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UNIONE EUROPEA M I U R ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE “BENEDETTO RADICE” Bronte - Istituto Tecnico-Settore Tecnologico:Sistema Moda-Informatica e Telecomunicazioni-Costruzioni, Ambiente e Territorio Settore Economico: Amministrazione, Finanza e Marketing Adrano - Istituto Professionale – Settore dei servizi: Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Codice meccanografico CTIS01100X Via Sarajevo, 1 – 95034 Bronte (CT) Via Trapani, 52 – 95031 Adrano(CT) Tel 0956136120 Fax 095691894 - C.F. 80021890878 www.isradice.gov.it PEC [email protected] e-mail: [email protected] PIANO ANNUALE DI INCLUSIONE FINALITA’ DEL PIANO ANNUALE D’INCLUSIONE “Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti. Una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola. Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.” P. Sandri, Scuola di qualità e inclusione. Il presente documento, denominato Piano Annuale di Inclusione (PAI), rappresenta work in progress che è assieme un progetto di lavoro un prontuario contenente tutte le informazioni riguardanti le azioni realizzate dall’I.I.S.S. “B. RADICE” per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) frequentanti l’istituto l’esplicitazione dei processi attivati ed attivabili Il PAI è frutto del lavoro di un dipartimento del collegio docenti appositamente costituito che ha raccolto le buone pratiche ed ha approfondito le normative giungendo all’elaborazione condivisa del presente testo che è stato sottoposto al dibattito ed alla approvazione del collegio. Il Piano Annuale di inclusione, a partire dai bisogni e dalle specificità degli studenti con BES iscritti presso la scuola, definisce i principi i criteri le strategie utili per l’inclusione di questi studenti e chiarisce i compiti e i ruoli delle figure operanti all’interno dell’istituto le azioni e le metodologie didattiche per la facilitazione del loro apprendimento. Il PAI costituisce quindi uno strumento di lavoro che viene rivisto annualmente e che si propone di indicare pratiche condivise tra tutto il personale all’interno della scuola, di facilitare l’inserimento degli studenti e di sostenerli nell’adattamento al nuovo ambiente, di sostenere e promuovere tutte le iniziative volte alla comunicazione e alla collaborazione tra scuola, ASP, istituzioni e enti locali. All’interno del PAI, si trovano protocolli condivisi di carattere amministrativo-burocratico, comunicativo-relazionale, educativo, didattico e sociale.

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PIANO ANNUALE DI INCLUSIONE

FINALITA’ DEL PIANO ANNUALE D’INCLUSIONE

“Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti. Una scuola che non si deve muovere sempre nella condizione di emergenza, in risposta cioè al bisogno di un alunno con delle specificità che si differenziano da quelle della maggioranza degli alunni ‘normali’ della scuola. Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.”

P. Sandri, Scuola di qualità e inclusione.

Il presente documento, denominato Piano Annuale di Inclusione (PAI), rappresenta work in progress che è assieme

un progetto di lavoro un prontuario contenente tutte le informazioni riguardanti le azioni realizzate dall’I.I.S.S. “B. RADICE” per

l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) frequentanti l’istituto l’esplicitazione dei processi attivati ed attivabili

Il PAI è frutto del lavoro di un dipartimento del collegio docenti appositamente costituito che ha raccolto le buone pratiche ed ha approfondito le normative giungendo all’elaborazione condivisa del presente testo che è stato sottoposto al dibattito ed alla approvazione del collegio. Il Piano Annuale di inclusione, a partire dai bisogni e dalle specificità degli studenti con BES iscritti presso la scuola, definisce

i principi i criteri le strategie

utili per l’inclusione di questi studenti e chiarisce i compiti e i ruoli delle figure operanti all’interno dell’istituto le azioni e le metodologie didattiche per la facilitazione del loro apprendimento.

Il PAI costituisce quindi uno strumento di lavoro che viene rivisto annualmente e che si propone di indicare pratiche condivise tra tutto il personale all’interno della scuola, di facilitare l’inserimento degli studenti e di sostenerli nell’adattamento al nuovo ambiente, di sostenere e promuovere tutte le iniziative volte alla comunicazione e alla collaborazione tra scuola, ASP, istituzioni e enti locali. All’interno del PAI, si trovano protocolli condivisi di carattere amministrativo-burocratico, comunicativo-relazionale, educativo, didattico e sociale.

