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Te lado io lamedicina ilGiornale TEMPi Data Pagina Foglio 02-12-2009 8/11 1 /3 '" c. E t! o u i Morlre col minor dlsaglo posslblle Secondo Sharon Cusack, un'operatrice familiare can 1'Lpc, esso «raccomanda che il riconoscimento H A QUASI 81 ANNI, Sl CHIAMA HAzEL FENTON e doveva essere morta dieci mesi fa, quando imedici del ConquestHospital diHastings Ie hanno nega- to per dodici giorni di seguito 1'alimentazione arti- ficiale e sospeso la terapia antibiotica, certiche alIa signora, ricoverata per una polmonite acuta, resta- vano pochigiorni da vivere. La forte fibra e1'insisten- za della figlia 1'hannosalvata: Ie cure sono state ripre- se e la donna oggi vive, il Times ha raccontato la sua storia. Un destino differente e toccato alIa sorella del- la signora Marie Mcmanus Muir, londinese: ricove- rata in una casa di cura a causa della sclerosi multi- pIa di cui soffriva da alllll, dopo alcUlll mesi di decli- no fisico estata privata di cibo e acqua e sottoposta a illfusione permanente di lllorfina nOllostante la contrarietadellasorella;dopo una settimana edece- duta. A meta strada fi:a i due il caso del 95enne Eric Troake, ricoverato al Frinlley Park Hospital nel Sur- rey dopo un ictus. La figlia, Rosemary Mwlkenbeck, ha denunciato suigiornali che a suo padre e statain- terrotta per cinque gioTlllla sonullinistrazione di tuttiifluidi, medicinali e per idratazione; esua con- vinziolle che sia stato fatto con 1'intenzione di acce- lerarne la dipartita. «Abbiamo fatto Ie nostre rinlo- stranze e questa a loro non piace», ha detto la figlia. «Dicono clle mia sorella ed io sianl.o crudeli perche ci aggrappiamo alIa vita di nostro padre. Ma que- st'uomo ha diritto a vivere: non ha una malattia in fase ternlinale, ha solo patito un ictus.Vogliamo pro- teggerlo.Abbialllo la sensazio.ne che abbianodeciso fin dall'inizio di "scartarlo" perche ha 95 anni». In Inghilterra i casiveri 0 presunti, tentati 0 ri- usciti di eutanasia come i tre sopra citati vanno sot- to un nome e una sigla che per alcuni incarnano l' ec- cellenza della sanita pubblica britannica, per mol- ti altri rivelano la congelllta inclinazione delle au- torita per la neo-lingua orwelliana: Lcp, liverpool Ca- re Pathway, ovvero Percorso di CUTa di Liverpool. Si tratta di un modello di assistenza che indica Ie cu- re che un paziente dovrebbe ricevere negli ultimi gioTlll di vita per soffrire ilmeno possibile. Estato creato dal Marie Curie Palliative Care Institute di li- verpool, che 10 defmisce (traduzione letterale) «Un percorso di cura integrata utilizzato al capezzale per incrementare un'elevata qualita del morente nelle ultime ore e giorni di vita». Dal2004 e racco- mandato dal National Institute for Health and Cli- nical Excellence (Nice), 1'authority nazionale per la Lo presentano come la punta di diamante della sanita inglese, ma iI protocollo Liverpool di cure palliative apre all'eutanasia. E abbatte i costi dell'assistenza (insieme ai malati terminali) qualita dell'assistenza sanitaria. Infatti estato adot- I L Ii .. - I " "• I tato da 300 ospedali, 130 ospizi e 560 case di cura. Descritto in poche parole, l'Lcp consiste nel sospen- dere la somministrazione intravena di alimentazio- ne e medicinali al paziente e sostituirla con un'in- fusione permanente di morfina. Peri parenti di mol- ti ricoverati anziani e non solo anziani 1'Lcp e una sorta di sentenza di morte pronunciata da medici e infermieriche non hanna pill voglia di occuparsi del lora caro 0 che sonG stati incaricati di realizzare ri- sparmi sulle spese sanitarie. Patricia Cooksley, una lettrice del DailyTelegraph ex infenniera che ha vi- stomorire uno zio 81elmelllalato di cancro dopo 11 giorni di disidratazione e sOlllministrazione conti- nua di morfina, in una lettera al quotidiano 1 'ha de- fmita "licenza di uccidere". Finche a lalllentarsi erano singoli cittadini, la cosa e passata sempre in cavalleria. Ma all'inizio del settembre scorso a incendiare il dibattito ci ha pensato un gruppetto di esperti comprenden- te docenti universitari di geriatria, consulenti di medicina palliativa e anestesisti che ha scritto al Daily Telegraph una lettera collettiva per denun- ciare diagnosi dimorte inmllnente errate ed ec- cessiva fretta da parte di stru tture ospedaliere e case di cura nel sospingere i pazienti a compiere passi senza ritorno suI Percorso di Liverpool. «Un approccio modulistico alIa gestione della morte sta provocando una crisi nazionale nell'assisten- za», scrivono i firmatari dell'appello. «Se si barra- no tutte Ie caselle giuste del Liverpool Care Path- way, il risultato inevitabile del trattamento e la morte. Un'ondata di scontento si sta diffondendo fra gli amici e i fallliliari che osservano come sia- no negati fluidi e cibo ai pazienti. Vengono appli- cati microinfusori per la sOlIllninistrazione conti- nua di sedazione ternllnale, senza preoccuparsi del fatto che la diagnosi potrebbe essere errata». Stavolta Ie reazioni ci sono state. Un portavoce del ministero della Sanita ha precisato: «L'Lpc e uno strumento istituzionale e raccomandato che for- nisce agli operatori un protocollo basato su dati di fatto per aiutarli a fornire assistenza di alta qua- lita alle persone che sono alIa fine della loro vita. Stiamo investendo 286 milioni di sterline per il biennio 2010/11 per sostenere l'implementazione della End ofLife Care Strategy, per nllgliorarel'as- sistenza di fine vita a tutti i pazienti adulti». Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Bioetica

Eutanasia involontaria: 130000 anziani soppressi ogni anno dal Servizio sanitario nazionale in Gran Bretagna

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Morlre col minor dlsaglo posslblleSecondo Sharon Cusack, un'operatrice familiarecan 1'Lpc, esso «raccomanda che il riconoscimento

HA QUASI 81 ANNI, Sl CHIAMA HAzEL FENTON e dovevaesseremorta dieci mesi fa, quando i medici delConquestHospital diHastings Ie hanno nega­

to per dodici giorni di seguito 1'alimentazione arti­ficiale e sospeso la terapia antibiotica, certiche alIasignora, ricoverata per una polmonite acuta, resta­vano pochi giorni da vivere. La forte fibra e1'insisten­za della figlia 1'hannosalvata: Ie cure sono state ripre­se e la donna oggi vive, il Times ha raccontato la suastoria. Un destino differente etoccato alIa sorella del­la signora Marie Mcmanus Muir, londinese: ricove­rata in una casa di cura a causa della sclerosi multi­pIa di cui soffriva da alllll, dopo alcUlll mesi di decli­no fisico estata privata di cibo e acqua e sottopostaa illfusione permanente di lllorfina nOllostante lacontrarietadella sorella; dopo una settimanaedece­duta. A meta strada fi:a i due il caso del 95enne EricTroake, ricoverato al Frinlley Park Hospital nel Sur­rey dopo un ictus. La figlia, Rosemary Mwlkenbeck,ha denunciato sui giornali che a suo padre estata in­terrotta per cinque gioTlllla sonullinistrazione dituttiifluidi, medicinali e per idratazione; esua con­vinziolle che sia stato fatto con 1'intenzione di acce­lerarne la dipartita. «Abbiamo fatto Ie nostre rinlo­stranze e questa a loro non piace», ha detto la figlia.«Dicono clle mia sorella ed io sianl.o crudeli percheci aggrappiamo alIa vita di nostro padre. Ma que­st'uomo ha diritto a vivere: non ha una malattia infase ternlinale, ha solo patito un ictus.Vogliamo pro­teggerlo.Abbialllo la sensazio.ne che abbiano decisofin dall'inizio di "scartarlo" perche ha 95 anni».

