17
AresInforma Sicurezza sul lavoro, ambiente, qualità, formazione 03/14 Livello di vigilanza ed errore umano SCIA: disponibile il modello semplificato ed unificato Speciale 231 Ambiente: recepita la direttiva sulle emissioni industriali I nostri corsi in programmazione per settembre e ottobre

Ares informa giu lug ago2014

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Il numero di giugno-luglio-agosto 2014 della newsletter di Studio ARES

Citation preview

AresInformaSicurezza sul lavoro, ambiente, qualità, formazione

03/14

Livello di vigilanza ed errore umanoSCIA: disponibile il modello semplificato ed unificato

Speciale 231Ambiente: recepita la direttiva sulle emissioni industriali

I nostri corsi in programmazione per settembre e ottobre

prima di tutto

2

a cura di Vittorio CampionePresidente Studio Ares

Vi inviamo questo numero della nostra newsletter prima della pausa estiva; ci auguriamo che le prossime settimane siano per tutti voi un momento di meritato riposo e svago, ed insieme un periodo di riflessione.

Da parte nostra, noi stiamo già pensando alla riapertura di settembre, carica di novità importanti per la nostra società e – ci auguriamo – per i nostri clienti.Innanzitutto, l’apertura della nuova aula di formazione a Lecco, che si affianca a quella di Bergamo per offrire maggiori opportunità di fruire della nostra offerta di corsi.Poi, l’estensione della proposta di formazione a distanza (FAD), con nuovi

corsi, sia per settori specifici, come quello sanitario, che su temi particolari, come la formazione sui rischi specifici per i lavoratori o il decreto 231.

Nuovi servizi stanno affacciandosi sul mercato, come la certificazione ISO 50001 sul contenimento dei consumi energetici e ci siamo attrezzati per assistere le aziende interessate.

In autunno parte poi il conto alla rovescia per la revisione degli standard internazionali per i sistemi di gestione, la ISO9001 e la ISO14001. E’ forse ancora presto per parlare dei cambiamenti che queste norme

apporteranno ai sistemi esistenti, ma stiamo approfondendo il tema e vi terremo informati.

Ovviamente, quando verrà il momento, saremo al vostro fianco per assistervi in queste e in tante altre sfide.

Ma per ora, permetteteci di augurarvi buone vacanze!

Quando sarà il momento, saremo al vostro fianco per

assistervi in queste e in tante altre sfide

punto di vista

LIVELLO DI VIGILANZA ED ERRORE UMANO

E’ possibile intervenire positivamente sul livello d’attenzione?

Negli ultimi anni le aziende si stanno accorgendo, per fortuna, che costruire la sicurezza solamente a livello hardware (spazi, macchinari, DPI) o software (procedure e prassi lavorative) non è sufficiente per garantire un livello di presidio degli incidenti o degli infortuni.Puntando il faro su un terzo fattore (liveware – legato alle risorse umane) è possibile affrontare un tema cruciale: il concetto di vigilanza. Tutti noi siamo in grado di scegliere quando e come portare attenzione a ciò che facciamo, ciò nonostante all’interno dei contesti lavorativi la distrazione rimane una delle cause principali degli incidenti e, a volte, degli infortuni.La vigilanza è il livello di attivazione con il quale l’operatore tiene sotto controllo la sua attività, ed è costituito dall’attività attentiva e dalla capacità di concentrazione derivante dalla mente. L’attenzione e la concentrazione che ognuno può portare nel proprio lavoro, variano non solo da individuo a individuo, ma per la stessa persona varia a seconda del momento e del tipo di attività che deve svolgere. Il problema principale (immediatamente connesso alla sicurezza lavorativa), è che occorre mantenere una sorta d’equilibrio fra il grado di vigilanza che l’individuo attua e le richieste del compito in questione: un livello d’attenzione troppo basso o troppo elevato hanno entrambi conseguenze negative. Da un lato, a fronte di un’attività lavorativa monotona e ripetitiva, i lavoratori si abituano in maniera automatica a fronteggiare i compiti, con i conseguenti rischi di “basso livello attentivo”.Inoltre ogni azione fatta con automatismo o con disattenzione produce effetti pericolosi non soltanto perché alza il livello di rischio e la possibilità di commettere un errore, ma soprattutto perché continua a convincere

il lavoratore che quel comportamento in definitiva è corretto e poco rischioso.Viceversa può esservi il caso opposto per il quale occorre fronteggiare un compito nuovo o svolto con modalità differenti dal solito (nuova mansione, sostituzione di un collega, utilizzo di un macchinario differente), investendo molte delle energie fisiche e mentali a disposizione, con il rischio, ancora una volta, di un calo del livello d’attenzione a seguito dell’attivazione iniziale. All’interno degli interventi formativi in ambito sicurezza, spesso ci soffermiamo sul concetto di percezione e vissuto individuale del rischio, non generalizzabile, legato al livello di vigilanza. Ciò che è importante per un lavoratore è la consapevolezza, ovvero la capacità di monitorare, nell’arco della giornata lavorativa, il proprio stato di vigilanza e di stanchezza, così da poter imparare a gestirlo per mantenersi sempre nello stato di attivazione ottimale che permetta alla persona di lavorare maggiormente in sicurezza. Due strumenti utili ad innalzare il livello di attenzione e mantenere la persona in posizione di equilibrio, presenza consapevole e benessere mentale sono legati al respiro ed al movimento. Il recupero di energia attentiva attraverso il respiro passa dall’uso più profondo e ritmico della respirazione, mentre attraverso un certo tipo di movimento (naturale e non condizionato), è possibile sciogliere le tensioni corporee che causano (o sono causate) dallo stress, la principale causa di distrazione sul lavoro. Va da sé che intervenire sul livello di vigilanza è solo uno dei tasselli che contribuiscono a creare la sicurezza in azienda, ma può essere un valido supporto per quelle situazioni in cui il fattore umano può fare la differenza.

