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Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Quale futuro nell’attuale progetto di riforma dell’Università?

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Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali

Quale futuro nell’attuale progetto di riforma dell’Università?

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Com’è composta la docenza in Italia

0 5000 10000 15000 20000 25000 30000

Ordinari

Associati

Ricercatori

18929 (30.2%)

18256 (29.1%)

25583 (40.7%)

Fonte: Miur, marzo 2010

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Quanti siamo a Unimi

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Agrar

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Farmac

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Giuris

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Ordinari

Associati

RicercatoriMedia Unimi

40.7%

PO=756 (31%) PA=686 (28.3%) RU=988 (40.7%)

Fonte: Miur, marzo 2010

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Com’è distribuito il carico didattico

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I principali motivi della protesta:

• la scomparsa della ricerca dalle funzioni fondanti delle università;

• la deriva aziendalistica e dirigistica delle università;

• la marginalizzazione dei ricercatori attuali; • la precarizzazione dei ricercatori futuri; • diritto allo studio fortemente compromesso da

sottofinanziamento e conseguente abbassamento del livello di didattica e ricerca.

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Siamo sicuri che in periodi di crisi sia necessario tagliare le risorse alla ricerca?

Barack Obama, The Audacity of Hope, 2008.

If we want an innovation economy, then we have to invest in our future innovators by doubling funding of basic research over the next five years, training one hundred thousand more engineers and scientists. [...]We can afford to do what needs to be done. What's missing is not money, but a national sense of urgency.

[...] Tale disposizione non comporta oneri aggiuntivi in quanto la commissione dovrà operare senza l’attribuzione di alcun compenso o gettone di presenza.

[...] Tali incentivi non comportano maggiori oneri per la finanza pubblica.

[...] Il Governo è delegato ad adottare, senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi finalizzati a riformare il sistema universitario.

Maria Stella Gelmini. DDL 1905/2009

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l'arretratezza del paese rispetto al finanziamento per la DIDATTICA

• il DDL non interviene nella direzione di colmare il divario che attualmente separa l’Italia dai Paesi membri dell’OCSE in termini

– di spesa pro-capite per studente

(Italia: 8.725 dollari; media OCSE: 12.236)

– di rapporto studenti/docente

(Italia: 20; media OCSE: 15)

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Il nuovo sistema di reclutamento il ricercatore 'a tempo determinato’

• il problema del reclutamento è eluso nella sostanza, e aggravato dalla mancanza di fondi.

• la figura del ricercatore a tempo determinato tratteggiata nel DDL non potrà che dissuadere i giovani più motivati e brillanti dall’intraprendere le professioni accademiche.

– dopo la laurea, chi affronterebbe 3/4 anni di dottorato e altri 6 di precariato sapendo in anticipo che al termine dei 10 anni molto probabilmente non ci saranno sbocchi accademici neppure per i più meritevoli?

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Il nuovo sistema di reclutamento il ricercatore 'a tempo determinato’

• per entrare nel ruolo di professore associato sarà necessario conseguire un’idoneità a livello nazionale, indetta ogni anno.

• se il ricercatore a TD consegue l’idoneità entro la scadenza del secondo triennio potrà venire chiamato come professore associato… altrimenti deve trovarsi un nuovo lavoro

• ma gli Atenei non sono obbligati a garantire che ci siano le risorse necessarie per la chiamata (come avviene invece nei paesi anglosassoni con la tenure-track) quindi il ricercatore a TD presa l’idoneità al termine dei 3+3, si potrebbe ritrovare senza lavoro per semplici motivi di bilancio.

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Il DDL penalizza gli attuali ricercatori

• non li considera: mette in esaurimento il ruolo, non riconosce il lavoro effettivamente svolto da tempo nella didattica, li escluside dalle commissioni per i concorsi universitari, li esclude dalla rappresentanza negli organi collegiali • li penalizza economicamente: scatti stipendiali da biennali a triennali, eliminazione della ricostruzione di carriera, pensionamento anticipato rispetto ai professori• crea loro grosse difficoltà di avanzamento di carriera: i tagli al finanziamento dell’Università che inevitabilmente riducono i nuovi posti da Professore Associato e l’introduzione dei Ricercatore a TD che dopo 3+3 anni se non chiamato è disoccupato inducono una competizione iniqua e sgradita tra Ricercatori a TI e TD.

