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98 TESI DI BACCALAUREATO INDICE DELLE TESI DI BACCALAUREATO Fino all’A.A. 2004/05 le tesi sono state presentate a Bressanone, presso la sede dello STAB. Dal 2006, anno di erezione dello STAT, le tesi sono state presentate a Trento. PAG.* 2002/03 (Sessione estiva) 105 LEONARDELLI CHRISTIAN Nei poveri Dio cammina verso di te Relatore: Prof. Michele Dossi (24 giugno 2003) 105 MOSER PAOLO E Dio in tutto questo? Dire Dio dopo Auschwitz Un percorso a partire dal pensiero ebraico Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (24 giugno 2003) > 2004/05 (Sessione estiva) 106 BUFFA LIVIO “Una Chiesa congolese in uno stato congolese” Elementi d’ecclesiologia del card. J. Malula (1917-1989) Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (10 giugno 2005) 107 COVI ROLANDO I discepoli di Emmaus Studio sul Luca 24,13-35 Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (10 giugno 2005) 107 PINAMONTI JIMMY Percorsi di approssimazione al Mistero Santo Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (10 giugno 2005) 108 TELCH TIZIANO Riconoscersi creatura: necessità e possibilità Una lettura di Gn 2,4b-3,24 Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli (10 giugno 2005) > 2005/06 (Sessione estiva) 109 ANDREOLLI FEDERICO “Risplenda di luce che mai si spegne” L’Annunzio pasquale nella Veglia della Resurrezione Relatore: Prof. mons. Cesare Sebastiani (22 giugno 2006) * pagina del presente annuario dove trovare il rispettivo abstract

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TESI DI BACCALAUREATO

INDICE DELLE TESI DI BACCALAUREATO

Fino all’A.A. 2004/05 le tesi sono state presentate a Bressanone, pressola sede dello STAB. Dal 2006, anno di erezione dello STAT, le tesi sonostate presentate a Trento.

PAG.* 2002/03 (Sessione estiva)

105 LEONARDELLI ChRISTIAN Nei poveri Dio cammina verso di te Relatore: Prof. Michele Dossi (24 giugno 2003)

105 MOSER PAOLO E Dio in tutto questo? Dire Dio dopo Auschwitz Un percorso a partire dal pensiero ebraico Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (24 giugno 2003)

> 2004/05 (Sessione estiva)

106 BUffA LIvIO “Una Chiesa congolese in uno stato congolese” Elementi d’ecclesiologia del card. J. Malula (1917-1989) Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (10 giugno 2005)

107 COvI ROLANDO I discepoli di Emmaus Studio sul Luca 24,13-35 Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (10 giugno 2005)

107 PINAMONTI JIMMy Percorsi di approssimazione al Mistero Santo Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (10 giugno 2005)

108 TELCh TIzIANO Riconoscersi creatura: necessità e possibilità Una lettura di Gn 2,4b-3,24 Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli (10 giugno 2005)

> 2005/06 (Sessione estiva)

109 ANDREOLLI fEDERICO “Risplenda di luce che mai si spegne” L’Annunzio pasquale nella veglia della Resurrezione Relatore: Prof. mons. Cesare Sebastiani (22 giugno 2006)

* pagina del presente annuario dove trovare il rispettivo abstract

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INDICE DELLE TESI DI BACCALAUREATO110 BELLI NICOLA L’annuncio del vangelo nelle CEBs del Brasile all’inizio del XXI secolo Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (22 giugno 2006)

111 CAvAGNA GIORGIO “Christus descendit ad inferos” Indagine sull’articolo del Credo Apostolico Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (22 giugno 2006)

111 CURzEL ChIARA «Li amò sino alla fine»: il compimento dell’amore come chiave di lettura della Pasqua di Gesù nel vangelo secondo Giovanni Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (22 giugno 2006)

113 LORANDINI MASIMO Gesù, la libertà esemplare Relatore: Prof. don Andrea Decarli (22 giugno 2006)

114 ROSA ROBERTO Regno contro Regno Gesù e gli indemoniati nel vangelo di Marco Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (22 giugno 2006)

> 2006/07 (Sessione estiva)

114 GhETTA ROBERTO Il mondo intellettuale cattolico trentino e i «nuovi tempi». Un’analisi delle fonti (1910-1915) Relatore: Prof. don Severino Vareschi (15 giugno 2007)

116 MALfATTI ANDREA Io credo la risurrezione della carne. Interpretazione e storia dell’articolo di fede del Simbolo Apostolico Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (15 giugno 2007)

116 PELLEGRIN ALESSIO Una nuova forma di essere Comunità cristiana sul territorio trentino. Le Unità pastorali come forma di collaborazione tra più parrocchie Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (15 giugno 2007)

> 2007/08 (Sessione primaverile)

117 zANELLA GEMMA “Rimanete in me”: il rimanere nel vangelo secondo Giovanni, con particolare attenzione a Gv 15,1-17 Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (17 marzo 2008)

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PAG.*

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> 2007/08 (Sessione estiva)

119 ANGELI MAURO La morte come conseguenza del peccato originale in alcune opere di Karl Rahner Relatore. Prof. don Albino Dell’Eva (24 giugno 2008)

120 BERNARDI GABRIELE La fede dei testimoni nella Lettera agli Ebrei (Eb 11) Relatore. Prof. mons. Lorenzo Zani (24 giugno 2008)

121 BOMBARDELLI DON RINALDO Israel zolli: il rabbino che divenne cattolico per amore di Gesù Relatore: Prof. don Giuseppe Mihelcic (24 giugno 2008)

122 DALPIAz fRA IvAN Cristo Crocifisso Bellezza di Dio Relatore: Prof. don Cristiano Bettega (25 giugno 2008)

123 LUPOLI vINCENzO La dimensione relazionale del ministero e della vita del presbitero Relatore: Prof. don Albino Dell’Eva (24 giugno 2008)

124 NONES fABIO Motivazioni etiche e antropologiche per vivere la fertilità secondo i ritmi naturali della persona Relatore: Prof. don Bruno Tomasi (25 giugno 2008)

124 PURGATO LUIGI Mt 16,18: il progetto di Gesù alla luce dell’immagine biblica di edificazione Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (25 giugno 2008)

126 vULCAN MIChELE L’aborto tra diritto penale canonico, legge 194/1978 e morale Relatore: Prof. don Marco Berti (25 giugno 2008)

> 2007/08 (Sessione autunnale)

127 GREMES DON ROBERTO «Sale della terra e luce del mondo» (Mt 5,13-16). I cristiani laici nella Chiesa e nel mondo alla luce del decreto conciliare «Apostolicam actuositatem» e dei sacramenti dell’iniziazione cristiana Relatore: prof. don Albino Dell’Eva (18 settembre 2008)

PAG.*

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TESI DI BACCALAUREATO

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128 zADRA fRANCO La partecipazione nella Chiesa alla luce di alcuni momenti della sua storia Relatore: Prof. don Severino Vareschi (18 settembre 2008)

> 2008/09 (Sessione primaverile)

129 AvI CRISTOfORO Educare in un contesto di differenziazione umana e religiosa. Analisi e riflessioni per il villaggio SOS di Trento Relatore: Prof. p. Matteo Giuliani (24 febbraio 2009)

> 2008/09 (Sessione estiva)

130 BRENTARI DANIELE “... come sigillo sul tuo cuore”: l’amore di coppia nel Cantico dei Cantici Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli (16 giugno 2009)

131 BRUGNARA ROBERTO Pietro e il Risorto in Giovanni 21 Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (17 giugno 2009)

131 fILIPPI LAURA La lotta di Giacobbe con l’angelo Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli (17 giugno 2009)

132 LUSCIA MARCO Quando nasce il diritto alla vita? Relatore: Prof. don Bruno Tomasi (17 giugno 2009)

133 MALfER MIChELE “valori dei giovani e immagini di futuro”. Il compito educativo della

scuola e il contributo degli IRC Relatore: Prof. p. Matteo Giuliani (16 giugno 2009)

133 MORANDINI DON DANIELE Una comunità si interroga: come interpretare lo spazio sacro dopo il

Concilio vaticano II? L’esperienza della ristrutturazione della Chiesa parrocchiale di Garniga Terme

Relatore: Prof. mons. Ambrogio Malacarne (16 giugno 2009)

> 2008/09 (Sessione autunnale)

134 PEzzANO MARIO Il cammino di fede nell’esperienza spirituale di Madre Teresa di Calcutta Relatore: Prof. p. Mieczyslaw Lubomirski (29 settembre 2009)

PAG.*

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2009 2009/10 (Sessione estiva)

135 CARLONI CLAUDIA «La necessità di Europa ». L’europeismo di Alcide De Gasperi tra ispirazione cristiana e urgenza politica Relatore: Prof. don Severino Vareschi (25 giugno 2010)

135 DEvIGILI PAOLO «Il verbo si fece carne». Dall’Unico all’Universale Relatore: Prof. don Cristiano Bettega (25 giugno 2010)

136 SOMMAvILLA DON WALTER Il corpo del risorto nel pensiero di San Paolo Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (25 giugno 2010)

2010 2010/11 (Sessione invernale)

137 AvALLONE PIERLUIGI L’amore che tutto vince: Joseph Mayr-Nusser testimone della fede e

segno di speranza Relatore: Prof. don Bruno Tomasi (28 febbraio 2011)

138 RUzzIER GIULIANO Credere e pensare oggi: una riflessione alla luce del contributo di An-

tonio Rosmini e Chiara Lubich Relatore: Prof. don Andrea Decarli (28 febbraio 2011)

2010/11 (Sessioni autunnali)

138 fEDRIGOTTI PAOLO “Dirò de l’altre cose ch’i’v’ho scorte”. Risonanze scritturistiche nel

prologo della Divina Commedia Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli (16 settembre 2011)

139 MORA CLAUDIA Il cammino di conversione, ossia la trasformazione della persona se-

condo Giovanni della Croce Relatore Prof. p. Mieczyslaw Lubomirski (16 settembre 2011)

139 COzzI EMANUELE Gesù, sulle strade dell’uomo, educa alla fede nel Padre Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (20 ottobre 2011)

2011 2011/12 (Sessione primaverile)

140 CARELLA vITANTONIO SILvIA/ChIARA LUBICh. Le sue origini e la sua formazione (1920-1943) Relatore: Prof. don Severino Vareschi (23 febbraio 2012)

PAG.*

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PAG.*

2011/12 (Sessione estiva)

141 MONEGATTI SAMUELE La fede e le opere: «tensioni dinamiche» tra Giacomo e Paolo Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani (14 giugno 2012)

141 ORLANDO MATTEO Demòni e prassi esorcistica nella vita dei santi e della Chiesa cattolica Relatore: Prof. don Giuseppe Mihelcic (14 giugno 2012)

2011/12 (Sessione autunnale)

142 BRUGNARA ILARIA Girolamo Tartarotti: l’«Arte Critica» e la sua applicazione Relatore: Prof. don Severino Vareschi (17 settembre 2012)

143 PALLARO CATERINA Aborto: storia, cambiamenti, modalità e attualità di una pratica senza

tempo Relatore: Prof. don Bruno Tomasi (17 settembre 2012)

143 RUTIGLIANO GIANfRANCO L’altra Modernità. Del Noce e Girard a confronto Relatore: Prof. Michele Dossi (17 settembre 2012)

2012/13 (Sessione invernale)

144 BRENTARI MILENA Raimon Pannikkar: una spiritualità cosmoteandrica per una terra che

geme Relatore: prof. Michele Dossi (18 dicembre 2012)

144 LEKS MIChÈLE Ermetismo cristiano e nuova evangelizzazione Relatore: Prof. don Cristiano Bettega (18 dicembre 2012)

145 MONTIBELLER MIChELE Gli interventi di Girolamo Seripando nel Concilio di Trento Relatore: Prof. don Severino Vareschi (18 dicembre 2012)

145 vIGOLANI PAOLO Percorso di comprensione della vocazione come relazione Relatore: Prof. don Cristiano Bettega (18 dicembre 2012)

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2012/13 (Sessione primaverile)

146 COALI GIUSEPPINA La Croce e il senso dell’essere in Simon Weil. Spunti per una filosofia

cristica Relatore: Prof. Michele Dossi (1 marzo 2013)

147 PAOLI DANIELE Dialogo sull’elemosina Relatore Prof. don Bruno Tomasi (1 marzo 2013)

147 vALENTINI vITTORIO Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso Relatore: Prof. don Luigi Giovannini (1 marzo 2013)

148 vERONESI ENzO Lo Spirito Santo nelle quattro costituzioni del Concilio vaticano II Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (1 marzo 2013)

2012/13 (Prima sessione estiva)

149 TAMBURINI STEfANIA I laici nella spiritualità di San francesco di Sales: spunti di attualità

per una spiritualità laicale Relatore: Prof. don Mieczyslaw Lubomirski (3 giugno 2013)

PAG.*

TESI DI BACCALAUREATO

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2012/13 (Sessione primaverile)

146 COALI GIUSEPPINA La Croce e il senso dell’essere in Simon Weil. Spunti per una filosofia

cristica Relatore: Prof. Michele Dossi (1 marzo 2013)

147 PAOLI DANIELE Dialogo sull’elemosina Relatore Prof. don Bruno Tomasi (1 marzo 2013)

147 vALENTINI vITTORIO Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso Relatore: Prof. don Luigi Giovannini (1 marzo 2013)

148 vERONESI ENzO Lo Spirito Santo nelle quattro costituzioni del Concilio vaticano II Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi (1 marzo 2013)

2012/13 (Prima sessione estiva)

149 TAMBURINI STEfANIA I laici nella spiritualità di San francesco di Sales: spunti di attualità

per una spiritualità laicale Relatore: Prof. don Mieczyslaw Lubomirski (3 giugno 2013)

Di seguito si presentano le sintesi e i rispettivi Indici delle tesi di Baccalaureato elaborate dagli studenti dello STAT a partire dall’Anno Accademico 2002/2003. Si sono inseriti anche gli indici, omettendo le introduzioni e le conclusioni. I testi delle Tesi sono consultabili presso la Biblioteca del Seminario Maggiore di Trento.

> 2002/03 (Sessione estiva)

LEONARDELLI ChRISTIAN

Nei poveri Dio cammina verso di te. Per una spiritualità di dialogo, conversione e profezia

Relatore: Prof. Michele Dossi 24 giugno 2003

Abstract L’autore ha preso spunto dalla sua esperienza di contatto e di vita con i poveri,

evidenziando come il Signore possa servirsi di questi ultimi per aprire il cuore e operare una continua conversione. Nel testo si parla della comprensione del termine spiritualità a partire dai poveri e dagli ultimi, attingendo al pensiero di C. Boff e J. Pixley. Si evidenzia la necessità di compiere l’opzione per i poveri. Un impegno e un servizio per rinnovare il mondo segnato dalla povertà che attinge all’esempio e all’amore di Cristo. Nell’ultimo capitolo si evidenziano le caratteristiche biblicoteologiche del concetto di macro-ecumenismo.

Indice CAPIToLo I: Spirito e spiritualità CAPIToLo II: La passione per la realtà CAPIToLo III: L’opzione per i poveri come ermeneutica CAPIToLo IV: La pratica dell’amore: l’assoluto cristiano CAPIToLo V: Il macro-ecumenismo

MOSER PAOLO

E Dio in tutto questo? Dire Dio dopo Auschwitz Un percorso a partire dal pensiero ebraico Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi 24 giugno 2003

Abstract L’autore ha distribuito il discorso attorno a cinque grandi tematiche, cioè l’e-

sperienza dei testimoni, il silenzio di Dio, la protesta contro Dio, il rapporto fra Dio e il male, e la presenza di Dio nel dramma.

