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corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani noi siamo iL futuro Alex, Tommaso, Riccardo, Iacopo, Riccardo ci raccontano lo scautismo a L’Aquila, fra passato presente e futuro. (Foto Patrizia Di Cataldo) Rivista mensile Anno L n. 2 - Giugno 2010 Poste Italiane Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona L’AQUILA UN ANNO DOPO

Scautismo_giugno2010

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La rivista del Cngei (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani), l'associazione scout laica

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corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani

noi siamo iL futuro

Alex, Tommaso, Riccardo, Iacopo, Riccardo ci raccontano

lo scautismo a L’Aquila, fra passato presente e futuro.

(Foto Patrizia Di Cataldo)

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L’AquiLA un Anno dopo

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sommario

Chiuso in redazione il 7-06-2010

ORGANO UFFICIALE DEL C.N.G.E.I.ANNO L - N. 2 - GIUGNO 2010Rivista mensile a carattere tecnico-professionale Registraz. n. 7755 del 16/11/60, Tribunale di Roma.

Direttore responsabile: Carla De Girolamo ([email protected])Coordinatore: Lorenza Giani

Progetto grafico Patrizia Di Cataldo,Patrizia Andronico, Cristiano Andreani

Impaginazione e Grafica Patrizia Di Cataldo

In redazione:Diego ManiaccoGiacomo Serafini (Branca L)Fabio Olmastroni (Branca E) Ernesto Liconti (Branca R)Ilaria Esposito (Internazionale) Beniamino Cislaghi (Formazione) e-mail: [email protected]

Resp. DB: Alberto ScolariQuesto periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana ITISSN0036-5696Manoscritti, disegni e fotografie, anche se pubblicati, non vengono restituiti.È permessa la riproduzione purché venga citata la fonte.

Stampata su carta ecologica “cyclus” DalumRivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti alCORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANIEnte Morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916sotto l’Alto Patronato delPresidente della RepubblicaSede Centrale: Viale di Val Fiorita, 8800144 Roma tel. 0683769040 fax. 0683769051 http://www.cngei.ite-mail: [email protected]

Stampa: Arti Grafiche Biemmeci s.n.c.S. Martino Buon Albergo (Verona)Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/clegge 662/96 - Filiale di Verona

Non sei socio del Cngei ma vuoi ricevere ugualmente “Scauti-smo” o desideri che un tuo ami-co o amica lo riceva? Il contributo per la spedizione a domicilio è di 6 euro (6 numeri). Per sapere come fare scrivi a: [email protected]

Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al

CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI

ente morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Questo numero di Scautismo è stato ideato, scritto, impaginato in prossimità di una

data importante, quella del 16 maggio. In quel giorno migliaia di persone hanno percorso i 24 chilometri che uniscono Perugia ad Assisi per testimoniare un impegno speciale: quello

per la Pace. Il Cngei c’era, c’erano Lupetti, Esploratori e Rover arrivati da tutta

Italia con ogni mezzo per dire, tutti insieme, che lasciare un mondo migliore deve essere possibile: basta crederci. E c’era anche la redazione di Scautismo, che sul

prossimo numero, con l’aiuto delle ragazze e dei ragazzi del Cngei presenti alla marcia, vi racconterà che cosa significa, in concreto,

credere nella Pace possibile. Nel frattempo, sfogliando

questo numero, vedrete che un filo sottile lega tutte le pagine, dall’editoriale in poi: abbiamo cercato di raccontare che cosa possiamo fare noi, come scout, per costruire tutti i giorni la Pace.Buona lettura e buona caccia

p.s. Abbiamo mantenuto la promessa, a pagina 20 il reparto Antares de L’Aquila racconta la città a un anno dal terremoto. E voi? Che aspettate a raccontarci le vostre storie?

EditorialeSe vuoi la pace comincia tuDi Simone Sanvito ..................................3

Dalle sezioniBari - San Giorgio: 100 modi per festeggiare! di Silvia Creanza .................. 4Roma - Dietro le maschere le nostre passioni di Eleonora Di Casola ...............6Zanica - Caro Capo Scout, ti parliamo di noi del Branco della Mowha .................7Venezia - Passione che non muoredi Marco Girotto e Alessandro Pascoli ..8Vicenza - Giornata del Pensiero: Pensiamo ma a cosa?di Cesare Pagliarin .................................9Arco di Trento - L’accoglienza è anche un ballo in piazzadi Maria Grazia Parlanti ......................10Cernobbio - Un Pensiero per aiutare Haiti di Stefano Della Torre .................10Bolzano: Il nostro parco dedicato a B.P. di Diego Maniacco .....................11Milano - Tutti hanno diritto ad avere diritti ..........................................12

per la pace

per la pace

per la pace

per la pace

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L’orlo del mondoAvventura negli Emirati Arabi di Roberto Daniele Cadili ........................... 14Live green and make a difference di Ilaria Esposito con il 3° Reparto Archimede di Livorno .................................. .17. Storia di copertinaL’Aquila, aprile 2010: noi ricominciamo da qui di Alex Taviani, Riccardo Tibaldo, Iacopo Battistone, Tommaso Verlinghieri e Riccardo Morin .........................................20

Branca ElleGiochi antichi al sole di Siciliadi Chiara Sulsenti, Nino Segreto, Futura Venuto .............................................31Ingredienti di una buona cacciadi Vito, Serenella, Brunella del Branco Ankus, Matera 1° .....................33Alla ricerca della sfera di giada di Vito, Serenella, Brunella, Matera 1° ...................35A colori per battere il nero dei pirati di Chil, Genova 3 ........................................36Branca ECari Esplo, La Pattuglia nazionale si presenta ..............37E tu, di che avventura sei? ..........................38L’angolo della tecnica ..................................39Semplicemente Svezia- Storia del Jamboree .................................... 41Portatori di Pace Di Emanuele Zilio e Fabio Olmastroni .......42Branca RMugshots –Quella piacevole stonaturadi Gaetano De Virginio, Compagnia Orione (Molfetta) ..................43 Rover Clik – Scatta & pubblica ....................45 Mille giorni da Capo CompagniaDi Chicco di Valmadrera ............................46Il taccuino di Bc – The legend of Simpsondi Giulia Bruttini Cavalcanti ........................47

Fratelli scout, vi chiedo di fare una scelta solenne.

Esistono fra i vari popoli del mondo dif-ferenze di idee e di sentimenti, così come ne esistono nella lingua e nell’aspetto fi-sico. La guerra ci ha insegnato che se una nazione cerca di imporre la sua egoistica volontà alle altre, è fatale che ne seguano crudeli reazioni. Il Jamboree ci ha insegnato che se facciamo prova di mutua tolleranza e siamo aperti allo scambio reciproco, la simpatia e l’armonia sprizzano naturalmente. Se voi lo volete, partiamo di qui con la ferma decisione di voler sviluppare questa solidarietà in noi stessi e tra i nostri ragazzi, attraverso lo spirito mondiale della fraternità scout, così da poter contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buona volontà fra gli uomini.Fratelli scout, rispondetemi: volete unirvi in questo sforzo?”

Discorso di Baden Powell al 1° Jamboree (Olympia, 1920)

Quando si parla di Pace, spesso si pensa a paesi lontani, situazioni lontane, cose del passato comun-que lontane da noi. Quando si parla di Pace, spesso si pensa ad una guerra fortunatamente per noi distante e che non ci coin-volge. Spesso non ci accorgiamo delle piccole guerre quotidiane che combattiamo coi nostri amici e familiari, piccoli gesti o frasi che intaccano i rapporti. Ogni giorno è possibile modificare il proprio atteggiamento per migliorare le interazioni con gli altri.Con questo spirito il CNGEI ha partecipato il 16 maggio alla mar-cia della Pace Perugia-Assisi, circa 24km per passare questo messag-gio e per “poter contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buona volontà fra gli uomini”.

Simone SanvitoGruppo Pace del CNGEI

Se vuoi la pace comincia tu

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san Giorgio

100 modi per festeggiare dalle sezioni

È domenica 11 Aprile 2010, sia-mo alla pineta di San Francesco: i gruppi Cngei Bari 1, Bari 2 e Santeramo (Bari 9). Siamo qui per festeggiare il san Giorgio, ma più di tutto il centenario del Guidismo, lo scautismo femmi-nile. Da cento anni tante ragazze, donne e bambine hanno l’oppor-tunità di scoprire ed esplorare quel mondo emozionante che è lo scautismo. Tante ragazze pos-sono essere scout e imparare i valori, la bellezza e l’importanza della vita a contatto con la natura e con le persone che le circonda-no, tante ragazze proprio come me. È per questo che siamo qui, per ricostruire la storia di un passato che ha cambiato la vita di milioni di donne. Prima di tutto facciamo il quadrato dell’alzabandiera, un quadrato enorme, tante facce piene di entusiasmo e di energie, pronte ad affrontare una giornata di divertimento e curiosità. Tutti i gridi, pattuglie mute e unità, ma prima due fischi per l’alzaban-diera, durante il quale la poesia di un’esploratrice, profonda, bella, incredibilmente vera e piena di significato dà inizio alla spiegazione delle attività. Tema del gioco: il numero 100. Branchi reparti e compagnie vengono divisi in tanti gruppi, ognuno rappresentante un animale diverso. In ogni gruppo un rover, qualche esploratore e tanti lupetti, avremmo dovuto fermarci in dieci tappe, superare delle prove, fare dei giochi e gua-dagnarci un pezzo della storia

della nascita del guidismo. E così passa la mattinata, tra le risate dei ragazzi di tutte le età, il sole di una bella giornata, le amicizie appena create e quelle rinfor-zate. Ogni gruppo sceglie un proprio grido di presentazione, va di tappa in tappa, supera una prova, impara a disegnare una delle cento bandiere, 100 salti alla corda, inventa 100 modi di dire Buona Caccia o scrivere 100 con materiale riciclato. I membri delle squadre corrono nei sacchi, intrecciano corde da 100 metri, aguzzano la vista, dov’è il nume-ro 100?.., ridono scherzano e, a ogni prova superata, conquistano un piccolo pezzo di una grande storia. Ogni tappa ci ricollega al centenario del Guidismo, si lavora di squadra e si impara a vicenda. Dopo tanta fatica e magari anche col fiatone tutti ci ritroviamo in un grande cerchio, con il sorriso stampato in faccia e un bagaglio di attività alle spalle. A quel punto ci si accorge di quanti siamo, di tutte le età,

tut-ti diversi l’uno dall’altro, ma tutti lì per lo stesso motivo e si pensa a quante altre persone stanno ricordando ciò che è avvenuto tanti anni fa. Un rappresentan-te per squadra va al centro e,

insieme agli altri, legge i biglietti guadagnati per creare la storia. Poi due capi gruppo la leggono tutta intera: una storia, la storia di alcune ragazze che pretendo-no il loro posto nel mondo scout. L’aria sa di allegria e le ore passano in fretta. Il capo chiama e esploratori, rover e lupetti accorrono per ascoltare la parte finale della nostra giornata. Gli occhi perlustrano lo spazio in cui ci hanno fatto sistemare, si sof-fermano su un particolare, uno spazio delimitato da una corda a formare un enorme 100. Il cente-nario non è escluso dai nostri pensieri, in fondo siamo qui per questo, infatti iniziano tutti a prendere posto nel numero steso per terra. Nemmeno uno spazio vuoto, tutti sono lì seduti e aspettano di vedere il risultato di questa composizione, lo sguardo si solleva verso una figura siste-mata sull’alto di una piramide di corda, un oggetto nero in mano, una macchina fotografica. Torna-no alla mente le attività, la storia, il centenario del Guidismo, senza di esso io non sarei qui e la mia vita sarebbe diversa. Manca solo una cosa, il quadrato. Torna tutto come la mattina, la stessa ener-gia, la stessa curiosità e voglia di fare, le stesse facce sorriden-ti. Ora tutto ciò che abbiamo imparato, vissuto e ascoltato rimarrà nei nostri cuori e nella nostra mente, a ricordare ciò che è successo tanti anni fa.

Silvia Creanza 1° Reparto “Kon Tiki”

Sezione di Bari

Senza il Guidismo nato 100 anni fa, la mia vita sareb-

be diversa

Bari

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san Giorgio

100 modi per festeggiareScout della sezione Cngei di Bari formano il numero 100,a ricordare il Centenario del Guidismo e dello Scautismo Femminile

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Grande festa di carnevale nel Gruppo Roma 9. Il tema, le passioni, ha riscontrato molto successo. I vestiti erano stati rea-lizzati dai partecipanti in materia-le di riciclo ( carta, plastica, stoffa, ecc..). Grazie al tema si sono potuti conoscere più nel profondo, e scoprire, interessi delle persone che non si sarebbero mai imma-ginati. Le varie maschere sono state realizzate in modo diverso e con materiali diversi. È qui che si vede la fantasia e l’impegno con cui la si è realizzata, secon-do l’immagine che ci si è trovati ma adattandola a ciò che si ha a disposizione. Sono uscite fuori passioni particolari come: il vino, la musica, la matematica, la dan-za, il canto, il giardinaggio, l’arte, la fotografia, la storia dell’antica Roma, lo spazio, ecc… Da mangiare e da bere è stato portato dalle mute per il branco e dalle pattuglie per il reparto. Dopo la riunione i branchi si sono ritirati nella tana del Branco Roccia Della Pace e hanno banchettato con molte torte e rustici per tutto il po-

meriggio, scherzando e giocando con la palla, ridendo e parlando. I due branchi si sono divertiti molto facendo gran chiasso. I giochi sono stati ideati dai capo branco, le maschere da tutti, le foto e l’articolo dalla capo muta pezzata Eleonora Di Casola Branco Roc-cia della Pace, e l’ allegria è stata messa dal gruppo Roma 9.

Eleonora Di Casola 9° Branco

“Roccia della Pace”Sezione di Roma

dalle sezioni

Dietro quelle maschere

le nostre passioni

roma

9

Fantasia e cura dei particolari: questi gli ingredienti che hanno caratterizzato la realizzazione delle maschere al carnevale del gruppo Roma 9 nel 2010. Una matematicissima “tau”, un doppio gatto, un cuoca, un vero bagno ed un artista.

