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N. 20 del 23 novembre 2009
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Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me)
Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno XI - numero 20 - 23 novembre 2009
Arrivavamo di
corsa (A.d.C.)
2 Numero 20 - Anno XI - Lunedì 23 novembre 2009
in primain prima
beneduci@osapp.it
di
LeoBeneduci
Arrivavamo di corsa (A.d.C)“Certo che adesso siete proprio nei
guai” mi dice L mentre guardiamo
insieme il telegiornale e vengono
fuori le immagini della sorella del
detenuto A che nel carcere di P
che, non si sa bene come e perché,
è stato trovato morto in cella que-
sta notte.
La sorella di A ha gli occhi rossi ed
i tratti tesi, guarda con disprezzo gli
agenti del carcere di P che, proba-
bilmente smontanti dal servizio,
escono dal portone dell’istituto.
“Sono stati loro, me l’hanno
ammazzato”, li indica e aggiunge:
“neanche mi hanno fatto vedere il
corpo, dicevano che è a disposizio-
ne del Magistrato”.
Mi appresto a cercare il numero di
telefono del nostro Segretario di P
per saperne di più e nel frattempo
le immagini alla televisione cambia-
no e il commentatore dice: “Roma,
assalito con sassi e insulti pulmino
della Polizia Penitenziaria – assas-
sini, assassini, urlavano gli aggres-
sori all’indirizzo degli agenti, è
dovuta intervenire la Polizia, fortu-
natamente quella di Stato”.
Ha ragione L a dirmi che siamo nei
guai, è un mese che continuano ed
ogni giorno è peggio; prima c’erano
le aggressioni ai Colleghi, tantissi-
me e 3 o 4 al giorno mediamente
gravi, un po’ di ossa rotte, qualche
sfregio con i coperchi delle scato-
lette che qualche “buontempone” al
Dap non ha voluto abolire, persino
qualche scottatura con l’olio bollen-
te riscaldato con i famosi fornellini,
ma mai fortunatamente cose irre-
parabili e in fondo si riusciva anco-
ra a campare, anche se ne sentivo
tanti che mi dicevano che di torna-
re in servizio, all’indomani, non
avevano alcuna voglia.
Poi sono arrivate le chiacchiere del
piano Ionta, che raccontano voles-
se fare il Bertolaso della situazione
e, intanto, il Ministro prendeva
tempo per cui, rimanda oggi, riman-
da domani, rimanda dopodomani,
il piano non si faceva mai, mentre i
detenuti aumentavano ogni giorno.
E i Colleghi, devo dire, a tutta que-
sta gran confusione reagivano
ancora bene, al massimo qualche
disdetta ai Sindacati colpevoli di
non fare niente, ma comunque
sempre pronti ed in prima linea,
anche a prendersi schiaffi ed insul-
ti che, ammetto, non sembravano
neanche più loro per come riusci-
vano a mantenere il sangue freddo,
persino senza direttori, educatori,
psicologi, assistenti sociali che in
momenti come quelli, si sa, si devo-
no occupare di altro.
Bravi persino i detenuti che, stipati
come erano e sono, dai loro lettini
del terzo o del quarto piano da cui
è meglio che non cadano mai
(quelli fortunati che il letto ce l’han-
no), qualche motivo per essere
arrabbiati ce l’avrebbero pure.
E il carcere andava avanti così,
persino sfidando le leggi della fisica
e della decenza; una breve citazio-
ne, ogni tanto, da parte di qualche
giornalista particolarmente sensibi-
le e null’altro.
Ma adesso il bubbone è scoppiato!
L’opinione pubblica ha scoperto
che in carcere si sta male, che in
carcere ci va anche gente comune
(non solo, come voleva certa pro-
paganda politica, ladri, assassini,
drogati, prostitute e extracomunita-
ri etc,. etc.), che possono capitarci
i nostri figli e i nostri fratelli e che in
carcere si muore, per cui sul carce-
re e con il carcere oggi si riesce a
piangere, persino alla televisione.
