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Spirito Santo - Dicembre 2008 NUMERO 11 1 Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo La luce splende nelle tenebre di Roberto Bonomo Era una notte buia quella notte di oltre 2000 anni fa a Betlemme. Buia perché non c’era l’illuminazione; nelle strade e nelle case c’erano solo lampade dalla luce fioca che più che illuminare potevano al massimo rischiarare. Ma era buia specialmente perché mancava una speranza chiara per la salvezza dell’uomo, c’era soltanto la luce fioca, anche se costante, della parola dei profeti che annunciavano la venuta de “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Quella notte fu di colpo illuminata da quella luce che tutti attendevano da sempre e che noi facciamo sempre più fatica a vedere, accecati come s i a m o d a l l e l u c i abbaglianti del nostro mondo. Anche in quella notte non tutti videro quella luce; la videro i pastori abituati a vivere, forse più di altri, nell’oscurità e quindi capaci di apprezzare appieno la nuova luce che di colpo aveva illuminato le loro strade fino a condurli dal bambino di Betlemme, ma non la riuscirono a vedere i sapienti e i dotti che pure l’aspettavano perché avevano studiato e sapevano che doveva arrivare. Natale è il più bel periodo di festa dell’anno ed è proprio caratterizzato da una esplosione di luci nelle strade, nei cortili delle case e dentro le case; queste luci, soprattutto per noi cristiani, dovrebbero essere il segno della gioia per quella luce molto più importante rappresentata dalla nascita di Gesù. SEGUE A PAGINA 2 Auguri scomodi Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame. I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza. Don Tonino Bello BUON SANTO NATALE Dalla redazione: Matteo, Sara, Alessandro

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Spirito Santo - Dicembre 2008! NUMERO 11

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Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o

La luce splende nelle tenebredi Roberto Bonomo

Era una notte buia quella notte di oltre 2000 anni fa a Betlemme. Buia perché non c’era l’illuminazione; nelle strade e nelle case c’erano solo lampade dalla luce fioca che più che illuminare potevano al massimo rischiarare. Ma era buia specialmente perché mancava una speranza chiara per la salvezza dell’uomo, c’era soltanto la luce fioca, anche se costante, della parola dei profeti che annunciavano la venuta de “la luce vera, quella c h e i l l u m i n a o g n i uomo” (Gv 1,9). Quella n o t t e f u d i c o l p o illuminata da quella luce che tutti attendevano da sempre e che noi facciamo sempre p iù fa t i ca a vedere, accecati come s i a m o d a l l e l u c i abbaglianti del nostro mondo. Anche in quella notte non tutti videro quella luce; la videro i pastori abituati a vivere, f o r s e p i ù d i a l t r i , nell’oscurità e quindi capaci di apprezzare appieno la nuova luce che di colpo aveva illuminato le loro strade fino a condurli dal bambino di Betlemme, ma non la riuscirono a vedere i sapienti e i dotti che pure l ’aspet tavano perché a v e v a n o s t u d i a t o e sapevano che doveva arrivare. Natale è il più bel per iodo di fes ta dell’anno ed è proprio caratterizzato da una esplosione di luci nelle strade, nei cortili delle case e dentro le case; queste luci, soprattutto per noi cristiani, dovrebbero essere il segno della gioia per quella luce molto più importante rappresentata dalla nascita di Gesù.

SEGUE A PAGINA 2

Auguri scomodi

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna,

senza salute, senza lavoro.Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

Don Tonino Bello

BUON SANTO NATALE

Dalla redazione: Matteo, Sara, Alessandro

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“Il giornalino? Ce n’era proprio bisogno!”Il pensiero della comunità dopo un anno di Spirito e Parola. I nostri timori si sono trasformati in

belle soddisfazioniE’ già passato un anno da quando la datata ma robusta fotocopiatrice della nostra parrocchia ha cominciato ha lavorare ininterrottamente , simile ad una vera redazione giornalistica, per una volta al mese. Un anno di giornalino insieme, un anno di sperimentazioni, timori, piccole frustrazioni, ma tanti stimoli, scambi vissuti con i parrocchiani e con il don in primis. Tutti e tre, infatti, ricordiamo con piacere, le chiacchierate (..quasi notturne!) con don Mario del giovedì, serata in cui ci trovavamo a dibattere di alcuni temi da trasformare poi in articoli per il giornalino … chiacchierate che puntualmente diventavano scambi vivaci ed intensi, spesso esuli dai soli temi di nostro interesse.In occasione di questo primo anniversario abbiamo pensato di raccogliere qualche opinione di amici, il primo a dirci qualcosa a riguardo è stato Ceppo: “Ce n’era bisogno! Il giornalino secondo me è servito alla comunità , è molto utile, mi piace prenderlo quando esce la prima domenica del mese! E’ bello leggere voci e pensieri di chi normalmente resta dietro le quinte; in famiglia lo leggono tutti, e pensate che è stato preso da modello dalla ragazza di mio fratello Marco, all’interno del gruppo scout. Si sente molto il peso del gruppo giovani nel giornalino, ma manca l’opinione di altre componenti della nostra parrocchia che sarebbe bello ci fosse. Penso che la gente col passare del tempo si sia affezionata a questo mezzo di comunicazione!”. Di seguito anche i ragazzi più giovani ci hanno dato la loro opinione, come Adriana Chiari: “Il giornalino è interessante anche per i ragazzi della nostra età, possiamo infatti metterci le nostre opinioni!...e la sorella Silvia aggiunge: “E’ un modo per far capire agli altri com’è la parrocchia”. Isi, entusiasta, ci ha detto che lo considera “un bellissimo mezzo per sapere cosa

