14
VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 2 Maggio 2012 Via Anzio SiderurgikaTv Guida TV Rionero, Urge Isola Pedonale Davanti Alla Scuola Primaria Maschito. Il Partito Della Pagnotta: Voglia Di Cambiare Raffaele Ciasca “Fatt’ e fattaridd’ r’ la gènd’ r’Ar’niur”, un libro di Gerardo Nardozza Forenza. “Sacre visioni”, giovedì la premiazione Resistenza o Liberazione.

Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

Embed Size (px)

DESCRIPTION

notizie dal cuore della basilicata

Citation preview

Page 1: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 1

Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 2 Maggio 2012 Via Anzio SiderurgikaTv Guida TV Rionero, Urge Isola Pedonale Davanti Alla Scuola Primaria Maschito. Il Partito Della Pagnotta: Voglia Di Cambiare Raffaele Ciasca “Fatt’ e fattaridd’ r’ la gènd’ r’Ar’niur”, un libro di Gerardo Nardozza Forenza. “Sacre visioni”, giovedì la premiazione Resistenza o Liberazione.

Page 2: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 2

EVENTI VULTURE E BASILICATA

Rionero: 25 Aprile - Deposizione

Corona al Monumento ai Trucidati http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Rionero: "Carmine Crocco il

Brigantaggio & L'Unità d'Italia" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Filiano - Via Crucis

http://www.siderurgikatv.com/search/label/Filiano%20Eventi%202012

Forenza – Mostra Arte Sacra

http://www.siderurgikatv.com/search/label/Forenza%20Eventi%202012

Forenza – Visite Guidata Scuole

Mostra Arte Sacra http://www.siderurgikatv.com/search/label/Forenza%20Eventi%202012

Maschito: Via Crucis

http://www.siderurgikatv.com/search/label/Maschito%20Eventi%202012

Page 3: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 3

4. Edizione Concorso Letterario

http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

"Monte Vulture" di Ernesto Grieco http://www.siderurgikatv.com/search/label/Documenti%20Basilicata

Forenza: 1° Edizione Concorso

Nazionale "Sacre Visioni" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Forenza%20Eventi%202012

Melfi - Ritorno al Gasparrini

http://www.siderurgikatv.com/search/label/Melfi%20Eventi%202012

Fidas Donatori Sangue: "Medicina

della Solidarietà http://www.siderurgikatv.com/search/label/Interviste%202012

Carlo Levi: Miele di Lucania

http://www.siderurgikatv.com/search/label/Documenti%20Basilicata

Page 4: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 4

Page 5: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 5

RIONERO, URGE ISOLA PEDONALE DAVANTI ALLA

SCUOLA PRIMARIA La reclamano i genitori degli alunni, molto

preoccupati per l’incolumità dei figli

Quante volte abbiamo letto nei libri, anche scolastici, che le città moderne dovrebbero essere a “misura d’uomo”? Troppe volte, sicuramente, ma, nella realtà, purtroppo, non è spesso così perché le nostre città sono caotiche, sporche, disorganizzate ed a tratti inaccessibili, con strade che sembrano colabrodo. E’ il caso del piazzale antistante la Scuola Primaria di Rionero dove, ogni giorno, si assiste ad un vero e proprio scempio che nulla ha a che fare con una comunità che dice voglia essere civile. Il problema è che da diversi anni non viene istituita l’isola pedonale e così alle ore 8 ed intorno alle ore 13, orari di entrata e di uscita dei bambini da scuola, davanti l’edificio e, naturalmente, lungo le strade che si intersecano poi col resto della città, è il caos assoluto. Automobili parcheggiate in ogni angolo che poi fanno a gara, fra mille difficoltà, per guadagnare la propria corsia. Tra tutto questo traffico, tentano una sorta di “percorso ad ostacoli” tutti coloro che vanno a piedi, tenendosi ben stretti i propri piccoli e facendo la massima attenzione perché il rischio di essere investiti è davvero molto alto. Perché è questo il principale motivo per il quale occorre e subito l’isola pedonale per garantire la sicurezza dei cittadini, in particolar modo dei bambini.

