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VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 24 Agosto 2011 Albe dentro l’imbrunire Sopra le medie stagionali La luce come ombrello: immagini riflesse su Monticchio L’artista rionerese Emidio Asquino alla Biennale di Venezia Barile. Un Successo Cantinando 2011 Tempo e lavoro. Storia, psicologia e nuove problematiche 'Moda Show' Maschito 21-08-2010 La villa comunale prende fuoco. Riverberi di Luce di Vanessa Stolfi

Vulture Magazine, 24 Agosto 2011

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notizie dal cuore della Basilicata

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 24 Agosto 2011

Albe dentro l’imbrunire Sopra le medie stagionali La luce come ombrello: immagini riflesse su Monticchio L’artista rionerese Emidio Asquino alla Biennale di Venezia Barile. Un Successo Cantinando 2011 Tempo e lavoro. Storia, psicologia e nuove problematiche 'Moda Show' Maschito 21-08-2010 La villa comunale prende fuoco. Riverberi di Luce di Vanessa Stolfi

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Albe dentro l’imbrunire

Albe dentro l'imbrunire è il titolo di un breve quanto intenso viaggio che abbiamo voluto compiere nella memoria di alcuni ospiti della Casa di riposo VIRGO CARMELI, fondata a Rionero in Vulture da Maria Luigia Tancredi nella prima metà del secolo scorso. Un viaggio che parte dalla consapevolezza che quei racconti, anche se brevi, possano essere un ultimo spiraglio aperto su una generazione, quella che supera gli ottant’anni, con la minuta ricostruzione di vite che hanno segnato una comunità, mai del tutto piegata dalla sofferenza. Sono vivi i ricordi, e sono vive le espressioni: coriacee quanto basta per intenerirsi e condividerne ogni manifestazione. Sono lampi di ricordi come albe (appunto) che illuminano l'imbrunire della loro esistenza, travagliata e dolorosa: generazioni che hanno

combattuto duramente per la sopravvivenza quotidiana. Il verso del titolo è tratto da una canzone di Battiato, e un’altra canzone (fra le più belle del secolo scorso) fa da filo conduttore al documentario: “I vecchi” di Claudio Baglioni. Dalla prima volta che l’ho ascoltata, ai primi anni ’80, ho pensato di dedicarla agli ospiti della Casa di riposo di Rionero, nella quale solo raramente ci ero passato, cogliendone tuttavia l’emozione di affacciarsi in un piccolo mondo antico. Baglioni ha scritto e cantato una delle liriche più entusiasmanti che si possano dedicare a quelli che hanno vissuto più vita di noi. E così corono un piccolo sogno: parlare con delicatezza della terza età, della sofferenza di quella generazione che ci ha regalato, col loro sacrificio, la libertà di pensiero e di espressione, prima ancora che economica. Il film cerca di mettere in luce, dunque, la microstoria, seguendo i dettati di un linguaggio che attingesse alla poetica e, al tempo stesso, irrompesse in un terreno più bramoso che tende all’impegno civile. Il documentario nasce quindi dalla piccola esigenza di sentirsi al fianco di quanti si battono (come l'attuale gruppo responsabile della Casa, presieduto da Rosa Prezioso) per conferire una maggiore dignità e sostegno a questi luoghi di tenerezza e di carità.

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Per realizzare tutto questo, dopo ore di girato fra gli anziani, con immagini da tagliare e rimontare in lunghi pomeriggi rubati agli impegni altri, è stato possibile grazie alla sensibilità, prima ancora che alla professionalità, di Pino Di Lucchio, che ne ha compiuto scrupolosamente le riprese ed il montaggio, interpretando lo spirito di leggerezza che il film intende avere. Pino, fin da ragazzo, ha mosso i suoi primi passi con la telecamera e quindi in sala di regia per l’emittente locale Telecento. Noi, ben più adulti, gli riconoscevamo impegno e professionalità pur essendo lui poco più che un adolescente. Oggi tiene in vita siti web (Siderurgikatv.com) con notiziari aggiornati e documenti e reportage video sugli eventi culturali e sociali dei comuni lucani. Il manifesto è curato da Enrico Sacco, da sempre ispirato collaboratore del CineClub “De Sica”, associazione aderente al Cinit – Cineforum e fondatore di BasilicataCinema, promotori del documentario. “Albe dentro l’imbrunire” (che dura mezzora) si introduce si chiude con liriche di autori contemporanei: Vittorio Sereni e Giulia Borroni Cagelli (lettura di Chiara Lostaglio), con l’intento di conferire al filmato un’armonia di luce, nonostante l’imbrunire. Armando Lostaglio