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Principale Normativa di Riferimento - Art. 3 – 33 – 34 della Costituzione Italiana “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali..É compito della repubblica rimuovere gli ostacoli… che impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”; “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”; “La scuola è aperta a tutti…”. - Legge 517/77: abolizione delle classi differenziali, garanzia al diritto di istruzione dell’alunno con handicap, istituzione dell’insegnante di sostegno, modalità di raccordo tra scuola e servizi sanitari; modifica dei sistemi di valutazione e articolazione flessibile delle classi. - Legge quadro 104/1992 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. - DPR. n° 275/99 (norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n.59) - Art. 45 del DPR n° 394/99 (normativa riguardante il processo di accoglienza) - Legge Quadro 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” - Nota dell’USR alla legge 170/2010 - DM 12 luglio 2011 “Linee guida per il diritto degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento” - Direttiva Ministeriale 27 Dicembre del 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” - Circolare Ministeriale 06 Marzo 2013 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica - indicazioni operative” - Nota regionale prot. 13588 del 21agosto 2013 “Bisogni Educativi Speciali. Approfondimenti in ordine alla redazione del piano annuale per l’inclusività nell’ottica della personalizzazione dell’apprendimento.” Accordi di programma e protocolli definiti a livello provinciale

1. accordo provinciale di programma legge 104 2. protocollo di Intesa DSA (livello provinciale scuole, asp, provincia, USR. ER. AT Parma,ADI) 3. protocollo somministrazione farmaci

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LA SITUAZIONE ATTUALE

PREMESSA Piano annuale per l’Inclusività (PAI), previsto dalla Direttiva del 27 dicembre 2012 e dalla C.M. n. 8/2013 a firma del Capo Dipartimento per l’Istruzione, intende fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del POF, di cui il PAI è parte integrante. Il PAI, infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”. Esso è prima di tutto un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione, da sviluppare in un processo responsabile e attivo di crescita e partecipazione. Il PAI non va dunque interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, ad interpretazione del POF (in questo caso più che di un “piano per l’inclusione” si tratterebbe di un “piano per gli esclusi”), e non è quindi un “documento” per chi ha bisogni educativi speciali, ma è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curriculare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie. Tali complessi e delicati passaggi – proprio affinché l’elaborazione del PAI non si risolva in un processo compilativo, di natura meramente burocratica anziché pedagogica – richiedono un percorso partecipato e condiviso, da parte di tutte le componenti della comunità educante, facilitando processi di riflessione e approfondimento, dando modo e tempo per approfondire i temi delle didattiche inclusive, della gestione della classe, dei percorsi individualizzati, nella prospettiva di un miglioramento della qualità dell’integrazione scolastica, il cui modello – è bene ricordarlo – è assunto a punto di riferimento per le politiche inclusive in Europa e non solo. L’Istituto “B. RADICE” si propone, quindi, di potenziare la cultura dell’inclusione per rispondere in modo efficace alle necessità di ogni alunno che, con continuità o per determinati periodi, manifesti Bisogni Educativi Speciali. A tal fine intende:

creare un ambiente accogliente e di supporto; sostenere l’apprendimento attraverso una revisione del curricolo, sviluppando attenzione educativa in tutta la

scuola; promuovere l’attiva partecipazione di tutti gli studenti al processo di apprendimento; centrare l’intervento sulla

classe in funzione dell’alunno; favorire l’acquisizione di competenze collaborative; promuovere culture politiche e pratiche inclusive attraverso una più stretta collaborazione fra tutte le

componenti della comunità educante. Obiettivo principale è la riduzione delle barriere che limitano l’apprendimento e la partecipazione sociale attraverso l’utilizzo di facilitatori e l’analisi dei fattori contestuali, sia ambientali che personali. Destinatari Sono destinatari dell’intervento a favore dell’inclusione scolastica tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali comprendenti: - disabilità certificate (ai sensi della Legge 104/92, Legge 517/77); - disturbi evolutivi specifici (Legge 170/2010, Legge 53/2003);

