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VULTURE MAGAZINE 1 Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata Sommario 25 Febbraio 2012 Via Anzio Galleria Fotografica Cascate di San Fele Innevate I laghi ghiacciati di Monticchio Melfi, Fiat ai tre lavoratori reintegrati: “Restate a casa” Venosa. I.P.S.I.A. No Alla Violenza. Presentazione Attivita’ Di Laboratorio Dall'albania (Universita' Di Tirana) Laurea H.C. A Gianni Pittella Nicola Chiaromonte, il pensatore lucano apprezzato nel mondo Barile Esclusa Tra Le “Meraviglie D’italia” Pro Loco Filiano Una Spettacolo Con Chitarra E Voce Narrante I “privilegi regionali” Calcio a 5 Venosa. Tiro Con L’arco Calcio Giovanissimi Campionato Femminile Di Pallavolo

Vulture Magazine, 25 febbraio 2012

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notizie dal cuore della Basilicata

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 25 Febbraio 2012 Via Anzio Galleria Fotografica Cascate di San Fele Innevate I laghi ghiacciati di Monticchio Melfi, Fiat ai tre lavoratori reintegrati: “Restate a casa” Venosa. I.P.S.I.A. No Alla Violenza. Presentazione Attivita’ Di Laboratorio Dall'albania (Universita' Di Tirana) Laurea H.C. A Gianni Pittella Nicola Chiaromonte, il pensatore lucano apprezzato nel mondo Barile Esclusa Tra Le “Meraviglie D’italia” Pro Loco Filiano Una Spettacolo Con Chitarra E Voce Narrante I “privilegi regionali” Calcio a 5 Venosa. Tiro Con L’arco Calcio Giovanissimi Campionato Femminile Di Pallavolo

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Galleria Fotografica Cascate di San Fele Innevate

E' in fase di costruzione il sito www.cascatedisanfele.it ,dove è possibile avere informazioni su programmi ed

iniziative sulle cascate

I laghi ghiacciati di Monticchio

E’ un po’ proibitiva la strada per arrivarci, ma appena l’occhio si posa fra l’abbazia e il lago, lo spettacolo è ineguagliabile. I due laghi di Monticchio sono ghiacciati, uno spettacolo rarissimo che a memoria d’uomo sarà difficile riscontrare. Non sembra di essere in quel luogo che in primavera e specie in autunno emana colori che esplodono agli occhi. L’odore di questi giorni invece avvolge in un afflato quasi artico; è scenario scandinavo, o comunque nordico, o ancora da laghi dell’est. L’occhio della reporter scruta e sa ben guardare oltre quello scenario immacolato che quasi intimorisce. “Quanto non abbiamo mai visto o non conosciamo può anche spaventare - ci confida Adriano alla vista di quelle immagini - Un segno dei tempi, del cambiamento che stiamo vivendo!” Il lago ghiacciato riporta ad immagini inconsuete. Di certo non è quel lago ghiacciato polacco dove si consuma la tragedia nel “Decalogo” del cineasta Kieslowski. Sono i nostri Laghi, quelli di Monticchio, che mille volte abbiamo ammirato in ogni stagione, e che la neve indugia a confermare in uno stato di grazia e di bellezza. Se riuscissimo ad impadronirci di un “alfabeto temporale” sapremmo meglio guardare al passato e prevedere forse il futuro. Certo, il grande freddo ci ha presi un po’ sguarniti, anche nelle modalità di come “liberarsi” dei cumuli montuosi di neve come nelle Dolomiti. “Ma voi non conoscete i rigori dell’inverno? Questo lucano è solo un

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breve assaggio di quello ben più lungo che si vive in Ucraina…” Lo sussurra con nostalgia Ludmilla, da diversi anni in queste comunità per aiutare anziani, con un nome e le sembianze di una canzone di Paolo Conte. Il “generale inverno” si è sentito eccome, e si sentirà anche per i costi ai contribuenti: trecentomila euro, o saranno cinquecentomila per sgomberare la neve dalle strade, per liberarci dall’ingombro dei cumuli ormai sporchi e fangosi. Costa la neve, costa. “Sotto la neve c’è il pane” è solo un retaggio di nenia popolare.

