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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. Caritas diocesana di Torino L’Ufficio Caritas Diocesana di Torino nasce il 5 febbraio 1980 per opera dell’Arcivescovo Anastasio Alberto Ballestrero, con il compito di promuovere la carità all’interno della comunità cristiana della Diocesi di Torino, attraverso l'animazione e alcuni servizi specifici. L’Ufficio mette a disposizione idee, progetti, percorsi di formazione, momenti di riflessione e di dialogo sui problemi e sui bisogni della società odierna. Fa anche da raccordo tra la Diocesi e l’ente pubblico per quanto riguarda le politiche sociali del territorio. La promozione della carità avviene attraverso quattro aree principali: - la promozione della carità nelle comunità attraverso la formazione, l’accompagnamento delle Caritas Parrocchiali; - la promozione umana, con l’attenzione ai principali problemi del territorio, attraverso l’approfondimento e la formazione a favore degli operatori di carità; - la promozione della solidarietà nelle emergenze, in particolare a livello mondiale, attraverso la gestione delle collette. - la promozione del volontariato e del Servizio Civile. Fin dalla sua nascita, la Caritas Diocesana di Torino ha investito moltissimo in termini di tempo e risorse sia sull’ obiezione di coscienza sia sull’Anno di Volontariato Sociale per le ragazze e i ragazzi non idonei alla leva (per alcuni aspetti un’esperienza che ha preceduto di vent’anni la legge sul servizio civile volontario), due proposte educative grazie alle quali in poco più di venticinque anni è riuscita ad far svolgere un servizio civile a quasi 4.000 giovani. Dal 2001 si impegna anche nel Servizio Civile Nazionale, svolgendo per il Piemonte e la Valle d’Aosta una funzione di riferimento e coordinamento (i primi progetti infatti sono stati scritti a livello regionale). L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: CARITAS DIOCESANA DI TORINO Via Val della Torre 3 CAP 10149 Torino (TO) Telefono 0115156358 Fax 0115156359 E-mail [email protected] Persona di riferimento: Graziella Fallo 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1° CLASSE

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN … · Caritas diocesana di Torino L’Ufficio Caritas Diocesana di Torino nasce il 5 febbraio 1980 per opera dell’Arcivescovo Anastasio

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE 1) Ente proponente il progetto:

CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. Caritas diocesana di Torino L’Ufficio Caritas Diocesana di Torino nasce il 5 febbraio 1980 per opera dell’Arcivescovo Anastasio Alberto Ballestrero, con il compito di promuovere la carità all’interno della comunità cristiana della Diocesi di Torino, attraverso l'animazione e alcuni servizi specifici. L’Ufficio mette a disposizione idee, progetti, percorsi di formazione, momenti di riflessione e di dialogo sui problemi e sui bisogni della società odierna. Fa anche da raccordo tra la Diocesi e l’ente pubblico per quanto riguarda le politiche sociali del territorio. La promozione della carità avviene attraverso quattro aree principali: - la promozione della carità nelle comunità attraverso la formazione, l’accompagnamento delle Caritas Parrocchiali; - la promozione umana, con l’attenzione ai principali problemi del territorio, attraverso l’approfondimento e la formazione a favore degli operatori di carità; - la promozione della solidarietà nelle emergenze, in particolare a livello mondiale, attraverso la gestione delle collette. - la promozione del volontariato e del Servizio Civile. Fin dalla sua nascita, la Caritas Diocesana di Torino ha investito moltissimo in termini di tempo e risorse sia sull’ obiezione di coscienza sia sull’Anno di Volontariato Sociale per le ragazze e i ragazzi non idonei alla leva (per alcuni aspetti un’esperienza che ha preceduto di vent’anni la legge sul servizio civile volontario), due proposte educative grazie alle quali in poco più di venticinque anni è riuscita ad far svolgere un servizio civile a quasi 4.000 giovani. Dal 2001 si impegna anche nel Servizio Civile Nazionale, svolgendo per il Piemonte e la Valle d’Aosta una funzione di riferimento e coordinamento (i primi progetti infatti sono stati scritti a livello regionale). L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: CARITAS DIOCESANA DI TORINO Via Val della Torre 3 CAP 10149 Torino (TO) Telefono 0115156358 Fax 0115156359 E-mail [email protected] Persona di riferimento: Graziella Fallo 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione:

NAZIONALE 1° CLASSE

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CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

L’Arsenale della Piazza – Sermig- Torino 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA Area di intervento: MINORI, GIOVANI Codice: A02 (AREA PREVALENTE), A03 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il

progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE Il contesto territoriale di riferimento del progetto è il quartiere di Porta Palazzo, all’interno della Circoscrizione 7 della Città di Torino. È un quartiere di frontiera che nel secondo dopo guerra ha visto l’immigrazione proveniente dal Sud Italia e che da fine anni ’80 ad oggi vede un susseguirsi di migrazioni da tutte le parti del mondo. Ad oggi la popolazione è di circa 90.000 persone di cui il 17,6% non è cittadino italiano. In particolare nel quartiere di Borgo Dora – Valdocco, quartiere con la maggiore concentrazione di stranieri a Torino, la percentuale di cittadini immigrati arriva al 35%. 90 sono i Paesi di provenienza con una prevalenza di Rumeni (32%), Marocchini (20%), Cinesi (8.5%) e Nigeriani (4%). Analizzando le singole fasce di età più giovani si può notare come la percentuale di stranieri aumenta: 53% nella fascia da 0 a 5 anni; 51% nella fascia da 6 a 10 anni, 50% dagli 11 ai 13 anni. Da questo emerge che il quartiere di Porta Palazzo è un quartiere multietnico, dove tante culture si intrecciano e non sempre riescono a valorizzare le loro ricchezze in un percorso di integrazione. Oltre alle problematiche legate alla convivenza tra culture tanto diverse fra loro, i Servizi Sociali che lavorano sul territorio rilevano un elevato numero di situazioni in cui si riscontrano alloggi piccoli e sovraffollati, nuclei familiari numerosi con reddito inadeguato, una bassa qualità della vita, e condizioni abitative generalmente poco adatte per la crescita dei bambini che si trovano a vivere in questo contesto. La recente crisi economica ha reso ancora più difficile la condizione di molte famiglie: il lavoro è generalmente irregolare e sottopagato. Questi fenomeni non possono non essere collegati anche alla crescente crisi del sistema famiglia: a causa dello sfaldamento dell’istituto matrimoniale, aumentano i nuclei formati da un solo genitore con reti parentali assenti e conseguenti ricadute a livello economico, educativo ed affettivo, per i minori che vivono queste situazioni. I Servizi Sociali rilevano inoltre l’aumento costante di fenomeni di dispersione scolastica e nelle scuole del territorio aumentano i casi di minori per cui gli insegnanti effettuano richieste e segnalazioni, per la certificazione di disabilità (sono circa 150 i casi segnalati), disturbi dell’apprendimento o del comportamento, situazioni familiari ed abitative inaccettabili. Da questa situazione scaturisce un preoccupante livello di tensioni sociali che sfociano sovente in diffusi problemi d’illegalità e sicurezza. I principali problemi di legalità che ne derivano sono legati ad una delinquenza organizzata che va dallo spaccio, ai furti, al racket degli affitti e del lavoro, alla prostituzione, al contrabbando e ricettazione. Ne discendono forme gravi e diffuse di disturbo. Per questo riteniamo sia importante puntare l’attenzione di questo progetto sulla fascia dai 6 ai 25 anni, perché un buon inserimento e integrazione nel contesto sociale di questi bambini e ragazzi significa dare futuro a questo spaccato di società, senza creare ghetti, in uno spirito di rispetto reciproco e dialogo. Il lavoro delle diverse associazioni che operano sul territorio, dimostra che oltre la rabbia, la solitudine, la paura ed il degrado c’è un altro percorso possibile, fatto di persone che accolgono, di relazioni che nascono, di barriere che cadono, di muri che non hanno più bisogno di essere costruiti, di identità nuove che si costruiscono giorno dopo giorno.

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SITUAZIONE ANAGRAFICA DEI MINORI PRESENTI NEL CONTESTO TERRITORIALE La popolazione nel Quartiere di Porta Palazzo che ha un’età inferiore ai 24 anni è di 17.862 unità di cui la metà è sotto i dieci anni. Per i bisogni che verranno esplicitati in seguito, la fascia d’età d’interesse del presente progetto è quella dai 6 ai 25 anni. ANALISI DEI BISOGNI Dai rapporti del Comune e della Circoscrizione 7, dell’Ufficio Minori e della Prefettura di Torino, emergono i seguenti bisogni per la fascia di età presa in considerazione:

Di fronte alla crisi familiare nasce la necessità di ricostruire un contesto familiare allargato, creando una rete di collaborazione tra le varie realtà che hanno un ruolo importante nella crescita del minore (scuola, famiglia allargata, gruppi sportivi,…);

Mancanza di spazi adeguati dove i minori possano incontrarsi nel rispetto reciproco e nel dialogo, creare relazioni, svolgere attività in un clima di sicurezza e legalità;

A causa della crisi economica e della mancanza di un lavoro stabile per gli adulti, numerose famiglie non riescono a soddisfare i bisogni primari (cibo, abbigliamento, cure mediche,…);

Di fronte a una difficoltà di integrazione da parte degli adulti, dovuta alla poca conoscenza della lingua italiana e delle regole base della convivenza civile, il minore si ritrova a dover gestire da solo il proprio percorso scolastico. Spesso incontra difficoltà di apprendimento e nel reperimento degli strumenti necessari per lo studio (libri, quaderni,…). Alcuni di loro necessitano di un percorso scolastico individualizzato;

Di fronte a fenomeni di difficoltà di relazione e di comportamenti aggressivi, il minore ha bisogno di figure di riferimento adulte coerenti che siano disponibili ad ascoltarli e a incoraggiarli, a testimoniare con il loro operato l’importanza del rispetto e della collaborazione;

Per evitare situazioni di esclusione e di emarginazione è necessaria l’acquisizione da parte del bambini le basi dell’educazione alla cittadinanza responsabile.

SERVIZI ANALOGHI E RELATIVE OFFERTE (SERVIZI) PRESENTI NEL CONTESTO TERRITORIALE Sul territorio di Porta Palazzo sono presenti 10 Scuole Elementari (di cui 3 private), 10 Scuole Medie (di cui 4 private) e 10 Scuole Superiori (di cui 1 privata). La maggior parte di queste scuole soprattutto quelle presenti nella zona di Porta Palazzo si stanno attivando nel creare una rete di collaborazioni con le associazioni presenti sul territorio per offrire ai bambini un “villaggio educativo allargato”. Nella Circoscrizione 7 esiste una fitta rete di servizi e associazioni, che lavorano attivamente per migliorare le condizioni di vita dei minori presenti sul territorio e delle loro famiglie.

PROBLEMA-BISOGNO SERVIZI PUBBLICI IN RISPOSTA

SERVIZI PRIVATI IN RISPOSTA

Difficoltà scolastiche Servizi Sociali, NPI, CTP Parini

Sermig, CantiereSOS, Cecchi Point, Amece, Associazione Arteria (progetto Apemigra), Biblioteca civica Italo Calvino, doposcuola gestiti nelle scuole secondarie (Croce-Morelli, Marconi-Giacosa)

Difficoltà nell’interazione interculturale

Sermig,CantiereSOS, Cecchi Point, Amece, Associazione VIP, Associazione Arteria (progetto Apemigra)

Dispersione scolastica Sermig, CantiereSOS, Cecchi Point, (progetto Provaci ancora Sam), Nomis , CTP Parini

Difficoltà di gestione delle dinamiche conflittuali

Sermig, CantiereSOS, Cecchi Point, AssociazioneVIP, Associazione

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PRESENTAZIONE DEL SOGGETTO ATTUATORE Il Sermig (Servizio Missionario Giovani) nasce nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero. Dal 1983 il Sermig ha sede nel vecchio Arsenale di Torino, nello storico quartiere di Porta Palazzo. Era l’Arsenale Militare di Artiglieria, dove è stata forgiata buona parte delle armi italiane utilizzate nelle due guerre mondiali. Il comune di Torino l’ha concesso al Sermig in comodato e il Sermig l’ha interamente ristrutturato con il coinvolgimento di migliaia di giovani, trasformandolo in Arsenale della Pace. Il suo sogno è quello di abbattere la fame nel mondo e lottare contro le ingiustizie sociali. Oggi è una città rifugio, pienamente inserita nel territorio, a servizio della Città per l’accoglienza notturna e residenziale per donne e uomini senza fissa dimora, rifugiati/e, profughi, donne sole e con bambini, per persone vittime di maltrattamenti e tratta (nel 2014 42.169 presenze, 72.714 pasti distribuiti oltre a presenze per i corsi di italiano, colloqui per la ricerca del lavoro, i pacchi di vestiario e alimenti). Un Poliambulatorio medico interno offre assistenza sanitaria a persone disagiate e che non possono usufruire del SSN (nel 2014 5.217 visite mediche, 996 prestazioni odontoiatriche e distribuite 4.695 confezioni di farmaci). Negli ultimi dieci anni il Sermig ha ampliato la sua azione nel quartiere, rispondendo alle esigenze della popolazione e alle richieste della Città. Ha ristrutturato nella zona più degradata del quartiere un condominio solidale e un housing sociale. Ha aperto il Nido del Dialogo (55 bambini da 3 mesi a 3 anni) convenzionato con il Comune di Torino, per rispondere alle esigenze del quartiere e realizzare opportunità di dialogo e integrazione tra le varie culture ed etnie presenti a Porta Palazzo. Si è messo poi a servizio delle famiglie e dei minori del quartiere con il progetto Arsenale

Arteria (progetto Apemigra) Difficoltà nell’orientamento e nell’accesso alle risorse e ai servizi presenti sul territorio (sanitari, sociali, scolastici)

Ufficio minori stranieri, Servizio Sociale, Educativa Territoriale, CTP Parini

Sermig, Nomis

Scarsa (o nulla) conoscenza della lingua italiana e della cultura in cui si trovano inseriti.