La Casa di riposo “Virgo Carmeli” di Rionero è nata nel lontano 1927 come ricovero di mendicità 'per volontà di una straordinaria, generosa, incredibile donna: Maria Luigia Tancredi. La sua azione nei confronti dei derelitti colpì talmente l'opinione pubblica che intellettuali e popolo minuto, generosamente, contribuirono all'acquisto del piccolo convento annesso alla chiesa di san Antonio Abate, e quindi alla fondazione ad ente morale della Casa. Oggi Maria Luigia riconoscerebbe a stento i luoghi in cui ha operato nella prima metà del secolo scorso. L'attuale Casa è una struttura accogliente e ben organizzata che ospita oltre 60 anziani 'governata' da un consiglio di amministrazione di volontari benefattori che opera, non senza difficoltà, con la volontà di venire incontro, spesso oltre le possibilità, alle esigenze, anche di natura economica, degli ospiti. Tutte le componenti della Casa ringraziano di cuore quanti, con grande sensibilità, si avvicinano a questo piccolo mondo così ricco di vissuto e di storie dai mille aspetti; porre all'attenzione del pubblico un piccolo spaccato sulla realtà degli anziani, può costituire un momento di riflessione che, ci auguriamo, abbia delle ricadute benefiche. Su questa linea va il ringraziamento ad Armando Lostaglio che collaborato da Pino Di Lucchio, ha voluto mettere in risalto le potenzialità di questo luogo così particolare. Prof.ssa Rosa Prezioso Presidente Casa di Riposo

ALBE DENTRO L'IMBRUNIRE

Giovedì 25 Agosto ore 17,30

Casa di Riposo Rionero in Vulture

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Sopra le medie stagionali

“Sopra le media stagionali”: è lo slogan d’apertura della meteorologia e dei suoi santoni, parlare delle temperature che spesso sono sopra le medie stagionali. O, al contrario, quando nevica (che rarità), al punto da aprire i notiziari con immagini consuete, di repertorio ormai. Come quelle delle lunghe code in autostrade in questi giorni di esodi biblici e di bollini colorati: il rosso e il nero come in Stendhal. Ma chi avrà avuto l’idea geniale di inventare le vacanze d’estate? Chi avrà deciso per tutti che è normale incolonnarsi per decine di chilometri durante l’estate dei bollini a colori? Un esercito di vacanzieri che, nonostante la crisi, si mette in viaggio: “infelici che si affidano all’industria della felicità”. Sarà normale tutto questo, persino per coloro che decidono di amare il tempo liberato piuttosto che quello libero. Una differenza apparentemente lessicale, che riecheggia quella calda voce di Bruno Martino quando (in controtendenza) cantava “Odio l’estate”. Ma no, non si può odiare (se non per l’amore perduto) questa stagione che consente di godere del sole, del mare e dei monti, senza maglioni e cappotti, che lascia asciugare la biancheria in meno di un’ora, che fa riscoprire le nudità senza sentirsi osceni. Ancora immagini di film semisconosciuti si addensano: “Domenica d’agosto” del compianto Luciano Emmer che, nel 1950, era capace (come pochi) di trasferire

l’esperienza del neorealismo nella commedia. Film supremo, un bianco e nero di alta scuola. E sempre di calure estive e di conseguenze bizzarre, è quel gioiello del regista austriaco Ulrich Seidi col suo “Canicola” (Hundstage), che presentò (e vinse) a Venezia una decina di anni fa. E’ il concetto stesso di vacanza da ripensare, dunque, è quel sentirsi apparentemente evoluti solo se si va in ferie, e nei posti sempre più alla moda. Massì! evoluzione sarà anche questo, sentirsi nella massa, e scopritori della propria individualità. Ma non è che avesse ragione quell’anarchico gallese, tale Gafyn Llwgoch, quando, in un sussulto di lungimiranza tanti decenni fa, annunciava che “il socialismo perderà perché il capitalismo convincerà i servi di essere padroni”? L’auspicio di mezza estate è di indurci davvero “sopra le medie stagionali”, superando il tempo e le temperature. Armando Lostaglio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

