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Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia · Anno XXXII n°12/2014 · Direzione e Redazione in CODROIPO (Ud) · Piazza Garibaldi, 65 Costo € 1,00 Copia Omaggio

Costo € 1,00 Copia OmaggioFARMACIA DI CAMINO dal 12 al 18 dicembre 2014 Guardia Farmaceutica – (0432 919004) FARMACIA DI SEDEGLIANO dal 26 al 31 dicembre 2014 Guardia farmaceutica

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Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia · Anno XXXII n°12/2014 · Direzione e Redazione in CODROIPO (Ud) · Piazza Garibaldi, 65

Costo € 1,00Copia Omaggio

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a CODROIPO in Via Roma, 55Tel. 0432.912030 · [email protected]

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3EDITORIALESOMMARIO

3 · EDITORIALE

4 · INFO: ORARI - TEL UFFICI PUBBLICI...

5 · BOLDRINI PRESIDENTESSA DELLA REPUBBLICA? MEDIO FRIULI. UN OSPITE STRAORDINARIO

6 · ASP ENTE MORO. CASTAGNATA I CENTO ANNI DI AURORA BORTOLUSSI

7 · L'ARTE INCONTRA LA SCUOLA. CONCORSO MOSTRA "GLI ALBERI INTORNO A NOI" INAUGURATA ROTONDA E PARCHEGGIO SCUOLE/PISCINA

8 · IL MOSTRO CANNIBALE DI MILWAUKEE PAOLO ZULIANI E LA SUA STELLA

9 · GUERRA AL TERRORE IL TAVAN

11 · L'UOMO DAL MAGLIONE SCURO CAMINO AFDS SI E' PARLATO DI OSTEOPOROSI

12 · PARLIAMO DI... ENTI LOCALI E BASSANINI LINCOLN E KENNEDY INCREDIBILI COINCIDENZE

13 · NEL MIRINO: IL DISSESTO IDROGEOLOGICO ATTIVITA' DEL CIRCOLO CULTURALE "LA TRIBUNA"

14 · IMU SALDO 2014

15 · UNA CASA VERDE

16 · CODROIPO: IO MI DIMETTO. MI DIMETTO ANCH'IO

17 · SPETTACOLO DEL PROGETTO "TEATRANDO" DELLA SCUOLA DI MUSICA SE UNA MOSCA

18 · CONCORSO SCOLASTICO 2014 "LA CULTURA DELLA PACE PER VINCERE LA GUERRA" BERTIOLO. MASTERCLASS DI DIREZIONE DI BANDA

19 · ALLARME AUTOTRASPORTATORI L'ILLEGALITA' DIVENTA LEGGE NELLE PIAZZE

21 · DI CHE NATALE SIAMO?

22 · STORIE CODROIPESI: IL PASTIFICIO QUADRUVIUM

24 · L'AEROPLANO DI CARTA

26 · TEMPO DI FORMAZIONE E BILANCI PER L'AFAC DI BERTIOLO LA PANNOCCHIA: PRESEPE

27 · INAUGURATO A VIRCO L'AMPLIAMENTO DELLA NUOVA SEDE DEGLI ALPINI LUCCIOLATA A SAN LORENZO A SOSTEGNO DELLA CASA VIA DI NATALE

28 · LA MEDIAZIONE FAMILIARE UN'EVOLUZIONE SOCIALE E CULTURALE

30 · FRIULDENT: BREVE STORIA DELL'ODONTOIATRIA...

PAGINA Circa alla metà degli anni '50 partirono i lavori per la realizzazione di Lignano Pineta. La chiamarono Pineta inquanto non pree-sistevano altro che dune, boscaglie e pini marittimi. Fu un susseguirsi febbrile di co-struzioni, opere pubbliche e private, nel pie-no rispetto del progetto urbanistico redatto dall'Arch. Marcello D'Olivo. Centinaia di im-prese, decine e decine di progettisti, migliaia di operai fecero il miracolo economico a ca-vallo tra gli anni 50 e 60 tanto che già nei pri-mi 60 Lignano Pineta era in buona sostanza quella di oggi. Ma chi pagò il conto di tutto questo? I compratori, appare ovvio. E chi erano costoro? Professionisti, commercian-ti, qualche artigiano e pochi altri. Poi, grazie ai benefici economici del boom, sarebbe ar-rivata la massa, ma soltanto più tardi.

Oggi sarebbe impossibile ripetere un'im-presa del genere inquanto il moderno e ra-pace fisco drena ogni tipo di risorsa, mentre al tempo era quasi inesistente e non c'era il concetto della ridistribuzione del reddito.La società civile era l'artefice diretta dello sviluppo della Nazione e si dimostrò molto più capace dello Stato.

Luglio 1965, una domenica fuori dalla Chiesa dopo messa grande, tre uomini si incamminano verso la piazza confabulando in attesa di rincasare per il pranzo. Dotati di “Cjamese blancje”e abito nero in panno che li aveva visti sposi molti anni prima e che secondo tradizione li avrebbe accompagnati all'ultima dimora. Improvvisamente spunta a bassa velocità una Fiat 600 (750) verdolina nuova di zecca ancora con la targa di car-tone E2. Il giovane alla guida saluta e uno degli uomini risponde al saluto.

- Ma isal to fi chel li? Dice uno del trio.- Sì al è gno fi Giuliano, il perît, chel che

al lavore li de Rex. Risponde il padre del giovane, gonfio d'orgoglio.

- E chel altri to fi Mario, il gjeometre, aial comprât la machine gnove ancje lui?

- No, parcè che Mario al lavore intun ufici public, invezit Giuliano al lavore intune fa-briche privade e al cjape tant di plui.

Oggi la canzoncina sarebbe racconta-ta a parti invertite. Non c'è salvezza al di

Ieri, oggi e domanifuori del ritorno sia ai fondamentali che allo spirito ottimistico degli anni 6o. A parità di mansione, le retribuzioni nei comparti pro-duttivi dovrebbero essere almeno del 30% superiori a quelle dei comparti cosiddetti parassitari, come era una volta. Abbiamo criminalizzato per anni imprese e profitti e creato una società clientelare. Oggi ci stia-mo leccando le ferite.

Il Comune di Udine nei primi ani 70 ema-nò un bando per il reclutamento di 6 vigili urbani. Si presentarono in 9, ne assunsero solo 3 scartando gli altri per mancanza di requisiti minimi. Vi immaginate cosa suc-cederebbe oggi? Arriverebbero a migliaia, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta col miraggio del posto pubblico. C'è qualcosa che non va in questa società.

Bruno Del Pozzo

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In caso di incidente di qualsiasi genere, lo stato d’animo di chi ne è vittima è particolar-mente vulnerabile. Ed è proprio in quel mo-mento che si ha bisogno di avere a fianco qualcuno di cui ci si può fidare e che si muo-va nei meandri della burocrazia con grande esperienza e professionalità. Doti, queste, che il BARALDI GROUP se le è create in 35 anni di attività nel settore dell’infortunistica a 366 gradi. Il gruppo, nato nel 1978 dall’intui-zione dell’ ing. Pietro Baraldi, 62 anni consu-lente del Tribunale di Venezia, e del fratello dott. Cesare Baraldi, 51 anni iscritto ISVAP ruolo nazionale dei periti assicurativi N. 6308, ha da poco festeggiato l’inaugurazione della nuova sede di Ponzano Veneto, in provincia di Treviso, che si va ad aggiungere alle altre 10 situate a Cornuda, sempre in provincia di Tre-viso, Fossò, Spinea e Sottomarina, nell’area del veneziano, Piove di Sacco e Roncaglia di

Ponte San Nicolò nella provincia di Padova, Codroipo, in provincia di Udine, Villafranca, in provincia di Verona, per arrivare a Mon-telepre, in provincia di Palermo, e Raffadali, in provincia di Agrigento. Dal 1978 la Baraldi Group Italia S.r.l. opera nel settore dell’infortu-nistica stradale, della malasanità, degli infortu-ni sul lavoro e danni da eventi calamitosi.

Baraldi Group Italia s.r.l. anticipa le spese mediche e non chiede ai clienti onorari per la gestione dei danni riportati dal veicolo. Garan-tisce inoltre consulenze stradali, assicurative, tecniche e perizie in tutti i rami. Perché non non esistono “danni giusti” spiega Cesare Ba-raldi - partendo da questo semplice principio abbiamo deciso di dare vita ad un’associa-zione che si ponesse come obiettivo quello di tutelare i diritti di tutte le persone che hanno subìto danni garantendo loro, al contempo, un equo risarcimento. Rigraziamo tutti i clienti che in questi anni ci hanno dato fiducia, sono ritornati e, visto che sono usciti dalla nostra porta soddisfatti, ci portano altri clienti”.

In 35 anni di attività il Baraldi Group ha difeso migliaia di danneggiati, molte le te-stimonianze che si possono leggere nel sito www.Infortunisticabaraldi.it

Il motto: “ASSICURARSI E’ UN DOVERE ESSERE TUTELATI E’ UN DIRITTO”

Tantissimi Auguri di BUONE FESTE

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4 DICEMBRE 2014

Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia

Direzione: 33033 CODROIPO (UD)

Recapito: Piazza Garibaldi, 6533033 Codroipo (UD)

Sede Legale: Piazza Garibaldi, 6533033 Codroipo (UD)

Direttore Responsabile: Elena del Giudice

Editore: Graphica s.c.a.r.l.Aut. Tribunale di Udine N°19/1983

Redazione:Del Pozzo BrunoPetri Angelo

Grafica ed impaginazione:FORTE & CHIARO pubblicità e immagineStampa: La Tipografica

Per la pubblicità telefonare a:FORTE & CHIAROSonia Galeotto 340.5004319Isabella Basso 339.8443812

Inviare materiale pubblicitario a:[email protected]

Copertina: Presepedi Loris Bernardis

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5www.ilpaesecodroipo.it

Con piazza Garibaldi sorvegliata come non mai, forze dell’ordine e mezzi dispie-gati, venerdì 28 novembre è giunto il vice presidente del senato italiano, Maurizio Gasparri. A memoria d’uomo dovrebbe es-sere la prima volta in assoluto che una così alta carica dello stato viene a Codroipo.

L’invito gli fu rivolto da Fabio Marchetti e tutti gli altri sindaci del Medio Friuli, per avere risposte certe sul tema della sicurez-za. I furti, le ondate di malviventi che fanno razzia nelle nostre case, preoccupa tutti e ha portato a richiedere risposte concrete direttamente al vicepresidente del senato.

Giunto direttamente dalla capitale, si è intrattenuto con i primi cittadini, o loro dele-gati, di tutti i comuni del territorio, sebbene qualcuno si arrivato con forte ritardo.

Intervistato, Gasparri ha dichiarato di conoscere la situazione nella nostra zona, dove si sente maggiormente lo scandalo proprio perché molto rispettosi delle leggi, con un tenore di vita superiore alla mag-gioranza delle popolazioni, anche del resto d’Italia. Ha accolto l’invito dei sindaci che lamentano, più che la carenza degli orga-nici, la schizofrenia legislativa. I furti che qui si stanno manifestando con percentuali inedite per la zona, mettono in luce le ca-

renze legislative, solo temporaneamente colmate da decreti che poi sono resi inutili da altre determinazioni, basti pensare agli svuota-carceri. Inutile incrementare gli or-ganici delle forze dell’ordine, se poi le nor-me sono inadeguate. Il lavoro viene annul-lato costantemente da norme inadeguate.

Per quanto concerne l’immigrazione clandestina è il risultato di un messaggio distorto, anche non profughi arrivano gra-zie a politiche lassiste, non solo provenienti da Paesi oppressi, dove un cattolico rischia la vita solo per professare la sua religione, ma anche dall’est giungono e rimangono persone indesiderate anche nel Paese d’origine.

Gasparri si è detto propenso alla reintro-duzione del reato d’immigrazione clande-stina e si debba dare un messaggio chiaro che l’Italia già ha fatto molto e quindi anche le azioni del governo dovrebbero andare in quella direzione, mentre in realtà si pensa di istituire le social card anche per immi-grati, assistenzialismo e garanzie, quando non riusciamo a tutelare gli italiani e la loro sicurezza.

La giornata del vicepresidente del sena-to è proseguita oltre il tagliamento, a Viva-ro nonostante l’impraticabilità del guado sul tagliamento, Spilimbergo e altre località della provincia di Pordenone.

Marco Mascioli

Boldrini Presidentessa

dellaRepubblica?

Se è lei, pronti a espatriare.«Il Paese è pronto per avere un presiden-

te della Repubblica donna. In Italia ci sono donne autorevoli, che hanno delle storie si-gnificative, ed è giusto che possano essere considerate». Un’autocandidatura urlata. Laura Boldrini è un’ipotesi possibile, tra le altre, nell’inseguirsi del toto-Quirinale. La poltrona di Napolitano fa gola e, soprattut-to, pesa. Re Giorgio lo ha insegnato oltre ogni limite. Lei d’altra parte alla Camera è stata eletta così, in vista di un possibi-le dialogo con il Movimento 5 Stelle. Oggi Renzi bluffa ammiccando ai grillini, il gioco delle tre carte dovesse trasformarsi in real-tà politica, la Signora bempensante e otto-centesca rischierebbe veramente l’ascesa. Difficile, fortunatamente. Non impossibile, ahìnoi. Allora devi mettertici qualche istan-te a pensarci e focalizzi che probabilmente, tolti un paio di improbabili (che sarebbero tali anche in fila al supermercato), la Pre-sidente sarebbe davvero il peggio. Pare di orecchiarli i discorsi alla nazione, le insala-te di politicamente corretto offensive rispet-to a chiunque abbia un briciolo di senso e capacità d’analisi.

E il bavaglio ideologico sbandierato e mi-nacciato apertamente, ché l’Islam non è il male mai e bisogna costruire moschee a cascata. E le olgettine non hanno diritto di esistere in nome del contorcimento para-femminista. La leggi l’arroganza e quel vol-to segnato dalla dura saccenza. Lei che ha delle strane amnesie su Matteotti, e nega la realtà di diversità culturali che implicano una diverso approccio alla vita, lei che fa male tutto da sola.

Ed lì da toccare il panico di sbagliare, il cronista che in conferenza stampa inciam-pa in un «Prensidente», senza quel «la» davanti. E il putiferio è servito. Lei, allergi-ca al dibattito, così incrollabilmente certa di avere ragione. Peggio di buona parte della sinistra nostrana, più a sinistra, più totalita-ria. Una che non riconosce l’altro, il diver-so, in quanto cittadino pari e degno.

No, Laura Boldrini al Quirinale è troppo. Dovesse accadere noi espatriamo. Orga-nizziamo carovane per chi volesse seguir-ci. No, Laura Boldrini no. Federica Dato

Medio Friuli.Un ospite straordinario

augura aa tutti i lettoriBUONE FESTE

augura aa tutti i lettoriBUONE FESTE

Foto MMMI

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6 DICEMBRE 2014

i 100 ANNi di AURORA

BORTOLUSSIAl Centro Diurno dell’ASP D. Moro di

Codroipo, la signora Bortolussi Aurora ha festeggiato un traguardo davvero eccezio-nale: i Suoi cento anni di vita.

Circondata dall’affetto dei suoi familiari, i figli Luciano, Vilma, Renzo e la nuora Lucia-na, degli ospiti del Centro, degli immancabili volontari “Amici di Sior Lello”, Aurora ha sim-bolicamente soffiato le sue 100 candeline.

Alla festa erano presenti per l’Azienda il Presidente Thierry Snaidero, il Direttore Ge-nerale Valentina Battiston e la Dirigente Co-ordinatrice Sociale Gregoris Federica. Non è voluto mancare all’appuntamento il Sin-daco di Codroipo Fabio Marchetti accompa-gnato dal Capo Gruppo Bruno Di Natale.

Il Primo Cittadino e il presidente dell’Asp hanno offerto alla signora dei graditissimi omaggi floreali.

I festeggiamenti si sono aperti con una sorpresa organizzata da tutti gli operatori del Centro Diurno: la proiezione di un video che ripercorreva le tappe principali della sto-ria di Aurora. Un po’ come sfogliare a ritroso le pagine di un album fotografico: dalla foto delle nozze, ed era l’anno 1940, fino alle foto più recenti scattate in compagnia degli altri ospiti del Centro Diurno durante le tante attività alle quali non manca mai.

Aurora è sempre vissuta a Codroipo in via Molini (attualmente accudita da sua figlia Vilma a Gradisca di Sedegliano), nei suoi racconti emergono la grande fede, il corag-gio, l’umiltà di una donna, rimasta orfana della madre in tenera età, che ha sempre lavorato e ancora oggi ci racconta del duro lavoro al mulino al fianco di suo marito.

Da tutti noi, ancora tantissimi auguri. ASP D. Moro

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MOROCastagnata

Una domenica d’ottobre abbiamo festeg-giato con la “Castagnata” in Casa di Riposo a Codroipo e il programma della festa ha coin-volto i Volontari e i parenti che hanno parteci-pato numerosi all’evento. I volontari del grup-po di “Sior Lello” hanno preparato le castagne.

Alle 15 i saluti da parte del Presidente agli ospiti, i volontari e gli artisti intervenuti per al-lietare il pomeriggio. La proposta prevedeva l’intervento della compagnia teatrale locale “Agunl di Spere”, che ha presentato all’atten-ta platea una pièce teatrale dal titolo “Come c’ha fasin i fruts” e del gruppo folkloristico “Gioia” di San Vito al Tagliamento ha esegui-to brani di villotte friulane, accompagnato da balli, coinvolgendo tutti i presenti nelle tipiche danze friulane. Al termine delle due esibizioni si è fatto un brindisi con ribolla e castagne calde e si sono ringraziati i 2 gruppi con un omaggio realizzato dagli Ospiti in collabora-zione con il servizio di animazione. Presente anche l’assessore del Comune di Codroipo Flavio Bertolini ed è passato per un saluto il Sindaco del capoluogo del Medio Friuli Fabio Marchetti, che ha apprezzato le tante iniziati-ve dell’Asp in favore degli ospiti. Il Presiden-te dell’Asp Thierry Snaidero ha ringraziato quanti hanno collaborato all’iniziativa e nello stesso tempo si è dimostrato interessato a ri-proporre altri eventi con la compagnia teatra-le e il gruppo folkloristico, anche in futuro. La presidente della compagnia teatrale Agnul di Spere Daniela Bressanutti, ha dal canto suo apprezzato l’invito e la sentita partecipazione garantendo volentieri ulteriori impegni. Un bell’esempio di partecipazione e collabora-zione per diversificare simpaticamente le giornate dei nostri anziani, mai dimenticati ospiti della casa di riposo Daniele Moro.