E quel poetico “Cercheremo di non disturbare la neve con le nostre impronte” è durato solo lo spazio di un mattino, o di una notte. Per il resto è stato disagio, non lavoro, non scuola, non altro. La neve sui Laghi si sta sciogliendo, e sulla collina di Ciaulina è solo l’ultima a sparire. Armando Lostaglio

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Melfi, Fiat ai tre lavoratori reintegrati: “Restate a casa”

I tre operai della Fiat di Melfi reintegrati “Sentitevi liberi di non entrare in fabbrica”. E’ questa la sostanza del telegramma arrivato nel pomeriggio a Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, i tre operai licenziati dalla Fiat di Melfi che il giudice ha fatto rientrare in fabbrica avendo dichiarato antisindacale il provvedimento dell’azienda. Ma la Fiat non sembra voler dar seguito alla sentenza. O almeno non vuole darle un seguito completo. Nel telegramma, infatti, la Fiat ribadisce che pagherà stipendi e contributi regolarmente, solo che non vuole la presenza dei tre operai nello stabilimento. Lo fece già nel 2010 in seguito alla prima sentenza costringendo i tre lavoratori a stazionare nella saletta sindacale. Oggi lo fa di nuovo costringendo così gli operai a una nuova azione legale. Gli avvocati del lavoro che hanno vinto il ricorso in appello annunciano che provvederanno a nuove iniziative alcune delle quali “mai prese prima” in casi come questi. Ieri la Fiom aveva organizzato davanti alla sede dello stabilimento un volantinaggio per distribuire la sentenza con cui ieri la corte d’Appello di Potenza ha reintegrato al lavoro i tre operai. Emanuele De Nicola, segretario regionale dei metalmeccanici, aveva spiegato: “Si tratta di un’iniziativa per informare tutti su quanto è accaduto, e in particolare sul fatto che l’attività sindacale non può essere oggetto di licenziamento”.

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VENOSA. 24 FEBBRAIO 2012. ALL’I.P.S.I.A. NO ALLA

VIOLENZA. PRESENTAZIONE ATTIVITA’ DI LABORATORIO,

OPUSCOLO E DVD DAL TITOLO: “METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI

CANNONI, EPPURE IL VENTO SOFFIA ANCORA”

Venosa. “Violenza di genere e violenza giovanile” “No alla violenza”, è il titolo di un progetto scolastico portato avanti dall’I.P.S.I.A., scuola aggregata dell’I.I.S.S. “Q.O.Flacco” che sarà presentato il 24 febbraio alle ore 11 nell’aula magna della scuola. L’I.P.S.I.A. dall’anno scolastico 2012-2013, oltre all’indirizzo Tecnico delle Industrie Meccaniche, avrà altri indirizzi di nuova istituzione: Tecinico sistemi energetici, Produzioni industriali e artigianali, Tecnico dei processi ceramici. “Il progetto No alla violenza-riferisce la prof.ssa Maria Aurora Deputato, Docente impegnata nell’assistenza formativa agli studenti- è nato dall’esigenza di presentare un percorso di ricerca-intervento che, partendo dall’indagine della percezione che i giovani hanno della violenza, possa promuovere un confronto fra diverse

esperienze, stimolare ad assumersi delle responsabilità, mettere in relazione il mondo giovanile con le più ampie dinamiche del sistema sociale di cui i giovani fanno parte, promuovere la cultura della non violenza fra i giovani, verso le donne e i minori”. Interverranno il dirigente scolastico, prof. Mario Lasala, Maria Grazia Abbattista, psicologa, esperta esterna; Lucilla Falcone che ha curato la comunicazione e performing arts; prof. Salvatore D’Erasmo, che ha curato i disegni. Dopo la presentazione delle fasi di questo progetto, seguirà l’attività di laboratorio dal titolo significativo: “mettete dei fiori nei vostri cannoni”, presentazione di un opuscolo con la raccolta dei testi. La proiezione del DVD “Eppure il vento soffia ancora” concluderà le fasi del progetto. Gli alunni coinvolti nel progetto sono stati: Raffaele Carretta (3A), Anthony Del Prete (3A), Mattia Discialè (3°), Teodosio Lioy (3A), Vito Masi (3°), Marco Melillo (3A), Antonio Cavuoto (5A), Angelo Di Mantova (5A), Giovanni Grimolizzi (5A), Angelo Savarese (5A), Gaetano Scaramuzzo (5A),Nicola Talucci (5A),Giancarmine Tomasulo (5A) e Ihissi Buslam (5A). Lorenzo Zolfo

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DALL'ALBANIA (UNIVERSITA' DI TIRANA) LAUREA H.C. A GIANNI

PITTELLA V. Presidente P.E.

Il recente conferimento al lucano GIANNI PITTELLA, V. Presidente Vicario del Parlamento Europeo, della LAUREA Honoris Causa da parte dell'Università degli Studi della Capitale dell'Albania , ci inorgoglisce e ci gratifica come Arbereshe e come Suoi corregionali. Vivissimi Complimenti. "BASILICATA ARBERESHE" (30ennale di Edizioni) Il Direttore Resp.Fondatore Prof. Donato Michele MAZZEO. E-mail : [email protected] ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Quel “Socrate involontario”

Nicola Chiaromonte, il pensatore lucano apprezzato nel mondo

Aveva scritto sul quotidiano La stampa il 10 aprile del 1969: “I più saranno sempre trascinati dall’esempio della violenza, o rimarranno passivi di fronte ad essa, giacché quel che essa promette è la liberazione immediata dal giogo della necessità o dell’oppressione. Spetta ai pochi resistere. I momenti di abbattimento e di confusione come quello che stiamo

attraversando sono più favorevoli che non si creda alla loro influenza, giacché l’abbattimento e la confusione di oggi sono in massima parte dovuti all’esempio della violenza trionfante da mezzo secolo a questa parte, esempio del quale l’esaltazione attuale della violenza non è che uno strascico”.