La luce come ombrello: immagini riflesse su Monticchio

Monticchio è luogo di ispirazione, non è un luogo comune. Questa immagine del lago dorato (realizzata dalla fotografa Patrizia Vaccaro) ribadisce una volta in più lo splendore che si può cogliere, basta saperne sublimare la sua natura. E’ lo stupore di essere avvolti da così tanta generosità. Su questo lago dorato, ombre

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e luci si danno appuntamento, si combattono come in un duello senza vincitori. La luce avvolge come un ombrello ciò che l’ombra pure riesce ad evocare. Quest’angolo di lago meglio di altri coinvolge nell’idea di natura come spettacolo, ineguagliabile e suprema. Voluttuosa e leggera, eros senza tempo. Verde lussureggiante nell’acqua cristallina. Non appartiene a noi tutto questo, o a noi soltanto: la natura si fa evocazione, si fa sogno palpabile, interiorizza ogni stato d’animo. E’ passione cocente ed è frescura di acque. E’ alba e tramonto. Tutto racchiude questo angolo di mondo che l’occhio assuefatto talvolta non si accorge di possedere. (armando lostaglio) :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

L’artista rionerese Emidio Asquino alla Biennale di Venezia

Sarà di certo la prima volta che un artista originario di Rionero in Vulture è presente

con una sua opera alla Biennale d’Arte di Venezia, la più prestigiosa al mondo. E’ al Padiglione Italia 54 della Esposizione Internazionale d’Arte che Emidio Asquino mostra una sua opera, quale “artista italiano che opera all’estero”. Infatti, pur essendo originario di Rionero (dove vive la sua famiglia) da molti anni Asquino è in giro per l’Europa, cimentandosi con diverse attitudini artistiche, ma privilegiando in particolare la pittura e le arti visive. Da molti anni risiede ad Amburgo, in Germania, dove fra le altre attività artistiche, gestisce ristoranti ribadendo il successo della cucina mediterranea nel mondo. Asquino è nato nel 1959 a Charleville (in Francia) e a tenera età si è trasferito con la famiglia in Basilicata. Ma lo spirito eclettico lo ha portato ad affrontare studi non solo artistici ma anche di danza affermandosi come eccellente ballerino. Ha infatti lavorato in Germania con gruppi di danza internazionali come Carolyn Carlson, Luis Falco. E allo stesso tempo non abbandona la vocazione per le arti visive e la pittura. Oggi infatti viene riconosciuto dall’autorevole Biennale di Venezia fra “gli artisti italiani all’estero”. Negli ottantanove Istituti di Cultura Italiani sparsi nel mondo, in occasione delle Celebrazioni dei 150° dell’Unità d’Italia ed in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri, vengono presentate opere di artisti illustri che testimoniano la creatività italiana nel mondo. Pertanto, al fine di dare una visione di più ampio respiro dello spirito creativo, il Padiglione Italia si estende anche fuori dai confini nazionali. Quindi, gli ottantanove Istituti italiani di Cultura esporranno, nelle rispettive sedi, le opere degli artisti italiani più importanti operanti all’Estero.

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Per Emidio Asquino è dunque una vetrina di massimo prestigio, dopo aver esposto sue opere in tutta Europa: da Trieste a Milano, da Roma ad Edimburgo, da Torino ad Amburgo, sua città elettiva. Conserva comunque con Rionero quel rapporto indefinito fatto di passioni e di proiezioni future. Era il 1977 infatti quando espose in una mostra collettiva, e qui vorrebbe mantenere saldi i rapporti artistici ed intellettuali. Arti visive, danza ed anche arte culinaria con la quale – dice Asquino – “intrattengo un rapporto cromatico oltre che di forme, che trasferisco quindi sulla tela o nei video”.

