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Il mese di febbraio, anche se potrebbe apparire un tempo morto, in realtà rappresenta bene anche la realtà pastorale: il chicco che sotto la neve riposa e inizia a fremere, carico di promesse e di speranze. Sebbene siano ormai passati i fasti della solennità di don Bosco, tante altre iniziative fervono e rendono viva la nostra realtà. Spiccano, tra queste, le iniziative del Mese Missionario Salesiano, senza dimenticare il carnevale e l’inizio della Quaresima. Ma è sul primo che voglio soffermarmi. Il Mese Missionario, e di conseguenza la Giornata Missionaria (il 26 di questo mese) non è un’iniziativa per raccogliere qualche euro da mandare alle “missioni”. Ben venga anche questo, e speriamo tutti nella vostra generosità, ma è soprattutto un tempo in cui la comunità cristiana che è in san Giuseppe, dovrebbe riflettere, interrogarsi, pregare, su come sta vivendo il suo essere cristiano. Perché se non è missionario, non è neanche cristiano. Perché essere missionari non significa andare in terre lontane ad evangelizzare indigeni, ma è slancio, è entusiasmo, è voglia di lavorare e di mettersi a servizio, ognuno nel proprio ambiente, a casa, in oratorio, perché Gesù ci chiede questo. E non bisogna trascurare nessuno dei due aspetti. Lavorare, impegnarsi, donare, mettersi a servizio, però non spinto, non trascinato, non per forza, ma perché innamorati, perché Gesù che ci ha mostrato il suo amore, e adesso ci chiede di donarlo agli altri, di portarlo a tutti per il mondo. Se non abbiamo Gesù, non possiamo portarlo agli altri. Se non abbiamo Gesù, stanchezza, noia e apatia ben presto saranno mie compagne. A tutti voi l’augurio di essere così innamorati di Gesù tanto che avvenga ciò che diceva Madre Teresa: “Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento”. Don Dino Perulli sdb

Febbraio - Oratorionoi 2012

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Il mese di febbraio, anche se

potrebbe apparire un tempo morto, in

realtà rappresenta bene anche la

realtà pastorale: il chicco che sotto la

neve riposa e inizia a fremere, carico

di promesse e di speranze. Sebbene

siano ormai passati i fasti della

solennità di don Bosco, tante altre

iniziative fervono e rendono viva la

nostra realtà. Spiccano, tra queste, le

iniziative del Mese Missionario

Salesiano, senza dimenticare il

carnevale e l’inizio della Quaresima.

Ma è sul primo che voglio

soffermarmi.

Il Mese Missionario, e di

conseguenza la Giornata Missionaria

(il 26 di questo mese) non

è un’iniziativa per raccogliere

qualche euro da mandare

alle “missioni”. Ben venga anche

questo, e speriamo tutti nella vostra

generosità, ma è soprattutto un

tempo in cui la comunità cristiana

che è in san Giuseppe, dovrebbe

riflettere, interrogarsi, pregare, su

come sta vivendo il suo essere

cristiano.

Perché se non è missionario, non è

neanche cristiano. Perché essere

missionari non significa andare in terre

lontane ad evangelizzare indigeni,

ma è slancio, è entusiasmo, è voglia

di lavorare e di mettersi a servizio,

ognuno nel proprio ambiente, a casa,

in oratorio, perché Gesù ci chiede questo.

E non bisogna trascurare nessuno dei due

aspetti. Lavorare, impegnarsi, donare,

mettersi a servizio, però non spinto,

non trascinato, non per forza, ma perché

innamorati, perché Gesù che ci ha

mostrato il suo amore, e adesso ci chiede

di donarlo agli altri, di portarlo a tutti

per il mondo. Se non abbiamo Gesù,

non possiamo portarlo agli altri.

Se non abbiamo Gesù, stanchezza,

noia e apatia ben presto saranno mie

compagne. A tutti voi l’augurio di essere

così innamorati di Gesù tanto che

avvenga ciò che diceva Madre Teresa:

“Non permettere mai che qualcuno venga

a te e vada via senza essere migliore

e più contento”.

Don Dino Perulli sdb

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Scritto da Porziana Caiati & Ivana de Ceglie

Bentornato carnevale ... la morte del “Toma” con il successivo falò

e la frizzante sagra delle chiacchiere così da

risollevare il morale a grandi e piccini.

Anticamente durante il Martedì Grasso si

teneva un banchetto antecedente alla

Quaresima, solitamente periodo di digiuno;

la parola carnevale infatti deriva dal latino

“carnem levare”

che significa

appunto eliminare

la carne.