Erano anni di intense tensioni sociali quando il pensatore di origini lucane Nicola Chiaromonte scriveva articoli e saggi dal valore profetico. Era nato a Rapolla (Potenza) nel 1905, ma in tenera età la sua famiglia si trasferì a Roma. Intellettuale di assoluto rigore, alquanto noto in Italia ed all'estero (più che nella sua regione di origine), appena in età matura aderì a Giustizia e Libertà, in virtù di una comunanza ideale verso il suo maestro Andrea Caffi, vicino a quel socialismo libertario ispirato a Proudon. Chiaromonte era alquanto appassionato di filosofia, fu antifascista, fuoruscito in Francia dal 1934, combatté in Spagna nel ‘36 nella squadriglia aerea di André Malraux, cui ispirò un romanzo. Ma la guerra procurò nel pensatore lucano sconvolgimenti forti, per cui divenne un antimilitarista convinto. Questa una sua riflessione: “Dopo

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l'esperienza che ho fatto in Spagna non mi è possibile di vedere la guerra come mezzo utile per risolvere le cose”. Chiaromonte nel 1941 si trasferì negli Stati Uniti, dove collaborò con le prestigiose riviste avanguardiste “Partisan Review”. Sarà dunque introdotto negli ambienti letterari dove ha modo di frequentare Hannah Arendt, Meyer Shapiro e Mary McCarthy; frequentò l'élite radical di New York che si raccoglieva intorno alla rivista "Politics" di Dwight McDonald. Si deve alle frequentazioni intellettuali di mezzo mondo se Chiaromonte veniva identificato come quel maestro che “ha insegnato a scrivere ad almeno due generazioni d'intellettuali”. Nel dopoguerra diresse, non senza contrasti insieme ad Ignazio Silone, la rivista "Tempo presente", mentre riunì i suoi scritti letterari ne "La situazione drammatica" e in "Credere e non credere". Intimo di Andrea Caffi, rimase legato ad Albert Camus che aveva conosciuto nel 1940 in Africa, e alla cui opera dedicò un saggio. Propugnatore del socialismo libertario che contrappose alle spinte anarchiche e trotzkyste della rivista di McDonald, ebbe legami d'amicizia anche con George Orwell, e collaborò al settimanale italiano a New York, Italia libera con Gaetano Salvemini. Tornato in Italia nel 1947, constatò che c'era poco spazio per il tipo umano da lui incarnato, cioè l' "eretico". Chiamava "dilettanti di comunismo" gli intellettuali che fiancheggiavano il Pci. Prima sul Mondo di Pannunzio , poi sull' Espresso, tenne la rubrica di teatro (la sua grande passione); ma vi scriveva un po’ di tutto. Ammirato da Enzo Siciliano, nel mensile "Tempo presente" manifestò il suo indignato anticomunismo, mantenendosi su una posizione di sinistra utopica. Uomo di cultura di indiscusso spessore, è ancora oggi letto ed analizzato in convegni di eccellente rigore scientifico, come quello tenutosi nel 2002 a Forlì, dal titolo "Cosa rimane dell'eredità di Nicola

Chiaromonte”. Ed è recente la pubblicazione degli atti di quel convegno sul n. 3 dei "Quaderni dell'altra tradizione". Scrive il critico Paolo Mauri: “Chiedersi cosa rimane è un po' come discutere l'eredità di Chiaromonte, un intellettuale che suscita nostalgia e voglia di non interrompere il dialogo con il suo pensiero. Un pensatore che resta tuttavia abbastanza introvabile, nonostante le cure di Ugo Berti, che lo fece ripubblicare dal "Mulino". Gli americani, a cominciare da Mary McCarthy, che lo inserì in un romanzo, lo consideravano un anarchico. Termine troppo forte ed insieme troppo vago - sostiene ancora Mauri - per un libertario inquieto che, a fronte delle rivolte giovanili, medita su una politica in senso serio, che sta per "arte della convivenza tra gli esseri umani". Una utopia, ovviamente che serve però da pietra di paragone con le follie trascorse o in atto. Non è un caso che la figura del lucano Chiaromonte abbia affascinato un intellettuale polacco come Wojciech Karpinski, il quale gli dedicò un saggio nell'anno della sua morte: "Era il profilo dell'umanista sovrano - scrive - che non si lascia ingabbiare nella definizione di pensatore politico". Fu un Socrate involontario, ispirato da sentimenti assoluti - conclude Mauri - strenuo assertore del principio di responsabilità. Davvero non è difficile capire perché sia così trascurato e tutto sommato inattuale. I suoi scritti vennero pubblicati dopo la sua morte, avvenuta a Roma nel gennaio del 1972, mentre presso l'università di Yale (negli U.S.A.) rimane ancora inedito il suo prezioso epistolario. Giovanni Russo, scrittore ed editorialista, gli ha dedicato un sentito ricordo, viste le comuni radici lucano-antiche. Armando Lostaglio ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

