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IN TRINCEA…

Le trincee della Spina Verde

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IN TRINCEA…

LINEA CADORNA Al parco della Spina Verde, è possibile osservare numerosi resti di trincee,

camminamenti e cunicoli scavati nella roccia.

Queste strutture che dominano la vallata di Chiasso, fanno parte dell’insieme di fortificazioni della Linea Cadorna, così chiamata dal nome del generale italiano che la fece costruire tra il 1916 e il 1917, riprendendo un vecchio progetto del 1882.

La Linea Cadorna, consistente in un complesso di 70 km di trincee e 88 postazioni di artiglieria, fu edificata dalle pendici del Monte Bianco fino alle Alpi Orobie in provincia di Bergamo, col contributo di circa 40000 uomini. Essa doveva servire per contrastare una eventuale occupazione tedesca del Ticino che avrebbe fatto ritirare l’esercito italiano fino oltre Milano.

Questo sistema difensivo, però, venne smobilitato e abbandonato alla fine della guerra nel 1918 e servì quindi essenzialmente come linea di difesa e non di combattimento.

All’entrata del parco regionale Spina Verde di Cavallasca.

Mentre ci incamminiamo nel bosco, cominciamo ad intravedere le prime trincee.

Ma che cos’è una trincea?… • E’ un fossato profondo circa un metro e mezzo, scavato dai soldati

durante la guerra, utilizzato inizialmente per ripararsi dal fuoco nemico e successivamente per rifugiarsi.

• Tra le trincee opposte vi era una distanza dai 100 ai 400 metri chiamata “terra di nessuno”.

Le trincee sono collegate tra loro per mezzo di camminamenti, attraverso i quali gli addetti ai rifornimenti portavano viveri, armi e munizioni ai soldati al fronte.

Analizziamo le trincee…

I soldati scavano delle rientranze nella roccia per depositare le proprie munizioni.

Questa parte della trincea è riservata al posizionamento delle mitragliatrici.

Questi sono ganci di ferro infissi nella roccia a cui i soldati possono aggrapparsi per non cadere in caso di bombardamenti improvvisi o per sporgersi per avvistare il nemico.

Osserviamo le trincee…

Un tunnel scavato nella roccia… Abbiamo percorso un tunnel basso e stretto, scavato nella roccia, completamente buio per cui è stato necessario l’uso delle torce per illuminare il tragitto. Nel tunnel si susseguono alcune aperture utilizzate dai cecchini per sparare.

Una lettera mai arrivata al destinatario…

La guida ci ha mostrato una lettera scritta da un soldato inglese alla sua fidanzata. Questa lettera però, come tante altre, non è mai arrivata a destinazione a causa della censura da parte della polizia. Il soldato inglese, cercando di sdrammatizzare la propria tragedia quotidiana, racconta alla sua fidanzata le condizioni degradanti delle trincee in cui lui e suoi compagni erano costretti a convivere.

La lettera del soldato inglese è un’ulteriore conferma di come i soldati vivono in trincea: essi sono esposti alle intemperie, vivono in uno

spazio stretto e umido, sporco e con poca luce, sottoposti a massacranti turni di guardia.

Nelle trincee non c’è assolutamente igiene: i soldati non si cambiano per settimane così si diffondono pulci e pidocchi. Per i bisogni fisiologici, venivano scavate delle buche che, col tempo rendevano l’aria irrespirabile. I topi rosicchiano i cadaveri, tormentano i soldati vivi, rodendo gli zaini e le riserve di cibo.

Il confine Italo-Svizzero Questa ringhiera segna il confine italo-svizzero.

Lungo il confine vengono posizionati dei cippi numerati progressivamente e indicanti con la I l’Italia e con CH la Svizzera.

LE NOSTRE

CONSIDERAZIONI

Questa visita d’istruzione è stata emozionante perché ci ha dato la possibilità di vivere la

storia… di immedesimarci nei soldati, dandoci l’occasione di capire l’esperienza atroce della guerra in trincea. Ci ha resi consapevoli che il

vero obiettivo della nostra vita debba essere la PACE.

Classe 3A Prandoni Torno