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TOPOI 3 - Aracne · Lingue e politica Lo studio delle lingue straniere nelle Facoltà / Corsi di Studio / Dipartimenti di Scienze Politiche a cura di Antonella Cancellier Luisa A

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TOPOI

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Direttori

Fernando M C CSapienza Università di Roma

Luisa Allesita M FUniversità degli Studi Roma Tre

Comitato scientifico

Juan Carlos AUniversidad de Granada

Maria Pilar Agustina C CAlma Mater Studiorum – Università di Bologna

Marina F LUniversidad Complutense de Madrid

Trinis Antonietta M FUniversità degli Studi di Enna “Kore”

Oana SUniversitatea din Bucuresti

Antonio R SUniversidad de las Américas Puebla

Comitato redazionale

Mariarosaria CUniversità degli Studi di Salerno

Cosimo D GUniversità degli Studi di Cagliari

Paolo RAccademia della Crusca

Alessia Anna Serena RUniversità degli Studi Roma Tre

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TOPOI

La collana accoglie studi, testi e raccolte di saggi dedicati all’analisi deiluoghi comuni da un punto di vista interdisciplinare e interculturale,spaziando dalla linguistica alla letteratura, dai linguaggi settoriali alleforme dello stile. La topica si rivela, all’interno della tradizione cul-turale, filosofica e letteraria, come uno strumento essenziale per latrasmissione del pensiero. Il suo contributo alla costruzione del sensosi manifesta attraverso un ampio repertorio di generi discorsivi, comei proverbi, gli aforismi, gli emblemi e coinvolge anche molte areedel sapere: diritto, religione, politica, medicina, economia. L’utilitàdi questo tipo di approccio, ampio e globale, verso lo studio dei luo-ghi comuni, peraltro di grande importanza per una più approfonditacomprensione dei diversi periodi storici, consiste innanzitutto nell’of-frire uno strumento d’indagine con il quale la ricerca si apre a nuoveprospettive.

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Volume pubblicato con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Politiche

dell’Università degli Studi Roma Tre.

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Lingue e politica

Lo studio delle lingue straniere nelle Facoltà /Corsi di Studio / Dipartimenti di Scienze Politiche

a cura di

Antonella CancellierLuisa A. Messina FajardoMarisa Martínez Pérsico

Contributi diMathilde Anquetil, Mario Benvenuto, Antonella Cancellier

Mariarosaria Colucciello, Armando Francesconi, Giuseppe GrilliYannick Hamon, Magdalena Jiménez Naharro, Giuliano Lancioni

Mariadomenica Lo Nostro, Carmen MerchánLuisa Allesita Messina Fajardo, Daniela Natale,

Roberta Pederzoli, Laura Santone

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Copyright © MMXVIAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: giugno

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Indice

Presentazione. Il primo convegnoLuisa Allesita Messina Fajardo

Premessa. Gli inizi del progettoAntonella Cancellier

Parte ILo studio delle lingue straniere nelle Facoltà /

Corsi di Studio / Dipartimenti di Scienze Politiche

Le lingue straniere nella Facoltà di Scienze Politiche di Pado-va. Un excursus storicoAntonella Cancellier

Individualizzazione e socializzazione dell’insegnamento/apprendimento della lingua francese attraverso le nuove tec-nologieRoberta Pederzoli, Yannick Hamon

Multilinguismo, CLIL e linguaggi specialistici: l’esperienzanella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università della CalabriaMario Francisco Benvenuto

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Indice

Insegnamento linguistico nei Corsi di Laurea di Scienze Po-litiche nell’Università degli Studi di Salerno. Un esempio diattività pratica per lo sviluppo dell’espressione linguistica infranceseMariadomenica Lo Nostro

“Ulteriori Conoscenze Linguistiche” à Sciences Politiques:une expérience de formation au plurilinguisme par l’inter-compréhensionMathilde Anquetil

Il contributo del CLA dell’Università degli Studi Roma Trealla formazione degli studenti di spagnoloMagdalena Jiménez Naharro, Carmen Merchán Rodríguez

Parte IICaratteristiche del linguaggio politico. I linguaggi settoriali

Fraseologismi frequenti nei linguaggi giuridico, amministra-tivo e politicoLuisa Allesita Messina Fajardo

Análisis y traducción al italiano del Diario de Sesiones: losfalsos amigos, las palabras clave, las palabras compuestas,los nombres alterados y las colocacionesArmando Francesconi

Acerca del uso de latinismos y arcaísmos en el lenguaje jurí-dico españolDaniela Natale