succede, per imparare a conoscere meglio le persone tramite quello che scrivono, anche se sarebbe sicuramente bello se ci fosse un maggior contributo da parte di tutta la comunità, nessuno escluso”; aggiunge inoltre che lo considera proprio come “mezzo di espressione, non tanto come oggetto fine a se stesso, giusto da essere letto”. Giorgia Beltrami ha poi aggiunto: “E’ stata un’ottima idea, non vedo l’ora che sia la prima domenica del mese per leggerlo! È fatto bene e a me piacciono molto gli articoli che riguardano il gruppo giovani ed in particolare la rubrica della Sara: vorrei che più gente scrivesse e partecipasse, di questa lacuna sono complice anche io… forse bisognerebbe pungolare di più le persone ponendo delle domande rivolte alla comunità”.Entusiasti si sono mostrati anche Federico De Tomasi, Matteo Piccinini e gli altri ragazzi del gruppo di prima superiore che insieme a Luca Denti, ci hanno dato il loro contributo ed i loro consigli! … attendiamo dunque anche i vostri, ed ancora opinioni positive e negative che sicuramente sapranno essere costruttive: già dal prossimo numero potrete notare alcune novità all’interno del giornale, frutto in particolare di idee emerse proprio dal dialogo con Milena Virgili e Cristina Storchi, che per questo ringraziamo.

Un saluto da Padre BertonNatale 2008Carissimi amici,è proprio vero che i medici sono come gli avvocati, vogliono vedere i clienti spesso, e così io mi trovo ancora qua, mentre da un pezzo dovrei essere in Sierra Leone. Ma ringrazio loro e più ancora Dio, per tutto quello che hanno fatto per me. Senza tante attenzioni non potrei certo partire. Purtroppo sono stato preso da una certa apprensione a tornare, perché siamo sotto Natale e mi aspettano un po’ come Babbo <Natale, ma quest’anno la crisi sembra abbia preso un po’ tutti. Ho già messo le mani avanti, scrivendo ai miei giovani che hanno mandato avanti le attività durante la mia assenza, che il Natale è la nascita di Gesù Bambino e se lo ricordino bene che è nato povero. Quest’anno dimentichino i pacchi, i doni natalizi. Faremo un po’ di festa insieme e sempre con tanta parsimonia. Persino i poveri, ai veri poveri, ai bambini sulla strada, a chi non ha da mangiare. “Quest’anno bisogna tagliare giù” è il solito ritornello della televisione. Qua, tagliare giù, può anche non fare tanto male. Forse c’era di troppo. Ma là vuol dire mettere le mani sul necessario. C’è ben poco da tagliare giù, ma quel poco che hanno lo sanno condividere. Buon Natale cari amici. Ricordatevi almeno voi che è nato Gesù Bambino, che ha avuto inizio il Cristianesimo. Non dategli un altro nome per accomodare chi non ci crede. Non dite bugie credendo di far piacere ai presunti amici, perché è un prenderli in giro, e loro lo sanno e lo sentono, perché non sono stupidi, anche se non ve lo dicono. Come è diventato strano il vostro mondo! Meglio laggiù, dove i miei bambini, in maggioranza musulmani, mi chiedono tante cose attorno alla grotta dove è nato Gesù. ED io non dico loro bugie come fa qualcuno di voi che vuole passare per moderno, per illuminato, per educato. Io racconto il “fatto storico” della nascita di Gesù che anche se per loro è solo un profeto, e Gesù lo era, ma non solo, è sempre il più grande di tutti. Buon Natale e vi auguro anche un felice 2009. Grazie per averci sempre tenuti nel vostro cuore.

P. Giuseppe BertonRicavato destinato a Padre Berton:27.09.08 (755 €), 04.10.08 (100 €), 11.10.08 (250 €), 13.10.08 (20 €), 25.10.08 (250 €), 26.10.08 (60 €), 16.11.08 (265 €), 25.11.08 (1.000 €).TOTALE EURO: 2.700 €

Verranno utilizzati per l’ acquisto di una autovettura usata, la spedizione di un container contenente: 2 moto, l’auto, un camioncino, rotoli di catrame, alimentari in scatola, indumenti nuovi, un frigorifero, un generatore, una stufa a gas ecc. Tutte cose regalate da benefattori.GRAZIE A TUTTI PER IL VOSTRO AIUTO.