E’ praticamente impossibile attraversare nel piazzale davanti l’edificio scolastico e ciò rappresenta una grave responsabilità da parte dei locali amministratori i quali devono garantire, a tutti i costi, e soprattutto ai bambini, le giuste condizioni per vivere in un ambiente sano e sicuro. Ma di sano e sicuro davanti la Scuola elementare di Rionero non c’è proprio nulla! Può essere sano tutto lo smog che respirano piccoli ed adulti mentre si recano a scuola o fanno ritorno da casa? Può ritenersi altrettanto sano il territorio circostante, per intenderci tutti quei terreni che si trovano lungo il percorso che conduce alla vicinissima Scuola secondaria, abbandonati al degrado più assoluto, senza alcun tipo di manutenzione e all’interno solo sporcizia? L’edificio scolastico della scuola primaria ha due ingressi; uno dalla parte del piazzale centrale (piano regolatore) e l'altro che immette all’ex scuola media Matteotti. Quest'ultimo ingresso è spesso sporco e maleodorante in quanto sotto la scalinata vengono depositati rifiuti di ogni genere ed ogni volta c’è bisogno delle solite sollecitazioni da parte dei genitori per far rimuovere la sporcizia, che rappresenta comunque le nostre cattive abitudini di buttare rifiuti ovunque. Come se tutto questo non bastasse ci sono pure diversi cani randagi che oziano tranquillamente davanti la scuola e che molte volte hanno procurato panico tra i passanti. E’ praticamente impossibile camminare tranquillamente perché le auto sono, con i loro rumorosi motori e i dannosi gas di scarico, a pochi metri dalla scuola ai lati di entrambi i bordi stradali. A tutto questo si aggiunge il passaggio di mezzi pesanti che ancora transitano in città, come se stessimo nel medioevo. Altro che città a misura d’uomo! Altro che sicurezza per i cittadini! Pensiamo che questo sia l’ennesimo caso che fa parte della categoria delle belle parole e non dei fatti. Pertanto sono molto interessanti ed utili tutte quelle iniziative che spesso organizzano gli insegnanti insieme ai loro

Page 6: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 6

alunni per conoscere il territorio in cui vivono, l’ambiente circostante.

Tali progetti insegnano, meno male che ci sono, le regole fondamentali per vivere in una società civile e soprattutto, ben educata. Quante manifestazioni si svolgono per “narrare” le bellezze della natura, per educare al rispetto di essa, per insegnare ai piccoli che fuori c’è un mondo fatto di regole e di buonsenso. Tutti applaudono a tali iniziative però si ignorano i rischi che i bambini corrono ogni giorno e la paura di attraversare gli spazi pedonali. Dove? Davanti una scuola! Non c’è nulla di più diseducativo. E’ un problema serio e intanto i genitori accumulano ansia perché non dimentichiamoci che sono molti i bambini più grandicelli che vanno e tornano da scuola da soli e che, spesso, sono lasciati in strada ed affidati alla buona sorte. In diverse città italiane sono stati attuati degli interessanti progetti che mirano alla sicurezza davanti alle scuole. Molte le cooperative di giovani o addirittura anziani volenterosi che sono disposti ad occupare il loro tempo libero per mettersi al servizio dei bambini ed aiutarli anche ad apprendere le regole fondamentali della strada. Perché non pensare anche a degli incontri a scuola tra gli alunni e gli agenti della locale Polizia municipale per educarli ed insegnare loro come bisogna muoversi in strada e conoscere la segnaletica stradale? E’ davvero un grande rischio lasciarli in quella “giungla” da soli ed è quasi superfluo denunciare tali problemi perché il caos è sotto gli

