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21 settembre | 20 dicembre 2012
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PERIODICO DI CONTAMINAZIONE LOCALE
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per passione
Color Nessuno: il colore-non coloredi Margherita Faroni
“E il tuo colore preferito?” Chi non si è mai trovato di fronte a simile domanda? Ci siamo inciampati tutti, magari nei giochi da bambino o nei quiz di qualche rivista, nel tentativo di conoscere meglio la persona amata o di fronte agli assurdi test durante colloqui di lavoro. Domanda facile, comune, normale. Sciocca domanda che induce al sorriso e fa muovere le sinapsi in un misterioso gioco di incastri e rimandi.Sì, il colore è movimento dei ricordi, delle suggestioni, delle affinità, delle emozioni, dei gesti, dei sapori, dei suoni: di ogni senso. E ciò che prevale in questo processo di selezione e scelta inconscia è quello che, forse in maniera troppo facile - non a caso e non senza profonde ragioni sono stati scritti numerosi saggi sulla relazione tra mente e colore - viene definito colore preferito.Eppure, trovo questa apparentemente semplice scelta del colore preferito, difficile e inafferrabile: non riesco a decidere, non posso scegliere. Nei miei ricordi scorrono colori sciolti e sfusi come secchiate di vernice fresca, toni e sfumature che si legano intimamente a momenti lontani e vicini, ma nessuno prevale e vince sull’altro. Talvolta emerge una tinta, ma la sua forza presto viene superata da una gradazione opposta. Credo che il tutto nasca da un profondo amore, da un sentimento di pienezza e appagamento che dorme serenamente in me. L’amore per i colori, per le sfumature e le combinazioni, non mi permette di decidere per un solo colore.Ogni colore è perfettamente adatto per rendere un oggetto della nostra realtà sensibile, per esprimere un determinato sentimento: quella sfumatura, esattamente quella gradazione e non quella tinta, in questo PANTONE® ha fatto scuola!Penso al colore dell’Oceano o al tramonto in una giornata estiva, alla roccia delle Dolomiti o ai boschi. Non è possibile racchiudere l’infinità di toni in un unico blu, giallo, grigio o verde. Così facendo se ne perderebbe non solo potere espressivo, ma soprattutto la vera natura di ogni manifestazione visibile. Le rocce delle Dolomiti non sono grigie, ma perla, panna, antracite, beige, albicocca, salmone, e i boschi non sono semplicemente verdi, ma si sfumano in una miriade di cromie: da quella più vicina all’erba fino ad arrivare al blu dei mari più profondi, quasi sfiorando il rosso delle ciliegie mature. Inoltre la relazione tra la luce e il nostro occhio complica il tutto! La luce altera le tinte rendendole più chiare o scure, più luminose o opache, esaltandole verso il bianco o addirittura annullandole verso il nero, i nostri occhi a parità di sfumature percepiscono tinte differenti. Non siamo daltonici: siamo diversi, ciascuno con i propri ricordi, le proprie esperienze ed emozioni che scattano nell'istante in cui un colore si manifesta. Il tramonto che per me è simile all’oro sfumato con l’ocra, per te è più vicino ad un arancio bruno. Ma alla fine com’è questo tramonto? Esattamente dorato e aranciato. Non è possibile dare una risposta univoca, proprio perché non si può dare un valore universale ai nostri pensieri: questi sono validi e dominanti nell’intimo di ciascuno di noi, solo lì.L’amore per i colori mi impedisce di scegliere, mi impedisce di definire univocamente una preferenza: non posso. Impossibile definire amore, paura, tristezza con una sola parola, impossibile racchiudere in una tinta l’infinito delle gamme possibili. Amore può essere affetto, simpatia, gioia, comunione, passione, travolgimento, amicizia, maternità, stima... Il colore nero non può essere semplicemente nero. Gentili signore, pensate alla fatica di far combaciare due capi d’abbigliamento neri, trovare una giacca dello stesso punto di nero del pantalone. Ardua missione: entrambi i capi sono neri, ma non uguali. Uno più lucido e l’altro opaco, il sopra più chiaro e il sotto quasi tendente al blu: insomma due neri. Non uno!
“E il tuo colore preferito?”Tutti! Nessuno! Centomila! (Citando Pirandello).Ma se proprio dovessi scegliere azzarderei il color nessuno. Quel colore-non colore, tenue, leggero, discreto, e umile: trasparente. Quella tinta che lascia spazio a tutte le altre, rendendole più vibranti, irripetibili e uniche nell’infinità di sfumature possibili.
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“Milano sbiadisce”.
Fare Arte in una città ricca di stimoli - ma in decadenza - può essere un vantaggio ma Sergio Scalet e Nadia
Squarci, il duo artistico HAckAtAo, hanno scelto di ritirarsi a vivere sulle montagne Carniche per sottoporsi ad
una profonda catartica pulizia dei sensi. Lassù, con i cervi che ti bussano alla porta, il gufo che bubola la notte, gli
scoiattoli che ti rubano le noci, hanno trovato l’ambiente ideale per generare le loro armonie pittoriche.
Attraverso un’esplosione visiva si libera il loro immaginario ricco di numerosi riferimenti ad altri ambiti, culture ed
espressioni popolari. Riflessioni sottili sul potere, sul mondo alla deriva, sulla natura bistrattata.
E così l’opera “BLU MAMA”, che simboleggia la solidarietà con le sorti del mondo marino sofferente e minacciato
dall’uomo ma allo stesso tempo incarna una maternità perennemente prolifica.
In tutte le loro opere, minuziose figure s’affastellano su ogni superficie in un flusso di parole disegnato con grafite
come nelle più raffinate calligrafie orientaleggianti. Queste sono incroci tra immagini manga, rappresentazioni
mitologiche e creazioni di pura fantasia.
“Penso che il centro del mondo sia dentro di noi, ce lo portiamo dentro e non lo sappiamo. Lavoriamo ai margini
geografici dell’Italia ma al centro della nostra vita, in una libertà di cui molti hanno perso il sapore, che anzi non
sanno neppure esista più”.
Invece è possibile, e il loro lavoro sarà in mostra alla personale “Deformography” curata da Julie Kogler, dal 29
Settembre al 24 Novembre a Brescia presso la Galleria Allegrini Arte Contemporanea.
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Quattro mesi dopo...di luca Gallini
- Buonasera Primo, com’è andata oggi?
- Bene, ma se venisse un po' a piovere sarebbe meglio!
- A chi lo dici, oggi la terra proprio non ne voleva sapere di venir
zappata.
- Eh vabbè, vuoi un po' di polenta? Mia moglie ne ha preparata
tanta e poi ho aperto una bottiglia del vino di quest'anno, non
vorrai che la beva da solo!
- Primo, Primo… a un bicchiere di vino non si dice mai di no!
Italia . 1948 - una sera qualunque in un qualunque paese
Un tempo, quando la televisione era un lusso che si poteva
permettere il dottore del paese, il bar e pochi fortunati, le
giornate erano scandite dal sole. La sera, dopo cena, la gente
usciva di casa. Le vecchie si mettevano sulla soglia a fare la
treccia, a ricamare e spettegolare. I bambini
giocavano a palla, nascondino e altri giochi
ormai dimenticati. Gli uomini si trovavano
a giocare a carte e a stramaledire "le
donne, il tempo e il governo" (cit. de Andrè)
godendosi il fresco e aspettando che sonno
e stanchezza prevalessero.
Una realtà che le mamme e i papà ricordano
bene, essendo loro i bambini che giocavano,
e che i nonni ricordano ancora meglio.
Oggi, più di 50 anni dopo, questo scenario non lo vede solo
qualche appassionato di Fellini, ma chiunque.
Basta passeggiare per le vie del proprio paese per vedere
gruppi di bambini che giocano insieme: parlo di bambini
italiani, non dei bambini stranieri che sembrano non avere mai
dimenticato il piacere del giocare all'aperto in compagnia.
Intere famiglie attorno alla tavola messa in giardino, fino a
tardi a parlare -la televisione è nella casa che deve ancora
essere messa in sicurezza-, fuori -senti che arietta che tira,
si sta proprio bene, qualche zanzara, ma vabbè non ci si fa
neanche caso-, tutti insieme -quel locale ha delle crepe così,
quindi tra un po' viene a trovarmi la mia amica, mamma-.
E un sacco di gente che passeggia, con o senza cane, con
o senza figli -stanno giocando con i loro amici a calcio nel
campo vicino alla nostra tenda-.
E non servono 973 amici online… ne basta uno vero
col quale ci si scambia in porta.
Disagi, certo. Disperazione, ovvio. Rabbia, tanta
-ma verso chi?-. L'assoluta impotenza di fronte
a madre natura che si è stiracchiata e ha messo
in ginocchio quattro e più province.
Una prova difficile, molto difficile, com’è
difficile la vita. Una prova che ci rende -o
dovrebbe renderci- più forti, più tolleranti
verso tante altre futili cose. E se fosse
un'opportunità?
Accadeva quattro mesi fa. Oggi noto che le poche
persone che ancora trascorrono le serate seduti in
strada, in compagnia dei vicini a chiacchierare… indovinate?
Sono proprio gli anziani che già lo facevano anni fa. Loro si
sono ricordati di quel piacere… Gli altri, purtroppo, hanno
dimenticato un po' troppo velocemente.
Nella categoria "altri", non sono inclusi tutti
quelli che hanno perso lavoro, casa, affetti…
Loro NoN DiMENticHErANNo.
tempo
“Il cane ambia ambia ambia!” Questa è l’ultima cosa che ricordo dell' Esposizione Internazionale Canina di Firenze
prima di capitolare sotto i colpi di Messer Giudice Plenipotenziario. Di fatto il mio cane stava semplicemente
camminando storto ma il messaggio in codice che mi lanciava era evidente: se avesse avuto un guinzaglio decente
ne avrebbe fatto in men che non si dica un nodo scorsoio e ci si sarebbe impiccata. Fortunatamente è femmina,
altrimenti non oso pensare cosa avrebbe potuto fare con la bottiglia d’acqua, decisamente più a portata di zampa,
con un movimento lesto di tafazziana memoria.