Si è lasciato suggestionare da certe domande che continuano a risuonare

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nell’anima: Dov’è Dio? Perché tace? Perché non fa nulla? Perché permette che questo sia possibile? Ma, alla fine, chi è questo Dio? Ha aggiunto una breve appendice sulla teologia dei popoli crocifissi in America Latina. L’au-tore intende mostrare come le conclusioni a cui arriva un certo pensiero dopo Auschwitz possano trovare eco nelle più diverse situazioni di dolore e di sofferenza del mondo, annunciando che anche lì sta la silenziosa pre-senza di Dio.

Indice CAPIToLo I: Auschwitz: cesura. Evento. Memoria CAPIToLo II: Il silenzio di Dio CAPIToLo III: Il processo CAPIToLo IV: Dio e l’origine del male CAPIToLo V: Dio nel dramma CAPIToLo VI: Appendice: il popolo crocifisso

> 2002/03 (Sessione estiva)

BUffA LIvIO

“Una Chiesa congolese in uno stato congolese” Elementi d’ecclesiologia del card. J. Malula (1917-1989)

Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi 10 giugno 2005

Abstract La tesi presenta una figura di particolare rilievo nella chiesa congolese, il

card. J. Malula. Una scelta suscitata dall’esperienza che l’autore ha vissu-to in Ciad, nella parrocchia di N’djamena per alcuni mesi. Durante questa esperienza ha avuto modo di conoscere alcuni aspetti del pensiero del card. J. Malula che lo hanno particolarmente colpito. Si sofferma in parti-colare sulle Cellule ecclesiali viventi (CEV), piccole comunità in cui si entra per scelta personale e che sono complementari alla parrocchia. Nel testo si descrive la vita del card. Malula e la sua capacità di comunicare in modo efficacie e calato nella cultura africana il messaggio di Cristo.

Si evidenziano gli aspetti peculiari della sua prospettiva ecclesiologica, capace di individuare i cardini dell’azione evangelizzatrice della Chiesa, animata dall’ascolto della Parola di Dio e dall’impegno di vivere il servizio al mondo e ai poveri in una dimensione missionaria.

Indice CAPIToLo I: Il contesto CAPIToLo II: L’eccclesiologia del cardinal Malula Conclusioni

TESI DI BACCALAUREATO

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COvI ROLANDO

I discepoli di Emmaus Studio sul Luca 24,13-35

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 10 giugno 2005

Abstract L’autore indica i motivi della scelta della tematica affrontata: la bellezza del

racconto, in cui emerge l’abilità di Luca come scrittore, la presenza dei princi-pali aspetti della fede (il cammino, la croce, la risurrezione, la Scrittura, l’euca-ristia, l’annuncio...), la grandezza di Gesù che non si stanca di portare alla gioia anche i discepoli più tristi e delusi, la forza della presenza del Risorto nella vita e nei cuori degli uomini. L’elaborato non pretende di presentare tutti i temi né di esaurire l’analisi di quelli scelti. Si vuole entrare in punta di piedi tra le righe del testo, per apprezzare un po’ di più l’intenzione dell’autore e la fede dei primi cristiani che ci hanno lasciato questa preziosa testimonianza.

Dopo la lettura attenta del brano, si analizza il testo originale e quindi si pren-dono in considerazione alcuni aspetti del messaggio tenendo presente i vari apporti della ricerca esegetica contemporanea.

Indice CAPIToLo I: Analisi letteraria CAPIToLo II: “Erano in cammino” CAPIToLo III: “Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo” CAPIToLo IV: “E cominciando da Mosè e da tutti i profeti...” CAPIToLo V: “Resta con noi perché si fa sera” CAPIToLo VI: “Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” CAPIToLo VII: La tradizione artistica: l’esempio del Caravaggio

PINAMONTI JIMMy Percorsi di approssimazione al Mistero Santo Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi 10 giugno 2005

Abstract Il presente lavoro assume per molti aspetti il carattere della sfida, la sfida di

sempre, il tentativo e lo sforzo di ogni uomo: parlare di ciò che sta al-di-là e al-di-sopra delle cose È un tentativo senza tempo, universale, e proprio per questo si possono trovare straordinarie assonanze tra gli scritti di persone di epoche, culture e religioni differenti.

Visto il tema, presentare lo status quaestionis è opera impossibile anche per

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il più acuto teologo. L’autore ha dovuto fare una selezione di alcuni argo-menti da trattare, almeno per cenni e senza alcuna pretesa di completezza. I temi trattati sono, per alcuni aspetti, molto diversi tra loro: si va dalla fisica del primo capitolo alla filosofia del dialogo e alla mistica medioevale del secondo, per arrivare, nel terzo capitolo, alla teologia di un autore greco ortodosso contemporaneo, Christòs Yannaràs. Questa varietà di argomen-ti è una seconda ragione per cui il presente lavoro si può qualificare come sfida. È la sfida del confronto aperto e sincero con mondi culturali diversi in un tentativo di comprensione e di dialogo alla ricerca di punti in comune.

Tale confronto assume, nel presente lavoro, la forma di tre strade, tre vie di approssimazione al Mistero Santo. Volutamente si è deciso di parlare di “approssimazione” e non di “accesso” o “avvicinamento” in quanto tale termine ha un carattere particolarmente evocativo in italiano, per il du-plice significato che questa parola riveste. L’“approssimarsi” afferma sì la possibilità di un qualche avvicinamento a Dio, ma nel contempo sugge-risce pure l’impossibilità di una conoscenza esaustiva: essa resta sempre “approssimata”, vicina ma non coincidente con la Verità.

Indice CAPIToLo I: Neppure la scienza può descrivere compiutamente il mondo CAPIToLo II: Quanto gli uomini provano a “dire” Dio CAPIToLo III: Teo-lógica o teo-gnosia?

TELCh TIzIANO Riconoscersi creatura: necessità e possibilità Una lettura di Gn 2,4b-3,24

Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli 10 giugno 2005

Abstract L’elaborato concentra l’attenzione sul secondo racconto degli inizi, nar-

rato in Gn 2,4b-3.24. I protagonisti principali, cioè Dio, l’uomo e la donna sono messi in dialogo e in relazione tra loro in modo spettacolare e for-temente significativo, al fine di far emerge una precisa visione dell’uomo e della sua psicologia.

La creazione ha il suo vertice nell’opera di Dio che plasma la creatura umana, traendola dalla terra, ma donandole lo spirito di vita. Dio conosce i sogni e i bisogni dell’uomo e quindi sa bene che non può restare solo, sa che l’uomo ha la necessità di avere al fianco «un aiuto che gli sia simile», la donna. L’umanità però non vive solo relazioni gratificanti e la vita è segnata anche dal dolore e dall’incomprensione, ed ecco che l’autore del testo tenta di motivare la pre-senza della “fatica” umana introducendo la narrazione del peccato commesso dalla prima coppia.

TESI DI BACCALAUREATO

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il più acuto teologo. L’autore ha dovuto fare una selezione di alcuni argo-menti da trattare, almeno per cenni e senza alcuna pretesa di completezza. I temi trattati sono, per alcuni aspetti, molto diversi tra loro: si va dalla fisica del primo capitolo alla filosofia del dialogo e alla mistica medioevale del secondo, per arrivare, nel terzo capitolo, alla teologia di un autore greco ortodosso contemporaneo, Christòs Yannaràs. Questa varietà di argomen-ti è una seconda ragione per cui il presente lavoro si può qualificare come sfida. È la sfida del confronto aperto e sincero con mondi culturali diversi in un tentativo di comprensione e di dialogo alla ricerca di punti in comune.

Tale confronto assume, nel presente lavoro, la forma di tre strade, tre vie di approssimazione al Mistero Santo. Volutamente si è deciso di parlare di “approssimazione” e non di “accesso” o “avvicinamento” in quanto tale termine ha un carattere particolarmente evocativo in italiano, per il du-plice significato che questa parola riveste. L’“approssimarsi” afferma sì la possibilità di un qualche avvicinamento a Dio, ma nel contempo sugge-risce pure l’impossibilità di una conoscenza esaustiva: essa resta sempre “approssimata”, vicina ma non coincidente con la Verità.

Indice CAPIToLo I: Neppure la scienza può descrivere compiutamente il mondo CAPIToLo II: Quanto gli uomini provano a “dire” Dio CAPIToLo III: Teo-lógica o teo-gnosia?

TELCh TIzIANO Riconoscersi creatura: necessità e possibilità Una lettura di Gn 2,4b-3,24

Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli 10 giugno 2005

Abstract L’elaborato concentra l’attenzione sul secondo racconto degli inizi, nar-

rato in Gn 2,4b-3.24. I protagonisti principali, cioè Dio, l’uomo e la donna sono messi in dialogo e in relazione tra loro in modo spettacolare e for-temente significativo, al fine di far emerge una precisa visione dell’uomo e della sua psicologia.

La creazione ha il suo vertice nell’opera di Dio che plasma la creatura umana, traendola dalla terra, ma donandole lo spirito di vita. Dio conosce i sogni e i bisogni dell’uomo e quindi sa bene che non può restare solo, sa che l’uomo ha la necessità di avere al fianco «un aiuto che gli sia simile», la donna. L’umanità però non vive solo relazioni gratificanti e la vita è segnata anche dal dolore e dall’incomprensione, ed ecco che l’autore del testo tenta di motivare la pre-senza della “fatica” umana introducendo la narrazione del peccato commesso dalla prima coppia.

Nell’analisi del testo si seguono alcune tra le principali ricerche esegetiche svolte sul libro della Genesi, dando attenzione anche ad alcuni tentativi di attualizzazione.

Pur consapevole della vastità di argomenti che il brano biblico può aprire in campo antropologico e teologico, l’autore ha preferito fermarsi solo all’analisi del racconto mediante una lectio continua.

Il lavoro è articolato su tre capitoli. Il primo fornisce uno sguardo ampio sui racconti della creazione (Gn 1-3) e apre alcuni aspetti problematici, soprattut-to sulla data di composizione di Gn 2-3 e sull’autore; viene anche presentato uno schema con la struttura dei due capitoli che verranno approfonditi. Il se-condo capitolo è dedicato all’esegesi di Gn 2; il terzo affronta infine Gn 3.

Le note cercano di ampliare gli apporti e gli approfondimenti, con frequenti citazioni dirette dai vari autori e con riferimenti alla Sacra Scrittura che aiuta-no ad interpretare e ad illuminare la nostra lettura del testo.

Indice CAPIToLo I: I racconti della creazione: Genesi 1-3 CAPIToLo II: Commento al testo di Gn 2,4b-25 CAPIToLo III: Commento al testo di Gn 3,1-24

> 2005/06 (Sessione estiva)

ANDREOLLI fEDERICO

“Risplenda di luce che mai si spegne” L’Annunzio pasquale nella veglia della Resurrezione

Relatore: Prof. mons. Cesare Sebastiani 22 giugno 2006

Abstract L’elaborato propone un commento all’antico inno dell’Annunzio pasquale,

l’Exultet. Nella parte iniziale si presenta il contesto generale della solen-ne Veglia della Resurrezione. Le diverse parti sono considerate la risposta all’annuncio della resurrezione di Cristo. Si presentano poi i tratti caratteri-stici della Veglia: il suo carattere notturno, la celebrazione in essa dei Sacra-menti dell’iniziazione cristiana, la presenza di molti altri segni. Il secondo capitolo si sofferma sulla Liturgia della luce, con l’introduzione storica che mostra il radicamento del Lucernario nell’omonimo rito già giudaico e poi proprio dell’antichità cristiana. La luce risulta il tema principale della Veglia.

Il terzo capitolo affronta il tema centrale della Tesi, con l’analisi dell’Exultet nelle versioni latina, in quella italiana del Messale e in una traduzione di studio. Ven-gono enucleati i riferimenti biblici e i temi teologici più interessanti.

La conclusione puntualizza alcuni temi teologici: l’opera della Trinità, l’econo-mia della salvezza, l’uomo e la Chiesa alla luce della Pasqua.

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Indice CAPIToLo I: «Madre di tutte le veglie» - La Veglia della Resurrezione CAPIToLo II: «La luce di Cristo» - La Liturgia della Luce pasquale CAPIToLo III: «Esulti il coro degli angeli» - L’Annunzio pasquale

BELLI NICOLA L’annuncio del vangelo nelle CEBs del Brasile all’inizio del XXI secolo

Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi. 22 giugno 2006 Abstract Il testo si suddivide in tre capitoli, costituiti come una spirale: 1. CEBs: nuovo modo di essere Chiesa. 2. Cristo, la Parola di Dio, centro della vita della CEBs. 3. I laici evangelizzano i propri fratelli. Si parte con un’analisi ampia per poi arrivare a parlare sempre più nel con-

creto della centralità della Parola di Dio. Il primo capitolo è il tentativo di delineare alcune linee caratteristiche delle CEBs (la sigla sta per: comunità ecclesiali di base, si utilizza la sigla brasiliana): la fisionomia, alcuni appunti di spiritualità, la loro origine e il perché sono state fondate, il loro rapporto con la Chiesa istituzionale.

Grazie alle CEBs, la Chiesa in Brasile ha potuto raggiungere i più poveri e le persone che per ignoranza sarebbero state escluse dall’annunzio del Vangelo. Si illustra il problema del rapporto Chiesa-istituzione e la Chiesa-comunità di persone: le CEBs non sono un modello di Chiesa che si contrap-pone alla Chiesa universale. Gli stessi teologi della liberazione sono i primi a ribadire il forte legame che unisce i due modi di essere Chiesa. Sono due polmoni della stessa creatura.

Il secondo capitolo delinea il significato della lettura popolare della Bib-bia. Questo concetto è la conseguenza dell’esperienza della comunità ec-clesiale di base. Cosa comporta concretamente nella vita d’ogni persona la lettura della Bibbia? L’incontro con l’altro e il vivere in comunità e non in solitudine. L’interpretazione della Bibbia in queste comunità non è tanto una tecnica da imparare, ma una dinamica da vivere; la persona è davanti alla Parola di Dio e alla propria vita: ciascuno è chiamato a far dialogare le due realtà.

Nel terzo capitolo si parla di un metodo concreto di lasciarsi spingere dalla Parola verso la propria comunità e il proprio popolo: «le Sante Missioni Popolari». Lo schema è quello del p. Luis Mosconi. Qui il sog-getto evangelizzante non sono più solo i frati o le suore, ma è la gente stessa. Si presentano le tre parti del progetto: la preparazione ( per lo meno un anno), la settimana di missione, e il post-missione per far sì che il tutto sia sedimentato in tutti (anche per questa parte serve alme-no un anno.

TESI DI BACCALAUREATO

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Il lavoro fa cogliere il coinvolgimento diretto dell’autore e la passione con cui ha presentato l’argomento. Egli ha preso spunto da un’esperienza di vita dell’autore che ha potuto trascorrere un periodo in Brasile sperimentando in prima persone la vita di queste comunità ecclesiali di base.

Indice CAPIToLo I: CEBs, un nuovo modo di essere Chiesa CAPIToLo II: Gesù Cristo, la Parola di Dio, centro della vita delle CEBs CAPIToLo III: I laici evangelizzano i propri fratelli

CAvAGNA GIORGIO

“Christus descendit ad inferos” Indagine sull’articolo del Credo Apostolico

Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi 22 giugno 2006

Abstract La tematica della discesa agli inferi di Cristo viene affrontata con la modalità

tipica della sistematica teologica: approccio biblico – breve panorama storico – riflessione e sintesi sistematica. Vengono illustrate le istanze bibliche signi-ficative evocate dall’articolo di fede, come il tema dello “sheol” quale stato di vita. Si propone inoltre una digressione sul testo che normalmente viene evocato come probante la discesa agli inferi: 1Pt 3,18-4,16. L’indagine storica, per motivi di spazio e di effettiva complessità è presentata in modo sommario ma non superficiale. Ci si sofferma su alcuni Padri della Chiesa e teologi. Vie-ne trattata la presenza dell’articolo della Professione di fede nella tradizione della Chiesa fissata nelle formule, nei simboli e nei concili; un breve paragrafo conclusivo tratta infine il tema del descensus nell’iconografia.