Mandando una mail a [email protected] potrete ricevere del materiale informativo e conoscere gli ambiti di intervento sul versante della sicurezza legato al fattore umano.

3

a cura di William CazzanigaFormatore ed esperto nelle

tematiche della sicurezza comportamentale e del benessere

organizzativo

SEGNALAZIONE CERTIFICATA DI INIZIO ATTIVITA’ (SCIA) IN EDILIZIA:

E’ DISPONIBILE IL MODELLO SEMPLIFICATO E UNIFICATO

Al via un modello unificato e semplificato per la SCIA edilizia e il permesso di costruire, adottati in seguito alla firma dell’accordo Italia Semplice siglato il 12 giugno 2014 tra Governo, Regioni ed Enti Locali.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri rende noto che è “al via un modello unificato e semplificato per la SCIA edilizia (segnalazione certificata di inizio attività) e il permesso di costruire, adottati in seguito alla firma dell’accordo Italia Semplice siglato il 12 giugno 2014 tra Governo, Regioni ed Enti Locali.

Invece degli oltre 8000 moduli, sinora in uso, un solo modulo che, dove necessario, potrà essere adeguato alle specificità della normativa regionale e agevolerà l’informatizzazione delle procedure e la trasparenza per cittadini e imprese.

Inoltre, non verrà più chiesta la documentazione che l’amministrazione ha già. Basterà una semplice autocertificazione o l’indicazione degli elementi che consentono all’amministrazione di reperire la documentazione.

L’accordo Italia Semplice è stato concluso tra il Governo, rappresentato dai ministri Madia e Lanzetta e dal sottosegretario Rughetti, l’Anci, l’Upi, la Conferenza delle Regioni rappresentate dal sindaco di Torino Piero Fassino, dal presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani e dal presidente della provincia di Terni Feliciano Polli.

Il documento lancia un’alleanza istituzionale per riformare la Pubblica Amministrazione, attraverso la condivisione tra governo e autonomie di punti e obiettivi da raggiungere insieme nei vari livelli e organismi dello Stato.”

sicurezza

4

VERIFICHE PERIODICHE DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO:

PUBBLICATO L’OTTAVO ELENCO NAZIONALE DEI SOGGETTI PUBBLICI O PRIVATI ABILITATI A EFFETTUARE

I CONTROLLI

Le aziende che utilizzano o detengono attrezzature contenute nell’All. VII del D.Lgs. n. 81/2008 devono sottoporle a verifica periodica; i soggetti titolari per le verifiche sono INAIL, le ASL competenti per territorio e i soggetti privati abilitati. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con Decreto Dirigenziale del 27 maggio 2014, ha predisposto l’ottavo elenco nazionale dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro, ai sensi di quanto disposto dal Testo Unico sicurezza.

I datori di lavoro possono far effettuare le verifiche periodiche delle attrezzature ai soggetti abilitati nel caso in cui l’INAIL non provveda entro i previsti 45 giorni dalla data di richiesta, per la prima verifica, e in alternativa alla ASL, su libera scelta del datore di lavoro, per le verifiche successive alla prima.

Il nuovo elenco sostituisce integralmente quello in precedenza allegato al Decreto Dirigenziale del 22 gennaio 2014.

5

giurisprudenza

LA NOMINA DI UN RSPP PRIVO DEI REQUISITI PROFESSIONALI E’ INEFFICACE: CONDANNATO IL

DATORE DI LAVORO

Con la recente sentenza del 21 maggio 2014 n. 20682, la Quarta Sezione Penale della Cassazione ha confermato la condanna di un datore di lavoro per violazione dell’art. 17 c 1, lett. b) D.Lgs.81/08, “per avere designato quale RSPP una persona priva dei requisiti richiesti dall’art.32”.

Con questa sentenza la Cassazione ha rigettato il ricorso del datore di lavoro con le seguenti argomentazioni: “L’assenza dei requisiti soggettivi necessari rende la designazione inefficace perché incapace di offrire la necessaria e richiesta tutela agli interessi protetti, interessi che coinvolgono il diritto del lavoratore alla salubrità e sicurezza del lavoro e, in ultima istanza, il suo diritto alla salute.”

E prosegue la Corte: “venendo alla disciplina sanzionatoria, gli artt. 55 e seguenti del d.lgs, 9 aprile 2008, n. 81 sostituiscono gli artt.89-94 del 626/1994 secondo una struttura di fattispecie che la dottrina non ha esitato a definire “disarticolata e carente di un ordine preciso”. Nonostante tali limiti, può osservarsi che il mancato richiamo all’art. 32 nella previsione dell’art. 55, comma 1, lett.b), non lascia dubbi circa il significato complessivo della fattispecie.

L’art. 55, comma 1, lett.b), infatti, sanziona l’ipotesi che il datore di lavoro non provveda ai sensi dell’art. 17, comma 1, lett.b). Tale ultima disposizione prevede la non delegabilità dell’atto di designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.

Si tratta di obbligo il cui rispetto deve essere valutato in relazione alle definizioni contenute nell’art. 2, comma 1, lett.g) e lett.l) della medesima legge.

