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SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Per Nuovi Bisogni di Assistenza Infermieristica Nuove Competenze L’infermiere dell’area della prevenzione Andrea Menegatti - UO Oncologia Clinica – Dip. Medico Specialistico Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara Facilitatore per la prevenzione dei danni da immobilizzazione

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SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara. Per Nuovi Bisogni di Assistenza Infermieristica Nuove Competenze L’infermiere dell’area della prevenzione Andrea Menegatti - UO Oncologia Clinica – Dip . Medico Specialistico - PowerPoint PPT Presentation

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Per Nuovi Bisogni di Assistenza Infermieristica

Nuove Competenze

L’infermiere dell’area della prevenzione

Andrea Menegatti - UO Oncologia Clinica – Dip. Medico Specialistico

Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara

Facilitatore per la prevenzione dei danni da immobilizzazione

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Mutamenti in atto in ambito sanitario

• Cambiamenti normativi e organizzativi

• Mutamenti demografici

• Variazione dello scenario epidemiologico

• Trasformazione dal concetto di sanità al concetto di salute avvenuta a partire dalla metà degli anni ‘90

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CAMBIAMENTI NORMATIVI E ORGANIZZATIVI

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• Fino a poco tempo fa, si pensava che il SSN italiano potesse reggersi sull’opera di un numero piuttosto ristretto di professionisti e di operatori (medico di famiglia, medico ospedaliero e medico specialista).

• Negli ultimi anni il SSN, ha vissuto profonde modifiche nella struttura, nell’organizzazione di ogni suo ambito, nei meccanismi di funzionamento e nelle procedure di ciascun servizio anche ad opera dei mutamenti demografici ed epidemiologici intercorsi.

• Tra i cambiamenti più visibili è la costante evoluzione delle “professioni sanitarie non mediche”, che sono aumentate nella composizione quantitativa e soprattutto si sono ridefinite negli aspetti qualitativi (prima erano ausiliarie al medico).

• Si è sviluppato un vero e proprio processo di professionalizzazione cioè un percorso che ha portato operatori in passato meno qualificati a trasformarsi in veri e propri professionisti con un proprio specifico professionale.

• Questo è stato sostenuto dalla nuova normativa specifica volta a regolamentare la formazione, l’esercizio professionale, l’organizzazione di tali professionisti (Profili Professionali, Legge 42/1999, Legge 251/2000).

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OBIETTIVI PRINCIPALI RAGGIUNTI

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• Scomparsa della caratteristica dell’ausiliarietà.

• Riconoscimento di una definita area di competenza e di responsabilità e conseguentemente di una specifica autonomia professionale.

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MUTAMENTI DEMOGRAFICI IN ATTO

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• Secondo le ultime rilevazioni dell'ISTAT al 1 gennaio 2010 i giovani fino a 14 anni rappresentano il 14% del totale della popolazione.

• Le persone con oltre 65 anni d'età rappresentano 1/5 della popolazione italiana.

• Anche i cittadini stranieri sono in costante aumento e costituiscono il 7,1% del totale della popolazione residente sul territorio italiano. Sotto il profilo demografico l'Italia si conferma uno dei paesi con il più basso tasso di natalità al mondo.

• Contrazione e parallelo aumento dei nuclei familiari con esigua rete parentale.

Dati ISTAT – 01/01/2010

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VARIAZIONE DELLO SCENARIO EPIDEMIOLOGICO

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• L’epidemiologia che descrive la salute degli Italiani e le tendenze in corso è attualmente dominata dalle patologie degli anziani (che includono soprattutto malattie cardiovascolari, tumori, malattie neurologiche), dalla ridotta natalità della popolazione italiana (che impone estrema attenzione alle condizioni di salute soprattutto nei riguardi della fertilità, della procreazione e dell’infanzia), dalla non trascurabile quota di popolazione immigrata da aree con caratteristiche epidemiologiche talvolta molto differenti dalle nostre e condizioni di vita in Italia sub-ottimali, dall’aumento continuo di condizioni cronico-degenerative che una volta insorte impongono assistenza sanitaria per il resto della vita e quindi un costante incremento di spesa, dalla necessità di integrare assistenza sociale e sanitaria per un efficiente utilizzo delle risorse….. (PSN 2008-10)

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Passaggio dal concetto di sanità a quello di salute

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• A partire dalla seconda metà degli anni ’90 si è passati dal concetto di sanità (intervento volto alla malattia) a quello di salute (promozione e prevenzione).