Si perché credo che ci siano cani portati per questo genere di cose, e altri decisamente no! Certo l’addestramento
conta: quante mamme “addestrano” le figlie a diventare Miss Italia al di là di ogni ragionevole evidenza. Per i cani è
la stessa cosa. Prendete ad esempio i LEvRIERI: pure il nome è evocativo! A me fa venire in mente qualcosa di nobile
come un principe su un cavallo bianco. E il carlino mi direte voi? Già il carlino. Ci sono cani che nascono “star” e altri
che nascono semplicemente… cani! Io decisamente preferisco i secondi. Anche perché un cane “star” ha bisogno
di un certo tipo di entourage, deve riposare, mangiare, allenarsi, camminare, pipì, pupù, trucco e parrucco e chi più
ne ha più ne metta. E allora io preferisco la mia cagnolona da 60 kg che se le tiri il bastone non lo va a prendere, ma
se le fai vedere un biscotto fa il record dei cento piani, ma solo una volta, perchè poi è stanca e si mette a pancia in su
con le zampe aperte in attesa di qualche spiffero d’aria refrigerante nell’emisfero meridionale! E ChISSENEFREGA
SE AMBIA!
ho scoperto che il mondo delle esposizioni è più competitivo del mondo della Formula Uno. Quando le prime volte
portavo la mia belva alle esposizioni venivo avvicinato da uno stuolo di “agenti in borghese” che cercavano di carpire
ogni tipo di informazione possibile. Questo movimento migratorio di stampo spionistico terminava regolarmente
nell’esatto momento in cui la mia bestiona scaricava la cena del giorno precedente sul tappeto di gara, chiarendo
subito di non rappresentare alcuna minaccia per gli altri concorrenti!
Credo comunque che il mondo delle esposizioni, e l’addestramento che necessariamente ne consegue, sia un modo
incredibile per entrare ancora più in sintonia con il proprio animale, oltre all’importante lavoro di socializzazione che
in queste occasioni lui compie, venendo a contatto con altri suoi simili.
È importante però da parte del proprietario non eccedere nella competitività ricordandosi che chi vince o perde è il
cane e non il padrone!
di Marco Brioni
un tuffo all’indietro nell’aRaNCiOArancio plastica, arancio formica, arancio ceramica,
arancio stoffa, arancio vernice. È il colore di un’epoca,
simbolo di un cambiamento, gli anni ‘60. Prima di allora
la produzione di mobili e complementi d’arredo in Italia
e nella gran parte dell’Europa era quasi totalmente
artigianale. Lo sviluppo dell’industria, supportato dal
crescente benessere economico e dal clima vivace del
dopoguerra, ha ribaltato i ruoli, relegando l’artigianato ad una nicchia di mercato. Nasce così la produzione seriale
di oggetti d’uso e il termine INDUSTRIAL DESIGN. Nuovi materiali danno infinte possibilità di ottenere forme e
colori; gli oggetti sono allegri come lo erano quegli anni e segnano un distacco senza precedenti col passato che
si vuole dimenticare. Sono cose innovative, senza mai perdere il contatto con le necessità quotidiane, a buon
mercato, di grande diffusione e alla portata di chiunque. DESIGN PER TUTTI è lo slogan dell’epoca.
Il motivo per cui il modernariato tanto ci affascina e ci appassiona è racchiuso in quest’ultima frase. ogni pezzo
trovato e poi restaurato o semplicemente “adottato” ci fa respirare ancora questa semplicità e vivacità d’ingegno.
Molti oggetti sono così freschi e nuovi anche dopo cinquant’anni da essere ineguagliati ancora oggi nella loro
perfezione formale e funzionale. Viverli nelle proprie case, capirli, usarli è il modo migliore per tenere viva la
fiamma di un periodo, in cui si guardava al futuro con fiducia, senza però perdere il contatto con il gesto e la pratica.
backflip. Ilaria Saccani | Tomaso Cavalli | www.backflipping.wordpress.com | facebook: backflip
Il Giallo è la capacità di concentrazione, il colore del pensiero astratto, rispecchia il genere delle avventure grafiche come Monkey Island e Broken Sword. Online si trovano versioni semplificate come i “Scappa dalla stanza" o Hidden Chronicles su Facebook. Il rosso è il colore della passione per eccellenza, ma esprime anche uno slancio verso l'azione, lo sport, la lotta, la competizione e l'eroismo. Quindi se amate il genere azione e i giochi legati allo sport siete rossi. Il genere azione è il più diffuso e spesso si ibrida con altri generi, tra i titoli più significativi: Tomb Raider, Devil May Cry, Tekken e Assassin’s Creed. Per gli amanti dello sport ci sono FIFA e PES. Il Nero è il colore della paura. Mi ricorda il genere Survival Horror, ovvero scappasopravvivienelmentremuoridipaura. I nomi più illustri del genere: Alone in the Dark, Resident Evil e Silent Hill. Chi sceglie il Verde desidera far valere le proprie opinioni e vorrebbe essere un dio. Se siete verdi, o siete hulk, o amate i giochi di simulazione come The Sims oppure i giochi gestionali che spopolano nella rete nei generi più disparati, per citarne alcuni: Farmville (e tutti i "Variville" associati), Farmerama, Idle Workship e via dicendo. Il Marrone è il colore della tenacia, della pazienza e della sicurezza, caratteristiche che si possono ritrovare nei videogiochi di strategia dove preservi, pianifichi, conquisti e distruggi i nemici. Un famoso browsergame di questo tipo è Travian, su Facebook trovate anche Castleville, e per il pc invece Rome: Total War. Il Viola è il colore dell'incantesimo, il sogno realizzato, uno stato magico nel quale i desideri sono soddisfatti; direi che i Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) e gli RPG (Role Playing Game) rispondono a queste caratteristiche. In questi giochi di ruolo si ha la possibilità di immedesimarsi in personaggi irreali o paralleli ed interagire con gli altri utenti della rete. Tra i più famosi del genere ci sono War of Warcraf e Never Winter Nights.
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La passione
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È una passione
verde e fresca,
frizzante ed energica
con un occhio attento
al design e
all'ecosostenibilità.
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Pochi secondi e visualizzo molte immagini: il nero del
caffè della mattina o delle quinte di un teatro della bassa
o ancora delle note sullo spartito, il rosso di un buon
sangiovese e il viola del grappolo d’uva, il verde-blu del
mare quando sta per cambiare il tempo o l’argento delle
foglie dei pioppi quando si girano che tira vento ma...
sono questi i miei colori della passione?
Certo, sono tante le passioni, tante le vite che viviamo e
si intrecciano come la trama di un tappeto su un vecchio
telaio.
Eppure lentamente si fa strada un’immagine, sopra
tutte le altre, una specie di piccola visione ed è questo
quello che sento, è qui il mio colore della passione,
bianco... di lenzuola stese al sole ad asciugare... si
gonfiano e indicano una direzione, un approdo, c’è
vento a favore... e mentre le attraverso è una carezza
continua... più in alto sono uccelli in volo concentrico,
stormi in migrazione forse.
E mentre contemplo tutto questo, mentre mi lascio
lentamente avvolgere dal profumo di bucato c’è un
brano che mi accompagna ...“love me love me say you
do... let me fly away with you... for my love is like the
wind… and wild is the wind…”
... in fondo, siamo creature del vento.
il B
iCiO
QUI vI RACCONTO DELLA VorAcità. È QUALCO-
SA ChE FAGOCITA OGNI ASPETTO DELLA vITA
E COLUI ChE PIù SI ADATTA A SPERIMENTARE
LA vORACITà È iL Bicio. SE IL BICIO hA FAME,
INGOLLA QUANTITà SPROPOSITATE DI CIBO,
IN MANIERA vORTICOSA, SENzA DAR TREGUA
ALLA MANO E AL CUCChIAIO. SE IL BICIO È IN-
CAzzATO, LA SUA RABBIA È vORACE. SE T’IN-
CONTRA CASUALMENTE PER STRADA, POTREB-
BE SPUTARTI E DARTI UNO SChIAFFO COL FARE
DI UNA CAREzzA. SE IL BICIO SI SCACCOLA, LO
FA ESPLORANDO LE PROPRIE NARICI CON OGNI
DITO ChE POSSIEDE DI OGNI SINGOLA MANO. SE
FOSSE POSSIBILE USEREBBE ANChE QUELLE DEI
PIEDI. DAL POLLICE AL MIGNOLO, COME FOSSE
UN TECNICO DEL BUCO ChE MISURA E SPERI-
MENTA LE POSSIBILI COMBINAzIONI. E QUANDO
TROvA LA PEPITA, LA GUARDA, LA ANNUSA, LA
OSSERvA, NE PROvA L’ADERENzA. vALUTA vO-
RACEMENTE SE È PIù ADATTA AD ESSERE ATTAC-
CATA AD UN TAvOLO OPPURE GUSTATA COME
PRELIBATEzzA. SE IL BICIO hA vOGLIA, vORA-
CEMENTE SI TROMBEREBBE IL MONDO INTERO.
COME QUELLA vOLTA ChE hA AMATO INTEN-
SAMENTE SOLO PENSANDOLA LA SARA. LO hA
FATTO SCENDENDO DAL MOTORINO MENTRE
SI ACCENDEvA UNA STIzzA. SE IL BICIO PERDE
QUALCOSA, LA SUA PERDITA È vORACE COME
UN BUCO NERO ChE TUTTO INGLOBA, COME LE
ChIAvI DEL MOTORINO, ASPIRATE DALLA PRO-
PRIA vORACE PAURA ChE GLI FA PERDERE LA
RAGIONE. SE IL BICIO hA UN BISOGNO, ANChE
SE FUGACE, TALE BISOGNO DEvE ESSERE vO-
RACEMENTE SAzIATO. L’hAI MAI SENTITO IM-
PLORARTI ALL’ORECChIO DI ALLUNGARGLI CIN-
QUANTA EURO PER UN PRIvÈ AL NIGhT, OPPURE
DUE EURO PER UN GELATO? IL BICIO È L’UOMO
PIù vORACE ChE IO CONOSCA, E LUI CONOSCE
OGNI vINCITORE DI SANREMO, LE FORMAzIONI
DEL MILAN, I TROFEI ChE hA vINTO, LE DATE DI
NASCITA DELLE PERSONE ChE hA CONOSCIUTO
O DI CUI GLI hANNO RACCONTATO. SE IL BICIO TI
BACIA, LO FA MOLTE vOLTE, DICENDOTI ChE SEI
UN BELL’UOMO.
