. A questo punto laMaddalena si stringe ai piedi di Gesù,che subito la invita a lasciarlo: «Non mitrattenere». Gesù non può essere “bloc-cato” perché deve salire al Padre perdare inizio ad una nuova modalità dipresenza in mezzo alla sua comunità.D’ora in poi non sarà più incontrato inmaniera sensibile, ma in virtù della fedealimentata dalla Parola.

Maria viene esortata piuttosto ad

andare dai discepoli del Signore perannunciarne l’ascensione verso DioPadre. Degno di nota è il fatto che idiscepoli vengano definiti “fratelli”.Questa terminologia non è casuale, maha un profondo significato. Con la suarisurrezione, Gesù, aprendoci le portedi una vita nuova, introducendoci in unautentico rapporto filiale con Dio, cirende realmente suoi fratelli.

A questo punto Maria si reca daidiscepoli e annuncia quanto visto eudito. L’incontro con il Risorto l’ha tra-sformata e l’ha resa testimone della suavittoria sulla morte.

La Buona NotiziaDobbiamo riconoscere con umiltà

che non poche volte facciamo fatica apercepire la presenza del Risorto nellanostra esistenza. Spesso ci sembra disperimentarlo come il “grande assente”della storia. Di qui la tristezza che nonraramente adombra il nostro cuore, lelacrime che rigano il nostro volto, ilsenso di smarrimento che viviamo.Tuttavia, se abbiamo il coraggio diascoltare la parola del Signore, ritrove-remo noi stessi, quell’identità profondanon raramente frantumata dalle feriteprocurateci dalla vita. A questo puntosaremo capaci di voltare le spalle alletante situazioni di morte che incontria-mo, riusciremo a “vedere” la presenzadel Signore in mezzo a noi, e ci volge-remo ai nostri fratelli e sorelle comeannunciatori di speranza.

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Carissimi “Amici”, proseguendo ilnostro cammino sulla risurrezio-ne di Gesù secondo Giovanni,

siamo giunti all’episodio in cui laMaddalena vede il Risorto. Mettiamociin ascolto del testo evangelico:

Maria invece stava all’esterno, vici-no al sepolcro, e piangeva. Mentrepiangeva, si chinò verso il sepolcro evide due angeli in bianche vesti, sedutil’uno dalla parte del capo e l’altro deipiedi, dove era stato posto il corpo diGesù. Ed essi le dissero: «Donna, per-ché piangi?». Rispose loro: «Hannoportato via il mio Signore e non so dovel’hanno posto». Detto questo, si voltòindietro e vide Gesù, in piedi; ma nonsapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù:«Donna, perché piangi? Chi cerchi?».Ella, pensando che fosse il custode delgiardino, gli disse: «Signore, se l’haiportato via tu, dimmi dove l’hai posto eio andrò a prenderlo». Gesù le disse:«Maria!». Ella si voltò e gli disse inebraico: «Rabbunì» – che significa:«Maestro!». Gesù le disse: «Non mitrattenere, perché non sono ancorasalito al Padre; ma va’ dai miei fratellie di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padrevostro, Dio mio e Dio vostro”». Mariadi Màgdala andò ad annunciare aidiscepoli: «Ho visto il Signore!» e ciòche le aveva detto.

La Maddalena alla ricercadel suo Signore

La prima cosa da sottolineare, com-mentando questo testo, è l’affinità chepresenta con un brano tratto da un librodell’AT: il Cantico dei Cantici. In queltesto si parla della sposa che cerca nellanotte l’amato del suo cuore: «…ho cer-cato l’amore dell’anima mia; l’ho cer-cato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò efarò il giro della città per le strade e perle piazze; voglio cercare l’amore del-l’anima mia. L’ho cercato, ma non l’hotrovato. Mi hanno incontrata le guardieche fanno la ronda in città: “Avete vistol’amore dell’anima mia?”. Da poco leavevo oltrepassate, quando trovail’amore dell’anima mia. Lo strinsi fortee non lo lascerò…» (Ct 3,1-4). Se èvero che questo racconto del Cantico fada sfondo all’episodio di Giovanni chestiamo meditando, allora possiamoaffermare che è l’amore a spingere laMaddalena a cercare il suo Signorepresso la tomba ed grazie a questa acco-rata ricerca che alla fine riesce adincontrarlo per prima.

Mentre Maria si trova dunque rivol-ta verso il sepolcro e piange, scorge,all’interno della tomba, due angeli chele domandano: «Donna, perché pian-gi?». Le parole che i due messi celestirivolgono alla donna suonano come un

4 VIII - MEDITIAMO LA RISURREZIONE DI GESÙMaria Maddalena vede il Signore risorto e lo annuncia ai discepoli (Gv 20,11-18)

Roberto Cecconi CP

Gesù e Maria Maddalena

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Il presidente degli AGC, PioCalvarese, gli ha presentato in breve ilcammino di 26 anni di vita degli AGC,la formazione che seguiamo nelle 16Fraternità degli Amici, la nostraConsacrazione a Gesù Crocifisso chenon è altro che il rinnovo consapevoledella consacrazione battesimale, allaluce del Crocifisso Risorto. Ha poifatto dono al P. Generale dei libri eprogrammi di formazione degli AGC.Poi due giovani sposi, Venanzio eLucia, hanno presentato il programmadella Tendopoli e gli hanno donato unabellissima stola. Subito dopo, il P.Generale ci ha rivolto il suo saluto eincoraggiamento: “Tutti i gruppi laica-li passionisti puntano in vari modi aGesù Crocifisso e sono al suo servizio.La prima vocazione viene dalBattesimo ed è la vocazione a seguireGesù; è Lui che ci muove ed è Lui lanostra sorgente. La chiamata alla

Santità per noi non è soltanto stare inginocchio e pregare, ma è impegno adamare e fare amare Gesù Crocifisso.La santità è crescere sempre di più nel-l’amore di Cristo e accettare il donoche ci ha fatto facendosi uomo e dandola vita per noi. Tutti noi battezzati,fedeli singoli e sposati, religiosi esacerdoti, formiamo il popolo di Dio,la Famiglia Passionista, tutti chiamatia seguire uniti Gesù Crocifisso eRisorto. In ascolto dello Spirito Santo,camminiamo insieme e ognuno haqualcosa da dare agli altri e da riceveredagli altri. Non importa il numero e ilnome, La cosa più importante è segui-re Gesù Crocifisso”.

Il salone, dove di solito ci incon-triamo, era gremito. Il P. Generale si ècomportato con tanto affetto con tutti,abbracciando e baciando tutti. Noi era-vamo meravigliati e commossi. Ci hadetto che anche in Australia ci sonotanti laici che seguono la spiritualitàpassionista, presso comunità passioni-ste e non sono chiamati Laici, ma“compagni Passionisti”, cioè partnerdello stesso carisma.

