8 Utilities

Embed Size (px)

Citation preview

UTILITIESIl funzionamento di un impianto dellindustria di processo richiede la disponibilit di energia e di una serie di fluidi ausiliari per la realizzazione delle varie lavorazioni del processo, per il controllo del processo stesso e per la manutenzione. Accanto alle unit produttive vi sono quindi anche quelle destinate alla produzione, trattamento ed erogazione dei fluidi ausiliari, che vanno collettivamente sotto il nome di utilities. Le utilities solitamente presenti in un impianto dellindustria di processo comprendono: acqua di raffreddamento vapor dacqua (ed eventuale produzione di energia elettrica) fluidi termici aria compressa inerti

ACQUA DI RAFFREDDAMENTOLacqua costituisce il mezzo refrigerante maggiormente impiegato: per potere essere utilizzata a questo scopo si richiede semplicemente che sia limpida e che non sia troppo dura, ossia che non dia luogo a depositi ed incrostazioni lungo il circuito. In alcuni casi limpianto sorge in prossimit di zone dove presente e abbondante acqua di buone caratteristiche o superficiale (fiumi o laghi) o in faglie poco profonde e facilmente accessibili [10]. In questo caso la refrigerazione dellimpianto opera in ciclo aperto (figura 147a): lacqua subisce un trattamento preliminare di chiarificazione e ossidazione e viene pompata nel sistema di refrigerazione da cui, dopo avere raffreddato le utenze, viene scaricata nellambiente esterno. (a)

(b)

Figura 147 [10] Molto pi spesso la disponibilit di acqua limitata, ovvero le sue caratteristiche richiedono trattamenti preliminari di depurazione e dolcificazione pi complessi e costosi. In questo caso la refrigerazione dellimpianto opera in ciclo chiuso (figura 147b), rimettendo in ciclo lacqua che proviene dalle apparecchiature di scambio termico dopo averla raffreddata, reintegrando i quantitativi andati persi. Tale acqua operante in ciclo chiuso viene usualmente detta acqua industriale: i quantitativi in circolazione sono solitamente ingenti ed il raffreddamento viene ottenuto in modo economico nelle torri di raffreddamento, per contatto diretta con aria atmosferica, 224

attraverso unoperazione di umidificazione che stata esaminata in uno dei precedenti capitoli. Nelle torri di raffreddamento la minima temperatura a cui possibile raffreddare lacqua superiore di qualche grado alla temperatura di saturazione (ovvero alla temperatura di bulbo umido) dellaria ambiente, il cui valore varia nel corso dellanno e della giornata. In pratica, ai nostri climi la minima temperatura ottenibile per lacqua si aggira tra i 20 ed i 30C, mentre lacqua in arrivo alla torre di raffreddamento si trova ad una temperatura intorno ai 40C. Tale valore non viene di norma superato per limitare la deposizione del calcare nelle apparecchiature di scambio termico. Nelle torri di raffreddamento i consumi energetici sono limitati a quelli delle pompe di circolazione dellacqua e dei ventilatori dellaria, ma il raffreddamento viene ottenuto a spese dellevaporazione del 35% dellacqua alimentata.

VAPOR DACQUA ED ENERGIA ELETTRICANegli impianti dellindustria di processo il vapor dacqua viene impiegato principalmente come mezzo riscaldante e come fonte di energia in macchine come le turbine (che a loro volta possono azionare compressori), eiettori, ecc. [10]. Il suo impiego come fluido riscaldante dovuto al basso costo, lelevatissimo coefficiente di scambio termico per condensazione e lalto valore del calore latente di condensazione: di fatto esso il mezzo riscaldante maggiormente utilizzato per temperature fino a 200C circa. Al di sopra di questa temperatura, lelevata pressione di saturazione del vapor dacqua ne rende eccessivamente oneroso luso e si ricorre ad altri fluidi riscaldanti.