SEGUE DA PAGINA 1

(...) Prima di Lui mancava la speranza della salvezza, nessuno poteva essere perdonato dai propri peccati che sono proprio ciò che a poco a poco spegne quella fiamma, quella luce che è la nostra gioia. Adesso possiamo riaccendere questa gioia grazie al perdono che ci viene da Dio attraverso la Chiesa e diventare luce per i nostr i fratel l i . Sarebbe bello che gli altri potessero vederci come a l b e r i d i N a t a l e , addobbati e illuminati, che t r a s m e t t o n o g i o i a e serenità e nello stesso t e m p o i l l u m i n a n o i l cammino verso la luce v e r a , c o m e l o illuminarono i profeti dell’antico testamento.Buon Natale a tutti

Roberto

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A cura di Sara Fiorini- LA VOCE DEI GIOVANI -

Un anno insieme, ma ci sentiamo davvero più uniti?

Come avrete ormai capito, questo numero sancisce un importante traguardo per questo progetto: un anno di giornalino, un anno di stampe ed incontri nel cuore della sera per impaginare gli articoli, un anno di scoraggiamenti riguardo gli articoli che non arrivavano mai dalla comunità, ed un anno di scambi di battute, pensieri, discorsi a volte leggeri altre volte estremamente profondi. Giorni fa il gruppo giovani si è incontrato per la preparazione del materiale del banchetto, ed insieme abbiamo parlato di questo traguardo raggiunto ed ognuno ha detto la sua... abbiamo ricevuto un sacco di interessantissimi consigli e richieste, e sarebbe bello sapere anche l’opinione di chi non si espone mai! La strada da fare è ancora tanta, la condivisione di obiettivi, suggerimenti e proposte è stata molto interessante e spero abbia incentivato chi ha partecipato a sentirsi maggiormente coinvolto nella partecipazione a questo progetto che, anche a costo di essere ripetitiva, è di TUTTI e come tale è giusto che sia!...un piccolo sforzo di ognuno va ad arricchire chi ci sta accanto, e talvolta basta veramente poco....Buon Natale a tutti, che sappia risvegliare il nostro senso di comunità!

La storia della cometa che ha perso quotaUna volta, in tempi piuttosto recenti, la cometa, quella speciale che ha guidato i magi, non si sa perché, forse per la stanchezza o forse perché disorientata dai mille e più satelliti televisivi, o per quella miriade di piccole lucine che circondano, in questi giorni, gli ipermercati, perse quota e cadde alla periferia di una grande città. La famiglia che la ritrovò nel suo giardino si accorse subito che quella era la Stella cometa quella del presepe, infatti mancava poco a Natale. Immediatamente, genitori e ragazzi la raccolsero, la legarono a un filo e decisero di portarla al parroco per vedere cosa poter fare per aiutarla. La poverina, però, era stanca morta e non riusciva ad alzarsi da terra se non per pochi centimetri; in quello stato nessuno sarebbe riuscito a vederla.Fu allora che il più piccolo della famiglia disse: “Mettiamola dentro il mio zainetto, portiamola a turno sulla spalle e facciamo noi il suo lavoro. Annunciamo alla gente che Gesù sta per nascere! Poi quando si sarà riposata un po’, magari, riprenderà il suo posto in cielo”. La proposta fu subito accolta da tutta la famiglia, nonni e zii compresi. E così la cometa fu messa nello zainetto e a turno, ogni giorno qualcuno della famiglia la portava per le strade della parrocchia. Durante il percorso incontrarono molte persone: alcune tristi, altre allegre, alcune impegnatissime che stavano appena ad ascoltare, altre che stavano sedute sulle panchine senza fare nulla, qualcuno in pace con il prossimo, qualcun’altro no, qualcuno che sfrecciava in bicicletta, altri che giocavano a pallone, gente che camminava sola e comitive festanti.A tutti rivolsero il loro invito di trovarsi la sera del 24 dicembre in Chiesa perché avrebbero mostrato loro il Bambino Gesù, il Salvatore del mondo. Forse in virtù di quella luce, che usciva dai loro occhi e dalla loro voce convinta e cordiale, tutti coloro che incontrarono si annotarono l’appuntamento e si impegnarono ad essere presenti (si racconta che anche chi non credeva diceva che non sarebbe mancato proprio la notte di Natale!).La sera del 24 dicembre, la Messa di mezzanotte non era mai stata così affollata, le sedie aggiunte non bastavano più… Il passaparola nel quartiere aveva avuto un effetto formidabile. Prima di iniziare la Messa, il parroco chiamò il capofamiglia, venuto in Chiesa con lo zainetto, e lo invitò per mostrare a tutti la cometa. Il capofamiglia fece quanto gli era stato chiesto, aprì lo zainetto, ma con grande sorpresa lo zainetto era vuoto; la cometa era andata via senza avvisare. Dall’assemblea, dopo un primo momento di stupore, partì un applauso spontaneo e gioioso rivolto alla famiglia e al loro zainetto… vuoto.Nessuno lasciò il proprio posto, tutti si disposero a partecipare alla Messa, che stava per iniziare. Finalmente il parroco uscì festante dalla sacrestia con la statua del bambino Gesù per posarlo ai piedi dell’altare, mentre tutti cantavano. Gli staffettisti erano stati convincenti, avevano fatto proprio un bel lavoro.E la cometa? Non si era persa, aveva avuto solo bisogno di una mano. Voleva ricordarci che troppe volte, presi dalle cose della vita, dimentichiamo di guardare il cielo e dimentichiamo che non siamo soli. La stella voleva dimostrare che accogliere Gesù vuol dire essere suoi testimoni e annunciatori credibili. Come la stella ha fatto conoscere Gesù al mondo, così anche noi potremo far conoscere Gesù al mondo o almeno alle persone che vivono intorno a noi.

