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 Storia delle Relazioni Internazionali – Dispensa Introduzione alla storia delle relazioni internazionali La  pace di Westfalia conclude la Guerra dei Trent’anni, una guerra condotta per motivazioni dinastiche e religiose che porta alla fine dell’impero come concezione omogenea. Nel 1642 iniziano le trattative di pace che si concluderanno appena nel 1648. Questa pace, che si basa sul principio di legittimità internazionale, ha la pretesa di vincolare tutte le potenze coinvolte, è il primo passo verso un sistema inteso come comitas gentium: non solo diritto naturale, ma anche diritto convenzionale. Finisce dunque il Sacro Romano Impero come organizzazione giuridica predominante e si afferma il principio di cuius regio eius religio. In Germania si afferma il diritto di voto degli stati tedeschi che possono votare in seno alla dieta imperiale a patto che non si coalizzino contro l’imperatore. Altri paesi ottengono l’autonomia (es. i Paesi Bassi si distaccano dalla Spagna). Si risolve il problema della crisi politica e religiosa del mondo medievale e si pongono le basi per un sistema europeo che rimarrà in vita fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Gli Stati si connotavano come superiorem non recognoscentes: affermavano così la propria parità rispetto agli altri. Si crea però un problema giuridico in quanto questo principio andava contro alla politica di potenza messa in atto fino a quel momento. L’importanza dei trattati Le prime raccolte di trattati risalgono a questo periodo. I trattatati vanno addirittura al di sopra della volontà del sovrano e hanno il rango di fonti primarie. Col tempo, il trattato assume maggiore importanza: su un trattato si possono fondare rivendicazioni territoriali, ma anche guerre. Dal XIX secolo saranno gli stessi governi a curare la pubblicazione di trattati. Non sono solo trattati ma scambi diplomatici, si comincia a scrivere la storia della politica estera. Dopo la prima guerra mondiale i trattati non sono più solo le fonti dei singoli Stati, ma anche quelle delle organizzazioni internazionali (es. Società delle Nazioni). Dopo la seconda guerra mondiale il discorso delle fonti si fa ancora più ampio (Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali di vario tipo). L’economia diventa un fattore di grande condizionamento della politica est era. Anche l’o pinione pub blica è un fat tor e di condizionamen to della pol itica estera(es. guerra del Vietnam: dissenso formato grazie all’informazione), ma l’opinione pubblica è a sua volta condizionata dalla politica estera (es. open di pl oma cy di Wilson). I documenti possono essere pubblicati direttamente dagli stati (fonti ente – es. documenti diplomatici) o possono essere documenti da consultare in archivio. L ’Europa dall’ unificazione della Germania alla Prima Guerra Mondiale L ’Europa dopo l’unificazione della Germania La Francia era uscita ridimensionata dal conflitto con la Prussia che le aveva causato la perdita dell’Alsazia e della Lorena. Bismarck teme la revanche francese, quindi cerca di evitare l’accerchiamento: la Germania si trova in una posizione dominante, ma c’è il pericolo di venire attaccati contemporaneamente su due fronti. La Francia aveva bis ogno di un val ido alleato per attaccare la Germania: l’alleato migliore sarebbe stato la Russia, ma questa non era un’alleanza possibile per gli elementi che differenziavano lo Stato francese dal regime autocratico russo. L’ Impero  Austroungarico nel frattempo era uscito da qualsiasi possibilità di ingerenza negli affari tedeschi. L’Austria era costretta a governare una crescente complessità legata all’impero multinazionale: Ungheria, componente slava, componente dell’irredentismo italiano. L’impero russo si fa tutore del nazionalismo slavo che promuove il panslavismo (creazione di uno stato slavo). La Russia mira anche alla ricerca di uno

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Storia delle Relazioni Internazionali – Dispensa

Introduzione alla storia delle relazioni internazionali

La  pace di Westfalia conclude la Guerra dei Trent’anni, una guerra condotta per

motivazioni dinastiche e religiose che porta alla fine dell’impero come concezioneomogenea. Nel 1642 iniziano le trattative di pace che si concluderanno appena nel1648. Questa pace, che si basa sul principio di legittimità internazionale, ha la pretesadi vincolare tutte le potenze coinvolte, è il primo passo verso un sistema inteso comecomitas gentium: non solo diritto naturale, ma anche diritto convenzionale. Finiscedunque il Sacro Romano Impero come organizzazione giuridica predominante e siafferma il principio di cuius regio eius religio. In Germania si afferma il diritto di votodegli stati tedeschi che possono votare in seno alla dieta imperiale a patto che non sicoalizzino contro l’imperatore. Altri paesi ottengono l’autonomia (es. i Paesi Bassi sidistaccano dalla Spagna). Si risolve il problema della crisi politica e religiosa delmondo medievale e si pongono le basi per un sistema europeo che rimarrà in vita finoallo scoppio della prima guerra mondiale. Gli Stati si connotavano come superiorem

non recognoscentes: affermavano così la propria parità rispetto agli altri. Si crea peròun problema giuridico in quanto questo principio andava contro alla politica di potenzamessa in atto fino a quel momento.

L’importanza dei trattati

Le prime raccolte di trattati risalgono a questo periodo. I trattatati vanno addirittura aldi sopra della volontà del sovrano e hanno il rango di fonti primarie. Col tempo, iltrattato assume maggiore importanza: su un trattato si possono fondare rivendicazioniterritoriali, ma anche guerre. Dal XIX secolo saranno gli stessi governi a curare lapubblicazione di trattati. Non sono solo trattati ma scambi diplomatici, si comincia a

scrivere la storia della politica estera. Dopo la prima guerra mondiale i trattati nonsono più solo le fonti dei singoli Stati, ma anche quelle delle organizzazioniinternazionali (es. Società delle Nazioni). Dopo la seconda guerra mondiale il discorsodelle fonti si fa ancora più ampio (Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali divario tipo). L’economia diventa un fattore di grande condizionamento della politicaestera. Anche l’opinione pubblica è un fattore di condizionamento della politicaestera(es. guerra del Vietnam: dissenso formato grazie all’informazione), ma l’opinionepubblica è a sua volta condizionata dalla politica estera (es. open diplomacy diWilson). I documenti possono essere pubblicati direttamente dagli stati (fonti ente –es. documenti diplomatici) o possono essere documenti da consultare in archivio.

L’Europa dall’unificazione della Germania alla Prima Guerra Mondiale

L’Europa dopo l’unificazione della Germania

La Francia era uscita ridimensionata dal conflitto con la Prussia che le aveva causatola perdita dell’Alsazia e della Lorena. Bismarck teme la revanche francese, quindicerca di evitare l’accerchiamento: la Germania si trova in una posizione dominante,ma c’è il pericolo di venire attaccati contemporaneamente su due fronti. La Franciaaveva bisogno di un valido alleato per attaccare la Germania: l’alleato miglioresarebbe stato la Russia, ma questa non era un’alleanza possibile per gli elementi chedifferenziavano lo Stato francese dal regime autocratico russo. L’Impero Austroungarico nel frattempo era uscito da qualsiasi possibilità di ingerenza negli

affari tedeschi. L’Austria era costretta a governare una crescente complessità legataall’impero multinazionale: Ungheria, componente slava, componente dell’irredentismoitaliano. L’impero russo si fa tutore del nazionalismo slavo che promuove ilpanslavismo (creazione di uno stato slavo). La Russia mira anche alla ricerca di uno

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sbocco sul Mar Mediterraneo e per questo fa pressione sugli stretti controllatidall’Impero Ottomano. La Gran Bretagna attua una politica di “splendidoisolamento”: un isolamento vincente, delinea un dominio africano dal Cairo a Città delCapo, difende l’Impero Ottomano che ormai cominciava a sfaldarsi (se si fossedefinitivamente sfaldato non sarebbe più stata in grado di controllarlo). La zonabalcanica intanto era vista con interesse da parte di Russia, Austria e Germania. Siriteneva che sul continente ci dovesse essere un equilibrio, non si voleva che il Reichassumesse una posizione predominante. L’Italia nel frattempo rimaneva isolata: nonpoteva allearsi con la Francia perché temeva una coalizione clericale che ripristinasseil potere del papa, in funzione antifrancese l’Italia poteva allearsi solo con gli impericentrali, ma ciò sembrava innaturale.

La Lega dei Tre Imperatori

Il primo problema di Bismarck è quello di isolare la Francia, è meno preoccupato per laGran Bretagna a causa del suo “splendido isolamento”. L’alleanza tra il Reich el’Austria è naturale e viene perseguita in un modo che qualche storico definisce

addirittura perverso fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Per isolare laFrancia, Bismarck cerca un’alleanza con la Russia. Il panslavismo che si accende neiBalcani è un pericolo per la stabilità europea. A questo punto è necessario cambiare laclausola del Trattato di Parigi del ‘56 firmato in seguito alla sconfitta russa in Crimeache vietava alla Russia di mantenere la sua flotta nel Mar Nero. La Russia rimette voceal problema degli stretti e trova l’appoggio del Reich: Bismarck è disposto a cambiarequella clausola se la Russia in cambio si manterrà neutrale quando il Reich annetteràl’Alsazia e la Lorena. Nel 1870 viene denunciata questa clausola, ma la Gran Bretagnanon accetta il recesso unilaterale. Nel 1871 a Londra viene indetto un congresso dellepotenze: viene abolita la clausola sul Mar Nero, ma viene imposto che non sarà piùpossibile il recesso unilaterale. Bismarck ritiene necessario consolidare lo scambio difavori con la Russia. Fa presente che moti rivoluzionari socialisti stanno prendendopiede in Francia: la paura che il veleno del socialismo si possa espandere in Europaporta ad un’unione delle grandi potenze conservatrici, si forma un’alleanza ideologica.La Francia viene così isolata. È una politica di gabinetto: politica condotta in modoristretto, non c’è nessun condizionamento del parlamento.

Il primo sistema bismarckiano è formato sull’alleanza di tre imperi, ma in realtà èqualcosa di più ampio. Bismarck è convinto di dover svolgere il ruolo di mediatore traAustria e Russia. Nel 1873 viene firmata una convenzione militare segreta tra Russia eGermania: qualora una delle due potenze fosse stata attaccata, l’altra avrebbe messoin campo 200000 uomini del proprio esercito. L’Austria rimane inizialmente fuori daquesto accordo, vi entra però a fare parte attraverso la convenzione di Schoenbrun

tra Austria e Russia. A questa convenzione viene aggiunta una postilla: le due potenzesi impegnano a lottare contro il socialismo rivoluzionario. Le due convenzioni vengonolegate assieme dalla Lega dei tre imperatori : ciò dovrebbe portare ad un sistema diequilibrio, ma la stabilità apparentemente garantita ha una serie di problemi.

La Germania è preoccupata per l’evolversi della situazione interna francese: cade ilgoverno, sale al potere Mac Mahon, cresce la paura del ripristino della monarchia e diuna politica clericale. Nel 1873 Bismarck teme che la Francia possa in qualche modocontrapporsi alla Germania e si ha la cosiddetta crisi della guerra in vista: si temeche la Germania, aspettandosi un’aggressione francese, utilizzi lo strumento dellaguerra preventiva, si ha una crescente tensione, si teme una nuova guerra franco-

prussiana. Anche alcune componenti del gabinetto del Reich ritenevano questa ipotesipossibile. In seguito al conflitto franco-prussiano, la Germania aveva imposto allaFrancia il pagamento dei danni, ma la ripresa era stata più rapida di quello che ci siaspettava: la Francia si confermava una grande potenza economica e finanziaria. La

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Francia aveva anche deciso una riforma dell’esercito, si assiste ad una battaglia sulletestate dei giornali e il timore di una guerra preventiva cresce sempre di più. La Russiae la Gran Bretagna svolgeranno un ruolo di mediatori: inviteranno la Germania a noniniziare una guerra preventiva. Nel 1875 lo zar Gorciakov va a Berlino. La lega dei treimperatori non è poi così salda, il primo sistema bismarchiano comincia a mostrare lesue crepe.

Nei Balcani si accende la scintilla del nazionalismo slavo oppresso dalla dominazioneottomana. Nel 1875 si assiste ad una rivolta in Bosnia Erzegovina: non è una rivoltasolamente religiosa, è una rivolta dai tratti quasi antiquati, i contadini eranopesantemente oppressi, lo stato aveva ancora una stampo medievale in terminisociali, la rivolta era fomentata dalle componenti slave (Russi, ufficiali austroungariciin Dalmazia). Questa rivolta è pericolosa perché questi sommovimenti cambiano gliinteressi europei, a cominciare da quelli della Gran Bretagna che voleva evitare ladistruzione dell’Impero Ottomano che era facilmente influenzabile dagli inglesi. LaBosnia Erzegovina era fondamentale per l’Austria: per la stabilità della duplicemonarchia non si potevano annettere altri popoli slavi. Se la Serbia si fosse annessa la

Bosnia, l’Austria sarebbe dovuta intervenire. La rivolta in Bosnia Erzegovina produceun effetto domino in Bulgaria (sostenuta dai russi). Anche la Serbia-Montenegro sirivolta contro l’impero ottomano. L’Austria continua ad essere prudente, mentre laRussia invia aiuti (ci sono russi che combattono nell’esercito serbo). Si assiste alla durarepressione turca: la Gran Bretagna comincia ad avere serie difficoltà a sostenerel’Impero Ottomano di fronte all’opinione pubblica. L’Impero Ottomano è reticente aportare avanti le riforme richieste dagli inglesi. Nel 1876 Gorciakov fa un accordo conl’Austria in quanto sa che se se la Russia entra nei Balcani, l’Austria interverrà: sel’Impero Ottomano vince sui serbi, l’Austria si impegnerà per il mantenimento dellostatus quo; se vincono la Serbia-Montenegro la Russia entrerà in possesso dellaBessarabia. Russia e Austria sembrano trovare un accomodamento. Gran parte dellaSerbia era sotto il controllo austriaco. La sconfitta serba peggiora la situazione: laRussia è convinta di dover intervenire. Se la Russia viola la neutralità, Bismarckdoveva evitare che la conflittualità nei Balcani si trasformasse in un intervento russo eaustriaco. Bismark si sforza per convincere l’Austria a mantenere la sua neutralità, mafa presente alla Russia che in caso di intervento la Germania non sarebbe rimasta aguardare: è un disperato tentativo della Germania di mantenersi equidistante (“lastrada per Berlino passa per Vienna”). Se l’integrità austriaca verrà minacciata,interverranno a sua difesa. L’ultimo tentativo di negoziazione si ha a Costantinopoli nel1876: la Russia da un lato mobilita le sue truppe, dall’altro cerca di garantirsi laneutralità austriaca attraverso accordi. Il regime zarista si trovava in una situazione didebolezza interna, per questo voleva intervenire. Nel 1877 la Russia dichiara guerraalla Turchia, già indebolita dalle rivolte interne. La Russia segue l’espansione verso gli

stretti. L’Austria resta neutrale. La Gran Bretagna decide di intervenire ponendo lapropria flotta nei dintorni per evitare che i russi prendano il controllo degli stretti, laGran Bretagna non entra però nel conflitto. La Russia sconfigge l’Impero Ottomano eribalta le carte in tavola alla firma del Trattato di Santo Stefano:

si forma la cosiddetta Grande Bulgaria;

la Bosnia passa sotto il controllo ottomano, diversamente da quanto stabilitodagli accordi con l’Austria;

la Turchia viene cancellata dall’Europa.

Questa pace conferma i sospetti iniziali: la Gran Bretagna vede realizzarsi la piùpessimistica delle sue aspettative. L’accordo di Santo Stefano è inaccettabile per tutti.Le difficoltà interne della Russia permangono: anche se ha ottenuto una vittoria

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militare, si trova isolata.

Il Congresso di Berlino

Nel Congresso di Berlino del 1878 si decide che:

la Grande Bulgaria (sotto l’influenza russa) veniva divisa;

la Rumenia Orientale viene dichiarata provincia autonoma;

gli stretti rimangono sotto la sovranità turca

la Russia ottiene la Bessarabia migliorando così la sua posizione;

la Romania si estendeva nella Dobrugia;

veniva garantita l’indipendenza alla Serbia che cominciava a guardareall’Austria, comincia un rapporto di interdipendenza economica che col tempoporterà ad un’alleanza segreta. L’Austria vorrebbe clausole commerciali con laSerbia, ne condiziona profondamente la politica: la controlla ma non la annetteper evitare di inglobare ulteriori popoli slavi. Le impone anche un accordopolitico, quasi una sorta di protettorato (forma di controllo sulla politica esteradi un paese). A partire da questo accordo l’esercizio di potere sulla Serbiadiventerà molto pesante;

la Bosnia Erzegovina rimaneva sotto la sovranità turca, ma sottol’amministrazione austriaca. Ciò rappresenta una soddisfazione per l’Austria,inoltre è un riequilibrio della situazione che sennò avrebbe continuato ad

essere un elemento di instabilità. L’amministrazione della Bosnia Erzegovinacosterà cara all’Austria. La sovranità dell’Impero Ottomano finirà col non averpiù alcun senso. L’Impero Ottomano uscirà dal controllo della BosniaErzegovina: ciò poterà alla crisi balcanica del 1908, quando l’Austria decideràdi annettere la Bosnia;

il Sangiaccato di Novi Bazar , un territorio strategico, rimaneva sotto ladominazione ottomana, ma veniva amministrato dall’Impero Austroungarico.L’Austria assume un controllo economico di quei territori, ma costruisce anchestrade e ferrovie, elementi funzionali per gli scambi commerciali;

la Gran Bretagna vuole tutelare i propri interessi di grande potenza marittimae imperiale, pertanto mira al controllo degli stretti. Acquisisce il controllo diCipro, che si trova in una posizione strategica per la politica inglese nelMediterraneo. La Gran Bretagna preserva il suo splendido isolamento, ciò perònon le impedisce di far sentire il peso della sua potenza;

l’Impero Ottomano viene ridimensionato, non ha voce in capitolo.

La Duplice Alleanza

Nell’ottobre 1879 viene stipulata la Duplice Alleanza: politica di assoluta coesionetra l’ Austria e il Reich. L’Austria non vuole però che questa alleanza significhi venircoinvolta in beghe con la Francia. Nel 18881 la Duplice Alleanza assume un caratteredifensivo in senso russo: questo accordo accontenta più l’Austria che la Germania.Casus foederis (ragione per la quale scoppia una guerra): se uno dei due paesi fosse

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stato attaccato dalla Russia, l’altro sarebbe dovuto intervenire; in caso di attacco daparte di un’altra potenza, l’alleato avrebbe garantito la sua neutralità; se la Russiaavesse però concesso aiuti al paese in guerra contro l’alleato, l’altro sarebbe dovutointervenire (questo passaggio è una tutela degli interessi tedeschi). Questo trattatoaveva durata quinquennale, era un patto segreto, ma in realtà fu fatto vedere ai russiperché era un potente deterrente.

La politica coloniale

A fine ‘800 si hanno intanto competizioni in termini di conquiste coloniali cheinfluenzano gli equilibri europei. Bismarck avanza l’ipotesi che la Tunisia possa essereconcessa alla Francia: era un territorio di forte interesse sia per la Francia che perl’Italia (per l’Italia soprattutto per la sua posizione geografica). Il ministro italianoinaugura la politica delle mani nette: idea che l’Italia fosse troppo debole ed isolataper difendere delle acquisizioni territoriali. Bismarck da un lato incentiva la politicacoloniale della Francia poiché la distoglie dalla revanche, dall’altro è consapevole chela Tunisia mette in competizione Francia e Italia scongiurando l’ipotesi di una loro

possibile alleanza. Per la Germania la politica coloniale è un mezzo e non un fine.L’Italia attua una politica di insediamento ma non di controllo finanziario. La Francianel 1881 dichiara la Tunisia un suo protettorato con il Trattato del Bardo (attounilaterale): è il segnale che l’Italia non può più restare isolata.

L’Inghilterra intanto mira al controllo dal Cairo a Città del Capo e deve fare i conti conle questioni dell’Egitto e del Canale di Suez, costruito principalmente dai francesi: ilsuo strumento vitale è costruito dai suoi grandi rivali. Ciò porterà alla rivalità franco-britannica in Egitto. La Gran Bretagna è contraria alle spartizioni territoriali perchécreano dissidi tra potenze. Nel 1875 la Gran Bretagna comincia ad acquistare azioniegiziane della compagnia del canale approfittando del fatto che l’Egitto stava andando

in bancarotta. In questo modo la Gran Bretagna si garantisce il controllo sul canale.L’Egitto è in sostanza sotto la sovranità inglese, ma non formalmente, poiché ciòporterebbe al dover render conto alle altre potenze. Tra Gran Bretagna e Francia irapporti diventano difficili, quindi Bismark non teme più una loro eventuale alleanza.L’atto di Berlino cerca di regolamentare l’espansione coloniale delle potenze europee:obbligo di notifica per evitare che paesi diversi pongano il proprio dominio sullo stessoterritorio.

La Triplice Alleanza

Nel 1881 l’Italia prende atto che è isolata, si riapre il discorso del governo Crispiquando si era recato da Bismarck per avviare una’alleanza con il Reich, ma l’alleanza

incontrava l’ostacolo della questione dell’irredentismo (“la strada per Berlino passaper Vienna”). Bismarck fa in modo che l’alleanza comprenda anche l’Austria. l’Italianon può rimanere isolata e correre il rischio che la Francia prenda anche la Libia.Italia, Germania e Austria formano così la Triplice Alleanza. L’Italia pensa di poterfar valere la sua posizione geografica strategica, pensa di poter avere un ruolo neiBalcani, ma l’Austria non è d’accordo. La prima Triplice Alleanza non prevede néterritori nei Balcani né tantomeno colonie. L’Italia si impegna ad intervenire conAustria e Germania: tutte e tre ne traggono vantaggi, ma l’Italia è la più debole. Èun’alleanza a carattere strettamente difensivo. Clausola Mancini : questa intesa nonsi intende mai rivolta contro la Gran Bretagna. Per l’Italia la Triplice Alleanza significauscire dall’isolamento, per Bismarck evitare che l’Italia si allei con la Francia. È

un’alleanza innaturale tra gli imperi centrali: con questo atto finisce l’irredentismoitaliano.

I Balcani

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La Russia tende ad espandersi verso l’Afghanistan, considerato la porta per l’India. Vi èquindi competizione tra Gran Bretagna e Russia, come sugli stretti che per la GranBretagna non devono passare sotto il controllo russo. La faccenda si complica perchél’area dei Balcani resta instabile.

La Russia si trova limitata nei Balcani, svanisce il sogno di una Grande Bulgaria sottola sua influenza. In Bulgaria regna la casata tedesca dei Battenberg, che nel 1885 sifarà promotrice di un’iniziativa che sconvolgerà i rapporti nei Balcani. Quando scoppiauna rivolta per una riunificazione della Rumenia Orientale e della Bulgaria, Alessandrodi Battenberg si fa promotore della rivolta per la costituzione di un grande regnobulgaro. Questo ingrandimento non è più gradito ai russi perché Battenberg sfugge alloro controllo, sembra perseguire una politica autonoma che potrebbe portare laBulgaria alla stessa fine delle Serbia. Bismarck vuole contenere la rivalità tra le grandipotenze. La riunificazione è ben vista dall’Inghilterra che spera di trasformarla in unostato cuscinetto contro la Russia, stato cuscinetto verso il mar Nero: torna fuori ildiscorso sugli stretti. La Serbia vuole una modifica dello status quo, alcuni diconospinta dall’Austria, in realtà l’Austria tenta di tenere a bada la Serbia perché teme di

dover entrare in un conflitto in suo aiuto. La Serbia dichiara guerra alla Bulgaria,l’Austria da un lato dovrebbe intervenire, dall’altro teme che la guerra degeneri. Ilsistema bismarckiano trova sempre le proprie difficoltà nei Balcani. C’è una crescentetensione tra Russia e Austria, Bismarck teme di doversi schierare da un lato odall’altro: se Bismarck si fosse alleato con l’Austria, la Russia si sarebbe alleata con laFrancia. Intanto i bulgari penetrano in territorio serbo e l’Austria minaccia diintervenire se non si ritirano immediatamente. La Bulgaria nell’86 sottoscrive untrattato in cui si ristabilisce lo status quo non del congresso di Berlino, ma lo statusquo tra Serbia e Bulgaria. Si ha l’unificazione tra Bulgaria e Rumenia orientale, anchese nessuno degli imperi centrali era d’accordo con ciò.

La crisi sembra finita, ma nell’agosto 1886 Alessandro di Battenberg viene rapitoprobabilmente vittima di una cospirazione ordita dai russi che vogliono liberarsi di lui,considerato un elemento sfavorevole per la loro politica nei Balcani. Il principe riusciràa fuggire, tornerà in Bulgaria dove incontrerà agenti russi che gli faranno capire che èmeglio abdicare. Nel 1886 in Bulgaria prende il potere come reggente Stambolov,esponente del partito liberale. Resterà in carica fino a luglio ’87, ma la sua capacità diinfluire sulla politica continuerà per circa sette anni durante i quali si avrà unavvicinamento all’Austria, la Bulgaria segue le tracce della Serbia. Dopo sette anniviene ucciso a colpi di sciabola. Quando Alessandro abdica, l’Austria capisce che dietroci sono i russi: si avvalorano i sospetti austriaci sull’espansionismo russo. L’Austriaavvisa la Russia che non è disposta a tollerare l’intervento diretto dei russi in Bulgaria.

Il rinnovo della Triplice Alleanza

In Europa si respira nuovamente pesante aria di crisi. Bismarck teme un ritornorevanchista della Francia. I suoi detrattori dicono che soffiasse ad arte su questo,Bismarck ha possenti biografie a suo sfavore. Bismark tutelava in primis lasopravvivenza della Germania, ma mirava anche all’equilibrio degli assetti europei.Con la sua morte, nel 1990, verranno a meno le basi della sua politica: si romperanno irapporti tra Germania e Russia. Bismarck aveva rivisto il suo primo sistema con la

 Triplice Alleanza di durata quinquennale. Dopo 5 anni bisogna rivedere gli accordi e ciògioca a favore degli italiani perché a questo punto l’alleanza con l’Italia ha maggiorerilievo. Il primo rinnovo è fatto da un’Austria e una Germania in crescente difficoltà con

la Russia. Bismarck ritiene opportuno persuadere gli austriaci che sia necessario daredei compensi all’Italia. L’Italia vuole che la Triplice non sia più solo un accordodifensivo ma che costituisca un vantaggio per la politica italiana propesa sulMediterraneo. Bismarck accontenta gli appetiti italiani sul Nord Africa perché ciò

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costituiva una politica antifrancese. Per l’Italia la sponda balcanica era di primointeresse perché bagnata dal Mar Adriatico, ciò però contrasta con l’Austria. Bismarckperò a questo punto ha tutte le carte per persuadere l’Austria cedere. L’accordo sistruttura in tre accordi:

rinnovo della prima Triplice Alleanza che rimane intonsa e tutela gli interessidell’Italia nei Balcani;

un accordo con l’Austria

un accordo con la Germania che tutela gli interessi nordafricani dell’Italia

La suddivisione è l’idea vincente di Bismark.

[vedi il testo del trattato]

L’alleanza non è più solo difensiva: è un trattato più aggressivo nei confronti dellaFrancia. Bismark accondiscende perché pensa che la fase coloniale francese stiavolgendo al termine e teme la revanche. L’espansione italiana nel Mediterraneo segueragioni storiche. Il rinnovo è una modifica sostanziale del trattato, viene eliminataanche la clausola Mancini.

Nel 1887 Italia e Gran Bretagna firmano un accordo per il mantenimento dello statusquo nel Mar Mediterraneo, nell’Adriatico, nel Mar Nero e nel Mar Egeo. Qualora ilmantenimento non fosse possibile, le modifiche avverranno solo in seguito ad unaccordo preventivo tra le due potenze. Vengono così tutelati gli interessi italiani in

 Tripolitania e Cirenaica. C’è un’importante presa di distanza dalla Francia, in questomodo si fa l’interesse di Bismark, per questo non è più necessaria la clausola Mancini.

A questo punto bisogna porsi il problema della Russia: Bismarck si rende conto che sela Russia si sentisse in pericolo finirebbe coll’allearsi alla Francia. Con il rinnovamentodella Triplice, la Germania si allontana ulteriormente dalla Russia. Nell’87 si assiste auna grande opera di diplomazia di Bismarck: Trattato di contro-assicurazione.Germania e Russia si incontrano a Berlino, dove Bismarck promette una neutralitàbenevola se la Russia fosse stata attaccata e viceversa. Eccezione: la neutralità nonvaleva se la Russia fosse stata attaccata dalla Francia e se la Germania fosse stataattaccata dall’Austria. Bismarck mostra il trattato segreto all’ambasciatore russo: violal’accordo con l’Austria, lo usa come deterrente. Secondo i deterrenti di Bismarck ilnuovo accordo toglie valore a quello del ‘79.

Il successore di Bismarck si tiene stretta l’Austria, ma commetterà l’errore di lasciareandare la Russia. La Russia si alleerà con la Francia: un’alleanza meno innaturale diquello che si credeva, in quanto avevano un comune interesse. Alla fine avviene ciòche Bismarck maggiormente temeva.

Guglielmo II

Nel 1888 il Kaiser muore e gli succede Guglielmo II, nipote di Guglielmo I. La cadutadi Bismarck sembra inevitabile, per gravi divergenze sia in politica estera che inpolitica interna. Bismarck vorrebbe rinnovare il trattato di contro-assicurazione,Guglielmo invece era contrario. Il trattato non viene rinnovato e quindi cade l’alleanza

con la Russia. Ciò significava gettare la Russia nelle braccia della Francia e allo stessotempo aumentare il peso dell’Austria nell’alleanza austro-tedesca. C’è chi sostiene cheil trattato di contro-assicurazione sarebbe caduto comunque, a causa delle sue forti

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contraddizioni interne. Certo è che questo trattato avrebbe garantito una certaneutralità della Russia o, in caso di attacco, almeno un preavviso per permettere allaGermania di prepararsi. L’ascesa di Guglielmo non favorisce i buoni rapporti con laRussia in quanto era un pessimo diplomatico. Addirittura il kaiser fa visita al sultanodell’impero ottomano, mettendosi in contrasto con una clausola del trattato di contro-assicurazione.

Nel gennaio ’88 la Triplice si era consolidata, nel senso che Bismarck aveva accolto lavolontà italiana sul nord Africa attraverso la convenzione militare tra Germania e Italia.Nello stesso anno la Francia dà avvio ad una guerra doganale con l’Italia, nasce cosìuna competizione in termini economici. L’Italia viene vista come un pericolo per laFrancia. Nel ’90 scade il trattato di contro-assicurazione. Nello stesso anno muoreBismarck. La Germania intraprende una nuova strada che porta alla rottura con laRussia. Bismarck cerca l’amicizia con la Gran Bretagna, per rafforzarla si dovrebberoaccentuare gli accordi mediterranei. In realtà questo non viene fatto. La GB inizia unapolitica di potenziamento della propria flotta: era la prima flotta al mondo e avevacome obiettivo quello di raggiungere il tonnellaggio delle altre due flotte più grandi. In

questo modo la GB rafforza il suo isolamento.

Le dimissioni di Bismarck – Von Caprivi

Nel frattempo Guglielmo coltiva i suoi sogni di politica mondiale, mira a far diventarela Germania una potenza marittima. Nel ‘90 lo scontro diventa inevitabile. Bismarckcerca fino all’ultimo un rinnovo del trattato di contro-assicurazione. Quando Bismarckdà le dimissioni, Von Caprivi diventa il nuovo cancelliere: non è un esperto di politicaestera, commetterà una serie di errori come. Il trattato di contro-assicurazione nonviene rinnovato. Bismarck non era un anti-colonialista, tuttavia non antepone lequestioni coloniali alle questioni europee. La Germania cerca un accordo con la GB per

una vertenza sull’isola di Zanzibar: scambio tra Zanzibar e l’isola di Helgoland. Irapporti tra Francia e GB continuano ad essere tesi a causa dei conflitti coloniali (es.Egitto), ciò porta ad una grande competizione. Lo scambio tra Zanzibar e Helgolandviene malvisto dai russi.

La Francia

La Francia è portatrice di elementi considerati pericolosi dal regime zarista, tuttavia laRussia viene spinta a cercare un’alleanza con la Francia. La politica europea si stamodificando. La Russia teme che in caso di uno scontro con la GB (competizioneaccentuata, es. stretti), la Germania potrebbe approfittare per attaccare la frontierapolacca. Il trattato di contro-assicurazione evitava questa possibilità. La

contrapposizione economica cominciava anche a dividere la Germania dalla Russia: itedeschi decidono un blocco delle esportazioni di capitali verso la Russia affamata dicredito. Questo è un elemento in cui la Francia può insinuarsi. Fino a quel momento lapolitica francese in Europa era statica perché il paese si trovava isolato. Quandovengono meno i presupposti della politica bismarckiana, la politica francese diventapiù dinamica, la Francia cerca un’alleanza per contrastare la triplice e trova questoalleato nella Russia. Nel maggio 1890 c’è l’arresto di un gruppo di rivoluzionari russi aParigi: anche allora la Francia accoglieva rifugiati politici, questo è quindi un chiaromessaggio.

Il secondo rinnovo della Triplice

La Francia cerca anche di capire se ci sono possibilità di allontanare l’Italia dalla Triplice. Gli italiani chiedono però il riconoscimento della “mano libera” in Abissinia,  Tripolitania e Cirenaica e di non alterare lo status quo in Tunisia, ciò non è però

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possibile. L’Italia voleva far valere i propri diritti sulla Tunisia per la cospicua presenzaitaliana a Tunisi. Crispi era un colonialista convinto, ma era consapevole che non ci sipoteva scontrare con la GB. La velleità italiana si scontra quindi sia con Francia e GBche con gli imperi centrali. L’Italia ha inoltre paura che risorga la questione romana. LaFrancia ottiene un protettorato sul Madagascar. Quando nel ‘91 cade Crispi e va alpotere Rudinì si comincia a pensare ad un avvicinamento alla Francia, ma quello che laFrancia chiede all’Italia è eccessivo (abbandono della Triplice). Rudinì deve alloracercare un rinnovo della Triplice, gioca d’anticipo. Nel ’91 si ha il secondo rinnovo della

 Triplice, un anno prima della scadenza. I tre trattati che avevano costituito la Triplicedell’87 diventano un unico documento. Da questo accordo sorgono nuovi obblighi perla Germania per il mantenimento dello status quo in Tripolitania, in Cirenaica e in

  Tunisia. L’accordo prevedeva anche che se il mantenimento fosse diventatoimpossibile, l’Italia e la Germania si sarebbero preventivamente accordate con la GB.

L’alleanza tra Russia e Francia

La Francia sospetta che la GB abbia aderito alla triplice, allora finalmente decide di

cercare un accordo concreto con la Russia, sia sul piano economico che su quellopolitico. La Francia fornisce un’ampia concessione di prestiti alla Russia , attraversouna convenzione doganale: finanziare un paese per manovrare la sua politica estera èuno strumento che verrà spesso usato dalla Francia.

L’estate del ’91 sarà risolutiva: Russia e Francia trovano un accordo. La Francia non èpiù isolata, ma cerca anche un accordo militare. Alla fine si giunge a questo accordo,anche se la Russia non era completamente d’accordo. Tuttavia questa convenzionenasce con termini molto vaghi, poco concreti, si nota la volontà russa di nonimpegnarsi in modo definitivo con la Francia. Nel ‘92 si arriva ad una convenzionemilitare che però non verrà subito ratificata dallo zar. Solo nel ‘94 si avrà un accordo

militare con la Germania: nell’eventualità di un attacco da parte di Austria o Italiaappoggiate dalla Germania, l’alleato metterà in campo tutte le sue forze perproteggere l’altro. Questa convenzione ha carattere puramente difensivo. Qualora visia mobilitazione di uno solo dei membri della triplice intesa questo avrebbe portatoalla mobilitazione di Russia o Francia senza previa consultazione.

La politica estera tedesca

Dopo le dimissioni di Bismarck la politica estera tedesca è tentennante, Guglielmo nonera molto equilibrato. Nella staticità dei sistemi bismarckiani si sostituisce undinamismo dovuto ai successivi cambiamenti di rotta della politica estera. Ci sonodelle successive fasi di avvicinamento e diffidenza verso la Russia.

Fattori che indicano il cambiamento della politica tedesca:

Riforma dell’esercito del 1892: le forze tedesche vengono aumentate dicirca 80 000 uomini, Caprivi sottolinea la necessità della Germania didifendersi da Francia e Russia (guerra su due fronti). La riforma militare spingeancora di più la Russia verso la Francia.

 Tra Russia e Germania era in corso una guerra doganale. Nel gennaio ’93 c’èla visita dello zar a Berlino (per sottolineare la politica incerta), sembra untentativo di ripristinare la Lega dei Tre Imperatori. Nel ’93 la Francia è coinvolta

in uno scandalo riguardo il Canale di Panama. Lo zar diffida della Francia. Tuttavia, l’obiettivo dell’avvicinamento non viene correttamente perseguito,sarebbe bastato concludere la guerra doganale. Ciò invece non accade.

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Gli scontri in Indocina

La complessità europea è aggravata dalla situazione extraeuropea: nessuna potenzaeuropea è esclusa dalle ambizioni imperialiste. Ad un certo punto sembrava che la GBstesse per uscire dal suo isolamento, sembrava possibile un’alleanza con la Francia.

Ma lo scontro pesante tra le due potenze in ambito coloniale non rese possibile questoavvicinamento. Gli scontri riguardavano innanzitutto l’Indocina. La Francia voleva faredel Siam un protettorato. La GB si oppone perché il Siam era una possibile via diaccesso all’india, il Siam era uno stato cuscinetto tra la Birmania e le colonie francesi.La GB vuole proteggere tutta la riva sinistra del Mekong per proteggere l’India.Sembrava si stesse per arrivare allo scontro tra Francia e GB, in realtà si trattava diuna serie di fraintendimenti, la crisi si risolve. Nel frattempo la Germania adotta unapolitica di attesa, si prenderà posizione solo se il conflitto scoppierà realmente.L’eventuale conflitto avrebbe dato un enorme vantaggio ai tedeschi in quanto l’unicapossibilità inglese sarebbe stata quella di aderire ad una Quadruplice Alleanza. Inrealtà l’isolamento inglese continuerà.