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Zani

ca (B

g)

Buona Caccia al nostro Capo Scout Roberto!Ciao, siamo i Lupetti del Branco della Mowha di Zanica. Ci è giunto il tuo messaggio di saluti, portato dalla nostra Commissaria al fiore Rosso della Giornata del Pensiero e siccome ci hai invitato a scriverti, ecco che ti mandiamo questa lettera per farci conoscere e farti sapere alcune delle le attività che abbiamo appena fatto e che ci sono piaciute.La più importante è quella dei Calendari 2010, della Federazione Scout italiana che festeggia i 100 anni dello Scautismo Femminile. Akela ci ha invitato a distribuirne il maggior numero possibile, almeno due per ogni lupetto, a parenti ed amici chiedendo un contributo ed informan-do che il ricavato serviva per una B.A. (buona azione) di Branco. Ciascuno di noi ha fatto del proprio meglio, abbiamo terminato tutti i calen-dari che ci erano stati assegnati. Poi si è riunito il CDA (Consiglio di Akela) che, insieme ai Vecchi Lupi, ha scelto a chi destinare il nostro contribu-to decidendo di aiutare i bambini più sfortunati in questo periodo: i terremotati di Haiti, per la ricostruzione delle loro scuole.Alla fine di gennaio a scuola, durante l’intervallo, abbiamo inter-vistato i

compagni e gli insegnanti delle nostre classi per raccogliere i loro pensieri ed opi- nioni sulla frase “la possibilità di studiare apre le porte a tutte le ragazze e i ragazzi”. I risultati di questa indagine li abbiamo confrontati in tana e scritti su dei tabelloni che abbiamo messo in mostra durante l’attività del 10 aprile. Il 22 febbraio alla Giornata del Pensiero invece si è fatto un gioco con gli Esploratori e i Rover alla ricerca di importanti e preziosi messaggi su pez-zi di puzzle per poi comporlo: erano i messaggi che l’Associazione mondiale Wagggs ha lanciato per festeggiare il Centenario della sua nascita. Al Fiore Rosso tutti, insieme a Branco, Reparto e Compagnia, utilizzando il calendario FIS 2010, ci siamo impegnati a rappresentare: “Le parole chiave” dei 12 mesi i racconti di ragazze scout “Oggi così”, lo scautismo “Nel mondo”. Anche i Senior sono intervenuti e ci hanno fatto vedere un vecchio filmato di un campo scout nazionale Ungei del 1948. Un bel Bivacco!La successiva attività importante è stata il 10 aprile, il centesimo giorno dell’anno. Abbiamo

organizzato una caccia al tesoro per il no-stro paese di Zanica, con due Branchi

dell’Agesci dei paesi vicini e un gruppo di ragazzi della scuola

d’arabo, figli di immigrati che abitano a Zanica, che

vengono a scuola con noi ma che la dome-nica imparano con un maestro la lingua del loro paese d’origine. Speriamo sia un bel pomeriggio divertente

e di giocare bene tutti insieme!

Ti racconteremo!

Ciao e Buona Caccia dai Lupetti e Vecchi Lupi

del “Branco della Mowha” Sezione di Zanica

Caro Capo Scout,

ti parliamo di noi Siamo i Lupetti di Zani-

ca, vogliamo raccontarti

le nostre ultime attività.

A noi sono piaciute!

Il “Branco della Mowha” della Sezione di Zanica, cittadina a sud di Bergamo, posa numeroso.

dalle sezioni

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Vene

zia

Nei giorni 16, 17 e 18 ottobre 2009, presso Ca’ Vendramin Calergi a Venezia, si è svolta la mo-stra di filatelia a tema scout, a conclusione delle manifestazioni celebrative del 40° anniversario della Associazione Italiana di Scout Filatelia (AISF), nata in Ancona il 23 Aprile 1969 per l’en-tusiasmo del fondatore, Lamberto Luconi.Oggi il collezionismo, e in particolare quello filatelico, sembra non appassionare più come un tempo; i giovani hanno tanti altri stimoli e possibilità. Tuttavia, la filatelia e la storia postale continuano ad avere fedeli cultori, anche tra i giovani. La filatelia, come ogni collezionismo, ha la sua valenza educativa, perché può offrire spunti pedagogici se utilizzata come mezzo per aiutare a sviluppare alcune doti che concorrono alla formazione del carattere. Stimola, infatti, il gusto per la ricerca e le capacità di “leggere” al di là del pezzettino di carta; collezionando fran-cobolli si impara anche la storia e la geografia. La filatelia aiuta i ragazzi/e, ma anche gli adulti, allo spirito di osservazione e allo sviluppo della memoria; favorisce lo spirito di intraprendenza e la costanza nel perseguire una meta. Appro-fondisce le competenze; sviluppa l’amicizia con altre persone e sviluppa anche il senso dell’in-ternazionalità, se gli scambi di materiale e informazioni avvengo-no con amici stranieri. Insomma, crediamo che il collezionismo di francobolli sia tut-tora anche un mezzo efficace di crescita personale, oltre che un hobby divertente.Le collezioni esposte nei prestigiosi saloni di Ca’ Vendramin Calergi illustrano, con materiale filatelico e postale, un tema particolare: lo scautismo. Il percorso della mostra aiuta il visitatore ad entrare nello specifico mondo dello scauti-smo, fatto di simboli, di metodo, di incontri, ma anche - dopo 100 anni di vita - di tanta “storia” documentata da moltissimi documenti filatelico-

postali. Tra questi, anche pezzi rari come i francobolli dell’assedio di Mafeking (1900) e i documenti di “posta scout” dell’insurrezione di Varsavia dell’agosto 1944, oltre alle buste prove-nienti dai primi Jamboree mondiali.Maggiori informazioni sull’attività dell’AISF e su come iscriversi alla stessa sono reperibili sul sito dell’associazione http://www.aisf.info .

Marco Girotto “Antilope Agile”, SeniorAlessandro Pascoli “Barbarossa”, Senior

Sezione Cngei di Bolzano

dalle sezioni

Passione che non muore

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Vice

nza

Si fa presto a dire “Giornata del Pensiero”. Ma cosa si-gnifica? Cos’è? Chi se l’è inventata ‘sta cosa? Quando? Dove? Beh, una bella serie di domande che si è posto il Reparto S. Giorgio del Primo Gruppo di Vicenza. Nerina Bortolan, la Caporeparto del Gruppo, non si fa pregare e si inventa una strana attività che si propone di dare, almeno in parte, una risposta ai quesiti. Ogni buona atti-vità prevede uno “scavo archeologico”. Si parte da qual-che anno fa, nel 1926. Vediamo e leggiamo cosa ne pensa la pattuglia Cobra del 1° Reparto San Giorgio.

Cosa significa “giornata del pensiero”? Si tratta di una invenzione fatta dalle ragazze scout (Guide) nel 1926. Si è pensato che sarebbe stato bello che, raccogliendo un penny, una monetina ciascuno, si sarebbero potuti aiu-tare altri scout e non, momentaneamente in difficoltà.Ho visto che avete predisposto un cartellone. Cosa significa? Sono due “strisce”; la prima, in alto, rac-conta come è nata questa tradizione mentre la secon-da racconta di quello che abbiamo fatto per guada-gnare i soldi, di quando siamo andate al supermercato ad acquistare i beni da offrire alle famiglie bisognose. L’ultima rappresenta l’incontro che abbiamo avuto con Padre Clemente.Che sentimenti hai avuto nell’incontro con Padre Cle-mente? Federica: mi ha colpita il fatto che Padre Cle-mente ci ha ringraziato per il cibo e per il tempo dedicato a questa attività. Non pensavo che questa attività potes-se essere così utile.E tu Yana, che cosa hai da dire in proposito? Yana: Mi ha colpita come Padre Clemente ha diviso quello che ave-vamo portato; ha fatto dei mucchietti di cibarie dicendo

che ciascun mucchietto avrebbe contribuito a sfamare una famiglia bisognosa… con così poche cose? Noi ab-biamo così tanto e non sappiamo che con poche cose alcune famiglie possono “tirare avanti”.Anche la Pattuglia Giaguaro ha fatto un ottimo lavoro di disegno e collage.Cosa ne avete fatto dei soldi raccolti? Marco: Beh, sia-mo andati al supermercato e abbiamo acquistato zuc-chero, caffè, pasta, pomodoro in scatola, biscotti e riso. Mi sono sentito utile, si può vivere anche con poco, noi abbiamo così tanto.Cosa vi ha sorpreso? Simone: Padre Clemente ha preso un quarto di quello che aveva portato la nostra Pattuglia e ci ha detto che sarebbe bastato per una famiglia. Pao-lo: io mi sono sentito utile e di far parte di una “catena”: noi che ci preoccupiamo di raccogliere soldi, acquistare cose da mangiare e Padre Clemente che distribuisce il raccolto; una catena appunto. Lorenzo: la mia sensazio-ne è stata di “utilità” non solo per le famiglie ma anche per me stesso. Simone: mi sono messo nei panni di una mamma che deve arrangiarsi con pochi soldi e sfamare la propria famiglia.Al termine una domanda anche alla Caporeparto Nerina.Quali erano gli obiettivi di questa attività? Renderci consapevoli che è in questi momenti di crisi econo-mica che occorre necessariamente pensare all’indi-spensabile. L’attività svolta ha saputo suscitare nei ragazzi dei pensieri davvero importanti che danno senso al mio lavoro con loro e mi rendono orgogliosa dei “miei ragazzi”.

Cesare PagliarinCapogruppo 1° gruppo, Sezione di Vicenza

Pensiamo. ma a cosa?

La sintesi grafica del lavoro della Pattuglia Cobra: Andrea Daria Varini (CP), Federica Zanella (Vcp), Yana Cecchetto, Giorgia Guglielmi

La Pattuglia Giaguaro del 1° Reparto San Giorgio di Vicenza racconta la Giornata del Pensiero: Lorenzo Pastorello (Cp), Marco Ve-

dovato (Vcp), Paolo Frigo, Simone Leuricella

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dalle sezionia

rco

L’11 Aprile ad Arco, in provincia di Trento, la sezione scout Cngei ha festeggiato con un doppio appuntamento, patrocinato dal Comune, la fine del triennio dedicato all’Accoglienza (apertura alle altre culture) e l’inizio del triennio Wagggs (centenario del guidismo e dello scautismo femminile). Alla manifestazione hanno partecipato diverse organizzazioni che operano in “busa” e si occupano di educazione giovanile: scout Agesci, Gruppo Agio, Giovani Arco, Arco Noi, Danzare la Pace, i Giullari ed Emergency. In piazza Segantini sono stati organizzati cartelloni dedicati allo scautismo femminile, frasi celebri nel rispetto delle donne, giochi provenienti da Cina, Arabia, Africa, Egitto. Un maxi gioco dell’oca, parole crociate al femminile, balli etnici da tutto il mondo e teatro con annesso laboratorio assieme ai mappets hanno movimentato il pomeriggio. La mattina è stata dedicata alle attività scout; dopo aver messo a dimora una pianta di magnolia offerta dal Comune di Arco a ricordo della giornata presso il Parco della Pace, gli scout delle due Associazioni hanno svolto insieme svariati giochi di conoscenza. Grazie all’opera culinaria dei genitori dei nuovi scout Cngei, a mezzogiorno abbiamo potuto gustare piatti ucraini, moldavi, polacchi, cileni, marocchini. Dopo il pasto, si sono aperti i vari stand di giochi. Sul tardi, per favorire la digestione, due ore di balli hanno coinvolto tutti i gruppi presenti. Una giornata dunque nel segno del rispetto, delle tradizioni, della coeducazione, con l’augurio che tutto ciò che diciamo e facciamo abbia grazie ai giovani un seguito, per lasciare il mondo un po’ migliore di quello che abbiamo trovato e dove i nostri ragazzi imparino a rispettarsi l’un l’altro. Anche se il tempo è stato poco clemente e pazzerello il risultato della giornata è stato semplicemente fantastico.

Maria Grazia parlantiCommissario di Sezione Arco (Tn)

un Pensiero per aiutare Haiti

Cern

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L’accoglienza è anche un ballo in piazza

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Bolza

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dalle sezioni

In occasione della giornata del pensiero, gli scout di Cernobbio, abitualmente, organizzano eventi e attività volte soprattutto a opere concrete di miglioramento del mondo che ci circonda. Dopo il terremoto che ha colpito Haiti il 13 gennaio 2010, molte organizzazioni umanitarie hanno inviato aiuti di vario genere. Tra queste, l’associazione Haititalia ha promosso una raccolta di generi sanitari per il Foyer St. Camille, l’ospedale dei Padri Camilliani di Port-au-Prince, per aiutare le vittime del disastro. Tutta la sezione, quindi, ha accettato la sfida coinvolgendo gli abitanti del Comune e dei quartieri limitrofi anche se di comuni diversi: con un’azione di volantinaggio prima, e un passaggio porta a porta poi, ha messo in campo tutti gli iscritti che hanno raccolto e assemblato in una sola giornata diversi scatoloni con materiale di pronto soccorso come, garze, cotone, disinfettanti e altro ancora. Il materiale è stato consegnato la sera stessa di domenica 21 febbraio ai responsabili dell’associazione, in modo che potesse raggiungere Haiti già durante la settimana. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web della sezione www.cngeicernobbio.it.

Stefano della TorreCapo Reparto “Thunder” Cernobbio

La città di Bolzano è attraversata dal fiume Isarco. Sulle sue rive il Comune ha da tempo attrezzate splendide passeggiate che offrono possibilità di sport, svago e gioco a tutta la cittadinanza. È parso essere questo il luogo migliore in cui ricordare il fondatore del movimento scout. Su proposta delle associazioni scout bolzanine Cngei, Agesci e Südtiroler Pfadfinderschaft la città ha così dedicato all’ufficiale di cavalleria inglese Robert Stephenson Smyth Baden-Powell (1857-1941), fondatore nel 1907 del movimento mondiale degli scout, uno dei suoi parchi più belli, la zona sulla riva destra dell’Isarco compresa tra i ponti Roma e Palermo. In tale contesto il 10 aprile 2010 le associazioni scout cittadine, assieme al sindaco Luigi Spagnolli ed altre autorità dell’aministrazione comunale, hanno posato una stele di solido porfido, pietra tipica della zona, che rammenta a tutti i visitatori i valori che lo scautismo propone a bambini e ragazzi di tutto il mondo. Scaldati da un caldo sole, durante una breve cerimonia il pesante masso è stato scoperto e benedetto dall’assistente ecclesiastico dell’Agesci, don Mario Gretter. Dopo le parole di rito il Parco Baden-Powell Park di Bolzano, che ha già ospitato importanti manifestazioni scout tra cui la “Scout-City”, è stata la sede per aprire i tre anni di festeggiamenti per il centesimo anniversario del movimento del guidismo e scautismo femminile. Il tema per il 2010 è “pianta il seme del cambiamento” ed è stato nuovamente utilizzato per una serie di basi dove si sono svolte attività e giochi tipicamente scout. I curiosi hanno potuto osservare gli scout in azione, cimentarsi di persona in alcune basi e avere maggiori informazioni sul nostro movimento.

diego ManiaccoSenior sezione Cngei di Bolzano

un Pensiero per aiutare Haiti

Il nostro parco dedicato a B.P.