ASP D. Moro

Foto MMMI

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7www.ilpaesecodroipo.it

L’aspetto più rilevante è sicuramente la soluzione all’annoso problema dei mezzi pubblici che ora potranno lasciare e ritirare gli scolari, senza impegnare le arterie princi-pali e senza rischi, con otto parcheggi riser-vati agli scuolabus, oltre a tutti i posti gratuiti e senza disco orario, per le vetture.

In realtà è stata completata solo di una parte del progetto, realizzata in anticipo ri-spetto alla scadenza prevista.

Infatti il progetto prevede ulteriori lavori che, grazie ai fondi stanziati dalla provincia e una parte messi a disposizione dal comu-ne, ammonteranno complessivamente a ol-tre ottocentomila euro.

Uno dei punti fermi per l’amministrazione, nel realizzare tutte le varianti urbanistiche, era di rispettare il più possibile il verde e ci sono riusciti mantenendo un polmone con aiuole e alberi ad alto fusto, sia al centro del parcheggio, sia ai bordi.

Alex Carrasco

Dopo 40’anni, modificato il parcheggio e la viabilità di Viale Europa Unita a Codroi-po. Alla presenza dell’assessore provincia-le Beppino Govetto, dei responsabili delle aziende edili che hanno curato la realizza-zione, degli assessori comunali Claudio To-mada e Giancarlo Bianchini, il sindaco di Codroipo Fabio Marchetti ha inaugurato la rotonda e il nuovo parcheggio in prossimità della piscina comunale ed equidistante dalle scuole di ogni ordine e grado, compresa la scuola primaria di secondo grado che pre-sto sarà ultimata.

Si tratta di una fermata dell’autobus con pensilina, una rotatoria per fare manovra, un ampio parcheggio per auto e furgoni, che prosegue fino quasi a via Friuli.

Questo andrà ad aumentare i posti auto disponibili a servizio delle scuole, della pi-scina, delle palestre e anche del centro città, dato che attraverso una strada pedonale e ciclabile, si possono raggiungere in un paio di minuti, sia Via 4 novembre, sia Via Roma.

11 Gennaio

di Hillari Zoratto

L’ARTEINCONTRA LA SCUOLAConcorso -

Mostra“GLI ALBERI

INTORNOA NOI”

Il Circolo Culturale Artistico Quadri-vium, con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo, l’Amministrazione Comunale e la Parrocchia della Città di Codroipo, ha organizzato un Concorso per gli alunni della Scuola Primaria con il titolo: “Gli Alberi Intor-no a Noi”. Il Progetto è stato presentato alle classi che hanno aderito ed è stato accolto con entusiasmo. Gli alunni produrranno un loro elaborato che verrà esposto nella sala dell’Oratorio della Parrocchia di Codroipo dal 19 dicembre 2014, al 6 gennaio 2015.

Venerdì, 19 dicembre 2014, alle ore 18.00, verrà inaugurata la Mostra alla pre-senza delle Autorità locali. Tutti i lavori ver-ranno esposti. Sarà interessante e piacevole, visitare la mostra e vedere come i bambini hanno interpretato, in modo autonomo, ciò che hanno visto con i loro occhi e con quel-li della fantasia, usando diverse tecniche pittoriche. Una giuria premierà tre elaborati seguendo criteri di originalità, espressività e resa tecnica, le premiazioni verranno effet-tuate il giorno dell’inaugurazione. La Mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 6 gennaio con il seguente calendario: venerdì 19: ore 18.00 - sabato 20/27/3: ore 16.00-18.00 - domenica 21/28/4: ore 10.00-12.30 - mar-tedì 6: ore 10.00-12.30. Il Circolo, sensibile alla crescita culturale-artistica del territorio, è stato molto felice di poter avvicinare i ragazzi al mondo dell’arte e desidera ringraziare gli insegnanti, con cui ha collaborato, per la to-tale disponibilità dimostrata.

“NEL DISEGNO DI UN BAMBINO C’E’ UN PO’ DELLA SUA ANIMA”

Eduard Claparéde (1873-1940)

INAUGURATAROTONDA e PARCHEGGIO

SCUOLE / PISCINA

Foto MMMI

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COTTE PRONTEDA GUSTARE

PrimiCrespelle con mele e noci € 11,90 al kg.Cannelloni con carciofi e guanciale affumicato € 11,90 al kg.Pasticcio con radicchio, speck e scamorza € 11,90 kg.Lasagne alla bolognese € 10,90 al kg.

SecondiRollè di vitello con prosciutto crudo € 28,00 al kg.Cosce di faraona con frutta secca € 19,90 al kg.Tacchinella arrotoloata alle noci € 28,00 al kg.Gemme di maiale con crema alle castagne € 21,90 al kg.Cervo in salmì € 29,00 al kg.

ContorniSpinaci saltati al burro € 8,90 al kg.Radicchio rosso al forno € 15,90 al kg.Patate al forno € 8,00 al kg.Funghi misti trifolati € 12,00 al kg.

Menù NataleDa Cucinare

Rollè di cappone forciti Arrotolati di vitello al prosciutto crudo Tasche di vitello farcite Faraone ripiene ai funghi

Rollini di coniglio ripieniPetto d’anatra agli agrumiTacchinella disossata e farcitaArista farcitaCosce d’anatra speck e aranciaCosce di conigliopancetta e rosmarinoMedaglioni di vitello al pepe rosaBolliti misti e mostardeLingue salmistrateSalumi pregiatiCestini natalizi

Per prenotazioni: Macelleria Zucchiati Rudy P.zza Garibaldi, 110 CodroipoENTRO SABATO 20 DICEMBRE

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8 DICEMBRE 2014

In generale, la maggior parte degli animali da compagnia ha difficoltà con i fuochi artificiali. Gli animali hanno sen-si acuti, per loro ogni bagliore e botto può essere inaspettato ed inquietante.

Assicurati che il microchip e meda-glietta siano aggiornati.

Chiedi al tuo veterinario come aiu-tare il tuo animale, ti potrà consigliare su come preparargli un posto sicuro dove rifugiarsi, l'utilizzo degli odori "familiari" e giochi, pianificare le usci-te, ridurre i rischi di fuga...

Il disagio degli animali con i fuochi articiali

uomini; per lo più afro americani, la cui età media era di 23 anni, che Jeffrey selezionava ai margini della società. Il suo modus operan-di consisteva nell’adescarli, portarli nella can-tina della casa dove viveva, stordirli con alcol e droghe, strangolarli, compiere atti sessuali post mortem, smembrare i cadaveri, dissol-verli nei barili pieni di acido, mummificare i genitali e le teste. In alcuni casi mangiò le loro carni, in altri, mentre le povere vittime erano ancora vive, iniettava nei loro cervelli dell’aci-do muriatico per “trasformarli in schiavi” da “violentare più volte e tenere per sé”. Questi folli esperimenti garantivano un’aspettativa di vita che non superava le 24 ore.

Nel 1991, quando fu arrestato nella sua “tana”, gli agenti trovarono 83 foto di corpi semi straziati, genitali e teschi mummificati, una testa e parti del corpo conservati nel fri-gorifero.

Fu dichiarato sano di mente e condannato a 15 ergastoli consecutivi. Durante la deten-zione colui che fuori dalle mura era un pre-datore, all’interno si trasformò in una preda ambita. Morì il 28 novembre 1994, per mano di un detenuto schizofrenico che lo colpì alla testa con un corpo contundente.

Se immaginate che questo serial killer fos-se brutto e rozzo vi sbagliate; fate una ricerca su internet e giudicate con i vostri occhi.

Franco Altan - Scrittore, criminalista

IL MOSTRO CANNIBALE diMILWAUKEE

Jeffrey Lionel Dahmer, nacque nella contea di Milwaukee, negli Stati Uniti, il 21 maggio 1960. Era figlio di un chimico e trascorse la prima infanzia in un clima familiare tranquillo. All’età di 6 anni iniziò a manifestare un caratte-re chiuso, apatico e a raccogliere animali morti che seppelliva dietro casa. Nel 1967 nacque suo fratello David. A otto anni Jeffrey venne molestato sessualmente da un vicino di casa. Nel 1970 sua madre fu ricoverata in ospedale per una profonda depressione. Il matrimonio

dei suoi genitori entrò in crisi e nel 1977, a se-guito di continui e feroci litigi, divorziarono.

Jeffrey viveva nella solitudine, non aveva amici, ma a scuola divertiva i compagni con uno spiccato senso dell’umorismo. Fu pro-prio in quel periodo che sviluppò una forte ossessione perversa per gli animali morti che sventrava, decapitava e inchiodava sui tron-chi degli alberi impalandone le teste. Durante l’adolescenza scoprì di essere omosessuale e le sue fantasie erotiche si arricchirono di violenza e scene macabre. Erano gli anni del liceo, iniziò a bere per scacciare questa per-versione, ma finì per diventare un alcolizzato. Nel 1978, dopo aver conseguito il diploma di scuola media superiore, rimorchiò e si portò a casa Steven Hicks, un autostoppista di 19 anni. Al termine del rapporto sessuale, il gio-vane si rivestì per andarsene. Jeffrey prese male quella decisione, gli sfondò il cranio, gli smembrò il corpo, imbustò i pezzi in sacchi per la spazzatura e seppellì tutto nel bosco retrostante.

Jeffrey si iscrisse all’università, ma abban-donò gli studi perché era sempre ubriaco. Durante il servizio militare seguì dei corsi di medicina e approfondì le sue conoscenze sull’anatomia umana. Rimase nell’esercito per quasi due anni, poi venne congedato a causa dell’alcol.

Nei 13 anni in cui questo serial killer ne-cromane-necrofilo è stato attivo, ha ucciso 17

Leggere sembra sempre più elitario. Ep-pure per me la letteratura rientra pur sempre nella categoria dei mezzi di comunicazione di massa. Uno strumento con cui comuni-care a tante persone. Lasciatemi sognare.

Voglio raccontarvi dell’ultimo libro letto: Io e Stella, di Paolo Zuliani. I presupposti erano assolutamente sbagliati. Mi fu pre-sentato con puntualizzazioni da bugiardi-no farmaceutico: va bene per alcune cose ma attenzione alle controindicazioni. Si tratta pur sempre di un testo generato da un evento drammatico! Forse per gustare appieno un racconto come quello di Paolo, sarebbe auspicabile non sapere nulla. Di conseguenza io stesso, con queste righe, non voglio influenzare nessuno, dirò quin-di solo delle mie sensazioni conseguenti alla lettura. Non trovo giusto fare fronte a un romanzo con precauzioni, non si corre nessun rischio, di là dall’empatia, riuscendo a vivere sulla propria pelle le emozioni tra-smesse tramite il testo. Essendo solito dire quello che penso, senza pensare a quello che dico, posso dirti che il libro comincia a pagina 13 (inizia da lì) e finisce a pagina 461 con alcune poesie. Vedrai che sarà ve-loce, non facile lasciarlo in sospeso. Vorrai proseguire, soprattutto all’inizio, per sapere

come procede. Si tratta di una netta viola-zione della privacy. Non t’immedesimi, non ti senti partecipe, bensì ti sale la curiosità di farti i fatti loro (di Paolo e Stella). Il libro è tutto questo: una storia vera, contempo-ranea, con tutti i presupposti per trovare presto un seguito, la descrizione dei giorni successivi alla pubblicazione. Perché Pao-lo non scrisse una storia, ma riportò con la tastiera le sensazioni, le emozioni e i pen-sieri, non appena vissuti e così continua a fare. Noi, curiosi più dei gatti, siamo portati a divorare le pagine del libro, anche se in alcuni momenti la trasmissione delle emo-zioni lascia passare situazioni lacrimevoli, ma la vita, quella vera, è fatta di alti e bas-si per tutti. Pensieri che viaggiano in ogni direzione. Mantenendo un certo distacco dalla storia, restando sempre coscienti che l’avventura è vissuta da altri protagonisti, ci consente spesso di apprezzare le cose che abbiamo, la nostra fortuna. Un uomo è ciò che legge. Ricevetti un messaggio su un foglietto strappato da un’agenda. Sul foglio c’era stampata quella frase che, per quanto sciocca, mi fece riflettere a fondo. Io & Stel-la è un romanzo, un racconto, una vita vera, come vera la persona che lo legge?

Alex Carrasco

Paolo Zulianie la sua Stella

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9

Lo ha detto anche Papa Francesco, è inu-tile nascondercelo, siamo arrivati alla terza guerra mondiale, ma come tutte le guerre mondiali, ogni volta, vengono combattute in modo diverso. Cambiano le motivazioni, cambiano le tecnologie, cambiano le situa-zioni, cambiano le strategie. La prima è stata soprattutto di trincea, la seconda è stata risol-ta con il contributo determinante dell’aviazio-ne, la terza, invece, si presenta in modo ano-malo. Non più grandi eserciti, non più grandi schieramenti di forza, ma situazioni belliche di area, limitate nell’estensione, però con nu-merosissimi focolai pronti ad incendiarsi in qualsiasi momento.

E’ la guerra del terrore. E’ la guerra “santa” che gruppi di fanatici fondamentalisti Islamici, vogliono scatenare in tutto il mondo, per im-porre al mondo il loro credo, la loro religione e la loro violenza. Che poi sotto sotto, non è altro che la ricerca spasmodica del potere assoluto e delle ricchezze (petrolio), ma nel nome di Dio, per cui riescono a convincere e convincersi della validità dei loro aberranti comportamenti, senza minimamente pensa-re che nessun Dio vuole stragi, stupri o teste mozzate. Che cosa di santo ci sia nella guer-ra, lo sanno solamente loro. Specialmente quando è una guerra di aggressione basata sul terrore, efferate stragi e omicidi di massa. C’è pure qualche idiota che riesce a giustifi-carli, o pensa che con queste belve si debba trattare. Con il fanatismo non si tratta, non si può trattare, per il semplice fatto che è impossibile. Un fanatico non ragiona, non ascolta, non accetta nulla che vada con-tro le sue deliranti convinzioni, non ha mai nessun dubbio, solo granitici propositi e com-batte con un accanimento ed una determi-nazione che altri non hanno, proprio perché nella sua testa non esiste altro e qualsiasi di-verso ragionamento o alternativa, esula dalle sue capacità intellettuali. Per questo, l’auto-proclamatosi Califfato dell’ISIS, in breve tem-po è riuscito a conquistare un vasto territorio, grande quanto la Svizzera. Non tanto per meriti propri, ma approfittando delle debolez-ze di Siria ed Iraq dilaniati da guerre civili. Se non si fossero dimostrati le belve sanguinarie che sono, probabilmente sarebbero arrivati a conquistare il potere centrale di entrambi gli Stati. Invece, il clima di terrore ed orrore

iL TAVAN1 Anche a Codroipo si è verificato un caso di pedofilia. E pensare che per questo turpe reato, il rimedio sarebbe semplicissi-mo. Allungare le pene e raccorciare il pene!

2 Dopo certe dichiarazioni, assurde, con-tradditorie e fantasiose, non si capisce bene che tipo di cervello abbia la Presidente della Camera Boldrini. Certo è, che quando dice che “gli Italiani, ai ricchi turisti offrono un’ospita-lità di lusso ed ai poveri migranti un’ospitalità miserevole”, si capisce perfettamente che ha fatto l’uovo. E pensare che vorrebbe pure di-ventare Presidente della Repubblica!

3 Povero Alfano, ormai sia da destra che da sinistra, viene subissato da critiche e da richieste di dimissioni. In fondo in fondo è un brav’uomo. Sì, però molto in fondo. Ma tanto in fondo che più in fondo non si può!

4 Il Fatto, dopo le sue verità di parte, dopo aver scritto i più feroci insulti a Berlu-sconi sul caso Ruby e sostenuto le più pesanti accuse verso Bertolaso (ex capo della Prote-zione Civile), dopo che entrambi sono stati assolti, tace. Tace soprattutto sulla mala giu-stizia. Sembra proprio che il Fatto, infetto nei fatti, voglia fare a fette tutti, ma sia pieno di infinito affetto verso i PM. Sistema perfetto per non pagare l’affitto delle sue malefatte.

5 La CGIL, fa sfilare 1.000.000 di perso-ne a salvaguardia dell’art.18, però in barba all’art. 18, licenzia quando vuole e chi gli pare. Morale innovativa!

6 In Italia ci sono molti politici sempre pronti a dar vergognosamente contro ai poliziotti, con rancore e malafede, ma non rinunciano ai poliziotti per la scorta ad uso personale. Voto ipocrisia 9+.

7 Molti politici cambiano idea, con la stessa frequenza con cui si cambiano di mutande. Logico. Anche le loro idee sono molto sporche!

8 Sempre più severi i controlli col pal-loncino, sul tasso alcolico nel sangue degli automobilisti. Siamo alle feste di Natale. Polizia, Carabinieri, Vigili, per favore non siate troppo cattivi. L’alito non fa il monaco!

9 Pensierino della sera.I sindacati continuano ad usare vecchie ricette, per un male che cambia in conti-nuazione e che è sempre più furbo dei suoi sedicenti dottori.

iL TAVANwww.ilpaesecodroipo.it

che hanno instaurato nelle zone sotto il loro controllo, i genocidi di minoranze etniche e religiose non in linea con la loro ortodossia, la fucilazione di prigionieri, che va contro qualsiasi regola e convenzione e le agghiac-cianti atrocità dello sgozzamento in diretta di inermi giornalisti, o addirittura operatori uma-nitari, che tra l’altro parteggiavano per loro, l’incapacità, appunto, di qualsiasi dialo-go che non sia l’accettazione supina dei loro diktat, li ha portati su di una strada senza ritorno. Ormai il mondo si è accorto della loro pericolosità e si è mobilitato e a loro non resta altro che uccidere o essere uccisi. Se ne sono accorti perfino i ricchissimi Paesi del Golfo, che dopo aver ampiamente finan-ziato tutti i movimenti integralisti e terroristici del mondo, compreso l’ISIS, ora si sentono direttamente minacciati sia nel loro poter po-litico che economico. Ma anche Stati Uniti ed Europa, che finora avevano sonnecchia-to, si sono mobilitati per evitare un secondo 11 Settembre e per fermare questa ondata di terrore che minaccia da vicino pure noi. Il mondo non può permettere che nel terzo millennio si possano ancora combattere medioevali guerre di religione, non può permettere massacri e genocidi di gente inerme, non può permettere che schegge impazzite, possano turbare la pace e la se-renità di uno Stato. Se Hitler fosse stato fer-mato prima, ci sarebbero stati milioni di morti in meno. Non aspettiamo che la storia si ripe-ta. Papa Francesco ha detto che “dobbiamo fermare l’aggressione violenta” (vorremmo sapere quale aggressione non sia violenta), ma non ci dice come. In maniera pacifica, si presume, ma qual è? Non crediamo che lui voglia fermarli, come fece Papa Leone Ma-gno con Attila, armato della sola croce. Non avrebbero nessuna pietà.