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Gli effetti della legge 133/2008 sul taglio all'FFO e il DDL 1905/2009

• a cosa serve il Fondo di Finanziamento Ordinario? didattica, servizi agli studenti, stipendi di personale docente, ricercatore e non docente, ordinaria manutenzione delle strutture universitarie (riscaldamento, pulizia, sorveglianza, etc.), ricerca scientifica (ad eccezione della quota destinata ai progetti di ricerca di interesse nazionale...)

l'entità dei tagli all'FFO:

– 63.5 milioni di euro per l’anno 2009

– 90 milioni di euro per l’anno 2010

– 316 milioni di euro per l’anno 2011

– 417 milioni di euro per l’anno 2012

– 455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013

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Tagli+DDL= - diritto allo studio

• l'effetto dei tagli della legge 133/2008 è l'impoverimento -in alcuni casi indebitamento- degli atenei.

• i tagli al FFO possono portare gli atenei a barattare la propria autonomia concedendo posti nel Consiglio d’Amministrazione, unico centro decisionale, ai finanziatori esterni.

• Il problema del sottofinanziamento dell’Università, cronico e in progressivo peggioramento a partire dalla L. 133/08, non è nemmeno menzionato nel DDL.

• Il diritto allo studio risulterà in tal modo negato in un’Università governata da interessi privati, finanziata principalmente dalle rette studentesche e non più dallo Stato.

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Mozione della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie

La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie, riunitasi a Roma il 6 maggio 2010,

•ribadisce l’importanza e il ruolo cruciale della ricerca scientifica e tecnologica per lo sviluppo e la crescita di una nazione, soprattutto in un periodo di crisi economica;

•sottolinea che in Italia la ricerca scientifica ha luogo prevalentemente all’interno delle università e degli enti di ricerca pubblici;

•ricorda l’alto livello internazionale mantenuto dalla ricerca italiana nonostante la continua e distruttiva diminuzione delle risorse e lo scarso ricambio di personale;

•dichiara che non sarà possibile mantenere tale livello, in una situazione che nei fatti spinge i giovani brillanti ad andare all’estero (dove sono accolti con favore grazie all’ottima preparazione che l’Università italiana ancora offre nel campo scientifico) e compromette il vitale ricambio generazionale reso necessario dall’elevatissimo numero di pensionamenti di questi e dei prossimi anni;

•ritiene che invece sia fondamentale per lo sviluppo e la competitività dell’Italia nel contesto internazionale un deciso, immediato e calibrato investimento di fondi e di personale nel campo della ricerca pubblica, correggendo la tendenza a concentrare le risorse residue sulla ricerca applicata e a impoverire così la ricerca fondamentale che sta all’origine di ogni progresso scientifico e tecnologico;

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Mozione della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie

La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie, riunitasi a Roma il 6 maggio 2010,

•considera cruciale una distribuzione e razionalizzazione delle risorse basata sulla valutazione della qualità e del merito, incentivando in maniera significativa le realtà migliori;

•segnala il ruolo fondamentale svolto dai ricercatori all’interno dell’università, in particolare nei settori scientifici di base, sia per le attività di ricerca sia per le attività didattiche ben oltre i loro compiti istituzionali, nello spirito del DM 544, soprattutto nelle lauree magistrali, con la progressiva crescita del numero degli insegnamenti affidati ai ricercatori, senza che – da molti anni – sia stato variato lo stato giuridico di questi, con l’esplicito riconoscimento per essi dei diritti e dei doveri dei docenti;

•osserva che nelle Facoltà di Scienze molti ricercatori hanno un curriculum prestigioso, dei profili caratteristici non di giovani leve in formazione, ma di scienziati affermati a livello internazionale, senza aver avuto le corrispondenti occasioni di progressione nella carriera, determinando così un forte sentimento di sconforto nella categoria che si vede da anni precluse legittime aspettative di carriera, necessarie anche per un corretto equilibrio del settore;

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Mozione della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie

La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie, riunitasi a Roma il 6 maggio 2010,