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Indice

Slogan e campagne presidenziali. Tra retorica, politica e pro-pagandaLaura Santone

Parte IIILingua e cultura

Il linguaggio politico della liberazione in America LatinaMariarosaria Colucciello

L’arabo: una lingua politicaGiuliano Lancioni

Lingue e politiche. La lingua come politica o la politica dellelingueGiuseppe Grilli

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Lingue e politicaISBN 978-88-548-9113-5DOI 10.4399/97888548911351pag. 11–18 (giugno 2016)

Presentazione. Il primo convegno

L A M F∗

I. “La formazione linguistica è sempre stata centrale nelle Facoltàdi Scienze Politiche. Per la natura di per sé internazionale della Fa-coltà [ora Dipartimento], essa costituisce una tradizione storica checonsidera la conoscenza delle lingue, delle culture e delle istituzionistraniere un patrimonio imprescindibile”. Così iniziava la call del no-stro convegno “Lo studio delle lingue straniere nelle Facoltà/Corsi diStudi/Dipartimenti di Scienze Politiche”.

Siamo perciò del parere che la politica e la lingua (anzi, le lingue),pur facendo parte di due campi tematici — con relativi sistemi scien-tifici — differenziati, costituiscano un percorso binario indivisibile.D’altro canto è risaputo che le lingue si sono fissate in concomitanzadella costituzione politica della società e sin dal suo primo insorgere lacomunicazione verbale fonda l’embrione della Polis. A questo riguar-do ricordiamo il carattere sociale “attivo” e “spontaneo” della linguasecondo l’attestazione di Charles Bally.

II. La lingua è al tempo stesso nominazione e negazione. Un suotratto spontaneo è riscontrabile, per esempio, nella paremiologia. Intutte le strutture paremiali c’è un fondo di veridicità e di referenzialità,una costante universale che travalica ogni riferimento tangibile, reali-stico o aneddotico. Un esempio concreto è dato dalla paremia spagnolaDonde va Vicente, va la gente, dove si coglie un riferimento facilmentelocalizzabile in un contesto spazio–temporale. Infatti, se consideriamoil valore di generalizzazione e, tendenzialmente, di universalità delproverbio, notiamo che esso rinvia a un referente generale assai este-so; ma se osserviamo la sua struttura intrinseca, con la presenza di una

∗ Università degli Studi Roma Tre, [email protected].

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Presentazione. Il primo convegno

nominalizzazione specifica, allora dovremmo supporre un ambitoreferenziale più ristretto, in questo caso storicamente identificabilenella Spagna rurale e preindustriale. Anzi, è addirittura possibile col-locare la frase nell’ambito della paremiologia spagnola del Siglo deOro. In virtù di questa dislocazione differenziata, binaria, risolta nellaradice metaforica del refrán, si può individuare un preciso momentodella formazione del patrimonio paremiografico spagnolo per fissareil senso costitutivo della paremia. Essa tuttavia indica, come si è detto,un comportamento politico tendenzialmente universale che permetteal potere di godere del consenso popolare. È il noto meccanismo checonduce Socrate a bere la cicuta, il popolo ebraico a scegliere Barabbae condannare Gesù, gli aguzzini delle “guerras sucias” a giustificarei crimini individuali con l’ideologia dell’ubbidienza alla legge, all’or-dine, alla fedeltà verso le istituzioni che agiscono grazie a un poterepolitico.

Il binomio linguaggio–politica non nasce in epoca moderna, mariconduce al pensiero aristotelico. È quindi evidente come il linguag-gio politico tenda a persuadere l’uditorio all’approvazione delle tesisuggerite. Tale tipologia di discorso, infatti, mette in primo piano lafunzione connotativa del linguaggio, e mira alla ricerca del consenso.Ne risulta che le scelte linguistiche dei politici obbediscono a strate-gie comunicative ben studiate, messe in atto proprio per catturareconsensi.

Lo studio del linguaggio politico, e dell’analisi dei discorsi politici,rende lo studente (cittadino) capace di cogliere il vero significato deimessaggi trasmessi dai politici; in queste condizioni egli può riscattarela sua libertà di opinione, diventare il vero artefice delle scelte politichein modo responsabile. Questo è forse l’aspetto sociale e umano piùimportante di questi studi.