E’ inevitabile quindi ci sia la guerra. Se le armi non sentono ragione, bisognerà far sentire la ragione delle armi e la guerra sarà mondiale. Nigeria, Somalia, Kenia, Sudan, Mali, Ciad, Libia, Egitto, Siria, Libano, Israele, Iraq, Afganistan, Cecenia, Yemen, Filippine, Europa e Stati Uniti, mezzo mondo è già in subbuglio. Dobbiamo affrettarci. L’incendio può essere ancora domato. Ci saranno mol-tissime stragi, ma l’orrore ha già firmato la sua condanna a morte. Angelo Petri

GUERRA al TERRORE

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Importanti riconoscimenti per Friulovest Banca, la Banca di Credito Cooperativo con sede a San Giorgio della Richinvelda e con una filiale anche a Codroipo.

L'istituto di credito guidato dal presidente Lino Mian si è piaz-zato primo tra le banche di medie dimensioni del Friuli Venezia Giulia - non-chè sedicesimo a livello nazio-nale -, nell’Atlante delle Banche Leader 2014 di Milano Finanza, annuale graduatoria realizza-ta dalla prestigiosa rivista del mondo finanziario. La classifi-ca annuale fotografa il sistema bancario italiano in tutte le sue sfaccettature e decreta qua-li istituti “creano valore” per il territorio. Nell'analisi, realizzata su tutte le banche della Penisola, sono stati presi in esame gli indici che possono portare il Paese fuori dalla crisi. Proprio nel segmento delle performance e della tutela del patrimonio di soci e correntisti, Friulovest ha fatto la differenza rispetto ai com-petitor, cioè istituti di credito di medie dimensioni.

Il gradino più alto del podio rispetto al panorama regionale giunge solo due settimane dopo un altro lusinghiero piazzamento, il terzo posto, nella categoria “Impatti indiretti”, del Green Globe Banking, premio nazionale per le eccellenze Green del settore bancario ideato e organizzato da Globiz con il patrocinio del Mi-nistero dell’Ambiente e della Rappresentanza a Milano della Com-missione Europea. Davanti al nostro istituto solo due “colossi” come BNL e Bcc Roma. L’evento, giunto ormai alla 8a edizione ha visto un nutrito gruppo di banche, sia nazionali che territoriali, competere con le proprie case history nelle due categorie in concorso: Impatti Diretti e Impatti Indiretti.

Ecco nel dettaglio la motiva-zione con cui il Comitato Scien-tifico ha assegnato il Premio a Friulovest Banca: per la qualità del lavoro presentato in relazio-ne alle iniziative aziendali volte alla tutela dell'ambiente e alla diffusione della cultura della so-stenibilità.

Friulovest Banca da anni ma-nifesta l’interesse per le nuove tecnologie per il risparmio ener-getico, l’attenzione alle temati-che ambientali e alla produzione di energia da fonti rinnovabili Proprio questa attenzione ha portato alla creazione del pro-getto “Mutuo Casa Facile”, volto ad erogare finanziamenti legati alle ristrutturazioni e alla riqualificazione energetica degli immobili residenziali a costi con-venienti. L’ iniziativa proposta prevedeva l’effettuazione di un check-up gratuito alle abitazioni

di clienti della banca e al rilascio dell'Attestato di prestazione ener-getica. Tramite l’ideazione di questo prodotto innovativo si sono in-nescati molteplici interventi di efficienza e riqualificazione energetica degli immobili residenziali e nelle piccole e medie imprese.

“Si tratta di grandi soddisfazioni per la nostra banca – ha commen-tato Mian, assieme al nuovo direttore generale Severino Neri - con riconoscimenti che giungono da più parti, a conferma che anche una realtà dalle dimensioni territoriali come la nostra può operare inizia-tive significative a favore delle proprie comunità e dell’ambiente pur riuscendo a mantenere forte solidità”.

Friulovest banca ha chiuso la semestrale 2014 con un utile di quasi 1,3 milioni di euro e conta oltre 6.700 soci. L'istituto di credito vanta 21 sportelli (gli ultimi arrivi sono stati Pordenone e Codroipo), 130 dipendenti e una massa amministrata che ha superato quest'anno il miliardo di euro.

FRIULOVEST incoronata da Milano Finanza:nella Top 20 nazionale e Prima Banca FVG

nella classifica dei “Creatori di valore”

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CAMINO A.F.D.S. si è parlato di

OsteoporosiSi è svolta la serata di educazione sani-

taria su “OSTEOPOROSI” con i relatori Dr. Franco Grimaldi e il Dr. Fabio Vescini.

Un successo di presenze, visto il note-vole interesse per l’argomento trattato e l’alto grado, di livello internazionale, dei due relatori, la loro chiarezza e disponibili-tà nell’esporre le diverse richieste fatte dal pubblico presente in sala.

da sx: Danussi Illario, Frappa Giuliana, Pilutti Cristina, dr. Fabio Vescini e Franco Grimaldi

L'UOMO dal MAGLIONE SCUROIl supermanager, l’uomo dei due Mondi

delle automobili veste casual. Nulla da fare per i grandi della moda, che non riescono a regalargli nemmeno una giacca o un paio di pantaloni firmati. Anche nei momenti uffi-ciali, con Obama o con Renzi, Lui porta un maglione scuro,un paio di pantaloni molto comodi, un paio di scarpe da pochi dollari.

L’avete capito, si chiama Sergio Mar-chionne, l’italo canadese o canadese ita-liano che dir si voglia.

Si tratta di un personaggio formidabile, uno che va direttamente al sodo, tanto capace come imprenditore quanto astuto, abile, concreto nei programmi, nelle stra-tegie aziendali, nelle trattative, sia con im-prenditori che con i sindacati e i governi. Si comporta come un artigliere da montagna. Punta i binocoli dell’obice da una parte e spara dall’altra. Coglie tutti di sorpresa, fin-ge di cedere ma solamente quando ha ot-tenuto ciò che vuole. Termini Imerese è un esempio da manuale. Ha fatto ripartire la fabbrica fingendo di chiuderla. Ha messo K.O. i sindacati, ma ha fatto l’interesse di mamma Fiat e di papà Chrysler, compreso logicamente quello importantissimo degli operai. Nulla ha chiesto al Governo, ha fatto tutto con le banche, spuntando loro la punta delle ali.

Non ho mai capito se la FIAT ha compe-

rato parte della Chrysler o viceversa (più probabile la seconda ipotesi), ma questo non cambia nulla. Ha rimesso in piedi due aziende sull’orlo del baratro economico, solo ed esclusivamente con le sue straor-dinarie intuizioni, con la sua intelligenza, col suo decisionismo. Insomma un uomo di poche parole e di grandi fatti. Come si dice normalmente, un uomo con gli attri-buti grandi come Marte.

Facendo un escursus retroattivo, pos-siamo ricordare le mosse sbagliate dei precedenti proprietari o dirigenti.

L’avvocato dall’erre moscia, cominciò a lavorare (dolce eufemismo lavorare) a circa 50 anni. Prima visse d’arte, visse d’amore, come dice Tosca nell’opera omo-nima. Ossia non fece nulla. Poi continuò questa vita anche da Presidente della FIAT. Lasciò tutto nelle mani di un dirigente che non ne indovinò una. La Fiat negli anni ’60 aveva la 500, cioè la macchina da cit-tà, la 1400 diesel, la macchina del futuro, la campagnola, prototipo dei fuoristrada, la 600 multipla, prototipo dei SUV, la 130, macchina di rappresentanza.

Tutto fu buttato all’aria, puntando sulla produzione di macchine popolari.

Poi la FIAT comperò la Lancia, l’Alfa Romeo, la Bianchi, la Ferrari, la Maserati.

Monopolio totale in barba alla legge. Bilan-ci? In perdita netta. Ma questo non signifi-cava nulla. Quando l’Azienda guadagnava i soldi giravano per il Mondo. Quando il bilancio era più rosso della Ferrari, il conto arrivava puntualmente a Roma. E io pago, diceva il Governo.

Il Sergio dal maglione scuro prese subito la ramazza. Pulì gli uffici inutili o dannosi, buon ultimo quello dell’enfant prodige, os-sia il Presidente di Ferrari. Sia pure con il ben servito di parecchie decine di milioni di euro, anche alla Rossa è stata fatta pulizia.

La fusione delle 2 aziende ha portato a risparmi enormi, di progettazione e di pro-duzione.

L’uomo dal maglione scuro ha vinto, stravinto, da solo senza aiuti economici di Governi o di Banche.

Già, si dice che l’uomo della provviden-za non esiste, però, qualche volta……..!

Ultimo commento. Sono sicuro che Mar-chionne non scenderà mai in politica. Lui, dal punto di vista manageriale, è un ditta-tore illuminatissimo. In politica questi casi non esistono.

Bravo Sergio, ti ammiro all’infinito. Non cambiare mai il maglione scuro!

Pietro Pittaro

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12 DICEMBRE 2014LINCOLN e KENNEDYINCREDIBILI

COINCIDENZEAbramo Lincoln fu eletto per la prima vol-

ta al Congresso americano nel 1846. Jonn Kennedy, fu eletto per la prima volta al Con-gresso americano, nel 1946. Lincoln fu elet-to Presidente nel 1860. Kennedy fu eletto Presidente nel 1960. Sia la moglie di Lincoln che quella di Kennedy, persero, a causa di un aborto, un figlio, mentre i mariti erano alla Casa Bianca.

Sia l’attentato a Lincoln, sia quello a Ken-nedy, ebbero luogo di venerdì. Tutti e due furono colpiti alla testa.

Il segretario di Lincoln si chiamava Kenne-dy ed il segretario di Kennedy, si chiamava Lincoln. Ambedue furono assassinati da un sudista. Tutti e due furono sostituiti da un vi-cepresidente originario del Sud. Ambedue i successori, si chiamavano Johnson. Andrew Johnson (successore di Lincoln), era nato nel 1808, Lyndon Johnson (successore di Ken-nedy), era nato nel 1908). Ambedue gli as-sassini avevano 3 nomi: Jonn Wilkes Booth e Lee Harvey Oswald. 15 in totale le lettere che compongono nomi e cognomi dei 2 assassini. Boot, assassino di Lincoln, era nato nel 1839.

Oswald assassino di Kennedy, era nato nel 1939.

Il primo, fu catturato in un magazzino, dopo che era fuggito da un teatro, Il secondo fu catturato in un teatro, dopo che era fuggito da un magazzino.

Booth e Oswald, furono entrambi uccisi prima del processo. Coincidenze?

....

Via Candotti 103 · CODROIPO (UD)Orari: 09:30/12:30 - 15:00/19:30

NUOVA APERTURA

Parliamo di... Enti Locali e

BassaniniL’universo degli

enti locali poggia su una realtà fortemen-te complessa, nella quale entrano in gioco dinamiche più o meno compren-sibili e comunque difficilmente gover-nabili, delle quali il rapporto tra organo politico e dirigen-za/funzionario ne rappresenta senza dubbio l’emblema.

È giusto supporre che le scelte messe

in campo dalla politica, traducano in azione i bisogni della collettività locale, mirando ad accrescere il benessere sociale; che la ge-stione dell’ente avvenga in maniera perfetta-mente coerente alle linee programmatiche ed ai vincoli di spesa; che chi amministra bene rimanga e chi gestisce male se ne vada. Ma è difficile che ciò accada, naturalmente.

Diventa oggi fondamentale il ruolo del legi-slatore, con il ridisegno della legge Bassanini, per imporre alle amministrazioni uno schema organizzativo che riesca a far sì che, politica e dirigenza camminino su un unico binario, trainate da un sistema comunicativo che ren-da tale binomio indissolubile e non un’antitesi sterile e meramente formale.

E’indispensabile rivedere il modello nor-mativo-organizzativo vigente, comprese le modalità di comunicazione tra organo politico

e dirigenza ma anche tra questi e gli stacke-holder esterni dell’ente.

Ed è invero, che, le modalità di comunica-zione fra politica e dirigenza amministrativa appaiono fortemente condizionate dai cam-biamenti che hanno interessato la pubblica amministrazione a partire dagli anni Novan-ta, risalenti sia all’introduzione di nuove nor-me, sia alla diversa interpretazione di alcuni principi preesistenti ad opera della dottrina e della giurisprudenza.

L’accento, va dunque posto sull’evoluzio-ne subita nel corso del tempo dal principio di legalità, quest’ultima intesa non più come legalità di indirizzo, bensì come legalità di ri-sultato, ciò traducendosi, in sintesi, nel pas-saggio da una logica formalistico-burocra-tica ad una logica dell’organizzazione tipica dell’impresa privata, nel cosiddetto processo di aziendalizzazione dell’ente locale, fonda-to sull’interesse al raggiungimento di risultati complessivi dell’azione amministrativa, e non sulla legittimità dei singoli atti.

Lo Stato, uno Stato deve favorire l’instau-razione della dialettica partecipata, grazie alla quale l’amministrazione potrà ottenere impostazioni di stampo unilaterale e promuo-vere un dialogo con tutti i titolari degli inte-ressi coinvolti, in modo che nello svolgimento dell’attività amministrativa assuma sempre più valore la «decisione partecipata», arric-chita della compenetrazione degli interessi privati con l’interesse pubblico, ed in modo che i cittadini abbiano un importante ruolo per il buon funzionamento del sistema.

Partendo da questo presupposto, sia la legge che l’amministrazione sono orientati verso un unico scopo, con una medesima funzione: la realizzazione dei fini e degli obiettivi predeterminati alla soddisfazione e all’accrescimento del benessere della comu-nità locale. Andrea D’Antoni

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13

L’assemblea dei soci di giovedì 13 no-vembre ha registrato un generale interes-se sui vari argomenti di politica nazionale e locale. Dopo una carrellata su quelli di maggiore attualità, l’attenzione si è orienta-ta sulla sicurezza del cittadino, oggi insidia-ta dalla recrudescenza di atti di vandalismo e furto nelle abitazioni e sull’apparente in-capacità dello Stato a proteggere i cittadi-ni. Nel caso specifico dei furti a Codroipo e dintorni si è a lungo discusso per defi-nire quale sia la via da percorrere al fine di potenziare un’attività di prevenzione e repressione. In particolare si sono poste in luce le carenze delle attuali leggi che impe-discono al cittadino un minimo di autodife-sa, come ad esempio i limiti per un azione immediata in caso di flagranza del reato: scoprire un estraneo che ruba nella propria casa non consente una pronta reazione della vittima, neanche quella di precludere la fuga dell’intruso in attesa della polizia. In altre parole, si avverte una certa impoten-za per il cittadino non solo a ottenere che il proprio bene sia protetto da un’efficace azione di prevenzione e repressione, ma anche ad esercitare una personale azione a difesa del bene stesso. Un punto chiave sulla questione è stato indicato nell’incapa-cità della polizia locale a sorvegliare e pre-venire i furti nelle abitazioni. Si è osservato che la polizia locale ha mantenuto una fi-sionomia e svolge un’attività tipica dei vigili urbani e non di un’effettiva polizia, la quale necessariamente implica uno specifico ad-destramento per fronteggiare una malavita agguerrita e fisicamente attrezzata. Inoltre, l’attività di sorveglianza appare stazionaria piuttosto che, come sarebbe auspicabile, di costante pattuglia con adeguata moto-rizzazione sul territorio urbano e l’immedia-ta periferia. In altre parole, si è creata una ‘polizia’ senza provvedere alla creazione di veri poliziotti. I soci sono stati unanimi nel

convenire che non si può e non si deve sempre ricorrere ai carabinieri, ma piutto-sto che l’amministrazione comunale debba potenziare il proprio strumento di polizia a cominciare dal reclutamento sulla base di adeguati requisiti fisici, organici adegua-ti, addestramento ed equipaggiamento (moto, auto ecc.). Un socio ha osservato che in Italia il rapporto fra gli addetti a com-piti di polizia e la popolazione è molto ele-vato, lasciando intendere che un travaso di forze di polizia nei ranghi locali sarebbe altamente auspicabile. In conclusione, si chiede anzitutto uno Stato che inasprisca le leggi sulla prevenzione e repressione dei reati e la riorganizzazione su base lo-cale di un corpo di polizia alle dirette dipen-denze del Sindaco. Per fare un esempio pratico, si è evocata la figura dello sceriffo americano, tipica figura di polizia locale sulla cui efficienza si basa la tranquillità di quelle contrade. Circa i problemi concer-nenti la ripresa dell’economia è emerso un certo scetticismo sugli effetti della legge di stabilità, per il fatto che si tratta di una manovra espansiva finanziata in debito, a fronte dell’ingente debito esistente, con il rischio gravissimo che la situazione finan-ziaria del Paese possa aggravarsi, più di quanto non lo sia adesso. Un altro argo-mento che ha appassionato i soci è stato il consuntivo della festa di San Simone, sulla quale peraltro, per generale ammissione, sono stati espressi pareri molto favorevoli. Su un punto però i soci si sono divisi, vale a dire sull’opportunità o meno che in que-sta ricorrenza si delocalizzino le varie ma-nifestazioni dal centro cittadino, pur senza entrare nel merito di dove, in alternativa, si potrebbero localizzare le stesse. Le opinio-ni si sono rivelate consistenti su ambedue le opzioni, ma il parere di lasciare tutto allo stato attuale ha nettamente prevalso.