Roberto Pavani www.zerobeat.it
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Nera di anna Giraldo
A tutti i felini della mia vita
Mattina presto, nebbia.
Cammino in linea retta accanto alla strada di asfalto,
quatta quatta nell’erba alta, nessuno mi può vedere.
Se ho fame posso cacciare, sono veloce io, la più
veloce… e non ho paura di niente. Me ne sto qui, da sola,
fa freddo, ma posso correre e saltare.
E sono nera.
come la pece, come il carbone, come la morte, come la
peste… Sì, nera come la peste nera! incavolata nera. E
guai a chi mi guarda!
Mattina presto, nebbia. Sull’argine di Quistello l’erba sul
ciglio della strada mi bagna con le goccioline di rugiada,
crede di ripulirmi dalla fuliggine. Ma io rimango nera.
Rimango nera fino al calare del buio così nessuno potrà
più vedermi. Camminerò indisturbata per le vie del
paese e troverò un posto riparato dove passare la notte.
Rimango nera fino a domani per soffiare contro quel
cane che mi abbaia e cacciarlo via.
Rimango nera per sempre, se ci riesco, così tutti si fanno
da parte quando mi avvento sulla preda.
- Nera! – è una voce umana che mi chiama.
È qui, in piedi davanti a me.
Soffio e tiro fuori le unghie mentre la sua mano mi
raccoglie, ma in fondo voglio provare. voglio sentire
quello che si prova accanto a un cuore pulsante.
Continuo a soffiare e a graffiare mentre mi porta via con
sé.
Mi chiama nera e mi dice altre cose che non capisco.
Poi una cosa la capisco, perché è mattino presto e là
fuori c’è la nebbia, ma io sono al caldo e c’è una ciotola
di latte e zucchero per me.
Rimango nera, comunque.
da leggere con voracità, grazie
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il colore della vertigine | chiacchierando con Stefano Boccafoglia | www.scrapsorchestra.it
Tom Waits in sottofondo, mentre trascrivo l'intervista a Stefano Boccafoglia, autore e voce e piano e ancora altro della Scraps Orchestra.
Sarebbe diventato un bravissimo calciatore -a detta sua- se suo padre, appassionato di lirica da sempre, non l'avesse trascinato al conserva-torio in Iv elementare. Oppure un pompiere, se non soffrisse di acrofobia (paura delle altezze e dei luoghi elevati ndr). Nel 1992 Stefano, Giorgio Signoretti e Aroldo Balleri, decidono di raccogliere rottami -scraps- sonori ispirandosi a Tom Waits e di fare buona musica. All'inizio Stefano scrive in inglese, ciò che sente di dover dire è troppo pesante perchè venga subito compreso. Paura infondata. Tuttora i testi, in italiano, sono molto ermetici, non proprio di immediata fruizione... Non è lui che decide cosa scrivere, le parole gli vengono incontro, sono le parole delle cose che non si dicono, ma che vanno dette, che devono essere dette. Le note poi, permettono una mediazione che rende il compito più semplice rispetto ad uno scrittore o un poeta, sostiene Stefano; la musica aiuta e smorza gli spigoli anche delle frasi più dure, rende orecchiabili anche testi densi di dolore, allegri testi tristi. Stefano è chirurgico nell'uso delle parole. Gli propongo il gioco delle parole e rimango travolta dall'immediata e lucida complessità delle risposte. DISAGIO: "Nel posto giusto al momento sbagliato. Frequentando, anche se solo come spettatore attento, il disagio, quello conclamato, i ragazzi della cooperativa Chv*, il Cayo e i suoi collaboratori ho potuto rendermi conto di quanto e quale sia il loro sforzo per far combaciare questi due fattori. Perchè è solo mettendo in riga questi addendi che la somma torna. È solo rendendo loro pari sincerità, qualità e misura che si può tentare di imbastire un linguaggio simile, vedere le cose sotto una luce comune, tracciare percorsi sovrapponibili. Nel contempo è facile, ahimè, accorgersi di quanto tutti gli sforzi possano anche essere distanti dal raggiungimento di un successo finale, forse anche solo dal conseguimento di una piccola vittoria di tappa.Nel posto giusto nel momento più opportuno. Come se fosse facile.Ognuno di noi, inoltre, arriva prima o poi a confrontarsi con il proprio disagio, quello non conclamato, deve affondare il coltello nelle proprie piaghe, affrontarlo."CIRCO: "Ci siamo dentro! Quella del circo è una bella dimensione, la realtà è rovesciata, un immaginario immaginifico dove il nano è il prota-gonista e guarda tutti dall'alto al basso, dove ridi invece di piangere."SOCIAl: "Il rapporto sociale, i modi diversi di interloquire oggi, il tempo che non ci concediamo più per una comunicazione di qualità. Abbia-mo perso la percezione della quantità di tempo necessaria per ottenere e coltivare rapporti sociali di qualità."Il ColorE dEllA PAssIonE: "Il rosso per tanti motivi, ma anche il nero, che sta su tutto. La passione può avere colore? Ci sarebbe da chie-dersi cos'è la passione? Per me la passione è una vertigine. È quella sensazione che provi sull'orlo di un precipizio, quella forza che purtroppo e per fortuna ti ferma prima che sia tardi, perchè tu vorresti andare oltre. C'è un modo di dire -il diavolo di mezzogiorno (secondo disco della Scraps ndr)- quando ti viene il diavolo di mezzogiono, ti viene un'irrefrenabile voglia di fare, di avere tutto subito, di farsi governare dall'irra-zionale."DuEMIlATREDICI: "La prima cosa che mi viene in mente di fronte ad un nuovo anno è "cazzo, si ricomincia"... questa "precarietà" latente e dif-fusa però fa si che ricominciare non sia poi così scontato nè, forse, così noioso. Per la musica non credo di aspettarmi grandi, particolari, entu-siastici accadimenti. Da qualche anno il moto che conduce la Scraps, come il sottoscritto, è quello ondoso, soggetto a venti indecifrabili, a volte complici, più spesso contrari. In cuor suo un musicista si aspetta sempre il meglio, il nuovo, il singolare, l'unico. Staremo, sospettosi, a vedere."SCONFINART: "Inevitabile non rimandarmi a Cayo, ai suoi collaboratori, ai ragazzi che stanno con loro, al presidente, Tino volta, al grande, profondo lavoro che svolgono quotidianamente, a quanto io possa essere distante dal possedere tutto quel sapere necessario per affrontare, anche solo in minima parte, un'esperienza del genere, a Suzzara, ai giardini Gina Bianchi, e a Pegognaga, alle mamme cuoche, ai piatti prelibati, che sono andati nel tempo costruendosi nella loro pienezza, alle mille facce che ho visto dalla sua nascita, al primo suono che abbiamo emes-so su quel palco, alle sensibilità alte che abbiamo incontrato nel tempo, con le quali abbiamo messo in comune la nostra voglia di fare musica. È inevitabile che non possa che rimandarmi ad oltre un decennio in cui ho, abbiamo tentato di riempire le nostre tasche di sassi, per non az-zardare voli sconsiderati, e generi di conforto, per poterci permettere una sosta, di tanto in tanto, per poter pensare, senza fretta."COESIONE: "Un accordo finale, mal riuscito ma condotto al suo termine con una solidarietà d'altri tempi."GENIO: "Qui devo prendere a prestito le parole di Ennio Flaiano: "il peggio che può capitare ad un genio è di essere compreso". Per cui, confido sul fatto di non esserlo mai stato ma, nell'eventualità, sono sicuro di essere stato, perlomeno, male interpretato."
Gioco io. Emozione magica: quella cosa per cui il petto è troppo piccolo per contenere il cuore gonfio di gioia e malinconia, quella cosa che mi capita ogni volta che ascolto la Scraps dal vivo! Cordialmente ringrazio, Serena.
* La Cooperativa C.h.v. di Suzzara opera dal
1986 nel campo della sensibilizzazione ai temi
dell’integrazione scolastica, sociale e lavorativa
di portatori di handicap e diversamente abili.
Gestisce servizi di assistenza, formazione e in-
tegrazione sociale per persone con handicap e
disagio sociale a rischio di marginalità ed opera
in collaborazione con gli Enti Locali e con Asso-
ciazioni di volontariato del territorio.
www.chvcoop.org
La prima cosa che mi passa per la mente sono i capelli rossi di una donna, con le labbra scarlatte. Un mazzo
di rose profumatissime, dai petali delicati. Il fuoco della fiaccola olimpica. La sabbia bruciante del deserto. Il
sole che si tuffa nel mare al tramonto. Le sfumature meravigliose delle foglie d’autunno. Le ciliegie, le fragole, la
mela di Biancaneve e quella di Eva. Il sangue di una nuova nascita. Il Natale. Il double-decker londinese. Il corno
portafortuna. Le guance piene di vergogna. La passione d’amore è la più rossa di tutte… per me e per molti di voi
probabilmente è così, ma penso sarebbe bello che ogni persona colorasse la propria passione del colore che
sente fucsia blu verde giallo ogni passione è del colore che ognuno di noi desidera! Trovo sia molto limitante
pensare che la passione sia solamente passione d'amore. C’è la passione per la musica, l’arte, lo sport, il proprio
lavoro… Ma per voi, qual è il colore della passione? Scriveteci! [email protected]
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poter suonare. In questo momento siamo impegnati nella
realizzazione del nostro primo cd.