Figura 148 [10] La figura 148 mostra un tipico schema di produzione di vapor dacqua in un impianto dellindustria di processo. Lacqua, preventivamente trattata e additivata, viene alimentata al generatore di vapore, dove vaporizza ricevendo calore dalla combustione di un combustibile. In generale, il costo di produzione del vapore decresce allaumentare della pressione di esercizio del generatore e, per tale ragione, esso viene normalmente prodotto ad una pressione alta, maggiore di quella a cui verr utilizzato 225

come fluido riscaldante nellimpianto. Il vapore prodotto nel generatore viene quindi espanso alla pressione di utilizzazione in una turbina accoppiata ad un alternatore, andando cos a produrre energia elettrica per limpianto. Un impianto dellindustria di processo utilizza normalmente tre reti distinte di distribuzione del vapore, che lavorano a pressione diversa e presentano, di conseguenza, diversi valori della temperatura di condensazione del vapore saturo: alta pressione: 20-60 atm; temperatura di condensazione 210-275C media pressione: 10 -16 atm; temperatura di condensazione 180-200C bassa pressione: 4 - 7 atm; temperatura di condensazione 150-165C Il vapore destinato ad ognuna di queste reti viene prelevato mediante spillamenti ossia prelievi di vapore intermedi (reti ad alta e media pressione) e dallestrazione finale (rete a bassa pressione) dalla turbina a contropressione collegata allalternatore (vedi figura 148). Un aspetto importante nelleconomia del ciclo del vapore legato ai recuperi termici e delle condense. Le perdite di calore lungo il circuito vanno minimizzate, come pure va ridotto il tempo di permanenza delle condense calde nel serbatoio di accumulo: si effettuano poi recuperi di calore dalle condense del vapore ad alta e media pressione, facendole espandere e quindi utilizzando il vapore che si produce (che condensa a temperatura inferiore) come fluido riscaldante per altre utenze; infine si pu preriscaldare lacqua alimentata. Tanto maggiore la quantit di condense recuperate, e quindi riciclate, e tanto minore il quantitativo di acqua di reintegro, che va sottoposta a trattamenti piuttosto onerosi. Tuttavia, a differenza di quanto accade nelle centrali di produzione di energia elettrica, in cui praticamente tutto il vapore prodotto viene recuperato nelle condense, negli impianti dellindustria di processo questa percentaule intorno al 50%, a causa delle caratteristiche di alcune utilizzazioni, che comportano un consumo netto di vapore, e del problema dellinquinamento delle condense.

FLUIDI TERMICII fluidi termici si utilizzano per le esigenze di riscaldamento e raffreddamento dellimpianto che non possono essere soddisfatte con lacqua. Le caratteristiche principali richieste sono buona capacit termica, elevato coefficiente di scambio termico, stabilit termica, bassa viscosit, bassa corrosivit, bassa tossicit, bassa infiammabilit e basso costo; poich non generalmente possibile trovare un fluido che presenti tutte queste caratteristiche, si sceglier, di volta in volta, quello che rappresenta il miglior compromesso possibile [10]. Per temperature elevate (200-320C) si utilizzano oli speciali diatermici, costituiti da miscele di idrocarburi con 15-25 atomi di carbonio, utilizzati come liquidi: miscele di composti aromatici, come il Dowtherm (eutettico difenile-ossido di difenile), consentono di raggiungere temperature fino a 400C. Per temperature maggiori, e fino a 900C, si usano sali fusi, per lo pi cloruri alcalini, e metalli alcalini fusi (sodio e potassio): tuttavia, tali temperature sono richieste solo molto raramente negli impianti dellindustria di processo. Per temperature inferiori ai 20 C e fino a 10C circa si possono utilizzare salamoie, ossia soluzioni acquose di cloruri alcalini, operanti in ciclo chiuso tra le varie utilizzazioni ed un impianto frigorifero centrale. Questa soluzione presenta per problemi di aggressivit chimica che ne limitano alquanto lutilizzo. In alternativa alle salamoie, o come unica possibilit per temperature al di sotto di 10C, si utilizzano direttamente cicli frigoriferi, in cui lutilizzazione costituisce la sorgente di calore del ciclo. La 226

refrigerazione ottenuta facendo vaporizzare un liquido che presenti, a pressione atmosferica o prossima a quella atmosferica, una temperatura di ebollizione inferiore a quella della corrente da refrigerare.

