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Vagone N3

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Un racconto Singolare di Arianna Petrosino

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singolari

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VAGONE N 3ARIANNA PETROSINO

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Lo sapevi che ad Amsterdam ci sono

duecentocinquantamila alberi?

Non ci siamo presentati, ma io ti do lo stesso del tu. Shhh. Zitto. Non dirmi il tuo nome, io non ti dirò il mio e scenderemo da questo treno senza esserci mai conosciuti e potremo fare, dire e pensare quello che vorremo senza farci troppi problemi. Ecco. Potrai prendermi per pazza logorroica, dirmelo in faccia e non te lo rimprovererò mai, potremo correre in prima classe e rovesciare bottiglie di champagne senza

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sentirci stupidi perché in fondo non saremo nessuno. Questo viaggio potrebbe durare per sempre.

Fermo, non toccarmi il braccio.- Oh, scusa. Lividi?- No, sogni. Sono paranoica forse, ma hai

presente quei sogni ricorrenti, che ti svegli la notte e non sai che pensare e ti vengono in mente le cose più assurde? C’è un uomo, anzi ci sono io, che esco dalla stazione, e sto salendo le scale quando quest’uomo, che di solito è sbronzo, anche se a volte non sembra, dicevo quest’uomo mi dice qualcosa di non troppo assurdo, ma io mi allontano velocemente perché è buio, e sono sola – quasi sola.

Ma quello mi segue. Io non riesco a correre, non riesco a urlare e quando mi chiede perché scappo rispondo che ho paura; e allora lui si arrabbia, mi stringe il braccio e io non so

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cosa abbia in mente ma voglio scappare, o svegliarmi (perché a volte lo so che è un sogno), sono terrorizzata e anche ora che te lo sto raccontando sto sudando e tremo. Poi qualcuno dà un calcio da dietro al tale, lui mi molla e io ringrazio prima di andare più in fretta possibile verso l’università. Anche se è buio, anche se non c’è nessuno. E a questo punto mi sveglio.

- Ugh.- Come scusa?- Ugh, wow. Come vuoi insomma.Oh, sto diventando banale e stupida, tu ti

annoierai e cambierai posto. Scusami, se vuoi ecco, mi sposto e tu puoi andare, tranquillo, come se non ci fossimo mai conosciuti, e in effetti è così.

Dio santo, sei più piccolo di me forse. L’età, almeno quella possiamo dircela. Prima tu.

- Ventiquattro.