Gino Monti [email protected]

ATTIVITA’ DEL CIRCOLO CULTURALE "LA TRIBUNA"

NEL MIRINO:IL DISSESTO

IDROGEOLOGICOL’impressionante sequenza dei disastri

che hanno colpito il nostro Paese merita un mea culpa collettivo di noi Italiani.

Riporto in calce le parole con cui due grandi intellettuali, Antonio Cederna e Indro Montanelli, nell’anno1966 fustigarono i no-stri irresponsabili comportamenti.

Di mio aggiungo quanto in più occasioni ho trattato in tema di rischio calcolato. Nel maggio di due anni fa a Mirandola e dintorni, a causa di scosse sismiche, i capannoni in-dustriali collassarono come castelli di carte. Nel progetto della costruzione, per quanto concerneva le misure antisismiche, non si era tenuto conto di una statistica, giudicata irrilevante, che retrodatava di trecento anni l’ultimo evento tellurico. E fu strage di operai.

A suo tempo in Italia, un po’ dovunque ma particolarmente a Genova, si realizzarono piani regolatori progettati su ipotesi che da-vano per remoto il rischio di eventi idroge-ologici della portata di quelli registrati oggi. Ed è stata strage di innocenti cittadini con danni macroscopici alle strutture.

Ribadisco ora la regola aurea per le de-cisioni soggette a rischi, sia che si tratti del progetto di un edificio, di un’autorizzazione a costruire, o più semplicemente di un tuffo da uno scoglio: “Se a un rischio per quan-to remoto e improbabile si associano con-seguenze molto gravi o addirittura funeste, tienilo in conto e scendi dallo scoglio”.

Ecco ora il pensiero di 2 illustri Italiani, or-mai scomparsi, risalente a mezzo secolo fa.

Antonio Cederna, anno 1966: “In Italia, su oltre 8.000 chilometri di coste più della metà sono da considerarsi perduti in quanto ridotti ad agglomerati lineari semi ur-bani, squallidi e ininterrotti, che riproducono sulla riva del mare gli aspetti peggiori del-le concentrazioni cittadine, stroncano ogni continuità fra mare e risorse naturali dell’en-troterra, e distruggono praticamente la stes-sa potenzialità turistica delle zone investite.

Il caso limite è la Riviera ligure, dove lo-calità già famose per i loro parchi e giardini sono ridotte ad avere venti centimetri qua-drati di verde per abitante "estivo", e dove l’indice di affollamento supera d’estate quello del centro di Londra. Nella Riviera di Ponente, su 175 chilometri di costa restano soltanto 900 metri di spiaggia libera”.

Indro Montanelli, anno 1966: “Gli anni del boom economico passeranno alla sto-ria come quelli della sistematica distruzione dell’ex giardino di Europa, perché i miliardi in mano agli Italiani sono più pericolosi delle bombe atomiche in mano ai bantu. E la pro-va la fornisce la Liguria dove i miliardi sono affluiti con più alluvionale intensità. Da Boc-ca di Magra al confine francese, per trecen-to chilometri, è un bagnasciuga di cemento.

Evidentemente il buon Dio fece il ‘giardi-no d’Europa’ in un momento di indulgenza e di abbandono. Poi si accorse della propria parzialità e la corresse mettendoci come giardinieri gl’italiani”.

Gino MontiNota: Antonio Cederna, giornalista e am-

bientalista (1921 – 1996) ; Indro Montanelli, giornalista e saggista (1909 – 2001)

CIRCOLO CULTURALE · LA TRIBUNA

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14 DICEMBRE 2014

IMUSALDO 2014

Scade il 16 dicembre il termine per pa-gare il saldo Imu 2014, da calcolare sulla base delle aliquote approvate dai Comuni e pubblicate nel sito del Dipartimento delle Finanze, l’unico canale ufficiale.

Occorre inoltre verificare attentamente se gli enti locali si sono avvalsi di alcune facoltà previste dalla legge, ad esempio assimilan-do all’abitazione principale la casa conces-sa in comodato tra padre e figlio oppure di proprietà di anziani o disabili lungodegenti.

Per calcolare l’importo da pagare è quindi necessario individuare la base imponibile (valore dell’immobile: catastale, contabile, venale), dopo aver inquadrato la disciplina applicabile alle singole fattispecie, anche per capire se sono previste particolari ridu-zioni o esenzioni. Ottenuto l’importo com-plessivo del 2014, va poi detratto quanto già versato in acconto, considerando l’importo minimo al di sotto del quale non si effettua alcun versamento e la regola dell’arroton-damento matematico per ciascun rigo del Modello F24.

Soggetti passiviI presupposti che fanno sorgere l’obbligo

di pagare l’Imu vengono sostanzialmente ripresi dalla normativa Ici e sono i seguenti:

- proprietà piena di beni immobili (fabbri-cati, terreni agricoli, aree fabbricabili) siti in Italia e destinati a qualsiasi utilizzo;

- titolarità di diritti reali su tali beni, ossia abitazione, usufrutto, uso, enfiteusi e diritto di superficie;

- conduzione di immobili in locazione fi-

nanziaria (leasing); titolarità di immobili ac-quisita in regime di locazione finanziaria;

- concessione immobili demaniali (ad esempio stabilimenti balneari).

Soggetti passivi sono quindi i proprietari degli immobili, i titolari dei diritti reali di go-dimento, i locatari finanziari ed i concessio-nari dei beni del demanio. A tali categorie di soggetti si aggiunge l’assegnatario della casa coniugale che diventa titolare del diritto di abitazione (solo ai fini Imu), nuova fatti-specie di soggettività passiva introdotta dal-la L. 44/2012. La Legge di stabilità 2014 ha poi previsto l’esonero dall’Imu per la casa coniugale assegnata al coniuge, ma resta il dubbio applicativo in caso di possesso di terzi (si pensi all’immobile di proprietà del suocero concesso in comodato).

Fattispecie imponibiliL’Imu ha per presupposto il possesso

degli immobili, concetto nel quale rientrano i fabbricati, le aree fabbricabili ed i terreni agricoli. Nell’ambito dei fabbricati viene poi solitamente effettuata un’ulteriore distinzio-ne tra abitazione principale ed altri fabbri-cati (seconde case, immobili sfitti, negozi, imprese, ecc.), per rimarcare la differenza di regime tra le fattispecie sostanzialmen-te esenti e quelle effettivamente soggette all’imposta.

Esenzione Imu perl’abitazione principale

Dal 2014 sono esenti dall’Imu le abitazioni principali delle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5, A/6 e A/7.

Continuano invece a pagare l’imposta le abitazioni di lusso (categorie A/1, A/8 e A/9), applicando l’aliquota stabilita dall’ente e la detrazione fissa di Euro 200. Per abitazio-ne principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il posses-sore dimora abitualmente e risiede anagrafi-camente. Sono esenti dall’Imu anche le per-tinenze dell’abitazione principale, ma solo se classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in ca-tasto unitamente all’unità ad uso abitativo. Esistono fattispecie equiparate per legge (per es. casa coniugale assegnata al coniu-ge, a seguito di provvedimento di separa-

zione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio) e fattispecie assimilabili su delibera comu-nale (per es. abitazioni concesse in como-dato ai parenti di primo grado)

Altri fabbricatiPer fabbricato è ci si riferisce “all’unità im-

mobiliare iscritta o che deve essere iscritta nel catasto edilizio urbano, considerandosi parte integrante del fabbricato l’area occu-pata dalla costruzione e quella che ne costi-tuisce pertinenza”. I fabbricati costituiscono l’oggetto prevalente d’imposizione e sono suddivisi in categorie catastali, in funzione della tipologia, delle caratteristiche intrinse-che e della redditività.

La diversa destinazione e categoria ca-tastale si riflettono sull’applicazione e sul calcolo dell’Imu, da effettuarsi considerando i coefficienti moltiplicatori stabiliti dalla nor-mativa.

Fattispecie agevolateo esenti

Sono previsti anche casi di imponibilità ridotta o esonero dall’imposta (per es. fab-bricati dichiarati inagibili, per il primo caso e fabbricati merce per il secondo caso)

Aree fabbricabiliLa seconda categoria di fattispecie impo-

nibile ai fini Imu è costituita dalle aree fabbri-cabili per cui sono stabilite regole ad hoc per il calcolo dell’Imu.

Terreni agricoliLa terza categoria di fattispecie imponibile

ai fini Imu è costituita dai terreni agricoli.La disciplina prevede una franchigia per

i terreni posseduti e condotti da coltivatori agricoli o da imprenditori agricoli professio-nali (Iap) con valore fino a Euro 6.000 (esen-ti) e sconti progressivamente più limitati con il crescere del valore del terreno:

- 70% dell’imposta sulla parte di valore da Euro 6.000 a Euro 15.500;

- 50% da Euro 15.500 a Euro 25.500;- 25% da Euro 25.500 fino a Euro 32.000.E’ inoltre prevista l’esenzione dall’imposta

per i terreni agricoli ricadenti in aree monta-ne o collinari.

Dott. Patrizia Venuti commercialista- revisore contabile [email protected]

Messa dellaVigilia di Natale

Mercoledi 24 Dicembre ore 22.30

nella ChiesettaMadonna di Loreto

adiacente all’Agriturismo

Al Casaledi Codroipo

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15GREENING

L’applicazione della misura concernente la diversificazione colturale è stata gra-duata in base alla superficie aziendale destinata a seminativo, mentre le colture sommerse (riso) sono esentate: se tale su-perficie è inferiore a 10 ettari, l’obbligo di diversificazione non sussiste, mentre se la superficie è compresa tra i 10 ed i 30 ettari, la diversificazione è limitata a due colture. Rimane invece l’obbligo di diversificazione con almeno tre colture per le superfici a se-minativo superiori a 30 ettari.

Per quanto riguarda le aree d’interesse ecologico (EFA - Ecological Focus Area), queste sono state rese obbligatorie per superfici superiori a 15 ettari, mentre sono state esentate dall’obbligo di applicazione le colture permanenti. La soglia per le EFA è stata stabilita pari al 5%; potrà essere portata al 7% dal 2017, ma solo a seguito di una relazione della Commissione euro-pea. Inoltre, nel caso in cui la superficie aziendale sia costituita per almeno il 75% da colture sommerse, o destinata a pasco-lo, a foraggere o leguminose, è stata previ-sta l’esenzione dell’obbligo dell’EFA.

Il sistema sanzionatorio per il mancato rispetto degli obblighi sul greening viene introdotto con gradualità per evitare che le sanzioni penalizzino oltremodo gli agri-coltori in fase di prima applicazione, ma garantendo al tempo stesso l’incentivo all’adozione di misure benefiche per l’am-biente.

GIOVANI AGRICOLTORIÈ stata resa obbligatoria la maggiorazio-

ne degli aiuti diretti per le aziende condotte da giovani agricoltori, ciò significa che gli Stati membri possono decidere di asse-gnare agli agricoltori fino a 40 anni di età, per i primi 5 anni d’insediamento, degli aiuti supplementari pari, in genere, al 25% del valore della media individuale dei titoli o della media nazionale dei pagamenti diretti o aiuti forfettari per azienda.

PICCOLI AGRICOLTORIE’ stata prevista la facoltà per lo Stato

membro di adottare un quadro semplificato per le piccole aziende che riceveranno un contributo forfettario, eliminando lungaggi-ni burocratiche e semplificando le procedu-re sia per gli agricoltori che per le Ammi-nistrazioni. Rispetto alle proposte iniziali,

l’importo viene aumentato fino a 1.250 euro per beneficiario. È confermata per i piccoli agricoltori l’esenzione da greening e dalle sanzioni per la condizionalità.

UNA CONCRETAOPPORTUNITÀ AL SERVIZIODELLE AZIENDE AGRICOLE:

CASA VERDE SrlAlla vigilia di quest’anno così importante

per il settore agricolo, con la nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria) al varo, con la pubblicazione dei primi bandi del nuovo Piano di Sviluppo Rurale Regionale 2014-2020, e con l’entrata a pieno regime del PAN (Piano d’Azione Nazionale) per il settore fi-tofarmaci, a Codroipo e’ nata CASA VERDE SRL, una nuova realtà, che vuole venire incontro alle esigenze delle aziende agrico-le, aiutandole a districarsi nella sempre più complessa rete burocratica, offrendo al con-tempo la possibilità di essere supportati sia dal punto di vista amministrativo che fiscale, nonché indirizzati nelle scelte tecnico-agro-nomiche più soddisfacenti per la propria impresa, anche tramite il CAA (Centro di Assistenza Agricola)interno. L’insieme delle riforme più propriamente tecniche, unite alle sempre più rapide e spesso confuse scelte dell’amministrazione pubblica in ambito fi-scale, rappresentano un’ennesima sfida sia per le imprese che per i tecnici impegnati nel settore. Fornire risposte in tempi adeguati alle necessità delle aziende agricole diven-ta decisivo per ovviare alle lungaggini del-la burocrazia e determinare scelte oculate, che portino alla soddisfazione della singola azienda. E’ con questa volontà, attraverso la condivisione di un percorso unitario, co-struito sulle reciproche esperienze profes-sionali e sulla definizione di obiettivi comuni, che una serie di professionisti del settore ha dato origine a CASA VERDE SRL nelle due sedi a Codroipo in Piazza Garibaldi 65 e a Buja Via S. Stefano 81.

Nella struttura l’agricoltore può trovare l’assistenza fiscale e previdenziale, offerta dalla dott.ssa Patrizia Venuti, l’assistenza agronomica, zootecnica e burocratica of-ferta dalla dott.ssa agr. Patrizia Nicoloso e dal dott. Agr. Ezio Temporale, e l’assistenza tecnico-agronomica del dott. Agr. Cristian Vicedomini e del dott. Valentino Targato.

dott. Agr. Cristian Vicedomini per info: [email protected]

NOVITA’ perl’ Agricoltura

L’avvio della nuova Pac 2014-2020 pone molte domande, in particolare sul calcolo dei nuovi pagamenti diretti, un calcolo più mirato, più equo e più sostenibile, ma tut-to ciò fa rima con un sistema decisamente più complicato. Di seguito gli elementi per il calcolo del nuovo sostegno.

AGRICOLTORI ATTIVIViene introdotta la figura dell’agricoltore

in attività, come colui che mantiene una at-tività agricola minima nei propri terreni. In aggiunta, gli Stati membri avranno l’obbli-go di escludere dai pagamenti diretti alcu-ne tipologie di richiedenti, quali le società sportive, i campi da golf, le società immobi-liari, le società aeree e ferroviarie , a meno che non venga dimostrato che il livello di pagamenti diretti ricevuto da tali figure sia almeno pari al 5% degli interi loro proventi.CONVERGENZA INTERNA

L’intensa azione negoziale svolta dall’Ita-lia, congiuntamente ad alcuni altri Stati membri, ha portato ad un compromesso caratterizzato da maggiore flessibilità, che consentirà di evitare l’applicazione della cosiddetta flat rate e di garantire il manteni-mento di un adeguato grado di differenzia-zione nel valore dei titoli, rappresentativo dei diversi sistemi agricoli.

Ciò è possibile grazie ad un sistema che prevede una gradualità nel meccanismo della convergenza prevedendo, al 2019, un pagamento minimo obbligatorio per et-taro pari al 60% della media nazionale o regionale, ma con la possibilità per lo Stato membro di limitare le perdite per ogni sin-gola azienda al 30% del valore iniziale.

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16 DICEMBRE 2014

Codroipo:io mi dimetto.

Mi dimetto anch’io.

Fine anno coi botti: dimissioni a raffica. Tra le fila dell’opposizione, nel consiglio

comunale, ci sono stati ancora cambia-menti: il consigliere Sergio De Clara si è dimesso.

In effetti, dall’inizio del mandato elettora-le ci sono stati grandi movimenti e quasi la metà dei componenti di Progetto Codroipo si sono allontanati dal municipio, per un motivo o per un altro. Mediamente una per-sona l’anno ha abbandonato il gruppo.

L’ultimo che ha presentato la lettera di commiato, non sembra solo in ragione di un comprensibile segno di protesta nei confronti della giunta o del sindaco, bensì per la mancanza di collaborazione e condi-visione d’intenti da parte dell’opposizione.

La minoranza appare sempre più divisa, sparpagliata.

Manca il dialogo tra i membri?I leader che dovrebbero rappresentare i

punti di riferimento all’interno di un partito si nascondono?

Al momento della stesura (1 dicembre 2014) Dalle fonti ufficiali del PD codroipese e di Progetto Codroipo, la notizia non risul-ta ancora pubblicata, nonostante il ramma-rico espresso dal segretario della locale sezione del PD Nicolò Berti.

Il sindaco Fabio Marchetti è apparso di-spiaciuto, incredibilmente sbalordito, per-ché a suo dire, ha perso la risorsa più attiva con cui confrontarsi.

Ritiene essenziale l’intelligente contro-versia, il dibattito e alle volte anche il fre-no, quando la mente viaggia troppo velo-cemente, riportando le questioni in termini democratici, sempre nell’interesse della comunità.

La mancanza di un’opposizione concre-ta non consente la sana competizione. La surroga, cioè il sostituito che dovrà suben-trare nel consiglio comunale, in funzione

dei voti ricevuti alle scorse elezioni, do-vrebbe essere Giorgio Turcati.

Seconda dimissione: da voci di corridoio, non confermate da nessun atto pubblico, grandi cambiamenti ci sarebbero anche all’interno di Socialteam S.r.L., la società che sembrava aver lasciato nella dispe-razione l’Asp Daniele Moro di Codroipo quando, dopo il presidente Banelli, anche il direttore generale Ludovico Cafaro si di-mise in seguito di una delibera chiedeva conto di alcune questioni.

Ora Cafaro si sarebbe dimesso anche dalla società a responsabilità limitata, par-tecipata pubblica, insieme al presidente.

Incapace di trovare un sito internet uffi-ciale di questa S.r.l., non vedo curriculum aggiornati di questa persona, giacché l’uni-co documento ha oltre 2 anni e dal quale risulta ancora direttore generale dell’Asp Moro di Codroipo, della casa di riposo di Castions di Zoppola, dell’Asp di Fanna-Ca-vasso Nuovo, Vicepresidente di Socialte-am Srl e direttore generale dell’Asp di Spi-limbergo, dove tra i documenti pubblicati, risulta anche che il compenso annuo lordo, per l’incarico di Spilimbergo, nel 2012 era di 100.000,00 euro lordi, quasi quanto per lo stesso incarico svolto presso l’Asp D. Moro a Codroipo (91.146,00 come ripor-tato dal bilancio dell’azienda codroipese). Non abbiamo trovato ulteriori informazioni in merito agli altri incarichi.