Una serie di scelte politiche sbagliate della Germania la porteranno all’inimicizia con laGB, ma nel primo periodo c’è ancora la volontà di cercare un’alleanza vera con la GB.La crisi del Siam dà alla Germania l’immagine di un’Inghilterra debole, si pensava chel’alleanza fosse possibile. Stava finendo lo splendore del suo isolamento, avevaparecchi problemi, per esempio temeva costantemente di essere presa tra due fuochi,di pressioni sull’India tra Francia (Siam e Indocina) e Russia. Queste pressioniavrebbero distolto la GB dal Mediterraneo, avrebbe dovuto abbandonare la sua politicadi pressione sugli stretti. In questo momento la flotta si trova in una situazione diinferiorità. La flotta russa arriva a Tolone, una base importantissima. I russi decidono ditenere una squadra fissa nel Mediterraneo. L’Inghilterra doveva far fronte alla suainferiorità sul Mediterraneo. Nel ’94 l’accordo tra Russia e Francia andava a minacciarel’Inghilterra ancora prima che la Germania. Ciò la porterà nel tempo ad unavvicinamento alla Francia.

La situazione in Africa

Lo scenario è particolarmente complesso. La GB controlla formalmente l’Egitto, manon può rivendicare la sovranità che è ancor sotto l’Impero Ottomano. La Francia sisente autorizzata a chiedere compensi altrove: Tunisia, Marocco, ma anche nell’Africaoccidentale. Gli inglesi vogliono creare un percorso unico dal Cairo a Città del Capo ehanno dunque la primaria esigenza di controllare le acque del Nilo, via fondamentale:controllare le sorgenti del Nilo può significare anche chiudere i rubinetti all’Egitto. Nel’90 si stipula un accordo tra GB e Germania. Anche la Germania ha possedimenti in

Africa (Camerun, Africa sud-occidentale). L’Italia è invece proiettata verso il Mar Rosso,pensa ad un’espansione verso l’Abissinia. L’Inghilterra lasciava fare l’Italia nel MarRosso poiché la sua presenza contrasta la Francia. Vi è una competizione a tutto tondotra Francia e Italia che comprendeva il Nord-Africa e il Mar Rosso. L’Abissinia diventaun protettorato italiano, ma il trattato che sancisce questo passaggio vienediversamente interpretato dalle parti. La politica Crispina era fortemente orientataall’imperialismo, era però una politica filo-britannica. La GB cerca un accordo con ilBelgio sul Congo: per la GB si prospetta la possibilità di controllare il Nilo, soprattuttola parte superiore. I francesi riescono a far pressione su Leopoldo, l’accordo non vienesancito. La rivalità tra GB e Francia scoppia nell’incidente di Fashoda.

La crisi del Transvaal

La colonia sudafricana era un altro elemento fondamentale per la GB. Dall’81 ad unaparte del Sudafrica (Transvaal ) era stata concessa una sorta di autonomia interna,

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pur restando un possedimento britannico. In quelle zone c’era una forte migrazione diprovenienza olandese. Inoltre, erano territori pieni di ricchezze minerarie. I boericercano di limitare l’immigrazione, non potendo chiudere e frontiere, non riconosconoagli immigrati inglesi nessuno status di cittadinanza. La GB tenta di riportare lasituazione alla normalità, la Germania protegge i boeri. Lo status di disuguaglianzagiustifica il   Jameson Raid per istituire un governo più favorevole agli inglesi. Lamissione di Jameson fallisce già dall’inizio, la GB è pronta a sconfessare qualsiasicoinvolgimento. I rapporti tra GB e Germania si fanno sempre più tesi, Guglielmoprovoca la GB concedendo l’indipendenza al Transvaal, negando così l’accordo dellaGB in cui il Transvaal aveva solo un’autonomia, non era indipendente. Nel ’96 la GBnon può più pensare ad un’eventuale alleanza con la Germania quindi valuta unavvicinamento alla Francia.

La situazione in Oriente

Nel frattempo si stanno aprendo altri due scenari: l’estremo e il vicino oriente. Inestremo oriente c’è un espansione commerciale britannica molto forte ed

un’espansione russa non solo economica ma anche politica (Manciuria e Corea). Nelfrattempo si ha un incredibile sviluppo della potenza giapponese. Il Giappone cerca dimettere sotto controllo i territori cinesi: Port Arthur, penisola del Liaodong, Corea. Sisviluppa un’inaspettata alleanza continentale tra Francia, Russia e Germania per farepressione sul Giappone.

La GB cerca di tenersi fuori perché nel vicino oriente si sta sviluppando una crisiancora più preoccupante. La Germania sostiene la Russia nell’estremo oriente perchéspera che ciò distolga i russi dalla crisi in vicino oriente. Sono alleanze provvisoriefondate sulla necessità del momento. Se la Germania avesse fatto la voce grossa invicino oriente, l’accordo con la Francia sarebbe diventato operativo. Nell’Impero

Ottomano si assiste ad una serie di rivolte alimentate dagli armeni, diventaimpossibile tener fuori la Russia. La GB comincia a chiedersi se avesse senso tenere inpiedi “il grande malato”, che in realtà non governava nulla e compiva massacri persedare rivolte sempre più frequenti.

Con la rivolta armena, la GB sembra voler cambiare rotta. Grande attività negozialedelle potenze europee, ma questa operazione non riesce alla GB perché non ottiene lapiena collaborazione degli altri Stati. La GB pensa di far rientrare l’Italia nelle futureripartizioni dell’Impero Ottomano, crede che l’interesse italiano dovrebbe rivolgersiall’Albania. Gli imperi centrali vanno su tutte le furie perché ciò incrementerebbe ilcontrasto tra Italia e Austria. Si pensa che la GB stia facendo un gioco pericolosissimo:dividere gli imperi centrali alimentando i contrasti tra di loro. La lettura che la

Germania dà della gestione inglese della crisi è negativa. La Russia non devesospettare che la Germania si stia accordando con la GB. Si rompe la Triplice. La flottabritannica viene inviata verso le coste dell’Impero Ottomano che concede limitatelibertà agli armeni, continuando però i massacri. Cresce l’isolamento della GB, nonriesce a gestire un grande negoziato tra le potenze, non riesce a gestire un secondo“Congresso di Berlino”.

In questi anni si ha dunque un’inversione delle vecchie politiche: la GB è propensa aspartire l’Impero Ottomano e l’Austria favorisce questa soluzione. È il primo banco diprova per l’alleanza tra Russia e Francia: l’area di intervento della Francia affiancodella Russia viene circoscritta. La Francia chiarisce alla Russia che la convenzione

franco-russa sarebbe entrata in vigore solo dove la Francia avesse intravisto un suointeresse vitale. Il casus foederis è molto limitato. Nel ’94 sale al potere in RussiaNicola II, l’ultimo zar. La politica estera russa mantiene l’accordo con la Francia, maentrambe mostrano grande prudenza nell’appoggiare la propria alleata.

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L’Italia in Abissinia

In questi anni si ha un concatenarsi di avvenimenti extraeuropei che hanno unagrande incidenza sugli assetti continentali. Nel ’96 l’Italia perde la possibilità di avereun’estensione coloniale in Abissinia per la complicata situazione della zona. Nel ’93 il

trattato che stabiliva il protettorato italiano viene sconfessato dal Ras Menelik. La GBaveva interesse che l’Italia si stabilisse in Abissinia perché facesse da contrappeso allaFrancia. Si ha un costante rifornimento di armi all’Abissinia, armi che passavano per lostretto di Gibuti controllato dai francesi, la Francia era quindi consapevole. L’Italiaprocede verso Adua per prendere possesso dell’intero territorio abissino ma si scontracon gli abissini: è la prima sconfitta che una potenza coloniale subisce da truppeindigene. La Somalia britannica non appoggia l’Italia perché la GB preferiva noncontrapporsi alla Francia con la quale aveva un rapporto negoziale. L’Italia si trovaquindi isolata, la Triplice non serviva in questa situazione. I tedeschi anchepoliticamente non hanno intenzione di aiutare l’Italia: qualora la guerra di Abissiniaavesse portato ad uno scontro aperto con la Francia, la Germania non sarebbeintervenuta perché non riteneva questo un casus foederis coperto dalla Triplice. L’Italia

è costretta ad arretrare. Crispi dà le dimissioni e gli succede Rudinì. È un periodo dicrisi per la Triplice: il ruolo dell’Italia è indebolito, non è possibile far avvicinare la GBalla Triplice, non è possibile avere un rinnovo della clausola Mancini che avrebbe fattovedere all’Inghilterra la vicinanza degli Imperi Centrali. Adua ha una ricaduta anchesull’atteggiamento della GB che fino a quel momento aveva sostenuto le preteseitaliane sull’Abissinia per contrastare la Francia. La GB vorrebbe dare un colpodefinitivo al Sudan, ciò porterà all’incidente di Fashoda.

La guerra cino-giapponese

Nel novembre ’97 c’è una prima manifestazione della weltpolitik tedesca in Estremo

Oriente che aumenta la rivalità tra GB e Germania: la Germania comincia il riarmonavale che funge da deterrente per la GB, inoltre si lancia sui mercati mondiali. LaGermania non riusciva ad avere un disegno politico di lunga durata, non riusciva aprevedere le conseguenze rischiose della sua weltpolitik. Nel novembre ’97 si hal’occupazione tedesca del porto di Kiao-Ciao che rompe la politica della porta apertadella GB. La GB è spiazzata da quello che succede in Giappone. Nel ’95 c’è la guerracino-giapponese causata dall’espansione giapponese verso la Cina in competizionecon la Russia. Il Giappone ne esce vittorioso. Si ha un’alleanza tra Francia, Russia eGermania, unite a contrastare gli effetti dell’ascesa giapponese in Cina. La Manciuriaacquista una sorta di autonomia. La Germania aveva tutto l’interesse che la Russia siconcentrasse sull’estremo oriente anziché sui Balcani. La politica che si realizza inestremo oriente vede tutti coalizzati contro il Giappone tranne la GB, che favoriva

invece un altro tipo di politica in quanto aveva l’interesse che la Cina mantenesse lapolitica della porta aperta. La GB è costretta ad accettare questa novità, comincia unprocesso di spartizione detto “break up of China”: alla Russia viene concesso PortArthur mentre la Corea passa sotto il controllo giapponese.

Le colonie portoghesi

Nel marzo ’98 c’è un avvicinamento tra GB e Germania grazie ad un accordo sullecolonie portoghesi. L’Inghilterra sta cercando di strutturare una politica in  Africa perprevenire l’avanzata francese ed ulteriori problemi (il Sudafrica era un possedimentovitale). Il Portogallo era sull’orlo della bancarotta ed attua politica di emissione di

crediti concedendo a Germania e GB un controllo maggiore sulle proprie colonie. Si haun accordo che riguarda  Angola e Mozambico (la parte sud viene affidata alla GBche quindi ottiene il controllo del capo, la parte nord invece passa al ??? ). LaGermania si sente tradita perché secondo un precedente accordo spettava a lei il

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controllo delle colonie portoghesi.

L’incidente di Fashoda

L’altro versante di crisi tra Francia e GB è il Nilo (’98). Questa crisi avviene quando il

generale francese Marchand si incontra con il generale inglese Kitchener a Fashoda.La GB era decisa a portare avanti la sua politica in Sudan. La competizione anglo-francese per il controllo del Nilo doveva trovare una sua conclusione a Fashoda, siaattraverso una fine pacifica, sia sfociando in una guerra. Alla fine, la Francia decide diritirarsi da Fashoda perché si trovava sostanzialmente isolata. I russi esprimono solo illoro sostegno politico, garantiscono la loro neutralità, non possono garantire ilsostegno militare perché ci sono delle complicazioni (muovere la flotta russa avrebberichiesto tempo). Secondo la Russia alla Francia conveniva cedere. La Germaniarimane in posizione di vigile attesa perché gode di una posizione internazionale diassoluto vantaggio. La Francia avrebbe potuto porre fine alla revanche. In realtà èimpossibile, la Germania avrebbe dovuto dare una sorta di autonomia dell’Alsazia eLorena. Tutto questo avviene nonostante i russi cerchino di incentivare la Francia a

trovare un accordo con la Germania, poiché hanno paura che il trattato tra Germania eGB sulle colonie portoghesi sia solo l’anticipazione di un’alleanza più forte. In questoperiodo inoltre, la Francia doveva affrontare una grave crisi interna provocatadall’affare Dreyfus, clima instabile, si temeva addirittura un colpo di stato. La Franciasi ritira da Fashoda perché non è nella situazione di poter fare altro. Una parte delSudan rimane sotto il controllo della Francia (dal Darfur al lago Ciad) mentre il bacinodel Nilo rimane sotto controllo britannico. In questo modo si sana uno degli elementi dicontrasto su cui le altre potenze europee giocavano costantemente (rivalità anglo-francese).

I giri di valzer italiani

Nel ’96 si arriva ad una convenzione sulla Tunisia che diventa un protettoratofrancese. La popolazione tunisina era però costituita da molti italiani ai quali la Franciariconosce uno status speciale: questi cittadini ricadevano nella giurisdizione italiana.Accettando ciò l’Italia riconosceva di fatto il protettorato francese sulla Tunisia. Questanon è una soluzione definitiva alla questione tunisina, ma è comunque un segno diavvicinamento tra Francia e Italia. In questo modo viene a mancare uno degli elementifondamentali che aveva tenuto l’Italia lontana dalla Francia. In Francia si fa strada laconvinzione che si debba provare a sradicare l’Italia dalla Triplice Alleanza e quindicambia la politica francese nei confronti dell’Italia. Nel ’98 c’è uno scambio di letteretra il ministro degli esteri italiano e l’ambasciatore francese a Roma nel quale c’è unadichiarazione di disinteresse italiano per il Marocco e francese per la Libia. Ciò sarà

successivamente formalizzato in un vero e proprio accordo. La clausola della Triplicesecondo la quale la Germania garantiva l’influenza italiana in Cirenaica e Tripolitaniaperde importanza. La Germania comincia ad avere qualche perplessità a riguardo.Francia e Italia si garantiscono anche neutralità reciproca in caso di guerra a seguito diuna provocazione diretta ad una delle due, anche quando una delle due potenze ècostretta ad entrare in guerra per difendere il proprio onore. Nel 1902 la Triplice vienerinnovata e si stipula anche una convenzione navale tra Italia e Germania. L’Italiatiene i piedi in due staffe, attua una politica a tutto campo (“giri di valzer”). La Triplicefinisce solo con l’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale nel 1915. In questafase la Triplice non era mai diventata operativa, è un’alleanza instabile, ogni Statostipula in realtà altri accordi.

I mutamenti nelle alleanze europee

Nel ’99 l’Inghilterra invia un ultimatum a Kruger per porre fine alla questione

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sudafricana. La guerra anglo-boera finisce nel 1902, la GB vince ma questa guerramette in evidenza una debolezza dell’esercito britannico. La guerra del Trasvaalsistema l’area, ma in questo momento la GB percepisce il suo isolamento. Continuanogli abboccamenti del Reich nei confronti dell’Inghilterra, la Germania da un alto siriarma, dall’altro cerca di avvicinarsi alla GB. La GB mette in conto che si possacostituire una lega continentale tra Germania e Francia. Il grande ostacolo che sifrappone a questa lega è la questione dell’Alsazia-Lorena, bisognerebbe primariconoscere i confini, ma nessun governo è in grado di sostenere questo tipo dipolitica. La Germania continua a sentirsi una grande potenza in grado di giocare unruolo da arbitro.

L’alleanza anglo-giapponese

In quegli anni scoppia in Cina la rivolta dei Boxer, rivolta che implica l’uccisione diparecchi funzionari occidentali. L’uccisione del ministro tedesco Von Kettler spinge laGermania ad intervenire, ha quindi un ruolo da prima attrice sulla scenainternazionale. L’ingerenza tedesca nei territori cinesi è pesante, tutela le posizioni

russe per distrarla dai Balcani, è un periodo di avvicinamento tra Germania e Russia. IBalcani vengono quasi messi da parte: benché la situazione non sia cambiata,l’instabilità non né più causa di gravi conflitti tra le due grandi potenze europee. Lefinalità della Germania sono il mantenimento della porta aperta in Cina, deterrenteall’espansionismo russo che va però a scontrarsi con quello giapponese.L’espansionismo russo ha una matrice differente da quello britannico in quanto avanzal’idea di un controllo più esteso del territorio cinese (es. Manciuria: comunicazioni conla Siberia, zone ritenute di interesse vitale). La Germania cerca un costante accordocon la Russia perché potrebbe essere una via per trascinare la Francia in una legacontinentale. Nel 1901 ci sarà l’ultima occasione di negoziato anglo-tedesco: muore laregina Vittoria, Guglielmo si reca a Londra (era suo nipote) dove porta avanti unaproposta di alleanza, ma l’Inghilterra non si sente ancora pronta in quanto contrariaall’alleanza russo-tedesca per l’espansionismo russo in Manciuria. Il Giappone sente lanecessità di uscire dal suo isolamento perché non poteva portare avanti nessunarivendicazione concreta a causa dell’accordo tra le potenze occidentali. Iniziano unaserie di negoziati per un’alleanza  anglo-giapponese, l’accordo sarà stipulato nel1902. Questa alleanza è funzionale per la GB che non deve fare altre alleanze nelcontinente europeo. È un’alleanza rivoluzionaria: la GB esce dall’isolamento e, inoltre,un paese non occidentale si mette sullo stesso piano della GB. Il trattato prevede unabenevola neutralità se una delle potenze coinvolte si trova in guerra con un’altrapotenza (es. Giappone vs Russia l’Inghilterra resta neutrale). Il casus foederis scatta  se una delle due si trova in guerra con più di una potenza (es. Giappone vs Russia eFrancia l’Inghilterra interviene). L’accordo viene pubblicato come deterrente. Da  

questo momento sarà impossibile arrivare ad un accordo tra Inghilterra e Germania.

Le Triplice Alleanza e la Triplice Intesa

Nell’agosto ’99 c’era stata una modifica nell’accordo tra Francia e Russia che aveval’obiettivo di mantenere un equilibrio di forze in Europa attraverso l’appoggio francesenei Balcani e l’appoggio russo sul Reno. Nel 1901 c’è un ulteriore scambio di letterefranco-russo i cui contenuti vengono in seguito ratificati (comprende l’eventualità diuna guerra contro la GB). La Germania aveva crescenti interessi nei Balcani per lacostruzione di una ferrovia e ciò la porta ad avvicinarsi all’Impero Ottomano. Vi eranocrescenti difficoltà per la Germania di allearsi con Russia o Inghilterra, rimaneva in

piedi solo la Triplice, ma anche su questa c’erano dei dubbi (es. Italia che si avvicinavaalla Francia). L’Austria non guarda all’Italia come una grande alleata, era previstoaddirittura una attacco preventivo all’Italia da parte dell’Austria. Nel 1899 e poi nel1901 con il perfezionamento dell’Intesa tra Francia e Russia, la durata della

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convenzione non è più legata alla durata della Triplice Alleanza. Nel 1903 Re Pietro daun’impronta differente alla politica serba: la politica filo-austriaca torna ad essere unapolitica filo-russa, la Serbia rientra nella zona di influenza russa.

L’Entente Cordiale

L’abbandono da parte del governo di Londra della politica di “splendido isolamento”porta ad un avvicinamento alla Francia. Nel 1904 si assiste ad un grande mutamentonelle alleanze europee: la GB entra in un’alleanza continentale con la Francia,l’Entente Cordiale. Bisogna innanzitutto eliminare i contrasti tra Francia e Inghilterra(contrasti essenzialmente coloniali): la Francia riconosce gli interessi britannici inEgitto, mentre la GB fa lo stesso in Marocco. Il Marocco in realtà era un paese asovranità limitata: era una situazione analoga a quella cinese, con una crescenteinstabilità interna che lo rendeva appetibile alle potenze occidentali, cera ancheun’importante presenza spagnola. Sia Francia che GB si preoccupano dell’interessespagnolo in Marocco: l’Inghilterra controllava Gibilterra quindi aveva bisogno chedall’altro lato dello stretto ci fosse una potenza amica. La Spagna viene coinvolta

nell’accordo nel 1904: convenzione tra Francia e Spagna su un’eventuale spartizionedel Marocco.

La guerra russo-giapponese

In Russia la Manciuria era considerata di primaria importanza. Nel 1904 i giapponesidecidono di attaccare Port Arthur : questa guerra ha un grande valore in quanto dàuna dimostrazione della debolezza russa in confronto al Giappone. Il Giappone èdiventato un paese estremamente moderno. La Russia ha parte della propria flottabloccata nel Mar Nero, quindi può solo spostare la squadra del Baltico, ma senzasuccesso. Ci sono grandi rivolgimenti interni che partono dalle forze armate, grave

crisi interna in Russia, le forze russe escono dal conflitto ridimensionate, esceridimensionata l’intera immagine russa. L’accordo di  Portsmouth viene fatto graziealla mediazione americana. La Corea entra nella sfera di influenza giapponese dunquel’azione giapponese in quell’area non avrà più nessun contrasto. La Manciuriadovrebbe tornare sotto la Cina, in realtà si avrà una spartizione e questa questione siprotrarrà ancora a lungo. Sia Francia che GB vogliono circoscrivere il più possibilequesto conflitto (accordo del 1902). I tedeschi cercano di avvicinarsi alla Russia,pensano che ciò porti all’alleanza con la Francia e quindi ad una lega continentale. Inrealtà ciò era lontanissimo dalle idee della Francia. Si avrà un incontro tra lo zar e ilkaiser nel 1905.

La prima crisi marocchina

Il Reich continua ad essere una potenza inquieta perché la politica mondiale dellaGermania mirava ad un ruolo di primo attore volto a portare avanti delle azioni didisturbo. Il punto centrale della politica estera tedesca in quel momento era ilMarocco. Il Marocco voleva essere un paese autonomo, ma c’erano vari interessi suquel territorio tra le potenze europee (Francia, Spagna, Inghilterra, Italia, Germania).La Germania apre una vertenza sul Marocco: Guglielmo si reca a Tangeri chiarendoapertamente che per la Germania colui che esercitava il potere sul Marocco era ancorail Sultano, non le potenze europee. Dal punto di vista legale la Germania facevaancora riferimento alla convenzione di Madrid del 1880. Intento della Germania diriaprire la questione marocchina e di isolare la Francia. In un primo momento

l’operazione sembra riuscire a causa dell’instabilità interna francese che vedenumerosi scontri tra il presidente del consiglio Rouvier e il ministro degli esteriDelcassé che finirà col dare le dimissioni. La Germania si fa più prepotente neiconfronti della Francia, ma ottiene il risultato contrario a quello che sperava: la GB

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prende le parti della Francia e la Germania si trova isolata. Nel 1906 si ha laConferenza di Algeciras. La Germania riesce così ad esercitare un ruolo nelle questionicoloniali, ma non riesce ad isolare la Francia che anzi si ricompatta con la GB. InMarocco viene ribadita la politica della porta aperta. Iniziano le discussioni tra lo statomaggiore inglese e francese: l’Entente diventa qualcosa di più vincolante per le duepotenze, è un accordo che tende a svilupparsi nel tempo.

La Triplice Intesa

Nel gennaio 1906 si erano avviate delle discussioni tra Francia e GB (non era peròancora un accordo militare). Finito l’espansionismo russo in estremo oriente finiva unadelle maggiori rivalità tra Russia e Inghilterra e tutto sembra predisposto a fare inmodo che ci fosse un avvicinamento tra le due potenze attraverso una Triplice Intesache fungesse contrappeso alla Triplice Alleanza. Tuttavia l’intesa tra Francia e Russianon aveva visto entrare in azione nessuna delle due potenze a difesa dell’alleata,aveva solo uno scopo di deterrenza. Successivamente si hanno un accordo anglo-francese e un accordo anglo-russo. Questi accordi si prestavano a cercare di dirimere

tutte le questioni che contrapponevano la GB alla Russia:

1. Gli stretti : la GBpretende che tutto rimanga come prima, quindi la flotta russa rimane chiusanel Mar Nero.2. In estremo orientel’intesa con il Giappone ha creato un equilibrio, non c’è bisogno di nuoviaccordi.3. Protezione dell’Indiaattraverso la creazione di stati cuscinetti: Tibet, Afghanistan e Persia. I russiritirano la propria delegazione dall’Afghanistan. Il Tibet rimane sotto la sfera

cinese, ma in realtà resta sotto l’influenza russa. La Persia viene divisa: la zonanord (Teheran) è sotto l’influenza russa, la zona sud (Golfo Persico) è soggettaall’influenza britannica, mentre la zona centrale resta neutrale.

L’alleanza nasce perché la GB vuole evitare che le questioni extraeuropee faccianoscoppiare una guerra tra le potenze europee, nasce da questioni particolari, la soliditàdi quest’alleanza deriva dal fatto che vengono risolte le maggiori ragioni dicontrapposizione.

La crisi della Triplice Alleanza

Nel frattempo si ha un cambio di ministri sia a Vienna che in Russia. Il ministro degliesteri austriaco Aehrenthal sottolinea la necessità di annettere la Bosnia. La Serbianon è più sotto influenza austriaca e c’è il timore che le questioni serbe possanoinfluenzare la Bosnia. Ci sono problemi anche in Turchia: la rivolta dei Giovani Turchipotrebbe comportare che l’Impero Ottomano trovi nuove energie e quindi ripristini lapropria autorità sulla Bosnia. Se ciò fosse accaduto, l’Austria si sarebbe trovata in unaposizione minoritaria nei Balcani. Per annettere la Bosnia, l’Austria ha bisognodell’appoggio della Russia. In cambio, i russi chiedono che gli stretti non venisserochiusi qualora la Russia si trovasse in guerra. Ma gli austriaci si annettono la Bosnia e ilministro degli esteri Izvol’skij si trova davanti al fatto compiuto. I negoziati preventivisono fatti male, la Russia è infuriata nei confronti dell’Austria. L’Italia vorrebberaccogliere i frutti della Triplice, ma l’Austria non dà compensi all’Italia, l’Italia non

viene considerata. La Germania dà il pieno sostegno all’Austria: non offre un aiutomilitare, ma il sostegno è così incondizionato che fa credere all’Austria di avere libertàdi manovra nei Balcani. La politica tedesca non ha più la funzione di moderatore nei

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confronti dell’Austria. La Russia è esasperata perché è stata tradita dall’Austria, èpressata dal pieno consenso tedesco, non viene aiutata né dalla GB né dalla Francia.La Serbia non può fare altro che cedere all’imposizione austriaca poiché non può fareun’azione militare contro l’Austria senza l’appoggio della Russia (la Russia non era ingrado di appoggiarla). La Serbia viene umiliata, ma rimane indipendente, politica dibuon vicinato. L’Austria molla il Sangiaccato (Stato cuscinetto tra Serbia eMontenegro). Nel 1909 l’Italia crea un’altra crepa nella Triplice con l’accordo  di Racconigi con la Russia: affermano il loro interesse comune al mantenimento dellostatus quo nei Balcani. Con questo accordo la Russia riconosce l’interesse italiano su

 Tripoli, mentre l’Italia riconosce l’interesse russo sugli stretti, non è un’alleanza.

La seconda crisi marocchina

Nel 1909 Francia e Germania si erano garantite reciprocamente le loro sfere diinfluenze sul Marocco, ma in realtà questa non è una questione risolta. I francesihanno l’ambizione di fare del Marocco un protettorato. Nel 1911 la Francia occupa Feze lo fa forte del fatto che ad Algeciras si era parlato del ruolo francese nel

mantenimento dell’ordine in Marocco. A questo punto però Berlino afferma che laFrancia non poteva fare un atto del genere senza dare compensi alla Germania. Ilprincipio non era sbagliato, ma i mezzi sì: la Germania invia una cannoniera che dàvita ad una crisi internazionale piuttosto rilevante. La Russia non sostiene la Francia.Alla fine il bluff tedesco si sostanzia in una richiesta di compensi sui territori africani,chiedono in cambio il Congo francese. Tale richiesta finisce col costringere gli inglesiad intervenire per difendere un interesse imperiale: un compenso così rilevante inAfrica non poteva essere ottenuto con la forza in questo modo, ciò poteva creare unpericoloso precedente. A novembre la crisi si compone, la Francia ottiene ilprotettorato sul Marocco (1912) e concede due strisce di territorio congolese allaGermania. Ciò crea un ulteriore elemento di frattura tra Germania e Inghilterra: allapreoccupazione per il riarmo si aggiunge quella per la spregiudicatezza con cui laGermania porta avanti la sua Weltpolitik. Ciò impedisce di portare avanti qualsiasi tipodi accordo tra le due potenze.

La guerra in Libia

Nel 1912 Poincaré sale al potere in Francia: riemerge il vecchio nazionalismo e lospirito di revanche. I rapporti tra Germania e Francia peggiorano ulteriormente. L’Italianon vuole essere da meno: nel mezzo della crisi marocchina pone un ultimatum alla

 Turchia sulla Libia. La guerra contrappone l’Italia all’Impero Ottomano. Questa guerrasi concluderà nel 1912 e avrà una serie di conseguenze:

1. l’Italia concretizzaquello che considerava lo scopo naturale del suo colonialismo, ma lo facreando qualche incidente con la Francia (es. navi);2. occupazione delleisole del Dodecaneso;3. ciò dà un ulteriorescossone all’Impero Ottomano.

La competizione navale

La GB decide di rafforzare la propria flotta nell’Atlantico (Gibilterra e isole britanniche),

abbandonando Malta. La Francia fa il contrario: concentra la flotta a Tolone aprotezione del Mediterraneo. Vi è dunque una crescente contrapposizione tra i dueblocchi. Il riarmo navale della Germania preoccupava la GB, anche nel ruolo di arbitronelle vertenze internazionali la Germania si sostituiva alla GB. La Germania viveva un

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periodo di grande espansione economica che la portava alla ricerca di nuovi sbocchi,nuovi mercati d’oltremare, ma per essere una grande flotta commerciale non serveanche una grande flotta militare. L’errore della weltpolitik era quello di uscire dallapolitica tedesca tradizionale, questa politica portava allo scontro con l’Inghilterra cheinvece sarebbe dovuta essere un’importante alleata. La Germana decide unampliamento ulteriore della flotta tedesca, da un lato l’Inghilterra chiede una rinuncia,dall’altro lato la Germania chiede di nuovo un accordo: promessa reciproca di nonpartecipare a coalizioni ostili e benevola neutralità in caso di conflitto. In realtà si haun’alleanza sempre più stretta tra GB e Francia. Nel gennaio 1912 non c’è un’effettivarottura tra Inghilterra e Germania, c’era ancora una fazione disposta a negoziare con ilReich. In questo periodo il dato militare diventa estremamente condizionante nellapolitica.

Le Leghe Balcaniche

Secondo una visione lo scontro sarebbe dovuto avvenire nei mari del nord, secondoaltri bisognava attuare il piano Schifflen che prevedeva la violazione della neutralità

del Belgio e quindi andava direttamente a ledere gli interessi inglesi. La missione inBosnia del 1908 aveva dato un colpo ai Balcani , l’Italia era stata di nuovo estromessadall’Austria, la missione in Libia aveva dato un ulteriore colpo alla stabilità dell’ImperoOttomano: tutto ciò provoca un’ulteriore instabilità nei Balcani. Le truppe ottomaneerano concentrate in Libia, quindi erano meno preparate ad affrontare un’eventualerivolta nei Balcani. I Giovani Turchi  favorivano le rivolte, volevanol’“ottomanizzazione” della popolazione, prendevano provvedimenti politici checozzavano con la varietà di etnie dell’area. Inoltre, la crisi del 1908 aveva avuto unrisvolta da non sottovalutare: la rottura della tregua ventennale tra l’ImperoAustroungarico e la Russia. La politica russa ha bisogno di uno sfogo esterno peralleggerire la crisi interna. Nel marzo 1912 si ha un’alleanza tra Serbia e Bulgaria aspese dell’Impero Ottomano: nei protocolli segreti questa alleanza prevede laspartizione della Macedonia (parte mediterranea sotto l’influenza bulgara, partesettentrionale sotto l’influenza serba, nel centro zona cuscinetto con arbitrato russo).La Russia era confortata dall’appoggio francese: la Francia inizialmente era costernatadal non esser stata informata di questa politica russa, tuttavia garantisce il suoappoggio. La Francia cerca alleanze via via più solide con la Russia e con la GB perchériemerge lo spirito di revanche verso la Germania. Nel maggio si ha un ulterioreampliamento dell’alleanza tra Serbia e Bulgaria: Lega Balcanica. Un ulteriore accordotra Grecia e Bulgaria, evidenzia l’interesse greco verso Salonicco che va a scontrarsicontro l’interesse turco. Sono tutte alleanze temporanee. Nell’ottobre c’è l’accordo traMontenegro, Serbia e Bulgaria: nasce la Seconda Lega Balcanica.

La terza guerra balcanica

Insurrezione albanese: è un paese politicamente e economicamente immaturo perun processo di indipendenza, si ribella all’Impero Ottomano, fase di crescentetensione. Con la fine di Von Bülov la Germania non è più così orientata a sostenereaprioristicamente l’Austria nelle sue politiche nei Balcani, la situazione dell’imperomultietnico è sempre più problematica, la politica dell’Austria nei Balcani diventa piùprudente. Nel febbraio 1912 muore il ministro Aehrenthal, gli succede Berchtold cheera stato per 5 anni rappresentante dell’impero a San Pietroburgo. Il mantenimentodello status quo si basava anche sula sopravvivenza dell’Impero Ottomano: sel’Impero crollava, l’azione dell’Austria era fortemente condizionata dalla posizione

della Serbia. I timori dell’Austria riemergono, la Serbia avrebbe contrastato l’Austria,avrebbe condizionato anche la politica interna dell’Austria perché avrebbe fomentatole rivolte dell’impero multietnico. La politica dell’Austria mira quindi a contrastare laSerbia. Nel settembre del 1912 si ha un ultimatum degli stati balcanici all’impero

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ottomano per riforme in Macedonia, il Montenegro invia il proprio esercito perristabilire l’ordine del nord dell’Albania, e procede al ritiro degli ambasciatori di Serbiae Bulgaria. I turchi inaspettatamente si trovano circondati. Entra in guerra anche laGrecia. Nel maggio del 1913 i turchi sono costretti a cedere tutto il territorio europeo.In questa prima fase l’Austria resta inattiva. C’è una forma di compartecipazionedell’Italia: Austria e Italia per la prima volta sono solidali sull’indipendenza albanese,l’accordo dura poco, entrambe mirano ad esercitare un’influenza diretta sull’Albania.Arrivano al pettine tutti i nodi delle contrapposizioni che c’erano tra i vari statibalcanici. I serbi mantengono l’esercito in Macedonia: i bulgari non sono d’accordo edichiarano guerra al precedente alleato. I bulgari probabilmente tentano questo colpodi mano perché credevano in un intervento austriaco. Nel giugno del ’13 ha inizio laTerza Guerra Balcanica (la seconda guerra balcanica era stata scatenata dai Giovani

 Turchi, ma non aveva cambiato gli assetti geopolitici). I turchi riescono a mantenere ilcontrollo sugli stretti. Nel luglio ’13 viene firmato l’armistizio, segue il Trattato di Bucarest del 1913: la Turchia mantiene Adrianopoli e gli stretti, per il resto l’imperoottomano cessa di essere uno stato europeo. La Romania acquisisce la Dobrugia. AllaBulgaria viene tolta la Macedonia, quindi non ha più l’accesso al mare. In realtà, le

rivolte del ‘12-‘13 turbano gli equilibri europei meno di quanto avesse fattol’annessione della Bosnia. Ci sono tutta una serie di accordi che fanno pensare ad unnuovo allineamento. Nel ’13 c’è anche una ripresa del movimento irredentista in Italiache ha un’influenza sui rapporti tra Austria e Italia. La tratta ferroviaria tra Baghdad eil golfo persico sarebbe stata sotto il controllo britannico, la ferrovia tedesca si sarebbefermata a Baghdad. La Bulgaria stava diventando un perno della politica austriaca. Ciòha un riflesso sulle problematiche interne che influenzano i rapporti con la Romania equindi il modo in cui la parte magiara dell’impero si rapportava alla Romania (disputasulla Transilvania). Lo spazio di manovra dell’Austria sui Balcani in questa fase èalquanto ridotta. teme il fatto che la Serbia cerchi un’altra coalizione in cui siapresente la Russia. Richiesta della Turchia affinché l’esercito tedesco invii unamissione per riorganizzare la guarnigione di Costantinopoli: è impossibile riprendere ildialogo tra Russia e Germania.

Verso la Prima Guerra Mondiale

Nel giugno del 1914 c’è la visita dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo.Si trova lì il giorno dell’anniversario della battaglia Kosovopoljie del 1389, marchionella memoria storica slava, il popolo slavo era passato sotto il giogo ottomano. Inquel periodo si assiste ad agitazioni che facevano riferimento al gruppo clandestinodella Mano Nera, Vienna non era all’oscuro che si stesse preparando qualcosa. Tral’altro, le misure di sicurezza erano pressoché nulle o per lo meno inefficaci edinappropriate. L’arciduca viene ucciso in un secondo attentato. La prima bomba uccide

un ufficiale austriaco. Solo in un successivo spostamento ci sarà lo sparo che uccideràl’arciduca e la sua consorte. Atteggiamento provocatorio dell’Austria: l’Austriaconsiderava l’eventualità di aprire le ostilità contro la Serbia quindi l’omicidio èun’opportunità per fare qualcosa che l’Austria aveva già deciso di fare. La colpadell’assassinio viene data alla Serbia che deve quindi smettere di essere una potenzabalcanica.

