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Ufficio stampa Rassegna stampa giovedì 3 novembre 2011

Rassegna stampa 3 novembre 2011

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Ufficio stampa

Rassegna stampagiovedì 3 novembre 2011

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press unE 03/11/2011

Il Sole12

MVORWCZ '

Enti locali. La mancata approvazione da parte del Consiglio comunale fa scattare la massima aliquota nazionale

Senza delibera tassa rifiuti più alta •

Ma la sanzione automatica è impossibile da applicare

Giuseppe Debenedetto

Sul nuovo tributo comuna-le su rifiuti e servizi (Res), intro-dotto dal decreto correttivo sul fisco municipale, si profilano i primi dubbi applicativi. Dalla bozza emergono questioni pro-blematiche soprattutto sulla componente "rifiuti" del nuovo tributo comunale. In particola-re, il testo del decreto prevede che il consiglio comunale deve

approvare le tariffe entro il ter-mine fissato da norme statali per l'approvazione del bilancio di previsione, in conformità al piano fmanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani. È da salutare con favore la sottrazio-ne alla giunta della competenza tariffaria e la contestuale attri-buzione al consiglio comunale, quale organo di rappresentanza eletto dai cittadini

Destano invece preoccupa-zioni le conseguenze per l'ente in caso dí mancata approvazio-ne delle tariffe entro i termini, o nel caso in cui non siano confor-mi al piano finanziario. Tali inos-servanze - si legge nel testo del decreto - comporta l'applicazio-ne, per tutti i soggetti passivi, della tariffa più elevata prevista

per l'anno precedente a livello nazionale. Sul punto va detto che l'attuale disciplina dei tribu-ti comunali prevede la proroga di anno in anno delle tariffe vi-genti in mancanza di apposita delibera. Il comma 169 della leg-ge finanziaria 2007 ha infatti in-trodotto la regola generale della conferma implicita delle delibe-re tariffarie, quindi anche la componente rifiuti del tributo Res avrebbe dovuto seguire tale impostazione. Invece il legisla-tore ha introdotto un sistema inapplicabile per diverse ragio-ni. In primo luogo non è chiaro come sarà possibile individuare la tariffa più elevata applicata nell'anno precedente dagli 8.1oo comuni italiani. Non è so-lo una auestione di auantità di dati, ma occorre considerare an-che l'eterogeneità delle tariffe determinate dai singoli comuni in funzione dei costi da coprire. Forse sfugge al legislatore che la componente rifiuti del tributo Res è finalizzata a coprire i costi del servizio, estremamente va-riabili da ente a ente, quindi il ri-ferimento alle tariffe di altri co-muni è del tutto inappropriato. Ma anche ammettendo si trovi la tariffa nazionale più elevata, la stessa poi dovrebbe applicar-si indistintamente a tutte le uten-ze (abitazioni, attività commer-ciali, uffici, ecc.). Si tratterebbe in sostanza di far pagare alle utenze domestiche la tariffa - molto più alta - applicata agli or-tofrutticoli (tra le categorie tarif-farie con coefficiente elevato).

Non conosciamo ancora i crite-ri di determinazione delle tarif-fe, che saranno oggetto di un re-golamento statale da adottare entro ottobre 2012, ma l'applica-zione transitoria del metodo normalizzato (Dpr 158/99) la-scia prevedere una certa conti-nuità di trattamento. Inoltre, l'applicazione a tutti i soggetti passivi della tariffa nazionale più elevata provocherebbe uno sforamento della copertura massima dei costi del servizio, ponendosi in contrasto alla fma-lità del prelievo. In tal caso l'ec-cedenza sarebbe acquisita dal comune in carenza assoluta di potere impositivo e potrebbe co-stituire oggetto di azione di re-cupero dei contribuenti.

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,Stop Ulti conec©sionifaz nei servizi pubblici locali "TR©

press unE 03/11/2011

Il Sole12

L'ANA

Giorgio Santilli

Concorrenza, una battaglia di lungo periodo .

Una riforma come quella portata ieri al Consiglio dei ministri, che torna a

spostare in avanti la regolazione dei servizi pubblici locali, avrebbe meritato un Governo forte e non_questo atto finale di una maggioranza in via di dissoluzione. Le novità puntano ad attaccare le pesantissime rendite di posizione in cui vive il settore dei servizi pubblici locali in Italia.

Stavolta l'obiettivo non è l'in house, il meccanismo infernale che consente ai Comuni di affidare i servizi a proprie società controllate senza neanche il briciolo di un confronto con altri operatori sulla qualità del servizio o sulle tariffe. Certo, le norme che impongono di far sapere a tutti costi, tariffe, qualità dei servizi e investimenti favoriscono un confronto a distanza anche per queste gestioni.

Ma per la prima volta la maggioranza di centro-destra (in passato ci aveva provato soltanto Linda Lanzillota con il Governo Prodi) prova ad attaccare il concetto stesso di concessione, «esclusiva», monopolio, restringendolo ai casi in cui questo è strettamente necessario.

Si cerca di rompere il tabù di enti locali abituati a pensare che tutti i servizi vadano dati sempre in esclusiva. Anche questa rivalutazione della concorrenza «nel» mercato - e non solo «per» il mercato -produrrà effetti concreti forse tra anni Ma cominciare è meglio che stare fermi.

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press LITE

03/11 /2011

II soie3d E1Ì L

Burocrazia zero per tutti

Certificati vietati alla Pa

Davide Colomb oROMA

. L'intero territorio naziona-le, e non più le sole Regioni delMezzogiorno come era previ-sto nei decreti estivi, diventauna «zona a burocrazia zero »fino alla fine del 2013 . Per ammi-nistrazioni e i gestori di pubbli-ci servizi scatta il divieto asso-luto di chiedere a cittadini e im-prese certificati che sono giàstati prodotti in passato e di cu iè già in possesso. Ancora, saràvietato introdurre nuove pro-cedure amministrative con gl iatti di recepimento delle nor-mative comunitarie e verrà re-sa più efficace la norma intro-dotta con la manovra corretti-va di Ferragosto sulla mobilitàdei dipendenti pubblici, conprocedure nuove che la rendo -no prioritaria rispetto a ogni al-tra forma di reclutamento d ipersonale . Infine, verrannounificati a livello nazionale tut-ti i concorsi per funzioni omo-genee delle diverse ammini-strazioni, in modo tale da rea-lizzare graduatorie uniche tra -mite le quali si potrà assumer econ procedure semplificate .