occhi di tutti. Ecco perché occorrono provvedimenti seri ed urgenti prima che possa succedere qualcosa di grave. Sarebbe opportuno che anche il Dirigente scolastico della Scuola Primaria, dott. Gerardo Antonio Pinto, si faccia carico del problema e denunci con fermezza tutti questi disagi che non garantiscono per niente la sicurezza dei bambini i quali hanno certamente bisogno di crescere in un contesto sociale sicuro per la loro serenità. Sarebbe un segnale forte e decisivo da parte di coloro i quali sono chiamati, oggi, ad educare l’uomo del domani, il quale fin da piccolo deve abituarsi ad identificarsi e inserirsi nella comunità in cui vive. Se questi non più accettabili disagi saranno eliminati un grazie giungerà di cuore ai signori amministratori, da parte dei genitori e da parte dei bambini che vanno protetti e soprattutto meritano rispetto.

Angela Traficante

::::::::::::::::::::::::::::::::::: IL PARTITO DELLA PAGNOTTA:

VOGLIA DI CAMBIARE Una lista anticonformista per le elezioni

amministrative di Maschito

Sono mossi dal desiderio di cambiare pagina, da un forte sentimento di protesta verso un modo di fare politica che non rappresenta più la volontà popolare. “Andatevene a casa tutti ”, questo è il motto del Partito della Pagnotta.

Page 7: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 7

A raccontare le idee e lo spirito che infuocano gli animi dei componenti della Lista più chiacchierata di queste elezioni amministrative 2012, è il candidato alla carica di Sindaco, il signor Antonio Pacilio.

Qual è stata la molla che ha fatto scattare l’esigenza di creare una lista anticonformista? e perché scegliere questo nome? La molla che ha fatto scattare in noi la voglia di fare una lista è legata al fatto che ci siamo stancati di avere dei politici che pensano solo al proprio tornaconto. Il nome Partito della Pagnotta è nato per caso, scherzosamente, è in realtà uno sfottò, un modo per prendere in giro il sistema “partiti” che dovrebbero essere la massima espressione della volontà popolare ma che in realtà non è così. A mano a mano che prendeva corpo la lista abbiamo iniziato a crederci. Il partito della Pagnotta nasce come un movimento popolare di protesta contro questo modo di fare politica che, a mio parere, è sbagliato. Un nome che è tutto un programma, ma il perno su cui si fonda l’intero programma qual è? Quali sono i punti di forza? Nel programma sono descritti tutti i buoni propositi che questo gruppo intende attuare ma, purtroppo, bisogna fare i conti con il budget; è facile fare promesse e illudere per poi inevitabilmente scontrarsi con la realtà e rendersi conto che tutte le belle parole scritte su un foglio, rimarranno tali. Tante sono le iniziative

sociali e culturali che vogliamo attuare perché il nostro obiettivo principale è quello di rispondere alle esigenze della gente e soddisfare i loro bisogni. Particolare attenzione riserveremo agli anziani e ai bambini con iniziative rivolte al loro benessere e incrementando un’offerta di servizi che ad oggi è carente. Vogliamo valorizzare il nostro Comune e le grandi potenzialità che possiede come il settore agricolo, attualmente, abbandonato a se stesso. Vogliamo creare le condizioni per far crescere la nostra comunità ma, soprattutto, o coinvolgere la popolazione, portare la politica tra la gente. Il nostro punto di forza risiede nell’unica promessa che la lista è in grado di fare, ovvero dare tutti noi stessi per i nostri figli, indirizzandoli verso un futuro fatto di sacrifici e sofferenze ma che alla fine ci fa sentire orgogliosi e fieri di noi stessi. Cosa pensate di avere in più rispetto alle altre liste? Non abbiamo alle spalle un partito politico, ciò significa massima trasparenza perché quando c’è di mezzo la politica niente è trasparente. Tutti abbiamo la consapevolezza di dover restare con i piedi per terra e continuare con la nostra vita. A tal proposito io ho intenzione di continuare a lavorare, non gravando sulle scarse risorse finanziarie. A cosa è dovuta la scelta di inserire i giovani senza nessuna esperienza politica? I giovani sono il futuro, devono crescere, responsabilizzarsi e questa è un’esperienza che li formerà e aiuterà a farli capire che la vita è fatta di sacrifici, che bisogna lavorare per guadagnarsi “la pagnotta”. Faremo fare la politica ai giovani che, data l’età, sono in grado di rischiare, di far cambiare il nostro Paese, di farlo ringiovanire. I giovani non scendono a compromessi, loro non farebbero mai il gioco “sporco” dei politici, si ribellerebbero al solo pensiero. I giovani sono genuini, trasparenti, credono nelle loro idee e combattono per attuarle. Mariarosa Mollica