Il Presidente Calvarese Pio ha rin-graziato il Padre Generale per le parolerivolte a noi laici, assicurandolo chenoi siamo innamorati dei Passionisti eloro ci vogliono bene; ha chiesto a luiun’attenzione particolare per tutti iMovimenti Laicali Passionisti”. Lagiornata si è conclusa con la S. Messapresieduta dal P. Marco Pasquali, cherappresentava il P. Provinciale e conce-lebrata dal Padre Generale e altri pas-sionisti. Grazie, Gesù, per questo gior-no di grazia che ci hai dato con lavenuta del Padre Generale JoachimRego che ci ha illuminati e incoraggiatinel nostro cammino di laici passionisti.

Pina e Rita di Giulianova

Domenica 1 marzo 2015, per gliAmici di Gesù Crocifisso e igiovani della Tendopoli, rimar-

rà una data memorabile, per la gioia diavere conosciuto per la prima volta, alritiro mensile di Morrovalle, ilSuperiore Generale dei Passionisti:Padre Joachim Rego.

La giornata è iniziata con la cate-chesi “Chiesa e famiglia”, animatacon slide in power point da PadreLuciano Temperilli: “Oggi c’è moltaconfusione sul significato di famiglia.La famiglia cristiana è solo quella for-mata da padre, madre e figli e ha comemodello la Famiglia di Nazareth:Giuseppe, Maria e Gesù. Non esistonoaltre vere famiglie; non ha senso par-lare di genitore 1 e genitore 2.” P.Alberto ci Ha ricordato che noi AGCnon siamo un semplice gruppo di pre-ghiera, ma un gruppo ecclesiale, impe-gnato a pregare e poi a testimoniare lanostra fede a tutti, impegno compen-diato nella “Promessa di Amore”:“Signore, fa che io ti ami e ti facciaamare”.

Dopo la pausa pranzo, sono arriva-ti i giovani della Tendopoli con P.Francesco Cordeschi. Poco dopo èvenuto in sala il Padre Generale,Joachim Rego, accompagnato dalsegretario P. Francesco Foppoli chetraduceva in italiano l’inglese delPadre Generale. Il P. Generale è natoin Birmania, poi emigrato con la fami-glia in Australia, dove è diventato pas-sionista e poi superiore dei Passionistidi Australia. Nel 46° capitolo generaledel settembre 2012 a Roma è statoeletto superiore generale della con-gregazione.

IL SUPERIORE GENERALE PADRE JOACHIM REGOINCONTRA GLI AMICI DI G.C. E I GIOVANI DELLA TENDOPOLI

Il P. Generale con gli Amici di Gesù Crocifissoe i Tendopoilisti a Morrovalle

Il Padre Generale con i nostri Laici

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La santità è propria dell’indivi-duo, perché è perfezione del-l’amore (cfr Mt 5,48; Lc 6,36).

Ogni persona è chiamata a giunge-re alla «misura della pienezza diCristo» (Ef 4,13). Tutti sono chiamatia diventare santi, ma solo alcuni ven-gono indicati dalla Chiesa comemodelli e potenti intercessori in forzadella riconosciuta eccezionalità dellaforo vita: Il beato Giovanni Paolo Il hascritto: «è ora di riproporre a tutti conconvinzione questa “misura alta” dellavita cristiana ordinaria: tutta la vitadella comunità ecclesiale e delle fami-glie cristiane deve portare in questadirezione» (Novo Millennio Ineunte,31).

Nel catalogo dei santi finora sonostati annoverati per lo più consacrati,vescovi e membri del clero, religiosi ein misura minore i laici; maggiorevarietà si constata tra i martiri. Negliultimi tempi si è iniziato a considerareanche coppie di sposi.

L’idea che in famiglia si può impa-rare la via della santità forse non è deltutto nuova, ma certamente lo è la bea-tificazione di coppie sante. GiovanniPaolo Il ha beatificato Luigi BeltrameQuattrocchi e la moglie Maria Corsiniil 21 ottobre 2001, mentre il 19 ottobre2008 a Lisieux sono stati beatificati igenitori di s. Teresa di Gesù Bambino,Luigi Martin e Zelia Guérin. Sono leprime due coppie di sposi dei qualiviene riconosciuta la santità; nell’anti-chità si contano numerose coppie dimartiri. Luigi (1823-1894) e Zelia(1831-1877) appartengono in qualchemodo alla famiglia carmelitana: quat-tro delle foro figlie divennero mona-

che a Lisieux eun’altra, Leonia( 1 8 6 3 - 1 9 4 1 ) ,entrò tra leVisitandine diCaen.

Nell’omeliadella messa dibeatificazione, ilcardinal JoséSaraiva Martins,prefetto emeritod e l l aCongregazionedelle Cause deiSanti, sintetizza-va il messaggiospirituale deiconiugi Martinindicando tre pro-spettive complementari.

La loro esperienza illumina il cam-mino e il progetto di vita di tanti fidan-zati, invitandoli a scelte contro corren-te e all’impegno di costruire il propriofuturo nel dialogo reciproco, nelrispetto, nella purezza e nell’ascoltoobbediente del progetto di Dio.

Luigi e Zelia furono fedeli allepromesse matrimoniali. La loro unio-ne durò solo 19 anni, ma in ogni situa-zione di vita, furono capaci di renderela propria famiglia una piccola chiesa.Anche i tempi di malattia divennerooccasione di amore e di dono recipro-co; la vedovanza fu per Luigi un lungotempo di purificazione e di memoriagrata del dono ricevuto.

Ambedue, sempre pronti a spen-dersi per i figli — ne ebbero nove,anche se sopravvissero solo cinqueragazze — seguirono la loro crescita

globale, generandole anche alla fede ealla vita spirituale.

I beati coniugi Martin ci ricordanouna verità essenziale e per questo forseassai scomoda: la vita cristiana si attuanel quotidiano concreto, noi piccoli gestiabituali, nelle faccende e nel lavoro, neirapporti personali all’interno della fami-glia. La vocazione alla santità non riguar-da solo ed esclusivamente momentieccezionali o gesti eroici; il più dellevolte è qualcosa di molto nascosto eferiale. La figlia più nota di Luigi e Zelia,s. Teresa di Gesù Bambino, scrisse «Omio Dio, per amarti sulla terra, tu lo sai,non ho che l’oggi!» (Poesia n. 5, II mioCanto per Oggi): non è lontano dal veropensare che sia stata educata a questamistica del quotidiano proprio dallamamma e dal Papà.