Indice CAPIToLo I: Il Dato Biblico sul descensus CAPIToLo II: La storia del descensus CAPIToLo III: Prospettive sistematiche sul descensus

CURzEL SUOR ChIARA

«Li amò sino alla fine»: il compimento dell’amore come chiave di lettura della Pasqua di Gesù nel vangelo secondo Giovanni

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani. 22 giugno 2006

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Abstract Il primo capitolo dell’elaborato, di carattere più tecnico e riassuntivo, pro-

ponel’analisi linguistica dei termini legati alla radice greca mostrandone l’uso nel greco classico, nella traduzione della Bibbia dei LXX e nel Nuovo Testamento. Segue un excursus dei passi giovannei che contengono que-sti termini con varie proposte di traduzione.

Il capitolo II si concentra attorno al tema del compimento, abbracciando 4 ambiti particolarmente evidenziati in Giovanni. Il primo è quello della Scrittura: con le sue parole, i suoi gesti e soprattutto con la sua morte in croce, Gesù non soltanto realizza e porta a pienezza alcune espressioni dell’Antico Testamento, ma adempie perfettamente tutta la Scrittura nel suo insieme; proprio il crocifisso è il compimento della storia della salvez-za. In terzo luogo Gesù porta a compimento la nuova creazione, la voca-zione alla piena umanità alla quale l’uomo era destinato fin dalle origini, e nello stesso tempo realizza in pieno la comunione trinitaria, che diventa perfetta proprio nella croce. Infine Gesù porta a compimento con la sua morte la salvezza dell’uomo, espressa mediante le categorie della vita, della figliolanza e dell’unità con Dio.

Il capitolo III occupa la parte centrale della tesi. La forte inclusione segnata dalla locuzione temporale-qualitativa «sino alla fine» di 13,1 e dalla for-ma verbale «è compiuto» di 19,28.30, e l’insistenza nell’uso della coppia «amore-amare» nella seconda parte del Vangelo di Giovanni, permetto-no di leggere i capitoli 13-21 sotto la luce del “compimento dell’amore”, proposto come prima chiave di lettura del mistero pasquale. A partire dal capitolo 13 sembra così possibile seguire le tappe di un racconto il cui protagonista è proprio l’amore, esemplificato nella lavanda dei piedi e nel boccone offerto a Giuda; comandato nella stipulazione della nuova alle-anza basata sul precetto dell’amore reciproco; pregato nella grande in-vocazione che sgorga dalle labbra di Gesù per ‘i suoi’; compiuto nel dono totale, gratuito e libero della vita del Figlio; accolto dalla Maddalena e da Pietro nell’incontro con il Risorto. La storia della passione, morte e risur-rezione di Gesù può essere dunque letta in maniera appropriata come la storia dell’amore «sino alla fine».

Il capitolo IV prende spunto da una particolare interpretazione di Gv 13,1, divenuto il motto della Famiglia religiosa di cui l’autrice fa parte. Si tratta di una possibile incarnazione del Vangelo nella storia, un’intuizione che padre Mario Venturini ha realizzato attraverso la fondazione di un’opera che ha come fine quello di onorare Gesù Sacerdote nell’atto di amare ‘i suoi’ sino alla fine, donando ad essi l’Eucaristia e il Sacerdozio.

Indice CAPIToLo I: Analisi linguistica ed excursus dei passi giovannei CAPIToLo II: Il compimento della Scrittura, della rivelazione, dell’umanità

e della divinità di Gesù e la salvezza dell’uomo CAPIToLo III: Il compimento dell’amore CAPIToLo IV: «In finem dilexit»: alle radici di un carisma

TESI DI BACCALAUREATO

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LORANDINI MASIMO

Gesù, la libertà esemplare

Relatore: Prof. don Andrea Decarli 22 giugno 2006

Abstract La ricerca si sviluppa in tre capitoli e affronta il tema alla luce della libertà

di Gesù che diventa modello della libertà degli uomini. Si parte dall’aspetto umano per arrivare a quello biblico fino a concentrarsi sull’aspetto cristologi-co. Nel primo capitolo viene esaminato il concetto di libertà umana con una breve analisi storica sulla affermazione delle libertà civili, per vedere quali siano le principali caratteristiche e quali gli aspetti problematici della realiz-zazione di una convivenza sociale che garantisca e custodisca le libertà. Poi, affrontando il tema della libertà dal punto di vista filosofico, si analizza il suo carattere di fondamento della dignità dell’uomo.

Questo appare soprattutto nel pensiero di L. Pareyson che nel suo scritto ontologia della libertà, fa emergere il carattere unico e primario della libertà nell’uomo.

Nella filosofia dialogica viene individuata un’ottima fondazione della “libertà in relazione”. Da questa prospettiva la libertà, come dignità dell’uomo, non è vista certamente come quella che postula un’ anarchia totale, ma piuttosto come quella che si pone come fine la responsabilità etica dell’uomo per l’uomo. Nel-la parte dedicata ai filosofi del dialogo l’autore si sofferma in particolare su E. Lévinas. Nel secondo capitolo si prende in esame la libertà così come emerge dalla Bibbia, dove essa è presentata principalmente nel contesto delle relazioni sociali, che portano in sé aspetti positivi ma sono anche caratterizzate da forme di asservimento che umiliano l’uomo. Così la libertà si configura come un essere liberi da... essere liberi per... Il popolo ebreo uscendo dall’Egitto è liberato dalla schiavitù affinché possa essere libero per servire Dio. Nel Nuovo Testamento il liberatore che compie le promesse veterotestamentarie è Gesù che con la sua morte e risurrezione toglie il peccato che è la radice dei problemi fra gli uomini il quale è l’elemento che fa fallire le relazioni umane. In Paolo il concetto di liber-tà avrà una certa elaborazione: esso apparirà come liberazione operata da Dio attraverso Cristo dalla schiavitù dal peccato, dalla morte e dalla Legge.

Nel terzo capitolo si presenta la figura di Gesù che libera la libertà umana, in primo luogo perché egli: «È l’uomo perfetto, che ha restituito ai figli d’Adamo la somiglianza con Dio». Gesù si muove sulla terra con la sua personale libertà di uomo e la sua presenza porta un nuovo inizio nel mondo all’insegna della liberazione integrale dell’uomo.

Indice CAPIToLo I: La libertà come condizione umana CAPIToLo II: La libertà nella Bibbia CAPIToLo III: Gesù l’uomo libero, libera la nostra libertà

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ROSA ROBERTO

Regno contro Regno Gesù e gli indemoniati nel vangelo di Marco Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 22 giugno 2006

Abstract L’elaborato si articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo, intitolato il

tempo del Regno, si evidenza la centralità che l’annuncio del Regno ri-veste nella vita e nella missione di Gesù. Nel secondo capitolo si descrive l’incontro tra Gesù e l’indemoniato nella sinagoga di Cafarnao, metten-do in luce soprattutto il carattere liberante del Regno rispetto ad una chiusura cieca nell’ ottica dei meriti, dell’ autorità acquisita come potere soggiogante e prepotente. Nel terzo capitolo si illustra il Regno nel suo aspetto di alternativa alla logica della violenza; all’uomo di Gerasa tentato di rispondere con la violenza alla violenza subita, Gesù dona la possibilità di ricuperare la sua dignità e la sua libertà. Nel quarto capitolo il Regno viene compreso nella dimensione della fede e della preghiera come fonte di relazioni rinnovate e liberanti. Infine, nel capitolo conclusivo, si sono ricercate le radici da cui nascono e si sviluppano i due regni, nella vita per-sonale e relazionale.

ogni capitolo è poi diviso in tre parti. Nella prima, intitolata ambientazio-ne, si colloca la pericope analizzata nel contesto più ampio del vangelo secondo Marco e della vita di Gesù. Nella seconda, dal titolo commento esegetico, si analizza esegeticamente il brano avvalendosi delle fonti ri-portate in bibliografia. Nella terza, intitolata Regno contro regno, vengo-no sviluppati in maniera più completa gli aspetti dei due regni emersi dal brano.

Indice CAPIToLo I: Il tempo del Regno CAPIToLo II: Cafamao CAPIToLo III: Gerasa CAPIToLo IV: L’epilettico indemoniato

> 2006/07 (Sessione estiva)

GhETTA ROBERTO

Il mondo intellettuale cattolico trentino e i «nuovi tempi». Un’analisi delle fonti (1910-1915)

Relatore: Prof. don Severino Vareschi 15 giugno 2007

TESI DI BACCALAUREATO

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Abstract La storiografia degli ultimi decenni ha posto non poca attenzione al Tren-

tino di inizio Novecento. Fra le varie componenti, appaiono in evidenza i movimenti cattolici che, nell’allora Welschtirol, operarono e contribuirono a formare l’identità di questa regione di frontiera. Le ragioni di quest’at-tenzione sono molteplici: la pionieristica e tuttora vitale organizzazione cooperativistica “bianca”; l’importanza della figura di Alcide Degasperi; il tradizionale interesse per la storia locale manifestato dai trentini, con il con-seguente importante sostegno degli enti pubblici nelle pubblicazioni.

Una lacuna di questa ampia produzione è stata da molti individuata nella mancanza di studi sul clero trentino e più in generale sugli intellettuali catto-lici. Con questo lavoro l’autore intende contribuire a colmare tale lacuna, pre-sentando una disamina del confronto/scontro fra cultura “cattolica” e cultura “laica”. Si attinge abbondantemente alle fonti della numerosa pubblicistica di autori cattolici del periodo esaminato.

L’ampio movimento religioso, sociale e culturale cattolico merita sicuramente la qualifica di “mondo”. Si tratta infatti di uno spazio per molti aspetti chiuso, definito, ove appaiono piuttosto netti i limiti fra chi è dentro e chi è fuori. In questo senso il nome cattolico viene usato in senso restrittivo, riferito a quanti si sentono in diretta sintonia con la gerarchia. Un movimento che ci si mostra come un universo di simboli, linguaggi e aspirazioni originale, alternativo, in-dipendente.

È un mondo religioso in essenza, in un’epoca dove sempre più si considera la religione, al più, un accidente. Al suo interno si vive di riferimenti, miti e tradizioni propri. I secoli di storia pesano e influiscono sul presente. La vita si svolge in un aldiqua, per certi aspetti meno reale dell’aldilà.

Nel titolo viene utilizzata questa espressione «i nuovi tempi» da un enfatico discorso pronunciato davanti a Pio X dal card. Maffi, una delle personalità più in vista della Chiesa italiana del tempo: «Contro i saraceni alzò un Vostro gran-de predecessore queste torri e queste mura alla quali fecero difesa prima gli archi e le balestre, poi colubrine e archibugi.

I nuovi tempi mutarono d’armi e segnarono contro di noi la scienza. E di scien-za Voi c’insegnate e ci provvedete a dar risposta».

I tempi sono mutati. La fede è in pericolo, ma l’Avversario usa le armi del sape-re e della cultura. occorre quindi attrezzarsi con difese nuove. L’autore tiene conto del confronto che emergeva con prepotenza coi tempi nuovi attraverso l’innovativo sistema economico e cooperativistico, ma anche nell’impostazio-ne della cura d’anime e i «nuovi bisogni pastorali», la liturgia, gli studi biblici, la formazione del clero, il rapporto con le altre confessioni ed ulteriori ambiti propriamente religiosi.

Scopo del lavoro è offrire primariamente una rassegna dei testi, editi e non. Nel susseguirsi dei capitoli si affrontano le singole fonti, oppure queste ven-gono raggruppate tematicamente. Per non ampliare eccessivamente il cam-po di ricerca ci si limita alle fonti italiane, tralasciando le molte pubblicazioni della parte tedesca della diocesi, specie se non comprendono eventi epocali e sfiorano appena la Grande Guerra. Ne deriva un quadro piuttosto statico, qua-si un’istantanea della cattolicità trentina. È bene però non farsi ingannare, la

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storia è sempre in divenire e l’autore ha cercato di evidenziare gli sviluppi e i cambiamenti.

L’elaborato di don Roberto Ghetta è stato pubblicato dalla Fondazione Museo storico del Trentino nel marzo 2009, nella collana Quaderni di ar-chivio trentino con il titolo: Il mondo intellettuale cattolico trentino e i «nuovi tempi».

Indice CAPIToLo I: Il pensiero della curia CAPIToLo II: Il quotidiano Il Trentino CAPIToLo III: Il Bollettino S. Vigilio CAPIToLo IV: La Rivista Tridentina CAPIToLo V: Altre pubblicazioni

MALfATTI ANDREA

Io credo la risurrezione della carne Interpretazione e storia dell’articolo di fede del Simbolo Apostolico

Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi 15 giugno 2007

Abstract La prima parte dell’elaborato presenta alla luce del testo biblico l’evolu-

zione della fede nella risurrezione nel popolo d’Israele. Vengono analizza-ti i testi dell’AT e del NT, con il caposaldo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

La seconda parte propone l’evoluzione storica della fede nella risurre-zione della carne, partendo dai Padri della Chiesa per giungere alla crisi dell’epoca moderna.

L’autore non si limita ad una riflessione teorica, ma affronta anche il tema pastorale sulla possibili modalità per annunciare oggi con rinnovato slan-cio la verità centrale della fede cristiana: la risurrezione della carne.

Indice CAPIToLo I: La risurrezione della carne in Israele CAPIToLo II: La risurrezione della carne nel Nuovo Testamento CAPIToLo III: La risurrezione della carne nella storia CAPIToLo IV: La risurrezione della carne oggi

PELLEGRIN ALESSIO Una nuova forma di essere Comunità cristiana sul territorio trentino. Le Unità pastorali come forma di collaborazione tra più parrocchie

TESI DI BACCALAUREATO

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Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi 15 giugno 2007 Abstract è soltanto da qualche anno a questa parte che all’interno del “vocabolario

quotidiano”delle nostre comunità parrocchiali compare sempre più spesso il termine Unità pastorali. E’ stato il desiderio di dare significato e valore a que-sta formula che ha spinto l’autore ad avviare questo lavoro di ricerca.

L’elaborato è costituito da tre capitoli: si esordisce con un’analisi “teologica” (con gli occhi della fede) della situazione socio-culturale ed ecclesiale odierna; lo sguardo poi si sposta sull’origine e significato del termine «Unità pastorale» (UP), avendo come sfondo alcune diocesi italiane. Il terzo capitolo vuole guar-dare alle UP in diocesi di Trento, proponendo un’analisi che metta in evidenza l’inizio del ripensamento della prassi pastorale, arrivando a richiamare le linee del progetto pastorale che orienta ad una pastorale d’insieme organizzata per UP. Viene esaminata l’attività di accompagnamento che la diocesi di Tren-to sta effettuando nei confronti delle parrocchie incamminate verso il meta della costituzione di una UP.

Nelle conclusioni si riportano alcuni nodi critici che permangono nelle UP presenti sul territorio diocesano, alla luce delle riflessioni dei primi due capi-toli.