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L’OMELIA DI SAN PROSPERO

Il vescovo processa le banche dall’altareCaprioli critica i colossi bancari:”Spersonalizzato il rapporto col territorio”

di Matteo Zanichelli

*«GLI ISTITUTI di credito? Hanno tradito la fiducia della gente». È questo, in sintesi, il duro attacco del vescovo, monsignor Adriano Caprioli, che ammonisce severamente le banche, durante l’omelia nella messa di ieri mattina, alla chiesa di «San Prospero», per la solennità del patrono cittadino. Vi hanno preso parte anche l’arcivescovo emerito di Kumasi (Ghana) Peter Kwasi Sarpong (che ha concelebrato la messa), i presbiteri, i diaconi, le autorità politiche, i rappresentati delle realtà economiche-sociali e del lavoro e i ministri delle altre confessioni cristiane.

«ABBIAMO creato in questi anni dei colossi incredibili a livello bancario e finanziario - esclama il vescovo - che hanno spersonalizzato il rapporto con il territorio. Il discorso dell’etica connesso con il fattore fiducia della gente è strettamente allacciato al legame con il proprio territorio. Si pensi alla trasparenza degli investimenti nei confronti dei clienti. Purtroppo, è opinione condivisa che queste nuove maxi-banche si siano organizzate in modo da togliere potere operativo-decisionale alle sedi locali, per concentrarlo lontano dai rapporti interpersonali».

LA QUESTIONE della fiducia, tra l’altro, era stata toccata anche all’inizio della predica, quando Caprioli aveva espresso la sua preoccupazione per i futuri effetti della crisi finanziaria sulle famiglie.«Ci troviamo in un periodo delicato per le aziende, alcune delle quali rischiano la chiusura. Non poche famiglie sono in difficoltà a sostenere spese o investimenti fatti, per esempio, per la casa. La situazione è molto preoccupante. Siamo così di fronte a sensazioni diffuse di diffidenza nei confronti del sistema economico mondiale, se non di delegittimazione. E tutto ciò sta mettendo in crisi quel fattore fiducia che rimane il caposaldo fondamentale di tutti i rapporti, soprattutto economici, tra gli uomini. Il problema è che da alcuni anni a questa parte è come se i grandi dei mercati finanziari giocassero d’azzardo, in una corsa all’arricchimento fine a se stesso, come in un mondo virtuale, ignari delle conseguenze sulla vita reale del Paese».

INSOMMA, il richiamo è a «uno stile di comportamento basato sui valori» (la crisi etica, infatti, «sta modificando pure la funzione della Chiesa che in questi anni sta riflettendo sul tema del bene comune come nuovo volto della questione sociale»).«Spesso lambito etico è immaginato come una serie di proibizioni, di ostacoli e di freni al libero esercizio dell’attività umana. In realtà si può parlare di etica soprattutto individuando un quadro di valori da promuovere e da tutelare, come la piena occupazione, il sostegno alla famiglia, la solidarietà con i più deboli».

La RESPONSABILITÀ di rinsaldare le relazioni economiche è anche delle imprese, modificando la concezione di profitto.«Non può essere disgiunto dalla considerazione di altri fattori umani e morali come l’occupazione, il servizio alle famiglie e ai singoli cittadini che sono in modo non certo minore beni essenziali per la vita dell’azienda e ne costituiscono il capitale sociale». Non da meno è «lo spirito di servizio che significa introdurre, nella conquista del mercato, uno spirito di libertà interiore che induca alla scelta di correre il rischio del proprio insuccesso personale, se la competizione porta a sacrificare tutto alla carriera: il proprio equilibrio, la cultura personale, la vita famigliare, i figli».

POI, la stoccata arriva anche alla comunità politica. Citando papa Giovanni Paolo II, il vescovo chiede che sia «la sfera della politica a sottoporre le leggi del mercato a quelle della solidarietà», affinché si ottengano «regole, organi di vigilanza e non liberismo selvaggio. La politica deve saper guardare più lontano dei soggetti privati».Ce n’è anche per le comunità cristiane, le famiglie, la scuola e le associazioni, «chiamate a educare a stili di vita più sobri». «Dobbiamo riflettere sui messaggi che lanciamo ai giovani. Oggi, i figli già da ragazzi sono stati abituati ad avere in regalo non il salvadanaio, ma la carta di credito, e a sostituire la parola risparmio con il termine consumo».

