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Studenti chiamati a lasciare un’impronta Il tempo delle scelte Verso il XVI Congresso nazionale Msac Traccia per i Congressi diocesani

Verso il XVI Congresso nazionale Msac Traccia per i Congressi … · 2018. 8. 31. · Il tempo delle scelte Verso il XVI Congresso nazionale Msac Traccia per i Congressi diocesani

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Studenti chiamati

a lasciare un’impronta

Il tempo delle

scelte

Verso il XVI Congresso nazionale Msac

Traccia per i Congressi diocesani

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Indice

Introduzione pag. 3

BOX: per il percorso con i giovanissimi pag. 5

Parte 1: congresso… che cos’è? pag. 6

Le regole pag. 10

Parte 2: preparando il documento congressuale pag. 13

La Verifica pag. 13

Un cammino condiviso pag. 16

Il documento congressuale diocesano pag. 18

punti 2A, 2B e 2C

Note di redazione pag. 23

ALLEGATO 1 al punto 2A: una proposta di attività. pag. 24

ALLEGATO 2 al punto 2A: l’assemblea dinamica. pag. 27

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Introduzione

Abbiamo un sogno per questi Congressi diocesani, che potremmo riassumere così: in ogni

diocesi, ci auguriamo che tutti gli msacchini possano

vivere il passaggio del congresso non come prassi, ma come celebrazione.

Cioè, che il Congresso non sia un momento formale, burocratico, passivo; ma un momento

coinvolgente, solenne, entusiasmante. E che lo sia non solo per l’équipe, ma per tutti gli

studenti che vi prenderanno parte.

Con questo non vogliamo, però, che la parte più “tecnica” del Congresso passi in secondo

piano! Il nostro percorso congressuale parte proprio dal riprendere e approfondire la

struttura stessa di un forte momento democratico per il Msac. Per questo, il primo capitolo

di questa traccia è dedicato a “cos’è” un Congresso diocesano Msac. Invitiamo tutti gli

msacchini, da quelli appena entrati nel movimento a quelli più navigati, a leggere con

attenzione questa parte: ci sono alcune importanti precisazioni che è fondamentale sapere!

Inoltre, ci teniamo a sottolineare come in questo percorso congressuale non siete affatto

soli! Ogni regione in cui ci sarà un Congresso ha un proprio Incaricato regionale che è a

vostra completa disposizione. Contattate lui/lei per qualsiasi richiesta sui temi msacchini. In

diocesi, poi, non dimentichiamo la fondamentale sinergia con il Settore giovani (in

particolare con i Vicepresidenti giovani): in loro abbiamo degli interlocutori importanti e dei

punti di riferimento con cui condividere la responsabilità associativa!

Cosa vuol dire, per la vita di un circolo diocesano, che il Congresso coinvolge a tutto tondo

ognuno degli studenti che vi partecipa?

• garantire che tutti i giovanissimi – ovvero gli aventi diritto al voto – abbiano la

possibilità di sentirsi parte attiva di un percorso (troppo spesso abbiamo visto i

giovanissimi venire ai Congressi solo perché “elettori” inconsapevoli, utili per

“rendere valido” qualcosa che viene gestito da altri…)

• scrivere un Documento congressuale che parta dai bisogni e dai desideri delle

persone

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• promuovere l’associazione e il Msac, entrando in dialogo con tutti gli studenti

delle nostre scuole.

Per questo, i percorsi congressuali diocesani che immaginiamo hanno almeno due possibili

presupposti:

1. un passaggio per i gruppi giovanissimi: vorremmo coinvolgere anche i gruppi

giovanissimi sulla strada verso il Congresso del Msac, naturalmente in piena

sinergia con gli educatori, il Settore Giovani e con tutta l’associazione;

2. la scelta di basarsi sulle esperienze di vita e sulle percezioni degli studenti per

condividere la direzione del Msac nel prossimo triennio.

Qui c’è la scommessa che sappiamo di vincere: prima di presentare il Msac ai

giovanissimi e a tutti gli studenti impegniamoci ad ascoltare i loro concreti

bisogni, a interrogarci sui possibili strumenti per risolverli, a valutare le opportune

alleanze. Certo, nei percorsi congressuali ci interessa preservare i principi

fondanti del Msac. Ma siamo convinti che quei principi sono incarnati nei desideri

delle persone; che il nostro stile di dialogo, interesse e cura va sperimentato nella

realtà che ogni giorno viviamo.

Attenzione: in questo percorso, non andiamo nei gruppi giovanissimi per far maturare una

sensibilità, ma per ragionare sulle scuole con gli studenti. Vorremmo riunire i giovanissimi

intorno a qualcosa che li interpella, non vogliamo semplicemente “organizzare degli

incontri” nelle parrocchie. Non andiamo a fare Msac nelle parrocchie, ma viviamo la

straordinarietà del Congresso che ci chiede di coinvolgere i giovanissimi.

In fondo, desideriamo questo:

nell’anno congressuale non si parla del Msac, ma si parla di scuola. Non si parla di come

cambiare il Msac, ma di come cambiare la scuola.

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Ce lo ripetiamo perché è meglio essere chiari. Questo può essere erroneamente vissuto

come scelta programmatica di fare Msac nelle parrocchie. C’è bisogno di un chiarimento:

non è un cambiare rotta, ma un vivere l’anno congressuale concentrati sulla scuola.

BOX: per il percorso con i giovanissimi:

passi da fare

1. Analizza chi sono stati i partecipanti agli scorsi Congressi Msac

(se provengono da zone diverse, da una stessa parrocchia, chi sono, etc.)

2. Parla con i tuoi Vice giovani diocesani. Con loro, cerca di capire come raggiungere i

giovanissimi

(contatto con gli educatori parrocchiali, più momenti nelle parrocchie, un momento diocesano

per tutti, etc.)

3. Con l’équipe diocesana Msac, organizza il percorso decidendo in che modo vivere il

momento

(puoi farti aiutare dalla proposta di attività che trovi nella parte 3 di questa traccia!)

4. Buon lavoro! Per qualunque dubbio o per un consiglio, contatta il tuo Incaricato

regionale!

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Parte 1: congresso… che cos’è?

Appena prima di partire…ci prendiamo una pausa. Per qualche circolo, questo è un altro

Congresso in una lunga e gloriosa storia msacchina. Qualcuno invece celebra il Congresso

per la prima volta (o dopo una lunga sosta senza Msac in diocesi): benvenuti!

PER TUTTI: andare a leggere bene “Le regole”!

Per i congressi diocesani.