Il 5 luglio c’è l’assegno  in bianco che rappresenta la piena adesione del KaiserGuglielmo ai provvedimenti che l’Austria avrebbe preso nei Balcani. La Germaniagarantisce quindi il pieno appoggio: ciò non significa necessariamente che il kaiservoleva una guerra, si pensava che la tensione potesse essere localizzata, non sipensava che le altre potenze sarebbero intervenute. In questa fase Poincaré e il suoministro degli esteri si trovano a San Pietroburgo per una visita programmataanticipatamente: tentativo di non modificare l’agenda politica per non avvalorarel’idea che si stesse preparando qualcosa di grave in Europa. Poincaré porta avanti fino

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in fondo la sua idea di fermo sostegno alla Russia. Il 23 luglio l’ Austria presenta ilproprio ultimatum alla Serbia. La Serbia cerca un compromesso, dà una rispostanegativa solo quando deve rinunciare alla propria sovranità: gli austriaci vorrebberoprendere parte alle inchieste sull’assassinio. Le altre potenze mobilitano le proprietruppe. Il 28 luglio l’ Austria  dichiara  guerra alla Serbia. Il 29 luglio la Russiaattua una mobilitazione parziale delle proprie truppe diretta contro la sola Austria. Il31 luglio c’è la mobilitazione generale della Russia. Segue l’ultimatum dellaGermania alla Russia che non riceve risposta. Il 1 agosto mobilitazione generaledella Germania. Le decisioni militari prendono il sopravvento su quelle politiche. Il 31luglio la Germania aveva inviato un ultimatum alla Francia per conoscere la suaposizione in caso di conflitto: il 1 agosto anche la Francia attua la mobilitazionegenerale. Il 3 agosto la Germania dichiara guerra alla Francia. Complicazioneulteriore: il 2 di agosto Berlino invia un ultimatum a Bruxelles per far passare le truppeper il territorio belga, sostenendo che avrebbero pagato eventuali danni. I belgi nonaccettano che la loro neutralità venga violata ma la Germania decide di violareunilateralmente la sua neutralità. A questo punto entra in gioco la GB: violare laneutralità del Belgio significa violare la Manica e questo va a ledere in modo diretto la

sicurezza dell’isola. Il 5 agosto l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania. L’Italiasi proclama neutrale: nella crisi con la Serbia l’Austria non aveva consultato l’Italia,quindi l’Italia non è obbligata ad entrare in guerra a fianco degli alleati.

Le relazioni diplomatiche nel corso della Prima Guerra Mondiale

Una guerra di “trincea”

Ben presto la prima guerra mondiale si rivelò una guerra di resistenza, innanzitutto intermini economici. Dopo una prima fase dinamica i francesi riescono ad attestare lapropria linea di resistenza sulla Marna: la Prima Guerra Mondiale diventa una guerra di

trincea. È una guerra statica sia sul fronte occidentale sia poi su quello orientale, ciòpreannunciava una lunga durata del conflitto: sarebbe uscito vincitore chi sarebberiuscito a resistere più a lungo. I russi si assestano su un fronte che va dal Baltico allaRomania. Già nel ’14 il Giappone (alleato con la GB) decide di entrare nel conflitto,non stimolato dalla GB, ma avrà ruolo marginale perché ha un obiettivo limitatoall’Estremo Oriente (possedimenti tedeschi).

L’Impero Ottomano

L’Intesa cerca di convincere l’Impero Ottomano a rimanere neutrale, mentre gli impericentrali cercano di trascinarlo nel conflitto. Il coinvolgimento militare dei tedeschi in

 Turchia sarà molto attivo, oltre al sostegno economico e finanziario (già prima del

conflitto). La Turchia, formalmente alleata della Germania dal 2 agosto, entra nelconflitto in ottobre affianco degli imperi centrali. Nella pace futura questo paese verràtotalmente smembrato, divisa in sfere di influenza. L’Intesa si ripartisce le zone dellamezzaluna fertile e del medio oriente attraverso gli accordi segreti del 1916. Francia eGB fomentano l’indipendentismo arabo in funzione anti-ottomana. La Palestinapasserà sotto l’influenza britannica, il Libano, la Siria e la Cilicia sotto la Francia. Laparte meridionale dell’Anatolia sarebbe passata sotto l’influenza italiana, la Russiaottiene invece un’influenza sugli stretti.

L’intervento italiano

Nell’agosto del ’14 l‘Italia proclama la propria neutralità, dichiarando l’Austria carentedel rispetto della carta dei trattati in quanto non aveva consultato l’alleato italianoprima dell’ultimatum alla Serbia. Gli imperi centrali tentano di mantenere l’Italianeutrale per evitare che si allei con l’Intesa. Nel frattempo riemerge la questione

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irredentista e l’Italia ritiene di poter chiedere un prezzo all’Austria: Trento, Trieste e laVenezia Giulia. In passato l’Austria si era mostrata estremamente flessibile, ora peròirrigidisce le proprie posizioni, non è disposta a cedere il porto di Trieste, nonostantesia forte la pressione tedesca per evitare che l’Italia si schieri con i nemici.

Ben presto l’Italia apre le trattative con Francia, GB e Russia per entrare nel conflittoaffianco di questi paesi. Internamente l’Italia non è un paese omogeneo, il dibattitoanche a livello parlamentare è estremamente acceso tra neutralisti ed interventisti(Sonnino). Gli interventisti ottengono la meglio quando le Trattative di Londraportano ad un risultato: non solo la promessa di soddisfare le rivendicazioni italiane,ma emergono nuovi obiettivi sul Mediterraneo, l’Italia fa rivendicazioni da grandepotenza. L’Italia rivendica il controllo della sponda orientale dell’Adriatico fino a Valona(Albania) e l’isolotto di Saseno. La controparte non è però rappresentata da uno statounitario, sarebbe rappresentata dalla Serbia che ha come portavoce la Russia. LaRussia tutela gli interessi della Serbia che mira a conservare uno sbocco al mare.

L’Italia è anche interessata alla spartizione delle colonie tedesche in Africa. Nel ’15 si è

consapevoli che ci si avvia alla disgregazione dell’Impero Ottomano e quindi si pensadi poter trarre qualche vantaggio territoriale. Attraverso il Trattato di San Giovanni di Moriana del ’17 si stabilisce una zona di influenza in Anatolia, che dovrebbe essereratificata della Russia. L’Italia vuole che l’accordo resti segreto.

L’Italia doveva entrare nel conflitto entro un mese dalla firma del memorandum controentrambi gli imperi centrali, in realtà le sue rivendicazioni sono solo contro l’Austria.Nel maggio del 1915 l’Italia entra in guerra: fronte estremamente usurante, immobilema non meno sanguinoso. Con la disfatta di Caporetto si ha un cambiamento: gliaustriaci sono rinforzati dalle truppe provenienti dal fronte orientale, le truppe diCadorna sono costrette ad indietreggiare, riescono ad attestarsi sul Piave, anziché sul

Mincio (che avrebbe voluto dire perdere Venezia). A questo punto si richiede l’aiutodegli alleati: l’Italia non gestisce più autonomamente la zona. Gli alleati pretendonoinnanzitutto che Cadorna venga sostituito, al suo posto prende il comando Diaz. Ledecisioni strategiche devono essere prese in accordo con gli alleati che insistono chele truppe si assestino sul Mincio, ma gli italiani alla fine riescono ad avere la meglio.

I Balcani

Nell’ottobre del ‘15 gli imperi centrali riescono a far entrare in guerra la Bulgaria (perriprendersi la Macedonia persa nel ‘13). La guerra scoppia nei Balcani, ma inizialmentela Serbia è l’unico paese balcanico in guerra. Nell’agosto del ‘16 entra in guerra laRomania: era legata alla Triplice Alleanza, ma l’Intesa riesce a farla entrare in guerra

promettendogli la Transilvania (che era sotto dominazione magiara) e altre regioni. Nelgiugno ‘17 anche la Grecia entra in guerra affianco dell’Intesa.

L’intervento degli Stati Uniti

Nel ‘17 il presidente Wilson aveva invitato a rispettare il principio delle nazionalità, leconvinzioni politiche americane erano già chiaramente definite. L’entrata in guerra del‘17 è un argomento molto dibattuto: dopo il ritorno all’isolazionismo successivo alconflitto mondiale gli USA sono stati accusati di essere intervenuti solo per ragionieconomico-finanziarie.

C’è una sostanziale inadeguatezza della politica estera europea nei confronti dellapossibilità che gli USA entrino in guerra. I tedeschi aggravarono ulteriormente irapporti con gli USA, la GB istituisce un blocco navale nei confronti della Germania chein una prima fase inaugura una guerra sottomarina. Nel ‘17 la Germania dichiara che

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avrebbe portato avanti la guerra sottomarina ad oltranza, ciò però colpisce in modoindiscriminato anche tutti i convogli diretti verso la GB che spesso erano americani.Quando, nel ’17, viene meno la prudenza politica che sconsigliava di provocare gliamericani, la guerra sottomarina colpisce chiunque.

Inoltre, gli inglesi commisero l’errore di provocare un incidente diplomatico traGermania e USA con la nota Zimmermann, dalla quale emerse che la Germania sistava occupando di portare avanti negoziati con il Messico contro gli USA.L’amministrazione Wilson decide allora di entrare nel conflitto. La Germaniasottovaluta in entrambe le guerre l’impatto dell’entrata in guerra degli USA che hannoil compito di rimpinguare gli esausti eserciti europei.

La rivoluzione russa

La Russia alla fine del ‘17 è completamente destabilizzata dai propri problemi interni.Dopo la rivoluzione del marzo del 1918, Lenin decide che è fondamentale uscire dallaguerra per rafforzare il fronte interno e firma l’armistizio  di Brest-Litovsk . Le

condizione imposte dall’armistizio sono dure, ma non impossibili da affrontare. Itedeschi acconsentono ad una delle clausole russe che prevedeva la sovietizzazionedelle truppe e la fraternizzazione delle truppe russe e tedesche. È un momento dimiglior sensibilità diplomatica di quanto avessero dato prova i tedeschi fino a quelmomento. La Russia esce dal conflitto, ma perde tutti i territori che etnicamente nonerano russi: l’Ucraina, la Finlandia e i territori Baltici. La Crimea viene occupata daitedeschi, la Bessarabia della Romania.

I 14 punti di Wilson e la New Diplomacy  

La Russia dichiara nulli tutti i trattati firmati fino a quel momento. In questa fase

emerge il testo del trattato di Londra, la Russia non ratifica gli accordi di San Giovannidi Moriana: non solo esce dal conflitto, ma inguaia in qualche modo gli alleati perché lepotenze dell’intesa si apprestano a terminare il conflitto affianco dell’alleatoamericano portandosi dietro un apparato di trattati e usi diplomatici che Wilson siappresta a smantellare. Wilson crede di poter rinnovare completamente leconsuetudini diplomatiche che fino a quel momento avevano caratterizzato le relazioniinternazionali europee. Fino al ’18 le relazioni internazionali sono decise sul continenteeuropeo, Wilson porta con sé una ventata di idee nuove per smantellare quella serie dierrori delle grandi potenze che avevano portato al primo conflitto mondiale: 14 punti

vengono aboliti i trattati segreti (new diplomacy), viene istituzionalizzato il principio  del libero mercato, libero commercio (libertà dei mari), frontiere tracciate in base alprincipio di nazionalità porterà guai in Europa con la dissoluzione dell’impero  

multinazionale asburgico.

La dissoluzione dell’Impero Austroungarico

Ad un certo punto ci si rende conto che è impossibile portare avanti questo conflitto.L’Impero Austroungarico non poteva resistere a lungo perché i conflitti nazionalistavano emergendo con sempre maggiore forza. Ciò era inaspettato per le altrepotenze, si prevedeva lo smantellamento dell’Impero Ottomano, non di quelloaustroungarico. Per quello nel patto di Londra non c’era una rivendicazione di Fiume, sipensava che l’impero avrebbe mantenuto uno sbocco al mare.

Il primo dopoguerra

Le trattative di Parigi

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Le trattative di Parigi non sono dei negoziati tra vincitori e vinti: i soli vincitoriimpongono un diktat . Se i vinti non accettano si ha la rinuncia dell’armistizio e laripresa delle ostilità. Alla conferenza si scontrano punti di vista diversi, ognuno èportatore di proprie istanze, è un negoziato complesso. L’approccio che le potenzehanno nei confronti dei vinti, in particolar modo verso la Germania, è un approcciodifferente: i , appoggiati agli inglesi, hanno una volontà punitiva, la responsabilità delconflitto viene attribuita alla Germania. La Germania viene privata delle sue colonie.La Francia è ossessionata dalla sicurezza, la minaccia tedesca deve essere allontanatadai suoi confini.

Gli Stati Uniti

Alla fine della guerra si può dire che ci sia stato un baratto tra le idee di Wilson e lacompartecipazione degli Stati Uniti. Accettare la Società delle Nazioni potrebbe volerdire anche modificare i confini, Wilson è talmente convinto della rilevanza del suoprogetto che è disposto a scendere a compromessi su altre cose. La Società delleNazioni partiva escludendo a priori i paesi sconfitti e l’Urss. La Germania entrerà nel

1926, l’URSS nel 1934. Gli USA non entrano nella Società delle Nazioni quando ilprogetto non passa al senato. È una società deficitaria nei principi, chi ne fa parteinoltre non è convinto che quello sia il luogo dove discutere le controversieinternazionali.

La Russia

La Russia viene tagliata fuori dalle relazioni internazionali, sovietizzazione della Russia.La Russia viene tagliata fuori dal territorio polacco, ma anche da altre territori cheerano sotto il suo controllo. In questa fase la Russia sviluppa un senso diaccerchiamento. Wilson è convinto che non sia il caso di portare avanti un conflitto in

territorio polacco, le zone circostanti vengono stabilizzate e rese in grado di affrontareun eventuale avanzamento dell’Unione Sovietica. La situazione interna è grave acausa di una carestia carestia. L’accerchiamento fa temere che la rivoluzione siabloccata da un intervento delle forze occidentali. L’Urss si concentra sul fronte interno.

La Germania

La Germania è colpita da problemi politici interni al paese, Guglielmo viene esiliato inOlanda, nasce la Repubblica di Weimar, dopo una fase in cui si è tenuta una sorta dibolscevizzazione del paese. La Costituzione è democratica, ma contiene unmeccanismo di autodistruzione: una volta costruita la Repubblica, essa non avevanessun mezzo per auto-sostenersi politicamente.

A ovest la Germania perde l’ Alsazia e la Lorena (come dichiarato nel 1914). Un'altracaratteristica di questa pace è che in sostanza non esiste nessuna forma di tutela perle minoranze, si formano stati con all’interno minoranze politiche e culturali moltorilevanti. Le rivendicazioni della Francia non si fermano all’Alsazia-Lorena, ma siespandono al territorio della Saar (Ruhr). Wilson non è d’accordo: dopo 15 anni diamministrazione internazionale da parte della Società delle Nazioni, la Saar sarebbestata attribuita o alla Francia o alla Germania tramite un plebiscito. La Germania perdeanche i due cantoni occidentali di Eupen e Malmedy . La Francia solleva il problema dicosa fare della frontiera occidentale della Germania (questione renana): la parte aovest del Reno verrà completamente smilitarizzata attraverso clausole militari. A nord

la Germania perde la zona di Schleswig in favore della Danimarca (era stata annessanel 1864). Le principali mutilazioni territoriali tedesche avvengono nella parteorientale: la Germania non perde solo il suo territorio ma anche una grossa parte dicittadini di lingua e cultura tedesca si trovano fuori dai confini della Germania. Le

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acquisizioni successive fatte da Hitler nel ’38 riguardano territori sotto l’ImperoAustroungarico, ma pur sempre di lingua e cultura tedesca: idea che la Germaniapossa riunire a sé i tedeschi che però non facevano parte del Reich. Le vere esostanziali perdite territoriali sul territorio tedesco sono in favore della Polonia. Si creauna forte identità nazionale polacca, ma ha una situazione geopolitica infelice, siritrova schiacciata dalla Germania e dalla Russia, ha al proprio interno una parte diterritorio tolto alla Germania e una parte tolto alla Russia. Questi paesi devonoautomaticamente essere messi sotto la protezione di qualcuno: la Francia ritiene chela propria sicurezza dipende anche dall’assetto orientale dell’Europa. La Germaniaperde Postdam e parte della Prussia occidentale. Danzica diventa lo sbocco almare della Polonia, si crea un corridoio per permettere il collegamento al porto: ciònon viene accettato dalla Germania perché divide la Prussia. Nessun membro dinessun partito riteneva che quella frontiera fosse accettabile, infatti nella SecondaGuerra Mondiale la Germania si rivolgerà immediatamente alla Polonia. L’ Alta Slesia(zona industriale) deciderà l’annessione alla Polonia tramite un plebiscito.

La Germania è sottoposta a clausole non solo territoriali, ma anche militari : viene

smantellato lo stato maggiore, pesante riduzione quantitativa delle forze armatetedesche, la Germania cesserà di avere una flotta e la circoscrizione obbligatoria, ilcorpo ufficiale verrà ridotto, verrà annichilita la possibilità della Germania di evolveremilitarmente (es. aviazione). Alcune zone vengono smilitarizzate. È un’imposizionepesante per un paese che si appresta a nascere, si trova in una situazione di sovranitàlimitata. Tuttavia, si ha un accordo militare segreto tra Germania e Russia in baseal quale le clausole militari del trattato di Versailles vengono in qualche modo sviate: isovietici davano spazio, mentre i tedeschi davano tecnologia. Questa è la prima formadi accordo politico dopo la Prima Guerra Mondiale tra Germania e Russia, due potenzeisolate. Concetto di occupazione temporanea di certi territori: la riva sinistra delReno sarà occupata dagli alleati, evacueranno di 5 anni in 5 anni a seconda delcomportamento tedesco.

Il 4 novembre 1918 si decide anche che la Germania deve risarcire i danni  civilicausati dalla guerra ed occuparsi del pagamento delle pensioni ai militari (idee portateavanti dagli inglesi). L’art.831 del trattato di Versailles sottolinea il concetto dellacolpevolezza tedesca. Non si esce da Versailles con un dato quantitativo delleriparazioni, si costituisce una commissione delle riparazioni. All’inizio la commissione èincaricata di sorvegliare la riscossione delle clausole iniziali: 20 miliardi di marchi inoro + eventuali garanzie richieste dagli Stati. Poi si passa alla  politica del pegno produttivo. Per la Francia fallisce l’idea di patto di garanzia quando gli USA nonentrano nella Società delle Nazioni, si avvale dello strumento delle riparazioni comestrumento di pesanti pressioni sulla Germania. La Germania è costretta ad accettare le

riparazioni, altrimenti saranno riprese le ostilità. Le riparazioni sono considerateinaccettabili. La Francia attua una politica di pegno produttivo: “voi non pagate, noioccupiamo territori e da lì prendiamo ciò che ci compete come riparazione”. LaGermania deve trovare i mezzi per pagare: non esce dalla guerra distrutta del suopotenziale produttivo, tuttavia il pagamento di somme ingenti non è cosa cosìsemplice. Dal 1920 al 1921 c’è una politica di resistenza per non pagare, movimentonazionale, problema molto sentito dall’opinione pubblica tedesca. La Francia entra conle proprie truppe nella Ruhr . Assenza di dialogo tra Francia e Germania. Solo più tardisi avrà una politica di adempimento. In una fase iniziale anche gli inglesi affiancano ifrancesi nella loro politica sulle riparazioni, in seguito si fa strada l’idea che bisogna inqualche modo attuare una politica più ragionevole e moderata nei confronti dellaGermania, si ha un crescente divario tra Francia e Inghilterra. JM Keynes si occupa diquesto problema.

Altro dato contradditorio: divieto di Anschluss (annessione, non solo violenta). Dal

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crollo dell’Impero Austroungarico nascono diversi paesi: nulla divide dal punto di vistalinguistico gli austriaci e i tedeschi. L’impulso di unificazione avviene all’inizio da partedell’Austria! è un divieto contrario al principio di nazionalità. Se non ci fosse questodivieto, queste rivendicazioni potrebbero essere estese anche al Sud Tirolo: elementoanti-revisionista del regime fascista.

L’Italia

L’Italia si trova a Parigi a far fronte a quella che rischia di diventare la famosa vittoriamutilata. L’Italia, secondo il Patto di Londra sarebbe dovuta diventare il paesedominante nell’Adriatico, ma ciò era una piena contraddizione del principio dinazionalità. L’Italia si presenta a negoziare a Parigi portando con sé le divisioni interneal paese, paese instabile politicamente e disomogeneo. Sull’altra sponda dell’Adriaticoal competitore austriaco si è sostituito il Regno di Jugoslavia, fortemente voluto daWilson per contrastare la bolscevizzazione di quelle zone da parte dell’UnioneSovietica, e ciò porta ad un ridimensionamento delle pretese italiane. L’Italia rivendicala Dalmazia (in base al Patto di Londra) e Fiume (città a maggioranza italiana, ma

non contenuta nel Patto di Londra). L’Italia cerca di contrastare il Regno di Jugoslaviache viene da subito percepito come nemico (piano Badoglio: l’Italia cercava didestabilizzare la Jugoslavia). Continua polemica con Wilson, soprattutto quandopresenta il Manifesto al Popolo Italiano sorpassando il ministro Sonnino, si rivolgedirettamente al popolo sostenendo il principio della nazionalità. L’Italia esce dalnegoziato, e si assiste ad un progressivo allontanamento di Francia e Inghilterra dalleposizione italiane. Il problema italiano non trova una sistemazione precisa a Parigi,inizia un negoziato a due con il Regno di Jugoslavia che l’Italia cerca il più possibile dinon riconoscere.

La conferenza di Cannes

Le relazioni europee sono condizionate dalla particolare situazione della Germania, ciòinfluenza anche i rapporti tra gli stessi paesi vincitori. Le riparazioni così ingentifacevano sorgere il problema delle modalità di pagamento. La discussione vertevaquindi sia sulla quantità che sulla modalità. La cifra fu tale da prevedere unarateizzazione che sarebbe potuta arrivare fino agli anni ‘60-‘70. La posizione delgoverno tedesco in una fase iniziale è di totale non accettazione, si contestava ilconcetto delle riparazioni anche in termini concreti, possibilità oggettiva che laGermania aveva di pagare. In realtà la Germania esce dal conflitto con una capacitàproduttiva pressoché intatta. Col tempo ci si rende conto che la situazione internadella Germania condizionava il resto dell’Europa, quindi gli altri paesi cambianoposizioni. Secondo una parte della politica francese, quanto previsto in termini di

Versailles non poteva in alcun modo essere modificato, ciò ebbe un peso consistentenell’influenzare i rapporti tra Germania e Francia.

Il 22 gennaio 1922 a Cannes si discute del problema delle riparazioni per una richiestadi moratoria. Il realismo britannico vedeva nella crisi della Germania non solo l’aspettomeramente economico (assenza di un partner economico e commerciale), ma anchepolitico per il suo ruolo di equilibrio nel continente dove vigeva il dominio totale edincontrastato della Francia. La politica inglese cerca di persuadere i francesi dirivedere il concetto di riparazioni. La Germania sapeva che alla Francia si potevachiedere una riduzione delle riparazioni solo se in cambio si dava sicurezza. La GranBretagna era disposta ad assicurare la frontiera occidentale della Germania (Alsazia-

Lorena), non quella orientale che era considerata provvisoria dalla GB. Ciò porterà agrandi difficoltà nel futuro, in quanto si tenta di mantenere un assetto che non èsostenibile a tempo indeterminato. La Francia è il grande tutore dell’assettodell’Europa centro-occidentale. A Cannes tutto ciò comincia ad emergere.

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Briand chiede alla GB una garanzia globale, politica destinata a fallire, Briand non puòaccettare le proposte di Lloyd George. Poincaré è indifferente alle politiche di LloydGeorge, va avanti per la sua strada. La Francia, oltre agli accordi di garanzia chiedevaanche un accordo militare, ma la GB non era disposta a legarsi alla politica militarefrancese.

La conferenza di Genova

Nel marzo-aprile 1922 si tiene a Genova una nuova conferenza per affrontare laquestione delle riparazione e i problemi dei rapporti con la Germania. La Russia è unpaese isolato, gli altri paesi europei sono intimoriti, inoltre i crediti non erano statiriconosciuti dall’Unione Sovietica (la Francia si era esposta finanziariamente neiconfronti della Russia). Nella conferenza del ’22 partecipa anche l’Unione Sovietica chespera di uscire dall’isolamento. È una conferenza fallimentare, soprattutto a causa delboicottaggio dei francesi: Poincaré non si presenta, è sempre più intransigente verso leclausole di Versailles. Ma la conferenza fallisce anche dal punto di vista dei negoziaticon i russi perché si chiede il riconoscimento dei crediti. È un insuccesso, ma c’è un

aspetto rilevante: le due potenze completamente isolate, la Germania e l’UnioneSovietica, riescono a trovare un accordo, ritrovano quell’elemento fondamentale dellapolitica bismarckiana. Il valore formale di questo accordo non è così rilevante, è soloun reciproco riconoscimento, si stabiliscono rapporti diplomatici e commerciali, ci sipropone di sanare i debiti gli uni nei confronti degli altri. Trova riconoscimento politicol’accordo militare per gli armamenti. Entrambe avevano un interesse politico contro laPolonia. L’Unione Sovietica mostra una sicurezza inaspettata. A Rapallo c’èquest’accordo tra la Germania e l’Unione Sovietica.

La crisi della Ruhr

La mancata risoluzione della questione delle riparazioni porta ad un punto di rottura.Nell’estate del ‘22 di fronte all’ennesima richiesta di moratoria, la Francia enuncia lapolitica del pegno produttivo (miniere della Ruhr). Ciò porta ad una crisi tra GB eFrancia in quanto quest’ultima lede direttamente l’interesse britannico legando leriparazioni ai debiti interalleati : i francesi non pagheranno i debiti verso gli USAfinché i tedeschi non pagheranno i francesi.

Crisi dell’Impero Ottomano: rivolta di Mustafà Kemal guerra con la Grecia, assedio di  Smirne che ritorna alla Turchia. I francesi hanno levato le proprie truppe, hanno resola presa di Costantinopoli per Kemal qualcosa di molto più facile. Gli inglesi si trovano icontrasto con la Francia sia sul piano europeo che sul fronte orientale dove sono statiin qualche modo traditi. Ci si avvia a sanzionare la vittoria di Kemal. Solco profondo

nelle relazioni tra Fr e GB, ma la GB non abbandona l’alleato francese.

Quando le truppe franco-belghe entrano nella Ruhr  la GB manifesta il propriodisaccordo solo verbalmente. I tedeschi proclamano lo sciopero generale, lo Statomette a disposizione risorse agli scioperanti, ma lavoratori francesi, belgi e italiani(Mussolini sostiene la Francia) si sostituiscono ai lavoratori tedeschi. Ciò provoca unostallo totale nelle relazioni tra la Francia e la Germania. Si ha un dimezzamento dellaproduzione delle miniere della Ruhr, così la Germania deve sostenere sia i costiderivanti dalla politica di resistenza passiva sia quelli derivanti dal dimezzamentodella produzione di carbone. La soluzione viene trovata perché la Germania ha comeulteriore ripercussione un’enorme crisi inflazionistica perché si continua a battere

moneta per cercare di risollevarsi dalla crisi (svalutazione del marco) la Germania ècosì costretta a rivedere le proprie posizioni. C’è un forte legame tra politica estera epolitica interna, i governi di quel periodo sono molto instabili. Nel ’23 sale al potereStresemann che proclama la fine della resistenza passiva.

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Stresemann sarà cancelliere solo per 3 mesi, è un revisionista conservatore con unaforte impronta bismarckiana: non aveva mai pensato di accettare un trattato diVersailles così oneroso, revisionista perché vuole rivedere certe clausole militari eterritoriali (soprattutto per le frontiere orientali ritenute inaccettabili). Porta avantil’idea di una nuova grande Germania. Si rende conto che la revisione dei trattati deveessere portata avanti in un ambito esclusivamente negoziale. La Germania vuoleessere presente in termini di parità, pone fine alla politica della resistenza passiva,ripresa del dialogo con la Francia è necessario rassicurarla circa le intenzioni  assolutamente moderate della Germania  politica della sicurezza collettiva: nonè una politica di contrapposizione dura alla Francia, ma è comunque una politicarevisionista.

La Commissione Dawes

La nuova prospettiva sulle riparazioni prende in considerazione le idee di  J.M.Keynes. Rientra in gioco l’America, che tra le due guerre è isolazionista da un puntodi vista politico, ma non dal punto di vista economico. Gli Stati Uniti sono un grande

creditore dei paese vincitori (Francia, GB, Italia). Quando la Francia coinvolge gli USAnella crisi Ruhr tramite i debiti interalleati, si trovano direttamente coinvolti. In questafase gli USA sono in piena espansione commerciale e finanziaria, hanno bisogno di unmercato e si trovano davanti un’Europa che ha bisogno di aiuti economici. Sonoportatori di una visione keynesiana: la Germania va messa nelle condizioni di pagarele riparazioni e di tornare ad essere una grande potenza economica. La CommissioneDawes nel 1924 ribalta il problema delle riparazioni e lancia l’idea di rimettere incondizione la Germania di funzionare attraverso un grosso prestito. Ruolo degli USA:non soltanto sono l’elemento propulsivo dell’idea, ma diventano essi stessi unacomponente fondamentale. C’è un crescente prestigio delle finanze americane inconfronto a quelle della GB, comincia così il declino dell’Inghilterra e la predominanzadel dollaro sulla sterlina. Il problema delle riparazioni sembra trovare una suasoluzione. Si istituisce anche un agente per le riparazioni  che avrebbe dovutocontrollare il bilancio pubblico della Germania, monitoraggio costante sulle condizionidell’economica tedesca.

Il Patto di Locarno

Il negoziato tra Francia e Germania porta ad un’evacuazione delle truppe scaglionata,la Ruhr viene finalmente evacuata nel 1925. Attraverso il Patto di Locarno(Germania, Francia, Belgio): la Germania offre alla Francia la garanzia della frontieraoccidentale. L’Italia e la Gb diventano potenze garanti di questo accordo. In questomodo la GB rende operativa quella che era stata la promessa che aveva portato avanti

dal ’19 di assicurare e garantire le frontiere francesi. L’Italia si trova in una posizione diprestigio, seppure con qualche momento di esitazione (inizialmente Mussolini nonvoleva diventare garante perché c’era la questione della frontiera del Brennero, poi siaccontenta di questo ruolo formale).

A Locarno ci si occupa delle frontiere occidentali, ma non di quelle orientali. Questonon è un caso. L’accordo ha già in sé il germe della sua distruzione, vengonodeterminate frontiere di serie A e di serie B verso gli stati successori dell’ImperoAustroungarico e la Polonia. Vengono anche stabiliti degli accordi di arbitrato: siprevede un arbitrato internazionale per risolvere eventuali vertenze tra Germania,Polonia e Cecoslovacchia politica societaria di Stresemann: era un mezzo per  

ottenere la revisione dei trattati di Versailles, non il fine.

L’Unione Sovietica era preoccupata da Locarno, ma Stresemann firma un nuovotrattato di contro-assicurazione (politica di impronta bismarckiana): si stabiliscono

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rapporti economici e politici e si promette reciproca neutralità in caso di guerra. LaGermania non è interessata a far parte di una coalizione anti-bolscevica.

Gli accordi di Roma

L’Italia sembra aver risolto i problemi con il Regno di Jugoslavia nel 1924 attraverso gli Accordi di Roma con i quali Fiume passa all’Italia e si ha la reciproca promessa chenessuna delle due cercheranno di condizionare la politica Albanese.

Tra le due guerre

Il protocollo Benes

Nel 1924 viene proposto il Protocollo Benes sull’arbitrato. La GB è convinta chel’obbligatorietà dell’arbitrato all’interno della Società delle Nazioni la avrebbetrascinata in conflitti rispetto ai quali era estranea. Gli stessi dominios britanniciavevano paura di venir coinvolti nelle beghe europee. Gli Stati Uniti sono restii arivedere la loro posizione nella Società delle Nazioni. Nel marzo ’25 la GB dichiara chenon appoggerà il protocollo Benes che quindi fallisce. La Società delle Nazioni faràsentire queste carenza, la mancata evoluzione porterà ad una crisi sempre piùincisiva. Col tempo l’attività della Società delle Nazioni diventa sempre più meramentedichiarativa. Nel ’26 la Germania entra nella Società delle Nazioni prime forme di  revisionismo del trattato di pace.

Il riarmo tedesco

Quando nel ’33 Hitler diventa cancelliere, molte delle questioni erano già sorte nellafase precedente (es. accordo militare con l’Unione Sovietica). Esiste una commissione

per controllare che la Germania rispetti le regole, ma dal ’27 smette di funzionare. LaGermania attua una   politica di ripotenziamento: circoscrizione obbligatoria,militarizzazione della Ruhr rottura totale ed esplicita dei trattati di Versailles (prima  si cercava di aggirare le clausole).

Il patto Briand-Kellogg

Si tenta di potenziare la sicurezza collettiva: Briand propone di non utilizzare la guerracome mezzo per risolvere i conflitti, discorso puramente demagogico. Il  pattoBriand-Kellogg del ’28 è teso a rifiutare la guerra come strumento per dirimere lecontroversie di natura politica, si propone di estenderlo a tutte le nazioni che vi

volessero aderire. Era una vaga dichiarazione di intenti, non era un vero e propriostrumento. Sentimento di illusione collettiva.

La crisi di Wall Street

La stabilità politica derivava per lo più da una stabilità economica, ma nel 1929 c’è lacrisi di Wall Street . Nella fase successiva al 1926 e l’ingresso della Germania nellaSocietà delle Nazioni si arriva alla fissazione definitiva del debito tedesco. La Francialega di nuovo questo problema a quello dei debiti interalleati. Nel ’29 la conferenzadell’Aja (  piano Young) stabilisce i tempi per l’evacuazione della Renania. Ipagamenti delle riparazioni sarebbero dovuti arrivare fino al 1988. Viene soppressa lacommissione per le riparazioni e viene sostituita con una banca per il regolamento

internazionale con scopi meramente finanziari (non c’è più un legame con la politicacome con la commissione). La crisi del ’29 avrà successive ripercussioni in Europa nel’30 – ’31. L’interesse americano per le questioni finanziarie europee è sempre minore.

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Inizia contestualmente la fase di progressivo venir meno del ruolo formale dellaSocietà delle Nazioni.

La crisi manciuriana

Nel 1931 c’è la prima grande crisi della Società delle Nazioni che deriva dalla crisimanciuriana. Dal 1915 la Manciuria era stata sottoposta ad attività di colonizzazionedel territorio da parte del Giappone (epoca in cui il Giappone aveva imposto alla Cina iltrattato delle 20 domande – assoluta inferiorità della Cina, ultimo trattato impositivo),nel ’31 i giapponesi occupano militarmente tutta la Manciuria con un pretesto,esautorando il governo cinese dalla regione. La Cina è membro della Società delleNazioni, è militarmente debole, non è in grado di rispondere all’invasione, denuncia laviolazione del proprio territorio. I giapponesi invocano ragioni di sicurezza, non sismuovono. La Società delle Nazioni si dimostra uno strumento inadatto ad operare inmodo significativo, anche perché gli USA intervengono a difesa della politica dellaporta aperta (ma sono paralizzati dal loro isolazionismo). Gli USA attuano la dottrinaStimson (metafora dell’isolazionismo politico americano): prendono atto della

violazione giapponese, lo invitano a ritirarsi, non riconoscono lo status quo inManciuria. Tuttavia, sono sprovvisti di qualsiasi forma di deterrenza nei confrontidell’espansione giapponese. Nel ’32 il Giappone istituisce lo stato fantoccio delManciukuo, diventa una specie di protettorato. La Società delle Nazioni non si è dotatadi nessun strumento coercitivo.

La tentata unificazione doganale tra Austria e Germania

Nel ’31 si risolve un’altra crisi: crisi inerente all’anschluss tra Austria e Germania. LaRepubblica di Weimar pone in essere una tentata unificazione doganale, ma sipensa che questo sia il primo passo verso l’anschluss. La Francia non ritiene che sia

solo un’unificazione economica, pone in essere tutti gli strumenti per impedire questaunificazione, forte conflittualità tra Germania e Francia. Il tutto è gestito malissimo: lecancellerie europee scoprono il progetto attraverso la stampa. Si teme l’occupazionedell’Europa orientale protetta dalla Francia (paesi della Piccola Intesa). La GB sa chel’anschluss prima o poi si realizzerà, tuttavia intende rassicurare la Francia.Nonostante i proclamati intendimenti di parità, in realtà la Germania si trova in unasituazione di inferiorità rispetto alla Francia che gode anche di una certa forza inambito finanziario (ultimo paese toccato dalla crisi economica). La Francia chiede cheil progetto passi sotto un vaglio di legittimità internazionale (Corte di GiustiziaInternazionale dell’Aja). Pressione francese sull’Austria (paese debole, pressionefinanziaria): fallisce la principale banca di stato austriaca, quando l’Austria chiedeaiuto la Francia per evitare di dichiarare la bancarotta di stato, la Francia le chiede di

rinunciare all’anschluss. L’Austria si ritira dal progetto prima ancora che passi al vagliodella corte dell’Aja. Questa è una chiara dimostrazione di forza da parte della Franciasulla Germania, non solo sull’Austria. La Germania chiede di essere considerata cometutti gli altri paesi riguardo al riarmo. Operazione Brüning per contrastare sul fronteinterno l’ascesa del partito nazionalsocialista che traeva la sua forza dal malcontentoderivante dalla crisi.

La frattura tra Francia e Italia

Ulteriore fattore di crisi: frattura tra Francia e Italia crescente rivalità in areacentro-danubiana. Mussolini la definisce un hinterland naturale per l’influenza

politica. In Austria nascerà il cosiddetto austro-fascismo, movimento estremamentevicino a Mussolini. L’Italia postulava la possibilità di rivedere i trattati di pace, cerca diradunare attorno a sé le potenze scontente degli accordi di pace (es. Ungheria). LaFrancia è antirevisionista, si pone a capo della Piccola Intesa. Crescente contrasto

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anche con la Jugoslavia per esercitare un’influenza sull’ Albania (forte rilevanzastrategica). L’Italia riprende l’idea di poter agire per indebolire la  Jugoslavia sul fronteinterno (piano Badoglio). Evidente contrasto con gli interessi della Francia.

Allo stesso tempo le conferenze sul disarmo, soprattutto navale, evidenziano una

competizione a tutto conto tra Francia e Italia. Alla conferenza di Washington laFrancia accetta che l’Italia possa avere un armamento navale pari a quello francese.Successivamente però dichiara che le due flotte non possono essere considerate pariperché la flotta italiana era impegnata nel Mediterraneo mentre la flotta francese eraimpegnata nell’Atlantico (molto più ampio).

L’Italia rimane saldamente nella Società delle Nazioni per cercare maggior prestigio.Dino Grandi è il portatore di questa visione. Mussolini è il primo che non credenell’utilità della Società delle Nazioni, ma si rendono conto dell’importanza del fattoche l’Italia partecipi ad un consesso internazionale legittimo. Nel ’32 Mussolini siconvince che questo tipo di politica non va più bene e prosegue l’idea del Patto aQuattro: Francia, GB, Italia e Germania. Avvio del riconoscimento paritario della

Germania e del suo diritto a riarmarsi.