Page 8: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 8

RAFFAELE CIASCA, NEL 1925 FU BASTONATO DAI FASCISTI DI

POTENZA Nato a Rionero in Vulture da modesta famiglia il 1888 morì a Roma il 1975

Raffaele Ciasca nacque a Rionero in Vulture il 26 maggio 1888. La famiglia era di modeste condizioni economiche, essendo dedita al taglio dei boschi per la trasformazione del legname in carbone vegetale. Dopo aver frequentato le scuole elementari nel proprio paese venne avviato al sacerdozio, presso il seminario di Ascoli Satriano, con l’intento di farlo proseguire negli studi. Nel 1911, ultimati gli studi secondari ad Ascoli e Venosa, conseguì la Laurea in Lettere presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze e, solo due anni dopo, anche quella in Giurisprudenza. Durante il primo conflitto mondiale fu ufficiale di artiglieria, venendo insignito della Croce al Merito di Guerra. Nel 1923 iniziò la sua carriera universitaria che lo portò ad insegnare Storia negli atenei di Messina, Cagliari, Genova, Milano e Roma. In quest’ultima città nel dopoguerra fu anche Preside della Facoltà di Scienze Politiche. Antifascista convinto, iscritto al Partito Liberale, risultò tra i firmatari dei manifesti Croce e Salvemini. Proprio nel 1925, dopo aver aderito all’Unione Democratica di Amendola e aver sottoscritto il manifesto crociano, venne bastonato dai fascisti di Potenza.

In pieno regime, però, abbandonò la sua militanza antifascista tanto che, nello scrivere nel 1934 la voce “Questione Meridionale” sull’Enciclopedia Italiana diretta da Gentile, sembrò accondiscendere, pur con una rigorosa analisi storica ed economica, alle tesi mussoliniane, precisando che di “questione meridionale” non si poteva più “legittimamente parlare” per la scomparsa di tante differenze e per “i provvedimenti del governo fascista che mira(va)no, intenzionalmente, a elevare il tono dell’Italia agricola specialmente meridionale”, ma più ancora, “perché ogni traccia di contrasto, di antagonismo, ogni senso di interessi diversi” risultavano “scomparsi dagli animi per la fusione operata dalla guerra mondiale e dal fascismo”. Che più nulla di antifascismo serpeggiasse nel suo cuore risulta chiaro da un suo intervento sulla vittoria italiana in Etiopia nel maggio del 1936. Sul “Giornale di Lucania” esaltò, infatti, le armi a la civiltà di Roma contro l’Abissinia “barbara e schiavista”, inneggiando alla prova collettiva del popolo italico contro la congiura inglese e delle altre nazioni. Secondo Raffaele Ciasca la “spada” aveva vinto “sulle logomachie ginevrine e sull’egoismo britannico” e di fronte alle battaglie vinte a nulla valevano le invocazioni di presunte “ragioni morali”da parte dell’Inghilterra. Nel 1938 scrisse “Storia coloniale dell’Italia contemporanea: da Assab all’Impero”, esaltando le conquiste italiane e ignorando gli orrori commessi in Libia ed in Etiopia dagli eserciti di occupazione. In essa definì il colonialismo italiano “storia in cammino, storia nobilissima come quella che celebra i fasti del lavoro e della civiltà nostra”, affermando: “Come sui campi di battaglia nulla ha potuto fermare l’Italia sulla via della vittoria, così nulla le impedirà di strappare l’altra grande vittoria che condurrà nel circolo della civiltà e della valorizzazione economica