Se la lett.l) definisce il “servizio di prevenzione e protezione dai rischi” come “l’insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interno all’azienda finalizzati” alla tutela dei lavoratori dai rischi, la lett.e) chiarisce che l’addetto a tale servizio è “persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’art.32”.

Dall’insieme di queste disposizioni emerge in modo inequivoco che l’unico modo per il datore di lavoro di rispettare l’obbligo ex art. 17, comma 1, lett.b), è quello di incaricare una persona in possesso dei requisiti previsti dagli artt. 2 e 32 della medesima legge, con la conseguenza che la nomina di persona inidonea comporta in radice la violazione dell’obbligo e deve essere considerata inefficace”.

Dunque, si avvia a concludere la Quarta Sezione Penale della Suprema Corte, “in tali termini la violazione assume rilevanza ai fini dell’applicazione dell’art. 55 sopra ricordato.

Del resto, solo l’interpretazione qui adottata si presenta rispettosa della disciplina contenuta nella Direttiva citata [n. 89/391/CEE, n.d.r.] e dell’interpretazione che del regime comunitario ha dato, con efficacia vincolante, la Corte di Giustizia nella sentenza citata. Il che impone di considerare l’art. 55 del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 in continuità con la previsione degli artt. 4 e 8-bis e dell’art. 89 del 626/1994.”

Pertanto, “così fissato il principio interpretativo che forma oggetto del primo, e infondato, motivo di ricorso, la Corte rileva che la valutazione in ordine alla inadeguatezza dei requisiti della persona incaricata della sicurezza deve essere particolarmente attenta e non spingersi, in una materia complessa come quella della formazione e della professionalità dell’incaricato, fino ad adottare criteri valutativi opinabili che rendano incerta l’applicazione della legge da parte dei suoi destinatari.”

In conclusione, “la Corte ritiene che nel caso in esame il giudicante non sia incorso in violazione dell’obbligo di prudente apprezzamento ora delineato. L’articolata motivazione sul punto non si palesa né incoerente né palesemente illogica. Il Tribunale, infatti, ha preso in esame i titoli e i requisiti della persona incaricata e ne ha valutata con specifici argomenti la inadeguatezza rispetto alla previsione di legge, così formulando un giudizio di merito che non può essere oggetto di censura da parte del giudice di legittimità.”

IL DATORE DI LAVORO E’ RESPONSABILE ANCHE DELLA

SALUTE E SICUREZZA DEI SOGGETTI TERZI, ESTRANEI

AL RAPPORTO DI LAVORO

Con la sentenza n. 22965/2014, la Cassazione Penale, Sez. IV, ha affrontato la questione relativa alla responsabilità del datore di lavoro nel caso di infortunio verificatosi a danno di soggetto terzo estraneo al rapporto di lavoro.

Nello specifico, due imprenditori individuali, in qualità di assuntori dei lavori di manutenzione straordinaria di un edificio per civile abitazione, venivano riconosciuti quali responsabili della morte di un lavoratore rimasto travolto dalla porzione di un muro mentre si trovava all’interno di una trincea scavata sotto il muro perimetrale destinata all’ accoglimento del calcestruzzo.

In secondo grado la Corte d’Appello, in parziale riforma di quella di primo grado, nel resto confermata, assolveva entrambi gli imputati dal reato di cui all’art. 44, comma 1, lett. b) del d.P.R. n. 280/01 perché il fatto non è previsto dalla legge come reato e riduceva, di conseguenza, nella misura giudicata congrua, la pena inflitta ai due imputati dal Tribunale.

Avverso la decisione è stato proposto ricorso.

La Cassazione nel caso di specie ha affermato che non assume rilievo di sorta accertare quale fosse il ruolo effettivo della vittima (se operaio dipendente, occasionale coadiuvatore, lavoratore autonomo

o se spontaneo collaboratore mosso dal vincolo parentale con il coimputato).

Quel che è certo è che la vittima si trovava all’interno della trincea per prepararla ad accogliere il calcestruzzo e, quindi, nello svolgimento di un’attività che, quale che fosse la fonte del rapporto, non può che assumere la valenza di collaborazione lavorativa.

Peraltro, il cantiere, infatti, come tutti i luoghi di lavoro, non deve presentare pericoli per chiunque vi entri in contatto e non solo per i lavoratori; con la conseguenza che deve essere opportunamente preclusa l’accessibilità a luoghi e strutture fonti di rischio con opportune misure segreganti ed escludenti.

“Le norme antinfortunistiche non sono dettate soltanto per la tutela dei lavoratori, ossia per eliminare il rischio che i lavoratori (e solo i lavoratori) possano subire danni nell’esercizio della loro attività, ma sono dettate anche a tutela dei terzi, cioè di tutti coloro che, per una qualsiasi legittima ragione, accedono là dove vi sono macchine che, se non munite dei presidi antinfortunistici voluti dalla legge, possono essere causa di eventi dannosi.

Per tali motivi il ricorso è stato giudicato infondato e, pertanto, rigettato.

giurisprudenza

6

7

RESPONSABILITA’ 231 CONFISCA PREVIA

VALUTAZIONE RESPONSABILITA’ ENTE

Non può essere disposta la confisca “automatica” di un bene di una società, ma il Giudice deve valutare la estraneità dell’ente rispetto al reato commesso dal suo manager ex Dlgs 231/2001.