Estratto da “Un Msacco bello!” – Nuova edizione – in uscita a gennaio 2017

Nel Congresso succedono due cose fondamentali:

Gli msacchini eleggono i Segretari diocesani

Il gruppo discute e approva il Documento congressuale

Il Congresso è il momento in cui il circolo Msac fa il punto della situazione e lancia gli

obiettivi per il triennio, si decide (tutti insieme!) come portare avanti la vita del Movimento e

si scelgono democraticamente i nuovi responsabili associativi del gruppo. Tutti i circoli Msac

d’Italia vivono il Congresso diocesano, più o meno nello stesso periodo.

Alcune importanti attenzioni:

1. Discernimento

Il momento giusto per fare il Congresso potrebbe essere proprio ora! Per questo sarà meglio

fare discernimento insieme alla Presidenza diocesana e ai responsabili del Settore Giovani

per riflettere con calma, tutti insieme, se siete pronti a questo passo. Anche il vostro

incaricato regionale Msac è a disposizione per consigliarvi. Una volta deciso di celebrare il

Congresso, si passa all’azione!

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2. Le regole del gioco

Per sapere bene come funziona un Congresso, è utile innanzitutto leggere il Documento

normativo del Msac. Le regole sono importanti, per assicurarsi che il Congresso sia un

momento davvero democratico. Qui ne possiamo dare una sintesi, ma un’occhiata

scrupolosa al Documento va fatta.

3. Quando

Innanzitutto bisogna stabilire la data. Considerate il tempo che serve per organizzare il tutto

e soprattutto per preparare il gruppo a vivere intensamente l’evento. Attenzione però alle

scadenze! Il Congresso di regola di va celebrato prima dell’assemblea diocesana elettiva di

Ac, in modo che i nuovi segretari e i delegati msacchini eletti a questo scopo (ne parleremo

poi) possano parteciparvi. Quindi decidete la data del Congresso insieme alla Presidenza

diocesana, anche per fare in modo che il Congresso non si sovrapponga con nessun altro

evento in calendario diocesano.

4. Dove? Chi?

Il passo successivo è cercare una sede adeguata alle esigenze: potrebbe essere una sala del

centro diocesano o di una parrocchia, ma il top è celebrare il Congresso in una scuola! Poi è

il momento di annunciare l’evento. Un membro dell’Equipe nazionale sarà felicissimo di

venirvi a trovare per vivere con voi quel giorno di festa!

Il giorno del Congresso Msac è un giorno significativo per tutta la “famiglia associativa”,

perciò è bello invitare tutti gli amici dell’Ac diocesana: i consiglieri diocesani di Ac possono

partecipare al Congresso con diritto di parola, ma non possono votare. Naturalmente il

presidente diocesano e i vicepresidenti del settore giovani non possono mancare. E poi

mandate un invito anche al Vescovo, agli assistenti, agli animatori, ai giovanissimi delle

parrocchie, agli studenti delle vostre scuole e anche alle altre associazioni studentesche,

giovanili, ecclesiali...

Se ne avete la possibilità, potete scrivere dei comunicati stampa: al giornale della vostra

diocesi, ai quotidiani e alle televisioni della provincia, all’ufficio stampa del Comune, ecc...

5. Preparazione

Il Congresso è un evento in cui tutti i partecipanti sono protagonisti. Per questo, lo si

prepara per tempo: potete fare qualche incontro di preparazione con i giovanissimi delle

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parrocchie e gli studenti delle scuole, magari cominciando a raccogliere idee e spunti che

potranno far parte del Documento congressuale.

Come stanno le nostre scuole?

Quali bisogni hanno gli studenti?

In che modo noi, studenti di Ac, possiamo rendere più belle le nostre scuole?

Queste sono le domande che possiamo farci nelle settimane che precedono il Congresso.

Poi ci sono da preparare, con l’aiuto del Settore Giovani e di tutta l’Ac diocesana, i dettagli

organizzativi della giornata. Può essere utile dividere l’équipe in “commissioni”: alcuni

possono occuparsi della logistica (addobbi, striscioni, cartelloni, manifesti, volantini... senza

dimenticare il pranzo!), altri penseranno ai giochi di

conoscenza, altri ancora alle attività della giornata.

Una buona preparazione aiuta tutti a sentirsi parte

attiva del Congresso, a sentirsi accolto e a casa!

6. Spiritualità

Chiedete al vostro assistente Msac (o, se non è

ancora stato nominato, all’assistente del Settore

giovani o a quello unitario) di curare un momento di preghiera durante il Congresso (magari

prima di aprire i lavori della giornata). Chi ben comincia è a metà dell’opera!

7. Documento congressuale diocesano

I segretari uscenti (o l’Incaricato alla formazione, che con il Congresso conclude il suo

servizio) aprono il Congresso con una relazione. Questo è uno dei momenti più emozionanti

del Congresso! Non ci viene chiesto di scrivere grandi discorsi: semplicemente, la relazione

dei segretari è il momento in cui si ricorda il percorso del gruppo fino al Congresso. Un

consiglio: non scrivete troppo, aiutatevi con delle foto o dei brevi video per raccontare i

momenti più significativi. Con il sorriso sulle labbra, e magari qualche lacrimuccia, nella

relazione dei segretari si fa un bilancio del triennio, si condividono gli obiettivi raggiunti e

quelli su cui lavorare, si mette in gioco qualche sogno per il Msac del futuro.

Poi arriva il momento di discutere e votare il Documento congressuale diocesano: la carta

d’identità, che si rinnova ogni tre anni, del nostro gruppo msacchino. Nel Documento sono

scritte le linee d’azione per il prossimo triennio del Msac. Durante il Congresso viene

presentata a tutti gli msacchini una bozza del documento, preparata dall’équipe diocesana.

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Gli incontri preparatori possono servire proprio a raccogliere proposte da inserire nel

Documento. E ogni triennio, all’inizio del percorso congressuale, la Segreteria nazionale

mette a disposizione un piccolo vademecum che serve anche a preparare il Documento.

Dopo la presentazione della bozza, il Documento viene discusso dagli msacchini: per questo

è utile pensare a una divisione in gruppetti di lavoro che discutono le singole parti del

Documento in modo che sia davvero condiviso, e possa essere modificato attraverso

“emendamenti”. Agli aventi diritto al voto toccherà approvare le linee d’azione contenute nel

Documento una per una (per alzata di mano, a maggioranza semplice), dopo averle

eventualmente emendate. Vedrete, sarà un momento di democrazia entusiasmante!