Figura 149 [13] Il ciclo frigorifero a compressione, che quello maggiormente utilizzato, prevede che il vapore che si produce venga quindi compresso, fino ad una pressione tale che ne consenta la successiva condensazione refrigerandolo con acqua ad una temperatura intorno ai 40-50C. Il liquido condensato si raccoglie in un serbatoio da cui viene prelevato, espanso in una valvola riduttrice di pressione per riportarlo alla pressione a cui va vaporizzato, ed inviato nuovamente nellapparecchiatura di scambio termico (figura 149). Va rimarcato che, per effetto dellespansione, parte del liquido (10-30%) vaporizza, andando in tal modo a ridurre lefficienza del processo. Si usano cicli frigoriferi a propano, ammoniaca ed etilene: con questultimo si raggiungono temperature fino a circa 80C. Al di sotto di queste temperature i cicli frigoriferi sono alimentati dagli stessi fluidi di processo.

ARIA COMPRESSANegli impianti dellindustria di processo laria compressa viene utilizzata per inviare i segnali alle valvole a comando pneumatico, che sono la maggioranza di quelle utilizzate nel controllo automatico di processo, come pure per una serie di altri scopi, quali [10]: trasporto pneumatico di solidi granulari agitazione e sollevamento di liquidi pressurizzazione dei serbatoi per scaricare i prodotti contenuti soffiaggio delle apparecchiature dopo il loro arresto per manutenzione e prima che siano rimesse in marcia Nella maggior parte dei casi i quantitativi di aria compressa richiesta da un impianto sono notevoli ed essa viene quindi prodotta in continuo. Laria viene prelevata dallatmosfera, filtrata per eliminare eventuali solidi trascinati e compressa a 5-8 atm. Alluscita del compressore laria subisce un trattamento di depurazione e viene essiccata per eliminare lumidit. Laria compressa viene quindi immagazzinata in un serbatoio polmone che, oltre a rappresentare una piccola riserva, consente di stabilizzare la pressione: dal serbatoio si diparte una rete di distribuzione a bassa pressione per laria strumenti ed una a 3-5 atm per laria destinata agli altri usi di impianto.

227

INERTII gas inerti sono utilizzati negli impianti dellindustria di processo per [10]: lavaggio di apparecchiature contenenti prodotti infiammabili o esplosivi creazione di atmosfere inerti allinterno o allesterno di alcune apparecchiature sostituzione dellaria in tutte quelle operazioni in cui la presenza di ossigeno sia pericolosa o comunque dannosa Come gas inerte viene generalmente utilizzato lazoto: i consumi sono generalmente modesti e in molti casi una scorta contenuta pu soddisfare le richieste per molti giorni. Per esigenze molto ridotte si pu fare ricorso a bombole, ma nel caso pi generale si utilizzano serbatoi in cui viene immagazzinato azoto liquido: dal serbatoi parte una tubazione che distribuisce lazoto nei punti in cui esso richiesto nellimpianto. Il serbatoio pu lavorare a pressione appena superiore a quella atmosferica, per consentire unerogazione immediata in caso di bisogno; in ogni caso sono previsti dispositivi di riscaldamento che consentono di evaporare rapidamente i quantitativi di azoto richiesti dalle varie utilizzazioni. Lazoto liquido pu anche essere utilizzato come mezzo criogenico.