Così ha deciso la Cassazione (sentenza 16 aprile 2014, n. 16665) annullando la confisca disposta dal Tribunale di un veicolo usato per la commissione del reato di gestione illecita di rifiuti (articolo 256, comma 1, Dlgs 152/2006). Per i Supremi Giudici l’ingresso nell’ordinamento del Dlgs 231/2001 consente alla società di potere provare la sua estraneità ai reati commessi nel suo interesse e

vantaggio.

Il Giudice pertanto non può disporre in automatico la confisca del mezzo usato per commettere il reato, ma deve valutare la incolpevole estraneità della società al reato commesso dal suo legale rappresentante. Altro elemento di interesse nella pronuncia della Cassazione è che queste disposizioni si applicano anche quando l’ente sia di piccole dimensioni (articolo 6, comma 4, Dlgs 231/2001).

speciale 231

7

RESPONSABILITA’ 231 LEGITTIMO SEQUESTRO BENI SOCIETA’ O PROPRIETARIO

Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni costituenti profitto del reato può avvenire indifferentemente sui beni dell’imprenditore o su quelli della società. Così la Cassazione, sentenza 26 maggio 2014, n. 21227.

Per i Supremi Giudici la misura cautelare può incidere contemporaneamente e indifferentemente sui beni dell´ente che ha tratto vantaggio dal reato ex Dlgs 231/2001 sia su quelli della persona fisica che lo ha commesso. Da rigettare la tesi che

postulava una responsabilità esclusiva dell’Ente perché si avrebbe la conseguenza paradossale che lo “schermo societario” metterebbe sempre al riparo la persona fisica che ha commesso il reato, per tacere che la persona giuridica può essere centro di imputazione di effetti giuridici solo grazie all’azione di chi la rappresenta.

L’unico limite, chiarisce la Cassazione è che la misura cautelare del sequestro non può superare il valore complessivo del profitto derivante dal reato.

DEPENALIZZAZIONE REATI, ESCLUSI DA DELEGA

AMBIENTE E SICUREZZANiente “depenalizzazione” per i reati in materia di ambiente e sicurezza sul lavoro, “ad eccezione” delle emissioni rumorose (articolo 659, Codice penale) che diverranno illecito amministrativo. Lo prevede la legge 28 aprile 2014, n. 67 di delega al Governo per la riforma delle sanzioni penali.

La legge in parola delega, tra l’altro, il Governo a riformare il sistema sanzionatorio emanando uno o più decreti legislativi diretti a ricondurre a illeciti amministrativi i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda. Dalla “depenalizzazione” sono però esplicitamente escluse le materie “ambiente, territorio e

paesaggio” e “salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Novità invece per le emissioni rumorose. Nella delega al Governo spicca anche la “depenalizzazione” dell’articolo 659, Codice penale (Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone), reato attualmente punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro. Se invece si esercita un mestiere rumoroso contro le disposizioni di legge o le prescrizioni dell’Autorità la pena è l’ammenda da 103 a 516 euro. Con la “depenalizzazione” tali comportamenti sarebbero puniti come illecito amministrativo.

8

La formazione di Studio Aresnon è solo frontale.

C’è uno strumento didattico innovativo che migliora le prestazioni del tuo business.

E’ la formazione a distanza.Scopri e scarica il catalogo completo di tutti

i corsi disponibili in modalità FADsu www.studioares.net.

NoN fiNirAi mAi di impArArE.

ambiente

9

Nuovi formati per i libretti degli impianti termiciIl Ministero dello Sviluppo Economico, con Decreto 10 febbraio 2014, ha previsto i nuovi modelli di libretto d’impianto per la climatizzazione e di rapporto di efficienza energetica. Il decreto attua una delle direttive del DPR 74 del 16 aprile 2013 che riguarda i criteri generali in materia di controllo, di manutenzione e d’ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari.

Dal 1° giugno 2014, gli impianti termici devono essere quindi muniti di un libretto di impianto per la climatizzazione conforme al modello riportato all’allegato I del Decreto 10 febbraio 2014.

Sempre dal 1° giugno 2014 in occasione degli interventi di controllo ed eventuale manutenzione su impianti termici di climatizzazione invernale di potenza utile nominale maggiore di 10 kW e di climatizzazione estiva di potenza utile nominale maggiore di 12 kW, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, il rapporto di controllo di efficienza energetica si conforma ai modelli riportati agli allegati del medesimo decreto.

Gas fluorurati, si cambiaDal 1° gennaio 2015, misure più stringenti per il contenimento, il controllo e il rilevamento delle perdite dalle apparecchiature e nuovi divieti di commercio e uso dei gas fluorurati fluorurati a effetto serra.

Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 9 giugno 2014 e si applica a decorrere dall’1 gennaio 2015.

Nello specifico la nuova norma:

•stabilisce disposizioni in tema di contenimento, uso, recupero e distruzione degli F-gas;

•impone condizioni per l’immissione in commercio di prodotti e apparecchiature specifici che contengono o il cui funzionamento dipende da F-gas;

•impone condizioni per particolari usi di F-gas;

•stabilisce limiti quantitativi per l’immissione in commercio di idrofluorocarburi

Sino ad eventuale abrogazione e sostituzione, rimangono in vigore i regolamenti attuativi del Regolamento (CE) n. 842/2006, come ad esempio il Regolamento (CE) n. 303/2008 che definisce i requisiti minimi della certificazione delle imprese e del personale che operano con gli FGas per quanto concerne gli impianti di refrigerazione e di condizionamento etc.

ambiente

10

Recepita la Direttiva sulle emissioni Industriali (IED)

E’ entrato in vigore l’11 aprile il D. Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 che recepisce nel nostro ordinamento la direttiva europea sulle emissioni industriali (IED). Il decreto apporta numerose modifiche al D. Lgs 152/06 (Codice Ambientale) emendando, sostituendo e abrogandone intere parti che coinvolgono principalmente:

- la Parte Seconda - (Autorizzazione Integrata Ambientale) con la riscrittura del Titolo III-bis, in materia di IPPC;

- la Parte Quarta (rifiuti) con l’inserimento di un nuovo Titolo II-bis sugli impianti di incenerimento e coincenerimento;

- la Parte Quinta (Emissioni in atmosfera) con nuove disposizioni in materia di COV e grandi impianti di combustione.