8. Candidature

Al Congresso vengono eletti i Segretari, i responsabili che accompagneranno, guideranno,

organizzeranno la vita del circolo per i prossimi tre anni. Ricordiamo che è l’Atto normativo

diocesano a stabilire il numero dei segretari (se due o uno solo), ma in assenza di

un’indicazione esplicita, i segretari sono comunque due (possibilmente, una ragazza e un

ragazzo). Non appena si decide di fare il Congresso, dunque, è necessario guardarsi intorno

per individuare possibili candidature a segretari e soprattutto sondare la disponibilità di

ciascuno. I candidati vengono proposti dai segretari uscenti (o dagli Incaricati alla

formazione) dopo aver consultato l’equipe Msac e la Presidenza diocesana di Ac. Non

dimenticate anche di coinvolgere i responsabili parrocchiali dei possibili candidati, per capire

con loro se è il momento giusto perché si impegnino in un servizio diocesano. Le

candidature vengono formalizzate durante una riunione dei segretari uscenti con la

Presidenza diocesana di Ac, di cui si stende verbale.

Nel Documento normativo Msac si legge: «I segretari diocesani, soci di Ac tra i 16 e i 21

anni, a) promuovono e coordinano la vita e le attività del Msac; b) presiedono il Congresso e

l’Equipe diocesani; c) fanno parte dell’Equipe diocesana del Settore giovani, del Consiglio

diocesano dell’Aci, e nelle forme stabilite dell’Atto normativo diocesano e dal regolamento

nazionale, della Presidenza diocesana; d) rappresentano il Movimento nei suoi rapporti con i

competenti organi dell’associazione, gli organismi ecclesiali, il mondo della scuola e delle

associazioni studentesche».

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E importante che i candidati conoscano già la realtà del Movimento, cioè che abbiano una

significativa esperienza di Msac (o perlomeno di Azione cattolica, se il gruppo è nato da

poco), che siano insomma aderenti Ac che hanno realmente e con passione fatto

Movimento almeno durante l’anno appena trascorso. E essenziale che siano tesserati

all’Azione cattolica perché il Msac è parte dell’Ac, è protagonista attivo del Settore giovani e

gli eletti non saranno solo responsabili del Msac, ma di tutta l’associazione!

Il tetto massimo per le candidature è di 6 (3 se si elegge un solo segretario). Se durante le

elezioni i votanti esprimono un nome non contemplato dalle candidature, i segretari uscenti

potranno riunirsi durante il Congresso con il Presidente diocesano di Ac e decidere se

inserire eventualmente anche quel nome tra le candidature, rispettando sempre il tetto

massimo.

9. Il programma della giornata

Il programma orientativo della giornata congressuale (che è presieduta dai segretari

uscenti/incaricato alla formazione) potrebbe essere questo:

Momento di preghiera di apertura

Inizio dei lavori, presentazione ospiti e saluti“ufficiali”

Attività iniziale per raccontare il circolo diocesano Msac, per creare il clima di festa e

di “famiglia” che deve caratterizzare il Congresso

Relazione segretari (dove siamo arrivati, verso dove stiamo andando)

Discussione in gruppetti e votazione del Documento congressuale diocesano

Presentazione della bozza del Documento congressuale nazionale

Elezioni dei segretari e dei delegati assembleari

Festa (anche questa è una parte da curare con attenzione!)

Le regole

Per tenere sotto controllo al meglio tutte le questioni burocratiche che sono state elencate

per il Congresso, è utile fare un piccolo Regolamento congressuale diocesano, che specifichi

quali sono le regole democratiche del Congresso. Questo perché tutti i gruppi diocesani

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sono un unico Movimento, che si riconosce nelle sue regole democratiche. E allora andiamo

a scoprirle...

1. Chi vota?

Hanno diritto di voto tutti gli aderenti al Settore giovani di Azione cattolica che frequentano

la scuola secondaria di secondo grado, e i Segretari diocesani uscenti (verificate che i

votanti siano aderenti di Ac!).

2. Come si vota?

• ogni msacchino votante può esprimere due preferenze se bisogna eleggere due

segretari (una se bisogna eleggere un solo segretario);

• si vota a scrutinio segreto (sempre, anche se ci fosse un solo candidato);

• prima di votare, bisogna istituire il seggio elettorale, formato da:

1. un presidente;

2. uno scrutatore;

3. un segretario verbalizzatore.

• preparate un’urna elettorale, anche con una semplice scatola, e posizionatela in un

luogo appartato;

• ora si vota!

• alla fine del voto, il segretario verbalizzerà i risultati di ogni spoglio delle schede.

ATTENZIONE! Può servire più di una votazione, perché i segretari per essere eletti devono

ottenere il 50% più uno dei voti, la cosiddetta maggioranza assoluta, e può accadere che al

primo turno non risultino eletti entrambi i segretari. Le votazioni dunque si ripeteranno

finché non verrà raggiunto l’obiettivo. Ogni votazione necessita di un verbale dedicato dello

spoglio. I segretari eletti (di età compresa, al momento dell’elezione, tra i 16 e i 21 anni)

restano in carica (tranne in caso di dimissioni) fino al prossimo Congresso diocesano e

quindi per un triennio.

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3. I delegati all’assemblea

Subito dopo l’elezione dei segretari, si procede all’elezione (a maggioranza semplice) dei

delegati msacchini che parteciperanno, insieme ai Segretari, ai lavori dell’assemblea dell’Ac

diocesana e avranno diritto di voto per l’elezione dei consiglieri diocesani.

Possono essere eletti tutti gli msacchini aderenti all’Ac per l’anno corrente. E verranno eletti

da 3 a 9 delegati (sarà il Regolamento diocesano a fissare il numero preciso,

presumibilmente in base alla grandezza del circolo).

Il mandato dei delegati scade al termine dell’assemblea perché è limitato solo alla

partecipazione a essa. Se venisse convocata un’assemblea straordinaria prima dello scadere

del triennio (o comunque di nuove elezioni), i delegati saranno quelli eletti all’ultimo

Congresso.

4. Appuntamenti nazionali

I segretari partecipano con diritto di voto al Congresso nazionale per eleggere:

• il Segretario nazionale;

• il Vicesegretario nazionale;

• i 4 membri eletti dell’Equipe.

E per emendare e approvare il Documento congressuale nazionale.

Il Segretario diocesano che ha ottenuto un maggiore numero di voti (o che a parità di voti è

il più anziano) parteciperà anche all’Assemblea elettiva nazionale dell’Azione cattolica, dove

sarà chiamato ad eleggere i Consiglieri nazionali di Ac.