CTP Parini, CTP Gabelli Sermig, CantiereSOS

Marginalità sociale, disagio sociale Sermig,CantiereSOS, Cecchi Point, Progetto Ape (Associazione Arteria)

Difficoltà di sopravvivenza (vitto, alloggio, etc.)

Ufficio minori stranieri, Servizi Sociali, Educativa Territoriale

Sermig, Nomis, Servizi Sociali, educativa Territoriale

Grave esposizione a rischi di sfruttamento e di coinvolgimento in attività illegali da parte di organizzazioni criminali.

Ufficio minori stranieri, Servizi Sociali, Educativa territoriale

Sermig, Nomis, Progetto Ape (Associazione Arteria)

Vittime di violenze ed abusi Ufficio minori stranieri, Servizi Sociali, Educativa Territoriale, NPI

Sermig, Associazione Franz Fanon,

Assenza del nucleo familiare di appartenenza.

Ufficio minori stranieri

Nomis Associazione Arteria (progetto Apemigra)

Minori italiani e stranieri non accompagnati e/o senza fissa dimora

Ufficio minori, Ufficio minori stranieri

Nomis, Associazione VIP, Associazione Arteria (progetto Apemigra)

Necessità di accompagnamento penale

Ufficio minori stranieri, Servizi Sociali

Nomis

Devianza, coinvolgimento in attività criminose o in dipendenza patologica

Ufficio minori stranieri, Servizi Sociali, Educativa Territoriale

Nomis, Progetto Ape(Associazione Arteria)

Problemi relazionali, nella strutturazione della personalità, ritardo nella individuazione e nella padronanza personale

Ufficio minori stranieri (progetto Koinè), Servizi Sociali, Educativa Territoriale, NPI

Associazione Franz Fanon, Parole in movimento

Rischio di perdita della propria lingua e cultura d’origine

Amece, Associazione Zhi Song, CantiereSOS

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della Piazza. Oltre all’attività assistenziale il Sermig offre al territorio una incisiva offerta di formazione rivolta agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, alla popolazione universitaria e ai giovani in generale. Nel 2014 sona state incontrate 285 classi per un totale di 6.666 studenti. Dal '64 ad oggi il Sermig ha portato soccorso attraverso carichi umanitari a popolazioni colpite da calamità naturali e ha realizzato oltre 77 missioni di pace in Paesi in guerra quali Libano, Rwanda, Somalia, Iraq, ex Jugoslavia ecc. Ha realizzato oltre 3mila interventi di sviluppo nei 5 continenti. MINORI COINVOLTI NEL PROGETTO I bambini ed i ragazzi coinvolti dal 2007 ad oggi nel progetto dell’Arsenale della Piazza sono 430, provengono da oltre 20 Paesi diversi nel mondo. La maggioranza è di origine marocchina e romena, altri provengono da Egitto, Congo, Nigeria, Cina, Costa D’Avorio, Ecuador, Colombia, Tunisia, Senegal, Perù, Moldavia ed altri Paesi, alcuni sono italiani. ANNI DI NASCITA 1990-1994 1995-1999 2000-2004 2005-2009 N° 66 132 162 70 Ogni anno il numero di famiglie a cui è stato possibile dare una risposta alla richiesta di supporto scolastico e di inserimento in un gruppo è gradualmente cresciuta. Questo grazie alla collaborazione di un buon numero di volontari che hanno continuato con costanza a partecipare alle attività nonché al supporto, e alla collaborazione con diverse Facoltà che hanno invitato studenti ad intraprendere tirocini o stage formativi all’Arsenale della Piazza del Sermig. Solo nel 2014 sono stati 159 i minori beneficiari del progetto, suddivisi in 4 percorsi diversi in base all’età o alla partecipazione ad una delle squadre di calcio.

Rimane costante la presenza di minori di provenienza straniera anche se ormai sono una minima parte quelli che sono giunti in Italia dopo la nascita. La maggior parte dei bambini e dei ragazzi è nata a Torino e le famiglie vivono ormai in questa città da almeno 15 anni. Sono in buona parte figli dei ricongiungimenti famigliari ed in molti casi possono godere della presenza non soltanto dei genitori, ma anche degli zii e dei cugini, a loro volta giunti in Italia 15-20 anni fa ed ormai inseriti nel territorio cittadino.

elementari; 64

medie; 45

adolescenti; 25

calcio; 25

Distribuzione per età dei 159 bambini e ragazzi dell'Arsenale della Piazza nell'anno 2014

elementari

medie

adolescenti

calcio

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PROPOSTE ED INTERVENTI A FAVORE DI MINORI E GIOVANI PROPOSTI DALL’ ARSENALE DELLA PIAZZA L’Arsenale della piazza ad oggi offre:

Attività di supporto scolastico per elementari, medie e superiori (tre volte a settimane per ogni fascia di età);

Laboratori di arte e creatività per elementari e medie (una volta a settimana per ogni fascia di età); Laboratori di teatro per elementari e medie (una volta a settimana per ogni fascia di età); Laboratori sportivi di calcio e basket per elementari e medie (una volta alla settimana per ogni fascia

di età); Laboratorio di musica d’insieme e danza per elementari e medie (una volta a settimana per ogni

fascia di età). FINALITA’ GENERALI DEL PROGETTO - Creare uno spazio di accoglienza e di ascolto, di dialogo e di condivisione, dove bambini e giovani a rischio di esclusione sociale diventano protagonisti nella costruzione di una cittadinanza attiva e responsabile. - Far sperimentare a bambini e a ragazzi che oltre la rabbia, la solitudine, la paura ed il degrado c’è un altro percorso possibile, fatto di persone che accolgono, di relazioni che nascono, di barriere che cadono, di muri che non hanno più bisogno di essere costruiti, di identità nuove che si costruiscono giorno dopo giorno. - Creare un punto di riferimento stabile di confronto non solo per i bambini e i giovani ma anche per le loro famiglie. DESTINATARI Bambini e ragazzi italiani e immigrati a rischio di esclusione sociale che abitano nel quartiere multietnico di Porta Palazzo, di età dai 6 ai 25 anni. Vengono definiti “immigrati di seconda generazione”, ma prima di tutto sono bambini e ragazzi che vogliamo aiutare a diventare veramente liberi di scegliersi il futuro che vogliono. Tra di loro ci sono diversi minori con disabilità mentale o fisica, che insegnano agli altri bambini e agli altri ragazzi, a non discriminare chi è diverso. BENEFICIARI DEL PROGETTO

Albania; 2

Nigeria; 18

Marocco; 58

Etiopia; 3

Kyrgyzstan; 2

Italia; 30

Moldavia; 2

Romania; 7Perù; 5

Cina; 13

Benin; 1

Niger; 1Egitto; 2

Congo; 1

Tunisia; 2Ghana; 1 Senegal; 3

Costa d'Avorio; 4

Distribuzione per nazionalità dei 159 bambini e dei ragazzi dell'Arsenale della Piazza 2014

Albania

Nigeria

Marocco

Etiopia

Kyrgyzstan

Italia

Moldavia

Romania

Perù

Cina

Benin

Niger

Egitto

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Oltre ai bambini e ai ragazzi, saranno beneficiarie indirette del presente progetto le famiglie dei minori e giovani coinvolti, le quali saranno sostenute nell’educazione e nella crescita dei propri figli. Sarà altresì beneficiario il quartiere e il territorio cittadino tutto, il quale sarà arricchito in termini educativi, perché al suo interno avrà un laboratorio permanente di dialogo tra diverse culture, fedi, estrazioni sociali, dove si sperimenta che è possibile vivere nel rispetto reciproco.

7) Obiettivi del progetto: PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo non armato e non violento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. DESCRIZIONE DEL CONTESTO DI RIFERIMENTO

“Arsenale della Piazza” è un progetto di animazione e di socializzazione rivolto ai giovani ed ai bambini che abitano nel quartiere multietnico di Porta Palazzo. È la zona della città di Torino con la più alta concentrazione di immigrati: persone di etnie diverse, con culture, tradizioni, religioni e lingue profondamente differenti tra loro, si ritrovano a vivere fianco a fianco, tante volte senza interventi che favoriscano la mediazione e l’incontro tra le diversità. L’Arsenale della Piazza nasce dalla convinzione che le diversità possano diventare una ricchezza, se tutti accettano di vivere in una reciprocità di diritti e di doveri, nel rispetto delle regole e dello stato di diritto. L’integrazione non è un fenomeno naturale e spontaneo, ma è un processo che deve essere guidato dalla volontà politica e dall’azione educativa, perché la logica della contrapposizione e dello scontro non prevalgano sulla cultura dell’incontro e del rispetto. L’Arsenale della Piazza è uno spazio di convivenza, di conoscenza, di ascolto tra le diversità, dove ogni cultura fa diventare più ricche anche le altre. È il laboratorio di costruzione di una nuova cittadinanza, è uno spazio di dialogo aperto tutti i giorni, dove persone profondamente diverse tra loro scelgono di stare insieme,

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rispettando le stesse regole, e parlando la stessa lingua, quella del Paese dove sono accolti, per diventare buoni cittadini italiani. È uno spazio dove ognuno è libero di essere se stesso nel rispetto della libertà degli altri, ma dove a tutti viene chiesto attraverso il dialogo, il confronto e l’incontro con chi è diverso, di sentirsi e diventare realmente parte attiva di una comunità nuova, dove ognuno può mantenere le proprie radici e valorizzare le proprie tradizioni, senza sentirsi migliore degli altri. L’Arsenale della Piazza vuole essere un presidio di legalità e convivenza che si sposta ogni giorno per le strade di Porta Palazzo, portando le proprie attività e le proprie iniziative, oltre che dentro l’Arsenale della Pace, presso la Parrocchia di San Gioacchino, i giardini di Piazza Borgo Dora e Corso Vercelli, l’impianto sportivo di Via Carmagnola. Il progetto nasce dalla richiesta di aiuto di alcune mamme residenti nel quartiere di Porta Palazzo che hanno bussato alla porta dell’Arsenale della Pace, preoccupate per la situazione di degrado e di abbandono dei giardinetti di Piazza Borgo Dora, uno spazio attrezzato per i bambini, divenuto nel corso del tempo inaccessibile a loro e ai loro figli per la presenza di spacciatori. Nell’estate del 2007, per rispondere alle richieste di aiuto e sostegno di queste madri, il Sermig ha scelto di “abitare” i giardini di Piazza Borgo Dora per restituirli alla cittadinanza, occupandoli pacificamente con un pallone da calcio, uno da pallavolo, delle porticine di legno, ed una corda da saltare. Da allora all’interno dell’Arsenale della Pace sono stati preparati degli spazi per l’accoglienza dei bambini e dei giovani di Porta Palazzo, e i volontari e gli animatori del Sermig, hanno iniziato ad abitare ed animare le strade, i giardini ed alcuni spazi pubblici del quartiere. L’Arsenale della Piazza ha creato in questi anni una rete di collaborazioni e di sinergie con le altre realtà educative coinvolte nel processo di crescita dei bambini e dei giovani che lo frequentano: le famiglie, le scuole, i Servizi Sociali della Circoscrizione Sette e tutte le altre Associazioni che operano sullo stesso territorio. È nata un’importante collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, Facoltà di Psicologia, di Scienze dell’Educazione e della Formazione. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO In base ai bisogni emersi descritti al punto 6, si evidenziano i seguenti obiettivi: - Potenziare occasioni di incontro e di aggregazione sicura e protetta dove le differenze culturali, etniche e religiose possano dialogare e conoscersi, per contribuire a costruire una cultura dell’incontro e del dialogo. - Potenziare il supporto scolastico a minori, perlopiù immigrati di prima o seconda generazione. - Educare i giovani e i minori a una cittadinanza attiva e responsabile, coinvolgendoli in attività ludiche e sportive, responsabilizzandoli in percorsi di cura del territorio. - Far crescere nei minori la consapevolezza che ogni persona ha una sua dignità e un suo valore che vanno rispettati e restituiti per il bene comune. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO I seguenti obiettivi, per facilità di esposizione, vengono descritti nel dettaglio nella tabella riportata di seguito: - Offrire luoghi abitati da una presenza educativa di riferimento. - Creare possibilità di scambio, incontro e partecipazione per le famiglie dei minori coinvolti nel progetto. - Offrire servizi di assistenza per la soddisfazione dei bisogni primari di minori e nuclei familiari in situazioni di particolare disagio e difficoltà economica. - Realizzazione di laboratori artistici, sportivi, musicali, teatrali dove i bambini e i ragazzi possano riconoscersi e stare insieme nonostante le differenze culturali, etniche e religiose. - Potenziare il supporto scolastico rivolto ai minori del quartiere di Porta Palazzo - Potenziare il servizio di doposcuola per sostenere tutti i minori che ne fanno richiesta. - Accompagnare i minori con disturbi e problematiche specifiche e i rispettivi nuclei familiari in un percorso di riconoscimento e certificazione di tali difficoltà con le istituzioni preposte. - Potenziamento di progetti individuali e di gruppo di accompagnamento scolastico e di ricerca didattica. - Ampliamento della rete con le associazioni del territorio e rafforzamento delle collaborazioni coi servizi sociali del territorio. - Accompagnamento e orientamento a percorsi di formazione e di ingresso nel mondo del lavoro per minori che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. - Creazione di spazi aggregativi ed educativi in cui i minori possano relazionarsi e crescere in un contesto sicuro e protetto. - Coinvolgimento di minori a rischio attraverso una presenza educativa qualificata e costante. - Coinvolgimento in attività di volontariato in cui essere protagonisti. - Promozione di percorsi di conoscenza di sé e di empowerment nei minori del quartiere.