Evidenziamo le novità principali intervenute in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC). E’ stato ampliato il campo di applicazione inserendo nuove attività ovvero modificando le voci di cui all’allegato VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152 e s.m.i. quali:

- funzionamento di fonderie di metalli non ferrosi che producono prodotti in metallo fuso con capacità produttiva superiore 4 mg al giorno per piombo e cadmio e a 20 mg per tutti gli altri metalli;

- rifiuti: trattamento biologico, pretrattamento rifiuti destinati al coincenerimento, trattamento scorie e ceneri, trattamento rottami metallici;

- impianti di produzione di pannelli a base di legno, compensato escluso, di capacità superiore a 600 m3/giorno;

- conservazione del legno e dei prodotti in legno di capacità superiore a 75 m3/giorno;

- cattura di flussi di CO2 provenienti da installazioni rientranti nella Direttiva sullo stoccaggio geologico.

Nel caso in cui l’attività comporti la produzione, l’utilizzo o lo scarico di sostanze pericolose, la domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale dovrà contenere una Relazione di Riferimento sullo stato del suolo e delle acque. Alla cessazione definitiva dell’attività, l’operatore avrà così modo di raffrontare lo stato del suolo e della falda con quello “fotografato” dalla relazione di riferimento.

Se l’impianto avrà causato un inquinamento significativo l’operatore dovrà prendere le misure necessarie per far tornare il sito allo stato precedentemente valutato.

La Commissione Europea ha emanato delle Linee Guida atte a fornire informazioni riguardanti i seguenti aspetti della Relazione di Riferimento:

- determinazione della necessità o meno della Relazione;

- definizione delle ricognizioni di riferimento;

- strategia di campionamento;

- redazione della Relazione.

Secondo le linee europee, la procedura risulta essere divisa in otto

fasi specifiche dalle quali si evince che non è possibile escludere a priori una determinata attività soggetta all’AIA dall’obbligo di elaborare una relazione di riferimento poiché, sebbene si parli di “sostanze pericolose”, i criteri di pericolosità individuati dal Regolamento comunitario cui si fa riferimento (1272/2008) sono molto generali (pericoli fisici, per la salute o per l’ambiente, cosi come descritti nell’allegato I parti da 2 a 5 del Regolamento). Le prime tre fasi della procedura riguardano gli step da seguire per determinare la necessità o meno di effettuare la relazione di riferimento. Ove appaia che le sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate nell’installazione non possono causare una contaminazione del suolo o delle acque sotterranee allora, non sarà necessaria l’elaborazione di una relazione. Ciò significa che tutti saranno tenuti ad adempiere almeno alle prime tre fasi della procedura. Anche il D. Lgs. 46/2014 prevede uno o più decreti ministeriali per stabilire le modalità di redazione della Relazione di Riferimento e per individuare le sostanze di interesse.

Per quanto riguarda BAT e BREF, i BREF restano i documenti di riferimento per le BAT. Nei BREF vengono anche individuati i livelli di emissione associati alle BAT (BATAEL) espressi come range di valori che riflettono le prestazioni che possono generalmente essere raggiunte con l’applicazione delle BAT. E’ stato introdotto il concetto di “BAT Conclusions”: documento che raccoglie le conclusioni dello scambio di informazioni sulle BAT, la loro descrizione, i relativi BATAEL, il monitoraggio, i livelli di consumo e, dove appropriato, le misure di bonifica del suolo. La Commissione europea adotta i BREF e le BAT Conclusions a seguito del parere dell’Information Exchange Forum (in cui partecipano gli stati membri).

Le BAT Conclusions sono tradotte in tutte le lingue ufficiali della UE e pubblicate in Gazzetta Ufficiale UE tramite Decisioni della Commissione europea. Si tratta di documenti vincolanti per le imprese cui si rivolgono. Ad oggi sono state approvate BAT Conclusions per vetro, ferro e acciaio, cemento e calce, concia.

L’Autorità competente fissa i valori limiti alle emissioni garantendo che, in condizioni normali di esercizio, le emissioni non superino i valori di emissione associati alla BAT indicati nelle decisioni sulle BAT Conclusions.

I valori limite di emissione vengono quindi stabiliti dall’Autorità Competente:

fissando valori limite di emissione che non superano i livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili, adottando le stesse condizioni di riferimento e tempi non maggiori di quelli dei BATAEL,

oppure

fissando limiti alle emissione differenti per valore, periodo di tempo o condizioni. In tal caso l’Autorità competente deve comunque verificare annualmente sulla base degli esiti del monitoraggio, che le emissioni non abbiano superato i valori associati alle BAT.

L’AC può comunque fissare valori limite di emissione più rigorosi, ad esempio se richiesto dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicata l’installazione.