Il «pacchetto semplificazio-ni» contenuto nella bozza dimaxi-emendamento alla legg edi stabilità approvato ieri seradal Consiglio dei ministri con -ferma buona parte delle misu-re messe a punto nelle ultimesettimane dai tecnici del mini-stero per la Pa e l'Innovazion ee che sono stati illustrati da lpresidente del Consiglio, Sil-vio Berlusconi, nella lettera diimpegni inviata lo scorso 26 ot-tobre al presidente del Coni-glio europeo, Herman Va nRompuy, e al presidente dellaCommissione Ue, Josè Ma-nuelBarroso .

Per l'avviodi nuove attivitàd'impresa tutte le procedureamministrative (eccezion fat-ta per quelle di natura tributa-ria, di pubblica sicurezza e inmateria di incolumità pubbli-ca) saranno definite e conclu-

se entro 30 giorni da un Uffi-cio locale del governo, istitui-to in ogni capoluogo di provin-cia e a capo del quale ci sarà unprefetto . Come detto questasemplificazione che, a livell oterritoriale, passa per la con-centrazione in un'unica autori-tà amministrativa dei divers ilivelli di governo, sarà speri-mentale e valida fino altermi-ne del 2013.

Nel testo, che potrà essereancora ritoccato nei prossimigiorni visti i diversi limiti d iammissibilità rispetto a quell idi un decreto legge, ci dovreb-be essere anche la discussa nor-ma che, con ritocchi chirurgic ial Testo unico del 2000 sulla

PROCEDURERII# SNELLE

Modernizzazione della Pa. Ilpacchetto di semplificazioniintrodotte con i lmaxi-emendamento riducegli oneri amministrativi percittadini e imprese

ZONE A BUROCRAZIA ZER OQuello che era previsto peri isolo Sud verrà esteso a tutto ilterritorio fino alla fine del2013: un ufficio unico garantiràprocedure in tempi certi

UNN TETTO ALLE PROCEDUR EArriva un vincolo allaproduzione di nuoveprocedure, oneri o obbligh iamministrativi, rispetto a quell istrettamente richiesti nell enu ove direttive Ue recepitenell'ordinamento italiano

Documentazione amministra-tiva, introduce il divieto assolu-to alla richiesta di certificati aicittadini. Questi document iavranno valore solo nei rappor-ti tra privati, mentre le ammini-strazioni e i gestori di pubblic iservizi dovranno acquisir ed'ufficio le informazioni o i da-ti necessari sulla base dell'autocertificazione presentata dagl iinteressati. Acquisite d'ufficioe senza più richiesta alle impre-se saranno anche i document idi regolarità contributiva e icertificati antimafia. A rende-re cogente la norma c'è l'obbli-go, in attuazione del Codic eper l'amministrazione digital e(Cad), di istituire inogni enteoamministrazione un ufficio re -sponsabile della trasmissionedei dati o dell'accesso direttoagli stessi da parte delle altreamministrazioni.

Molto dettagliata anche l anorma che fissa i livelli minimidi regolamentazione da non su-perare negli atti di recepimen-to delle direttive Ue . Non si po-trà, in particolare, «introdurr enuovi requisiti, standard, obbli-ghi e oneri non strettamentenecessari per l'attuazione del -le direttive», e sarà vietata pu-re l'introduzione di sanzioni ,procedure o meccanismi ope-rativi «più gravosi o complessidi quelli strettamente necessa-ri per l'attuazione delle diretti-ve» . Solo in circostanze ecce-zionali, che dovranno esserepuntualmente indicate, le am-ministrazioni potranno supe-rare i « livelli minimi di regola-zione comunitaria» . Il test onon contiene invece l'annun-ciata norma che prevede il su-peramento delle «dotazioni or-ganiche» delle amministrazio-niper la mobilità del personale«messo a disposizione» per-ché eccedente. Una misura -hanno fatto tuttavia capire itecnici - che potrebbe però es-sere recuperata in fase di di-scussione parlamentare .

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TI STANDARD Per il trasporto pubblico locale le risorse andranno parametrate ai costi standard

Stop alle coneemioni facili lnei ~ci pubblici locali

press unE 03/11/2011

Il Sole12

Stop alle concessioni facili nei servizi pubblici locali Competizione tra più operatori ovunque possibile ROMA

Stop a concessioni e mono-poli facili. Comuni e province sa-ranno obbligati a verificare sem-pre, prima di affidare un servizio pubblico locale «in esclusiva», che le condizioni di mercato non rendano possibile «una gestione concorrenziale» del servizio, con la compresenza di più operatori.

• Se non avranno svolto la verifica e non avranno adottato una deli-bera che motivi la scelta, gli enti locali non potranno procedere all'affidamento in concessione del servizio.

La norma sulle liberalizzazioni locali è una delle più solide e stabi-li tra quelle presentate ieri al Con-siglio dei ministri. Si tratta di capi-re se, come sembra, entrerà nel maxiemendamento alla legge di stabilità. Il "nemico" numero uno della concorrenza non è più solo l'in house (l'affidamento a società pubbliche controllate senza alcu-na gara) ma diventa la concessio-ne stessa, quindi il monopolio, l'esercizio di un servizio «in esclu-siva». È un tentativo di dare un al-tolà al sistema dilagante delle con-cessioni cui gli enti locali fanno ri-

corso oggi quasi in automatico, senza esperire tutte le possibilità di aprire spiragli di concorrenza.

La nuova riforma dei servizi lo-cali - è la quarta in due anni più il referendum popolare - è stata proposta ieri ancora dal ministro delle regioni, Raffaele Fitto: pre-vede anche per i gestori di tutti i servizi pubblici locali l'obbligo di rendere pubblici i dati relativi al livello di qualità del servizio, al prezzo medio praticato per uten-te e al livello degli investimenti ef-fettuati. L'obiettivo esplicitato nella relazione è consentire a tut-ti di «effettuare valutazioni com-parative delle diverse gestioni». Anche questa è una norma indi-retta di competizione, a distanza, 'oltre che di trasparenza.

L'articolo proposto da Fitto ag-giusta anche alcune norme inse-rite nella manovra di Ferragosto compatibilmente con l'esito refe-rendario. Era necessario; , per esempio, chiarire alcuni aspetti del regime transitorio. La nuova lettera chiarisce, per esempio, che «la privatizzazione delle so-cietà a partecipazione pubblica quotate in borsa incide anche in

Liberatizzazioni. La norma prevede un rafforzamento della concorrenza non solo per quanto riguarda l'affidamento in house, ma anche per l'esercizio di un servizio« in esclusiva»

GESTIONE TRASPARENTE Previsto l'obbligo per i gestori di rendere pubblici i dati del livello di dualità del servizio, deiprezio medio per utente e degli investimenti effettuati

presenza di patti parasociali». Al tempo stesso la norma fa rientra-re in gioco le società miste pub-blico-privato, chiarendo che so-no escluse dai divieti di parteci-pazione alle gare per l'affidamen-to dei servizi.