PROBLEMATICHE DI SICUREZZA CONNESSE CON LE UTILITIESIl funzionamento di un impianto di processo richiede numerosi servizi di stabilimento, descritti nei paragrafi precedenti: gli aspetti importanti relativi a queste utilities sono quelli relativi alla sicurezza, affidabilit, qualit, nonch quelli economici e ambientali [5]. Una delle cause principali per cui viene meno una delle utilities la perdita di una parte della propria capacit seguita da un rapido sovraccarico del resto del sistema, il che comporta un cedimento dellintero sistema. Per evitare che ci si verifichi occorrono prendere delle misure che comportano una ripartizione del carico nei punti meno essenziali. Spesso pu risultare conveniente utilizzare una distribuzione ad anello: ci aumenta laffidabilit perch ogni punto alimentato da due parti diverse. Nel caso della distribuzione del vapor dacqua occorre per fare attenzione alle conseguenze che ci pu avere sul flusso nei rami principali. Le tubazioni dei servizi passano attraverso gli impianti e sono quindi vulnerabili nei confronti di incidenti: occorre perci pianificare con cura i percorsi, specialmente per i cavi degli strumenti di controllo. Per le funzioni essenziali i cavi vanno duplicati, facendoli passare lungo percorsi diversi. In caso di incidente grave alcuni servizi essenziali si possono danneggiare: le conseguenze peggiori si hanno se viene meno lenergia elettrica ai macchinari o alla strumentazione di controllo, oppure lacqua di raffreddamento o quella antincendio. Elettricit In un impianto di processo lelettricit viene utilizzata per alimentare macchine, per riscaldamento e per la strumentazione. Lenergia elettrica pu provenire dalla rete nazionale o locale o essere autoprodotta nello stabilimento. Poich spesso in un impianto di processo si ha necessit di vapor dacqua, gli stabilimenti pi grandi hanno generalmente una propria centrale elettrica, con connessioni alla rete elettrica nazionale o locale da cui possono prelevare o a cui possono cedere energia elettrica. La mancanza di elettricit pu causare problemi, quali la solidificazione di liquidi o la vaporizzazione di gas liquefatti, e provocare lavvio della procedura automatica di fermata dellimpianto. I punti pi critici, a cui va assicurato unalimentazione elettrica 228

continua, sono le pompe che assicurano la movimentazione dei fluidi per rimuovere calore dal processo, sia lato fluido di processo che lato acqua industriale, come pure i motori elettrici dei ventilatori degli air-cooler e quelli dellaria per i forni. Per queste funzioni essenziali vanno previsti dei motori di riserva con azionamento diesel o comunque non elettrico. Le apparecchiature elettriche, come pure le correnti disperse da cavi di alimentazione delle macchine, possono inoltre costituire una potenziale fonte di innesco. Nellimpianto ci sono poi macchine, come i computer per il controllo di processo e parte della strumentazione, che non solo devono funzionare in continuo, ma che non sopportano neppure fluttuazione di voltaggio. In questi casi si pu provvedere un alternatore diesel o, per utenze che non richiedono grossa potenza, un gruppo di continuit. Vapor dacqua In un impianto di processo il vapore dacqua pu essere utilizzato per alimentare macchine (turbine a vapore, eiettori), come fluido termico di riscaldamento, come fluido di processo, a scopo di purga e inertizzazione, e per il soffocamento di fiamme e vapori infiammabili (ad esempio nei forni). La fonte principale di vapore costituita dalla centrale termica, anche se ci possono essere alcune fonti secondarie dal processo, come produzione di vapore in reazioni chimiche o da recuperi termici; negli impianti pi piccoli il vapore viene prodotto in caldaie. Problemi nella distribuzione del vapore si possono avere in caso di presenza di acqua liquida, che causa sulle tubazioni effetti simili a quelli del colpo di ariete. Occorre anche fare attenzione alle perdite di vapore, che possano causare fenomeni di elettricit statica e quindi costituire un innesco per vapori infiammabili, ed alla presenza di aria, che disciolta in piccole quantit nellacqua alimentata in caldaia. Se nella rete si accumula aria, o altro gas incondensabile, come lanidride carbonica, viene meno la corrispondenza biunivoca tra livelli di pressione e di temperatura, per cui il vapore potrebbe non essere in grado di riscaldare come previsto: vanno quindi previsti sfiati per gli incondensabili. Generalmente non si provvede un secondo apparecchio di riserva per la produzione di vapore: tuttavia, ci possono essere problemi se viene a mancare il rifornimento di vapore ad un riscaldatore. Infatti il vapore condensa a temperatura pi bassa e ci comporta anche una riduzione di pressione: quando si teme che lapparecchiatura possa andare sotto vuoto occorre prevedere un ingresso di azoto. Aria compressa Laria compressa viene utilizzata per la strumentazione a comando pneumatico, per la respirazione o come aria di processo, nonch negli attrezzi pneumatici e nelle operazioni di purga. Laria per usi generali viene filtrata, compressa fino a 6-7 atm e raffreddata in modo da far condensare lacqua: essa quindi priva di particelle solide, ma satura dacqua e potrebbe contenere anche dellolio proveniente dal sistema di lubrificazione del compressore. I requisiti dellaria per la strumentazione a comando pneumatico sono invece di poter essere rifornita con continuit (va quindi previsto un compressore di riserva) e di essere priva non solo di particelle solide, ma anche di olio e acqua. Per quanto riguarda laria utilizzata come reagente nel processo, di solito ottenuta per compressione di aria atmosferica, molto importante il punto di prelievo per evitare la presenza di 229

