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21 maggio 2013 anno XI - n. 20 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Un anno dopo, tra ferite e speranza La scossa salutare della piazza Sabato scorso, con la manifestazione nazionale di Roma, la Fiom ha fatto un grande servizio al paese e alla sua democrazia. Perché quando la sofferenza sociale va di pari passo con la crisi morale e la paralisi del sistema politico, sono a rischio la tenuta del paese e la stessa democrazia. La Fiom ha dato un volto agli invisibili su cui i poteri eco- nomici e finanziari vorrebbero scaricare il peso della loro crisi, e ha dato voce al popolo della sinistra disperso e smarrito dalla latitan- za dei partiti che dovrebbero rappresentarlo. Ha sbagliato chi ha disertato quella piazza guardandola con sufficienza o diffidenza. Ma sbaglia anche chi pretende di darne una let- tura politicista funzionale alla logica della con- trapposizione fra due presunte sinistre, quella di opposizione e quella del governo di larghe intese. Giustamente, insieme alla sua politi- cità la Fiom rivendica la piena autonomia dai partiti. Va in piazza non per il colore di un go- verno ma perché c'e un'emergenza sociale a cui va data risposta se si vuole evitare che l'impoverimento delle condizioni di vita sfoci nella rabbia e nella disperazione. L'avrebbe fatto anche con un altro governo, perché il sindacato non è collaterale a nessuno e si misura con la politica in base alle risposte che questa offre alle sue istanze. L'abbiamo già vista alla prova la teoria suicida per cui frequentare le piazze sarebbe incom- patibile con le responsabilità di governo. Al contrario, proprio quando assume compiti di governo la sinistra ha bisogno di sentire la spinta e lo stimolo critico del suo popolo. Una sinistra che vede il conflitto sociale come un inutile intralcio o come una minaccia finisce fatalmente per essere ostaggio dei poteri forti e smarrire la bussola della giustizia sociale. Per i molti errori del centrosinistra abbiamo un governo anomalo, che deve comunque affrontare problemi gravi e urgenti. Ma una cosa è la necessaria mediazione fra i partiti, altro è teorizzare impossibili pacificazioni nazionali. Il conflitto sociale c'è e non è un'eresia, è il motore che muove il cammino dei diritti e di una società più giusta. Oggi siamo di fronte a grandi scelte, sui diritti, i beni comuni, l'ambiente, la conoscenza, l'uscita dal liberismo e la necessità di immaginare un'altra economia, un'altra società e un'altra democrazia. La consapevolezza di ciò avan- za nella sinistra sociale ma non trova spazio nella sinistra politica. Per questo la piazza della Fiom è una scossa salutare per tutti. Paolo Beni U n anno fa l'Emilia fu svegliata all'alba di una triste domenica da una forte scossa di terremoto di magnitudo 5.9. L'epicentro, a 10,1 chilometri di profon- dità, era stato registrato nella zona di Finale Emilia. È stato solo l’inizio di un incubo che è continuato il 29 maggio e poi ancora il 3 giu- gno totalizzando oltre 2500 scosse in un anno di cui cinque di magnitudo superiore a 5.0. È paura, la parola più ricorrente quando tra noi si parla del terremoto. Anche a distan- za di un anno la cosa più difficile rimane il rapporto con la paura. Dei suoni superiori alla media, di ogni tonfo o vibrazione, ma anche di non farcela a resistere, a ricostruire. È dif- ficile spiegare, soprattutto per chi è abituato alla pianura, cosa significhi sentire venire meno la terra sotto i piedi. Sentirla ribollire e vederla ‘fare le onde’ per usare l’immagine con cui soprattutto i bambini hanno descritto il terremoto. Eppure abbiamo fatto tanta stra- da e raggiunto in un solo anno tanti obiettivi. Innanzitutto delle 45.000 persone che hanno dovuto lasciare i propri alloggi, tutte ad oggi hanno trovato una sistemazione anche per- ché una famiglia su tre è riuscita a rientrare nella propria abitazione. Le scuole, pur regi- strando 450 edifici danneggiati, sono tutte ripartite regolarmente alla ripresa dell’anno scolastico grazie a 60 soluzioni temporanee realizzate nel corso dell’estate. Diverse im- prese sono riuscite a ripartire garantendo 37.000 posti di lavoro, fattore decisivo per la tenuta di un’area del paese che copre il 2% del Pil nazionale. Abbiamo reagito partendo dall’accettazione della sfida che la nostra identità doveva riscoprire le proprie radici fatte di solidarietà, diritti, lavoro, coraggio ma che doveva anche rimettersi in movimento per ricostruire non solo quello che c’era prima, ma dare forma a nuove comunità, più coese, più rispettose dell’ambiente e del ter- ritorio e il più possibile impermeabili ad ogni forma di illegalità. Abbiamo reagito perché siamo stati sommer- si da tantissime espressioni di solidarietà e vicinanza da cui abbiamo imparato una lezione antica: chi ha dei compagni non ha mai paura. Greta Barbolini La ricostruzione provvisoria della Torre dellÊorologio di Finale Emilia distrutta dal terremoto

Arcireport numero 20_2013

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L'Emilia Romagna a un anno dal terremoto, l'Altersummit, il viaggio della Carovana Antimafie, la campagna 'Io riattivo il lavoro', i campi antimafia, L'Europa sono anch'io, il Forum Salviamo il paesaggio, il Festival DireFarEcosolidale, il bando della Fondazione Frammartino, il referendum studentesco della Rete della Conoscenza, il documento Anpi sulle riforme istituzionali

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21 maggio 2013anno XI - n. 20

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Un anno dopo, tra ferite e speranza

La scossa salutare della piazza

Sabato scorso, con la manifestazionenazionale di Roma, la Fiom ha fatto un grandeservizio al paese e alla sua democrazia.Perché quando la sofferenza sociale va dipari passo con la crisi morale e la paralisi delsistema politico, sono a rischio la tenuta delpaese e la stessa democrazia. La Fiom hadato un volto agli invisibili su cui i poteri eco-nomici e finanziari vorrebbero scaricare ilpeso della loro crisi, e ha dato voce al popolodella sinistra disperso e smarrito dalla latitan-za dei partiti che dovrebbero rappresentarlo.Ha sbagliato chi ha disertato quella piazzaguardandola con sufficienza o diffidenza. Masbaglia anche chi pretende di darne una let-tura politicista funzionale alla logica della con-trapposizione fra due presunte sinistre, quelladi opposizione e quella del governo di largheintese. Giustamente, insieme alla sua politi -cità la Fiom rivendica la piena autonomia daipartiti. Va in piazza non per il colore di un go -verno ma perché c'e un'emergenza sociale acui va data risposta se si vuole evitare chel'impoverimento delle condizioni di vita sfocinella rabbia e nella disperazione. L'avrebbefatto anche con un altro governo, perché ilsindacato non è collaterale a nessuno e simisura con la politica in base alle risposte chequesta offre alle sue istanze.L'abbiamo già vista alla prova la teoria suicidaper cui frequentare le piazze sarebbe incom-patibile con le responsabilità di governo. Alcontrario, proprio quando assume compiti digoverno la sinistra ha bisogno di sentire laspinta e lo stimolo critico del suo popolo. Unasinistra che vede il conflitto sociale come uninutile intralcio o come una minaccia finiscefatalmente per essere ostaggio dei poteri fortie smarrire la bussola della giustizia sociale.Per i molti errori del centrosinistra abbiamo ungoverno anomalo, che deve comunqueaffrontare problemi gravi e urgenti. Ma unacosa è la necessaria mediazione fra i partiti,altro è teorizzare impossibili pacificazioninazionali. Il conflitto sociale c'è e non èun'eresia, è il motore che muove il camminodei diritti e di una società più giusta. Oggisiamo di fronte a grandi scelte, sui diritti, i benicomuni, l'ambiente, la conoscenza, l'uscitadal liberismo e la necessità di immaginareun'altra economia, un'altra società e un'altrademocrazia. La consapevolezza di ciò avan-za nella sinistra sociale ma non trova spazionella sinistra politica. Per questo la piazzadella Fiom è una scossa salutare per tutti.

Paolo Beni

Un anno fa l'Emilia fu svegliata all'albadi una triste domenica da una fortescossa di terremoto di magnitudo

5.9. L'epicentro, a 10,1 chilometri di profon-dità, era stato registrato nella zona di FinaleEmilia. È stato solo l’inizio di un incubo che ècontinuato il 29 maggio e poi ancora il 3 giu -gno totalizzando oltre 2500 scosse in unanno di cui cinque di magnitudo superiore a5.0. È paura, la parola più ricorrente quandotra noi si parla del terremoto. Anche a distan-za di un anno la cosa più difficile rimane ilrapporto con la paura. Dei suoni superiori allamedia, di ogni tonfo o vibrazione, ma anchedi non farcela a resistere, a ricostruire. È dif-ficile spiegare, soprattutto per chi è abituatoalla pianura, cosa significhi sentire veniremeno la terra sotto i piedi. Sentirla ribollire evederla ‘fare le onde’ per usare l’immaginecon cui soprattutto i bambini hanno descrittoil terremoto. Eppure abbiamo fatto tanta stra-da e raggiunto in un solo anno tanti obiettivi.Innanzitutto delle 45.000 persone che hannodovuto lasciare i propri alloggi, tutte ad oggihanno trovato una sistemazione anche per-

ché una famiglia su tre è riuscita a rientrarenella propria abitazione. Le scuole, pur regi -strando 450 edifici danneggiati, sono tutteripartite regolarmente alla ripresa dell’annoscolastico grazie a 60 soluzioni temporaneerealizzate nel corso dell’estate. Diverse im -prese sono riuscite a ripartire garantendo37.000 posti di lavoro, fattore decisivo per latenuta di un’area del paese che copre il 2%del Pil nazionale. Abbiamo reagito partendodall’accettazione della sfida che la nostraidentità doveva riscoprire le proprie radicifatte di solidarietà, diritti, lavoro, coraggio mache doveva anche rimettersi in movimentoper ricostruire non solo quello che c’eraprima, ma dare forma a nuove comunità, piùcoese, più rispettose dell’ambiente e del ter-ritorio e il più possibile impermeabili ad ogniforma di illegalità. Abbiamo reagito perché siamo stati sommer-si da tantissime espressioni di solidarietà evicinanza da cui abbiamo imparato unalezione antica: chi ha dei compagni non hamai paura.