L’ascesa di Hitler

Nel gennaio del ’33 Hitler diventa cancelliere. Nel maggio dello stesso anno c’èl’appello degli ebrei della Slesia alle potenze europee (Francia e GB). La Germaniaabbandona la conferenza sul disarmo e la Società delle Nazioni. Hitler porta avantiun’ottica revisionista e allo stesso tempo inizia una politica di rottura. Nel novembredel ’33 propone dei patti di non aggressione di durata decennale, proclama fedeltàal patto di Locarno, chiede un esercito di 300 000 unità e degli armamenti adeguati,chiede l’annessione della Saar senza plebiscito. La Francia resta intransigente, rifiuta

ogni forma di accordo con la Germania, mentre gli inglesi tentano la mediazione.Nell’aprile del ’34 la Francia rifiuta di legalizzare il riarmo tedesco, ma si trova semprepiù isolata in quanto la GB approva una  politica dell’appeasement per un riarmocontrollato.

Nel ’34 Hitler stipola un trattato di non aggressione di durata decennale con laPolonia che si avvia ad intraprendere una politica che la avvicina alla Germania e laallontana dall’Unione Sovietica. Danzica però è uno dei primi punti di revisione: èevidente che la Germania mira allo scontro con la Polonia, ma essa spera che questoaccordo sia un’assicurazione per il futuro.

Il Patto di Locarno Orientale 

Nel 1934 le relazioni internazionali sono cambiate. Sia gli obbiettivi di Hitler che quellidi Stresemann erano revisionisti, ma erano molto diversi tra loro. Hitler voleva andareoltre l’inglobamento della popolazione di lingua tedesca, la sua politica estera silegava al concetto di spazio vitale che prevedeva l’espansione verso est (PianoBarbarossa). L’obbiettivo ultimo non viene ancora dichiarato. Viene portata avantil’idea di portare la Germania ad un livello di parità con le altre potenze, viene attuatauna serie di colpi di mano che portano a smantellare gli articoli del trattato diVersailles ritenuti particolarmente punitivi. In contrasto a Hitler non c’è un fronte bendefinito e compatto, politiche divergenti.

Sempre nel ’34, Stalin sembra prendere atto che la politica sovietica deve trovare unsuo aggiornamento sul piano internazionale e quindi decide di cercare la via di unpossibile accordo pragmatico con i paesi che hanno un interesse ad arrestarel’avanzata della Germania, consapevole dei pericoli che la crescita della Germania

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poteva portare (non solo da un punto di vista ideologico). Per un periodo l’UnioneSovietica sposa una politica societaria. Anche il ministro della guerra francese Bartu sirende conto della necessità di un nuovo sistema di alleanze e ha l’idea di creare unasorta di Patto di Locarno Orientale, ma l’accordo è destinato ad arenarsi. Nel ‘35 siarriva ad un accordo tra Russia e Francia, ma esso ha degli elementi che indebolisconol’alleanza in modo consistente, come la mancanza di una convenzione militare(fondamentale in una situazione di tensione, soprattutto tra due potenze che nonconfinano). Categorico rifiuto della Polonia di far passare truppe dell’Armata Rossa sulsuo territorio.

La Gran Bretagna e la politica dell’appeasement

Crescente moderazione da parte della GB che deriva dal suo interesse imperiale, la GBmira in primo luogo a difendere il suo impero minacciato in modo crescente dallapolitica dell’Italia. L’Idea di Hitler era quella di arrivare ad un accordo con la GB: allaGB viene riconosciuto il sproprio ruolo imperiale, alla Germania viene riconosciuto ilproprio ruolo continentale. La GB coglie questa opportunità.

La GB si appresta a dare delle soddisfazioni al revisionismo tedesco, convinta che poitrovino un loro naturale limite  politica dell’appeasement . In questa spinta allamoderazione c’è anche una sostanziale debolezza britannica che deriva dalla suaconsapevolezza di essere militarmente impreparata. La GB cerca di tutelare i suoiinteressi, favorisce l’idea di Hitler di impedire che si costituisca un fronte anti-tedesco.Quando si arriva all’accordo franco-russo, la GB impone un limite sostanziale:l’accordo doveva essere riconosciuto dalle potenze di Locarno. Nel maggio ’35 il suoprincipale fautore non c’è (nell’ottobre ’34 Bartu era stato assassinato in un attentatodel ramo terrorista del separatismo croato che operava col sostegno italiano). Ilprogetto di Bartu viene portato avanti da Laval, che però è meno convinto, cerca un

accordo con l’Italia si arriverà ad un accordo che si rivelerà totalmente inefficace.

L’Italia e la politica del peso determinante 1

Nel ’32 Mussolini assume il dicastero degli esteri (fino ’36, poi Galeazzo Ciano). L’Italiaè legata all’Austria e all’Ungheria (paesi revisionisti). Fino al ’32 l’area centro-danubiana sembra aver distolto il paese dall’interesse coloniale nel Mediterraneo.Dopo il ’32 la politica italiana si sposta nuovamente verso il Mediterraneo. QuandoHitler prende il potere, l’Italia crede di avere un peso determinante e contempla lapossibilità di allearsi con chi è disposto a pagare l’alleanza a caro prezzo: politica del  peso determinante. È rischioso perché si rischia di rimanere fuori, ma anche perchécosì facendo mette a rischio la propria affidabilità.

L’Italia chiarisce a Hitler che non vuole rivedere l’articolo dell’accordo di Saint Germainsull’anschluss. Nel ’34 si ha un tentato colpo di stato in  Austria per destituire ilcancelliere Dollfuss e creare un governo filonazista. Il putsch non riesce, Hitler famarcia indietro e chiede le proprie scuse a Mussolini. Mussolini sposta le truppe sulBrennero, chiaro messaggio a Hitler. Hitler capisce che l’anschluss potrà essererealizzato solo quando il fronte anti-tedesco sarà definitivamente rotto al suo interno esolo con l’appoggio dell’Italia. Qualsiasi forma di propaganda nazista viene messa fuorilegge in Austria. Le prese di posizione anglo-francese sono puramente dichiaratorie,non c’è nessuna forma di deterrenza. L’unico che si muove è Mussolini.

L’Italia decide di intraprendere un’impresa coloniale in Etiopia, che aveva anche uncarattere simbolico: lavare l’onta di Adua. Portare avanti questa politica significavaminacciare un paese membro della Società delle Nazioni. Questa campagna dovevaavvalersi di un preventivo consenso anglo-francese, in quanto per la GB significava

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suddividere una lunghissima linea di frontiera, l’attacco viene percepito come unaseria minaccia al suo interesse vitale. L’Italia cerca effettivamente di porre in essereuna politica tesa a preparare la conquista dell’Etiopia. Nel gennaio del ’35 vengonostipulati gli accordi Mussolini-Laval , importanti perché sembrano il frutto di ungrande malinteso, in realtà probabilmente sono la logica conseguenza della politicaopportunista di Laval. È un accordo di desistenza: desistenza francese circal’eventuale conquista dell’Etiopia da parte dell’Italia (desistenza che non può esseredichiarata apertamente). L’accordo si concretizza attraverso la sistemazione diquestioni territoriali minori che riguardavano le vertenze aperte tra Italia e Francia,come la rinuncia italiana del mantenimento dello status privilegiato ai cittadini italianiin Algeria. Laval acconsente che l’Etiopia diventi un protettorato italiano, tutela degliinteressi economici francesi sulla ferrovia di Gibuti. Questo accordo dava via libera adun’azione aggressiva dell’Italia, ma quando Laval vedrà l’atteggiamento della GBnegherà di aver inteso l’accordo in questo senso.

Il fronte di Stresa

Nel marzo ’35 Hitler viola l’art.173 dell’accordo di pace e ripristina la leva obbligatoriain Germania. Unione Sovietica, Italia, Francia e GB si uniscono per prevenire ulteriorimosse revisioniste della Germania e costituiscono il fronte di Stresa. Questo fronteha però dentro di sé i germi della propria totale inutilità perché non costituisce unsistema (insieme di relazioni tra Stati che consentono un assetto che poi sarà in gradodi fronteggiare un determinata situazione). Il fronte di Stresa non appiana vertenze digrande importanza all’interno di questo fronte, per esempio la questione dell’Etiopianon vien toccata.

Nel 1935 Hitler capisce che potrà attuare un altro colpo di mano senza conseguenze.La GB sta visualizzando un eventuale accordo navale con la Germania, che viene

firmato nel giugno ’35. Hitler accetta il predominio navale della GB. Valore devastantese si pensa a cosa c’è dietro: pieno riconoscimento della GB del riarmo tedesco. Lapolitica di appeasement si traduce in una serie di concessioni contraddizioni  evidenti al suo interno la GB è consapevole della propria vulnerabilità. Corrente di  pensiero all’interno della classe dirigente che riteneva preferibile una Germanianazista ad una Russia bolscevica.

L’invasione dell’Etiopia

Nel frattempo, iniziano le manovre italiane contro l’Etiopia, che si appellaimmediatamente alla Società delle Nazioni. L’Italia cercava un accordo con la GB, mala GB ha una reazione contraria. Se da un lato questa politica poneva l’Italia in netto

contrasto con la GB, dall’altro cercava in questo modo la via per un accordo: continuala politica del peso determinante. All’interno della Società delle Nazioni non c’è unoscontro diretto, ma una semplice opposizione che porta a delle sanzioni. L’unicoeffetto è quello di inasprire il contrasto con la GB senza costituire un’arma effettiva perraggiungere un’intesa. La Società delle Nazioni chiede che l’Etiopia ceda la provinciadell’Ogaden all’Italia, ma Mussolini non accetta.

Hitler gioca bene le sue carte: la Germania è fuori dalle sanzioni perché è uscita dallaSocietà delle Nazioni, Hitler vede un’opportunità politica in questa situazione (ulteriorefrattura nel fronte di Stresa) tentativo della Germania di arrivare ad una forma di  avvicinamento con l’Italia in cui la distrazione etiopica è un dato ottimale. Ciò fornisce

alla Germania ulteriori occasioni per un colpo di mano e per capire la posizionedell’Italia circa una possibile annessione dell’Austria da parte della Germania. Laspartizione dell’Etiopia viene decisa dal Piano Laval che concede moltissimo all’Italia,progetto innovativo rispetto a quello dell’Ogaden.

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La guerra civile spagnola

Nel ’36 ci sono altri fattori che spingono l’Italia ad un crescente avvicinamento allaGermania. Nell’estate 1936 scoppia la guerra civile spagnola: fase che a livellointernazionale porta ad attribuire una maggior connotazione ideologica ai vari gruppi.

L’Italia e la Germania appoggiano Franco. Il coinvolgimento delle potenze (Francia, GB,Unione Sovietica) non è mai diretto, aperto, formale: principio del non intervento.

L’accordo anti-comintern

Nello stesso periodo viene anche firmato un accordo anti-comintern tra Germania eGiappone. L’Unione Sovietica è molto prudente in politica estera, Stalin cerca unaccordo con le potenze capitaliste contro la Germania. In Unione Sovietica il periodo’36 – ‘38 è drammatico sul fronte interno (grandi purghe).

La rimilitarizzazione della Renania

Nel marzo 1936 c’è anche la rimilitarizzazione della Renania. È una decisionepericolosa, Hitler si avvantaggia di un momento che dal punto di vista internazionaleconsente degli spazi di manovra denuncia i trattati di Locarno. Questa è una  minaccia gravissima per la sicurezza della Francia. Se la Francia avesse reagito Hitlersi sarebbe dovuto ritirare, ma la Francia non reagisce.

L’Italia e la politica del peso determinante 2

L’Italia si trova in una posizione di profonda incertezza, ma preferisce la Germaniaall’Unione Sovietica. La GB continua a portare avanti la politica dell’appeasement, sitrova in una condizione militare di inferiorità, l’opinione pubblica vuole evitare un altro

conflitto. La politica dell’appeasement trova origine già dopo Versailles che avevaconsiderato alcune frontiere instabili, “di serie B”, frontiere che la GB era disposta arivedere (es. frontiera est della Germania). C’è l’illusione inglese che garantendo aHitler quelle frontiere si potesse arrivare ad un accordo con la Germania per la pace.La GB cercava di prendere tempo per riarmarsi.

La GB era minacciata dall’Italia sul fronte coloniale. Durante la guerra di Spagna l’Italiasostiene Franco e la Francia e la GB pensano che l’Italia voglia arrivare alle Baleari perminacciare ancora di più la GB. L’Italia in realtà non cerca necessariamente unrafforzamento delle sue basi strategiche nel Mediterraneo, ma temeva che unaSpagna di sinistra potesse allearsi con la Francia per escludere l’Italia delMediterraneo.

La Germania aiuta l’Italia: distrae l’Italia dalla zona centro-danubiana e spera diplacare le idee di Mussolini riguardo l’Austria. Nel luglio 1936 si arriva ad un accordotra Germania e Austria. In Austria viene riabilitato il partito nazista.

Nell’ottobre 1936, per rafforzare la connotazione ideologica che si sta diffondendo inEuropa, la Germania e il Giappone firmano un accordo anti-comintern. Nel frattempo ilGiappone si scontra con l’Unione Sovietica. La Germania diventa il baluardo contro ilbolscevismo. Hitler vorrebbe che anche l’Italia firmi il patto anti-comintern, ma l’Italiavuole restare libera  politica del peso determinante.

Nel novembre 1936 Mussolini fa un discorso sull’ Asse: c’è una verticale tra Roma eBerlino, asse attorno al quale possono collaborare altre potenze (GB). non c’è ancoraun legame politico stretto, ma solo un avvicinamento ideologico. L’Italia guarda ad

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un’alleanza con la GB, mentre continua la competitività con la Francia. Intanto inFrancia sale al potere il fronte di destra guidato da Léon Blum.

La GB si predispone ad accogliere le proposte dell’Italia, non senza scontri interni:mentre il ministro degli esteri interni inglese Eden vorrebbe un accordo con la

Germania, Chamberlain è favorevole all’accordo con l’Italia per evitare unrafforzamento dell’Asse. Si arriva così al Gentlemen’s Agreement tra GB e Italia, manel 1937 Chamberlain diventa primo ministro e Eden non aderisce: il patto non si farà.A questo punto allora l’Italia aderisce al patto anti-comintern. Mentre si avvicina allaGermania per ottenere l’accordo con la GB, l’Italia si trova sempre di più con le manilegate.

Chamberlain acquisita maggior potere sul Foreign Office e allontana la prospettiva diun accordo con l’Unione Sovietica (anche perché Stalin aveva epurato gran partedell’Armata Rossa, l’esercito russo era debole). Nel febbraio 1938 c’è una prospettivadi intesa tra GB e Italia. Eden si dimette. In tutto questo tempo anche Hitler cerca unaccordo con la GB, ritiene che si possa arrivare ad una convergenza.

L’anschluss

Alla fine del 1937 l’Italia acconsente all’annessione dell’Austria da parte dellaGermania: Mussolini è stufo di fare la guardia al Brennero, riconosce la germanicitàaustriaca. Nel dicembre 1937 l’Italia esce dalla Società delle Nazioni. L’Austria verràannessa nel marzo 1938, quando Hitler entra trionfante a Vienna.

Lo smembramento della Cecoslovacchia

Dopo l’annessione dell’Austria, le cancellerie europee prospettano l’annessione della

Cecoslovacchia per la questione dei Sudeti : forte componente tedesca in quelterritorio. A difendere la Cecoslovacchia c’erano gli accordi di Locarno: qualsiasidivergenza tra Germania e Cecoslovacchia sarebbe stata giudicata in ambito esterno.L’Unione Sovietica è disposta ad intervenire a difesa della Cecoslovacchia solo se laFrancia fa altrettanto. La Conferenza di Monaco del settembre 1938 è considerata iltrionfo dell’appeasement: viene risolta la questione dei Sudeti grazie alle trattative traItalia, GB, Francia e Germania, ma viene esclusa la Cecoslovacchia! Chamberlainpensa di aver ottenuto la pace, in realtà scoppierà la guerra. L’Italia si pone comepotenza garante, teme il conflitto perché è impreparata. La Cecoslovacchia devecedere i Sudeti alla Germania.

Hitler prevede che la Cecoslovacchia venga ulteriormente smembrata per la questionedella regione di Teschen, territorio a forte presenza polacca. Il 30 settembre c’èl’ultimatum polacco alla Cecoslovacchia al quale quest’ultima deve cedere.

A Monaco, Francia e GB avevano dichiarato che non avrebbero accettato un nuovosmembramento della Cecoslovacchia. Intanto Hitler fa un passo avanti rivendicandoanche territori non tedeschi. Per evitare conflitti, la GB asseconda la politica tedesca.Hitler fa pressione sulla Polonia: rivendica Danzica e la invita ad entrare nel patto anti-comintern. La Polonia rifiuta.

Nel marzo 1939 la Germania invade la Boemia e la Moravia provocando losmembramento definitivo della Cecoslovacchia. Si tollera che la Cecoslovacchia

diventi un protettorato tedesco. Viene inscenata una richiesta di protezione dellaCecoslovacchia alla Germania. In questo modo Francia e GB tollerano l’azione tedesca.

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La Francia comincia a rendersi conto che l’espansione della Germania comincia aprescindere dalla giustificata germanicità dei territori. Intanto la Germania obbliga laLituania cedere la città di Menel. Intanto l’Unione Sovietica si propone come protettricedei popoli baltici.

L’Ungheria, spinta dalla Germania, si prepara ad annettersi parte del territoriocecoslovacco, rivendicato già a Versailles. La parte meridionale verrà ottenuta con ilprimo arbitrato di Vienna, sotto l’egida dell’Italia.

Il 31 marzo 1939 Chamberlain dichiara che GB e Francia garantiscono la Polonia, magarantiscono la sua indipendenza, non la sua integrità territoriale. Resta così spazioper un accordo con la Germania.

Molotov

In Russia si comincia a pensare all’eventualità di negoziare con la Germania, le cosestanno cambiando. Il 30 maggio 1939 la Germania intraprende il negoziato con Mosca.L’Italia non viene informata perché l’accordo partiva come intesa commerciale. I primidi maggio il ministro degli esteri Litvinov viene sostituito con Molotov  (fedeleesecutore di Stalin). Molotov guarda ad un accordo con la Germania, mentre vengonoportate avanti le trattative con Francia e Gran Bretagna, tiene il piede in due scarpe.

Il Patto d’Acciaio

Nell’aprile ’39 l’Italia invade l’ Albania. Gran Bretagna e Francia si apprestano allora astipulare degli accordi di protezione con Grecia, Romania e Turchia. Si continua aportare avanti l’appeasement, ma ci si rende conto che la guerra è imminente.

Nel maggio ’39 viene stipulato il Patto d’Acciaio. Da un punto negoziale, è un totalenon-senso. È un patto di aggressione con il quale l’Italia non pone dei vincoli all’azionetedesca, ma si ripromette di seguire la Germania in ogni sua scelta.

La Seconda Guerra Mondiale

La politica dell’appeasement

Nell’aprile del ’39 Hitler aveva denunciato l’accordo di non aggressione della Polonia el’accordo navale anglo-tedesco del ’35. È evidente che nella primavera ’39 le cose nonsi stanno mettendo bene. Gli anglofrancesi continuano a portare avanti trattative

infruttuose. I russi cercavano un’alleanza militare, mentre gli inglesi e i francesi eranoconvinti che fosse sufficiente un accordo generico e che quindi bastasse esercitareuna sorta di pressione psicologica sui tedeschi. La Polonia non vuole l’aiutodell’Unione Sovietica: i polacchi non avevano una reale percezione di ciò che stavaaccadendo, mentre i russi cercavano un assetto geostrategico che gli consentisse direagire nel caso di un’aggressione nei confronti della Polonia. Chamberlain credeva neinegoziati con i tedeschi per ritardare lo scoppio del conflitto imminente, voleva iltempo necessario a riarmarsi (gap tra Inghilterra e Germania).

Nel luglio c’è l’ultimo grande exploit della crisi: i funzionari del Foreign Office siincontrano a Londra con Helmut, responsabile dell’economia tedesca. Vengono fattedelle concessioni coloniali alla Germania, revisione dell’assetto territoriale in Polonia, si

cercava di ottenere la promessa della Germania. La politica dell’appeasementaccettava che la Germania diventasse il paese dominante sul continente europeo. Gliaccordi uscirono allo scoperto attraverso la stampa e scoppiò un grosso scandalo.

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Chamberlain fu oggetto di critiche molto pesanti: l’atteggiamento della GB non è piùtollerabile, è un pericolo più che una difesa dell’interesse britannico.

Il patto Molotov - Ribbentrop

Nel frattempo, comincia a camminare il negoziato tra Germania e UnioneSovietica. Già in primavera si erano tenuti i primi negoziati commerciali.Quest’apertura nei confronti dell’Unione Sovietica era in netto contrasto con leaffermazioni antibolsceviche del regime. Hitler è disposto a fare ampie concessioniall’Unione Sovietica: la Germania aveva già deciso l’eliminazione della Polonia e quindil’accordo con l’Unione Sovietica diventa l’obbiettivo principale della politica tedesca.Quando si entra nel vivo della trattativa i funzionari avevano la piena delega, si va lìgià con l’intenzione di firmare un accordo (andamento molto diverso dalle trattativecon Inghilterra). Hitler si predispone ad attuare la spartizione territoriale con l’UnioneSovietica.

Viene stipulato il  patto Molotov - Ribbentrop che comprende un trattato di non

aggressione e un accordo spartitorio nella parte protocollare segreta. Ci sono 3clausole fondamentali:

Il patto tratta l’eventuale riorganizzazione politica e territoriale di Finlandia,Estonia, Lettonia e Polonia (territori a est dei fiumi Narew, Vistola e San ) chesarebbero passati sotto l’influenza sovietica. In questo modo i sovieticiavrebbero controllato una parte dell’Ucraina, la Bielorussia e parte dellaPolonia etnica creando una zona cuscinetto: Stalin si espande con una logicadifensiva. L’annessione dei polacchi però poteva costituire un problema piùche un vantaggio. Dopo l’invasione della Polonia i russi cedono la loro partedella Polonia per avere la Lituania e quindi controllare tutta la parte dei Paesi

Baltici. Controllare i Paesi Baltici costituiva un altro elemento di protezione:garantiva da eventuali attacchi tedeschi da nord.

Entrambe le potenze si riservano di decidere sul futuro della Polonia.

Il patto ammette l’interesse della Russia sulla Bessarabia (ricca di materieprime).

Questo patto è garanzia per la Germania di poter muovere l’esercito in territoriopolacco con il benestare dei russi. Viene firmato il 23 agosto, le trattative con glianglofrancesi vengono sospese solo pochi giorni prima: l’Unione Sovietica tiene inpiedi le due trattative fino all’ultimo. Gli inglesi e i francesi sono spiazzati.

L’invasione della Polonia

Il 1 settembre Hitler invade la Polonia. Il 3 viene inviato l’ultimatum britannico, seguitoda quello francese che scade poche ore dopo. Tra l’1 e il 3 ci sono 48 ore: questoatteggiamento interlocutorio della GB viene considerato inaccettabile(Churchill). LaPolonia viene fatta fuori in una settimana. Il piano negoziale richiedeva che laGermania ritirasse le truppe dal territorio polacco. Segue la dichiarazione di guerra diFrancia e GB alla Germania. La Russia comincia a trarre vantaggio dal patto e le truppesovietiche fanno ingresso in territorio polacco, accompagnate dalle proteste anglo-rancesi.

La posizione dell’Italia

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La Germania muove senza il suo principale alleato: il patto d’acciaio per il momentonon ha dato i suoi frutti. Mussolini chiarisce all’alleato che l’Italia non era pronta adentrare nel conflitto (già accennato nel patto d’acciaio, l’eventuale ingresso eraprevisto appena nel ’42). Tuttavia, la Germania aveva realizzato questo interventosenza avvertire l’alleato italiano, l’Italia viene a conoscenza del patto Molotov solo acose fatte. Mussolini si rende conto che i suoi spazi di manovra sono esigui, sirassegna a non entrare nel conflitto. L’Italia chiede un consistente aiuto economicoper poter entrare in guerra, Ciano e Attolico chiedono delle materie prime allaGermania: lista resa più gravosa proprio per renderla inaccettabile alla Germania! LaGermania decide di proseguire da sola. L’Italia ha la percezione di essere un “brillantesecondo”.

Le rivendicazioni sovietiche

Non esiste un fronte orientale, grazie anche al patto Molotov. Si chiariscono i rapportidi forza anche all’interno delle alleanze. Dopo l’invasione sovietica della Polonia c’è ilconfronto necessario con la Finlandia, ma i russi incontrano un’inaspettata resistenza

alle richieste di basi militari e navali considerate dai finlandesi un’impossibile cessionedi sovranità. Nel novembre l’Unione Sovietica decide di attaccare la Finlandia, mal’armata rossa incontra gravi difficoltà. Si rinvigorisce l’idea di Hitler che bisognaallontanarsi dall’Unione Sovietica.

L’interesse russo si sposta verso i Balcani. Rivendica la Bukovina: quelle zone sono digrande rilievo strategico ed economico. Si preannuncia un conflitto in cui il tema degliapprovvigionamenti diventa centrale. I tedeschi aggirano questo tentativo sovieticosmembrando la Romania attraverso il secondo arbitrato di Vienna del 1940.

Nell’estate del ’40 si evidenzia la crescente tensione tra Unione Sovietica e Germania.

Nel luglio ’40 Hitler comincia a parlare dell’eventualità di un’aggressione all’UnioneSovietica. Nel sistema hitleriano si userà spesso la politica di creare degli stati satellitilegati a sé tramite concessioni. La Germania fa capire ai sovietici che non accettal’espansionismo sovietico nei Balcani, ha già deciso che di lì a poco li attaccherà.

L’evoluzione della guerra

Nel frattempo, nella primavera del ‘40 sono stati invasi la Danimarca, i Paesi Bassi ela Francia. Nel giugno ’40 la Francia è costretta a firmare l’armistizio. Poco prima,l’Italia dichiara guerra alla Francia (ambasciatore francese: “uccidete un uomomorto”). La Francia quindi è costretta a firmare due armistizi. La GB si trova da sola afronteggiare il conflitto (seppur con il sostegno economico degli USA). L’Inghilterracerca di evitare che il controllo sulla flotta francese passi all’Italia e alla Germania:attacca preventivamente la flotta che bombardata pur di non farla cadere in mano aitedeschi. La Germania si riprende l’Alsazia e la Lorena. In Francia si costituirà ilgoverno collaborazionista di Vichy . Laval è un sostenitore dell’alleanza con laGermania. Nel giugno ’40 i tedeschi chiedono la restituzione dei prigionieri,consentono un governo francese nella regione della Francia non occupata, ma allostesso tempo esigono un totale disarmo di questa zona.

Ad un certo punto è evidente il perché si fa strada il piano Barbarossa. In realtà ilpiano è mal pensato in quanto provocherà una guerra su due fronti. La Germaniacerca un accordo con la GB per chiudere un fronte, ma viene rifiutato.

Fino all’ultimo l’Unione Sovietica vuole mostrare alla Germania che terrà fede al pattoMolotov. C’è un costante rifornimento di materie prime dalla Russia alla Germania. Loscambio contemplava la possibilità di avere in cambio tecnologia da parte della

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Germania, ma la Germania passava tecnologie obsolete: ulteriore fattore di attrito.Stalin non voleva lasciar intendere in nessun modo ai tedeschi che ci fosse lapossibilità di una questione sovietica. Fa in modo di dimostrare che non ha intenzioniaggressive nei confronti della Germania, commette l’errore di aver creduto fino infondo ad un accordo di questo tipo.

Il Patto Tripartito

A fine settembre viene stipulato il Patto Tripartito che non prevede solo la nonaggressione, ma anche l’assistenza reciproca tra Germania, Italia e Giappone. Siprofila un ruolo guida del Giappone in estremo oriente. In questo patto non c’è nessuntipo di elemento che possa destare i sospetti dell’Unione Sovietica, gli viene ancheproposto di entrarvi a far parte. In realtà, il sistema di satellizzazione di Hitler prevedeche gli stati sotto l’occupazione tedesca o sotto la sua influenza entrino a far parte diquesto patto Ungheria, Romania, Slovacchia. La Russia si rifiuta di entrare. Molotov  va a Berlino dove i tedeschi gli propongono uno scenario eventuale in cui l’interessesovietico possa dirigersi verso il Golfo Persico, l’India, l’Afghanistan (aree di interesse

degli zar). Ciò significa che l’Europa rimane territorio tedesco, Hitler cerca di tagliarefuori l’Unione Sovietica che comincia a temere la Germania. Stalin comprende questaminaccia, ma non la vuole vedere per varie ragioni: contempla l’ipotesi che se avesseammesso di essere incorso in errore non avrebbe avuto un futuro politico,destabilizzazione interna. Nel frattempo Molotov pone condizioni irraggiungibili allequali avrebbe potuto firmare tripartito: basi militari in Bulgaria, abbandono dellaFinlandia da parte delle truppe tedesche.. Nel febbraio ’41 la Bulgaria aderisce alpatto tripartito. I tedeschi riportano sotto il proprio controllo i territori richiestidal’Unione Sovietica.

Lo smembramento della Jugoslavia

La  Jugoslavia aveva inizialmente detto di voler aderire al patto, ma nello stessoperiodo di ha un golpe antitedesco contro re Paolo in favore del re Pietro. Lacomponente serba si predisponeva così a far fronte ad un contrasto anche militare conla Germania. La Germania decide quindi di invadere la Jugoslavia. Questa è la ragioneper cui Hitler comincia la campagna di Russia in ritardo: non tiene in conto il fattoreinverno e il fattore disgelo! Nell’ottobre l’Italia entra in guerra contro la Grecia, doveincontra gravi difficoltà. La Germania è costretta ad aiutarci. NB non è questa la causadel ritardo in Russia, bensì la Jugoslavia!

Il territorio jugoslavo viene totalmente smembrato. Viene creato uno statoindipendente croato retto da un movimento filo nazista. La Croazia aderisce al Patto

 Tripartito. L’Italia si annette sia la parte sud della Slovenia che la Dalmazia, territoriprivi di una componente italiana. La Bulgaria si annette una parte della Macedoniache era sotto il regno di Jugoslavia. Il sistema hitleriano nei Balcani si va definendochiaramente.

Il trattato di neutralità tra Giappone e Unione Sovietica

Il 13 aprile viene firmato il trattato di neutralità tra Giappone e Unione Sovietica.Questo è uno dei pochi trattati che si manterranno integri fino al giorno successivodello scoppio della bomba atomica, quando l’Unione Sovietica dichiarerà guerraGiappone. Non è un accordo marginale: il Giappone farà sentire il peso di questa

neutralità. I primi scontri effettivi dell’armata rossa erano stati proprio con il Giappone!

Il 22 giugno ’41 ha inizio l’operazione  Barbarossa: i mezzi corazzati tedeschientrano nel territorio sovietico e non trovano nessuna forma di resistenza.

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Stati Uniti: dall’isolazionismo all’interventismo

L’entrata nel conflitto degli Stati Uniti avviene dopo una lunga riflessione. Nel 1931con Roosevelt si arriva all’apogeo dell’isolazionismo (vedi il caso del Giappone inManciuria). Queste scelte vengono condizionate dalla crisi economica del ’29. I punti

fondamentali della politica estera americana erano: garanzia degli interessi economici(riconoscimento dell’URSS), politica di buon vicinato con i paesi dell’America Latina,fermezza verso il Giappone. All’interno del Congresso c’era una forte componenteisolazionista che si accompagnava alle idee di Roosevelt. Revisionismo storico neiconfronti della politica interventista di Wilson e della commissione NAI (lobby dellegrandi industrie e delle grandi banche che avevano spinto all’intervento).

Le leggi di neutralità sanciscono il momento di massimo isolazionismo (’37-’38) cheva scemando man mano che Roosevelt acquista forza dal consenso dell’opinionepubblica. Questa neutralità non distingue tra aggredito e aggressore al fine diescludere gli USA da qualsiasi conflitto. Contenuto di queste leggi:

Embargo sulle armi nei confronti di tutti i contendenti (Caso della guerra diEtiopia: gli USA non potevano fornire armi all’Italia, ma poteva acquistareprodotti sanzionati dalla Società delle Nazioni. Proposta di Cordell Hull:embargo morale per non fornire materie prime bocciata).

Divieto di elargizione di crediti. Spetta al Presidente decidere se si tratta di unconflitto o meno (Roosevelt aiuta la Cina contro il Giappone perché nonriconosce il conflitto tra i due paesi; anche in Spagna non c’è un conflitto insenso classico, quindi attuano un intervento non ufficiale).

Nel 1937 gli USA emanano una nuova legge di neutralità per l’embargo di armi

in tutti i contendenti, in particolare per quanto riguarda la vicenda spagnola.

Un’altra legge impone ai cittadini americani di non viaggiare su navibelligeranti.

Formula del “cash and carry”: elargizione di beni (merci belligeranti) conpagamento immediato in contanti (trasporto su navi non americane).

Nel 1937 il New Deal sta avendo effetto, Roosevelt non ha più le mani legate.Nell’ottobre ’37 pronuncia il “discorso della quarantena” nel quale auspica diisolare i paesi aggressori (riferimento alla situazione europea, ma anche al Giappone).

In questi anni prendono piede in America i grandi sondaggi per calcolare consensi edissensi. Nelle elezioni del ’36 Roosevelt viene riconfermato. Durante il suo secondomandato, Roosevelt cercherà di convincere l’opinione pubblica ad accettare unamodifica della politica estera. sarà un processo graduale. Alla fine degli anni ’30Roosevelt fa sempre più riferimento agli svenimenti internazionali.

Nell’estate 1940 c’è l’accordo  sulle cacciatorpediniere: risposta positiva allarichiesta di Churchill di ottenere delle cacciatorpediniere per riempire il deficit dellaforza navale inglese. Questo accordo ha un valore simbolico molto forte (anche se lenavi non vengono regalate, ma sono scambiate con basi vicine all’America), minoreinvece il valore materiale (erano navi in dismissione). Gli USA accettano il

coinvolgimento, si preparano ad abbandonare l’isolazionismo. Nel 1940 la leva diventaobbligatoria.

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Il 29 dicembre 1940 Roosevelt parla degli USA come arsenale delle democrazie:vengono abbandonate le leggi di neutralità, entra invece in vigore la legge affitti e prestiti che concede crediti illimitati ai paesi belligeranti. Ciò ha come conseguenzaulteriori richieste britanniche. Questa legge dà anche ulteriore potenza al presidenteche poteva quindi decidere anche sulla produzione bellica. Questa legge diventaoperativa anche verso l’URSS in seguito allo’invasione tedesca (aiuti umanitari, maanche viveri).

Nel gennaio 1941 si tiene una conferenza segreta tra USA e GB. La Danimarcaconcede che la Groenlandia sia usata dai militari americani. Gli USA si preparano adun coinvolgimento nel conflitto europeo (non solo interessi nel Pacifico).

Nell’aprile 1941 Churchill e Roosevelt partecipano all’incontro di Terranova. Qui sistabiliscono i fondamenti dell’ONU. Roosevelt enuncia 8 punti (che non si discostanodalla politica USA).

Nel settembre 1941 si decide che qualora le forze dell’Asse si fossero rivolte a zone di

difesa americana, le navi USA avrebbero reagito. È un atteggiamento difensivo, cheperò dimostra la fine dell’isolazionismo.

I rapporti tra gli Stati Uniti e il Giappone

Il Giappone si sente in posizione di inferiorità. Inoltre, per espandersi deve affrontaregli USA e non l’URSS come pensava all’inizio. All’interno del governo giapponese cisono diverse posizioni, ma alla fine si arriva ad un patto di neutralità con l’URSS (Hitlerera contrario perché voleva invadere l’URSS) e quindi al conflitto diretto con gli USA.

Gli USA emanano sanzioni nei confronti del Giappone (paese privo di materie prime).

Inoltre, lo invitano a non esercitare influenze sulla Cina. Con la sconfitta francese, ilGiappone ottiene l’Indocina, di cui gli USA chiedono l’abbandono. Il Giappone pensa adun attacco preventivo agli USA: attacco di Pearl Harbor. Germania e Italia dichiaranoguerra agli USA. Al contrario, Churchill crede che l’intervento degli USA siapreponderante per la vittoria degli Alleati. Il Patto Tripartito non aveva considerato cheItalia e Germania potevano entrare in guerra a fianco de Giappone se veniva aggredito

miopia.

A Pearl Harbor  vengono bombardate navi e aerei a terra, ma non le portaerei. Irevisionisti dicono che Roosevelt sapeva dell’attacco, tanto più che aveva il codicenegoziale (e forze anche militare) del Giappone (anche se il Giappone non utilizzòcomunicazioni radio). Lo spostamento degli aerei fu percepito dal radar, ma non vennepreso in considerazione (si pensava fossero aerei USA). Gli USA molto probabilmentesarebbero entrati in guerra anche senza Pearl Harbor, avrebbero evitato danni cosìingenti.

C’è un tentativo di coalizione anomala tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica a fronte diun obiettivo comune (l’URSS era considerata il peggior nemico degli USA). Stalinrivendica la necessità di mantenere i confini attuali della Polonia, che erano ritenuti iconfini più sicuri per l’Unione Sovietica. Churchill e Stalin ragionano secondo le sfere diinfluenza, mentre gli USA sono contrari in quanto vorrebbero rafforzare leorganizzazioni internazionali. Roosevelt rassicura Stalin garantendo che non ci saràuna pace separata degli USA e GB con la Germania.

La Conferenza di Arcadia

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Nel 1941 si tiene la Conferenza di Arcadia (Washington) tra gli alleati. A questa seguiràtutta una serie di conferenze che ci aiutano a capire come si sviluppano i rapporti tragli alleati. Principi fondamentali su cui devono convergere i paesi alleati sono:

dichiarazione delle Nazioni Unite (8 punti di Roosevelt);

libero accesso alle materie prime;

libera scelta del tipo di governo;

sicurezza internazionale;

collaborazione per la pace;

libertà religiosa (principio nuovo).

È necessario che lo sforzo bellico principale venga fatto contro la Germania, non nelPacifico una convenzione militare suddivide il mondo in zone di operazione.