La Socialteam Srl, per quanto società di capitali, è da considerarsi azienda pubblica a tutti gli effetti poiché i soci sono le Asp di Spilimbergo, Fanna-Cavasso Nuovo, Lati-sana e Codroipo, considero doverosa nei confronti dei soci la massima trasparenza. Se i soci sono i Comuni, significa che i soldi li hanno messi i contribuenti.

Sebbene l’esiguo capitale sociale, de-sunto dallo statuto presente nel registro delle imprese della camera di commercio di Pordenone, al 2011 sia solo di 30.000,00 euro, sono tante le informazioni che non sono rese pubbliche.

Adesso se ne aggiunge un’altra: sono vere queste dimissioni proprio quando i sindaci chiedono di visionare dati finanziari e patrimoniali di Socialteam?

Marco Mascioli

Buone Feste

Foto MMMI

Ogni 200 Euro di Spesa, 1 Bottiglia di prosecco in OmaggioTANTI AUGURI di BUONE FESTE

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17www.ilpaesecodroipo.it

Spettacolo - Impasto di emozioni per-sonali e di giovani talenti fortunatamente RI-SPETTATI. Sì, perché quando una persona, sia essa bambino o adulto, si sente rispet-tata, fa volare la propria libertà e riesce ad uscire scoperto con ogni segreta fibra. An-che con quella che non ha mai osato espor-re, per paura di giudizio o di bocciatura.

Spettacolo - Teatro della narrazione con i ragazzi dalla 4a elementare alla 1a media, inteso come grande opportunità, impegno ed esperienza concreta di crescita personale e comunitaria.

Spettacolo - Percorso musicale elabo-rato con cura e passione da Geremy Sera-valle. I ragazzi della scenografia, accompa-gnati dalla mano attenta e sensibile di Paola

Gasparotto, hanno creato oggetti e prodotto immagini capaci di accendere i delicati co-lori di ogni racconto e musicalità. Monica Aguzzi ha cercato di mettere assieme tutto questo, per comporre uno spettacolo che rivelasse i chiaroscuro delle anime di tutti i raccontATTORI senza preoccuparsi troppo di rendere tutto, logico o di senso compiuto.

Che 26 giovani “attori” su un palco siano Gruppo e facciano lievitare contenuti perso-nali ed emozioni sono la prova che liberare e colorare i talenti sia possibile, arricchente e divertente.

E se esce uno spettacolo di storie e rac-conti che, come polline, vanno nel vento, di sicuro vale e molto. Perché di piccole, emozionanti, semplici storie si tratta. Scelte

tra tante e poi rielaborate dai ragazzi di Te-atrando che, in una sera d’estate, sentono il bisogno di raccontare ad alta voce un altro anno fortemente coinvolgente trascorso as-sieme. I ragazzi hanno animato personag-gi di fiabe, dato voce a storie di vita vera, raccontato di nonni, cavalli e fughe d’amore. Impastando parole e suoni a più mani e a più voci. In armonica condivisione. Aggiun-gendo l’ingrediente della forza emotiva au-tentica e ricca di esperienza viva. Così, dalle storie, traspare l’assoluta verità del raccon-tare, capace di rendere il confine tra chi ascolta e chi racconta quasi impercettibile. Perché la narrazione viaggia fuori e dentro il tempo che viviamo, ricamando uno stesso fazzoletto di mondo. Pierina Gallina

dal web: SEI DI CODROIPO SE...che ringraziamo per alcune immagini della vecchia Codroipo: Prima del 1973

Impasto di lievito, vento e polline… spettacolo del progetto “Teatrando” della Scuola di Musica

SE UNA MOSCA

Che cosa succede se una mosca cade in una tazzina di caffe?

L’Italiano, getta la tazzina di caffè e si allontana arrabbiato; il Francese, getta via la mosca e si beve il caffè; il Russo, beve il caffè con la mosca, che è un ex-tra gratis; il Cinese si mangia la mosca e getta via il caffè; l’Israeliano, toglie la mosca dal caffè, vende il caffè al france-se e la mosca al cinese, ordina un’altra tazzina di caffè e investe i soldi rimasti nella ricerca di un metodo per prevenire la caduta delle mosche nel caffè; il Pale-stinese accusa l’Israeliano per la caduta della mosca nel suo caffè, protesta pres-so l’ONU per la vile aggressione, chiede un prestito all’Unione Europea, per una nuova tazzina di caffè e usa invece i soldi per l’acquisto di esplosivo per far saltare in aria il bar dove l’Italiano, il Francese, il Russo ed il Cinese, cercano di spiegare all’Israeliano, perché dovrebbe dare la sua tazzina di caffè al Palestinese.

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18 DICEMBRE 2014

Partendo dalla convinzione che pace vuol dire anche e soprattutto condivisione e collaborazione, ognuno di noi ha realizzato un pezzo di quello che è diventato un ma-nifesto-puzzle: potrebbe essere trasformato in una cartolina o in un gioco. Questa nostra opera ha una base ricoperta dagli articoli di giornale che abbiamo trovato sulla guerra e che rappresentano il passato. Il tutto è stato poi parzialmente ricoperto da simboli che rappresentano la pace: auspicio di un futuro migliore.

È il frutto di tutte le nostre idee: una colom-ba, un arcobaleno e due mani accoglienti.

ALUNNI DI CLASSE 5^A e 5^Bdella scuola “RISULTIVE” di BERTIOLO

Ennesimo successo per le classi quin-te della scuola primaria di Bertiolo, nato nell’atelier curato dall’esperta Cristina Fabbro che, anche questa volta, è riuscita ad estrapolare dai bambini la loro compo-nente creativa! Il manifesto puzzle è stato premiato all’interno di una cerimonia che si è tenuta il 15 novembre a Udine, presso

l’auditorium “LE GRAZIE”, alla presenza di rappresentanti regionali dell’associazione nazionale “VITTIME CIVILI DI GUERRA” e di una nutrita rappresentanza di genitori e bambini, accompagnati dalle insegnanti. Questo lavoro è stato progettato in sinergia con le insegnanti di classe all’interno di un percorso interdisciplinare sulla guerra, per una cultura di pace.

il gioco di squadra è stato premiato!!!!

BERTIOLO.Masterclass di

Direzione di Banda: conil Direttore

della MarinaPortoghese

Delio GoncalvesNel week end del 7/8/9 novembre a Ber-

tiolo, si terrà un masterclass di direzione di banda con il Maestro Delio Goncalves, direttore della banda della Marina Porto-ghese. Il Maestro Goncalves è un direttore dalla indubbie capacità musicali che già ha tenuto corsi di direzione in Italia e membro di giuria in numerosi Concorsi internaziona-li fra i quali il Concorso Internazionale per banda del Friuli Venezia Giulia, che si svol-ge a Bertiolo a cadenza biennale. Il master è inserito nel Corso di Direzione per banda, organizzato dalla Scuola di Musica di Pas-sons, in collaborazione con la Filarmonica di Bertiolo “La prime lus 1812” .

Al master parteciperanno maestri friulani e non, che seguiranno le lezioni del maestro Goncalves e effettueranno le prove venerdì sera, sabato pomeriggio e domenica matti-na con la Filarmonica “La prime lûs 1812”. Il master rientra nei corsi di formazione che le scuole di musica, tutte legate alle ban-de, di Bertiolo, Passons, Coia e Buja orga-nizzeranno nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 e che si rivolgeranno non solo ai maestri direttori, ma anche agli insegnanti di strumento e propedeutica, oltre che ai ra-gazzi delle scuole di musica.

La collaborazione fra i 4 complessi è nata allo scopo di diffondere l’educazione musicale scambiando le esperienze delle diverse scuole e coinvolgendo i musicisti in progetti che abbiano ampio respiro e una ri-caduta ottimale su un vasto territorio.

concorso scolastico 2014“la cultura della pace per

vincere la guerra”.

TANTI AUGURI di BUONE FESTE

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19www.ilpaesecodroipo.itALLARME AUTOTRA-

SPORTATORINella sala superiore del ristorante di

Villa Manin, si è svolto il convegno degli autotrasportatori del Friuli Venezia Giulia intitolato: AUTOTRASPORTO S.O.S. - Cabotaggio stradale, nuovo tachigrafo satellitare, alimentazione a gas metano e contratto di lavoro.

Il convegno è stato organizzato con-giuntamente da Confindustria FVG, API piccole e medie imprese CONFAPI FVG, CONFARTIGIANATO imprese FVG, la Fe-derazione Autotrasportatori Italiani e il CNA confederazione Nazionale dell’artigianato e PMI assieme a tutte le altre associazioni regionali che rappresentano le imprese di autotrasporto cose in conto terzi e alcuni grandi sponsor.

Il sindaco di Codroipo Fabio Marchetti ha aperto i lavori dando il benvenuto a tutti gli ospiti che a partire da Ezio Castelletti presi-dente del raggruppamento autotrasporti, di Confindustria FVG, anche a nome di tutte le Associazioni regionali della categoria, ha rivolto il grido d’allarme per la situazione lavorativa degli autotrasportatori italiani, aggravato dall’apertura delle frontiere in Europa.

Per la regione è intervenuta Mariagrazia Santoro, Assessore regionale alla Mobili-tà in Friuli Venezia Giulia, mentre per illu-strare le nuove normative e le tecniche di controllo è intervenuto il Comandante del Compartimento Polizia Stradale Friuli Ve-nezia Giulia Michele Morelli,

Damiano Rizzato di ZEAT ha presentato il nuovo tachigrafo satellitare. Alessandro Vescovini di SMART GAS ha descritto il nuovo sistema d’alimentazione a gas me-tano per mezzi pesanti.

Quindi la consulente del lavoro Dolores Zuccolo ha introdotto il contratto di lavoro del settore e l’europarlamentare Isabella De Monte, Componente della Commissio-ne Trasporti del Parlamento europeo ha confermato che la priorità a livello europeo, dopo l’abbattimento delle frontiere fisiche tra i Paesi membri, sarà l’appianamento delle differenze.

L’ultima aggressione subita da Matteo Salvini è soltanto una conferma: una parte consistente di questo Paese giustifica senza remore di sorta l’uso della violenza nei con-fronti degli avversari politici e, soprattutto, delle forze dell’ordine.

Come tutti sappiamo è una storia lunga e che non inizia certo oggi. Cito solo due epi-sodi tra i più eclatanti. I moti di Genova nel 1960 contro la celebrazione di un congresso dell’ex MSI, peraltro autorizzata dalla prefet-tura. E quelli del G8, sempre a Genova, nel 2001. In entrambi i casi poliziotti e carabi-nieri si trovarono a fronteggiare delle vere e proprie insurrezioni tutt’altro che spontanee e avallate - per non dire promosse - da for-mazioni politiche rappresentate nel parla-mento della Repubblica. Inutile dire che pure larghi settori della stampa e dei mass media in genere appoggiavano e tuttora appog-giano senza esitazioni episodi di quel tipo. Chi aggredisce i politici che la pensano in

modo diverso e le forze dell’ordine ha buone probabilità di diventare un eroe, anche se la maggioranza dei cittadini comuni dà segno di non essere d’accordo.

A chi scrive fa impressione vedere con grande frequenza dei filmati in cui gruppi agguerriti e perfettamente organizzati sfon-dano i cordoni di polizia e carabinieri bran-dendo bastoni e mazze che si abbattono su-gli scudi di plastica degli agenti o sulle loro teste. Per non parlare delle pietre di grosse dimensioni scagliate senza preoccuparsi degli effetti, o di petardi e bombe carta che esplodono allegramente in mezzo allo schie-ramento delle forze dell’ordine. Se queste si difendono ricorrendo alle cosiddette “cariche di alleggerimento” è un guaio, poiché chissà cosa dovrebbero fare secondo certo stam-pa. Probabilmente subire senza reazione alcuna le aggressioni oppure, ancor meglio, darsela a gambe lasciando il terreno sgom-bro ai manifestanti.

In questo contesto è preoccupante la tol-leranza manifestata nei confronti dei centri sociali da parte di ambienti insospettabili. Se addirittura il Papa riceve ufficialmente in Vaticano i rappresentanti del Leoncavallo e di altri movimenti simili e, per di più, li inco-raggia a proseguire la loro lotta “socialmente utile”, che resta da dire? Nulla, se non auto-rizzare le forze di polizia a lasciar perdere. Che i cortei sfilino pure senza controlli di sorta, con la speranza che, non vedendo divise in giro, si autogestiscano limitandosi a sfondare qualche vetrina e a svuotare un paio di bancomat.

A questo punto siamo dunque arrivati. L’il-legalità diventa legge e l’aggressione fisica azione di giustizia. Con la benedizione delle autorità politiche e pure religiose. E chi non è d’accordo si metta il cuore in pace tappan-dosi in casa quando i violenti invadono stra-de e piazze. Michele Marsonet

L’illegalità diventa legge nelle piazze

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PRENOTAZIONI APERTE per ottenere l'attestato delCORSO BASIC LIFE SUPPORT

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NORMA DI RIFERIMENTO: D.LGS. 81 / 2008, Decreto Min. Salute 24 aprile 2013, Delibera n°1014 Giunta Regione FVG

La morte cardiaca improvvisa è un evento drammatico e improvviso che colpisce circa 60.000 persone l’anno in tutti Italia, con o senza segni premonitori. Le cause sono molteplici e a volte misconosciute. E’ ormai provato che un precoce utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno (DEA) permette un incremento considerevole dei tassi di sopravvivenza negli arresti cardiaci grazie alla facilità e alla sicu-rezza del suo uso. Il corso BLSD permette di riconoscere quando una persona:- non è cosciente- ha un’ostruzione delle vie aeree- è in arresto cardiocircolatorio (ACC)Inoltre addestra gli operatori all’utilizzo del DAE e alle manovre rianimatorie (massaggio cardiaco ester-no e ventilazione artificiale).

Svolgimento del corsoIl corso, della durata di 5 ore, prevede una parte teorica con lezioni frontali interattive, una parte pratica con l’ausilio di manichini e DAE didattici ed il superamento del test pratico finale. Al termine verrà rilasciato un attestato di certificazione IRC di rianimazione cardiopolmonare nella comunità. L’importante accredita-mento del Centro di Formazione presso la Regione FVG, secondo la delibera della Giunta n° 1014 del 30 maggio 2014, permette di essere certificati ed autorizzati alla defibrillazione su tutto il territorio nazionale, secondo le attuali disposizioni di Legge.

DestinatariI destinatari del corso BLSD nella comunità sono tutte le persone laiche (non sanitarie), addetti al primo soccorso in aziende, polisportive, scuole, insegnati, custodi, responsabili della sicurezza, ecc. Il corso è riconosciuto ai fini concorsuali (esercito, ecc.) e anche come credito formativo scolastico.

AggiornamentiLa certificazione ha durata un anno, al termine del quale si svolgerà un corso di re-training della durata di 2 ore per mantenere l’abilitazione e l’autorizzazione.

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21www.ilpaesecodroipo.itDI CHE

Natale Siamo?Panettoni su grattacieli di cartone sono impi-

lati sulle corsie dei supermercati. Lustrini al pro-fumo di zenzero corteggiano ogni sguardo. La cassetta della posta straripa buste con bollettini postali già compilati e richieste di aiuto. Visi di bimbi di tutti i colori chiedono pietà. Offerte spe-cialissime, prezzi sottocosto. I Pad, I Phone, cellulari di ultime generazioni, automobili dai modelli irresistibili. Vetrine ammiccanti. Con il Buon Natale incorporato.

Ma è questo il Natale? Una montagna che giocoforza bisogna scalare perché impo-sta dal calendario? Con gli auguri spesso solo di circostanza o via SMS, e-mail o facebook, magari uno stesso testo copiato per tutti i nomi della rubrica? Certo più economici e facili che scrivere una cartolina. Perché quella bisogna comprarla, poi aggiungerci il francobollo, e scri-vi, attacca, imbuca… E i regali per far bella figu-ra, tanto più costosi quanto più si teme il giudi-zio della persona che li riceve? E i raduni effetto “metalcrom”? Che dire poi del presepio? Quello con i ciocchi di legno per capanna, il muschio raccolto sui fossi in una giornata di brina, con le mani ghiacciate, a rischio geloni, Gesù Bam-bino, i Re Magi, i pastori e le pecorelle. Mi sa che è un po’ fuori mercato. E il Natale dei bam-bini, quelli che si vorrebbero ammaliati dal “Tu scendi dalle stelle” di antica memoria? Dov’è? Semplicemente archiviato nel baule dei ricordi di chi oggi ha superato gli “anta”. Per il resto, i bambini, anche piccoli, già a novembre sen-tenziano “Io ho già chiesto tante cose a Babbo Natale. Allora… voglio…”. In elenco, ben oltre il numero delle dita, ci sono tutte cose che il buon vecchio ignora e, anche se le sapesse, mai si sognerebbe di metterle nel sacco. Però, dicia-molo, il mondo in cui si trova a lavorare non è un mondo ideale. Ci sono problemi, povertà, sopraffazioni, guerre. Però lui rappresenta co-munque l’emblema delle cose che si possono avere a Natale. Specialmente per loro, i bambi-ni. Che aspettano Natale per avere, nonostante ci siano genitori ed educatori che lo riconduco-no alla generosità, all’amore, all’aiuto reciproco, al dono. Molti, sotto il peso del troppo, aprono pacchi e archiviano. Nell’attesa di qualcos’altro e ancora e ancora per poi finire con uno sbuffo e un “Tutto qui? Ma io volevo…” Perfino qual-che nonno, anziché raccontare le belle filastroc-che, chiede loro quali regali abbiano ricevuto. Che il mondo stia andando gambe all’aria? Per fortuna non si può fare di ogni erba un fascio.

E il Natale di chi soffre? A volte è come l’aceto su una vescica. Fa malissimo. Per que-sto è un giorno temuto da molti, perché acutizza la sofferenza e la malinconia, il vuoto lasciato da chi non c’è più, il lavoro evaporato, il domani incerto, la famiglia ferita, il respiro corto, i fardelli che tutti portiamo sulle spalle.