5. I verbali

Al termine delle elezioni, dopo la “proclamazione” dei risultati, si possono ufficialmente

chiudere i lavori del Congresso.

Bisogna redarre in triplice copia (per i Segretari, per la Presidenza diocesana di Ac e per la

Segreteria nazionale Msac):

• il verbale del segretario di seggio con i risultati elettorali;

• il verbale del Congresso;

• la relazione dei segretari;

• il Documento congressuale diocesano emendato e approvato.

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Parte 2: preparando il documento congressuale

Introduzione

Le parti che seguiranno sono fondamentali per creare le basi del documento congressuale.

Vi proponiamo questi tre paragrafi, di eguale importanza e, soprattutto, non per forza

consequenziali: “la verifica”, per uno sguardo attento su quanto si è fatto nel triennio; “un

cammino condiviso”, per ricordare che il cammino diocesano si inserisce in un più ampio

cammino nazionale; “il documento congressuale diocesano”, per lavorare sul testo in vista

del congresso.

Sicuramente è fondamentale svolgere un’attenta verifica prima di poter scrivere il

documento congressuale; contemporaneamente, però, il percorso nelle parrocchie in

preparazione al congresso, che richiede più tempo, può essere iniziato fin da subito.

La verifica

Spunti per una verifica del triennio in équipe

Nel percorso verso il Congresso saremo chiamati a

definire i prossimi obiettivi del nostro circolo

msacchino.

Ma non è possibile programmare i prossimi passi,

senza una riflessione sulla strada che abbiamo appena fatto! Per questo, è importante

dedicare un momento alla verifica dell’ultimo triennio.

Il luogo associativo più adatto per la verifica è l’équipe diocesana Msac. L’équipe, composta

dai referenti delle scuole della diocesi, esprime la percezione di come vivono gli studenti nei

nostri istituti. Inoltre l’équipe, che ha organizzato l’attività del Movimento negli ultimi anni,

sa ricostruire i vari passaggi della vita msacchina cogliendo le cose più belle e anche i

momenti di fatica del percorso fatto.

Sicuramente, inoltre, in un percorso di verifica completo, non può mancare un confronto

con i Vice giovani, che nella responsabilità associativa condividono con noi un cammino

importante.

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Di seguito proponiamo alcuni spunti per una verifica d’équipe completa e articolata.

Msac 's Story

Cominciate col fare il punto della situazione, raccontandovi la storia del vostro circolo

nell'ultimo triennio. In base a quello che il gruppo ha fatto finora, a come è cresciuto, a quali

difficoltà ha incontrato e quali sono ancora i nodi da sciogliere, si possono programmare in

linea generale i passi futuri per il prossimo triennio.

Schema ideale per articolare ogni punto:

1. Parte di riflessione che sottolinei l'importanza del concetto analizzato, della scelta in

questo ambito del movimento;

2. Analisi di quello che si è fatto fin ora in risposta alla tematica

3. Proposte per il triennio

Temi di riflessione:

A) Msac è scuola

1. Gli msacchini sono attivi nelle loro scuole? Si candidano negli organi partecipativi

della scuole (come rappresentanti di classe, di istituto o di consulta)? Sono

consapevoli delle possibilità offerte dagli Organi Collegiali? Cosa si è fatto per

stimolare il protagonismo degli studenti? Cosa si può fare?

2. Agli msacchini sono stati offerti momenti di sensibilizzazione riguardo le tematiche

scolastiche? Si sono costituiti gruppi di studio in questo senso? Si è approfondito

l’impatto delle varie riforme sulla vita degli msacchini?

3. E presente il referente legislativo? Questa figura viene valorizzata?

B) Lo stile msacchino

1. Come si è cercato di rendere gli msacchini consapevoli dell’impegno dell’annuncio

del Vangelo tra i compagni di scuola? Come educarli alla scelta missionaria dell’Ac?

2. Teste ben fatte! É un concetto molto caro al Msac: la cultura serve per la formazione

di coscienze critiche, per costruirsi un'identità personale. Il gruppo condivide questa

scelta? Cosa si è fatto e cosa si può fare per appassionare i ragazzi allo studio e alla

cultura?

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3. Per quanto riguarda le relazioni tra compagni, professori, ecc.., quali segni siamo in

grado di lasciare? Come si potrebbe migliorare?

C) Msac è AC

1. Gli msacchini sono giovanissimi di Ac. Questa consapevolezza è di tutto il gruppo?

Cosa si è fatto fino a ora per sviluppare il sentimento di appartenenza all'Ac? Come si

può far conoscere l’associazione anche agli studenti non tesserati?

2. Il Msac si è integrato nell'Ac diocesana? Quali sono le maggiori difficoltà (se ce ne

sono) che ostacolano il rapporto con l'équipe giovani? Cosa si può fare?

3. Responsabilità. Ci sono difficoltà a trovare persone per le candidature del prossimo

triennio? Cosa si è fatto per rendere consapevoli del loro compito i futuri

responsabili? Cosa si può fare?

D) Il gruppo Msac

1. Nelle scuole il Msac si è fatto conoscere? E’ aumentato il numero di incontri

organizzati nelle scuole? Quali sono le maggiori difficoltà? Cosa si può fare per

rafforzare la presenza del movimento a scuola?

2. Il gruppo Msac è conosciuto nelle vostre parrocchie, tra i gruppi giovanissimi? Cosa si

è fatto? Cosa si può fare?

E) L’agire msacchino

1. L’ Oktober Fest/Festa degli studenti è l’appuntamento proposto dal Msac all’inizio di

ogni anno. E sempre stato festeggiato? E stato un evento partecipato? Quali sono

state le maggiori difficoltà nell’organizzazione dell’evento? Come poter risolvere i

problemi?

2. I 4 “punti cardinali” della proposta msacchina (punti d'incontro, primo annuncio,

formazione specifica, orientamenti culturali. Vedi Msacco bello per ulteriori

chiarimenti) sono stati seguiti per la vostra programmazione? Siete sempre riusciti a

portare a termine gli obiettivi prefissati all'inizio dell'anno? A chi si è affidata la

preparazione degli incontri? A chi si è affidata la formazione? Come migliorarla?

3. Sono stati fatti progetti di orientamento all'università con la FUCI o per i ragazzi di

terza media con l'Acr? Pensate di realizzare in futuro qualcosa del genere?

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4. Avete mai realizzato progetti in base alle esigenze del vostro territorio? Si è riusciti a

costruire legami e a fare sinergia con le altre realtà della zona (anche non ecclesiali)?