Le morti, in particolare, sono il
rebus che non dà pace; le ultime e
soprattutto quelle assai sospette
degli anni scorsi, perché forse l’Au-
torità Giudiziaria, in Italia sempre
obbligata alle indagini, il proprio
dovere non l’ha fatto fino in fondo,
per coprire chissà chi e chissà che
cosa.
Un rebus insolubile, quindi, che
turba gravemente sonni e coscien-
ze, a meno che il Colpevole, i Col-
pevoli, siano sempre gli stessi ed a
portata di mano.
Ha sempre più ragione L, siamo
proprio nei guai, malgrado che arri-
vando sempre meno di corsa e
sempre più in affanno, qualche
morto in meno, da questo carcere
ogni giorno più violento, riusciamo
ancora ad ottenerlo.
L’opinione pubblica ha scoperto che in
carcere si sta male, che in carcere ci va
anche gente comune (non solo, come
voleva certa propaganda politica, ladri,
assassini, drogati, prostitute e extraco-
munitari etc,. etc.), che possono capi-
tarci i nostri figli e i nostri fratelli e che
in carcere si muore
3Numero 20 - Anno XI - Lunedì 23 novembre 2009
BLOCK NOTESAppunti dal ‘pianeta Giustizia’
E' bastato pronunciare due paro-le: processo breve ed in Italia è scat-tata la “sommossa”. Il percorso parla-mentare è già segnato da numerosiostacoli. Paletti messi dall’opposizio-ne, ma soprattutto dalla fronda inter-na allo stesso Popolo della Libertàche alla fine potrebbe decidere divotare contro il provvedimento stu-diato da Angelino Alfano. Tecnici al lavoro per gli aggiustamen-ti della lista dei reati che dovrannoessere giudicati in un tempo massi-mo di sei anni, altrimenti scatterà laprescrizione. La presidente dellacommissione Giustizia della CameraGiulia Bongiorno ha già manifestato ilsuo «stupore», che potrebbe poi tra-dursi in pregiudiziale quando il testoarriverà a Montecitorio. E allora sipensa di cercare una mediazionecon il Carroccio per arrivare all’elimi-nazione di questa violazione dallalista dei reati di grave allarme socia-le. Il rischio di una nuova bocciaturada parte della Consulta c'è ed è evi-dente. Anche dal punto di vista politi-co, la norma transitoria che serve aSilvio Berlusconi per chiudere i suoiprocessi e che avrà l’effetto di farcadere in prescrizione migliaia didibattimenti già avviati con prevedibi-le danno per le parti lese, non piacea numerosi esponenti della maggio-ranza, prima che a quelli dell’opposi-zione.La reazione dell’Anm (AssociazioneNazionale Magistrati) non si è fattaattendere. “I magistrati - hannodichiarato - non resteranno a guarda-re se il testo sul processo brevedovesse essere approvato dal Parla-
ANNO XI - n. 20 Lunedì 23 novembre 2009
Direttore Responsabile Leo Beneduci
Direttore Editoriale Domenico Nicotra
Vice Direttore Domenico Mastrulli
Capi Redattori Canio Colangelo - Pasquale Montesano Gennaro Ricci
Direttore Organizzativo Luca Cruciani
Coordinamento Redazionale Alfio Grasso
Stampa Graph snc - S. Alessio Siculo
Roma - Via della Pisana, 228. Tel. 06.61165588 - 06.66154010. Sono sedi di Polizia
Penitenziaria Domani tutte le segreterie regionali dell’O.S.A.P.P.
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
Registrazione Tribunale di Roma n. 103/99. Spedizione in a.p. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me)
DISTRIBUZIONE GRATUITA
www.poliziadomani.it - www.osapp.itredazione@osapp.it - rivista@osapp.it - beneduci@osapp.it
NOVITA’ - Alfano ci ritenta. Dopo la bocciatura del “Lodo” si studia un modello di prescrizione dei processi
nicotra@osapp.it
di
DomenicoNicotra
Processo breve, poltrone in bilico
mento. L’Anm è decisa a battersi perconvincere la politica che il testoGasparri-Quagliariello e' un "colpo
letale" al funzionamento della giusti-zia. "Temiamo che il sistema giudizia-rio -ha dichiarato il presidente dell'as-
socizione Luca Palamara - possasubire un contraccolpo letale dallenorme sul processo breve".