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Quali risposte sono state date a questo diverso scenario?

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• Il legislatore punta a rilanciare la prevenzione primaria e secondaria

(PSN 2008 – 2010 e 2011 - 2013)• Inoltre diventano concetti portanti del Sistema Sanitario i concetti di presa

in carico, continuità della cura assistenza, coordinamento tra sociale e sanitario e tra le diverse strutture che seguono gli utenti, integrazione a livello istituzionale, tra i servizi e tra gli operatori, globalità dell’intervento, centralità della persona, condivisione di un percorso e obiettivi comuni con l’utente ed i suoi caregivers, valorizzazione delle risorse del paziente e della sua famiglia oltre che del tessuto sociale che lo circonda, rispetto dell’autonomia e dei valori della persona

(PSR Emilia Romagna 2011 -2013)

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Nel complesso…..

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• Questi radicali cambiamenti con l’insorgere di nuovi bisogni e nuove necessità da parte del malato hanno POI portato e guideranno ancor più in futuro inevitabilmente alla necessità di sviluppare nuove competenze da parte degli infermieri oppure alla rivisitazione delle competenze più tradizionali e delle modalità organizzative e quindi a mutamenti nella stessa professione che si dovrà adattare per dare risposte ai diversi bisogni della persona.

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LA PREVENZIONE NELL’A.O.U. DI FERRARAI progetti presidiati dagli infermieri

Prevenzione e Trattamento delle Lesioni da PressionePrevenzione di errori di somministrazione di terapia farmacologicaSicurezza d’uso di farmaci chemioterapiciPrevenzione di cadute e dei danni da contenzione fisica dei pazientiSorveglianza, prevenzione e controllo delle infezioniOspedale senza DoloreControllo del dolore chirurgico nella fase preoperatoriaEducazionale nel servizio EmodialisiPercorso nascitaSicurezza del malato nei gruppi operatori

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………. si metteva lo sporco sotto il tappetoNON SI RILEVAVANO CON PRECISIONE DATI

EPIDEMIOLOGICI e SI PRESTAVA POCA ATTENZIONE A QUESTO AMBITO E A QUESTE PROBLEMATICHE.

La rilevazione di dati attendibili è il primo passo per poi attuare una adeguata prevenzione

Fino ad alcuni anni fa …..

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Alcune importanti considerazioni ……

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• Le lesioni da pressione non sono la conseguenza inevitabile di elementi concomitanti quali: l’età avanzata, la permanenza a letto per lunghi periodi e la prolungata immobilità; il vero problema risiede nell’esiguità del tempo di assistenza infermieristica che viene dedicato a tale patologia, tanto che la percentuale di pazienti con questa complicazione viene utilizzata quale parametro per valutare l’adeguatezza e la qualità dell’assistenza prestata.

• Spesso questo avviene per mancanza di una cultura della prevenzione delle L.d.p. che porta a non capire l’entità delle problematiche che accompagnano le L.d.p.

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Epidemiologia danni da immobilizzazione

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• L'evento più temuto della sindrome da immobilizzazione, assai facile da instaurarsi nell'anziano in rapporto alla particolare fragilità della sua cute, ma anche tra i più suscettibili di prevenzione e trattamento efficaci, è la comparsa di lesioni da decubito (piaghe o ulcere).

• Tra i pazienti ospedalizzati per malattie acute la prevalenza di lesioni da decubito in stadio II o più avanzato varia dal 3% all'11%, mentre l'incidenza durante il periodo di degenza ospedaliera è dell'1-3%;queste percentuali salgono rispettivamente al 28% ed al 7,7% se si considerano solo i pazienti costretti a letto o alla sedia rispettivamente per almeno 1 e 3 settimane.