In questo volume convergono i risultati scientifici di docenti e stu-diosi di diversi atenei italiani, i quali in uno spirito di collaborazionesi sono riuniti per affrontare le tematiche specialistiche prese in esa-me. L’opera è suddivisa in tre sezioni disposte secondo un precisoordine tematico per agevolare la successione degli argomenti e lalettura. I nodi specifici oggetto di approfondimento insistono sullastoria dell’insegnamento delle lingue nelle Facoltà/Dipartimenti diScienze Politiche e sull’analisi della funzione dei Centri Linguisticidegli Atenei. Per un altro verso, questo volume si propone di riflettere

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Presentazione. Il primo convegno

sulla politica linguistica prendendo in considerazione lingue e culturediverse; a tal fine vengono trattati temi inerenti ora al plurilinguismo,ora alla promozione e alla diffusione delle lingue straniere. Altri aspet-ti, nella fattispecie, sono sviluppati in modo sistematico e in un’otticaprimariamente linguistica: si affrontano questioni fondamentali sullinguaggio politico, così come la definizione stessa di “linguaggiopolitico” e di “discorso politico”, l’appartenenza o meno del linguag-gio politico alla categoria dei linguaggi specialistici o settoriali, perpoi passare all’attento esame dei principali metodi di analisi elaboratinell’ambito della politolinguistica (il rapporto tra discorso politico elingua parlata, il ruolo dei forestierismi nel linguaggio politico ecc.).Secondo un’altra prospettiva, fulcro di questo volume è l’analisi delleistituzioni e delle culture di diversi paesi stranieri.

Dopo questa mia presentazione con la quale passo in rassegna isaggi raccolti nel volume, segue una premessa di Antonella Cancellierche termina con il delineare i progetti successivi.

La Prima Sezione accoglie relazioni che trattano aspetti storicie connessi allo studio delle lingue straniere nelle Facoltà/Corsi diStudio/Dipartimenti di Scienze Politiche. Sono inoltre affrontate que-stioni inerenti al multilinguismo e alla promozione e alla diffusionedelle lingue straniere.

Apre questa sezione Antonella Cancellier, professore ordinario,ispanista e ispanoamericanista presso l’Università di Padova. AntonellaCancellier, nel suo saggio Le lingue straniere nella Facoltà di ScienzePolitiche di Padova. Un excursus storico, analizza in modo dettagliato ilpanorama dell’insegnamento linguistico nella Facoltà di Scienze Politi-che della sua Università fino all’attuale riorganizzazione dipartimentale(Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internaziona-li) ed evidenzia come già a partire dall’a.a. –, a due anni dallasua costituzione nell’a.a. –, emerga “il ruolo importante che laneonata Facoltà attribuisce alle lingue e alle culture straniere. Si evinceimmediatamente la vocazione lungimirante di un’istituzione apertaal mondo e la dimensione internazionale che intende condurre. Ilconfronto con l’oggi, a ottant’anni dalla sua nascita, è significativo e fariflettere”. Antonella Cancellier termina, “auspicando per i [. . . ] corsia Scienze Politiche — e per un reale e sostenibile processo di interna-zionalizzazione del nuovo Dipartimento — una politica linguistica eculturale intelligente, vivace, curiosa, aperta alle altre condizioni, di

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Presentazione. Il primo convegno

ampio respiro, quello che hanno rappresentato per Padova quei qua-ranta studenti stranieri”, effigiati nell’aula che custodisce la cattedradi Galileo Galilei, “che trasmisero nei loro paesi esperienze e saperiacquisiti [all’] Università di Padova che esiste senza interruzione dal”.

Roberta Pederzoli e Yannick Hamon (Università di Bologna) com-piono una disamina dettagliata sulla situazione dell’insegnamento/apprendimento della lingua francese presso la Scuola di Scienze Poli-tiche (sede di Forlì) dell’Università di Bologna, e tracciano un’analisiapprofondita di natura teorico–didattica. Tra gli obiettivi segnalati al-l’interno del percorso didattico–istituzionale emerge quello di formaregli studenti nella prospettiva di un eventuale soggiorno universitario inun paese francofono; motivo per cui le competenze insegnate procedo-no in modo trasversale rispetto alle varie discipline. Questo approccio,secondo Pederzoli e Hamon, permette agli studenti di sviluppare daun lato le abilità necessarie per destreggiarsi nell’ambiente accademi-co francofono, dall’altro di seguire in piena autonomia corsi in linguafrancese, e leggere testi specialistici, redigere tesine e tesi ecc. Nelcontributo gli autori mettono in risalto l’importanza di questa modali-tà di apprendimento, tenuto conto dell’alto numero di studenti cheoptano per soggiorni Erasmus in Francia. Viene inoltre segnalato ilcarattere di multi/interdisciplinarità che contraddistingue i corsi diLaurea Triennale e Magistrale in Scienze Internazionali e Diplomati-che a Forlì, che mirano a sbocchi lavorativi nell’ambito di istituzionipubbliche e private così come presso organizzazioni internazionali.