Viene stipulato anche un trattato anglo-sovietico di alleanza ventennale in cui le duepotenze si impegnano reciprocamente a non entrare singolarmente in un negoziatocon la Germania. Nella primavera del 1942 l’Unione Sovietica porta avanti duepostulati: vuole che le vengano riconosciuti i confini che includevano parte dellaPolonia e il patto Molotov - Ribbentrop. L’Unione Sovietica chiede di aprire un secondofronte in occidente per sgravare la situazione in Russia, spera nell’apertura di unfronte in Normandia.

L’operazione Torch

Nel giugno 1942 l’esercito britannico viene sopraffatto in Libia. In seguito viene decisal’operazione Torch, cioè lo sbarco degli alleati nell’Africa settentrionale. Rooseveltconviene con Churchill sulla necessità di sbarcare in Africa per combattere l’Italia e ilsuo alleato tedesco. Il controllo dell’Africa occidentale è necessario per arrivare alfronte occidentale, sono necessarie delle linee di comunicazione per il trasferimento diviveri e munizioni. Ciò è possibile per gli inglesi, un po’ meno per gli italiani.

Gli obiettivi strategici dell’Unione Sovietica

Nel frattempo in Unione Sovietica c’è una forte preoccupazione perché deve sostenere

da sola il peso della guerra coi tedeschi. Gli Stati Uniti e la GB sono ancora troppodeboli. Roosevelt non vuole che la GB intervenga da sola perché, in caso diun’inaspettata vittoria, il peso della GB sarebbe diventato troppo elevato. Gli StatiUniti non volevano riconoscere l’impero coloniale inglese, vogliono un ruolopreponderante nelle relazioni internazionali.

Quando nel ’43 il conflitto volge a favore dell’Unione Sovietica, Stalin sente meno lapressione e vuole definire con maggiore chiarezza gli obiettivi strategici dell’UnioneSovietica:

esigenza difensiva (estensione della zona di influenza russa nei paesi che lacircondavano per proteggersi). Chi controlla il Caucaso e i Paesi Balticicontrolla anche tutta una serie di risorse;

strategia della terra bruciata che faceva in modo che l’avanzata tedesca non

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trovasse risorse durante il suo cammino verso l’Unione Sovietica.

L’incontro di Casablanca

Nel 1943 Roosevelt e Churchill si incontrano a Casablanca. Qui si decide che l’apertura

del secondo fronte è rinvita al 1944. Si decide anche lo sbarco in Sicilia, ma lamaggior parte delle risorse è ancora impegnata in Africa. Nel frattempo cresce ladiffidenza russa: l’Unione Sovietica sospetta che GB e USA vogliano stipulare una paceseparata con la Germania.

L’attenzione di Churchill si sposta sui Balcani : Churchill capisce il pericolo che iBalcani vengano liberati dall’Unione Sovietica e cadano sotto il suo dominio. Sa chequi è necessario uno sbarco alleato, vuole porre un ostacolo all’influenza russa neiBalcani. Roosevelt invece è neutrale: non vuole che i Balcani cadano sotto il dominiobritannico, è contro il colonialismo della GB. La GB quindi cambia strategia e fapressione sulla Turchia affinché entri in guerra: in questo modo Hitler sarebbe statofermato prima e i Balcani non sarebbero stati liberati solo dall’Unione Sovietica.

Roosevelt era anche un realista, non solo un idealista: era cosciente della probabilitàdell’influenza dell’Unione Sovietica, ma lascia fare. Accontentando l’Unione Sovietica,gli Stati Uniti sperano che poi si calmi e in questo modo garantisca la pace futura. Nelmaggio ’43 si ha lo scioglimento del Comintern per dimostrare collaborazione.

Un altro problema fondamentale trattato a Casablanca è quello del destino dellaGermania in caso di sconfitta e della Polonia. L’Unione Sovietica fonda il “Comitato  per la Germania libera” per evitare che un domani la Germania cadacompletamente sotto il controllo angloamericano.

Si discute anche della questione italiana: l’8 settembre 1943 viene firmato l’armistizio

con l’Italia. Il dopo conflitto in Italia viene gestito dagli angloamericani, l’UnioneSovietica è molto mite su questo argomento, parla solo di una necessariadefascistizzazione. Questo perché l’Unione Sovietica poi vorrà occuparsi in manieraesclusiva della Polonia. È il primo riconoscimento di una zona di interesse esclusiva.

La Conferenza di Mosca

Nell’ottobre del 1943 c’è la conferenza di Mosca che riunisce i ministri degli esteri.L’Unione Sovietica vuole l’apertura del secondo fronte, ormai diventato una questionefondamentale. Preventivamente avevano rotto i ponti con il governo polacco in esilio eavevano costituito il “Comitato per la Polonia libera”. Stalin sa di dover prepararela politica di occupazione per costituire in seguito una zona di influenza. I russiannientano tutto il corpo ufficiale polacco e danno la colpa ai tedeschi. L’UnioneSovietica ha già lo strumento (il Comitato) per liberare la Polonia e porla sotto la suainfluenza.

La Conferenza del Cairo

Nel novembre 1943 al Cairo si discute la questione cinese: bisogna spartire quelli cheerano stati i territori giapponesi. La Cina ha grandi mire su tali territori.

La questione polacca

Le sorti della Germania sono legate a quelle della Polonia. Gli angloamericani chiedonoalla Polonia di cedere alle richieste dell’Unione Sovietica e compensano queste perditecon territori a ovest, a spese della Germania. La Germania subisce gravi perdite. Si ha

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uno spostamento della Polonia verso ovest: ciò fa il gioco dei sovietici. Questocambiamento la rende debole e quindi necessita la protezione da parte di qualcuno(l’Unione Sovietica) contro la possibile volontà di revanche della Germania. In questoperiodo i sovietici hanno un buon vantaggio psicologico sui loro alleati perché hannosconfitto da soli la Germania.

La Conferenza di Teheran

Nella Conferenza di Teheran si decide la spartizione dell’Europa in zone di influenza. Sidecide quanto di più è stato deciso a Yalta. Gli angloamericani fanno concessioni moltopericolose ai russi: gli viene promessa un’influenza sui “mari caldi” (stretti).

L’avanzata russa nei Balcani

La Cecoslovacchia nel frattempo aveva già capito come stavano andando le cose e,prima che l’esercito russo entri nel suo territorio, fa un accordo con la Russia cheprevede spartizione territoriali. Nel febbraio ’44 inizia la missione ufficiale sovietica perportare aiuti a Tito che conduceva una lotta contro italiani e tedeschi. L’UnioneSovietica riconosce i partigiani Jugoslavi.

La svolta di Salerno

Nel marzo ’44 c’è la svolta di Salerno. I sovietici accettano di essere estromessidalle questioni italiane, ma sfruttano la possibilità di appoggiare il partito comunistaitaliano, facendo rientrare Togliatti in Italia con il consenso di Badoglio. I comunistiitaliani riconoscono così il governo Badoglio. L’Unione Sovietica in questo modo siritaglia una buona influenza in Italia, il partito comunista è uno strumento dell’UnioneSovietica per influire in Italia.

Lo sbarco in Normandia

Nel giugno ’44 c’è lo sbarco in Normandia. Inizia l’offensiva d’estate dell’armatarossa che porta alla liberazione del territorio polacco: scoppia una rivolta a Varsaviacontro i tedeschi che distruggono il governo polacco prima che entrino i russi e russi lilasciano fare. L’armata rossa si affretta ad avanzare nei Balcani puntellando le suezone d influenza. Occupa Romania e Bulgaria e libera l’Ungheria dai tedeschi.

L’accordo delle percentuali

Nell’ottobre ’44 viene stipulato l’accordo delle percentuali tra Stalin e Churchill:

1. la Romania spettavaper il 90% all’Unione Sovietica;2. la Grecia passava peril 90% sotto la GB;3. la Bulgaria passavaper il 75% sotto l’Unione Sovietica;4. la Jugoslavia era divisaa 50% e 50%;5. l’Ungheria spartita a50% e 50%.

Roosevelt non approva questo tipo di politica. La stalinizzazione dell’EuropaOccidentale è il risultato del mancato funzionamento dell’accordo delle percentuali.

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La Guerra Fredda

Le origini della guerra fredda

Non c’è un’interpretazione univoca della guerra fredda da parte degli storici perché è

difficile attribuire l’originarsi della guerra fredda ad un’unica ragione. Le origini dellaguerra fredda vanno fatte risalire a prima della fine della seconda guerra mondiale. Disolito si crede che Yalta decide le sorti del dopoguerra, ma in realtà non è così: Yaltaviene mitizzata e semplificata, è il frutto di una serie di incontri precedenti. Si discutedell’assetto politico della Polonia: l’assetto territoriale era già stato deciso prima dellafine della guerra.

L’Unione Sovietica

Il nodo fondamentale della guerra fredda è l’esigenza di sicurezza dell’UnioneSovietica. Dopo la prima guerra mondiale si sente attaccata, rimane isolata, sviluppaun assetto interno diverso dal resto dell’Europa. La possibilità di essere vittima di unacoalizione ossessiona l’Unione Sovietica. Diffidenza estrema. Quando nel 1944 c’èl’offensiva tedesca delle Ardenne gli alleati chiedono un maggiore intervento sovietico,i sovietici soccorrono l’alleato, ma sospettano che gli occidentali abbiano lasciatospazio ai tedeschi per indebolirli successivamente. Questi sospetti non sono solo fruttodell’ossessione di Stalin, ma anche l’evidente tentativo delle truppe tedesche difronteggiare il più possibile l’Unione Sovietica. I tedeschi temevano una resa deisovietici. Si sapeva che era un’alleanza temporanea dettata dalle circostanze, sisapeva che il conflitto con il mondo comunista sarebbe sfociato nuovamente in mododiretto. L’Unione Sovietica era consapevole della propria debolezza: i mezzi economicia disposizione erano deficitarii rispetto alla competizione con gli Stati Uniti che eranoin una fase di incredibile capacità produttiva e finanziaria (indiscusso dominio del

dollaro).

Gli Stati Uniti

Mentre l’atteggiamento sovietico era quello di chi si ritraeva, quello degli USA era unatteggiamento di apertura: affermavano l’esigenza di un’economia aperta, eranoportatori dell’idea che il benessere economico si potesse realizzare solo attraverso lapace. Secondo gli Stati Uniti l’alleanza con l’Unione Sovietica sarebbe dovuta andareoltre la guerra per garantire questa pacificazione. È evidente che Roosevelt era piùfiducioso di Stalin sul fatto che l’accordo potesse essere mantenuto anche dopo laguerra: la politica affitti e prestiti viene estesa anche all’Unione Sovietica, idea diun’attiva collaborazione.

La Polonia

Ma se Stalin era così ossessionato dall’idea di difesa, come mai alcune sue mosse sonodi espansione territoriale? L’Unione Sovietica è ancor legata ad una concezionevecchio stampo della sicurezza: sicurezza significa controllo territoriale. L’URSSdovrebbe circondarsi di territori su cui porre un controllo per proteggersi: da quinascono i contrasti con gli USA. Il sistema sovietico non è un sistema atto a controllareblandamente un paese per sua stessa natura. Dopo l’occupazione dell’Armata Rossac’è una situazione di precarietà in cui vengono istituiti governi di solidarietà nazionale:esiste una disomogeneità politica all’interno dei governi, non sono interamente sotto il

controllo del partito comunista ma i comunisti diventano sempre più rilevanti. Churchillmette in atto una politica di prevenzione per contrastare l’avanzata delle richiestesovietiche. Il caso polacco è emblematico: ci si accorda a Yalta per un governo disolidarietà nazionale. I polacchi erano animati sia da uno spirito anti-tedesco che da

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uno spirito anti-sovietico: non era possibile imporre un controllo, quindi ci si accorda suun governo di coalizione. Churchill e Roosevelt sperano in un controllo mediato su queiterritori attraverso una serie di governi misti, non una bolscevizzazione. Nel frattempoc’era stato il caso italiano: gestione autonoma degli americani dell’armistizio conl’Italia. Si cerca un principio per postulare che dopo il controllo iniziale dei territoriliberati ci siano poi delle libere elezioni. È l’avanzata delle truppe a determinare ildestino del paese liberato: chi viene liberato dagli angloamericani e chi viene liberatodai sovietici.

La Germania

A Yalta si discute anche della Germania. In realtà non si decide nulla sulla Germaniache non fosse già stato deciso. Viene divisa in più zone di occupazione: inglese,americana, sovietica. Churchill insiste affinché alla Francia sia concessa una sfera dioccupazione. Roosevelt non apprezzava De Gaulle, ma si lascia persuadere daChurchill. Yalta è un tentativo di assestamento su decisioni già prese in precedenza.

Il Giappone

Si discute anche sul Giappone. Viene sganciata la bomba, ma non si è sicuri della suaefficacia. L’Unione Sovietica ha un grande peso nella guerra con il Giappone. I duepaesi non si sono mai attaccati, ma a Yalta l’URSS decide di attaccare il Giappone adistanza di due mesi dalla resa tedesca. Gli americani continuano a chiedere l’aiutodei sovietici perché non sono sicuri che la bomba abbia l’efficacia sperata. Roosevelt èconvinto che sullo scenario asiatico la Cina debba avere un ruolo fondamentale. È unasituazione politica estremamente incerta. In Cina esiste un forte movimento comunistache poi prenderà il potere. La Russia richiede che sia ripristinata la situazioneprecedente il 1905 (ferrovia manciuriana, Port Arthur) per dichiarare guerra al

Giappone.

Il dopo Yalta

Si riscontrano molte difficoltà nel gestire il dopo Yalta: le differenti concezioniamericane e sovietiche, i diversi filtri ideologici, avevano un grande peso. Il ruolomilitare sovietico era di grande importanza. A Yalta Roosevelt dichiarerà che non haintenzione di mantenere a lungo le truppe sul territorio europeo, l’Armata Rossa inveceno.

La morte di Roosevelt indica anche la fine dei rapporti con Stalin, che eranoinnanzitutto dei rapporti personali. Il vicepresidente Truman non è pronto adaffrontare questa situazione. Nel maggio ’45 deve affrontare la crisi di Trieste: è ilprimo momento di possibile scontro tra i due alleati. Da questo momento ci sarà tuttauna serie di decisioni prese nella mancanza di determinate informazioni, come lasospensione della legge affitti e prestiti che aveva finanziato fino quel momentol’Unione Sovietica. Nel maggio ’45 c’è la resa della Germania. Viene a mancarel’omogeneità dei fini, si evidenzia l’eterogeneità delle due principali potenze, le lorodiverse concezioni di politica estera, le loro diverse finalità. L’Unione Sovietica richiedel’impegno duraturo degli Stati Uniti in Europa. Il presupposto isolazionista era semprevenuto meno solo nel momento in cui gli Stati Uniti si erano sentiti minacciati. Lescelte di Roosevelt erano sempre state condizionate dall’idea che gli USA sarebberousciti dallo scenario europeo.

La crisi di Trieste

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Il 1 maggio ’45 le truppe di Tito entrano a Trieste. Trieste era un obbiettivo nazionalefondamentale per Tito: al di là del dato ideologico c’è un dato nazionale, la vecchiarivendicazione di Trieste slava. Tito segue la logica che chi libera per primo, lì rimane.

 Trieste paga il prezzo di non esser stata oggetto di accordi preventivi. Tito convoglia laguerra civile tra serbi fedeli al re e croati collaborazionisti con la Germania neiconfronti dell’occupante tedesco e italiano. La GB si era resa conto dell’utilità di Tito edella sua capacità militare e politica e quindi lo appoggia. Tito arriva dal carso, ineozelandesi dalla costiera. Monfalcone è in mano ai partigiani di Tito.

La sperata collaborazione viene meno. Trieste aveva un grande valore strategico perrifornire le armate che si trovano in Austria, ribadire l’italianità della città non era unaquestione prioritaria. All’occupazione tedesca si sostituisce l’occupazione titina. Quelloche inizialmente è un obiettivo strategico per gli angloamericani diventa un obiettivoideologico. Nonostante Tito avesse agito autonomamente, Trieste diventa il  primocaso di scontro bipolare. Tito viene indotto da Stalin ad accordarsi con ineozelandesi, Stalin non è disposto ad arrivare ad un confronto militare, lo convince aritirarsi e a lasciare la città. Nel giugno ’45 la Venezia Giulia viene divisa in una  zona

 A occupata dagli angloamericani e una   zona B occupata dagli jugoslavi (lineaMorgan). Stalin si interroga se sia il caso di sostenere un leader forte nel mondosovietico come Tito, leader che difficilmente sarebbe diventato una pedina nelle suemani.

A metà maggio c’è la resa della Germania e la sospensione della legge affitti e prestiti.Roosevelt muore in aprile. Truman è mal consigliato, ma è consigliato dagli stessiconsiglieri di Roosevelt! Si fa influenzare da chi si occupava già di politica estera, habisogno di tempo per formulare una sua politica.

Il Long Telegram di Kennan

Successivamente l’amministrazione Truman assume una linea più morbida. Si ha untentativo di aprire il dialogo con l’Unione Sovietica: Hopkins (faceva partedell’entourage di Roosevelt) viene mandato a Mosca per stringere il negoziato conl’URSS e discutere del destino della Polonia e della Germania. Si avvia un confrontocon l’Unione Sovietica senza nessuna preparazione: non si conosceva bene lasituazione interna, sistema che tende a chiudersi in se stesso, occultare significanascondere qualsiasi forma di debolezza. La stessa amministrazione Truman si trovaad affrontare un problema nuovo per il quale non sono stati predisposti degli strumentiadeguati. Long Telegram di Kennan (diplomatico statunitense, funzionariodell’ambasciata americana a Mosca): prima analisi della politica interna dell’UnioneSovietica.

La situazione italiana

L’Italia era uscita dal conflitto con l’armistizio dell’8 settembre. Badoglio propone laco-belligeranza. Il trattato di pace porta delle aspettative tra gli italiani, lo stesso DeGasperi ritiene che con la co-belligeranza l’Italia possa attendersi un atteggiamentodiverso da quello verso un paese sconfitto. In realtà l’Italia è un paese sconfitto equindi il trattato di pace assume le caratteristiche di quello nei confronti di un paesetotalmente sconfitto, è più un diktat che uno spazio negoziale.

Nel ’46 all’Italia viene garantito il confine del Brennero e quindi l’ Alto  Adige. Questo

tipo di acquisizione contrappone l’Italia all’Austria (aveva fatto parte del Reich dal ’38,aveva raggiunto la piena indipendenza solo nel ’55). Gli italiani segnalano la possibilitàche l’Alto Adige diventasse un focolaio di irredentismo filo-nazista: dopo il ’43 eradiventato parte del Reich, si sospetta delle simpatie naziste della popolazione. L’Italia

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viene favorita perché si trova di fronte un interlocutore debole.

Per Trieste invece l’Italia si trova davanti un interlocutore jugoslavo che ha condottouna lotta vittoriosa contro il nazismo. È in discussione il destino dell’Istria e di partedella Venezia Giulia. L’Italia affida al fatto che gli alleati vogliono tener duro

sull’italianità di queste zone proprie perché sono zone di scontro tra gli alleati e ilblocco comunista. Tutta la questione di Trieste risentirà di avvenimenti che vanno benoltre a ciò che decide l’Italia. La questione verrà risolta solamente con ilMemorandum di Londra del ’54 che sancirà il passaggio della zona A sottol’amministrazione italiana e la zona B sotto quella jugoslava. Fino a questa data questaquestione italiana costituirà un’ipoteca sulla possibilità di agire dell’Italia in politicaestera. Nel Trattato di Pace del ’47 viene istituito il Territorio Libero di Trieste,secondo il quale la zona A sarebbe stata amministrata da un governatore nominatodagli USA (mai nominato) e la zona B sarebbe passata sotto il controllo jugoslavo.Nemmeno il trattato di pace riesce a risolvere la questione, come non riesce arisolvere neanche altre situazioni (es. situazione coloniale: rivendicazioni sulla Libia). Itrattati di pace prevedevano l’abolizione del colonialismo attraverso

un’amministrazione fiduciaria per facilitare la transizione verso l’indipendenza.

La Conferenza di Postdam

Nel 1945 si tiene la Conferenza di Postdam tra i leader dei paesi vincitori. Nelmaggio ‘45 la Germania è stata sconfitta e quindi ci si pone il problema delle sue sorti,anche se alcuni punti sono già stati stabiliti (zone di occupazione, Berlino rispecchia lasituazione del resto della Germania anche se rientra nella zona di occupazioneinteramente sovietica). Ci si trova a dover affrontare lo stesso problema della primaguerra mondiale. Bisogna anche far fronte all’esigenza di sicurezza dell’UnioneSovietica: la Germania è fondamentale, ma costituisce un pericolo perché si teme

possa costituire nuovamente un forte Stato del continente europeo e che quindi siassoci strettamente agli Stati Uniti. Si profila già l’idea che la Germania possacostituire un avamposto dell’occidente nei confronti dell’Unione Sovietica. Tuttavia,nell’estate ’45 parlare di occidente significa presupporre che ci siano già due blocchi,in realtà è prematuro: comincia a maturare una divisione, ma non è ancora cosìrigidamente sancita, si completa appena nel ’47.

Gli impianti industriali della Germania vengono smantellati dall’Unione Sovietica, ciòprovoca un impoverimento delle risorse tedesche. Gli occidentali si rendono conto chelo smantellamento dello Germania può solo costituire un problema ulteriore: bisognafare i conti con un problema di sostentamento, è un paese completamente distrutto.

Nel ’47 il rapporto Hoover presenta i rischi della politica di denazificazione portataavanti dagli alleati, bisogna mettere in discussione un’intera classe dirigente che vatotalmente ricostruirla nel breve periodo. Il processo di denazificazione presenta quindimolte limitazioni. Nel Processo di Norimberga parte della classe politica che avevacollaborato con il nazismo esce illesa.

Stalin si presenta a Postdam sicuro da un punto di vista politico, è il vincitore dellaseconda guerra mondiale. Nel frattempo Churchill ha perso le elezioni e questaassenza causa incertezza politica negli alleati. Il punto di forza dell’amministrazioneamericana è il successo dell’esperimento della bomba atomica. L’Unione Sovieticaripropone le richieste di Yalta (vecchie ambizioni della Russia zarista), ma è evidente

che Stalin è consapevole delle sfere di influenza che si stanno delineando, sa che ilGiappone rientrerà nella sfera di influenza americana.

I russi colgono anche un altro aspetto che è conseguenza della prima guerra mondiale:

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il declino dell’Impero britannico che deve essere smantellato, non è più sostenibile. Siaprono dunque dei varchi per l’Unione Sovietica che pone delle richieste ulteriori:modifica della convenzione sugli stretti, rivendicazioni nei confronti della Turchia.

L’URSS comincia anche ad interessarsi allo smantellamento militare. I possedimenti

italiani sarebbero passati sotto il controllo britannico, ciò diventa però troppo onerosoper la Gran Bretagna: la Russia chiede la concessione di un’amministrazione fiduciariasulla Libia. Gli alleati sono preoccupati, percepiscono la crescente minaccia.

L’Unione Sovietica chiede che gli USA e la GB chiudano le relazioni con la Spagna, glialleati non accettano però queste richieste.

L’ingerenza dell’Unione Sovietica si manifesta anche in Grecia, che rientrava nellapolitica mediterranea della GB. L’accordo delle percentuali poneva la Grecia sottol’influenza britannica. Qui è in atto una sorta di guerra civile tra chi sostiene lamonarchia e chi sostiene Tito. La Jugoslavia aiuta la guerriglia comunista nei confrontidei filo-monarchici.

L’Unione Sovietica interviene in zone in cui essa non dovrebbe avere alcuna influenza(rischia di espandersi verso il Mediterraneo). Gli americani hanno però il vantaggioatomico: il vantaggio militare si trasforma in un vantaggio politico. Nell’agosto ’45scoppia la bomba atomica. In realtà non si era sicuri dell’efficacia di questasuperiorità tecnologica americana nei confronti dell’Unione Sovietica: la bombaatomica ha un effetto secondario che va bene all’Unione Sovietica perché portaall’accelerazione della smobilitazione delle truppe americane in Europa, senza chel’Unione Sovietica debba accrescere la propria presenza nei paesi in via disatellizzazione. Il vantaggio tecnologico non trova un risvolto politico immediato. Stalinnon sembra preoccuparsi troppo del gap nucleare tra USA e URSS, la competizione

nucleare diventerà fondamentale nel bipolarismo.

La satellizzazione

I sovietici, inoltre, stanno portando avanti in modo continuativo il loro  progetto di satellizzazione dell’Europa orientale. Nel ’47 c’è una completa satellizzazione diPolonia, Bulgaria, Ungheria, Romania, paesi con partiti comunisti deboli. Gli alleatisono posti davanti all’evidenza che la dichiarazione di Yalta era diventata cartastraccia. L’occidente assiste al processo di definitiva satellizzazione: reagisce con unamancanza di iniziativa, un intervento militare era impensabile, cresce però l’ostilitàoccidentale nei confronti dell’Unione Sovietica. Nel ’47 vengono firmati i trattati dipace con Bulgaria, Romania e Ungheria: gli stessi alleati riconoscono implicitamente lostatus quo della satellizzazione di questi paesi. Nel ’47 si arriva al punto di rottura.

La Dottrina Truman

La Dottrina Truman nasce da un’esigenza pratica e da una più generale.

Esigenza pratica: la GB dichiara la propria incapacità di sostenere la guerriglia inGrecia e quindi le operazioni dei partigiani in favore della monarchia. La GBabbandona la Grecia al suo destino e ciò ha un risvolto sulla Turchia. La primaresponsabilità americana è quella di doversi sostituire al ruolo svolto fino a quelmomento dalla GB. Gli USA non permetteranno ulteriori atti aggressivi nei confronti di

Grecia e Turchia. Nel marzo ’47 la politica estera americana prende un pubblicoimpegno per proteggere territori che non fanno parte dell’emisfero occidentale, si escedall’isolazionismo.

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Esigenza generale: il Long Telegram di Kennan evidenzia un paese che ha unanaturale tendenza espansiva che si manifesterà in tutti quei punti in cui l’occidente èpiù debole. Kennan sottolinea anche che la politica espansiva dell’URSS non si attuasolo in termini classici (aggressione), ma è anche un’azione strutturataideologicamente verso paesi in cui la condizione economica permette che movimentiideologici riescano a permeare più facilmente la società (es. Italia). La secondaesigenza è quindi quella di contenere il comunismo: politica del containment .

Nel 1947 i partiti comunisti occidentali vengono estromessi dai governi: non può piùesserci una politica omogenea tra le due fazioni ideologicamente opposte. Nel ’48 inItalia ci sono le elezioni. Le sorti dell’Italia non sono chiaramente definite. L’Italiarappresentava la possibilità di un rivolgimento interno in quei paesi dove la situazionepolitica ed economica era più precaria. De Gasperi diventa l’uomo degli americani: loscenario globale viene riconsiderato e l’Italia assume un peso diverso. Ciò può giovarealla situazione di Trieste.

Nel ’48 l’Unione Sovietica scomunica Tito. Stalin ha bisogno di avere sotto di sé delle

pedine che può muovere liberamente: Tito è troppo forte, vuole svolgere una politicaautonoma, seppur all’interno del blocco comunista.

Il bipolarismo

La cortina di ferro si alza definitivamente nel 1947, anche se i punti di crisi sono giàindividuabili e definibili nel ’46.

L’Iran è uno dei motivi di crisi. Il paese era diviso in due zone. Alla fine della guerra glialleati e i sovietici non lasceranno il paese come dovrebbero, cercano prima diottenere delle importanti concessioni petrolifere nel paese. Questi territori risentono

dell’indebolimento della GB: l’Iran era una zona sotto l’influenza dell’imperobritannico, i sovietici colgono la possibilità di sfruttare questo punto debole. Gliamericani si sostituiscono alla presenza britannica. C’è comunque una sostanzialeprudenza da parte di Stalin, non è una politica di aggressione vera e propria, ma ècomunque una politica che tenta di incunearsi dove possibile. Qui agisce anche lanovità costituita dal monopolio nucleare americano che spinge l’Unione Sovietica aduna maggiore prudenza, non vogliono arrivare allo scontro militare. Nel ’49 i sovieticiarrivano alla prima sperimentazione di una bomba nucleare sovietica, gli americanipensavano di mantenere il gap nucleare per altri 4 anni. È un paese provato, macontinua a spendere soldi in ricerca, soprattutto nucleare.

 Tutti questi elementi di crisi porteranno al bipolarismo: divisione netta tra le duesuperpotenze e tra le loro zone di influenza. Con il containment gli USA ammettonoper la prima volta un coinvolgimento al di fuori dell’emisfero occidentale.L’amministrazione giustifica il nuovo approccio collegando l’interesse americano allasicurezza interna: sicurezza interna fondata su un determinato assetto esterno. Il loroimpegno è atto a garantire il paese dalla minaccia bolscevica, in questo periodo sievidenzia come il comunismo penetra tutti i punti deboli che l’amministrazioneamericana non era in grado di controllare.

Il Piano Marshall

Con il Piano Marshall il containment diventa operativo: non è l’operazione militare ad

essere fondamentale, ma quella economico-finanziaria. Per gli USA è importanteaiutare l’economia europea, soprattutto quella tedesca che era fondamentale per lasua produttività. Gli USA si devono fare carico di questi paesi. L’Europa non è in gradodi assecondare l’idea americana del dopoguerra fondata sul libero scambio e su

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un’economia basata sul dominio del dollaro che avrebbe garantito la libertà. Il pianoMarshall non è costituito da aiuti a pioggia, ma aiuti controllati: controllo nella bilancia,nei sistemi. Presuppone un’economia di libero mercato.

Il Piano Marshall, che diventa attivo nel ’48, ha un doppio obiettivo: ricostituire il

benessere europeo (Long Telegram: attenzione al fatto che dove c’è precarietàeconomica il comunismo ha maggiori chances) e sconfiggere il comunismo.

La Germania

La questione fondamentale è rappresentata dalla Germania. Non c’è una verastrategia politica rispetto alle sorti della Germania, che sono considerate sorti di vitaleimportanza sia per l’URSS che per l’America. Per gli USA la Germania era innanzituttoun avamposto dell’occidente nei confronti dell’est.

Alla divisione della Germania si arriva attraverso diversi passaggi. La parte occidentaledeve delle riparazioni alla parte orientale (la parte occidentale era molto più ricca).L’URSS smonta gli impianti sovietici e li porta in Russia. Si continua a discutere delconfine polacco: le zone est della Germania passano sotto l’amministrazione polacca,sotto l’egida dell’Armata Rossa. Moltissimi profughi si spostano dalla Germaniaorientale a quella occidentale, la parte occidentale fa fatica a gestire profughi esovrappopolazione. Stalin prevedeva che questo mettesse in crisi gli occidentali  malessere generalizzato possibile zona di influenza. Ciò non significa la  satellizzazione della Germania, ma significa garantirsi che non avvenga il contrario. Lapolitica sovietica sulla Germania ha il limite di svilupparsi in senso negativo: si sa ciòche non si vuole che la Germania diventi, ma non si sa bene cosa dovrebbe essere.Secondo i sovietici la Germania poteva anche riunirsi, ma andava mantenuta debole.Attraverso la politica sulla Polonia, l’Unione Sovietica pone determinate garanzie

anche nei confronti della Germania. L’Armata viene lasciata fare nei confronti deitedeschi. L’esodo dei profughi viene lasciato continuare, gioca in favore dei sovietici.Allo stesso tempo sentono di dover essere ripagati dei danni subiti sul proprio territorionel periodo dell’occupazione tedesca. Con il tempo questa politica di espoliazione sidimostra miope.

Gli occidentali fanno il contrario: rapidamente le rivendicazioni occidentali sitrasformano, ci si rende conto come a fronte di rapporti sempre più tesi con l’URSS laquestione tedesca diventa fondamentale. Bisogna innanzitutto rimettere in moto ilmotore economico europeo.

La conferenza di Parigi

In un primo momento i sovietici sondano il terreno, provano a vedere se anche l’URSSpuò beneficiare degli aiuti: Molotov dà il via libera ai paesi dell’Europa orientale perpartecipare alla conferenza di Parigi  per il Piano Marshall. I paesi dell’est fannomarcia indietro. Il Piano Marshall è uno strumento per mettere sotto controllo la parteeuropea alleata, ma anche la Germania dell’ovest (si spera di estendere il Piano anchealla parte orientale della Germania). I sovietici decidono di porre il diktat sui paesidell’Europa orientale. Gli americani strutturano gli aiuti apposta in questo modo per farsì che i sovietici non accettino, la trasparenza dei bilanci non era accettabile per isovietici, era un modo per rendere pubblico un sintomo di debolezza. Il piano Marshallnon è applicabile ad un paese comunista, richiede una base capitalista. Le delegazioni

dei paesi dell’Europa orientale vengono ritirati dalla conferenza, nel settembre ’47l’URSS dà come indicazione ai leader dei partiti comunisti dell’Europa occidentale disabotare gli aiuti. Si arriva ad una totale mancanza di comprensione reciproca, non sipuò arrivare ad un negoziato vero e proprio. Il nuovo equilibrio non sarà più fondato su

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un compromesso negoziale, ma su rapporti di forza. Le due parti si danno unastruttura differente.

Il Trattato di Bruxelles

C’è anche il problema della difesa europea. Nel marzo 1948 la GB propone il Trattatodi Bruxelles con cui nasce l’Unione  dell’Europa Occidentale. È un patto diautodifesa collettiva firmato da GB, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Siteme un’eventuale aggressione dell’Unione Sovietica: man mano che si accentua ilbipolarismo si attenua il timore di un’aggressione da parte della Germania. Con glianni, la Germania non sarà più vista come un avversario temibile ma diventa unalleato fondamentale. Ciò richiama l’attenzione americana che non ha ancora unachiara politica europea per quanto riguarda il piano militare.

La crisi balcanica

La Finlandia riesce a mantenere la propria indipendenza: non firma l’accordo di nonallineamento che l’avrebbe vincolata all’Unione Sovietica anche perché scoppia lacrisi balcanica (maggio - giugno ’48). C’è una rottura tra Mosca e Belgrado. Ilcomunismo deve rimanere un faro ideologico, deve rimanere a Mosca, solo lì si trova ilvero comunismo. La Jugoslavia non riconosce ciò. Stalin elimina ogni eventualediscorso alternativo.

L’idea che la Jugoslavia possa rientrare in un assetto strategico vicino all’occidenteporta all’inizio di un discorso politico militare molto pragmatico tra l’occidente e la

 Jugoslavia. Gorizia era già diventata italiana con il trattato di pace del ’47, la questionedi Trieste invece non si risolve. Gli USA non possono più mostrarsi così intransigentiriguardo la questione di Trieste, moderano i termini per trattare con la Jugoslavia che

diventa un interlocutore di grande interesse.

Il blocco di Berlino

L’Unione Sovietica esercita un’ulteriore pressione su Berlino. Nella primavera ’48 glioccidentali uniscono le tre zone di occupazione. Viene adottata una riforma monetaria:la moneta è una delle prime forme attraverso le quali si esercita la sovranità in unpaese. C’è un’accelerazione degli alleati per arrivare ad un processo di autonomiadella Germania sotto la loro occupazione: fanno ciò che i sovietici temono di piùperché tutto questo prelude al riarmo della Germania occidentale. Stalin decide ilblocco della città di Berlino: vengono bloccate le vie di accesso, blocco dei rifornimentiper la parte occidentale della città.

 Truman sta per andare alle elezioni, Stalin ritiene quindi che l’America non reagiràperché ciò potrebbe portare alla sconfitta elettorale di Truman. In realtà, la rispostaamericana è decisa: la Germania è un punto vitale, non possono cedere lì perché ciòrappresenterebbe un cedimento su tutta la linea. Non forzano il blocco, ma rispondonocon un   ponte aereo. Gli americani garantiscono in modo efficace gliapprovvigionamenti nella zona occidentale di Berlino, ciò ha un costo elevatissimo, magli Stati Uniti sono in grado di sostenerlo. Stalin si guarda bene dall’impedire questoponte aereo: è il primo pesante insuccesso dell’Unione Sovietica sul problema tedesco.Vengono al pettine i nodi della politica di breve termine esercitata dall’URSS sullaGermania.

Nasce la Repubblica Federale Tedesca. La politica sovietica è arretrata rispetto aquella americana, è una politica tesa a rincorrere. La continua ondata di profughi non

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sarà più un vantaggio per i sovietici, ma un problema: il muro di Berlino nasce daun’esigenza pratica. Dopo la crisi, Stalin è costretto a rivedere la sua politica suBerlino.

La Risoluzione Vandenberg

Questi settori di tensione spingono l’amministrazione Truman a orientarsi verso l’ideache sia necessario intervenire anche militarmente in Europa, sempre più minacciatadalla presenza sovietica. La Risoluzione Vandenberg del 1949 è il frutto di unapolitica bipartisan, è appoggiata sia dai repubblicani che dai democratici. Truman haun vantaggio enorme: la fobia anticomunista, che sfocerà nel maccartismo, tende acancellare l’isolazionismo. Gli Stati Uniti si associano agli accordi regionali o collettivibasati sulla reciproca difesa: ciò permette agli USA di inserirsi nell’UEO. Tutto questo èin contrasto con la politica estera americana, è un’innovazione.

La decolonizzazione

La situazione europea va stabilizzandosi: la satellizzazione è completata. Gli spazi chel’URSS aveva considerato come spazi di possibile ingerenza in Europa cominciano achiudersi. Comincia anche il processo di decolonizzazione che segue la seconda guerramondiale. In questo processo di decolonizzazione i partiti comunisti hanno voce incapitolo: l’Unione Sovietica può presentarsi come un cavaliere senza macchia in zonelontane dalla colonizzazione sovietica, ma che avevano vissuto la colonizzazioneoccidentale. Il processo di decolonizzazione rientra nello scontro bipolare: l’esercizio diuna politica a 360° ha tradotto tutto in termini bipolari. Gli Stati Uniti diventano unapotenza imperialista, vengono sostenuti dittatori insostenibili pur di combattere ilcomunismo. Questa politica coinvolgerà gli Stati Uniti in scenari improbabili e sfocerànella guerra del Vietnam. La base di tutta questa politica è la risoluzione Vandenberg.