Indice CAPIToLo I: In vista del futuro della Chiesa sul territorio CAPIToLo II: Un nuovo soggetto di azione pastorale: le Unità Pastorali CAPIToLo III: Processi di costituzione delle UP in diocesi di Trento

zANELLA GEMMA

“Rimanete in me”: il rimanere nel vangelo secondo Giovanni, con particolare attenzione a Gv 15,1-17

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 17 marzo 2008

Abstract L’autrice ha scelto di approfondire il tema del “rimanere” in Giovanni a parti-

re dalla sua esperienza di vita in una comunità monastica. Non è solamente una motivazione di studio e di approfondimento attuale, ma il desiderio di attingere dal testo del vangelo di Giovanni luce ed alimento spirituale. Viene proposta un’accurata indagine linguistica sul significato del verbo rimanere nel Vangelo secondo Giovanni, limitandoci allo studio sincronico dei testi e cercando di lasciare parlare la valenza semantica del verbo «rimanere» e dei sintagmi a cui è legato.

Lo studio si articola in tre capitoli.

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Il primo capitolo ha uno scopo introduttivo, indagando l’uso del verbo «rimanere» in diversi ambiti del greco classico, della traduzione dei LXX e del Nuovo Testamento. È un primo passo fondamentale per comprendere a quale contesto semantico più remoto si richiama l’uso giovanneo.

Il secondo capitolo introduce la tematica specifica della nostra ricerca linguistica: lo studio delle occorrenze del verbo «rimanere» nel vangelo secondo Giovanni, iniziando dai capitoli precedenti e susseguenti il ca-pitolo 15.

La valenza semantica del verbo «rimanere» emerge dallo studio del contesto prossimo, insieme a quello remoto più ampio, dei vari brani evangelici presi in esame.

Una volta individuato l’inizio e il termine della pericope, collocata all’in-terno della sua unità testuale, viene verificata la valenza semantica del verbo «rimanere in quel contesto ed in relazione ad altre espressioni se-mantiche.

I diversi passi evangelici analizzati mostrano quanto sia ampio e profon-do il contenuto semantico del verbo «rimanere», dato che nasce sempre dall’intrecciarsi di due significati: il senso ordinario (lo stare in un luogo) ed il senso teologico (entrare in comunione con Dio Trinità). Come lo stare di Gesù nella sua vita terrena scaturiva sempre da un contesto particolare e da una precisa motivazione, divenendo trasparenza della sua obbedienza filiale, così lo stare dei discepoli in Gesù ed attraverso di Lui in Dio Padre, dovrebbe essere un cammino di conversione per andare in profondità, per passare da un «rimanere presso» ad un «rimanere in» Gesù e scoprire che la nostra vita, il nostro corpo è il luogo dove si costruisce la dimora di Dio, vale a dire una vita innestata nel Figlio redentore, radicata nella fede del Dio Padre creatore e mossa e orientata dallo Spirito santificatore.

Il capitolo terzo risulta il più corposo: da una parte prende in esame la pericope Gv 15,1-17 secondo alcune note introduttive: l’unità letteraria di Gv 13-17, la composizione di Gv 13-17, l’unità letteraria di Gv 15,1-16,33 e la struttura di Gv 15,1-17 e dall’altra parte affronta l’analisi esegetica dei sin-goli versetti, che compongono la pericope Gv 15,1-17. Il percorso analitico si struttura in modo articolato, evidenziando la complessità redazionale di questi capitoli e le loro diverse interpretazioni.

Al termine della ricerca emerge che l’analisi del verbo «rimanere» porta a scoprire il cuore della vita cristiana: è Dio che ci cerca, ci chiama, ci pre-viene per entrare in relazione con noi e divenire così figli nel Figlio Gesù Cristo.

Indice CAPIToLo I: Analisi linguistica del verbo «rimanere» CAPIToLo II: La valenza semantica di «rimanere» nel Vangelo secondo

Giovanni CAPIToLo III: Analisi della pericope: Gv 15, 1-17

TESI DI BACCALAUREATO

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> 2007/08 (Sessione estiva)

ANGELI MAURO

La morte come conseguenza del peccato originale in alcune opere di Karl Rahner

Relatore. Prof. don Albino Dell’Eva 24 giugno 2008

Abstract L’elaborato tenta un approccio ad alcuni tra i testi più importanti in materia

del gesuita tedesco Karl Rahner (1904-1984). La prima parte segue lo svilup-po cronologico del pensiero di Rahner (anni 1950/1960) riguardante la morte come conseguenza del peccato originale. Il primo capitolo prende in con-siderazione alcune pagine dell’autore preparate per le lezioni universitarie. In particolare viene posta attenzione ai riferimenti biblici e magisteriali che caratterizzano il punto di partenza delle riflessioni di K. Rahner. Il secondo capitolo ospita criticamente una serie di domande con cui il teologo provoca i suoi interlocutori e la Chiesa stessa: è necessario sviluppare ulteriormente la questione del peccato e della morte e in particolare la relazione che li lega. Il terzo capitolo si concentra sul testo principale del gesuita riguardante il no-stro argomento; cioè Sulla teologia della morte. Verrà posta particolare atten-zione alle pagine che descrivono la morte prima e dopo il peccato originale compiuto da Adamo. Con questo primo testo Rahner inizia la sua personale riflessione sul tema che svilupperà ulteriormente negli anni Sessanta come illustrato nel quarto capitolo.

La seconda parte della tesi vuole approfondire il pensiero rahneriano riguar-dante la duplice possibilità che anche oggi viene offerta all’uomo: morire in Adamo, rifiutando definitivamente l’amore di Dio e la sua salvezza, oppure morire in Cristo, accogliendo la sua morte come redenzione e possibilità per-sonale di partecipare nuovamente alla vita di Dio (quinto capitolo). Il sesto capitolo presenta infine una digressione sul tema del martirio: anche oggi chi incontra Cristo non rimane indifferente, ma può divenire testimone del suo amore. In alcune circostanze tuttavia tale testimonianza viene rifiutata, cau-sando perfino la persecuzione e la morte del cristiano.

Indice PARTE PRIMA: Lo sviluppo del tema negli anni Cinquanta e Sessanta CAPIToLo I: La ripresa della Tradizione CAPIToLo II: I nuovi interrogativi di Rahner CAPIToLo III: Gli sviluppi del tema nell’opera “Sulla teologia della morte” CAPIToLo IV: Sviluppo del tema negli anni ‘60 PARTE SECoNDA Morire con Cristo CAPIToLo V: Morire con Cristo o in Adamo CAPIToLo VI: Il martirio

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BERNARDI GABRIELE

La fede dei testimoni nella Lettera agli Ebrei (Eb. 11)

Relatore. Prof. mons. Lorenzo Zani 24 giugno 2008

Abstract La tesi si concentra sul capitolo 11 della Lettera agli Ebrei. Dopo avere pre-

sentato la struttura della lettera e del capitolo si presentano i seguenti temi:

1. un tentativo per definire la fede: è tipico dell’autore di Eb concludere una sezione anticipando il tema della successiva. A conclusione della terza parte della lettera, in 10,36-39 l’autore anticipa quindi che nella successiva si parlerà di fede e perseveranza. Il cap. 11 inizia infatti con una breve defi-nizione di ciò che è la fede, secondo il pensiero dell’autore. Si evidenziano gli aspetti terminologici, contenutistici e particolarmente cristologici;

2. la fede degli antichi: tutto il capitolo costituisce un elogio storico della fede di numerosi credenti dell’AT, a partire da Abele fino ai perseguitati durante il regno di Antioco Epifane. Emergono le scelte di testimonianza perseverante animate dalla fede;

3. la città dalle salde fondamenta: l’elogio dei testimoni serve all’autore del-la Lettera per mostrare un’altra grande tematica: la tensione escatologica della fede. Per mezzo della fede i credenti di ogni epoca, come accadde a suo tempo per gli antichi, possiedono in un certo senso le realtà sperate. La precarietà della condizione attuale, se vissuta nella fede di Gesù Cristo, rinvia alla stabilità ed alla compiutezza di una patria futura; tutto si gioca allora nella proiezione verso il futuro, nel quale troverà posto finalmente la definitività;

4. Gesù Cristo è degno di fede: anche se non è il tema centrale del capitolo, l’importanza di Cristo serve ad illuminarne il contenuto, quantomeno nel ruolo di mèta della tensione degli antichi e dell’attesa dei beni che diret-tamente non poterono conseguire. La dottrina cristologica sottesa nella Lettera, dice infatti come si debba indirizzare il proprio credo verso Cristo, che è il solo sommo sacerdote misericordioso e degno di fede; in questo senso viene presentato il significato di pistos riferito a Cristo.

Indice CAPIToLo I: Motivi di composizione, struttura della lettera e della sua IV

parte CAPIToLo II: «Est autem fides» (Eb 11,1) CAPIToLo III: «Nos tantam habentes nubem testium» (Eb 12,1) CAPIToLo IV: «Paravit illis civitatem» (Eb 11,16) CAPIToLo V: «Ut misericors fieret et fidelis pontifex» (Eb 2,17)

TESI DI BACCALAUREATO

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BOMBARDELLI DON RINALDO

Israel zolli: il rabbino che divenne cattolico per amore di Gesù Relatore: Prof. don Giuseppe Mihelcic 24 giugno 2008

Abstract L’elaborato presenta la figura di Israel Italo Zolli (1881-1956), rabbino capo

della sinagoga della città eterna, convertito al cattolicesimo. Come nuovo nome cristiano, Zolli scelse quello di Eugenio, in segno di riconoscenza ver-so Eugenio Pacelli, papa con il nome di Pio XII, per ciò che la Chiesa cattolica ha fatto in favore degli ebrei durante la persecuzione nazista. Una vicenda straordinaria e inaudita che mise a rumore gli ambienti ebraici come quelli cristiani cattolici ma sulla quale è calato il silenzio.

Il giovane Israel, della famiglia Zoller, nacque il 17 settembre 1881 a Brody, in Galizia, allora austriaca. Figlio di un ebreo polacco molto osservante, era il più giovane di cinque figli. La madre proveniva da una famiglia rabbinica con più di quattro secoli di tradizione e come tale desiderava che uno dei suoi figli diventasse rabbino.

La madre di Israel ebbe un ruolo fondamentale nella sua formazione. Nata da una stirpe di rabbini eruditi fece qualche cosa di più che trasmettere quell’impronta di invisibile aristocrazia tipica degli ebrei ashkenaziti, insegnò soprattutto i precetti dell’amore e della carità. Nel 1904, Israel lasciò la propria famiglia, che non rivedrà mai più. Nominato, nel 1911, vicerabbino di Trieste, allora porto austriaco, sposò Adele Litwak, ebrea della Galizia; dalla loro unio-ne, nacque una figlia: Dora.

Zoller fu nominato prima libero docente e più tardi professore incaricato, pri-ma di lingua e letteratura ebraica nel 1926 e poi di ebraico e lingue semitiche comparate nel 1930, all’Università di Padova. Nel 1940, la comunità ebraica di Roma gli propose il posto vacante di Gran Rabbino della capitale. Accettò l’incarico offerto, in vista di proteggere i suoi fratelli nella persecuzione che si stava annunciando, e di calmare le divisioni in seno alla comunità ebraica.

Il 13 febbraio 1945, Monsignor Traglia conferì il sacramento del Battesimo a Israele Zolli, che sceglie il nome di Eugenio. La moglie di Zolli, Emma, riceve il Battesimo unitamente al marito ed aggiunge al suo nome quello di Maria. La loro figlia Myriam seguirà i genitori dopo un anno di riflessione personale.

Per intervento del Santo Padre, Eugenio Zolli venne nominato professore presso l’Istituto Biblico Pontificio. Nel gennaio del 1956, è colpito da una bron-copolmonite.

Sua moglie, Emma, è anch’essa malata e anziana. La loro seconda figlia, My-riam, che si è sposata ed ha dato alla luce una femminuccia, Maura Brigida, è al capezzale del padre durante la sua ultima malattia.

Una settimana prima di morire, Eugenio confida ad una religiosa che lo cura: «Morirò il primo venerdì del mese, alle ore quindici, come Nostro Signore». Il ve-nerdì 2 marzo 1956, nel corso della mattinata, riceve l’Eucaristia. Entrato in coma, a mezzogiorno, Eugenio Zolli esala l’ultimo respiro alle tre del pomeriggio.

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Indice CAPIToLo I: Israel Eugenio Zolli. Rabbino, cattolico convertito CAPIToLo II: L’incontro con Cristo CAPIToLo III: L’Eucaristia e la divinità di Gesù CAPIToLo IV: Eugenio Zolli esegeta: Il Nazareno CAPIToLo V: La carità di Cristo nel Cuore di Pio XII

DALPIAz fRA IvAN

Cristo Crocifisso Bellezza di Dio

Relatore: Prof. don Cristiano Bettega 25 giugno 2008

Abstract Per sviluppare l’argomento l’autore parte dall’idea della bellezza nella so-

cietà di oggi, individuando da una parte la ricerca della bellezza da parte dell’uomo, e mostrando dall’altra, come l’idea di bellezza come armonia, sia inadeguata a dare una risposta alla vita dell’uomo con i suoi drammi. Vengono affrontati tre livelli: antropologico, fenomenologico e filosofico. Ci si mantiene a livello puramente umano evitando anticipazioni della ri-sposta di fede che non farebbero altro che impedirci di cogliere la pro-fondità del problema e di conseguenza svilendo anche la grandezza della risposta portata da Cristo. Si evidenzia quindi la crisi di senso e la man-canza di speranza, presente nella società relativista di oggi, dove il bene è ridotto ad opinione temporanea culturalmente e soggettivamente de-terminata, e la bellezza a fugace apparenza armonica. Il secondo passo analizza la vicenda di Gesù Cristo, verificando in essa come Egli si ponga come riposta ultima ed esauriente alle attese di senso dell’uomo, rivelan-do l’amore di Dio. Si affrontano anzitutto il punto di partenza e i nodi pro-blematici per un possibile discorso su Dio. Poi si passa alla presa in esame delle parole e opere di Gesù come azione che mette in evidenza l’amore e la reazione al soffrire umano, soffermandosi in particolare sull’evento della croce e sulla pazienza del Suo soffrire in croce. Ulteriore passaggio è la lettura dell’evento della croce come luogo della rivelazione del “Dio per me” e del “Dio in sé” come “Dio-Amore”.

Si riconosce l’analogia tra Dio-Amore e la Bellezza per cogliere alcuni spunti significativi provenienti da una estetica teologica che trova degli importanti contributi in autori come Agostino, Tommaso e H.U. von Bal-thasar.

Indice CAPIToLo I: Bellezza tra ricerca e disillusione CAPIToLo II: La Croce parola del Dio-Amore CAPIToLo III: Dio-Bellezza APPENDICE: Il Crocifisso di san Damiano

TESI DI BACCALAUREATO

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LUPOLI vINCENzO

La dimensione relazionale del ministero e della vita del presbitero

Relatore: Prof. don Albino Dell’Eva 24 giugno 2008

Abstract Si propone una riflessione alla luce dei testi conciliari e del successivo magi-

stero con il supporto di diversi qualificati autori sulla dimensione relazionale da promuovere nella formazione del prete.

Si evidenzia che il prete è prima di tutto uomo: munito di regolare cuore uma-no. Il ministero del prete è legato alla sua umanità, prende forma a partire dal-la sua storia personale. La vocazione presbiterale può esserci solo se appare come una valida realizzazione della vocazione umana e se l’esercizio del mini-stero viene compreso e vissuto come la migliore opportunità per umanizzare la propria vita. Il presbitero è chiamato ad annunciare la parola, a celebrare i sacramenti, a guidare nella carità la comunità cristiana nel nome e nella per-sona di Cristo, ma tutto questo ha come interlocutori sempre e solo uomini concreti.