Mario Benvenuto (Università della Calabria) presenta il “caso Ca-labria” alla luce delle direttive e degli orientamenti comunitari sul“multilinguismo” e secondo un approccio che tiene conto dell’ap-prendimento integrato di lingua e contenuti (CLIL). Offre inoltreuna panoramica sul conseguente uso di linguaggi specialistici e ana-lizza la situazione reale dell’insegnamento delle lingue nella Facoltàdi Scienze Politiche dell’Università della Calabria allo scopo di veri-ficare — quale obiettivo del Convegno — l’effettivo adeguamentodel sistema universitario italiano alle auspicate attese europee. La suaanalisi porta a conclusioni assai interessanti: i dati relativi agli studentiin entrata e in uscita negli atenei italiani — come nel caso studiato(Università della Calabria) — appaiono significativi, per cui, secondoBenvenuto, “dovrebbero far riflettere sulla necessità, divenuta ormai

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Presentazione. Il primo convegno

un’esigenza, dell’internazionalizzazione”; sebbene tenga a precisare“che tale processo non significa necessariamente dover ‘inviare’ glistudenti all’estero, ma presenta un’accezione oggi ben più profonda”.Per Benvenuto, internazionalizzare vuole dire “predisporre ogni mez-zo necessario per fornire loro una corretta competenza nelle linguestraniere, perché possano essere concorrenziali e trovare collocazio-ne nel mondo del lavoro”. Il che “può essere reso possibile soltantocapovolgendo l’orientamento di questi ultimi anni in materia di inse-gnamento delle lingue straniere e restituendo a tali insegnamenti lagiusta importanza in termini di ore, crediti di docenza e di esercita-zione, di uso delle nuove tecnologie (audio, video, informatica), dicontenuti specialistici nell’ambito di studio (CLIL) e, soprattutto, nellacontinuità didattico–linguistica lungo tutto il percorso accademico”.

Mariadomenica Lo Nostro (Università di Salerno) analizza il ruolodell’insegnamento delle lingue nel corso di laurea di Scienze Politichepresso l’Università di Salerno, e nel proporre spunti di applicazione diuna didattica interdisciplinare, suggerisce un modello di attività praticaconforme ai diversi livelli di apprendimento. La studiosa affermache i percorsi offerti presso il dipartimento servono a potenziarel’insegnamento delle lingue straniere, dal momento che anche inquesta realtà gli sbocchi lavorativi sono rappresentati dall’ambito dellerelazioni internazionali. Segnala inoltre che un valore aggiunto neiprogrammi, oltre a una buona conoscenza delle lingue, è dato dauna formazione compiuta in larga parte all’estero. Per tale ragioneLo Nostro considera un privilegio operare in una facoltà che non sibasa solo su discipline specifiche, ma offre una formazione poliedrica:ciò costituisce una messa in discussione di ogni schema tradizionale(didattica, traduzione, interpretariato). L’insegnamento delle linguesi completa, quindi, attraverso una conoscenza storico–politica edeconomico–culturale, come esplicitato dalla denominazione stessadella disciplina: Lingua, cultura e istituzioni dei paesi di lingua spagnola.

Mathilde Anquetil (Università di Macerata) focalizza la sua attenzione,come espresso nel titolo della sua relazione, sulle “Ulteriori ConoscenzeLinguistiche” à Sciences Politiques: une expérience de formation au plurilingui-sme par l’intercompréhension. Da questo punto di vista assume particolarerilievo il tema delle competenze plurilingui nell’ambito del giornalismo,luogo d’intersezione in cui si manifestano ed entrano in gioco le diverseconoscenze acquisite dagli studenti di Scienze Politiche.

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Presentazione. Il primo convegno

Magdalena Jiménez Naharro e Carmen Merchán Rodríguez (CLA— Università di Roma Tre) presentano una riflessione sulle caratteristi-che dei corsi di lingua spagnola organizzati dal CLA (Centro Lingui-stico d’Ateneo) dell’Università di Roma Tre. Dalla loro descrizioneemergono modalità e criteri organizzativi dei corsi di lingua spagnolapresso il CLA: in primo luogo si prende in considerazione la tipolo-gia degli studenti e dei gruppi che si creano; subito dopo si passanoin rassegna tutti quei fattori che rendono possibile un ruolo attivodegli studenti nel processo di apprendimento, così come l’utilizzodelle nuove tecnologie, in particolare di quelle connesse all’uso dellapiattaforma Moodle per i livelli A e B.

