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site web: http://molfetta.donboscoalsud.it/
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Il mese di febbraio, anche se
potrebbe apparire un tempo morto, in
realtà rappresenta bene anche la
realtà pastorale: il chicco che sotto la
neve riposa e inizia a fremere, carico
di promesse e di speranze. Sebbene
siano ormai passati i fasti della
solennità di don Bosco, tante altre
iniziative fervono e rendono viva la
nostra realtà. Spiccano, tra queste, le
iniziative del Mese Missionario
Salesiano, senza dimenticare il
carnevale e l’inizio della Quaresima.
Ma è sul primo che voglio
soffermarmi.
Il Mese Missionario, e di
conseguenza la Giornata Missionaria
(il 26 di questo mese) non
è un’iniziativa per raccogliere
qualche euro da mandare
alle “missioni”. Ben venga anche
questo, e speriamo tutti nella vostra
generosità, ma è soprattutto un
tempo in cui la comunità cristiana
che è in san Giuseppe, dovrebbe
riflettere, interrogarsi, pregare, su
come sta vivendo il suo essere
cristiano.
Perché se non è missionario, non è
neanche cristiano. Perché essere
missionari non significa andare in terre
lontane ad evangelizzare indigeni,
ma è slancio, è entusiasmo, è voglia
di lavorare e di mettersi a servizio,
ognuno nel proprio ambiente, a casa,
in oratorio, perché Gesù ci chiede questo.
E non bisogna trascurare nessuno dei due
aspetti. Lavorare, impegnarsi, donare,
mettersi a servizio, però non spinto,
non trascinato, non per forza, ma perché
innamorati, perché Gesù che ci ha
mostrato il suo amore, e adesso ci chiede
di donarlo agli altri, di portarlo a tutti
per il mondo. Se non abbiamo Gesù,
non possiamo portarlo agli altri.
Se non abbiamo Gesù, stanchezza,
noia e apatia ben presto saranno mie
compagne. A tutti voi l’augurio di essere
così innamorati di Gesù tanto che
avvenga ciò che diceva Madre Teresa:
“Non permettere mai che qualcuno venga
a te e vada via senza essere migliore
e più contento”.
Don Dino Perulli sdb
2
Scritto da Porziana Caiati & Ivana de Ceglie
Bentornato carnevale ... la morte del “Toma” con il successivo falò
e la frizzante sagra delle chiacchiere così da
risollevare il morale a grandi e piccini.
Anticamente durante il Martedì Grasso si
teneva un banchetto antecedente alla
Quaresima, solitamente periodo di digiuno;
la parola carnevale infatti deriva dal latino
“carnem levare”
che significa
appunto eliminare
la carne.
Tradizionalmente,
il Carnevale
molfettese ha
inizio il 17
gennaio, festa di
Sant’Antonio
Abate,
oppure secondo altri il 2 febbraio, festa
della Candelora (la presentazione di
Gesù al Tempio). In occasione di
questa ricorrenza, ieri, 18 febbraio, in
palestra si è tenuto il veglioncino per i
bambini e i ragazzi della catechesi e in
seguito la serata danzante per i giovani
della comunità salesiana. Tutti gli
animatori si sono impegnati per
organizzare giochi, balli, canti e
tanto altro, scatenando lo spirito di
allegria e festa che accomuna tutti
noi. Insomma, sperando che tutte
le attività organizzate e che
verranno organizzate siano di
vostro gradimento come quelle che
abbiamo vissuto insieme durante
questo Carnevale, vi invitiamo a
partecipare alle prossime attività!
Scritto da Marianna de Santis
Che cos’è il Carnevale? Penserete sia una
festa profana, fatta solo di maschere e
divertimento, invece è molto di più! Il
Carnevale è una festa celebrata nei paesi
di tradizione cristiana, soprattutto quelli
cattolici. Le prime sfilate si tennero a
Firenze tra il XV e XVI secolo; venivano
organizzate dai signori di Firenze, la
famiglia Medici. Grandi mascherate su
carri accompagnati da canti
carnascialeschi, cioè canzoni e ballo
giravano per la città portando allegria e
gioia prima dell’inizio della Quaresima.
Anche da noi, qui a Molfetta il clima è
molto simile: giochi, balli, canti e spirito
di allegria e condivisione. Il Martedì
Grasso è solitamente il giorno più sentito,
in quanto teatro di festose esibizioni per
intrattenere il pubblico,
Tra il 1871 e il 1872 don Bosco fece un sogno drammatico in cui gli parve di trovarsi in una regione selvaggia e a lui sconosciuta. In quello stesso sogno vide i suoi Missionari andare incontro ad alcuni indigeni, li istruivano ed essi ascoltavano volentieri la loro voce; insegnavano ed essi imparavano con prontezza; esortavano, ed essi accettavano e mettevano in pratica i loro consigli. Don Bosco finisce il racconto del sogno dicendo: «Questo fece molta impressione sul mio animo, ritenendo che fosse un avviso celeste». Il sogno missionario di Don Bosco si concretizzera con la prima spedizione diretta in America Latina. Nel 1874 l'arcivescovo di Buenos Aires espresse il desiderio che un gruppo di salesiani andasse in Argentina.