Ci sono poi norme specifiche per il settore del trasporto pubbli- co locale. In particolare viene im- posto un vincolo alle risorse che devono garantire le «compensa- zioni economiche relative agli ob- blighi di servizio pubblico»: que- ste somme andranno parametra- re da subito ai «costi standard, in coerenza con i principi introdotti dal cosiddetto "federalismo fisca- le"». È prevista anche una com- missione paritetica Governo-Re- gioni che viene istituita presso la Conferenza Stato-Regioni e do- vrà valutare «la corretta quantifi- cazione degli obblighi di servizio pubblico»: un discorso che può sembrare astratto ma che in so- stanza significa quanti servizi di autobus e treni potranno essere garantiti sulle retio urbane e re- gionali con le risorse disponibili.

G. Sa. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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press unE 03/11/2011

Il Sole12

Innovazione. Un pasticcio normativo impedisce da ieri di generare sottoscrizioni elettroniche certificate

Le firme digitali rischiano il blocco Antonello Cherchi ROMA

Firme digitali fuorilegge. Po-trebbe essere addirittura questa la conseguenza che si profila do-po la pubblicazione sulla Gazzet-ta Ufficiale di lunedì scorso di un Dpcm all'apparenza innocuo, che, come spesso accade al legi-slatore nostrano, si è limitato a far slittare una scadenza di ulte-riori due anni, ovvero dall'altro ie-ri al i° novembre 2013. L'infelice tempismo e l'aver introdotto una nuova condizione per poter usu-fruire della proroga rischiano pe-rò di gettare nel caos il sistema delle sottoscrizioni elettroniche qualificate, quelle che garantisco-

no l'autenticità del documento, come se si trattasse di una firma autografa.

Il problema riguarda le sotto-scrizioni digitali rilasciate attra-verso dispositivi automatici e la certificazione di questi ultimi. Si tratta praticamente di quasi tutte le firme elettroniche che circolano sul mercato, perché

SCARSO TEMPISMO La nuova proroga è arrivata solo lunedì ed è subordinata a condizioni impossibili da rispettare

1999/93/Ce. Trattandosi, però, dei primi passi della firma digita-le in Italia e più in generale nella Ue, nessun produttore dei dispo-sitivi automatici di firma si senti-va di affrontare gli elevati costi (anche centinaia di migliaia di eu-ro) per far ottenere a quegli stru-menti anche la certificazione eu-ropea, considerato che una "pa-tente", seppure a stelle e strisce, comunque l'avevano.

Nel 2003 il legislatore nostra-no decide di risolvere la situazio-ne e fissa le regole per certificare i dispositivi di firma, affidando all'Istituto superiore delle comu-nicazioni e delle tecnologie dell'informazione (Iscti, oggi Oc-

si, Organismo di certificazione della sicurezza informatica inse-diato presso il ministero dello Sviluppo) il compito di valutare le richieste e la documentazione. Per i primi nove mesi, però, i cer-tificatori possono fare da soli con un'autocertificazione.

La situazione, tuttavia, non cambia e nel 2010 un ulteriore de-creto sposta i termini ultimi dell'autocertificazione al i° no-vembre scorso. Nel frattempo il ministero della Pubblica ammini-strazione e dell'innovazione ini-zia a lavorare per trovare una nuova soluzione, chiesta anche dalle imprese che si occupano di firma digitale. Per non lasciare il

Firma elettronica

• La firma elettronica, prevista dalla direttiva 1999/93/Ce, è stata recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 10/2002. A dire il vero, non c'è solo una firma elettronica, ma più firme, con vari livelli di sicurezza. In particolare, la firma digitale si basa su un certificato qualificato e su un doppio sistema di chiavi crittografiche (codici alfanumerici) , una pubblica e una privata, generate dal certificatore: se le chiavi "combaciano" è la garanzia della provenienza e dell'autenticità del documento informatico

il 31 ottobre. Impossibile, dun-que, poter rispettare quanto vi viene previsto. Dunque, da ieri i produttori che non hanno pre-sentato all'Ocsi domanda di cer-tificazione non possono più ri-correre all'autodichiarazione. Le firme digitali generate attra-verso i dispositivi automatici non sono, pertanto, più regolari.

Un vero e proprio pasticcio, di cui sono ben consapevoli al mini-stero e a DigitPa, l'organismo in-formatico del Governo. In quegli ambienti si sta valutando il da far-si e quale risposta dare ai produt-tori e certificatori delle firme che si trovano a gestire una situazio-ne così ingarbugliata. «Stiamo in attesa di un segnale - afferma Pao-lo Cascino, direttore di Assocerti-ficatori - e stiamo noi stessi esa-minando la situazione. Viste le condizioni, potremmo anche do-ver sospendere il servizio di ero-gazione delle firme».

RI PRO OUZI dNE RISERVATA

quelle che ricorrono alla smart card rappresentano un'esigua minoranza.

La questione rimonta al 2002, quando la firma digitale debutta in Italia. Più precisamente a quando i certificatori- cioè colo-ro che rilasciano le sottoscrizio-ni elettroniche qualificate, ovve-ro con la medesima valenza della firma autografa - iniziano a fare uso degli strumenti che genera-no le sottoscrizioni elettroniche in modo automatico. All'epoca si trattava sorkrattutto di apparec-chi di fabbricazione statuniten-se, che avevano tutte le certifica-zioni Usa, ma non quelle richie-ste dall'Europa con la direttiva

campo a una semplice autodi-chiarazione, si conviene che quest'ultima possa essere con-cessa ancora per due anni a con-dizione, però, che i produttori dei dispositivi automatici di fir-ma facciano anche loro uno sfor-zo. Il nuovo decreto di proroga è, pertanto, congegnato in questa maniera: possono continuare a fare uso dell'autodichiarazione fi-no al i'novembre 2013 i produtto-ri che entro il i ° novembre 2on. (data di scadenza del differimen-to concesso nel 2010) abbiano presentato all'Ocsi (o a un altro ente accreditato) domanda di certificazione. Tutto questo è chiaro alle parti- imprese e mini-stero - già diversi mesi fa. I pro-duttori, però, prima di muoversi aspettano l'ufficialità che può ve-nire solo dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale.

Il provvedimento, rallentato dai vari passaggi burocratici, fini-sce per arrivare in Gazzetta solo

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press unE 03/11/2011

Il Sole12

E~„ Dm in Conferenza Stato Città

Anche i sindaci contro i revisori estratti a sorte .