Cinzia: Il nome “Palmares” da cosa deriva?
davide: Quando il Brasile era una colonia portoghese, molti
schiavi, provenienti dall’Africa, hanno iniziato a ribellarsi a
questa condizione creando comunità indipendenti chiamate
Quilombos. Palmares è stata la più grande e la più conosciuta
e rappresentava per tutti gli schiavi africani una speranza di
libertà, ed è proprio nei Quilombos che nasce la cultura e la
musica afro brasiliana. il nome Palmares è stato scelto per
incarnare il messaggio di libertà, di speranza e di integrazione
che queste comunità rappresentavano.
Cinzia: Come nascono i vostri pezzi?
davide: I testi li compongo io, in italiano e portoghese mentre
le musiche vengono composte sia da me sia da Andrea
Negrini che è la base ritmica e armonica del gruppo; per
quanto riguarda gli arrangiamenti invece, vengono elaborati
da tutti i componenti del gruppo, perché è qui che ognuno
mette del proprio. Mi piace definire la nostra musica spiritual
in quanto riesce a smuovere la nostra interiorità emanando,
attraverso messaggi spirituali universali, energie e vibrazioni
positive che fanno sentire le persone libere.
Cinzia Buzzi
la mia passione
ha i colori del Brasile!
Davide Giuradei, cantante del gruppo
PALMArES, racconta in quest’intervista
come la passione per il Brasile e la sua
cultura hanno dato vita al suo gruppo
musicale che oltre a proporre suoni
e danze brasiliane, lancia anche un
messaggio di uguaglianza e libertà.
Cinzia: Come nasce il gruppo Palmares?
davide: Palmares nasce nel 2007 ad
Andes di virgilio, patria del famoso poeta,
che ci rende orgogliosi di appartenere
a questa terra. Io e Andrea Negrini siamo i fondatori del
gruppo; l’idea è di unire in un unico progetto musicisti che
provengono da realtà culturali e musicali diverse, per creare
pezzi nostri e riproporre cover riarrangiate da noi. Rock, blues,
funky, raggae, jazz, samba rock, bossa nova e l’influenza della
musica brasiliana rappresentano la nostra musica.
Cinzia: Come è composto il gruppo?
Davide: Siamo in otto musicisti. Andrea Negrini alle chitarre,
ha un’impronta rock, Manuele Bulgarelli alla batteria, proviene
dal raggae, Paolo Tartaglia al flauto arriva invece da uno studio
più classico, mentre il pianista , Stefano Ghiotti, ha una matrice
jazz; inoltre abbiamo alle percussioni un ragazzo brasiliano e
al basso un ragazzo africano Isac Adu. Attraverso le nostre
differenze culturali, generazionali e musicali, vorremmo far
capire che la diversità è una fonte di ricchezza.
Cinzia: Come si svolgono i vostri live?
davide: Oltre alla classica strumentazione, durante i nostri live
suoniamo anche percussioni afro brasiliane tradizionali, come
il pandeiro, il berimbau e il reco reco. Inoltre, uniamo musica
e danza grazie all’intervento della danzatrice brasiliana
Jaqueline che ci accompagna con danze che rappresentano
il suo paese, e ad un gruppo di capoeira proveniente da
Brescia. Purtroppo il nostro gruppo, a causa di una proposta
musicale diversa, incontra difficoltà nel trovare luoghi in cui
CO
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R K
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Ya di Elisa Sivieri
Dicono che l’Africa è nera perché le persone che la popolano hanno la pelle nera. Se io dovessi dare un colore al
paese africano che ho visitato, sceglierne uno sarebbe difficile, ma so per certo che il nero sarebbe proprio l’ultimo.
Il nero è buio e gli africani sono pieni di luce! Poi non è solo una questione di colore che si percepisce con la vista.
I colori dell’Africa sono in 3D, hanno uno spessore, un odore ed un sapore fortissimo. Faccio un esempio: se
dovessi dipingere un paesaggio delle nostre campagne userei gli acquarelli. Così come se dovessi rappresentare
una qualsiasi città europea, una scogliera irlandese o una cima innevata delle Alpi userei tanta acqua ed intingerei
il pennello con leggerezza e i colori apparirebbero in velature delicate.
Anche questa è luce, ma quella africana è tutta un’altra storia. È una luce molto più calda, è una luce fatta di fuoco,
fatta di tanto colore puro, senza nemmeno un goccio d’acqua.
Se dovessi dipingere il Kenya dovrei scegliere colori ad olio e stenderli in uno spesso strato, e strato dopo strato
creerei uno spessore dove le pennellate si sovrappongono formando densi solchi, dove gli strati si impongono
prepotenti sulla tela a trama grossa e la texture è densa tanto da sprigionare il desiderio di toccarla, di annusarla.
Così è il mio Kenya: color terra in tutte le sue sfumature dal giallo all’arancio, al rosso al marrone, dove anche i verdi
e i blu sono caldi e densi. Dove il colore lo puoi toccare, ti sporca, ti avvolge, ti entra nel cuore come un vento caldo
e persistente ti stordisce. I colori degli animali della savana sono così tanti e così mutevoli, veloci come lo scorrere
delle nuvole di un cielo immenso, intensi come il terriccio che polveroso ti entra negli occhi sempre spalancati dallo
stupore di tanta magia che ti mette soggezione, abbaglianti come un sole che ti sembra sempre troppo grande. Alla
fine non puoi che sorridere. come tutte le persone e i bambini che avrai incontrato, che ti avranno accolto con sorrisi
pieni di luce in quella terra dove si vive con poco e basta poco per avere un sorriso da regalare.
più passione, più colori: Porto e Siviglia
di Chiara Salmin
viaggiare ti porta a scoprire. La curiosità si esalta in
tutte le sue forme. I sensi vengono stimolati: le orecchie
dritte per sentire come parla chi ti sta intorno, il naso teso
per i profumi e gli odori che ti circondano, la bocca pronta
per assaporare gusti nuovi ed esotici, le mani aperte per
toccare quello che hai vicino, a volte quasi per capire se
sei veramente lì o lo stai solo sognando, e gli occhi aperti
per catturare tutto, centimetro per centimetro.
Gli occhi sicuramente sono al centro della scena, non
sanno dove guardare e sono iperstimolati. vengono
catturati dalle forme e dai colori. I COLORI DI UN POSTO
TI RIMANGONO NEL CUORE. Se un colore prevale su
altri quel posto lo ricollegherai a quel colore. Ma se ci
sono tanti colori, a me rimangono tutti impressi nella
mente, ma in modo diverso.
Penso al mio ultimo viaggio e ai posti che mi hanno
toccato di più.
Porto è stato una sequenza di colori. Il rosso scuro
e brillante del Porto e il marron scuro del legno delle
sue botti. Le case gialle luminose e rosse di Ribeira
sul Douro. Il blu quasi elettrico delle decorazioni degli
azulejos, le piastrelle tipiche che trovi su chiese, case e
pavimentazioni. I tetti rossastri terra con il bordo piatto
che richiama tetti cinesi o giapponesi. Il verde bosco
delle persiane alle finestre, un po' malandate, un po' decadenti. La cosa bella è che oGNi MoMENto AVEVA iL Suo coLorE E orA uGuALMENtE oGNi
ricorDo HA uN coLorE, AL MASSiMo DuE, PErcHÈ Si ricoLLEGA AD uN MoMENto. Non c'è mescolanza.
SiViGLiA invece è mescolanza. È tutti i colori dei ventagli venduti ai negozi e alle bancarelle, e dico veramente tutti!. È i colori dei vestiti tipici che le donne si
comprano per prepararsi alla feria, tutti colori molto decisi: fucsia, verde, rosso, nero, che ti incanti a guardare mentre loro ballano la Sevillana; non importa che
abbiano due o ottant'anni, pesino quaranta o centoventi chili, il vestito è sgargiante, esalta le forme e ogni donna se lo mette. È il colore degli edifici che in base
al momento della giornata assumono diverse sfumature, passando dal grigio al marrone chiaro. È la mescolanza di colori nelle mille e una chiese, dove prevale
l'oro ma si mescolano l'azzurro e il marrone. È il colore del flamenco, visto tante volte e mai uguale, così come i colori dei vestiti, giallo oro, rosso e nero, verde,
marron, blu. È il colore della festa che è in tutti gli angoli delle strade, e nelle piazze: una chitarra marrone, un gruppo di persone di colore diverso, il verde delle
palme, una chiesa in pietra grigia sullo sfondo.
Forse vedere tanti colori è una strategia per non annoiarsi mai, vederli anche in modo diverso tra un posto e l'altro credo sia fantasia e anche esperienze diverse
vissute in quel luogo. E allora ci si ricollega alla passione: IN BASE A COME vIvI UN POSTO TI RIMANGONO IN MODO DIvERSO I SUOI COLORI.
Porto è stato una visita, Siviglia un mese di passione vissuta a 360 gradi.