*Tratto dal Resto del Carlino del 25-11-08

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CENTRO D’ASCOLTO CARITASCari amici,vorremmo condividere con voi questi spunti di meditazione che ci siamo dati al termine del ritiro spirituale che sempre facciamo ogni anno all’apertura del Centro d’ascolto Caritas “Madre Teresa”, e che vogliamo tenere vivi e desti in noi durante questo nostro servizio ai più poveri della nostra zona.

Maria, Anna, Monica, Ombretta, Loretta.

Avviso: prossima Messa del Centro d’Ascolto, cui sono invitati tutti quelli che in qualsiasi forma svolgono un servizio in opere di carità nelle varie parrocchie (e, comunque, sono accolti volentieri tutti quelli che desiderano partecipare) mercoledì 10 dicembre ore 21 presso la Chiesa di Roncina.

I frutti dello Spirito la qualità di vita del cristiano è prima di tutto dono divino, frutto dell’azione dello Spirito Santo, non dobbiamo ingegnarci a cercare un’altra fonte, un’altra scaturigine, un altro punto di partenza.Così scrive Paolo: Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. (Gal 5,22)Sapere e volere amare attraverso il dono divino dell’agape (amore cristiano), significa sperimentare per “dono” il comandamento di Gesù: Amatevi gli uni gli altri, come (perché) io ho amato voi (Gv 13,34); implica, inoltre, vivere la perfezione del padre, con un amore che coinvolge nemici e persecutori, così come abbiamo già meditato (Mt 5, 43-48).Questo “amore” imprime alle relazioni una vitale configurazione a Gesù e la conseguente capacità di riconoscere Gesù stesso in chi ha fame, chi ha sete, in chi ha l’esigenza di essere visitato, accudito, incontrato, aiutato (Mt 25, 34-40).La gioia è dono, e poi meta ed impegno da assumere (Fil, 4, 4). è un modo di essere e di rapportarsi, contagioso, coinvolgente, pacificante, che attesta speranze, compatibilmente con gli inevitabili limiti umani e con le sofferenze quotidiane. Rivela il rapporto fondante e costruttivo con Gesù.La pace ancora Gesù stesso, presente e operante (Ef 2, 15) in noi attraverso le nostre parole e azioni.La pazienza è di chi vede lontano e di chi non si accascia e non si avvilisce nell’operare il bene, nell’aiutare educativamente gli altri. E’ il modo di agire di Dio con noi che rende tutta la storia il tempo della sua pazienza (Rm 3,26)La benevolenza è quel modo di relazionarsi, già mentale e poi nel tratto e nel rapporto, grazie al quale si attesta una bontà di fatto nel valutare le persone, nell’accostarsi, nell’accoglierle. E’ il dono per interpretare il “prossimo” in modo giusto e promuovente; così pure è il dono che aiuta a vivere gli eventi e i rapporti in modo realistico e, a un tempo, pieno di fiducia e di abbandono nel Signore che opera nel cuore di ciascuno.La bontà è la condizione spirituale e psicologica che meglio rivela il nostro legame e la nostra dipendenza d’amore dal Signore. Solo Dio è buono (Mc 10, 18). E se siamo buoni è grazie alla presenza operante e raffigurante di Dio.La fedeltà, che è coerenza, ubbidienza, adesione efficace alla parola del Signore e al suo disegno su di noi, è fonte della consistenza della nostra persona: testimonianza della fedeltà indefettibile del Signore “nostro alleato”. Va contro a cultura contemporanea che non riesce a concepire, come umana e ragionevole, una scelta di vita o un rapporto che presupponga una fedeltà che dura tutta la vita.La mitezza ci configura profondamente a Gesù: mite e umile di cuore (Mt 11, 29a) E’ la virtù che apre sempre al dialogo; che facilita l’accoglienza, la comprensione, la condivisione. E’ espressione di vera fortezza, ben più incisiva, storicamente, di ogni energumena violenza. L’influsso della mitezza sulla cultura e nella vita concreta fa proclamare Gesù, sulla scorta dei testi anticotestamentari: Beati i miti perché, erediteranno la terra (Mt 5, 5).Il dominio di sé, ultima espressione del frutto dello Spirito, permette nel quotidiano della nostra vita di testimoniare che lo Spirito è più forte della nostra sensibilità, della nostra istintualità, di ogni pulsione incontrollata. Siamo obbedienti, come cristiani, alla Parola, e lo Spirito di Gesù ci dona la capacità e la costanza; e possiamo attuare la prudenza pedagogica, la fortezza di fronte al male e alla malvagità, la giustizia in tutti i rapporti, la temperanza in ogni bisogno ed esigenza. Ridiciamolo: non è frutto, tutto questo, soltanto di maturità umana o di buona educazione. E’, prima di tutto, dono e azione dello Spirito.