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- alunni con svantaggio socio-economico, linguistico e/o culturale o con disturbi evolutivi specifici. Definizione di Bisogno Educativo Speciale Un bisogno educativo speciale è una difficoltà che si evidenzia in età evolutiva negli ambiti di vita dell’educazione e/o apprenditivo. Si manifesta in un funzionamento problematico, anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale; necessita di un piano educativo individualizzato o personalizzato. La Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 ricorda che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. Risorse umane Dirigente Scolastico Due Collaboratori del D.S. Coordinatore per le attività di sostegno Funzione Strumentale DSA/BES Commissione GLI Coordinatore gruppo accoglienza F.S. Orientamento in ingresso Figura strumentale per l’autovalutazione d’istituto Docenti per le attività di sostegno Coordinatori di classe Personale ATA Assistenti all’autonomia e/o alla comunicazione Il percorso di integrazione per studenti DA e DSA è ben delineato e si colloca dovutamente nel percorso formativo scolastico di ogni ordine e grado. Gli alunni con DSA, in base alla legge 170/2010 e al DM 12 luglio 2011 “Linee guida per il diritto degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento” hanno la possibilità di avvalersi di tutti gli ausili e strumenti compensativi e dispensativi atti a facilitare e consolidare il loro percorso di apprendimento, nel rispetto delle diverse abilità cognitive. Il percorso di integrazione e la relativa documentazione. (tratto da Accordo di programma provinciale per l’integrazione scolastica e formativa dei bambini e alunni disabili 2008/2013) 1. Certificazione di handicap All’individuazione dell’alunno come soggetto disabile provvede la Commissione Medico-Legale dell’Azienda USL tramite apposita Certificazione per l’Integrazione Scolastica, sulla base di una relazione clinica aggiornata redatta dal clinico referente delle U.O.N.P.I. delle Aziende ASP. 2. Diagnosi funzionale La diagnosi funzionale consiste in una descrizione della compromissione funzionale dello stato psico-fisico dell’alunno; tale descrizione si esplica in un profilo nel quale vengono considerate capacita, potenzialità e difficoltà di sviluppo. 3. Profilo Dinamico Funzionale Sulla base dei dati della diagnosi funzionale, delle osservazioni organicamente e collegialmente rilevate da docenti, operatori sanitari e genitori, il Gruppo Operativo elabora e condivide il PDF. Il PDF individua sia le capacità e le potenzialità di sviluppo sia le difficoltà di apprendimento nel rispetto delle scelte culturali dell’alunno disabile.

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4. Piano Didattico Personalizzato Il PEI e predisposto per ogni alunno disabile ed e parte integrante della programmazione educativo-didattica di classe. Il PEI va definito entro i tre mesi di scuola, dai docenti del Consiglio di Classe. Il Gruppo Operativo sottoscrive il PEI come impegno per la realizzazione dello stesso. Per la redazione del PEI il Consiglio di Classe e/o il gruppo dei docenti della classe in cui e iscritto l’alunno disabile, si avvarrà della documentazione prodotta nel percorso scolastico precedente, ricevuta dalla scuola o classe di provenienza, nonché della DF e del PDF. 5. Gruppo Operativo Per ogni alunno disabile iscritto a scuola opera collegialmente il gruppo interprofessionale. Esso e costituito dal Dirigente Scolastico, dal Consiglio di Classe, dagli operatori dell’Azienda ASP referenti dell’alunno, dalla famiglia. La famiglia è parte attiva nella definizione e nella verifica del PDF e del PEI, avvalendosi, se lo ritiene opportuno, di suoi consulenti. Il GO viene convocato dal Dirigente scolastico per la stesura, l’aggiornamento e la verifica del PDF e del PEI e si riunisce, secondo un calendario concordato, almeno due volte l’anno.

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PROCEDURE SPECIFICHE 1. Inclusione degli alunni con DSA