Bisognerebbe riuscire a vedere colori differenti, o per lo meno variegate sfumature, anche in quello che vediamo tutti i giorni, mettendo passione in ciò che
facciamo meccanicamente e che sembra scontato. Mi viene in mente la bellissima frase di Proust: iL VEro ViAGGio Di ScoPErtA NoN coNSiStE NEL
cErcArE NuoVE tErrE MA NELL'AVErE NuoVi occHi. certamente scoprire nuove terre aiuta ad avere nuovi occhi nelle terre “vecchie”.
doppia
nome?sandraetà?38 annigrado di parentela?sorelle, anche se non si direbbea chi è venuta prima l'idea?se dico insieme?... diciamo libraiase fossi un formaggio saresti?una Délice de Bourgognee Laura?Laura iL Bitto, un formaggio pilastroun aneddoto su un cliente?ossignur... ne ho mille... i clienti hanno confessato dopo un paio d'anni che non riuscivano a distinguerci,
anche se frequentavano il Pensatoio regolarmente. Non riuscivano mai a capire chi era Laura e chi era Sandra!Poi mi chiedono Parmigiano reggiano delle vacche rosa, vacche russe, vacche mosse, vorrei del SiAGo, in tanti dicono vorrei del GoNGorZoLAlo fai solo per soldi, vero?se ti insulto ti offendi?! Se lo facessi per soldi farei la dipendente, con tutto il rispetto per i dipendenti!
la tua maggior soddisfazione?i miei clienti che quando tornano dalle vacanze mi dicono che all'estero hanno mangiato formaggi che avevano già conosciuto a Suzzara grazie a me. comunque la maggior soddisfazione è che sono la formaggiaia più brava del mondo!!ti arrabbi per?per la maleducazionela Boutique del Latte, il Pensatoio... non c'è due senza tre?chissà, però scusa ...il B&B casa Pascolone non vale già come terzo?il tema dello 02 è il colore della passione: di che colore è la passione per te?i colori del pensatoio: rosso e nerofatti una domanda e datti una rispostadifficilissimo... non mi viene in mente niente, ah ecco:Domanda: tutto Qui?risposta: Si!suggeriscimi una domanda da fare alla libraiaqual è la sorella migliore del mondo?TuttoQui: ...la risposta della libraia, la Formaggiaia la scoprirà solo leggendola Qui!
nome?mio? Laura Gandolfietà?29 quasi 30grado di parentela?sorella minore!a chi è venuta prima l'idea?mmmmhh... a tutte e due? Non mi ricordo. Mi sa che il nome l'ha tirato fuori lei, il libro col formaggio temo io, i tavolini e le tegole di formaggio leise fossi un libro saresti?oddio è difficilissssssimo!!!!! "L'isola del tesoro", dai, Stevenson, però pari pari con "Hyperion" di Dan Simmons e "Menzogna e sortilegio" della Morantee Sandra?"L'uomo che amava i bambini" di christina Steadun aneddoto su un cliente?beh, c'è quello che non ci distingue me e mia sorella e ogni volta che viene mi racconta cosa ha detto l'ultima volta a mia sorella, che ero sempre io, e considerato che il cliente ha più o meno la mia età, la trovo una cosa sempre piuttosto spassosa!lo fai solo per soldi, vero?per i soldi e per il potere, punto alla Presidenza della repubblica. oh, mica scherzo.la tua maggior soddisfazione?aprire i cartoni dei libri nuovi arrivati, è sempre come se fosse Nataleti arrabbi per?per quelli che sbattono i libri in giro, o li aprono troppo (quelli della libreria, ovviamente, poi quando lo comprano possono farci quello che vogliono...)la Boutique del Latte, il Pensatoio... non c'è due senza tre?sì, il tre sarà l'ospizio, mi sa... già ci hanno fatto una spedizione una volta a "il Pensionato di Gandolfi Laura e c." ... ci hanno dato un'idea!il tema dello 02 è il colore della passione: di che colore è la passione per te?se dico nero, si può? ok, nero.fatti una domanda e datti una rispostaodddio.... Quanto fa due + due? cinque. (citazione letteraria, eh.)qual è la sorella migliore del mondo?eh eh eh ... la Sandra Gandolfi??? i-(suggeriscimi una domanda da fare alla formaggiaiadove si trova lo scaffale dei libri in lingua originale?TuttoQui: mi viene in mente un'altra domanda... rispondi tu per tutte e due? Cos'è la noia per voi?Per me, Laura, la ripetizione di quello che già so, non aver niente da imparare. Per la Sandra... con i mille lavori che fa, mi sa che la noia le è abbastanza estranea... la annoia abbastanza la ragioneria, di questo sono abbastanza sicura, ecco, la noia per la Sandra è il bilancio!
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impressioniil sol d'estate scaldava il vecchio faggio
anche se eravam alle idi di maggio
l'alberi però d'un tratto
sembrò diedero di matto
scossi da un impetuoso vento
rami e foglie fecero sentir il loro lamento
i campi d'avena sembravan scossi
e dal vento percossi
le bandiere al vento ululavan
mentre gli augelli nel cielo volavan
m'anche gli augelli stanchi di contro il vento
lottare
aprono le ali e si lascian trasportare
il vento però oltre la sua frescura
portò voci di gente e profumo di natura.
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il panino sopraffino
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Quando penso ad Azzurra Ponti penso: nome da fatina e cuor di leone!
Un paio di anni fa un'amica di un'amica me la presenta come aspirante grafica di Quistello in cerca... d'autore. Ci
incontriamo per definire il lavoro a grandi linee: qualsiasi cosa io chieda, lei risponde: - Non c'è problema, si può fare.
Mi piace questa tipa!
E scopro che non sa solo impaginare. Azzurra disegna da dio ed è una grande lettrice (nel blog http://azurestrawberry.
altervista.org/ trovate i suoi articoli le sue recensioni).
Mi diverto a lodarla in pubblico, anche se so di metterla in imbarazzo, perché è brava sul serio e mette passione in
tutto quello che fa.
A.G. Azzurra, ne hai letti di tutti i colori. Quale libro ci consigli? Ma, soprattutto, di che colore è?
Non ho libri preferiti, a parte i primissimi che ho letto. ho iniziato a leggere a quattordici anni, ma leggevo autori
per adulti, come Anne Rice, Dean Koontz e Wilbur Smith. Di quest’ultimo consiglierei “Uccelli da preda”, magari a
ragazzi un po’ cresciuti. È una storia di pirati ed è BLU e ORO, perché è ambientata in parte nel mare e in parte nel
deserto africano.
Ora leggo anche molti romance: mi è piaciuto “Corinna” di Katleen McGregor (che in realtà è un’autrice italiana sotto
pseudonimo), anche questo romanzo parla di pirateria ed è ambientato nel Centro-America. È decisamente BLU!
A.G. sei una illustratrice con i fiocchi... anche se quando te lo dico fai finta di non sentire. se ti commissionassero la
cover molto importante, di quale autore sarebbe? E di che colore la faresti?
Non utilizzerei un solo colore, ma tanti colori saturi. Immagino una foresta tropicale con i verdi accesi della
vegetazione, gli arancioni, i gialli, i fucsia dei pappagalli e dei fiori. Ma cover così sarebbe perfetta per un libro di
Katleen McGregor. Ma in generale mi capita di disegnare personaggi o scene di molti dei libri che leggo.
Un’autrice che mi ispira illustrazioni oscure, per esempio, è J.R. Ward con la sua saga “La Confraternita del Pugnale
Nero”.
A.G. se ti chiedessi di raccontare una storia partiresti dalle parole o dalle immagini? E quale storia ci racconteresti?
Dalle immagini!! E questo è un problema perché avrei tante storie da raccontare, ma di quasi tutte mi faccio
un’immagine mentale dell’inizio e spesso non riesco a pensare a come farle terminare.
Non so quale storia racconterei perché sempre, quando leggo, mi vengono tante idee. Per ora il mio modo di metterle
su carta è disegnarle: non ho ancora la costanza di cercare le parole.
letteraLMente
BiaNCO, NERO, OROdi isabella Montorio
“NEvE”, “IL vIOLINO NERO”, “L’APICOLTORE” sono
tre libri di Maxence Fermine. Tre libri che parlano di
tre colori non-colori, un viaggio nella passione, nelle
emozioni umane dove la poesia delle pagine arriva a
toccare l’anima attraverso il bianco della neve, il nero del
violino e l’oro del miele.
NEVE _ “la neve è una poesia. una poesia che cade
dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri...”
Questo libro è BIANCO e riposante come la neve e
l’Asia che lo ispirano. Il bianco della neve pura e delicata
come i versi di Yuko, giovane poeta giapponese che
compone haiku perfetti ma che sanno
parlare solo di neve, privi di sfumature
e colori. Neve, candida e leggera
come i passi di una funambola che,
per amore della sua passione per la
vertigine, diverrà per sempre solo una
meravigliosa immagine imprigionata
nei ghiacci, che la renderanno però
splendida e immortale.
iL VioLiNo NEro _ ”un semplice alito
basta a farlo vibrare, ma la musica che ne scaturisce è
talmente strana da poter cambiare la vita di chi lo suoni.”
Questo libro è NERO e angosciante come la musica di
un violino, a tratti oscura ma attraente e meravigliosa.
È la storia di un giovane che ha l’ambizione di mutare
in musica la propria vita. Una donna misteriosa che
esprime in un canto divino la profonda innocenza della
sua anima e un liutaio che ha costruito uno splendido
violino, nero come gli occhi e la chioma di quella donna...
L’APicoLtorE _ “Io sono un sogno. E vengo da un
sogno. un sogno di cui non possiedo più la chiave”
Questo libro ha il colore dell’ORO e del sole come il
folle sogno di un apicoltore dove l’Africa, il deserto, il
miele e il sole rendono pazzi di gioia coloro che osano
toccarli. È la storia di un giovane che cerca in ogni cosa
l’oro della vita, ossia la bellezza, la magia, il colore caldo
del sole ed è incantato dalle api che “possono morire
d’amore per un fiore”!
Tre storie appassionanti, tre colori che sconfinano nella
favola e che sanno di poesia.
azzurra Ponti...
ne faccio
di tutti i colori.
di anna Giraldoillustrazione di Azzurra Ponti
« Adesso il mondo è stabile. la gente è felice, ottiene
quello che vuole e non vuole mai ciò che non può
ottenere. sta bene, è al sicuro, non è mai malata, non
ha paura della morte, è serenamente ignorante della
passione e della vecchiaia. non è ingombrata né da
padri né da madri, non ha spose, figli o amanti che
procurino loro emozioni violente. È condizionata in
tal modo che praticamente non può fare a meno di
condursi come si deve» - il Mondo nuovo, A. Huxley
Arancione.
Questo è il colore della Millenaria 2012.
È anche il colore del semaforo quando vuole dirci:
AttENZioNE
L’arancione è il colore della passione al fine di
metterci in guardia.