La Risoluzione 68 del National Security Council

Dopo il piano Marshall inizia il  processo di militarizzazione della guerra fredda.Nel 1948 la crisi di Berlino fa capire agli USA che il rischio di uno scontro diretto conl’URSS è concreto. Nel ’48 si definisce il processo di satellizzazione dell’Europaorientale. Per poter funzionare, il piano Marshall richiedeva un’integrazione a livelloeconomico, ma anche politico-diplomatico e poi militare Patto di Bruxelles.

Gli europei cercano di prolungare la permanenza degli USA in Europa. È un problemageopolitico: se gli USA ritirano le proprie truppe passano oltreoceano, mentre l’URSSresta presente sul territorio. Si cerca di attirare gli USA all’interno del progetto diBruxelles, gli USA non possono non considerarlo. Nel ’49 la politica estera statunitensetrae le conclusioni di tutto ciò che è accaduto nel ’48.

La Risoluzione 68 del National Security Council stabilisce che l’Unione Sovieticaaveva in sé un’intrinseca debolezza e si muoveva su binari dettati dall’opportunità.Questa risoluzione parte dal presupposto che non c’è solo un criterio di opportunismo,ma c’è un vero intento aggressivo che parte dall’inconciliabilità del sistema capitalistae quello comunista. Quest’analisi attribuisce alla politica sovietica un’aggressivitàmaggiore. La conclusione americana è che a questo punto è necessario rifondare lapolitica estera su altre basi che contemplino un impegno economico superiore: politicadi riarmo, si stigmatizza l’inferiorità americana dell’armamento convenzionale,

accrescimento del 20% del PIL in termini di spesa militare, netto cambiamento dellapolitica, non c’è più la politica del containment. Il partito repubblicano è fautore di unalinea dura nei confronti dell’Unione Sovietica. Questa risoluzione cancella ilpresupposto isolazionista della politica americana. L’amministrazione americana

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rimane comunque vincolata al Senato, quindi non c’è un automatismo nei patti, nonpuò entrare direttamente in guerra. L’impegno americano sul continente europeocomincia a concretizzarsi.

Gli USA aderiscono al patto di Bruxelles.

Patto Atlantico.

Inclusione della Germania all’interno della NATO.

Il Patto Atlantico

Il Patto Atlantico viene firmato a Washington il 4 aprile 1949. Inizialmente l’Italiaritiene di avere la possibilità di fare del proprio accesso al Patto un oggetto di scambio.Nel ’48 l’Italia è un paese che si ritiene ancora in grado di esercitare sololimitatamente una propria politica estera perché vincolata alla questione di Trieste.Entrerà nel Patto Atlantico perché troverà un inaspettato alleato nella Francia chevoleva dare al Patto un’accezione più mediterranea (per far rientrare nel Patto anche iterritori metropolitani). L’Italia era un punto strategico nel Mediterraneo.

La Cina di Mao

Nel 1949 si modifica anche lo scenario asiatico: Mao e il partito comunista cinesesalgono al potere inaspettatamente. Gli americani attendevano questo momento inmodo rassegnato, sapevano già qual’era il destino della Cina. I sovietici invecepensavano che tra i paesi in via di sviluppo fosse l’India il paese che maggiormenteavrebbe potuto diventare comunista. Gli analisti sottolineano come l’entusiasmosovietico verso il successo cinese sia piuttosto tiepido: la rivoluzione di Mao era già

una via autonoma verso il comunismo, era in contraddizione con i dettami dellarivoluzione comunista. L’Unione Sovietica si predispone tuttavia ad accettare unasorta di alleato. La Cina è un paese che per dimensioni, estensioni, solidità del regimemaoista modifica completamente lo scenario orientale. Gli USA si rendono conto diaver sottovalutato l’Estremo Oriente.

Il Giappone

 Tra il ’49 e il ’50 gli USA cercano un accordo con il Giappone, il cui ruolo deve essererivalutato per fermare l’avanzata comunista. Nel ’49 viene firmato l’accordo di pacecon il Giappone.

L’Indocina

La Francia fa sempre più difficoltà a tenere a bada la rivolta indocinese. Qui c’è unaforte presenza comunista: questi partiti comunisti sono in grado di creareorganizzazioni che funzionano sia a livello di combattenti che a livello politico. Lapolitica americana mostrerà tutte le proprie carenze proprio in questi ambienti. Puressendo una potenza non coloniale, non possono evitare di sostituirsi a quello che erastato percepito in questi paesi come il colonialismo europeo della Francia e della GB,diventano neocolonizzatori. Il bipolarismo pone dei limiti alla politica estera americanain queste zone. Il gap americano sarà sempre quello di non trovare un contraltarepolitico a questi movimenti, devono appoggiarsi a dittatori improponibili, dovranno poi

sconfessare il leader inizialmente sostenuto.

La guerra di Corea

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Lo scenario asiatico è quindi il primo ad infiammarsi. Nel 1950 si arriva allo scontroaperto con l’invasione della Corea del Sud. La Corea fa parte di quei paesi che devonola loro suddivisione alla casualità della storia. Il paese era stato diviso in due zonelungo il 38° parallelo dopo la cacciata dalla Corea dei Giapponesi: la zona sud eraamministrata dagli USA, mentre la zona Nord era sotto l’amministrazione sovietica. InCorea i sovietici riescono a stabilizzare il regime comunista di Kim Il Sung: controllopolitico sovietico saldo, non basato solo sulla forza. Il sud invece è trascurato, nonrientrava nel perimetro difensivo degli USA. Stalin vede l’opportunità coreana: l’UnioneSovietica era coinvolta nella guerra di Corea, era un coinvolgimento totale anche seindiretto. Stalin esortava la Cina affinché accondiscendesse a questo progetto chemetteva in gioco anche suo futuro: è un teatro ancora in fase di assestamento nelquale troviamo la Cina di Mao contrapposta alla Cina di Chiang (la NATO riconosce solola Cina di Taiwan).

Quando le truppe nordcoreane passano il 38° parallelo, l’intervento americano èimmediato, forti della loro nuova visione politica. Riportano il conflitto all’interno delleNazioni Unite, approfittando del fatto che l’Unione Sovietica è assente dal Consiglio di

Sicurezza. Fanno votare una mozione che prevede l’intervento della Nazioni Unitesotto comando americano a difesa della Corea del Sud. Gran parte delle truppe eranoamericane. Stalin non si aspettava la controffensiva americana. I nordcoreani vengonoricacciati al di là del 38 parallelo.

L’amministrazione Truman si chiede in che misura bisogna intervenire. Se gli USAavessero coinvolto la Cina ci sarebbe stata una rapida escalation. Mettono i paletti allaquestione cinese: garantiscono la difesa di Formosa, ma garantiscono anche il noncoinvolgimento degli USA nelle controversie tra Mao e Taiwan, altrimenti ci saràun’escalation del conflitto perché ciò porterebbe all’intervento sovietico. Si attuaquindi un’operazione di contenimento del conflitto coreano.

Stalin esorta l’intervento cinese: i cinesi entrano nel conflitto. La prudenza dei verticidel partito comunista di Pechino si diluisce grazie alle garanzie di Stalin, che però allafine non darà tutti gli aiuti promessi. Questo porterà nel tempo ad una crescentedifficoltà nei rapporti tra Cina e Unione Sovietica e ad una crescente competizione, cheperò sarà individuata dagli USA con molto ritardo: il negoziato con la Cina avrebbepotuto portare grandi opportunità agli USA.

In novembre fallisce la controffensiva di MacArthur , i cinesi entrano a Seoul.Nell’anno successivo le sorti del conflitto vengono riportate al 38° parallelo. C’è unadivisione tra la politica militare di MacArthur e la politica di Truman: in senso militare laguerra deve essere vinta colpendo anche le retrovie che riforniscono le truppe, così

però si sarebbe coinvolta Taiwan nel conflitto. Truman non vuole, fa un ragionamentopolitico riguardo al conflitto, si accontenta di riportare lo status quo al 38° parallelo.MacArthur pensa ad una riunificazione della Corea, secondo Truman non è necessario.MacArthur perora la propria causa anche pubblicamente, ma nell’aprile ’51 vienesilurato.

Nel ’51 non ci sono più grossi spostamenti, inizia un lungo processo negoziale cheporterò ad una soluzione solo nel ‘53 (amministrazione Eisenhower). Non si arrivaprima a questo armistizio per due ragioni:

lo stesso Stalin ha interesse ad esercitare una certa pressione su questo

scenario;

incapacità occidentale di comprendere che una trattativa più veloce si sarebbepotuta effettuare trattando direttamente con i cinesi.

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La guerra di Corea ha effetti indiretti rilevanti, come la presa di coscienza del fatto chela militarizzazione del conflitto è ormai un dato evidente, se si è evitata un’escalationnon è detto che sia evitabile anche nel prossimo conflitto (la CIA e il National SecurityCouncil nascono con la guerra fredda).

La Comunità Europea di Difesa

Le scelte sia sovietiche che americane confluiscono verso l’Europa. Gli europei sirendono conto della distanza degli USA, un attacco sovietico porterebbe adun’occupazione dell’Europa occidentale, si trovano in una situazione di precarietà. Idue punti fondamentali sono la difesa europea e il ruolo della Germania.

La difesa europea implica il riarmo della Germania. Nel settembre del ‘50 era statavarata la Costituzione di Bonn, che rappresenta la prima forma di sovranità tedesca.Nel ’50 la Francia comincia a parlare della possibilità di integrare la Germania a livelloeuropeo. I francesi sono i primi fautori dell’unificazione europea.

Perché il progetto nasce dai francesi? Avevano chiara l’esigenza difensiva (minacciacomunista in Indocina): era assurdo pensare che solo dopo 5 anni la Germania potesseriarmarsi autonomamente, ma si segue la traccia dell’unificazione economica perarrivare poi ad un’unificazione militare in modo da eliminare lo Stato Maggiore tedesco(da una parte viene riconosciuta la sovranità, dall’altra la si controlla). I livelli diintegrazione sono livelli successivi di cessione di sovranità. Nel cambio diamministrazione tra Truman e Eisenhower la questione del riarmo tedesco diventafondamentale. Il progetto della Comunità Europea di Difesa fallisce nel ’54: ifrancesi volevano prendersi la responsabilità di riarmare la Germania integrandola inun esercito europeo, ma non erano disposti ad integrare il proprio esercito a livelloeuropeo, sia politicamente che a livello di opinione pubblica.

Nel ’54 la Francia esce dall’Indocina, in seguito alla sconfitta di Dien Bien Phu. Sorgonoproblemi anche nei territori francesi del Maghreb. L’amministrazione americanacapisce che ormai era imprescindibile il riarmo della Germania. Nel ’55 la GermaniaFederale entra a far parte del Patto Atlantico. Nel ’53 muore Stalin e nel ’55 si realizzaciò che temeva di più. Il Patto di Varsavia del ’55 nasce in risposta al riarmo dellaGermania.

Da Stalin a Kruscev

La scomparsa di Stalin influenza il sistema sovietico. L’ultima fase della sua dirigenzaera stata drammatica, la congiura dei medici aveva portato ad una nuova purga. Primail potere è nelle mani di un quadrumvirato, che poi si trasforma in una sorta ditriumvirato. Alla fine emerge la figura di Kruscev .

Berija, capo della polizia segreta sotto Stalin, era fautore di una sperimentazione nellagestione della guerra fredda: voleva risolvere il problema centrale della questionetedesca offrendo alla Germania un processo di unificazione purché la parte ovest nonfosse riarmata. La prima grande rivolta di Berlino est dà voce ad un malcontento che sitrascina dalla prima occupazione dell’Armata Rossa, i tedeschi dell’est si sentonooggetto di un vero e proprio regime di spoliazione dei beni, regime che non riesce arafforzarsi nel territorio se non mediante la forza. La Germania est era la parte piùvulnerabile. Il problema della repubblica tedesca si riflette sul versante interno.

Continuano le migrazioni dall’est all’ovest, Berlino est perde popolazione a vistad’occhio, si trasferiscono verso occidente, diventa intollerabile soprattutto laddovequesta guerra di posizioni comincerà a diventare una guerra di propaganda tra unsistema e l’altro. È necessario che l’Unione Sovietica passi ad una diversa gestione dei

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paesi satellite.

Durante il XX Congresso del PCUS verranno condannati i crimini di Stalin. A partireda questo momento ci sarà un rinnovamento del regime sovietico, processo diliberalizzazione del sistema. Tuttavia, ci sono parecchi limiti: la liberalizzazione dei

paesi satellite finisce dove si scontrano con l’esigenza di sicurezza dell’URSS.L’amministrazione Eisenhower

Nel 1953 sale al potere Eisenhower e la nuova amministrazione si fa più aggressiva.La politica del containment, tesa a frenare l’avanzata sovietica, viene sostituita dalla  politica del rollback (andare oltre), che prevedeva un ruolo attivo nel ridurrel’influenza dell’Unione Sovietica.

In settori periferici di crisi si prevede una risposta massiccia: bomba atomica. Fino al’49 gli USA detengono il monopolio atomico, quando i sovietici li raggiungono gliamericani sono comunque più avanti in termini di vettori (missili sui quali si fissal’arma nucleare). Nel ’53 le forze americane sono ancora in grado di ribadire la propriasuperiorità. Un’ulteriore finalità dell’amministrazione Eisenhower è quella di limitare ilbudget della difesa che era andato via via aumentando. Si modifica la visionestrategica. La politica estera viene gestita in maniera diversa, c’è una nuovaattenzione per problematiche che emergono come vitali per gli USA, per esempio ilMedio Oriente.

Gli Stati Uniti promuovono dei patti per garantire tutta una serie di paesi nei qualil’Unione Sovietica sembrava volersi inserire. L’URSS sembra voler sfruttare il momentodi crisi della decolonizzazione (es. Indocina). Il processo di decolonizzazione è unprocesso estremamente esteso. Gli USA avrebbero dato garanzia di una partnership

commerciale, rivelandosi meno ingerenti della GB. Il rapporto tra la GB e USA sitrasforma in una partnership competitiva.

L’Iran

Nel ’51, in Iran, l’URSS cerca di avvantaggiarsi di un’istanza interna al paese: lapolitica della nazionalizzazione dei pozzi petroliferi che ricadevano sotto l’interessebritannico (Anglo-Iranian Oil Company). Questo porta ad una crisi. A Londra ci sipreoccupa di far fuori Mosaddeq, gli americani invece leggono anche la crisi iranianaall’interno di un contesto bipolare. Dal ’51 al ‘53 il Congresso oscilla nella gestione diqueste crisi, con l’amministrazione Eisenhower la situazione cambia: si avvial’Operazione  Ajax per liquidare Mosaddeq col consenso dello scià. IL colpo di Statoperò fallisce. Si va verso un controllo sempre più americano sull’Iran, era una zona dirilevanza strategica. Mosaddeq è visto come un potenziale pedina nelle manidell’Unione Sovietica: tendenza a ricondurre tutto nell’ottica bipolare, tutto il sistemadelle alleanze globali viene letto nell’ottica della guerra fredda.

Israele

Dopo la concessione del ’17 nasce un focolare ebraico in Palestina. Ciò porta allamigrazione degli ebrei. Nel 1948 nasce lo Stato di Israele, ma questa nascita nonviene riconosciuta dal mondo arabo. Israele sarà sostenuta sia dall’amministrazione

 Truman che dall’amministrazione Eisenhower, ma in modo più pacato perché si pone il

problema della gestione dei rapporti con il mondo arabo. Ciò porterà ad un contrastotra mondo arabo e Stati Uniti.

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Stalin appoggiava la nascita dello Stato di Israele, ma abbandona questa posizionequando Israele diventa un paese filo-occidentale. La Russia diventa un nuovocolonizzatore del medio oriente. L’URSS sostiene le posizioni più oltranziste del mondoarabo. Eisenhower cerca una posizione equidistante per combattere anche il problemadel nazionalismo arabo in funzione anti-francese e anti-britannica.

Nel ’48 scoppia la guerra tra Israele e il mondo arabo. Israele vince dando provadi un’ottima preparazione militare. Questa sconfitta rappresenta un’umiliazione per ilmondo arabo.

L’ascesa di Nasser in Egitto

Nel ’52 Nasser sale al potere in Egitto: figura centrale del nazionalismo arabo. Lasua politica è tesa a far valere il progetto della completa indipendenza egiziana. Ilproblema dei profughi palestinesi diventa il problema principale. L’altro problema ècostituito dal Canale del Suez: l’Egitto ha un controllo limitato, la gestione è affidataa francesi e inglesi. Nasser guarda in modo più esteso al problema del nazionalismo

arabo: diventa un elemento di disturbo non solo perché minaccia posizioni strategiche,ma anche perché comincia a foraggiare i movimenti indipendentisti, soprattutto quellialgerini. La GB progetta di farlo fuori sin dal ’52. La Francia è preoccupata per imovimenti in Algeria, non ha intenzione di cedere le proprie posizioni. Le aree di crisisi sono dunque spostate.

La cooperazione competitiva

Nel maggio ’53 il Segretario di Stato americano Dulles fa un viaggio in Medio Oriente.Porta avanti l’idea di patti legati l’uno all’altro che dovrebbero costituirsi come deglianelli concentrici, accordi di tipo militare e economico con paesi minacciati

dall’espansionismo sovietico. La Turchia, il Pakistan, l’Iran e l’Iraq costituiscono il primoanello esterno, erano i paesi in primis minacciati dall’espansionismo sovietico. Gli USAsarebbero stati una specie di protettore esterno, garantivano sia protezione militareche aiuto economico. Poi si sarebbe dovuto costituire un anello più intero in cuirientrava anche l’Egitto. Si parla del vizio fondamentale della “patto-mania” di J.FosterDulles. Sono patti complessi per la GB che continua a seguire le vecchie logiche chefino a quel momento avevano guidato la sua politica (logiche strategiche, economiche,strumenti obsoleti per la risoluzione della conflittualità mediorientale).

La GB cerca di mantenere i vecchi rapporti, cerca di entrare a forza in questi patti, ilsuo ingresso viene percepito come un’essenza coloniale dei patti, la GB dovrebberimanerne fuori. Fino al ’56 la GB cerca di svolgere ancora una politica di stampoimperiale (vedi Mosaddeq). Nella fase di sostituzione tra GB e USA, Dulles utilizza irapporti della GB, per questo tende ad appoggiarsi alla GB anche se non dovrebbe.

Il limite fondamentale nella visione di Dulles è stato quello di voler ricondurre tutto ilproblema del nazionalismo arabo nell’ottica bipolare. Nel nazionalismo arabo non c’eranessuna volontà di schierarsi ideologicamente: si parla infatti della matrice dellaneutralità di Nasser come terzismo o terzomondismo. Quando non riesce ad ottenerele armi dal mondo occidentale, Nasser si rivolge al mondo sovietico. Le armiarriveranno dalla Cecoslovacchia. Nasser ha un obiettivo, non gli interessa l’otticabipolare. L’URSS si mostra più elastica perché persegue una finalità strategica, nonideologica: vengono concesse alcune basi nel Mediterraneo all’Unione Sovietica.

Questo giocare tra due sponde del mondo arabo rende fallimentare l’ottica bipolare.Nel ’55 Egitto, Siria e Arabia Saudita fanno degli accordi per unire i loro eserciti.Nasser si muove autonomamente.

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Nella Risoluzione 155 del National Security Council si prende atto che il mondoarabo non avrebbe partecipato a nessuna alleanza fino a quando non si sarebberorisolti i nodi fondamentali del Medio Oriente. Gli USA si assumono maggioreresponsabilità nel Medio e Vicino Oriente. Bisogna quindi svincolarsi dalle indicazionidel Foreign Office: in piena crisi di Suez gli USA si allontano dalla GB. Gli USA sono difronte alla necessità di assecondare maggiormente le posizioni del nazionalismoarabo, di svincolarsi dall’alleanza con Israele, far capire che gli USA sono disponibili adaiutare il mondo arabo.

Dulles chiede a Nasser di buttare acqua sul conflitto arabo-israeliano: ruolo dimediazione dell’Egitto all’interno del conflitto arabo-israeliano. Ciò porterebbe a degliaiuti concreti all’Egitto: finanziamenti per la diga di Assuan.

Nel ’54 viene stipulato un accordo tra Turchia e Pakistan che prevede aiuti militariamericani al Pakistan (la Turchia era ancorata al sistema occidentale). L’India in questafase stava svolgendo una politica di non-allineamento, ma si presagiva unavvicinamento all’Unione Sovietica. Gli USA si preoccupano quindi di garantirsi il

Pakistan e l’Iraq. Si forma uno dei patti fondanti: il Patto di Baghdad del ’55 che legal’Iraq alla Turchia. Tutti questi vincoli miravano a costituire un sistema difensivo agaranzia della sicurezza americana, controllo di queste zone in chiave bipolare. Ciòfunziona nel caso pakistano, ma non in quello iracheno.

L’aiuto ribadito dagli USA rimane esterno, ma il Foreign Office cerca ancora diesercitare un ruolo: si fa largo l’idea della cooperazione competitiva. La GB non puòpiù esercitare un ruolo di guida all’interno di queste alleanze, perché gli USA voglionocostruire delle alleanze che si autoalimentano. Nella crisi iraniana la GB si era mossacome una tipica potenza coloniale. Mosaddeq nazionalizza la Anglo-Iranian OilCompany, Nasser vuole nazionalizzare il Canale di Suez, Castro vuole nazionalizzare la

United Fruit Company. La GB è legata dall’interesse economico a questi paesi, maanche da interessi strategici. In questa politica imperiale si trova isolata rispetto agliUSA. Già Roosevelt aveva chiarito alla GB che il discorso coloniale era storicamentesuperato, ma la GB stenta ad abbandonare queste posizioni. Chi gestisce la crisi diSuez è lo stesso che ha gestito la crisi in Etiopia: è umanamente difficile cambiare ilproprio punto di vista. Gli USA sono l’unica potenza che non ha avuto una politicacoloniale, politica della porta aperta, decolonizzazione. I nodi della visione divergentevengono al pettine, gli USA sono portatori di una logica contraria alla colonizzazione,ma il processo di decolonizzazione diventa un processo a rischio della penetrazionedell’Unione Sovietica. Gli USA devono sacrificare la possibilità di utilizzare i movimentinazionalisti perché vedono tutto in una logica di guerra fredda. Ciò porta da un lato gliUSA ad arrivare in luoghi in cui deve ancora essere strutturata la conoscenza del luogo

e della cultura (gli inglesi avevano questi strumenti). Gli USA cominciano a vedere lavisione inglese come un elemento di disturbo nella loro politica. Sul problema delcolonialismo si sta creando tutto un movimento (vedi Israele). La collaborazionediventa sempre più competitiva, la situazione degenera a Suez: la politica della GBverrà sconfitta nel ’56, si rende conto che le logiche imperiali sono ormai chiuse.

La crisi di Suez

Gli USA non riescono a portare con sé l’Egitto, Nasser è costantemente teso aperseguire politiche autonome. Si crea un’unione tra Siria e Egitto poiché entrambi ipaesi hanno evidenti interessi nei territori israeliani. L’amministrazione Eisenhower

commette l’errore strategico di ritirare i fondi per finanziare la diga di Assuan poichécredeva che l’Egitto stesse facendo un doppio gioco inaccettabile. È il secondo rifiutoamericano nei confronti dell’Egitto (il primo è quello delle armi).

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L’Egitto si mostra estremamente rigido sulla possibilità di pacificazione con Israele(interesse geopolitico ma anche strumentale: interesse di leadership). Nasser puògiocare la carta della conflittualità con Israele per avere un ruolo di leadership tra ipaesi del mondo arabo. Con il venir meno dei finanziamenti, l’Egitto si rivolge altrove.La Compagnia del Canale di Suez viene nazionalizzata.

I rapporti angloamericani diventano sempre più competitivi e sempre meno dicooperazione, si arriva alla definitiva rottura. La GB cerca una via autonoma per larisoluzione della crisi di Suez: eliminare Nasser. La GB cerca un accordo con la Francia,esigenza della Francia di ridimensionare Nasser (vedi Algeria).

Nasser chiude lo stretto di Tiran e impone il divieto di sorvolo sul golfo di Aqaba:Nasser chiude così l’accesso al Mar Rosso isolando Israele che percepisce unaminaccia concreta per la propria sopravvivenza. A Parigi c’è un ciclo di colloqui segretitra Francia, GB e Israele: si prevede un intervento israeliano e un immediatosuccessivo intervento franco-britannico. Gli USA dichiarano che non appoggerannoquesto tipo di azione perché getta l’Egitto, e quindi il mondo arabo, nelle braccia

dell’URSS.

L’azione militare israeliana è estremamente efficace, arriva al Canale di Suezminacciando molto da vicino l’Egitto. Israele ottiene un nuovo successo militare checolpisce per la sua velocità. Gli angloamericani chiedono il cessate al fuoco. L’attaccoè un’aperta violazione di ogni legalità a livello internazionale. L’Unione Sovietica siappella al Consiglio di Sicurezza: gli USA impongono a Francia e GB un ritiroimmediato. Viene a mancare l’appoggio per quella che gli USA vedono come un’azioneunilaterale.

Già nella fase antecedente la crisi di Suez Israele si rifornisce di armi dai francesi. La

politica filo sionista da parte della Francia continua fino al 1962. L’America presta isoldi a Israele, con quei soldi Israele compra armi dalla Francia. Poi inizia un rapportopreferenziale con la Germania. La prima centrale nucleare israeliana viene costruitagrazie ai francesi.

La GB esce ridimensionata dalla Crisi di Suez, Suez rappresenta la sua fine imperiale.La GB non può svincolarsi definitivamente dagli USA. Anche la Francia esceridimensionata, ma dovrà comunque gestire il problema algerino. Nasce il mitodell’invincibilità israeliana. La percezione nel mondo arabo è che Israele sia ilneocolonizzatore delle terre degli arabi. Dal punto di vista israeliano Suez è stato unvantaggio. Nasser ha rafforzato la propria leadership nel mondo arabo, anche seall’Egitto è stato inferto un duro colpo militare.

Le crisi in Polonia e in Ungheria

Nel ’55 c’è la crisi in Polonia. La dichiarazione dei crimini di Stalin aveva creatol’illusione nei paesi satelliti che ci fosse una via autonoma al socialismo. Kruscev siriavvicina alla Jugoslavia: in realtà la sua azione è strumentale. Cerca anche unamaggiore collaborazione con la Cina. Nella condanna del XX Congresso ci sono anchedei limiti: controllo strettissimo dell’Europa orientale e paesi satelliti per la propriasopravvivenza. L’intervento in Polonia è immediato. La dirigenza dà la garanzia dirimanere fedele all’URSS, solo questo evita l’intervento dell’Armata Rossa. Larivoluzione in Ungheria nel ’56 postula di uscire dal Patto di Varsavia: i limiti della

destalinizzazione si evidenziano proprio in Ungheria, ciò porterebbe allo sfaldamentototale delle posizioni sovietiche nell’Europa orientale. Gli USA rimangono totalmenteimmobili, salvo una formale condanna.

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Dopo Suez

La GB non viene più appoggiata dagli USA, abbandona le sue mire imperialistiche.Israele ha guadagnato un vantaggio strategico, ma ha anche accresciuto lafrustrazione del mondo arabo che la considera l’avamposto del colonialismo

occidentale. Nasser esce politicamente rinforzato, la sua leadership nel mondo arabo èriconosciuta nonostante la sconfitta militare. Il problema del conflitto arabo-israelianonon vien risolto: problema della gestione dei profughi palestinesi, utilizzo strumentaledi questi profughi. Per tenere viva una conflittualità con Israele, si lasciano i profughi inuno stato di provvisorietà. La volontà di non inserire queste persone vienedall’esigenza di tenere vivo l’elemento di conflittualità tra il mondo arabo e Israele.

La competizione bipolare

Dopo il ’56 la competizione bipolare si sposta su un dato che riguarda prettamente ildiscorso del riarmo e della gara tecnologica tra le due superpotenze. È evidente chealcuni problemi hanno finito con lo stabilizzarsi, ma non si sono ancora risolti dei nodi

fondamentali.

Questione tedesca. Berlino rappresenta un’asimmetria che sembraconsolidarsi nell’ottica della competizione dei due blocchi. Il problemaprincipale è quello della fuga di popolazione verso l’ovest: la Germaniaoccidentale non era in grado di accogliere un numero così elevato di profughi.Inoltre, era inaccettabile per la parte occidentale riconoscere una divisione atempo indeterminato della Germania: la Germania occidentale non riconoscevala Germania orientale e non intratteneva rapporti economici con i paesi che lariconoscevano. La Germania orientale si trova isolata. Nel ’58 Kruscev lanciaun ultimatum in base al quale la città di Berlino deve essere smilitarizzata e

diventare indipendente, ma ciò è inaccettabile per gli occidentali e per laGermania occidentale: Berlino è considerato un avamposto che non può innessun caso essere ceduto. Se non si accetta l’ultimatum, il controllo della viedi accesso a Berlino sarà affidato alla Repubblica Democratica (stessoproblema della crisi di Berlino). Kruscev nel ’58 preme su Berlino per laquestione della nuclearizzazione della Germania Federale.

L’Europa rimane ancora in una situazione precaria: in caso di guerra l’Europasarebbe stata facilmente conquistata dall’Unione Sovietica.

Corsa al riarmo tecnologico. Viene creata la bomba termonucleare: glistessi leader di entrambe le superpotenze rimangono oggettivamente colpitidal potenziale di distruzione di questa bomba. Ciò ha un effetto di deterrenza:c’è la consapevolezza che il primo colpo può essere quello definitivo.L’equilibrio in termini nucleari garantisce il fatto che non si arrivi mai ad unconflitto aperto, garantire l’equilibrio significa deterrenza. L’attaccogarantirebbe la distruzione reciproca. Ciò però non ferma la corsa agliarmamenti e soprattutto la corsa ai vettori, che hanno una grande rilevanza.Crisi del ’57: l’URSS annuncia il lancio dello Sputnik . La competizione nellospazio diventa una competizione militare.

Gli incontri tra i blocchi sono solo formali, non hanno nessun valore di sostanza, nonc’è un vero e proprio dialogo. In realtà, l’amministrazione Eisenhower si limita ad una

politica di contenimento: nonostante le dichiarazioni iniziali, non è una politica dirollback.

La competizione tecnologica

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Il missile comincia ad avere una gittata preoccupante per gli USA e il bloccooccidentale, si comincia a parlare di gittata intercontinentale, emerge la vulnerabilitàamericana. Questo modifica l’equilibrio tra i due paesi, l’URSS è più forte in termini diforze convenzionali, l’occidente ha però un vantaggio strategico. Nel ’60 gli americanipiazzano dei missili a gittata intermedia sul territorio turco, possono colpiredirettamente il territorio sovietico. Nella guerra fredda molto è affidato alle percezioni:la percezione che ha l’occidente al momento del lancio dello Sputnik è che l’URSS siaimprovvisamente più avanzata tecnologicamente. Col senno di poi non era così, eranomissili molto imprecisi, ma Kruscev affida molto della propria politica a questapercezione. Questa politica può avere anche un effetto negativo sui rapporti con glialleati. Un’ulteriore evoluzione si ha nel ’60 con il primo lancio satellite Discover per lerilevazioni. La CIA effettua l’anno successivo una revisione al ribasso del livellotecnologico dell’URSS, gli americani si rassicurano.

L’attività di spionaggio

Il lancio dello Sputnik porta ad un crescente allarme. Ci si interroga sugli strumenti a

disposizione per capire quale fosse il livello raggiunto dalla controparte nel settoredello sviluppo tecnologico degli armamenti. L’attività di spionaggio assume maggiorrilevanza. L’attività di spionaggio si basava sul sorvolo dello spazio aereo nemico.Questi voli erano visibili sui radar dell’URSS, ma non raggiungibili dalla controffensiva.Questi voli vanno crescendo, ma l’URSS non può protestare apertamente. In uno diquesti sorvoli i sovietici riescono a buttare già un aereo e fare prigioniero un pilota.Mentre avviene ciò, c’è un incontro a Parigi. Kruscev, anziché annullare l’incontro, sipresenta a Parigi dove dice a De Gaulle che ciò che gli americani stanno facendo èinaccettabile. Eisenhower si trova in una posizione imbarazzante, non possono negare,ma non possono nemmeno dichiarare apertamente la loro attività di spionaggio. Neglianni ’60 lo spionaggio viene affidato ai satelliti , grazie ai quali gli USA scopronol’installazione di missili sul territorio cubano.

La crisi tra la Repubblica Popolare Cinese e Taiwan

La politica di Kruscev cerca di riprendere il rapporto con la Jugoslavia e di mantenereun rapporto con la Cina promettendole uno scambio tecnologico che consenta allaCina di dotarsi dello strumento nucleare. Nel momento in cui l’URSS abbandona irifornimenti alla Cina, è l’inizio della rottura dei rapporti tra i due paesi. La presuntasuperiorità di Kruscev ha effetti sulla politica di Mao che comincia a fare discorsi sulfatto che i cinesi sono in grado di sopportare meglio di qualsiasi altro un conflittomilitare (perché sono tanti e qualcuno sopravvivrà!). Chiang comincia a concentraretruppe su isole in prossimità della Cina Popolare, che Mao decide di bombardare. La

crisi tra la Repubblica Popolare Cinese e Taiwan è una fonte di preoccupazione perl’URSS.

L’incidente della Baia dei Porci

Nell’aprile ’61 c’è l’incidente della baia dei porci. Castro riesce a prendere il controllodi Cuba, in una fase iniziale la politica di Castro non è una politica antiamericana efilocomunista, sembra sia orientato ad una continuità di rapporti accettabili con ilvicino americano. Si pone però il problema dell’effettiva sovranità sull’isola. Gli USAhanno una serie di compagnie molto potenti che si arricchiscono grazie alle risorsenaturali e che hanno un’importante attività di lobbying all’interno del Congresso

statunitense. Quando Castro vuole nazionalizzare la United Fruit Company si arriva allarottura con gli USA. L’URSS è pronta ad intervenire: i russi offrono a Cuba un prestito atasso agevolato, si modifica l’asse dell’economia cubana.

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Gli USA risolvono la crisi guatemalteca sostenendo l’insostenibile: sistemano le cosesostenendo i dittatore di turno in grado di sedare le rivolte nazionaliste. C’è unamiopia della politica americana nel vedere le rivolte come movimenti foraggiatidall’URSS. Kennedy cerca di fondare dei rapporti su un piano maggiormente paritario,vorrebbe istituire una specie di piano Marshall (alleanza per il progresso) che renda ipaesi dell’America latina alleati.

Cuba comincia a diventare però una minaccia concreta. Nel gennaio ’61 c’è il tentatosbarco. Kennedy non garantisce nessun appoggio diretto agli esuli cubani, dovevaessere un tentativo di rovesciare Castro da parte dei cubani, non doveva esserciquest’ingerenza. Lo sbarco è un fallimento totale, gli esuli non vengono accolti dallapopolazione, vengono ricacciati e non trovano nemmeno l’appoggio degli americani.

Il muro di Berlino

Kruscev gioca di nuovo la carta di Berlino nel giugno ’61, quando è previsto il suoincontro al vertice con il nuovo presidente americano Kennedy. Quando Kruscev

incontra Kennedy sa benissimo che il presidente americano arriva dall’insuccesso dellaBaia dei Porci. Kruscev dà un nuovo ultimatum su Berlino: nel giro di una notte laRepubblica Democratica tira su il muro. Il problema di Berlino trova una sua soluzione,si crea un ostacolo fisicamente invalicabile affinché non ci sia più un confluire deiprofughi nei territori occidentali. Il muro definisce una situazione precaria. Kennedynon reagisce, il muro alleggerisce un peso per gli stessi occidentali, che accettano inqualche modo questo gesto del tutto unilaterale.

La crisi cubana

Rottura definitiva di Castro con gli USA e avvicinamento all’URSS. All’inizio era un

accordo per lo più economico, ma l’URSS fa un’offerta ulteriore: garantisce che Cubanon debba temere un altro tentativo USA di scalzare Castro dal potere piazzando deimissili sul territorio cubano. I cubani accettano che si inizi la costruzione delle rampedi lancio.

L’atteggiamento dell’amministrazione Kennedy è formalmente estremamente rigido.Le rampe vengono collocate segretamente nel territorio cubano, ma vengono scopertedall’attività di spionaggio. Come si sposa la segretezza con la deterrenza?

La risposta americana è il blocco navale su Cuba. Ciò mette a repentaglio la pace, è ilmomento della guerra fredda in cui maggiormente ci si avvicina ad una guerranucleare. Alla fine Kruscev accetta di smantellare le rampe a patto che gli americaninon tentino più di attaccare Cuba e rovesciare il regime di Castro. Sembra unfallimento di Kruscev e un successo della politica estera di Kennedy. A margineKruscev chiede lo smantellamento dei missili a gittata intermedia collocati sulterritorio turco. Kennedy però stacca le due cose, lo fa risultare uno smantellamentogià previsto perché quei missili stavano diventando obsoleti. In parte è vero, ma ècomunque un do ut des.

L’amministrazione Kennedy e il riarmo

L’amministrazione Kennedy ha una certa propensione all’aumento dell’arsenalenucleare, tende ad accrescere il proprio coefficiente di sicurezza. Va sfatato il mito

dell’amministrazione volta ad un vero rinnovo alla politica estera americana, questorinnovo non c’è. Ci sono vari fattori di preoccupazione che spingono gli USA al riarmo.

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La progettualità sull’  America Latina viene meno per le cause implicite neltimore che gli americani hanno dell’espansione sovietica. La bolscevizzazionedella politica castrista allarma l’amministrazione democratica. La politicasull’America Latina fa fatica a trovare un strada diversa da quella già percorsain precedenza: si cerca di stroncare ogni rivolta, si appoggia il golpe militareper evitare un rafforzamento delle posizioni nazionaliste.

La crescente tensione tra Cina e URSS non viene sfruttata dagli USA. La Cina sipone come un elemento decisivo in Oriente, ma c’è ancora il problema delledue Cine (Cina di Formosa e la Cina di Taiwan). Gli USA temono che la crisidelle due Cine possa sfociare in una guerra aperta.

La preoccupazione americana riguarda anche tutti quei paesi non allineati . Ipaesi non allineati sono visti come dei paesi che cercano di aggiustare ilproprio equilibrio tra le due potenze, ma secondo gli americani sono soggettiad un condizionamento da parte dell’URSS (es. India). Il ruolo della Jugoslaviaè diventato particolarmente rilevante, in quanto il suo rapporto con l’URSS è

diventato più paritario. La Jugoslavia rientra comunque tra i paesi non allineati,ma ciò è visto con sospetto dagli americani.