In Inghilterra i casiveri 0 presunti, tentati 0 ri­usciti di eutanasia come i tre sopra citati vanno sot­to un nome e una sigla che per alcuni incarnano l'ec­cellenza della sanita pubblica britannica, per mol­ti altri rivelano la congelllta inclinazione delle au­torita per la neo-lingua orwelliana: Lcp, liverpool Ca-

re Pathway, ovvero Percorso di CUTa di Liverpool. Sitratta di un modello di assistenza che indica Ie cu­re che un paziente dovrebbe ricevere negli ultimigioTlll di vita per soffrire ilmeno possibile. Estatocreato dal Marie Curie Palliative Care Institute di li­verpool, che 10 defmisce (traduzione letterale) «Unpercorso di cura integrata utilizzato al capezzaleper incrementare un'elevata qualita del morentenelle ultime ore e giorni di vita». Dal2004 eracco­mandato dal National Institute for Health and Cli­nical Excellence (Nice), 1'authority nazionale per la

Lo presentano come la punta di diamante della sanita inglese,ma iI protocollo Liverpool di cure palliative apre all'eutanasia.Eabbatte i costi dell'assistenza (insieme ai malati terminali)';I~~;;I~~~~~~~~~~~~ qualita dell'assistenza sanitaria. Infatti estato adot-

I LIi.. - I " " • • I tato da 300 ospedali, 130 ospizi e 560 case di cura.Descritto in poche parole, l'Lcp consiste nel sospen­dere la somministrazione intravena di alimentazio­ne e medicinali al paziente e sostituirla con un'in­fusione permanente di morfina. Per i parenti di mol­ti ricoverati anziani e non solo anziani 1'Lcp eunasorta di sentenza di morte pronunciata da medici einfermieri chenon hanna pill voglia di occuparsi dellora caro 0 che sonG stati incaricati di realizzare ri­sparmi sulle spese sanitarie. Patricia Cooksley, unalettrice delDailyTelegraph ex infenniera che ha vi­sto morire uno zio 81elme lllalato di cancro dopo 11giorni di disidratazione e sOlllministrazione conti­nua di morfina, in una lettera al quotidiano 1'ha de­fmita "licenza di uccidere".

Finche a lalllentarsi erano singoli cittadini, lacosa epassata sempre in cavalleria. Ma all'iniziodel settembre scorso a incendiare il dibattito ciha pensato un gruppetto di esperti comprenden­te docenti universitari di geriatria, consulenti dimedicina palliativa e anestesisti che ha scritto alDaily Telegraph una lettera collettiva per denun­ciare diagnosi dimorte inmllnente errate ed ec- ~~ cessiva fretta da parte di strutture ospedaliere ecase di cura nel sospingere i pazienti a compierepassi senza ritorno suI Percorso di Liverpool. «Unapproccio modulistico alIa gestione della mortesta provocando una crisi nazionale nell'assisten­za», scrivono i firmatari dell'appello. «Se si barra­no tutte Ie caselle giuste del Liverpool Care Path­way, il risultato inevitabile del trattamento e lamorte. Un'ondata di scontento si sta diffondendofra gli amici e i fallliliari che osservano come sia­no negati fluidi e cibo ai pazienti. Vengono appli­cati microinfusori per la sOlIllninistrazione conti­nua di sedazione ternllnale, senza preoccuparsidel fatto che la diagnosi potrebbe essere errata».Stavolta Ie reazioni ci sono state. Un portavoce delministero della Sanita ha precisato: «L'Lpc eunostrumento istituzionale e raccomandato che for­nisce agli operatori un protocollo basato su dati difatto per aiutarli a fornire assistenza di alta qua­lita alle persone che sono alIa fine della loro vita.Stiamo investendo 286 milioni di sterline per ilbiennio 2010/11 per sostenere l'implementazionedella End ofLife Care Strategy, per nllgliorare l'as­sistenza di fine vita a tutti i pazienti adulti».

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che una persona sta per morire non sia la decisio­ne di una persona, ma dell'intera equipe responsa­bile dell'assistenza al paziente e della famiglia. Se cisono obiezioni, l'Lpc non dovrebbe essere impasto.Le condizioni del paziente devono essere monitora­te continuamente. Se si percepisce che Ie sue con­dizioni sono m.igliorate, i trattamenti precedentidevono essere reintrodotti. I:Lcp non euno stru­mento per l'eutanasia, ma per aiutare Ie persone amorire con dignita». Concetti sim.ili a quelli espres­si dal portavoce del Frimley Park Hospital dopo Ieproteste della signora Munkenbeck: «Avolte t:ratta­re attivamente un paziente che sta morendo puoprolungare senza necessita Ie sue sofferenze. La de­cisione di sospendere un trattamento e presa solodopo attenta considerazione da parte di un teammultidisciplinare di clinici, consultando la fami­glia e, quando e possibile, il paziente. Prendersi cu­ra di lui puo implicare l'applicazione del LiverpoolCare Pathway. Questo protocollo permette ai pa­zienti di affrontare il morire con il minor disagio econla maggiore dignita possibili, nelmentre che ri­cevono appropriata assistenza personalizzata».

Belle parole, ma molti parenti di malati indiriz­zati sull'Lcp dalle equipe di ospedali e ricoveri smen­tiscono vigorosamente che Ie case vadano in que­sto modo. A cia si aggiunge il fatto che nessuno fi­no a questa momento ha potuto confutare un da­ta che i firmatari dell'appello apparso suI DailyTe­legraph hanno evidenziato, e cioe che nel biennia2007/08 il16,5 percento di tutti i decessi nel RegnoUnito e awenuto dopa sedazione term.inale: unapercentuale doppia di quella registrata in paesi co­me Belgio e Olanda, dove esistono legislazioni cheautorizzano l'eutanasia. «Mia madre sarebbe statalasciata morire di fanle e di disidratazione. E dav­vero un sotterfugio per l'eutanasia legalizzata de­gli anziani all'interno dell'Nhs (il servizio sanitarianazionale britannica, ndr)), protesta la figlia dellasignora Hazel Fenton, cui un giovane medico subi­to dopa il ricovero della madre avrebbe detto che co­stei sarebbe stata avviata all'Lcp, mentre un'infer­miera Ie avrebbe chiesto «Che cosa vuole fare col cor­po di sua m.adre?». «La decisione di sospendere ali­mentazione e fluidi a mio fratello, che al momen­ta era perfettamente lucido, e di som.ministrarglimorfina can un m.icroinfusore ha compromessola funzionalita renale e causato una dolorosa infe­zione deireni con febbre alta», scrive un lettore delDaily Telegraph che si frrma Alex.