I TESTIMONI:Luigi Martin e Zelia Guérin

Famiglia,diventacio che sei

a cura di Manuela Peraio

I coniugi Martin

GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA8 dicembre 2015 - 20 novembre 2016

Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia?Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata

ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo non è il tempo per ladistrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essen-ziale. E’ il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giornodi Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre. E’ per questo che l’Anno Santodovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondointero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranzadi essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre. ... Ecco perché il Giubileo: perché questo è il tempodella misericordia. E’ il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quantisono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti,la via del perdono e della riconciliazione”. (papa Francesco)

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7CORSO DI FORMAZIONE PER RESPONSABILIS. Gabriele 6-8 Febbraio 2015

Abbiamo partecipato con entu-siasmo al corso di formazioneper gli AGC tenuto da padre

Fernando Taccone dal 6 all’8 febbraio2015 a San Gabriele, per migliorarcied essere di aiuto alle nostreFraternità. Ci siamo ritrovati in circa50 AGC di varie Fraternità. Il corso ciha dato la possibilità di rivederci e discambiarci tante notizie ed esperienze.Tutto si è svolto molto bene perchépadre Fernando è comunicativo echiaro nell’esporre le tematiche tratta-te. Il sussidio preparato da P. Fernandoaveva per titolo: “La chiesa in usci-ta”. Il nostro desiderio di approfondi-re il cammino passionista per trasmet-terlo alle Fraternità è stato esaudito. Èstato interessante il lavoro nei 5 gruppidi circa 10 membri ciascuno, doveognuno ha potuto comunicare le sueidee ed esperienze.

Abbiamo riflettuto su tre domandedate dal P. Fernando:

1) Cosa dovrebbe avere e cosanon avere una Fraternità ideale?

2) Quali sono le difficoltà mag-giori nella Fraternità e come supe-rarle?

3) Quali mezzi per far crescere lepersone e la Fraternità?

Le considerazioni finali di ognigruppo sono state poi oggetto di con-fronto tra noi laici e i padri presenti esono riportate in sintesi in queste pagi-

ne. Gli insegnamenti ricevuti sonoutili non solo per la vita delle nostreFraternità, ma anche nella vita di fami-glia, nei posti di lavoro e in variesituazioni della vita. Abbiamo cosìcapito che si vince quando si perde e

che si cresce nella fede donandola adaltri; ogni sacrificio fatto per ilSignore sarà da Lui ben retribuito.Siamo ripartiti pieni di entusiasmo,dopo aver salutato il nostro caro S.Gabriele.

Paola De Simone Fossacesia CH

Partecipanti al gruppo di formazione

1) Cosa dovrebbe avere e cosanon avere una Fraternità ideale?

Per una Fraternità ideale sonoimportanti soprattutto tre cose:l’ascolto, l’esempio e l’accoglien-za. Bisogna sempre cercare di met-tere a proprio agio il fratello, avereun sorriso, una parola buona almomento giusto, sapere accettarel’altro con i suoi pregi e difetti,vedendo il Signore nel suo volto,

amando tutti, senza aspettarsi nullain cambio! La comunità non deveprevalere sulla persona, né la per-sona sulla comunità. La comunitàsi deve nutrire della Parola di Dioe dell’Eucarestia per creare lacomunione con Dio e tra noi.Ognuno deve essere consapevoleche appartiene a un gruppo in cam-mino per il Regno di Dio, sotto laguida dello Spirito Santo. Le

diversità di ognuno sono ricchezzaper tutta la comunità. Per arrivare aquesta unità, ognuno deve impe-gnarsi a saper stare con l’altro. Ènecessario formarsi per formare glialtri. È necessario interessarsidell’altro, aiutarlo a sentirsi piùimportante di se. Un gruppo idealedeve prendere coscienza delloscopo per cui esiste, per noi èavere come centro e fine Gesù

SINTESI DEI LAVORI DI GRUPPO

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Gruppo di formazione in aula

Crocifisso; deve essere aperto,accogliente, attivo nella praticadella carità e nell’apostolato. Nondeve esagerare nell’esaltare le sin-gole persone, deve vivere le diffe-renze di età come un arricchimentoprezioso. Non ci devono essere nelgruppo gelosia e invidia: facciamotutti parte della grande famigliapassionista, dove si cresce graziealla comunione e all’impegno ditutti.

2) Quali sono le difficoltàmaggiori nella Fraternità e comesuperarle?

Difficoltà ci sono sempre nelleFraternità. Le più frequenti sonol’individualismo, la troppa loqua-cità di alcuni fratelli, che non per-mettono agli altri di esprimere ilproprio pensiero. Altre volte c’è lalamentela di persone anziane che sisentono emarginate. Per superare iproblemi, bisogna “accettare, sop-portare e supportare” tutti..Esprimere nel gruppo le propriedifficoltà può essere un aiuto persuperarle, occasione per ritrovarearmonia tra gruppo e ogni fratello,purché si faccia con serenità epace. La “correzione fraterna”: ècosa buona se fatta con il sorriso eil rispetto per l’altro. Non è facilestimolare tutti al dialogo. Moltitacciono per la paura di essere giu-dicati o di non sentirsi all’altezza!Tutto ciò si supera se si mette aproprio agio il fratello, rendendolopartecipe delle iniziative del grup-po, della preghiera comunitaria,incoraggiandolo, anche con unasemplice telefonata! Elementinegativi sono diversità di vedute,esperienze passate negative,immaturità, carattere…. È compitodella guida comporre queste diver-sità, mettendo insieme le esigenzedi ciascuno e quelle del gruppo,

coltivando nelle persone il senso diappartenenza al gruppo e la realiz-zazione della persona. Le difficoltàsi superano con piccoli passi e conla volontà di sentirsi parte inte-grante del gruppo e di formare unavera famiglia.

3) Quali mezzi per far crescerele persone e la Fraternità?

Quando la comunità cresce,crescono anche i membri e vice-versa! Per fare crescere i membridella Fraternità, occorre “stimo-larli” con nuove iniziative, comemodi nuovi di pregare, di meditarela parola di Dio, d’inserirsi nellaFraternità. Per trasmettere la fede eil carisma passionista agli altri,occorre prima la crescita personaledi ciò che si vuole trasmettere. Ilgruppo aiuta la persona a crescerese la persona desidera crescere sin-ceramente. Alle persone che hannodifficoltà a inserirsi nel gruppo

bisogna ricordare lo scopo delgruppo, per aiutarle a realizzarsinella Fraternità. Si cresce attraver-so un cammino personale, metten-do al primo posto la meditazionedella parola di Dio, l’Eucaristia ela carità fraterna. Il gruppo cre-sce poi se si aiuta il fratello in dif-ficoltà. L’accoglienza è un grandemezzo per avvicinare le persone.Deve essere impegno di tutti.Quando c’è un volto nuovo, sideve fare a gara a chi può avvici-narlo di più. Da questo dipende laperseveranza o l’allontanamentodei nuovi arrivati. Per fare cre-scere la Fraternità, è importante,da parte di tutti, prestare moltaattenzione ai nuovi membri,amare la Fraternità e cercare difarla conoscere e amare. Se tutti imembri cercano di crescere nel-l’amore di Dio e dei fratelli, anchela Fraternità crescerà davanti a Dioe davanti agli uomini.