Greta Barbolini

La ricostruzione provvisoria della Torre dellÊorologio di Finale Emilia distrutta dal terremoto

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2terremoto

arcireport

n.20 21 maggio 2013

arci

C’è chi non ha dormito, c’è chi haricordato e chi ha organizzato unafesta con gli amici per dire «siamo

ancora qua e non abbiamo paura». In questidodici mesi passati dopo il terremoto i mode-nesi e i soci Arci non sono stati a guardare esi sono messi all’opera per ricostruire attivan-do progetti, gemellaggi e sinergie. L’ottimismo del fare che distingue il mondoArci si è palesato anche questa volta, anchenel mezzo della crisi economica e politica.Dei 23 circoli modenesi danneggiati tutti sonoriusciti a riprendere le attività, la maggiorparte nella propria sede ristrutturata o affian-candosi ad altri circoli o sedi comunali. Alcunicircoli sono diventati, nelle ore immediata-mente successive alla prima scossa, la based’appoggio per i campi della Protezione civi-le (come il Quartiere Ovest di Finale Emilia, ilFermata 23 di Camposanto e l’Aquaragia diMirandola prima che diventasse del tutto ina-gibile) e hanno potuto riprendere le normaliattività solo nell’autunno 2012. Sin dal primomomento la rete Arci si è mossa per aiutare,attivando ben 35 gemellaggi e raccolte fondiin tutta Italia che sono stati essenziali per atti-vare le prime ricostruzioni e recuperare imateriali per il magazzino che Arci Modenagestiva insieme alle altre associazioni divolontariato per rifornire i campi che acco-glievano la popolazione terremotata. La rico-

struzione è ricominciata dalle sedi e dalleattrezzature e non solo. La riapertura dellescuole in strutture temporanee e le difficoltàdelle famiglie a gestire la quotidianità hannoreso necessario intensificare l’impegno nelprogetto Arciscuola, il doposcuola per ragaz-zi e ragazze delle scuole medie, che ha por-tato le sedi in zona da tre a otto; a settembrene aprirà un’altra. Da Soliera a Camposanto,più di 200 i partecipanti, grazie all’impegno dicirca 20 operatori per ogni pomeriggio dellasettimana che aiutano i ragazzi a fare i com-piti e a realizzare laboratori artistici tra teatroe disegno. A Mirandola il circolo giovanile Aquaragia,che contava quasi 2000 soci, ha riaperto inun container: non si possono più organizzarecorsi, serate di musica o di tango perché lasede non ha retto alla seconda fortissimascossa del 29 maggio. Ad oggi è stato avvia-to un percorso con il Comune di Mirandolache, grazie ai Fondi regionali per la ricostru-zione, inizierà a settembre 2013 i lavori per larealizzazione di una nuova sede lì dove oraci sono solo muri pericolanti.Ottimisticamente si prevede l’apertura delnuovo centro, che ospiterà il circolo giovanilee il circolo anziani autogestito, entro i primimesi del 2014. Al momento i fondi ammonta-no a circa 700mila euro e nella nuova struttu-ra si troverà posto anche per gli spazi dedi-

cati all’attività sportiva del vecchio comples-so. La ricostruzione passa anche dalle per-sone e dall’8 aprile 2013 hanno preso servi-zio i 500 giovani, età media 23 anni, selezio-nati tra i quasi 2600 che hanno partecipato aidue bandi straordinari di servizio civile per laricostruzione in Emilia. Di questi ben 31 par-teciperanno alle attività dei circoli Arci diModena e provincia con il coordinamento diArci Servizio Civile. I 16 ragazzi e ragazze selezionati dal bandoPer Daniele si occuperanno delle attività diaggregazione nei circoli Kalinka di Carpi,Fermata 23 di Camposanto, Aquaragia diMirandola, Arci Soliera e nelle polivalenti diMassa Finalese, Medolla e San Prospero. Per i 15 selezionati dal bando Ri-partire dallacultura i luoghi di lavoro saranno le sedi deiComuni di San Felice sul Panaro, Medolla,Concordia, Novi di Modena e i circoli Gilibertidi Carpi, Aquaragia di Mirandola e la sede delcomitato a Modena. In particolare si occupe-ranno di verificare lo stato di ‘salute’ dei beniculturali minori e di collaborare ai progetti direstauro. Queste sono alcune delle attivitàrealizzate in questi dodici mesi di lavoro econfronto. Siamo sicuri che ancora moltoriusciremo a fare, consapevoli che il ritornoalla normalità richiederà ancora tempo, faticae impegno. Info: [email protected]

Ricostruzione e solidarietà a un anno dal terremoto

Un nuovo centro di aggregazione per Cento, Pieve e Argile

Incontrarsi per discutere come recupera-re e utilizzare un edificio storico - l’excinema Italia a Pieve di Cento, nella

zona di Porta Asia – per creare un centro diaggregazione rivolto alle popolazioni diCento, Pieve e Castello d’Argile, tre centricolpiti dal sisma del maggio 2012. Uno spa-zio senza confini, per rispondere al terremo-to, ma anche per riaffermare e tenere vivo lospirito di comunità solidale in un’area dasempre ricca di collegamenti e di relazioniumane.Venerdì 10 maggio scorso il progetto è statopresentato a Pieve, nella Sala Dafni Carletti.Tanti partecipanti, non solo pievesi: molti igiovani e le ragazze, e questo conforta. Neitempi che viviamo, quando la sera i paesi ele città sono deserti o quasi, vedere personeche prendono parte ad un’idea, ad un pro-getto comune, fa bene al cuore. I promotorisono Arci Emilia-Romagna, Arci Bologna eArci Ferrara. L’intento è chiedere l’adesionedi singoli e organizzazioni senza fini di lucroper elaborare e proporre a un bacino territo-riale di 30mila abitanti – tanti ne risiedono neitre centri – un nuovo circolo Arci, uno spazioper iniziative culturali e sociali, quindi musi-

ca, cinema e video, giochi (attenzione: nonquelli d’azzardo, tantomeno le infernali mac-chine elettroniche tipo videopoker et similia,rovina del portafogli e della personalità), tea-tro, corsi, pittura e altre forme d’arte, anima-zione, solidarietà, educazione responsabi-le…. Senza creare concorrenze con altrerealtà del territorio, centri sociali o quant’al-tro. C’è tanto da fare e si può fare tanto, conla partecipazione e l’aiuto di molti, giovanima non solo. In un momento di crisi comequello che stiamo attraversando ognuno dinoi ha una piccola responsabilità individualeper cambiare le cose, per costruire posti incui sia piacevole stare e occasioni di tra-smissione della cultura, di confronto e di soli-darietà sociale. Per fortuna le circostanzehanno fatto sì che il vecchio cinema – poi tra-sformato in edificio a due piani di 350 metriquadrati ciascuno che dal 1970 al 1994 haospitato sia il CRAL, sia una palestra – èdiventato uno spazio di 700 metri quadrati disuperficie totale oggi messo a disposizionedalla proprietà dopo una serie di lavori diadeguamento edilizio, tecnologico e dimessa a norma. L’Arci di Bologna stipulerà ilcontratto d’affitto; la gestione sarà compito di

un’associazione no profit che si chiameràSenza Confini (la bozza di statuto si può leg-gere sul sito www.arcibologna.it) e chedovrebbe essere costituita entro il prossimogiugno. A Cento e a Castello d’Argile il pro-getto del nuovo circolo verrà presentato condue iniziative culturali. Durante la Festa deiGiovani (prima domenica di settembre) lospazio sarà aperto per promuoverne le atti-vità. Per il primo piano si sta discutendo conil Comune di Pieve per adeguare spazi ido-nei ad attività rivolte principalmente agli ado-lescenti. Al piano terreno verranno ripristina-ti il bar–caffetteria e lo spazio che terminacon il teatro: un’area polivalente che può ser-vire in tanti momenti (concerti, mostre, cine-ma, spettacoli, conferenze, ma anche cenesociali, serate gastronomiche a tema, e altroancora). Entro quest’anno si prevede di par-tire. Si possono chiedere informazioni o ade-rire al progetto tramite una scheda, scarica-bile dal sito di Arci Bologna. Conosceremeglio il progetto (che è anche su riscos-sa.tumblr.com) è importante. Poi inviteremotutti su questa nuova Arca dell’espressività edella solidarietà.Info: [email protected]

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3altersummit

arcireport

Grazie Fiom, per questa giornata, eper la vostra lotta che ci difende tuttie tutte. Oggi questa piazza è anche

la tappa più grande della carovana europeaverso l'Altersum mit di Atene. Ad Atene, il 7 e8 giugno, nascerà una alleanza di sinda-cati, movimenti, associazioni di ventipaesi europei ‘contro l'austerità che ucci-de la democrazia’. Arriveremo da tuttaEuropa nella Grecia che CommissioneEuropea, Bce e Fmi hanno devastatocon una violenza simile a una guerra. In Grecia, la disoccupazione è triplicata indue anni. Salari e pensioni tagliati dal 30al 50%, metà delle famiglie non puòpagare le bollette. I bambini svengono ascuola per la fame, gli ospedali nonhanno più il plasma. E il debito continua acrescere. Con i problemi che abbiamoqui, la Grecia sembra lontana: ma è pro-prio per difenderci meglio che invitiamotutti a venire ad Atene. Perché da solo, inEuropa, non si salva nessuno. Ad Atene firmeremo un Manifesto, unprogramma comune per tirarci fuori dallacrisi con più diritti e più democrazia. Nonè vero che c'è un solo modo di risponde-re alla crisi. Dalla crisi degli anni trenta, gliStati Uniti uscirono con Roosevelt e ilNew Deal, l'Europa con Hitler eMussolini. Perché questa storia non siripeta, serve un progetto alternativo, uncampo di forze che lo sostenga. E porta-re il conflitto sociale in Europa. In Europa, i mercati e la finanza spadro-neggiano. Hanno fatto dell'UnioneEuropea una oligarchia autoritaria. A lorofa comodo se siamo divisi. Ci mettono incompetizione: nord contro sud, giovanicontro vecchi, uomini contro donne, nati-vi contro migranti, nazione contro nazio-ne. E, uno per uno, ci distruggono.Hanno prodotto la crisi per ingordigia diprofitto, ora la sfruttano per cancellare inostri diritti e la democrazia. Per questosono così accaniti contro di voi e contro lademocrazia nei luoghi di lavoro. Ci hannoriempito di bugie. Non è vero che il debi-to è colpa nostra, che abbiamo vissutosopra le nostre possibilità. La crisi deldebito viene dalla speculazione finanzia-ria. Viene dall'intervento degli stati a favo-re delle banche, che ha reso pubblico ildebito privato. Una parte del debito vienedalla corruzione, dal malaffare, dallegrandi opere inutili. Non è vero che unpaese con più del 90 per cento di debitonon può andare avanti. Dicevano che erascienza, poi uno studente ha dimostratoche i loro conti erano sbagliati. Ma intan-

to, noi abbiamo inserito il pareggio di bilancioin Costituzione e ratificato senza fiatare ilFiscal Compact.Non è vero che la soluzione è tagliare laspesa pubblica. I paesi che resistono alla

crisi sono quelli che fanno grandi investimen-ti pubblici, per sostenere il lavoro e il welfare.Non è vero che non ci sono i soldi. Stanno inpoche mani: il 10 per cento degli europeipossiede ormai il 50 per cento della ricchez-