contaminanti. Generalmente non si prevedono compressori di riserva. Gas inerti Come gas inerti si utilizzano principalmente azoto e anidride carbonica. Lazoto si pu usare per inertizzazione, nel processo, come gas di purga e per pressurizzazioni. Atmosfere inerti sono spesso richieste in processi di polimerizzazione, preparazione di catalizzatori, rigenerazione di essiccanti, nelle centrifughe e nei serbatoi di stoccaggio. Tra gli usi di processo ci sono quelli di diluire la concentrazione di reagenti, come ad esempio lossigeno nei processi di ossidazione: nei processi che lavorano ad alta pressione ci porta ad una riduzione della pressione parziale dellossigeno. Lutilizzo dellazoto come gas di purga consente di prevenire lingresso di aria a contatto con sostanze infiammabili. La pressurizzazione mediante inerti consente di evitare problemi legati alla riduzione della pressione al di sotto di quella atmosferica, con conseguente collasso di apparecchi che si trovano a lavorare sotto vuoto. Occorre assicurare la presenza di quantitativi sufficienti di gas inerti o producendoli direttamente sul posto attraverso il frazionamento dellaria, in caso di grossa richiesta, o assicurandone un rifornimento efficace, con riserve sufficienti o mediante un approvvigionamento continuo. Si possono quindi utilizzare soluzioni quali parchi bombole, generatori di gas inerti, stoccaggi di gas o gas liquefatti e approvvigionamento mediante gasdotti. Acqua Sotto questa voce si comprendono generalmente le seguenti tipologie: acqua di raffreddamento acqua di processo acqua antincendio Acqua di raffreddamento Tenuto conto che essenziale garantire la refrigerazione alle unit dellimpianto occorre assicurare sia la continuit di funzionamento delle pompe dellacqua di raffreddamento, installando una riserva, sia lalimentazione continua al motore delle pompe, con motori elettrici e diesel. E buona norma tenere separati i circuiti dellacqua di raffreddamento e dellacqua antincendio, per evitare che, in caso di incendio, si verifichino anche problemi di refrigerazione alle unit di impianto. Acqua di processo Lacqua pu essere utilizzata come materia prima nellimpianto e la sua purezza dipende dalle esigenze del processo. In genere non si utilizza lacqua di raffreddamento a scopi di processo. Occorre poi assicurare unalimentazione di acqua trattata alla caldaia di produzione del vapore. Acqua antincendio Lacqua antincendio deve essere predisposta in vasche o serbatoi appositi, in quantit idonea ad affrontare per un tempo prefissato il massimo incidente ipotizzato come credibile nellimpianto. In caso di un grosso incendio la portata dacqua necessaria varia generalmente tra 750 e 1500 m3/h. Il tempo per cui tale portata deve poter essere 230