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dalle sezionim

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dalle sezioni

Cari Genitori,Quelle che seguono sono poche righe che la Sezione di Milano C.N.G.E.I sente il bisogno di scrivere per coinvolgervi nella scelta che abbiamo fatto quest’anno di partecipare tutti insieme alla Manifestazione del 25 Aprile.Ogni anno la città di Milano scende nelle strade per ricordare non solo un momento storico che ha cam-biato il corso degli eventi del nostro paese, ma anche i valori che tale evento racchiude in sé: la partecipazione, l’impegno, la democrazia, la libertà di espres-sione di sé e delle proprie idee. Ed è proprio per permettere ai nostri ragazzi di vivere questi valori in modo completo, senza chiudersi all’interno delle nostre sedi e dei nostri campi, ma di condividerli con la realtà che ci circonda, che proporremo loro questo momento di attività. Una delle scelte fondanti che caratterizza la nostra associa-zione è l’impegno civile, e noi, come Sezione, siamo convinti che tale scelta sia fondamentale per la crescita e il percor-so educativo che proponiamo ai nostri ragazzi. Siamo inoltre consapevoli che l’impegno civile non possa essere pienamente vissuto e compreso se non sentendosi parte attiva e integrante del tessuto sociale che ci circonda…abbiamo ancora molta strada da fare in questo senso, ma scegliamo di percorrerla a piccoli passi con i nostri ragazzi, e la partecipazione alla manifestazione del 25 Aprile è uno di questi. Speriamo anche in questo modo di poter “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”, manifestando per quei valori e quei diritti a cui educhiamo, e di cui vorremmo diventare portavoce nella città. (...)

I dirigenti della sezione di Milano

Tutti hanno diritto ad avere diritti

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l’o rlo del mondo

Salve ragazzi! In questo mesetto nel quale non ci siamo sentiti, penso di aver parlato con molte

persone, del disarmo nucleare. Effettivamente, sembra una delle cose più importanti da intra-prendere affinchè si possa perseguire un obiettivo comune di pace. A questo punto, però, vorrei proporvi uno spunto per riflettere su ciò che ci capita nella vita di tutti giorni. Che sia più o meno eclatante dal punto di vista sociale non fa differen-za. Sembra non essere una cosa vicina a noi, ma come possiamo ottenere il disarmo nucleare senza il disarmo interiore? Bella questa, mi direte! Sembra altisonante come slogan. Ora appena ne ho l’occasione, la tiro fuori...Fate pure! Vi dico.In realtà dalle esperienze che raccolgo tutti i gior-ni, da quelle che seguiranno nelle prossime pagi-ne, possiamo percepire che il disarmo interiore è un momento che ognuno di noi può sperimentare nella propria vita per avvicinarsi all’altro. Quindi?Il vero nemico da affrontare è il modo di pensa-re: cambiare punto di vista, mettere a fuoco uno spazio nuovo. Aprire gli occhi sull’altro. Altro di me, innanzitutto, per imparare a diventare una persona che non si confronta opponendosi, che non cerca di affermare solo per difendersi o per vincere, che prova a confrontarsi in maniera disarmata. Vabbè! Ma in pratica?Dal mio punto di vista essere disarmati non ha nulla a che fare con l’ingenuità o la sprovvedu-tezza, ma piuttosto con l’eccezionale capacità di dialogare senza compromessi, un tipo di dialogo che ha il potere di curare le ferite della separazione che esiste all’interno della nostra stessa società. Per non aver paura o giudicare l’altro, forse l’unica strada è riuscire a vedere ciò che di bello ha dentro, la sua infinita ricchez-za, cosa possibile solo se lo voglio e mi rendo disponibile nel cogliere il senso delle cose e non le apparenze.L’ultima, e poi lascio la penna ai protagonisti di questo mese: disarmo è anche permettere al “più di me” di manifestarsi attraverso gli altri.Cosa ha a che fare tutto ciò con la pace? Beh, direi che il dialogo a tu per tu è un reale strumento di pace.

Ilaria EspositoCoCon Internazionale

Tutto ebbe inizio una fredda e cupa notte di

dicembre. Le strade erano deserte a causa della neve che le rendeva impraticabili e Forlì appariva ancora più triste e malinconica che mai. Si annunciava una normale serata invernale con freddo pungente e un malloppo infinito di cose da studiare. Improvvisamente il telefono squillò…

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l’o rlo del mondo

Siamo dello stesso sangue… Era Andrea, il mio migliore amico e compagno scout di tante avventure e, aggiungerei, anche di-savventure, che mi informava della scadenza del bando di partecipazione ad un’attività dal profumo orientale. Passai le seguenti due ore a scrivere tutto quello che mi veniva richiesto e, con molto scetti-cismo, lo inviai! Non avevo mai partecipato a un evento internazionale e mi son detto «perché no?». Avete presente quella sensazione mista di gioia e ansia che fa contorcere le budella? Bene, amplifica-tela 200 volte e capirete come mi sentivo.... Gioia nel partecipare a quello che si è rivelato un pic-colo Jamboree

e un po’ di timore, magari di non essere all’altezza quando devi rappresentare il Cngei ad un incontro internazionale. In fondo avevo sempre desiderato avvicinarmi alla cultura araba e osservarla da un punto di vista nuovo....in più la possibilità di cono-scere scout provenienti da tutte le parti del mondo e ascoltare le loro idee, le loro proposte era un’op-portunità che non mi potevo lasciar scappare.L’incontro internazionale è stato promosso e or-ganizzato dalla Sharjah Scout Mission con il pa-trocinio del sultano e governatore dell’Emirato di

Sharjah (Emirati Arabi Uniti). L’obiettivo dell’in-contro era la presentazione di progetti e inizia-tive appartenenti al campo scientifico e tecno-logico, tutela dell’ambiente, comunicazione o micro progetti. Personalmente, ho presentato un progetto sull’intercomprensione linguista che mira all’abolizione di lingue franche nella comunicazione tra persone di paesi diversi, in favore della comprensione attraverso l’utilizzo della lingua madre di ciascun locutore. È un processo complesso, applicabile preferenzial-mente a lingue dello stesso gruppo linguistico ma non solo. È una tecnica già sperimenta-ta con successo nei paesi Scandinavi e nel-la Conferenza di Lisbona, alla quale hanno partecipato i commissari scout che curano le relazioni internazionali e il Cngei ovviamen-te non poteva mancare!Tra gli obiettivi dell’incontro rientravano anche la socializzazione e la promozione dell’immagine degli Emirati Arabi, della loro cultura e, ovviamente, degli scout di Sharjah. Devo dire che tutti i propositi sono stati soddisfatti e senza dubbio l’immagine degli scout di Sharjah ne è uscita ricom-pensata dello sforzo sostenuto per l’orga-nizzazione. Abbiamo svolto una marea di attività oltre alla presentazione dei progetti. C’è stato spazio, infatti, per visite a musei,

4TH International Scout Gathering: avventura negli Emirati Arabi

I partecipanti all’incontro durante le attività.

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l’o rlo del mondo

cammel-late, ca-valcate, sci sulla sab-bia, escur-sione tra le dune del deserto in fuoristrada,

una serata internazionale, attività nautiche e molto altro ancora. Ab-biamo avuto modo di conoscere e apprezzare le varie tappe dello sviluppo culturale e artistico del mondo Islamico, della sua storia e della grandezza che ha contraddi-stinto quest’area della terra nei secoli passati. In più il costo dei 10 giorni dell’incontro è stato completamente sostenuto dal sultano dell’emirato. Insomma un’esperienza sensaziona-le a 360 gradi! L’unica cosa che mi è mancata davvero tanto sono stati i fuochi sotto le stelle e in alcuni casi la carta igienica. La questione dell’assen-za costante di carta igienica rimarrà per sempre un mistero, avrà un prezzo così alto negli Emirati?88 paesi del mondo, dal Perù all’Indone-sia passando per il Canada e il Sud Africa, un girotondo di colori e sorrisi uniti dagli stessi ideali di fratellanza e rispetto. S’im-

para tanto dal confronto con gli altri, molto più di quello che ci si aspetta… È stata forse questa la sor-presa più bella. C’è molta differenza tra vivere con i propri sensi quello che lo scautismo insegna e leggerlo o ascoltarlo.

Benché sapessi già che le persone che avrei incontrato, avrebbero condiviso i miei stes-si principi e ideali, non posso nascondere lo stupore di ritrovarli sotto forma di un sorri-so, un abbraccio o un silenzio che accomuna tutti gli scout del mondo. È lì che ci si rende conto di far parte di qualcosa di più grande capace di annientare le barriere linguistiche, culturali e religiose.La cosa più importante che ho imparato è forse quella che ho sempre saputo: Siamo dello stesso sangue fratellino tu ed io. Ho in-contrato modi diversi di fare scoutismo, da quello a cinque stelle degli scout degli emi-rati a quello semplice e genuino di Samsy, lo scout Etiope. Credo che per quante parole utilizzi, non saranno mai sufficienti e adatte. Ad ogni modo il mio pensiero va a Pablo il gaucho uruguaiano, che tutti i sudamericani per scherzo chiamavano l’argentino (in Suda-merica gli argentini non godono di buona fama!), che ci ha preparato a ritmo incessan-te mate buonissimo; Luis, il salvadoregno Pelo Lindo (bei capelli) per la sua capigliatu-ra ribelle; Samsy, l’etiope, che in più di una volta mi ha fatto capire come lo scautismo sia la scelta più importante che abbia fatto nella mia vita; Tom, un inglese che si disco-stava da ogni stereotipo sugli inglesi e che ha sopportato tutti i miei scherzi notturni; Adesh (Trinidad & Tobago) il cui nome non riuscirò mai a pronunciare e non illudetevi di riuscirci e poi Julio, David, Italo, Manuel, Stalin, Diego, Par, Winder e Mahmood. Spe-ro che il mio ringraziamento raggiunga tutti loro. Avere un cuore con tanti colori, lingue, sogni e orizzonti diversi; è questo il grande miracolo dello scautismo.Buona Strada

Roberto Daniele CadiliSenior Sez. Messina

No importa donde vayas, la locura de la selva te invadirá (non importa dove andrai, l’allegria della giungla ti invaderà)Stalin Flores, scout de Ecuador

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l’o rlo del mondo

Ecco qui un veloce reportage dell’evento che ci è stato proposto dale Girls Scout of USA: passport

to pisa è stata definita dalla stessa organizzazione una conferenza del divertimento e dell’avventura. Ci tengo a dire che come Roberto ha descritto per la sua permanenza in Egitto, le attività hanno un colore diverso da quelle che usiamo fare noi di solito; il bello sta proprio in questo! Essere pronti a sperimentare!Le Girl Scouts, da questa avventura, hanno portato a casa la voglia e l’intenzione di attivare dei progetti nelle loro comunità, incentrati sull’impatto significa-tivo che possono avere sull’ambiente. Hanno impa-rato nuove cose e fatto nuove amicizie. La loro storia racconta che sono sempre state all’avanguardia sulla sostenibilità ambientale, cercando di risparmiare sulle risorse nei luoghi che frequentano tutti i giorni (scuola, palestra...). Infatti all’evento sono stati utilizzati, soprat-tutto per i pasti, materiali riciclabili.Ed i laboratori (i workshop)? Sono stati definiti tutti “all ecologically sound”.Ah! Dimenticavo.....lo slogan: Live Green and make a difference!

Per curiosità, vi riporto la descrizione di un invito per osservare le costellazioni: A chi non piace osservare le stelle?! Leggete l’invito!.....Non andreste con loro

You might be “dancing with the stars” or “reaching for the stars”….. Join us on an adventure into the world of constellations, planets, black holes….Did we spark your interest? Let’s shoot for clear skies and dry weather… Dress warm, wear appropriate shoes, and bring a small flashlight. Camera optional.

Allora non ci resta che chiedere: il reparto di Livorno che vi ha preso parte, cosa ha portato a casa? Girate pagina e lo scoprirete!

Ilaria EspositoCoCon Internazionale

con le girl scout USA

LiVe Green and maKe a Difference (*)

(*) vivi Verde e fai la Differenza

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Live Green: un’esperienza indimenticabile

il 3° Reparto Archimede ha incontrato le American Girls Scout

L’avventura è iniziata alla prima riunione regionale di Branca E a Firenze. Francesca Montoci, della Co.Con Internazionale propo-ne alla regione il passport to pisa dal 12 al 14 Febbraio organizzato dalle Girls scout de-gli USA, un evento che si tiene a Camp Dar-by (Pi) a cui partecipano le scout che vivono nelle basi americane sparse in Europa. Noi del 3° Reparto di Livorno subito abbiamo al-ziamo la mano per proporci. Di lì a poco Mo-nia Marcacci ci invia una mail per chiederci conferma della nostra disponibilità a parteci-pare, lì iniziano mille dubbi e perplessità. Ma alla fine, anche grazie ai genitori che hanno subito compreso l’unicità dell’evento, abbia-mo dato conferma. Da quel momento in poi e’ iniziato un giro vorticoso di e-mail, tra noi, Monia, l’organizzatrice dell’evento e i geni-tori… documenti, passaporti, autorizzazioni all’espatrio, fogli, firme, fax, telefonate… e poi il 12 Febbraio, final-mente, è arrivato!! Siamo fuori dalla base di Camp Darby, c’è Ilaria, Capo Compagnia del Livorno 1 che ci accompagne-rà in quest’esperienza per motivi numerici, c’è Akela del Livorno 2 e 23 esploratori/trici con il loro zaino in spalla e con un sorriso che esprime tutto il loro entusiasmo e le loro aspettative. Ci avviamo verso l’ingresso, ci controllano i documenti, superiamo la “frontiera” e subito sembra di entrare in un altro mondo, i nomi delle strade sono in inglese. Ursula, l’organizzatrice, fa vedere a noi maschi dove dormiremo, ovviamente separati dalle altre 290 fem-

mine: siamo solo noi, il Capo Reparto e 13 esploratori. Anche gli orari sono diversi, tipi-camente americani. Ceniamo alle 18.45 econ la Co.Con. Internazionale ci avviamo verso la palestra del liceo dove inizia la cerimonia di apertura. Suggestiva e molto diversa da quel-le a cui noi siamo abituati. Alzano la bandiera Usa e Italiana, cantano il loro inno e subito dopo noi il nostro. Tutti contemporaneamen-te recitano la promessa delle girls scout e subito dopo noi la nostra. Ci rendiamo conto di esser tanti. Più di 300. La cerimonia conti-nua e si conclude con un immenso cerchio in cui si mescolano anche gli esploratori/trici, tutti iniziano a fare la danza tipica delle girls scout. Partecipiamo al Social ice Cream. Si è fatto tardi per loro, non per noi. Ma la sveglia è alle 6 e quindi dopo aver spiegato a ogni ragazzo e ragazza le attività che avrebbero dovuto fare il giorno dopo andiamo a letto. Sono le 6, suona la sveglia. Dopo una tipica colazione americana, consegniamo i bigliet-ti per ogni singola attività a ogni esplorato/trice. Noi capi teniamo la base di Orientee-ring. Da quel momento in poi i ragazzi e le ragazze iniziano ad affrontare l’evento da soli. Durante le 3 volte che abbiamo tenuto la base di Orienteering noi adulti ci rendiamo subito conto di quanto siano diverse le attivi-tà che svolgiamo con i nostri ragazzi rispetto alle loro. A pranzo, gli esploratori/trici hanno l’entusiasmo alle stelle, ci raccontano tutte le attività, le loro piccole disavventure e come hanno superato le difficoltà linguistiche. La giornata continua e gli esploratori/trici vanno alle attività a cui erano iscritti. Verso

le 18 andiamo al girls scout shop, com-priamo un po’ di distintivi per ricordo. Ceniamo e poi… andiamo di Repar-to a giocare a bowling! La domenica mattina stessa storia ma attività diverse. Pranziamo. Gli esploratori/

trici iniziano a scambiarsi

Cerimonie e attività sono molto diverse dalle nostre ma con lo stesso spirito

Camp Darby

Camp Darby, Italy – Pisa: E’ una delle

basi militari Americane in Europa.