4 Numero 20 - Anno XI - Lunedì 23 novembre 2009
ROMA - Lettere e telefonate anonime indirizzate al personale del Corpo, al Direttore ed al Comandante
Margara, chi si rivede!
Se viene ‘criminalizzato’ il Corpo di Polizia Peniten-
ziaria in maniera indiscriminata, come purtroppo sta
avvenendo sempre più spesso in questi giorni le
minacce e gli insulti sono la prima diretta conseguen-
za visto che la Polizia Penitenziaria non ha difese
‘naturali’ quali il Ministro La Russa per l’Arma dei
Carabinieri. A Regina Coeli sono arrivate telefonate
anonime con parole del tipo ‘assassini’ e ‘pezzi di
m…’ e sono arrivate anche alcune lettere anonime indi-
rizzate al Direttore e al Comandante di tenore identico. Come se non bastasse
anche la
navetta del servizio che collega la stazione Termini al carcere è stata
fatta oggetto di sputi ed urla e una donna è persino penetrata
nella portineria dell’istituto proferendo frasi ingiuriose contro gli agenti.
Tenuto conto che presso l’Isspe di Roma il corso
per Educatori avrà termine non prima del 5 febbra-
io 2010, assai probabile il differimento di qualche
giorno tra la seconda metà e la fine dellostesso
mese del II corso per Vice Commissari di Polizia
Penitenziaria.
Corso 133 Vice Commissari
spostata la data di inizio
Le parole dell'ex capo del Diparti-
mento dell'amministrazione peni-
tenziaria Alessandro Margara
secondo cui le forze di polizia ten-
derebbero alla violenza verso gli
inermi come nel caso di Stefano
Cucchi, portano nell'ambiente peni-
tenziario nuove polemiche. L'ex
Capo del DAP interviene a “gamba
tesa” su un Corpo già a terra da
anni. Infatti ci sono molte similitudi-
ni tra quello che accadeva 10 anni
fa e quello che accade oggi nelle
carceri italiane. All'epoca di Marga-
ra benche' i detenuti non superas-
sero le 50.000 presenze, l'Ammini-
strazione penitenziaria tra sprechi
ed inefficienze dimostrava la pro-
pria inadeguatezza verso qualsiasi
tipo di emergenza di cui poi, negli
istituti, facevano le spese esclusi-
vamente i poliziotti Penitenziari. Il
carcere, cosi' come funziona in Ita-
lia, con 65.000 detenuti e 41.000
posti disponibili, e' violento di per
se', non per volonta' o inefficienza
dei poliziotti penitenziari, e non
consente ad alcuno ne' rieducazio-
ne ne' reinserimento nella societa'
civile. Da più di 15 anni si chiedono
piu' fondi, piu' organico, e una rifor-
ma della polizia penitenziaria,
senza pero' che alcun politico o
alcun capo del Dap, Margara com-
preso, abbiano fatto o voluto fare
alcunche'.
5Numero 20 - Anno XI - Lunedì 23 novembre 2009
SOMME DISPONIBILI 2009 - Novità positive per il Personale del Corpo con riconoscimenti economici
Raggiunto l’accordo per il FESI Si è conclusa la trattativa sul
F.E.S.I. relativo all’anno 2009, che
ha visto le organizzazioni sindacali
fortemente impegnate in una com-
plessa e serrata discussione, al ter-
mine della quale è stata favorevol-
mente accolta e discussa la propo-
sta unitaria.
Un accordo molto positivo per il
personale e che porterà nelle
tasche dei poliziotti i giusti e dovuti
riconoscimenti economici.