SINTESI DEI LAVORI DI GRUPPO

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9TESTIMONIANZE SINGOLE

Un ottimo corsodi formazione

Il corso di formazione ha mostratouna buona partecipazione, interesse,impegno e grande senso di apparte-nenza agli AGC. Tutti hanno vissutointensamente i vari momenti chehanno scandito il tempo in queste duegiornate. Raccoglimento profondo neimomenti di preghiera liturgica e nellecelebrazioni eucaristiche. Molto inte-ressanti i temi trattati, sia per unmiglioramento personale, sia per esse-re buone guide nelle fraternità. Un belmomento è stato il lavoro di gruppoche tutti hanno potuto condividere.Tutti sono rimasti contenti di questaesperienza trascorsa insieme.

Pio Calvarese

Partecipazione al Corso:una “Chiamata”!

Caro padre, sono negli Amici dasoli quattro anni, ma il suo invito alcorso è stato una “chiamata” e io l’hoaccolta. Ora posso dare solo un ottimogiudizio, perché, oltre ad essere statomolto interessante, mi ha fatto riflette-re molto. Sono stati messi in luce com-portamenti che ogni componente dellefraternità deve tenere per sostenere ilgruppo, ma la cosa più importanteemersa è che bisogna vivere piena-mente la spiritualità passionista del-l’amore e trasmetterla agli altri soprat-

tutto con l’esempio. Dobbiamo quindidiventare testimoni dell’amore diGesù ed impegnarci attivamente, per-ché la forza del gruppo dipende moltoda come ognuno di noi si relazionacon l’altro, vedendo in lui il volto diDio, accoglierlo, amarlo, aiutarlo.Solo in questo modo si soffocherannogelosia e invidia, che distruggono igruppi. È molto importante collabora-re, stimolare tutti al dialogo, farli sen-tire accolti, amati, anche con piccoligesti di affetto, un sorriso, un abbrac-cio. Fra di noi non devono esisteredistinzioni e si deve respirare un climadi umiltà, pur essendo necessario checi sia un assistente, che guidi il gruppoe lo sostenga. Ho compreso che non èla mia appartenenza al gruppo che mifa crescere spiritualmente, ma è neces-sario che ci sia la mia volontà di cam-biare e di vincere la paura di andarecontro corrente, rischiando anche lasolitudine, perché chi mi vive accantonon comprende il mio modo di vita epensa che io stia vivendo “fuori daltempo”. Il nostro movimento “AGC”si rafforzerà solo se tutti ci impegnere-mo a fare nostro il vero amore, aman-do l’altro come Gesù ci ha amato;anch’io cercherò, insieme ai fratelli esorelle, di far si che nella nostra frater-nità ci sia più partecipazione e nelnostro cuore maturi la volontà di “cre-scere” spiritualmente. Grazie a te,padre, a P. Fernando Taccone per isuoi insegnamenti e a tutti gli AGC

che hanno vissuto con me questomomento di intensa riflessione.

Cinzia Mosca

“Amare fino alla fine”E’ la prima volta che entrambe par-

tecipiamo ad un corso di formazione.Ci siamo rese conto di quanto possaessere importante essere attive edonarsi sempre più. La diversità tra ivari membri delle Fraternità la possia-mo considerare come una granderisorsa dove attingere e completarci.Crescere personalmente e spiritual-mente equivale a donare ciò che hairicevuto. La forza grande sta in ognu-no di noi se riusciamo ad amare l’altrocosì come è, vedere nell’altro il voltodi Dio e accorrere in aiuto ogni qual-volta qualcuno è in difficoltà: ciò vuoldire essere Chiesa in uscita, come ciripete Papa Francesco, cioè uscire danoi stessi, morire a noi stessi; “perde-re” ogni giorno qualcosa per gli altri èla via che ci porta alla salvezza!Questa esperienza la potremmo rac-chiudere in una semplice frase:“amare fino alla fine”, come Gesù!Tiziana G. e Olga E. di Giulianova

Desiderio di cresceresempre più

Mi viene spontaneo fare il con-fronto tra il mio primo Corso diFormazione del 2008, e quello appenaterminato. Nel primo ero come un pul-cino senza la sua chioccia, non cono-scevo nessuno, per me era tutto nuovo,non ero ancora entrata nell’ottica difar parte di una meravigliosa famiglia.Poi pian piano gli anni mi hanno aiu-tata a formarmi e a capire la veraSpiritualità Passionista. L’assistentemi disse una volta,che mi vedeva gio-iosa e lo sono, perché ho trovato fra-telli e sorelle, ho trovato una verafamiglia e un padre spirituale, che conaffetto e dedizione mi ha fatto crescerenell’amore per Gesù, che ora è il mioconfidente in ogni momento dellagiornata. Questo corso ha portato inme un po’ di ansia: mi sono esaminataed ho dedotto che non faccio abba-stanza per il nostro Movimento e perGesù, che mi ha ricolmato di tantidoni. Nel confronto con gli altri fratel-li e sorelle, molto più attivi di me, ioso fare poco. In ogni incontro cerco diimparare qualcosa di più per essere diaiuto nella crescita del nostro

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Celebranti alla fine del corso di formazione in aula

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Chiesa in uscita”, hocapito che il mio ruolodi responsabile è quel-lo di testimoniare.Come responsabile,debbo dimenticare mestessa per dedicarmiall’altro; vedo nellaFraternità una grandeopportunità con lasensibilità per l’altro.Insieme si va versoun’unica strada, ilcarisma passionista,che è necessarioapprofondire per daree ricevere: ogni fra-tello, anziano o giova-ne, anche l’ultimoentrato, ha qualcosaper far crescere laFraternità. Sono ripar-tita consapevole delgrande lavoro che devo fare ancora sudi me per togliere gli “spigoli” rimasti;per questo confido nella Misericordiadi Dio. Ringrazio gli organizzatori,tutti i partecipanti, compresi i nuoviamici di Rimini.

Pina Mastropasqua Giulianova

La comunione tra noi èbase delle comunione conDio

Ho potuto partecipare al corso gra-zie all’aiuto di Fabio, mio marito. Misono trovata bene con tutti, grazie allacordialità e apertura di tutti e l’interes-se per i temi trattati da Padre Taccone.

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Movimento e proseguire il mio pelle-grinaggio terreno.

Germana Germani Civitanova

Per crescere in CristoPer una comunità ideale è impor-

tante garantire l’unità, evitando episo-di di individualismo, sostenendosi avicenda e comprendersi nelle provedella vita. Più che l’autorità serve lacomprensione, cercare il bene comu-ne, accogliendoci con amore cristiano,senza conflitti di sorta. È bene vivaciz-zare gli incontri con fantasia e creati-vità, rimanendo fedeli al carisma pas-sionista. La vera conversione porta alnostro cambiamento personale. LoSpirito Santo ci aiuta nella crescitainteriore che ci porta al rispetto eamore per il prossimo. Fondamentale èla preghiera personale per formare unavera comunità e crescere in Cristo,nostro fine e nostra meta.