Ognuna di queste basi

ha al suo interno un gruppo di Boy

Scout ed uno di Girl Scout.

Camp Darby, questa volta, è stata scelta

come punto d’incontro

delle Girl Scout presenti nelle

basi che abbiamo descritto.

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l’o rlo del mondoindirizzi, contatti, si fanno le foto e gli vengono fatte le foto, un po’ come se fossero qualcosa di nuovo e diver-so rispetto ai soliti loro eventi. Nella palestra dove si svolgerà la cerimonia di chiusura, le scout ci regalano un distintivo particolare. Inizia la cerimonia, ci chiama-no sul palco per ringraziarci, ci regalano un sacco di cose, cookies, distintivi, magliette… e noi diamo come di consueto il nostro foulard a Ursula. Finisce la ceri-monia. Mentre gli esploratori/trici sono in fila sul mar-ciapiede che camminano il nostro pensiero va a loro, all’indimenticabile esperienza che hanno aggiunto nel loro zaino e nella loro vita, all’entusiasmo che hanno avuto che ha ripagato tutta la fatica e il tempo che questo evento ha richiesto. Wow, un’esperienza così è difficile da ripetere!!!! Lo Staff pietro, Sara & Livia

Questo campo, anche se corto rispetto ad altri fatti da quando sono negli scout, è stato particolare e diverso dagli atri, soprattutto perché mi è piaciuto molto esse-re stato a contatto con scout stranieri, che mi hanno fatto conoscere le loro abitudini e usanze e sollecitato a parlare inglese, imparando nuove canzoni e giochi, mangiando cibi diversi, facendomi capire i loro valori scout che, anche se espressi diversamente dai nostri, hanno gli stessi principi. Mi sono piaciute tutte e 3 le attività per “bike and mechanics” abbiamo percorso 11 km lungo la pineta sul mare e, nonostante alcuni imprevisti come il cattivo tempo, l’ improvviso guasto della bici, ci siamo divertiti molto lo stesso. Abbia-mo mangiato i marshmallows sulla spiaggia con un gruppo di americane che abitano in germania. Nel pomeriggio siamo rimasti nella scuola, per l’ attività “songs and games”: un gruppo di americane resi-

denti in Inghilterra ci hanno

insegnato giochi e delle canzoni, e noi a loro. La mattina dopo abbiamo fatto un’ attività molto interessante, abbiamo costru-ito una scala con corda e dei legni robusti; abbiamo insegnato alle due ragazze che erano con noi come si facevano le legature, ed abbiamo anche fatto amicizia, ci hanno parlato delle loro abitudini, dello scautismo

in Inghilterra e molto altro. Abbiamo anche costruito moduli e poliedri con stecchini e caramelle di ge-latina: la responsabile dell’ attività ci ha insegnato delle formule matematiche percostruirli. E’ stato un campo bellissimo e organizzatissimo, perfetto per imparare realtà diverse, divertendosi e conoscendo persone nuove. Giacomo B. Il Campo a Camp Darby è stato significativo, ho ca-pito come vivono persone al di fuori del mio paese. Anche se non capivo molto bene l’inglese, ho fatto amicizia con delle ragazze americane. Abbiamo fat-to molte attività, in una mi si è rotta la bici sotto un diluvio. Nonostante le difficoltà per via della lingua, ci siamo resi conto che facciamo parte di un unico ideale. Andrea

Per interagire cin un guppo di ragazze che vivono nella basi Usa di tutta Europa ho imparato meglio l’Inglese e mi sono fatta un’idea di come vivono gli americani. Cercavo di parlare il più possibile inglese o mi facevo capire a gesti, ma con qualcuno ho par-lato anche lo spagnolo. Una cosa che mi è piaciuta molto è il bowling, un gioco che non avevo mai pro-

vato in Italia. Francesca

Fantastico, irripetibile e magico. Queste sono le parole che descrivono l’esperienza vissuta a Camp Darby. Le attività che abbiamo fatto sono state dav-vero molto emozionanti: imparare brani, canzoni e giochi americani!! Silvia

Secondo me è stata un’esperienza bellissima, indi-menticabile e grazie al mio Reparto ho potuto affron-tare con serenità e gioia un’esperienza irripetibile!!!

Chiara

Lasciamoci ispirare da cio che accade.......in questo modo ci verrà la voglia di far accadere cose nuove!

ilaria Esposito Co. Con. internazionale

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L’Aquila, Aprile 2010

NOI RICOMINCIAMO DA QUI

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Si sgombreano le macerie dalla sede del Cngei dopo il terremotodel 6 aprile 2009.

La vedete? è la nuova sede della sezione dell’Aquila.

Una tenda blu, di quelle della Protezone Civile, che sorge proprio dove c’era il campo di Coppito. Per un giorno un lupetto e 4 esploratori si sono trasformati in giornalisti e fotografi per “Scautismo”. Quello che leggete e vedete in queste pagine è tutto scritto e realizzato da loro.

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A L’Aquila prima del 6 aprile 2009 ogni ragaz-zo e ragazza aveva la possibilità di partecipare alle attività scout e prenderne parte. Insomma, la vita scout era perfettamente tranquilla.La sede della sezione Cngei era nel cuore dell’Aquila, in pieno centro storico, in un vi-colo molto caratteristico della città. Era una sede di dimensioni normali con una stanza per i lupetti, una per il reparto, una per i rover e una usata come ripostiglio. Fuori c’era un grande cortile dove molto spesso ci si riuniva per giocare o per fare quadrati e cerimonie.Ma la cosa bella di quel posto era la sua po-sizione, infatti molte volte uscivamo a piedi e andavamo al castello, un parco dove potevamo fare attività. Ricordo che un giorno d’inverno faceva molto freddo, la notte prima aveva ne-vicato molto e noi andammo al castello a fare

una battaglia di palle di neve. A volte invece andavamo a vendere i calendari in centro, pas-sando per le vie più affollate, per il Corso o la piazza del Duomo.Un altro aspetto positivo era quello del sabato pomeriggio, infatti la riunione era dalle 15.30 alle 17.30 e quetso orario era molto comodo, perché noi ragazzi potevamo partecipare alla ri-unione e poi incontrare i nostri amici in centro.Forse per qualcuno queste possono sembrare cose normali, ma per noi de L’Aquila adesso sono soltanto bellissime cose del passato, che possiamo solo ricordare e ci sembra una cosa unica, straordinaria. E invece prima era la normalità.

Iacopo Battistone, Tommaso Verlinghieri

Prima:una straordinaria normalità

Raffaele, il gestore del campo sportivo di Coppito, è un personaggio mitico per tutti coloro che sono passati a L’Aquila nell’ultimo anno. I nostri inviati speciali gli hanno chiesto che cosa pensa…di noi.

Prima del terremoto conosceva gli scout?Sì, li conoscevo ma non avevo mai avuto contatti diretti con nessuno di loro.

Come ha vissuto le attività degli scout durante l’emergenza?Non sapevo che facessero anche attività con la Protezione civile, e che si adoperassero come volontari. Mi sono reso conto subito di come davano una mano attivamente. In questo bar ho potuto vedere davvero cosa fanno gli scout, oltre a camminare in fila nei boschi.

Manderebbe suo figlio agli scout?Sì, se lui fosse d’accordo certamente. Ma…non ce lo vedo molto!

Oltre ai testi, anche alcune immagini di questo serviaio sono state realizzate dai ragazzi che hanno partecipato all’attività: Riccardo, Alex, Iacopo, Tommaso e Riccardo.

Page 23: Scautismo_giugno2010

Prima:una straordinaria normalità

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Dopo: C’è solo una cosa che nessun terremoto potrà mai toglierci

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Dopo: C’è solo una cosa che nessun terremoto potrà mai toglierci

Sono cambiate molte cose dopo il sisma del 6 aprile. Per me, rimasto a L’Aquila, la vita ha avu-to un ribaltamento sconvolgente. Lo scautismo è stata una delle poche cose che a L’Aquila non è cambiata molto, perché l’essere scout già prevede una vita spartana, fatta con molta buona volontà, è per questo che gli scout e l’aiuto che hanno dato alla città non verranno mai dimenticati.Un mese dal terremoto, la vita scorre lenta nel-le tendopoli, il dolore un po’ si è placato ma la mancanza della città si sente ed è molto difficile da nascondere. La difficoltà di poter incontrare persone e vecchi amici è enorme, il tentativo di cercare amici che non siano sulla costa è grande, ma vero. La voglia di aiutare è enorme, per que-sto la sera passo al campo di Coppito per dare una mano in cucina o per sparecchiare oppure per non sentirmi isolato dal resto del mondo. Sì, gli scout durante il terremoto hanno colmato un vuoto nella vita degli abitanti del campo di Cop-pito. Poi finalmente il mio capo mi dice che a breve organizzerà una riunione sulla costa, per ricominciare a vederci e per organizzare il campo estivo e le altre cose da fare. Inizia l’estate, giugno e luglio passano veloci fino ad agosto, il periodo in cui di solito si fanno i campi estivi. Il campo di Vialfrè è stato mol-to importante per ricominciare a vederci tutti e per affacciarci sul mondo nazionale degli scout. Abbiamo conosciuto tantissima gente e visto un sacco di posti nuovi, è stata un’esperienza nuova che rifarei mille volte ancora. I giorni sono pas-sati troppo in fretta…

Alex Taviani

E tra i tanti inviti che abbiamo ricevuto per l’estate scorsa non è mancato l’evento del tecnicamp. Pur-troppo abbiamo partecipato soltanto in tre per i problemi vari, soprattutto di chi era “costretto” a vi-vere sulla costa. E dico purtroppo perché per me è stata una delle attività più belle che abbia mai fatto, se non la più bella. Forse è stata la solidarietà, forse la novità, fatto sta che se mi chiedessero di rifarla non ci penserei un secondo a ripetere le nove ore di treno, i tremila metri di dislivello, il non potersi fare la doccia per tre giorni dopo che, durante tutta la giornata, non hai fatto altri che camminare.≤E stato anche sorprendente come, dopo giorni di cammino con ragazzi di cui prima non cono-scevo nemmeno l’esistenza, si sia arrivati alla sera dell’ultimo giorno tutti attorno al fuoco, nessuno che aveva più il suo fazzolettone al collo, a rim-piangere quei momenti passati insieme.Ed ora sono qui, seduto a scrivere in una tenda sulla quale c’è scritto “Protezione civile”. Infatti la nostra sede si trovava (non è un errore scrivere “si trovava”) in piena zona rossa (quella più danneg-giata, che ora è inaccessibile) e non credo potremo ritornare lì presto. Così, da bravi scout, abbiamo preso le nostre tende, la nostra forza di volontà e ricostruito la sede, se così si può definire. Non ci importa se è fatta di legno, di pietra o di ferro. Quello che vogliamo è solo poterci rivede-re e trascorrere ancora quei momenti che ci sono stati portati via dal terremoto.E questa è l’unica cosa importante. Perché il si-sma ci ha potuto levare la casa, gli amici, la sede, la riunione, ma non quello che racchiude il pez-zo di stoffa che portiamo intorno al collo: il no-stro essere scout.

Riccardo Tibaldo

Page 26: Scautismo_giugno2010

Com’era la sede degli Scout Cngei prima del terremoto?Era in un edificio antico, ci sono stati dei crolli, e abbiamo dovuto sgomberare. Adesso tutto il ma-teriale per le attività è in un magazzino, e noi ci riuniamo sotto questa tenda blu della Protezione civile.E che cosa è successo dopo il 6 aprile?Naturalmente ci siamo un po’ dispersi, ma i ra-gazzi hanno reagito benissimo, e in poco tempo abbiamo iniziato a lavorare con la Protezione Ci-vile e siamo diventati punto di riferimento per gli scout Cngei in servizio a Coppito.Quali sono stati i problemi più grossi?Soprattutto, per tutti i nostri soci, la difficoltà a ricostruire un tessuto familiare e sociale. Molti dei nostri ragazzi erano andati a vivere con le fa-miglie sulla costa. Siamo riusciti a organizzare la prima riunione di Reparto a fine maggio, ospiti della sezione di Pescara, e i ragazzi partecipava-no, nonostante tutte le difficoltà. Abbiamo con-tinuato così, senza una sede fissa, finché a otto-bre ci siamo sistemati in questa tenda, che oggi è ospitata dove c’era il campo di Coppito.Come sono state le attività estive?Paradossalmente organizzare i campi estivi è stato semplice. C’è stata tantis-sima solidarietà da parte di tutto il Cn-

gei e tutte le branche sono state aiutate. I lupetti hanno fatto le vacanze con il Branco del Roma 9, gli esploratori hanno partecipato al campo inter-regionale di Vialfrè e i Rover a Roverway.Ma che cosa è cambiato oggi, nel vostro gruppo?Il terremoto ci ha spinto a rimboccarci le mani-che, è stato uno scossone che però ci ha rafforzato nell’idea di portare avanti il gioco. Non abbiamo avuto nuove iscrizioni di ragazzi perché, appun-to, le difficoltà delle famiglie sono tante. Ma ab-biamo nuovi soci adulti, alcuni genitori che han-no voluto dimostrare così la loro solidarietà e dei vecchi soci che sono tornati a iscriversi. Uno di loro ci ha raggiunti durante ils servizio a Coppito e ha voluto aiutarci a creare il blog, su cui ora diamo notizie di quello che accade in sezione.Come vedi il futuro?La mia speranza è che la sezione possa rinascere alla grande. Le premesse ci sono: abbiamo avuto dal comune, con altre associazioni, la conces-sione di un’area per costruire i prefabbricati che saranno le nostre sedi. Il luogo è stato chiamato “Piazza delle associazioni”, a settembre dovrem-

mo iniziare a prepa-rare la piattaforma di cemento e poi r i c o m i n c e r e m o con una casa tutta per noi,. La buo-na notizia è che la sottoscrizione lanciata per rico-struire la sezione ha raggiunto una cifra che dovreb-be permetterci di costruire la nuova sede. Co-munque tutte le

informazioni vengono con-tinuamente aggiornate sul nostro blog: http://cngeilaquila.blogspot.com/

Il futuro: ci rimbocchiamo le manicheInteRVIStA A FABIo AnDReASSI, CAPo GRuPPo De L’AquILA

iden

tikit

nome: Fabio

Cognome: Andreassi

Età: 48 anni

nato a: L’Aquila

professione: Dottore in

scienze forestali

Attuale ruolo nel Cngei:

Capo Gruppo

Altri ruoli ricoperti in

Associazione: Capo Branco,

Capo Compagnia, Capo

Campo, Commissario di

Sezione

Page 27: Scautismo_giugno2010

.

dietro le quinte

Alex, Riccardo, Iacopo, Tommaso e Riccardo scrivono i loro articoli, mentre i capi che ci hanno supportato nell’attività preparano il pranzo su un fornello da campo di fronte alla tenda.