• Tra i pazienti ammessi nelle RSA la prevalenza di tali lesioni è del 20-33%, mentre l'incidenza per coloro che vi rimangono per almeno tre mesi è del 5%

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Altri dati epidemiologici sulle lesioni da pressione

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• Prevalenza LDD Ospedale 11%(Rischio 27-30%)(Fonte: AISLeC 2002 )

• Prevalenza LDD ADI 22 %Rischio Circa 50%(Fonte: Studio Prevalenza Area Vasta 2006)

• Prevalenza LDD RSA 9,1%Rischio circa 40%(Fonte: Studio Prevalenza Area Vasta 2006)

• Prevalenza Lesioni Diabetiche ADI 4,3%(Fonte: Studio Prevalenza Area Vasta 2006)

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Altri dati epidemiologici sulle lesioni da pressione

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• La presenza di ulcere da pressione è riconosciuta come fattore prognostico sfavorevole che si associa ad aumento della morbidità e della mortalità.

Berlowitz DR, Brandeis GH, Anderson J, et al. Effect of pressure ulcers on the survival of long-term care residents. J Gerontol A Biol Sci Med Sci 1997;52:M106-10.

Thomas DR, Goode PS, Tarquine PH, et al. Hospital-acquired pressure ulcers and risk of death. J Am Geriatr Soc 1996;44:1435-40.

• Si stima che negli USA le lesioni da pressione colpiscano circa 1,5-3 milioni di persone, nel 70% dei casi con età superiore ai 70 anni, comportando una spesa sanitaria annua di circa 5 miliardi di dollari.

Thillips LP. Ulcers. In: Bolognia JL, Jorizzo JL, Rapidini RD, eds. Dermatology. Philadelphia, PA: Mosby 2003, pp. 1631-49.

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Altri dati epidemiologici sulle lesioni da pressione

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• In Inghilterra è stato stimato che le lesioni da decubito sono la causa primaria di morte nel 6% dei pazienti ricoverati nelle unità geriatriche.

(Maher, Rubin, 2000)

• La comparsa di una lesione in 1°stadio comporta un aumento del rischio di ulcere più gravi pari a 10 volte.

• Dal 34% all’81% dei pazienti sviluppa la lesione nel giro delle prime due settimane di ricovero ospedaliero.

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Altre conseguenze dell’immobilizzazione

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• Le conseguenze della immobilità prolungata, come già ricordato, riguardano diversi organi ed apparati e pertanto la sindrome da immobilizzazione viene considerata una sindrome multisistemica:

Apparato locomotore Apparato cardiovascolare Apparato respiratorio Apparato gastroenterico Apparato genito – urinario Sistema nervoso e psiche

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Sindrome da immobilizzazione

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• Si definisce Sindrome da allettamento e/o da immobilizzazione , una condizione caratterizzata da ridotta o assente autonomia nel movimento, ad insorgenza acuta o cronicamente progressiva.

• Non è una vera malattia, ma è spesso la causa di vere e proprie patologie: cardiache, respiratorie, circolatorie e metaboliche.

• In ambito geriatrico è spesso la conseguenza di una prolungata immobilizzazione a letto alla quale sono costretti pazienti anziani particolarmente “fragili”.

• Se non adeguatamente contrastata, essa porta inesorabilmente l’anziano ad uno stato di disabilità ingravescente fino anche alla morte.

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Principali cause della Sindrome da immobilizzazione

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Le principali cause di immobilizzazione nell’anziano comprendono fattori biologici (facilitanti), psicologici e socio-ambientali (aggravanti).

Tra i fattori biologici sono compresi:1) Patologie a carico dell’apparato muscoloscheletrico: (artriti, fratture ecc.)2) Malattie neurologiche: (ictus, morbo di Parkinson, demenza ecc.)3) Malattie cardiovascolari4) Malattie polmonari5) Malattie dell’apparato gastroenterico: (fecalomi, sub-occlusione ecc)6) M. apparato urinario: incontinenza: (incontinenza urinaria ecc.)7) M. apparato tegumentario: lesioni da pressione8) Altre condizioni: (riduzione del visus, patologie a carico del piede ecc.)