Le novità più rilevanti riguardano: -
La contrattazione decentrata, che
sarà effettuata nei provveditorati
regionali, sotto la diretta responsa-
bilità del dirigente generale, è stata
finanziata con 1.722.334,25 euro; -
A fronte di uno stanziamento com-
plessivo di 51.547.948,25 euro,
che saranno distribuiti tenendo
conto soprattutto delle effettive pre-
senze in servizio, abbiamo ritenuto
di dover riconoscere il maggior
disagio sostenuto soprattutto dai
colleghi che rientrano nella fascia
A1, aumentando in maniera signifi-
cativa i compensi giornalieri –
rispetto all’anno passato – anche a
quelli che rientrano nelle fasce A2,
A3, A4 (nella quale sono state fatte
rientrare S.Gimignano e Volterra),
mantenendo sostanzialmente lo
stesso schema dell’anno scorso e
la divisione dei semestri in forza
della obbligatoria applicazione
della normativa Brunetta;
- Sulla scorta delle lamentele fatte
pervenire dai colleghi in servizio sul
territorio, abbiamo ritenuto di
meglio disciplinare e compensare,
aumentando le somme previste
nell’accordo 2008,
i compensi destinati a riconoscere il
disagio conseguente all’effettuazio-
ne dei turni notturni (dopo il terzo) e
pomeridiani (dopo il quinto), desti-
nando all’uno 9 euro (notturni) e
all’altra 6 euro (pomeridiani);
- Seguendo il medesimo principio,
abbiamo ritenuto di sottrarre alla
contrattazione decentrata e istituire
per i coordinatori delle unità opera-
tive, come del resto anche per i
comandanti del reparto, tre fasce
compensate in maniera diversa ma
La “guerra dell'acqua” continua a
colpi di missive. A chi sottolineava
l'importanza del bere ogni giorno
acqua in abbondanza risponde il
DAP. In una lettera Franco Ionta
specifica che nel sito dell'IRAN
(Istituto Nazionale di Ricerca per gli
Alimenti e la Nutrizione) viene spe-
cificato che la quantità di acqua da
assumere per ogni pasto è di 600-
700 ml e di 1,5 – 2 lt di acqua la
quantità giornaliera media da assu-
mere. “Considerando quindi che gli
utenti a cui è rivolto il servizio – si
legge nella nota – consumano
generalmente uno solo dei due
pasti principali giornalieri presso le
mense, e che l'Amministrazione
non deve provvedere alla sommini-
strazione dell'intero quantitativo
giornaliero di acqua per singolo
individuo, la fornitura di 500 ml di
acqua per pasto risulta corrispon-
dente agli standard indicati dal-
l'IRAN”.
La ‘guerra’ dell’acqua
omogenea (80 – 50 – 30 euro), a
seconda del livello degli istituti
penitenziari in cui prestano servi-
zio;
- Non condivisa la proposta avan-
zata da taluni altri circa il compen-
so da destinare ai vice comandan-
ti, ritenendo che essi – come già
per il passato – debbano essere
adeguatamente compensati quan-
do subentrano nella funzione al
comandate di reparto titolare;
- Si è, infine, compensato più e
meglio i comandanti delle unità
navali e i preposti alle basi navali
(81 euro).
Gaetano Pecorella parlamentare del PDL e presidente della Commis-
sione sulle Ecomafie chiede che si istituisca una Commissione parla-
mentare di inchiesta sulle carceri in quanto: “Sono troppi e intollera-
bili i casi di suicidio e di violenza nelle carceri” e poi aggiunge “Anche
gli agenti di custodia vivono una situazione di grande difficoltà, man-
cando spesso di una adeguata preparazione e non avendo una strut-
tura organizzata con un proprio responsabile”.
Come può un ex presidente della Commissione Giustizia che presen-
tò la proposta di Legge di riforma della Polizia Penitenziaria parlare
ancora di agenti di custodia?
Gli errori diPecorella
6 Numero 20 - Anno XI - Lunedì 23 novembre 2009
Migliorare le Traduzioni in ToscanaNOTA DEL PROVVEDITORE - Invito per riequilibrare, riorganizzare e razionalizzare il servizio
Il Provveditore per la Regione Toscana
Maria Pia Giuffrida ha emanato, nei giorni
scorsi, una nota per fornire opportune dispo-
sizioni in relazione alla riorganizzazione dei
Nuclei Traduzione e Piantonamenti.