Tradizionalmente,

il Carnevale

molfettese ha

inizio il 17

gennaio, festa di

Sant’Antonio

Abate,

oppure secondo altri il 2 febbraio, festa

della Candelora (la presentazione di

Gesù al Tempio). In occasione di

questa ricorrenza, ieri, 18 febbraio, in

palestra si è tenuto il veglioncino per i

bambini e i ragazzi della catechesi e in

seguito la serata danzante per i giovani

della comunità salesiana. Tutti gli

animatori si sono impegnati per

organizzare giochi, balli, canti e

tanto altro, scatenando lo spirito di

allegria e festa che accomuna tutti

noi. Insomma, sperando che tutte

le attività organizzate e che

verranno organizzate siano di

vostro gradimento come quelle che

abbiamo vissuto insieme durante

questo Carnevale, vi invitiamo a

partecipare alle prossime attività!

Scritto da Marianna de Santis

Che cos’è il Carnevale? Penserete sia una

festa profana, fatta solo di maschere e

divertimento, invece è molto di più! Il

Carnevale è una festa celebrata nei paesi

di tradizione cristiana, soprattutto quelli

cattolici. Le prime sfilate si tennero a

Firenze tra il XV e XVI secolo; venivano

organizzate dai signori di Firenze, la

famiglia Medici. Grandi mascherate su

carri accompagnati da canti

carnascialeschi, cioè canzoni e ballo

giravano per la città portando allegria e

gioia prima dell’inizio della Quaresima.

Anche da noi, qui a Molfetta il clima è

molto simile: giochi, balli, canti e spirito

di allegria e condivisione. Il Martedì

Grasso è solitamente il giorno più sentito,

in quanto teatro di festose esibizioni per

intrattenere il pubblico,

Tra il 1871 e il 1872 don Bosco fece un sogno drammatico in cui gli parve di trovarsi in una regione selvaggia e a lui sconosciuta. In quello stesso sogno vide i suoi Missionari andare incontro ad alcuni indigeni, li istruivano ed essi ascoltavano volentieri la loro voce; insegnavano ed essi imparavano con prontezza; esortavano, ed essi accettavano e mettevano in pratica i loro consigli. Don Bosco finisce il racconto del sogno dicendo: «Questo fece molta impressione sul mio animo, ritenendo che fosse un avviso celeste». Il sogno missionario di Don Bosco si concretizzera con la prima spedizione diretta in America Latina. Nel 1874 l'arcivescovo di Buenos Aires espresse il desiderio che un gruppo di salesiani andasse in Argentina.

I missionari di don Bosco Un giorno di marzo Don Bosco disse a Don Cagliero che voleva mandare qualcuno dei preti ad accompagnare i missionari in America. Don Cagliero gli rispose che se avesse scelto lui per questo incarico, sarebbe stato pronto. I mesi passavano senza nessun cenno a quella faccenda. Avvicinandosi pero la data della partenza, un giorno, all’ improvviso, don Bosco disse a don Cagliero se era sempre della stesso pensiero, riguardo all’ andare in America. Lui rispose che era sempre dello stesso parere. In pochi giorni, lavorando febbrilmente, condusse a termine i preparativi. Con la solita semplicita , inizio così la sua missione. La durata prevista era di 3 mesi. La missione duro invece trent’ anni. Un altro a partire fu don Fagnano, gli altri quattro, invece, erano Cassinis, Tomatis, Baccino e Allavena mentre i quattro aiutanti erano Scalvini, Gioia, Molinari e Belmonte. I partenti dedicarono l’estate allo studio della lingua spagnola. Ad Ottobre don Cagliero li guido a Roma per ricevere la benedizione Pio IX; l’11 novembre, nel santuario di Maria Ausiliatrice, don Bosco diede loro l’ addio. Lo stesso 11 novembre, don Bosco accompagno i missionari fino a Genova, dove s’imbarcarono il giorno 14 sul piroscafo francese Savoie. Un testimone ricorda che don Bosco era tutto rosso per lo sforzo di contenere la commozione. Cio che attendeva loro non era semplice. Ma don Cagliero portava con se un biglietto su cui don Bosco gli aveva scritto: «Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo far noi. Confidate ogni cosa in Gesù Sacramentato e in Maria Ausiliatrice, e vedrete che cosa sono i miracoli».