L’Autorizzazione dovrà anche contenere disposizioni per la

ambiente

11

manutenzione e la verifica periodica delle misure adottate per prevenire le emissioni nel suolo e nelle acque sotterranee, nonché disposizioni relative al controllo periodico del suolo e delle acque sotterranee in relazione alle sostanze pericolose che possono essere presenti nel sito.

Vengono mantenute possibili deroghe per fissare valori limite di emissione meno severi. Tuttavia la flessibilità degli Stati Membri in tal senso è stata notevolmente ridimensionata dalla Direttiva potendosi applicare deroghe solo se una valutazione dimostri che il raggiungimento dei valori di emissione associati alle BAT porterebbero a costi sproporzionati rispetto ai benefici ambientali, in ragione della localizzazione geografica, delle condizioni ambientali locali dell’installazione e delle caratteristiche tecniche dell’installazione.

L’Autorità competente deve documentare in un allegato all’autorizzazione le ragioni dell’applicazione della deroga, includendo i risultati della valutazione e la giustificazione delle prescrizioni imposte e deve relazionare alla Commissione sull’applicazione delle stesse.

Il decreto di recepimento supera il concetto di rinnovo fino a oggi previsto rimandando ad un riesame obbligatorio dell’AIA nei seguenti casi:

entro 4 anni dalla pubblicazione delle BAT Conclusions (previsto dalla Direttiva),

oppure

trascorsi 10 anni dal primo rilascio dell’AIA o dall’ultimo rinnovo/riesame effettuato (12 anni per gli impianti certificati ISO 14001 e 16 anni per impianti registrati EMAS).

Sia la Direttiva che il decreto di recepimento prevedono che entro 4 anni dalla pubblicazione delle BAT Conclusions le autorizzazioni dovranno non solo essere riesaminate ma, se necessario, anche aggiornate, con particolare riferimento ad eventuali nuovi BATAEL, cui gli impianti dovranno adeguarsi negli stessi termini.

E’ previsto un regime transitorio: tutti i gestori delle installazioni esistenti che appartengono alle nuove attività comprese nel campo di applicazione della nuova disciplina (Allegato VIII alla Parte II del D. Lgs. 152/06) dovranno presentare istanza per il primo rilascio dell’AIA entro il 7 settembre 2014 e l’AC dovrà rilasciare l’autorizzazione entro il 7 luglio 2015.

Tutti i procedimenti in itinere (rilascio, rinnovo o riesame), potranno essere conclusi secondo le norme previgenti entro 75 giorni dall’entrata in vigore delle nuove disposizioni (25 giugno).

speciale aua

12

Regione Lombardia integra e modifica le linee di indirizzo in materia Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.)La Regione Lombardia ha integrato e modificato le linee di indirizzo in materia di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) già emanate attraverso la circolare regionale 5 agosto 2013, n. 19.

In particolare la nuova Delibera regionale stabilisce che:

- nel caso in cui un impianto sia soggetto sia a comunicazione, sia a titolo abilitativo di carattere autorizzatorio, il Gestore è obbligato a presentare istanza di A.U.A. anche alla scadenza della comunicazione;

- è facoltà del Gestore presentare autonoma istanza di adesione all’autorizzazione generale ex articolo 272, comma 2 del D.Lgs 152/2006 e s.m.i. anche nel caso in cui l’attività sia soggetta a titolo abilitativo di carattere autorizzatorio;

sono esclusi dall’A.U.A.:

§ gli impianti di trattamento di acque reflue urbane

§ gli impianti connessi ad interventi di bonifica o messa in sicurezza di emergenza.

Il provvedimento, inoltre, impegna Regione Lombardia a emanare:

- un modello unico per la presentazione delle istanze di AUA;

- le specifiche tecniche di interoperabilità tra i sistemi informativi degli enti coinvolti.

Lombardia, impianti acque reflue esclusi da AuaGli impianti di trattamento di acque reflue urbane sono esclusi dall’autorizzazione unica ambientale (Aua). Lo precisa la Regione Lombardia nella Dgr 16 maggio 2014, n. X/1840 con nuove indicazioni operative sull’applicazione del Dpr 59/2013.

Dopo le prime indicazioni operative fornite con la circolare 5 agosto 2013, n. 19, la Lombardia con la delibera in parola, vigente dal 20 maggio 2014, approva nuovi indirizzi per la compiuta applicazione in Regione della disciplina nazionale ex Dpr 59/2013 sull’Aua, fornendo alcune importanti precisazioni. Gli impianti di trattamento acque reflue sono esclusi dall’Aua perché destinati allo svolgimento di attività di pubblico servizio gestite direttamente da enti pubblici o dati in concessione da questi.

Vengono inoltre esclusi dall’Aua gli impianti connessi ad interventi di bonifica o messa in sicurezza di emergenza, poiché afferenti a specifica normativa settoriale e caratterizzati da un esercizio limitato alla durata dell’intervento di bonifica/messa in sicurezza. Infine è precisato che nel caso in cui un impianto sia soggetto sia a comunicazione sia ad un titolo autorizzatorio, il Gestore è obbligato a presentare istanza di Aua anche alla scadenza della comunicazione. La Regione entro un mese approverà la modulistica regionale che sostituirà quella nazionale attualmente utilizzata.

Lombardia, approvato il modello unico per l’Aua dal 30 giugno 2014La Regione Lombardia ha approvato con decreto 25 giugno 2014, n. 5512 la modulistica per l’autorizzazione unica ambientale da presentare in Regione. I modelli sono disponibili on line sul sito della Regione dal 30 giugno 2014.