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PER RIFLETTERE

L’Inferno e il ParadisoSignore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno. Dio condusse il sant’ uomo verso due porte. Aprì una delle due e gli permise di guardare all'interno. Al centro della stanza, c'era una grandissima tavola rotonda.. Al centro della tavola, si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’ uomo sentì l'acquolina in bocca. Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato. Avevano tutti l'aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant’ uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse : Hai appena visto l'Inferno. Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l'aprì. La scena che l'uomo vide era identica alla precedente. C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo. Il sant’ uomo disse a Dio: Non capisco! E' semplice, rispose Dio, dipende solo da un'abilità. Essi hanno appreso a nutrirsi gli uni gli altri mentre gli altri non pensano che a loro stessi.Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura.... la differenza la fa ognuno di noi!

Sei tu Gesù?Testo proposto dalla Fam. Pozzani

Un gruppo di venditori fu invitato ad un Convegno. Tutti avevano promesso alle proprie famiglie che sarebbero arrivati in tempo per la cena il venerdi sera. Il convegno terminò un po’ più tardi del previsto, ed arrivarono in ritardo all’ aereoporto. Entrarono tutti con i loro biglietti e portafogli, correndo tra i corridoi dell’ aereoporto. All’improvviso, e senza volerlo, uno dei venditori inciampò in un banco che aveva un cesto di mele. Le mele caddero e si sparsero per terra. Senza trattenersi, né guardando indietro, i venditori continuarono a correre, e riuscirono a salire sull’aereo. Tutti meno UNO. Quest’ultimo si trattenne, respirò a fondo, e sperimentò un sentimento di compassione per la padrona del banco di mele. Disse ai suoi amici di continuare senza di lui e chiese ad uno di loro che all’arrivo avvertisse sua moglie e le spiegasse che sarebbe arrivato con un altro volo un po’ più tardi, visto che non era sicuro di riuscire ad avvisarla in tempo. Dopo tornò al Terminal e si trovò con tutte le mele sparse a terra. La sorpresa fu enorme, quando si rese conto che la padrona delle mele era una bambina cieca. La trovò piangendo, con grandi lacrime che scorrevano sulle sue guance. Toccava il pavimento, cercando, invano, di raccogliere le mele, mentre moltitudini di persone passavano senza fermarsi; senza che a nessuno importasse nulla dell’accaduto. L’uomo inginocchiatosi con lei, mise le mele nella cesta e l’aiutò a montare di nuovo il banco. Mentre lo faceva, si rese conto che molte cadendo si erano rovinate. Le prese e le mise nella cesta. Quando terminò, tirò fuori il portafoglio e disse alla bambina:“Prendi, per favore, questi cento euro per il danno che abbiamo fatto”. “Tu stai bene?” Lei, sorridendo, annuì con la testa. Lui continuò dicendole: “Spero di non aver rovinato la tua giornata". Il venditore cominciò ad allontanarsi e la bambina gridò: "Signore..." Lui si fermò e si girò a guardare i suoi occhi ciechi. Lei continuò: “Sei tu Gesù...?”. Lui si fermò immobile, girandosi un po’ di volte, prima di dirigersi per andare a prendere il volo, con questa domanda che gli bruciava e vibrava nell’anima: “Sei tu Gesù?" E a te, la gente, ti confonde con Gesù? Perché è questo il nostro destino, non è così? Sarebbe così bello il mondo se tutti assomigliassimo sempre così tanto a Gesù al punto da non riuscire più a notarne la differenza. Cerchiamo allora, con tutte le nostre forze, di assomigliare sempre più a Gesù, in un mondo che è cieco davanti al suo Amore, alla sua Vita e alla sua Grazia, per la nostra felicità e per quella del nostro prossimo. Se decidiamo di conoscere Gesù, dovremmo vivere e agire come Lui. Vivere la sua parola ogni giorno.Tu sei la pupilla dei suoi occhi, anche quando sei stato colpito per le cadute. Lui ha lasciato tutto e ha preso te e me nel Calvario; e ha pagato la Nostra frutta Rovinata. Cominciamo a cercare di vivere come se già valessimo il prezzo che Lui ha pagato! Cominciamo oggi!

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La vera storia di Babbo Natale

Era una fredda notte d'inverno, fra gli anni 243 e 366 dopo Cristo, quando nell'antica Roma imperiale, amici e parenti si scambiarono le prime "stranae" per festeggiare il "dies natalis". Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi cesti di fruta e dolciumi, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l'anniversario dell'ascesa al trono dell'Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l'intero anno.

Passarono i secoli ed un bel giorno del 1800, il rito trovò la sua personificazione in un forte vecchio rubicondo dalla barba bianca, residente al Polo Nord dove, secondo la tradizione, aiutato da numerosi gnomi costruirebbe dei giocattoli da distribuire come doni durante la notte di Natale, con l'ausilio di una slitta trainata da renne volanti e passando attraverso i camini delle case.