Con il termine Disturbi Specifici di Apprendimento si comprende un gruppo eterogeneo di disturbi che vanno dalla difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di comprensione del linguaggio orale, della lettura, della scrittura, del calcolo, dell’organizzazione dello spazio in una situazione in cui il livello scolastico e le capacità sensoriali sono adeguati all’età. La legge 170/00 specifica che rientrano nei Disturbi Specifici di Apprendimento tutti e soli i seguenti disturbi: DISLESSIA: è un disturbo settoriale della lettura caratterizzato dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e fluente, a decodificare il testo scritto. DISORTOGRAFIA: è la difficoltà nel rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto. DISGRAFIA: è la difficoltà nella grafia. DISCALCULIA: è un deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo. I DSA prevedono una segnalazione specialistica effettuata attraverso l’uso di strumenti diagnostici di esclusiva competenza di medici e psicologi. Da loro devono pervenire le informazioni in relazione al profilo neuropsicologico dell’alunno e tali informazioni devono essere precise e devono contenere anche le indicazioni sulle compensazioni rese necessarie dallo specifico profilo dell’allievo. La legge 170/00 stabilisce, per lo studente con certificazione DSA, il diritto ad avere una Programmazione Didattica Personalizzata (PDP) che tenga conto del suo specifico disturbo e dei suoi punti di forza e delle sue debolezze, al fine da permettergli il raggiungimento degli obiettivi didattici prefissati per ogni singola disciplina oltre che degli obiettivi didattici ed educativi trasversali. Il PDP, redatto in forma scritta, viene concordato dal consiglio di classe entro il primo bimestre dall’inizio dell’attività didattica. Durante tale periodo, che potrà essere ridotto ma non potrà essere superato, i docenti della classe si impegnano a prendere visione della diagnosi e dei PDP precedenti (ove presenti), a osservare lo studente in apprendimento per verificarne difficoltà e abilità, a incontrare la famiglia se necessario e a confrontarsi coi colleghi al fine di fissare gli strumenti dispensativi, le strategie compensative e le modalità di valutazione. La famiglia e lo studente stesso (oppure solo lo studente se maggiorenne) vengono convocati dal consiglio di classe (nella persona del coordinatore) e dal referente DSA per la lettura e la condivisione del PDP e sono chiamati a condividerne finalità e contenuti, al fine di attivare delle sinergie tra l’azione della scuola, l’azione della famiglia, l’azione dell’allievo. Alla famiglia verrà rilasciata una copia del PDP al momento della sua lettura. La definizione e l’attuazione del PDP richiedono che la scuola e la famiglia costruiscano rapporti di reciproca collaborazione, nel rispetto delle diverse competenze e dei ruoli. Nel corso dell’anno scolastico il PDP è soggetto a monitoraggio da parte del consiglio di classe, che ne valuta l’efficacia in occasione delle riunioni previste dal piano annuale delle attività e comunque ogni volta che se ne ravvisi la necessità, apportando eventualmente modifiche o integrazioni, previo accordo con la famiglia. Procedura da seguire in caso di sospetto DSA Nel caso in cui un docente abbia il dubbio che un suo alunno possa essere affetto da DSA, dovrà segnalare il caso al Dirigente Scolastico, al coordinatore di classe, quindi al referente DSA, i quali, con molta discrezione, seguiranno la seguente procedura: 1. colloquio con gli altri docenti del CdC; 2. colloquio con l’alunno/a;

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3. convocazione genitori ed eventuale invito a recarsi alla ASL di competenza per gli accertamenti. Di seguito vengono riportati gli elementi contenuti nel PDP Una prima parte (1-3) comune riporta i dati riguardanti le indicazioni fornite da chi ha redatto la segnalazione, quelle pervenute dalla famiglia ed i risultati del lavoro di osservazione condotto a scuola; rileva le specifiche difficoltà che l’allievo presenta oltre ai suoi punti di forza. Per la compilazione di alcuni parti (3a,3b)sarà necessario contattare direttamente la famiglia. 1 - DATI RELATIVI ALL’ALUNNO. 2 - DESCRIZIONI DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITA’ STRUMENTALI. 3 - CARATTERISTICHE DEL PROCESSO D’APPRENDIMENTO 3a - STRATEGIE NORMALMENTE UTILIZZATE DALL’ALUNNO NELLO STUDIO 3b - STRUMENTI UTILIZZATI FINO AD ORA DALL’ALUNNO NELLO STUDIO Nella seconda parte (4-9), per ogni singola disciplina, i docenti definiscono gli obiettivi ed i contenuti fondamentali che l’allievo deve acquisire nell’anno scolastico, stabiliscono le metodologie più adatte ad assicurare l’apprendimento dell’allievo in relazione alle sue specifiche condizioni e gli strumenti compensativi e dispensativi necessari a sostenere l’allievo nell’apprendimento. Tra questi, nella scuola secondaria, vanno individuati con particolare cura gli strumenti compensativi e dispensativi che sarà possibile assicurare anche in sede di Esame di Stato. 4 - INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI MODIFICHE DEGLI OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO PREVISTI DAI PIANI DI STUDIO 5 - STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE UTILIZZATE 6 - ATTIVITA’ PROGRAMMATE PER LA CLASSE 7 - MISURE DISPENSATIVE 8 - STRUMENTI COMPENSATIVI 9 - CRITERI E MODALITA’ DI VERIFICA E VALUTAZIONE delle VERIFICHE Nell’ultima parte (10), si definisce il patto con la famiglia che fissa le modalità di accordo tra i vari docenti e con la famiglia in ordine all’assegnazione dei compiti a casa. 10 - PATTO CON LA FAMIGLIA Al fine di favorire il più possibile l’inserimento dello studente nella nuova realtà scolastica, sarà cura del referente DSA contattare le famiglie che all’atto dell’iscrizione alla classe prima abbiano depositato la diagnosi del figlio, per informarsi e informare la famiglia sia riguardo il percorso scolastico dello studente, riguardo le difficoltà e le strategie utilizzate negli anni precedenti che rispetto l’organizzazione della scuola nell’accoglienza degli studenti DSA. La referente DSA rimane a disposizione dei genitori, dei genitori e dei ragazzi per supportare la didattica dei docenti e per migliorare l’interazione tra le varie figure. 2. Inclusione degli alunni con bisogni educativi Speciali (escluso legge 104/92 e legge 170/10)