“Il miglioramento organizzativo – scrive il
Provveditore – e gestionale dell'attività dei
Nuclei passa attraverso la riappropriazione
delle proprie competenze e responsabilità da
parte dei direttori di Istituti sede di nuclei Tra-
duzione ma anche degli altri direttori per il
vaglio delle esigenze relative alla tempistica
e modalità di ogni singola traduzione.
Facendo riferimento ai casi più frequenti e
cioè a quello dei cosiddetti 'invii urgenti o
immediati in luoghi esterni di cura' ma anche
alle traduzioni legate alle esigenze di giusti-
zia, non v'è dubbio che il direttore dell'Istitu-
to di detenzione del soggetto è tenuto a
vagliare attentamente ciascuna singola posi-
zione, per verificare: nel primo caso se sus-
sistano le condizioni di legge per procedere,
in deroga alla prescritta autorizzazione del
competente magistrato. Dovranno tempesti-
vamente attivarsi con i dirigenti delle ASL
oltre che con il medico responsabile del ser-
vizio sanitario interno, affinchè vengano svi-
luppati ed erogati tutti i servizi specialistici
necessari in Istituto, che consentano di con-
tenere quanto più possibile il ricorso a pre-
stazioni in ambito ospedaliero”. Diverse le
disposizioni per quanto riguarda le Traduzio-
ni per motivi di giustizia. “I Direttori – conti-
nua la nota - dovranno personalmente valu-
tare nel caso di carenza di personale per la
concorrenza di altre Traduzioni, l'indifferibili-
tà o meno della richiesta, le modalità e i
tempi di esecuzione della stessa ed in ultimo
l'eventuale richiesta, argomentata, all'Autori-
tà giudiziaria di eventuale rinvio, essendo
assolutamente non condivisibile l'attuale
linea operativa che vede i coordinatori rap-
portarsi per nome e per conto del proprio diri-
gente con le massime autorità giudiziarie. La
sicurezza del servizio Traduzioni nel suo
insieme e quella dei componenti della scorta
non può prescindere dalla completezza delle
informazioni sia giuridiche che sul livello di
pericolosità che dovranno essere fornite al
Nucleo Traduzioni e al Capo Scorta, non tra-
scurando l'indicazione espressa sull'impiego
delle manette. I Direttori avranno cura di
dare le necessarie disposizioni scritte al per-
sonale addetto agli Uffici matricola affinchè
consegnino al Capo scorta il cartellino
segnaletico riportante la foto (e non la foto-
copia) del soggetto in traduzione.
7Numero 20 - Anno XI - Lunedì 23 novembre 2009
zappingzappingNews dal Mondo e dall’Italia
In lombardia progetti
di carcere riabilitativo
Un’analisi dei dati reperiti da diversi dicasteri, per ricostruire “gli
altissimi costi sociali prodotti dall’applicazione esasperata delle
disposizioni punitive” in materia di droga. Questa, in sintesi, la
premessa alla ricerca “La legge antidroga e il carcere: il caso
Toscana”, a cura della Fondazione Michelucci e Associazione
Forum Droghe. Lo studio, commissionato dalla Regione, ha inda-
gato il fenomeno del consumo di “stupefacenti e sostanze psico-
trope” all’interno della Toscana in un preciso periodo (2007-
2008), alla luce della normativa nazionale (a partire dal D.p.r del
1990 fino alla legge 49/2006), “capace di colpire con un podero-
so dispositivo sanzionatorio (da 6 a 20 anni) ogni comportamen-
to volto ad instaurare una relazione materiale con le sostanze ad
azione drogante vietate”. Un “irrigidimento” che “non ha portato a
una diminuzione o anche solo a un contenimento delle condotte
di rilevanza penale”, e sul quale pesa comunque la situazione dei
detenuti stranieri, per i quali è più complicato accedere a servizi
di recupero e quindi a misure alternative al carcere. A Solliccia-
no, ad esempio, il 50 per cento circa dei detenuti sono condan-
nati per droga, per violazione dell’articolo 73: di questi, i 4/5 sono
stranieri. I tossicodipendenti, in totale, sono il 30 per cento, un
dato per altro in crescita, come confermato da Massimo Urzi
della Fondazione Michelucci: “A livello nazionale il dato sui dete-
nuti per droga è essenzialmente poco sotto il 40 per cento. Sul
dato di Sollicciano pesa il numero elevato di stranieri: se in Italia
il 37 per cento è composto da stanieri, a Sollicciano è il 65 per
cento”.