Un cammino condiviso

E bene che nel Documento congressuale diocesano ci

sia una parte dedicata al cammino compiuto dal

circolo nel triennio 2014-2017. Nella preparazione

del Congresso diocesano, può essere utile ricordare alcuni dei passi svolti dal Msac

nazionale in questo triennio che volge alla conclusione. Questo, infatti, può aiutare a

chiedersi quanto e come il percorso diocesano abbia saputo inserirsi all’interno del cammino

nazionale del Msac.

E stato il triennio della “Buona scuola”: per tuto l’anno 2014-2015 abbiamo preso parte alla

consultazione del MIUR; abbiamo detto la nostra quando è uscito il testo della legge

sull’istruzione; siamo stati ascoltati dalle commissioni parlamentari e dai ministri

competenti; il tutto attivando un processo di proposta dal basso: a partire dal “Manifesto

della buona scuola”, risultato collettivo delle OktoberFest celebrate in tutta Italia, non

abbiamo mai fatto mancare la voce degli studenti italiani. Nei mesi della discussione in

Parlamento abbiamo anche sperimentato il valore delle alleanze: con la piattaforma “La

scuola che cambia il Paese” abbiamo riflettuto insieme ad altre associazioni studentesche,

genitori, sindacati e insegnanti. Il prodotto di questo lungo anno, la legge 107/2015, non ci

ha soddisfatto del tutto. Ci sono elementi positivi che abbiamo riconosciuto, ma speravamo

in un intervento che cambiasse più in profondità le nostre scuole: i saperi che si insegnano,

la valutazione, i metodi didattici…insomma, crediamo che si potesse fare di più. Ma siamo

contenti dell’interesse e della passione degli msacchini, e sappiamo che anche grazie a noi,

alcune esigenze degli studenti sono entrate nella legge (per esempio, la Carta dei diritti e

doveri degli studenti in alternanza).

Un tema che ci ha interrogato molto, durante il triennio, è quello del diritto allo studio.

Abbiamo studiato la situazione nelle varie Regioni d’Italia e riproposto con convinzione la

proposta di legge delle associazioni studentesche, che dovrebbe concretizzarsi finalmente in

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uno dei decreti delegati prodotti dalla Buona scuola. il 17 novembre 2015, in tante scuole

d’Italia gli studenti di Ac si sono mobilitati proponendo attività di formazione e informazione

sul diritto allo studio.

Gli msacchini hanno vissuto con impegno il periodo della “Buona scuola”, ma nelle scuole

italiane non c’è stato grandissimo interesse. Meno di 20.000 studenti delle superiori (su

oltre 2 milioni!) hanno compilato il questionario del MIUR, secondo fonti del Ministero.

Anche per questo, nel 2015-2016 abbiamo indetto uno straordinario Anno della

partecipazione a scuola. In tutta Italia ci siamo formati sulla rappresentanza studentesca.

L’obiettivo era crescere nella consapevolezza delle opportunità che la scuola italiana offre

agli studenti per partecipare a scuola. E stato un percorso entusiasmante, anche grazie al

servizio della Task Force Rappresentanza (TFR): diversi msacchini hanno deciso di candidarsi

nei vari organi, ma soprattutto abbiamo contribuito a risvegliare tra gli studenti lo spirito

della cura e dell’interesse per i nostri spazi di partecipazione. In questi mesi abbiamo

lavorato anche con i referenti legislativi, che nelle équipe diocesane curano l’attenzione alle

novità legislative sulla scuola, seguono i ragazzi che vogliono candidarsi e supportano le

attività di progettazione nelle scuole.

Nel corso del triennio abbiamo svolto un’ampia riflessione sul Primo Annuncio. Molti gruppi

ci segnalavano difficoltà a fare Primo Annuncio, e allora ci abbiamo pensato sopra: al campo

di Molfetta, per cominciare; poi con il lavoro della Commissione Primo Annuncio; infine,

ancora al campo di Seveso, dove abbiamo presentato il sussidio Fine Grande Cercasi, che è

stato rinnovato alla luce dell’Evangelii Gaudium. Il “primo annuncio” del Msac è mettersi a

fianco proprio di ogni studente, condividendo le domande di senso e i grandi desideri della

vita. In questa strada comune, la nostra fede non ci dà tutte le risposte, ma ci aiuta a dare un

significato alle domande: questo vogliamo annunciare ai nostri compagni. A partire dalle

scuole, vorremmo creare occasioni in cui camminare con gli amici e i compagni: per questo,

in “Fine Grande Cercasi” proponiamo percorsi concreti da cui possa scaturire l’annuncio:

catechesi con l’arte, esperienze di servizio, momenti di spiritualità…

Un tema su cui abbiamo ragionato è anche quello dell’orientamento. Insieme alla FUCI e al

Settore giovani abbiamo prodotto una versione aggiornata di “Facoltà di scelta”, sussidio per

un week-end dedicato a chi deve scegliere cosa fare al termine delle superiori. Molti circoli

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sono attivi sia nell’orientamento in uscita dalle superiori (oltre a “Facoltà di scelta”, con il

progetto “Saranno matricole”) che in entrata (con “Nord Sud Ovest Est).

Infine, cerchiamo di monitorare gli sviluppi della nostra scuola, guardando con attenzione ad

alcune novità introdotte dalla legge 107/2015, o a innovazioni che andrebbero potenziate.

Per esempio, cerchiamo di seguire l’esperienza dell’alternanza scuola/lavoro, raccogliendo

le testimonianze di chi la sta sperimentando e condividendo le buone pratiche.

Il documento congressuale diocesano

Tre passaggi per lasciare un’impronta

Ed eccoci finalmente al passaggio più importante e delicato: la scrittura del Documento

congressuale diocesano.

Il Documento congressuale, approvato nel Congresso diocesano, è la carta d’identità (che si

rinnova ogni tre anni) del nostro gruppo msacchino.

Come dicevamo anche sopra, nel Documento sono scritte le linee d’azione per il triennio del

Msac. Durante il Congresso viene presentata a tutti gli msacchini una bozza del documento,

preparata dall’équipe diocesana. Dopo la presentazione della bozza, il Documento viene

discusso dagli msacchini: per questo è utile pensare a una divisione in gruppetti di lavoro

che discutono le singole parti del Documento in modo che sia davvero condiviso, e possa

essere modificato attraverso “emendamenti”. Agli aventi diritto al voto toccherà approvare le

linee d’azione contenute nel Documento una per una (per alzata di mano, a maggioranza

semplice), dopo averle eventualmente emendate. Vedrete, sarà un momento di democrazia

entusiasmante!