La passione è una specie di forza di volontà che
entra in atto quando stiamo facendo qualcosa che
ci piace immensamente e per la quale, quindi, non
è necessario sforzarsi. La forza di volontà è una
forza, molto potente, che ci permette di compiere grandi
imprese; quando amiamo ciò che stiamo facendo una
forza non è necessaria, in quanto tutto sorge spontaneo.
È possibile lavorare senza sosta, quasi divertendosi, la
noia e la stanchezza se ne vanno.
Grandi e piccoli uomini hanno compiuto grandi imprese,
talvolta catastrofiche; e sono sicuro che ci abbiano
messo impegno e passione. Ecco perché AttENZioNE.
Lo sappiamo tutti come la via per l’inferno sia lastricata di
buone intenzioni. Forse non è da condannare l’errore in
buona fede ma le conseguenze di quell’errore ci saranno
comunque. il problema principale è che mettendoci
passione, ogni nostro gesto ingigantisce la sua portata,
ogni errore la sua pericolosità. Qualcosa di ben fatto è
frutto di intelligenza, pazienza, precisione, passione e
magari bravura, ma serve soprattutto consapevolezza.
La passione può compensare mancanze in tutte le
altre doti, tranne che nella consapevolezza. Sarebbe
necessario poter capire qual è il fine della passione in
atto in quel preciso istante. È come la foga agonistica di
un atleta, è un momento durante il quale la mente segue
l’istinto e quegli stimoli radicati nel profondo. L’uomo da
animale quale era conserva ancora la sete per il potere,
la conservazione della specie; l'istinto di sopravvivenza.
«Il potere non è un mezzo, è un fine. non si stabilisce una
dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione;
ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una
dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il
fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere.»
- 1984, G. orwell
Nulla di strano, è dentro noi. Nel tempo, l’istinto di
sopravvivenza si è trasformato in sete di potere.
conservare la specie -oggi la famiglia o l’io nei casi più
disperati- si è tramutato in assicurarsi la conservazione
del potere acquisito e magari in un suo continuo aumento.
Per questo, lavorando con passione e rispondendo
ai nostri istinti in preda all’euforia non ci accorgiamo
dello sbandamento che prende la nostra strada, dei fini
egoistici che prendono le nostre scelte.
Non facciamo che ripeterci che il destino della terra
dipende da noi, che le sue condizioni si aggravano ma
sembriamo solo capaci di parlare.
Più passa il tempo, meno sento di riuscire a riporre
speranza nelle azioni dell’uomo. Azioni provienienti da
pensieri che non mi convincono, mi spaventano, pensieri
potenti capaci di esplodere da un momento all’altro.
inutile iniziare discorsi per me difficili da sostenere.
La passione è comunque bellissima. ci sono tante
persone lavorano ogni giorno per rendere il mondo un
posto migliore. La passione ci spinge a riuscire in quello
che non saremmo in grado di fare, donando al nostro
lavoro il fattore C. un lavoro svolto con passione non ha
paragoni: nel bene o nel male.
con semaforo ArANcioNE puoi superare l’incrocio,
con attenzione; tutto qua, niente di catastrofico.
ArANcioNE è il colore dell’autunno, la mia stagione
preferita.
andrea Mambrini
Da piccola ero l'8 verde in un'aula gialla. Così era
facile identificare i proprietari di asciugamani e
spazzolini per denti in crescita in un asilo affollato.
Forse per quell'8 ricamato sulla bustina portatutto, o
forse perchè la mente di un bambino crea spontanee
associazioni di idee, fatto sta che da sempre per me
ogni numero ha un colore.
L'uno è blu, il due è rosso, il tre è verde, il quattro
è giallo, il cinque è rosa. Lo so. Mi state leggendo
da poche righe e già vi chiedete se questa tizia che
firma il pezzo sia anche caduta dal seggiolone, in
quegli anni. Ma io non voglio convincervi di qualche
infantile teoria onirica, piuttosto vi chiedo di che
colore è il 2012 per voi: la somma dei colori di ogni
cifra – facendo due conti secondo il mio immaginario
una specie di violetto, ma siete liberi di fare la vostra
combinazione – o un anno fatto di un colore solo?
Nessun giorno della nostra vita è monocolore, ma il
risultato di molte sensazioni dalle mille sfumature:
quindi, da gennaio a dicembre attraversiamo il blu
della tristezza secondo il mood inglese, il rosso
della passione, il giallo dell'esuberanza, il viola
che odiano gli artisti scaramantici e che ora la
moda elegge nell'Olimpo dello stile. Ma tornando a
dicembre, quanti di voi fermano il pensiero al giorno
21? Quanti si chiedono se a Natale riusciranno a
tirare un sospiro di sollievo?
Se quel giorno avesse un colore, forse richiamerebbe
le sfumature dei grandi templi Maya immersi nel
verde oppure il grigio delle cose indefinibili, o delle
giornate di pioggia. Comunque sia, ad ogni colore
siamo abituati a far corrispondere un'emozione.
Quella delle leggende è la paura, una calamita
che l'essere umano ha per il mistero, l'ignoto,
l'impossibile che diventa possibile solo quando
lo vediamo con gli occhi, e non lo sentiamo solo
raccontare o predire. Telmo Pievani, filosofo della
scienza, dice che “la parola “catastrofe” nella
tragedia greca indica quel momento in cui tutto si
svela, succede ciò che deve accadere per riportare
le cose ad un nuovo equilibrio”. Ma dice anche
che “i calcoli Maya non si fermano al 21/12/2012:
quando tutti già urlavano al disastro imminente, è
stato trovato un nuovo calcolo del ciclo del mondo
che parte proprio dal 21 dicembre”.
Improvvisamente, il grigio/violetto diventa un caldo
giallo come la luce del sole? O forse bianco, come la
verità, che è poi quella che disegniamo ogni giorno,
senza il dubbio che il giorno dopo saranno di nuovo
altri colori.
valeria dalcore
aTTENZiONE è in arrivo la Passione!
Sono un’insegnate precaria e nel mio peregrinare tra le
scuole della Provincia di Mantova, sono giunta al Centro
Territoriale Permanente per l’Educazione e la formazione in
età adulta (CTP-EDA) dell’Istituto Comprensivo di Quistello.
Il Centro è stato istituito nel 1998 come luogo di lettura
dei bisogni formativi, di progettazione, concertazione,
attivazione e governo di iniziative di istruzione e formazione
in età adulta. L’affermazione degli universali diritti di
cittadinanza, dignità, partecipazione attiva alla vita sociale
è una delle principali finalità del ctP.
Esso opera per orientare al successo ogni iniziativa tesa al
progresso della condizione culturale, professionale, sociale
della popolazione adulta. Cerca infatti di rispondere ai
bisogni di un’utenza diversificata sia per provenienza socio-
economica che per formazione culturale e professionale.
Dopo l' esperienza con bambini, sono passata ad insegnare
la lingua italiana ad adulti e giovani adulti provenienti da
ogni parte del mondo. All’inizio mi sembrava un’impresa
assai difficile, sia per gli orari - noi lavoriamo di sera dalle
18 alle 21:30, dal lunedì al venerdì, essendo i nostri studenti
anche dei lavoratori - sia per il target dell’utenza, adulti
come me. In realtà si è rivelata con il passare del tempo
un’esperienza molto significativa e arricchente.
Gli studenti (indiani, marocchini, algerini, ghanesi,
senegalesi, brasiliani, pakistani, cinesi, filippini, bengalesi,
ucraini, moldavi, ecc.) sono molto diversi tra loro: per il livello
di conoscenza dell'italiano, per il modo di approcciarsi alla
scuola, per la loro lingua madre, e hanno atteggiamenti
diversi in classe ma tutti SoNo AccuMuNAti DALLA
MotiVAZioNE AD APPrENDErE.
Per chi ha voglia di IMPARAREdi Stefania Pincella
Spesso noi italiani ci dimentichiamo dell’importanza che
ricopre la motivazione nel processo di apprendimento. È
la molla che fa scattare tutto. È il fine che spinge l’uomo ad
impegnarsi per soddisfare i propri bisogni.
Le persone che incontro in classe hanno voglia di imparare
l’italiano perché devono trovare un lavoro, perché vogliono
aiutare i propri figli nel fare i compiti, perché vogliono
scambiare qualche parola con il proprio vicino di casa
oppure per riuscire ad andare a far la spesa senza aver
vergogna di sbagliare. L’altra sera ad esempio ho invitato
la mia classe ad immaginare di essere in un mercato.
L’obiettivo era quello di spingere le persone a creare un
dialogo per acquistare della frutta e della verdura. Sono
uscite frasi molto divertenti, sembrava quasi di essere in un
suk marocchino o in un animato mercato indiano! Alla fine
le persone mi hanno ringraziato per aver insegnato a dire
“che cosa desidera” o “quanto costa in tutto”. cose semplici
ma utili.
Mi occupo di alfabetizzazione per stranieri. Lavoro alla
sera con gli adulti e alla mattina con i ragazzi stranieri che
frequentano le scuole superiori e che hanno bisogno di
un supporto nello studio della lingua italiana. Per il CTP,
lavorano una decina di insegnati che quotidianamente
si impegnano, con passione e determinazione, per far
funzionare e migliorare un centro dalla ricca offerta
formativa. Fondamentale è anche il percorso attivato per
ottenere la licenza media, grazie al quale molte persone
italiane e straniere riescono ad ottenere un riconoscimento
del proprio percorso di studi fatto.