Chiara Lostaglio :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

BARILE 18,19 E 20 AGOSTO 2011. UN SUCCESSO

CANTINANDO 2011. +VINO –PETROLIO. DEDICATO AGLI EX LAVORATORI FONTE CUTOLO

ED AL COMITATO DIRITTO ALLA SALUTE

Barile. Ancora una volta Cantinando 2011 (VI edizione) ha fatto centro. Un evento Wine & Art, col motto +vino-petrolio, promosso dall'associazione Sisma, presieduta da Angela Caselle e realizzato nel meraviglioso Parco Urbano delle Cantine,dove il regista Pier Paolo Pasolini girò alcune riprese del film "Il Vangelo secondo Matteo" completamente ripulito da 17 giovani provenienti da ogni parte del mondo (Giappone, Corea, Rep. Ceca, Francia, Spagna, Olanda, Russia) facenti parte della Work Camp.

Tre giorni ricchi di attività ricreative, convegni (quello sull’Avis, la donazione

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del sangue come sano stile di vita nel quale il presidente regionale De Stefano ha rimarcato la presenza dell’Avis, considerata una fucina di valori, in 113 Comuni lucani) mostre fotografiche, pittoriche(alcune a cura dell’associazione Basilicata in Arte di Antonio Volonnino) e di scultura (è giunto perfino un sardo che con pietre della zona ha realizzato volti umani), proiezione di film, convegni, presentazioni di libri (significativo quello dell'indimenticabile barilese Raffaele Di Stasi "Raffaele, un gabbiano)StreetArt e concerti musicali con i Marammè, Peppe Voltarelli e i Tammorrari del Vesuvio. Gli organizzatori sono rimasti soddisfatti, anche se va migliorata questa manifestazione (sono stati pochi quelli che hanno comprato una bottiglia di vino). Le presenze di quest’anno hanno superato le migliaia di persone, ben controllate dalla polizia municipale e dai carabinieri del posto. A degustare un panino ed un bicchiere di aglianico del vulture anche l’ex Sindaco di Rapolla ed ex consigliere provinciale Nicola Acucella, ideatore di una legge regionale per tutelare il parco urbano delle cantine in Basilicata: “quella di cantinando è un’attrattiva turistica di notevole spessore, Barile viene conosciuta ai tanti visitatori in questa occasione. L’orgoglio di aver elaborato ed inviato alla Regione Basilicata la legge sulla valorizzazione del parco urbano delle cantine. Bisogna dare merito ai tanti giovani che si impegnano gratuitamente per la riuscita di questa manifestazione”. Anche il presidente della pro-loco di Maschito, Antonio Maulà non ha voluto perdere questo appuntamento, il prossimo 3 settembre organizzerà nel proprio paese, la III fiera interregionale dei sapori nostrani. L’associazione Sisma ha dedicato questa VI edizione di cantinando agli ex lavoratori della fonte Cutolo di Rionero che stanno attraversando il grave disagio del lavoro ed al comitato diritto alla salute di Lavello che si batte per spegnere il termodistruttore Fenice in

quanto la salute dei cittadini è notevolmente compromessa. Lorenzo Zolfo

Le foto riprendono un momento del concerto dei Tammorrari del Vesuvio, uno stand, la presidente dell’associazione Sisma Angela Caselle con i volontari della Work Camp (provenienti da ogni parte del mondo) ed una cantina. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Tempo e lavoro. Storia, psicologia e