Gianni Trovati MILANO

Revisori di prima nomina solo negli enti sotto i smila abi-tanti; no alla graduatoria delle competenze basata solo .sui crediti formativi, strumento giudicato inaffidabile.

Non piace nemmeno all'An-ci la riforma dei criteri di nomi-na dei revisori degli enti locali prevista dalla manovra-bis di Ferragosto, il cui decreto at-tuativo oggi approda in Confe-renza Stato Città. La nuova re-gola, nata per sottrarre la no-mina dei revisori alla maggio-ranza che governa l'ente, ha scelto la strada dell'estrazione in Prefettura, molto criticata anche dagli Ordini professio-nali. Il decreto del Viminale (come anticipato su «Il Sole 24 Ore» del 9 ottobre) distingue i revisori in tre fasce, per sorteg-giare i professionisti da desti-nare ai piccoli enti, a quelli fra 5mila e ismila abitanti e infine a quelli oltre questa dimensio-ne. La divisione fra le tre fasce, secondo la bozza che oggi sarà sui tavoli della Conferenza, è determinata da due parame-tri: l'anzianità di iscrizione al Registro dei revisori contabili o all'Albo dei dottori commer-cialisti ed esperti contabili e, appunto, il numero di crediti formativi accumulati nei cam-pi della contabilità pubblica e della gestione degli enti locali. I crediti, specifica la bozza di decreto, non valgono per sem-pre, ma devono essere rinno-vati ogni tre anni per non subi-re il "declassamento" nella fa-scia inferiore.

La coppia di parametri indi-viduata dal Governo per misu-rare le competenze dei futuri revisori non piace né ai profes-sionisti né agli amministratori locali. I primi contestano il cri-terio dell'anzianità, previsto però direttamente dalla legge, i secondi puntano invece il di-to sui crediti formativi: secon-do í Comuni, i crediti non ba-stano e servono «ulteriori ele-menti» per garantire la possi-bilità di svolgere la funzione. Al riguardo una prima richie-sta si concentra sui controllori di prima nomina: secondo lo schema del decreto, un profes-

LE PROPOSTE Tra le richieste il vincolo ai piccoli enti per chi è al primo incarico e una valutazione sull'operato

sionista iscritto all'Albo da un sufficiente numero di anni e in possesso del numero giusto di crediti formativi potrebbe an-che debuttare direttamente in un capoluogo di Provincia o di Regione, mentre i sindaci chie-dono di limitare il "battesimo" agli enti sotto i 5mila abitanti. Nel pacchetto delle richieste dei Comuni c'è poi l'obbligo di un giudizio finale, che andreb-be affidato al segretario comu-nale, per provare a "guidare" con qualche elemento di valu-tazione il caso dell'estrazione.

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press L.If1E

03/11 /2011

II Sole

INCHIESTA

Una partita da 31,8 miliardi di eur o

Sfida in tutta Italia tra banche e Enti localiToscana e Firenze pronte a far «sparire» i contratti con l'autotutela, Lombadia e Piemonte la studian o

Paolo Bricc oMoria Ungo

'banchieri, gli amministrato-ri di Comuni e Regioni, gli avvo-cati ne sono tutti convinti: per ef-fetto di una recente sentenza delConsiglio di Stato, tra Enti local i~bancheè iniziatala guer-ra finale sui derivati . Il D-Day.Una battaglia che potrebbe cam-biare le sorti dei conti pubblici d i407 Comuni, Province o Regioni,perché potrebbe consentire lorodi cancellare con un colpo seccobuona parte dei 31,8 miliardi di eu-ro di derivati che zavorrano i loroconti: hanno già deciso di farlo laRegione Toscana e il Comune diFirenze, ma ci stanno pensand oseriamente anche le RegioniLombardia e Piemonte e il Comu-ne di Verona. Il problema è chequesta battaglia (sacrosanta) po-trebbe anche trasformarsi in ungigantesco boomerang contr ol'Italia stessa: potrebbe penalizza-re ulteriormente il mercato deiBTp, potrebbe mettere in difficol -tàilministero del Tesoro, potreb-be scatenare un gigantesco con-flitto tra la giurisdizione italianea quella inglese .

Il Cavallo di Troi aTutto inizia quando la provinci adi Pisa decide di annullare unilate -ralmente gli atti amministrativicon cui, a suo tempo, la Giunta de -cise di stipulare contratti derivaticon Dexia e Depfa. La legislazio-ne italiana offre agli Enti localiquesta possibilità (si chiama «au-totutela»), quando viene dimo-strato che quegli atti amministra-tivi hanno violato la nornativa ederano contro l'interesse pubbli-co. Ma la normativa italiana null adice sui contratti derivati sotto-stanti: quelli sono disciplinati dal -la legge inglese, non da quella ita-liana. Ebbene: su questo punto è

intervenuto - per la prima volta -proprio il Consiglio di Stato : /'«au-totutela», ha sentenziato, com-porta l'automatica «caducazio-ne» dei derivati sottostanti .

Insomma: muoiono anche lo-ro . Spariscono derivati e relativ eperdite. Punto . Ecco perché que-sta sentenza può diventare il Ca-vallo di Troia con cui molti altriEnti locali potrebbero vincer eunilateralmente la battaglia suiderivati: basterà annullare gli att iamministrativi, per far cader equasi automaticamente (ovvia-mente ogni caso va a sé) i derivati .«Potenzialmente - sostiene l'av-

IL D-DAY PER LA FINANZAUna sentenza del Consigli odi Stato apre le porteall'annullamento, m asi rischia l'effetto boomerangsui rendimenti dei BT p : :

vocato Tommaso Iaquinta che se-gue alcuni di questi casi - quas itutti gli Enti locali potrebber oazionare l'autotutela, perché qua-si tutti i derivati avevano costi oc-culti» . Stiamo parlando di 31,8 mi-liardi di euro di derivati. Questa èla posta in gioco .

La battaglia final e

Enrico Rossi, presidente della Re -gione Toscana, è uno dei più ag-guerriti: «L'autotutela è una stra-da che abbiamo già imboccato .L'avevamo annunciato a giugnoper i Galileo Bond, nei confrontiquindi di Merrill Lynch, .Ubs eDeutsche Bank. La procedura è incorso. La estenderemo prossima -mente ad altre banche: Dexia Cr e -diop, ad esempio». Un atteggia-mento simile è quello dell'ammi-nistrazione Renzi del Comune di

Firenze, che ha stipulato contratt icon Merrill Lynch, Dexia Cre-diop ed Ubs: «Abbiamo già fattoricorso allo strumento dell'auto -tutela - spiegano al Sole 24 Ore - ,dopo avere comunicato l'avviodel procedimento e avere fatto unpreventivo tentativo di cgncilia -zione con le banche» .