1. Rilevazione delle difficoltà; 2. Pianificazione dell’intervento (colloquio del referente BES con i docenti,con la famiglia, eventualmente con

l’alunno per la raccolta delle informazioni); 3. Predisposizione del Piano Didattico Personalizzato e sottoscrizione (se si ritiene opportuno); 4. Verifica e valutazione del PDP.

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Rilevazione delle difficoltà: Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, referente BES, Coordinatore Consiglio di Classe. Il Dirigente Scolastico, altresì il referente che si occupa del disagio, verranno informati circa gli alunni a cui prestare più attenzione per una possibile predisposizione di piano didattico personalizzato. La situazione verrà monitorata, se è necessario maggior tempo, da tutto il Consiglio di Classe. Pianificazione dell’intervento (colloquio del referente BES con i docenti,con la famiglia, eventualmente con l’alunno per la raccolta delle informazioni): Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, referente BES, Coordinatore Consiglio di Classe, Consiglio di Classe. Il DS e il docente referente, dopo aver esaminato le relazioni dei casi segnalati, insieme al coordinatore delle classe coinvolta, consulterà la famiglia ed eventualmente uno psicologo per valutare un primo approccio di intervento. Predisposizione del Piano Didattico Personalizzato e sottoscrizione Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, referente BES, Coordinatore Consiglio di Classe, Consiglio di Classe, famiglia. Sulla base di quanto sopra rilevato il Consiglio di Classe pianifica l’intervento e, se necessario, predispone il Piano Didattico. Verifica e valutazione del PDP Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, referente BES, Coordinatore Consiglio di Classe, Consiglio di Classe, famiglia. Al fine di verificare l’andamento dell’intervento e la necessità di eventuali cambiamenti ad esso, si terranno incontri periodici nell’ambito dei Consigli di Classe o, se necessario, con esperti ed operatori. 3. Inclusione alunni stranieri (L1 diversa da Italiano)

Le eventuali difficoltà degli alunni con L1 diversa dall’italiano verranno singolarmente valutati dal Consiglio di Classe e dalla commissione accoglienza e recupero, e, in accordo con la famiglia, si troveranno le modalità idonee per superare il momento di difficoltà. A tal fine ponendosi come obiettivo la piena integrazione degli studenti non italofoni, l’I.I.S.S. “B. Radice” si attiene all’ATTUAZIONE DELL’ACCORDO QUADRO PER L’ACCOGLIENZA rivolto prevalentemente agli allievi del biennio o al primo inserimento nella scuola italiana. (http://ww3.istruzioneer.it/bes/alunni-stranieri-nomadi-e-migranti/)

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IL QUADRO GENERALE ALL’I.I.S.S. “B. RADICE” Il quadro generale della distribuzione degli alunni con BES nella scuola è sintetizzato nella tabella che segue: Parte I – analisi dei punti di forza e di criticità