Il futuro: ci rimbocchiamo le manicheInteRVIStA A FABIo AnDReASSI, CAPo GRuPPo De L’AquILA

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Questo servizio è stato realizzato da:1° Reparto Antares, Sezione de L’AquilaAlex TavianiRiccardo TibaldoIacopo BattistoneTommaso Verlinghieri con Riccardo Morini, del 1° Branco 1° Mowha de L’Aquila

Per informazioni sulla sezione de L’Aquila e sulla raccolta fondi per ricostruir la sede: http://cngeilaquila.blogspot.com/Per contribuire alla raccolta fondi per la nuova sede:iban iT 31 Y 07601 03600 000099871402

Un grazie di cuore a:Luciano Cavalieri e Fabio Andreassi per l’ospitalità, l’accoglienza e l’organizzazione, e ai capi che ci hanno aiutato a realizzare l’attività: Giulia Salve, Gabriele Sfarra e Giulia Verlinghieri.Per il Settore Comunicazione:Carla De Girolamo, Patrizia Di Cataldo.

dietro le quinte

Page 29: Scautismo_giugno2010

Tante storie, tante speranzeLe prospettive per il futuro sono molto ristrette, anche se i telegiornali fanno intuire tutto il contrario: noi aquilani siamo degli esperti in materia, perché ognuno di noi ha una storia ben precisa. Alcuni hanno ricevuto le case, con vari problemi perché sono state costruite in fretta. Altri invece ricevono un sussidio per pagare la sistemazione che sono riusciti a trovarsi da soli; altri ancora sono in albergo e aspettano che gli venga assegnata una casa. Il problema più grande per il futuro è la ricostruzione: i tempi per farla, i modi e i mezzi con cui ricostruire, i palazzi nei vicoli da abbattere e la ripresa del commercio, ma soprattutto i fondi con cui ricostruire…

Riccardo Morini

Page 30: Scautismo_giugno2010

Buona caccia a tutti quelli che rispettano al Legge della

Giungla… Akela sarà contento di sapere che utilizzo la sua

parola maestra per salutare tutti i lupetti d’Italia! Tuttavia

anche la mia parola maestra si presta bene come saluto

per tutti voi!

Siamo dello stesso sangue fratellino tu ed io!

Ci penso ogni volta che, facendo i miei giri nel cielo infini-

to della Giungla, osservo i Branchi d’Italia che cacciano,

che giocano, che si divertono: trovo che siamo tutti diversi

e tutti uguali, che nonostante il colore del foulard o della

muta di appartenenza o dell’attività che si possono fare,

negli occhi di tutti i lupetti ritrovo la gioia di giocare e in

quelli dei Vecchi Lupi la soddisfazione che deriva dall’im-

pegno.Così ho deciso di condividere con tutti voi, quello che vedo

girando la Giungla e in quest’occasione posso raccontarvi

di ben tre eventi a cui ho assistito (dall’alto e chissà che

qualche lupetto non si sia accorto di me)

Sono stato nella solare Sicilia, dove mi sono incuriosito

a conoscere i giochi che facevano i nonni dei lupetti e

poi, risalendo il nostro stivale, ho scrutato i CdA di alcuni

Branchi della Puglia e di quelli della Basilicata imparare

alcune tradizioni e i giochi tipici di altri paesi del mondo e

infine mi sono soffermato in Liguria dove, tra marinai che

dovevano mettere insieme le loro forze e pirati da sconfig-

gere, è stato realizzato un San Giorgio regionale di lupetti!

Adesso saluto tutti perché riparto alla ricerca di nuove

storie da raccontare. Fate del vostro meglio anche perché

così vi noto più facilmente e posso raccontare anche di voi

e delle vostre avventure prossimamente…

Buona caccia! Chil

branca elle

Il 30 Aprile, l’1 e il 2 Maggio si è tenuta a Tre-mestieri Etneo, Provincia di Catania, la Rupe Regionale dei CdA. 57 Lupetti e 23 Vecchi Lupi provenienti da tutta la Sicilia si sono incontrati per vivere un campo divertente ed entusiasmante. Ci siamo visti alla Stazione e tutti insieme siamo andati nella Scuo-la che ci avrebbe ospitato questi tre giorni. Per prima cosa abbiamo visto dei video che ogni Branco ha girato l’anno scorso per presentare se stesso e la propria Città, così abbiamo avuto modo di conoscere un pezzettino della vita e della realtà che gli altri vivono, sia nel proprio Branco, che al di fuori della vita scout.La sera i Vecchi Lupi hanno preparato un Fiore Rosso con degli strani nonnini che pro-vavano a giocare con i videogiochi moderni del nipote, senza riuscirci per altro, e alla fine hanno convinto tutti noi a giocare con i giochi che facevano loro alla nostra età. Ma ormai eravamo troppo stanchi e così abbia-mo rimandato all’indomani. Il primo giorno ci siamo svegliati presto; era-vamo tutti curiosi di conoscere questi giochi e di sapere come i nostri nonni passavano il loro tempo libero. Siamo rimasti tutti stupi-ti! Bastava veramente così poco? Sapevate che esiste un gioco che si chiama arancia, limone, mandarino? E bastano tanti amici e una corda, oppure sapevate che con le car-te si possono creare fantastici Castelli? Con un po’ di carta colorata abbiamo costruito di tutto: da bellissimi aquiloni a strane ra-nocchie saltellanti. Ma ancora ci aspettava un pomeriggio fantastico: ci siamo divisi in quattro gruppi composti da Lupetti e Vecchi Lupi e ci siamo sfidati in entusia-smanti tornei, tra cui quello di nascondi-no e di twister.Il secondo giorno abbiamo preparato la fiera del gioco: ogni Branco ha portato

il volo di ChiL

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Giochi antichi al sole di sicilia

un gioco tipico del proprio paese e a turno tutti giravano per provare i giochi degli altri. Il tempo è volato e anche questa mattinata è passata più in fretta del previsto. Purtroppo la maggior parte di noi partiva verso l’ora di pranzo e quindi ci siamo dovuti salutare, stanchi… ma FELI-CI!!!!!!!!

Chiara Sulsenti- Incaricata regionale Branca Lupetti Sicilia - Calabria

Si parteee! Il 30-1-2 Maggio, noi lupi più anziani abbiamo partecipato al C.d.A. regionale a Cana-licchio, un quartiere di Tremestieri Etneo provin-cia di Catania. Noi del Messina 1 siamo arrivati in treno a Catania, abbiamo caricato gli zaini su un furgone con il cas-sone a cielo aperto e siamo arrivati alla grande scuo-la che abbiamo usato come sede per il campo.Il campo è stato inaugurato dalla cerimonia dell’alzabandiera e dal Grande Urlo. Questo CdA aveva come tema i giochi del passa-to…è stato bellissimo!Il primo giorno abbiamo fatto ban e ne abbiamo imparati anche nuovi come la famiglia Sappo!Siamo stati divisi in squadre: Franco & Ciccio, Fio-

rello, Pippo Baudo, Carmen Consoli, Ficarra & Pi-cone, etc… tutti personaggi famosi nati nella no-stra bellissima terra. La sera, ormai stanchi dopo una giornata bella e impegnativa abbiamo fatto il Fiore Rosso. Il secondo giorno dopo la ginnastica ci siamo ca-tapultati nella Sicilia anni ’50 e i giochi che erano previsti erano molto divertenti, come saltare la corda, campana, ranocchie-origami, costruzio-ne aquiloni, gioco delle pulci, attacca la coda ad Hi-Ho, etc…Troppo bello!!!!

Il primo Maggio ci hanno fatto mangiare sull’erba come il pic-nic in campagna per festeggiare la fe-sta dei lavoratori.Di pomeriggio, dopo una breve (anzi brevissima) siesta, abbiamo fatto tornei vari tra cui nascondino, twister e sciuscia con le figurine dei nostri Capi.Il terzo e ultimo giorno, nonché 2 maggio, abbiamo fatto la Fiera del Gioco, nel quale dovevamo presen-tare un gioco che piace molto al nostro branco. Il nostro era palla avvelenata. Molti altri erano diver-tenti come quello di Catania con la farina e quello di Giarre con i tappi!C’è stata anche la premiazione: ha vinto la squa-dra di Franco & Ciccio. E dopo la cerimonia di Chiusura e l’ammainabandiera il campo è finito. Insomma il nostro primo CdA è stato stramitico!

Nino Segreto e Futura VenutoBranco Mizar, Messina 1

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Prendiamo delle belle giornate di sole, un pizzico di Vecchi Lupi, lupetti in quantità, voglia di met-tersi in gioco, allegria e tanto divertimento… Con-diamo il tutto con una Promessa, una Legge ed un Motto ed inforniamo per tre giorni “a 360 gradi”, in una struttura grande a sufficienza per contenere il tutto, magari a Matera.Il risultato?? Una magnifica portata al dolce sapore di Famiglia Felice, che richiama alla mente il desi-derio di sentirsi CITTADINI DEL MONDO.Tutti questi sono gli ingredienti di una “tipica ricet-ta appulolucana”, che solo alcuni grandi cuochi, quali tutti i Vecchi Lupi dei Branchi di Bari 1, Bari 2, Matera, Pomarico, Santeramo e Valenzano, co-ordinati dal grande chef, nonchè la nostra Incari-cata Regionale Daniela Variale, grazie anche all’aiu-to di instancabili ed inesauribili servizi, hanno saputo servire ad una platea di commensali for-mata dai lupetti dei Consigli di Akela dei branchi succitati, dal 31 Aprile al 2 Maggio.E’ stata un’esperienza fantastica, un’esperienza che ha lasciato in ognuno di noi belle emozioni, si-gnificanti e significative sensazioni e un mare di nuove amicizie e di nuove conoscenze e tanti, tanti indelebili ricordi.Ogni C.d.A di provenienza è stato il portavoce di culture, tradizioni, storie ed usanze di uno spicchio di mondo, che sono state “regalate” agli altri “col gioco, ma non solo per gioco”…I Lupetti hanno imparato tantissimi bans, tante canzoni e altrettanti giochi che appartenevano al continente che era stato loro assegnato, riportan-dolo poi a tutti, in un momento iniziale di scambio

ingredienti di una BuonaCaCCia e di “baratto” di fantasia.

Fin dal primo momento, improvvisandosi viaggia-tori cosmopoliti e ambasciatori per i loro branchi d’appartenenza, i lupi in queste giornate hanno continuato a girare i cinque continenti, accompa-gnati dalle storie narrate e vissute dall’ormai quasi undicenne Willy Fogg, nipote di Phileas Fogg (co-lui che girò il mondo in 80 giorni), da Passpartout, suo fedele amico (anche lui probisnipote dell’ormai anziano Passpartout servitore fidato di Phileas) e da Cristine amica inseparabile dei due giovani che ha sostenuto loro in lungo e in largo per il mondoAssieme ai tre un altro personaggio, però ha inciso ed ha modificato l’andamento di questa Rupe, Lu-pin XIII (nipote del famigerato Lupin III ladro genti-luomo), rendendo il tutto ancora più arduo ed ac-cattivante e lanciando sfide di ogni genere ai veri protagonisti di questo evento: i nostri lupetti…Italia, Scozia, Giappone, America, Svizzera, questi i luoghi in cui più a lungo ci si è fermati per cercare di recuperare qualcosa d i

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veramente importante per noi tutti e per il mondo in-tero: la tanto desiderata ed essenziale SFERA DI GIA-DA, “reliquia” che una volta ricomposta è stata in grado di riportare la pace nel mon-do e unificare i lupetti in uni-ca grande nazionalità, quella di cittadino del mondo. Come sem-pre, però giunge anche il momento in cui bisogna tirare le somme, guardare il risultato di ciò che si è fatto, di quello che si è vissuto ed affrontato, bisogna “sfornare il tutto”. E allora?Ecco quello che ne viene fuori: una fantastica Rupe Regionale di Puglia e Basilicata, nella quale ogni singolo ha potuto fare del proprio meglio, metten-dosi alla prova e imparando a crescere giorno dopo giorno di più, lasciando così la sua “piccola grande impronta” su un’esperienza unica ed irripetibile come quella vissuta.Adesso a noi non resta altro che dirvi di contorna-re il tutto con una “crema di ricordi” e tante bellis-simi sorrisi e dolci parole da spargere su questa avventura come zucchero a velo.E a voi…non resta altro che saziarvi di tutto que-sto! Avete ancora fame di esperienze come queste? Bene, se la risposta è sì fate venir fame anche a chi è rimasto in tana e...buon appetito. O meglio: BUO-NA CACCIA!!