Don Bosco, procuratosi libri sull’Argentina vide che corrispondeva ai luoghi selvaggi e alla regione vista in sogno: la Patagonia, regione immensa dell’Argentina. La sera del 29 gennaio, festa di san Francesco di Sales, insieme al console argentino, don Bosco annuncio che, con l’approvazione del Papa, i primi salesiani sarebbero presto partiti per le missioni dell’Argentina meridionale. L’annuncio fu accolto con un grande entusiasmo che si moltiplico dovunque. Quasi tutti si offrirono candidati per le missioni. «Cominciava una nuova storia». Don Bosco organizzo 11 spedizioni missionarie, ma nessuna fu come la prima che partì l’11 novembre del 1875. I missionari partenti, dovevano esprimere il

meglio della giovane Congregazione. Don Bosco scelse 6 sacerdoti e 4 aiutanti. Giovanni Cagliero all’eta di 37 anni, fu scelto capo della spedizione da Don Bosco. Cagliero era laureato in teologia, era professore dei chierici, maestro e compositore di musica e dirigeva spiritualmente parecchi Istituti religiosi della citta . Fu molto interessante il “metodo” con cui Don Bosco l’arruolo per la

spedizione.

3

Scritto da Valentina de Tullio

“Come tutti gli anni, vi scrivo per proporvi un tema che esprima la dimensione missionaria della nostra vocazione, mantenga vivo il nostro impegno missionario e renda realtà il disegno meraviglioso di Dio. Quella del 2012 sarà la 25a Giornata missionaria salesiana (GMS): si tratta dunque di una giornata particolarmente significativa, appunto perché rappresenta un giubileo. “ Con queste parole il Rettor Maggiore don Chavez ci invita all’appuntamento con la GMS di quest’anno. A partire dal 1988 ogni anno il Rettor Maggiore esorta tutta la famiglia salesiana a vivere un momento forte di animazione missionaria, concentrando l’attenzione sulle diverse realta mondiali. Citando ancora Chavez, il tema di quest’anno (ispirato al primo Congresso Missionario dell’Asia, celebratosi a Chiang Mai, Thailandia, nel 2006) ”… si focalizzerà in particolare sul continente asiatico, dove il cristianesimo è un’autentica minoranza e dove la Chiesa vive come in una situazione di diaspora nell’oceano delle grandi popolazioni, religioni e culture antichissime. Gli elementi del programma spirituale e pastorale per la GMS 2012 sono tre: 1) Evangelizzare il cuore del Salesiano: don Bosco stesso ci ha sempre invitati a consegnar il nostro cuore a Dio, “ad essere discepoli di Cristo, evangelizzati, per poi diventare suoi apostoli, evangelizzatori”;

Missionari di Fede, missionari nella Fede

Fermo restando, naturalmente, che la ‘missionarieta ’ del nostro servizio non va relegata a un determinato periodo isolato dal resto del calendario, ma e un tratto essenziale e vitale della nostra quotidiana presenza in stile salesiano, ma ancor prima della nostra cristianita . La missionarieta e una dimensione ontologica dell'essere cristiano. Dimensione ontologica significa cioe che ogni cristiano, essendo tale, porta gia in se la dimensione

missionaria. Il nostro essere cristiani ci rende automaticamente missionari della nostra fede: diremmo quasi che il “vero” cristiano non puo non essere missionario! E sul senso dell’aggettivo ‘ vero’ faccio un’ultima riflessione. Essere missionari non puo

essere solo un impegno di pochi (o di temerari in posti lontani) : e , per ciascuno di noi, la chiamata a essere noi stessi, a essere testimoni in Cristo. Sintetizziamo allora ‘vero cristiano’ semplicemente in ‘cristiano’: il suo significato, infatti, nella sua interezza comprende gia la verita della nostra essenza!

2) Ritornare a Don Bosco, comunicatore dell’esperienza di Dio: in questo triennio di preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco siamo chiamati a riscoprire “le sue grandi ispirazioni, le sue profonde motivazioni, le sue scelte coraggiose,” tutte “frutto della sua profonda esperienza di Dio, che dava unità a tutta la sua esistenza”. 3) Sintonizzarsi con le grandi linee della Chiesa nei diversi continenti: badiamo bene che la GMS non e un evento isolato, ma “ è un invito a vivere più inseriti nel cuore della Chiesa, veramente cattolica - universale. ” Un’ opportunita quindi per scoprire, conoscere e attingere all’esperienza dei Salesiani in Asia, per poter successivamente attivarsi nell’evangelizzazione dei giovani. Questa, dunque la sfida a cui don Chavez ci chiama, “Raccontare Gesu ” ai giovani, come risposta a quell’invito che Gesu stesso ci avanza: “Andate e predicate

il Vangelo”. La GMS è l'espressione di uno

spirito missionario di tutta la Comunità

Educativo-Pastorale tenuto vivo con

diverse iniziative (vedi

approfondimento su Commercio Equo

solidale).