Raggiunta una certa età, veniamo a conoscenza di una spiacevole realtà: Babbo Natale altro non è che un personaggio fantastico. Ma tale affermazione non è del tutto vera. Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo e forse partecipò al Concilio di Niceanel nel 325. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest'anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore.

Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie.

In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. Secondo altre leggende, questo santo sarebbe entrato in possesso di un oggetto mitico, il Sacro Graal, che, oltre ad essere responsabile della sua capacità di "produrre in abbondanza" da regalare, fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa GregorioVII. In ogno caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o addirittura nella notte di natale.

Perché sono nato, dice Dio

Sono nato nudo, dice Dio,perché tu sappia spogliarti di te stesso.Sono nato povero,perché tu possa considerarmi l'unica ricchezza.Sono nato in una stalla,perché tu impari a santificare ogni ambiente.Sono nato debole, dice Dio,perché tu non abbia mai paura di me.Sono nato per amore,perché tu non dubiti mai del mio amore.Sono nato di notte,perché tu creda che io posso illuminare qualsiasi realtà.Sono nato persona, dice Dio,perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.Sono nato uomo,perché tu possa essere "dio".Sono nato perseguitato,perché tu sappia accettare le difficoltà.Sono nato nella semplicità,perché tu smetta di essere complicato.Sono nato nella tua vita, dice Dio,per portare tutti alla casa del Padre.

Lambert Nolen

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Un sabato vicino... e lontanodi Elena Volpe

Un sabato sera diverso è stato quello vissuto dai giovani l’ 8 novembre scorso al palahockey di Reggio in occasione dell’Agorà, il primo dei 4 incontri che la pastorale giovanile diocesana ha organizzato per l’anno 2008/2009. Il percorso è stato articolato in quattro tappe che affrontano altrettanti temi: lontano, vicino, dentro e fuori. L'appuntamento di sabato 8 novembre ha invitato i giovani a riflettere sul lontano. Lontano spaziale, quello vissuto e raccontato dai giovani andati in “missione” in terre più o meno lontane da noi (dalle missioni in brasile fino all’esperienza presso la mensa caritas a Roma, passando per Madagascar, Romania, Albania, Locri, Napoli…) ma anche lontano culturale, e lontano come “diverso”.Dopo le interviste e i video dei “giovani missionari” ha preso la parola don Mario Gazzotti che riflettuto sulla parabola del Buon Samaritano, scelta come riferimento biblico della serata. "Quali sono i confini del mio prossimo? Come mi rapporto con lui? Come lo scelgo?” Don Gazzotti ha, poi, concluso invitando i ragazzi ad "approssimarsi" allo straniero che abita vicino a noi e di lasciarsi "approssimare" dagli altri, in un processo non di assimilazione ma di scambio, condivisione e integrazione (cosa non sempre così facile!).Con il secondo momento della serata si è voluti entrare

maggiormente in sintonia coi giovani proponendo uno spettacolo di hip-hop, breakdance e bmx: linguaggi della strada, intesa come luogo di aggregazione-libertà-creatività, che hanno coinvolto e fatto applaudire l’intero palazzetto.

La coltivazione degli alberi di NataleVari gli atteggiamenti verso il Natale,

e possiamo alcuni trascurarne:Il mondano, l’apatico e quello commerciale,il triviale (le bettole aperte a tarda notte) e

il bambinesco – ma non quello del bambinoper cui la candelina è una stella e l’angelo

tutto d’oro che spiega le ali in cima all’alberonon è solo ornamento, ma è un angelo.

Guarda il bambino all’Albero di Natale:lasciatelo al suo senso di miracolo

per la festa che è evento e non pretesto:sì che il fulgente rapimento, il fascino

di quella prima volta ricordata, le sorprese,la gioia del primo possederle

(ognuna con un suo eccitante profumo),quell’aspettare l’anatra o il tacchino

e il previsto stupore quando apparvero,sì che la deferenza e la gaiezza lui non si scordi

quando sarà grande,nella grigia abitudine, nel logorio, nel tedio,

nel saper che si muore, nel senso dello scacco,o nella pietà del convertito

che può tingersi di una vanitàa Dio sgradita e irrispettosa dei bambini

(E qui io ricordo pure con dolcezzaSanta Lucia, la canzone, la sua corona di fuoco);

Sì che prima della fine, al Natale ottantesimo(con ciò intendendo ogni natale estremo)

messi insieme i ricordi anno per annosi concentrino in una grande gioia che sarà

anche un gran timore,come quando il timore scese nell’anima di tutti:

per cui il principio ci farà ricordare la fine,e la prima venuta la seconda

venuta.(Thomas Stearns Eliot)

Domeniche di Avvento con i Bambini:

Ore 10:30

Ecco il percorse che vedrà come protagonisti i fanciulli.

30 Nov.: Si parte!7 Dic.: Ripulisco la mia strada

14 Dic.: Le indicazioni sul cammino21 Dic.: Ma no! ...uffa... o "sì" come

Maria?