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OBIETTIVI GENERALI SITUAZIONE DI PARTENZA (Indicatori di bisogno)

OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (Situazione di arrivo)

1) Potenziare occasioni di incontro e di aggregazione sicura e protetta dove le differenze culturali, etniche e religiose possano dialogare e conoscersi, per contribuire a costruire una cultura dell’incontro e del dialogo.

La Sede Operativa offre luoghi attrezzati per l’accoglienza e l’aggregazione dei minori e dei giovani all’interno di un quartiere.

1.1) Offrire luoghi abitati da una presenza educativa di riferimento. La Sede Operativa sarà aperta 6 giorni su 7 con la presenza di almeno un educatore di riferimento, con la presenza di attività.

La Sede Operativa è frequentata da persone con differenze culturali, etniche e religiose.

1.2) Creare possibilità di scambio, incontro e partecipazione per le famiglie dei minori coinvolti nel progetto. Saranno realizzate 5 momenti di ritrovo e di festa in cui le famiglie saranno coinvolte in modo attivo.

La Sede Operativa offre servizi che possono essere utili per soddisfare bisogni primari delle persone.

1.3) Offrire servizi di assistenza per la soddisfazione dei bisogni primari di minori e nuclei familiari in situazioni di particolare disagio e difficoltà economica. Saranno effettuate visite ambulatoriali per l’80% delle persone aventi necessità; verrà distribuito materiale scolastico a inizio anno a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità; sarà distribuito un aiuto alimentare una volta alla settimana a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità.

La Sede Operativa offre laboratori in cui i minori possono crescere e sperimentarsi due volte alla settimana per ogni fascia di età dalle ore 17.00 alle 19.00.

1.4) Realizzazione di laboratori artistici, sportivi, musicali, teatrali dove i bambini e i ragazzi possano riconoscersi e stare insieme nonostante le differenze culturali, etniche e religiose. Verranno realizzati 2 percorsi laboratoriali della durata di un anno scolastico per ogni fascia di età, con incontri settimanali di 2 ore dalle ore 17.00 alle 19.00.

La Sede Operativa offre un servizio di doposcuola due giorni a settimana per ogni fascia di età dalle ore 17.00 alle 19.00 per 159 minori.

2.1) Potenziare il supporto scolastico rivolto ai minori del quartiere di Porta Palazzo. 165 minori coinvolti.

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2) Potenziare il supporto scolastico a minori, perlopiù immigrati di prima o seconda generazione.

La Sede Operativa offre un percorso di formazione per lo staff composto da un centinaio di persone.

2.2) Potenziare il servizio di doposcuola per sostenere tutti i minori che ne fanno richiesta. Coinvolgimento di 150 persone che compongono lo staff al completo, realizzazione di 20 equipe di lavoro, 10 attività di formazione mensile, 1 verifica mensile.

La Sede Operativa offre un servizio di riconoscimento e supporto delle problematiche e dei disturbi specifici dei minori, senza la possibilità fino ad ora di aiutarli nei percorsi di certificazione.

2.3) Accompagnare i minori con disturbi e problematiche specifiche e i rispettivi nuclei familiari in un percorso di riconoscimento e certificazione di tali difficoltà con le istituzioni preposte. Per ogni situazione problematica almeno 2 colloqui all’anno con i vari enti coinvolti.

La Sede Operativa attiva il progetto di accompagnamento scolastico un giorno a settimana per una fascia d’età dalle ore 17.00 alle 19.00.

2.4) Potenziamento di progetti individuali e di gruppo di accompagnamento scolastico e di ricerca didattica. Il progetto viene attuato 2 volte alla settimana per una fascia d’età dalle ore 17.00 alle 19.00.

Presenza di una rete con le scuole e tutte le figure educative che gravitano attorno ai minori.

2.5) Ampliamento della rete con le associazioni del territorio e rafforzamento delle collaborazioni coi servizi sociali del territorio. 4 incontri all’anno con i servizi sociali. Un incontro al mese con la rete territoriale dei servizi.

La Sede Operativa offre un servizio di doposcuola per minori che frequentano la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado.

2.6) Accompagnamento e orientamento a percorsi di formazione e di ingresso nel mondo del lavoro per minori che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Realizzazione del percorso di orientamento per i ragazzi di terza media. Realizzazione di percorsi specifici in caso di valutazione scolastica insufficiente.

3) Educare i giovani e i minori a una cittadinanza attiva e responsabile, coinvolgendoli in attività ludiche e sportive, responsabilizzandoli in percorsi di cura del territorio.

Animazione degli impianti sportivi di via Carmagnola, il cui utilizzo è dato in concessione pubblica, per garantire un utilizzo equo e corretto degli spazi stessi.

3.1) Creazione di spazi aggregativi ed educativi in cui i minori possano relazionarsi e crescere in un contesto sicuro e protetto. Animazione degli impianti sportivi degli impianti sportivi pubblici di via Carmagnola una volta alla settimana dalle ore 14.00 alle 19.00.

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Presenza di un’Associazione Sportiva Dilettantistica con 3 squadre di calcio a 5 che si allenano presso l’impianto sportivo di via Carmagnola 2 volte alla settimana dalle 18.00 alle 22.00.

3.2) Coinvolgimento di minori a rischio attraverso una presenza educativa qualificata e costante. L’ASD coinvolgerà 40 minori, di cui 10 seguiti dai servizi sociali, all’interno di 3 squadre di calcio a 5 affiliate presso FIGC, UISP e CSI, che si ritrovano 3 volte alla settimana presso l’impianto sportivo di via Carmagnola per 3 ore alla settimana dalle ore 17.00 alle 20.00. Le squadre saranno seguite da educatori e allenatori professionisti.

4) Far crescere nei minori la consapevolezza che ogni persona ha una sua dignità e un suo valore che vanno rispettati e restituiti per il bene comune.

Presenza di un gruppo di adolescenti con difficoltà familiari, relazionali, sociali che si incontra per attività di gioco e di doposcuola.

4.1) Coinvolgimento in attività di volontariato in cui essere protagonisti, relazionandosi con il gruppo di giovani italiani delle scuole secondarie di secondo grado provenienti dagli altri quartieri della città di Torino che frequentano abitualmente l’Arsenale della Pace, una volta alla settimana dalle ore 15.00 alle 17.00.

Presenza di un gruppo di adolescenti con difficoltà familiari, relazionali, sociali che si incontra 2 volte alla settimana per percorsi educativi di crescita individuale e di gruppo dalle ore 18.00 alle 20.00.

4.2) Promuovere percorsi di conoscenza di sé e di empowerment nei minori del quartiere. Realizzazione di incontri di confronto e dialogo 2 giorni alla settimana dalle ore 18.00 alle 20.00.

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8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI I minori coinvolti nel progetto vengono generalmente divisi in diversi gruppi in base alla loro età. Ogni gruppo lavora specificatamente rispetto ai bisogni educativi dei minori coinvolti, con un’equipe di riferimento per ciascun gruppo. In particolare i minori coinvolti nel progetto vengono suddivisi in tre gruppi che corrispondono al grado scolastico di riferimento: scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado. Trasversalmente tutti i minori e i rispettivi nuclei familiari vengono coinvolti per la realizzazione di eventi all’interno della sede dell’associazione o sul territorio. AREA DI INTERVENTO Minori e Giovani da 6 a 25 anni, con rispettivi nuclei familiari residenti principalmente nei quartieri di Borgo Dora, Aurora, Rossini, Vanchiglia e Vanchiglietta. SEDE

SERMIG

OBIETTIVO GENERALE 1 Potenziare occasioni di incontro e di aggregazione sicura e protetta dove le differenze culturali, etniche e religiose possano dialogare e conoscersi, per contribuire a costruire una cultura dell’incontro e del dialogo. OBIETTIVO SPECIFICO N. 1.1

Offrire luoghi abitati da una presenza educativa di riferimento. La Sede Operativa sarà aperta 6 giorni su 7 con la presenza di almeno un educatore di riferimento e con la presenza di attività organizzate.

Azione generale 1.1: apertura dal lunedì al sabato della sede operativa con la presenza di educatore

Attività 1.1.1: ridefinizione dei luoghi destinati all’aggregazione

Saranno definiti dai referenti del progetto, dagli educatori e animatori volontari all’interno della sede operativa, luoghi e spazi da destinare al progetto, quali sala giochi, sala multimediale, sala cinema, campi da calcio, da pallavolo, cortili, servizi.

Attività 1.1.2: allestimento dei luoghi con attrezzature adeguate

Gli spazi saranno arricchiti a cura dei referenti del progetto, degli educatori e degli animatori volontari con attrezzature adeguate alle finalità del progetto, alle attività che propone e dei luoghi stessi con materiale ludico, attrezzature sportive, materiale di cancelleria, attrezzature multimediali, arredi,…

Attività 1.1.3: cura degli spazi destinati all’accoglienza

I luoghi e gli spazi saranno curati e puliti, allestiti e decorati, con il coinvolgimento diretto dei destinatari del progetto.

Attività 1.1.4: presenza continuativa di figure educative di riferimento

Gli spazi utilizzati per le attività saranno sempre presidiati e animati dalle figure educative.

OBIETTIVO SPECIFICO N. 1.2 Creare possibilità di scambio, incontro e partecipazione per le famiglie dei minori coinvolti nel progetto. Saranno realizzate 5 momenti di ritrovo e di festa in cui le famiglie saranno coinvolte in modo attivo.

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Azione generale 1.2: creare momenti di incontro e partecipazione per le famiglie dei minori coinvolti nel progetto

Attività 1.2.1: creazione di momenti di incontro

Durante l’anno in occasione dei momenti più importanti verranno promossi momenti di festa aperti alle famiglie.

Attività 1.2.2: favorire la partecipazione

Le famiglie sono coinvolte direttamente nella preparazione dei cibi, degli spazi e delle attività.

Attività 1.2.3: accoglienza e accompagnamento delle famiglie

Durante tutto l’anno gli educatori aggiornano i genitori sull’andamento delle attività e condividono il percorso educativo e le motivazioni che ne stanno alla base.

OBIETTIVO SPECIFICO N. 1.3 Offrire servizi di assistenza per la soddisfazione dei bisogni primari di minori e nuclei familiari in situazioni di particolare disagio e difficoltà economica. Saranno effettuate visite ambulatoriali per l’80% delle persone aventi necessità; verrà distribuito materiale scolastico a inizio anno a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità; sarà distribuito un aiuto alimentare una volta alla settimana a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità.

Azione generale 1.3: realizzazione di servizi di assistenza per i minori e le loro famiglie

Attività 1.3.1: realizzazione di visite ambulatoriali

All’interno della Sede Operativa i medici volontari del Poliambulatorio medico effettueranno visite ambulatoriali ai minori e alle loro famiglie in condizioni di necessità.

Attività 1.3.2: distribuzione di materiale scolastico

All’interno della Sede Operativa all’inizio dell’anno scolastico si distribuirà materiale scolastico alle famiglie richiedenti in possesso di documentazione che attesta lo stato di necessità.

Attività 1.3.3: distribuzione di borse spesa

All’interno della Sede Operativa si distribuiranno borse spesa alle famiglie richiedenti in possesso di documentazione che attesta lo stato di necessità.