«Mia sorella ed io siamo rimasti scandalizzatiper Ie condizioni in cui mio fratello e stato ridottoa causa delle inadeguate spiegazioni date a lui e asua moglie intorno alle cure palliative. Non essen­do i suoi parenti pili stretti, siamo stati esclusi dal­Ie discussioni suI suo trattamento. Circa sei mesiprima avevamo accudito un altro fratello che emarta di cancro irJ.rrancia.11 trattamento nei suoie nei nostri conti'onti e stato illuminato e umana.Costui e marta can dignita, assistito con gentilez­za e superbe cure mediche, l'altro ha sopportato tresettimane di dolore e stress terribili a causa di quel­10 che adesso abbiamo capito essere il LiverpoolCare Pathway». «Mia suocero e stato "assassinato"dall'Nhs», scrive un certo Peter. «L'Lpc e stato istiga­to da un giovane dottore e Ie flebo di diam.orfinae midazolam erano gia state iniziate al mOlnento

in cui e stata c011sultata la famiglia. Da notare chenelle stesse note del dottore e stato registrato chemio suocero non presentava dolore ne stress psico­logico; l'unico scopo delle flebo non poteva essereche quello di accelerare il suo decesso». «La settinla­na scorsa a mio padre e stato applicato l'Lpc», scri­ve una certa Katie. «Era entrato in ospedale per Iefratture di una caduta, ha sviluppato una polmo­nite ed e stato portato in rianimazione. Quando sie ripreso i medicigli hanno tolto la ventilazione e10 hanna riportato in reparto. Una volta Ii hannaimmediatamente deciso di applicare l'Lpc, gli han­no sospeso tutti i fluidi, alimentazione e medici­nali.11 protocollo non e stato discusso con noi del­la famiglia prima di essere avviato. Dopa due gior­ni papa e marta». Ci sana casi che ricordano quel­10 della signora Hazel Fenton. «A mia zia, che ha75 anni, e stato diagnosticato un tumore allo sto­maca dopa mesi di dolori», scrive Laura R. «E sta­ta m.andata a casa accompagnata da due infermie­re che dovevano istruire mia cugina a rendere"confortevoli" i suoi ultimi giorni: niente cibo e ac-

qua, ma solo la medicazione che avevano pOl'tatoper lei. Mia cugina Ie ha cacciate di casa e quelleandandosene Ie hanna detto: "Non vivra pili diuna settimana". Sono passati quattro mesi!». Die­tro a tutto questa pare stagliarsi una politica diri­duzione dei costi della sanita, ispirata dal Nice,l'authority citata all'inizio. La scorso agosto l'isti­tuto ha em.esso una direttiva nella quale si spiegache i pazienti non devono attendersi che l'Nhs sal­vi la lora vita se cia costa troppo.

Risorse limitate, cure "razlonallzzate"Leggere per credere: «Quando Ie risorse per la sani­ta sono limitate, applicare la norm.a del "dovere disalvataggio" (cercare di salvare una persona precisala cui vita e in pericolo) puo significare che altrepersone non potranno avere il trattamento a l'assi­stenza di cui hanna bisogno. 11 Nice riconosce chequando prende decisioni dovrebbe considerare Ie ne­cessita deipazienti presenti e futuli dell'Nhs, che so­no anonimi e non dispongono necessariam.ente dipersone che difendano la lora causa». La base forma­Ie per discliminare gli anziani lispetto ai giovani nel­l'erogazione di cure e gettata, cosi come per usarel'Lcp come la grande scopa can cui fare piazza puli­ta dei pazienti che costano trappo. D'altra parte ilNice irJ. questi anni ha defmito illim.ite di spesa pub­blica sanitaria al quale ogni paziente avrebbe dirit­to sulla base dei Qaly, "quality adjusted life years",cioe l'aspettativa di anni di vita in buona salute. At­tualmente il Nice indica un tetra di 25-30 Inila ster­line di spesa sanitaria per anna di vita in buona sa­lute presumibilmente guadagnato col trattamen­to. Gvvio che per i malati gravi e anziani, che di an­ni in buona salute ne possono guadagnare ben po­chi, non restino che Ie briciole. Questa politica e cri­ticata anche dai produttori di tecnologia medica irJ.quanta scoraggerebbe l'innovazione, ma soprattut­to dai pazienti, che si sentono sempre pili sacrifica­ti alle esigenze del bilancio sanitario.Altro che la re­gina: Dio salvi i poveri malati inglesi. _

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«Dicono che siamo crudeli perche ci aggrappiamo alia vitadi nostro padre che ha avuto un ictus. Temiamo che abbianodeciso fin dall'inizio di "scartarlo" perche ha 95 annh)

Una direttiva dell'authority per la qualita dell'assistenzasanitaria spiega che i pazienti non devono attendersi cheil servizio sanitario nazionale salvi la loro vita se costa troppo

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ACCADEA BERGAMOAlia facciadell'aggiornamento

Mentre simoltiplicano Ieiniziative locali volte aistituil'e registricornunali ditestarnenti biologici(dr. Tempi n. 45dell'llnovembre), itfronte elella "buonamorte" si allarga. Percapirl 0 bastavarnettere ilnaso alConvegno di bioeticaorganizzato pressogli Ospedale Riuniti diBergamo il?novembre scorso.Aperto al personaleospeelaliero perfornire i creditiformativi (E.c.rn)necessal'i all'esel'ciziodella professione, haoffertoaggiomarnenti nonproprio professionali.<<Si esaltava I'epilogodella vicendaEnglaro, senzadimenticare didenigrareI'esperienza religiosacorne fonte elidivisione nei I'apportiumani», l<lccontanornolti dei presenti. Afornire un giudizioimplicito sui testa dilegge su I testamentobiologico approvatoal Senato ci hapensato il bioeticistaSalvatore Spinsanti,con tanto dipmiezione e presa ingiro elell'immaginedell'onorevoleCalabro (relatore deltesto di legge)affiancata dalsirnbolo del Pell.

"The case forkilling granny"(I'argomento peruccidere la nonna),e il titolo dicopertina sceltoI'estate scorsa dalmagazineamericanaNewsweek nel belmezzo del dibattitosulla riformasanitaria di Obama,che i repubblicanihanno accusato diuna implicitaderiva versoI'eutanasia

II disegno di leggesui testamentobiologico, passatoal Senato nel marzoscorso e fermo aliaCameradasettembre, epronto per esserevotato. Sono 2.600gli emendamentipresentati, 2AOOportano la firmadei Radicali,mentre i deputatidi maggioranza eopposizione nehanno avanzati uncentinaio perschieramento

Bioetica

Tratto da Avvenire ­ 8, Novembre 2012

«Decimare» i malati terminali, l'Inghilterra ci pensa.