nuove problematiche di Pierenrico Androni

Può sembrare un titolo impegnativo,

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troppo per un periodo rilassante. Invece assume un significato riflessivo, che proprio in questo periodo non guasta. Vedete che incipit. “La luce accettò la notte, la ingoiò, si tinse di buio: il colore informe della notte. Poi la notte si lasciò invaghire dal traballante luccichio che proveniva da uno sconosciuto tempo lontano e reiterato, nel lungo farsi della luce, che produce il colore del giorno, che appare all'alba, estrema ebbrezza dell'aurora: la balbettante dalle dita di rosa, appare il flebile annuncio della rugiada, che segnala il trasmigrare dalle tenebre. La luce ritornò ed ingoiò la notte e distese, nel tempo che le rimaneva, il mantello pieno di luci che inventa i colori nella inevitabile attesa del loro affievolirsi, per riaccettare la notte. In questa reiterata danza noi viviamo. E in questo spazio che l'anima misura il tempo…” Partendo da questa intensa poetica dell’essere, Pierenrico Andreoni ci conduce per mano con il suo libro “Tempo e lavoro. Storia, psicologia e nuove problematiche” (Bruno Mondadori, 2005 pp.292, euro 16,00) alla riscoperta del tempo, quello maiuscolo, del quale non ne riconosciamo talvolta le coordinate, se non quelle legate a delle lancette che segnano i movimenti e la fisiologia dell’uomo moderno, perseguendo (suo malgrado) una “soggettività rimossa”. L’anima, il tempo, il lavoro. L’uomo immerso in un universo di obblighi e leggi che talvolta prescindono dal suo tempo individuale, quello soggettivo e cairologico, dove “le affezioni costituiscono l’unica misura effettivamente sperimentabile che possa dare un senso alla nostra permanenza nel mondo…” Perfino nelle cure mediche – sostiene Andreoni – lo scopo appare sempre di più come il tentativo di prolungare la permanenza cronologica nel tempo (…) il nobile tentativo di un aumento della qualità del benessere nel tempo che accompagna alla fine”.

Eppure Borges scrive “Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume…” Ma il tempo è altro da noi oppure siamo noi a determinarne la scansione? Interrogativi che Andreoni - quale docente di Psicologia del lavoro - lascia affiorare, cercando spiegazioni logiche in conflitto con quelle filosofiche e poetiche. Come nell’Infinito di Leopardi: i poeti e gli artisti - asserisce - collocano la loro creazione fuori ed oltre il tempo cronologico. Ma è nel ripensare il tempo che ci consente di rifondare il concetto di lavoro, partendo dalla “soggettività e dalle relazioni tra gli uomini, per la creazione di un senso soggettivo e sociale”. Andreoni affonda la sua analisi fino al mondo greco e romano, ai concetti di libertà e di schiavitù. Ad Atene, i cittadini tenevano in grande disdegno tutte le attività che comportassero fatica fisica, secondo la concezione platonica che vedeva la bellezza dell’anima andare di pari passo con quella del corpo, e quindi ogni attività che deformasse il corpo, abbruttiva anche l’anima. Fino all’età moderna (spiega l’autore) non esisteva una vera e propria classe operaia, ovvero una classe priva di proprietà che deve la sua sussistenza alla sola opera delle sua mani. Il cosiddetto lavoro libero altro non era che l’opera di liberi negozianti, commercianti e artigiani. L’animal laborans, nel corso della storia, ha avuto varie incarnazioni nelle eterne forme di schiavitù dal lavoro e per le necessità vitali. L’avvento della tecnica come condizione universale ha assunto un ruolo totalizzante fino a dissolvere tutte le altre attività umane, con la perdita di creatività ed abilità individuali. La tecnica, quindi, che domina la natura e domina l’uomo. Secondo il filosofo Umberto Galimberti l’unica categoria che si pone all’altezza dello scenario dischiuso della tecnica è quella di assoluto, inteso come “sciolto da ogni legame”, quindi da ogni orizzonte di fini e di condizionamenti. Mentre nell’età pretecnologica era possibile riconoscere

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l’identità di un individuo dalle sue azioni, perché queste – scrive ancora Galimberti – erano lette come manifestazioni della sua anima, oggi le azioni dell’individuo non sono più leggibili come espressioni della sua individualità, ma come possibilità calcolata dell’apparato tecnico. Nella breve storia culturale del lavoro, Andreoni analizza tutte le istanze che emergono nei percorsi dell’uomo fra lavoro, capitalismo e marxismo, fino all’attuale società postindustriale. Non più produzione di beni, bensì programmazione dell’innovazione, con il sapere quale nuova attività produttiva. Parla infine di come ripensare il lavoro, non trascurando le aspettative. Rispetto alle epoche passate, l’uomo contemporaneo occidentale non è mai stato così protetto: non è invulnerabile – sostiene l’autore – ma è fortemente garantito. Sebbene tali garanzie vanno man mano riducendosi. Nuove figure nel mondo del lavoro avanzano: il precario, il flessibile e a tempo determinato, lavoratori a rischio. Oggi siamo tutti flessibili…in un tempo che vorremmo sempre più liberato dal lavoro. Armando Lostaglio :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