Page 9: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 9

quell’immenso territorio ricco di risorse e trascurato da secoli”. Nel dopoguerra si candidò all’Assemblea Costituente nella lista lucana dell’Unione Democratica Nazionale di Nitti. Riportò 4.268 voti di preferenza ma non venne eletto. Passato alla Democrazia Cristiana, in linea con il riciclaggio politico del tempo, nel 1948 divenne senatore per il collegio di Melfi. In un suo intervento al Senato del 26 ottobre 1949 ritornò a difendere la politica oltraggio alla verità, accusare noi italiani di aver portato in Africa violenza, oscurantismo e metodi incivili. ” E’una turpe violenza alla verità. I nostri pionieri, i nostri missionari, i nostri studiosi, i nostri scienziati, i nostri esploratori, i nostri organizzatori e i nostri soldati, anche se spesso ignoti o mal noti, hanno recato sempre nobiltà di cuore, hanno portato dappertutto sentimenti di umanità e di correttezza nei rapporti con gli indigeni. Essi hanno lottato per diffondere la luce della civiltà che è la luce di Cristo, hanno redento popoli primitivi e selvaggi o abbrutiti dal paganesimo e da riti spesso osceni. Mentre portavano anche molto lontano dalla patria i loro sentimenti e le loro passioni nazionali, essi furono pure missionari della fede, della civiltà. E questo dovrebbe assicurare a tutti gli Italiani, agli oscuri e agli altissimi, ai pionieri ed agli altri venuti dopo, non solo la gratitudine dei connazionali, ma anche la riconoscenza del mondo che s’intitola civile. Le migliaia di chilometri di strade costruite in terre aspre ed ancora selvagge fino ai limiti del deserto, le case sorte numerose dov’erano il vuoto e la solitudine, le trasformazioni agrarie, le industrie create da italiani, l’organizzazione civile, amministrativa, economica delle nostre colonie, l’avanzata del lavoro umano per la conquista della terra contro il deserto e la ghibla, tutto ciò dimostra come gli italiani, non degeneri dalla propria grande tradizione domestica, abbiano saputo portare la vita dov’era la morte, l’ordine e il composto vivere dei popoli civili dove

era disordine e barbarie. Tutti sanno – e meglio di ogni altro gli inglesi, vecchi ed esperti colonialisti – che cosa ha fatto in Africa questo nostro popolo generoso ed ingenuo, del quale ogni operaio è un pioniere e ogni contadino si attacca alla terra coltivata come ad un’amante adorata”. Fu rieletto al Senato nel 1953 e nel 1957. In Parlamento presentò la prima proposta di legge per la “Provincia di Melfi”. Iscritto al Movimento Federalista Europeo, componente dell’Unione Interparlamentare, fu nominato rappresentante del Senato nella Commissione presso l’Unesco. Per vari anni ricoprì anche l’incarico di Presidente dell’Istituto per l’Oriente e del Centro Italo-Arabo, da lui fondato nel 1952. Ebbe altri prestigiosi incarichi tra cui quello di Presidente del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e di Presidente dell’Istituto Storico Nazionale per l’Età Moderna e Contemporanea. Accademico dei Lincei, morì a Roma il 18 luglio 1975 lasciandoci una vastissima produzione storiografica. Tra le opere più importanti si ricordano: Per la storia delle classi sociali nelle province meridionali durante la prima metà del secolo XIX in “Studi di Storia Napoletana in onore di Michelangelo Schipa” (STEA, Napoli 1926); I fiorentini nella regione del Vulture (Olschki Ed., Firenze 1927); Storia delle bonifiche nel regno di Napoli (Laterza Ed., Bari 1928); Brigantaggio-Medioevo ed età moderna, in “Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti” (Treccani, 1930); Riforme agrarie antiche e moderne (Sansoni Ed., Firenze 1946); Contributo Italiano per gli studi arabi (Istituto per l’Oriente, 1954); Borghesia e classi rurali del Mezzogiorno d’Italia nell’età del Risorgimento (Laterza Ed., Bari 1963); Il problema della terra (Ed. Cedam, Padova 1963); Giustino Fortunato (Società Napoletana di Storia Patria, Napoli 1964). Michele Strazza