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BARILE ESCLUSA TRA LE “MERAVIGLIE D’ITALIA”. LEVATA

DI SCUDI DAL CENTRO ARBERESHE CHE

RAPPRESENTA LA VIA CRUCIS CON PERSONAGGI VIVENTI PIU’

ANTICA DELLA BASILICATA

Barile. Anche da Barile, noto centro arbereshe, conosciuto per il vino, olio ed alcune tradizioni come la Via Crucis con personaggi viventi, la più antica della Basilicata e probabilmente del Sud Italia,già nel 1600 si hanno notizie di questa rappresentazione, si levano vibrate proteste per l’esclusione dalle “Meraviglie d’Italia”, titolo attribuito alcuni giorni fa a Potenza dal Forum Nazionale dei Giovani, col patrocinio del Governo. Barile, come Venosa e Ripacandida, è stato escluso. Il presidente della pro-loco di Barile, Daniele Bracuto ed Angioletta D’Andrea, presidente del Comitato Sacra Rappresentazione della Via Crucis sono rimasti sorpresi di questa esclusione. Anche il Sindaco dott. Giuseppe Mecca, alla saputa di questa esclusione è rimasto sbalordito. Una cosa è certa, la candidatura a “Meraviglia d’Italia” di un paese doveva passare per via istituzionale. 14 Comuni della Basilicata sono riusciti ad avere questa riconoscenza. Sulla sacra rappresentazione aveva scritto Antonio Paternoster, uno dei promotori del comitato Via Crucis di Barile, nel suo libro, Radici, tradizione e fede del Venerdì Santo a Barile: “il popolo di Barile,

attraverso questa Sacra Rappresentazione, vuole testimoniare il suo legame alle sue più sane tradizioni culturali e di fede. E’ una giornata in cui il paese rivive la sua vicenda umana con orgoglio e passione. Processioni, sacre rappresentazioni, liturgie popolari: è la storia di una delle devozioni che, specie nel sud Italia, trova linfa per crescere incarnando l’anima profonda della sua gente. A Barile, ogni abitante, in cuor suo, fin dalla ricorrenza della festività in onore di San Giuseppe, incomincia a rivivere l’impegno interiore per la manifestazione. Tutti, direttamente o indirettamente, sono coinvolti, basti pensare che la manifestazione conta 25 gruppi di personaggi ed interessa ben 116 persone. Adulti, giovani, giovanissimi, ragazze, giovanette e bambini conoscono, ormai, bene il loro ruolo. I contenuti simbolici della rappresentazione vanno ricercati sia nella direzione spiccatamente religiosa, sia in quella particolarmente paganeggiante, nella presenza di personaggi realmente cristiani al tempo della condanna di Cristo; in quelli creati dalla fantasia popolare; nei personaggi che soffrono ed in quelli che godono nella loro alterigia; nella serietà con cui i giovani interpretano i vari ruoli;nella fastosità e contemporanea semplicità dei costumi. Il dramma di Cristo si rivive, per 4 ore, per le strade scoscese del paese, in tutti i suoi risvolti emotivi, sentimentali, di devozione, di curiosità. Il sincretismo religioso assume toni culturali veri e propri, originali e per nulla mutati nel tempo. Fede, tradizione e storia, in quest’angolo di Basilicata, si tengono per mano e costituiscono il tessuto connettivo di questo popolo che custodisce gelosamente la sua civiltà”. Francesco Di Tolve, consigliere comunale riferisce: “ l'esclusione di Barile da Meraviglie D’Italia rappresenta uno scippo culturale ad una comunità che da anni attraverso le sue manifestazioni culturali tra cui spicca quella della Sacra Rappresentazione si pone come attrazione centrale ed

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indiscussa all'interno del panorama artistico culturale della Regionale Basilicata e non solo. Vedere la nostra comunità non rientrare tra le meraviglie d'Italia, mette in evidenza una scarsa informazione nei confronti dei nostri territori da parte di chi attribuisce questi titoli e allo stesso tempo mette in risalto la mancanza di attenzione di chi dovrebbe, attraverso queste opportunità, promuovere al meglio la propria comunità. Purtroppo registro ancora una volta una mancanza assoluta di attenzione su temi di grande rilevanza e nei confronti di una popolazione che per il proprio passato e per i sacrifici che mette in campo ogni giorno meriterebbe sicuramente di più". Da ricordare che a Barile( preferendolo alla Palestina) nel 1964 Pier Paolo Pasolini girò alcune scene del film: “ Il Vangelo Secondo Matteo” nell’attuale parco urbano delle Cantine. Per questo motivo Barile aveva tutte le carte in regola per aggiudicarsi il riconoscimento “Meraviglia D’Italia”.