L’elaborato evidenzia che il prete è chiamato ad essere pienamente uomo, e dunque non può che avere, come ogni uomo, una connotazione essenzial-mente relazionale. Di qui l’interesse di questo nostro lavoro per l’antropologia quale strumento per una corretta partenza nell’interpretare e dare indicazioni sulla figura del prete. Proprio perché uomo a tutti gli effetti il presbitero è inserito in una trama di relazioni, regolari affetti, che formano la sua identità. Il primo capitolo cerca allora di comprendere come il Concilio Vaticano II, nel documento sul «Ministero e la vita dei presbiteri», ha pensato il prete. La pro-spettiva conciliare infatti non ripresenta un presbitero isolato, dedito tutto a Dio, lontano dagli altri presbiteri e detentore di un potere sacro che lo eleva rispetto ai fedeli ai quali è inviato, ma piuttosto un prete legato agli altri preti e al Vescovo, legato ad una comunità alla quale è mandato.

La novità emerge anche dalla scelta dei testi biblici che il decreto conciliare utilizza e che qui vengono resi oggetto di attenzione nel secondo capitolo. L’idea di prete sulla quale si sta riflettendo va a scontrarsi con quella presente prima del Concilio.

I riferimenti biblici scelti puntano a non isolare il presbitero da una dimensione comunitaria ma ad evidenziarne piuttosto la connotazione relazionale.

Si prendono in considerazione le relazioni fondamentali nella vita del presbi-tero: quella con Cristo, con il proprio Vescovo, con gli altri presbiteri e con il popolo di Dio. Sono queste le relazioni entro le quali il prete gioca la partita della sua vita.

Non è possibile per il presbitero vivere il ministero tralasciando deliberata-mente anche solo uno di questi legami.

Approfondire queste riflessione partendo dalla Presbyterorum ordinis, fir-mato dai Padri conciliari il 7 dicembre del 1965, può sembrare cosa superata, d’altri tempi. In realtà si è dimostrato invece uno stimolo a riprendere in con-

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siderazione un documento conciliare che ancora oggi stupisce e provoca con la sua ricchezza e fecondità, coinvolgendo nella sua riflessione non solo i presbiteri, ma anche tutta la comunità ecclesiale. Esso conferma la concretezza della pista di ricerca intrapresa

in questa sede e dà buoni spunti per sviluppi ulteriori, che qui abbiamo cercato di analizzare.

Indice CAPIToLo I: La riflessione conciliare nella Po sul presbitero: un vocabola-

rio che libera dall’isolamento CAPIToLo II: Le citazioni della Scrittura nel decreto Presbyterorum ordinis CAPIToLo III: La relazione come struttura fondamentale dell’essere uma-

no CAPIToLo IV: Approfondimento teologico-sistematico della comprensio-

nerelazionale del presbitero

NONES fABIO

Motivazioni etiche e antropologiche per vivere la fertilità secondo i ritmi naturali della persona

Relatore: Prof. don Bruno Tomasi. 25 giugno 2008

Abstract L’autore mette a confronto due concezioni della persona opposte e in-

conciliabili: la visione personalista e fondata sulla natura ontologica della persona umana e quella tecnicistica e materialista, oggi dominante. Viene poi analizzata l’enciclica Humanae vitae di Paolo VI, come testo chiave di tutta la riflessione sulla problematica.

Si evidenziano i valori antropologici ed etici dei metodi naturali di regola-zione della fertilità, mettendoli a confronto con quelli artificiali.

Indice CAPIToLo I: Due concezioni della persona fra loro irriducibili CAPIToLo II: L’enciclica Humanae Vitae CAPIToLo III: Valori etici e antropologici dei metodi naturali CAPIToLo IV: La legge della gradualità

PURGATO LUIGI

Mt 16,18: il progetto di Gesù alla luce dell’immagine biblica di edificazione

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 25 giugno 2008

TESI DI BACCALAUREATO

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Abstract A sostegno della teoria della fondazione della Chiesa il passo biblico più

noto ma anche più «intrigante», difficilmente svincolabile da pregiudizi con-fessionali, è certamente Mt 16,18. Qui ed in altri passi paralleli, si leggerebbe una «fondazione » (institutio) della Chiesa da parte di Gesù, il quale avrebbe posto in modo esplicito e formale determinati atti al fine di costituire una «societas» visibile, chiaramente distinta dalle altre comunità religiose, le cui strutture essenziali sarebbero state determinate giuridicamente sulla base della sua volontà. Tale fondazione sarebbe avvenuta, ad esempio, attraver-so l’istituzione del primato petrino-papale, la chiamata del collegio aposto-lico come fondamento del collegio episcopale, la trasmissione della triplice potestà di Cristo pastore, maestro e sacerdote agli apostoli e loro successori, in altre parole la gerarchia ecclesiastica.

oggi, proprio l’interrogativo circa il Gesù storico e la sua relazione con la Chie sa, pone serie problematiche per il fatto che questa relazione dal punto di vista «esegetico» non può essere provata in modo univoco e semplice come invece suggeriva l’idea di fondazione.

Partendo da questi presupposti, come si può comprendere esegeticamente Mt 16,18 che è stato decisivo per la concezione di una fondazione della Chie-sa compiuta in modo formale? Questo vuole essere l’oggetto dell’elaborato: mostrare che l’autore del vangelo di Matteo in particolare, ma anche il Nuovo Testamento

in generale, crede nella Chiesa come opera di Dio e che tale opera poggia su Gesù, sulla sua attività e sulla sua dedizione fino alla morte. Storicamente, la Chiesa nasce nel momento in cui la maggior parte d’Israele si sottrae al mes-saggio di Gesù: essa viene ad essere quella parte d’Israele che invece crede in Gesù e che, in quanto popolo messianico, è disposta a rimettersi alla nuova prassi del regno di Dio.

Il lavoro cerca di dare risposta ad alcune domande: quale era il progetto di Gesù sottostante a questo «loghion»? Qual è il significato della proiezione temporale nell’espressione greca «edificherò» la mia Chiesa? Gesù si apre ad uno scenario futuro illimitato, vale a dire alla Chiesa di tutti i tempi, oppure forse non va così oltre e si limita ad un orizzonte circoscrivibile entro il periodo che va dalla sua morte a quella di Pietro, ossia quello che chiamiamo apostolico?

Il principio teologico dell’unità della Rivelazione biblica e del disegno divi-no, per cui Dio, «ispiratore e autore dei libri dell’uno e dell’altro Testamento, ha sapientemente disposto che il nuovo fosse nascosto nell’antico e l’antico diventasse chiaro nel nuovo», impone di interpretare anche la vita e le parole di Gesù oltre che alla luce della tradizione veterotestamentaria anche entro l’ambiente religiosoculturale che da questa tradizione non può prescindere.

Indice CAPIToLo I: Questioni introduttive CAPIToLo II: Tu sei Pietro e su questa pietra CAPIToLo III: Edificherò CAPIToLo IV: La mia Chiesa APPENDICE: La Chiesa ed il popolo dell’antica alleanza

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vULCAN MIChELE

L’aborto tra diritto penale canonico, legge 194/1978 e morale Relatore: Prof. don Marco Berti 25 giugno 2008

Abstract Il lavoro è stato strutturato in due parti. La prima cerca di analizzare il tema del delitto d’aborto nell’ambito del

diritto penale canonico partendo da una presentazione del fondamento della presenza di tale branca nel diritto della Chiesa per poi passare ad un’analisi dei concetti giuridici ad esso necessariamente e strettamente connessi quali delitto, pena e scomunica per poi soffermarsi sul delitto vero e proprio così come disciplinato dal canone 1398 e vedere, attraverso una lettura giuridica, ma anche teologico – pastorale quale sia l’aspetto ad esso sotteso e come la Chiesa al di là della definizione e delle pene ad esse connesse sia in realtà mossa a disciplinare in maniera rigorosa tale delitto perché suo fine primario e motore è la salus animarum (can 1752), per il raggiungimento della quale, come extrema ratio è disposta a far uso delle misure coercitive. Si illustra quindi come l’atteggiamento della Chie-sa nei confronti del delinquente sia in realtà materno ed espressione di quella misericordia che il suo Fondatore ha manifestato nel suo stare in mezzo a noi, prima di tutto nei confronti di peccatori, malati, reietti, ab-bandonati, fino a dare la vita per la nostra salvezza.

La seconda parte prende in esame alcuni articoli della legge 194/1978, e mette in risalto l’opportunità o meno dei termini indicati in ciascun artico-lo e di come gli stessi siano da ritenersi più o meno appropriati e precisi o, al contrario, prestino il fianco a diverse interpretazioni che portano l’uo-mo d’oggi a ritenere moralmente lecito quanto sia previsto dalla legge civile o comunque individualmente adattabile e circoscrivibile il dettato morale a seconda delle esigenze e delle sensibilità di ciascuno.

Infine si offre una lettura morale del dettato normativo, tenuto presente l’iter di formazione del testo legislativo. Si vuole analizzarlo alla luce dei testi magisteriali della Chiesa per mostrare come il cristiano possa real-mente guardare a questa legge e, con gli strumenti opportuni e corretti, giungere ad una sua valutazione oggettiva. Potrà così impegnarsi per di-fendere quanto di positivo in essa contenuto, magari potenziandolo e di-versamente lottare per modificare quanto presentato per il bene dell’uo-mo che invece finisce per renderlo schiavo.

Indice PARTE PRIMA L’aborto nel Diritto penale canonico CAPIToLo I: Il diritto penale nell’ordinamento canonico CAPIToLo II: Il delitto nel codice di diritto canonico CAPIToLo III: I tipi di pena CAPIToLo IV: La scomunica ferendae e latae sententiae

TESI DI BACCALAUREATO

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CAPIToLo V: Il canone 1398: il delitto d’aborto

PARTE SECoNDA: L’aborto secondo la legge 194/1978 e sua lettura morale CAPIToLo I: La legge 194/1978 CAPIToLo II: L’art. 1 CAPIToLo III: L’art. 4 CAPIToLo IV: L’art. 5 CAPIToLo V: L’art. 6 CAPIToLo VI: L’art. 7

> 2007/08 (Sessione autunnale)

GREMES ROBERTO

«Sale della terra e luce del mondo» (Mt 5,13-16). I cristiani laici nella Chie-sa

e nel mondo alla luce del decreto conciliare «Apostolicam actuositatem» e dei sacramenti dell’iniziazione cristiana

Relatore: prof. don Albino Dell’Eva 18 settembre 2008

Abstract L’elaborato analizza l’identità e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo

come conseguenza della rinnovata ecclesiologia del Concilio vaticano II. Si evidenziano anche alcuni aspetti della pastorale odierna in cui i laici fanno talvolta fatica a trovare spazio e motivazioni per esprimere con pienezza gli auspici del Concilio. Si costata na certa stanchezza e mancanza di incisività, dopo l’euforia e l’entusiasmo iniziale.

Una via di uscita viene indicata nel ritorno alle fonti, come la Bibbia, e all’ap-profondimento dei principi-cardine del Concilio vaticano II, in particolare l’ec-clesiologia di comunione.

L’autore ha scelto di soffermarsi in particolare sul documento conciliare Apo-stolicam actuositatem, per evidenziare il legame con altri altri autorevoli do-cumenti conciliari, in particolare la costituzione dogmatica Lumen gentium. Molti oggi ritengono tale Decreto ormai datato, come «una fotografia mossa e parziale» dei laici. Tuttavia, a giudizio dell’autore rimane un testo significa-tivo almeno per due motivi: in primo luogo, è un documento conciliare tutto incentrato sull’apostolato dei laici (parola chiave, poi sostituita con termini più attuali come «impegno», «testimonianza», «ministerialità»), che intendeva ri-dare vitalità e slancio alla responsabilità di evangelizzazione e di testimonian-za di ogni cristiano laico. In secondo luogo, la sua promulgazione, avvenuta il 18 novembre 1965, fu accompagnata dalla consegna del Decreto da parte di Paolo VI a tre uditrici e tre uditori laici: non si trattò solo di un gesto benau-gurante o di cortesia, rappresentò piuttosto la riammissione a pieno titolo dei cristiani laici nella Chiesa e il conferimento di un mandato missionario inequi-

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vocabile, cioè di essere, in quanto battezzati, apostoli del Signore. «Voi siete il sale della terra; […] voi siete la luce del mondo; […].» (Mt 5,13-16).

Quest’affermazione di Gesù, si ripresenterà in ogni capitolo come il lei-tmotiv del tema che ci accingiamo ad approfondire.

L’elaborato è suddiviso in cinque capitoli. Nel primo capitolo si esplicita il significato del termine «laico» e con un breve excursus storico. Nel se-condo capitolo si presenta la genesi storico-dottrinale del decreto di ri-ferimento Apostolicam actuositatem. Nei capitoli successivi si prendono in esame rispettivamente i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana, doni spirituali che plasmano l’identità di ogni discepolo e, di conseguenza, an-che del laico, rapportandoli alla sua vocazione, alla sua missione e alla sua testimonianza di comunione.

Indice CAPIToLo I: La figura del laico: breve excursus storico fino al concilio Vati-

cano II CAPIToLo II: Genesi storico-dottrinale del decreto «Apostolicam actuosi-

tatem» CAPIToLo III: La vocazione del cristiano laico nella Chiesa CAPIToLo IV: La missione del cristiano laico nella Chiesa e nel mondo CAPIToLo V: La comunione come stile di vita del cristiano laico

zADRA fRANCO La partecipazione nella Chiesa alla luce di alcuni momenti della sua

storia Relatore: Prof. don Severino Vareschi 18 settembre 2008

Abstract Nel primo capitolo si cerca di avvicinare il tema della partecipazione ac-

cennando in modo introduttivo a una prospettiva che lo mette da subito in relazione con interpretazioni di scottante attualità. Vi è, ad esempio, la posizione di chi cerchi una partecipazione «elitaria», affermando innanzi-tutto un «noi», quando il Vangelo richiede prima una rinuncia a sé stessi per poter entrare nella sequela del Cristo morto sulla croce e poi risorto. Dire «noi» in modo escludente contraddice anche la natura stessa della vita che è relazione, sicché l’essere umano è tale solo quando ha davanti a sé un «tu» che lo rimanda al dialogo, alla comunione intesa come soli-darietà e partecipazione. L’autore individua nel termine koinonìa la chia-ve per una comprensione più profonda della natura e dello scopo della Chiesa. Si riferisce ad alcuni testi biblici per cercare illuminazione circa il senso e la realtà di fede della partecipazione alla quale l’essere umano è chiamato in Gesú Cristo.

Si propone poi un approfondimento sul confronto tra un approccio so-ciologico e uno teologico al tema della partecipazione per concludere

TESI DI BACCALAUREATO

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con una nota autobiografica che palesa le motivazioni personali dell’autore in ordine alla scelta dell’argomento di tesi. Con il secondo capitolo si è cercato di delineare quelli che sono i temi di fondo di uno studio sulla partecipazione nella Chiesa: innanzitutto approfondendo il significato del ministero ordinato, poi svolgendo un sintetico excursus storico intorno a una certa svalutazione del ruolo dei laici nella Chiesa fino ad arrivare alla svolta del Concilio Vaticano II e al magistero di Giovanni Paolo II nella faticosa ricerca di una definizione soddisfacente del Cristifideles nella rivalutazione del sacerdozio comune di ogni battezzato. Si riportano alcuni esempi e risvolti pastorali e teologici con-seguenti a quella svolta. Con il terzo capitolo si entra nella dimensione storica, cercando di dare una valutazione di alcuni aspetti relativi all’ordinamento e la partecipazione nella Chiesa primitiva, con una sottolineatura delle comunità paoline. L’oggetto del terzo capitolo è la Chiesa antica con il problema della progressiva istituzionalizzazione dei ministeri e con lo sbocco nell’episcopato monarchico. Nel quinto capitolo si affronta l’apporto della riforma protestan-te. Si conclude con il sesto capitolo che relaziona circa la novità che ha rap-presentato il Concilio Vaticano II riguardo soprattutto a una valorizzazione dei laici e a una nuova comprensione della Chiesa come Popolo di Dio.