za. Ora che la recessione minacciaanche i paesi più ricchi, dicono che il rigo-re deve andare insieme alla crescita. Mase pure fosse possibile, i futuri punti diPIL se li spartiranno solo i ricchi.Non possiamo più aspettare a fronteg-giare questa rivoluzione restauratrice. Glielementi di una agenda anti liberista cisono tutti, ci serve una alleanza socialeeuropea all'altezza di un grande progettopolitico. È possibile mettere in discussio-ne il Fiscal Compact, il Two Pack, i tratta-ti che impongono l'austerità, a cui ilnuovo governo continua a giurare obbe-dienza. Si può imbrigliare la finanza e controllarele banche, sconfiggere mafia, affarismo eparadisi fiscali, avere un fisco giusto eprogressivo, una politica pulita. Si può ridistribuire la ricchezza, salvandolo stato sociale, i servizi pubblici, il model-lo sociale europeo - la vera ricchezzadell'Europa. È possibile investire risorsesulla conversione ecologica, sulla curadei beni comuni, sulla difesa del territorio,sulla ri-localizzazione della economia,sulla cultura e la ricerca. È possibile di -sarmare. Si possono costruire garanzie collettiveeuropee per il lavoro e i diritti nel lavoro,per i salari, la lotta alla precarietà, il red-dito di cittadinanza, perché non c'è svi-luppo senza dignità per tutti e tutte.Il disastro non viene dalla crisi ma dallarisposta alla crisi che ci hanno imposto. Ètempo di rompere l'incantesimo nefastoche l'egemonia culturale liberista ha dif-fuso, anche fra tante forze progressiste.Ci serve una nuova unità europea, popo-lare, ancorata nel sociale e fondata nellasolidarietà. Non siamo tutti uguali, in Europa, ma nondobbiamo essere uguali per essere uniti.È una Europa multicentrica e pluricultu-rale, quella che dobbiamo inventare. In Grecia sono nate centinaia di espe-rienze di mutuo soccorso. Quelle migliaiadi volontari non solo difendono la dignitàdegli altri, ma anche la propria, e intantoricostruiscono una società altra, dove lepersone non competono - si aiutano,dove non ci si salva da soli - ma tuttiinsieme. Questa è l'Europa di cui siamocittadini orgogliosi, questa è la nostraEuropa. Prossima tappa: Atene.

Prossima tappa: Atene

arci

n.20 21 maggio 2013

VENERDÌ 7 GIUGNO

12.00/14.00: assemblea femminista

14.30/17.00: assemblee tematicheAusterità ed educazione; Austerità e salute; Migrazioni; Casa, sfratti, ipoteche

18.30/19.30: plenaria Alter Summit(presentazione del Manifesto, interventi delle lotte europee)

22.00/24.00: Evento culturale europeo, con artisti greci ed europei

SABATO 8 GIUGNO

9.30/12.30: Assemblee Alter Summit(primo slot)- Lotte contro fascismo, estrema destra - Sessismo e omofobia - Come affrontare debito, banche, paradisi fiscali - Pace e politica estera - Diritti sociali per tutti /povertà - Estrattivismo e questioni ecologiche

13.30/16.30: Assemblee Altersummit (secondo slot)- Crisi sociali e iniziative di solidarietà europea contro l'austerità - Come affrontare debito, banche, paradisi fiscali? - Beni comuni e servizi pubblici (acqua, ecc) e privatizzazioni- Democrazia, trattati, ‘governance economica’- Attacchi contro diritti dei lavoratori

18.00: manifestazione europea ad Atene

P R O G R A M M A A L T E R S U M M I T

Stralci dell’intervento di Raffaella Bolini alla Manifestazione del 18 maggio promossa dalla Fiom

L A P A R T E C I P A Z I O N E

Si può partecipare all’Altersummit in molti modi:n Andare ad Atene il 7 e 8 giugno iscrivendosi sul sitowww.altersummit.eun Mandare la propria adesione al Manifesto scrivendo [email protected] Iscriversi a un’assemblea tematica dell’Altersummit econtribuire alla discussione con i propri contenuti.n Inviare ad Atene bandiere e striscioni che verrannoesposti nello spazio Altersummit.n Noleggiare uno stand per esporre i propri materiali.n Diffondere la notizia nelle proprie reti.n Dare un contributo economico, anche minimo, per larealizzazione dell’evento.n Inviare foto e video di sostegno all’Altersummit a [email protected] Organizzare iniziative di discussione nei propri territori, o dedicando all’Altersummit un’iniziativa già prevista.n Proporsi come interprete volontario per l’Altersummit.

Tutte le informazioni utili, anche quelle logistiche, il testo delManifesto e il programma sul sito www.altersummit.euSarà a disposizione un’area campeggio per chi arriva colsacco a pelo.

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4carovanaantimafie

arcireportarci

n.20 21 maggio 2013

Dopo aver lasciato il Piemonte, i carovanieri si sono diretti a Milanodove le associazioni territoriali lavorano da anni sulla denuncia ditemi come la negazione dei diritti dei lavoratori, il caporalato, infil-trazione mafiosa nei cicli produttivi e nella pubblica amministrazio-ne, evasione fiscale, appalti, riciclaggio, contraffazione, racket eusura. La mattinata della Carovana è iniziata molto presto con unpresidio in piazzale Maciachini, una delle piazze milanesi più battu-te dai reclutatori di lavoro nero, soprattutto di extra comunitari. Le associazioni promotrici e i sindacati sono spesso protagonisti diqueste azioni dimostrative sui luoghi dove persone extra comunita-rie sono raccolte per lavori a giornata sottopagati e pagati irregolar-mente. Il viaggio della Carovana in Lombardia vuole sottolineare laconvenienza di un’economia legale e delle buone pratiche, valoriz-zando le vertenze territoriali, le esperienze concrete, l’approccio didenuncia, ma soprattutto di proposta. Su questa linea e non permistificazione, a Milano si è scelto anche di valorizzare gli esercen-ti che scelgono di non avere slot macchine nei propri locali. Nel corso di una passeggiata in via Farini, sono stati consegnati, incollaborazione con i comitati di quartiere, attestati di merito ai bar‘virtuosi’ No slot. Un altro tema, infatti, che verrà affrontato dai caro-vanieri in Lombardia sarà il gioco d’azzardo, una vera piaga socia-le che si sta diffondendo a macchia d’occhio e che sta coinvolgen-do tante persone. Il coraggio della legalità è uno strumento prezio-so sul quale le associazioni lombarde intendono puntare per sfida-re tutte le zone grigie e promuovere responsabilità sociale. Info: www.valorizziamoci.it

10 maggio, Milano 11 maggio, CremonaQuello che si nota subito di Monica sono gli occhi. Gli occhi sin-ceri di chi fa un gesto semplice, non per calcolo (anzi...), non perfar parlare di sé (anzi...). Sono gli occhi di chi cerca il bello inquello che fa, e nel vedere persone che ogni giorno si rovinava-no alle slot di bello c'era poco, e così le ha spente. Ha staccatola spina, senza comunicati, senza proclami. Senza pensare aquanto ci avrebbe rimesso. Perché era giusto. Quando arriviamo ha gli occhi di chi è infastidito dall'attenzionedella stampa, ma poi cambiano, perché oggi è diverso.La consegna dei certificati NoSlot ai locali che decidono di nonavere (o non hanno mai avuto) macchinette videopoker puòsembrare uno dei tanti vacui gesti a cui siamo troppo spessoabituati, ma negli occhi degli esercenti che abbiamo incontratooggi, tanto diversi tra loro per cultura e provenienza, si riflette lastessa anima di chi non ci sta, di chi decide che può fare qual-cosa, e lo fa. Contro ogni interesse personale, visto che rappresentano unincasso certo di 2-3 mila euro al mese solo per l'esercente, a cuiva appena il 6% degli introiti.Sono numeri grandi quelli del gioco d'azzardo, numeri sui qualii ragazzi di Cremona oggi vogliono far riflettere i loro concittadi-ni, allestendo una città del gioco, ‘Azzardopoli’, nella piazza prin-cipale, dove scommettere soldi finti su finte gare di cavalli, giocodelle tre carte, e così via. Scelgono il bello per farlo, scelgono lagioia, la stessa che c'era oggi negli occhi di chi ha capito di nonessere solo.

Siamo arrivati a Carrara in prima mattinata per incontrare asso-ciazioni e organizzazioni sindacali, con cui abbiamo affrontato iltema della problematicità sociale causata dal gioco d'azzardo,evidenziando il fenomeno degli 11 beni confiscati presenti nellaprovincia. Tra l’altro, il bene confiscato a Licciana Nardi apparte-neva ad un camorrista che controllava il gioco d'azzardo illegalenelle province di La Spezia e di Massa e Carrara. Quindi ci siamospostati a Marina di Massa per visitare i due beni confiscati, eancora, siamo ripartiti verso Forte dei Marmi. Qui la villa confi-scata si trova in una zona ‘extra lusso’, anche le strade ‘pubbli-che’ sono proprietà privata. Arriviamo all’ingresso dell’immobile,fotografiamo e ripartiamo per Viareggio dove il vicepresidentedell'Arci ci accompagna alla visita di un nuovo immobile confi-scato, che si trova in un condominio.Arrivati puntuali all'incontro organizzato da Arci e Libera dellaVersilia, ci troviamo nella sala della Croce Verde con un pubbliconumeroso. Qui ci raggiunge il Questore di Lucca, la FondazioneCaponnetto e uno degli agenti di scorta di Giovanni Falcone. La sua testimonianza è toccante e dà molta emozione! Più com-plesso l’intervento del Questore, che circoscrive il suo territorio dicompetenza e porta notizie legate ad indagini effettuate negli ulti-mi anni. Di fatto la Versilia non ha solo attività di infiltrazione, maun vero e proprio insediamento, stabile e attivo. Chiudiamo lagiornata con un’ottima cena al circolo Arci di Valcastello. Oltre120 persone, tanta armonia e tanta voglia di fare!Info: www.carovanaantimafie.eu

18 maggio 19 maggioA Castelnuovo Misericordia ci accolgono i compagni del circoloArci della Legalità ‘Dalla parte buona della vita’.Si inizia quasi subito a discutere di beni confiscati. A Rosignano,per esempio, c’è un bene confiscato che da parecchio tempoaspetta di essere riutilizzato.Già l’anno scorso Carovana fece tappa davanti a quel bene chie-dendo che al più presto fosse utilizzato a fini sociali. Purtroppopassi avanti non ne sono stati fatti e così abbiamo rinnovato larichiesta alle associazioni e alle istituzioni presenti con il vicesin-daco perché intraprendano con urgenza tutte le procedurenecessarie al riutilizzo del bene. Più tardi abbiamo incontrato unadelegazione di giovani artisti cubani accompagnati dal presiden-te di Arci Toscana, Gianluca Mengozzi. Visto che erano interessati a conoscere le nostre attività controle mafie, Pascucci ha illustrato il progetto Liberarci dalle spine.Nel pomeriggio siamo partiti in direzione di Cecina Mare, doveabbiamo esposto lo striscione della Carovana e fatto le foto dirito, nonostante la pioggia. La Carovana si è poi spostata alCircolo Arci di Donoratico dove siamo stati accolti da una coreo-grafia con corpo di ballo e Orchestrina. Finito il pezzo di valzer, ilpresidente del circolo ha presentato la Carovana, la giovaneassessore alla cultura ha portato i saluti dell’amministrazionecomunale, e Pascucci ha messo il dito nella piaga, parlando diun personaggio arrivato a Donoratico tanti anni fa in domiciliocoatto e che ha continuato la sua ‘attività’. Si chiude così questatappa toscana.