Ma è Natale. Cosa possiamo fare allora? Rassegnarci e lasciarci soffocare dal consumismo o dalla tristezza? Distrarci, addos-sando le responsabilità ad altri? Rinchiuderci a riccio? Perché, invece, non proviamo a met-terci a “fare”, sposando le parole semplicità e pace? Ancora possibili, se ci si crede. Chi di noi non vorrebbe essere ascoltato, capito, ricono-sciuto? Quale occasione migliore del Natale per cercare di farlo con chi ci sta vicino, con chi tendiamo ad evitare, con chi ci sembra lon-tano anni luce ed invece è lì, ad un passo da noi? Cui donare un saluto, una marmellata, un sorriso, una fetta di panettone da condividere. Senza aspettarne un’altra in cambio. Andando controcorrente con un’onda di Bene, quello che non si compra e non si vende? Allora sarà dav-vero Natale, quello che non desidera regali, ma persone.

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TANTISSIMI AUGURI di BUONE FESTE

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22 DICEMBRE 2014

Il complesso del Pastificio, compren-deva gli uffici per l’attività amministrativa, il magazzino delle farine, gli spazi con le macchine impastatrici e trafilatrici per la lavorazione dei vari prodotti ed il magazzi-no dei prodotti finiti. L’energia motrice per gli impianti e macchinari, veniva tratta da una centrale situata in comune di Flaibano, sulla roggia S. Odorico ed una più piccola, situata sempre lungo la roggia che passa-va all’interno dello stabilimento. Alla morte di Roberto Lotti, subentrò il figlio Giusep-pe, che continuò l’attività con il cav. Attilio De Nobili, coadiuvati dall’impiegato Erne-stino Sambuco. La direzione tecnica per la produzione, l’essicazione, la resistenza alla cottura della pasta ed il controllo della qualità, era affidata a Gino De Nobili. C’era inoltre il rappresentante, Pietro Cengarle, molto apprezzato per suo lavoro e per le doti non comuni di affabilità e comunicativa con i clienti.

Roberto Lotti, di lontane origini toscane, nato a Varmo, arrivò a Codroipo, verso la fine dell’ 800. Lavorò in un primo tempo presso la ditta Muzzatti e Magistris che raccoglie-va grano per i propri mulini. Al ritiro dei due soci, Lotti continuò il commercio in proprio, aggiungendo anche la vendita di vini, generi alimentari ed una piccola fabbrica di liquori, dove oggi c’è l’azienda dei F.lli Piccini. Nel 1924 si associò ad Attilio De Nobili, creando il primo pastificio, che nel 1931, fu trasferi-to di fronte alla stazione acquistando pure il vecchio teatro Benini che era contiguo. Fu completamente raso al suolo dallo scoppio del treno carico di tritolo, il 12 ottobre 1944.

L’attività riprese nel 1946, ma fu spostata verso l’inizio di via C. Battisti, all’angolo con piazza Giardini (allora Foro Boario) ed ora sede del Supermercato Coop. Fu costituita una Soc. per Azioni tra Roberto Lotti ed Attilio De Nobili, che aveva per scopi: l’attività molitoria, la fabbricazione di paste alimentari ed il loro commercio, la produzio-ne e vendita di energia elettrica, imballaggi e l’esercizio dei trasporti inerenti l’attività e tutte le altre operazioni utili e necessarie al conseguimento degli scopi sociali.

Nello stabilimento, lavoravano circa una quarantina di persone, tra personale ma-schile e femminile ed il lavoro era costante ed a ritmo sostenuto, per cui il macchinario comportava una attenta e costante manu-tenzione e controllo, per evitare guasti che avrebbero potuto bloccare la produzio-ne. Il personale addetto agli impianti, era particolarmente esperto del settore, come l’elettricista Eustachio Bianchini, il falegna-me Giuseppe Comisso ed il meccanico Giuseppe Sartorello a cui subentrò Lucia-no Domeneghini. Le operaie erano addet-te alla pesatura della pasta ed in genere a tutti quei lavori abbastanza leggeri, ma che presupponevano attenzione e diligenza.

Il clima che si viveva nello stabilimento, era di massima collaborazione ed amicizia, tanto che, quando per i lavori di pulizia del-la roggia, l’acqua veniva bloccata, si trova-vano moltissimi piccoli pesci, che venivano fritti e mangiati in allegra compagnia pres-so l’albergo Al Commercio che si trovava di fronte al Pastificio (ora Alì Babà). Nono-stante il lavoro in nero a quel tempo fosse molto praticato, a tutti i dipendenti venivano versati i contributi, compresa la tredicesima mensilità e, cosa più unica che rara, da un certo periodo, anche la quattordicesima.

Il volontario del primo soccorso

che c’è in te...La delegazione della Croce Rossa Italiana di Codroipo organizza un cor-so base di primo soccorso per aspi-ranti volontari. Il corso partirà a inizio novembre e comprenderà inizialmen-te sette lezioni in cui verranno trattate nozioni di primo soccorso e verranno descritte tutte le attività svolte dalla Croce Rossa. L’iscrizione è aperta a tutti coloro che vorranno avvicinarsi e conoscere questa realtà.Info: 331/6359133 · [email protected]

STORIE CODROIPESI:IL PASTIFICIO QUADRUVIUM

Il pastificio Quadruvium come si presentava negli anni '50. Disegno di Maria De Nobili

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23www.ilpaesecodroipo.itTutti ricevevano mensilmente 10/15 chili di pasta in omaggio ed a chi aveva oltre 16 anni di anzianità, veniva corrisposto anche un premio di produzione.

Il processo produttivo, era articolato in diverse fasi che prevedevano: - l’impa-sto di acqua e farina nelle “giuste pro-porzioni”, - la trafilazione, per ottenere i vari tipi di pasta, il taglio della pasta lunga e l’eliminazione di eventuali difetti. - l’incarto, eseguito in un flusso di aria calda dal basso verso l’alto, che aveva lo scopo di asciugare tempestivamente la su-perfice esterna della pasta, evitando così che potesse appiccicarsi nelle successive fasi di lavorazione. - l’essicazione vera e propria, era la fase più delicata, perché i macchinari dell’epoca (Braibanti di Mila-no e Garbuio di Treviso), richiedevano una costante sorveglianza per evitare gli sbalzi di umidità.,

ll processo si completava con la pesatura, l’impacchettamento delle confezioni singole, l’imbal-laggio, l’immagazzinamento e la spedizione.

La produzione giornaliera di pasta era di circa 80 quintali e veniva effettuata a ciclo continuo con i turni di notte dalle 22 alle 6 riservati agli uomini. Veniva fabbricata con “pura semola di grano duro”, fornita dai Mulini Variola di Cordovado, si differenziava in spaghetti di vario numero e tagliatelle anche all’uovo, rigatoni di varie grandezze, tempestine per brodo e pure una speciale pasta per minestra di fagioli, denominata “Pater Noster”. In considera-zione che il prodotto era di alta qualità e molto apprezzato sia dai consumatori che dai ristoratori, il pastificio Quadruvium, si creò anche un vasto mercato nel Veneto, con un grosso deposito a Venezia. Anche il famoso ristorante La Colomba, numero uno nella Venezia di quei tempi, ne era affezionato cliente. Data l’eccellenza del prodotto, perfino un grosso pastaio roma-no, si faceva spedire periodicamente pasta Quadruvium, per uso familiare. Il “Cavallo di Battaglia”, indovinatissimo marchio di fabbrica, che ha brillato per molti anni, era opera di un noto grafico pubblicitario dell’epoca ed era costato la ragguardevole cifra di 25 lire.

Nonostante ci fosse la costante ricerca e l’uso di macchinari sempre più moderni ed efficenti, alla fine degli anni 70, la differen-za fra costi e ricavi, si assottigliò sempre di più, rendendo problematica la continua-zione dell’attività, anche per l’affacciarsi sui mercati, di altri grossissimi concorrenti,

Sappiamo cucinare solo i prodotti della nostra Terra come l’asparago che cresce a Belgrado di Varmo, te-nero e dolcissimo, l’oca della roggia con il suo sapore selvatico, la preli-bata anguilla che vive nelle limpidis-sime acque dello Stella. In autunno dunque la “bisate in umido”, con le nebbie dell’inverno si cena con “polenta e baccalà”, a primavera “risotto con lo sclopit”, d’estate poi i nostri formaggi e il vero “frico di STRISULIS” accompagnato dalla freschezza degli orti. Proprio per questo a BUGNINS la nostra Tratto-ria, ha più di mezzo secolo di vita, intende ancora proporsi come pun-to fermo di una cultura culinaria al-trove perduta o contaminata.

Era Ippolito Nievo che cantava le qualità nascoste e squisite di questa nostra terra. Di tante bellezze alcune sono rimaste a consolarci come il vino che lo scrittore giudicava “uno dei vini più generosi del Friuli”.La trattoria Da Bepo non si presenta

come il Ristorante di lusso che si fin-ge rustico per conquistare l’avventore, ma una vera davvero casalinga dove a sera i vecchi ancora giocano a carte e dove si sente il rimpianto per il mondo contadino che pare inesorabilmente perduto. Veniteci a trovare, Vi faremo assaggiare il dolcissimo “masurin”, oche ed anatre, radicchi ed erbe dei no-stri orti, prodotti fondamentali per una cucina legata alla tradizione. Questa è la Trattoria Da Bepo di Bugnins.

Via Amalteo, 2 · Bugnins di Camino al Tagl.to (UD) · Tel. 0432.919013 · www.dabepo.com

ma la botta definitiva venne data, nel 1970, dalla morte di Gino De Nobili. Per qualche anno, lo stabilimento fu affidato al Pastificio Tomadini di Pordenone, ma quando anche quest’ultimo chiuse i battenti, cessò defini-tivamente anche il marchio “Quadruvium”.

Per parecchi anni il Pastificio Qua-druvium è stato onore e vanto per la co-munità codroipese, sia per il nome evocati-vo di un glorioso passato, sia per aver fatto conoscere la nostra città, anche al di fuori dei confini regionali e pure come esempio di laboriosità e di alta qualità dei prodotti, di un’industria che dai rapporti umani ha sapu-to trarre anche un’etica di lavoro.STRALCIO DEL MANUALE DI COMPORTAMENTO IN

AZIENDASEMOLE E FARINE: controllare sem-

pre le farine, le semole, l’umidità della pasta ed il glutine e registrarne le prove sull’appo-sito libro.

MISCELE: che vengano eseguite real-mente come ordinate.

SEMOLE E FARINE: data la stagione calda, che non si deteriorino.

CAMERA D’INCARTAMENTO: che siano costantemente mantenuti 95° di umi-dità e 30/32° di caldo.

IMPASTI: devono sempre corrisponde-re alla portata delle campane, senza che ci siano rimanenze.

LAVORO: deve essere interrotto ogni 3 ore al massimo, durante la stagione calda.

ROTTAMI: non devono restare rottami, spuntature, pasta, nelle cassette, più del tempo di torchiatura, tra una campana e l’al-tra, onde evitare l’acidità.

IMPASTI: quelli relativi agli spaghetti, siano il più possibile senza rottami, utiliz-zandoli invece in quelli della tagliata, che ha meno importanza.

PASTA: deve riposare 10/15 minuti dopo incartata, per rinvenire, onde evitare che ri-senta i colpi di aria fredda durante i trasporti in ascensore.

CONFEZIONE: lavoro molto delicato, bisogna di tanto in tanto sorvegliare e con-trollare le casse.

TARE: controllarle spesso e calcolare sempre la differenza ove fosse necessario.

CONFEZIONE PACCHETTI: control-lare i pesi, mettere attenzione che la merce sia tutta sceltissima, e che non si mescoli la 00 con la Quadruvium.

TUTTI IMBALLI: che vengano demo-

liti producendo legna da ardere; devono essere venduti, come già cominciato ed in special modo darli all’Albergo onde pagare il vitto Bianchini.

SPEDIZIONI: spedire le casse peggio-ri per le destinazioni dalle quali non fanno più ritorno i vuoti. I colli devono essere ben confezionati e le etichette relative, chiare, regolari e ben centrate.

CAMION: deve sempre viaggiare, ad ogni modo il più possibile carico onde sfrut-tare le spese ed il servizio deve essere sem-pre disposto per tutta la settimana.

SPESE GENERALI: devono essere contenute il più possibile nei limiti minimi. Chi spreca è personale da eliminare.

Angelo Petri

Il Principe dei Cuochi allegro e rubicondo

lasciò pentole e fuochivolle girare il mondo.E dopo aver giratoquasi l'Italia intera

trovò il caval QUADRUVIUMla pasta più sincera.

Saltò il gran cuoco in sellaal magico destriero,

per dar questa novellaall'universo intero.

Pubblicità in rima del pastificio Quadruvium.Si trova nel numero unico Quadruvium

pubblicato per il XXXVII Congressodella Società filologica friulana, 1952

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24 DICEMBRE 2014

SICURPIÙ: SINONIMO DI QUALITÀ DI IMPIEGO NEL MONDO DELLA SICUREZZA

movimenti del viso (a volte basta un inarcarsi di sopracciglia per dire tanto. Tutto).

Ma riuscivo a ricordare solo una grazia nor-male non vistosa serena come di una persona che non ha bisogno di niente. Si era affacciata pochi secondi mi aveva guardato..., ma avreb-be guardato chiunque fosse stato alla portata del suo sguardo? Volevo scoprire se nei recessi più riposti dell’animo fosse scattato anche in lei qualcosa. Non perché creda di essere irresisti-bile ma perché voglio sperare nella biunivocità delle pulsioni. Non diceva qualcuno settecento anni fa “amor c’a nullo amato amar perdona?”.

Mi piacerebbe fosse così ma non ne sono si-curo. Ora mi capita di pensarla spesso. In questi giorni ho lasciato perdere altri appuntamenti no-nostante ultimamente riuscissi a vivere anche un paio di storie parallele. Ho cominciato a stu-diare la situazione e a scartare via via le varie tematiche di contratto. Telefonarle direttamente mi sembrava un volgare approccio, quasi un delitto di lesa serenità. Aspettarla sotto l’uscio un attentato alla sua privacy. Scriverle infantile e forse patetico.

Non l’avevo più vista.L’idea mi venne all’improvviso. Le avrei spe-

dito da finestra a finestra un aeroplanino di carta con su scritto “prenderebbe un caffè con me? Se è d’accordo si affacci domani alla finestra alle 13.15”. Avrei dovuto studiare il momento opportuno per non farmi pescare dai colleghi né da lei. Né se possibile da qualche passante curioso. Studiai per alcuni giorni i movimenti e stabilii che l’ora più adatta era il primissimo po-meriggio. Ma da qualche giorno non apriva più le finestre. L’avevo vista uscire frettolosamente svelta e leggera. Vestita di bianco. Abbronzata. Mi serviva una finestra aperta. L’attesa mi sner-vava. Avevo nel frattempo preparato una decina di aeroplanini di carta e per un paio di giorni ero arrivato mezz’ora prima per allenarmi a lanciarli. Provavo lungo i corridoi per prendere mano. Ero pronto. Nessuno si era accorto di tutto quell’ar-meggiare. Solo una volta un collega mi aveva detto: “Michele ti vedo strano sei stanco?”. Alla mia negazione più nulla. Ecco, finalmente la mia pazienza veniva premiata.

Erano passate due settimane da quella pri-ma rapida visione. Aveva aperto la finestra e le tende fuoriuscivano lasciando talvolta scoprire lo spazio interno. Sulle prime non mi ero accorto che c’era anche lei. Era sul divano. Leggeva. Una folata d’aria l’aveva scoperta ché la tenda si era ritirata verso l’interno. Era in pantaloni e si carezzava pigramente l’area attorno all’om-belico. L’altra mano era sotto la nuca e teneva sollevati i capelli. Aveva un bel collo. Il momento era buono. Avrei aspettato che si alzasse per non farmi scoprire nel gesto di lanciare il mio messaggio. La strategia era quella di creare an-che in lei un’aspettativa, un minimo di mistero per incuriosirla. A un certo punto si alzò - presu-mo per il pranzo - e uscì dalla stanza. Era pas-sato mezzogiorno e non v’era nessuno in giro.

... continua nel prossimo numero Renato Pilutti La terra del confine

Ed. La Bassa, Portogruaro e Latisana 2002, pp. 34-44. (Nota dell’autore: più o meno così come mi è stata raccontata…)

L’aeroplano di carta

Ho dei dubbi che il tempo ti faccia saggio. E poi, che significa? Non giocare più con gli aquiloni? Non battere i piedi? Non guardare il didietro alle ragazze mentre sorseggi un drink sotto i portici?

Ovvero: se diventi saggio smetti di giocare guardare i cieli andare a letto una sera senza esserti fatto la doccia?

Credo di no. Perché il gioco è il confine del resto il coagulo della sanità mentale la valvola dei pensieri e l’estuario delle tue pulsioni.

Ti alzi la mattina e il dovere ti chiama a quell’ora in quel luogo. Un dovere che dura giorni mesi anni. Lo interrompi per i bisogni e per il sonno. Hai sabati e domeniche e ferie. Se hai famiglia forse sei felice o forse no. Potrebbe esserti andata male con la donna che hai. Po-tresti essertene pentito. Sentendo di aver preso un abbaglio. Se non ti annoi sei felice. Se sei solo (come me) hai tutto l’appartamento a di-sposizione tana loculo alcova letamaio albergo. È uno spazio giusto. Qualche volta ti sembra vuoto ma non fai a tempo ad approfondire per-ché devi uscire. E così vivi vegeti bestemmi vai avanti e indietro al lavoro fai colazione là per guardare le tette della banconiera stai un’ora a pensare se far o no quella telefonata preparan-do il tuo atteggiamento e le risposte a seconda che ti dica di si di no forse.

Arrivi ai 40’anni e ti sembra ieri che contesta-vi coi capelli lunghi il potere costituito, ti sembra ieri che ti nascondevi agli sguardi dei tuoi per le prime scopate sembra ieri che non eri convinto di tutta la centralità della politica perché tu met-tevi già al centro le persone, la tua insopprimibi-le soggettività, il tuo spazio privato, il tuo tempo la tua musica non necessariamente impegnata e militante. E invece hai raddoppiato quegli anni e non ti sembra vero perché non ti vedi qua-rantenne come ricordi tuo padre i tuoi zii uomini fatti stempiati di domenica vestiti con cravatte scure e grisaglie e i calzini sempre troppo corti.