•avvisa che una mancata soluzione dei gravi problemi segnalati mette seriamente a rischio settori della ricerca e corsi di laurea fondamentali per qualsiasi nazione, quali per esempio Biologia, Chimica, Fisica, Informatica, Matematica e Scienze della Terra e rischia di mettere in pericolo – in molte sedi – lo svolgimento della didattica e l’avvio di molti corsi di laurea;

•richiede quindi un intervento urgente da parte del Governo e del Parlamento, tramite il disegno di legge 1905 attualmente in discussione (che può essere oggetto di significativi ed efficaci emendamenti) o mediante altri strumenti legislativi di urgenza, in modo da incidere nel merito dell’organizzazione e del finanziamento dell’università per sostenere la ricerca e la didattica di qualità, cruciali per lo sviluppo dell’Italia, per garantire un reale diritto allo studio attraverso strumenti che considerino sia il merito sia le condizioni reddituali degli studenti, assicurando in tal modo all’università la funzione di veicolo per la mobilità sociale e – in sintesi – per rendere il sistema universitario italiano più efficiente, vitale e capace di riconoscere e promuovere con efficacia e tempestività il merito individuale.

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Mozione della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie

La Conferenza esprime solidarietà per le manifestazioni delle ricercatrici e dei ricercatori delle università italiane, che in molte sedi hanno trovato l’adesione dei Consigli di Facoltà e dei Senati Accademici, riconoscendo il ruolo essenziale svolto dalla maggior parte di loro nello sviluppo della ricerca e nella didattica universitaria, ritenendo urgente una revisione dello stato giuridico dei ricercatori, che offra – nell’approssimarsi della data in cui andranno ad esaurimento le figure dei ricercatori a tempo indeterminato - adeguate opportunità di carriera con selezione basata sulmerito.In particolare, la Conferenza chiede:

• l’eliminazione dei tagli indifferenziati al finanziamento degli atenei, che sta portando al collasso tutto il sistema indipendentemente dalla qualità del lavoro svolto;

• l’abolizione del taglio al turn-over introdotto con la legge 133/08, che impedisce l’uso delle risorse liberate con i pensionamenti per l’assunzione di nuovo personale, rendendo estremamente difficile il mantenimento della ricerca e della didattica in settori cruciali come quelli già ricordati;

• la revisione del comma 3 dell'art. 1 del decreto legge 180/08 che vincola la somma riutilizzabile delle cessazioni per una quota non inferiore al 60% all’assunzione di ricercatori a tempo determinato e indeterminato, prevedendo invece che le Università siano più libere di programmare il proprio sviluppo;

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Mozione della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie

In particolare, la Conferenza chiede:

• l’uso sistematico della valutazione della qualità della ricerca e della didattica come metodo prevalente per la distribuzione delle risorse;

• la previsione fin da subito un flusso di risorse costante che permetta il bando nei prossimi sei anni, a ritmi certi, di un numero significativo di posti da ricercatore (in modo da poter inserire forze nuove e giovani nel sistema) e di posti di associato, in modo da permettere il passaggio di ruolo agli attuali ricercatori meritevoli (va ricordato che passaggi anche numerosi - senza ricostruzione di carriera, ma con l’integrazione dell’assegno aggiuntivo - dei ricercatori al ruolo di docenti di

•seconda fascia non impegnerebbe significative risorse economiche);

• che la nuova figura di ricercatore a tempo determinato sia davvero una tenure-track, e che quindi siano previsti espliciti meccanismi che assicurino la prosecuzione della carriera ai migliori fra i ricercatori a tempo determinato e percorsi di uscita ragionevoli a coloro che (avuto il secondo contratto triennale) non riuscissero a ottenere una posizione di professore associato;

• che vi sia una completa equiparazione di diritti e doveri fra gli attuali ricercatori a tempo indeterminato e i nuovi ricercatori a tempo determinato, ricordando poi che il compito principale dei ricercatori è la ricerca, non la didattica.

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Mozione della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie

In caso di mancato accoglimento di queste richieste, i

Presidi delle Facoltà di Scienze e Tecnologie ricordano

che – a causa del combinato effetto di diverse recenti

disposizioni e della motivata protesta dei ricercatori, che

possono rifiutare di svolgere compiti didattici non

obbligatori - non sarà possibile garantire la sostenibilità

delle offerte formative per il prossimo anno accademico

in molti settori cruciali per il paese.