OBIETTIVO SPECIFICO N. 1.4 Realizzazione di laboratori artistici, sportivi, musicali, teatrali dove i bambini e i ragazzi possano riconoscersi e stare insieme nonostante le differenze culturali, etniche e religiose. Verranno realizzati 2 percorsi laboratoriali della durata di un anno scolastico per ogni fascia di età, con incontri settimanali di 2 ore dalle ore 17.00 alle 19.00.

Azione generale 1.4: partecipazione dei minori ai laboratori artistici, sportivi, musicali, teatrali

Attività 1.4.1: svolgimento del laboratorio sportivo

Verrà realizzato un laboratorio sportivo della durata di un anno scolastico finalizzato alla collaborazione e al gioco di squadra.

Attività 1.4.2: svolgimento del laboratorio circense

Verrà realizzato un laboratorio di circo sociale della durata di un anno scolastico per i minori che frequentano la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado,a cura della Fondazione U.C.I. – Uniti per Crescere Insieme, orientato a creare unione e integrazione tra i minori.

Attività 1.4.3: svolgimento del laboratorio teatrale

Verrà realizzato un laboratorio di teatro della durata di un anno scolastico per 2 ore alla settimana, in cui approfondire i valori portanti della realtà del Sermig.

Attività 1.4.4: svolgimento del laboratorio musicale

Verrà realizzato un laboratorio di musica della durata di un anno scolastico per 2 ore alla settimana, finalizzato all’espressione di sé attraverso la musica.

Attività 1.4.5: coinvolgimento dei ragazzi ai laboratori

Gli educatori indirizzano i ragazzi alle attività più adatte alle loro caratteristiche e li motivano alla partecipazione e al lavoro di gruppo.

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OBIETTIVO GENERALE N. 2 Potenziare il supporto scolastico a minori, perlopiù immigrati di prima o seconda generazione.OBIETTIVO SPECIFICO 2.1 Potenziare il supporto scolastico rivolto ai minori del quartiere di Porta Palazzo. 165 minori coinvolti.

Azione generale 2.1: Supporto scolastico rivolto ai minori

Attività 2.1.1: supporto ai compiti elementari

I minori delle scuole primarie di primo grado vengono seguiti in un rapporto individuale o semi individuale 2 volte a settimana per un totale di 2 ore settimanali.

Attività 2.1.2: supporto ai compiti medie

I minori delle scuole secondarie di primo grado vengono seguiti in un rapporto individuale o semi individuale 3 volte a settimana per un totale di 4.5 ore settimanali.

Attività 2.1.3: supporto ai compiti adolescenti

I minori delle scuole secondarie di secondo grado vengono seguiti in un rapporto individuale o semi individuale 2 volte a settimana per un totale di 4 ore settimanali.

Attività 2.1.4: programmazione attività di supporto ai compiti

Le diverse equipe si incontrano un volta a settimana per rivedere i bisogni scolastici specifici dei minori e valutare eventuali interventi da portare avanti in collaborazione fra scuola doposcuola e famiglie.

Attività 2.1.5: colloqui fra scuola e doposcuola

Una volta ogni 2 mesi i referenti incontrano gli insegnanti coordinatori o gli insegnanti di sostegno per rivalutare il percorso dei minori e concordare insieme gli obiettivi su cui concentrare l’operato.

OBIETTIVO SPECIFICO 2.2 Potenziare il servizio di doposcuola per sostenere tutti i minori che ne fanno richiesta. Coinvolgimento di 150 persone che compongono lo staff al completo, realizzazione di 20 equipe di lavoro, 10 attività di formazione mensile, 1 verifica mensile.

Azione generale 2.2: potenziamento del servizio di doposcuola

Attività 2.2.1: Coinvolgimento e formazione di figure educative

Alcuni referenti individuano, dopo un periodo di servizio volontario, persone adeguate ad intraprendere un percorso di affiancamento ai minori quali animatori e figure educative a cui poter fare riferimento. Le figure educative hanno particolari competenze quali: minima preparazione pedagogica ed educativa, disponibilità all’ascolto, pazienza, capacità relazionali, capacità nell’animare minori di varie fasce d’età, capacità promozionali, autorevolezza, disponibilità all’ascolto, alla presenza e all’autocontrollo, capacità di lavorare in èquipe e di rispettare i ruoli.

Attività 2.2.2: costituzione di un’èquipe educativa per ciascuna percorso contraddistinto dalla fascia d’età dei minori e dei giovani a cui è rivolto

Viene costituita un’èquipe di tutti gli operatori che presteranno servizio: quali animatori, educatori, volontari giovani e adulti. Verranno definiti, dai referenti, ruoli e compiti di ciascuno. Verrà richiesto presenza, continuità e impegno costante. Il lavoro d’èquipe, attraverso azioni sinergiche e condivise, sarà alla base del consolidamento dell’èquipe stessa.

Attività 2.2.3: formazione degli animatori volontari

Una volta al mese verrà proposto un momento di formazione in cui potersi confrontare sul lavoro condiviso, incontrare il responsabile della casa per approfondire e condividere la mission del Sermig, incontrare specialisti ed esperti per confrontarsi sulle problematiche emergenti.

Attività 2.2.4: definizione, concretizzazione e verifica del progetto educativo

Ciascuna èquipe si ritrova settimanalmente una o due volte per sviluppare il progetto e gli specifici programmi per le fasce di riferimento. Nelle riunioni vengono individuate attività da proporre ai destinatari definendone nel dettaglio le finalità, gli strumenti più idonei al soddisfacimento dei bisogni, le modalità organizzative di preparazione degli spazi e dei materiali, le modalità di verifica.

OBIETTIVO SPECIFICO 2.3

15

2.3) Accompagnare i minori con disturbi e problematiche specifiche e i rispettivi nuclei familiari in un percorso di riconoscimento e certificazione di tali difficoltà con le istituzioni preposte. Per ogni situazione problematica almeno 2 colloqui all’anno con i vari enti coinvolti.

Azione generale 2.3: Percorso di riconoscimento e certificazione di disturbi e problematiche specifiche

Attività 2.3.1: Contatto con la scuola di riferimento

All’interno di ciascuna equipe viene individuata una o più persone ( educatori, psicologi, volontari) che mantengono un contatto più frequente con la scuola e gli insegnanti di riferimento per poter condividere informazioni, strumenti e strategie.

Attività 2.3.2: Contatto con Servizi Sociali e NPI

I referenti incontrano gli operatori dei Servizi Sociali per decidere insieme percorsi attuabili sulla base di un’attenta analisi fra bisogni e strumenti a disposizione. A seguito di questi incontri vengono attuate segnalazioni ufficiali per la Neuropsichiatria Infantile o possono essere attivati percorsi individualizzati (affidi diurni,….).

Attività 2.3.3: Condivisione con la famiglia e supporto nella comprensione e messa in atto di percorsi idonei

I referenti si occupano della condivisione con le famiglie di eventuali difficoltà emerse o percorsi specifici da mettere in atto. Grazie al supporto di una psicologa e di una neuropsichiatra infantile si accompagnano le famiglie verso una maggiore consapevolezza ed una più chiara comprensione delle problematiche e delle risorse accessibili.

OBIETTIVO SPECIFICO 2.4

Potenziamento di progetti individuali e di gruppo di accompagnamento scolastico e di ricerca didattica. Il progetto viene attuato 2 volte alla settimana per una fascia d’età dalle ore 17.00 alle 19.00.

Azione generale 2.4 Potenziamento di progetti individuali e di gruppo di accompagnamento scolastico e di ricerca didattica

Attività 2.4.1: Progettazione e programmazione

Una volta a settimana l’equipe si incontra per due ore per confrontarsi sull’andamento dei minori e riprogrammare le attività di supporto individualizzate o per piccoli gruppi.

Attività 2.4.2: Attuazione della Palestra Didattica

Realizzazione di attività ludico didattiche svolte nel piccolo gruppo per il recupero degli apprendimenti di base. Il progetto viene attuato 2 volte alla settimana per ciascuna fascia d’età dalle ore 17.00 alle 19.00.

Attività 2.4.3: Confronto con la scuola e gli enti preposti

Una volta ogni 2 mesi i referenti incontrano gli insegnanti coordinatori o gli insegnanti di sostegno per rivalutare il percorso dei minori e concordare insieme gli obiettivi su cui concentrare l’azione educativa.

OBIETTIVO SPECIFICO 2.5

Ampliamento della rete con le associazioni del territorio e rafforzamento delle collaborazioni coi servizi sociali del territorio. 4 incontri all’anno con i servizi sociali. Un incontro al mese con la rete territoriale dei servizi

Azione generale 2.5: azioni di ampliamento della rete territoriale per i minori e costruzione di una collaborazione coi servizi sociali del territorio

Attività 2.5.1: Confronto con i Servizi Sociali

Gli operatori incontrano 4 volte all’anno i servizi sociali per riconfrontarsi sull’evoluzione dei casi specifici in condivisione al fine di poter sviluppare una strategia di operato condivisa, più efficace.

Attività 2.5.2: Collaborazione con varie associazioni del territorio

Si promuove la collaborazione con enti ed associazioni del territorio che si occupano di minori o di famiglie di immigrati, più volte nel corso dell’anno per coordinare eventi o gestire attività. (Parrocchia di San Gioacchino , Ass,italo.cinese “Zhisong”, Circoscrizione, Scuole del territorio, Parrocchia La Pace, Valdocco, Amece, …).

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Attività 2.5.3: Partecipazione e promozione ad un tavolo di confronto e collaborazione

Una volta al mese incontro per il tavolo “Tessere Interesse” costituito in partnership con altre 14 associazioni-enti del territorio, con l’obiettivo di confrontarsi su casi specifici di minori e famiglie in difficoltà del territorio e poter condividere competenze e risorse. (Sermig, Ass.Parole in Movimento Onlus, ASAI-CantiereSoS, Cecchi Point, Ass. Arcote, Amece, Ass. Marco Cavallo, Dipartimento delle Dipendenze Circ.6, Educativa Territoriale Mirafiori, Progetto Peter Pan- Ass.Animazione Valdocco, il Cerchio degli Uomini, biblioteca Italo Calvino, Ass.Uniti per Crescere Insieme).

OBIETTIVO SPECIFICO 2.6 Accompagnamento e orientamento a percorsi di formazione e di ingresso nel mondo del lavoro per minori che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Realizzazione del percorso di orientamento per i ragazzi di terza media. Realizzazione di percorsi specifici in caso di valutazione scolastica insufficiente.

Azione generale 2.6: Ampliamento del percorso di formazione e di ingresso nel mondo del lavoro per minori che frequentano la scuola secondaria di secondo grado.

Attività 2.6.1: Percorsi di orientamento

Attività di orientamento scolastico proposta in collaborazione con il COSP della città di Torino nella prima parte del terzo anno di scuola media secondaria di primo grado con l’obiettivo di aiutare i minori ad individuare un percorso di studio idoneo.

Attività 2.6.2: Supporto scolastico individualizzato

Supporto individualizzato su specifiche materie grazie alla disponibilità di 6 volontari che si rendono disponibili una o più volte a settimana per un aiuto extra nello studio di specifiche materie (diritto, economia, fisica, chimica, disegno tecnico e meccanico, informatica,…).

Attività 2.6.3: Supporto nella ricerca di percorsi idonei contro la dispersione scolastica

Possibilità di essere accompagnati da un educatore e da un operatore del COSP in percorsi individuali di ri-orientamento scolastico qualora le scelte fatte si siano dimostrate non adatte per il ragazzo.

OBIETTIVO GENERALE 3 Educare i giovani e i minori a una cittadinanza attiva e responsabile, coinvolgendoli in attività ludiche e sportive, responsabilizzandoli in percorsi di cura del territorio. OBIETTIVO SPECIFICO N 3.1 Creazione di spazi aggregativi ed educativi in cui i minori possano relazionarsi e crescere in un contesto sicuro e protetto. Animazione degli impianti sportivi pubblici di via Carmagnola una volta alla settimana dalle ore 14.00 alle 19.00.

Azione generale 3.1: Creazione di spazi aggregativi ed educativi nel quartiere

Attività 3.1.1: attività di educativa di strada

Figure educative saranno presenti nello spazio di via Carmagnola per facilitare dinamiche di incontro e di relazione tra i ragazzi presenti attraverso la proposta di attività sportiva.

Attività 3.1.2: eventi e tornei sportivi

Durante l’anno saranno organizzati periodicamente con il coinvolgimento diretto dei ragazzi del quartiere eventi e tornei a carattere sportivo per coinvolgere i minori che frequentano abitualmente l’area.

Attività 3.1.3: animazione con il coinvolgimento dei giovani dell’Arsenale della Pace

Nei periodi di vacanze scolastiche (Natale, Pasqua, estate) i giovani che partecipano alle settimane di formazione organizzate dal Sermig vengono coinvolti nell’animazione dell’area di via Carmagnola.

Attività 3.1.4: attività di inclusione

Gli educatori svolgono costanti azioni di inclusione per dare spazio a tutti i minori presenti, al di là dell’appartenenza etnica e religiosa; promuovono regole comuni di convivenza, e di sensibilizzazione rispetto allo spaccio e all’utilizzo di sostanze stupefacenti.