La Carovana in viaggio in Lombardia e Toscanaa cura di Maurizio Pascucci, Mimma Scigliano e Rodolfo Ungheri

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5legalitàdemocratica

arcireport

Combattere le mafie sul piano econo-mico e sociale, non solo militare. Èquesto l’obiettivo della legge d’ini-

ziativa popolare Io riattivo il lavoro, le azien-de confiscate sono un bene di tutti, lanciatalo scorso dicembre per rafforzare l’attualenormativa in merito al riuso sociale dei benie delle aziende confiscate alle mafie.Campagna promossa da Cgil, Arci, Libera,Legacoop, Acli e decine di organizzazionedella società civile, un ampio e trasversalefronte che si è unito con l’obiettivo di porreun argine all’infiltrazione mafiosa nellanostra economia, di cui le 1700 aziende con-fiscate sono solo l’esempio più lampante. Si può fare. Lo dimostrano le tante esperien-ze maturate in questi anni con decine dicooperative nate sui beni confiscati, capacidi creare nuova e buona occupazione. È necessario però rafforzare l’attuale norma-tiva in merito ai sequestri e alle confische; seda un lato la nostra è universalmente ricono-sciuta come la migliore legislazione antima-fia al mondo, dall’altro non possiamo sopras-sedere alle tante modifiche peggiorativevolute dallo scorso governo di centrodestra,che nel 2011, con un colpo di mano, ha

approvato un Codice Antimafia (o presuntotale) che ci ha fatto fare notevoli passi indie-tro rispetto alla Legge Rognoni - La Torre ealla legge 109/96, che oggi permette di resti-tuire i beni confiscati alla collettività. La legge di iniziativa popolare, dunque,prova a rilanciare la dura battaglia del con-trasto alle mafie attraverso il lavoro e lo svi-luppo. Ad oggi più del 90% delle aziendeconfiscate sono destinate al fallimento, sonocirca 80mila i posti di lavoro persi a causadell’inadeguatezza dell’attuale normativa. Ogni posto di lavoro perso è un favore fattoalle mafie. È proprio questo il terreno di con-senso per le organizzazioni criminali, riusci-re a garantire reddito e lavoro in territori dovené il sistema legale d’impresa né lo Statoriesce a fare lo stesso. Ci sono alcune zonenel nostro paese, basta parlare con i lavora-tori e con le lavoratrici per capirlo, ove con lemafie si lavora e con lo Stato no. Basta que-sto dato per screditare tutta la retorica e lapropaganda fatta sugli arresti e le confische,riportando la bussola della discussione sucome vincere l’intera battaglia contro lemafie, non solo qualche battaglia sparsa. Bar, ristoranti, alberghi, cemento, produzio-

ne agricola e agroindustriale, smaltimentodei rifiuti e servizi connessi, sono tutti settoristrategici per l’economia del nostro paese,ma sono anche i principali settori che hannovisto un aumento delle confische del 65%negli ultimi cinque anni. La proposta di legge promossa dalla campa-gna Io riattivo il lavoro vuole intervenire pro-prio sullo straordinario potenziale di questeaziende; rendendo più snelle le procedure diassegnazione, risolvendo l’annosa questio-ne delle ipoteche bancarie, finanziando leristrutturazioni aziendali attraverso un fondodi rotazione finanziato da una parte delleliquidità sottratte alle mafie, e soprattutto,immaginando un percorso di riuso socialeper favorire l’occupazione giovanile e coope-rativa. Mancano ancora due settimane perfirmare la legge d’iniziativa popolare e rag-giungere l’obiettivo delle 50mila firme neces-sarie per depositare la proposta inParlamento. L’obiettivo è riprenderci con laforza della giustizia sociale quello che lemafie ci hanno sottratto con la prepotenza ela violenza. Dal bene confiscato al benecomune. Si può fare. Info: www.ioriattivoillavoro.it

Io riattivo il lavoro, ancora due settimane per firmare

n.20 21 maggio 2013

arci

Eccomi giunto alla conclusione di questa mia prima esperienzaa Corleone. Mentre, faccio le valigie penso: lascio una terra, unpaese martoriato dalla mafia, dove il suo odore malsano si sentenelle strade e nei vicoli. Ma lascio anche delle persone fantasti-che, magari dall'aspetto un po' burbero e di poche parole, macon un cuore immenso , generose e leali, e quello che più contafiere di quello che fanno e di quello che rappresentano per que-sto paese. Il mio contributo è stato minimo, ma porterò sempre nel miocuore e nella mia mente queste persone , che anche con i lorosilenzi mi hanno insegnato cos'è la dignità e la legalità. Un momento molto intenso lo abbiamo vissuto al Museo dellaLegalità: qui Vincenzo Liarda, sindacalista della Cgil delleMadonie, ci ha parlato del suo impegno nella lotta alla mafia.Minacciato, scortato, a volte forse non capito, continua a viverela sua vita con una dignità e una forza che possiamo solo ammi-rare. Liarda combatte per far sì che l’iter per l’assegnazione deibeni confiscati sia più snello, per non dover attendere 10 annidal momento del sequestro. Ci ha lasciato un grande messag-gio: «La legalità non appartiene ad un’élite, perché fare legalitàè fare cose normali».È stata una settimana molto intensa di lavori, di incontri di anti-mafia e di scambi di idee e di esperienze, con una bellissimaatmosfera. È una cosa veramente bella condividere con perso-ne che vengono da tutta Italia questa esperienza così ‘politica-mente’ importante.

Rolando Rossi, volontario

Io non so come l’aria si forma, ma so come l’aria condensa e faspazio a una densità sociale ancora più ampia. So cosa significacapire e allo stesso tempo non capire ciò che non hai vissuto, e socosa vuol dire sentire e insieme non sentire le sensazioni e leesperienze marchiate a fuoco sulla pelle di persone che hannoalzato la testa e hanno gridato «Basta!». Ma anche l’uomo che nonsa ha le capacità di vedere; di vedere le cose che si trasformano ediventano limpide. E una cosa semplice è vedere tante personetutte insieme; la cosa complicata è osservare come queste siabbracciano senza toccarsi, mentre sentono l’odio che brucia e lasolidarietà che s’accende. Questo è accaduto oggi e questo è ciòche accade quando una folla che non è solo pubblico si riunisce inun luogo che ha visto la paura impadronirsi degli occhi di chi c’era;ma anche un posto che ha visto la partecipazione con la ‘P’ maiu-scola e la lotta per diritti che non c’erano e che ancora oggi si per-dono; un posto che ha visto il coraggio, la forza di protestare, il ten-tativo di affermare un amore che ama l’uomo e non se stesso. Non si descrive la mente di un uomo che spara su un bambino, lafuga da un luogo senza uscita, il momento in cui ti giri e vedi uncompagno cadere. Possiamo solo inchinarci di fronte alle morti innocenti di Portella;possiamo solo tacere di fronte a chi testimonia l’inferno di quel gior-no, possiamo solo unirci come fossimo un solo corpo, senza distin-zioni. La libertà è non smettere di attraversare questa terra. Non sipuò riportare alla vita, ma si può permettere che altra ne nasca inmemoria di quella scomparsa.

Sara, 20 anni, volontaria dell’Arci Tavernelle

di Roberto Iovino, ufficio legalità della Cgil nazionale

Dai campi antimafia dell’Arci, le testimonianze dei volontari

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6migranti

arcireport

La crisi dell'Europa è sotto i nostriocchi, così come l'inadeguatezzadelle Istituzioni Europee a fronteg-

giarla. Le politiche finanziarie e di bilancioadottate, sotto il segno dell'austerità, impo-veriscono gran parte della popolazione,limitano la democrazia e alimentano unospirito antieuropeo. Noi rivendichiamo unasvolta per un’Europa dei cittadini e delle cit-tadine a partire dalla condizione emblema-tica della popolazione migrante. In Europa ci sono 32 milioni di migranti, acui vanno aggiunte circa 5 milioni di perso-ne senza documenti: quasi un decimo del-l'intera popolazione. Circa un terzo sono cittadini europei chemigrano in altri paesi dell'Europa e 2/3 sonocittadini di paesi terzi. Si tratta di una com-ponente storica, strutturale e tendente adalimentarsi con i flussi dei prossimi decennidi mobilità fisiologica e patologica dellepopolazioni dei paesi e continenti in espan-sione demografica a paesi e continenti indeclino demografico. Queste presenze fanno dell'Europa ungrande spazio plurale ed interculturale esegnano la sua fisionomia. L'Europa nonsarebbe tale senza di loro e quindi anche

loro sono l'Europa. Oggi la condizione diqueste persone è caratterizzata da uno sta-tus di cittadinanza diseguale, e il quadrolegislativo dei paesi europei, fortementedisomogeneo sull’immigrazione, è sostan-zialmente basato su un approccio proibizio-nista di difesa fisica e identitaria di frontierenazionali. Con una parola forte, ma appropriata, sipotrebbe definire una condizione di ‘apar-theid’. Questa condizione si riversa anche sulleseconde generazioni (bambini e minori) erischia di compromettere l'obiettivo dell’u-guaglianza futura. Ciò è anche il frutto diuna strumentalizzazione politica del temaimmigrazione da parte di alcuni partiti emovimenti politici in diversi paesi europei,che hanno utilizzato razzismo e xenofobiaper raccogliere consensi fra la popolazionepiù confusa e disagiata. Si tratta di scelteassolutamente sbagliate e fallimentari.Secondo i dati Onu, i 220 milioni di migran-ti nel mondo si compongono di un terzo chemigra all'interno dell'area dei Paesi poveri,un altro terzo verso i paesi più ricchi e l'ulti-mo terzo, dai paesi più ricchi verso il restodel mondo.

Il fenomeno migratorio è quindi un fenome-no globale, che non può essere governatocon la contrapposizione fra paesi d'immi-grazione e paesi di emigrazione, connorme nazionalistiche di difesa delle fron-tiere, bensì con norme e politiche globali. In questo contesto e a un anno dalla sca-denza delle prossime elezioni europee, unacoalizione di organizzazioni, sindacati,associazioni e reti sociali europee promuo-vono L’Europa sono anch’io, una campa-gna politico-culturale rivolta da una parte aigiovani, al mondo del lavoro ed all'insiemedei cittadini europei, dall'altra ai partiti e alleistituzioni europee per rivendicare un diver-so quadro legislativo su tre obbiettivi princi-pali: ratifica della Convenzione Onu del ‘90‘sui diritti dei lavoratori migranti e delle lorofamiglie’, ancora non ratificata da nessunpaese europeo; omogeneizzazione daparte dell'Europa di norme che riconoscanoil diritto di voto agli immigrati alle elezioniamministrative e per il Parlamento euro-peo; omogeneizzazione di norme che rico-noscano la cittadinanza europea agli immi-grati stabilmente residenti ed ai loro figli natiin Europa o trasferitivisi in tenera età e fre-quentanti la scuola.