Ai sensi del Dpr 59/2013 sull’autorizzazione unica ambientale e delle disposizioni regionali di cui alla Dgr n. 1840/2014 il competente Assessorato regionale lombardo ha varato la modulistica da utilizzare per le istanze di Aua: una scheda generale che riporta i dati del gestore, della società e dell’impianto oggetto dell’istanza; le 7 schede

settoriali con le informazioni tecniche relative ai 7 titoli ambientali sostituiti dall’Aua; i relativi modelli da utilizzare come fac-simile degli allegati previsti dalle schede. I moduli sono disponibili dal 30 giugno 2014 sulla piattaforma “Muta” (modello unico trasmissione atti) della Regione Lombardia.

Parallelamente la Regione ha anche approvato (decreto 25 giugno 2014, n. 5513) le specifiche tecniche con cui la Regione “dialogherà” con i Suap, tenuti a trasmettere, in modalità web service al Registro regionale Aua, le autorizzazioni presentate e quelle rilasciate, per consentire il monitoraggio regionale previsto dal Dpr 59/2014. Dopo un rodaggio il sistema sarà obbligatorio dal 1° novembre 2014.

speciale sistri

13

Sistri, pubblicato il Decreto semplificazioniEntra in vigore il 1° maggio 2014 il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 24 aprile 2014, che trasforma da obbligatorio a facoltativo l’utilizzo del Sistri da parte di alcuni piccoli produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi.

Il Dm 24 aprile 2014, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 30 aprile e in vigore dal giorno successivo, rende opzionale l’uso del nuovo sistema di tracciamento telematico per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi con non più di 10 dipendenti ed operanti nel settore industriale, artigianale, commerciale, agroindustriale, sanitario e dei servizi.

L’articolo 2 del provvedimento, in attuazione di quanto stabilito dal Dlgs 152/2006, detta le modalità di applicazione a regime del Sistri al trasporto intermodale.

Per quanto riguarda il pagamento del contributo di iscrizione al sistema per il 2014, il provvedimento fissa il termine ultimo per il versamento al prossimo 30 giugno.

Sistri, scatta l’upgrade informaticoAggiornata l’applicazione Movimentazione del Sistri con l’ingresso di due nuove funzioni semplificate, quella di “memorizzazione del Pin per la firma dei documenti” e quella di “precompilazione di schede in bianco per la microraccolta”.

La notizia è stata pubblicata sul portale ufficiale del nuovo sistema di controllo informatico dei rifiuti il 9 maggio 2014, a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore del Dm 24 aprile 2014, nuovo decreto “Sistri” che ha rimodulato il novero dei soggetti obbligati ad aderire al sistema di controllo informatico dei rifiuti e dettato le regole per l’applicazione dello stesso al trasporto intermodale di rifiuti.

Sempre sul portale Sistri sono state inoltre pubblicate anche le nuove guide rapide aggiornate per produttori, trasportatori, recuperatori-smaltitori, intermediari e Regione Campania (e nel “caso d’uso: microraccolta”). Il 12 maggio, infine, è stato predisposto il nuovo Metodo per scaricare le registrazioni cronologiche in formato Pdf con codice a barre bidimensionale denominato “timbro digitale”.

Sistri, online le modalità semplificateCon un comunicato pubblicato sul portale Sistri il 16 maggio 2014, il MinAmbiente rende nota la semplificazione delle modalità di prima iscrizione al Sistri e delle altre procedure amministrative (modifica anagrafica, comunicazione di pagamento, ecc.).

La semplificazione arriva in attuazione dell’articolo 6 del Dm 24 aprile 2014, il quale prevede che a decorrere dal 15 maggio 2014 le procedure di iscrizione, modifica anagrafica, pagamento o risoluzione di criticità nell’ambito del Sistri, possano essere effettuate esclusivamente mediante le applicazioni disponibili sul portale dedicato (www.sistri.it).

Al fine di familiarizzare gli utenti con le due nuove sezioni dedicate, una per l’iscrizione e l’altra per l’assistenza tecnica, e con la nuova applicazione per le altre procedure amministrative, gli altri canali di contatto finora utilizzati nell’ambito del sistema rimarranno attivi fino al 31 maggio 2014.

Permane l’operatività del numero verde Sistri (800 003836) e degli indirizzi di posta elettronica ([email protected], [email protected] e [email protected]).

14

Ci siamo fatti in due per voi.

Formazione Ares.Da oggi anche a Lecco, nella nuova aula di corso Matteotti 5/h.

Fino a dicembre 10% di sconto sulla prima iscrizione.Per informazioni visita il sito www.studioares.net

15

i nostri corsi

settembre e ottobre 2014

I corsi di Bergamo si svolgeranno presso la sede di via Baertsch 4. I corsi di Lecco presso l’aula di Corso Matteotti, 5/h.Ricordiamo che vengono erogati corsi anche in modalità e-learning (FAD). Tutti i prezzi indicati si intendono IVA esclusa.

Per ulteriori informazioni e per i calendari completi di tutte le giornate visitate il nostro sito www.studioares.net.