OBIETTIVO SPECIFICO N 3.2

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Coinvolgimento di minori a rischio attraverso una presenza educativa qualificata e costante. L’ASD coinvolgerà 40 minori, di cui 10 seguiti dai servizi sociali, all’interno di 3 squadre di calcio a 5 affiliate presso FIGC, UISP e CSI, che si ritrovano 3 volte alla settimana presso l’impianto sportivo di via Carmagnola per 3 ore alla settimana dalle ore 17.00 alle 20.00. Le squadre saranno seguite da educatori e allenatori professionisti.

Azione generale 3.2: attività della polisportiva ASD Sermig

Attività 3.2.1: allenamento sportivo

Le squadre si allenano 3 volte alla settimana presso l’impianto sportivo di via Carmagnola.

Attività 3.2.2: attività di formazione

Oltre all’attività pratica si svolgeranno incontri di confronto finalizzati alla crescita attraverso lavori di gruppo e riflessione dei momenti di criticità.

Attività 3.2.3: attività di conoscenza .del Sermig

A livello di gruppo e individuale si approfondiranno le tematiche principali del metodo educativo e della filosofia del Sermig.

Attività 3.2.4: partecipazione a campionati

Le squadre partecipano ai campionati delle rispettive categorie avendo la possibilità di confrontarsi con ragazzi italiani della loro età in un contesto di reale integrazione.

OBIETTIVO GENERALE 4

Far crescere nei minori la consapevolezza che ogni persona ha una sua dignità e un suo valore che vanno rispettati e restituiti per il bene comune.

OBIETTIVO SPECIFICO N 4.1. Coinvolgimento in attività di volontariato in cui essere protagonisti, relazionandosi con il gruppo di giovani italiani delle scuole secondarie di secondo grado provenienti dagli altri quartieri della città di Torino che frequentano abitualmente l’Arsenale della Pace, una volta alla settimana dalle ore 15.00 alle 17.00.

Azione generale 4.1: attività di volontariato

Attività 4.1.1:attività di volontariato

Il sabato pomeriggio tutti gli adolescenti che lo desiderano hanno la possibilità di prestare servizio di volontariato presso l’Arsenale della Pace lavorando insieme per i poveri, in un’ottica di avviamento al servizio a chi fa più fatica e all’assunzione di responsabilità.

Attività 4.1.2: Estate Ragazzi

Durante l’estate il Sermig organizza insieme ad altre associazioni l’Estate Ragazzi presso la parrocchia di S. Gioacchino.

OBIETTIVO SPECIFICO N 4.2.

Promuovere percorsi di conoscenza di sé e di empowerment nei minori del quartiere. Realizzazione di incontri di confronto e dialogo 3 giorni alla settimana dalle ore 18.00 alle 20.00.

Azione generale 4.2: Promuovere percorsi di conoscenza di sé e di empowerment volti al coinvolgimento di adolescenti ed i giovani del quartiere

Attività 4.2.1: organizzazione di attività di confronto, conoscenza e riflessione

L’Arsenale della Piazza offre, sotto la guida e la supervisione degli educatori di riferimento, il lunedì dalle 18 alle 20, percorsi di conoscenza di sé attraverso incontri e dibattiti fra pari, confronto con esperti, utilizzo di metodi attivi e psicodramma.

Attività 4.2.2: organizzazione di laboratori artistici e sportivi

L’Arsenale della Piazza offre, sotto la guida e la supervisione degli educatori di riferimento e di volontari con competenze specifiche, tre volte la settimana, dalle 18 alle 20, la possibilità di partecipare a laboratori artistici (graffiti, fotografia) o sportivi (hip hop e calcio).

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Attività 4.2.3: organizzazione di attività aggregative

L’èquipe educativa tre pomeriggi a settimana organizza e propone attività aggregative che portano, nel corso dell’anno, a fare esperienza di gruppo quali campi formativi, gite, organizzazione e gestione di eventi e feste.

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Diagramma di GANTT Per facilità di programmazione, nel presente diagramma, si fa riferimento alla distribuzione temporale relativa all’anno scolastico. Si intende quindi corrispondere al 1° mese Settembre e via via di seguito fino al 12° mese che corrisponde ad Agosto dell’anno successivo. Tale programmazione potrà tuttavia essere rimodulata nella scansione temporale in relazione al periodo di ingresso dei giovani volontari in servizio civile.

ATTIVITÀ PERIODO DI REALIZZAZIONE

Obiettivo specifico n. 1.1 Offrire luoghi abitati da una presenza educativa di riferimento. La Sede Operativa sarà aperta 6 giorni su 7 con la presenza di almeno un educatore di riferimento, con la presenza di attività.

1° mese

2° mese

3° mese

4° mese

5° mese

6° mese

7° mese

8° mese

9° mese

10° mese

11° mese

12° mese

Attività 1.1.1: ridefinizione dei luoghi destinati all’aggregazione

Attività 1.1.2: allestimento dei luoghi con attrezzature adeguate

Attività 1.1.3: cura degli spazi destinati all’accoglienza

Attività 1.1.4: presenza continuativa di figure educative di riferimento

Obiettivo specifico n.1.2 Creare possibilità di scambio, incontro e partecipazione per le famiglie dei minori coinvolti nel progetto. Saranno realizzate 5 momenti di ritrovo e di festa in cui le famiglie saranno coinvolte in modo attivo.

1° mese

2° mese

3° mese

4° mese

5° mese

6° mese

7° mese

8° mese

9° mese

10° mese

11° mese

12° mese

Attività 1.2.1: creazione di momenti di incontro

Attività 1.2.2: favorire la partecipazione

Attività 1.2.3: accoglienza e accompagnamento delle famiglie

Obiettivo specifico n° 1.3 Offrire servizi di assistenza per la soddisfazione dei bisogni primari di minori e nuclei familiari in situazioni di particolare disagio e difficoltà economica. Saranno effettuate visite ambulatoriali per l’80% delle persone aventi necessità; verrà distribuito materiale scolastico a inizio anno a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità; sarà distribuito un aiuto alimentare una volta alla settimana a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità.

1° mese

2° mese

3° mese

4° mese

5° mese

6° mese

7° mese

8° mese

9° mese

10° mese

11° mese

12° mese

20

Attività 1.3.1: realizzazione di visite ambulatoriali

Attività 1.3.2: distribuzione di materiale scolastico

Attività 1.3.3: distribuzione di borse spesa

Obiettivo specifico n° 1.4 Realizzazione di laboratori artistici, sportivi, musicali, teatrali dove i bambini e i ragazzipossano riconoscersi e stare insieme nonostante le differenze culturali, etniche e religiose. Verranno realizzati 2 percorsi laboratoriali della durata di un anno scolastico per ogni fascia di età, con incontri settimanali di 2 ore dalle ore 17.00 alle 19.00.

1° mese

2° mese

3° mese

4° mese

5° mese

6° mese

7° mese

8° mese

9° mese

10° mese

11° mese

12° mese

Attività 1.4.1: svolgimento del laboratorio sportivo

Attività 1.4.2: svolgimento del laboratorio circense

Attività 1.4.3: svolgimento del laboratorio teatrale

Attività 1.4.4: svolgimento del laboratorio musicale

Attività 1.4.5: coinvolgimento dei ragazzi ai laboratori

Obiettivo specifico n° 2.1 Potenziare il supporto scolastico rivolto ai minori del quartiere di Porta Palazzo. 165 minori coinvolti.

1° mese

2° mese

3° mese

4° mese

5° mese

6° mese

7° mese

8° mese

9° mese

10° mese

11° mese

12° mese

Attività 2.1.1: supporto ai compiti elementari

Attività 2.1.2: supporto ai compiti medie

Attività 2.1.3: supporto ai compiti adolescenti

Attività 2.1.4: programmazione attività di supporto ai compiti

Attività 2.1.5: colloqui fra scuola e doposcuola

21

Obiettivo specifico n° 2.2 Potenziare il servizio di doposcuola per sostenere tutti i minori che ne fanno richiesta. Coinvolgimento di 150 persone che compongono lo staff al completo, realizzazione di 20 equipe di lavoro, 10 attività di formazione mensile, 1 verifica mensile.

1° mese

2° mese

3° mese

4° mese

5° mese

6° mese

7° mese

8° mese

9° mese

10° mese

11° mese

12° mese

Attività 2.2.1: Coinvolgimento e formazione di figure educative Attività 2.2.2: costituzione di un’èquipe educativa per ciascuna percorso contraddistinto dalla fascia d’età dei minori e dei giovani a cui è rivolto.

Attività 2.2.3: formazione degli animatori volontari

Attività 2.2.4: definizione, concretizzazione e verifica del progetto educativo Obiettivo specifico n° 2.3 Accompagnare i minori con disturbi e problematiche specifiche e i rispettivi nuclei familiari in un percorso di riconoscimento e certificazione di tali difficoltà con le istituzioni preposte. Per ogni situazione problematica almeno 2 colloqui all’anno con i vari enti coinvolti.

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Attività 2.3.1: Contatto con la scuola di riferimento Attività 2.3.2: Contatto con Servizi Sociali e NPI Attività 2.3.3: Condivisione con la famiglia e supporto nella comprensione e messa in atto di percorsi idonei Obiettivo specifico n° 2.4 Potenziamento di progetti individuali e di gruppo di accompagnamento scolastico e di ricerca didattica. Il progetto viene attuato 2 volte alla settimana per una fascia d’età dalle ore 17.00 alle 19.00.

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Attività 2.4.1: Progettazione e programmazione Attività 2.4.2: Attuazione della Palestra Didattica

Attività 2.4.3: Confronto con la scuola e gli enti preposti

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Obiettivo specifico n° 2.5 Ampliamento della rete e costruzione di una collaborazioni coi servizi sociali del territorio. Gli operatori incontrano 4 volte all’anno i servizi sociali e gli insegnati di riferimento.

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Attività 2.5.1: Confronto con i Servizi Sociali

Attività 2.5.2: Collaborazione con varie associazioni del territorio Attività 2.5.3: Partecipazione e promozione ad un tavolo di confronto e collaborazione Obiettivo specifico n° 2.6 Accompagnamento e orientamento a percorsi di formazione e di ingresso nel mondo del lavoro per minori che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Realizzazione del percorso di orientamento per i ragazzi di terza media. Realizzazione di percorsi specifici in casodi valutazione scolastica insufficiente.

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Attività 2.6.1: Percorsi di orientamento

Attività 2.6.2: Supporto scolastico individualizzato Attività 2.6.3: Supporto nella ricerca di percorsi idonei contro la dispersione scolastica Obiettivo specifico n° 3.1 Creazione di spazi aggregativi ed educativi in cui i minori possano relazionarsi e crescere in un contesto sicuro e protetto. Animazione degli impianti sportivi degli impianti sportivi pubblici di via Carmagnola una volta alla settimana dalle ore 14.00 alle 19.00

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Attività 3.1.1: attività di educativa di strada

Attività 3.1.2: eventi e tornei sportivi Attività 3.1.3: animazione con il coinvolgimento dei giovani dell’Arsenale della Pace

Attività 3.1.4: attività di inclusione

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Obiettivo specifico n° 3.2 Coinvolgimento di minori a rischio attraverso una presenza educativa qualificata e costante. L’ASD coinvolgerà 40 minori, di cui 10 seguiti dai servizi sociali, all’interno di 3 squadre di calcio a 5 affiliate presso FIGC, UISP e CSI, che si ritrovano 3 volte alla settimana presso l’impianto sportivo di via Carmagnola per 3 ore alla settimana dalle ore 17.00 alle 20.00. Le squadre saranno seguite da educatori e allenatori professionisti.

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Attività 3.2.1: allenamento sportivo

Attività 3.2.2: attività di formazione.

Attività 3.2.3: attività di conoscenza .del Sermig

Attività 3.2.4: partecipazione a campionati Obiettivo specifico n° 4.1 Coinvolgimento in attività di volontariato in cui essere protagonisti, relazionandosi con il gruppo di giovani italiani delle scuole secondarie di secondo grado provenienti dagli altri quartieri della città di Torino che frequentano abitualmente l’Arsenale della Pace, una volta alla settimana dalle ore 15.00 alle 17.00.

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Attività 4.1.1: attività di volontariato Attività 4.1.2: Estate Ragazzi Obiettivo specifico n° 4.2: Promuovere percorsi di conoscenza di sé e di empowerment volti al coinvolgimento di adolescenti ed i giovani del quartiere. Realizzazione di incontri di confronto e dialogo 3 giorni alla settimana dalle ore 18.00 alle 20.00.

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Attività 4.2.1: organizzazione di attività di confronto, conoscenza e riflessione Attività 4.2.2: organizzazione di laboratori artistici e sportivi

Attività 4.2.3: organizzazione di attività aggregative

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8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ.