Il sistema Sanitario nazionale della Gran Bretagna sta facendo i conti con larecessione e i primi a rimetterci sono i più vunerabili: gli anziani, i malatiterminali, le persone dichiarate morte ancor prima che lo siano, perché cercaredi salvarle o di farle stare meglio costa troppo. Qualche giorno fa uno deisottosegretari alla Sanità, il liberaldemocratico Norman Lamb, non ha esitato ainvitare i medici di base a compliare una lista dei loro pazienti che potrebberomorire entro un anno. Una volta identificati, i malati terminali saranno chiamati aun incontro col medico che gli chiederà dove preferiscono morire e se voglionoscrivere o dettare un testamento biologico in cui danno il permesso ai medici disospendere medicinali e nutrizione quando si annuncerà la fine.

Lamb, che ha annunciato il progetto del governo a una recente conferenza sulfine vita, ha detto di aspettarsi che per ogni medico almeno un paziente su centoentri nella lista dei "terminabili". I motivi sono molto pragmatici: "Un quarto deiletti negli ospdeali sono occupati da malati terminali ­ ha spiegato ­ e tra loroquattro su dieci non richiedono cure mediche. Se queste persone fosseroammesse una volta in meno al pronto soccorso la Sanità risparmierebbe unmiliardo e 350 milioni di sterline l'anno", circa un mliardo e mezzo di euro.

L'esponente del governo conservatore­liberale non ha specificato quale sarà ildestino dei malati finiti in quella che vari giornali britannici hanno ribattezzato«lista della morte». Ma è molto probabile che saranno destinati al «LiverpoolCare Pathway», un protocollo adottato per la prima volta negli anni Novanta inun ospedale della città portuale, e che dal 2004, dopo essere statoraccomandato dal National Institute for Health and Clinical Excellence, èdiventato pratica comune nelle istituzioni sanitarie del Regno. Sulla carta «Lcp»si presenta come un programma di fine vita per rendere l'ultimo periodo di unpaziente più tollerabile, nel Paese che è culla delle cure palliative. In realtà ilprotocollo ha finito col tradursi anche nella sospensione di cure e nutrizione enella somministrazione di forti sedativi a persone classificate "vicine alla morte".

Ogni anno il sistema sanitario nazionale registra 450mila decessi nelle suestrutture; di questi, 130 mila sono di persone sottoposte al "LCP" (Liverpool CarePathway o supportive care pathway) in modo proprio o improprio. Il Ministerodella Sanità, dopo le molteplici controversie sollevate dal programma, ha piùvolte tenuto a ribadire che il Liverpool Care Pathweay non è equiparabileall'eutanasia, che i pazienti che vi sono sottoposti vengono monitorati e possonoessere tolti dal protocollo se mostrano un miglioramento. Ma negli ultimi mesisono fioccate sempre più insistenti e numerose le denunce di famiglie cheaccusano i medici di aver introdotto i loro cari nel programma quando in realtàquesti non stavano affatto morendo e di averne accellerato il decesso a causadella sospensione di cure e nutrizione.

Mary Cooper, 79 anni, uno dei tanti esempi, è morta in giugno pochi giorni dopoil ricovero al Queen Elizabeth Hospital di King's Lynn, nel Norfolk. La sua famigliasostiene di non essere mai stata avvisata del fatto che la donna fosse statainserita nel programma. "Ci hanno informati ­ denuncia il marito ­ quando ormai

per Mary era troppo tardi". L'ospedale dice di aver discusso la questione con lafamiglia e che questa era d'accordo. Ma secondo la figlia l'ospedale non è maistato chiaro: "I medici ci hanno detto che l'avrebbero aiutata a sentire menodolore possibile, ma non ci hanno spiegato esattamente quello che avrebberofatto".

La settimana scorsa un uomo la cui madre è morta dopo essere stata sottopostaper trenta ore al LCP al Western General Hospital di Edinburgo ha chiesto allapolizia di investigare. Paul Tulloch è convinto che la madre Jean di 83 annipotesse sopravvivere e sostiene di essere stato ignorato dai medici quando hachiesto che venisse ritirata dal protocollo. L'anno scorso un rapporto del RoyalCollege of Physicians ha rivelato che nel 4% dei casi i familiari non vengonoinformati della decisione di sottoporre un paziente al LCP. E ora anchel'autorevole oncologo Mark Glaser condanna il Liverpool Care Pathway dicendoche si tratta di «un sistema corrotto e scandaloso che serve solo per liberare iletti degli ospedali occupati dagli anziani e per raggiungere obiettivi premiati conpiù soldi».

di Elisabetta Del Soldato

La scia nera del protocollo di Liverpool

Patrick Pullicino, primario di Neurologia allOspedale dellEast Kent e una delle vocipiù autorevoli nel dibattito sul fine vita in Gran Bretagna, ha più voltecondannato il "Liverpool Care Pathway", il protocollo nato con finalità umanitariema divenuto unarma a doppio taglio. E solo qualche settimana fa, durante unaconferenza a Londra, ha dichiarato che troppo spesso i medici usano ilprogramma, che dovrebbe in teoria rendere più tollerabili le ultime ore di vita diun paziente, come se fosse un surrogato delleutanasia. "Capita spesso ­ spiega ­che i pazienti vengano inseriti nel Liverpool Care Pathway senza una diagnosicorretta. E così molti anziani, che con le cure appropriate avrebbero potutovivere, in questo modo diventano vittime di un decesso prematuro". "Prevederecon precisione il momento della morte ­ continua il medico ­ non èscientificamente possibile, ma nel caso del LCP è una profezia che si auto­adempie. E continuare a tollerare questa pratica, divenuta ormai comune negliospedali del Regno, è come accettare l'eutanasia, né più né meno». Il neurologoracconta di essersi trovato a togliere diversi pazienti dal programma: "Ricordomolto bene ­ racconta ­ il caso di un signore di 71 anni, ricoverato per polmoniteed epilessia, che fu curato con successo nonostante la sua morte fosse stataprevista nel giro di poche ore. Era un italiano che parlava poco linglese ma eraassistito da una moglie e una figlia molto affettuose. Una mattina lo trovai quasiincosciente: mi dissero che lo avevano inserito nel programma e che gli stavanoiniettando morfina a intervalli regolari. Dovetti combattere contro forti resistenzeper toglierlo dal LCP. Dopo quattro settimane fu mandato a casa e dopoquattordici mesi venne colpito da un nuovo attacco di polmonite. Ricoverato inun altro ospedale, fu inserito nel Lcp e morì dopo cinque ore". Certo, quei 14mesi di vita in più hanno rappresentato un costo considerevole per il Sistemasanitario nazionale, spiega il primario. "L'uomo aveva bisogno di una sedie arotelle, di una rampa d'accesso per la casa e di un'infermiera che lo curasse

quotidianamente". Al pari di lui, conclude il neurologo, "le persone chesopravvivono al LCP diventano indesiderate perché costano troppo aicontribuenti e occupano posti letto negli ospedali.

di Elisabetta Del Soldato

  Feature  EIR  September 11, 2009

Sept.  5—On  April  11,  2009,  Democratic  statesman Lyndon LaRouche shocked  the world with his charge that President Barack Obama, surrounded by a gaggle of fascist behavioral economists, was playing the part of a British-run Nero, fanatically determined to ram through a  murderous  set  of  policies  which  would  destroy  the United States. Shortly thereafter, LaRouche and his po-litical action committee, LaRouche PAC, zeroed in on the President’s health-care policy, as the signature ex-ample of Hitlerian  cost-cutting,  a precise  copy of  the Führer’s dictum that those considered to have “lives un-worthy of life” be granted a “mercy death.”