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Prorompente ed irrazionale, il giallo è pura vitalità. Grazie alla sua forte luminosità, favorisce la capacità di
concentrazione e il pensiero astratto. il rosso è definito per eccellenza il colore della passione, ma troppo rosso può
stimolare l’aggressività! vitale, vivace ed irrequieto il rosso è energia se è chiaro, tendente al giallo. il rosso medio
è profondo, il rosso scuro è meditativo, aiuta a prendere decisioni. il blu è il colore del cielo. il blu è il colore che per
eccellenza rilassa e facilita la comunicazione. Quando è intenso suggerisce quiete, quando tende al nero è drammatico.
l'azzurro è magia! la gamma dei verdi è una delle più ricche, ma semplici, perche è già in natura ne esistono tantissimi
tipi. Simbolo di ecologia, di natura, di vita. è energico e giocoso se vicino al giallo. Mescolato al grigio si ottiene il
salvia, delicato e rilassante; con il blu è pensieroso, ma attivo. il viola è instabile, perché può essere caldo o freddo
se componi in modo diverso i due colori primari: rosso e blu. Tenue e raffinato nei toni del malva, violetto, fucsia,
cremisi o lilla infonde stabilità ed equilibrio, ma se accostato ad un giallo o ad un arancione diventa energia. il grigio
è il colore dell’eleganza, indica quiete, come il verde. avorio, panna, crema sono varianti che esprimo raffinatezza.Quistello, via Semeghini • INFO 0376 625583 . 3492100690
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Via Argine, 12 - SUSTINENTE (MN) . tel 0386/43202
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Fatti un amico fungo . 2° puntata di Karin EasyKa Krispino
Eccoci alla seconda puntata cari lettori!
So già che mi amate e che siete in tanti a seguirmi!
Nello scorso numero vi ho raccontato che sono un
funghetto di tutto rispetto che ama lo zucchero e che
nuota nel thé verde, questa volta, invece, vi racconto
la ragione per cui faccio tanto scalpore al vostro corpo.
Innanzitutto vi voglio confessare che non profumo
proprio di rose, chi ama l’agrodolce mi saprà capire,
profumo infatti di aceto, ma vi dico che quando mi
assaggerete la vostra diffidenza sparirà, le vostre
papille si apriranno al fantastico gusto di moscato
d’Asti invecchiato! Non vi sto prendendo in giro, ho
proprio un meraviglioso gusto dolce e frizzante, beh
che dire, l’abito non fa il monaco!
Oltre a questo ho un potente effetto depurativo, grazie
all’acido glucuronico che contribuisce all’eliminazione
delle tossine attraverso il vostro sistema linfatico.
L’acido lattico vi aiuterà a eliminare i dolori muscolari
dovuti a sforzi, la vitamina B vi tonificherà il sistema
nervoso e la vitamina C rafforzerà il vostro sistema
immunitario difendendolo da qualsiasi infezione!
Potete deliziarvi il palato in qualsiasi momento
dell’anno, anche 365 giorni interi, vi renderò sempre
belli in forma!
Per non farla troppo difficile vi dico per quali patologie
comuni utilizzarmi: vi posso tanto aiutare nel
riequilibrare il vostro intestino sia se vedete tante
volte il caro bagno, che no! Infatti, calmo e rallento i
movimenti intestinali, o li stimolo a seconda dei casi, ma quanto sono bravo?! Se poi la stagione vi condiziona
ad uno stato di “etciù!” continuo, vengo in soccorso con la vitamina C che vi rimetterà in forze in poco tempo!
Se ne volete sapere di più, sono anche molto bravo a tonificare e migliorare l’energia che avete, favorendo il
sonno e rendendovi più forti durante il giorno! Per coloro che hanno, invece, problemini di colesterolo posso
essere di ottimo sostegno al metabolismo aiutandolo a smaltire il grosso e pesante carico di grassi che avete!
Vi Ho coNViNto?! AVEtE uNA VoGLiA MAttA Di SAPErNE Di Più?! ALLorA ASPEttAtE LA ProSSiMA E
uLtiMA PuNtAtA iN cui Vi Dirò DoVE troVArMi, coME PrEPArArMi, E QuANto BErMi!!
Vi ASPEtto ZuccHEriNi!
Lo sapevi che il nostro organismo, per poter accogliere e correttamente assimilare gli alimenti che acquisisce
durante un pasto, ha bisogno che i nostri occhi registrino la più vasta gamma di colori possibile presenti sulla tavola?
Pensa che sofisticatezza: LA NoStrA QuotiDiANA ForMA FiSicA E LA NoStrA SErENità SArANNo tANto
Più EQuiLiBrAtE QuANtE Più SFuMAturE croMAticHE SArANNo PrESENti AL NoStro DESco.
Ed ecco che si parte con una vera e propria caccia al particolare: non può allora mancare il rosso delle cipolle di Tropea o delle rape, il bianco dell'asparago
di Bassano o della crema di latte, il giallo dei fiori di zucca o dell'uva di Moscato, il verde della salsa alla menta o dei pistacchi di Bronte, l'arancio dei
pistilli di zafferano o dei cachi, l'indaco della lavanda o dei petali di lino, il viola del cavolo nero o dei mirtilli, il nero dei semi di papavero o del sale delle
hawaii...
Una naturale Ratatouille di colori ed emozioni per sentirci bene e per farci godere pienamente del buon cibo sano, il più atavico piacere della vita, uno
dei pochi autentici gesti d'amore che ancora possiamo regalarci ogni giorno.
Clara Zani www.lapavona.it | facebook: la pavona sul sofà
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Colore "Ratatouille"
Davvero pensi che quando hai voglia
di cambiare sia colpa del tempo o
della luna? Se ti svegli una mattina
e decidi che è ora di dare una svolta
alla tua immagine pensi a un nuovo
colore di capelli o a un nuovo taglio,
magari corto e sbarazzino?
Così telefoni al parrucchiere, e come
per incanto ti rinnovi!
Ebbene sappi che dietro a questa
trasformazione c'e' molto di più!
Ogni colore che scegli, è un
messaggio del tuo inconscio. Nulla è a caso!
Dietro a un cambiamento esterno si nasconde il
desiderio di cambiamento che giunge dall'interno.
Se opti per un BIONDO acceso, è la tristezza che ti
invade: è un momento in cui ti senti sola magari pur
avendo un partner. Forse non ti senti abbastanza
considerata? vorresti un pò di libertà?
Quando invece ci si fa MORE o addirittura NERO/
BLU, è la paura che ti ostacola. Paura di non farcela
in un impegno, in un traguardo, o di non essere
all'altezza! Stai andando avanti con la sola volontà
senza il piacere di fare ciò che fai, magari per non
voler ammettere che sei semplicemente stanca.
Se invece vai su un ROSSO, un mogano allora sei
proprio arrabbiata! Avresti voglia di ribellarti e la
situazione che vivi ti sta scomoda.
Quando invece sono MEChES sei in un bel conflitto!
Sei preoccupata e ti manca la serenità. vorresti
prendere delle decisioni, ma è troppa la confusione
che hai dentro.
Se la riga dei capelli la porti a destra sei in una fase
più aggressiva, ma per difenderti. Se invece la porti a
sinistra, allora sei più disponibile, più aperta.
Quando senti il desiderio di scoprire la fronte sei
pronta ad affrontare la vita senza più nasconderti.
Ma se hai voglia di raccoglierli in una coda è perchè
il carro lo tiri avanti tu e solo tu! Se invece è tempo
di frangia allora è una fase introversa e sei chiusa a
ciò che ti circonda. Così come quando non hai voglia
di curarteli affatto i capelli: allora è proprio una fase
nera! Manca il gusto di piacere all'altro e sopratutto
di piacere a te stessa! Non è forse che chi ti sta vicino
non ti interessa più? E ti senti un pò depressa?
...La prossima volta che chiami il parrucchiere dì la
verità, non a lui, ma almeno a te stessa!
dai voce al tuo inconscioriflessioni durante una pedicure
la nostra visione TRaSPaRENTE della vita
di Elisa Motta e Federico aprile
vogliamo dare voce alle nostre emozioni. Lo spazio
a disposizione è poco, ma ci proviamo, anche per
spronare giovani come noi a fare lo stesso!
Esiste un'energia vitale che noi chiamiamo essenza, ne
esistono svariate forme, nascoste, celate da un velo
opaco tessuto dall'insieme delle superficialità e da una
falsa evoluzione umana.
Noi vogliamo parlare della trasparenza, perchè è
elemento indispensabile per riuscire ad osservare i
colori puri, che dietro a questa, compongono l'essenza.
Quest'ultima è il nucleo che si nasconde, ma che
inevitabilmente fornisce vita ad ogni forma primaria di
pensiero, di comportamento.
cos'è l'essenza? Una nozione aristotelica?
L'irraggiungibile grado platonico? Possiamo definirla
come "ciò per cui una cosa è ciò che è", la sua natura;
l'essenza si contrappone all'accidente, indicando quel
che appartiene necessariamente a un ente.
Esempio: indicare l'uomo come un animale ragionevole
è definire una delle sue essenze, ovvero, una delle
essenze che lo spingono a vivere.
Da sempre in filosofia, due modi differenti di concepire
l'essenza continuano a scontrarsi, in un duello che
coinvolge i credenti in una differenza tra l'essenza
e l'esistenza e chi crede contrariamente che questa
differenza sia solo mentale. Ciò di cui non si può fare
a meno, però, ricorre universalmente senza tempo:
il bisogno d'amore, di arte, di comunicare, l'istinto di
sopravvivenza, l'amicizia ecc.. Sono le essenze della
nostra esistenza, bisogni slegati, che fatalmente non
possono esistere in questa dimensione escludendosi
a vicenda. Sono "bisogni" innati con i quali la natura
dell'uomo è formata, con loro l'uomo è nato, cresciuto, è
riuscito nella sua evoluzione, fino ad oggi.
Proprio ora, nella contemporaneità, avviene qualcosa
d'insolito; l'evoluzione che noi crediamo tale sta
ingannando l'uomo stesso, oscura e appanna la
trasparenza che da sempre ha legato l'uomo alle
vere essenze, ai veri colori puri, quelli che riescono
a rappresentare la nostra natura più profonda, le
sensazioni come l'amore, l'arte, l'amicizia ecc...