Lorenzo Zolfo le foto riprendono alcune scene della via Crucis ed il parco urbano delle cantine. ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

PRO LOCO FILIANO UNA SPETTACOLO CON

CHITARRA E VOCE NARRANTE, RECITANTE SUL TEMA

UNIVERSALE DELL'AMORE

"Prima che tutto accadesse", questo il titolo del romanzo di Maurizio Picariello, edito da Edizioni il Papavero, presentato a Filiano presso il centro sociale "Prof. G. Lorusso" sabato 18 febbraio. La serata organizzata dalla Pro Loco di Filiano si è rivelata di acuto intrattenimento. Il poeta dell'amore assoluto, cosi definito da Saggese, ha regalato alla platea tutta la sua poliedrica capacità d'artista. La presentazione di questo suo ultimo romanzo ha saputo porsi come introduttore all'espressività di Maurizio Picariello. In essa si sono alternati canti poetici, melodie musicali degli anni settanta, filosofeggi sulla vita, l'amore, l'inquietudine che muove, le storie di un paese e di una società che si contraddice, l'ironia e la comicità e la narrazione. Il libro sa condurre ad un emblema esistenziale, quello di un "crollo", il terremoto in Irpinia del 1980, evento

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come pochi certo, ma come tanti altri drammi dai quali ci si può rialzare o nel quale ci si può arenare, a noi la scelta. A Loredana, protagonista della storia, è lasciato il compito di suggerirci i modi per farlo, nei diversi tempi, nel prima e nel dopo degli eventi.

In uno spaccato sociale quello del Sud Italia, in uno spaccato temporale quello degli anni '60-'80, con le proprie logiche, la sua musica, la sua religiosità, le sue piccole rivoluzioni, Maurizio Picariello ha saputo tracciare pindaricamente la sua opera, ed essa ha saputo presentarci egregiamente il suo autore. Il Vice Presidente Giusi Macchia

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I “PRIVILEGI REGIONALI” E LE DENUNCE DI SERGIO RIZZO

E’ tempo di reagire, da uomini con la schiena dritta e con “le palle”

Da secoli fotografiamo la società lucana nella speranza di intravedere segnali di rinnovamento nella prassi civica. Da secoli predichiamo l'umanizzazione della burocrazia, il ricambio generazionale con giovani vogliosi di futuro lucano, la

meritocrazia e l'innovazione, senza mai inseguire le veline del pastone … entrando nella carne e nel sangue dei nostri giorni. Da secoli aborriamo ogni forma di familismo amorale, di privilegi e di ipocrisie. Per fortuna un flebile lumicino di speranza ce lo riserva la Corte dei Conti e tutta la stampa locale smuovendo acque stagnanti " secolari". Le vergognose indennità dei dirigenti regionali (soprattutto quelle del sottogoverno) e quelle intascate dai consiglieri regionali denunciate da Sergio Rizzo sul Corriere della Sera del 27 gennaio scorso, non disgiunte dallo scandalo dei "monogruppi" consiliari delle varie regioni, compresa la Basilicata, ci hanno fornito uno "squarcio" di una società ancora tribale e feudale, dura a morire, nonostante i tanti proclami, tesi all'equità sociale e al buon esempio. Le tante promesse di "razionalizzazione" delle spese, come dimostrato, dagli atti e dai fatti denunciati da Rizzo sono state vanificate da provvedimenti ambigui. Si decurta un po' l'indennità e si aumentano a dismisura i rimborsi. E' un dejà vu che non ci consola e ci deprime moralmente e psicologicamente. Vantiamo in Basilicata diritti di primogenitura su middlescents, caste e bonificati vari. Quante volte mutuando i vari successi teatrali e cinematografici di Antonio Albanese, e, sconfortati, più che mai, abbiamo fatto uso dello sberleffo comico del Marchese del Grillo e dell'on. le Cetto Laqualunque. Quante nostre provocazioni in primis, la questione petrolio…sono cadute nell'oblìo, con tanto amaro disappunto. Oggi il congelamento con relative indennità percepite dei burosauri regionali(vedi SEL, Acquedotto lucano, Acqua SpA ecc.) ha scosso il popolo lucano immerso in un letargo ingiustificato. Questa volta vi è un qualcosa in più. Non sono più tollerate queste disgustose sperequazioni.Il popolo bue sta prendendo coscienza L'homo sapiens lucano, finalmente, organizza le sue