Olga Orlando San Nicolò

Necessità della comunioneAll’inizio del corso si è parlato

della fede che aumenta non solo conl’aiuto di Dio, ma anche donandolacon la testimonianza della parola edella vita. Ci sono dei momenti in cuiDio prende l’iniziativa, ti coinvolge eti accompagna con la sua grazia perfare di te un apostolo. La cosa piùimportante che ho compreso è lanecessità di comunione tra i fratelli delgruppo, sia negli incontri di Fraternitàche nel consigliarsi. Questa comunio-ne deve portare a un dialogo come inuna famiglia, dove ognuno esprime ilproprio pensiero, arricchendo tutti. Ilcoordinatore non si senta miglioredegli altri, ma si ponga a serviziodegli altri con umiltà, altrimenti ilgruppo muore. Non è il gruppo ad averbisogno di noi, ma siamo noi ad averbisogno del gruppo per camminareverso Dio!

Clara Guglielmi Civitanova

Dare e ricevereRingrazio il Signore di aver parte-

cipato al mio primo Corso diFormazione per responsabili. Sonostati due giorni come un grande donodel Spirito. Stare in comunione con ifratelli e sorelle delle altre Fraternitàmi ha arricchita di fede e di amore perGesù Crocifisso, per trasmetterla aglialtri. Già dal titolo del sussidio: “La

Per fare maturare la persona, bisognavalorizzare il carisma, viverlo e con-frontarlo con gli altri per essere ungruppo unito. Riconoscere nellaSantissima Trinità un grande mistero emodello di amore e comunione.Comprendere che fare memoria dellaPassione, Morte e Risurrezione diGesù è la più grande e stupenda operadel Divino Amore. Capire che laCroce di Gesù è dentro di noi, ci aiutaa vivere e se occorre anche a perdere,a spogliarci del nostro egoismo, perfar crescere il legame d’Amore tra Dioe noi. Cercare l’unità, la pace e l’amo-re fraterno nel gruppo e con il gruppoper far passare il nostro piccolo amore

Quaterna del corso

Dulcis in fundo

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al grande amore di Dio. Per averecomunione tra noi, ci deve essere unavera comunione con Dio e con laChiesa. Per fare crescere il gruppooccorre che ci sia l’impegno da tutti.

Patrizia Marini Civitanova

Eccomi, caro padre, sono una dellenuove arrivate, con tanta voglia dicapire me stessa e quello che ilSignore vuole da me. Dal corso di S.Gabriele, ne sono uscita arricchita daquesta prima e nuova esperienza maaltrettanto frastornata da tutte quellenozioni (che pur facendo parte delvivere quotidiano), non mi ero maisoffermata ad analizzare. È facile dire:“Come è bello stare insieme ad ungruppo”. Il difficile è capire, conosce-re e saperci restare. Cosa dire di questidue giorni intensi di apprendimenti,che ogni “cristiano” dovrebbe giàsapere e mettere in pratica? Si sta beneinsieme solo se c’è rispetto e amore.Mi chiedo: c’era bisogno di fare unCorso di Formazione per capirlo? Si!Siamo talmente stolti da non capireche è più semplice volersi bene cheangosciarsi, per trovare il modo diferire qualcuno. Amore e Rispettosono i primi messaggi che ci vengonoinculcati fin dai primi anni di vita; per-ché mai dobbiamo dimenticarli quan-do crediamo di aver raggiunto l’etàdella ragione? Confido nel SignoreGesù Crocifisso, che abbiamo condan-nato, che mi dia la forza di migliorare“almeno” qualche momento della miavita, affinché possa, insieme agliAGC, intraprendere un cammino fattodi salite e cadute. Ma ci sarà pure qual-che discesa o pianura, per riprenderefiato e rimettersi in cammino, perchéquesta breve vita, che è fatta di unlungo cammino, mi consenta di arriva-re con gioia fra le braccia di chi tantoci AMA. Grazie per avermi accoltocon affetto fraterno.

Ivana Traini

Carissimo padre, sono partita peril corso di formazione con il desideriodi ascoltare e conoscere gli amici diGesù Crocifisso dei vari gruppi esono ritornata con la consapevolezzache per prima cosa devo ascoltare econoscere me stessa in un santo silen-zio ai piedi di Gesù Crocifisso; sonoarrivata timorosa per la mia piccolez-za e ne sono tornata forte del SuoDivino Amore; sono arrivata comefiglia fedele e ne sono tornata missio-naria/sacerdote! Quanto grande è la

gioia di essereanch’io serva peramore. Il desiderio dievangelizzare e arri-vare alla Meta èimmenso. E grande èl’entusiasmo per lenuove idee di pre-ghiera da proporre alGruppo. La preghieraè ciò che ci fa senti-re uniti pur nellenostre umane diversi-tà. Ringrazio ilSignore di tutto per-chè è davvero solouna Sua Grazia chemi permette di cresce-re nell’amore verso ilmio prossimo piùvicino, come la fami-glia, i colleghi e gliAmici di GesùCrocifisso. E ringra-zio te e tutti i passio-nisti per l’opportunitàche ci donate di avvi-cinarci più a Cristo edi vivere davvero!

Pelusi LorenaSan Nicolò

Luce dal gruppodi Rimini

1. Carissimo padre sono Mirella daRimini. Volevo dirle che l’esperienzadel corso a San Gabriele è stata impor-tante per la nostra crescita spiritua-le. Ne abbiamo parlato nel nostrogruppo di preghiera ed abbiamo prova-to a mettere in pratica il suo insegna-mento. Mercoledì ci siamo trovati incasa di amici, abbiamo portato ilCrocifisso ed abbiamo recitato il SantoRosario: i misteri gloriosi leggendo lesue meditazioni. Poi abbiamo pregatola Promessa di Amore e letto il branonumero 5, “Maria nel cammino spiri-tuale”. Alla fine ognuno di noi haestratto nella pesca delle virtù dallaPassione. Pensi io ho estratto il numero41: Gesù mi ha veramente parlato. Nelnostro piccolo contiamo di perseverarein questo cammino. Cercheremo dicoinvolgere tutte gli amici del gruppodi preghiera. Io ed una amica ognimese scriviamo il giornalino degliamici della parrocchia e sarebbe belloinserirvi anche qualche sua catechesi.Aspettiamo sue notizie al piùpresto. Con affetto l’abbracciamo.

Mirella e Marco Rimini

2. Carissimo padre, l’incontro alcorso di S. Gabriele è stato meravi-glioso, perchè mi ha permesso diconoscere e vivere situazioni “ grup-po-fraternità” che nella mia esperienzanel MLP non avevo vissuto; mi hainsegnato a come comportarmi neiconfronti degli altri componenti(importante lo scambio di idee) che èanche insegnamento del vivere quoti-diano. Essere “Amici di GesùCrocifisso” è nella mia intenzione pro-porlo anche al gruppo MLP di Casaleunitamente al Beato Pio Campidelligià esistente e al riguardo ci siamo giàmossi con gli amici Marco e Mirella,visitando una famiglia della nostrazona dove nella recita del SantoRosario ci accompagnava anche ilCrocifisso. Siamo solo all’inizio diquesta avventura e sono certo che conl’aiuto dello Spirito Santo porteràgrossi frutti. Nel frattempo se hai delmateriale sulle catechesi da voi fatte,sarei molto felice di poterle leggere.Ancora un grazie per quanto il Signoretramite S. Gabriele ci ha donato nel-l’incontrare persone piene di vita esprint. Con affetto fraterno.