In questo percorso congressuale, però, vorremmo che la storia del documento congressuale

non si limitasse al lavoro dell’équipe e al Congresso. Vorremmo che tutti gli msacchini e tutti

gli studenti della diocesi fossero coinvolti nella sua ideazione.

Come? Parlando di scuola, e di come lasciare un’impronta nelle nostre scuole, già nelle

settimane e nei mesi che precedono il Congresso. Incontrando i giovanissimi e gli studenti,

nelle scuole e nelle parrocchie, in occasioni che possano stimolare un dibattito propositivo.

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Non dobbiamo immaginare il Documento congressuale come una fotografia, qualcosa di

“statico” che descrive la situazione del nostro circolo Msac diocesano. Al contrario, il

Documento congressuale è una carta viva: descrive il presente, per proiettarci nel futuro

con degli impegni ben precisi.

Perché il Documento congressuale sia vivo, deve avere al centro gli studenti e ciò che

accade realmente nelle scuole. Deve partire cioè dalla realtà.

Proponiamo dunque questi tre passaggi per i nostri Documenti congressuali diocesani:

2A: come stanno le nostre scuole?

2B: in che modo il Msac può servire gli studenti del nostro territorio?

2C: quali alleanze possiamo stringere?

Per definire questi tre passaggi, ci facciamo aiutare dalle parole di Papa Francesco nella

Esortazione apostolica Evangelii Gaudium.

2A: come stanno le nostre scuole?

«La realtà semplicemente è, l’idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante,

evitando che l’idea finisca per separarsi dalla realtà. È pericoloso vivere nel regno della sola parola

[…]. La realtà è superiore all’idea. L’idea – le elaborazioni concettuali – è in funzione del cogliere,

comprendere e dirigere la realtà. L’idea staccata dalla realtà origina idealismi e nominalismi

inefficaci, che al massimo classificano o definiscono, ma non coinvolgono. Ciò che coinvolge è la

realtà illuminata dal ragionamento».

(Papa Francesco, Evangelii Gaudium 231-232)

Nella Evangelii Gaudium, Papa Francesco ricorda che la realtà è superiore all’idea. Ci invita a

non chiuderci nei ragionamenti astratti, ma a vivere da credenti guardando bene a ciò che

succede nella vita reale.

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Mettere al primo posto la realtà, per noi, significa ragionare su ciò che accade nelle scuole

italiane, prima di fare teorie sulla struttura del Movimento. Se non abbiamo ben presente

davanti agli occhi come vivono le studentesse e gli studenti dei nostri territori, non potremo

mai realizzare una proposta di Movimento Studenti che parli veramente alla loro vita. Potremo

scrivere delle bellissime teorie su come dovrebbe andare la scuola; ma non incontreremo le

persone reali che a scuola ci vivono.

Come primo passo per formulare un Documento congressuale, allora, facciamoci questa

domanda: come stanno le nostre scuole? E non rispondiamo solo noi dell’équipe diocesana:

apriamoci, confrontiamoci, interroghiamoci con tutti i giovanissimi della diocesi, con gli altri

studenti, anche con i professori e i genitori! Per aiutarvi in questo confronto aperto, abbiamo

preparato un’attività da poter fare nei gruppi giovanissimi/nelle scuole, che puoi trovare in

allegato alla fine di questa traccia!

2B: come il Msac può servire gli studenti del territorio?

«Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli

spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per

risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e

di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al

tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi».

(Papa Francesco, Evangelii Gaudium 223)

Siamo partiti dalla realtà: abbiamo visto con tanti altri studenti i punti di forza e le debolezze

delle nostre scuole. Non fermiamoci all’analisi: proviamo a fare proposte!

Non siamo chiamati a fare tutto noi: il Papa ce lo dice chiaro e tondo. Non dobbiamo

«diventare matti per risolvere tutto nel tempo presente». Possiamo però, con il nostro

contribuito, realizzare qualcosa che sia utile per le nostre scuole, che sia d’aiuto agli studenti

del territorio.

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Ancora, insieme ai giovanissimi e agli altri studenti, chiediamoci se possiamo fare qualcosa di

buono per le nostre scuole. Conosciamo le “regole del gioco”: abbiamo consapevolezza degli

spazi di partecipazione, dei diritti e dei doveri degli studenti nelle scuole italiane. Per qualsiasi

necessità, il nostro volume “Professione Studente” può sempre esserci d’aiuto. Sappiamo che

l’Azione cattolica ci può dare una mano per dare corpo ai nostri progetti, e che, nelle scuole,

spesso insegnanti e presidi sono contenti quanto gli studenti avanzano proposte. E allora

coraggio: in questa parte del documento fissiamo degli obiettivi, delle mete semplici e

raggiungibili. Piccoli processi, per rispondere alle esigenze della realtà, che come Movimento

vogliamo iniziare nei nostri territori.

2C: quali alleanze possiamo stringere?

«L’unità è superiore al conflitto. La solidarietà, intesa nel suo significato più profondo e di

sfida, diventa così uno stile di costruzione della storia, un ambito vitale dove i conflitti, le

tensioni e gli opposti possono raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita».

(Papa Francesco, Evangelii Gaudium 228)

Nei nostri territori, non siamo i soli a desiderare il bene per le nostre scuole. Ci sono tante

altre realtà con cui possiamo collaborare.

C’è innanzitutto la scuola, intesa come istituzione: dirigenti, personale, insegnanti sono i

nostri primi alleati nella costruzione di una scuola a misura di studente.

Ci sono poi tante realtà che appartengono al mondo ecclesiale: associazioni di genitori e

docenti, gruppi che si impegnano in vario modo per promuovere la solidarietà, l’educazione, la

dignità di ogni persona.

Anche al di fuori dal contesto ecclesiale, sono in molti a credere nei giovani e nella scuola!

Tante associazioni, tra cui anche associazioni studentesche diverse dal Msac, si spendono ad

esempio per la legalità, o per avviare i giovani al lavoro, e tanto altro.

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Quando esaminiamo la realtà, quando scegliamo di metterci in gioco per realizzare qualcosa di

concreto, non possiamo pensare solo a noi stessi: occorre guardarci intorno e unire le forze

con chi, insieme a noi, è disposto a mettersi in gioco per il bene comune.