Indice CAPIToLo I: Partecipazione: il gioco di Dio CAPIToLo II: L’apostolicità del ministero e il ruolo dei laici CAPIToLo III: Partecipazione e ordinamento nel cristianesimo primitivo CAPIToLo IV: Ministeri e servizi nella Chiesa antica CAPIToLo V: I riformatori, Trento e il sacerdozio universale battesimale CAPIToLo VI: Il Concilio dei laici

> 2008/09 (Sessione primaverile)

AvI CRISTOfORO Educare in un contesto di differenziazione umana e religiosa. Analisi e riflessioni per il villaggio SOS di Trento.

Relatore: Prof. p. Matteo Giuliani 24 febbraio 2009

Abstract La tesi prende spunto dall’esperienza lavorativa dell’autore nel Villaggio SoS

di Trento. In questa struttura di accoglienza e di accompagnamento per i bambini, sono presenti alcuni segni dell’identità cristiana cattolica che dico-no molto di una cultura diffusa che per molti anni ha impregnato la vita e la storia di questa particolare comunità. Da qualche tempo, tuttavia, un’altra realtà si rende di anno in anno più palese: al Villaggio SoS giungono sempre più bambini provenienti da culture diverse e quindi, almeno potenzialmente, da religioni diverse. Lo stesso capita per gli educatori. Sorgono quindi vari in-

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terrogativi. Come si sta cercando di gestire questa realtà dal punto di vista religioso? Che vissuti e che pensieri nascono da questa situazione? Quali percorsi educativi possono venir valorizzati in questo contesto?

L’elaborato illustra anzitutto la realtà del Villaggio SoS: la genesi del pro-getto, in Austria, nel dopoguerra; la concretizzazione dell’idea a Trento con la costruzione delle prime case famiglia nel 1962-1963; la realtà attua-le delle 11 comunità da punto di vista anagrafico e culturale.

Viene poi affrontata la parte centrale della tesi: l’educazione religiosa in questa realtà formativa, sempre più multietnica e, almeno potenzialmen-te, multireligiosa.

Si utilizza anche lo strumento delle interviste ad alcuni operatori del Vil-laggio SoS.

L’intento del lavoro non è puramente descrittivo o statistico, ma intende far nascere domande importanti che possano contribuire a offrire stimoli e piste di riflessione e di intervento formativo per la comunità del Villag-gio SoS e offrire un umile contributo anche per l’esperienza educativa più ampia con cui tutta la nostra società, a partire dalla scuola, deve fare i conti.

Indice CAPIToLo I: I Villaggi SoS: realtà umana, impegno educativo. La loro na-

scita e le loro principali caratteristiche CAPIToLo II: Le interviste effettuate alle mamme SoS del Villaggio del

Fanciullo di Trento CAPIToLo III: Il dialogo con i bambini e i ragazzi del Villaggio del Fanciullo

di Trento CAPIToLo IV: Linee di riflessione per una educazione spirituale di qualità

> 2008/09 (Sessione estiva)

BRENTARI DANIELE

«... come sigillo sul tuo cuore»: l’amore di coppia nel Cantico dei can-tici

Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli 16 giugno 2009

Abstract La Tesi presenta la nuzialità e i vari motivi legati all’amore di coppia come narrati nel Cantico dei cantici. Come nella Gn, anche nel Ct domina il tema della persona che viene messa al centro con la sua parte spirituale e con il suo corpo. Dopo un primo esame delle principali teorie relative alla data-zione, allo stile e alle diverse interpretazioni che gli autori hanno dato di questo breve poemetto, si lascia ampio spazio al tema centrale: l’amore di

TESI DI BACCALAUREATO

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coppia. Vengono evidenziati in particolare i tre tempi dell’amore presentati dal Ct: la nascita e la ricerca dell’amore; il tocco alternato dell’amore; il trionfo, la vittoria dell’amore. Solo in quanto partecipe della natura divina, l’amore tra un uomo e una donna può scoprire nel profondo un’essenza di eternità, propria dell’amore in sé; l’amore del Ct è fieramente umano ma ha in sé una scintilla divina.

Indice CAPIToLo I: Il Cantico dei cantici: caratteristiche e struttura CAPIToLo II: Il L’amore umano nel Cantico dei cantici CAPIToLo III: «Forte come la morte è l’amore»: l’amore vittorioso

BRUGNARA ROBERTO

Pietro e il Risorto in Giovanni 21

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 17 giugno 2009

Abstract L’elaborato intende riflettere sul mistero delle apparizioni del Risorto ed evi-

denziare la ricchezza di contenuti presente nel capitolo finale del Vangelo di Giovanni. Ci si sofferma in particolare sulla figura di Pietro. Il primo capitolo inserisce Gv 21nel piano generale del quarto Vangelo. Nel secondo capitolo si affronta la figura di Pietro attraverso cinque caratteristiche: a) il Pietro di-scepolo di Gesù incapace di fondarsi stabilmente su Gesù Cristo; b) il Pietro vittima della propria umanità fragile; c) il Pietro in bilico tra il propendere per la propria volontà, diventando una guida mercenaria del gregge, e il propen-dere per un servizio autentico; d) il Pietro che si fa carico del dono ricevuto e si impegna nel servizio ecclesiale fino al dono della propria vita; e) il Pietro che interagisce con il Risorto per aiutarci a comprendere la sua manifestazione.

Indice CAPIToLo I: Giovanni 21 nell’economia del quarto Vangelo CAPIToLo II: Pietro e il Risorto

fILIPPI LAURA

La lotta di Giacobbe con l’angelo

Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli 17 giugno 2009

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Abstract Nel testo dell’elaborato si intende delineare la specificità della figura di

Giacobbe che matura nel momento dello Jabboq in cui il mediocre Gia-cobbe diventa Israele «perché hai lottato con gli uomini e con Dio e hai vinto». Nel primo capitolo si presentano le caratteristiche del ciclo di Gia-cobbe all’interno dei racconti patriarcali; nel secondo capitolo si illustrano gli aspetti simbolici della vicenda: la lotta, la solitudine del protagonista, il silenzio, la mancanza di chiarezza nel testo che non consente di indi-viduare con sicurezza i soggetti delle varie azioni. Il capitolo conclusivo contiene gli aspetti evidenziati nei commentari della tradizione ebraica e cristiana.

Indice CAPIToLo I: Importanza di Giacobbe all’interno dei racconti patriarcali CAPIToLo II: A Penuel nella notte che precede l’incontro con Esaù CAPIToLo III: Giacobbe aggredito presso lo Jabboq: 32,23-33

LUSCIA MARCO

Quando nasce il diritto alla vita?

Relatore: Prof. don Bruno Tomasi 17 giugno 2009

Abstract Il primo capitolo dell’elaborato ribadisce la fiducia nella ragione a partire

dalla constatazione della razionalità del creato e la possibilità di un dialogo fecondo tra Sacra Scrittura e scienza, pur nella consapevolezza che esse partono da punti di vista diversi. Si espone poi il concetto di diritto natu-rale, offuscato e dimenticato per ragioni ideologiche. Il secondo capitolo mostra come questa dottrina rettamente intesa possa rappresentare un crocevia tra il dato naturale e il dato razionale capace di indicare la traccia di un dovere morale. Nel terzo capitolo si mostrano le conseguenze della decadenza del diritto naturale che si esprimono nella sfiducia verso la ra-gione e nel prevalere dell’idea che i valori siano il frutto di accordi e convin-zioni e tra questi anche il valore della vita umana. Si presentano le linee di pensiero di due esponenti della bioetica utilitaristica: Singer ed Engelhardt. Nel quarto capitolo si ribadisce l’idea di persona fondata filosoficamente in maniera chiara, ma sopratutto aperta alla relazione. Si evidenziano i limiti di un approccio alla biotetica privo di un chiaro supporto metafisico.

Indice CAPIToLo I: Razionalità del creato e diritti umani CAPIToLo II: La decadenza del diritto naturale CAPIToLo III: La bioetica relativista e la scomparsa della persona umana CAPIToLo IV: Quando nasce il diritto alla vita?

TESI DI BACCALAUREATO

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MALfER MIChELE

«valori dei giovani e immagini di futuro». Il compito educativo della scuola e il contributo degli IRC

Relatore: Prof. p. Matteo Giuliani 16 giugno 2009

Abstract Nel primo capitolo della tesi attinge alle ricerche scientifiche e sociologiche

degli ultimi vent’anni per evidenziare le caratteristiche dei giovani in Italia e in Trentino. Si è fatto in particolare riferimento a due assi culturali: i valori in atto, cioè le cose che contano e sono importanti per i giovani di oggi e la prospettiva di futuro. Dopo la parte di analisi più generale, ci si sofferma sulla situazione trentina con un confronto tra la situazione della nostra Provincia e quella nazionale. Il secondo capitolo approfondisce le risposte che la scuola sta mettendo in atto nel tentativo di istruire ed educare le nuove generazioni. Si ribadisce che la scuola non può limitarsi a trasmettere delle nozioni, ma deve aiutare a cogliere un senso in questo processo di apprendimento. La scuola deve educare la «persona» come essere unico e irripetibile. Il terzo ca-pitolo sviluppa il rapporto tra istruzione ed educazione a scuola nel tentativo di delineare gli orientamenti della progettazione didattica. Si pone l’accento sullo specifico dell’IRC e suo ruolo degli IdR che propongono un approccio di tipo antropologico accessibile agli alunni e al loro contesto di vita e critico, capace cioè di confrontarsi con altri sistemi di significato nel dialogo aperto e leale con le varie religioni.

Indice CAPIToLo I: La condizione giovanile interpella gli educatori CAPIToLI II: La scuola superiore progetta educazione CAPIToLo III: Il contributo dell’IRC sul tema del futuro dei giovani

MORANDINI DON DANIELE

Una comunità si interroga: come interpretare lo spazio sacro dopo il Concilio vaticano II? L’esperienza della ristrutturazione della Chiesa parrocchiale di Garniga Terme

Relatore: Prof. mons. Ambrogio Malacarne 16 giugno 2009

Abstract Il lavoro di Tesi prende spunto dal lavoro di restauro realizzato nella chiesa

di Garniga Terme in cui lo studente ricopre il ruolo di parroco. Si presenta un excursus storico della comunità di Garniga dalle origini ad oggi e come sono

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state interpretate le direttive conciliari in merito al rinnovamento delle ce-lebrazioni liturgiche e dell’adeguamento delle chiese.

Viene preso in particolare considerazione, oltre ai testi conciliari e post-conciliari che si occupano della tematica, la nota della CEI intitolata: L’a-deguamento delle chiese secondo la riforma liturgica e dell’Ordinamento Generale del Messale Romano. Il testo analizza poi, ad uno ad uno, i vari luoghi della chiesa ristrutturata e come la ristrutturazione abbia richiesto ad una comunità lo sforzo di ripensare il proprio modo d’incontrarsi e di vivere il rapporto con il luogo sacro. Il lavoro scritto è arricchito da pre-gevoli fotografie che illustrano i vari luoghi della chiesa, che presenta i banchi disposti in senso circolare per favorire la partecipazione dei fedeli alle varie celebrazioni liturgiche.

Indice CAPIToLo I: Introduzione storica CAPIToLo II: Analisi dei documenti post-conciliari inerenti lo spazio litur-

gico CAPIToLo III: Lo spazio sacro CAPIToLo IV: Gli elementi principali dell’aula CAPIToLo V: L’esterno della chiesa

> 2008/09 (Sessione autunnale)

PEzzANO MARIO

Il cammino di fede nell’esperienza spirituale di Madre Teresa di Calcutta

Relatore: Prof. p. Mieczyslaw Lubomirski (29 settembre 2009)

Abstract L’autore della Tesi prende spunto da alcune notizie apparse sui mezzi di

comunicazione in merito ad una presunta crisi di fede che avrebbe attra-versato Madre Teresa di Calcutta. L’obbiettivo è di conoscere il cammino di maturazione nella fede di Madre Teresa e il suo rapporto di amore con Dio e il prossimo. Il tutto secondo una prospettiva nuova: le lettere che lei stessa ha scritto e pubblicate dal postulatore della Causa di beatificazione di Madre Teresa, p. Brian Kolodiecjchuk.

Nella Tesi si è cercato di far parlare il più possibile le varie fonti reperite nella vasta gamma di opere scritte su di lei o dalla stessa Madre Teresa. I primi due capitoli presentano la vita di Madre Teresa e il contesto in cui è nata e cresciuta. Il secondo capitolo illustra aspetti interiori finora nasco-sti o poco conosciuti di Madre Teresa, insieme ad altri più noti. Nel terzo capitolo si interpreta la sua esperienza mistica con quella della sposa nel Cantico dei cantici e la sua figura chiamata da Dio a vivere tra oriente e

TESI DI BACCALAUREATO

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occidente. Il quarto capitolo affronta il tema della «notte oscura» di Madre Teresa in confronto con esperienze simili di altre figure mistiche.

Indice CAPIToLo I: Teresa di Calcutta CAPIToLo II: Abbandono totale CAPIToLo III: Ecco sto alla porta e busso CAPIToLo IV: In me il sole delle tenebre risplende

> 2009/2010 (sessione estiva)

CARLONI CLAUDIA

«La necessità di Europa ». L’europeismo di Alcide De Gasperi tra ispirazione cristiana e urgenza politica

Relatore: Prof. don Severino Vareschi 25 giugno 2010

Abstract L’elaborato di Tesi inserisce il contributo di A. De Gasperi nel contesto storico

e religioso dell’Europa nel secondo dopoguerra. Il secondo capitolo evidenzia come Pio XII abbia considerato l’Europa il cardine fondamentale della strut-tura istituzionale della Chiesa cattolica e la sua cultura come il tessuto di base per l’elaborazione del pensiero teologico cristiano. Dalla ricerca emerge che Pio XII ha esortato i cattolici a farsi carico di un impegno politico pubblico, permeato dei valori cristiani.

Il terzo e il quarto capitolo si concentrano sull’intenso e appassionato lavoro politico di A. De Gasperi. Si evidenziano le tappe che hanno costituito in lui un radicato spirito europeista, un entusiasmo nell’ideale di integrazione del continente e un costante riferimento all’ispirazione cristiana.

Indice CAPIToLo I: Il contesto storico-religioso nell’Europa del secondo dopoguerra CAPIToLo II: L’Europa nell’impegno di un magistero che promuove la pace CAPIToLo III: La formazione internazionalista di Alcide De Gasperi a servizio

della politica CAPIToLo IV: La scelta europea

DEvIGILI PAOLO

«Il verbo si fece carne». Dall’Unico all’Universale

Relatore: Prof. don Cristiano Bettega 25 giugno 2010

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Abstract Come emerge dal titolo della Tesi, lo studente intende riflettere su un

tema centrale per la fede cristiana, quello dell’incarnazione del Verbo. Nel primo capitolo si approfondisce la «teologia dell’incarnazione»: si presen-ta l’insegnamento classico e la terminologia conseguente ai concili nice-no-costantinopolitano. Nel secondo capitolo si mostra come l’incarnazio-ne del Lógos non sia un evento inaspettato, ma preparato e annunciato nel corso della storia di Israele. L’Antico Testamento diventa condizione intrinseca per comprendere appieno l’incarnazione e le aspettative che il popolo di Dio si era fatto attorno alla figura del Messia.