Akela ValenzanoBigio Valenzano

Caro amico,ti voglio raccontare la mia più recente caccia con gli scout; si tratta della Rupe Regionale dei C.d.A. tenutasi a Matera il 31 Aprile e 1 e 2 Mag-gio. Vi hanno partecipato i C.d.A. di Puglia e Basilicata, cioè Matera, Bari, Bari 2, Pomarico, Santeramo e Valenzano. Con il mio Branco ho conosciuto i lupetti degli altri Branchi con cui ho intrapreso nuove avventure in giro per il mon-do. Con la ridicola animazione di Passpartout, William Fogg, Lupin, Christine e la nonna di Passpartout è stato tutto più emozionante. Per ogni paese visitato ho fatto delle conoscenze sul luogo, sulle tradizioni e il gioco tipico. Ogni Branco rappresentava una nazione: Usa, Italia, Oceania, Inghilterra, Giappone e Marocco. Dopo una cena al sacco ci siamo divisi in cinque gate. Il mattino seguente ci siamo imbarcati in un ae-reo-bus che ci ha portato sulle Murge dove ab-

biamo fatto il secondo giro del mondo per recuperare i pezzi della sfera di Giada che serve a portare la pace nel mondo. In Giappone abbiamo fatto un grande shangai dove abbia-mo conosciuto tutti i Jamboree fatti futuri e i loro motti. In Scozia, dove due tipi strani ci hanno fatto fare un percorso per arrivare alla loro abitazione, grazie al gioco della bandiera svizzera abbiamo conosciuto tutti i clan scoz-zesi e le loro caratteristiche. In Svezia abbiamo costruito i distintivi di Wosm e Wagggs e ne abbiamo parlato.In America siamo diventati 007 e abbiamo aiuta-to tre associazioni mondiali ossia Unicef, Onu, Fao e abbiamo costruito un depuratore per l’ ac-qua sporca dell’Africa.In Italia il re voleva mangiare per forza la bracio-la e ci hanno fatto fare il giro del sud Italia per recuperare gli ingredienti. Lo scopo di questo viaggio è stato quello di recuperare i pezzi della sfera di Giada da mettere nella teca per riportare la pace nel mondo. La sera abbiamo fatto il Fiore Rosso e abbiamo messo la sfera nella teca. Il mattino seguente ogni branco è tornato nella propria tana.

Vito, Serena, Brunella.Branco Ankus, Matera 1

Lupetti all’arrivo a Matera e durantele attività di conoscen-za delle organizzazioni internazionali.

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volta abbiamo girato il mondo e abbiamo imparato a depurare l’acqua, con un esperto americano, ab-biamo conosciuto la storia del jamboree giocando con uno shangai enorme, abbiamo imparato a fare le braciole con un predatore del tempo di Bari, ab-biamo visto che ci sono un sacco di differenze reli-giose e culturali nel mondo con uno strano scozze-se che ci ha fatto superare anche Nessie, abbiamo imparato bene cosa sono Wosm e Waggs, che si scrive con 3 G.Alla fine ognuno di noi aveva uno spicchio di sfera e al fiore rosso, la sera, William e i suoi amici Passpartout, Christine e Lupin l’hanno unita per formare una sfera completa. I 4 amici h a n no

superato anche la nonna di Passpartout che usava la teca dove doveva essere messa la sfera per cucinare dei biscotti, che per questo erano sempre crudi. Tutti insieme ab-biamo rimesso la sfera al suo posto e abbiamo imparato che si può cercare di portare la pace nel mondo conoscendo tutto quello che è diverso da noi, in modo da non averne

paura. Ora siamo i portavoce del messaggio della sfera nei nostri branchi e nelle nostre case e nelle scuole…alla fine siamo ritornati più ricchi di prima con tante nuove amicizie sparse per la regione e con tanti ricordi. Il consiglio di Akela Del branco Rudyard Kipling - Bari 1

Non pensavamo che anche quest’anno ci sarebbe stata la possibilità di partecipare ad una Rupe dei CdA, soprattutto dopo quella nazionale dello scor-so anno, ma a Febbraio abbiamo avuto questa bel-lissima notizia e siamo stato felicissimi.Noi del Rudyard Kipling rappresentavamo il Giap-pone e per questo abbiamo giocato con tutto il branco a costruire un Kimono, degli origami, degli Ikebana e del sushi. Ci aspettavano dei piloti un po’ strani, c’era uno sciopero e dovevamo partire subito, una bella ho-stess ci ha consegnato il passaporto e siamo partiti per il nostro viaggio. Non pensavamo che sarebbe stato un viaggio intorno al mondo, con William Fog, il nipote del famoso signore che aveva fatto il giro del mondo tanto tempo fa, e con i suoi pazzi amici, tra cui anche Lupin. Insomma abbiamo vi-sitato l’Oceania, l’America, l’Euro-pa, l’Asia e l’Africa e in ogni posto ab-biamo imparato dei giochi. Ma l’avventura non era ancora finita e di sera abbiamo saputo da Lupin in persona che dovevamo ripar-tire per recuperare dei pezzi di una sfera di giada che avrebbe aiutato a portare la pace nel mondo. Ancora una

alla ricerca della sfera di Giada

Portare la pace vuol dire anche

conoscere chi è diverso,

per non averne paura

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a colori per battere il nero dei Pirati

La stazione di Genova è gremita di Branchi, Lupetti, ovunque bambini vestiti di verde ridono e chiac-chierano fra zainoni e stuoini. Impossibile non no-tarci, ci sono lupi a perdita d’occhio! La nostra meta è Sestri Levante, lì una fila di Lupetti che sembra infinita desta la curiosità dei passanti. Sono presenti i 5 Branchi di Genova: Branco Acque Limpide, Not-te di Kaa, Popolo Libero, Roccia Azzurra e Roccia della Pace insieme al Branco Lupetti Valli di La Spe-zia e allora...il bivacco di S. Giorgio regionale della Branca Lupetti Liguria può iniziareeee!Tutto sembra essere tranquillo quando..sei mari-nai, un carpentiere, un cuoco, un cartografo, un timoniere, una vedetta e un pe-scatore ci avvisano dell’immi-nente arrivo dei pirati, bisogna organizzarsi, combatterli, scon-figgerli! Fortuna vuole che ogni Branco sia specializzato proprio in una di queste abilità, ma è neces-sario mischiarsi, solo l’unione di tutte le forze può portarci a vince-re! Nuovi equipaggi vengono formati, i colori dei vari foulard si mescolano, e le parole scorrono a fiumi, è indispensabile conoscersi per poter com-battere insieme! In serata, dopo una buona cenetta, i nostri marinai ci raccontano alcune avventure che hanno affrontato per mare. Si vede che sono personaggi in gamba, hanno visitato terre lontane, conosciuto novità strane, combattuto per liberarsi da perfidi nemici. Ormai il sole è tramontato da un po’ e, chi più chi meno, sprofondando nei cuscini

ci spostiamo per tutta la notte nel mondo dei so-gni..Ma la mattina arriva presto e le cose da fare sono davvero tante ma prima di tutto...un dono meravi-glioso, ognuno riceve la maglietta del San Giorgio, gialla ovviamente! Tutti con le maglie addosso di-ventiamo ancora più belli di prima! Bisogna conquistare la nave dei pirati e per farlo dobbiamo issare le nostra bandiere, ma prima bi-sogna prepararle, tutte coloratissime, non nere come quella dei pirati! E mentre con tempere di molti colori vengono preparate queste opere d’arte

bisogna anche costruire munizioni per combattere i pirati e in breve lo scontro ha inizio! L’unione dei Lupetti, di tutte le loro forze e della loro amicizia è su-periore agli sforzi dei pirati..i Lupetti hanno vintoooooo!!!!Un Cerchio di chiusura è sempre un momento meraviglioso. Ci sarebbe ancora tanta voglia di stare tutti insie-

me, ma il tempo è ormai poco. Al Cer-chio un ringraziamento speciale ad Agostino, Se-nior della Sezione di Genova, per il grande impegno svolto nel fare in modo che questa grande caccia potesse avvenire e i saluti di Alice, Commissario di Sezione di Genova. Sei Lupetti portavoce di tutti gli altri recitano la Promessa per rinnovarla tutti insieme, seguita da un grande Grande Urlo. I gridi dei Branchi per salutarci un’ultima volta sembrano voler raggiungere il cielo… Chil, Genova 3

L’unione dei Lupetti della Liguria,

con la forza della loro amicizia, sconfiggerà

tutti i nemici

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La p

tg n

azio

nale

Cari esplo,forse non sapete che c’è qualcuno che pensa a voi anche se non fa parte della vostra sezione. Un gruppo di persone che lavora per aiutare i vostri capi a fare le migliori attività possibili!Si chiama Pattuglia Nazionale.Ci incontriamo ogni mese per portare avanti alcuni pro-getti e creare nuove idee e nuove proposte per voi esplora-tori e i vostri capi. Come ogni ptg abbiamo un capo, degli incarichi e dei po-sti d’azione per ogni incontro che organizziamo.Siamo qui per presentarci e per farvi sapere cosa faccia-mo... Non ridete delle foto: anche noi ci travestiamo per giochi e lanci!!!

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Emanuele Zilio - il CPViene da Bassano del Grap-pa, è stato Capo Reparto e Commissario. Ha fatto anche il Capo Reparto al Jamboree

in Inghilterra nel reparto Nor-dEst – Ardito Desio. Nella vita

ha studiato comunicazione e ora fa il capo area in un’azienda che pro-

duce caldaie.Come ogni buon CP non ha un incarico preciso, ma coordina e aiuta tutti gli altri.

Valentina CioniLivornese, Capo Reparto per tanti

anni, Incaricata Regionale della Toscana, adesso è Commissa-

rio della sua sezione. È stata Vice Capo Reparto al Jamboree in Thailandia e Capo Reparto in

Inghilterra nel reparto Centro – Enzo Ferrari. Fa l’educatrice anche nella vita

quotidiana, a scuola e nelle ludoteche.Il suo incarico in pattuglia è occuparsi del Tecnicamp e supportare Alessandro nel rapporto con gli Incaricati

Regionali.

Eleonora LolliniHa fatto il Capo Re-parto e il Capo Grup-po a Pisa, dove vive, e adesso è membro

del Comitato di Se-zione. Ha fatto il Vice

Capo Reparto al Jam-boree in Inghilterra nello

stesso reparto di Emanuele. Per vivere scrive per siti internet e collabora con alcune case editrici.È cerimoniere di pattuglia e quest’anno se-gue i reparti che partecipano all’Attività Na-zionale.

Fabio OlmastroniDi Firenze, è stato Capo Reparto, Capo Compagnia, Capo Gruppo, Coordinatore di Branca e Incaricato Re-gionale prima di Valentina. Ha fatto il Vice Capo Reparto al Jamboree in Thailandia e il Capo Reparto in Inghilterra nel reparto NordOvest – Fabrizio De André. Fa il coo- perante ed è proprio per questo motivo che, dopo 4 anni di fiero e felice servizio, oggi ci abbandona per coronare il suo sogno e andare in Mozambico per due anni a seguire la nascita di una scuola agraria.Il suo incarico in pattuglia è seguire la Comunicazio-ne (le pagine di Scautismo, il futuro sito...) e lo porterà avanti un po’ anche dal Mozambico!

Chiara SechiSarda, di Porto Torres, è stata Capo Reparto per

millemila anni, oggi è Coordinatrice Senior. Ha fatto il Vice Capo Reparto al Jamboree in Inghilterra

nello stesso reparto di Fabio. Anche lei, come Vale, fa l’educa-

trice: lavora in una casa famiglia, fa laboratori di musico-terapia con bambini e nel tempo libero (!!)

fa la cantante lirica.Il suo incarico in pattuglia, per quest’anno, è gestire

l’E-Forum (l’incontro annuale di esploratori da tutta Italia, che si svolge parallelamente a quello

dei capi).

Alessandro TorrisiSiciliano, di Paternò. Ha fatto il Capo Reparto, il Capo Compagnia, l’In-caricato Regionale. Al Jamboree in Inghilterra era Vice Capo Reparto

del reparto Nord – Fortunato Depero. È maestro elementare, anche se adesso, ogni tanto, fa anche il supplente nelle scuole dell’infanzia.

Per la pattuglia tiene i rapporti con gli Incaricati Regionali (aiutato da Valentina) e si occupa anche di tutti i momenti formativi dei capi.

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Anche quest’anno l’avventura griffata BRANCA E sta per iniziare. Il Tecnicamp è l’attività nazionale a cui ogni esploratore ed esploratrice desiderano partecipare almeno una volta nella propria vita di Reparto.

Nel 2010 i Tecnicamp si svol-geranno a cavallo tra agosto e settembre: i vostri staff hanno appena ricevuto la circolare, chiedetela per ulteriori infor-mazioni! Lì potrete trovare an-che le notizie dettagliate sulle tre basi (una in Veneto, una in Sicilia ed una in Lombardia), che offriranno un totale di 15 corsi dove approfondire e scoprire le Tecniche Scout. Vi aspettiamo!!!

Eccovi un piccolo assaggio dei corsi:

HIKE: camminare non solo con le gambe,

ma soprattutto con la testa, capire e vivere la magia della strada. L’im-previsto affrontato con serenità, la difficoltà superata con le tecniche

scout. Molto adatto per coloro che si accingono al passaggio in

compagnia.

NAMBEDOKA: quando il sole si alza nel cielo, alla fine della stagione delle piogge, è tempo di darsi da fare. C’è la capanna da costruire, il forno da preparare, le vivande da conservare. Se vuoi tuffar-ti anche tu nell’avventura di un campo vissuto all’insegna della novità, con manufatti, case, cibi e danze da ogni parte del mondo, non perde-re l’occasione.

L’ARTE DI PERDERSI …

E DI SAPERSI RITROVARE: “

un viaggio di 10000 km comincia con

un singolo passo” … se sapete dove

arrivare, il non conoscere la direzione

in cui puntare può essere un pro-

blema! Il corso è aperto a chiunque

voglia scoprire e mettere in pratica

le tecniche per sfruttare al meglio le

proprie capacità di orienta-

mento.

branca e

E tu di che avventura sei ?

COOKING ADVENTURE: la cucina è la tua passione? Hai sempre voluto imparare a creare piatti succulenti con una cucina da campo ultra accessoriata, ma non hai avuto troppe occasioni? Non sei un grande cuoco, ma hai sempre voluto imparare? COOKING ADVENTURE è il corso che fa per te.

“UNDER-INK”:

forme di pittura contemporanea ma

non solo, istallazioni, stencil, toys,

tutto questo è Under-ink. Vieni a

scoprire l’espressione senza limiti,

il porto della fantasia, l’unico posto

dove fare castelli in aria diventa arte

ed energia!

AVVENTURA E

CROCIERA NAUTICA:

un’avventura sui mari, l’emozione di

vivere un avventura di flotta e appro-

dare con la propria canoa in luoghi

ancora selvaggi.

FATTORIA:

educazione alla gestione e all’econo-

mia delle risorse umani e materiali a

disposizione, apprezzando e rivalu-

tando il frutto del lavoro attraverso

la pratica di antichi mestieri.

PIONIERISMO E LA CITTA’

SOPRAELEVATA:

La tecnica del pionierismo, rivivere

le emozioni dell’avventura attraver-

so le grandi costruzioni da campo.