La Francia

Anche situazione europea era nuovamente in fermento perché non tutti gliinterlocutori europei erano disposti a seguire incondizionatamente gli USA. LaFrancia (Quinta Repubblica di Charles De Gaulle), infatti, stava cominciando aseguire una politica più autonoma che portava ad un aumento dei dissidi congli Stati Uniti. La Francia arriva dall’esperienza della decolonizzazione (nelfrattempo è stata costretta a cedere anche l’Algeria, considerata

fondamentale). La Francia non era disposta ad accettare un assetto difensivoeuropeo che passasse attraverso il rapporto preferenziale tra GB e USA poichéin questo modo essa veniva esclusa sia dallo strumento nucleare che daldirettorio delle grandi potenze. De Gaulle voleva un bilanciamento del ruoloinglese sul continente e pertanto voleva che le decisioni fossero prese a tre. LaFrancia, tuttavia, non riuscirà ad inserirsi nella special relationship tra USA eGB. Il rapporto tra le due potenze quindi non si indebolisce nel ’56, ma anzi sirafforza, segnala semplicemente quali sono i limiti entro i quali si può muoverel’azione inglese.

L’equilibrio in Europa si rompe. Nel ’63 la Francia pone il veto sull’ingressobritannico nella Comunità Europea. La Francia è sempre stata molto sensibile

all’assetto strategico dell’Europa: si parla di un’Europa Atlantica e di un’EuropaMediterranea. L’eventuale ingresso della GB nella Comunità Europea farebbependere l’equilibrio europeo più verso l’Atlantico. La GB non è più una potenzaimperiale, ma continua ad essere legata ai paesi del Commonwealth. Quandogli inglesi si decidono a chiedere l’ingresso nella Comunità Europea, lo fannosotto spinta degli USA. La bocciatura della Francia era scontata se si fannodelle considerazioni politiche. Nasce un rapporto nuovo tra Francia eGermania, si dimenticano i vecchi rancori, l’alleanza nasce dallacontrapposizione con gli USA. Nel ’66 De Gaulle porterà la Francia ad usciredalla NATO, la cui sede si sposta da Parigi e Bruxelles. I rapporti tra De Gaulle ela dirigenza americana sono davvero difficili.

Le difficoltà americane con l’Europa riguardano quindi anche la politica dellacondivisione dello strumento nucleare, diventa una politica a due tra GB e USA.L’amministrazione Kennedy non ha intenzione di dotare l’Europa dello

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strumento nucleare, che in ogni caso sarebbe dovuto essere sotto il controlloamericano. Il progetto di nuclearizzazione dell’Europa fallisce. I francesiriusciranno a dotarsi della bomba atomica nel ’60 (gli strumenti erano statiforniti dagli stessi USA!).

La Francia e la Cina

All’interno della coalizione occidentale, la Francia diventa un elemento didisturbo per gli USA, un po’ come la Cina lo era per l’URSS. Tuttavia, leconseguenze saranno molto diverse. Innanzitutto, gli USA non devonocontrollare la Force de France come invece devono fare i sovietici con la Cina. Ilrapporto dell’URSS con la Cina è molto condizionante per la politica russa. LaCina si fornisce dell’elemento nucleare, le cui basi sono fornite dalla stessaUnione Sovietica. La Cina non può essere annoverata tra i paesi satelliti: icinesi hanno cominciato ad assumere un tono didascalico per quanto riguardal’aspetto ideologico, difendono una specie di ortodossia del sistema, criticanole aperture dell’Unione Sovietica, non approvano il processo di

destalinizzazione avviato da Kruscev. Emerge una crescente difficoltà neirapporti dal punto di vista dottrinario che nasconde la volontà cinese dicondurre una politica propria. Tutto ciò è dovuto anche ad una sorta difraintendimento tra la Cina e l’URSS: quando Kruscev avvia la politica digrande potenza basata sulla superiorità degli armamenti, i cinesi sono i primi acredere alla loro supposta superiorità nucleare. I cinesi non capiscono perchél’Unione Sovietica si limiti ad agire in un ambito di deterrenza e non passi aduna politica più concreta. Anche Castro credeva a questa superiorità sovietica.Si arriva molto presto ad una rottura con la Cina, in seguito al famoso grandebalzo in avanti . La Cina si trova in una situazione di carestia che porterà allamorte di migliaia di persone. Si attua una sperimentazione che richiede unaparticolare unificazione sul fronte interno, questo tipo di unificazione richiedeun nemico esterno. Solo tardivamente gli USA si rendono conto che avrebberopotuto sfruttare questa situazione di rottura, continuano con la Two ChinasPolicy.

La guerra del Vietnam

La guerra del Vietnam parte dal problema della dismissione delle colonie francesi inIndocina. Il ritiro si era risolto con la divisione del Vietnam al 17° parallelo: il regimecomunista del Vietnam del Nord guidato da Ho Chi Minh e il Vietnam del Sud posto sotto la protezione USA. già dall’inizio si capisce che è uno status quo che nonpuò durare. Gli stessi americani hanno avuto divergenze con la Francia per la sua

politica in Indocina.

Il coinvolgimento americano in Vietnam si deve ad Eisenhower, ma è Kennedy che nel’61 si trova a far fronte ad un problema concreto: le incursioni del fronte di liberazionevietnamita nel territorio del Sud. Kennedy decide di rispondere immediatamente:inserisce una guerra nazionalista in un contesto bipolare, ritiene che vi siaun’ingerenza sovietica (che ancora non c’era) nel Vietnam del Nord. Kennedy inviamassici aiuti in Vietnam, ma anche consiglieri militari, che di solito sono la premessaper un intervento concreto. Lo stesso Kennedy cade nella contraddizionefondamentale della politica americana. In Vietnam, gli USA sono sprovvisti di agganci,c’è un’idea buonista che porta Kennedy a dire che bisogna contrastare la possibilità

che il Vietnam ricada nella sfera di influenza sovietica portando benessere nel Vietnamdel Sud. Kennedy non si rende conto che intervenire in questo territorio era moltodifficile. Gli USA si appoggiano al dittatore Ngo Dinh Diem che però non è in grado diaiutare gli americani (verrà scalzato con un golpe stimolato dalla CIA). Gli USA non

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hanno nessuno cui saldare il loro intervento militare. Anche gli interventi in stile pianoMarshall sono ostacolati dal fatto che le azioni di guerriglia avvengono nel territorio delSud. Gli USA sono costretti ad intervenire, ma non riescono ad appoggiarsi allapopolazione.

Nell’estate ’64 l’amministrazione Johnson (Kennedy era stato ucciso a Dallas nel ’63)decide l’intervento concreto, in seguito all’incidente del golfo del Tonchino. Con laRisoluzione del Tonchino il Congresso autorizza i raid aerei nel Nord. Johnson volevaevitare una guerra aperta, si comincia con i raid aerei, poi vengono inviati deicontingenti di truppe: da qui ha inizio l’escalation che manderà in guerra mezzomilione di americani. La superiorità tecnologica americana ha difficoltà a combatterele attività di guerriglia: nascondigli nella foresta, sentiero di Ho Chi Minh, i Vietcongcombattevano su un territorio che conoscevano e che difendevano. Gli americani sitrovano in un contesto nel quale non era ben chiaro quale fosse la strategia daadottare, si cominciano ad utilizzare il napalm per eliminare i nascondigli dei Vietcong.

È una guerra che ha implicazioni difficili da gestire. Per la prima volta l’opinione

 pubblica ha un ruolo fondamentale:

1. c’è un costanteingaggio dei media americani, il conflitto viene monitorato dai giornali e dalletelevisioni;2. i soldati che si trovanoa combattere in Vietnam non sono soldati di professione, è una generazioneche viene coinvolta nel conflitto, la società americana si interroga sulcoinvolgimento degli USA in uno scenario lontano, sulla quale utilità si puòdiscutere. Tutto ciò si inserisce nel contesto del ’68.

Il Vietnam è il fallimento del containment. Nella fase finale dell’amministrazione Johnson c’è l’offensiva del Tet con la quale i Vietcong penetrano a Saigon: non è unsuccesso militare dei Vietcong perché la risposta americana è molto efficace (gli USAsono più forti nel combattimento aperto), ma quest’offensiva ha un forte impattosull’opinione pubblica. Gli americani vengono contestati anche dai movimenti del ’68europei: a causa del Vietnam la percezione che si ha degli americani si vamodificando. Il Vietnam è una guerra che è stata persa innanzitutto sul fronte interno,

  Johnson era un presidente riformatore sul fronte interno. Dopo l’offensiva del Tet, Johnson dichiara che non intende ricandidarsi. Salirà al potere il repubblicano Nixonche porta avanti l’idea che bisogna uscire dalla guerra, ma bisogna comunqueandarsene in un modo dignitoso, non possono ritirarsi immediatamente dal Vietnam,c’è la paura dell’effetto domino. L’idea dell’amministrazione Nixon è quella di

vietminizzare il conflitto: fornire al Vietnam del Sud gli strumenti per combattereautonomamente. Questa è una decisione che era già implicita alla finedell’amministrazione Johnson quando aveva negato l’invio di ulteriori delle truppe.

Il conflitto tende ad espandersi. Gli americani cercano di interrompere il sentiero di HoChi Min, ciò porta al coinvolgimento della Cambogia. Viene deposto il re Sihanouk conun golpe, sale al potere Lon Nol, che sarà rovesciato dai khmer rossi e da Pol Pot.

In seguito ad un’offensiva aerea nella quale gli americani ribadiscono la lorosuperiorità in campo aperto, è inevitabile arrivare ad un compromesso. Nel gennaio’73, a Parigi viene firmato il cessate il fuoco che sancisce il ritiro delle forze

americane. Il confine viene ristabilito al 17° parallelo. L’esito vietnamita tuttavia non èl’esito coreano: in Corea gli americani avevano vinto la guerra in un’ottica dicontainment, qui l’ottica del containment non è più possibile, la guerra è persa perchéil Congresso non appoggia più il Vietnam del Sud. Nel ’73 il ritiro delle truppe diventa

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totale. La vietnamizzazione del conflitto fallisce. Il Vietnam sarà definitivamenteunificato a metà degli anni ’70. Militarmente gli americani non furono sconfitti deltutto, ma lo furono in campo politico.

È interessante l’atteggiamento dell’URSS. All’inizio le era stato attribuito un ruolo che

non aveva, la guerriglia non era stimolata dall’URSS, come invece credevano gliamericani. Durante il conflitto tuttavia, da un lato l’URSS sostiene la guerriglia,dall’altro è coinvolta nel processo di distensione. La guerra del Vietnam non pone fineal processo di distensione.

La Distensione

Il trattato di non proliferazione nucleare

L’armamento nucleare è arrivato ad un tale sviluppo che porta all’annientamentototale. A questo punto c’è la prima distensione russa nei confronti degli USA. Nel ’63viene firmato il trattato di non proliferazione nucleare con il quale le grandipotenze si impegnano a bandiere gli esperimenti nucleari nello spazio e nell’atmosfera(non nel sottosuolo!). questo trattato ha due effetti fondamentali:

avvia una forma di distensione, nota come coesistenza pacifica;

porta alla promessa sul fatto che in futuro non si forniranno strumenti nucleariai paesi che non hanno intenzioni di usarli unicamente per scopi pacifici. Inquesto modo si ferma l’avanzata nucleare di Cina e Francia, che però nonfirmeranno questo accordo. Nel ’64 Pechino sperimenterà la sua prima bombaatomica (nel ’60 la Francia).

Nel frattempo il governo di Adenauer si era avvicinato alla Francia. Tuttavia, quandogli USA firmano questo trattato chiedono anche una ratifica della Germania che devedichiarare la propria fedeltà all’Alleanza Atlantica. La Germania si trova davanti ad unascelta e alla fine ribadirà il ruolo fondamentale del’Alleanza Atlantica. Ciò porterà allafine del governo Adenauer e alla costituzione di una coalizione social-democratica cheavvierà l’ostpolitik , che affronta in modo più concreto i rapporti con il bloccoorientale.

Con il trattato di non proliferazione ha inizio la fase negoziale tra l’URSS e gli USA: èuna fase negoziale che porta a dei risultati concreti (la maggior parte dei summit tra ledue potenze erano stati fallimentari), come gli accordi Salt e altri accordi dicooperazione in vista di un processo di pacificazione che da questo momento avrà unacostante continuità. Allo stesso tempo però questo è un accordo tra i blocchi chesancisce lo status quo in Europa. In questo modo si lascia spazio alla dottrinaBreznev : possibilità dell’URSS di agire liberamente all’interno del proprio blocco.

 Tutto questo rappresenta un sostanziale fallimento della politica del containment. Apartire da Truman questo contenimento si era alalrgato a diversi settori. Anche ilrollback di Eisenhower in realtà era una forma di contenimento. Il contenimentocontinua ad esserci anche nell’amministrazione Kenndy, che cadrà nell’idea di inserirequalsiasi scenario di crisi in un ambito di guerra fredda. Il fallimento della politicaamericana in America Latina si deve a questa politica, in questa zona gli americanihanno interessi soggettivi molto pronunciati che vanno salvaguardati, non è solo una

lotta al comunismo.

Il processo di distensione

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Nel ’69 hanno inizio i negoziati per la firma degli accordi Salt  per la riduzionedell’armamento nucleare. Nel ’64 Kruscev viene messo in pensione e sale al potereBrezniev .

In questi anni si assiste ad un mutamento degli equilibri all’interno del blocco

orientale. Gli USA si rendono conto che la Cina e l’URSS sono in una totale rottura,scontri anche militari, gli USA si predispongono ad una cauta apertura verso la Cina,premessa della fine della politica delle due Cine. L’apertura americana verso la Cina èuno strumento di pressione sull’URSS (la Cina viene utilizzata in modo strumentale). Ildialogo tra Cina e USA si ha perché la Cina è in una situazione di grave crisi economica(la politica di Mao sul fronte interno è stata un fallimento totale), ma ha bisogno diaiuto anche dal punto di vista militare, in quanto soffre di una sorta di sindrome diaccerchiamento. La Cina teme un’aggressione da parte dell’URSS. La conflittualitàrusso cinese è un elemento che condiziona profondamente le relazioni internazionali diquesti paesi. Ci sono anche divergenze tra la Cina e l’India, che ha spostato il suoallineamento verso una posizione filo-sovietica in funzione anti-cinese. Gli americanirimuovono la settima flotta che girava attorno a Formosa. Nel ’70 gli USA annunciano

che non si sarebbero opposti all’ingresso della Cina alle Nazioni Unite purché ciò nonavvenisse a scapito di Taiwan. Nella primavera ’71 c’è l’incontro ai campionatimondiali di ping-pong, a cui seguirà la visita segreta di Kissinger a Pechino. Sono tuttiincontri preparatori a quella che nel luglio ’72 sarà la visita di Nixon a Pechino. Nelnovembre ’71 la Cina ottiene un seggio alle Nazioni Unite. Anche la politica cinesesembra essere diventata più realista e più aperta al negoziato. La Cina di Formosaaveva una rappresentanza quasi nulla della popolazione cinese, tuttavia gli USA nonpotevano abbandonare Taiwan per la Cina di Mao. In un’ottica di containment eralogico non riconoscere la Cina di Pechino, in una logica di interesse invece sarebbestato utile accorgersi prima della possibilità di sfruttare la rottura tra Cina e URSS.

L’effetto sperato dagli americani con l’avvicinamento alla Cina riesce. Nel ’72 si arrivaalla firma del primo accordo sull’armamento nucleare, Salt , che prevede dellelimitazioni concrete al riarmo nucleare. Con questo accordo viene istituzionalizzato ilconcetto di deterrenza: l’equilibrio dell’armamento nucleare tra i due blocchicostituisce una garanzia, il primo colpo decisivo non ci può essere in condizioni diequilibrio perché ciò porterebbe all’autodistruzione reciproca. L’accordo riguarda sia imissili intercontinentali che i missili basati sul sommergibili. Il Salt assegna una certasuperiorità all’URSS sui missili intercontinentali perché viene riconosciuta unasuperiorità tecnologica americana (inoltre non avevano bisogno di missili a lungagittata).

Dal punto di vista politico emerge un bipolarismo netto, viene riconosciuto

implicitamente lo status quo. Anche la ostpolitik sancisce lo status quo. La coesistenzapacifica si basa su una stabilizzazione sostanziale dell’Europa che passa attraverso ladeterrenza. Bisogna fermare il riarmo anche perché comincia ad avere un peso troppoelevato sul PIL. C’è una situazione difficile anche sul fronte interno statunitense che sitrova dinanzi ad un deficit interno nella bilancia dei pagamenti. Anche l’attivo dellabilancia commerciali era destinato a ridursi.

(dal seminario su Nixon)

Gli USA sono fortemente indeboliti sul piano economico per le ingenti spese militarisostenute, ma anche a causa del sistema internazionale che gli USA stessi avevano

creato. Il Gold Dollar Standard prevedeva la convertibilità e la stabilità del rapportooro-dollaro. Alla fine degli anni ’60 la supremazia economica americana viene messa indiscussione, il dollaro è sopravvalutato, vengono effettuati numerosi investimenti al difuori del paese. Ci si trova di fronte ad una dicotomia: valutazione reale del

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dollaro/valore intrinseco della moneta (che invece scende). Gli USA stampano monetache ha un valore ufficialmente stabile, anche se in realtà non è così. Le riserve aureedegli Stati Uniti verranno dimezzate. Il 15 agosto ’71 viene messa in atto la nuovapolitica economica di Nixon che prevede un’imposta del 10% sulle importazioni perportare maggiore equilibrio nella bilancia dei pagamenti e tagli alla spesa pubblica. Glieuropei non vengono informati in anticipo della manovra economica americana. Soloalla fine del ’71 verrà stabilità una nuova parità tra il dollaro e le altre valute, vienefissata un’oscillazione del + o – 2.5% Dollar Standard .

Il Medio Oriente durante la distensione

Dopo il ’56, rimane del tutto irrisolto il nodo delle relazioni tra il mondo arabo eIsraele, ci si trova di fronte a un non-dialogo. Si discute anche del fatto di riconoscereIsraele e il diritto di Israele di esistere il Palestina. Entrambe le potenze hanno interessivitali in Medio Oriente (controllo del Mediterraneo). Nel corso dell’amministrazioneEisenhower il sostegno che gli USA danno a Israele è un sostegno più tiepido e piùattento a non arrivare ad una rottura con il mondo arabo. Si assiste anche ad uno

spostamento della Francia verso una politica filo-araba, cambia il rapporto con Israele.

La coesistenza pacifica in Medio Oriente non funziona. L’URSS vede nel MedioOriente una grande opportunità per estendere la propria influenza nel Mediterraneo,soprattutto dove sarebbe facile ottenere il consenso del mondo arabo giocando lacarta sionista.

La Guerra dei Sei Giorni

Nel maggio ’67 Israele sospetta l’Egitto stia preparando qualcosa. Nasser chiede ilritiro dei caschi blu che stazionavano nel Sinai, denunciando le tendenze

terzomondiste delle Nazioni Unite: con il passare del tempo il terzo mondo stavaaderendo alle idee del mondo arabo, dove Israele figurava come l’avamposto delcolonialismo occidentale. L’assemblea delle Nazioni era sempre più spostata versoun’ottica filo-araba. Nel maggio ’67 c’è il ritiro dei caschi blu, pochi giorni dopo Nasserdecide la chiusura dello stretto di Tiran per isolare Israele. È da notare che dopo la crisidi Suez le potenze garanti dell’armistizio successivo avevano detto che non sarebbestata tollerata una chiusura dello stretto. Ciò ha come conseguenza che, in caso diviolazione, le potenze garanti sarebbero dovute intervenire. Tuttavia, ciò non avverrà.A questo punto l’Egitto schiera le sue truppe nel Sinai mandando così un chiarosegnale ad Israele, che però decide l’attacco preventivo. Israele diventa cosìaggressore. Nel frattempo erano stati stipulati degli accordi di mutua difesa tra Iraq eEgitto e Giordana e Egitto. Israele colpisce l’aviazione egiziana mentre si trova ancora

a terra e in sei giorni distrugge l’esercito egiziano. Nasce il mito dell’invincibilitàisraeliana, la guerra è condotta brillantemente dagli israeliani.

Israele acquista la massima estensione in termini territoriali, ma soprattutto in terministrategici: la striscia di Gaza, Gerusalemme est, le alture del Golan, controllo sulSinai. Israele vorrebbe fare di Gerusalemme la propria capitale. Queste conquisteavrebbero permesso di negoziare con il mondo arabo da una posizione di forza,tuttavia lo spazio negoziale tende a ridursi per vari motivi:

Gerusalemme est ha un forte valore politico (simbolo per le tre grandireligioni monoteiste);

Le alture del Golan hanno un valore militare – strategico perché prevenivanol’attacco siriano in quanto si trovano a soli 60km da Damasco;

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Israele ha fame di territorio, ma la disputa diventa anche quantitativa:problema di dove mettere i coloni che stanno rimpinguando lo Stato di Israele(provenienti anche dall’URSS che stava attuando una politica antisemita).

Durante i negoziati, tutti questi nodi vengono al pettine. Lo spazio negoziale alla fine si

riduce al Sinai .L’URSS vede una grande possibilità negli allineamenti del mondo arabo: condannal’attacco israeliano e invia aiuti all’Egitto (tra cui consiglieri militari). In realtà è un dout des: all’URSS vengono fatte concessioni di basi in territorio egiziano. Il mondo arabosi sposta verso l’URSS. Gli americani colgono il ruolo sovietico e sentono la minacciadell’Egitto filo-sovietico, ma ciò non portava necessariamente ad una politica piùmorbida verso i paesi arabi.

Israele pone le condizioni negoziali, ma il ritiro dal Sinai deve però rientrare in un piùampio accordo di pace, che non può coinvolgere solo l’Egitto, ma anche Siria eGiordania. La risposta data durante il vertice dei paesi arabi a Khartoum del ’67 è

però molto chiara: no ai negoziati di pace, no al riconoscimento di Israele, no alla pacetout court.

Nel novembre ’67 c’è la Risoluzione 242 dell’ONU sul ritiro delle forze israeliane daiterritori occupati. Ci si trova però di fronte ad un’ambiguità costruttiva che cambia lospazio di negoziazione:

la versione francese dice che Israele deve ritirarsi dai paesi occupati tutti;

la versione inglese dice che Israele deve ritirarsi da territori occupati alcuni.

Bisogna affrontare anche il problema sostanziale dei profughi . La politica del mondoarabo è quella di non concedere ai palestinesi la cittadinanza, tutti meno la Giordaniache aveva già una grossa minoranza palestinese che diventerà uno Stato nello Stato.La questione dei profughi viene utilizzata come un mezzo di pressione verso Israele:per il mondo arabo concedere la cittadinanza significava rassegnarsi all’idea che nonci fosse un posto per i palestinesi in Palestina. È evidente che tutta questaconflittualità porta gli stessi palestinesi a cercare una risposta differente, che verràtrovata nelle azioni terroristiche che coinvolgeranno sia israeliani che cittadini dialtri paesi. L’enclave palestinese all’interno del territorio giordano comincia ad essereuna presenza troppo vincolante: comincia a prendere delle decisioni proprie, dalterritorio giordano partono azioni terroristiche e quindi le ritorsioni israeliane vengonosubite dalla Giordania. Quando vengono dirottati tre aerei, la Giordania si trova in unaposizione politicamente insostenibile. La risposta della Giordania è l’annientamentodella presenza palestinese, nota come gli scontri del settembre nero. È un momentodi tensione fortissima nel mondo arabo, si teme un attacco siriano verso la Giordania.

La guerra dello Yom Kippur

In questo periodo c’è una sorta di disinteresse americano nei confronti dell’Egitto.Nasser viene sostituito da Sadat , che verrà sottovalutato da più parti. Sadat capiscela necessità di un intervento americano che, se non può essere attuato attraversosollecitazioni, si può attuare soltanto attraverso una nuova crisi. L’Egitto torna acollocarsi in una posizione di non allineamento: nel luglio ’72 decide di mandare a casa

i consiglieri militari sovietici arrivati dopo la guerra dei sei giorni. La cacciata deiconsiglieri non è una rottura definitiva con l’URSS, ma un riappropriarsi di uno spaziodi manovra, infatti l’Egitto continua a ricevere rifornimenti di armi da parte dei

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sovietici.

Nel ’73 Sadat decide l’attacco dello Yom Kippur  nei confronti di Israele. Questoattacco siriano-egiziano riesce: colpisce in un momento di festività, l’esercitoisraeliano sembra esser preso di sorpresa, in realtà si aveva sentore di questo attacco,

ma l’allarme viene sottovalutato. All’attacco segue l’immediato intervento americanoche crea un ponte aereo per rifornire Israele.

Gli accordi di Camp David

Kissinger e Nixon adottano una nuova posizione: se si voleva una pacificazione inMedio Oriente bisognava far credere che Israele non possa essere sconfitta, quando gliarabi si rassegneranno all’evidenza che Israele non può essere cacciata con la forzaallora il mondo arabo sarà disposto a trattare. Probabilmente era quello che volevaanche Sadat: in un modo o nell’altro la guerra dello Yom Kippur avrebbe portato aduna soluzione negoziale. Sbloccare queste posizione significa anche dover cambiare lapolitica egiziana. Sembra ci sia una grande disponibilità dell’Egitto a negoziare, ma

l’Egitto si trova isolato all’interno del mondo arabo. Questa negoziazione porterà agliaccordi di Camp David (1978).

Nel frattempo emerge la leadership di Arafat all’interno dell’OLP (Organizzazione perla Liberazione della Palestina), organizzazione politica e paramilitare, considerata dalmondo arabo come la legittima rappresentante del popolo palestinese. Il movimento diliberazione ha una matrice sostanzialmente laica, non religiosa, è un movimentoideologico - politico che ha una connotazione tendenzialmente di sinistra. C’è ancheuna percentuale di palestinesi di religione cristiana. L’OLP partecipa spesso adattentati terroristici. Nasce in questo periodo la politica del Mossad .

Israele non ha intenzione di negoziare tutto, alla fine si negozierà solo il Sinai. Questaprima forma di accordo è però considerata da Carter  un dato importante. Ilriconoscimento di Israele, tuttavia, avverrà solo molto tempo dopo. Il problema deiprofughi viene affrontato solo in modo marginale. All’interno del mondo arabo, CampDavid viene visto più come una resa nei confronti di Israele. Ciò pone Sadat in unaposizione difficile, l’Egitto sarà la grande controparte nel processo di negoziazione.

Kissinger

Gli USA si fanno carico del processo di pace perché nei primi anni ’70 elaborano unnuovo concetto strategico rispetto al containment che aveva fallito in Vietnam: siassiste ad una sorta di nuovo realismo della politica estera americana, è un realismoconservatore. La strategia di Kissinger mira alla distensione. L’URSS approva ladistensione perché il suo obiettivo fondamentale è riconoscere e legittimare ilbipolarismo e l’assetto uscito dalla seconda guerra mondiale, non viene più messo indiscussione lo status quo dell’Europa orientale.

È in atto una rivoluzione strategica: l’avvento del nucleare ha reso insostenibilel’assioma che fino ad allora era stato fondamentale nella politica degli Stati, secondo ilquale la forza militare era una condizione necessaria per sconfiggere il nemico. Inquesto processo è interessante capire quali sono i ruoli. La visione di Kissinger èunilateralistica: è l’America che conduce, l’attore di questo processo di pacificazione èl’America che si confronta con l’URSS, gli altri paesi sono solo di contorno, idea che

una qualsiasi libertà concessa all’Europa possa essere un elemento di disturbo.Kissinger è preoccupato dall’ostpolitik, la politica tedesca sembra sganciarci dagli USA,ma col tempo Kissinger approverà questa politica.

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Kissinger viene considerato un euro-centrico (nel ’73 annuncia l’Anno dell’Europa,progetto però destinato a fallire), è un conservatore. L’idea che la pacificazione possaandare oltre alla divisione in blocchi non è concepibile per Kissinger, in quanto ilbipolarismo è fonte di pace. Il muro di Berlino deve rimanere, anche se varegolamentato. L’Europa non ha uno strumento nucleare, a parte la Francia. Kissingerstima De Gaulle, è l’unico americano ad apprezzarlo. L’Europa continua ad affidare lapropria difesa agli USA. Kissinger sottolinea all’Europa il fatto che non possiede unostrumento difensivo e quindi la pacificazione avrebbe potuto avere un risultatopesante: non si può pensare ad una satellizzazione dell’Europa occidentale, ma l’URSSavrebbe facilmente potuto limitare la libertà europea. La ostpolitik si rivela alla finecoerente con le idee di Kissinger, in quanto mira anch’essa al riconoscimento dellostatus quo.

La politica di Kissinger teneva conto di presenze limitazioniste all’interno delCongresso, secondo le quali occorreva attribuire un limite chiaro all’azione americana,bisognava definire gli scenari periferici  in cui non si sarebbe intervenuti, in realtàperò non c’erano teatri periferici. La gestione della questione cilena (Allende viene

destituito da un golpe, da qui si ha la deriva totalitaria del Cile; successivamente cisarà l deriva totalitaria in Argentina) avviene in una logica bipolare. L’URSS continuaad inserirsi negli spazi vuoti lasciati dagli USA, anche in Africa dove, dopo la crisiportoghese, si inserisce in Angola. In questo caso si ha un contrapposizione tra l’URSSe il Sudafrica sostenuto dall’e occidente (in Angola c’è anche l’intervento castrista).

Allo stesso tempo è chiaro che il realismo di Kissinger e di Nixon porta con sé losmantellamento dell’etica della politica estera: spregiudicatezza delle azioniamericane, sostengono l’insostenibile, accettano realisticamente ciò che prima eraconsiderato inaccettabile. Nell’ambito del processo di distensione è implicito anchequesto: affermando lo status quo si legittima la divisione in sfere di influenza anche inaltri territori. Non c’è nessuna volontà di arrivare ad una pacificazione che vada oltreal sistema dei blocchi. Lo spazio multilaterale è sempre più esiguo (vedi trattati di nonproliferazione: lo strumento nucleare è saldamente nelle mani di URSS e USA).

Dotarsi di uno strumento anti-missili limitava l’efficacia della deterrenza: c’è una corsaa questo tipo di protezione. Gli accordi Salt riguardano l’armamento strategico,vengono stipulati altri accordi sull’armamento tradizionale. Nel maggio ’72 vengonofirmati gli accordi Salt :

limitazione dei sistemi di difesa;

convenzione che dovrebbe congelare il numero di missili intercontinentali;

accordi collaterali di cooperazione per lo sviluppo;

dichiarazione congiunta sui principi fondamentali: ognuna delle due potenzeavrebbe evitato di ottenere dei vantaggi territoriali a scapito della controparte,è una dichiarazione d’intenti.

Si apre davvero un accordo di pacificazione che crea grandi aspettative.

L’Atto Finale di Helsinki

Anche l’Europa cerca una via verso la distensione. Nel ‘72 si arriva al CSCE, che nel’75 porterà alla firma dell’  Atto Finale di Helsinki sulla Sicurezza e sullaCooperazione. La CSCE si muove coerentemente con questo processo di

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pacificazione: prevede il riconoscimento delle frontiere reciproche con il quale sichiude definitivamente il discorso successivo la Seconda Guerra Mondiale. Aderisconoa questi trattati diversi paesi: tutti i paesi dell’Europa orientale (a eccezionedell’Albania), Canada, Unione Sovietica e Stati Uniti. L’Europea occidentale agiscecome attore unico.

L’Atto Finale di Helsinki si compone in tre parti:

1. Non ci sarà né laminaccia né l’uso della forza tra le parti.2. Si avvia unacooperazione degli scambi commerciali, comincia un’apertura verso l’Europaorientale che col tempo avrà un peso sempre maggiore.3. Il terzo punto riguardail rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. L’URSS decide difirmare l’Atto Finale di Helsinki che contiene questo punto! Questo è un primoerrore di sottovalutazione: questo principio teorico avrà poi un fondamento

pratico. In Europa orientale nasceranno dei movimenti basati su questo punto.

Entrambe le parti vedono crescere dei dissensi al proprio interno. L’URSS deve farfronte agli stimoli che nascono da questo Atto, nasce una dissidenza più prudente maper questo più duratura all’interno dell’Europa orientale. All’interno del sistemaoccidentale si teme che questa coesistenza pacifica indebolisca gli USA, si teme unsuo ritorno aggressivo.

Nel ’74 Ford si avvia a negoziare la seconda parte degli accordi Salt, che dovrebbebasarsi su un principio di equivalenza numerica in termini di testate. È un ulteriorepasso del processo di distensione. I Salt non verranno poi ratificati dal Senato

americano. Il processo di coesistenza pacifica si va ad arenare, fase di stallo che sitrasformerà in nuove crisi: invasione dell’Afghanistan da parte dell’URSS, politica piùaggressiva di Reagan.

21/01/2010

Seminario di approfondimento sui Balcani

Cosa sono i Balcani? Balcani è un errore o comunque è il risultato di un’errataconcezione geografica e culturale durata per 2000 anni. La radice di molti problemidell’Europa orientale (Balcani e Medio Oriente) odierna risalgono a 2000-5000 anni fa.I greci antichi avevano una concezione geografica del mondo basata sulla civiltà: il sudè civile (caldo), il nord è incivile (barbaro perché freddo). Era una divisione fisica. Ilmondo era tagliato in due da una catena che proteggeva il sud civile dal nord barbaro.I romani parlavano, poi, della catena mundi che divideva e proteggeva. Questa catenamundi era qualcosa di sconosciuto, ma Alpi e Pirenei erano parte di questa catenamundi. Nell’Europa orientale essa era identificata con il monte Haemos che dividevaparte della Tracia e che aveva a che fare con parte della Macedonia, gli odierniBalcani. Quando i romani capirono l’errore geografico di questa catena mundi, sicontinuò a pensare che i Balcani fossero divisi est-ovest da questa catena mundi.Errore che andrà avanti fino al 1808. Nel 1808 un geografo tedesco decise di chiamarela penisola orientale europea in penisola balcanica dal nome che i turchi-ottomanidiedero a questa montagna. Questa divenne “vecchia montagna” e poi “balkan” =

montagna bassa, brulla e spoglia.

  Tecnicamente bisognerebbe chiamarla penisola orientale europea. Poi fu chiamatapenisola ellenica, penisola slava,… gli furono dati dei nomi anche etnici. Il suo nome

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ufficiale fino al 1818 era Europa sotto il “dominio della famiglia ottomana”, poi si trovaanche come Turchia europea o Europa orientale. Dove inizia e dove finisce? Non sitratta di confini geografici, ma di confini sociologici, etnografici, di civiltà. È evidenteche il mare Adriatico, il mar Egeo e il mar Nero la delimitano. Il problema è il confinesettentrionale. Chi è definibile come “balcanico”? Non abbiamo un limite geografico.Generalmente si dice che “Balcani” si indica il punto massimo di espansionedell’Impero Ottomano che porta in Europa alcune abitudini, alcuni modi di fare, da noidefinibili come orientali, che non possiamo riscontrare in Europa occidentale.Adottando questo criterio offendiamo ungheresi, sloveni e croati che si definisconoMitteleuropei. Non esiste un modo per definire un balcanico perché a tutt’oggi non èstata accettata una definizione univoca. Un popolo fiero di essere chiamato balcanico,forse l’unico, sono i bulgari perché si trovano nel mezzo dei balcani. I rumeni voglionoessere chiamati Europa del sud-est. I greci si definiscono europei. Gli albanesi non sene curano. I serbi si definiscono balcanici ma non nell’accezione negativa che noiintendiamo.

Il termine balcanizzazione è un termine giornalistico francese risalente al primo

decennio del XX secolo, si tratta di una frammentazione estrema di un territorio inmodo violento. Le guerre balcaniche (1911-1912) sconvolsero talmente l’opinionepubblica che utilizzarono questo termine con un’accezione negativa.

L’adozione o meno di un nome ha una sua valenza politica. È evidente che se parliamodi Lubiana denominando con il suo nome tedesco vogliamo far passare un’opinionepersonale. Nei Balcani questo concetto viene assolutamente amplificato. Ciò vale perle città, per le montagne, per le valli, per i fiumi,… Ciò crea una confusione geograficaperché non abbiamo una mappa attendibile dei Balcani fino al 1878. Le città venivanospostate di centinaia di chilometri (fino al 1870), si esploravano i Balcani come siesplorava l’Africa (fino al 1860). Quando, dopo il Congresso di Berlino, i potentidecisero di dividere i Balcani in zone d’influenza non furono facilitati dalle cartinegeografiche. Solo nel 1876 abbiamo la prima cartina attendibile. Le mappe si fanno piùprecise con l’aumento dell’interesse per questa zona. Su quali fonti basarsi perdenominare una città? Fino alla seconda guerra mondiale sono state le principali sfidedi cartografi e storici. Ci si basa su fonti romane e greche. Il Medioevo ha copertoulteriormente, così come la storia moderna. Abbiamo la terminologia greca, laterminologia slava e la terminologia ottomana (turca). Serbi, bulgari e grecispingevano perché nelle mappe si trovassero nomi di una particolare lingua (greci,latini,slavi o ottomani). Nei Balcani c’è una numerosa popolazione latino fona. Per iBalcani nasce la materia della cartografia etnografica. Un primo caso si ha nel 1836con l’Europa poliglotta, ma i primi tentativi si ebbero con un boemo che per divulgarela presenza delle popolazioni slave in Europa pubblicò questa prima cartina dove lui

dimostrava che in Europa orientale c’erano tanti slavi. Agli inizi del ‘900 determinateregioni della penisola saranno contese da più nazionalità. Ciò ci porta al discorso dellepopolazioni balcaniche.

Quali sono le popolazione dell’Europa Orientale? Sono numerosissimi. Ci sono poiideologie religiose che si definiscono etnie. Le popolazioni sono molto diffuse sulterritorio. La prima grande popolazione dei Balcani erano i Traci. Tutte le questionialbanesi si basano sulla loro presunta discendenza dagli illiri. Perché ci sono così tantepopolazioni? Perché l’Europa Orientale, rispetto all’Europa Occidentale, ha semprefatto parte di Imperi multinazionali. Perché è rimasta ancorata al ‘300-‘400? Prima eraabitata dai Traci, poi c’è l’Impero Macedone, poi i romani, i bizantini e gli ottomani. Ipolacchi hanno fatto parte dell’Impero russo, altre parti hanno fatto parte dell’Imperoasburgico e altre all’impero ottomano. L’impero multinazionale favorisce e vuolel’emigrazione di popolazioni. L’impero multinazionale teme l’insorgere dellenazionalità.