Ancora da definire, invece, lalinea della Regione Piemonte:«Conosciamo bene le implica-zioni di un eventuale ricorsoall'autotutela . Stiamo valutandoil da farsi», dicono dallo staff de lpresidente Roberto Gota. Più cir-costanziata la posizione della Re-gione Lombardia : «La sentenzadel Consiglio di Stato - dice Ro-mano Colozzi, assessore al Bilan-cio - ha aperto scenari totalmen-te diversi rispetto al passato. Eha posto sul tavolo della giuntala necessità di avviare una rifles-sione complessa, non scontata» .Anche la giunta Tosi, del Comu-ne di Verona, fa sapere di avereintentato causa alle banche stra-niere . Ma dietro le quinte, con-fessano gli addetti ai lavori, sistanno muovendo un po' tutti .

Il rischio boomerang sui BTpSe per gli Enti locali si trattadell'occasione unica di eliminareuna zavorra dai propri conti, peril sistema Italia labattagliapotreb-be diventare un problema. Per-ché le banche contro cui si agisce ,annullando unilateralmente i con-tratti, sono le stesse che ci dovreb -bero dare una mano acquistando ititoli di Stato e lavorando con ilministero del Tesoro. «Le confes-so che la sentenza del consiglio diStato influirà sulle nostre strate-gie in Italia - spiega l'avvocato diuna banca estera -. Perché d'orain poi dovremo considerare an-che il rischio legale quando ope-riamo in Italia: gli Enti locali or-

mai,possono fare quello che vo-gliono e annullare unilateralmen-te, quando conviene loro, contrat-ti stipulati in passato . Questo cre agrande incertezza su tutto» .

Questo, potenzialmente, puòavere un impatto diretto sull'Ita-lia. Anche perché il primo Enteche stipula derivati con le ban -che internazionali è il ministerodel Tesoro : potenzialmente - dalpunto di vista delle banche - an-che via XX Settembre potrebb eannullare i derivati se gli facess ecomodo . Morale: d'ora in avanti,le banche chiederanno rendi-menti più elevati per lavorar econ il Tesoro. E anche per com-prarei BTp. Questa potrebbe es-sere un'ulteriore goccia nel ma-re dello spread con i Bund. Unabattaglia sacrosanta per la tuteladegli Enti locali, a cui le banchehanno rifilato derivati capestro ,rischia insomma di diventare unboomerang per l'Italia.

Il conflitto tra giurisdizioniNon finisce qui. Perché oltre allasentenza del Consiglio di Stato ,sullo stesso caso della provinciadi Pisa si è pronunciato anche ilTribunale inglese : nella sentenza- fino ad oggi mai impugnata - silegge che la giurisdizione sul deri-vato è inglese . Insomma: esistonodue sentenze sullo stesso caso, inItalia e in Inghilterra, in conflittotra loro : perché il Consiglio di St a-to, facendo "sparire" il derivato,rende irrilevante la decisione in-glese. Ovvio che le banche solle-verannoil confitto . Probabilmen-te lo faranno presto, perché stan-no già presentando un ricorso inCassazione . Morale : la vicendapotrebbe presto finire alla Cort eeuropea di Giustizia, su rinvio del -la Cassazione o del giudice ingle-se . La battaglia continua.

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press L.IfE03/11 /2011

Il solelj

La mappadei derivati degli Enti locali italiani al settembre 2011

Contratti sottoscritti e ripartizione geografica . Situazione al III trimestre 2011Capitale nozionale, valori in euro

Numero contratti, valori assolutiME Numero enti, valori assolut i

CENTRO8.262.918.448 -__ .

92 (22,6%)

189 (24,8%)

ISOL E2.779 598 .418

41 (10,1%)

60 (7,9%)

SU D8.741.155.63 1

139 (34,2%)

236 (31.0%)

i Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze

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Fotografia scattata dal think-tank tedesco Transparency. Italia a metà in graduatoria

Scrivi edilizia, leggi corruzione Nei rapporti con la p.a. la più alta frequenza di illeciti

DI TANCREDI SEQUI

I mprese italiane corruttrici a metà. È la fotografia scat-tata dal think-tank tedesco, Transparency International,

che ha messo sotto osservazio-ne 3mila aziende attive nelle 28 maggiori economie al mondo per verificarne la predisposizione dei

loro manager a elargire mazzet-te all'estero per assicurarsi un contratto o un appalto. In que-sto scenario, gli imprenditori di casa nostra hanno ottenuto la 15esima posizione in classifi-ca, a pari merito con i colleghi della Malesia, di Hong Kong e del Sudafrica. Ben lontani dal virtuosismo di altri Stati come Svizzera e Paesi Bassi che han-no conquistato la vetta del podio grazie alla scarsa propensione dei propri capitani d'impresa a corrompere í pubblici ufficiali per espandere le loro attività sui mercati esteri. La locomotiva d'Europa, la Germania, ha otte-nuto il quarto piazzamento, gli Stati Uniti il decimo e la Fran-cia l'undicesimo posto. Sul fronte opposto, le aziende di Russia e Cina che a fronte di un investi-mento estero complessivo di 120 miliardi dí dollari lo scorso anno, hanno portato a casa il triste primato di Paesi con la più alta propensione alla concussione dei pubblici ufficiali nelle operazio-ni commerciali transnazionali. Al di là dell'analisi per Paese, gli analisti di Transparency International hanno verificato anche l'incidenza della propen-sione alla corruzione settore per settore. È così che si è scoperto come il comparto economico più corrotto al mondo risulti essere quello edile, in particolare nel rapporto con la pubblica ammi-nistrazione. Ma un alto livello di concussione è emerso anche nell'aerospaziale, nell'informa-tion technology e nel settore finanziario e bancario. «Nessun Paese può considerarsi pulito», si legge nel documento messo a

punto dagli esperti di Berlino secondo cui, rispetto all'ultimo indice risalente al 2008, la situa-zione non sarebbe migliorata. Tutt'altro. La corruzione conti-nua a essere una pratica com-merciale di routine nei rapporti d'affari della maggior parte delle aziende, non solo di quelle che hanno rapporti commerciali con

funzionari pubbli-ci. »In occasione del prossimo me-eting del G20 di Cannes i leader mondiali dovreb-bero trattare la corruzione come una questione ur-gente», ha ammo-nito il presidente di Transparency Intemational,Hu-guette Labelle se-condo cui i capi di Stato e di governo

del G20 avrebbero in programma la discussione e l'approvazione di un piano di azione in proposito proprio durante l'appuntamento di oggi in Francia.