Al via la campagna ‘L’Europa sono anch’io’

n.20 21 maggio 2013

arci

‘Clandestini’ il 30maggio al Darfur

Verrà presentato il 30 maggio, alle 18, alcircolo Arci Darfur di Roma (via dei Volsci33) Clandestini. Viaggio nel vocabolariodella paura, l’ultima fatica letteraria di GiulioDi Luzio. Il libro è infatti un viaggio tra leparole che fissano nell’opinione pubblica lostigma di clandestino, extracomunitario,invasore, all’interno di un fenomenodescritto con una terminologia delittuosa.L’autore scandaglia la narrativa pubblicaalla ricerca degli slittamenti semantici esvela una rappresentazione infarcita di ste-reotipi e luoghi comuni, che tuttavia è lapercezione del fenomeno. Un manuale diautodifesa per i giovani contro quelle sem-plificazioni che individuano nel migrante ilnemico simbolico a cui addebitare i malidella società, dalle città sporche alla disoc-cupazione. Un alfabeto dalla A alla Z corre-dato dal racconto del contesto storico, cheha sgravato parole spesso discutibili.L’autore gioca con le parole, le smonta unaad una, dimostrando la loro capacità di agi-tare le acque e attizzare fuochi, da parte dichi le usa come lame affilate. All’iniziativa,introdotta da Filippo Miraglia, responsabileimmigrazione Arci, sarà presente l’autore.

Una Campagna

dell’Arci contro

le offese razziste

alla ministra

Cécile Kyenge.

In difesa dei diritti

e per l’introduzione

dello ius soli

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7ambiente

arcireport

Dal 24 al 26 maggio si svolgerà a Pinerolo,nel centro storico in piazza San Donato, laseconda edizione della manifestazioneDireFarEcoSolidale. Agricoltura bio, agricoltura sociale, filieracorta, energie alternative, mutualismo,cooperazione, volontariato, difesa dell’am-biente, finanza etica, commercio equo esolidale, consumo critico, innovazionesostenibile, riciclo, riuso e tanto altro sonoalcuni dei numerosi temi e ambiti di cui sitratterà. Saranno presenti diversi standdelle varie realtà eco solidali, una zonaconvegni e tre zone workshop dove si ter-ranno laboratori e presentazioni di espe-rienze del territorio. La manifestazionevuole mostrare come il mondo (anche ilpinerolese) è pieno di esempi di personeche, nonostante la crisi si faccia semprepiù pesante, applicano pratiche e tecnichedi straordinaria ‘resilienza’, affrontando lacrisi, nonostante le circostanze avverse,con proposte, progetti, fatti, basati sul buonsenso, guidati da principi solidali, orientatial benessere delle persone e del territo-rio/comunità di appartenenza.Queste pratiche sono la dimostrazione che

i punti di forza (fattori di protezione) pos-sono superare i punti di debolezza (fattoridi rischio) ed è possibile spezzare il corsodegli eventi e riuscire ad essere diversi e‘discontinui’ rispetto al destino che erastato scritto per noi. Per attuare questocambiamento a livello territoriale è neces-saria una capacità di raccordo tra le varierealtà, che non sempre è facile attuare.La speranza è che questa manifestazionepossa offrire un sostegno, che aiuti a cono-scere e sviluppare questa capacità di ‘resi-lienza’ che non è innata ma va appresa ecoltivata. Come negli anni passati diversesaranno le discipline coinvolte, dall’econo-mia alla psicologia, dall’antropologia allasociologia, dal diritto alla filosofia. Venerdì 24 maggio alle ore 16,30 verràpresentato il numero zero della Mappaecosolidale del Pinerolese. Una mappaorientata alla conoscenza delle realtà eco-solidali. Domenica 26 maggio per tutto ilgiorno sotto i portici della piazza ci sarà unmercato con prodotti locali, a filiera corta, aKm0 e bio. L’ingresso alla manifestazioneè gratuito. Per informazioni e per il pro-gramma completo www.pensierinpiazza.it

Il 4 maggio a Bologna si è svolta la terzaassemblea del Forum Salviamo il pae-saggio, difendiamo i territori presso lo

spazio polivalente Senza Filtro, alla presen-za di una moltitudine di soggetti provenientida tutte le regioni italiane. Anche l’Arci, insie-me ad importanti associazioni nazionalicome Slow Food, Legambiente, FAI, Amicidella Terra, Città del Vino, Coldiretti aderisceal Forum connettendosi con una rete di circa900 organizzazioni che hanno la loro ragio-ne sociale nell’impegno per la difesa del ter-ritorio e del paesaggio. Durante la giornatadei lavori, sia in plenaria che nei gruppitematici, è emerso il racconto di un paesesofferente, maltrattato e che fa fatica a rico-noscersi, ma al contempo ricco di segnaliautentici di cambiamento provenienti dai ter-ritori. Il Forum ribadisce con forza il concettoche il suolo libero e il suolo fertile sono benicomuni, un immenso patrimonio culturalecollettivo che può divenire l’opportunità eco-nomica e di lavoro più grande; invita altresì ilgoverno a prendere atto che un ciclo econo-mico fondato sul cemento è finito e non piùproponibile.E allora diviene prioritario interrompere quel-l’alleanza distorta fra finanza e mercato

immobiliare che in forma parassitaria ha tra-sformato le costruzioni in beni di investimen-to. Verrà chiesto con determinazione di inse-rire nel calendario dei lavori parlamentaripresso la commissione competente il dise-gno di legge ‘salva suoli’, in cui si prevederàuna moratoria triennale sul consumo disuolo agricolo, e una nuova configurazioneche riporti alle originarie finalità gli oneri diurbanizzazione per gli Enti Locali. L’assemblea del Forum è stata anche l’oc-casione per rilanciare la campagna naziona-le Censimento del cemento, che si esplicite-rà nel richiedere agli 8101 comuni italiani l’e-lenco delle abitazioni e degli edifici produttivinon utilizzati e sfitti, il tutto per mettere alcentro nuovi paradigmi per i piani urbanisticia crescita zero connessi con i reali bisognidelle comunità locali. Contestualmente è stato proposto di pensa-re ad una riforma del sistema fiscale finaliz-zata a premiare le attività e i soggetti chelavorano alla conservazione delle risorse deipaesaggi e dei territori e a penalizzare colo-ro che depredano e spogliano le risorse col-lettive. L’Arci, con la sua rete diffusa di circo-li e associazioni, può svolgere un ruoloimportante in questa partita, facendosi carico

dei racconti delle vertenze locali che si sus-seguono incessantemente nei territori,dando a questi visibilità e promozione, e sti-molando la consapevolezza che nell’edifica-zione dissennata risiede la morte dello spa-zio pubblico. La rete del Forum e la societàcivile organizzata più o meno formalmentehanno il compito urgente di elaborare pro-poste fattive e organiche che tenganoconto della natura complessa della defini-zione di paesaggio e territorio, dalla criticaalle grandi opere impattanti ed energivore,al riabitare e riusare le nostre città, del met-tere in sicurezza il territorio insieme a tuttoil carico di domande inevase che la politicapoliticienne non è riuscita ad assorbire eelaborare.Info: [email protected]

Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori

DireFarEcosolidale, a Pinerolo dal 24 al 26 maggio buone pratiche e stili di vita

Prorogate al 3 giugno le iscrizioni

ai campi di lavoro e conoscenza

all’estero che si svolgono in 6 paesi

promossi da Arci e Arcs

Info su www.arciculturaesviluppo.it

CAMPI ALL’ESTERO

notizieflash

arci

n.20 21 maggio 2013

L’Università del consumatore Movimento Consumatori Milano e ArciMilano promuovono l’Università del consu-matore, ciclo di incontri sui temi dei diritti edella tutela del consumatore e sul consu-mo responsabile. Quattro gli incontri pro-grammati per il 16 e il 30 maggio, il 13 e il27 giugno, in cui ci si concentrerà, in parti-colare, sulle possibili strade che il consu-matore può intraprendere per tutelare ipropri interessi ove si ravveda la violazionedei suoi diritti. Si incomincia il 16 maggiocon il tema del turismo, trasporti e dei rim-borsi nel caso di controversie. Il 30 maggiosi parlerà di acquisto, contratti, diritto direcesso e pratiche commerciali scorrette. Il 13 giugno si affronterà il tema delle uten-ze di luce, gas e telefono mentre il 27 giu-gno si parlerà di assicurazioni. Sarà l’occa-sione per il Movimento Consumatori perpresentare una panoramica esaustivadelle tutele del consumatore anche sullabase dell’esperienza di sostegno dellapopolazione milanese con il servizio diconsulenza legale rivolto ai cittadini, losportello SoS Mutui e Prestiti e il recenteOsservatorio ‘Occhio alla clausola. Info: www.arcimilano.it