Nella Seconda Sezione si approfondiscono le caratteristiche dellinguaggio politico (a livello lessicale, morfosintattico, stilistico, argo-mentativo, di lessicologia contrastiva, traduzione e didattica) e ci sisofferma sullo studio dei linguaggi settoriali.

Chi scrive (Università di Roma Tre), dopo una breve introduzionesull’importanza dello studio delle lingue straniere nei Dipartimenti diScienze Politiche, insiste sulla personale convinzione che la loro co-noscenza favorisca la ricerca di un impiego sicuro e l’inserimento nelmondo del lavoro, perché, come sottolinea, “La gestione degli scenariinternazionali in continua evoluzione ed espansione viene agevolataappunto dalla conoscenza di una o più lingue straniere”, ma tiene aprecisare che tale competenza acquisita non si traduce soltanto nellacapacità di mantenere rapporti diplomatici e sostenere conversazionidi registro amicale: parlare una lingua straniera significa esprimersicon padronanza, impiegando un linguaggio settoriale corrispondenteal proprio ambito lavorativo.

In concreto, il saggio si propone di analizzare alcuni linguaggi setto-riali/speciali, con particolare riferimento a quello giuridico, ammini-strativo e politico, secondo una prospettiva fraseologica e paremiolo-gica. Viene inoltre dedicata una nota alla situazione dell’insegnamentodelle lingue straniere presso il Dipartimento di Scienze Politiche diRoma Tre.

Armando Francesconi (Università di Macerata), in un’ottica con-trastiva e lessicologica, studia il linguaggio politico spagnolo eitaliano. A tal fine si serve di un corpus estrapolato dal Diario deSesiones del Congreso de los Diputados, dove ogni voce viene affianca-ta dalla traduzione in italiano. In ultimo si mettono in evidenza i

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Presentazione. Il primo convegno

“falsos amigos evidentes” e “ilusorios” delle due lingue oggetto diconfronto.

Daniela Natale (Università di Roma Tre) esamina le caratteristicheprimordiali della lingua standard e dei linguaggi speciali, in particolaredi quello giuridico.

Nella seconda parte del contributo, a mo’ di esempio, elenca nume-rosi latinismi e arcaismi dello spagnolo giuridico, sia sotto un profilolessicale sia fraseologico.

Laura Santone (Università di Roma Tre) analizza le caratteristi-che intrinseche dello slogan, cogliendone la presenza e osservandonele funzioni nelle campagne elettorali presidenziali. In proposito lastudiosa compie un excursus storiografico dei linguaggi spontanei at-tenendosi alla terminologia di Austin, e inoltre riflette sul “carattereattivo” del linguaggio secondo quanto prefigurato da Charles Bally,con un occhio di riguardo per quello immediato.

Nella Terza e ultima Sezione si affrontano alcuni aspetti culturaliconnessi allo studio delle lingue.

Mariarosaria Colucciello (Università di Salerno), in una prospettivafilosofico–culturale, enuclea i concetti di “linguaggio politico” e di“America Latina”, e sostiene che essi sono estrinsecamente ricollegabiliattraverso il termine liberazione.

Giuliano Lancioni (Università di Roma Tre) nel suo studio dal titoloL’arabo: una lingua politica, dopo un’intensa analisi sulla lingua arabache affronta questioni di carattere geopolitico e culturali, sostiene ilbisogno di promuovere l’insegnamento dell’arabo nei Dipartimenti diScienze Politiche.

Secondo Lancioni, è un’opportunità che sia gli studenti sia i ri-cercatori non dovrebbero perdere, visto che essi trarrebbero grandivantaggi nell’affrontare lo studio di testi nell’ambito delle relazioniinternazionali, direttamente dall’originale. Un esempio sono i trattatiinternazionali che riguardano il Vicino Oriente, che hanno semprenella versione in lingua araba il testo di riferimento, politicamentericonosciuto in tutti i paesi arabofoni. Ciò farebbe, senza dubbio,evitare le solite imprecisioni che derivano dalle interpretazioni sba-gliate di documenti redatti in arabo o tradotti in modo poco “fedeli”ideologicamente.

Chiude questo volume Giuseppe Grilli (Università di Roma Tre)con un saggio dal titolo Lingue e politiche. Le lingue come politiche o le

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Presentazione. Il primo convegno

politiche delle lingue. Grilli compie una disamina, in una prospettivacomparatistica e diacronica, per dimostrare, fondamentalmente, che“La riflessione sulla centralità della lingua, anzi delle lingue, è probabil-mente l’ossessione maggiore delle culture occidentali e, in particolare,della cultura moderna”.