Concerto REgospelCORO

Domenica 21 Dicembre

Ore:17.30

Concerto di Natale

‘Go tell it on the mountain...’

Domenica 14 DicembreIncontro delle famiglie con

i figli

Ore 10:15Nel salone della parrocchia

TEMA:“Santa Lucia e il cammino

verso Natale”

Pranzo insiemeProssime date del 2009:

11 Gennaio e 1° Febbraio

Foto 1: Elena Volpe

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Pierre Emmanuel(1916-1984)

AnnunciazioneUna vita in cui non accade nulla

Un giardino chiusoUn mattino come gli altri

Fa piccoli lavori

(Tuttavia non è dettoChe si sia meravigliata

Talmente vivo l’uno accanto all’altroIl cielo e il suo pensiero)

L’Angelo del VoltoTrema in quegli occhi

Così chiari da nasconderleLa visione di Dio

Più che il più grande AngeloO trasparente O colmata

O saturata di DioIo ti saluto

Mattina tranquillaFrutteto sotto la rugiadaLuogo della sua santità

Io ti saluto

La limpida si turbaCerca l’ombra delle ciglia

Un sole si apre in leiCuore che l’abbaglia

Notte purissima non temereÈ da te che sorge l’alba

È dalla tua oscuritàChe nasce il sole dei mondi

Nel suo nome di Emmanuele1

Si nasconde il risplendenteLa tua perfetta umiltàPartorisce la Maestà

Il Figlio che tu concepiraiSarà Salvatore Giudice e Re

Regnerà su GiacobbeFiglio di David nato dal Padre2

La prudentissima ha pauraDell’impossibile

Povera ragazza in un misero luogoIo non conosco uomo3

Lo Spirito santo ti copriràSimile a un forte vento che ricade

Sulla tua bocca poseràL’ala della sua ombra4

Maria piange in silenzioE consegna a Dio il suo pudore

Tutta la sua fiduciaTutta consumata dal terrore

Lei apre sull’AngeloI suoi nuovi occhi antichissimi

Vasta, verde, l’OrigineAttende il vento

Ecco la serva del SignoreMi avvenga secondo la tua parola5

Lei abbassa gli occhiIncrocia le mani un pò

Poi riprende il suo lavoro.

(Evangeliario, Natività)

1 Cf. Is 7,14; Mt 1,23.2 Cf. Lc 1,32-33.

3 Cf. Lc 1,34.4 Cf. Lc 1,35.5 Cf. Lc 1,38.

I lettori scrivono....Spazio dedicato a chiunque voglia lasciare scritto qualcosa, proporre spunti di riflessione o esprimere un proprio pensiero, firmato o anonimo. Potete inviare materiale attraverso l’indirizzo di posta elettronica segnalato o lasciare una lettera nella cassetta posta all’entrata della chiesa. La redazione si avvale del diritto di selezionare gli articoli più interessanti da pubblicare nello spazio.Vi aspettiamo...

Per scriverci potete utilizzare questa casella di posta elettronica: [email protected], oppure la cassetta postale posizionata all’entrata della chiesa.

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• II Domenica di Avvento

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Domenica 7 Dicembre 2008

• Santa Famiglia, Santi Innocenti

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Domenica 28 Dicembre 2008

Messa• da Lunedi a Giovedì e Sabato santa messa ore 18:30 [Chiesa Spirito Santo]• il Venerdì la messa si terrà alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]

Altri Eventi• Catechismo: Sabato ore 14:30• Oratorio: Sabato dalle 16:00 alle 17:30• Casa di carità: Martedì 9 Dic. e Mercoledì 24 Dic.• Ritiro Spirituale con Monsignor E.Landini: Domenica 7 Dic.• Incontro giovani coppie: Domenica 14 Dic. - Domenica del dono per aiutare la mensa dei poveri presso il vescovado.• Inizio della Novena del S.Natale: Lunedì 15 Dic. ore 18.30• Concerto REgospelCORO: Domenica 21 Dic. ore 17:30• Marcia della pace in città: Martedì 31 Dic.

Buon Compleanno a...• Daniela Ghini - Giovedì 4 Dicembre• Alessandro Davoli, Monica Denti, Francesco Luppi - Venerd’ 19 Dicembre• Lucia Beltrami - Mercoledì 24 Dicembre• Luca Lusetti - Lunedì 29 Dicembre

Aspettiamo di ricevere eventuali date di compleanno per i mesi prossimi!!!

Altre Date

• III Domenica di Avvento

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Domenica 14 Dicembre 2008

• IV Domenica di Avvento

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Domenica 21 Dicembre 2008

• Immacolata Concezione B.V. Maria

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Lunedì 8 Dicembre 2008

• Vigilia del Natale• Nel pomeriggio il Don è disponibile per confessioni

• Ore 24.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Mercoledì 24 Dicembre 2008

• Natale del Signore

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Giovedì 25 Dicembre 2008

• S. Stefano

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Venerdì 26 Dicembre 2008

• Maria Ss. Madre di Dio

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Giovedì 1° Gennaio 2009