Felice Mantovani Rimini

Partecipanti da Rimini

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la Peregrinatio Crucis. Tre anni fa sonocaduta accidentalmente, con gravi con-seguenze di salute. Un aiuto l’ho avutodalla preghiera e dalla Fede. Per unainfezione di osteomielite, ho girato tantimedici e ospedali, senza trovare unacura adeguata. Una sera, mentre prega-vo San Gabriele, ho sentito come unavoce che mi diceva di non temere per-chè Lui mi sarebbe stato vicino. Lanotte, nel sonno, ho visto San Gabrieledavanti alla parete della camera e mi hadetto: “Non ti preoccupare che l’infe-zione non c’è più”. Ringrazio SanGabriele per la forza che mi dà ognigiorno. Il Crocifisso è venuto a casamia durante il triduo in parrocchia inonore di San Gabriele, animato da noiAGC. Davanti al Crocifisso ho unito lamia croce alla sua Croce e ho ricordatole parole di San Paolo della Croce: “LaPassione di Gesù è la più grande e stu-penda opera del Divino Amore...Prendete in mano il Crocifisso, fatevifare una predica da Lui, oh che predicasentirete!...

De Iure Lorella Giulianova

Abbracciare la croce, non trascinar-la.

Carissimi fratelli e sorelle del grup-po consacrato all’amore a GesùCrocifisso, ringrazio voi e Luigi

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PEREGRINATIO CRUCIS (Gv 4,5 ss)

Il Crocifisso accresce la fedeIl 19 febbraio abbiamo iniziato la

Peregrinatio Crucis presso la casa diElia ed Emanuela Torresi con la parte-cipazione del P. Alberto. Abbiamo pre-gato la meditazione:“Offro la vita libe-ramente” (Cfr Gv 10,17).

Il dialogo si è sviluppato intorno adue frasi che più ci hanno colpito:“Alzatevi, andiamo”, “Non ho sot-tratto la faccia agli insulti e aglisputi”. In questo inizio di Quaresima ilSignore ci ha parlato esortandoci acamminare verso i nostri fratelli con latestimonianza della Parola e l’esempiodella nostra vita, assicurandoci che nonsaremo mai soli, perché Lui sarà sem-pre al nostro fianco. Abbiamo ancheapprofondito le difficoltà che incontria-mo nel nostro tempo in cui ilCristianesimo diventa spesso motivo diderisione e di essere “attaccati” a causadella nostra fede. Ciò che ci ha colpitimaggiormente nell’insegnamento diGesù è stato il suo silenzio: “Gesùtaceva”. Gesù c’insegna a tacere e per-severare nel cammino cristiano. È statoveramente un buon inizio per la nostraPeregrinatio Crucis svolta in un climasereno e con una preghiera molto senti-ta. Grazie a tutti coloro che si sono unitia noi, soprattutto grazie a Elia,Emanuela e ai loro genitori per la calo-rosa accoglienza.

Accanto ai “crocifissi”La nostra Peregrinatio Crucis, ha

avuto l’obiettivo di raggiungere soprat-tutto famiglie non appartenenti agliAGC. Abbiamo collaborato molto tranoi, per raggiungere famiglie anchefuori della nostra zona, aiutati dall’en-tusiasmo di Padre Bruno che ha guidatomolte serate. Ci sono stati momentimolto toccanti, perché nel meditare laParola di Dio, persone che non avevanomai parlato di fede con altri, con ilnostro aiuto, hanno aperto il cuore peresternare le loro difficoltà e la lorofede.

Un’altra tappa emozionante è stata

a Macerata presso la casa di Barbara,una giovane mamma, colpita dallaSLA, dove abbiamo sentito fortementeil dolore e la difficoltà nell’accettareprove così grandi.

Sulla croce con la gioiaLa serata più viva e gioiosa è stata

dove c’era la croce più pesante, a casadi Enzo Ferretti, un gigante buono,anche lui malato di SLA. Era entrato afar parte degli AGC nella PeregrinatioCrucis del 2013, quando era all’iniziodella malattia, ora molto avanzata, mala gioia non è diminuita in quella casa.Qui P. Alberto ha celebrato la Messa,voluta fortemente da Enzo e dallamoglie Enrica, desiderosi di unire il lorosacrificio al sacrificio di Gesù, in unclima di festa. Portano una croce pesan-tissima, ma con tanta serenità e direm-mo tanta gioia, quasi come coloro chesono già passati dal Calvario al montedella risurrezione, Quello che è rimastoimpresso nei nostri pensieri, dopo questidue incontri, è stato pensare che, oltrealla malattia che condividevano, hannolo stesso sguardo sereno e luminoso e lostesso sorriso soave e dolce. Possiamoveramente dire di aver visto in loroGesù sulla via del Calvario, carico diamore per i suoi fratelli.

Nadia e Cinzia

Miracolata da San Gabriele e dalCrocifisso

Noi AGC, nella Quaresima, rivivia-mo la Passione di Gesù Crocifissoaspettando la Risurrezione, anche con

Lorella miracolata dal Crocifissoe da San Gabriele

La famiglia Giorgini accoglieil Crocifisso

Il Crocifisso pressola famiglia Torresi

Accanto ai crocifissi

Sulla Croce con gioia

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Gesù ha riscaldato il cuore dei mieifamiliari

Ho provato una grande gioia nell’ac-cogliere Gesù Crocifisso nella mia fami-glia. Ho pregato Gesù di accrescere lamia fede e di accogliermi così comesono. Spero che Gesù riscaldi il cuore deimiei familiari. Eravamo una decina di

persone e ho notato che dopo il mio invi-to a partecipare alla preghiera della ViaCrucis, nessuno degli invitati è mancatoall’incontro di preghiera. C’è un grandebisogno di stare insieme e di pregare.

Daniela, Monte San Giusto

Peregrinatio nelle case di riposo diSulmona

La Fraternità di Sulmona ha scelto diportare il Crocifisso presso tre case diriposo di Sulmona, per essere “famiglia”per chi è solo. Siamo andati noi AGC,con volontari AVULSS e lesuore. Abbiamo pregato la via crucis dallibro “Voi siete miei amici”, in modosemplice e grande gioia di noi AGC edegli anziani ospiti. Commovente è statauna signora che ha preso tra le braccia ilCrocifisso e non finiva di baciarlo epiangendo ci diceva di non portalovia. Nei giorni liberi, il Crocifisso è statotenuto a turno nelle nostre case per pre-garlo e contemplare le sue sante piaghecon le nostre famiglie.