Numero Professionalità Elenco attività in cui è coinvolto e eventuale spiegazione della coerenza con la professionalità indicata.

n. 1 Educatore

responsabile del servizio

Attività 1.1.1 1.1.2. 1.1.3 1.1.4 1.2.1 1.2.2 1.2.3 1.4.1

1.4.5 2.1.2 2.1.3 2.1.4 2.1.5 2.2.1 2.2.2 2.2.3

2.2.4 2.3.3 2.5.2 3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.1.4 3.2.1

3.2.2 3.2.3 3.2.4 4.1.2 4.2.1 4.2.3

n. 2 Educatore

professionale (di cui 1 volontario)

Attività 1.1.1 1.1.2. 1.1.3 1.1.4 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.4.4 1.4.5

2.1.1 2.1.2 2.1.3 2.1.4 2.1.5 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.2.4

2.3.1 2.3.2 2.3.3 2.4.1 2.4.2 2.4.3 2.5.1 2.5.2 2.5.3

2.6.1 2.6.2 2.6.3 4.1.1 4.1.2 4.2.1 4.2.2 4.2.3

n. 6 Educatori volontari

Attività 1.1.1 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.4.4

1.4.5 2.1.1 2.1.2 2.1.3 2.1.4

2.1.5 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.2.4

2.5.2 4.1.2 4.2.1 4.2.3

n. 1 Psicologa

Attività 1.2.1 1.2.2 1.2.3 2.1.1

2.1.5 2.2.1 2.2.2 2.2.3

2.2.4 2.3.1 2.3.2 2.3.3

2.4.1 2.4.2 2.4.3

n. 30 Tirocinanti universitari

Attività 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.4.4 1.4.5 2.1.1 2.1.2

2.1.3 2.1.4 2.1.5 2.3.1 2.3.2 2.3.3 2.4.1

2.4.2 2.4.3 2.5.2 3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.1.4

3.2.1 3.2.2 3.2.3 3.2.4 4.1.2 4.2.1 4.2.3

n. 21 Animatore volontario

Attività 1.4.1 1.4.2 1.4.3 1.4.4 1.4.5 2.1.1 2.1.2

2.1.3 2.1.4 2.1.5 2.4.1 2.4.2 2.4.3

2.5.2 3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.1.4 3.2.1

3.2.2 3.2.3 3.2.4 4.1.1 4.1.2 4.2.1 4.2.3

n. 54 Adulto volontario

Attività 1.3.2 1.3.3 2.1.1 2.1.2

2.1.3 2.1.4 2.1.5

N° 40 Medici del

poliambulatorio Attività 1.3.1

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8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO.

AREA DI INTERVENTO

Minori e Giovani da 6 a 25 anni della zona di Porta Palazzo

SEDE: SERMIG – ARSENALE DELLA PACE

Obiettivo specifico n. 1.1: Offrire luoghi abitati da una presenza educativa di riferimento. La Sede Operativa sarà aperta 6 giorni su 7 con la presenza di almeno un educatore di riferimento, con la presenza di attività. Codice e titolo attività

Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Attività 1.1.1: ridefinizione dei luoghi destinati all’aggregazione

Il giovane in servizio civile collabora nella scelta dell’utilizzo delle sale e nell’allestimento dei luoghi destinati all’aggregazione.

Attività 1.1.2: allestimento dei luoghi con attrezzature adeguate

Il giovane in servizio civile collabora con gli educatori, volontari nell’allestimento e nella scelta dell’acquisto o della reperibilità dei materiali e delle attrezzature destinate all’aggregazione.

Attività 1.1.3: cura degli spazi destinati all’accoglienza

Il giovane in servizio civile è attivo nella cura degli spazi destinati all’aggregazione e cercherà di coinvolgere i minori nel fare altrettanto.

Attività 1.1.4: presenza continuativa di figure educative di riferimento

Il giovane in servizio civile è sempre presente durante le attività educative e aggregative.

Obiettivo specifico n. 1.2: Creare possibilità di scambio, incontro e partecipazione per le famiglie dei minori coinvolti nel progetto. Saranno realizzati durante l’anno 5 momenti di ritrovo e di festa in cui le famiglie saranno coinvolte in modo attivo.

Attività 1.2.1: creazione di momenti di incontro

Il giovane in servizio civile collabora con gli operatori e i volontari nell’organizzazione di momenti d’incontro.

Attività 1.2.2: favorire la partecipazione

Il giovane in servizio civile favorisce e organizza la partecipazione attiva delle famiglie al fine di convogliare le risorse al meglio.

Attività 1.2.3: accoglienza e accompagnamento delle famiglie

Il giovane in servizio civile partecipa agli incontri tra educatori e famiglie portando il suo contributo in base alla sua esperienza diretta.

Obiettivo specifico n. 1.3: Offrire servizi di assistenza per la soddisfazione dei bisogni primari di minori e nuclei familiari in situazioni di particolare disagio e difficoltà economica. Saranno effettuate visite ambulatoriali per l’80% delle persone aventi necessità; verrà distribuito materiale scolastico a inizio anno a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità; sarà distribuito un aiuto alimentare una volta alla settimana a tutte le famiglie richiedenti con documentazione che attesta lo stato di necessità.

Attività 1.3.1: realizzazione di visite ambulatoriali

Il giovane in servizio civile accompagna il bambino o il ragazzo con la propria famiglia presso il poliambulatorio Giovanni Paolo II dell’Arsenale della Pace.

Attività 1.3.2: distribuzione di materiale scolastico

Il giovane in servizio civile aiuta nella distribuzione dei materiali scolastici precedentemente preparati dai volontari dell’Arsenale della Pace.

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Obiettivo specifico n. 1.4: Realizzazione di laboratori artistici, sportivi, musicali, teatrali dove i bambini e i ragazzi possano riconoscersi e stare insieme nonostante le differenze culturali, etniche e religiose. Verranno realizzati 2 percorsi laboratoriali della durata di un anno scolastico per ogni fascia di età, con incontri settimanali di 2 ore dalle ore 17.00 alle 19.00.. Attività 1.4.1: svolgimento del laboratorio sportivo

Il giovane in servizio civile affianca e gradualmente collabora con il referente del laboratorio nella gestione del gruppo e delle attività.

Attività 1.4.2: svolgimento del laboratorio circense

Il giovane in servizio civile affianca e gradualmente collabora con il referente del laboratorio nella gestione del gruppo e delle attività.

Attività 1.4.3: svolgimento del laboratorio teatrale

Il giovane in servizio civile affianca e gradualmente collabora con il referente del laboratorio nella gestione del gruppo e delle attività.

Attività 1.4.4: svolgimento del laboratorio musicale

Il giovane in servizio civile affianca e gradualmente collabora con il referente del laboratorio nella gestione del gruppo e delle attività.

Attività 1.4.5: coinvolgimento dei ragazzi ai laboratori

Il giovane in servizio civile collabora con gli educatori nell’orientamento alla scelta del laboratorio in base alle caratteristiche di ogni minore.

Obiettivo specifico n. 2.1: Incrementare il supporto scolastico rivolto ai minori del quartiere di Porta Palazzo. 165 minori coinvolti Attività 2.1.1: supporto ai compiti elementari

Il servizio civilista si confronta con gli educatori e i volontari per stabilire le linee guida del supporto ai compiti del minore/i assegnato/i.

Attività 2.1.2: supporto ai compiti medie

Il servizio civilista si confronta con gli educatori e i volontari per stabilire le linee guida del supporto ai compiti del minore/i assegnato/i.

Attività 2.1.3: supporto ai compiti adolescenti

Il servizio civilista si confronta con gli educatori e i volontari per stabilire le linee guida del supporto ai compiti del minore/i assegnato/i.

Attività 2.1.4: programmazione attività di supporto ai compiti

Il servizio civilista partecipa alle riunioni d’equipe in cui verranno definiti gli obiettivi scolastici su cui lavorare con ciascun minore portando le proprie idee.

Attività 2.1.5: colloqui fra scuola e doposcuola

Il servizio civilista affiancherà gli educatori professionali nei colloqui che si terranno nel corso dell’anno con gli insegnanti dei minori assegnati.

Obiettivo specifico n. 2.2: Potenziare il servizio di doposcuola per sostenere tutti i minori che ne fanno richiesta. Coinvolgimento di 150 persone che compongono lo staff al completo, realizzazione di 20 equipe di lavoro, 10 attività di formazione mensile, 1 verifica mensile Attività 2.2.1: Coinvolgimento e formazione di figure educative

Questa attività non prevede il coinvolgimento dei giovani in servizio civile.

Attività 2.2.2: costituzione di un’èquipe educativa per ciascuna percorso contraddistinto dalla fascia d’età dei minori e dei giovani a cui è rivolto

Al servizio civilista viene chiesto di partecipare con continuità e impegno costante agli incontri di programmazione, formazione e revisione delle equipe educative a cui sarà assegnato.

Attività 2.2.3: Al servizio civilista viene chiesto di partecipare a tutti gli incontri di formazione

Attività 1.3.3: distribuzione di borse spesa

Il giovane in servizio civile aiuta nella distribuzione delle borse spese precedentemente preparati dai volontari dell’Arsenale della Pace.

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formazione degli animatori volontari

proposti nel corso dell’anno.

Attività 2.2.4: definizione, concretizzazione e verifica del progetto educativo

Al servizio civilista viene chiesto di partecipare con continuità e impegno costante agli incontri di programmazione, formazione e revisione delle equipe educative a cui sarà assegnato.

Obiettivo specifico n. 2.3: Accompagnare i minori con disturbi e problematiche specifiche e i rispettivi nuclei familiari in un percorso di riconoscimento e certificazione di tali difficoltà con le istituzioni preposte. Per ogni situazione problematica almeno 2 colloqui all’anno con i vari enti coinvolti. Attività 2.3.1: Contatto con la scuola di riferimento

Il servizio civilista affianca gli educatori professionali nei colloqui che si tengono nel corso dell’anno con gli insegnanti dei minori assegnati.

Attività 2.3.2: Contatto con Servizi Sociali e NPI

Il servizio civilista affianca gli educatori professionali in alcuni colloqui con i Servizi Sociali e, se rilevante per il suo rapporto con un specifico minore, prende parte ad alcuni colloqui con la Neuro Psichiatria Infantile.

Attività 2.3.3: Condivisione con la famiglia e supporto nella comprensione e messa in atto di percorsi idonei

Questa attività non prevede il coinvolgimento dei giovani in servizio civile.

Obiettivo specifico n. 2.4: Potenziamento di progetti individuali e di gruppo di accompagnamento scolastico e di ricerca didattica. Il progetto viene attuato 2 volte alla settimana per una fascia d’età dalle ore 17.00 alle 19.00. Attività 2.4.1: Progettazione e programmazione

Al servizio civilista viene chiesto di partecipare con continuità e impegno costante agli incontro di programmazione ed alla preparazione di materiali atti a portare avanti le attività di potenziamento scolastico.

Attività 2.4.2: Attuazione dei progetti specifici

Il servizio civilista partecipa attivamente alle attività proposte per favorire il potenziamento di progetti individuali e di gruppo.

Attività 2.4.3: Confronto con la scuola e gli enti preposti

Il servizio civilista affianca gli educatori professionali nei colloqui che si terranno nel corso dell’anno con gli insegnanti dei minori assegnati.

Obiettivo specifico n.2.5: Ampliamento della rete con le associazioni del territorio e rafforzamento delle collaborazioni coi servizi sociali del territorio. 4 incontri all’anno con i servizi sociali. Un incontro al mese con la rete territoriale dei servizi Attività 2.5.1: Confronto con i Servizi Sociali

Il servizio civilista affianca gli educatori professionali in alcuni colloqui con i Servizi Sociali nel corso dell’anno.

Attività 2.5.2: Collaborazione con varie associazioni del territorio

Il servizio civilista partecipa alle riunioni di programmazione e di condivisione di informazioni per la preparazione di attività ed eventi in collaborazione con altri servizi del territorio.

Attività 2.5.3: Partecipazione e promozione ad un tavolo di confronto e collaborazione

Una volta al mese il servizio civilista partecipa all’ incontro del tavolo “Tessere Interesse” per comprendere meglio il lavoro di rete, cogliere le sinergie, le risorse e le collaborazioni in atto sul territorio da parte di numerose associazioni ed enti rivolti ai minori.

Obiettivo specifico n. 2.6: Accompagnamento e orientamento a percorsi di formazione e di ingresso nel mondo del lavoro per minori che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Realizzazione del percorso di orientamento per i ragazzi di terza media. Realizzazione di percorsi specifici in caso di valutazione scolastica insufficiente Attività 2.6.1: Percorsi di orientamento

Questa attività non prevede il coinvolgimento dei giovani in servizio civile.

Attività 2.6.2: Il servizio civilista si rende disponibile, sulla base delle proprie competenze, a

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Supporto scolastico individualizzato

supportare in maniera individualizzata lo studio dei ragazzi più grandi.

Attività 2.6.3: Supporto nella ricerca di percorsi idonei contro la dispersione scolastica

Questa attività non prevede il coinvolgimento dei giovani in servizio civile.

Obiettivo specifico n. 3.1: Creazione di spazi aggregativi ed educativi in cui i minori possano relazionarsi e crescere in un contesto sicuro e protetto. Animazione degli impianti sportivi pubblici di via Carmagnola una volta alla settimana dalle ore 14.00 alle 19.00 Attività 3.1.1:.attività di educativa di strada

Il giovane in servizio civile affianca l’educatore del progetto, definisce insieme all’educatore le modalità di relazione incoraggiando il gioco di squadra.