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Principali cause della Sindrome da immobilizzazione

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• Tra i fattori psicologici ricordiamo la depressione, il timore di cadute e la perdita dell’abitudine al movimento, condizioni che costringono il paziente a stazionare a lungo in poltrona e a letto.

• L’attività fisica è indispensabile per il mantenimento del normale trofismo osseo e muscolare e delle proprietà biomeccaniche delle strutture cartilaginee.

• L’immobilizzazione prolungata porta a riduzione della massa (ipotrofia) e della forza muscolare (ipostenia) per decondizionamento, a cui talvolta si associano contratture muscolari.

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OBIETTIVI PREVENZIONE LESIONI DA PRESSIONE (prevenzione primaria)

La prevenzione delle lesioni da decubito è finalizzata al raggiungimento di 4 obiettivi:1) identificazione dei soggetti a rischio di piaga, che necessitano di interventi preventivi, e dei fattori specifici che li pongono a rischio .(ad esempio utilizzando scale di valutazione: Scala di Norton e Scala di Braden)2) mantenimento e miglioramento del grado di tolleranza del tessuto alla pressione al fine di evitare lesioni (attraverso la cura della cute ed il sostegno nutrizionale);3) protezione dagli effetti negativi provocati da forze meccaniche esterne pressione, frizione e stiramento (attraverso piani di mobilizzazione nonché utilizzo di supporti, dispositivi e presidi in grado di limitare l'applicazione di tali forze meccaniche sulle zone a rischio);4) riduzione dell'incidenza delle lesioni da decubito attraverso la realizzazione di programmi educativi.

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TRATTAMENTO DELL’IMMOBILIZZAZIONE

Momento fondamentale del trattamento della sindrome da immobilizzazione è la terapia riabilitativa, che ha come scopo il ripristino delle funzioni e la prevenzione dell'aggravamento della disabilità. Gli elementi principali della riabilitazione del paziente anziano sono pertanto l'attenta valutazione delle capacità funzionali del soggetto, il perseguimento di obiettivi realistici, la prevenzione delle disabilità secondarie e delle complicanze dell'immobilizzazione, l'adattamento delle capacità funzionali residue all'ambiente e viceversa.

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PROFESSIONISTI CHE OPERANO NELL’AMBITO DELLA PREVENZIONE DEI DANNI DA IMMOBILIZZAZIONE

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32 Referenti prevenzione e trattamento lesioni da pressione 6 Facilitatori per la prevenzione dei danni da immobilizzazione che rivolgono la propria attività in diversi aspetti collegati ai danni da immobilizzazione (prevenzione di sub occlusione - occlusione nel paziente allettato, prevenzione e trattamento lesioni da pressione, incident reporting collegato ai danni da immobilizzazione, assistenza meccanica alla tosse)

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LA RETE DI PROFESSIONISTI NELL’AMBITO DELLA PREVENZIONE DEI DANNI DA IMMOBILIZZAZIONE

Cenni storici2001 – Prima rete di referenti di diversi reparti non ancora strutturata sviluppata dalla Direzione Infermieristica seguita dalla Dott.ssa Cristina Breveglieri2002 – Prime indagini epidemiologiche di prevalenza2009 – Viene strutturata la rete dei “Referenti per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da pressione” seguita dalla Dott.ssa Paola Caponcelli (Posizione Organizzativa Ricerca Utilizzo delle Evidenze Scientifiche) e che fa capo alla Struttura Sviluppo Organizzativo e Innovazione che aveva come responsabile la Dott.ssa Fulvia Balboni.2011 – Ulteriore consolidamento di questa rete con l’ingresso dei Facilitatori per la prevenzione dei danni da immobilizzazione

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IL FACILITATORE PER LA PREVENZIONE DEI DANNI DA IMMOBILIZZAZIONE

• Il Facilitatore per la prevenzione dei danni da immobilizzazione nell’ambito della riorganizzazione della Direzione delle Professioni, iniziata ormai da alcuni anni è una figura che all’interno dell’Azienda ha responsabilità di natura professionali come i Referenti d’attività, i Consulenti ed i Case-Manager.