As the LaRouche PAC campaign escalated, includ-ing  with  the  now  world-famous  Obama-Mustache poster, the Obama plan ran into a political upheaval of opposition unseen in the United States for decades—a mass strike which has driven  the President, his advi-sors, and his controllers into a virtual panic,  to try to save the health reform bill that has become anathema to the majority of the American people, precisely on the grounds that it will condemn helpless citizens to death.

In the course of the fight, LaRouche PAC has been denounced  and  even  violently  attacked  for  exposing Obama’s policy as both Nazi, and copied from Britain’s own Nazi-modelled health-care system, put in place by former  Prime  Minister  Tony  Blair,  and  devilishly dubbed NICE (National Institute for Health and Clini-cal Excellence).

Throughout the entire battle, the evidence—much of which has been published in this magazine—has been irrefutable: The Obama health plan is “Hitler health,” a means of killing millions of Americans in the name of “cost efficiency.” “Death panels” are not only planned, in the form of a Medicare Policy Advisory Committee (MedPAC) “on steroids” (the President’s formulation), or  as  the  Independent  Medicare  Advisory  Council (IMAC),  demanded  by  the  ghoulish  Budget  Director Peter Orszag, but they already exist, in the form of the various  committees  on  “Comparative  Effectiveness,” which were put in place by the misnamed Recovery Act, in February. The pending legislation would consolidate the new Hitler system, and must be killed.

As the battle escalates from both sides, now comes a  political  bombshell  from  Great  Britain  itself—a bombshell which dramatizes the reality of LaRouche’s charges: The British NICE policy, which was rammed through by the same cast of characters steering the Obama health plan, is committing mass euthanasia!

‘Sentenced to Death on the NHS’On Sept. 3, Britain’s Daily Telegraph published a 

lead  article  featuring  a  Letter  to  the  Editor  from  six prominent British doctors and health-care profession-als, charging that large numbers of patients in the U.K. are being “sentenced to death,” by means of involun-tary euthanasia. The numbers were stunning: Accord-

EIR Feature

The Truth Will Out: Britain’s Euthanasia Scandalby Nancy Spannaus and William Wertz

September 11, 2009   EIR  Feature   

ing to a report from a researcher at Barts and the London School of Medicine and Dentistry, one out of six people who died in the United Kingdom in 200-08, died of continuous deep sedation, the mode of euthanasia which the doctors describe.

As we present the evidence, you will see precisely what  the  Obama Administration  has  in  store  for  the United States—in its full Nazi form.

The Daily Telegraph report takes off from the doc-tors’ Letter to the Editor, denouncing the NICE program called Liverpool Care Pathway (LCP), which was de-signed by the Marie Curie Hospice in Liverpool, work-ing with a team at the Royal Liverpool and Broadgreen University Hospitals Trust. It was originally developed as a way to care for cancer patients towards the end of their lives, but has been adapted to apply to all patients, no matter what their illness.

The signers of  the  letter condemn  the program as imposing premature death sentences on patients by de-nying them fluids, nutrition, medicine, and treatment, after  making  a  determination  that  they  are  close  to death,  a determination  that  is often wrong. This pro-gram was recommended as a model by NICE in 2004. It has been adopted nationwide, and today, more than 300  hospitals,  130  hospices,  and  540  care  homes  in England use the system.

The date 2004 is significant, because it means that the  program  was  put  into  effect  by  NICE  during  the regime of Tony Blair. Blair’s health-care advisor from 2000-04 was Simon Stevens, who is now the CEO of the U.S. company Ovations, United Healthcare’s sub-

sidiary that insures older Americans; United-Healthcare  holds  the  exclusive  franchise  to provide insurance for AARP (American As-sociation of Retired Persons) members; Ste-vens is also a strong supporter of the Obama health-care plan.

The doctors oppose the program because patients  are  wrongly  put  on  a  pathway  that creates  a  self-fulfilling  prophecy  that  they would  die.  In  200-08,  fully  1.5%  of  the deaths in Britain came about after continuous deep  sedation,  according  to  researchers  at Barts and the London School of Medicine and Dentistry—twice as many as in Belgium and the Netherlands.

Death SentencesCriticism of  the Liverpool Care Pathway 

has long been simmering beneath the surface in the U.K. Back in December 1999, even before the LCP program was formally recommended by NICE, Dr. Adrian Tre-loar, now a psycho-geriatrician and senior lecturer at the Greenwich Hospital and the Guys, Kings, and St. Thom-as’s Hospitals in London, attacked the British NHS for involuntary euthanasia. At that time, the British Medical Association (BMA) had issued guidelines that said that doctors should be allowed  to authorize withdrawal of food and water by tube, for victims of severe stroke and dementia who could no longer express their wishes. The guidance said: “Doctors should have the final say over whether treatment including feeding and giving water is in the patient’s best interest. It is not always appropriate to prolong life.”

More  recently,  on  April  2,  2008,  Dr.  Treloar warned, in a letter to the British Medical Journal, that the Liverpool Pathway is a blueprint for systematic eu-thanasia  of  disabled  patients.  “Combined  with  with-drawal of fluids, deep sedation leads quickly to death,” Treloar wrote. “The LCP threatens patients because its eligibility criteria do not ensure that only people who are about to die are allowed on the pathway. They allow people who are thought to be dying, are bed-bound, and are unable to take tablets, onto the pathway. In chronic disease  such  as  dementia,  dying  may  take  years,  but such patients may be eligible. GPs often put patients on to such a pathway without palliative care advice.”

Treloar  expressed  concern  that  “sedation  is  being used as an  inexpensive alternative  to assessment and specialist  treatment. The  LCP  recommends  sedatives 

A group of leading physicians and health-care professionals are warning that millions of elderly and sick Britons are being “sentenced to death on the NHS,” the British National Health Service.

8  Feature  EIR  September 11, 2009

and opiates  for  all  patients on an  ‘as  required’ basis, even when they are not agitated, in pain, or distressed. An automatic pathway towards prescribing heavy seda-tives incurs risks. Moreover, the LCP recommends set-ting up a syringe driver within four hours of a doctor’s order. This is laudable, if it is needed. But the pathway encourages the use of syringe drivers even when symp-toms  can  be  managed  without  them.  The  pathway doesn’t mention the need for food and fluids.”

In his letter, Treloar cites a Dutch study of the Liv-erpool Care Pathway: “Reitjens et al. show that with-holding artificial nutrition and hydration  is  the norm. The LCP’s omission of prompts to reconsider nutrition and hydration may allow serious errors in the care of dying patients. It is not acceptable, as Murray et al. sug-gest, that assessing nutrition and hydration are not part of the pathway. Sedation is right in some situations. But as Murray et al. point out, the anticipated outcome of continuous deep sedation is death. We must learn from Reitjens et al.’s observation that continuous deep seda-tion may replace euthanasia.”