D’altronde, Papa Francesco ha invitato più volte i cristiani a dialogare con tutti: e ci ha

ricordato che «il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di

fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma

insieme a tutti coloro che hanno buona volontà» (Discorso alla Chiesa italiana, Firenze,

10/11/2015).

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Note di redazione

In estrema sintesi, quindi, che struttura potremmo dare al nostro documento congressuale

diocesano? Di seguito riportiamo una “struttura guida”, ma nulla vieta di modificarla o

integrarla (mantenendo i contenuti importanti del Msac), adattandola alla propria diocesi!

Il documento congressuale diocesano potrebbe essere fatto così:

1. un’introduzione in cui i Segretari riassumono le attività e il percorso fatto nel triennio

trascorso. In questa parte può essere importante inserire il frutto della verifica fatta

all’interno dell’équipe diocesana. Come traccia per una verifica, ci si può rifare alla sezione

“Un cammino condiviso” di questa traccia!

2. una seconda parte, in cui si racconta il territorio diocesano, le nostre scuole, riprendendo

ciò che è emerso dal percorso nelle parrocchie, per far sì che il Documento congressuale sia

davvero la “carta viva” della nostra realtà locale. Proviamo a riassumere che realtà di chiesa

emerge dai nostri territori, quali sono le maggiori potenzialità delle nostre scuole, che bisogni

hanno i nostri compagni e gli altri studenti!

3. la parte centrale del documento , che riprende i tre passaggi per lasciare un’impronta. In

base a quanto detto, quali processi vogliamo innescare per il prossimo triennio (le attività

che come Msac vogliamo portare avanti); come possiamo rinnovare le nostre strutture per

attuare al meglio i nostri propositi (c’è qualcosa nel modo in cui lavoriamo che si può

migliorare?); quali alleanze scegliamo di costruire, per collaborare insieme con altri al bene

del nostro territorio diocesano, facendo Msac (apriamoci alla realtà in cui viviamo!).

4. una conclusione, in cui possiamo indicare alcuni impegni concreti, che come Msac

abbiamo preso e vogliamo portare avanti nel prossimo triennio che inizia!

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ALLEGATO 1 al punto 2A

Una proposta di attività

(per preparare la scrittura del Documento congressuale)

Negli incontri con gli studenti e con i giovanissimi, potremmo utilizzare questa attività:

Come sta la tua scuola?

Ci si divide in gruppi, a seconda delle necessità. Ogni gruppo dovrebbe avere un numero massimo

di 7-8 partecipanti. Al termine dell’attività, i gruppi mostrano le sagome dei loro “pazienti” e

condividono le osservazioni principali emerse nell’attività.

Situazione: il paziente X (che rappresenta la nostra scuola) entra in ospedale per una visita di

controllo e si sottopone alle cure del dottor Y.

1. Prima zona sensibile: CUORE = I CARE, partecipazione e studio.

Il dottore come prima cosa tira fuori lo stetoscopio e sente i battiti del cuore.

“Mi sta a cuore!”. L’ “I care” legato al mondo della scuola si può tradurre con la

partecipazione e l’attenzione allo studio, ai problemi legati alla scuola come istituzione o

anche alla nostra classe e istituto. Ma non solo, mi sta a cuore riferito anche alle

persone/compagni che incontro tutti i giorni o i professori. Vivere con questa

passione/attenzione/partecipazione significa vivere la scuola e non vivacchiare.

Nelle vostre scuole qual è l’indice di partecipazione personale dei singoli studenti alla vita

della scuola? La tendenza è vado a scuola solo perché sono obbligato, la mia vita vera è fuori

da queste quattro mura oppure vi sentite parte della vostra scuola, c’è interesse per

fare/organizzare/approfondire/studiare?

Diagnosi

• CARTELLINO ROSSO -emergenza!: Il paziente soffre di cuore…urgente un trapianto!

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• CARTELLINO GIALLO - sala d’aspetto!: Il paziente ha qualche soffio al cuore…meglio

fare un elettrocardiogramma!

• CARTELLINO VERDE - sano come un pesce!: il paziente non presenta malattie o

alterazioni a livello del cuore…di sicuro la malattia non è presente in questa zona!

2. Seconda zona sensibile: ARTI = PARTECIPAZIONE OO.CC.

Il dottore controlla i riflessi degli arti:

Andare a scuola però non vuol dire solo essere un bravo studente (tutti 9 e 10!) ma vuol dire

anche mettersi concretamente al servizio della scuola, usare tempo ed energie. Gli organi

collegiali sono uno dei mezzi per essere al completo servizio della scuola e dei nostri

compagni…ma c’è modo e modo per farlo!

Nelle vostre scuole sono conosciuti gli organi collegiali? Chi e quali sono? Che cosa fanno?

Quando è il momento di votare il rappresentante di classe o di istituto c’è

interesse/ascolto/ci sono dei candidati seri da poter votare o ci si candida per la fama? E chi

è rappresentato cosa fa? Dopo la votazione c’è collaborazione tra rappresentanti e

rappresentati?

• CARTELLINO ROSSO - emergenza!: il paziente presenta problemi a livello nervoso

nel sistema motorio…urge una scarica di adrenalina!

• CARTELLINO GIALLO - sala d’attesa!: il paziente è più lento nei riflessi rispetto alla

sua età anagrafica e presenta sintomi tipici della vita sedentaria…forse un po’ di sport

farebbe bene per riattivare la circolazione!

• CARTELLINO VERDE - sano come un pesce!: il paziente è un ottimo atleta,

dinamico e svelto nei riflessi.

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3. Terza zona sensibile: OCCHI E ORECCHIE = SCUOLA E MONDO

Il dottore controlla le orecchie e gli occhi:

Il campo si allarga sempre di più se consideriamo la scuola come palestra di vita, come

trampolino di lancio per il mondo che sta fuori e che da grandi dovremo saper affrontare. La

scuola può darci l’opportunità, attraverso lo studio, gli approfondimenti, i confronti, di

imparare a costruire teste ben fatte, capaci di interpretare e “criticare” il nostro presente per

fare proposte migliori per il nostro futuro. Quanto la scuola e gli stessi professori si

spendono per far si che gli studenti si interessino all’attualità e a tutto ciò che sta intorno?

Ci sono attività extrascolastiche, dibattiti in classe, professori disponibili al dialogo…ma

soprattutto noi come studenti quanto effettivamente ci interessiamo a tutto ciò che

apparentemente non ci riguarda da vicino? Quanto siamo disposti ad informarci/ascoltare e

aprire le orecchie e gli occhi a ciò che ci circonda?