Attività 3.1.2: eventi e tornei sportivi

Il giovane in servizio civile partecipa all’organizzazione delle manifestazioni, contribuendo alla sensibilizzazione del territorio e alla partecipazione delle famiglie.

Attività 3.1.3: animazione con il coinvolgimento dei giovani dell’Arsenale della Pace

Il giovane in Servizio civile coordina i giovani dell’Arsenale della Pace e fa da tramite con i minori.

Attività 3.1.4: attività di inclusione

Il giovane in servizio civile promuove il rispetto delle regole e collabora nella creazione di un clima di unità fra utenti e staff.

Obiettivo specifico n. 3.2: Coinvolgimento di minori a rischio attraverso una presenza educativa qualificata e costante. L’ASD coinvolgerà 40 minori, di cui 10 seguiti dai servizi sociali, all’interno di 3 squadre di calcio a 5 affiliate presso FIGC, UISP e CSI, che si ritrovano 3 volte alla settimana presso l’impianto sportivo di via Carmagnola per 3 ore alla settimana dalle ore 17.00 alle 20.00. Le squadre saranno seguite da educatori e allenatori professionisti. Attività 3.2.1: allenamento sportivo

Il giovane in servizio civile partecipa attivamente alla programmazione ed alla organizzazione degli allenamenti della squadra.

Attività 3.2.2: attività di formazione

Il giovane in servizio civile, insieme all’equipe educativa responsabile del progetto, si occupa della progettazione e della realizzazione di un percorso di crescita umana individuale e di gruppo.

Attività 3.2.3: attività di conoscenza .del Sermig

Il giovane in servizio civile promuove, tra i minori che compongono la squadra, insieme all’equipe educativa responsabile del progetto la conoscenza del Sermig e dei suoi valori.

Attività 3.2.4: partecipazione a campionati

Il giovane in servizio civile accompagna la squadra durante le diverse partite del campionato, ricoprendo un ruolo adeguato alle proprie attitudini personali.

Obiettivo specifico n.4.1: Coinvolgimento in attività di volontariato in cui essere protagonisti, relazionandosi con il gruppo di giovani italiani delle scuole secondarie di secondo grado provenienti dagli altri quartieri della città di Torino che frequentano abitualmente l’Arsenale della Pace, una volta alla settimana dalle ore 15.00 alle 17.00.

Attività 4.1.1: attività di volontariato

Il giovane in servizio civile media e favorisce l’incontro tra i giovani volontari che frequentano abitualmente l’Arsenale della Pace e i minori coinvolti nel progetto, fa capire il valore del servizio gratuito a favore delle persone più in difficoltà.

Attività 4.1.2: Estate Ragazzi

Il giovane in servizio civile, in affiancamento all’equipe educativa responsabile dell’Estate Ragazzi, si occupa della formazione degli aiuto animatori e monitora i loro interventi a beneficio dei minori iscritti all’iniziativa.

Obiettivo specifico n.4.2: Promuovere percorsi di conoscenza di sé e di empowerment nei minori del quartiere. Realizzazione di incontri di confronto e dialogo 3 giorni alla settimana dalle ore 18.00 alle 20.00.Attività 4.2.1: organizzazione di attività di confronto, conoscenza e riflessione.

Il giovane in servizio civile affianca l’equipe educativa nella fase di progettazione del percorso e partecipa attivamente agli incontri che vengono organizzati.

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Attività 4.2.2: organizzazione di laboratori artistici e sportivi

Il giovane in servizio civile, anche in base alle proprie attitudini personali, affianca i referenti dei diversi laboratori attivi.

Attività 4.2.3: organizzazione di attività aggregative

Il giovane in servizio civile partecipa attivamente alla scelta della proposte educative, prendendo parte direttamente alle gite ed agli eventi organizzati.

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 4 (quattro)

10) Numero posti con vitto e alloggio: N. posti: 0

11) Numero posti senza vitto e alloggio: 4 (quattro)

12) Numero posti con solo vitto: N. posti: 0

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: Monte ore annuo: 1400

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): 6

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali che, a seconda dei progetti approvati e finanziati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, potranno essere organizzati anche d’intesa con altre Caritas diocesane della stessa regione, anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, in date e luoghi che verranno comunicati al Dipartimento prima dell’avvio del progetto. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali in date e luoghi che verranno tempestivamente comunicati al Dipartimento. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione (es. 12 marzo: incontro nazionale giovani in servizio civile). Disponibilità ad effettuare, insieme agli educatori preposti, attività fuori sede coi minori che partecipano al progetto. Saper gestire le eventuali informazioni personali dei minori mantenendone assoluta riservatezza ed utilizzandole solo a scopo informativo per meglio comprendere le situazioni e difficoltà dei minori affidati.

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CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato

N.

Sede di attuazione

del progetto

Comune Indirizzo Cod. ident. sede N. vol.

per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Nominativi dei Responsabili Locali di Ente

Accreditato

Cognome e nome Data di nascita

C.F. Cognome e nome

Data di nascita

C.F.

1 SERMIG Torino Piazza Borgo Dora 61 6883 4 Tabasso Rosanna

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17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e del patrimonio dell’obiezione di coscienza di Caritas Italiana.

La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE Sito Caritas Italiana www.caritas.it Foglio informativo quindicinale on line “InformaCaritas” di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana “Italia Caritas” Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile www.esseciblog.it Sito www.antennedipace.org della Rete Caschi Bianchi (per il servizio all’estero) Stampa di pieghevoli, poster e altro materiale sul servizio civile. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo). Marcia per la pace (31 dicembre) organizzata dall’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, Pax Christi, Azione Cattolica e Caritas Italiana. In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC. ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO La Caritas Diocesana di Torino promuove i propri progetti in collaborazione con le altre Caritas della Delegazione Regionale Caritas Piemonte e Valle d’Aosta impegnate nel servizio civile, attraverso una comunicazione coordinata sul sito ufficiale della Delegazione, www.cantieridicomunita.it. Questo strumento, insieme agli incontri periodici dei referenti diocesani, permette di raggiungere anche giovani residenti in territori diversi della Regione. Le comunicazioni passano anche attraverso la rete regionale dei giornali diocesani, mezzi di comunicazione attraverso cui la Chiesa piemontese parla non solo a chi di essa fa parte ma all’intera popolazione residente. La Caritas di Torino realizza diverse proposte di formazione e servizio rivolte ai giovani che saranno, ove possibile, il tramite per promuovere il servizio civile. In particolare segnaliamo i progetti:

Servire con lode: servizio di orientamento e di inserimento al volontariato rivolto a studenti universitari e giovani che desiderano dedicare una parte del loro tempo alle persone più fragili. E’ un’iniziativa congiunta degli Uffici diocesani Caritas e Pastorale degli universitari e coinvolge le università torinesi e numerosi enti ecclesiali e parrocchiali.

D’Orho - Don Orione Housing: residenza nata per dare risposte concrete a diverse tipologie di persone che necessitano di strutture temporanee. D’Orho è collegio universitario, luogo di esperienza di coabitazione per gruppi giovanili e residenza temporanea per nuclei familiari in emergenza abitativa. I giovani residenti nella struttura sono accompagnati a fare esperienza di carità attraverso il sostegno alle famiglie ospitate.

GMG diocesana: giornata svolta in collaborazione con l’Ufficio Pastorale Giovanile. L’evento coinvolge annualmente circa 1200 giovani, di cui 500 impegnati per l’occasione al servizio dei più poveri all’interno dei servizi gestiti da enti ecclesiali e da Caritas.

Progetto soglie: attività di sostegno allo studio per ragazzi dai 14 ai 18 anni, realizzato in collaborazione con l’associazionismo di territorio e il Comune di Torino.

Laboratorio Zero poverty agisci ora è rivolto alle scuole superiori e finalizzato alla comprensione dei fenomeni di povertà ed esclusione sociale. L’obiettivo è quello di attivare azioni concrete per contrastare la povertà anche nelle sue nuove forme e promuovere volontariato a sostegno delle vulnerabilità sociali nel proprio territorio.

Laboratorio Mangrovie - Crescere nella responsabilità generativa è rivolto alle scuole dell’infanzia, alle elementari e alle medie ed è finalizzato alla promozione di una cultura della prossimità. Ragazzi, insegnanti e genitori sono invitati a guardare l’esperienza della relazione attraverso lo sguardo della

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responsabilità generativa: la chiamata a farsi prossimo come condizione necessaria per crescere pienamente come persone.

Percorsi di animazione alla carità rivolti a giovani animatori parrocchiali e finalizzati a favorire una maggiore consapevolezza rispetto alle povertà presenti nei propri contesti e acquisire strumenti animativi per educare i ragazzi alla gratuità e all’attenzione verso coloro che vivono in condizioni di difficoltà.

Percorsi di educazione alla gratuità rivolti a giovani genitori ed educatori e realizzati in collaborazione con l’Ufficio Pastorale della Salute, dedicati a condividere riflessioni e strategie educative per educare i ragazzi alla gratuità e ad un corretto rapporto con il denaro, al fine di contrastare il gioco d’azzardo, un fenomeno che oggi coinvolge anche i ragazzi più giovani.

Percorsi di catechesi sulla carità rivolti ad animatori, catechisti e a coloro che hanno compiti educativi, finalizzati ad avvicinare i ragazzi alla fede attraverso l’impegno di azioni di carità, condividendo, tra educatori, uno stesso linguaggio e una sola missione evangelica: testimoniare una fede operosa.

Stage conoscitivi e formativi rivolti a gruppi giovanili: visita e servizio presso le strutture e i progetti diocesani con momenti formativi e animativi. Caritas Torino offre supporto organizzativo e gestisce i momenti riflessivi rivolti ai gruppi giovanili provenienti da tutte le diocesi italiane.

Per quanto riguarda lo specifico della Diocesi di Torino, la Caritas ha un proprio sito, www.caritas.torino.it, che riporta tutte le iniziative, formative, di animazione e di servizio, portate avanti. Viene anche riservato uno spazio alla Caritas e alle sue iniziative sul sito della Diocesi di Torino, www.diocesi.torino.it. Anche il settimanale diocesano, La Voce del Popolo, ospita regolarmente l’informazione proveniente dalla Caritas, dimostrando attenzione per le attività intraprese. Inoltre la Caritas Diocesana di Torino collabora col Tavolo Enti di Servizio Civile (TESC) della Provincia di Torino e si avvale di tutti gli strumenti di divulgazione che il TESC stesso predisporrà nei vari bandi, nonché delle attività di sensibilizzazione (es. seminari, convegni, tavole rotonde).

Strumenti pubblicitari Vengono utilizzati inoltre i seguenti strumenti:

a. Pieghevoli, locandine e video contenenti una prima informazione sul Servizio Civile in Caritas e con rimando ai siti (regionale e diocesano)

b. Articoli e comunicati stampa su pubblicazioni periodiche e quotidiani (La Stampa e La Repubblica) nonché sulle testate diocesane (La Voce del Popolo e Il Nostro Tempo)

c. Coinvolgimento nelle attività e proposte dell’Ufficio di Pastorale Giovanile e dell’Ufficio Pastorale Universitaria

d. Pubblicizzazione sui siti diocesani www.caritas.torino.it e www.diocesi.torino.it e. Comunicazione alle Caritas parrocchiali e agli oratori. f. Promozione ed organizzazione di incontri di sensibilizzazione/approfondimento con gruppi giovani,

associazioni e scuole per diffondere capillarmente la cultura del Servizio Civile, con la partecipazione, ove possibile, di giovani che hanno svolto il Servizio Civile in qualità di testimoni privilegiati.

g. Organizzazione di incontri nelle scuole e con i gruppi giovanili. Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto: 30 ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO

I giovani in servizio civile sono invitati a: a. Partecipare alle proposte di formazione giovanili offerte dalla Diocesi di Torino, in particolare il

progetto, in collaborazione con l’Ufficio Pastorale della Salute e l'Ufficio Giovani, per l'accompagnamento dei malati durante i pellegrinaggi a Lourdes e successivo percorso di avviamento al volontariato con anziani e malati.

b. Partecipare ad incontri di sensibilizzazione/approfondimento con gruppi giovani, associazioni e scuole per diffondere capillarmente la cultura del Servizio Civile, con la partecipazione dei Volontari del Servizio Civile in qualità di testimoni privilegiati.

c. Fornire testimonianze di servizio e materiale formativo per i siti e i giornali diocesani Totale ore dedicate durante il servizio civile: 50 Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione: 80

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18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Criteri autonomi di selezione verificati nell’accreditamento

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento. Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell’esperienza dei volontari in servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto: - incontro di metà servizio (al 5°-6° mese); - incontri periodici (quindicinali o mensili) di alcune ore ciascuno svolti a livello diocesano; - incontro di fine servizio (al 12° mese); Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell’esperienza. Durante gli stessi momenti a inizio, metà e fine servizio, verrà distribuito un questionario come previsto dal sistema di monitoraggio accreditato.