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È indetta la sesta edizione del bando diselezione per l’assegnazione di tre borsedi studio finalizzate alla promozione tra igiovani della cultura di pace, dei diritti,della legalità e della convivenza tra i popo-li. L’iniziativa è promossa dalla FondazioneAngelo Frammartino Onlus, con il finanzia-mento di Cgil ed altri enti.Le borse di studio sono finalizzate alla rea-lizzazione di ricerche sulle seguenti areetematiche: 1) pratiche di nonviolenza per lasoluzione dei conflitti; 2) le ragioni dell’al-tro: storie di migranti, di rifugiati, di mino-ranze, di popoli senza patria; 3) l’impegnoper la legalità: la lotta contro le mafie e lacriminalità. Ogni candidato potrà inviareuna sola proposta di ricerca, scelta tra unadelle tre aree tematiche indicate. Alla sele-zione possono partecipare tutte le personecon età inferiore ai 30 anni alla data di sca-denza del bando, di qualsiasi cittadinanza,in possesso di diploma di laurea breve,specialistica o di vecchio ordinamento, o dititolo universitario equipollente. L’importodi ogni singola borsa di studio ammonta a3.500 euro lordi e sarà erogata direttamen-te dalla Fondazione Frammartino, sulla

base del piano di ricerca e di spesa con-cordato con l’assegnatario. Le domande dipartecipazione alla selezione dovrannopervenire entro le ore 18 del 21 giugnoall’indirizzo della Fondazione o via mail [email protected] domanda dovrà essere allegata la pro-posta di ricerca. Sono ammessi anche pro-getti di ricerca collettivi, indicando la per-sona capofila del gruppo di ricerca, cherisulterà formalmente assegnataria dellaborsa di studio. La selezione e il tutoraggio saranno a cari-co del Comitato scientifico della Fon -dazione che insedierà al proprio internouna commissione esaminatrice. La gra-duatoria finale verrà resa pubblica entro il27 luglio 2013. Per ogni proposta selezio-nata verrà individuato un tutor che seguiràil borsista per tutta la durata della ricerca. Tutti i lavori presentati dovranno essereinediti. I materiali prodotti saranno messi adisposizione in modo gratuito di associa-zioni, centri di ricerca e università per usoeducativo, citando il bando, il progetto el’autore.Info: www.angeloframmartino.org

nelmondo

arcireport

In Afghanistan si sta diffondendo la‘Sindrome Saigon’. In vista del ritirodegli americani nel 2014, molti sono gli

interrogativi, l'unica cosa certa è che i moltiafghani che si sono messi da parte un gruz-zolo depositato in banche straniere, quelliche hanno proprietà da vendere e soprat-tutto quelli che hanno lavorato per le truppestraniere se ne vogliono andare. E stannogià chiedendo i visti per l'occidente. Usa eCanada le mete prescelte.Sono in molti quelli che per partire dovran-no vendere le ville o le innumerevoli saleper matrimoni sorte come funghi nella capi-tale. La corsa alla vendita insieme alla par-tenza di molti occidentali farà prevedibil-mente crollare i prezzi di vendita e di affittodi molti palazzi finora esagerati per una cittàdisastrata come Kabul. In previsione di que-sto crollo molti cantieri edilizi hanno giàinterrotto i lavori. Anche se la SindromeSaigon avrà un impatto limitato sulla popo-lazione, questo sembra l'unico effetto delritiro delle truppe americane che tutti avver-tono. Frutto probabilmente anche della pro-paganda americana che paventa lo scoppiodella guerra civile dopo la loro partenza.

L'obiettivo degli Usa tuttavia non è quello difar scappare gli afghani ma di diffondere lapaura per far accettare le numerose basiche stanno contrattando per mantenere ilproprio controllo sul paese. A Kabul già nonsi vedono più truppe straniere in circolazio-ne e se non fosse per il pallone aerostaticoche sovrasta la città e la sorveglia comel'occhio del grande fratello, si potrebbequasi dimenticare l'occupazione. Ma bastaavvicinarsi alla zona verde - dove sonosituate le ambasciate circondate da altemuraglie con filo spinato e sorvegliate dacontractor afghani e stranieri - per capireche la guerra non è finita. Cosa succederàveramente in Afghanistan nel 2014, dopo ilritiro delle truppe straniere? Nessuno è ingrado di dare risposte certe. Ci sarà la guer-ra civile come dicono gli americani? «Laguerra civile c'è già, c'è sempre stata»sostiene Malalai Joya, una delle oppositricipiù determinate dei signori della guerra, chegovernano il paese. Per questo era statabuttata fuori dalla Loya jirga. Dopo esserestata eletta con molti voti nella sua provin-cia. Il suo impegno continua, perché dopo ilritiro delle truppe Usa, i signori della guerra

che resteranno al potere con l'appoggioamericano, si sentiranno ancora più forti eprenderanno di mira soprattutto gli intellet-tuali, sostiene Malalai. Probabil men te conti-nueranno le eliminazioni fisiche degli oppo-sitori del regime, come continueranno i con-flitti all'interno del governo, senza però arri-vare agli scontri tra mujahidin che hannodistrutto Kabul nel 1992. Tutti sono stufi diquesta guerra interminabile e poi i varisignori della guerra (taleban compresi) tro-veranno il modo di spartirsi il potere.Saranno i giovani a cambiare il volto delregime di Kabul? Molti figli di signori dellaguerra e di altri arricchiti hanno studiatoall'estero, in occidente, e difficilmente torne-ranno per imbracciare un fucile. «Sarannoutilizzati dagli americani per dare una nuovaimmagine del governo fantoccio, ma la pen-sano come i loro padri», sostiene Hafizullah,portavoce di Hambastaghi, il Partito dellasolidarietà. «I signori della guerra investonosui figli che mandano a studiare all'estero,quindi le pressioni su di loro saranno pesan-ti. Ma c'è anche chi si ribella e la giovanegenerazione è comunque una speranza»,conclude Malalai Joya.

Afghanistan, la ‘Sindrome Saigon’

Tre borse di studio dalla Fondazione intitolata ad Angelo Frammartino

15 maggio 1948:Giorno della Nakba

Per centinaia di migliaia di palestinesi, cac-ciati dalla loro terra, il 15 maggio si celebrail Giorno della Nakba: 65 anni in esilio neicampi profughi del Libano, Siria, Gior da nia,Cisgiordania. Ma conservano ancora le chiavi delle lorocase e dei loro villaggi distrutti da Israele percancellarne la memoria e la presenza. È tempo che Israele riconosca i suoi torti echieda scusa al popolo palestinese.Riconoscere la Nakba sarebbe un primopasso necessario per una pace giusta eduratura tra Palestinesi e Israeliani.

n.20 21 maggio 2013

arci

della giornalista Giuliana Sgrena

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9giovani

arcireport

98mila studenti hanno partecipato alReferendum studentesco che abbiamo pro-mosso dentro scuole e università come Retedella Conoscenza tra il 15 aprile e il 5 mag-gio. Dopo anni in cui i Governi calavano dal-l’alto riforme che non avevano un briciolo diconsenso nel mondo studentesco, sia scola-stico che accademico, vogliamo aprire unampio dibattito che travalichi i confini dei luo-ghi della formazione e apra la strada ad un’in-versione di marcia nelle politiche messe incampo nell’ambito dell’istruzione. Oggi glistudenti e le studentesse vivono scuole e uni-versità in cui si sono ridotti i finanziamenti e,quindi, la qualità dell’istruzione, in cui sonostati ridotti gli spazi democratici conquistatidai Decreti Delegati in poi e in cui, parallela-mente, è aumentato il potere dei privati. Ilsogno dell’istruzione di massa è stato spez-zato privatizzando de facto scuole e universi-tà e aumentando il numero di abbandoni sco-lastici e universitari. Dall’avvio delle politicheneoliberiste e dal peggioramento della crisieconomica noi studenti viviamo una precarie-tà esistenziale dovuta ai tagli avvenuti alsistema di welfare e alle politiche per la mobi-lità, l’abitare e l’accesso alla cultura. Più del

70% degli studenti e delle studentesse chehanno partecipato al Referendum dicono chela loro principale preoccupazione è la preca-rietà lavorativa, dimostrando un’ormai conso-lidata coscienza sulle politiche di attacco almondo del lavoro avvenuto parallelamenteallo smantellamento dell’istruzione. Conte m -pora neamente la maggioranza si opponestrenuamente allo smantellamento del dirittoallo studio, rimandando al mittente l’introdu-zione, avvenuta con la Gelmini, dei Prestitid’Onore e le logiche dell’ideologia dell’eccel-lenza con cui i Governi di destra altro nonhanno fatto che escludere dall’istruzione quei«capaci e meritevoli» citati dalla Costituzione.E forte la volontà di immaginare, come stan-no facendo i nostri coetanei di tutta Europa,un nuovo modello di welfare capace di darepiena cittadinanza ai soggetti in formazioneabbattendo le barriere socio economicheall’accesso all’istruzione e ai diritti sociali (abi-tare, mobilità, ecc.) tramite l’introduzione diun Reddito di Formazione. Rivoluzionariapuò apparire la risposta degli studenti alnumero chiuso, barriera all’accesso dataormai quasi per scontata nel nostro Paese:più dell’87% degli studenti si oppone a tali

test e, quindi, ad un sapere inteso comeselettivo e parcellizzato, basato sulla compe-tizione individuale anziché sulla cooperazio-ne sociale. I dati del Referendum dimostranoche vi è una coscienza tra gli studenti estre-mamente vasta e generalizzata di come sonostati trasformati i luoghi della formazione,coscienza formatasi in anni di grandi mobili-tazioni studentesche. Se il Governo non vorràascoltarci e mettere in campo reali processipartecipativi per ripensare l'istruzione nelnostro paese e crede che basti bloccare i tagliper tranquillizzare la nostra generazione nonha capito che siamo nuovamente pronti amobilitarci per riconquistare un’istruzionedemocratica, di qualità e accessibile a tutti eper eliminare definitivamente la precarietà.

Gli studenti riprendono la parola

L’assemblea dei soci di Banca Eticaha nominato il nuovo Consiglio

d’amministrazione. Fra gli eletti, Pino Di Francesco

della direzione nazionale dell’Arci. A Pino tanti auguri di buon lavoro

FIRENZE

notizieflash

arci

n.20 21 maggio 2013

di Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza

La maggioranza assoluta (61,97%) dellestudentesse e degli studenti che ha rispostoal Referendum non ha dubbi: l'autonomiascolastica ed universitaria per come si è svi-luppata negli scorsi 20 anni è stata un di -sastro e va riformulata in tempi brevissimi.L'organizzazione e la gestione di didattica ericerca scientifica vengono individuatecome delle priorità dimenticate se non addi-rittura danneggiate dall'autonomia scolasti-ca ed universitaria. In particolar modo sievince la preoccupazione per la restrizionedegli spazi di democrazia, il dimezzamentodelle rappresentanze studentesche operatodalla L. 240/10 e tentato dal Ddl ex Aprea, lascomparsa di alcune componenti accade-miche. Il tutto in favore di un ampliamentoconsistente dei poteri di soggetti esterni agliatenei e alle scuole inseriti ex lege nei con-sessi più importanti dei luoghi decisionali.La distorsione del concetto di autonomianon ha fatto altro che inficiare ulteriormentei processi democratici rafforzando in manie-ra smisurata i poteri di Rettori e DirettoriGenerali, conferendo loro la possibilità diinfliggere anche pesanti sanzioni disciplina-ri a docenti non allineati.

In Italia stiamo vivendo l’emergere di barrie-re socio-economiche nell’accesso alla cultu-ra e alla formazione, come sintetizzato dallostudio sugli indici BES promosso dall'Istat. Il terzo quesito della consultazione studen-tesca era incentrato sulla tematica del red-dito di formazione come sostegno del dirittoallo studio e valorizzazione dell’accesso allacultura e alla formazione non formale. Tale misura risponde alle esigenze dellostudente nella sua complessità di cittadinoavente necessità, aspirazioni e diritti a 360gradi, con un sistema integrato di erogazio-ni monetarie e servizi. Una maggioranzaschiacciante dei partecipanti al referendum(87,63%) ha affermato che il reddito è unamisura necessaria per garantire a tutti l'ac-cesso ai saperi. All'interno della maggioran-za favorevole al reddito, una buona partedei votanti (52,78%) considera necessariala regolazione dell'erogazione del reddito inbase alla ricchezza della famiglia di prove-nienza del soggetto in formazione. Il dato emblematico è dunque la netta mag-gioranza favorevole all'introduzione del red-dito di formazione per superare le carenzedell’attuale sistema di diritto allo studio.