Francesca Marinucci

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dividere la presenza di Gesù in Crocecon la preghiera intima e personale, maanche comunitaria ed universale. LaCroce ci unisce nel bisogno di pregare,di comunicare con il Padre; di ringra-ziarlo per il dono della fede e della suapresenza che non ci lascia mai soli.Davanti a Gesù che ha dato la vita pernoi, la nostra sofferenzadiventa più leggera.Pregare insieme davanti alCrocifisso ci porta alladimensione dell’Amore;siamo inondati di pace eserenità, che il mondo nonpuò dare. Quando ilCrocifisso va via, la parteumana di noi soffre, per-ché la vive come separa-zione, mentre la fede loaccompagna con la pre-ghiera nella nuova casa,dove porterà speranza ecertezza, rafforzerà la fedeed aprirà i cuori all’amore.

Federica Cerolini Civitanova

Da Giulianova a NeretoAbbiamo potato il Crocifisso a

Neretto presso i coniugi Giuseppe e DinaFazzi, straziati per la morte improvvisadel figlio Adriano. Dina viveva da 7 anni

nel buio. Nella quaresimaun giovane sacerdote, inuna lunga confessione, l’haaiutata a capire il male chestava facendo a sé stessa ealla famiglia, per la nonaccettazione della morte delfiglio. Dina ha voluto incasa il Crocifisso per rin-graziare il Signore. Il suosorriso e il colore della suamaglia confermano la gua-rigione e la pace ottenute.

Rita Maraessa

Giorgini e Gianna, fratello e cognatadel P. Fabiano Giorgini, per aver orga-nizzato questa serata di preghiera. Èstato un bel dono reciproco; pregandoinsieme, le difficoltà diventano menofaticose. Anche Gesù diceva: “Dovedue o più sono uniti nel mio nome,lì IO sono in mezzo a loro”.Affidiamoci anche alla Madonna chie-dendole di intercedere per noi, affinchéaiuti noi ad abbracciare le nostrecroci e non trascinarle. Con questasperanza che per noi cristiani deveessere certezza, risorgeremo con CristoSignore e Salvatore.

Angela

L’amore e misericordia di GesùAnche quest’anno abbiamo condi-

viso con gioia un momento di preghieracon gli Amici di Gesu’ Crocifisso.Nella nostra famiglia ogni giorno speri-mentiamo l’amore che Gesù ha per noi.Per questo ci affidiamo a Lui che ciillumina, ci protegge e ci custodisce nelcammino della nostra vita terrena. Caro

Gesù Crocifisso, quando le preoccupa-zioni e le ansie ci assalgono, questeparole ci sono di conforto: “Se iodovessi camminare in una valle oscura,il tuo bastone e il tuo vincastro non mifaranno temere alcun male!”. Grazie,Gesù, per l’amore e la misericordia checi doni ogni giorno.

Emilia e famiglia

Accogliere il Crocifisso in casaIl Crocifisso della Peregrinatio è

venuto nella mia casa. Ho provato moltaemozione ma poi ho capito che l’unicacosa necessaria era accettarlo e aprire ilcuore a Dio e al prossimo. Subito ilCrocifisso è entrato a far parte dellafamiglia; tutte le volte che si passadavanti viene spontaneo salutarlo, comesi fa con un padre affettuoso, farsi ilsegno della croce o inginocchiarsi a pre-gare; e Lui è sempre a disposizionedelle nostre necessità. Nella preghieracomunitaria, ho avuto la gioia di viverela casa come Chiesa domestica; di con-

Il Crocifisso riscalda i cuori a Monte San Giusto

Peregrinatio a Casette d’Ete (FM)

Il Crocifisso porta amoree misericordia

Il Crocifisso cambia in pacee gioia le lacrime di Dina

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Dal Kenya 100 laicimissionari

Caro padre, grazie per i vari docu-menti che mandi. Sono utili anche a noiperché ci ispirano a essere creativi, maqualche volta copiamo anche, col tuopermesso! Esempio: tradurremo le“Schede Passione” per i nostri laici cate-chisti e evangelizzatori. Li abbiamo giàintrodotti nella meditazione e contem-plazione della Passione di Gesù.Abbiamo già più di un centinaio di laici,uomini e donne, ben preparati, che conil nostro P. Charles fanno le missioni.Diversi Vescovi ci chiedono questo ser-vizio spirituale- pastorale, ma almomento ci siamo limitati alla nostraprima diocesi di Homa-Bay. Io torneròin Italia dopo Pasqua; il mio servizio inKenya è arrivato a conclusione.

P. Filippo Astorri cp

Un nuovo amico,carabiniere di grande fede

Carissimo padre, mentre leggevo lesue parole così dolci e rincuoranti, misono commosso fino alle lacrime. Sì,sono un uomo di grande Fede, ho sem-pre in tasca il Santo Rosario a protegger-mi e prego in qualunque momento dellagiornata, anche se sono in moto fermo aun semaforo. Nella mia vita ho semprecercato di aiutare in tutti i modi il mioprossimo, sempre, fossero parenti,amici, colleghi dell’Arma deiCarabinieri o semplici conoscenti. È unonore per me essere “Amico di GesùCrocifisso” a cui affido il mio cuore e lamia vita, con Tiziana, dono di Dio per-ché con lei ho smesso di soffrire e sonorinato, più sereno. E anche la salute vameglio, grazie alla ritrovata serenità.Auguri di cuore anche per il Suo 60°

“SARETE MIEI TESTIMONI”

a cura di Alberto Pierangioli

Peregrinatio a Fossacesia

Benedizione delle Croci a Giulianova

Anniversario di Sacerdozio, una vitadedicata al Signore.

Angelo Capoccia Roma

Da Gesù Eucaristiaa Gesù Crocifisso

Caro padre, tu sai che facciol’Adorazione Eucaristica al santuario delDivino Amore a Roma. Ora si svolge inuna cappella molto intima e raccolta.Dietro l’altare, c’è un grande e realisticoCrocifisso. Da alcune settimane, durante ilmio turno di Adorazione, appena mi siedo,i miei occhi e i miei pensieri si fissano sulCrocifisso e così la mia ora di AdorazioneEucaristica si trasforma in un’ora diContemplazione di Gesù Crocifisso! Miviene spontaneo guardare le Sue piaghe eil sangue versato e chiedere perdono deipeccati commessi da noi tutti. Comincioanche a capire quanto diceva S. Paolo dellaCroce di “farsi fare una predica dalCrocifisso”. Per me Gesù è sempre Gesù,

sia quando lo vedo nella Eucaristia siaquando lo vedo in un crocifisso. Sto cer-cando di vivere bene questa Quaresima,pregando molto e offrendo a Gesù tutte lemie sofferenze, fisiche e morali. Non sose Germana te lo ha detto, ma ho iscritto ilgruppo degli “Amici” alla Pia Unione,della Madonna del Divino Amore.