Teleferica, ponte della scimmia, torri

di vario tipo, progetti PH.

SIAMO TUTTI CLOWN: “Circo” significa espressione totale, educazione fisica, teatro, musica,

colori, gioia e tante altre emozioni che abbiamo vissuto quando abbiamo

assistito per la prima volta ad uno spettacolo circense e immaginando

il circo…. Giocheremo con la giocoleria e soprattutto rideremo come i clown!!

LE AVVENTURE DEL RAMINGO SCOUT:

affronta il bosco senza timori, unisci le tecniche scout al vagabondare

dell’indomito ramingo, scopri diversi modi per cucinare, trovando comodi-

tà anche nei luoghi più remoti.

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Vi siete persi nel fitto bosco e non sapete come uscirne? Non ricordate mai come si fa la gassa d’aman-te? State cercando un’idea per il vostro sottocampo di pattuglia? Non sapete riconoscere un cipresso da un pino? Da oggi molti dei vo-stri dubbi saranno dissipati dal nuovo bellissimo manuale tecnico che il Cngei vi mette a disposizione: Passaggio a Nord Ovest! Chiedete al vostro Capo Reparto come acquistarlo e portatelo sempre con voi insieme al quaderno di caccia. Vi sarà indispensabile in mille occasioni, in sede e all’aria aperta, e per aiutarvi nella conquista delle specialità, nonché dell’ambitissimo brevetto di Specialista.In queste pagine vi proponiamo un esempio di scheda tratto dal capitolo su cucina e fuochi, in par-ticolare vediamo come accendere e spegnere un fuoco nel modo miglio-re. Nel manuale troverete descritti e disegnati tanti tipi di cucine e forni ed i consigli su quale scegliere in base al posto in cui vi trovate.

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Le escheNel caso sia difficoltoso trovare legna fine in loco si posso-no utilizzare delle esche preventivamente preparate, che avranno lo scopo di asciugare il legno di accensione:

rametto di legno secco tagliato a lamelle e piantato per •terra con le lamelle verso il basso perché la fiamma segua la fibra naturale del legno e bruci le lamelle;

carta di giornale paraffinata, arrotolata e legata con una •corda sottile ogni 5 cm circa e immersa nella paraffi-na fusa a bagnomaria. Lasciare asciugare per alcuni giorni e tagliare a pezzi fra le legature;

pezzi di corda immersa preventivamente nella cera fusa •a bagnomaria;

candela, eventualmente messa dentro un barattolo •forato;strisce di contenitori di carta paraffinata per ali-•

menti surgelati.

Lo sapevate che?Per avere fiammiferi di legno sempre asciutti, si potrà immergerli nella paraffina fusa a bagnomaria, o spal-marli con smalto trasparente per unghie, tenendoli riparati in tubetti metallici (o di plastica) e incollando nell’interno del coperchio un disco di carta abrasiva.

L’accensioneMettete a terra l’esca formata da carta di giornale spiegazzata, oppure una pigna secca, e formate una piccola piramide triangolare con rametti lunghi cir-ca 10 cm (possibilmente a forcella così che si inca-strino alle estremità superiori, dando solidità alla struttura). Ricoprite con altri rami leggermente più grossi, lasciando un’apertura dalla parte della di-rezione del vento a formare una specie di cono aperto. Si possono sostituire i ra-metti a forcella con alcuni rametti secchi tagliati a la-melle e piantati per terra a piramide. Fate attenzione a non ammassare trop-po la legna, deve esserci lo spazio tra i rami per far circolare l’aria. Accendete l’esca interna dall’apertura con una torcia di carta già accesa perché il fiammife-

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ro acceso, lungo il percorso accensione-torcia-esca, potrebbe spegnersi o bruciare senza aver raggiunto la torcia di carta. Oppure si può usare un cornetto di carta messo per terra con la punta dalla parte dalla parte della direzione del vento e dargli fuoco accendendo un fiammifero dalla parte interna del cornetto. Si può anche portare la torcia di carta all’esca incastrandola all’estre-mità di un bastone.Ricapitolando i punti importanti per accendere il fuoco sono:

preparate un’esca che si accenda facilmen-1. te, con foglie secche, corteccia, un pezzo di carta appallottolato e costruite sopra di essa una piccola piramide di rametti fini e ben secchi;continuate la costruzione della piramide, 2. aggiungendo altra legna più grossa; fate at-tenzione a non ammassare troppo la legna, deve esserci lo spazio tra i rami per far cir-colare l’aria;accendete dando fuoco all’esca. Se la pira-3. mide è ben costruita e se non c’è vento forte basterà un solo fiammifero per accendere il fuoco!poco alla volta aggiungete altra legna, sem-4. pre più grossa, e soffiate sulla brace che si

sta formando per accendere bene il fuoco.

Lo sapevate che?Si soffia alla base del fuoco, con il vento a favore, aumen-tando gradualmente di in-tensità. Importante è che si

produca un flusso di aria il più a lungo

possibile. Fatevi aiutare da un compagno di modo che lui possa prendere fiato mentre voi soffiate e viceversa. Otterrete così un effetto maggiore. In alternativa potete utilizzare un cartoncino ri-gido, o una paletta di metallo, come se fosse un ventaglio.

Lo spegnimentoLo spegnimento è la fase nella quale lo scout si differenzia da tutti gli altri campeggiatori. Il fuo-co va completamente spento e le braci disperse o ricoperte di terra: il luogo va lasciato meglio di come lo si è trovato. Il fuoco consuma tutta la parte nutritiva del terreno, per questo le piante faticano a crescere il quel punto e le tracce di un fuoco possono rimanere per molti anni.

Per prima cosa versate molta acqua sulle •braci ancora calde e nella zona circostante. Attenzione a non esagerare, altrimenti cre-erete una fanghiglia molto scomoda da trat-tare successivamente. A quel punto ricoprite con la terra le braci per soffocare eventuali tizzoni ancora accesi.Quando credete che il fuoco sia completa-•mente spento, arriva il momento di far spa-rire le tracce. Un fuoco si può dire spento se: agitando con un bastone o soffiandoci sopra non si vedono braci luminose, non fuma più e toccando il terreno con la mano, anche se il terreno è tiepido, non ci si scotta.Togliete dal fuoco tutti i pezzi di legno che •non sono bruciati completamente.Se in precedenza avete scavato una buca nel •terreno, ricopritela, riposizionando la zolla di erba messa da parte.Se il fuoco non è interrato, allora aiutandovi •con un badiletto, disperdendo le ceneri ba-gnate nel bosco, magari facendo un piccola buca vicino a un albero o dietro un cespuglio.Nel frattempo accatastate in modo ordina-•to la legna raccolta, che non avete brucia-to, alla base di un albero: tornerà utile alla prossima persona che vorrà accendere il fuoco in quella zona e contribuirà a mante-nere più ordinato e pulito il bosco.Come ultima operazione, prima di andare •via, passate più volte camminando sul pun-to del fuoco: questa operazione serve a far sparire le ultime tracce della vostra presen-za sul terreno e vi permetterà di verificare se avete dimenticato qualcosa.

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Carissime esploratrici e carissimi esploratori,eccoci al secondo appuntamento con la rubrica “Semplicemente Svezia”, che ci accompagnerà fino al prossimo Jamboree. Nel precedente numero abbiamo letto le informazioni riguardanti la Svezia, il paese che ospiterà l’evento; oggi invece vi spiegheremo da dove nasce il Jam e qual è la sua storia.Continuate a seguirci!!!

semp

lice

ment

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vezia

Il Jamboree mondiale dello scautismo (World Scout Jamboree), è il campo scout che raduna de-cine di migliaia di scout tra i 14 e i 17 anni da tutto il mondo. E’ il più grande evento fisso organizzato dal Movimento Scout. Viene realizzato ogni quat-tro anni in un diverso paese. E’, prima di tutto, un evento di educazione alla pace ed alla condivisio-ne, tra giovani di tutto il mondo.La scelta del nome è riconducibile a Baden-Po-well e pare che sia un termine proveniente dallo slang statunitense e che significa “marmellata di ragazzi”, dall’unione della parole inglesi jam e boy. Baden-Powell gli diede que-sto nome proprio a rappresentare la “marmellata” di colori, facce, usanze, costumi e tradizioni che si augurava di ottenere in un raduno di migliaia di scout del mondo.Il primo Jamboree si svolse ad Olympia, nei pressi di Londra, nel 1920 e vi parteciparono circa 8.000 scout provenienti da una trentina di paese. L’Europa era appena usci-ta dalla prima guerra mondiale e lo scoutismo rappresentava una reale opportunità di pace tra i po-poli. Lo stesso BP era consapevo-le dell’importanza di questo evento e dichiarò di voler unire sotto la bandiera dello scoutismo “non solo quei popoli che sono alleati, ma anche colo-ro che rimangono neutrali e persino quelli che si sono dimostrati nostri nemici”, riferendosi alla Gran Bretagna. Cercò così di provare che 12 anni dopo la nascita del movimento e solo 2 anni dopo la fine della guerra, lo scoutismo era in grado di riunire i popoli in uno spirito di pace e fratellanza.Purtroppo la forza dello scoutismo non fu suffi-ciente a fermare i regimi nazifascisti che avrebbe-ro portato alla seconda guerra mondiale ed anche il Jamboree ne risentì, tanto che tra il 1937 ed il 1947 questi eventi mondiali furono sospesi. Ma an-

che nei periodi più duri il Jamboree rimase un luo-go di condivisione e di speranza, come ad esempio il Jamboree del 1929, dove un contingente del CN-GEI partecipò clandestinamente (il fascismo in Ita-lia aveva vietato lo scoutismo) e fu applaudito alla cerimonia di apertura, o come il “Jamboree della Pace” che si svolse nel 1947 a Moisson, in Francia

e che fu un segnale importante in una Europa massacrata dalla guerra.Dal 1920 ad oggi si sono svolti ventuno Jamboree (12 in Europa, 4 in Asia, 3 in Nord America ed 1 rispettivamente in Oceania ed in Sud America), l’ultimo dei quali è stato realizzato a Chelmsford, nell’Essex, in Inghilterra. In questo Jam, più di 38.000 ragazzi e ragazze di 158 paesi, hanno celebrato il centesimo anniversario della nascita del Movi-mento Scout. Il 22° World Scout Jamboree si svolgerà dal 27 luglio al 7 agosto 2011 in Svezia,

a Rinkaby, nella provincia di Skane, vicino a Kri-stianstad, nel Sud della Svezia… m a non abbiate fretta! Di questo Jamboree parleremo nelle prossime schede!!!

storia delJamboree

The 1st Word Jamboree Staff.

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Il sito ufficiale del 22° Jam: www.worldscoutjamboree.seIl sito di WOSM: http://scout.orgIl Contingente Italia al 22° Jam:http://www.jamboree2011.itTante info sul Jam (sito in inglese):http://pinetreeweb.com

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Mentre leggi questo articolo, in circa 25 stati del mondo è in atto una guerra. Guerre di indipen-denza, guerre religiose, scontri etnici, guerre per rivendicazioni e confini contesi. Migliaia di uo-mini, donne e bambini in questo momento stan-no imbracciando un’arma. Esistono conflitti fa-mosi, che la tv ed i giornali ci ricordano quasi quotidianamente come quelle in cui sono coin-volte le forze armate italiane in Afganistan ed in Iraq, oppure come la guerra israelo – palestine-se, ma esistono anche guerre sconosciute. Come ad esempio quella che si sta combattendo da de-cenni in Chad (un grande stato dell’Africa pro-prio a sud della Libia) per il controllo politico dello stato. Oppure quella che, per motivi simili, si sta consumando da 30 anni in Perù tra l’eser-cito governativo ed i guerriglieri del Sen-dero Luminoso e che ha provocato 50 mila morti (quattro volte tutti i soci della nostra associazione scout). È sufficiente inse-rire “guerre nel mondo” in un qualsiasi motore di ricerca su internet, per avere una panoramica dei conflitti e delle guerre. Provateci, è impressionan-te e ci apre gli occhi!

Di fronte a questo scenario è facile farsi prendere dallo sconforto, sentendosi piccoli e impotenti. Ma ognuno di noi può e deve fare la propria par-te nella costruzione di un mondo in cui le donne e gli uomini possano vivere in pace.Come si può fare? Come possiamo essere porta-tori di pace in luoghi così lontani da noi? Come facciamo per contribuire a migliorare un mondo di guerra?La risposta è molto semplice e non è affatto scon-tata: cominciando dalla vita di tutti i giorni.Si. È proprio nei luoghi in cui viviamo ogni gior-no che è importante portare un messaggio di

pace; a scuola, in famiglia, nella propria squadra di pallavolo o calcio. Quando, ad esempio, ti tro-vi di fronte ad una discussione è più semplice arrabbiarsi e fare la voce grossa, che ascoltare con pazienza le ragioni dell’altro ed andargli in-contro. Probabilmente ti sarà successo coi tuoi amici e sai benissimo che risolvere un problema confrontandosi con calma spesso è faticoso, ma è questa la via, è così che si contribuisce (soprat-tutto in quanto scout) ad una società dove la pre-potenza sia messa al bando. Per chi fa uno sport è ancora più evidente come sia difficile e a volte faticoso avere rispetto dell’avversario.Ti sei mai chiesto come sia possibile risolvere guerre che durano da anni e poi ci troviamo a litigare con i nostri genitori, con i nostri fratelli o

con i compagni di classe per cose molto banali?Bisognerebbe imparare molto di più da chi cerca di costruire la pace giorno dopo giorno, passo dopo passo, anche attraverso eventi significativi fatti per urla-re la parola PACE dalla bocca di tutti i loro partecipanti.Un urlo di PACE si griderà pro-prio il 16 maggio 2010, giorno in cui si svolgerà la Marcia della

Pace tra Perugia ed Assisi. Sarà un giorno di festa in cui camminare, cantare, chiacchierare e dare forza ad un mondo senza guerre, dove i conflitti possano essere risolti col dialogo e non con la violenza.La Marcia della Pace si farà in un giorno solo, ma potrebbe essere l’occasione che molte persone come te, scout e non scout, avranno per portare la pace nel mondo, giorno dopo giorno, parten-do proprio dalla propria famiglia, dal proprio quartiere, dalla propria città.

Buona caccia e Buona marcia della Pace.

Emanuele Zilio e Fabio Olmastroni.

ognuno di noi può e deve fare la propria

parte nella costruzione di un mondo in cui

le donne e gli uomini possano vivere in pace

Giorno dopo giorno

Portatori di pace

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Quella piacevole stonatura … bisogna avere un’ottica obiettiva per poter parlare di qualcosa che ci appartiene; il problema è che quando ciò di cui si scrive entra a far parte del nostro animo e passa direttamente dal cuore o dalla pelle si rischia di essere un po’ troppo “avvolgenti” e ci si lascia trasportare da qualcosa che forse non esiste. Si potrebbe far ricorso alla parola “alle-gria” per poter centrare ciò che è la Compagnia orione di Molfetta (Bari) ma sarebbe banale, allora prendiamo l’idea di “solarità” ma ancora una volta sarebbe troppo scontato. Ho trovato! STonARE. Sì, stonare è il verbo giusto.