Ne hai passate. Malattie e solitudini e voglie strane. Ma anche masochismi e paranoie. Ogni tanto ti fermi a pensare e allora ti penti del turpi-loquio a cui spesso e volentieri indulgi con il tuo insostituibile parentado stretto madre sorella fratello. E vorresti dar più sostanza al tuo modo di essere. Quando hai tempo anzi ti dai tem-po comprendi che potresti migliorare lasciando perdere le strampalate affermazioni egoiste apodittiche sentenziose e dando libero sfogo all’ascolto. Come talvolta ti riesce.

È a te che in un giorno qualsiasi della scorsa estate è capitato d’innamorarti ancora una vol-ta. Miracolo ennesimo sistole diastole erezione pentagramma di improvvisazioni musicali este-tica calma inquietudine benefica.

Ma parlane pure, allora.“Erano ormai quasi tutti in ferie all’ufficio

di rappresentanza dell’Ente. Restavo io, un autista a disposizione e un paio di impiegati amministrativi. La sede è ricavata con gusto

da un vecchio palazzo nel centro storico della città. Quando viene fine luglio ormai ogni anno (lavoro lì da dieci) tutto rallenta i corridoi han-no dimenticato la concitazione della stagione piena c’è tempo per fare archivio mettere in or-dine pensare. Un saluto e un caffè la mattina con i colleghi e poi la giornata trascorre un po’ impigrita e sonnolenta. Anche se fuori l’esta-te consiglia di rallentare i movimenti con i 35° all’ombra, dietro i muri tricentenari del palazzo si sta bene è fresco. Fu proprio una tarda mattina dopo aver finito di sistemare alcuni vecchi fal-doni cui avevo tolto un po’ di polvere che la vidi all’improvviso. Caso volle che fossi alla finestra. Di là della strada vi è una schiera di residenze e uffici signorili. Un avvocato un notaio famiglie di buon nome. Aveva scostato le tende e stava appoggiata con le mani al davanzale. Profonda.

Una giovane donna dai capelli scuri e lisci vestita con curata noncuranza mi guardava da 5-6 metri. Dopo qualche secondo scomparve. E cominciò il mio tormento. Non che mi mancas-sero le ragazze in quel periodo. Avevo scelto da tempo di vivere le storie evitando coinvol-gimenti troppo pieni. La mia vita sentimentale era cominciata più di 20’anni fa con la serietà di chi voleva far cose mai per finta. Monogamo sincero tignoso mi ero fatto prosciugare le forze dalle morose. Non avevo mai gareggiato con gli amici per una “tacca in più sulla pistola”.

Poi qualche anno fa - quasi per impadronirmi del tempo - avevo deciso di fare un viaggio a ritroso volevo vivere come mediamente avevo visto fare agli altri facendo le cazzate che avevo criticato quindici anni prima. Ma io ho sempre amato le donne che ho incontrato e scopato an-che una volta sola. Anche oggi posso innamo-rarmi 4-5 volte al giorno.

Mi chiedo spesso cosa significa innamorarmi. Ne scrivono in tanti alcuni si sono arricchiti pub-blicando seducenti verità sull’amore e sull’in-namoramento. Meglio quelli che hanno scritto direttamente di sesso e di erotismo ché almeno hanno parlato di eventi biochimici e psicologi-ci incontestabili. Credo che ognuno abbia una risposta e valga soprattutto se non solamente per lui per lei.

A me pare come di essere attraversato da un lampo quando mi capita adrenalina balbettio turgori. Un misterioso potere si impadronisce di me.

Ora che l’avevo vista il mio problema era come intercettarla. Ero diventato col tempo una specie di esperto di incontri fortuiti. Mi era faci-le intravista una ragazza che volevo rincontrar dopo un po’ di tempo fare il giro dell’isolato e fingere di essere lì come per caso. Mi ero sem-pre chiesto quanto quella casualità risultasse effettivamente misteriosa visto che spesso la cosa era finita a letto per dei revival niente male. Forse c’era un incontro di due spiritualità di due pulsioni che cercavano solo il momento giusto per esprimersi e quindi il modo non contava.

Forse c’era in quel caso un misterioso richia-mo a funzionare a livello istintuale come in natu-ra accade con l’estro degli animali. Sulle prime mi risolsi di attendere un’altra coincidenza per rivederla cioè che si riaffacciasse e io fossi lì. Con il pensiero riandavo a quella fugace visione cercando di ricordare l’espressione eventuali

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Pranzo di NataleAperitivo della Casa

AntipastiGrand Plat Insalata di Mare

Capasanta e Salmone MarinatoCarpaccio di Manzo su Letto di Valeriana,

Grana a Scaglie e Melograno

PrimiCrespelle con Coda di Scampi e porroGnocchi al Sugo di germano RealeBrodetto di Cappone con Cappelletti

SorbettoSecondo (a Scelta)

Filetto di Branzino, Ripieno di Gambero Gratinato con Castelletto di Verdure Grigliate e Patate al Forno

OppureCappone alle Castagne

con Patate e Verdure di Stagione

DolceTronchetto di Natale

Vino, Acqua e Caffé

Euro 40,00 Per Prenotare Tel. 0432.904110

Auguri di Buone FesteCena di Capodanno

Aperitivo della Casa

AntipastoCarpaccio di Manzo su Letto di Rucola,

Condito con Pancetta e Carciofi

PrimiRisotto allo Champagne e Melograno

Crespelle con Montasio e Funghi

SecondoCosciotto di Vitello con Salsa di Funghi

ContorniPatate al Forno e Spinaci al Burro

Dolce Euro 45,00

Capodanno"Moderno"

Giro Pizzacon Dolce ed Aperitivo

Euro 19,00 Per Prenotare Tel. 0432.904110

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26 DICEMBRE 2014

AssociazioneLa Pannocchia

di Fabiola

PRESEPEÈ dicembre,

prepariamo tutti il presepe;cosa ci vuole?

Carta blu notte per un cielo stellato,(ogni stella un sogno realizzato).

la stella cometa brillanteappesa nel cielo notturno.

La caverna più vasta e più bellaper accogliere il vecchio Giuseppe

la dolce celeste Maria,il bue, l’asinello e la paglia

che fa da giaciglioal tenero bimbo Gesù.

E l’angelo sopra la grottaa indicare la via,

E poi…Casette bianche di polistirolo,

appoggiate sul verde del muschio,su colline di sabbia,

e grotte a far da bottegatante grotte scavate nel legno, nel tufo,

create nelle montagne di carta.Fiumi azzurri che scorrono

tra rive erbosee pescatori con collane di pesci.Laghetti di specchio con papere

lavandaie ai fontanilicon cesti di panni puliti.

Fuochi rosseggianti tra i sassie un uomo addormentato.

Pastori con pecore e agnelli,galline, oche e conigli,

a visitare Gesù.Ancora

Piccole luci brillanti ad illuminare le case, le grotte, le stalle

a simulare i fuochi,a far risplendere il cielo.

Più tardi, I Re Magi con i loro cammelli:

che portano doni preziosi,ma, smarriti per strada,

hanno perso la via. Lisetta 12-14

A fine Settembre alcuni soci hanno par-tecipato al corso BLS-D (Rianimazione Cardiopolmonare e Defibrillazione precoce nelle comunità) tenuto dal docente Marco Carlini in collaborazione con l’Amministra-zione Comunale di Bertiolo.

Il nostro giovane socio Giacomo Ros, ha meritatamente superato l’esame di ammis-sione all’“Accademia Militare di Mascalcia” di Grosseto ed ora sta frequentando la pre-stigiosa scuola con notevole impegno.

Accanto alla formazione, l’Associazione, ha comunque seguito i tradizionali impegni di sempre: attività ludico-ricreative presso il Centro di Riabilitazione “La Nostra Famiglia” di Pasian di Prato; partecipazione alla Festa del vino di Bertiolo con i percorsi a cavallo per i bambini e allestimento della mostra dei disegni in collaborazione con il progetto do-poscuola e l’Istituto “La Nostra Famiglia”; la festa dei bambini a Sterpo; attività conosci-tiva del cavallo presso la Fattoria Magredi di Flambro durante il centro estivo con ra-

gazzi normodotati e disabili; il Re a caval-lo: esperienza in costume vissuta con gioia alla Scuola dell’Infanzia “Circonvallazione Sud” di Codroipo, nell’ambito del progetto educativo “Il Castello”; il cavallo alla Scuo-la Primaria di Bertiolo in collaborazione con l’Associazione “Le Foglie”.

Sulla base dell’esperienza acquisita nel mondo equestre e vissuta assieme alle diverse agenzie educative presenti nel ter-ritorio, l’Associazione Friulana Amici del Cavallo spera di riproporre attività ludiche-ricreative, rivolte a bambini e ragazzi allar-gandole anche a persone disabili. L’obietti-vo principale è quello di avvicinare i ragazzi al cavallo, dar loro l’opportunità di conoscer-lo, di rispettarlo, per trarre dalla sua vicinan-za divertimento ed apprendimento di regole semplici, che permettano di ottenere risultati sempre gratificanti.

E` provato che il contatto con il cavallo dà la possibilità ai ragazzi di confrontarsi con una realtà principalmente educativa e, nel caso di disabili, ha anche funzione rieduca-tiva e terapeutica.

La nostra scelta è dettata dalla volontà di fare piccoli ma sicuri passi nell’intento di creare stimolanti occasioni per nuove espe-rienze e nuovi progetti.

Gli Amici del CavalloPer l’Associazione Friulana Amici del Ca-vallo, l’anno che sta per terminare è stato sicuramente all’insegna della formazione, poiché i membri sono fermamente convin-ti della necessità di acquisire nuove cono-scenze e tecniche, per poter svolgere con passione e competenza l’attività di volonta-riato.

Da Gennaio a Marzo è stato organizza-to il corso per “Tecnico E.D.A. (Equitazione Diversamente Abili) 1° livello” a cura della S.E.F. Italia (Scuola di formazione Eque-stre). Al corso hanno partecipato cinque soci che hanno brillantemente superato l’esame (teorico e pratico) presso il Centro ippico “La Rocchetta” di Moglia (Modena) tenuto dal maggiore Claudio Agnesio (tecni-co e formatore S.E.F.). I corsisti hanno potu-to svolgere inoltre le ore previste di tirocinio come operatori E.D.A. durante il progetto “sCavalchiamo l’Handicap” sotto la sapien-te guida del tecnico E.D.A. 2° livello S.E.F. Italia Gianpaolo Ruzza.

TEMPO DI Formazione eBilanci per l’A.F.A.C. di Bertiolo

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da fiaccole, in direzione della prima tappa che si è svolta presso il Centro Ecoricreativo Ippoturistico, sede dell’Associazione Nazio-nale Giacche Verdi, dove 6 giovani allievi hanno deliziato i presenti con un carosello equestre. La tappa successiva si è tenuta nel parcheggio di Via dei Molini dove si è potuto ammirare l’arte pittorica di Giusep-pe Zoratto, l’arte dell’intreccio manuale dei cesti di Giuseppe Scottà, l’arte corale del-la Corale Laurentina, il tutto abbellito dalla scenografia naturale derivante dall’esposi-zione delle diverse tipologie di zucche locali. La terza tappa si è svolta in Via Friuli dove il Maestro Carlo Zorzini con libera interpre-tazione ha accompagnato con il violino l’ar-te poetica di Pieri Masut, poeta del Medio Friuli del secolo scorso. Il corteo ha poi rag-giunto Via Fruch, ultima tappa del percorso, dove ad attenderli c’era l’arte manuale del-la terracotta, e non solo, di Nereo Manaz-zone, l’arte del legno di Tiziano Romanelli e l’arte corale del Coro Voci Libere. Per la realizzazione dell’evento ci si è avvalsi, inol-tre, dell’ausilio prezioso della Polizia Locale e della Protezione Civile a cui va un doveroso

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CON FINANZIAMENTO 12 MESI A INTERESSI ZERO · APPROFITTANE SUBITO!

La 22a edizione della Lucciolata che da oltre vent’anni viene realizzata nel Comune di Sedegliano, si è svolta sabato 27 set-tembre 2014 nella frazione di San Lorenzo. L’organizzazione dell’iniziativa, patrocinata dall’Amministrazione Comunale di Sede-gliano, è stata realizzata dall’Associazione socio-culturale Laurentina, in collaborazio-ne con i volontari del paese e con lo Spor-tello intercomunale per la lingua friulana.

I proventi derivanti dalla vendita dei bi-glietti, per i quali è stata richiesta un’offerta libera, sono stati destinati al sostentamento della Casa Via di Natale di Aviano e al ser-vizio che essa offre alle persone malate di cancro e ai loro familiari. La partecipazione all’iniziativa è stata numerosa anche grazie al clima mite di una serena serata d’autunno.

Il percorso dell’edizione di quest’anno comprendeva 4 tappe nelle quali sono sta-te evidenziate alcune “curiosità” artistiche del luogo, sotto la regia di Paolo Bortolus-si. Dopo il ritrovo nel parco festeggiamenti i partecipanti si sono avviati verso una strada di campagna, illuminata in modo suggestivo

Il 13 settembre a Virco, frazione di Bertiolo, c’è stata l’inaugurazione dei lavori di ampliamento della sede degli Alpini. Hanno presenziato alla cerimonia di inaugurazione oltre al Sindaco, diver-si Consiglieri comunali, il Presidente del

NICOLA e MATTIA: Tecnico Fumista e Spaccamino (analisi wolher)Pulizia canne fumarie - Prova di tenuta canna fumaria - Videoispezione

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INAUGURATO A VIRCO L’AMPLIAMENTO DELLA NUOVA SEDE DEGLI ALPINI

Consiglio provinciale di Udine Fabrizio Pit-ton, il Capogruppo in Consiglio regionale di FI Riccardo Riccardi e il Consigliere regio-nale Vittorino Boem. L’edificio, di proprietà del Comune è stato oggetto di un intervento di ampliamento effettuato in economia gra-

zie all’importante lavoro di volontariato prestato dagli stessi Alpini della sezione locale. Questo è stato possibile perché con un atto pubblico il diritto di superfi-ce dell’edificio di proprietà del Comune era stato concesso temporaneamente all’associa-zione degli Alpini, così i vo-lontari hanno potuto agire seguendo le regole e le norme di un intervento effet-tuato da privati, snellendo tutta la buro-crazia che ci sarebbe stata se l’opera fosse stata fatta dal Comune stesso.

Il costo che l’Amministrazione ha so-stenuto è stato molto modesto, perché ha acquistato unicamente le materie prime impiegate, per un importo complessivo di circa 30.000 €. A fronte di una spesa modesta però il Comune, allo scadere del contratto, si ritrova restituito al proprio patrimonio un edificio ristrutturato, am-pliato con servizi di cucina, servizi igienici e sala di comunità il cui valore è sicura-mente oltre 3 volte l’importo investito.

Un plauso doveroso va all’Associazio-ne degli Alpini di Virco, al loro presidente Michele Mattiussi e alla comunità intera, molto attiva e unita e attenta alla conser-vazione del patrimonio comune.

Lucciolata a San Lorenzo a sostegno della Casa Via di Natale

ringraziamento per aver mantenuto l’ordine e la sicurezza lungo le strade cittadine.

Alla fine della manifestazione ci si è ritrova-ti tutti presso il parco festeggiamenti dove era stato appositamente allestito un tendone nel quale si sono tenuti i saluti delle autorità, in particolare hanno preso la parola Sonia Rigo, Assessore all’Istruzione, ai Servizi Socio-As-sistenziali e alle Pari Opportunità del Comu-ne di Sedegliano e il rappresentante dell’As-sociazione Via di Natale, Ottorino Sguazzin che ha illustrato ai presenti l’operato dell’As-sociazione e della Casa Via di Natale.

A seguire un momento conviviale, “acce-so” da un buon piatto di minestrone friulano e dai dolci realizzati dalle volonterose donne di San Lorenzo.

Una bellissima Lucciolata che sottolinea la solidarietà, la generosità e l’umanità della gente nei confronti delle persone malate di cancro e che vedrà coinvolto nuovamente il territorio comunale il prossimo anno, con la 23a edizione, nella frazione di Coderno.

Dot.ssa Michela V.

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28 DICEMBRE 2014

ormai ci sei dentro e che due teste sono meglio di una, ti dico che cosa abbiamo trovato finora. Ma tu devi promettermi che non scriverai nulla fino alla fine delle indagini. -

- Promesso. - Disse Luigi che non stava più nella pelle. Domenico riferì a Luigi il risultato dell’autopsia e gli mostrò i verbali del breve interrogatorio del giardiniere di Villa Manin. Luigi li lesse più volte con attenzione e si fece meditabondo: - Domenico, forse so come sono andate davvero le cose, ma mi serve mezza giornata per controllare una cosa, potresti la-sciarmi una fotocopia di questi documenti? - Disse il giornalista freelance. - Sei impazzito! Sono documenti coperti dal segreto istruttorio! Già facendoteli leggere potrei già dire addio al mio lavoro, non se ne parla nemmeno! - Rispose risoluto l’ufficiale. - Senti, io vado un attimo a vedere se il mio collega ha finito di scrivere li verbale di Fitti, quando torno non voglio vederti qui e non azzardarti nemmeno a guardare il fotocopiatore accanto alla porta. - Disse Domenico con tono ammiccante. Luigi sorri-se e si avviò verso l’uscita. Si sentì il rumore di un fotocopiatore in funzione, poi dei passi ed infine una porta che si chiudeva, nel corridoio accanto all’ingresso non rimase anima viva. Il po-meriggio stava quasi diventando sera, si stavano avvicinando le cinque, “l’ora verde” dei tempi della Belle époque durante la quale l’assenzio scorreva a fiumi nei bistrot parigini, ma Luigi non amava l’assenzio e non si trovava a Parigi, optò quindi per un caffè al De Mosis che aveva appena aperto. Appoggiato al bancone, il giornalista, osservava pensieroso il lavoro del gio-vane barista che asciugava i bicchieri puliti appena estratti dal-la lavastoviglie, questi dopo alcuni istanti gli chiese che cosa desiderasse bere: - Oggi vorrei un orzo, con schiuma e cacao in polvere, grazie. - Ordinò Luigi - Ottima scelta, sempre quella Luigi, sono almeno dieci anni che ordini sempre quello. -

Commentò ironicamente il barista. - A proposito di sciac-quatura dovrei chiederti un favore. - Dimmi tutto, se posso... più che volentieri. - Disse Luigi - Non è che conosci un idrau-lico? Si è intasato il lavandino del bagno, l’acqua non scende più, deve essersi ostruito a causa degli allagamenti. Di certo non lo posso lasciare così... - Gli occhi del giornalista all’im-provviso diventarono luminosi, bevve l’orzo tutto d’un fiato, lasciò i soldi per pagare la consumazione sul bancone e corse fuori dal locale.