• In questo ruolo si rapporta alla Posizione Organizzativa Ricerca Utilizzo delle Evidenze Scientifiche (Dott.ssa Paola Caponcelli) nell’ambito della Struttura Sviluppo Organizzativo e Innovazione che ha come responsabile la Dott.ssa Maurizia Fogli.

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E’ un professional con elevata competenza professionale in grado di interpretare la mission del processo affidato e di creare integrazione.Mentre il Referente d’attività svolge la propria funzione all'interno dell'UO, il Facilitatore svolge il proprio ruolo a supporto di tutto il Dipartimento nel mio caso Dipartimento Medico Specialistico oppure dell’intera Azienda. Il Facilitatore conosce il dipartimento, le sue articolazioni (UUOO, i coordinatori, i RA prevenzione e trattamento lesioni) e si rapporta in modo stretto con le diverse articolazioni del dipartimento e con gli altri Facilitatori prevenzione danni da immobilizzazione.

IL RUOLO DEL FACILITATORE

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Il Facilitatore prevenzione danni da immobilizzazione è colui che in ambito dipartimentale presidia per l’Azienda il settore della sicurezza del paziente collegata alla prevenzione dei danni da immobilizzazione possedendo anche un’elevata competenza clinica in tale materia (Governo clinico assistenziale – Rischio clinico: la sicurezza del paziente). Supporta processi di miglioramento della qualità e/o cambiamento organizzativo sull’area oggetto di interesse (prevenzione della sindrome da allettamento e/o da immobilizzazione), su specifico incarico/progetto da parte del Dirigente della Struttura di Riferimento.. Riceve la delega sui risultati da conseguire, affinchè sia autonomo nelle modalità di azione per raggiungere il risultato (responsabilità sul risultato)Nel suo ruolo è chiamato a :

• Risolvere problemi• Trasmettere conoscenze

IL RUOLO DEL FACILITATORE

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• La differenza tra l’attività svolta dai Referenti e i Facilitatori è sostanziale.

• Il referente è un professionista che garantisce l’applicazione degli strumenti di governo clinico assistenziale (es. istruzioni operative, linee guida aziendali) per l’ambito di riferimento e presidia gli indicatori di risultato (es. prevalenza lesioni da pressione) su incarico della Direzione delle Professioni. L’obiettivo è quello di assicurare la qualità e la sicurezza delle prestazioni, i migliori risultati possibili in salute e l’uso efficiente delle risorse.

• Il Facilitatore invece colui che crea integrazione relativamente ad un processo cercando di guidare al miglioramento della qualità del servizio erogato o al cambiamento organizzativo. Proprio per questa ragione riceve delega sui risultati da conseguire ma nel contempo riceve autonomia sulle modalità d’azione per raggiungere il risultato. Nel suo ruolo è chiamato a risolvere problemi e a trasmettere conoscenze.

DIFFERENZE CON I REFERENTI

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Conoscenze/Skills caratterizzanti i professionisti dell’ambito della prevenzione dei danni da immobilizzazione

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• Protocolli, procedure e istruzioni operative:

– Istruzione Operativa “Protocollo per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da pressione”

– Protocolli per la gestione della sicurezza

– Inserimento di nuovi operatori nell’U.O.

– Percorso per l’attivazione delle superfici antidecubito

– Protocollo del comportamento da tenere con i rappresentanti di ditte esterne

– Manuali d’uso dei prodotti

– Procedura per la continuità assistenziale ospedale-territorio del paziente

– Procedura per l’educazione del familiare alla gestione del paziente a rischio di sviluppare lesioni da pressione e al trattamento della lesione.

• Conoscere le Medicazioni avanzate.

• Mobilizzazione mettendo in sicurezza se stessi e il paziente.

• Inglese.

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Conoscenze/Skills caratterizzanti i professionisti dell’ambito della prevenzione dei danni da immobilizzazione

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• Sistemi e modalità di valutazione della lesione

• Metodologia Epidemiologica (proprietà scale di valutazione).

• Compilare correttamente una Scheda Braden.

• Valutazione critica di ricerche in letteratura.