Page 10: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 10

“Fatt’ e fattaridd’ r’ la gènd’ r’Ar’niur”, un libro di Gerardo

Nardozza Presentato presso il Centro Sociale a

Rionero alla presenza di un folto pubblico

Sabato scorso, 31 marzo, presso il Centro Sociale ”P. Sacco” Gerardo Nardozza ha presentato il suo nuovo libro “Fatt' e Fattaridd' preghiere, canti, malocchio ... r' la gènd' r' Ar' niùr' “. Gerardo Nardozza è autore di numerose commedie teatrali in vernacolo rionerese, messe in scena con notevole successo dall’Associazione Rivonigro dal 2007 ad oggi. Ricordiamo nel 2007 “Rionero…Storie di vita paesana”, 2008; “Timp’ passat’ “, 2009; “Na vita sbagliàt’ “, 2011; “Ar’nìur’ e Arn’ urìs’…Storia e vita di un paese”. Inoltre Gerardo è autore di altre pubblicazioni sempre in dialetto rionerese, tra cui “Quann’ s’ ric’…ngèr’ na vot’ “, 2003; “ Timp’ e timp’ “, 2005. Alla presentazione del libro, presente un folto ed attento pubblico, in particolare tanti anziani, sono intervenuti: Antonio Placido, sindaco di Rionero in Vulture, Michele Pinto, dirigente Scolastico, Michele Traficante – giornalista pubblicista, don Giuseppe Cacosso, parroco Chiesa Madre, Peppino Grieco, direttore Caritas diocesana. I lavori sono stati coordinati con garbo e professionalità dal giornalista e critico cinematografico Armando Lostaglio. Una bellissima ed interessante serata di notevole spessore culturale, allietata, tra un intervento e l’altro, da alcuni brevi

sketch comici in dialetto rionerese, del gruppo teatrale dell’Associazione Rivonigro. Assai applaudite le esilaranti interpretazioni di alcuni fatt’ e fattaridd’ contenuti nel libro di Nardozza, da parte dei bravi attori del Gruppo teatrale rionerese.

Il Sindaco di Rionero, nel suo intervento, ha messo in risalto l’importanza del testo che serve per recuperare le nostre origini e quindi preservare la memoria. Il testo, che si serve di testimonianze orali, mette in risalto un linguaggio colorito, dai toni accesi, a tratti divertente. Placido ha voluto ricordare alcuni passi del libro e in particolare quello della “Morte”, dove il pianto della sorella della defunta passa dal tragico al comico. E così altre storie, dove la violenza domestica era, purtroppo, una consuetudine nella civiltà contadina. Non per ultimo le citazioni sui riti contro il malocchio. Il sindaco ha concluso il suo intervento, invitando Gerardo a proseguire con tenacia questo lavoro di ricerca e a rimettere in circuito una serie di espressioni, magari anche desuete, perché si possano riprendere, rielaborare e modificare.

Page 11: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 11

Per Michele Pinto recuperare la memoria storica significa capire da dove veniamo e vedere la prospettiva di dove andiamo. Quindi recuperare il dialetto significa recuperare una parte consistente di noi stessi. Dopo l’unità d’Italia, per i risorgimentali il dialetto rappresentava elemento di separazione e di segregazione; pertanto era da bandire. Con questo concetto veniva meno una degli aspetti fondamentali delle comunità locali. Paradossalmente, a distanza di 150 anni, la storia si è ripresa la rivincita in una società globale, dove emergono sempre più le spinte localistiche. Recuperare un’identità, una storia, una memoria, significa tramandarla ai posteri perché ne facciano uso e tesoro. Spinto ha definito la metodologia del libro Fatta' e Fattaridd' preghiere, canti, malocchio ... r' la gènd' r' Ar'niùr' semplice e avanzata. Semplice, perché Gerardo ha riportato gli eventi e le testimonianze così come gli venivano raccontati. Innovativa, perché, insieme alle interviste a messo insieme le biografie, le storie personali. Inoltre dal libro emerge un intreccio di mitologia, magia e religione, ben rimarcati nella struttura del testo.