- Ehi!! Dammi il numero dell’idraulico!! - Gridava il barista dall’uscio - Non ti preoccupare, torno in un attimo! Mi hai aper-to gli occhi! - Rispose Omolle correndo verso la sua macchina parcheggiata di fronte al bar. In meno di 5 minuti Luigi era arri-vato a casa di Daniele Quadri, suonò il campanello, uscì Anna.

- Oh è lei, che cosa vuole? - Chiese la moglie di Daniele Quadri - Vorrei farle un paio di domande e vorrei vedere la sua vasca da bagno. - La richiesta così insolita incuriosì Anna che aprì il cancelletto e fece entrare il giornalista. - Buongiorno signora, mi scusi per questa visita improvvisa ma è molto im-portante, vorrei farle un’unica domanda: lo scarico della vostra

Delitto in Villa(un giallo a puntate)

- Fitti, lei è stato visto sul luogo del delit-to! Fitti, le serve un alibi, ne ha uno? - In-calzò Luigi Il finanziere non rispose ed in quel istante bussarono alla porta, entrò la segretaria che annunciò l’arrivo dei Cara-binieri. I militari entrarono nell’ufficio di Fitti e chiesero che cosa stesse succedendo, uno degli agenti era Domenico Lupi, quel-lo che aveva allontanato Luigi dal coman-do di Codroipo la mattina successiva al delitto, non appena riconobbe il giornalista

gli scappò un leggero sorriso: - Luigi, ancora tu! Che ci fai qui, non sarai mica venuto a dar fastidio ad uno stimato uomo d’affari, non ti arrendi mai eh. - Disse l’agente con un leggero sarcasmo nel tono della voce.

- Agente, quest’uomo ha fatto irruzione nel mio ufficio e mi ha minacciato, credo sia suo dovere portarlo in carcere. - Sentenziò Fitti

- Dottor Fitti, lasci decidere a me qual è il mio dovere, ma mi dica quale tipo di minacce le sono state rivolte? -

- Già, glielo dica, in che modo l’avrei minacciata dottor Fitti? - Il finanziere guardava alternatamente il militare ed il giorna-lista e dopo una breve pausa sbottò: - Oh, ma questa è una congiura! E va bene! E’ vero, avevo chiamato Molteni il pome-riggio del giorno in cui è morto, volevo chiedergli di poter entra-re nell’affare della multinazionale. - Ma Molteni le ha risposto picche e lei lo ha ucciso, giusto? - Lo interruppe Omolle. - No! Non l’ho ucciso io! Gianni non mi concesse un appuntamento, mi disse di averne già uno più importante. Non ho incontrato la vittima quel giorno, ve lo giuro! - Si difese l’imprenditore che ormai aveva perduto quasi del tutto la sua sicurezza.

Ci fu un momento di silenzio che s’interruppe quando il Domenico, con tono piuttosto formale disse: - Bene, resta inteso che voi due signori dovrete seguirci al comando per verbalizzare tutto quanto è stato detto poco fa. -

Una volta giunti tutti alla stazione dei Carabinieri di Codroi-po Fitti fu fatto accomodare in un ufficio nel quale un militare mise a verbale le dichiarazioni che aveva appena rilasciato nell’ufficio della sua azienda. Omolle invece rimase presso l’entrata assieme al tenente Lupi.

- Senti Luigi, non puoi fare sempre queste cavolate, non si può entrare nell’ufficio di uno come Fitti ed accusarlo di omici-dio, specialmente quando, forse, è innocente! Questo ci mette in mezzo alla strada entrambi, sappilo! - Lo rimbrottò l’ufficiale dei Carabinieri poi continuò dicendo: - Ad ogni modo, visto che

vasca da bagno funziona? - Chiese Luigi. - Certo che funzio-na! Che domanda è? - Rispose Anna con tono risentito. - Beh allora penso di aver capito chi ha ucciso il povero Molteni... - Mormorò Luigi. - Quindi lo ha capito da quel dettaglio vero? - Chiese Daniele che nel frattempo era entrato nella stanza.

- Sì, è stata una cosa che mi ha detto sua moglie durante una breve chiacchierata alla sera del giorno del ritrovamento del cadavere. Sua moglie mi disse che lei smise di svuotare i secchi d’acqua nella vasca da bagno perché quest’ultima ormai si era riempita, per quanta acqua ci si possa versare con dei secchi è impossibile riempire la vasca da bagno se lo scarico funziona perfettamente. Quindi lei doveva aver chiuso lo scarico perché le serviva una vasca da bagno piena d’acqua in cui affogare il suo strozzino... - Spiegò il giornalista, Daniele lo interruppe: Non serve che continui, ha capito tutto, ecco come andarono le cose quella sera: ho invitato Gianni a casa mia con la promessa che gli avrei restituito fino all'ultimo centesimo, lui ha accettato, quando è arrivato a casa mia gli ho offerto da bere. Pioveva forte e sapevo che sarebbe entra-ta l’acqua, mia moglie non era a casa, avevo già preparato la vasca da bagno piena d’acqa, nella bibita avevo messo del sonnifero, lui ha perso i sensi, così io l'ho preso e l'ho messo con la testa immersa nella vasca da bagno fino a farlo affo-gare. Poi il temporale e la pioggia mi diedero l'idea finale: lo portai nel parco della Villa, entrai attraverso un punto in cui il muro è crollato e lasciai il corpo di Gianni sul vialetto sotto alla pioggia, così nessuno avrebbe fatto caso al suo corpo bagna-to. Purtroppo nella concitazione del momento mi dimenticai di svuotare la vasca da bagno così per evitare che mia moglie s’insospettisse simulai la storia dei secchi d’acqua svuotati nella vasca. Il dettaglio del tappo mi ha tradito, pensavo che nessuno l’avrebbe notato. - Confessò il bancario in lacrime.

- Ma Daniele! Perché?! Perché?! - Chiese la donna con la voce rotta dalla disperazione. - Perché quell’uomo era uno strozzino, perché io ho sbagliato e sono caduto nella trap-pola del gioco, ma non è giusto che ci siano persone che approfittano di questi stati di necessità.

Luigi rimase in silenzio ad osservare quella coppia distrut-ta. I tre si recarono al comando dei Carabinieri, Daniele ave-va deciso di costituirsi.

- Credo che di dovervi delle spiegazioni. - Esordì Quadri con tono mesto davanti all’ufficiale Lupi e dopo una breve pausa riferì al militare la confessione che aveva fatto poco prima a casa sua. Domenico redasse il verbale e con voce tranquilla si rivolse a Daniele: - Credo che sia sufficiente, ora metta una firma qui sulla confessione, così, finalmente tutta questa faccenda sarà conclusa. -

- Mi sono liberato di un peso, come ho detto, non mi sono pentito. - Sentenziò l’assassino firmando la sua confessione.

di Luca Bellomo

La mediazionefamiliare:un’evoluzione

sociale e culturaleL’eccessivo carico dei processi e la con-

seguente lentezza degli stessi ha determi-nato un diffuso senso di sfiducia da parte del cittadino che non trova nelle strutture processuali tradizionali un’efficace tutela in tempi ragionevolmente brevi.

L’esigenza quindi d’individuare nuove forme di risoluzione dei conflitti, in grado di smaltire il contenzioso, in ossequio al principio di economia processuale, ha de-terminato l’insorgere di strumenti diversi e alternativi rispetto a quelli tradizionalmen-

te preposti al componimento delle liti. Tra questi strumenti s’inserisce anche la pra-tica della mediazione familiare, la quale però, per la funzione sociale che assolve, non può essere considerata solo come uno strumento per porre rimedio alle lungaggini tipiche del processo civile.

L’esigenza della persona di sentirsi ascoltata nell’ambito di un procedimento che la vede coinvolta direttamente fa del-la mediazione familiare lo strumento più efficace per rappresentare gli interessi e i bisogni.

Quei bisogni e quelle emozioni di cui sarebbero carichi i conflitti familiari e che il contesto giudiziario non è in grado di accogliere per l’assenza di strumenti che sappiano gestire gli stati d’animo e scoprire le “vere” questioni che stanno dietro ad una disputa.

Se nel procedimento con una logica competitiva, cioè caratterizzata dalla lotta per vincere, il conflitto viene portato all’esa-sperazione, nel procedimento di mediazio-ne familiare il conflitto viene gestito in ma-niera costruttiva grazie alla collaborazione e all’ambiente confidenziale in grado di svi-luppare una comprensione reciproca e un atteggiamento fiducioso.

Nell’ambito delle separazioni coniuga-li, la mediazione familiare rappresenta un valido strumento di aiuto per quelle coppie che vogliono riprendere una comunicazio-ne che si è interrotta e salvare la genitoria-lità attraverso degli accordi che mantenga-no integra la responsabilità genitoriale.

Gli accordi stipulati con la pratica della mediazione familiare si differenziano da ogni altro tipo d’intervento per un presup-

posto sostanziale: la consapevolezza di realizzare degli accordi che sono il frutto di proprie decisioni e non di soluzioni preco-stituite, un presupposto irrinunciabile che li rende più durevoli rispetto alle decisioni prese dal giudice a seguito di separazione giudiziale e a quelli stipulati alla presenza dell’avvocato nella separazione consen-suale.

In conclusione la Mediazione Familiare sembra possedere, rispetto al giudizio, un grande pregio: quello di poter talvolta risol-vere un conflitto senza necessariamente rompere anche la relazione all’interno del-la quale il conflitto è sorto.

Questo è vero non solo quando esiste un semplice conflitto di coppia su questio-ni pratiche relative all’educazione e la cura dei figli, alla gestione del denaro, dei beni comuni, ecc.. ma anche quando vi siano conflitti con le famiglie d’origine o tra pa-renti.

In tal caso la mediazione familiare può risultare efficace per mantenere le relazioni e risolvere tutti quei conflitti che affliggono parenti e affini dei più diversi gradi, e che spesso e volentieri si trasformano in anno-se controversie giudiziari.

Di queste potenzialità della mediazione sembrano essere consapevoli anche i ma-gistrati italiani, che hanno talvolta suggerito l’attivazione di un percorso di mediazione familiare per il recupero dei rapporti tra un genitore e un figlio.

Dott.ssa Maria Antonietta Canestrino giurista, mediatrice familiare e civile ma.canestrino@libero.itwww.mediazioni-civ-fam-canestrino.weebly.com

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Interesse zero!i pensieri e le intenzioni del cuore (Lettera agli Ebrei 4,12). Giacomo, fratello di Gesù, nella sua lettera (1,22-24) la paragona a uno spec-chio, invitando a metterne in pra-tica gli insegnamenti: Siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi. Poiché, se uno è uditore della parola e non fa-citore, è simile a un uomo che os-serva la sua faccia naturale in uno specchio; egli osserva se stesso e poi se ne va, dimenticando subito come era.

Speriamo, con queste poche ri-ghe, di avere fatto aumentare al-meno un po’ il “tasso di interesse” verso la Sacra Scrittura e di averlo fatto consolidare in coloro che già la leggono con attenzione. È risa-puto che quasi tutti possiedono al-meno una Bibbia: l’esortazione è di non lasciare che si impolveri nella libreria! Leggiamola, magari comin-ciando da un Vangelo e ascoltando l’accorato appello di Cristo Gesù per la nostra salvezza: Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al padre se non per mezzo di me (Vangelo di Giovanni 14,6). Chi desidera farlo assieme a noi sarà il benvenuto!

La Chiesa di Cristo propone il ritorno all’originale insegnamento di Gesù, senza il filtro di catechi-smi, dogmi o tradizioni umane. Per contattarci, potete scriverci ([email protected]), telefonarci (0432-299379), visitare il nostro sito internet (www.chiesadicristou-dine.it) o visitarci nella sede a Udi-ne in Via Trento 73-77 ogni dome-nica alle 10 e ogni giovedì alle 19.

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Non si tratta della solita promo-zione per l’acquisto a rate di un’au-tomobile o di un elettrodomestico, ma di una constatazione sul rap-porto degli italiani con la Bibbia. Non suscita attrattiva, non fa “au-dience”, sembra superata, oppure legata a una sorta di “tradizione culturale” invece che religiosa. Ci si accontenta di ascoltarla a fram-menti qua e là, durante una funzio-ne religiosa o alla radio, si dice che è Parola di Dio, ma di fatto non la si considera tale. Si preferiscono i ri-assunti e i filtri degli “addetti ai lavo-ri” o dei film e dei mass media. Ri-sultato: una grande ignoranza! Per capire la portata del problema, è giusto si sappia che siamo sor-passati in conoscenza biblica da tanti immigrati, ad esempio Ghane-si o Nigeriani, che hanno una for-mazione di base e un rispetto del testo sacro di gran lunga superiore rispetto allo standard italiano. For-se la causa va ricercata nel fatto che noi abbiamo la “pancia piena” anche nelle questioni spirituali e abbiamo perso il mordente di chi ha “fame” di conoscere la Verità. A proposito di cibo, Gesù dice che non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla boc-ca di Dio (Vangelo di Matteo 4,4): la carne viene nutrita dagli alimen-ti; lo spirito, invece, dalla Parola di Dio! Esaminiamo noi stessi: quan-to tempo riusciamo a stare senza mangiare? E quanto resistiamo, invece, senza aver letto e applicato un insegnamento della Bibbia?

La scarsa considerazione attribu-ita al suo contenuto dottrinale si di-mostra anche nella mancata at-tuazione di una regola che viene

invece applicata spontaneamente in tutti i campi della vita: “la leg-ge non ammette ignoranza”. Eppure, dice Gesù: Chi mi respin-ge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ul-timo giorno (Vangelo di Giovanni 12,48). Stando così le cose, come si può restare all’oscuro in merito al messaggio di salvezza e di giu-dizio della Sacra Scrittura? Se la leggiamo con attenzione, inoltre, essa dice cose irrinunciabili circa la sua ispirazione, il nostro rap-porto con Dio, la fede, il peccato, la nostra interiorità, la vita dopo la morte. Essa, inoltre, è ricca di pa-gine di storia assai edificanti e di parole di eccelsa sapienza, che nessun’altro libro può eguagliare: Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, con-vincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona (2ª Lettera di Paolo a Timoteo 3,16-17).

La Bibbia ci permette di cono-scere la volontà di Dio e di avere con lui una relazione vera e inti-ma, come dice Gesù nel Vangelo di Luca (8,21): Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pra-tica. Il potere che ha, inoltre, di scrutare i segreti del nostro intimo al fine di farci cambiare, di trasfor-marci, è paragonabile a quello di una spada: La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e pe-netra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare

www.ilpaesecodroipo.it

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30 DICEMBRE 2014

BREVESTORIA

dellaOdontoiatria

(terza parte)Nelle puntate precedenti abbiamo vi-

sto come fin dall'antichità alcune idee in tema di cure odontoiatriche già fos-sero state ipotizzate, ma non potevano ancora essere supportate da una tec-nologia adeguata.

Come sempre insomma l'immagina-zione umana aveva solo bisogno che la scienza riuscisse a fornire adeguati strumenti all'intuizione, per trasforma-re le intuizioni stesse in realtà.

E ciò comincia ad avverarsi nel di-ciottesimo secolo, sia con la pubblica-zione dei primi manuali di odontoiatria, sia con la realizzazione di strumenti specificamente pensati e realizzati per le cure odontoiatriche.

Nel 1746 viene infatti descritta per la prima volta la realizzazione di una corona dentale con perno in oro da ag-ganciare alla radice di un dente.

L'autore (Claude Mouton) racco-manda inoltre di ricoprire l'oro con uno smalto per una migliore resa estetica.

1896, Greene Black formula i principi delle preparazioni dentali per le ottura-zioni e, nel 1908, pubblica un famoso trattato che è rimasto quasi fino ai gior-ni nostri un testo essenziale.

1901, la Novocaina viene introdotta come anestetico locale, mentre nel 1913 nel Connecticut viene fondata la prima scuola per igieniste dentali.

Infine nel 1937 Alvin Strock, dentista americano, inserisce il primo impianto dentale a vite in lega "Vitallium": metal-lo sviluppato anni prima da un chirurgo ortopedico.

Tutto ciò che segue a questi passi fondamentali può essere considerato come un continuo miglioramento, in tecniche e materiali, delle cure dentali e dei principi cui esse si ispirano.

Senza dimenticare che un aspet-to oggi molto importante è diventato quello estetico.

Per cui accanto al ripristino della fun-zionalità dell'elemento dentale com-promesso e alla prevenzione primaria (che rimane un momento fondamenta-le della pratica odontoiatrica), anche la cura dell'estetica dentale trova oggi importanti soluzioni offerte dalla ricer-ca.

Ma di esse ci occuperemo in un prossimo articolo.

Dott. Luigi Sant Friuldent Codroipo

Mentre nel 1771 John Hunter pubbli-ca il primo testo con basi scientifiche sui denti umani e, nel 1790, l'america-no John Greenwood costruisce il primo trapano dentale con motore a pedale.

Sempre dello stesso anno è la co-struzione della prima sedia specifica per i pazienti dentali, adattando un poggiatesta aggiustabile ed un braccio in estensione per appoggiare gli stru-menti ad una sedia di legno.

Da allora è un fiorire continuo di in-venzioni e pubblicazioni in tema di cure dentali.

Citiamo solo le più importanti e cu-riose.

1830, introduzione negli U.S.A. del-le otturazioni in amalgama d'argento e conseguente scatenarsi delle prime polemiche contro tale metodica, anche per il modo poco scrupoloso con cui venivano eseguite.

1884, la cocaina viene introdotta come anestetico locale da tale Carl Koller.

1890, un dentista americano in Ger-mania descrive per la prima volta le basi microbiologiche della carie, ge-nerando un interesse incredibile per l'igiene orale e l'uso di spazzolino e filo interdentale.

1895, a New Orleans viene effettua-ta la prima radiografia dentale ad una persona vivente.

SALUTE · SANITA’ A CODROIPO

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