CORSO DURATA INIZIO a BERGAMO INIZIO a LECCO COSTO

Datori di Lavoro - RSPP - rischio BASSO 16 ore 22 settembre 6 ottobre 440 €

Datori di Lavoro - RSPP - rischio MEDIO 32 ore 22 settembre 6 ottobre 750 €

Datori di Lavoro - RSPP - rischio ALTO 48 ore 22 settembre 6 ottobre 1.000 €

Addetti antincendio in attività a rischio BASSO 4 ore 16 ottobre 19 settembre 198 €

Addetti antincendio in attività a rischio MEDIO 8 ore 16 ottobre 19 settembre 330 €

Addetti al primo soccorso aziendaleGruppo A 16 ore 16 settembre 22 settembre 300 €

Addetti al primo soccorso aziendale - Gruppo B e C 12 ore 16 settembre 22 settembre 250 €

Aggiornamento addetti al Primo Soccorso aziendale Gruppo B e C 4 ore 19 settembre 26 settembre 110 €

Aggiornamento addetti al Primo Soccorso aziendale Gruppo A 6 ore 19 settembre 26 settembre 150 €

RSPP - Mod. A 28 ore 22 settembre 6 ottobre 550 €

RSPP - Mod. B - Macro-settore Ateco 3 60 ore 30 ottobre - 1.540 €

RSPP - Mod. B - Macro-settore Ateco 4 48 ore 30 ottobre - 1.100 €

RSPP - Mod. B - Macro-settore Ateco 5 68 ore 30 ottobre - 1.650 €

RSPP - Mod. B - Macro-settore Ateco 6 24 ore 30 ottobre - 550 €

RSPP - Mod. B - Macro-settore Ateco 7 60 ore 30 ottobre - 1.540 €

RSPP - Mod. C 24 ore 13 ottobre - 550 €

Aggiornamento RSPP: Corso di qualificazione per Formatori 24 ore - 31 ottobre 950 €

Aggiornamento RSPP: Il rischio chimico - Regolamento REACH 4 ore - 16 ottobre 110 €

Corso di AGGIORNAMENTO RSPP “Tossicodipendenza e alcol-dipendenza. Accertamenti sanitari di assenza di assunzione di sostanze stupefacenti e di alcoldipendenza: gli obblighi in vigore e le modalità di adempimento”

4 ore 20 ottobre - 110 €

16

i nostri corsi

I corsi di Bergamo si svolgeranno presso la sede di via Baertsch 4. I corsi di Lecco presso l’aula di Corso Matteotti, 5/h.Ricordiamo che vengono erogati corsi anche in modalità e-learning (FAD). Tutti i prezzi indicati si intendono IVA esclusa.

Per ulteriori informazioni e per i calendari completi di tutte le giornate visitate il nostro sito www.studioares.net.

CORSO DURATA INIZIO a BERGAMO INIZIO a LECCO COSTO

Corso di AGGIORNAMENTO RSPP “BBS - Sicurezza comportamentale: prevenire gli infortuni, aumentare la produttività”CORSO BASE

8 ore 30 settembre - 220 €

Corso di AGGIORNAMENTO RSPP “BBS - Sicurezza comportamentale: prevenire gli infortuni, aumentare la produttività”CORSO BASE

8 ore 2 ottobre - 220 €

Corso di AGGIORNAMENTO RSPP “Metodologie e sistemi di partecipazione dei lavoratori: strumenti concettuali ed operativi per favorire una maggiore partecipazione e coinvolgimento attivo dei lavoratori e dei responsabili al processo di costruzione della sicurezza in azienda”

8 ore 21 ottobre - 220 €

Corso di AGGIORNAMENTO RSPP “Il lavoro solitario e il lavoro notturno: aspetti di idoneità sanitaria, normative e valutazione del rischio”

4 ore 12 settembre - 110 €

Corso di AGGIORNAMENTO RSPP “La gestione dello stress lavoro-correlato: focalizzato sullo stress legato al tempo e lo stress relazionale. Dispositivi di ben-essere individuale ed organizzativo”

8 ore 23 settembre - 220 €

Corso di AGGIORNAMENTO RSPP “Procedure semplificate per l’adozione dei modelli di organizzazione e gestione (MOG) nelle piccole e medie imprese (PMI)”

4 ore 14 ottobre - 110 €

Corso per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza RLS 32 ore 15 settembre 8 ottobre 660 €

Corso di Aggiornamento per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza RLS 8 ore 10 ottobre 27 ottobre 280 €

Corso di Aggiornamento per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza RLS 4 ore 17 ottobre - 110 €

Corso per preposti 8 ore 8 settembre 15 settembre 240 €

Corso per dirigenti 16 ore 10 settembre 29 settembre 440 €

Corso di Formazione generale per Lavoratori 4 ore 18 settembre 8 settembre 120 €

Corso di Formazione Specifica per Lavoratoririschio BASSO 4 ore 25 settembre 12 settembre 120 €

Corso di Formazione Specifica per Lavoratoririschio MEDIO 8 ore 25 settembre 12 settembre 240 €

Addetto HACCP - ex libretto sanitario 4 ore 15 settembre - 50 €

Addetto HACCP - ex libretto sanitario 4 ore 27 ottobre - 50 €

La legislazione italiana in campo ambientale 4 ore 9 ottobre 110 €

settembre e ottobre 2014

Fra i primi in Italia a progettare e realizzare sistemi di gestione integrata, contribuiamo allo sviluppo sostenibile e al miglioramento delle condizioni di lavoro, supportando aziende ed enti pubblici nella gestione ed integrazione dei

sistemi qualità, ambiente e sicurezza sul lavoro. Il nostro approccio nasce dall’esperienza pluriennale di

professionisti del settore.Un risultato garantito dalla certificazione della nostra

società in accordo con la norma ISO 9001.

SEDE DI LECCOvia palestro 16 23900

tel. 0341 283999 fax:0341 272359 e-mail [email protected]

SEDE DI BERGAMOvia baertsch 4 24124 bergamo

tel. 035 363319e-mail [email protected]

www.studioares.net