On  Aug.  13,  2009,  Adam  Brimelow,  BBC  news health correspondent, warned that there is evidence that some clinicians may already be using continuous deep sedation  (CDS),  as  a  form  of  slow  euthanasia.  Prof. Clive Seale, at Barts and the London School of Medi-cine and Dentistry, reports that, in the U.K., the preva-lence of continuous deep sedation until death  is very high indeed, 1.5% of all deaths.

British Doctors Oppose NICE Murder PolicyThis Letter to the Editor of the London Daily Telegraph was published Sept. 3.

SirThe  Patients  Association  has  done  well  to 

expose the poor treatment of elderly patients in some parts of the NHS (report, August 2). We would like to draw attention to the new gold stan-dard  treatment  of  those  categorised  as  dying. Forecasting death is an inexact science.

Just as, in the financial world, so-called algo-rithmic banking has caused problems by blindly following  a  computer  model,  so  a  similar  tick-box approach to the management of death is caus-ing a national crisis in care.

The Government is rolling out a new treatment pattern  of  palliative  care  into  hospitals,  nursing and residential homes. It is based on experience in a Liverpool hospice. If you tick all the right boxes in the Liverpool Care Pathway, the inevitable out-come of the consequent treatment is death.

As a result, a nationwide wave of discontent is building  up,  as  family  and  friends  witness  the denial of fluids and food to patients. Syringe driv-ers are being used to give continuous terminal se-dation, without regard to the fact that the diagnosis could be wrong.

It  is  disturbing  that  in  the  year  200-2008, 1.5 per cent of deaths came about after terminal sedation. Experienced doctors know that some-times, when all but essential drugs are stopped, dying patients get better.P.H. Millard, Emeritus Professor of Geriatrics, 

University of LondonDr Anthony Cole, Chairman, Medical Ethics 

AllianceDr Peter Hargreaves, Consultant in Palliative 

MedicineDr David Hill, Fellow of the Faculty of 

Anaesthetists of the Royal College of SurgeonsDr Elizabeth Negus, Lecturer, Barking UniversityDowager Lady Salisbury, Chairman, Choose Life

EIRNS/Tiffiny Wamsley

The LaRouche Political Action Committee has made the “Obamastache” poster famous the world over. Here, LPAC organizers engage citizens at a town hall meeting for Rep. Gary Peters (D-Mich.), in Bloomfield, Sept. 1.

Worrying claim: Professor Patrick Pullicino saiddoctors had turned the use of a controversial 'death

Top doctor's chilling claim:The NHS kills off 130,000elderly patients every yearProfessor says doctors use 'death pathway' toeuthenasia of the elderlyAround 29 per cent of patients that die inhospital are on controversial 'care pathway'Pensioner admitted to hospital given treatmentby doctor on weekend shift

By STEVE DOUGHTY FOR THE DAILY MAILPUBLISHED: 23:08 GMT, 19 June 2012 | UPDATED: 12:07 GMT, 26 October 2012

NHS doctors are prematurelyending the lives of thousands ofelderly hospital patientsbecause they are difficult tomanage or to free up beds, asenior consultant claimedyesterday.Professor Patrick Pullicino saiddoctors had turned the use of acontroversial ‘death pathway’into the equivalent ofeuthanasia of the elderly.He claimed there was often alack of clear evidence forinitiating the Liverpool CarePathway, a method of looking

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pathway' into the equivalent of euthanasia of theelderlyafter terminally ill patients that is

used in hospitals across thecountry.It is designed to come into force when doctors believe it isimpossible for a patient to recover and death is imminent.There are around 450,000 deaths in Britain each year of peoplewho are in hospital or under NHS care. Around 29 per cent –130,000 – are of patients who were on the LCP.Professor Pullicino claimed that far too often elderly patientswho could live longer are placed on the LCP and it had nowbecome an ‘assisted death pathway rather than a carepathway’.He cited ‘pressure on beds and difficulty with nursing confusedor difficult­to­manage elderly patients’ as factors. Professor Pullicino revealed he had personally intervened totake a patient off the LCP who went on to be successfullytreated.He said this showed that claims they had hours or days left are‘palpably false’. In the example he revealed a 71­year­old who was admitted tohospital suffering from pneumonia and epilepsy was put on theLCP by a covering doctor on a weekend shift.

Professor Pullicino said he had returned to work after aweekend to find the patient unresponsive and his family upsetbecause they had not agreed to place him on the LCP.‘I removed the patient from the LCP despite significant

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resistance,’ he said.‘His seizures came under control and four weeks later he wasdischarged home to his family,’ he said.Professor Pullicino, a consultant neurologist for East KentHospitals and Professor of Clinical Neurosciences at theUniversity of Kent, was speaking to the Royal Society ofMedicine in London.

Distressing: The professor has claimed an approved technique of looking after the terminally ill is not beingused in all hospitals

He said: ‘The lack of evidence for initiating the Liverpool CarePathway makes it an assisted death pathway rather than a carepathway.‘Very likely many elderly patients who could live substantiallylonger are being killed by the LCP. ‘Patients are frequently put on the pathway without a properanalysis of their condition. ‘Predicting death in a time frame of three to four days, or even atany other specific time, is not possible scientifically. This determination in the LCP leads to a self­fulfilling prophecy.The personal views of the physician or other medical teammembers of perceived quality of life or low likelihood of a goodoutcome are probably central in putting a patient on the LCP.’He added: ‘If we accept the Liverpool Care Pathway we accept

that euthanasia is part of the standard way of dying as it is nowassociated with 29 per cent of NHS deaths.’The LCP was developed in the North West during the 1990sand recommended to hospitals by the National Institute forHealth and Clinical Excellence in 2004. Medical criticisms of the Liverpool Care Pathway were voicednearly three years ago. Experts including Peter Millard, emeritus professor of geriatricsat the University of London, and Dr Peter Hargreaves, palliativecare consultant at St Luke’s cancer centre in Guildford, Surrey,warned of ‘backdoor euthanasia’ and the risk that economicfactors were being brought into the treatment of vulnerablepatients.In the example of the 71­year­old, Professor Pullicino revealedhe had given the patient another 14 months of life bydemanding the man be removed from the LCP.Professor Pullicino said the patient was an Italian who spokepoor English, but was living with a ‘supportive wife anddaughter’. He had a history of cerebral haemorrhage andsubsequent seizures.Professor Pullicino said: ‘I found him deeply unresponsive on aMonday morning and was told he had been put on the LCP. Hewas on morphine via a syringe driver.’ He added: ‘I removed thepatient from the LCP despite significant resistance.’The patient’s extra 14 months of life came at considerable costto the NHS and the taxpayer, Professor Pullicino indicated.He said he needed extensive support with wheelchair, rampsand nursing. After 14 months the patient was admitted to a different hospitalwith pneumonia and put on the LCP. The man died five hourslater. A Department of Health spokesman said: ‘The Liverpool CarePathway is not euthanasia and we do not recognise these

figures. The pathway is recommended by NICE and hasoverwhelming support from clinicians – at home and abroad –including the Royal College of Physicians.‘A patient’s condition is monitored at least every four hours and,if a patient improves, they are taken off the Liverpool CarePathway and given whatever treatments best suit their newneeds.’