I missionari di don Bosco Un giorno di marzo Don Bosco disse a Don Cagliero che voleva mandare qualcuno dei preti ad accompagnare i missionari in America. Don Cagliero gli rispose che se avesse scelto lui per questo incarico, sarebbe stato pronto. I mesi passavano senza nessun cenno a quella faccenda. Avvicinandosi pero la data della partenza, un giorno, all’ improvviso, don Bosco disse a don Cagliero se era sempre della stesso pensiero, riguardo all’ andare in America. Lui rispose che era sempre dello stesso parere. In pochi giorni, lavorando febbrilmente, condusse a termine i preparativi. Con la solita semplicita , inizio così la sua missione. La durata prevista era di 3 mesi. La missione duro invece trent’ anni. Un altro a partire fu don Fagnano, gli altri quattro, invece, erano Cassinis, Tomatis, Baccino e Allavena mentre i quattro aiutanti erano Scalvini, Gioia, Molinari e Belmonte. I partenti dedicarono l’estate allo studio della lingua spagnola. Ad Ottobre don Cagliero li guido a Roma per ricevere la benedizione Pio IX; l’11 novembre, nel santuario di Maria Ausiliatrice, don Bosco diede loro l’ addio. Lo stesso 11 novembre, don Bosco accompagno i missionari fino a Genova, dove s’imbarcarono il giorno 14 sul piroscafo francese Savoie. Un testimone ricorda che don Bosco era tutto rosso per lo sforzo di contenere la commozione. Cio che attendeva loro non era semplice. Ma don Cagliero portava con se un biglietto su cui don Bosco gli aveva scritto: «Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo far noi. Confidate ogni cosa in Gesù Sacramentato e in Maria Ausiliatrice, e vedrete che cosa sono i miracoli».
Don Bosco, procuratosi libri sull’Argentina vide che corrispondeva ai luoghi selvaggi e alla regione vista in sogno: la Patagonia, regione immensa dell’Argentina. La sera del 29 gennaio, festa di san Francesco di Sales, insieme al console argentino, don Bosco annuncio che, con l’approvazione del Papa, i primi salesiani sarebbero presto partiti per le missioni dell’Argentina meridionale. L’annuncio fu accolto con un grande entusiasmo che si moltiplico dovunque. Quasi tutti si offrirono candidati per le missioni. «Cominciava una nuova storia». Don Bosco organizzo 11 spedizioni missionarie, ma nessuna fu come la prima che partì l’11 novembre del 1875. I missionari partenti, dovevano esprimere il
meglio della giovane Congregazione. Don Bosco scelse 6 sacerdoti e 4 aiutanti. Giovanni Cagliero all’eta di 37 anni, fu scelto capo della spedizione da Don Bosco. Cagliero era laureato in teologia, era professore dei chierici, maestro e compositore di musica e dirigeva spiritualmente parecchi Istituti religiosi della citta . Fu molto interessante il “metodo” con cui Don Bosco l’arruolo per la
spedizione.
3
Scritto da Valentina de Tullio
“Come tutti gli anni, vi scrivo per proporvi un tema che esprima la dimensione missionaria della nostra vocazione, mantenga vivo il nostro impegno missionario e renda realtà il disegno meraviglioso di Dio. Quella del 2012 sarà la 25a Giornata missionaria salesiana (GMS): si tratta dunque di una giornata particolarmente significativa, appunto perché rappresenta un giubileo. “ Con queste parole il Rettor Maggiore don Chavez ci invita all’appuntamento con la GMS di quest’anno. A partire dal 1988 ogni anno il Rettor Maggiore esorta tutta la famiglia salesiana a vivere un momento forte di animazione missionaria, concentrando l’attenzione sulle diverse realta mondiali. Citando ancora Chavez, il tema di quest’anno (ispirato al primo Congresso Missionario dell’Asia, celebratosi a Chiang Mai, Thailandia, nel 2006) ”… si focalizzerà in particolare sul continente asiatico, dove il cristianesimo è un’autentica minoranza e dove la Chiesa vive come in una situazione di diaspora nell’oceano delle grandi popolazioni, religioni e culture antichissime. Gli elementi del programma spirituale e pastorale per la GMS 2012 sono tre: 1) Evangelizzare il cuore del Salesiano: don Bosco stesso ci ha sempre invitati a consegnar il nostro cuore a Dio, “ad essere discepoli di Cristo, evangelizzati, per poi diventare suoi apostoli, evangelizzatori”;
Missionari di Fede, missionari nella Fede
Fermo restando, naturalmente, che la ‘missionarieta ’ del nostro servizio non va relegata a un determinato periodo isolato dal resto del calendario, ma e un tratto essenziale e vitale della nostra quotidiana presenza in stile salesiano, ma ancor prima della nostra cristianita . La missionarieta e una dimensione ontologica dell'essere cristiano. Dimensione ontologica significa cioe che ogni cristiano, essendo tale, porta gia in se la dimensione
missionaria. Il nostro essere cristiani ci rende automaticamente missionari della nostra fede: diremmo quasi che il “vero” cristiano non puo non essere missionario! E sul senso dell’aggettivo ‘ vero’ faccio un’ultima riflessione. Essere missionari non puo
essere solo un impegno di pochi (o di temerari in posti lontani) : e , per ciascuno di noi, la chiamata a essere noi stessi, a essere testimoni in Cristo. Sintetizziamo allora ‘vero cristiano’ semplicemente in ‘cristiano’: il suo significato, infatti, nella sua interezza comprende gia la verita della nostra essenza!