Il terzo capitolo si sofferma sul Gesù storico, per comprendere come il Lógos abbia sviluppato la sua umanità. Si indaga sull’ebraicità di Gesù e sulle novità che egli ha apportato alla cultura ebraica. Nel quarto capitolo si evidenzia come nel Lógos incarnato Dio offra a tutti gli uomini la pos-sibilità di incontrarlo e di instaurare con lui una relazione il più possibile vera. Si presenta un excursus storico con l’approfondimento di alcuni Padri della Chiesa, di alcuni testi del Concilio Vaticano II, del magistero contem-poraneo e di alcuni teologi.

Indice CAPIToLo I: Vero Dio e vero uomo CAPIToLo II: Il Dio vicino CAPIToLo III: E il Verbo si fece carne CAPIToLo IV: Dall’Unico all’Universale

SOMMAvILLA DON WALTER

Il corpo del risorto nel pensiero di San Paolo

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 25 giugno 2010

Abstract Il lavoro di Tesi approfondisce il pensiero paolino in merito alle caratte-

ristiche del corpo del risorto. Nella prima parte, attraverso l’analisi delle Lettere protopaoline si enucleano i temi centrali della riflessione dell’apo-stolo in merito alla risurrezione dei morti e della prospettiva escatologica ed antropologica che le sorregge. Nella seconda parte si prende in esame il capitolo 15 della prima Lettera ai Corinzi, evidenziando il legame tra la risurrezione di Cristo e quella di tutti gli uomini. La terza parte approfondi-sce le prospettive escatologiche nelle Lettere deuteropaoline e la quarta parte si sofferma sulle prospettive escatologiche nella Lettera agli Ebrei.

Indice PARTE PRIMA: Prospettive escatologiche nelle Lettere protopaoline CAPIToLo I: La prima Lettera ai Tessalonicesi e l’attesa del Risorto

TESI DI BACCALAUREATO

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CAPIToLo II: La seconda Lettera ai Corinzi CAPIToLo III: La Lettera ai Filippesi CAPIToLo IV: La Lettera ai Romani

PARTE SECONDA: Il capitolo 15 della prima Lettera ai Corinzi CAPIToLo I: La prima lettera ai Corinzi CAPIToLo II: Esegesi di 1 Corinzi 15

PARTE TERzA: Prospettive escatologiche nelle Lettere deuteropaoline CAPIToLo I: Le Lettere deuteropaoline CAPIToLo II: La seconda Lettera ai Tessalonicesi: coordinate interpretative CAPIToLo III: Le Lettere ai Colossesi e agli Efesini: la salvezza escatologica an-

ticipata CAPIToLo IV: Le Lettere Pastorali: la «manifestazione» di Dio Salvatore

PARTE QUARTA: Prospettive escatologiche nella Lettera agli Ebrei CAPIToLo I: La Lettera agli Ebrei: in cammino verso la città futura

> 2010/2011 (Sessione invernale)

AvALLONE PIERLUIGI

L’amore che tutto vince: Joseph Mayr-Nusser testimone della fede e se-gno di speranza

Relatore: Prof. don Bruno Tomasi 28 febbraio 2011

Abstract Il lavoro di Tesi intende approfondire la figura del Servo di Dio Joseph Mayr-

Nusser (1910-1945). Bolzanino, cristiano formato nell’azione cattolica e im-pegnato nella San Vincenzo, venne arruolato nelle SS nel 1944 ma rifiutò di sottostare al giuramento di fedeltà a Hitler e per questo fu condannato alla deportazione nel campo di Dachau. Morirà in treno per stenti il 24 febbraio 1945, lasciando un’ottima impressione tra i compagni e le guardie. Dall’elabo-rato emerge come Joseph Mayr-Nusser abbia saputo vivere alcuni valori uma-ni e cristiani: la radicalità, il coraggio, la fede. Una fede in Dio matura, sofferta, nutrita di letture, di riflessioni, di Dio, di atti di carità e disponibilità. La sua testimonianza evidenzia il valore di una coscienza retta ed equilibrata, frutto di un cammino di formazione serio e profondo, che rende capaci di mettersi a servizio degli altri e ad essere fedele al rispetto della dignità umana fino al sacrificio della vita.

Indice CAPIToLo I: Josef Mayr-Nusser tra storia e biografia CAPIToLo II: Josef Mayr-Nusser e le opzioni

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CAPIToLo III: Josef e l’ambiente familiare CAPIToLo IV: L’impegno nella San Vincenzo e con i poveri CAPIToLo V: Tra nazionalsocialismo e martirio

RUzzIER GIULIANO

Credere e pensare oggi: una riflessione alla luce del contributo di An-tonio Rosmini e Chiara Lubich

Relatore: Prof. don Andrea Decarli 28 febbraio 2011

Abstract L’Elaborato di Tesi è suddiviso in tre parti: nella prima si riflette sul con-

testo socio-culturale post-moderno, profondamente segnato dal relativi-smo. Ripercorrendo il percorso dell’enciclica Fides et Ratio, con Agostino e Tommaso, lo studente propone una sintesi dell’evoluzione del rapporto tra fede e ragione nel corso dei secoli. La seconda e la terza parte è de-dicata al pensiero di Chiara Lubich e Antonio Rosmini. Si approfondisce in particolare la questione della verità in Rosmini e il suo contributo sulla riflessione tra l’essere e il vero. Di Chiara Lubich emerge il particolare con-tributo teologico e spirituale della nuova comprensione del grido di Gesù crocifisso e abbandonato.

Indice CAPIToLo I: Tempo di crisi di fede e di identità CAPIToLo II: Nella modernità la sfida di credere pensando CAPIToLo III: Una proposta di dialogo tra fede e pensiero nell’epoca post-

moderna

> 2010/11 (SESSIONI AUTUNNALI)

fEDRIGOTTI PAOLO

“Dirò de l’altre cose ch’i’v’ho scorte”. Risonanze scritturistiche nel prologo della Divina Commedia

Relatore: Prof. Gregorio Vivaldelli 16 settembre 2011

Abstract Lo studente presenta i richiami biblici presenti nel prologo nella Divina

Commedia. Come si ricorda nell’introduzione, nell’attingere al testo bibli-co Dante offre alla poesia la possibilità di diventare ermeneutica teologi-

TESI DI BACCALAUREATO

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ca. Il grande capolavoro diventa così una straordinaria sintesi d’antropologia e di teologia.

Il tema viene affrontato in modo documentato e preciso, soffermandosi esclu-sivamente sul prologo della Divina Commedia. Una scelta dettata dalla vastità del tema che richiederebbe un lavoro molto più corposo. Ne è risultato un elaborato di gradevole lettura con spunti di riflessione originali.

Indice CAPIToLo I: Il cammin di nostra vita, la paura, la speranza dell’altezza CAPIToLo II: La selva oscura, la piaggia diserta, l’erta e i raggi del pianeta

MORA CLAUDIA

Il cammino di conversione, ossia la trasformazione della persona secondo Giovanni della Croce

Relatore Prof. p. Mieczyslaw Lubomirski 16 settembre 2011

Abstract Il lavoro di ricerca si sofferma sul concetto e sull’esperienza di un aspetto pre-

ciso del vasto e complesso pensiero di del grande mistico san Giovanni della Croce. Si tratta del tema della conversione che si esprime soprattutto nel pas-saggio dall’amore di sé all’amore per gli altri, in un maturazione personale nella carità, risvegliata dallo Spirito Santo. Si evidenzia che la vita cristiana è vista da san Giovanni della Croce come una conversione continua, una puri-ficazione dallo stato peccaminoso e un cammino verso la via dell’ascesi. In generale il Santo non utilizza il termine “conversione” ma dei sinonimi come “trasformazione” o “purificazione”.

Nell’ultimo capitolo si traggono delle interessanti conclusioni, evidenziando l’attualità dell’insegnamento e della testimonianza del grande santo per i cri-stiani del XXI sec.

Indice CAPIToLo I: La notte oscura, il cammino e l’ansia di Dio CAPIToLo II: Ricerca di Dio: bisogno universale CAPIToLo III: Dove porta la «trasformazione», come colui che è trasformato CAPIToLo IV: Cosa dice San Giovanni della Croce all’uomo di oggi

COzzI EMANUELE

Gesù, sulle strade dell’uomo, educa alla fede nel Padre

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 20 ottobre 2011

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Abstract La ricerca inizia dall’approfondimento del tema della fede, visto come

punto di partenza del legame tra Dio e l’uomo. Nel primo capitolo si illu-stra lo sviluppo dell’incontro tra il divino e l’umano attraverso l’esperienza della comune fiducia, del credere della creatura nel Creatore.

Il secondo capitolo tratta dell’entrata di Gesù nella storia. Si indaga sul-la sua capacità di relazionarsi, che esprime la sua personalità di uomo/Dio e che è una testimonianza per i discepoli perché imparino a “com-patire” con l’uomo. Il terzo capitolo presenta la figura del Padre come fon-te dell’opera del Figlio e suo fine. Essa fornisce il punto di relazione tra il metodo pedagogico di Dio, l’operato del Figlio e l’azione possibile ai discepoli, nell’impegno di educare alla fede.

Indice CAPIToLo I: Incontro. Cristo mediatore tra Dio e l’uomo CAPIToLo II: Relazione. In Gesù Dio si fa vicino all’uomo CAPIToLo III: Cammino. Sulla strada, con il Figlio, incontro al Padre

> 2011/12 (SESSIONE PRIMAvERILE)

CARELLA vITANTONIO

SILvIA/ChIARA LUBICh. Le sue origini e la sua formazione (1920-1943)

Relatore: Prof. don Severino Vareschi 23 febbraio 2012

Abstract Lo studente prende in esame un periodo della vita della fondatrice del

Movimento dei Focolari, Silvia/Chiara Lubich. Il doppio nome deriva dal fatto che solamente ad un certo punto della sua vita scelse Chiara come suo nuovo nome all’inizio della sua “divina avventura”. Il lavoro ha il me-rito di proporre un’analisi molto documentata su alcuni aspetti poco co-nosciuti e spesso inediti della vita di Chiara Lubich. Fino ad oggi, infatti, la ricerca si era concentrata maggiormente sul periodo che va dal 1943, anno della consacrazione a Dio, al 2008, anno della morte di Chiara Lu-bich. Il testo evidenzia il grande contributo ricevuto nella formazione dal-la famiglia, dalla parrocchia, dall’Azione cattolica e in generale dalla chiesa trentina. Un cammino formativo che la stessa Chiara, una volta cresciuta, proporrà nei luoghi dove si troverà a vivere e a lavorare, come attivista dell’Azione cattolica. Lei stessa in varie occasioni esprimerà la sua ricono-scenza verso la comunità diocesana in cui è nata e cresciuta.

Il carisma ricevuto da Chiara Lubich e diffusosi nei cinque continenti, trova nella città di Trento le sue origini e le prime fondamentali intuizioni. Grazie a questo elaborato è possibile collocarlo meglio nel suo contesto, grazie

TESI DI BACCALAUREATO

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anche alle testimonianze e interviste di chi ha vissuto con la fondatrice del Movimento dei Focolari alcuni degli episodi descritti nel prezioso lavoro di ricerca storica e teologica.

Indice CAPIToLo I: Le radici CAPIToLo II: La prima formazione CAPIToLo III: Studentessa e attivista CAPIToLo IV: Chiamata a una via nuova

> 2011/12 (SESSIONE ESTIvA)

MONEGATTI SAMUELE

La fede e le opere: «tensioni dinamiche» tra Giacomo e Paolo

Relatore: Prof. mons. Lorenzo Zani 14 giugno 2012

Abstract Il lavoro di tesi affronta la tematica esegetica del rapporto tra la fede e le opere

nel dibattito tra Giacomo e Paolo. Come emerge dal titolo, lo studente prende in esame le riflessioni contenute nella Lettera di Giacomo e le confronta con quelle presenti nella Lettera ai Romani di Paolo.

Un confronto finalizzato a mettere in rilievo gli aspetti di convergenza tra i due autori, senza misconoscere le innegabili divergenze. Lo si afferma con chiarezza nella conclusione del testo. «Tutte queste difficoltà non sono sin-tomi di frammentarietà e distanze incolmabili, ma visioni diverse dello stesso evento che è Gesù Cristo. Si parla di “tensioni dinamiche” per sottolineare la ricchezza intrinseca all’opportunità offertaci di poter cogliere differenti aspet-ti di un’unica verità».

Indice CAPIToLo I: Introduzione alla Lettera di Giacomo CAPIToLo II: Analisi esegetica di Gc 2,14-26 CAPIToLo III: Introduzione alla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani CAPIToLo IV: Analisi esegetica di Rm 4,1-12 CAPIToLo V: Giacomo e Paolo a confronto

ORLANDO MATTEO

Demòni e prassi esorcistica nella vita dei santi e della Chiesa cattolica

Relatore: Prof. don Giuseppe Mihelcic 14 giugno 2012

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Abstract Lo studente affronta il tema dell’esorcismo e della lotta con l’azione stra-

ordinaria dei demòni operata dalla Chiesa sin dalle sue origini. Presenta, inoltre le modalità con cui alcuni santi hanno dovuto sostenere un com-battimento spirituale contro le potenze del male. Il testo inizia con una ri-flessione di tipo cristologico, ribadendo la vittoria di Cristo sul male e sulla morte. Propone poi una quanto mai necessaria spiegazione dei termini: in momi dei demòni, il significato di «divinazione», «spiritismo», «maleficio» e altri. Si indicano poi gli strumenti con cui alcuni santi hanno vinto la lotta contro l’azione straordinaria del demonio, affidandosi alla preghiera, alla Parola di Dio e ai sacramenti. Infine viene presentato l’attuale riflessione pastorale e teologica sull’esorcismo e la preghiera di liberazione.

Indice CAPIToLo I: La definitiva vittoria di Cristo CAPIToLo II: Del complesso dei termini che si usano in demonologia CAPIToLo III: Demòni ed esorcismi dall’età apostolica a san Francesco

d’Assisi CAPIToLo IV: Demòni ed esorcismi dalla beata Cristina Stommeln a sua

santità Benedetto XVI

> 2011/12 (SESSIONE AUTUNNALE)

BRUGNARA ILARIA

Girolamo Tartarotti: l’«Arte Critica» e la sua applicazione

Relatore: Prof. don Severino Vareschi 17 settembre 2012

Abstract Il lavoro di ricerca intende presentare il pensiero e il metodo di un illustre

cittadino roveretano, l’abate Girolamo Tartarotti (1706-1761). Non ci si limita ad esporre il suo pensiero, ma si cura anche l’aspetto storico, il contesto socio-politico in cui questo fine intellettuale visse e operò. Come emerge dal titolo, si presenta in particolar modo sull’Arte critica, un tema su cui lo stesso autore riuscì a scrivere pochissimo. Nel testo si afferma proposito: «La Critica per il valore che acquista in Tartarotti non è una materia da porre sullo stesso piano rispetto alle altre di cui si occupò, essa è la base su cui poggiano tutti i suoi ragionamenti, essa è il Metodo utilizzato da Girolamo per fondare le sue opinioni».

Indice CAPIToLo I: L’Arte Critica CAPIToLo II: L’Arte Critica applicata

TESI DI BACCALAUREATO

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PALLARO CATERINA

Aborto: storia, cambiamenti, modalità e attualità di una pratica sen-za tempo

Relatore: Prof. don Bruno Tomasi 17 settembre 2012

Abstract La prima parte del testo presenta il percorso storico del fenomeno dell’a-

borto a partire dall’antichità fino ai nostri giorni. Si evidenziano la con-vinzione comune, il pensiero dello Stato e l’opinione della Chiesa. Ci si sofferma ad analizzare i motivi che hanno portato a modificare il modo di considerare i protagonisti dell’aborto (sopratutto la madre e il feto) e le conseguenze sul piano legale. Emerge come la Chiesa abbia sempre difeso in modo coerente il valore della vita umana sin dal concepimento, definendo l’aborto e l’infanticidio «delitti abominevoli».