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Il Maestro e MargheritaLunedi 5 Marzo 2007 – 19:47 – Enea Baldi

“...Allora avvenne la metamorfosi. La camicia rattoppata e le ciabatte scalcagnate sparirono. Woland apparve in una clamide nera con la sciabola d’acciaio al fianco. Egli si avvicinò rapido a Margherita, le porse la coppa e disse in tono di comando: Bevi! “Questa è una vicenda dai risvolti inquietanti e se non fosse per l’ambientazione e per la mediocrità di alcuni dei personaggi coinvolti, sembrerebbe uscita dalla penna di Michail Bulgacov. Ma in questo caso, la fervente Unione Sovietica dei tempi di Stalin, non c’entra niente; e nemmeno le allegoriche apparizioni di un diavolo bislacco e bizzarro, così sapientemente narrate dallo scrittore russo.Siamo in Inghilterra, ma la storia ci riguarda da vicino, poiché Margherita Caminita da più di dieci anni è in stato di sequestro presso l’amministrazione del Bedfordshire, che con la complicità del governo britannico e di quello italiano, sta cercando in tutti i modi di impedire all’anziana signora, di testimoniare in tribunale circa il decesso di un numero imprecisato di pazienti, a causa di massicce dosi di sedativi nonché privazioni di cibo e di acqua.

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A rivolgere tali accuse è il figlio della signora Margherita, Francesco Errante.Margherita che dal 1990 vive in Inghilterra insieme al figlio Francesco, è nata a Palermo nel 1926. Già dai primi anni del suo soggiorno nel Regno Unito, la donna comincia ad accusare problemi d’incontinenza urinaria e deficit nella deambulazione, tanto da consentirle un’assistenza domiciliare continuativa. Assistenza domiciliare che l’amministrazione regionale di Bedfordshire, è obbligata per legge a garantire ai cittadini. L’aggravarsi dell’incontinenza di Margherita - che insieme alla poca mobilità sono gli unici problemi fisici - inducono i servizi sociali a “suggerirle” un ricovero ospedaliero.I dirigenti della Bedfordshire County Council (BCC), in quegli anni stanno cercando di privatizzare le case di riposo pubbliche; un’operazione molto corteggiata dai gruppi finanziari e assicurativi locali, molti dei quali sono gli stessi dirigenti delle strutture in via di cessione.Nel 1998 Francesco Errante, preoccupato per le condizioni psico-fisiche in cui versa sua madre, invia alla BCC un resoconto di ciò che accade nel reparto di malattie mentali (Weller Wing) del Bedford General Hospital. La magistratura non solo non interviene per far luce sul caso, ma paradossalmente nomina tutori di Margherita Caminita - che nel frattempo è stata ritenuta inferma di mente - proprio i servizi sociali di Bedfordshire; i quali, completata la cessione delle case di riposo ai privati, decidono di trasferire Margherita proprio in una di queste e precisamente a Rivermead.Il 6 gennaio 1999, il quotidiano inglese “The Times”, con un testo in prima pagina, svela al mondo intero che la polizia ha visitato diversi ospedali sparsi sul territorio britannico, a seguito di un’indagine su 50 morti sospette e rivelava le modalità con cui gli ospedali avrebbero condotto gli anziani alla morte: esattamente quello che Francesco Errante aveva sottoposto mesi prima alla magistratura di Bedford. Da questo punto in poi la vicenda assumerà tinte a dir poco grottesche: la

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Bedfordshire County Council decide di affiancare alla signora Caminita un interprete. Per quale ragione se non quella di appurare, attraverso i colloqui di Margherita con i famigliari, il reale pericolo che avrebbe rappresentato una sua deposizione in tribunale?Nell’agosto del 1998 Francesco Errante è accusato di minacce di morte nei confronti dell’interprete e viene arrestato.L’anno dopo Francesco riesce a tornare in Italia e chiede, tramite un legale, l’intervento del Ministero degli Affari Esteri, il quale risponde con due lettere, nelle quali afferma di aver preso atto della situazione e di aver già pianificato decisioni in merito; ma da parte del Ministero nulla è stato fatto.Nel 2000 Francesco ha la fortuna di conoscere la Dottoressa Rita Pal di NHS-EXPOSED (un portale inglese che si occupa di diritti civili), la quale decide di investigare sul caso di Margherita: a questo punto la vicenda prende una svolta decisiva. Esiste una registrazione telefonica in cui Francesco Errante, fingendosi un certo “Padre Luigi” riesce a parlare con sua madre: il documento è un’ulteriore prova dell’integrità mentale di Margherita. La dottoressa Pal è in possesso di una dichiarazione di un certo Richard Anthony Gilbert, uno dei maggiori indagati della BCC, il quale afferma che la signora Caminita ha più volte espresso la volontà di tornare a casa. Nonostante ciò, né l’Ambasciata italiana a Londra, né il vice-consolato di Bedford, hanno dimostrato il minimo interesse sulla vicenda.Il 7 giugno del 2001 a Strasburgo è stata inoltrata una denuncia alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, nella quale la Gran Bretagna ma anche l’Italia, sono chiamate a rispondere di reati molto gravi nei confronti della signora Caminita e di suo figlio Francesco.Il ministro degli Esteri Fini, il capo del governo Berlusconi e persino il presidente della Repubblica Azeglio Ciampi, non intervengono sulla vicenda;

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né tantomeno il responsabile del ministero per gli italiani nel mondo, l’allora ministro Tremaglia.L’atteggiamento di ostracismo assoluto delle autorità italiane nei confronti di Margherita e della sua famiglia, vengono divulgate da un’agenzia di stampa, la NewItalia Press, la quale si preoccupa soprattutto di far luce sull’organismo di rappresentanza degli italiani all’estero (CGIE).Il segretario generale della CGIE Franco Narducci, insieme ai tre consiglieri Marco Cereste, Alberto Bertali e Lorenzo Losi, sono stati ascoltati e a parte il direttore Franco Narducci, il quale all’inizio si è reso disponibile con impegno e correttezza, gli altri tre si sono dimostrati dei personaggi alquanto dubbi e ambigui. Soprattutto Alberto Bertali, che attraverso il ministero degli Esteri inglese, ha tentato di diffamare Francesco Errante, allo scopo di dissuadere la signora Rita Pal dall’infastidirlo.Gaetano Tramunto il responsabile della casa di riposo “Park View Lodge”, ha dichiarato (esistono registrazioni audio anche di questo evento) in presenza di Rita Pal, che ci fu un incontro tra i servizi sociali e la vice-console Maria Lucia Corneli, incontro al quale partecipò anche la polizia inglese. Tramunto afferma di aver avuto disposizioni severe atte ad impedire qualsiasi contatto con Margherita Caminita. Il 28 gennaio del 2002 la Pal insieme ad alcuni collaboratori, raggiunge telefonicamente Margherita e riesce ad intervistarla.Nell’intervista, eseguita alla presenza di alcuni testimoni, la signora afferma che le è impedito di vedere i propri familiari ed esprime la volontà di far ritorno a casa; in quella telefonata, aggiunge Rita Pal, la signora dice di non sapere nulla riguardo al trasferimento della sua pensione italiana in Inghilterra.Marcello Cavalcaselle, console italiano a Manchester, si rifiuta ingiustificatamente di legalizzare i protocolli di una deposizione che Rita Pal vuole inoltrare alla magistratura italiana.