La Compagnia Orione di Molfetta è stonata. Non bisogna istintivamente pensare alla stonatura come qualcosa di negativo. Bisogna invece che ci si accorga di quanto è ricca e nascosta questa parola. La stonatura, in una melodia perfetta si sente. Ci si accorge subito di un accordo sba-gliato, di una nota saltata, di un’accordatura mal

impostata, di un lieve cedimento della voce o di qualche distanza sonora errata; ci si accor-ge subito anche di un gabbiano che non ha lo stesso passo del suo stormo; è evidente anche l’andatura sbilenca di un soldato in un grande esercito o ancora di un bicchiere scheggiato in un set di bicchieri nuovi; è anche palese e affatto marginale una sola pioggia in un periodo di lunga siccità, come può essere evidente uno sbaglio arbitrale nel finale di una bella partita

o lo sbadiglio di qualche importante presidente in un’importante assemblea. Quanto può essere considerata la stonatura qualcosa di negativo? E chi ci dice che non serva a perfezionare il com-plesso? Come si può catalogare e avvicinarsi al canone di perfezione senza dover sbagliare? La stonatura è qualcosa che emerge, che evade, qualcosa che strappa i propri vestiti perché m

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Quella piacevolestonatura

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ritiene siano troppo stretti, qualcuno che mette la testa fuori dall’acqua per osservare come splende davvero il sole. Ogni rover presente in Compagnia qui a Molfetta ha qualcosa da espri-mere, qualcosa non da dover dimostrare bensì da voler dimostrare a qualcuno, la Compagnia di Molfetta non si ritrova nei proverbi, nei luoghi comuni o nelle frasi fatte: è qualcosa di più.E’ perfettamente adeguato intendere i rover di Molfetta come pezzi di azzurro che formano il cielo, anzi come stelle della costellazione Orione, tutte splendenti in modo complementare, inizian-do dal Capo Compagnia Annarita, stramba al punto giusto, con quel pizzico di vera gioia capace di saper raccogliere ed abbracciare tutti quanti i rover con una sola rumorosa ed accogliente risata, in due sole parole: CALOROSA e STONATA. Poi c’è Roberta, il cui totem organizza e sistema tutto ciò che su di lei ci sarebbe da dire: Tigre Raggiante, che con quel suo senso di amicizia profondo e sincero che si riesce a cogliere in modo trasparente e senza mezzi termini dà la sincronia giusta nella vita di compagnia. VIVACE e STONATA. Passando al nostro Puma Impetuoso, Antonio; sappiamo un po’ tutti in Compagnia ciò che lui ha più a cuore: fategli vedere un pallone e potete giurare di averlo perso per un buon lasso di tempo. Il calcio infatti è qualcosa che molte volte lo stacca dal mondo scout ma che serve pa-radossalmente a riavvicinarlo in maniera ancora più assidua. FORTE e STONATO. Poi c’è Adriana che con quel suo bianco sorriso ispira serenità, quasi a voler ricordare a tutti di essere soavi e leggeri anche per procedere nel cammino. TRANQUILLA e STONATA. Ancora Cosimo, un falco che avvolge tutto e tutti. Come? Con quella che è un po’ la sua arte prediletta ossia la musi-ca: affidategli un qualsiasi strumento, dal clavi-cembalo al flauto e il prodotto sarà pura poesia.

stonaturaUn Fa##. È questa la nota che manca. Gaetano, il picchio spumeggiante, che scrive e scrive, al punto che giunge a dimenticarsi persino di sé stesso. Avete presente un Fa doppio diesis? Beh, lui è proprio questo, è una nota che non si accontenta, è quella nota che risuona in una tarantella così come nella migliore sinfonia di Beethoven, è quel tipo di suono che riecheggia come un basso conti-nuo, dà ritmo, dà corpo ad un coro, crea profondità a quelle due o tre parole di qualsivoglia stornello così come di questo pezzo, che se fatto di sole parole, senza musica, si ascolterebbe? Beh, Tano, di certo non vogliamo dire che tu sappia cantare … Gaetano, STONATO e INTONATO.

Compagnia orione

GIOCOLIERE e STONATO. Beh poi c’è Alessia, una cerbiatta con una tenerezza ed un’armonia di pensiero che forse è l’unica cosa che davve-ro servirebbe in un lungo cammino oltre alle scarpe. Chiunque potrebbe dire di non averla mai vista piangere se non per forti emozioni. E’ il tipo di persona con cui si condividono intensi sentimenti e si ha voglia di farli rimanere lì, per sempre, incatenati al nostro cammino. COLORA-TA e STONATA. Passando a Serena, la ragazza innamorata di un ragazzo per volta ma fonda-mentalmente con il cuore in mano a qualcuno per sempre, che si distingue per la sua dispo-nibilità ed intraprendenza. YOUNG e STONATA. Ancora Marianna, il “braccio” della Compagnia Orione. Una persona di cui ci si può fidare, anzi a cui ci si deve affidare. PORTENTOSA e STONATA. Poi c’è ancora Silvio che con la sua timidezza e riservatezza riesce ad essere complementare nella vita rover. SEDUTO e STONATO. O ancora ivano, il classico viso di chi alle scuole elemen-tari cercava sul libro di geografia immagini buffe e le riferiva al suo compagno di banco per strap-pargli un sorriso. Spesso ciò che lo fa emergere è il suo essere troppo attaccato a ciò che è infantile o a ciò che è rozzo, ma va bene così. CONTADINO e STONATO. Infine c’è Corrado, il “ papà” dei rover di Compagnia. Qualcuno la cui esperienza si può solo apprezzare e stimare. OLD e STONATO. Aspettando e in qualche modo mettendo su la struttura della prossima Estate Rover, che con persone come quelle presentate non si può che godere, questo articolo giunge al termine, lasciando a voi lettori l’idea di una compagnia, tutta unita e portata a creare una di quelle melodie che restano eterne, così come a volte lo è il suono di una piacevole stonatura.

Gaetano de Virgilio

Nel prossimo numero, la Compagnia Huracan di Milano

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Scegliete le foto più belle (formato .jpg) della vostra compagnia, quelle in cui siete veramente fichi (che più fichi di così non si può) e speditele a:[email protected] pubblicati su queste pagine!

Scatta&pubblicaro

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lik!

Stefania, Compagnia Ahmad Ibn Fadlan Verona 3, vede la luce in cima al sentiero !!! [foto di Caterina]

La Compagnia Rex di Riposto pronta a conquistare la scena…

Dalla Pasqua Rover Regionale (Sicilia – Calabria) di Espressione 2010 – Caltagirone (CT). [foto di Andrea Puglisi]

foto rover fatte da rover

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1.000 giorni da Capo CompagniaDecidere di diventare un Capo Compagnia (CC) in una notte pri-ma dell’apertura di un nuovo anno scout lasciando il tuo Branco da Akela (Akela è Akela!!!) non è stato per niente semplice, soprattutto sa-pendo che in Sezione nessuno ti po-teva aiutare dato che la Compagnia mancava ormai da qualche anno…un salto nel buio insomma.Poi, la mia età “giovanissima”, 42 anni, quanti dubbi, perplessità, angosce….Dall’altra parte, dei rover allo sbando con poche occasioni di roverismo sulle spalle: Luca, Pablo, Laura, Elisa ed altri che stanno per arrivare: Teo, Dado, Ale, Gabro, Cuz, Jack, Del-lo, Danno. Ho accettato la sfida soprattutto per loro, ho accettato di mettermi in gioco senza strumen-ti, senza esperienza e sono diventato uno di loro, caratteristica fondamentale nel roverismo! Loro, i miei Rover hanno avuto la capacità di azzerare la differenza di età; io ho avuto la pazienza di ascol-tarli, la voglia di giocare con loro il Roverismo, la te-nacia nell’affrontare le loro problematiche diventan-do un fratello maggiore, e non un genitore pronto a puntare il dito. E così passo dopo passo è rinata una Compagnia Rover a Valmadrera, la “cumpa”, carica, decisa a farsi conoscere….quanti errori sul metodo, quanti danni, quanti Capi Compagnia incontrati che mi hanno sopportato e supportato, quante com-pagnie hanno fatto attività con noi, quanti momenti forti: le Pasque Rover, le settimane di convivenza, la prima Estate Rover a Barcellona ospiti dagli Scout Catalani conosciuti al Jamboree 2007, 48 ore prima di tornare in Italia e ripartire con la mia Compagnia per incontrarne “Una” tutta femminile dell’Aquila in

terra spagnola; l’Estate Rover Nazio-

nale, magica, strepitosa, con il “ roverino notturno” per la gioia dei responsabili del campo a Villa Buri; l’Estate Rover di servizio a Coppito con Genova….Mille giorni possono sembrare tantissimi, ma se vissuti intensamente nel fare Roverismo, volano e il tuo zaino diventa pesante, ricco di ricordi, atti-mi, sorrisi, emozioni… In questo momento un po’ vuoto perché ho dovuto lasciare la Compagnia ad Ivano (che eredità!), il mio pensiero vuole essere un ringraziamento a tutti i miei Rover (Luca, Pablo e Laura intanto che scrivo stanno partendo per il campo scuola di Pasqua, che soddisfazione), ai CC conosciuti lungo la strada, alla Zia di Milano grande punto di riferimento, al mio Commissario Naziona-le che non è mai riuscito a domarmi. Ma soprattutto vuole essere uno stimolo per tutti quei CC che han-no i capelli grigi come me e che hanno tantissima voglia di fare Roverismo quello vero, non a tavolino o comodo, ma quello fatto di avventura e strada da percorrere. A tutti loro dico non mollate, buttatevi, mettevi in gioco, siate uno dei vostri rover…A tutti loro dico SI PUO’ FARE!

Chiccodivalmadrera

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C’era una volta della gente pazza che si vestiva di verde e usava un foulard, giallo e nero.In verità erano solamente giovani, per essere più precisa, scout; e per essere ancora più precisa, scout laici. E come se non mancasse erano e sono, perché non sono morti nonostante tutto, italiani.Dopo poche ore di sonno presero un treno per Mila-no, per poi prendere l’aereo per Dubrovnik, Croazia. Tutto sembrava filare liscio... ma il caro Mar-cello, il più pazzerello, iniziò la lunga serie di “marcellate” proprio in aeroporto: è dovuto rimanere a Milano perché la carta d’identità era valida solo in Italia. (Deh!) Dopo esser tornato a casa, prese la testa e la responsabilità (e il passaporto) è partito per Dubrovnik, dove gli altri pazzi lo aspettavano. Intanto gli altri avevano conosciuto la città, erano andati al mare, avevano fatto ciò che a tutti i giovani piace fare, o meglio, non fare e hanno fatto cose da gente pazza: le attività che si erano portati da casa. Arrivato Marcello iniziarono i viaggi in autobus nei Balcani. Senza nessun ventilatore e senza aria condizio-nata arrivarono in Montenegro. Lì, vicino a un lago, hanno fatto un gioco-di notte-da pazzi e in un freddo cane. E come tutti sospettavano il pazzo Marcello ed un pazzo che chiameremo pazzo-junior (Giulio) hanno fatto testa contro testa.Pazzo-junior si è tagliato leggermente sul so-pracciglio. E il pazzo Marcello si è tagliato sotto il sopracciglio e tutta la parte destra del volto. “Tirami una foto, tirami una foto” chiedeva con euforia alla pazza-peace&love (la sottoscritta). Una certa notte la gente pazza ha dormito lette-ralmente fuori, senza tenda, niente! Gli uomini appartenenti alla gente pazza e una pazza-coraggiosa (La Lui) salirono sul fiordo di Kotor. E intanto l’unico grande uomo che era lì per pro-teggerle, dormiva! Indovinate chi? Marcello!In seguito, dopo ore senza dormire, viaggiarono ancora e finalmente arrivarono in Albania, il motivo di tutto questo viaggio! Appena arrivati

The Legend of Simpsonil

tacc

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di B

. C.

mangiarono il burek, un pane tipico, ripieno (non sapevano che sarebbe diventato una dipendenza!). In seguito andarono a visitare i bambini - che dopo, col contatto con la gente pazza, diventarono pazzerelli. Dopo giochi pazzi, canti pazzi, dovettero salutarsi.Come ci avevano detto, ogni bambino aveva scelto uno di noi come seconda mamma, secondo babbo. E Jessica aveva scelto la pazza-peace&love (io). E cadeva quasi una lacrima...Un giorno tre pazze, coincidentemente nate nel 1991, ricevettero un secondo nome, un nome pazzo.Inya Poetica. Leonessa Leale. Cerva Coraggio-sa.It’s only I can tell you!Nel fine settimana altri bambini. Questa volta orfani. Abitavano e abitano nella discarica, la scuola non è obbligatoria, un quaderno come regalo è un miracolo. Difficili bambini. Bambini senza speranze.Come tutto in questo viaggio, anche il ritorno è

Estate Rover 2009 in Croazia, Montenegro e Albania

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i B. C

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stato complicato. Il traghetto era in ritardo di 14 ore. Tutti hanno dor-mito per terra, sul molo. E dopo ore dormendo nel traghetto, arrivarono a Bari. Lì, la cugina del boss della gente pazza (Oscar) ha portato panini con prosciutto e formaggio. Dopo varie ore dormendo e non soppor-tandosi più l’un l’altro, arrivarono a Firenze.La Vostra Inya Poetica...

Giulia Bruttini CavalcantiCompagnia Road Runner, Firenze 1

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Il nome di questa rubrica si riferisce al taccuino di viaggio, e in particolare a quello di Bruce Chatwin, scrittore e viaggiatore. Una sua frase recitava: La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi. On the road, proprio come i Rover. Raccontateci le vostre attività. Scrivete a [email protected]

Voglio volareper essere liberodi fare.

Come un uccellovoglio spariredove soloio posso sapere.

Come un uccellovoglio migrareper tornaredove sono partito.

nel prossimo numero, la Compagnia della quercia di Bergamo e la sua Estate Rover

di servizio in Romania

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Voi L aVEtE Gia orDinato?no? E Cosa statE asPEttanDo?

Questo è l'opuscolo curato da Roberto Fracchetti e venduto al prezzo di 5 euro per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione della sede de L'Aquila. Per informazioni e per partecipare alla raccolta fondi consultate http://cngeilaquila.blogspot.com/

INFO

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