La seconda parte analizza il fenomeno dell’aborto nella società odierna, con le varie modalità utilizzate nella pratica abortiva e le conseguenze sul piano fisico e morale, con le sensazioni e gli stati d’animo della donna che pratica l’aborto.

Indice CAPIToLo I: La storia dell’aborto CAPIToLo II: L’aborto nell’Italia contemporanea

RUTIGLIANO GIANfRANCO

L’altra Modernità. Del Noce e Girard a confronto

Relatore: Prof. Michele Dossi 17 settembre 2012

Il lavoro di tesi intende proporre un confronto tra Del Noce e Girard sul tema dell’altra Modernità. Nell’introduzione lo studente spiega che l’al-tra Modernità affonda le sue radici sia nel mondo cattolico sia in quello laico-razionalista, con un legame che esprime la sua originalità speculati-va. I due autori esaminati, pur cogliendo gli esiti immanentistici insiti nella maggior parte delle posizioni della Modernità classica, ritennero giusto bocciarne le singole posizioni, ma non l’intero metodo di indagine.

Dall’elaborato emerge che l’altra Modernità si è costituita grazie ad un mo-vimento consistente di intellettuali cattolici dotati ognuno di un’originalità propria da un punto di vista tematico, originalità che si è manifestata nella rilettura delle novità moderne riportate nell’alveo platonico-agostiniano.

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Indice CAPIToLo I: La modernità secondo Augusto del Noce CAPIToLo II: Girard e l’altra Modernità

> 2012/13 (SESSIONE INvERNALE)

BRENTARI MILENA

Raimon Pannikkar: una spiritualità cosmoteandrica per una terra che geme

Relatore: prof. Michele Dossi 18 dicembre 2012

Abstract Il tema del lavoro di tesi riguarda uno dei fondamenti della riflessione di

una figura di rilievo della teologia delle religioni: Raimon Pannikkar, la spiritualità cosmoteandrica. Essa viene descritta nell’introduzione con le seguenti parole: «Quando l’esistenza dell’uomo è espressione della realtà cosmoteandrica, allora la sua vita spirituale non sarà ‘disincarnata’, indiffe-rente verso il proprio corpo, verso il cosmo, la natura... [...] In questo senso la spiritualità cosmoteandrica è anche una spiritualità politica impegnata nella costruzione della pace, di relazioni economiche più eque, nella lotta per i diritti umani: è una forma di santità politica».

Il pensiero di Raimon Pannikar è opportunamente inserito nel contesto dei principali avvenimenti della sua vita, che permettono di compren-derlo più approfonditamente, a partire dal fatto di aver avuto un padre indiano e indù e una madre catalana e cattolica. Un incontro di due mondi religiosi che egli ha saputo mettere a frutto per cercare strade di incontro e di dialogo tra le varie religioni.

Indice CAPIToLo I: Una vita tra oriente e occidente CAPIToLo II: Verso il tramonto della cosmologia scientifica CAPIToLo III: In ascolto dell’Essere CAPIToLo IV: L’intuizione cosmoteandrica CAPIToLo V: La spiritualità cosmoteandrica

LEKS MIChÈLE

Ermetismo cristiano e nuova evangelizzazione

Relatore: Prof. don Cristiano Bettega 18 dicembre 2012

TESI DI BACCALAUREATO

Page 48: TESI DI BACCALAUREATO - webdiocesi.chiesacattolica.it · Fino all’A.A. 2004/05 le tesi sono state presentate a Bressanone, presso la sede dello STAB. Dal 2006, anno di erezione

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Abstract La tesi propone alcune riflessioni sul tema dell’ermetismo cristiano in rappor-

to alla nuova evangelizzazione. Si propone una definizione di ermetismo e ci si interroga sulla possibilità di un ermetismo cristiano, si sottolinea, tra i vari aspetti, la necessità di un’antropologia cattolica e di una nuova evangelizza-zione accompagnata ad una nuova apologetica.

Indice CAPIToLo I: Storia e definizioni: una diagnosi della situazione CAPIToLo II: La linfa viva della tradizione CAPIToLo III: Dalle religioni all’incarnazione CAPIToLo IV: Necessità di un’antropologia cattolica CAPIToLo V: Una nuova evangelizzazione e una nuova apologetica

MONTIBELLER MIChELE

Gli interventi di Girolamo Seripando nel Concilio di Trento

Relatore: Prof. don Severino Vareschi 18 dicembre 2012

Abstract Come di evince dal titolo, l’elaborato analizza gli interventi del cardinale ago-

stiniano Girolamo Seripando durante il Concilio di Trento. Nella prima parte si prendono in esame le difficoltà nella scelta del luogo del Concilio e lo scopo che esso si era prefisso. Si presenta il prezioso contributo offerto da Girolamo Seripando al confronto sulla tematica del peccato originale

Nella seconda parte si analizza il delicato argomento della giustificazione e dell’apporto dato dal Seripando.

Nella terza parte si analizzano le varie fasi storiche che hanno influenzato il Concilio con gli sporadici ma sempre interessanti contributi di Seripando, di-ventato nel frattempo Legato papale.

Indice CAPIToLo I: Lo scenario del Concilio e il decreto sul peccato originale CAPIToLo II: Il decreto sulla giustificazione CAPIToLo III: Gli interventi di G. Seripando nel Concilio

vIGOLANI PAOLO

Percorso di comprensione della vocazione come relazione

Relatore: Prof. don Cristiano Bettega 18 dicembre 2012

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Abstract Lo scopo che lo studente si è prefisso è di creare un percorso di compren-

sione della vocazione, mettendone in risalto la dimensione umana e rela-zionale, cercando di smontare una certa idea di vocazione come azione sola di Dio a cui l’uomo come predestinato deve obbedire.

Si illustra il quadro antropologico in cui ci si deve collocare per parlare di vocazione: l’uomo ha bisogno dell’altro e dell’Altro per realizzarsi e questo secondo termine lo interpella lo stimola continuamente.

Si individuano alcune dimensioni costitutive della vocazione cristiana: la dimensione esistenziale, la dimensione cristico-trinitaria, la dimensione ecclesiologica e quella escatologica. Viene poi ripresa la provocazione di Carlo Rocchetta con l’invito al ritorno ad un modello cristocentrico per proporre il tema della vocazione: guardando a Cristo, alla sua vita e alle sue parole, l’uomo percepisce la sua vocazione particolare.

Indice CAPIToLo I: La vocazione: aspetti antropologici CAPIToLo II: La vocazione cristiana CAPIToLo III: Il cristocentrismo vocazionale

> 2012/13 (SESSIONE PRIMAvERILE)

COALI GIUSEPPINA

La Croce e il senso dell’essere in Simon Weil. Spunti per una filoso-fia cristica

Relatore: Prof. Michele Dossi 1 marzo 2013

Abstract Nel testo si presenta non solo il pensiero ma anche la vita di Simone Weil

con le sue geniali intuizione profondamente ispirate dal contatto con la realtà e gli aspetti esaltanti e tragici dell’esistenza e dell’umanità in cui è stata sempre profondamente immersa.

Dopo aver presentato in modo documentato la vita della Weil, ci si soffer-ma sul concetto di mahleur. Ella lo riferisce a Dio Padre creatore, al Figlio incarnato, che patisce e muore in croce e all’uomo, in analogia con Dio, partendo dalla fenomenologia del suo vissuto esistenziale. Lo si descrive come il frutto conclusivo di un percorso che passa prima di tutto da un’a-nalisi dell’esistenza. Questa via inizia con l’osservazione dell’oppressione sociale e con la soluzione intravista nel riscatto attraverso la trasformazio-ne della società e finisce nell’accettazione della sventura e nella trasfigu-razione attraverso l’amore.

TESI DI BACCALAUREATO

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Abstract Lo scopo che lo studente si è prefisso è di creare un percorso di compren-

sione della vocazione, mettendone in risalto la dimensione umana e rela-zionale, cercando di smontare una certa idea di vocazione come azione sola di Dio a cui l’uomo come predestinato deve obbedire.

Si illustra il quadro antropologico in cui ci si deve collocare per parlare di vocazione: l’uomo ha bisogno dell’altro e dell’Altro per realizzarsi e questo secondo termine lo interpella lo stimola continuamente.

Si individuano alcune dimensioni costitutive della vocazione cristiana: la dimensione esistenziale, la dimensione cristico-trinitaria, la dimensione ecclesiologica e quella escatologica. Viene poi ripresa la provocazione di Carlo Rocchetta con l’invito al ritorno ad un modello cristocentrico per proporre il tema della vocazione: guardando a Cristo, alla sua vita e alle sue parole, l’uomo percepisce la sua vocazione particolare.

Indice CAPIToLo I: La vocazione: aspetti antropologici CAPIToLo II: La vocazione cristiana CAPIToLo III: Il cristocentrismo vocazionale

> 2012/13 (SESSIONE PRIMAvERILE)

COALI GIUSEPPINA

La Croce e il senso dell’essere in Simon Weil. Spunti per una filoso-fia cristica

Relatore: Prof. Michele Dossi 1 marzo 2013

Abstract Nel testo si presenta non solo il pensiero ma anche la vita di Simone Weil

con le sue geniali intuizione profondamente ispirate dal contatto con la realtà e gli aspetti esaltanti e tragici dell’esistenza e dell’umanità in cui è stata sempre profondamente immersa.

Dopo aver presentato in modo documentato la vita della Weil, ci si soffer-ma sul concetto di mahleur. Ella lo riferisce a Dio Padre creatore, al Figlio incarnato, che patisce e muore in croce e all’uomo, in analogia con Dio, partendo dalla fenomenologia del suo vissuto esistenziale. Lo si descrive come il frutto conclusivo di un percorso che passa prima di tutto da un’a-nalisi dell’esistenza. Questa via inizia con l’osservazione dell’oppressione sociale e con la soluzione intravista nel riscatto attraverso la trasformazio-ne della società e finisce nell’accettazione della sventura e nella trasfigu-razione attraverso l’amore.

Indice CAPIToLo I: Simone Weil: un’identità discussa ovvero «Che senso ha la mia vita?» CAPIToLo II: La vita di Simone Weil ovvero «un’ascesi orizzontale» CAPIToLo III: Il malheur ovvero «Dio mio, perché mi hai abbandonato?»

PAOLI DANIELE

Dialogo sull’elemosina

Relatore Prof. don Bruno Tomasi 1 marzo 2013

Abstract Nel testo si affronta il tema dell’elemosina nella prospettiva della Teologia

morale. Si parte da una possibile definizioni e da alcune considerazioni esi-stenziali. Si passa poi a presentare come l’elemosina era considerata in anti-che civiltà, nel mondo greco e in quello romano, nel cristianesimo, nell’ebrai-smo, nell’islam e nel buddismo.

Si presentano poi delle considerazioni di tipo biblico e teologico sul tema del-la salvezza per il ricco, del concetto di elemosina, salvezza e retribuzione. Si approfondisce poi il pensiero di san Tommaso d’Aquino sull’elemosina e gli spunti offerti dai messaggi per la quaresima di Giovanni Paolo II e di Benedet-to XVI.

Indice CAPIToLo I: Il tema: l’elemosina CAPIToLo II: Elemosina: rifermenti nelle religioni CAPIToLo III: Elemosina: quale salvezza per il ricco? CAPIToLo IV: Elemosina, salvezza, retribuzione CAPIToLo V: Povertà e ricchezza CAPIToLo VI: Elemosina nella storia CAPIToLo VII: Elemosina: il pensiero di Tommaso d’Aquino CAPIToLo VIII: Elemosina messaggi di quaresima

vALENTINI vITTORIO

Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso

Relatore: Prof. don Luigi Giovannini 1 marzo 2013

Abstract Lo studente ha voluto presentare l’attività svolta dal Pontificio Consiglio per il

Dialogo Inter-religioso. Si sofferma anzitutto i fondamentali contributi al dia-

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logo tra la Chiesa cattolica e le varie religioni offerti dall’Ecclesiam Suam di Paolo VI, dalla dichiarazione conciliare Nostra aetate e da vari documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Si evidenziano poi i vari passaggi che hanno portato all’istituzione del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-religioso e quelle che sono la sua natura, le finalità, la metodologia, la struttura e le attività.

Vengono infine illustrati i documenti che questo organismo ha prodotto soffermandosi in particolare i messaggi fatti pervenire annualmente ai buddisti per la festa di Vesakh, ai musulmani per la fine del Ramadàn e agli indù per la festa di Diwali.

Indice CAPIToLo I: L’atteggiamento della Chiesa verso le altre religioni CAPIToLo II: Il Pontificio Consigli per il Dialogo Inter-religioso CAPIToLo III: I documenti del PCDI

vERONESI ENzO

Lo Spirito Santo nelle quattro costituzioni del Concilio vaticano II

Relatore: Prof. don Giampaolo Tomasi 1 marzo 2013

Abstract L’elaborato presenta le modalità con cui si parla dell’azione dello Spirito

Santo nelle quattro costituzioni del Concilio Vaticano II. Il primo capito-lo presenta lo Spirito Santo a partire dal significato del suo nome e alla luce delle considerazioni bibliche, teologiche e magisteriali. Si illustra poi il ruolo dello Spirito Santo nella vita trinitaria, durante la storia della sal-vezza, dalle origini del mondo fino al tempo del Verbo incarnato, morto e risorto. Si evidenzia la Chiesa come spazio naturale pensato da Dio ove lo Spirito Santo esprime se stesso e continua l’opera salvifica realizzata dal Cristo.

Emerge, tra l’altro, come i doni dello Spirito Santo trasformino l’uomo, ren-dendolo ontologicamente capace di essere e di agire nella misura di Dio. Le varie tematiche vengono affrontate evidenziando i vari testi conciliari in cui sono contenute.

Indice CAPIToLo I: Lo Spirito Santo: la «persona sconosciuta» della Trinità CAPIToLo II: Lo Spirito Santo santifica la Chiesa CAPIToLo III: Lo Spirito Santo fa la Chiesa CAPIToLo IV: La Chiesa agisce grazie ai doni dello Spirito Santo

TESI DI BACCALAUREATO

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> 2012/13 (PRIMA SESSIONE ESTIvA)

TAMBURINI STEfANIA

I laici nella spiritualità di San francesco di Sales: spunti di attualità per una spiritualità laicale

Relatore: Prof. Mieczyslaw Lubomirski 3 giugno 2013

Abstract La studentessa presenta alcuni tratti della spiritualità di San Francesco di Sa-

les, con particolare riferimento alla sua visione del ruolo dei laici nella chiesa e nel mondo. La figura di questo grande santo viene inserita nel contesto della Chiesa del XVI secolo, presentandone la biografia e le opere principali.

Emerge la profondità teologica, la contemporanea sensibilità umana che lo ca-ratteristica e la capacità di cogliere quelle che sono i ruoli e le peculiarità dei laici nella Chiesa e nella società. Si evidenzia l’attualità del pensiero di San Francesco di Sales con alcune intuizioni che verranno riprese dal Concilio Vaticano II. Si presenta poi a questo proposito la sua attenzione al ruolo della donna nella vita della Chiesa e l’importanza dell’amabilità come chance per la Chiesa oggi.

Indice CAPIToLo I: La spiritualità di San Francesco di Sales secondo le sue opere prin-

cipali CAPIToLo II: La spiritualità nella Chiesa di San Francesco di Sales CAPIToLo III: San Francesco di Sales e i “laici”