"Vuoi cambiare il mondo? Comincia da un caffè"

L’am vis offre il suo aiuto nel conoscere e vivere in comunita l’invito del Rettor Maggiore, guidando l’intero mese di febbraio (mese missionario salesiano) attraverso diverse iniziative per ragazzi, giovani e adulti. In particolare, domenica 26 (giorno da noi convenzionalmente stabilito per festeggiare la DoMiSal) troveremo in piazzetta il banchetto del Commercio Equo-Solidale (COEeS). La scelta di inserire l’attivita del banchetto proprio durante la GMS non e casuale, qualora consideriamo la natura stessa del COEeS: una forma di scambio con realta produttive di paesi del "Terzo Mondo" sostanzialmente diversa da quella del mercato tradizionale,e finalizzata al superamento del sistema dell’economia "coloniale". Se questa, infatti, e fortemente

caratterizzata dallo sfruttamento della manodopera e delle risorse ambientali dei Paesi del Sud del mondo e dalla rapina delle materie prime ad un prezzo imposto dalle imprese multinazionali, l’economia Equa e Solidale propone invece un tipo di commercio che considera centrali i bisogni dei produttori – artigiani o contadini – e delle loro comunita , rispettando al tempo stesso l’esigenza/diritto dei consumatori di essere pienamente informato sulle modalita (economiche e non solo) dello scambio. Piu che mero atto caritatevole, il Fair Trade ( termine anglosassone del nostro Equo Solidale) e uno scambio

coscienzioso, attento alle ragioni ed alla storia degli altri, e un ponte diretto fra l’economia e l’ecologia. "Vuoi cambiare il mondo? Comincia da un caffe ". Questo lo slogan, che contiene in se l’obiettivo primario del COEeS; provare a costruire rapporti economici improntati al rispetto dei diritti umani, alla solidarieta , alla salvaguardia dell’ambiente, alla trasparenza dell’attivita economica. Un’autentica rivoluzione, dunque, da realizzarsi giorno per giorno, in un gesto apparentemente banale quale la spesa quotidiana, quale l’acquisto di un pacchetto di caffe .

Fonte : amvis.donboscoalsud.it

Responsabile :Vito Pasculli

E-mail: [email protected]

Grafica: Alessandro Capurso

Donato A. Facchini

REDAZIONE

Donato A. Facchini

Marianna de Santis

Porziana Caiati

Ivana de Ceglie

Valentina de Tullio

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Giovanni Bosco - Crucintarsio -

DEFINIZIONI

1 - Giovanni Bosco lo era di padre.

2 - Ha cresciuto Giovanni Bosco e poi i

suoi ragazzi.

3 - Ha segnato la vita di Giovanni Bosco.

4 - Fin da piccolo, Giovanni, impara a farlo

per intrattenere i suoi coetanei.

5 - Nel sogno dei 9 anni si trasformano in

agnelli.

6 - Luogo in cui Giovannino Bosco

intrattiene ogni domenica i suoi

coetanei.

7 - Era cappellano di Morialdo e fu il

primo prete di riferimento per

Giovanni bosco.

8 - Vi va Giovanni Bosco a studiare.

9 - A Castelnuovo, Giovanni Bosco, alloggia

presso Roberto Giovanni da cui si fa

insegnare il suo lavoro di…

10 - Nel 1830 vi va a studire Giovanni

Bosco.

11 - La fonda Giovanni Bosco a Chieri.

12 - L’amico ebreo di Giovanni Bosco.

13 - Uno dei fratelli maggiori di Giovanni

Bosco.

14 - Il caffè in cui lavorò Giovanni Bosco

quando è studente a Chieri.

15 - Luogo in cui nasce Giovanni Bosco.

16 - L’amico degli anni di seminario di

Giovanni Bosco.

17 - A Lei deve tutto don Bosco.

18 - Con lui inizia l’oratorio l’8 dicembre

1841.

19 - Il nome dell’ordine fondato da don

Bosco.

20 - La prima cappella dell’oratorio di don

Bosco.

21 - Il nome del cane che più volte ha

salvato la vita a don Bosco.

22 - Vi vive don Bosco coi suoi ragazzi.

Lunedì 5 ore 20.00 consiglio CEP

Lunedì 12 ore 20.00 consiglio dell’oratorio

Lunedì 19 ore 18.30 Celebrazione Eucaristica

in onore di San Giuseppe

Domenica 25 Festa adolescenti

Ogni venerdì a partire dal 24 febbraio dopo la celebrazione

Eucaristica delle 18.30 ci sarà la Via Crucis meditata in chiesa