A. Rilevazione dei BES presenti

1. disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 14 (Bronte) 12 (Adrano)

minorati vista 1 minorati udito 1 Psicofisici 24

2. disturbi evolutivi specifici

DSA 7 (Bronte) 2(Adrano)

ADHD/DOP Borderline cognitivo 1 (Bronte) Altro

3. svantaggio (indicare il disagio prevalente)

Socio-economico 10(Bronte) 5(Adrano)

Linguistico-culturale

Disagio comportamentale/relazionale 5 (Bronte) 3(Adrano)

Altro (sostegno scuola secondaria di primo grado) Totali 59

% su popolazione scolastica 8,9 % N° PEI redatti dai GLHO 26 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria 9 N° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria 1

A. Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in… Sì / No Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo

gruppo Si

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

Si

AEC Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Si

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Si

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE “BENEDETTO RADICE”

Bronte - Istituto Tecnico-Settore Tecnologico:Sistema Moda-Informatica e Telecomunicazioni-Costruzioni, Ambiente e Territorio Settore Economico: Amministrazione, Finanza e Marketing

Adrano - Istituto Professionale – Settore dei servizi: Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Codice meccanografico CTIS01100X

Via Sarajevo, 1 – 95034 Bronte (CT) Via Trapani, 52 – 95031 Adrano(CT)

Tel 0956136120 Fax 095691894 - C.F. 80021890878 www.isradice.gov.it PEC [email protected] e-mail: [email protected]

Funzioni strumentali / coordinamento Si Referenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) Si

Psicopedagogisti e affini esterni/interni Si Docenti tutor/mentor No

Altro: - Altro: -

A. Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni Si Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Si

Altro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI Si Rapporti con famiglie Si Tutoraggio alunni Si Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva Si

Altro:

Altri docenti

Partecipazione a GLI Rapporti con famiglie Tutoraggio alunni Progetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

Altro:

B. Coinvolgimento personale ATA Assistenza alunni disabili Si Progetti di inclusione / laboratori integrati Si Altro:

C. Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva Si

Coinvolgimento in progetti di inclusione Si Coinvolgimento in attività di promozione della comunità educante Si

Altro:

D. Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilità Si

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e simili No

Procedure condivise di intervento sulla disabilità Si Procedure condivise di intervento su disagio e simili No Progetti territoriali integrati No Progetti integrati a livello di singola scuola Si Rapporti con CTS / CTI Si Altro:

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E. Rapporti con privato sociale e volontariato

Progetti territoriali integrati No Progetti integrati a livello di singola scuola No Progetti a livello di reti di scuole No

F. Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classe

Didattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente tematica inclusiva Si

Didattica interculturale / italiano L2 Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)

Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…) Si

Altro: Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4 Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo x Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti x

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; x Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola x Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; x

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative; x

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi; x

Valorizzazione delle risorse esistenti x Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione x

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

x

Altro: Altro: * = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

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Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo (chi fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.) : Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI): Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Pia Calanna Funzioni strumentali

Gestione del POF Prof. Francesco Salanitri Interventi e servizi per gli studenti Prof.ssa Majlinda Omeri Sostegno al lavoro dei docenti Prof. Angelo Sorbello Inclusione Prof.ssa Concetta Agnese Lipari

Referente del Dipartimento di Sostegno proff.sse Concetta Lipari , Tania Castiglione Docenti di sostegno presenti nella scuola Azienda Sanitaria Provinciale Dott.ssa Ruggeri per la sede di Bronte, Dott.ssa Mirabella per la sede di Adrano Servizi sociali del la Provincia Cooperative Euroservice e CO.SER

Obiettivi di incremento di inclusività della scuola: Ridurre il numero degli alunni dispersi e l’insuccesso scolastico, Garantire la qualità degli apprendimenti per tutti e per ciascuno, Predisporre il recupero ed il consolidamento precoce delle conoscenze e delle competenze irrinunciabili.

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti: Attività di formazione degli insegnanti: Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classe. Didattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente tematica inclusiva. Attività informative/formative dei genitori.