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Per Balcani si intende tutta la Romania, la Serbia, il Montenegro, l’Albania, la Grecia,perché lì c’era l’Impero Ottomano. Le coscienze nazionali qui nascono verso il 1820per poi affermarsi alla fine del XIX. Sono la creazione di volontà esterne alla regione.La prima nazionalità che emerge è quella bulgara per volontà dei russi. Fino ad allora iBalcani si avvicinavano all’Europa Occidentale del ‘300: un imperatore (Istanbul oCostantinopoli), una Chiesa (Costantinopoli che, però, ammetteva altre religioni), unalingua (greca, la lingua della Chiesa). Sotto queste regole ferree avevamo le linguenazionali: il serbo, il bulgaro, il romeno, il greco moderno,… Un bulgaro fino agli iniziadell’800 si definiva greco o cristiano per far capire che lui era una persona istruita,civile. Il pastore analfabeta parlava, invece, la lingua del posto. Con la nascita delloStato greco nel 1830 le altre potenze europee, soprattutto la Russia, decidono diintervenire. Se il colto si definisce greco c’è il pericolo che tutti i colti aderiscanoall’ellenismo. Occorre creare le nazionalità. Nasce la coscienza bulgara, quella serba,quella macedone e quella latina (rumena). Tutte queste popolazioni nascono pervolontà esterna. Ci fu la necessità della creazione della lingua e, quindi, di unaletteratura che desse dignità a questa lingua. I serbi, ad esempio, hanno sempre avutouna fortissima coscienza di sé da sempre. Uno, pur identificandosi come serbo,

comunque si identificava in un ambito culturale molto più ampio dato dalla Chiesaortodossa. Gli ultimi ad essere identificati furono i Valacchi. Tutt’oggi non si capisce chisiano. In molti casi occorreva definire le popolazioni nascenti. Erano fenomeni etnici olinguistici? I Valacchi dovrebbero essere un fenomeno linguistico e il loro stesso nomelo dice (persona che parla lingua di ceppo latino). I Valacchi nascono a Milano. Eranouna popolazione celtica che abitava nei dintorni di Milano. Furono latinizzati da Cesaree cambiarono così radicalmente le loro abitudini che le tribù celtiche vicine quandoparlavano di Volke intendevano traditori che si erano latinizzati. Volke si evolve inGallia. Quando la Gallia venne latinizzata, i teutonici identificavano i galli in Volke.Questi termine passa dai tedeschi agli slavi. Da Volke deriva la Vallonia francese e ilGalles. La Valacchia è una regione della Romania. I romeni quando diventarono unanazione ebbero delle pretese sulle popolazioni valacche a loro vicini (Morlacchi = piratiferocissimi che attaccavano i veneziani; i Valacchi neri = zingari che parlano lingualatina). Il concetto cambia nel tempo.

Politica estera significa un’azione di uno Stato che coinvolge altri Stati e checorrisponde esclusivamente all’interesse di questo Stato e che automaticamente ledegli interessi degli altri. Se la politica estera non è finalizzata a questo interesse èpessima politica estera o non è politica estera. È un concetto molto chiaro nell’800.Sono poche meno una. Quando parliamo di Realpolitik è la politica chiara a tuttiperseguita dalle potenze europee nel mondo e in Europa Orientale. Non doveva esseregiustificata perché il governante perseguiva obiettivi di politica esteri né limpidi néeticamente giusti. Etica e religione esulano dalla politica estera. Nessuno li ha usati

eccetto la GB che ne ha pagato il prezzo. Impero tedesco e Austriaco dicevano di farepolitica estera per un ritorno economico, i britannici, avendo una popolazionealfabetizzata e una società democratica (l’opinione pubblica interna aveva un certopeso), dovevano giustificare la loro politica estera e l’hanno fatto talmente bene che atutt’oggi si sentono gli effetti. I britannici dovevano gestire 3 aree: africana, indiana eorientale. In Africa i britannici sono andati per cristianizzare e civilizzare, in realtà ciandavano per i diamanti e per la canna da zucchero. In oriente non poterono adottarela stessa tecnica. gli arabi erano già civilizzati e avevano una loro religione. Politica ereligione si scindono con la ragion di stato del ‘600. Gli arabi non l’hanno mai fatto. InEuropa orientale sta accadendo ora. I britannici, in oriente, agiscono per l’etica (“Iturchi sono pervertiti nell’animo”), bisogna aiutare le povere popolazioni chesottostanno ai turchi: gli arabi e i cristiani. Questi erano gli strumenti della politica. La

Realpolitik si contrapponeva all’attività diplomatica britannia.

I Balcani vengono definiti etnograficamente: Valacchia e Moldavia, principato di

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Serbia, di Montenegro e lo Stato greco. Erano entità etnografiche volute dalle potenzeoccidentali: Francia, GB, Russia, poi D e più tardi ancora l’Italia. Queste potenzedecidono di spartirsi territori Europa Orientale perché turco dà segnali di cedimento.Viene meno il principio di intangibilità dell’Impero Ottomano. Nel 1867 la battaglia traimpero austro-ungarico e Prussia significa che l’Austria-Ungheria non può più andare anord. Nel 1871 si ha la guerra franco-prussiana che definisce i nuovi equilibri europei.Definisce “definitivamente” i confini europei occidentali e apre la via all’EuropaOrientale.

I grandi attori sono l’Austria-Ungheria, la Germania di Bismarck e la Russia. LaGermania gioca a fare il grande mediatore. Poi, abbiamo la GB che resterà fanaticaassertrice dell’intoccabilità dell’Impero Ottomano perché lei si muove per mare.Abbiamo gli accordi tra Austria e Russia: la Russia oltre che potenza protettrice di tuttigli slavi ortodossi dell’Impero ottomano avrebbe avuto rivendicazioni su zonadanubiana, l’Austria su Bosnia, Albania e Macedonia. La Russia vuole arrivare aCostantinopoli dove il mare non ghiaccia. Chi non controlla il mare non è una potenzainternazionale. L’Austria fino al 1914 punta al porto di Salonicco perché nel 1867 i

prussiano gli avevano fatto capire che non si passava a nord, i russi avevano bloccatol’est e l’Italia bloccava l’ovest. È la prima Ostpolitik. Gli austro-ungarici non capisconoche vanno alterando l’equilibrio del 1866 tra austriaci e ungheresi. La Russia voleva leterre dell’Impero Ottomano. La scusa è quella dei cristiani oppressi dai musulmani. Cisono pressioni fortissime russe che chiede di gestire in prima persona le popolazionicristiana. Si attacca l’Impero Ottomano sulla base dei diritti civili. L’Impero Ottomanoera teocratico come la Russia zarista e non riconosceva le nazionalità. Il primocensimento nella regione balcanica è del 1905. Gli ottomani rifiutano ingerenzeoccidentali con l’appoggio britannico. Nel 1876 si indice la Conferenze diCostantinopoli per sanare la situazione. La Russia è dominata dai “falchi” che vede ilmomento giusto per attaccare l’impero ottomano ed arrivare a Istanbul. La Russiachiede lo smantellamento di tutte le fortificazioni ottomane sul Danubio, pretende lacessione di diritti religiosi e politici ai cristiani dell’Impero e prevede dellerivendicazioni territoriali. Nel 1876 la Turchia emana la Costituzione ottomana cherende l’Impero Ottomano il Paese più avanzato costituzionalmente parlando dopo laGB. È una grave colpo per la Russia che non aveva una Costituzione. Scoppia la guerrarusso-turca del 1877. I russi sono convinti che l’Impero ottomano stia crollando, ma inrealtà rimane una forte entità statale fino alla fine. L’esercito russo è più organizzato ei russi arrivano vicino a Istanbul. Ciò provoca rottura equilibri trattato di Parigi del1856. I britannici arrivano con le navi da guerra e minacciano di bombardare Istanbulse russi vi entrano. L’Austria temendo di perdere territori da lei desiderati entra inguerra. I russi vogliono lo stretto del Bosforo. Lo zar Alessandro III manda untelegramma ambiguo al granduca Nicola (futuro Nicola II). Sul telegramma c’era

scritto di non entrare a Istanbul anche se tra le righe c’era scritto di entrarvi. Nicola siferma a Santo Stefano 1877 Armistizio di Santo Stefano. L’Impero Ottomano ha  perso la guerra e deve pagare 5.5 miliardi di franchi oro alla Russia. Viene creata laGrande Bulgaria che parte dal Mar Nero fino al Mar Adriatico ed era bagnata anchedall’Egeo. La formazione dell’esercito bulgaro era assegnata ai russi. Romania, Serbiae Montenegro indipendenti. Rettificazioni territoriali tra Montenegro e ImperoOttomano in favore della Serbia. La Romania cedeva Bessarabia (Moldavia)a Russia incambio della Dobrugia (foce Danubio)ex- Impero Ottomano. Ciò non piace né a GB néad Austria che si vede privata di parte occidentale, territori verso Salonicco chediventa russo. GB non accetta trattato e Austria minaccia azioni militari. Bismarckindisse il congresso di Berlino per definire la questione orientale. L’interesse diBismarck era contrapporre Austria e Russia sul territorio balcanico che, così, non

avrebbero pensato alla Prussia e si separava la Francia dalla Russia. 13 giugno 1878Congresso di Berlino in cui si affrontano le questione orientale. Si vuole regolamentarela vita politica in Europa Orientale. Vengono prese decisioni globali:

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Romania, Serbia e Montenegro diventano da autonomi (sotto controlloOttomano) a indipendenti

Romania cedeva Bessarabia a Russia in cambio della Dobrugia controllo  dello sbocco del Danubio

Serbia avrebbe avuto rettificazioni territoriali con Impero Ottomano

Montenegro avrebbe avuto rettificazioni con Impero Ottomano e due porti diAntivari e Dulcigno sbocco al mare

la Serbia acquisisce la città di Niche (attuale Kosovo)

la Grecia ha un’opinion pubblica aggressiva e politica estera sviluppata. I greciavevano attaccato impero ottomano. GB interviene (amico della Grecia) e lechiedono di non intervenire. I territori gli saranno garantiti ugualmente.L’opinion pubblica greca si scandalizzò e fece cadere il governo. si creò ungoverno ecumenico che dichiarò guerra all’Impero Ottomano che avevaappena concluso trattato con russi. GB aggiusta le cose convincendo Turchia anon attaccare. La Grecia, in nome della razza, chiede la Tessaglia e l’Epiro(compresa parte dell’Albania). Gli austriaci non sono d’accordo. Alla Greciaviene data solo Tessaglia

l’impero Ottomano si vede decurtare alcune regioni in Europa, condonare daparte della Russia il debito in cambio di due distretti nel Caucaso. Inoltre, vieneobbligata a concedere le famose libertà religiose ai cristiani dell’Impero e adapplicare il regolamento organico del 1868 soprattutto all’isola di Creta

questione bulgara: la Bulgaria viene divisa in tre parti la Macedonia (sud  Balcani fino al Kosovo), la Romelia orientale e il Principato di Bulgaria

la macedonia torna ad Impero Ottomano

la Romelia orientale (in realtà sarebbe Tracia; citano fonti bizantine per definireil territorio = scarsa conoscenza del territorio) rimane sotto l’Impero ottomanoma ha governatore cristiano, scelto dal sultano e approvato da grandi potenze(dai Balcani ai Rodopi)

il principato di Bulgaria (dal Danubio ai Balcani) sarebbe diventato autonomo

retto da un principe cristiano sotto controllo russo Alessandro di Battenberg

 parente della zarina

I popoli arabi da sempre chiamano l’Europa Rum = Roma. L’impero ottomanochiamava i suoi possedimenti europei rumeli. Dal momento che la Bulgaria del suderano gli ultimi territori rimasti dell’Impero ottomano ecco il nome Romelia Orientale.

Dal congresso di Berlino esce il grande scontento: la Russia che ha vinto un guerra enon ha ottenuto niente. La Bessarabia le era stata sottratta nel 1812 da Napoleone ela Russia la intendeva una cosa sua. La Russia ci perde perché l’Austria-Ungheria siprende la Bosnia-Erzegovina in amministrazione. L’Austria prende in gestione le poste.La Bosnia resta territorio ottomano a tutti gli effetti. L’Austria gestiva solo le poste e laviabilità. Si era pensato di far valere questa cosa a tempo indeterminato, ma poi si dàuna scadenza di 25 anni. l’Asutria avrebbe potuto eventualmente occuparemilitarmente il Sangiaccato di Novi Bazar (alla punta della Bosnia, posizione strategica

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in quanto separa Serbia da Montenegro impedendogli di unirsi). Sangiaccato è untermine amministrativo ottomano equivalente all’attuale provincia. Novi è parolaslava, Bazar è parola iraniana che sta per mercato.

La Russia perde tutto e rafforza il suo nemico. Per l’Austria il prossimo passo sarebbero

stati Albania e odierno Kosovo. La Russia punta tutto sulla Bulgaria. I bulgari diventanolo Stato più organizzato dei Balcani (la Prussia dei Balcani) e si disfano quasiimmediatamente della protezione russa e nel 1886 si annettono con un colpo di statofantoccio la Romelia Orientale. Ciò causa crisi internazionale perché greci si vedonoalterati gli equilibri. Francia, Russia e GB impongono embargo totale a Grecia per treanni. Greci capiscono e si arrendono.

La Russia non si era assicurata l’alleanza di nessuno ed è questo il grande errorerusso. I russi vincono la guerra e perdono la battaglia politica. È ovvio che dopo loaccettano perché GB e Austria le si rivoltano contro.

Si parla di equilibrio perché c’è una fetta di torta da spartire l’Europa Orientale.

Al congresso di Berlino gli attori sono tre: potenze occidentali, impero ottomano e Statibalcanici il cui obiettivo è la creazione di uno Stato nazionale, ma il problema è lacompeta frammentazione dei Balcani. Il congresso di Berlino chiude una fase storica,ma ne apre una nuova. Austria-Ungheria altera i suoi equilibri etnici interni creano dipresupposti per la guerra del 1914. La Bosnia diventa era provincia asburgicaindipendente (c’era il viceré). La Russia era sconfitta. Gli austriaci impiegano un annoad occupare la Bosnia. La Romania diventa regno nel 1881. La Serbia nel 1880 come ilMontenegro. La Grecia arriva in Tessaglia nel 1880. L’Impero Ottomano non èquell’entità così debole.

La GB è l’outsider al congresso di Berlino perché tira fuori un accordo con il sovranostipulato in piena guerra russo-turca (1878) che diceva che la GB si offriva comeprotettore dell’Impero Ottomano. Ciò significa protettore del sovrano che era anche ilcaliffo proteggono il massimo leader religioso del regno musulmano. I britannici  avevano subito la rivolta dei Sepoi, musulmani indiani. Perché scoppia la rivoluzionedei Sepoi? Perché i britannici non capirono che avevano urtato la sensibilità religiosa.Avevano creato cartucce che erano fatte con grasso di maiale e grasso di mucca. Perrimediare si propongono come protettori del califfo. I russi quando attaccavanol’impero ottomano volavano attaccarlo per la via del Caucaso e aspettare i russi aCipro. Nel 1878 la GB ottiene in gestione l’isola di Cipro in cambio dell’aiuto al califfo.Gli effetti sono il controllo della costa libanese, il controllo della situazione sui russi, ilritorno economico e il ritorno morale.

22.01.2010

Alessandro abdica a favore di Ferdinando, penultimo re bulgaro, poi ci sarà Boris II cheregnerà fino al 1945.

Conseguenze trattato di Berlino. Fenomeno principale è che oltre alle potenze europeeabbiamo anche gli Stati balcanici formati il cui scopo è formare lo Stato-nazione. Nonsi sa con che criteri e con che mezzi farlo. Quali sono i territori liberi dove espandersi?

 Territori dell’Impero russo, dell’impero austro-ungarico e territori riassegnati a ImperoOttomano (Albania, Macedonia, Epiro, Tracia). La Macedonia presenta un miscuglio

inestricabile di popolazioni che non sanno bene cosa sono. La distinzione tra le variepopolazione è quella tra musulmani (= turchi) e cristiani. Gli Stati possono agireattraverso il metodo della lingua e il metodo della religione. Le lingue principali dellaregione erano: il latino (romeno, valacco,…), la lingua slava (bulgaro e serbo), la lingua

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turca, la lingua greca e la lingua albanese. Il greco era comunque una lingua franca,colta. Il serbo e il bulgaro si fondevano perfettamente in Macedonia creando tre linguediverse. Per i bulgari sono bulgari così come sono serbi per i serbi. Gli stati balcaniciattuano una propaganda. All’epoca era un legittimo strumento di politica estera (fino aseconda guerra mondiale). La propaganda di questi stati consisteva nella fondazionedi scuole e nell’imposizione di uno o dell’altro rito nella celebrazione della messa. Ilcristianesimo, quando si spacca tra ortodossi cattolici. Cesaropapismo: la Chiesa ha unruolo subordinato nei confronti dello Stato (impero bizantino). Papocesarismo: laChiesa prevale sullo Stato. Dopo la caduta dell’imperatore il patriarca sarà gestoredegli affari dell’Impero Ottomano. Diventa una sottospecie di capo dello Stato e avevauna scorta armata. Era comunque anche capo della Chiesa ortodossa. Ciò creavaproblemi a Paesi non sotto gli ottomani. Il patriarca è il capo nominale della Chiesaortodossa, ma per le questioni amministrative non ha voce in capitolo per la Chiesaortodossa russa. Soluzione che verrà adottata da tutti i Paesi che si rendonoindipendenti dal giogo ottomano. Nel 1870, grazie alla Russia, si crea un esarcato:creazione Chiesa autocefala bulgara, si crea prima dello Stato bulgaro. Per propagandareligiosa si intende che arriva il patriarca e celebra in bulgaro. Qui la Bulgaria può

avanzare pretese. Agivano così anche i romeni, i serbi e i greci. Ciò era appoggiatodalle bande di briganti: chi si connotava con una determinata nazionalità. Eranomembri dell’esercito nazionale dei Paesi esterni e andavano ad uccidere chi diceva diavere una determinata nazionalità. Inizia nel 1895 fino al 1902. I più attivi sono ibulgari. Nel 1902 fanno saltare in aria una nave francese, la sede della banca e delleposte ottomane e la fabbrica di energia elettrica a Salonicco. L’esercito ottomanocompie un massacro in Macedonia. Le grande potenze intervengono accusandol’impero Ottomano che è costretto a liberare i detenuti. Questi danno vita alla rivoltadi Sant’Elia repressa dall’esercito Ottomano che compie un altro massacro. Le potenzesi decidono a risolvere la questione macedone. I tre imperatori maggiormenteinteressati di incontrano in un castello di Francesco Giuseppe e mettono in cantiere ilprogramma di Munzech che regolerà Macedonia fino al 1908. Si istituisce ungovernatore generale della Macedonia, si crea la gendarmeria internazionale (ufficialirussi, tedeschi, austriaci, francesi, italiani, ottomani e truppe delle varie popolazionilocali della Macedonia rispettando le percentuali). Prima forza multinazionale. Il capo èil generale italiano De Giorgis che manda sia ufficiali dell’esercito che dei realicarabinieri che avevano già partecipato alla prima operazione di peacekeeping a Cretanel 1896 (la seconda in Macedonia nel 1904). La forza sarebbe stata gestita con letasse della Macedonia. Ciò non piace all’Impero Ottomano dove si crea un profondamutazione. Per la prima volta dall’epoca dei romani si ha coscienza a livello statualedella nazionalità. Si comincia a scindere l’ottomano dal turco. Ottomano ha la stessavalenza che noi diamo all’asburgico. Si creano i giovani turchi che all’inizio sono unmovimento culturale che vuole liberare l’impero ottomano dalle ingerenze delle

potenze occidentali e, a livello interno, dall’influenza religiosa. Vogliono creare unoStato occidentale. Questo movimento si infiltra nei ranghi militari e nel 1908 abbiamola rivoluzione dei giovani turchi che parte da Salonicco. Nell’arco di qualche giornodilaga in tutto l’impero e viene deposto il Sultano Rosso, colui che nel 1878 abolì lacostituzione ottomana del 1876. I giovani turchi, che si considerano ancora ottomani,vogliono risolvere le questioni interne partendo dal Congresso di Berlino. Cacciano lapolizia internazionale macedone dai confini dello Stato. Pongono fine alle propagandedegli Stati balcanici e decidono di sistemare le questioni in sospeso con Bulgaria eBosnia-Erzegovina. Dal 1903 al 1908 l’Impero Austro-Ungarico, a livello di dirittointernazionale, si trovava abusivamente sul territorio bosniaco (lo doveva gestire per25 anni). i giovani turchi rimettono in essere la costituzione del 1876. Nasce ilparlamento che deve avere i suoi deputati. Mandano un messaggio agli austriaci per

chiedere i rappresentanti bosniaci. L’Austria si annette unilateralmente la Bosnia nel1878 senza consultarsi con Germania e Italia (Triplice Alleanza), con i russi edimostrando la scarsa importanza dei turchi. La Serbia se ne risente. La Germania

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invia un telegramma ad Austria per dire che la appoggerà per l’ultima volta. La Russiala prende come una questione personale. L’Italia, che ha interessi in Albania, vedel’insorgere di un grave pericolo, l’Austria si sta prendendo costa adriatica di fronteall’Italia, teme che arrivi a Corfù e possa chiudere il canale di Otranto. Gli italianidesiderano l’Albania perché l’Albania è l’altra parte del canale di Otranto. Nel 1909Italia e Russia firmano gli accordi di Racconigi nel quale si impegnano a consultarsi nelcaso di gravi disordini nei Balcani e si impegnano ad impedire ulteriori atti unilaterali.La particolarità sta nell’avvicinamento tra Russia e Italia. Nel 1909 viene formalizzatal’annessione della Bosnia da parte dell’Austria e in cambio questa cede il Sangiaccatoall’Impero Ottomano per impedire ulteriormente il possibile avvicinamento traMontenegro e Serbia. Diretta conseguenza della crisi bosniaca è la risoluzione dellaquestione bulgara. I bulgari, con l’appoggio austriaco, sull’onda della crisi, fanno uncongresso e il principe di Bulgaria si proclama zar dei bulgari. Si formalizzal’annessione della Romelia. Quest’entità da autonoma diventa indipendente. Il principediventa re dei bulgari (si trovano anche fuori dalla Bulgaria). Abbiamo unosconvolgimento degli equilibri sia livello nazionale che internazionale. Gli statibalcanici capiscono che non si può agire con la propaganda, ma si deve agire con la

guerra. La propaganda non ha dato frutti perché la popolazione veniva maltrattata datutti e non li appoggiava, anzi, nacque il movimento macedone. La scusa è la guerraitalo-ottomana in Libia del 1911. Gli stati balcanici ne approfittano e creano, pocoprima, la prima alleanza balcanica formata da Grecia, Serbia, Montenegro (miravaall’unificazione con la Serbia Grande Serbia) e Bulgaria (1912). Si tratta di  un’alleanza di tipo aggressivo con due scopi: aggredire l’Impero Ottomano e unacoalizione tra gli Stati di modo che se Austria attacca Serbia gli altri aiuteranno laSerbia. Funzione aggressiva contro turchi e difensiva contro Austria. I russi sono arbitridell’accordo. Gli stati balcanici sono piccolo e necessitano della Russia. Gli Statibalcanici vanno a battere nella zona d’influenza che Austria dice di essere sua. Nel1912 scoppiano le ostilità. L’impero ottomano viene colto di sorpresa. I tre alleatisottovalutano l’Impero ottomano: conquistano le campagne, ma non le città piùimportanti. Non si lascia il tempo necessario perché interviene l’Austria minacciandoritorsioni prima di tutto contro la Serbia. Conferenza di Londra del 1912 dopol’intervento britannico. Non porta ad alcun risultato perché le guerre portanodestabilizzazione nell’Impero Ottomano: cadono i giovani turchi, il sultano riprende ilpotere, ma i giovani turchi lo uccidono e formano un nuovo governo dei giovani turchipiù estremisti dei precedenti. A livello di alleati si creano i primi dissapori perchéquesti non si erano messi preventivamente d’accordo sulla spartizione del territorio.Alla fine si cerca, con la mediazione britannica, una soluzione. Dove arriva l’esercito lìsi pone il confine (una delle regole più antiche). La Bulgaria forte della sua potenzamilitare e della sua efficienza amministrativa e della sua propaganda in Macedonia,decide di dichiarare guerra a tutti e tre i contendenti. Le va male perché greci, serbi,

ottomani e romeni la attaccano. Dopo 4-5 giorni 4 eserciti si trovano a poca distanzada Sofia. Si indice una nuova conferenza, a Bucarest (Congresso di Bucarest)  trattato di Bucarest del 10 agosto 1913. Gli Stati balcanici avevano acquistato pesopolitico a livello internazionale e notorietà (il congresso si svolge a Bucarest). Sivengono a chiudere definitivamente tra gli Stati balcanici. Si formano i primi stati-nazione. La Bulgaria, perdente, non può rivendicare territori; la Romania si prendel’ultima fetta della Dobrugia ai danni della Bulgaria e si viene a formare il quadrilaterodella Dobrugia; impongono alla Bulgaria la smilitarizzazione della loro parte delDanubio; piccole rettificazioni di confine tra Serbia e Bulgaria e Montenegro e Bulgaria;la Macedonia viene spartito tra Grecia (Macedonia greca odierna con la città diSalonicco conquistata tre ore prima dei bulgari + l’Epiro), Serbia (Kosovo e l’odiernarepubblica di Macedonia).

Nasce la questione albanese. L’Albania era contesa tra austriaci, italiani, greci ealbanesi. Per l’Austria era un passo verso Salonicco. Per l’Italia significava tenere

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aperto il canale di Otranto. I greci la volevano perché era abitata per metà dai greci.Gli albanesi volevano formare lo Stato nazionale (Regno di Albania nel 1913 formatograzie all’Italia che la conquisterà nel 1939). Creare uno Stato nazionale significavatogliere di mezzo i greci e gli austriaci (forte azione di propaganda religiosa).

Resta da risolvere la questione della Tracia orientale e occidentale. Per Traciaoccidentale intendiamo l’odierna Tracia in Grecia. Per Tracia orientale è oggi la Turchiaeuropea. la Tracia occidentale era stata conquistata da bulgari, anche la Traciaoccidentale, ma non arrivarono a Istanbul. Alla conferenza di Londra si era deciso chela Tracia occidentale facesse parte della Bulgaria. Istanbul era intoccabile dal 1694perché era cosa della Russia. Quando la Bulgaria viene attaccata in contemporanea,gli ottomani riconquistano tutta la Tracia. Durante il trattato di Bucarest si pone unproblema: hanno legittimazione (i turchi) di occupare la Tracia orientale, ma non quellaoccidentale. Chiedono a generali ottomani di creare Stato fantoccio (Traciaoccidentale) che poi spontaneamente si sarebbe annesso a Turchia. I generali sonoseguaci dei giovani turchi e quindi creano la prima Repubblica Turca (53 giorni) conuna capitale. Lo Stato Ottomano, impaurito, li ha fatti ritirare per evitare di avere

problemi. La Tracia occidentale ridiventa territorio bulgaro per occupazione e ratificatocon trattato di Bucarest. Fino al 1915 continuerà ad andare avanti la questione sulla

 Tracia orientale. I bulgari si rivolgono alle grandi potenze che si limitano a passare lapetizione della Bulgaria all’Impero ottomano, ma non fa nulla. La questione rimarrà insospeso fino al 1915. I due Paesi alleati combattevano contro l’entente cordiale e ibulgari riconoscono l’appartenenza del territorio all’Impero Ottomano. (controllaoccidentale orientale)

Il congresso di Bucarest chiude il Congresso di Berlino e apre una nuova questione.l’impero ottomano è stato posto fuori dall’Europa e i territori andavano spartiti. Si creala questione d’Austria. Gli unici territori disponibili per costruzione Stato balcanicosono quelli austriaci. L’Impero Austro-Ungarico si è dimostrato debole se sembra chequei territori non siano più intoccabili. Ne esce, a livello di impressioni, una Russiamolto forte.

Nuova alba della politica internazionale: la questione dell’Austria. Quando Bosnia èoccupata da austriaci si alterano gli equilibri interni dell’Impero. Abbiamo tre grandipopolazioni: magiari, tedeschi e slavi. Le popolazioni slave dell’Impero salutarono leconquiste serbe della seconda guerra balcanica come grandi conquiste della razzaslava. Ciò preoccupò l’Impero Austro-Ungarico. L’intellighenzia dell’Impero nonvolevano accettare la tripartizione dell’Impero (1916 Carlo II). A livello di Europaorientale si crea la questione d’Austria che scoppia con la prima guerra mondiale.

I due grandi trattati: Sèvres e Losanna. Regolano Europa e Medio Oriente. La primaguerra mondiale scoppia e termine in Oriente. I primi a chiedere l’armistizio sono ibulgari e subito dopo gli ottomani. Lo chiedono perché l’Impero Ottomano è stremato,ha retto bene le battaglie (1915 i britannici, forti delle loro convinzioni, decisero diinvadere l’Impero con la campagna di Gallipoli, ci fu un fallimento totale dei britannici

Churchill, fautore di questa campagna, ebbe per sempre il timore dei turchi).  L’impero ottomano si era comportato egregiamente, ma nessuno Stato europeo avevale risorse per affrontare tale guerra. Nel settembre del 1918 venne firmato l’armistiziodi Moudros (Grecia odierna). I britannici fecero in modo che i francesi e i britannicioccupassero buona parte dell’Impero Ottomano prima di far firmare l’armistizio.Calusole

aprire stretti di Dardanelli e cedere fortificazioni a alleati

esercito ottomano dovevano consegnare tutte le armi

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impero ottomano doveva consegnare apparato di comunicazione e trasporti

si impegnavano ad assicurare ad occupanti vettovagliamento e rifornimento

consegna ufficiali austriaci

rompere i legami con gli Imperi centrali

ritirare truppe da Siria, Yemen, Cilicia, Mesopotamia e Armenia

Per Mesopotamia si intende Iraq, Giordania, Cisgiordania e Libano (Siria storica).Condizioni dure che non furono rispettate. Agli inglesi interessava solo occupare zonedi petrolio e controllare quelle zone. Il resto dell’Impero Ottomano fu lasciato a sestesso. Gli sbandati dell’Impero Ottomano si organizzano creato il nucleo della futura

 Turchia. Arrivare a Sèvres era difficile. Mentre per le questioni occidentali le questionierano chiare (Alsazia, Lorena, terre irredente), non era chiaro quali terre dovesseropassare all’Impero Ottomano. Successe che l’Impero Ottomano cadde (come nel 1799con Napoleone). Le idee chiare ce le aveva la Grecia (anche la Bulgaria ma era statasconfitta). Le idee chiarissime le avevano i britannici. Francesi e italiani non avevano leidee chiare.

Accordi di Sanremo (febbraio 1920), San Giovanni in Moriana e Says Picot. Negliaccordi di Sanremo gli alleati decidono di aprire le trattative di Sèvres. L’ultimaquestione da decidere è il califfato. Da allora noi occidentali abbiamo creato unasituazione che si è esacerbata negli anni. L’abolizione del califfato crea la nascitadell’estremismo islamico. Prima dell’inizio della conferenza di Sèvres, gli inglesi e glialtri, oltre ad abolire il sultanato, volevano abolire il califfato. Una delegazioni indianaandò da Lloyd George facendogli cambiare idea. Gli inglesi decisero di mantenere il

califfato (abolito poi da Ataturk).

10 agosto 1920 – Sèvres. L’Italia si prende le regioni della Attalia e Iconion (Anatoliaturca). Cilicia, Siria e Libano passano alla Francia. La GB si aggiudica la Palestina, ilmandato della Mesopotamia, riconferma il protettorato in Egitto, mentre a Baghdadottenne la via che portava alla Indie e tutti i pozzi di petrolio. La zona dei Dardanellivengono smilitarizzata e internazionalizzata. I soviet russi avevano denunciato gliaccordi di San Giovanni in Moriana e rinunciano a rivendicazioni della Russia zarista.La Grecia ottenne la Tracia orientale e Smirne salvo plebiscito da tenere entro 5 anni.L’Armenia indipendente e il Kurdistan autonomo. Il restante impero rinunciava a dirittisu Egitto, Sudan, Libia e Dodecanneso e riconosceva protettorati francesi di Tunisia eMarocco. Il trattato fu un aborto perché gli alleati si ostinavano a trattare con chi nonaveva potere (sultano), era una pura formalità. Il potere lo stava acquisendo ilgenerale nato a Salonicco Mustafa Kehmal Ataturk. Fu il vincitore della battaglia deiDardanelli e fu uno dei generali turchi a non essere mai sconfitto da alleati. Quando ibritannici occuparono militarmente le regioni dell’Impero lasciarono l’Anatolia profonda(Ankara) libera. Lì incominciò la resistenza turca. Questi ereditano i principi dei giovaniturchi e la differenza era che i giovani turchi volevano liberare l’impero ottomano dallaprepotenza occidentale, i turchi decidono che l’impero non ha più motivo di esistere evogliono la creazione dello Stato turco. Questi ultimi erano dei rivoltosi per il governoottomano perché non riconoscevano la figura del sultano. È Ataturk che devecontrollare i turchi. In realtà avevano mandato una persona competente adorganizzare i rivoltosi che, dopo una serie di congressi, diventeranno il nocciolo della

repubblica turca. Nel 1920 c’è il moribondo Impero Ottomano (si riduce a Istanbul) e loStato turco (repubblica turca che si stava formando). Al moment della firma deltrattato del 1920 i turchi decidono di prendere la situazione in mano e approfittano diuno strabiliante errore politico-militare dei greci. In Grecia il re (Giorgio) muore e viene

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sul trono re Costantino. Era tedesco ed esautora il primo ministro (il Cavour greco chefece in modo che Smirne e Tracia passassero a Grecia). Quando i greci sbarcano aSmirne dichiarano guerra a Impero Ottomano per arrivare fino ai confini dell’ex Imperobizantino. Gli italiani si ritirano dall’Anatolia e ritirandosi consegnano le armi airivoltosi turchi. I francesi si ritirano dalla Cilicia facendo la stessa cosa. i turchicontrattaccano e sia ha il vero scontro tra etnie. Nel 1922 ha luogo la battaglia piùlunga (3 giorni) alle porte di Ankara. Completa disfatta dei greci che vengono buttati amare. Ciò porta alla presa di coscienza da parte degli occidentali che in Orientequalcosa è cambiato. Si capisce che il sultanato non esiste più. Il trattato di Sèvrescessa di esistere perché non esistono più i protagonisti che lo avevano firmato.

 Trattato di Losanna. Armistizio del 24 settembre 1922. Per un periodo turchi e greci sirifiutano di avere contatti tra loro con mediazione britannica. Il 13 ottobre i greci sisiedono al tavolo e gli accordi si firmano il 15 ottobre

la Turchia acquista la Tracia orientale (Turchia europea di oggi)

le due isole dell’Egeo passano allo Stato turco

la Grecia conserva isole Egeo salvo Dodecanneso che resta all’Italia

la Turchia rinuncia a pretese (come Impero Ottomano), riconosce sovranitàinglese su Cipro e, dopo 1100 anni si abolisce il regime delle capitolazioni

vengono condonati a Turchia debiti Impero ottomano

Il regime delle capitolazioni è la più antica forma di ingerenza negli affari dello Stato(finisce nel 1924). Le capitolazioni erano una specie di agevolazioni fiscali che l’impero

bizantino aveva concesso a repubbliche marinare (Genova e Venezia). Con la nascitadell’Impero ottomano rimane il regime delle capitolazioni per mantenere il commercio(con franchi). Nel XIX secolo il regime economico diventa istituzione giuridica,amministrativa e politica. Cittadini stranieri che commettevano reati nel territorioottomano dovevano essere giudicati da rappresentanti diplomatici dei loro Paesi. NelXIX secolo ci fu una branca della giurisprudenza che trattò delle capitolazioni. La suaabolizione decretò la fine delle ingerenze occidentali.

In tempo di pace libero transito per le navi mercantili e da guerra a condizione che laquantità di navi verso il Mar Nero non superassero il numero delle navi dei Paesi vicini(argomento contro la Russia – 1^g.m. finisce 1920). In caso di guerra con Turchianeutrale. Libero transito mercantili e navi da guerra con limitazioni che si hanno intempo di pace, ma se regola viene infranta da uno allora lo possono fare anche glialtri. In caso di guerra e con Turchia partecipante al conflitto: libero transito permercantili neutrali, per non neutrali libero transito purché non effettuino contrabbandodi materiale bellico (poteva sequestrarle). Libero transito per navi da guerra neutralicon stessa condizione di tempo di pace. Turchia poteva limitare passaggio guerrenemiche. Commissione per gli Stretti: GB, F, I, J, Bulgaria, Grecia, Romania, Jugoslaviae URSS, gli USA avrebbero avuto un rappresentante. Regole invariate fino al 1936(accordi di Montrait).

Con Losanna si creano le condizioni della nostra epoca. I francesi creano il Libano. Ibritannici accettano la possibilità che gli ebrei potrebbero tornare nella loro terra natia

(già nel 1916 con Balfour?). Divisione Giordania e Transgiordania. Viene meno lapresenza in occidente dell’islam, almeno formalmente.

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Il sultano, con la creazione della Turchia (24 luglio 1924 Losanna), non ha motivo diesistere come capo di Stato. Conserverà fino al 1927 il titolo di califfo. Nel 1927 vieneinvitato ad andarsene dalla Turchia. Oggi il suo discendente sarebbe califfo. La figuradel califfo è l’unica a cui possono fare riferimento tutti i musulmani del mondo.Siccome non esiste tutti sono legittimati a dichiarare jihad dal momento che solo ilcaliffo era legittimato a farlo.

Gli USA stanno cercando di evitare che l’Europa abbia una politica estera comune. Glialbanesi hanno forte Albania e Kosovo indipendente. L’unione tra le due è solo unaquestione de iure. Il Kosovo è composto da albanesi di Albania e albanesi del Kosovoche odiano i primi. I primi sono, però, più forti e indipendenti. Una grande Albaniapotrebbe essere destabilizzante per l’Europa perché non si sentono europei.