Il 21 e 22 maggio gli studenti universitari, idottorandi e gli specializzandi tornano avotare per il rinnovo del Consiglio Nazionaledegli Studenti Universitari, organo consultivoriconosciuto dal MIUR come controparte. Daanni le forze democratiche e progressistenon riescono a vincere contro le destre e leassociazioni confessionali. Queste elezioni,però, vengono dopo anni di imponenti mobi-

litazioni contro i processi di smantellamentodell’università come istituzione pubblica. Perinvertire tale processo, Link - Coordi -namento Univer sitario, associazione sempreimpegnata nel movimento e nella rappre-sentanza, ha deciso di partecipare costruen-do un’ampia lista denominata ‘Studenti Indi -pendenti - Link’ nei collegi nel Nord e delCentro e ‘Liste Indipendenti - Link’ in quellodel Sud. Info: www.retedellaconoscenza.it

No ai privati nell’università

Si vota per il Consigliodegli studenti

Per un reddito di formazione

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Trattare con la massima attenzione leinformazioni che riguardano le perso-ne LGBTQI (lesbica, gay, bisessuale,

transessuale, queer, intersessuale) ed even-tuali episodi discriminatori legati a ragioni diomofobia e transfobia, nel rispetto dei dirittiinalienabili di ciascun individuo, compresol’orientamento sessuale. È questo l’obiettivoprincipale del protocollo promosso e sotto-scritto in occasione della Giornata interna-zionale contro l’omofobia (17 maggio) daArci Siena, Movimento Panses suale Arcigaye le testate giornalistiche della provinciasenese: quotidiani, radio, tv e portali web. Ilprotocollo si inserisce inoltre, tra le azionidell’Osservatorio provinciale contro le discri-minazioni, conta sul patrocinio della

Provincia di Siena ed è stato salutato positi-vamente anche dal Prefetto di Siena,Renato Saccone. Il protocollo richiama i det-tati deontologici presenti nella Carta deiDoveri del giornalista - con particolare riferi-mento al dovere fondamentale di rispettarela persona e la sua dignità senza alcuna di -scriminazione legata a razza, religione,sesso, condizioni fisiche e mentali e opinionipolitiche - e i principi contenuti nella Carta diTreviso, che disciplina i rapporti tra informa-zione e infanzia. Su queste basi, il testo pre-vede alcune regole essenziali da rispettarenel trattamento di informazioni e fatti cheriguardano persone LGBTQI, tenendo contodelle conseguenze che dichiarazioni superfi-ciali e non corrette possono provocare versoqueste stesse persone. Il protocollo preve-de, in particolare, l’utilizzo di termini giuridi-camente appropriati e non lesivi della digni-tà personale; la diffusione di informazioniprecise e corrispondenti alla realtà, senzadistorsioni per motivi discriminatori; la tuteladi persone vittime di atti di omofobia e trans-fobia che scelgono di parlare con i giornali-sti, senza consentirne l’identificazione dellapersona, e il coinvolgimento delle professio-

nalità dei soggetti promotori per poter fornirel’informazione in un contesto chiaro e com-pleto, che guardi anche alle cause dei feno-meni. «Da diversi anni - affermano GiovanniBacaro e Serenella Pallecchi presidenti delMovimento Pansessuale Arcigay Siena edell’Arci provinciale di Siena - le nostre dueassociazioni promuovono iniziative di sensi-bilizzazione sui temi dell’omofobia e dellatransfobia. Quest’anno abbiamo voluto farequalcosa che andasse oltre quanto fattofinora. Il protocollo è il primo passo di un per-corso teso a coinvolgere sempre di più tuttala comunità, invitando a un confronto seriosul rispetto dei diritti delle cittadine e dei cit-tadini omosessuali e transessuali, troppospesso giudicati e additati per il loro orienta-mento sessuale sulla base di pregiudizi eluoghi comuni infondati e spesso offensivi.La ‘diversità’ è un valore aggiunto e un ele-mento di crescita della nostra società. Ilnostro intento è quello di proseguire questorapporto di collaborazione dove il protocolloè solo un punto di partenza per future azionie campagne dedicate al contrasto dell’omo-fobia e della transfobia». Info: www.arcisiena.it

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arcireport

Omofobia e transfobia: a Siena il protocollo per il corretto trattamento giornalistico delle informazioni

Il 23 maggio a partire dalle 16

a Parco Rosselli si terrà Piazza dei popoli, la festa delle bambine

e dei bambini del mondo con giochi,

laboratori, merenda etnica

organizzata dall’Arci Terni

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n.20 21 maggio 2013

Capaci...di ricordareBARI - Capaci...di ricordare è il tito-lo dellÊiniziativa di memoria e impe-gno a 21 anni dalla strage di

Capaci, che si svolgerà il 23 maggioallÊIstituto Salvemini a Bari. Si iniziaalle 16.30 con la proiezione del cortoA29, prodotto da Arci Puglia e Ucca. Aseguire, dibattito con il registaVincenzo Ardito, la scrittrice MaricaTodaro, e Ettore Cardinali dellÊAnm.Intervengono Tilde Montinaro, MicheleDi Cillo, Michele Emiliano, AlessandroCobianchi, Mario De Pasquale. Si pro-segue alle 20 con lo spettacolo teatra-le InCapaci e lÊapericena della legalitàcon i prodotti di Libera Terra.Info: fb Arci Puglia

Il Bologna tra trionfi e tragedieBOLOGNA - Il Bologna tra trionfi e tra-gedie sarà il filo conduttore dell'incon-tro promosso da Arci, Uisp, Assicoope Unipol, in programma mercoledì 22maggio alle 21 al circolo Arci CasermeRosse. Il punto di partenza è la storiadi Arpad Weisz, allenatore ebreo-ungherese, che con il Bologna vinse 3campionati, morto ad Auschwitz insie-me a tutta la famiglia. Dallo scudetto

ad Auschwitz è il libro che ripercorre lavita di Arpad Weisz, scritto dal diretto-re del Guerin sportivo Matteo Marani,che sarà presente all'incontro insiemea Giancarlo Marocchi, ex calciatore diBologna e Juventus e commentatoresportivo, e Donatella Draghetti, di UispBologna. A moderare la discussione il giornali-sta Marco Tarozzi. Nel corso dellaserata sarà proiettato il video docu-mentario Federico Buffa raccontaArpad Weisz.Info: www.arcibologna.it

Le donne forti danzano scalzeTORINO - Si rinnova la collaborazionetra l'Arci ArTeMuDa e AmnestyInternational con lo spettacolo teatraleLe donne forti danzano scalze diPatrizia Spadaro e Roberto Micali . Laperformance porta in scena la storia dicinque donne vittime di violenze didiverso tipo: alcune di loro sonoapparse sulle prime pagine della cro-naca nera di questi ultimi anni, altresono figure meno famose ma nonmeno rappresentative delle violenzesolitamente subite dalle donne in tuttoil mondo. La performance vuole sotto-

lineare come non siano solo le per-cosse a rendere le donne schiave diun uomo, ma è il continuo lavaggio delcervello di chi trova la chiave perentrare dentro e si comporta dapadrone, calpesta tutti i ricordi, demo-lisce a poco a poco quello che si è. Lospettacolo andrà in scena il 25 maggioal Teatro Cavallerizza Reale in viaVerdi. Ingresso libero fino ad esauri-mento posti.Info: www.artemuda.it

Treulababbu all’ArsenalePISA - Mercoledì 22 maggio alle20.30, al cineclub Arsenale, nuovoappuntamento con il cinema indipen-dente italiano, con la presentazionedel film Treulababbu - le ragioni deibambini e incontro con il registaSimone Contu. Il film è diviso in dueepisodi, Sa Règula e Su Molenti diOramala, entrambi accomunati dallatematica sul conflitto tra mondo degliadulti e mondo dell'infanzia e hannocome protagonisti dei bambini.Treulababbu è frutto di un lavoro dura-to cinque anni e di unÊattenta riflessio-ne e appassionato studio della culturasarda, vero leitmotiv della storia.

Uscito a marzo nelle sale inSardegna, Treulababbu sta iniziandoin questi giorni un tour attraverso lesale d'essai e arriva a Pisa grazie allacollaborazione dell'associazione cul-turale sarda Grazia Deledda di Pisa,dellÊArsenale e di Unicoop Firenze.Info: www.arsenalecinema.it

La prima festa dell’estateRONCO CAMPO CANNETO (PR) - Ilcircolo Arci Ronco Campo Cannetoripropone La prima festa dellÊestate,appuntamento consolidato dellÊultimoweekend di maggio dove partecipanofamosi artisti affermati a livello nazio-nale e giovani promesse musicali delterritorio. Un incontro tra piatti e cibidella tradizione, socialità e musica daballare. Si tratta, inoltre, della primatraccia del progetto regionale Festadella Musica 2013 organizzata in col-laborazione con lÊArci di Parma.QuestÊanno la rassegna musicale,realizzata con la sezione Aido diTrecasali, si svolgerà venerdì 24 mag-gio e sabato 25 maggio. Entrambe leserate sono ad ingresso gratuito.Info: [email protected]

Notizie Brevi

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Si è svolto sabato scorso, con la par-tecipazione di numerosissimi rappre-sentanti del mondo dell’associazioni-

smo e del mutualismo ligure, l’atteso conve-gno organizzato da Arci Liguria per sostene-re le società di mutuo soccorso nell’affronta-re il percorso di adeguamento, quandonecessario, alla normativa prevista dall’art.23 decreto legge 179 del 2012, conosciutoanche come ‘Sviluppo bis’. «Probabilmenteun simile intervento, sicuramente necessarioe dettato da ragioni oggettive, richiedeva una‘istruttoria’ più lunga ed approfondita e,soprattutto, basata sul confronto col mondodell’associazionismo e delle Società» affer-ma Walter Massa, presidente di Arci Liguria,a conclusione dei lavori. «Siamo e rimania-mo convinti della bontà delle proposte conte-nute nelle modifiche della 3818 - continuaMassa - ma riteniamo che la strada intrapre-sa dal legislatore possa produrre numerosedifficoltà ai sodalizi dato che è evidente comenon si sia tenuto conto dell’evoluzione diquesto mondo avvenuta a partire dagli anni’60». Le modifiche alla legge - che afferma-no che le SMS «devono» svolgere attivitàmutualistica in campo socio sanitario e che