E’ seguito l’intervento di Michele Traficante, giornalista, che ha curato anche la prefazione del libro. Per Traficante il volume mette in risalto costumi, tradizioni e modi di pensare ed esprimersi dei nostri padri. Praticamente un tuffo nel passato, tra ricordi, personaggi, eventi, scorci del paese ormai scomparsi. Per chi come lui ha vissuto quel periodo, i fatt’ e fattridd’ riportati nel libro, producono uno strano effetto. Si riportano, fra l’altro, alla memoria storie di religione popolare, al limite del fanatismo e della superstizione, che sono però alla base della civiltà contadina e della storia della comunità rionerese. Una storia minore che molti non conoscono, specie le nuove generazioni. “ Certo - ha affermato Traficante - non si tratta di una struggente nostalgia di un passato che non tornerà più, ma richiamare situazioni, vicende della vita quotidiana. E’ il popolino che parla in questi fatt’ e fattaridd’, che si esprime, nel linguaggio che gli è più consono ed abituale, con spontaneità, semplicità, immediatezza quasi istintiva, ma sempre efficace e diretto”. Pertanto Traficante si è voluto complimentare con Gerardo Nardozza per questa importante ricerca, durata mesi ed anni, frutto di perseveranza, di rinunzie e di grandi sacrifici, ma sostenuto proprio in virtù di quell’attaccamento ed amore del proprio paese. Don Giuseppe Cacosso ha parlato del sacro e della religiosità popolare. Ha analizzato la fusione tra elementi sacri ed elementi profani, fede e superstizione, come emergono dal libro. Don Giuseppe ha voluto ringraziare Gerardo per la generosità, poiché il ricavato del libro sarà devoluto per sostenere le opere di solidarietà umana e cristiana di don Ferdinando Castriotti in Honduras. Su questo aspetto di solidarietà cristiana si è incentrato l’intervento di Peppino Grieco, direttore Caritas diocesana, il quale ha spiegato ed illustrato i lavori e le

Page 12: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 12

opere che don Ferdinando Castriotti sta realizzando in Hoduras: recupero tossicodipendenze, scuole, poliambulatorio e, tra le più importanti, un piccolo Ospedale per i poveri. Da Armando Lostaglio è arrivato l’invito ad acquistare questo prezioso libro non solo per il recupero della memoria storica del nostro paese, ma anche e soprattutto per regalare una speranza ai poveri in Honduras. Gerardo Nardozza nel concludere l’incontro ha ringraziato per l’attenzione rivolta alla sua persona affermando di avere ancora molto materiale sul dialetto rionerese che si augura di pubblicare appena possibile. Pino di Lucchio

::::::::::::::::::::::::::::::::::: “Sacre visioni”, giovedì la premiazione

Si concluderà giovedì 3 maggio a Forenza, con la cerimonia di premiazione

dei vincitori, in programma alle ore 16.00 presso la Pinacoteca del Convento del SS. Crocifisso, il concorso di pittura a tema sacro dal titolo “Sacre Visioni”, promosso dal Comune di Forenza e dalla rivista “In Arte Multiversi”. Le opere in concorso sono in mostra dallo scorso 3 aprile all’interno del chiostro del complesso cenobiale, per un suggestivo percorso che indaga, attraverso il soggetto sacro, l’eterno rapporto tra arte e fede. Trentasei le opere giunte da ogni parte d’Italia, che concorreranno alla vincita del primo premio in denaro di 500 euro, secondo quello che sarà il giudizio della giuria, costituita dai componenti della redazione di “In Arte”. Molti sono stati i visitatori arrivati a Forenza nelle scorse settimane, attratti dall’elevato valore culturale e religioso della mostra, ma anche dalla voglia di visitare e conoscere i luoghi del sacro del Vulture-Alto Bradano, aderendo allo spirito di promozione territoriale che si è voluto dare all’iniziativa. La conclusione della manifestazione coinciderà con la Festa del SS. Crocifisso, molto sentita a Forenza per la presenza di un Crocifisso ligneo, opera realizzata nel XVII secolo da Fra’ Angelo da Pietrafitta, sull’altare maggiore della Chiesa della Madonna della Stella, attigua al convento francescano. Proprio il 3 maggio, fino a prima della riforma liturgica, veniva celebrata la festa del ritrovamento della Croce di Cristo da parte di Sant'Elena, madre di Costantino. In occasione dei festeggiamenti del Crocifisso giungeranno a Forenza alcuni dei sindaci dei Comuni facenti parte dell’associazione "Città del Crocifisso", che raggruppa in un circuito interregionale quei Comuni