Lo studio ha evidenziato una crescita del numero di segnalazio-
ni all’autorità giudiziaria, di quello delle sanzioni amministrative e
della loro durata. Aumentano anche le condanne e, “in maniera
impressionante”, i procedimenti pendenti per la stessa fattispe-
cie. In crescita inoltre la percentuale dei tossicodipendenti tra
quanti sono entrati in carcere (+8,4 per cento rispetto a prima
dell’indulto); ciò ha riportato il numero dei tossicodipendenti in
carcere ai livelli del 2006 e, per l’immediato futuro, “appare vero-
simile ritenere che l’incidenza della loro presenza in carcere cre-
scerà in modo problematico”.
La ricerca si conclude con la conferma dell’ipotesi da cui ha
preso le mosse: e cioè che “l’accanimento repressivo in materia
di reati di droga mantiene elevata la spesa sociale sostenuta per
punire anche il semplice possesso di sostanze ritenute illecite e
rende costante l’incidenza dei tossico-dipendenti in carcere”. Al
contempo, il sistema dei servizi socio-sanitari sul territorio, “per
le esigue risorse di cui dispone, non è assolutamente in grado di
fronteggiare la domanda di assistenza”, con la conseguenza di
limitare indebitamente il diritto dei tossicodipendenti di accedere
a misure alternative al carcere, “in particolare per quanto riguar-
da coloro che sono sono privi di riferimenti territoriali stabili (stra-
nieri privi di diritto di soggiorno, senza fissa dimora)”.
Carcere e droga,
studio della
Fondazione
MichelucciL'Articolo 27 della CostituzioneItaliana indica la linea riabilitati-va del carcere. Una indicazionedata dai “padri” della Costitu-zione che non ha trovato quasimai una effettiva soluzione. Intempi di crisi e “tempeste” neipenitenziari italiani, parlare diriabilitazione in carcere sembrafuori luogo. In alcune carcerilombarde, però, questa soluzio-ne sembra funzionare e bene.Unioncamere con la RegioneLombardia e il Provveditoratodelle carceri lombarde hamesso in piedi il progetto chia-mato "Articolo 27". Al carcere diOpera si scremano i candidati allavoro secondo una graduatoriache tiene conto dei carichi fami-liari di ciascuno e delle capacitàpersonali, perché gli obiettivi diquesto progetto sono moltepli-ci: dare lavoro ai detenuti cheusciranno perché possano rein-serirsi nella società senza torna-re a delinquere e scollegare imafiosi dalle "famiglie". Ci sono1.300 detenuti, ottanta di lorosvolgono attività interne retri-buite, altri 45 sono semi-liberi,come Pietro Maso e hanno unposto di lavoro fisso esterno. Igelatai hanno creato il marchio i"prigionieri del gusto", gli alle-vatori di uova di quaglia produ-cono per la "Fattoria di Al cap-pone".I regimi "41 bis", come TotòRiina sono esclusi dal privile-gio. Ma sono al lavoro i 40 dete-nuti in regime di alta sicurezza(sempre per reati di stampomafioso). Una cooperativa diCremona ci metterà un anno afar produrre i primi violini a cin-que detenuti e nessuno di lorosapeva piallare o tagliare illegno. A Bollate, l’altra casa direclusione lombarda con penemedio-lunghe, i detenuti-lavora-tori rispondono al call center delcentralino Telecom 1254 o fannoi conti al pc per due istituti dicredito lombardi (con restrizio-ni).
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