'MODA SHOW'

Kermesse di promozione sartoriale di valorizzazione stilisti emergenti in una serata di gala con nuove tendenze e artisti in primo piano, con protagonista la bellezza, in un evento fashion con ospiti e attrazioni. A Pisticci (MT) Piazza J. Lombardi, uno spettacolo con la partecipazione del giovane stilista lucano Giuseppe Zanfino e defilè nuove creazioni; il fachiro Simone Calati (3° classificato nel programma tv Mediaset 'Italia's got talent'; il cabarettista rumorista Donato Massari (partecipate al programma tv 'La Corrida' (gennaio 2011); il cantante Eugenio Ciampa (cover di Vasco Rossi), la danza del ventre e lo show del fuoco con Elektra (the fire girl) e le Rose del deserto; tra le indossatrici: Francesca Muscio (Miss Italia Basilicata 2005 e testimonial pubblicitaria Acqua Lilia); Dalila Lacerenza (corteggiatrice al programma tv 'Uomini e Donne'); Carmen Gonnella (fascia nazionale al concorso di bellezza di moda e talento 'Il Volto del Successo 2010') e Francesca Bretagna (finalista regionale a Miss Italia in Basilicata 2011). Nel corso dell'evento la

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presentazione ufficiale della nuova linea in esclusiva di prodotti per capelli della famosa azienda mondiale Paul Mitchell a cura del referente del posto Graziano Reho 'Idee per la testa' con distribuzione gadgets omaggio e presentazione novità in anteprima. Presenta la bella e brava conduttrice Giovanna Lioy. Giovedi 25 Agosto 2011 ore 21 con coordinamento dell'Agenzia Lucania Network e direzione artistica con regia di Antonio Petrino, con il Patrocinio della Regione Basilicata e Amministrazione Comunale. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Maschito 21-08-2010 La villa comunale prende fuoco. Un incendio di origine dolosa.

Maschito. Un incendio di probabile matrice dolosa è scoppiato la sera dello scorso 21 agosto verso 21,30 nlla villa comunale di Maschito. Nei pressi del reparto giochi della struttura ben tenuta dagli addetti ai lavori e sempre piena di persone in cerca di refrigerio, all’improvviso alcuni cespugli hanno preso fuoco. La villa comunale era gremita di gente, come ogni giorno, e nonostante questo probabilmente qualche incosciente dalla parte della strada ha dato fuoco ed è subito scappato, facendo correre il rischio a tutta la comunità di perdere un importante punto di ritrovo per tutti i ragazzi e non solo, infatti nell'emiciclo si svolgono sempre delle manifestazioni interessanti.

Per fortuna l'incendio è stato circoscritto e domato dopo pochi minuti grazie all'intervento istantaneo della Protezione Civile di Maschito con un’ autobotte piena di acqua, l’incendio è stato subito domato ed i danni delimitati. Non è la prima volta che si assiste ad episodi del genere, negli anni scorsi per ben due volte è successo la stessa cosa, e per fortuna sempre con danni limitati. La Protezione Civile “Misericordia”di Maschito, presieduta da Antonio Nardozza, si è sempre distinta per l'opera svolta, sia in Abruzzo per aiutare i terremotati che sul territorio di Maschito con opere di soccorso di vario tipo e di supporto durante le feste e manifestazioni religiose. Moltissimi cittadini hanno detto “meno male che c'erano loro poiché se dovevano arrivare i pompieri da Melfi la villa si incendiava tutta”. Ora bisogna solo riflettere e capire il motivo di un gesto così insensato ed educare i ragazzi ad amare e difendere anche le piccole cose che rendono più vivibili i nostri piccoli centri lucani. Lorenzo Zolfo La foto ritrae la villa comunale dopo l’incendio. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

È una produzione editoriale dell’Associazione Vibrazioni Lucane

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