erogata dipende anche dalla localizzazione delle unit antincendio esterne allo stabilimento: tipicamente si considera di dovere assicurare una copertura per 2-3 ore. Le pompe per lacqua antincendio, tutte dotate di riserva, hanno alimentazione diesel per potere funzionare anche in assenza di alimentazione elettrica: si deve prevedere unadeguata scorta di combustibile per garantirne il funzionamento per il tempo previsto. In alcuni casi si possono utilizzare serbatoi sopraelevati che garantiscono un battente per la movimentazione dellacqua. Il circuito dellacqua antincendio del tipo ad anello chiuso, per assicurare che ogni punto sia alimentato almeno da due lati. Fluidi termici Oltre al vapor dacqua ed allacqua di raffreddamento ci sono altri fluidi termici, come oli minerali, utilizzati per riscaldare ad alta temperature (260-350C) o fluidi frigoriferi, come ammoniaca, etilene, ecc. I fluidi termici che lavorano ad alte temperatura sono soggetti a degradazione termica: si possono formare depositi solidi che ostacolano lo scambio termico e possono arrivare ad ostruire i tubi. Molto spesso questi fluidi sono infiammabili e vanno quindi evitate le perdite. I fluidi frigoriferi sono generalmente utilizzati come gas liquefatti che vengono fatti vaporizzare a bassa pressione: molti dei fluidi usati, come ammoniaca ed etilene, sono pericolosi. In passato tali fluidi erano stati sostituiti con i CFC (non tossici n infiammabili) il cui uso per ora vietato per ragioni ambientali, poich si ritiene che tali gas siano corresponsabili della formazione del buco dellozono.

231

BIBLIOGRAFIA[1] [2] [3] C.Giavarini: Processi di Raffinazione e Petrolchimici, Siderea, Roma, 1999 Armiento, F. Battaglia: Impianti Chimici 1 e 2, Signorelli, 1978. Comune di Falconara Marittima Guida ad una corretta informazione riguardante le aziende a rischio di incidente rilevante redatta ai sensi dellArt. 22 del D.Lgs. 17 agosto 1999, n.334, dicembre 2001. I.Pasquon, G.Pregaglia: Principi della chimica industriale. 4. Rischi potenziale, sicurezza e protezione ambientale, Citt Studi, Milano, 1993. F.P.Lees: Loss Prevention in the Process Industry, Vol.1, 2 e 3, Butterworths, London, 1996. B.Mazzarotta: Rischio Incendi ed Emissioni, Dispense del corso, Universit di Roma La Sapienza, 2007. D.Poggiali, G.De Rosa, F.Napolione, A.Cipriani, L.Nassi: Incendio e prevenzione incendi, in Supporti didattici per lo svolgimento dellattivit formativa alle Aziende da parte dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco Corsi di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione emergenze, di cui al D.Lgs. 626/94 ed alla L.609/96 Edizione 05/03/97 a cura del Ministero dellInterno Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Servizio Tecnico Centrale Ispettorato per lOrganizzazione Centrale e Periferica e Ispettorato per la Formazione Professionale. Center for Chemical Process Safety: Guidelines for Chemical Process Quantitative Risk Analysis, AIChE, New York, 1989. G.Zerboni: Esercitazioni di Impianti Chimici II, Siderea, Roma, 1976. S. Di Cave: Appunti di Impianti Chimici II, dispense del corso, Universit di Roma La Sapienza, 1992. S. Di Cave, G. Schippa, E. Sebastiani: Impianti Chimici, Vol. I e II, Siderea, Roma, 1965. J.M.Coulson, J.F.Richardson: Chemical Engineering, vol.6, Pergamon Press, Oxford, 1993. R.H.Perry, D.Green: Perrys Chemical Engineers Handbook, 6-th edition, Mc Graw-Hill, New York, 1984. E. Sebastiani: Lezioni di Impianti Chimici I, Siderea, Roma, 1987. R.E.Treybal: Mass Transfer Operations, McGraw-Hill, Tokyo, 1968. B.Mazzarotta: Apparecchiature per il Trattamento dei Solidi, dispense del corso, Roma, Universit di Roma La Sapienza, 1992. J.M.Coulson, J.F.Richardson: Chemical Engineering, vol.2, Pergamon Press, Oxford, 1978. C.R.Woodcock, J.S.Mason: Bulk Solids Handling, Leonard Hill, Glasgow, 1987. L.Svarovsky: Solid-Liquid Separation, Butterworths, Londra, 1990. ANPA: Sicurezza dei reattori chimici, 2000.

[4] [5] [6] [7]

[8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15] [16] [17] [18] [19] [20]

232

APPENDICE - SIMBOLI GRAFICI DI ALCUNE APPARECCHIATURE

233

234

235