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capacità di pulsione. Si prende atto della cruda realtà senza se e senza ma. Il Fortino dei politici furbi e silenti non è più inespugnabile. La goffaggine non è più di casa. I nervi scoperti sono stati intaccati. Non sarà tanto facile fare proclami sui giornali. E' troppo tardi per rimediare, sarebbe stato opportuno chiedere scusa alla comunità lucana o zittire. Le giustificazioni di sorta aggravano la situazione e rincarano la dose. Per lor signori coniugare il vissuto con il teorizzato è puro optional…In tutto questo baillame ci rattrista il silenzio della Chiesa Lucana. Cerchiamo in tutti i modi di coinvolgere le istituzioni ecclesiastiche per il loro forte ruolo esercitato sulle popolazioni lucane e per il forte radicamento sul territorio. Qualche volta ci riusciamo (vedi denuncia su Morti Bianche e CPT di Palazzo S. G.). Per queste ragioni non abbiamo mai amato le insensibilità e le indifferenze. Non amiamo la cappa di silenzio scesa sugli Stati Generali del Lavoro tanto agognati dalla CEB (Conferenza Episcopale Basilicata), qualche tempo, dopo vasta eco mediatica e dopo una deprimente perdita di oltre 7000 unità lavorative . Non abbiamo mai amato i preti e gli uomini della Chiesa che giustificano "le contestualizzazioni"(vedi mons. Fisichella). Amiamo, però, da sempre i don Diana, i Don Puglisi, i Don Benzi, i Don Milani, i Don Ciotti e i Don Bello. La loro umiltà ci guida da sempre. Speriamo, almeno ora, con questa devastante crisi economica e morale, in atti e fatti concreti. Speriamo in una scossa che non si cibi del solito fatalismo e del solito appiattimento sociale. Non sopportiamo più il silenzio "plumbeo" da noi denunciato, qualche anno fa , tanto meno i "muti agevolati" del sottogoverno regionale della partitocrazia lucana. Vogliamo una Chiesa di frontiera presente e viva sulle problematiche lucane e non vogliamo più una Società anoressica in tema di "dignità" e di orgoglio. La società, in special modo quella politica, come

sosteneva Don Sturzo, non è una entità o un organismo al di sopra dell'individuo è parte attiva e integrante del suo vivere. Mancando questo elementare e sacrosanto principio, il nichilismo e il relativismo in Basilicata saranno sempre più "contestualizzati" da forme di cinismo e di protervia, che, noi uomini di buona volontà, non possiamo più giustificare. L a cultura civile, la dignità e l'orgoglio devono essere patrimonio degli uomini lucani reattivi. Non possiamo vivere in Basilicata in una indifferenza e in una stucchevole ipocrisia …all'infinito. A tal proposito, ob torto collo, speriamo di non essere costretti con rammarico a richiamare il famoso aneddoto di Albert Einstein: “Solo due cose sono infinite: L'universo e la stupidità umana". E non sono sicuro della prima”. Almeno, oggi, dopo tante prese in giro e tanta demagogia reagiamo civicamente, da uomini con schiena dritta, dotati di veri attributi e di vere biglie d'acciaio. Lasciamo in soffitta le nostre paure, le nostre fobìe e le nostre "pavide" Palle di Velluto. Mauro Armando Tita :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Campionato Allievi Regionali calcio

a 5. 9° giornata, 21/02/12. La Flacco piazza il colpaccio.

Flacco Venosa: 8 Futsal Paterno: 4 Flacco Venosa: Lami (Finizio), Dipasquale, Grieco S, Grieco L, Lamastra, Mettola, Paciletti, Pasquarelli, Prato, Rapolla, Savino. All. D’Urso. Futsal Paterno: Quagliano, Maglione, Manciuria, Russo, Marino, Salvucci, Gambardella, Milano,Tropiano, Petrone. All. Frantuono. Marcatori: Marino (P), Pasquarelli (F), Rapolla (F), 4 Savino (F), Milano (P),

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Paciletti (F), Gambardella (P), Prato (F), Russo (P).