• CARTELLINO ROSSO - emergenza! Il paziente presenta grave otite e necessità di

un’operazione agli occhi.

• CARTELLINO GIALLO - sala d’attesa!: il paziente ha bisogno di un bel paio di occhiali

e magari di pulirsi bene le orecchie tutte le mattine!

• CARTELLINO VERDE - sano come un pesce!: il paziente ha dodici decimi di vista e

un udito perfetto.

4. Quarta zona sensibile: CHECK UP TOTALE!

Il dottore si prepara per fare una lastra totale al paziente per vedere se ci sono altri centri di

infiammazione o dolore in altre parti del corpo o per verificare se ci sono zone di salute ottimale.

Ogni gruppo è libero di guardare la scuola e di evidenziare eventuali punti di forza o

debolezza (edilizia scolastica, reclutamento professori, materie scolastiche…) spiegando il

perché.

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In questo caso qualsiasi sia la vostra diagnosi (positiva o negativa) dovete scrivere sul

cartoncino di colore diverso.

ALLEGATO 2 al punto 2A

L’assemblea dinamica

(per preparare la scrittura del Documento congressuale)

Chi: ragazzi e responsabili che conducono l’assemblea.

Cosa: l’assemblea dinamica (conosciuta anche come “gioco dei 4 angoli”) è un’ attività che fa

si che i ragazzi coinvolti esprimano le proprie opinioni e creino piccoli dibattiti con persone

sempre diverse.

Tempi: da mezz’ora in su

Come: il responsabile o l’equipe, dopo (o prima) aver presentato e discusso un argomento

pone delle “sentenze” o domande ai ragazzi che sono in mezzo alla stanza. Ad ogni

domanda/frase i ragazzi si spostano nei 4 angoli dove sono stati posti prima dell’inizio

dell’attività 4 fogli (uno per angolo) con scritto: COMPLETAMENTE D’ACCORDO,

ABBASTANZA D’ACCORDO, POCO D’ACCORDO, COMPLETAMENTE IN DISACCORDO.

In questo modo il ragazzo è portato a dire la sua sul tema, perché arrivato poi nei piccoli

gruppetti che si formano, bisognerà creare insieme una motivazione che spieghi la scelta

“dell’angolo” che poi verrà esposta da un portavoce (sempre diverso).

Specificazione tematica: ogni tema che si vuole affrontare attraverso la modalità di

assemblea dinamica può essere introdotto con video o brani tratti da libri. Esempio:

1. OO.CC.

- Più che poco efficienti gli organi collegiali (assemblea di classe, assemblea d’istituto..) non

servono più

- l’istituzione scolastica (presidi, professori, segretari..) ostacola la partecipazione

studentesca

- gli studenti non sanno utilizzare gli strumenti di partecipazione che hanno a disposizione

2. I SAPERI

- “La scuola è fatta per chi non ne ha bisogno”

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- Le materie scolastiche sono inutili nella vita di tutti i giorni

3. VITA DI CLASSE (brano “Una barca nel bosco” in allegato)

- costruire relazioni vere e durature a scuola è difficile: troppi gruppi, troppi pregiudizi

- l’amicizia a scuola, è questione di fortuna: o fai parte di un gruppo o non ne fai parte

- La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori

democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni.

4. RAPPORTI TRA INSEGNANTI E STUDENTI (brano “Cose che nessuno sa” in allegato)

- Gli insegnanti di oggi hanno a cuore gli studenti, la loro formazione e la loro crescita

- Gli studenti di oggi, da grandi, non vogliono diventare insegnanti, anzi lo considerano un

mestiere da “sfigati”, che fa guadagnare poco

- Gli insegnanti di oggi trasmettono ai ragazzi soltanto la loro frustrazione, rassegnazione e

delusione, dettate da un sistema scolastico di cui si sentono le vittime, e non sono più in

grado di appassionare i propri studenti allo studio e alla vita

Da COSE CHE NESSUNO SA, di Alessandro D’Avenia

“Provava a immaginare i volti dei ragazzi che avrebbe accolto quell’anno, ancora bambini, e

che voleva riempire del suo entusiasmo per la fantasia umana, quella dei Greci in particolari.

Avrebbero affrontato l’epica e aveva deciso di abolire le asfissianti antologie di poemi. Aveva

intenzione di fregarsene del programma e di far leggere l’Odissea per intero. Niente e

nessuno ridotto a brani ha il profumo della vita, e lui si rifiutava di fare a pezzi Omero …

Sapeva di carogna. Voleva che i suoi alunni penetrassero nel mondo in cui lui entrava tutte

le volte che leggeva l’Odissea; che sentissero il profumo amaro del mare, l’odore acre del

sangue, le lacrime di una madre, il sudore di un padre che torna a casa. Voleva condurli dove

solo la letteratura sa portarti: nel cuore delle cose del mondo, quando furono fondate e se

ne perse il codice. E l’arte è il codice che rende visibili le cose che tocchiamo tutti i giorni,

che proprio perché le tocchiamo troppo diventano opache, abusate, invisibili. Voleva

trasmettere tutto questo a trenta quattordicenni, ancora bambini nel volto e nel cuore, ma

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che nel giro di un lustro sarebbero diventati adulti: uomini e donne. Come aveva fatto il suo

professore, anche lui voleva donare loro una possibilità in più di riuscire a essere se stessi.”

Da UNA BARCA NEL BOSCO, di Paola Mastrocola

“Poi ci hanno fatto brainstorming. Io non sapevo cos’era, ma per fortuna ce l’hanno spiegato:

si lancia un tema e tutti dicono quel che vogliono, perché brain vuol dire cervello e storming

tempesta, quindi significa che si scatena una gran tempesta di idee, o di qualcosa del

genere. Il tema era: cosa vi aspettate da questo primo anno di liceo. E tutti hanno detto

quello che gli passava per il cervello. E stata una gran tempesta. Quella di Italiano scriveva

alla lavagna tutto quello che veniva fuori e alla fine è risultato che la cosa che volevamo di

più era <<diventare amici>>. Gli insegnanti sono stati molto contenti ed è lì che è venuta

l’idea per domani di fare una grande festa in classe. Abbiamo fatto un sorteggio per chi

doveva portare la Coca, chi le patatine, chi i tovaglioli di carta, eccetera. A me non chiedono

proprio niente. Il giorno dopo non se ne accorgono neanche di cosa ho portato o non ho

portato. M’ingurgito qualche manata di noccioline e finalmente anche questa mattina

finisce. Perché tutto poi finisce. Ma non so proprio come faremo a diventare amici.”

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