• Ricerca bibliografica on line.

• Approccio Evidence Based Practice.

• Applicazione corretta dei presidi e dei trattamenti. Scelta del materiale adatto al tipo di paziente (es. cuscini antidecubito).

• Scale di valutazione del dolore (VAS, NRS ecc.).

• Nozioni di informatica.

• Appalti, contratti…

• Indicatori regionali per la sicurezza dei pazienti.

• Linee guida o protocolli regionali.

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Conoscenze/Skills caratterizzanti i professionisti dell’ambito della prevenzione dei danni da immobilizzazione

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• Nozioni di base del “Sistema D.R.G.”.

• Interfacce del Facilitatore di Processo prevenzione dei danni da immobilizzazione all’interno del proprio Dipartimento ed in ambito aziendale.

• Disposizioni regionali sulla Terapia a Pressione Negativa (T.P.N.).

• Fisiopatologia sindrome da allettamento e/o da immobilizzazione.

• Concetti basilari collegati al Governo Clinico e strumenti del Governo Clinico (linee guida, percorsi assistenziali, clinical audit, risk management).

• Sistemi per lo sviluppo del personale: far crescere le competenze, definire fabbisogni formativi, costruire piani di crescita individuale, creare occasioni seminariali.

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Metafora – Tripode (job family modelling)

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Tripode di bronzo cinese facente parte del corredo funerario del principe di Zhongshan (III secolo a.C.).

RESPONSABILITÀ

SKILLCOMPETENZACONOSCENZA

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ELEMENTI CHE CONTRADDISTINGUONO IL PROFESSIONISTA

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RESPONSABILITA’: che costituisce ciò che l’Azienda si aspetta dai propri collaboratori, indipendentemente dalle attività specifiche di ogni singola professione (SAPER ESSERE);

COMPETENZA: ha un carattere di trasversalità ai vari ruoli (SAPER AGIRE);

SKILL: insieme di abilità tecnico-operative che tendono ad essere specifiche di una professione o di un ruolo organizzativo (SAPER FARE);

CONOSCENZA: insieme di saperi necessari per riuscire a ricoprire al meglio la responsabilità all’interno del contesto organizzativo di riferimento (SAPERE).

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OBIETTIVI ASSEGNATI ALLA RETE NEGLI ANNI

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Obiettivo 2009:

A. Contributo indagine di prevalenza aziendale (Rilevazione quadrimestrale)

B. Divulgazione in U.O. della versione aggiornata dell’istruzione operativa I-084-AZ “Protocollo per la prevenzione e trattamento delle lesioni da pressione” e valutazione delle non conformità

Obiettivo 2010

C. Contributo aziendale al Progetto International Quality Indicator Project (IQIP) relativamente all'indicatore n. 15: Ulcere da pressione nei pazienti ricoverati in reparti per acuti

Obiettivo 2011

D. Implementare la nuova scheda di monitoraggio delle lesioni da pressione (Standard: 75%)

E. Fornire evidenze di diffusione ai colleghi dei dati relativi alle indagini di prevalenza aziendale anno 2011 confrontati con gli anni precedenti (2010-2009)

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OBIETTIVI ASSEGNATI ALLA RETE NEGLI ANNI

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Obiettivo 2011 Facilitatori per la prevenzione dei danni da immobilizzazione

Sono stati individuati dalla Direzione delle Professioni 4 priorità relativamente alla prevenzione dei danni da immobilizzazione:

• prevenzione di sub occlusione - occlusione nel paziente allettato;• prevenzione e trattamento lesioni da pressione;• incident reporting collegato ai danni da immobilizzazione;• assistenza meccanica alla tosse.

Per quanto mi riguarda sono stato impiegato: • nel lavoro preparatorio alla revisione dell’IO-084-AZ;• nella redazione di un opuscolo aziendale da consegnare ai pazienti in dimissione

a rischio lesioni da pressione per la prevenzione delle stesse; • nello sviluppo di un pieghevole sulla Terapia a Pressione Negativa;• nello sviluppo e l’implementazione della nuova Scheda di monitoraggio aziendale

delle lesioni da pressione • nello sviluppo del profilo di competenze.