Venosa. La Flacco allievi ottiene un buon successo casalingo, riuscendo a battere i secondi in classifica. Dopo un avvio nel quale una disattenzione difensiva costa lo svantaggio ai venosini, firmato da Marino, la Flacco rialza subito la testa e va in gol con Pasquarelli che scaglia una bordata da poco dopo il centro campo che si infila alla destra del portiere. Gli oraziani giocano meglio, infatti pressano subito il portatore di palla e mettono veramente in difficoltà il Paterno nell’impostazione della manovra. Così la Flacco compie il sorpasso e si porta in vantaggio con Savino che dopo la battuta di un calcio d’angolo colpisce il pallone di punta e la mette in rete. Il Paterno prova a reagire ma quando i difensori non riescono a fermare gli attacanti ci pensa Lami a stopparli, infatti Marino tenta diverse volte di pareggiare i conti, ma il portiere della Flacco si oppone sempre. La Flacco approfittando di questa situazione, riesce ad allungare con Rapolla, che sigla il suo secondo gol stagionale. Finisce così un primo tempo disputato in modo perfetto dalla Flacco che è riuscita a mettere pressione agli avversari, in modo che non riuscissero ad impostare l’azione e quindi ad andare in porta. Il secondo tempo ricomincia nel segno del primo, infatti la Flacco continua a fare il suo lavoro cercando comunque di distaccare gli avversari, da segnalare due tiri: uno di Pasquarelli, e uno di Mettola, che però

non riescono ad inquadrare la porta, sibilando però vicino al palo. Ma qualche minuto dopo, la Flacco riesce ad andare in gol sull’ esecuzione di un calcio di punizione realizzato da Savino. Subito dopo ancora Savino recupera palla in difesa, si fa tutto il campo, arriva in porta e calcia trovando un gran gol, che conferma le sue grandi doti offensive, ma anche difensive. La Flacco non si ferma e dilaga, infatti va in gol con Paciletti, che riscatta alcune precedenti ghiotte occasioni, riuscendo ad infilare il portiere. Il Paterno, spinto dal senso di orgoglio, cerca di riportarsi in partita e trova il gol con Milano, su cui Lami non può far nulla. Ma la Flacco non vuole concedere quest’opportunità agli avversari, e va ancora in rete con Savino, una grande prestazione la sua, confermata dai 4 gol messi a segno, portando il risultato sul 7-2. La partita nella parte finale diventa veramente piacevole, così anche il Paterno riesce a trovare qualche spazio in più, e infatti riesce a segnare il gol del 7-3 con Gambardella. I padroni di casa, incitati dai tifosi, capitanati da mister Capezio (non presente in panchina) e dal giocatore Stazzone, riesce a mettere a segno ancora un altro gol con il neo-entrato Prato che fa il suo lavoro e butta in rete il pallone. Nei minuti conclusivi il Paterno si spinge in avanti e trova il gol del 8-4 con Russo che infila dalla distanza Finizio (sub entrato a Lami). Si conclude così quest’ importante partita, con la vittoria della Flacco Venosa. Buona la striscia positiva degli oraziani, che mettono in cassaforte il quarto risultato utile consecutivo, e la terza vittoria in 4 gare. Adesso i ragazzi si sono rifatti sotto in classifica e incalzano gli avversari da molto vicino. Lorenzo Zolfo

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VENOSA 19 FEBBRAIO 2012. TIRO CON L’ARCO. OTTANTA

ARCIERI HANNO PRESO PARTE AD UNA GARA INDOOR

INTERREGIONALE

Venosa. Ottanta arcieri provenienti dalla Basilicata, Puglia e Campania hanno preso parte domenica scorsa, 19 febbraio, presso la palestra di Contrada Vignali, ad una emozionante gara indoor 18 metri di tiro con l’arco. Nella competizione interregionale, eccellentemente organizzata dalla A.s.d. Arcieri Venosa 06 (una società costituita cinque anni fa e comprende oltre 20 tesserati), gli Atleti Lucani hanno avuto la meglio in quasi tutte le categorie. Risultati confortanti sono giunti nelle divisioni Olimpico e Compound seniores maschile

con podi interamente Lucani, nell’olimpico il gradino più alto è stato conquistato da Marcello Silletti della A.s.d. Arcieri Bernalda seguito a ruota da Giacomo

Torraca e Marco Sellitti entrambi della A.s.d. Arcieri “tre torri” di Viggiano; nella divisione compound ha visto primeggiare Marco Marsiglia della A.s.d. Arcieri Bernalda seguito da Nicola Lombardi della A.s.d. Arcieri Lucani Potenza e da Antonio Ferrante della A.s.d Gruppo Arcieri Policoro.

Nella Divisione arco nudo, con un punteggio di tutto rispetto, il primo classificato è stato Luigi De Vincenzo un Lucano tesserato per gli Arcieri del Sannio di Benevento che parteciperà ai Campionati Italiani Indoor che si svolgeranno a Padova dal prossimo 2 al 4 marzo.