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Il 18 marzo del 2002 la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, riconosce come fondata l’istanza d’intervento presentata da Francesco Errante il 17 giugno 2001, affermando l’intenzione di voler procedere contro l’Inghilterra e l’Italia per gli abusi e le violazioni commessi. Il 14 gennaio 2003 Claudia Caggiula e Maria Lucia Corneli, rispettivamente ex vice-console e attuale vice-console d’Italia nel Bedford, sono state denunciate alla magistratura, dopo che l’INPS di Palermo ha dichiarato in tribunale le responsabilità dei due funzionari, circa il dirottamento della pensione della signora Caminita. Un’ulteriore assurdità di questa vicenda è il fatto che la signora Margherita non risulta più iscritta nella lista degli italiani residenti all’estero. Marcello Cavalcaselle e Maria Lucia Corneli a tutt’oggi sono ancora al loro posto.Tra le molteplici lettere che Francesco Errante negli anni ha fatto pervenire agli organi giudiziari del nostro paese, ce né una in particolare datata 10 luglio 2006; si tratta di un’ulteriore denuncia a carico di un Sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale ordinario di Palermo, tale Ennio Petrigni, che pare abbia osteggiato più volte le iniziative del signor Errante, a mezzo di procedimenti di archiviazione, nonché ostacoli alla visione di carteggi determinanti per l’acquisizione di ulteriori prove.Intanto Margherita Caminita, che ormai è un’anziana signora di 81 anni, rimane a tutt’oggi segregata in una casa di cura inglese (quale?), sottoposta suo malgrado ad una lenta, macabra - e per nulla indolore - eutanasia.In ultima analisi ci si chiede: cos’è che impedisce alle autorità italiane di consentire a Margherita il rientro nel suo paese, così da chiarire finalmente se le accuse del figlio sono fondate, o se lo stesso sia solo un visionario millantatore? Probabilmente il timore che quest’ultima ipotesi sia infondata e che la povera donna invece sia l’ennesima vittima di carnefici senza scrupoli.

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Margherita Caminita: una "detenuta" in attesa di rimpatrio :: Enea Baldi ...

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A N A L I S I

Margherita Caminita: una "detenuta" inattesa di rimpatrioMercoledì 9 Gennaio 2008 – 17:52 – Enea Baldi

A distanza di un anno quasi, quando con un articolo dal titolo “Il Maestroe Margherita” rendemmo pubbliche le accuse di Francesco Errante neiconfronti della magistratura britannica e delle istituzioni diplomaticheitaliane, responsabili secondo l’uomo della “segregazione” della propriamadre, Margherita Caminita, all’interno di una struttura sanitaria dellacontea di Bedford, a tutt’oggi nulla sembra essere cambiato e la donnarisulta ancora “ostaggio” del sistema sanitario di sua Maestà britannica. Francesco Errante prima delle festività natalizie ci ha contattato permetterci al corrente sulle ultime vicende di questa storia per certi aspettikafkiana che tentiamo di riassumere.Nel 1998, preoccupato per le condizioni di salute della madre -ospedalizzata presso il Bedford General Hospital per una lieveincontinenza urinaria e subito dopo dichiarata inferma di mente -Francesco Errante decide di inviare alla magistratura di Bedford unresoconto su ciò che accade nel reparto di malattie mentali della strutturasanitaria.La magistratura britannica non muove un dito, per di più nomina tutori diMargherita Caminita gli stessi servizi sociali di Bedfordshire denunciatidal figlio; la vicenda si complica, l’uomo viene accusato di minacce dimorte nei confronti dell’interprete - nominato dallo stesso magistrato conl’incarico di assistere ai colloqui con la signora Caminita e i suoi familiari- e viene arrestato.Il 6 gennaio 1999, il quotidiano britannico “The Times”, con un articoloin prima pagina svela i retroscena di un indagine su 50 morti sospette,rivelando al mondo le modalità con le quali alcuni ospedali inglesiavrebbero condotto gli anziani alla morte: esattamente quello cheFrancesco Errante aveva sottoposto mesi prima alla magistratura diBedford. Nello stesso anno intanto, Errante riesce a tornare in Italia eattraverso una serie di denunce cerca di ristabilire i contatti con suamadre, che nel frattempo non risulta più iscritta nell’elenco degli italianiall’estero, per di più, la sua pensione risulta svanita nel nulla: da alloral’uomo non è mai più riuscito né a vedere, né a comunicare in alcun modocon sua madre.L’ultima vicenda legale - tra le tante intraprese negli anni da FrancescoErrante - è quella del 10 luglio 2007. Per mezzo del tribunale di Palermo

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Margherita Caminita: una "detenuta" in attesa di rimpatrio :: Enea Baldi ...

2 of 2 1/22/08 11:32 AM

e specificamente della persona del giudice Luigi Petrucci, l’uomo chiedeespressamente al vice console d’Italia in Bedford, la prova dell’esistenzain vita di sua madre nonché il luogo dell’attuale residenza.Alle domande, peraltro estremamente esplicite (e numerate), dellacomunicazione del giudice di Palermo (documento 1), il vice consolePiero Paolo Vaira, così risponde: “Ho visitato in data odierna la Sig.raMargherita Caminita presso la struttura che la ospita (quale? ndr),trovandola in buona salute considerando l’età avanzata. Risiede tuttoranel medesimo luogo nel quale è ormai ospite da anni (quale? ndr). Infineè settimanalmente in contatto con il fratello.” Il tono di omertà nellegeneriche quanto vaghe risposte del diplomatico italiano, appareingiustificato, soprattutto alla luce del fatto che l’ubicazione delsoggiorno obbligato della signora Caminita, risulta dai tabulati dellecomunicazioni telefoniche settimanali con il nipote. L’utente chiamatopuntualmente ogni lunedì pomeriggio alle ore 17 dallo zio materno diFrancesco Errante, è un certo Gaetano Tramunto che, insieme a suamoglie Antonietta gestisce la casa di “cura” Park Weu Lodge, sita in ParkAvenue a Bedford, numero telefonico 0044-1234-219620. I coniugiTramunto che da circa trent’anni risiedono in Inghilterra, hanno già alleloro spalle una denuncia per concorso in sequestro di persona insiemeall’ex ambasciatore Luigi Amaduzzi.Francesco Errante, in questi anni, nei tentativi di riportare sua madre inItalia - desiderio più volte espresso dalla signora Margherita -, malgradotutto, non ha perso la speranza di poterla rivedere prima che muoia,cosicché possa parlare e denunciare lei stessa le vessazioni che ancoraoggi, dopo otto anni, è costretta a subire; svelandoci magari i retroscenadella sua ingiusta “prigionia” e di tutti quegli anziani come lei, per i qualiil diritto al libero arbitrio troppo spesso decade di fronte alla diagnosid’infermità mentale, e agli interessi delle solite combriccole di assistentisociali, di enti locali, di burocrati e diplomatici senza scrupoli, piùpreoccupati a far carriera che a difendere i diritti degli italiani residentiall’estero.

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