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive:

Questionari strutturati rivolti agli insegnanti, allievi e famiglie: in itinere per monitorare il procedere degli interventi, finali per la valutazione dell’atteggiamento e dei risultati educativi e didattici conseguiti dagli studenti

coinvolti. Criteri di valutazione:

la partecipazione e l’interesse per le attività proposte, il grado di socialità e la qualità delle relazioni con compagni ed insegnanti, il progresso delle abilità strumentali di base e delle conoscenze disciplinari acquisite, sulla base della

situazione di partenza e delle reali capacità.

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Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola: disabilità certificate

Servizi di accoglienza, Organizzazione flessibile degli spazi e dei tempi.

disturbi specifici evolutivi

Alfabetizzazione informatica area dello svantaggio sioco-culturale-linguistico

Servizi di accoglienza, Adattamento degli obiettivi didattici e dei materiali, Servizio comodato d’uso dei libri di testo.

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti: Cooperative Euroservice e CO.SER

Servizio di assistenza socio-sanitaria Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative:

Comitato dei genitori, Servizi sociali della Provincia, Azienda Sanitaria Provinciale.

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi:

FINALITÀ Eliminare le barriere all’apprendimento ed alla partecipazione di ognuno in una scuola inclusiva per tutti gli

alunni, che sappia rispondere a tutte le loro difficoltà e sappia prevenirle.

OBIETTIVI FORMATIVI Relazionarsi in modo sereno e positivo con gli altri; Partecipare attivamente ed in modo costruttivo alle attività curriculari ed extracurriculari; Recuperare e consolidare le abilità strumentali di base di italiano e matematica; Acquisire l’uso dei linguaggi, dei materiali e degli strumenti disciplinari. PROGETTI DI INCLUSIONE Progetto accoglienza,

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Progetto teatrale Progetto musicale Progetto manualità Corsi Zero Alfabetizzazione informatica Progetto fotografia digitale Olimpiadi studentesche Servizio comodato d’uso dei libri di testo.

STRUMENTI METODOLOGICI E STRATEGIE EDUCATIVE Formazione delle classi secondo criteri di integrazione, Servizio di accoglienza per gli alunni nuovi, Adattamento degli obiettivi didattici e dei materiali, Allungamento dei tempi, Organizzazione flessibile degli spazi, Sostegno alla pro socialità ed alla solidarietà, Gruppi di apprendimento cooperativo, Didattica laboratoriale, Utilizzo di supporti informatici.

Valorizzazione delle risorse esistenti Aule attrezzate:

Laboratorio linguistico Laboratorio di Informatica Laboratorio di manualità Laboratorio CAD Laboratorio impresa simulata Laboratorio Sistema moda Laboratorio di Elettronica Laboratorio scienze integrate Palestra

Organizzazione didattica:

classi a tempo normale

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Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione Risorse professionali aggiuntive:

Organico di sostegno funzionale al Piano di Inclusione di Istituto, Alternanza scuola-lavoro.

Risorse economiche:

acquisto di materiali e strumenti, supporti informatici. Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo:

in ingresso

Formazione delle classi secondo criteri di integrazione, Servizio di accoglienza per gli alunni nuovi, Servizio di informazione scolastica, Servizio comodato d’uso dei libri di testo, Sportello Ascolto.

in uscita

Attività di orientamento, Alternanza scuola-lavoro.

PUNTI DI CRITICITA’ E PUNTI DI FORZA Per l’attuazione di una concreta politica di inclusione è necessario riscontrare i punti di criticità e i punti di forza attuali della scuola. Punti di criticità Ad oggi si ritiene di dover segnalare, per ovviare, laddove sia nella possibilità, i seguenti Punti di criticità:

mancanza di risorse finanziarie percorsi di L2 di primo livello e mancanza di facilitatori linguistici (per far fronte ad una eventuale presenza di studenti non italofoni);

difficoltà nel desumere, per gli alunni neo-iscritti, dalla documentazione presentata, informazioni sufficienti utili a prevedere eventuali BES per l’anno scolastico successivo;

assenza di funzione strumentale per l’intercultura; assenza di percorsi di formazione per tutti i docenti.

Punti di forza

presenza di Referenti per alunni DA presenza di n.1 responsabile per alunni DSA

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presenza di risorse di sostegno a favore degli alunni con disabilità abbattimento barriere architettoniche presenza di laboratori e di progetti specifici per studenti DA rapidità e flessibilità nelle decisioni Clima complessivo che cura le relazioni e sostanziale disponibilità del personale Scuola tecnologicamente attrezzata.