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Tra gli Atleti di casa, dell’A.S.D. Arcieri Venosa, buon piazzamento per Luigi Altieri quarto classificato nella divisione arco nudo seniores maschile; Valeria Rapolla seconda nella classe juniores Olimpico oltre alla Squadra Olimpico Master Maschile composta da Nicola Rapolla, Giovanni Lasalvia e Giovanni Bitetta, seconda classificata nella divisione Olimpico. Il presidente regionale della FITArco, Luciano Spera ha esaltato le qualità di questo sport, che sta crescendo anche in Basilicata: “è uno sport, che esige agonismo e rispetto delle persone, non ancora contaminato da interessi. E’ uno sport pulito, tutelato perché durante le gare non si verificano fenomeni di doping. Si può praticare per tutto l’anno, indoor e outdor. Già dai 9 anni si può iniziare a praticare questo sport”.

Prossimi appuntamenti in Regione domenica 25 Marzo con una gara Indoor a Potenza ed il sabato successivo con la fase invernale dei Giochi della Gioventù Trofeo Pinocchio sempre nel Capoluogo. Lorenzo Zolfo ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

CALCIO GIOVANISSIMI. DA VENOSA ALLA CORTE DELLA

JUVENTUS. GIUSEPPE LUCIANO, UN DODICENNE DEL REAL VENOSA DOMENICA 26

FEBBRAIO PARTECIPERA’ ALL’EVENTO “GOLLISSIMO”

PROMOSSO DALLA SOCIETA’ BIANCONERA

Venosa. Un giovane calciatore del Real Venosa, Giuseppe Luciano, che partecipa al campionato provinciale “Giovanissimi”, è stato selezionato per partecipare ad una giornata sportiva con la società di calcio della Juventus, prevista per domenica 26 febbraio. Entusiasta soprattutto il suo allenatore, Michele Lopez, ex calciatore di serie C e serie D. Giuseppe Luciano parteciperà, insieme a tanti suoi coetanei di altre regioni italiane, all’evento “Gollissimo”, promosso da Juventus Merchandising, un progetto rivolto ai giovani che praticano il calcio in particolare. Con Gollissimo si aprono ai partecipanti le porte dello Juventus Training center di Vinovo e ciascun ragazzo ha modo di “calcare” i campi dove si allenano i campioni della Juventus e le promesse del settore giovanile crescono e migliorano. Un team altamente qualificato di allenatori Soccer Schools intrattiene tutti i partecipanti con giochi ed esercizi appositamente studiati per loro. Il ritrovo per il giovanissimo calciatore venosino è previsto per le 15 di domenica 26 febbraio. Sarà l’occasione per Giuseppe, nato il 6 luglio del 1999 mostrare tutto il suo talento e magari se il provino sarà positivo potremo vedere un altro lucano crescere tra i professionisti. Avvicinato mister Michele Lopez, allenatore di Giuseppe Luciano, riferisce: “ compito delle scuole calcio è quello di far crescere tecnicamente e mentelmente

VULTURE MAGAZINE 15

i giovani calciatori, che devono dimostrare durante questi provini tutto il loro talento sportivo. Durante l’anno, metto in condizioni chi è bravo, di porsi all’attenzione di team professionistiche”. Lorenzo Zolfo La foto ritrae Giuseppe Luciano con la maglia del Real Venosa. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: CAMPIONATO PROVINCIALE 2^

DIVISIONE FEMMINILE DI PALLAVOLO. LA VENOSA

VOLLEY DI MISTER ALLEGRETTI VINCE A SARCONI

Asd Polisportiva Sarconi Venosa Volley 0 3 18/25 14/25 26/28 / VENOSA VOLLEY: Termine V.Termine A. Musco M. Giannini R. Gammone M.T. Motta R. Mezzela P. Castore I. Bonifacio G. Papa F. Lapolla F. Monteverde. L.Segnapunti societario Laurano F. Scout Teora E. All:R.Allegretti. SARCONI: Orlando. Lapadula, Vitale, Robertazzo (cap), Scarpetta, Bartolomeo, Carlucci, Giannone, Alagia, Carlomagno, Di Perri. All: G.Tempone.. arbitri:1° Pasquariello C. 2° Deluca C. segnapunti della gara Perruolo V. Sarconi. In una giornata fredda, il Venosa volley di mister Allegretti, un appassionato di pallavolo, da molti anni trapiantato a Venosa, che fa appassionare tanti giovani del centro oraziano, coglie una bella vittoria a Sarconi. Da segnalare l'infortunio a Mariangela Musco nel 1° set. Nonostante la perdita di questa brava giocatrice, il Venosa Volley è riuscito a prevalere, in una partita bella anche se stentava a decollare. Bellissimo il 3° set, giocato al cardiopalma che vedeva le giocatrici di casa avanti per 24 a 20 Cinque battute vincenti del capitano Valentina Termine hanno portato la squadra venosina sul 24-25. Gli ultimi 3 punti da categoria

superiore giocate benissimo dalle 2 squadre. In evidenza alcune atlete under 16 del Sarconi, tra queste l'ottimo libero Orlando. Lorenzo Zolfo

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