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Nel contempo.............

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• Per i componenti della rete, da parte della Direzione delle Professioni, é stata programmata una formazione specifica sul sistema di finanziamento delle aziende sanitarie al fine di aumentare il controllo all’interno delle singole U.O. dell’Azienda per favorire un giusto riconoscimento dell’attivita’ assistenziale erogata e una adeguata monetizzazione delle prestazioni medico-infermieristiche collegate al trattamento delle lesioni da pressione.

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Nel contempo.............

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• La Struttura Sviluppo Organizzativo e Innovazione operante all’interno della Direzione delle Professioni ha puntato ad ottimalizzare l’utilizzo dei presidi e degli ausili per la prevenzione delle lesioni da pressione valutando in particolare l’appropriatezza dell’utilizzo delle superfici antidecubito questo utilizzando i dati raccolti con le indagini di prevalenza quadrimestrali.

• Probabilmente in futuro questo processo potrà essere fatto anche relativamente alle medicazioni avanzate utilizzate in azienda e relativamente ai presidi per l’incontinenza (traverse, cerate ecc)

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IQIP

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Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara

L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara ha aderito nella primavera

2005 al Progetto IQIP, avvalendosi per i primi 2 anni del supporto della “Epos Beratungsgesellschaft" di Frankfurt.

Finora hanno aderito altri 6 ospedali italiani:

1. Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna "S.Orsola"2. Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia "S. Maria Nuova"3. APSS di Trento con l’Ospedale di Trento "S. Chiara"4. Azienda Usl di Bologna con l'Ospedale Maggiore5. Azienda Usl di Imola6. Policlinico "Umberto I“ di Roma

Siglando una convenzione con il Center for Performance Sciences (CPS) di Baltimore, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara dall’Aprile 2007 ha assunto l’importante ruolo di Centro di Coordinamento Nazionale del progetto IQIP.

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IQIP

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• Il Quality Indicator Project iniziò nel 1985 come progetto pilota nello stato del Maryland su iniziativa di alcuni direzioni ospedaliere che volevano integrare i propri dati economici con dati di performance clinica. • Con questo scopo si consorziavano sette ospedali. Successivamente il progetto ha coinvolto istituzioni in tutti gli Stati Uniti ed anche all'estero per arrivare a circa 600 ospedali, di cui più di 150 fuori USA (Gran Bretagna, Austria, Germania, Svizzera, Portogallo, Giappone, Taiwan e Singapore).

Si tratta del più grande progetto e database internazionale relativo ad indicatori di outcome e performance clinica.

La maggior parte degli indicatori è "hospital-wide", adatto quindi per un confronto fra interi ospedali, non fra singole unità operative.

Il sistema permette ad ogni ospedale di valutare il proprio posizionamento non solo rispetto alla media delle 600 strutture partecipanti,

ma anche rispetto a gruppi di strutture selezionate in base a caratteristiche analoghe ("peer groups").

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IQIP

Prevenzione e trattamento delle lesioni da pressioneObiettivi di budget 2011

IQIP : International Quality Indicator Projet (Progetto Internazionale Indicatori Qualità)

Prevalenza delle pressure ulcers (PU): numero di ulcere da pressione presenti in una specifica popolazione in un determinato momento. Processo di raccolta dati: singolo giorno di ogni mese, per ogni singola Unità Opèrativa (entro i primi 5 giorni del mese).Se presenti pazienti con ulcere da pressione, indicare anche il Codice SDO.