—co Riproduzione riservata—a OLANDA E SVIZZERA PRIME DELLA CLASSE

BRIBE PAYERS POS. PAESE INDEX 2011

POS. PAESE BRIBE PAYERS INDEX 2011

1 Olanda 8,8 15 Italia 1 Svizzera 8,8 15 Malesia 3 Belgio 8,7 15 Sudafrica 4 Germania 8,6 19 Taiwan 4 Giappone 8,6 19 India 6 Australia 8,5

19 Turchia 6 Canada 8,5

22 Arabia Saudita 8 Singapore 8,3 8 UK 8,3

23 Argentina

10 USA 8,1 23 UAE

11 Francia 8,0 25 Indonesia

11 Spagna 8,0 26 Messico

13 Corea del Sud 7,9 27 Cina

14 Brasile 7,7 Russia

15 Hong Kong 7,6 Media

Fonte: Tronsparencyloternational - AMPI' Payers Indrx .A11

,mote. Indice va da O a 10 con 0 che indica neArana pP011,1SiOne vonvo (,„(P 10 prOliCilSiOnJMUSSiltin

7,6

7,6

7,6

7,5

7,5

7,5

7,3

7,3 7,1

7,0

6,5

6,1

7,8

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Scrivi edilizia, leggi corruzione

press unE 03/11/2011

ItaliaOggi

Page 11: Rassegna stampa 3 novembre 2011

Aumento dei costi d'appalto, recupero solo oltre il 20%

Sale al 20% il tetto per il recupero dell'aumento dei costi dell'appalto; ammessa la defiscalizzazione su ires e irap per i concessionari, legittimo lo scorrimento della graduatoria anche in caso di recesso dal contratto di appalto; consultazio-ne preliminare per gli appalti oltre i 20 milioni; correttivi al decreto legge n. 70 per il costo del lavoro (abrogata la norma varata a luglio) e riserve (non comprese nel tetto del 20 per cento quelle per sorpresa geologica). Queste alcune delle sedici proposte per il settore delle infrastrutture contenute nelle ultime bozze del provvedimento per la crescita e lo sviluppo. Nel pacchetto infrastrutture, come ormai noto da settimane, non è prevista alcuna nuova risorsa da spendere; in sostanza l'orientamento del Ministero delle infrastrut-ture sarebbe quello di snellire e velocizzare le procedure (soprattutto quelle per le grandi opere) e incentivare gli interventi dei privati. La defiscalizzazione, che riguarderebbe Ires e Irap sembra essere il primo strumento a disposizione per favorire i con-cessionari di lavori pubblici che operano in finanza di proget-to; si tratterebbe di una copertura del contributo pubblico. La novità dell'ultima ora riguarda soprattutto la disciplina del cosiddetto "caro-materiali di cui all'articolo 133 del Co-dice dei contrat-ti pubblici dove passerebbe dal 15 al 20% l'alea oltre la quale si dà luogo alla compensazio-ne dei maggiori oneri derivanti dall'aumento del prezzo dei ma-teriali; rimane confermato che la norma opere-rà a prescindere dal presupposto dell'eccezionalità delle

circostanze che hanno determinato l'aumento. Altrettanto confermata è l'eliminazione del dimezzamento (inserito a luglio) della percentuale eccedente il 10%, che penalizzava fortemente le imprese. Sempre come modifiche al decreto legge 70 (legge 106/2011) il Ministero propone la soppressio-ne della nonna che prevede l'aggiudicazione degli appalti al netto del costo del lavoro. Sulle riserve si riscrive l'articolo 240-bis del Codice stabilendo che il tetto del 20% non operi quando le riserve sono da ricondurre al verificarsi di eventi imprevisti e imprevedibili al momento della predisposizione del progetto, con ciò rendendo indennizzabili per l'impresa i maggiori oneri derivanti da eventi di forza maggiore che non potevano essere conosciuti al momento della progettazione. Sarebbe invece stata eliminata dal pacchetto infrastrutture la disposizione che avrebbe previsto la responsabilità solida-le del verificatore del progetto e del progettista. Confermata anche la disposizione che consentirà al titolare del permesso di costruire di evitare di fare una gara per l'aggiudicazione dei lavori di realizzazione delle opere di urbanizzazione di importo inferiore alla soglia comunitaria. Prevista anche l'eliminazione della norma che aveva disposto che il pas-saggio delle azioni detenute da Anas a favore del Ministero dell'economia dovesse essere gratuito. Inserita una norma di semplificazione delle procedure relative ai contratti di programma dei maggiori aeroporti italiani per sbloccare gli investimenti privati, salvaguardando la competenza ap-provativa del Ministero e prevedendo la realizzazione degli interventi secondo le procedure previste per le infrastruttu-re strategiche. Per le concessioni, prevista sia l'estensione dell'ambito gestionale alle opere già realizzate al momento dell'affidamento, sia la cessione di immobili a titolo di prezzo anche se l'opera è al di fuori della programmazione triennale. Si propone anche che le obbligazioni emesse dalla società di progetto abbiano lo stesso regime fiscale previsto per i titoli del debito pubblico. Previsto lo scorrimento della graduatoria dell'appalto anche per recesso dal contratto al fine di completare l'appalto. Si prevede poi, obbligatoriamente per le opere oltre i 20 milio-ni di euro, affidati con procedura ristretta, la cosiddetta «con-sultazione preliminare» sul progetto posto a base di gara.

Andrea Mascolini O Riproduzione riservata

Pagina 4 01, alle. soeieta tra profe,sionisli

press unE 03/11/2011

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press L.IfE03111/2011 ItaliaOggi

SPESE SINDACI

Reato solose l'interesseè personale

DI ADELAIDE CARAVAGLIO S

L'impiego di carta di creditoistituzionale da parte di unsindaco non configura ipo-tesi di peculato . il prin-cipio affermato nella sen-tenza n. 36718/2011 dell aSesta Sezione penale dellaCassazione, chiamata apronunciarsi sul ricorso diun ex sindaco ritenuto col-pevole (sia in primo che insecondo grado) del reato dipeculato continuato a cau-sa di vari pagamenti effet-tuati con la carta di creditointestata all'ente pubblico .Secondo Piazza Cavour ilritardo nella presentazio-ne dei giustificativi dell espese di rappresentanza deipolitici non realizza, senz aaltra prova, ipotesi di pecu -lato: la configurabilità deldelitto ex art. 314 cp deveessere dimostrata dalla cir-costanza che il denaro sbor -sato non è stato finalizzatoalla realizzazione di scopopubblico, bensì di interessepersonale .