Dobbiamo ordinare, pulire il nostro pensiero per
capire l'essenza umana, per la quale l'uomo è così
eccezionale. Per farlo è necessario partire dalle nostre
origini primitive. I bisogni primari di un uomo, quelli
sentiti ed incondizionati sono l'istinto di sopravvivenza
e il bisogno di comunicare. Per sopravvivere, l'uomo
cominciò a cacciare e per essere più efficiente, capì
l'importanza di cooperare con altri esseri della sua
specie. Nacquero così le prime forme di aggregazione,
le quali, evolvendosi grazie al pensiero umano e
all'esperienza acquisita quotidianamente, dettero vita
alla disciplina che noi comunemente chiamiamo Politica,
intesa come insieme di principi, direttive e norme che
regolano l'espressione massima di socializzazione a cui
ha dato vita l'UOMO.
Quante cose nella nostra Politica attuale, muovono in
senso centrifugo rispetto al principio che primitivamente
la creò?
Stiamo assistendo ad una fortissima separazione tra
l’uomo e le sue essenze, la trasparenza si sta annullando
e tutto diviene grigio. Solo le discipline legate alle
espressioni e alla comunicazione artistica possono
contrastare questa tendenza, possono aprire gli occhi
delle persone, ricordando la necessità delle emozioni
e delle tradizioni. Sono capaci di ricollegare il pensiero
alla verità e all'essenza dell'origine.
Ma anche queste uniche salvezze stanno mutando, ci si
sta allontanando sempre più dal motivo che da sempre
ha donato loro ragione e necessità d'esistere.
A questo punto, vogliamo chiarire qual è l'essenza
dell'Arte.
L'Arte, come il pensiero, è un frutto dell'uomo e parla
di colui che la realizza, parla dell'esistenza e questo
grazie a forme, colori, spazi e suoni. È un linguaggio
che rappresenta la vita e che attinge dall'essenza visiva
d'ogni momento esistenziale.
Guardando artisti come Mark Rothko o Edward hopper,
notiamo quanto la loro opera parli del quotidiano,
quanto metta in gioco ognuno di noi in modo così
coinvolgente e toccante... la loro arte non fa sognare,
riesce a far toccar con mano l'essenza. con la loro
grande riflessione, riescono a riproporre universalmente
una loro trasparenza sul mondo.
Non facciamoci ingannare dalla velocità del mondo
contemporaneo, dalla disinformazione, dall'evoluzione
tecnologica continua. Sono cose importanti ma
accidentali, che si allontanano sempre più dalle essenze
senza nemmeno attingerne.
La grande magia di nostra madre-terra è immobile,
intatta da sempre e per sempre; solo la fantasia, le
nostre intuizioni, possono donarci l'immagine di una
nuova forma di vita. Questa è vera evoluzione umana.
Noi utilizziamo la pittura e la scrittura per parlare e
per rappresentare l'Arte come la sentiamo attraverso i
nostri sensi.
L'Arte, figlia del pensiero primordiale, è la volontà
di rappresentare l'esistenza dell'uomo, quella più
ordinaria e quotidiana, anche semplicemente le stelle.
Attraverso forme, suoni, parole, spazi, immagini, l'uomo
rappresenta ciò che è, la propria esperienza e la propria
essenza.
A tutti i giovani come noi, diciamo di cercar sempre
in basso, di guardare a terra pur osservando il cielo;
scrutiamo sotto i nostri piedi, proprio qui l'essenza può
essere espressa in un'infinità di colori, luci e forme.
Ed
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La nostra vita, la nostra terra, nel profondo custodisce
milioni di colori, che possiamo osservare solo se
pensiamo a tutto ciò che copre questi, solo come una
leggera e superficiale trasparenza.
Scarica gratuitamente da iTunes l’App per iPhone Tutto Qui e dintorni powered by Personal System, fotografa il qrcode Qui a lato e scopri chi partecipa alla redazione di TUTTOQUi&dintorni!
chi siamo
il r
osa
rosa è una passione delicata dalle molteplici sfumature che
diventa pallida vicino al bianco e si accende vicino
al rosso. rosa come un fiore di cui prendersi
cura per sempre nel giardino della vita. rosa è il
colore del matrimonio secondo Manto Weddings.
www.mantoweddings.com
Cucinatollerante. Rinunce? No, grazie!tutto parte dalla passione, o meglio, dalle passioni: cucina, architettura, fotografia.
La voglia di combinare elementi diversi, sperimentare, comporre - prima ancora che sapori – forme, luce e colori
in un prodotto gradevole, meglio se anche utile, ci ha sempre stimolato. A questo si deve aggiungere il gusto
per la buona compagnia, che per noi significa serate tra amici e cucinare per loro, il che porta a confrontarsi con
intolleranze alimentari diverse o regimi alimentari particolari. Questa gavetta ha negli anni permesso di costruire
un ricettario con ingredienti alternativi e piatti reinventati o adattati per essere gustati da tutti, godendosi ogni
tanto un po’ vanitosamente le facce stupite dei commensali quando sveliamo che le lasagne non contengono un
filo di formaggio, o il gelato una goccia di latte vaccino.
Era naturale quindi che prima o poi ci sarebbe venuta voglia di condividere il nostro ricettario e trasformarlo in blog
ci è sembrata la scelta più ovvia. L’idea di contribuire a far godere della buona tavola chi è costretto ad alcune rinunce
ci ha da subito coinvolti e i primi risultati ci hanno fatto capire che la scelta è stata apprezzata anche dal pubblico.
Il blog “Cucinatollerante. Rinunce? No, grazie!” ha visto la luce il 28/02/2012 e al momento è seguito regolarmente da più di un centinaio di utenti al giorno, in costante
crescita, che si stanno affezionando e cominciano anche ad interagire con noi.
Il gusto per le forme pulite e le atmosfere minimaliste orientano la presentazione dei piatti ma spesso emergono anche i legami con i nostri territori di origine cui noi
aggiungiamo un tocco personale. La nostra cucina spazia da piatti semplici a rivisitazioni esotiche, ispirandoci anche a eventi internazionali per la scelta dei menù. Come
filosofia abbiamo scelto di non sprecare nulla, quindi il cibo fotografato non presenta nessun artificio per renderlo più bello a scapito della commestibilità: quello che
fotografiamo poi lo mangiamo.
Cucinatollerante www.cucinatollerante.
altervista.org
facebook: Cucinatollerante
21 | 09 | 2012 Esce lo zERO2, e di per sè è già un evento!
23 | 09 | 2012 tuttoQui&dintorni associazione di volontariato partecipa alla Giornata delle Idee 2012 sulle rive del Lago Superiore (zona zanzara), l'annuale evento dedicato alle realtà giovanili del nostro territorio, che quest'anno darà grande risalto all'impatto del terremoto sui giovani mantovani.
27 | 10 | 2012 tuttoQui&dintorni in collaborazione con il Centro Casalinghi DAL TOSCANO organizza NUTRIMENTE, una serata di degustazioni extrasensoriali dove tutto può accadere!
21 | 12 | 2012 ... ZEro3, forse.
Non demordete! Continuate a scrivere al cinico: [email protected]
L’ANGOLO
arrivederci&grazieal prossimo numero: uscita prevista 21 dicembre 2012, forse.
del Cinico
illustration by Giulia casoni
tAVoLEStrEttE
ATTENzIONE!!!
Ultimamente la vita sorride anche al nostro
misterioso Cinico: è rimasto senza parole! Colpa
di tutta la passione di TuttoQUi?! In attesa che
la sua esistenza torni a tingersi di un elegante
grigio, plumbeo preferibilmente, abbiamo chiesto
un contributo alla sua segretaria personale, che,
ovviamente, vuole rimanere nell'anonimato.
Ci scusiamo con i nostri gentili lettori per lo
spiacevole disguido!
Quelle di TuttoQui
per tutti gli appuntamenti...rimanete connessi!
PEr rEStArE SEMPrE AGGiorNAtiwww.tuttoqui.info
IL VOSTRO CALENDARIO DEGLI EVENTI
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Appena in tempo, prima della fine, il numero
ZEro3 di TuttoQui&dintorni uscirà, forse.
Ma se anche questa volta i nostri eroi
riusciranno nell’epica impresa, se avranno
ancora una volta l’entusiasmo di inventarsi
un tema interessante, raccogliere materiale
appassionante, visionarlo con stupore,
rivisitarlo con attenzione, impaginarlo con
eleganza ed un briciolo di follia, e ancora
supplicare sponsor reticenti a sostenere
le onerose spese di stampa, vorrà dire che
allora c’è una speranza e il nostro mondo
continuerà ad andare avanti... nonostante
tutto, con Passione.
la Segretaria
la segretariadel Cinico
nutri|mente
il Simposiostuzzicante
in copertina: Federica Aiello Pini - Nata nel 1980 a Parma, vive e lavora a Mantova. Diplomata con lode in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e in illustrazione presso l’accademia di arti visive Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Nel 2008 vince il concorso nazionale Artefatta patrocinato dal Comune di Riccione e in seguito espone in una personale nel Castello degli Agolanti. Partecipa a collettive promosse dalle istituzioni culturali del Comune e della Provincia di Mantova, esponendo le proprie opere all’interno della mostra Arte a Mantova, 2000-2010 Persistenze verifiche e Nuove
Presenze alla Casa del Mantegna (2011) e alla rassegna Tracce d’Arte, l'arte giovane a Mantova a Palazzo della Ragione (2012), ed è stata ammessa tra i 10 finalisti nella categoria pittura della seconda edizione (2011) del ‘Premio Ricoh’ per giovani artisti contemporanei, patrocinata dalla Provincia di Milano. Selezionata per partecipare alla Master Class in Arti visive e Design Segni d’acqua, riflessioni di manualità sulla carta tra oriente e occidente alla Biennale di venezia. Attualmente espone in personali e collettive in Italia e all’estero, porta avanti la propria ricerca pittorica, si esibisce in performance di Live Painting su musica, realizza illustrazioni e conduce laboratori artistici per bambini e adulti, interessandosi anche al campo dell’arteterapia. È possibile farle visita nel suo studio in centro a Mantova, in via Trento 38, previo appuntamento.
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