15. Ulcere da pressione nei ricoverati in reparti per acuti

Prevalenza delle ulcere da pressione

- Numeratore: Numero di ricoverati in reparti per acuti con una o più ulcere da pressione in qualsiasi stadio nel giorno della rilevazione

- Denominatore: Numero di ricoverati in reparti per acuti presenti il giorno della rilevazione

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IQIP - ATTIVITÀ SVOLTA NELLO SPECIFICO

• Il Referente Prevenzione e Trattamento Lesioni da Pressione (in questo caso il Facilitatore per la prevenzione dei danni da immobilizzazione) del reparto comunica mensilmente alla Direzione delle Professioni in particolare al Facilitatore per lo sviluppo del sistema informativo, Sig. Raffaele Ferioli, il numero di malati presenti in reparto, il numero dei malati che in quel momento presentano lesioni da pressione, il numero di pazienti a rischio di sviluppare lesioni da pressione (come da I-084-AZ sono coloro che sono stati valutati con scheda di Braden ed hanno un punteggio ≤ 16) e se presenti pazienti con lesioni, indica di questi il codice SDO e il grado e la sede della/e lesioni.

• La rilevazione deve essere effettuata per i referenti turnisti ogni mese la prima notte (comunque tra il giorno 1 e 5) e dai referenti diurnisti il primo giorno del mese in cui sono presenti in turno (sempre e comunque tra il giorno 1 e 5).

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Risultati ottenuti nella prevenzione danni da immobilizzazione

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Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara

Prevalenza lesioni da pressione Azienda Ospedaliero Universitaria Ferrara

7,78,6 8,510,3 9

6,3

5,6

7,9 7 7

6,1

7,8 6,9 7,6

5,6

02468

1012

mag

-07

ago-

07

nov-

07

feb-

08

mag

-08

ago-

08

nov-

08

feb-

09

mag

-09

ago-

09

nov-

09

feb-

10

mag

-10

ago-

10

nov-

10

feb-

11

mag

-11

ago-

11

Prevalenza lesioni da pressione Azienda Ospedaliero Universitaria Ferrara

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Risultati ottenuti nella prevenzione danni da immobilizzazione

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Incidenza lesioni da pressione Azienda Ospedaliero Universitaria Ferrara

2,8 2,8

0

2,3

1,5

0

1,9

1,1 1,41,1

2,32 1,8 1,7 1,7

00,5

11,5

22,5

3

mag

-07

ago-

07

nov-

07

feb-

08

mag

-08

ago-

08

nov-

08

feb-

09

mag

-09

ago-

09

nov-

09

feb-

10

mag

-10

ago-

10

nov-

10

feb-

11

mag

-11

ago-

11

Incidenza lesioni da pressione Azienda Ospedaliero Universitaria Ferrara

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Risultati ottenuti nella prevenzione danni da immobilizzazione

Dai grafici si nota che il trend è caratterizzato sicuramente da una riduzione sia dell’incidenza che della prevalenza delle lesioni.

Sia la prevalenza che l’incidenza confermano i dati epidemiologici evidenziati in recenti studi che hanno rilevato una prevalenza compresa tra il 3 e 11% ed una incidenza inclusa tra l’1 e il 3% nei pazienti ospedalizzati.

I dati di fine 2009 e del 2010, caratterizzati da un aumento sia della prevalenza che dell’incidenza, potrebbero essere collegati ad una sempre maggiore accuratezza nelle rilevazioni che ha portato progressivamente a rilevare lesioni che in precedenza non sarebbero state evidenziate.

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Risultati ottenuti nella prevenzione danni da immobilizzazione

Per quanto riguarda lo stadio delle lesioni, sono predominanti le lesioni di primo e secondo stadio.

Si è notato negli anni che vi è stata una riduzione di lesioni di terzo e quarto stadio sviluppatesi nelle U.O. dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara.

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Possibili sviluppi futuri ……

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• Maggiore integrazione anche in questo ambito tra le reti delle due Aziende provinciali che operano nell’ambito della prevenzione dei danni da immobilizzazione in modo tale da dare continuità.

• Accrescimento delle conoscenze, skills e competenze dei referenti e facilitatori mediante una accurata formazione.

• Sviluppo delle conoscenze, skills e competenze di tutti gli infermieri del comparto.

• Attività di consulenza all’interno delle aziende.

• Creazione di un Ambulatorio infermieristico o medico-infermieristico ospedaliero o territoriale, dove possono afferire le persone con lesioni croniche o che presentano difficoltà alla guarigione.

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“Dimenticare da dove veniamo, rende difficile capire dove vogliamo andare”Anonimo

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Grazie per l’attenzione ….