«non possono» svolgere attività d’impresa ocommerciale - sono state analizzate daGiovanni Durante, presidente di ArciSavona, territorio che conta numerosissimeSMS, la gran parte delle quali aderentiall’Arci. Sono seguite poi le relazioni dell’av-vocato Franco Dalla Mura (Connes sioni esi-stenti tra Mutualità, Fondi integrativi, TerzoSettore e Servizio sanitario nazionale e pos-sibilità di una sinergia a sostegno del serviziopubblico) e Loredana Vergassola, presiden-te SMS Mutua Ligure (Quali scelte per leSocietà all’indomani della riforma della 3818.L’esempio virtuoso della nascita della Mutualigure). Alessandro Frega, portavoce ForumTerzo Settore Liguria, nel suo intervento haanalizzato la possibilità che il mutualismoporti ad un rafforzamento della sussidiarietàe dello stesso Terzo Settore. Impossibilitataa partecipare, Lorena Ram baudi, assessorealle politiche sociali della Regione Liguria, hafatto pervenire il suo contributo-video sultema La scommessa del Testo Unico diTerzo Settore per un rinnovato welfare dicomunità. Numerosi e puntuali gli interventidei presenti che hanno confermato l’impor-tanza di «questo primo momento di riflessio-

ne» le cui conclusioni sono state tratte daGiuliano Rossi, responsabile del Centrostudi ufficio legislativo Arci che ha espressosoddisfazione per gli interventi che hannovalorizzato gli aspetti positivi, primo dei qualil’aver posto le SMS al centro del dibattitonazionale. Parlando poi della riforma legi -slativa Rossi ha evidenziato che l'introduzio-ne di nuovi criteri ha determinato significativedifficoltà per quei soggetti che hanno svilup-pato fisionomie peculiari difficilmente ricon-ducibili alla nuova legge. Si pone quindi ilproblema di permettere alle SMS di ade-guarsi oppure restare comunque nel no pro-fit senza perdere il patrimonio costruito neglianni.Info: [email protected]

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arcireport

Quali scenari e quali scelte per le Società di Mutuo Soccorso liguri dopo la riforma

Un grande in bocca al lupo ad AnnaSgobbio, candidata a sindaco di

Crispiano. Anna è stata consiglierenazionale della Confederazione Arci,

fondatrice del circolo Arci UispCrispiano e del comitato Arci Valle d’Itria

CRISPIANO (TA)

notizieflash

Carlo Monni e leCase del PopoloNel giorno della sua scomparsa, ArciFirenze saluta il grande artista Carlo Monni,da sempre vicino al mondo dei Circoli, delleCase del Popolo, delle Società di MutuoSoccorso. Un uomo capace di ‘usare’ la suaintensità poetica tenendola sempre benallacciata alla dimensione popolare.La sua carriera, la sua opera, la sua stessavita trovano profonde radici, mai recise, nellegame con il movimento associativodell’Arci. Carlo Monni era un uomo di spet-tacolo, un attore colto e geniale, che peròaveva rifiutato la grande ribalta, preferendol’esibizione artistica nelle piazze, alla festedell’Unità, a teatro, nelle Case del Popolo. Monni è stato artista vero, perché ha messoa disposizione il suo estro e la sua culturaaffinchè fossero strumento di arricchimentoper tutti. Ciao Carlo, uno di noi!La Camera ardente per Carlo Monni è aper-ta al pubblico martedì 20 maggio, nel pome-riggio, dalle 14.30 alle 21 e mercoledì mat-tina, a partire dalle 10, presso il TeatroRifredi di Firenze, in via Vittorio Emanuele303. La cerimonia funebre avrà luogo mer-coledì alle 15 sempre al Teatro Rifredi.

Istituita a Palermo la Consulta delle CultureDalla scorsa settimana la città di Palermoha istituito la Consulta delle Culture.Dopo un lungo periodo di mancanza diconfronto, scarsa attività e inefficienzache sono stati tra gli elementi che hannomaggiormente caratterizzato l’ex ammini-strazione comunale, a un anno dall’inse-diamento della nuova giunta comunale(maggio 2012) il percorso di confrontoavviato ha trovato finalmente il suo appro-do. Certo restano sicuramente delle partida ‘affinare’ o su cui ancora confrontarsi. Ma quello che appare rilevante è il per-corso partecipativo che l’amministrazionesta cercando di portare avanti, con le dif-ficoltà - e a volte le incomprensioni - chequesta strada comporta: una strada com-plessa ma anche più interessante e coin-volgente dei classici percorsi dall’alto, edespressione di un reale interesse acostruire percorsi di cittadinanza attiva,indipendentemente dal luogo di nascitadel cittadino. Cosi dopo avere aderito con entusiasmoe condiviso la campagna L’Italia sonoanch’io, e dopo aver richiesto chePalermo entrasse a fare parte della rete

europea delle Intercultural Cities, siaggiunge un altro elemento al ponte cul-turale che questa città rappresenta. Tra i compiti della Consulta, la promozio-ne di iniziative per favorire l'incontro ed ildialogo fra portatori di diverse culture,nella prospettiva di una società intercultu-rale. Come dichiara Giusto Catania,Assessore comunale alla Partecipazione,«la Consulta delle Culture non è sempli-cemente un organo consultivo ma hal'ambizione di essere un'istituzione checontribuisce alle scelte di governo dellacittà. Oggi possiamo dire che accanto allaGiunta, al Consiglio Comunale e aiConsigli di Circoscrizione, è nata la quartagamba del sistema di governo e partecipa-zione della città». La consulta nasce in un’ottica di estensio-ne dei diritti ed è aperta a tutti i cittadinistranieri, comunitari, non comunitari e apo-lidi: un principio di rappresentanza di tuttele parti del mondo che ribadisce la nettascelta politica della città di Palermo asostegno della cittadinanza di residenza.Info: [email protected]

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n.20 21 maggio 2013

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«Il Comitato nazionale dell’Anpi, inrelazione ai diversi progetti che sivanno formulando, anche in sede

governativa, su un sistema di riforme costi-tuzionali, ribadisce la più ferma contrarietàad ogni modifica, legislativa o di fatto, del-l’art. 138 della Costituzione, che - semmai -dovrebbe essere rafforzato e del quale, inogni caso, si impone la più rigorosa applica-zione».Inizia così una ferma presa di posizione delComitato nazionale dell’Associazionenazionale Partigiani d’Italia con la quale «siconferma il netto convincimento che il pro-cedimento da seguire non può che esserequello parlamentare, attraverso gli strumen-ti e le commissioni ordinarie, non essendoviragione alcuna per eventuali nuove formulee strutture, essendo più che sufficientequanto già previsto dai regolamenti parla-mentari».Riafferma poi «l’inopportunità del ricorso adapporti esterni che in qualche modo incida-no sul lavoro parlamentare e che non sianoquelli già previsti, attraverso i quali si pos-sono acquisire opinioni e contributi di esper-ti, mediante pareri, consultazioni, audizioni

e quant’altro». Conferma la convinzione, piùvolte espressa, che «le riforme possibili edauspicabili sono solo quelle che risultano inpiena coerenza con i princìpi della primaparte della Costituzione e con la stessa con-cezione che è alla base della struttura fon-damentale della seconda, indicando fra leriforme possibili, la diminuzione del numerodei parlamentari, la differenziazione dellavoro delle due Camere, l’abolizione delleprovince; tutte materie sulle quali esiste giàuna notevole convergenza e che non pon-gono problemi di coerenza complessiva».Ribadisce inoltre quanto già espresso invarie occasioni, vale a dire la netta opposi-zione dell’associazione ad ogni riforma cheintroduca il presidenzialismo o il semipresi-denzialismo, poichè «non risultano ragionievidenti per stravolgere il delicato e com-plesso sistema delineato dal legislatorecostituente». E conferma ancora una volta«l’assoluta e prioritaria necessità di proce-dere alla modifica della legge elettoralevigente, da tutti ritenuta inadeguata e dan-nosa».Invita quindi «tutti gli organismi dell’Anpi adimpegnarsi a fondo su questi temi, promuo-

vendo dibattiti e confronti, irrobustendo l’in-formazione ai cittadini, assumendo tutte leiniziative (a partire da quelle per il 2 giugnoe in particolare da quella di Milano), idoneead ampliare il consenso attorno a questeposizioni, d’intesa con altre associazionidemocratiche e con tutte le forme di aggre-gazione di cittadini interessati a problemi diordine costituzionale, chiarendo soprattuttoche non si tratta di restare ancorati a tutti icosti ad un sistema immodificabile, ma diimpedire ingiustificate alterazioni di esso eassicurare che non vengano poste in attomisure pericolose, suscettibili di scardinarela profonda ed intima coerenza del sistemacostituzionale, senza alcun vantaggio per lademocrazia».Info: www.anpi.it

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‘La Costituzione non si deve alterare’Il documento dell’Anpi sulle riforme istituzionali

Hanno collaborato a questo numeroGreta Barbolini, Veronica Becchi, Raffaella Bolini,Rosina Bonino, Anna Bucca, Stefano Carmassi,Federico Del Giudice, Michela Iorio, RobertoIovino, Maurizio Pascucci, Mimma Scigliano,Alfredo Simone, Franco Stefani, Rodolfo Ungheri

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Impaginazione newsletter online Martina Castagnini

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

Chiuso in redazione il 21 maggio alle 19

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/

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n.20 21 maggio 2013

A ogni minore deve essere garantito lÊaccesso alla scuo-la come presupposto fondamentale per la sua crescitaculturale e personale. Sulla base di questo principio, nel1993, a Roma è stato avviato il progetto di scolarizza-zione di minori e adolescenti rom, volto a favorire lÊac-cesso ai servizi educativi e la piena partecipazione allavita scolastica alla minoranza rom. Oggi, dopo venti anni,Arci Solidarietà Onlus ha deciso di raccontare le tantestorie di bambini, genitori, insegnanti, operatori, volonta-ri, autisti, pullmini, strade e periferie che tutti insiemehanno scritto questa Storia. Una Storia che racconta unpezzo della nostra città, di quella Roma che riconosce ilproprio Colosseo nel ÂSerpentoneÊ del Corviale, dove lÊe-norme spazio del Circo Massimo diventa la spianata alkm 23 della via Pontina o un parcheggio abusivo sotto latangenziale. Storie di vite marginali, storie di bambine,bambini e adolescenti che, come racconta il titolo del

libro, nelle nostre scuole trovano spesso posto solo allÊultimo banco, nella fila degli invisibili, dicoloro che non meritano di essere guardati, visti e quindi, al pari degli altri, accompagnati versouna consapevole appropriazione del proprio futuro. Un libro dopo ventÊanni di impegno è ancheun modo per guardarsi dentro per ÿfare il puntoŸ del percorso che si è intrapreso, dei risultatiche si sono ottenuti, per vedere con occhi più consapevoli la strada che si deve ancora percor-rere. Questo libro ha anche lÊambizione di aprire uno spazio nuovo di riflessione che sgomberiil campo da idee preconcette che non hanno un fondamento né scientifico né esperienziale, cherifugga da qualunque forma di fascinazione folkloristica e restituisca la veridicità che solo unosguardo e un vissuto quotidiano possono avere.

IL LIBRO

IL LIBRO / C’è posto all’ultimo banco. Guida alla scolarizzazione dei bambini roma cura di Arci Solidarietà Onlus - Derive Approdi