Page 13: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 13

tradizionalmente legati al SS. Crocifisso dalla medesima fede e devozione. I sindaci interverranno partecipando alla processione del Crocifisso, accompagnati dai gonfaloni dei rispettivi Comuni, mentre nel pomeriggio, nella Pinacoteca del Convento, verranno scelti i rappresentanti dell'associazione e sarà firmato un protocollo d'intesa con la Coldiretti Basilicata.

:::::::::::::::::::::::::::::::::::

Resistenza o Liberazione

“Lo avrai, camerata Kesselring, il monumento che pretendi da noi italiani, ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio, non colla terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità, non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono, non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire. Ma soltanto col silenzio del torturati, più duro d'un macigno soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo. Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi collo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento

che si chiama ora e sempre RESISTENZA.” Quando si leggono questi versi di un poeta (e giurista) come Piero Calamandrei (ingiustamente poco studiato) si mantiene viva e fiorente la memoria: è necessario. E’ utile rinverdire un ricordo lontano di sofferenza (serve ai giovani, lo si ripete spesso); ma quanta eredità di quel sangue è oggi ancora pregnante in questo contesto stracolmo di corruzioni e di malgoverni? Occorre rinverdire la storia. E occorre una nuova Resistenza e non solo fisica per sopportare quanto di pesante si è costretti a subire a causa di ataviche pessime gestioni del Bene comune. Sarà il caso che prenda piede una ragionevole convinzione collettiva che porti ad una Liberazione da scorie, o da individui che hanno determinato il “male comune”. Consorterie strabiche che hanno occupato la scena per proprie convenienze, immemori di quell’evocazione che a Calamandrei proveniva dal profondo del cuore, da convinzioni di libertà e di umanità mai sopiti. Una dittatura quantunque “soffice” (come quella recente) è pur sempre una dittatura. Allora hanno combattuto invano i nostri padri? Abbiamo “delegato” per troppo tempo in nome di una democrazia il cui vento soffia sempre alto: se ne sono appropriati immeritatamente coloro che poi l’hanno umiliata. Da bene collettivo a bene economico, dove il lavoro rimane una chimera per le nuove generazioni, precarietà è la parola ricorrente. Tutto è caduco in un sistema onnivoro di capitali come piovre. La festa della Liberazione cade dunque a ridosso di quella del Lavoro: dal 25 Aprile al Primo Maggio la distanza sembra breve. Per la Storia, con le sue coordinate scritte con la sofferenza, rimangono date imprescindibili: per rifletterci, per meritare Altro. “Libera nos a malo”. Armando Lostaglio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Page 14: Vulture Magazine, 2 Maggio 2012

VULTURE MAGAZINE 14

È una produzione editoriale dell’Associazione Vibrazioni Lucane

PRODUZIONI VIDEO, COMUNICAZIONE,

EVENTI… ::::::::::::::::::::::::::::::::::::

WWW.SIDERURGIKATV.COM

Web-Tv di Video, Filmati, Eventi, Informazioni, Notizie dall’Italia e dal Vulture…

con quattro redazioni da tutta Italia (600.000 contatti)

Contatti ed Informazioni:

e-mail: [email protected] – Tel. 349.6711604