Ribaltato il verdetto degliorgani giudiziari di merito ,i giudici hanno spiegato che«il meccanismo contabiledella apertura di credit ocon concessione della car-

ta presuppone che all'att odi compimento della spesasia emessa una doppia notacontabile : una rilasciata im-mediatamente all'esibitoredella carta, l'altra che invia-ta ad un istituto bancarioemittente verrà inclusa i nun estratto conto e sotto -posta alla verifica del debi-tore». In altre parole, no nimporta che la giustificazio -ne sia o meno prossima allaspesa, quanto piuttosto cheessa ci sia e dimostri «i nmodo trasparente e chia-ro» la realizzazione di unoscopo pubblico e non la ca-nalizzazione del denaro admi fine personale .

Dai fatti è anche emer-so, in sede di merito, chenon erano stati esaminati(in quanto ritenuti provanon coeva ed irrilevante )i documenti prodotti dalsindaco, i quali potevan orivelarsi utili per «verifica-re la corrispondenza della"pubblicità" della spesa» .Quando la sentenza impu-gnata «teorizza che la man-cata giustificazione "coeva"costituirebbe reato compieun'operazione ermeneuticascorretta, perché confon-dendo il reato con la pro-`'a dello stesso, introducenella fattispecie penaleun elemento estraneo (lagiustificazione contabile)previsto da norme ammi-nistrative, che attiene alcontrollo sulla regolaritàdelle spese» .

--Oliiproduzione riservata—#

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Page 13: Rassegna stampa 3 novembre 2011

Le riprese tv del consiglio non subiscono tagli

La diffusione televisiva delle sedute del consiglio comunale, lungi dal costituire una mera attività di pubbliche relazioni, rappresenta una delle forme con cui l'amministrazione lo-cale attua i principi di informazione e comunicazione istitu-zionale previsti dalla legge n. 150/2000. Per tale motivo, alle spese connesse alla predetta telediffusione non si applica il taglio previsto dall'articolo 6, comma 8 della manovra correttiva del 2010. Lo ha messo nero su bianco la sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Liguria, nel testo del parere n. 66/2011, reso nei confronti del Co-mune di Imperia, facendo chiarezza sull'ambito applicativo delle disposizioni richiamate, contenute nel dl n. 78/2010. Come noto, dal corrente anno, le pubbliche amministrazioni non possono effettuare spese per relazioni pubbliche che superino il venti per cento della spesa sostenuta nel 2009 per le stesse finalità. Sulla scorta di ciò, il comune di Impe-ria ha richiesto se entro tale limite debba rientrare anche l'onere economico derivante dall'affidamento, ad emittente locale scelta a conclusione di una regolare gara, del servizio di trasmissione in diretta delle sedute del consiglio comuna-le, ovvero se ne possa essere escluso, in quanto tale servizio rientri nel concetto di comunicazione istituzionale resa al cittadino. Per la Corte ligure, la diffusione via etere delle sedute consiliari può essere configurata quale strumento di comunicazione istituzionale. Il collegio ha infatti sottoline-ato che le attività di informazione e comunicazione istitu-zionale, in cui rientrano le dirette televisive delle sedute di consiglio comunale, si differenziano da quelle di pubbliche relazioni. Ne è prova l'assunto dell'articolo 1 della legge n. 150/2000, ove si ricomprendono espressamente, nell'ambito della comunicazione istituzionale, le attività di informazio-ne ai mezzi di comunicazione di massa, attraverso organi di stampa, audiovisivi e strumenti telematici. Altresì vi si ricomprende la comunicazione esterna rivolta ai cittadini, alle collettività e ad altri enti «attraverso ogni modalità tecnica ed organizzativa». Da ciò, conclude la Corte, la dif-fusione televisiva delle sedute consiliari «costituisce at-tuazione dei principi generali di trasparenza e di pubblicità dell'azione amministrativa, in quanto consente di rafforzare le modalità e le forme di comunicazione, ai fini del control-lo politico, del corretto ed efficiente comportamento dei rappresentanti scelti dai cittadini, in ossequio al principio del buon andamento dell'azione amministrativa».

Antonio G. Paladino

Case vip da non svendere

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Page 14: Rassegna stampa 3 novembre 2011

ille tt variante se il () .

aco e in o La variante ai Piano regola

daco presiede la commissione edilizia. C ttadino_finiace per inficiare l'atto poi adott

un'Indebita commlstiCiielUla politiedWtii -organo Meitamente tecnica. Lo chiarisce la sentenza 695/11, pu b tata il 24 ottobre 2011 dalla quarta sezione del Consiglio sto. I giudici hanno,bocciato• il ricorso della giunta muraci

onfenuando la sentenza del Tar. Lo statuto, del comune non può derogare a un principio fondamentale nell'orditati, mento degli enti locali come quello della distinzione fra atti d'indirizzo, affidati alla politica, e atti di gestione, di compe- tenza dell'amministrazione- Alcuni cittadini atte_ tigono stop alle ruspe, laddoce i parcheggi è percorso rimasi reiativi all'area verde da creare in origine risultano già, realizzati. La giunta, infatti, è troppo frettolosa nel dare il via alla variante urbanistica che doveva consentire la lottizzazionm la presen- e del sindaco nell'organo consultivo dell'ente configura un nilitto d'interessi vero e proprio* Lentringi, in vigore del ovo Testo unico in materia. urbanistica, ricOrdano i giu.

di Palazzo SPada, ha reso facoltativa l'istituzione della ammissione edilizia da parte dell'amministrazione locale.

Nessun dubbio resta sulla vera natura dell'organo; si tratta di un Pool di tecnici che ha il compito di esprimere pareri in materia amministrativa, edilizia s"ambientale, senza l'ad?z!one di alcuna scelta di indole antica. Inutile, Per l'amministrazione eccepire che nella fattispecie no consultico dell'antlinistrazione non si sarebbe esp nell'ambito di un procedimento autorizzativo edilizio

naie, se .1aPte secondo la difesa comunale* sarebbe pacifica meate_eselle_liaa»einei competenza politica ma nell'ambì ili un procedimento di pianificazione cara

per contro da ampi profili di discr ivale non sarebbe pertanto ravvisabile

Confermate le valutazioni seco ciduato in modo netto gli orzi

emanare gli atti di indirizzo (consiglio coni lunale e sindaco) e quelli competenti all'e di gestione (dirigenti comunali).

oi, con più specifico riferimento aaizia comunale, la giurisprudenza ha

a seguito dell'entrata in vigore del nuovo T.u. urbanistica, non può più far parte della ste ssa in quanto organo politica.