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli

richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Non sono richiesti particolari requisiti. Sicuramente candidati che alle spalle abbiano esperienze di animazione e di relazione con minori possono essere agevolati nello svolgimento delle diverse attività.

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): Enti partner del progetto:

1) AMECE (Association Maison d’enfant pour la culture et l’education), Via San Marino 10, Torino, codice fiscale 97601830017; svolge laboratori sportivi di calcio a 5 con 20 ragazzi delle medie (che partecipano ad un campionato del CSI) e con 18 ragazzi adolescenti (che partecipano ad un campionato UISP);

2) Fondazione U.C.I. (Uniti per Crescere Insieme ONLUS), Via Pacchiotti 79, Torino, codice fiscale 97535980151; svolge laboratori di circo sociale per 30 bambini della scuola elementare e 15 della scuola secondaria inferiore.

Inoltre il SERMIG collabora con una altro Ente accreditato per il servizio civile, la Parrocchia San Gioacchino, Via Cignaroli 3, Torino per attività legate al potenziamento del supporto scolastico a minori per lo più stranieri di prima e seconda generazione

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In questi anni l’Arsenale della Piazza ha iniziato una collaborazione con le scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado frequentate dai minori che fanno parte del progetto: Circolo Didattico Giuseppe Parini con succursale Aurora, Scuola Primaria Federico Sclopis, Scuola Primaria Gian Enrico Pestalozzi, I.C. Sandro Pertini, Scuola paritaria S.G.B. Cottolengo, S.S.P.G. Benedetto Croce - Ettore Morelli e succursale Giovanni Verga, S.M.S. Meucci; Istituto Professionale di Stato Dalmazio Birago, IIS Amedeo Avogadro, IIS Romolo Zerboni, IPS J.B. Beccari, Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato G. Plana, l’Istituto Professionale Statale Albe Steiner, Casa di Carità Arti e Mestieri, IIS Lagrange. Inoltre scuole secondarie di secondo grado IIS Lagrange, Istituto Magistrale Statale Domenico Berti hanno proposto ad alcuni loro studenti di effettuare dei tirocini all’interno di questo progetto. È nata anche una collaborazione con i Servizi Sociali della Circoscrizione 7, per poter essere un supporto in modo più ampio ed efficace per alcune famiglie dei minori facenti parte del progetto. Un’importante collaborazione dal 2014 è quella con l’Università di Torino. La collaborazione si è fortificata e ha permesso lo sviluppo più approfondito di alcuni percorsi che sono diventati così molto più incentrati sul bisogno specifico di ogni singolo minore. Le facoltà coinvolte sono: Psicologia, Interfacoltà per educatori professionali, Scienze dell’educazione, Scienze strategiche, Scienze Giuridiche Politiche Economico-Sociali, Fondazione Feyles in arte terapia.

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo. Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche. Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Convenzione per tirocini di stages/tirocini di formazione e orientamento con Università Ca’Foscari di Venezia.

27) Eventuali tirocini riconosciuti : Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo. Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche. Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Convenzione per tirocini di stages/tirocini di formazione e orientamento con Università Ca’Foscari di Venezia.

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28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio (modello consegnato al Dipartimento da Caritas Italiana). La singola Caritas diocesana rilascia –su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge- ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Le stesse competenze sono riconosciute e certificate mediate il rilascio di un attestato da parte dell’Ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”, come da convenzione allegata. Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Italiana e dall’ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”: COMPETENZE TRASVERSALI - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività

organizzate dall’associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da

raggiungere. - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non. - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari. - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. - Lavorare in team per produrre risultati collettivi. - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e

procedure già calibrati e condivisi. - Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi. COMPETENZE SPECIFICHE - Mettere al centro di ogni intervento come una priorità i bambini e i giovani. - Saper instaurare una relazione con i minori sana, in linea con le direttive date dagli educatori di

riferimento. - Saper osservare e valutare le dinamiche di gruppo, la conduzione di piccoli e grandi gruppi nei momenti

di gioco o laboratorio. - Saper osservare, nell'affiancare i minori nel supporto scolastico, eventuali problematiche psicosociali,

cognitive (disturbi specifici dell'apprendimento, ritardo mentale, etc.) e comportamentali da riportare nelle riunioni d'equipe.

- Confrontarsi con gli operatori per trovare insieme modalità adatte ad affrontare situazioni di disagio. - Saper esprimere in maniera adeguata e condividere ciò che si è osservato con i minori, all’interno delle

equipe di programmazione, revisione e supervisione - Gestire le eventuali informazioni personali dei minori mantenendone assoluta riservatezza ed

utilizzandole solo a scopo informativo per meglio comprendere le situazioni e difficoltà dei minori affidati. - Gestire semplici attività di laboratorio o gioco con piccoli gruppi di minori, mai in completa autonomia. - Svolgere con responsabilità le proprie attività, segnalando disguidi, ritardi, ecc - Disponibilità ad un percorso di formazione permanente attraverso l’incontro coi membri della Fraternità, i

volontari e le altre figure professionali. - Acquisizione della consapevolezza delle proprie risorse e capacità da condividere con e per i minori

accolti in un’ottica di - Conoscenza delle problematiche mondiali. - Propensione al dialogo con persone diverse per cultura, religione, appartenenza politica - Ricerca del silenzio e di una dimensione spirituale.

Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione:

CARITAS DIOCESANA di Torino, Via Val Della Torre 3, Torino.

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30) Modalità di attuazione:

La formazione è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato in sede di accreditamento, il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie.

Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (non meno del 30% delle 42 ore); - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (non meno del 40% delle 42 ore); - testimonianze e/o visite ad esperienze significative

Articolazione della proposta di formazione previste; totale nei primi sei mesi dall’avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da:

- corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno nei mesi

successivi. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio.

Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti; Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo.

33) Contenuti della formazione:

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A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale in sede di accreditamento, si propone una formazione generale che preveda due fasi: una prima fase di 36 ore circa che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante:

Moduli Linee Guida Moduli Caritas Tempistica Modalità (1)L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione. Sostenere l’orientamento per il futuro.

6 6i

Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale.

Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria

2 2f

Il dovere di difesa della Patria -difesa civile non armata e nonviolenta

4 3f – 1i

La normativa vigente e la Carta di impegno etico

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 1f – 1i

La formazione civica Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale

3 2f – 1i Le forme di cittadinanza 3 2f – 1i La protezione civile 3 2f – 1i

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

1 1i

Presentazione dell’ente Conoscere la Caritas come ente 3 2f – 1i Il lavoro per progetti Conoscere il sistema del Servizio Civile

Nazionale 2 1f – 1i

L’organizzazione del servizio civile e le sue figure

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 2f

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 2f

Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

Promuovere la prosocialità. Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione.

3 3i

36 20f – 17i (1) f: lezione frontale; I:dinamiche non formali Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 6 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta. 34) Durata:

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Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

35) Sede di realizzazione:

- Caritas Diocesana di Torino, Via Val della Torre,3 Torino (TO) - quelle di realizzazione del progetto:

SERMIG Torino Piazza Borgo Dora 61

36) Modalità di attuazione: La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: ASTOLFI LUCA ANDREIS IVAN DE STEFANIS SUSANNA GROSSETTI MARCO

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A tutti i volontari che vengono ad offrire il proprio tempo, le proprie risorse e il proprio servizio viene proposto un percorso formativo che consiste nei seguenti punti:

1. In un incontro iniziale con uno dei referenti si presenta il Sermig: la sua storia, la sua mission, le attività che sono realizzate nei diversi settori, anche attraverso una visita guidata della sede al fine di agevolare una più facile comprensione circa il luogo in cui il volontario verrà gradualmente inserito.

2. Successivamente si presenta il servizio in cui viene inserito il volontario, le specificità proprie del servizio (storia, carta del servizio, orari), sono illustrate le attività specifiche nel quale potrà essere coinvolto, gli altri operatori con cui si troverà a collaborare, le responsabilità che gli verranno chieste.

3. Le equipe in cui vengono inseriti i volontari si incontreranno due volte la settimana, una volta per fare una programmazione congiunta ed una per fare la revisione dell’attività nonché la condivisione su eventuali complessità, bisogni emergenti, informazioni generali da condividere.

4. Una volta al mese verranno proposti incontri di formazione di diverso tipo. - In alcuni casi la formazione sarà mirata all’apprendimento di modalità di lavoro

legate concretamente all’attività che si sta portando avanti (come rapportarsi con i minori, come lavorare sui “bisogni e le difficoltà” di cui sono portatori i minori, come preparare materiale idoneo alle varie attività, diventare semi autonomi nella gestione di piccoli gruppi di minori, come preparare i materiali necessari con l’equipe).

- Incontri di conoscenza e confronto con i responsabili di tutto il Sermig, al fine di formare gradualmente uno sguardo più “allargato”, per meglio comprendere il lavoro che si sta realizzando anche al di là dello specifico servizio in cui si è inseriti.

- Incontri di approfondimento proposti dall’“Università del Dialogo” con l’obiettivo di offrire ai giovani e agli adulti uno spazio di formazione permanente per riflettere sui problemi del nostro tempo in una prospettiva di speranza. Il tutto attraverso il dialogo e l’incontro con “esperti” del nostro tempo disponibili alla condivisione e ad un confronto.

5. Due incontri di bilancio, uno a gennaio e uno a fine anno scolastico per effettuare una valutazione condivisa dell’esperienza del volontario.

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40) Contenuti della formazione: Nel corso del servizio civile i volontari saranno guidati a conoscere in modo approfondito il cammino che abbiamo intrapreso e che desideriamo portare avanti anche grazie alla loro partecipazione. La formazione permanente è la chiave che permette al Sermig di rimanere ancorati alla realtà pur dando spazio a desideri di cambiamento e miglioramento in un’ottica di speranza e di serietà. La formazione proposta ha quindi una serie di obiettivi differenti, a seconda del formatore e delle attività specificate precedentemente.

DE STEFANIS SUSANNA

Attività 1.1.1; 1.1.2; 1.1.3; 1.1.4; Attività 1.2.1; 1.2.2; 1.2.3; Attività 1.4.1; 1.4.2; 1.4.3; 1.4.4; 1.4.5; Attività 2.1.2; 2.1.3; 2.1.4; 2.1.5; Attività 2.2.1; 2.2.2; 2.2.3; 2.2.4; Attività 2.3.1; 2.3.2; 2.3.3; Attività 2.4.1; 2.4.2; 2.4.3; Attività 2.5.1; 2.5.2; 2.5.3; Attività 2.6.1; 2.6.2; 2.6.3; Attività 3.1.1; 3.1.3; 3.1.4; Attività 4.1.1; 4.1.2; Attività 4.2.1; 4.2.2; 4.2.3.

GROSSETTI MARCO

Attività 1.1.1; 1.1.2; 1.1.3; 1.1.4; Attività 1.2.1; 1.2.2; 1.2.3; Attività 1.4.1; 1.4.2; 1.4.3; 1.4.4; 1.4.5; Attività 2.1.1; 2.1.4; 2.1.5; Attività 2.2.1; 2.2.2; 2.2.3; 2.2.4; Attività 2.3.1; 2.3.2; 2.3.3; Attività 2.4.1; 2.4.2; 2.4.3; Attività 2.5.1; 2.5.2; 2.5.3; Attività 2.6.1; 2.6.2; 2.6.3; Attività 3.1.1; 3.1.2; 3.1.3; 3.1.4; Attività 3.2.1; 3.2.2; 3.2.3; 3.2.4; Attività 4.1.1; 4.1.2; Attività 4.2.1; 4.2.2; 4.2.3.

Gli ulteriori contenuti su cui verte la formazione specifica sono:

formazione ed informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari in progetti di servizio civile ASTOLFI LUCA;

approfondimento della relazione tra persone che lavorano in sinergia all’interno del medesimo progetto ma con ruoli e competenze differenti ASTOLFI LUCA e ANDREIS IVAN;

gestione delle dinamiche di gruppo e metodologie di lavoro in gruppo ASTOLFI LUCA e ANDREIS IVAN;

relazione d’aiuto ASTOLFI LUCA e ANDREIS IVAN; relazione educativa ASTOLFI LUCA e ANDREIS IVAN; approfondimento delle tematiche quali pace, mondialità, commercio equo e solidale, rapporti nord-

sud del mondo, turismo responsabile ASTOLFI LUCA e ANDREIS IVAN.

Modalità degli incontri di formazione

Gli incontri di formazione si svolgeranno attraverso metodologie diverse: lezioni frontali, giochi di ruolo, visite a centri che operano in ambiti analoghi a quelli del progetto, esperienze concrete all’interno dei progetti realizzati da Caritas Diocesana di Torino con i giovani e in collaborazioni con altri enti, ecclesiali e non.

41) Durata:

41

78 ore.

Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dal Dipartimento in sede di accreditamento

Il direttore della Caritas diocesana

Il Responsabile legale dell’ente Don Francesco Antonio Soddu

Direttore