Lucia di Roma

Gruppo delle AnzianeSono AGC dal 1994. Ho una certa età

e a chi mi chiede quanti anni ho, rispondocon orgoglio: ho la stessa età di P. Alberto,85 anni! Mi piace partecipare alla pre-ghiera. Ospito i vicini a casa mia, oppureandiamo come pellegrini in altre famiglie.Abbiamo come guida la “maestra” (iochiamo così Marvì che guida il nostrogruppo) che ci suggerisce un impegnodopo l’incontro. Io lo faccio, perché altri-menti la “ maestra “ che ci sta a fare? Inquesti incontri ho imparato tante cose e lodico a tutti. Mi è capitato di parlarne in unnegozio ma qualcuno ha messo in dubbiola mia fede e la mia costanza ed allora confierezza ho mostrato lo stemma deiPassionisti che porto sempre al colloinsieme alla medaglietta della Madonna,dicendo: “ecco la prova che faccio partedel gruppo di P. Alberto”.

Sesta Lelli Civitanova

Far parte degli AGC:un regalo stupendo di Dio

Carissimo Padre Alberto, ti faccia-mo i nostri auguri di una Santa Pasqua,ringraziando Dio per lo stupendo regaloche ci ha donato facendoci conoscere gliAGC e il nostro P. Alberto a cui voglia-mo un mondo di bene. Grazie per gliinsegnamenti che ci doni, per la tua dol-cezza e pazienza verso tutti noi. Ti por-tiamo sempre nel nostro cuore durante lepreghiere giornaliere, il Signore nostroDio possa donarti tanta gioia e graziaper la missione che svolgi con tutti noi.

Carlo e Tiziana Rimini

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GIORNATA DI SPIRITUALITÀ AGCS. Gabriele 05-07-2015

Ore 09,00: Lodi nella cripta del Santo.

Ore 10,00: Nel salone Stauros: Catechesi sulla famiglia di P. Dario di Giosia:

“Dimensione sociale e passionista della famiglia” , con proiezioni.

Ore 12,00: Messa solenne nella grande Basilica.

Pomeriggio: Proiezione: di un filmato su S. Gemma con dialogo.

Canti e festa, Giochi di gruppo, con estrazioni di premi.

Aspettiamo tanti pullman per il 26° anniversario della nostra nascita,più dei 600 Amici presenti il 6-7-2014 per il nostro 25°!

Civitanova: 08-03-2015.Il gruppo delle famigliedegli AGC di

Civitanova ha voluto organizza-re la “Giornata della Donna”in modo diverso e cristiano, nelsalone della Parrocchia di S.Gabriele, con apertura a uominie donne: con preghiera, canti eproiezioni a base di numeroseslide in power point di PadreLuciano Temperilli, pranzocomunitario con 80 Amici, poicon la proiezione di un filmpedagogico e conclusione nellamessa parrocchiale alle 18,30.Così conclude l’animatrice delcomitato organizzativo: “Care amiche, ci eravamo pro-poste una giornata tutta nostra econ l’aiuto di Dio ci siamo riu-

GIORNATA DELLA DONNA

per fare spazio all’altra e questoha fatto sì che, anche con qual-che ostacolo, tutto sia filatoliscio e in sintonia.Ringraziamo il nostro parrocodon Piero che ci ha dato subitol’ok, p. Luciano che ha prepara-to tutto, gli assistenti e diciamoa tutti che non sempre “Chidice DONNA dice DANNO”,perché la donna è sempre prontaa DARE.

Fiorella Torresi

scite! Come civorrebbe il mondoa noi non piace;finalmente si èparlato delladonna come“Dio” l’ha pro-gettata, voluta eamata. L’8 marzoabbiamo “messo afuoco” che anchenoi donne abbia-mo grandi poten-zialità, supportateda senso pratico,fantasia ed entu-siasmo! La colla-borazione è stataf o n d a m e n t a l e :ognuna ha persoun po’ di se stessa

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SOMMARIO2. P. Luciano Temperilli La famiglia: i tempi della prova3. P. Luciano Temperilli Le relazioni in famiglia4. P. Roberto Cecconi Meditiamo la Risurrezione di Gesù5. Pina e Rita Incontro con il Superiore Generale Passionista6. Manuela Peraio I Testimoni7. Vari Corso Formazione8. Vari Corso Formazione9. Vari: Corso Formazione10. Vari: Corso Formazione11. Peregrinatio Crucis12. Peregrinatio Crucis13. Peregrinatio Crucis14. Sarete miei testimoni15. Giornata della donna e Giornata di Spiritualità a S. Gabriele16. Esercizi spirituali

RICORDIAMO AL SIGNORE I NOSTRI DEFUNTIGironelli Pilesi Graziella di Morrovalle: 04-03-2015; Natale Giulia di Fossacesia: 13-03-2015.

Marrone Adele di Fossacesia: 27-03-2015.

Maggio-Giugno 2015 – Anno XVI n. 3

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. L. TemperilliMad. d. Stella 06036 Pg – 3336998356 - [email protected] G.C. P. S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

ESERCIZI SPIRITUALICentro di Spiritualità San Gabriele TE – Tel. 0861.9772101

“Proporre gli Esercizi Spirituali significa invitare ad una esperienza di Dio, del suo amore. Chi vivegli Esercizi in modo autentico sperimenta il fascino di Dio e ritorna rinnovato alla vita ordinaria, por-tando con sé il profumo di Cristo. Un buon corso di Esercizi rinnova in chi vi partecipa l’adesionepiena a Cristo e aiuta a capire che la preghiera è un mezzo insostituibile di unione a Lui crocifisso”.

Papa Francesco1 - Ritiro Spirituale per Famiglie: 8 agosto ore 16,00 - 12 agosto pranzo.Tema: La vita secondo lo SpiritoGuida: P. Luciano Temperilli e P. Alberto Pierangioli Quota: Camera singola: € 180,00 – Camera doppia: € 170,00Per figli minori: quota a parte.2 - Esercizi spirituali per tutti: 13 agosto ore 16,00 - 17 agosto pranzo.Tema: Consacrazione laicale passionista come presa di coscienza della consacrazionebattesimaleGuida: P. Alberto Pierangioli e P. Bruno De LucaQuota: Camera singola: € 180,00 - Camera doppia: € 170.00.

Prenota: P. Alberto Pierangioli: P. San Gabriele 2 - 62010 Morrovalle MC - Tel. 0733.569033 -Cell. 349.8057073 - Mail: [email protected]

CALENDARIO DEGLI AMICI MAGGIO-GIUGNO 2015

03 maggio Ritiro mensile e consacrazioni a Morrovalle16 maggio S. Gemma Galgani, patrona del MLP: Loreto, Monache passioniste, 21,00.24 maggio: Ritiro e consacrazioni a Civitanova Marche e a Bari14 giugno Ritiro mensile a Morrovalle