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Case Siip da non si endere

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Page 15: Rassegna stampa 3 novembre 2011

VIMINALE

Al© Ivo. Al bando la carta

o G. .ALADIN

In tema di pubblicazioni sull ' albo pretorio ordine, se il sistema informatico del comune dovesse subire un blocco informatico, i predetto servizio non pa tri essere erogato in nessun modo, in modalítà cartacea. Piuttosto, gli enti locali, in casi di ntalfunzionamento del proprio sito web, si atti-vino per utilizzare a tal fine siti internet alternativi. È quanto mette nero su bianco la circolare n. 26 del 28/10/2011, emanata dalla di-rezione centrale peri servizi demografici del minintemo

• che indica la corretta pro-cedura da seguire in caso di. ipotesi di blocco del sistema informatico dell'ente locale dopo che, Sul punto, è stanar investito l'ente nazionale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione (1)~,a.). Ulla circolare che si è resa dovuta a seguito di apposite richieste pervenute da enti locali, nei quali si verificato il blocco del pr prio sistema informatico con la conseguente sospensione forzata delle pubblicazioni <Mine. In merito, riporta il

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Pagina 30 Case siip da non 43 endere

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Il Consiglio di stato mette un freno alle cessioni a prezzi stracciati

Case vip da non svendere Niente accordo con l'ente per immobili di pregio

DI DARIO FERRARA

on è possibile alcuna definizione bonaria della controversia fra l'ente pubblico che di-

smette l'immobile e il condut-tore che intende aggiudicar-sela se l'aspirante acquirente non si rassegna ad accettare che la casa in cui abita va classificato come «di presti-gio»: le stime dell'Agenzia del territorio parlano chiaro e il susseguente provvedimento dell'ente chiamato alla ces-sione risulta ben motivato. È quanto emerge dalla sentenza 5786/11 pubblicata il 27 otto-bre 2011 dalla quarta sezione del Consiglio di stato.

Dovranno pagarla al prezzo di mercato, la casa a Roma nel cuore del quartiere-bene dei Parioli, gli attuali conduttori che aderiscono al procedimen-to di cartolarizzazione. Altro che storie: in zona, siamo a due passi da piazza Euclide, le quotazioni immobiliari oscil-lano fra 5.700 e 8.000 euro in base alla stima effettuata dall'Osservatorio del mercato

immobiliare costituito presso l'ex Demanio.

Palazzo Spada ro-vescia la sentenza del Tar rigettando i ricor-si introduttivi dei con-duttori degli immobili: è stato dunque inutile, per loro, impugnare i decreti dichiarativi gli immobili in questione «di pregio», sia la sti-ma del Territorio.

È vero: l'ente pubblico che dismette le sue pro-prietà deve preferire in ogni modo il risultato economico immediato evitando di accollarsi il rischio di cause-lumaca che rendono sempre più improbabile la riscos-sione dei crediti. Ma la scelta se addivenire o meno a una composizione delle vertenze è affidata al prudente apprezza-mento dell'ente. E l'Inps, nella specie, adotta una decisione ineccepibile dichiarando l'im-possibilità di addivenire a una soluzione transattiva. Non bi-sogna dimenticare che uno dei comandamenti della seconda

operazione di cartolarizzazio-ne Scip resta sempre «massi-mizzare gli incassi in relazio-ne alla situazione del mercato immobiliare» La procedura di dismissione degli immobili è la seguente.

I soggetti originariamente proprietari degli immobili assol-vono la vendita di tutti i beni ad essi trasferiti nel rispetto delle

procedure che regolano l'alienazione dei cespiti da parte della Scip per la seconda operazione di cartolarizzazione, per quanto compatibili.

E le procedure si posso-no modificare per rendere più efficiente il processo di vendita. Se gli immo-bili trasferiti risultino non cedibili ai sensi del dl 351/01 (convertito con modificazioni dalla legge 410/01), gli enti provve-dono all'individuazione di unità immobiliari che hanno le caratteristiche dal decreto e analogo valore. Una volta entra-to in vigore il decreto, i soggetti originariamen-

te proprietari degli immobili si sostituiscono alla Scip in tutti i rapporti, anche processuali e at-tinenti alle procedure di vendita in corso, relativi agli immobili trasferiti, con liberazione del-la società. Intanto i conduttori delle case in zona Vip pagano le spese di giudizio, in solido fra loro, all'enté pubblico. Riproduzione riservata

Case vip 1a asm sveralere

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Autovelox, valide le multe in presenza di tecnici privati

Sono valide le multe scattate dall'autovelox alla presenza di un tecnico privato purché l'agente municipale sia sempre presente e abbia la disponibilità dell'attrezzatura affittata dal comune. Lo ha evidenziato la Corte di cassazione, sez. II civ., con la sentenza n. 19816 del 28 settembre 2011. Un automobilista dal piede pe-sante ha proposto ricorso contro una multa accertata dai vigili con l'autovelox preso a noleggio dal comando evidenziando l'in-gerenza eccessiva del privato fornitore del servizio nella gestione del procedimento sanzionatorio. Il giudice di pace ha accolto le censure mettendo in risalto che il controllo stradale è stato affidato ad una ditta privata senza le adeguate garanzie previste dalla legge per la gestione dei sistemi autovelox da parte degli organi di polizia stradale. La Cassazione è di contrario avviso. L'assisten-za tecnica dell'operatore privato, specifica la sentenza, «limitata all'installazione ed all'impostazione dell'apparecchiatura secondo le indicazioni del pubblico ufficiale, non interferisce sull'attività di accertamento poi direttamente svolta da quest'ultimo ed, anzi, offre agli utenti della strada nei confronti dei quali è effettuato il controllo una più sicura garanzia di precisione nel funziona-mento degli strumenti di rilevazione ove tenuti sotto sorveglianza da parte di personale tecnico specializzato». Nel caso in esame, prosegue il collegio, per espressa previsione contrattuale tutte le attività tecniche inerenti all'utilizzo dell'autovelox si svolgono alla presenza costante del pubblico ufficiale. L'allontanamento anche occasionale dell'operatore di polizia secondo la convenzione, com-porta per contratto l'immediata disattivazione dello strumento di controllo. Ad ogni modo, proseguono gli ermellini, è evidente che il magistrato onorario ha esorbitato dai propri poteri occupandosi delle modalità di organizzazione del servizio di controllo stradale. Erroneamente inoltre il giudice di pace ha ritenuto che il verbale dovesse contenere l'attestazione della sperimentata funzionali-tà dell'apparecchiatura e che tale funzionalità dovesse essere dimostrata in giudizio dall'amministrazione.

Stefano Manzelli

Pagina 39 a Leqcre

Scrivi edilizia, legzi corruzione

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