2) Ritornare a Don Bosco, comunicatore dell’esperienza di Dio: in questo triennio di preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco siamo chiamati a riscoprire “le sue grandi ispirazioni, le sue profonde motivazioni, le sue scelte coraggiose,” tutte “frutto della sua profonda esperienza di Dio, che dava unità a tutta la sua esistenza”. 3) Sintonizzarsi con le grandi linee della Chiesa nei diversi continenti: badiamo bene che la GMS non e un evento isolato, ma “ è un invito a vivere più inseriti nel cuore della Chiesa, veramente cattolica - universale. ” Un’ opportunita quindi per scoprire, conoscere e attingere all’esperienza dei Salesiani in Asia, per poter successivamente attivarsi nell’evangelizzazione dei giovani. Questa, dunque la sfida a cui don Chavez ci chiama, “Raccontare Gesu ” ai giovani, come risposta a quell’invito che Gesu stesso ci avanza: “Andate e predicate
il Vangelo”. La GMS è l'espressione di uno
spirito missionario di tutta la Comunità
Educativo-Pastorale tenuto vivo con
diverse iniziative (vedi
approfondimento su Commercio Equo
solidale).
"Vuoi cambiare il mondo? Comincia da un caffè"
L’am vis offre il suo aiuto nel conoscere e vivere in comunita l’invito del Rettor Maggiore, guidando l’intero mese di febbraio (mese missionario salesiano) attraverso diverse iniziative per ragazzi, giovani e adulti. In particolare, domenica 26 (giorno da noi convenzionalmente stabilito per festeggiare la DoMiSal) troveremo in piazzetta il banchetto del Commercio Equo-Solidale (COEeS). La scelta di inserire l’attivita del banchetto proprio durante la GMS non e casuale, qualora consideriamo la natura stessa del COEeS: una forma di scambio con realta produttive di paesi del "Terzo Mondo" sostanzialmente diversa da quella del mercato tradizionale,e finalizzata al superamento del sistema dell’economia "coloniale". Se questa, infatti, e fortemente
caratterizzata dallo sfruttamento della manodopera e delle risorse ambientali dei Paesi del Sud del mondo e dalla rapina delle materie prime ad un prezzo imposto dalle imprese multinazionali, l’economia Equa e Solidale propone invece un tipo di commercio che considera centrali i bisogni dei produttori – artigiani o contadini – e delle loro comunita , rispettando al tempo stesso l’esigenza/diritto dei consumatori di essere pienamente informato sulle modalita (economiche e non solo) dello scambio. Piu che mero atto caritatevole, il Fair Trade ( termine anglosassone del nostro Equo Solidale) e uno scambio
coscienzioso, attento alle ragioni ed alla storia degli altri, e un ponte diretto fra l’economia e l’ecologia. "Vuoi cambiare il mondo? Comincia da un caffe ". Questo lo slogan, che contiene in se l’obiettivo primario del COEeS; provare a costruire rapporti economici improntati al rispetto dei diritti umani, alla solidarieta , alla salvaguardia dell’ambiente, alla trasparenza dell’attivita economica. Un’autentica rivoluzione, dunque, da realizzarsi giorno per giorno, in un gesto apparentemente banale quale la spesa quotidiana, quale l’acquisto di un pacchetto di caffe .
Fonte : amvis.donboscoalsud.it
Responsabile :Vito Pasculli
E-mail: [email protected]
Grafica: Alessandro Capurso
Donato A. Facchini
REDAZIONE
Donato A. Facchini
Marianna de Santis
Porziana Caiati
Ivana de Ceglie
Valentina de Tullio
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Giovanni Bosco - Crucintarsio -
DEFINIZIONI
1 - Giovanni Bosco lo era di padre.
2 - Ha cresciuto Giovanni Bosco e poi i
suoi ragazzi.
3 - Ha segnato la vita di Giovanni Bosco.
4 - Fin da piccolo, Giovanni, impara a farlo
per intrattenere i suoi coetanei.
5 - Nel sogno dei 9 anni si trasformano in
agnelli.
6 - Luogo in cui Giovannino Bosco
intrattiene ogni domenica i suoi
coetanei.
7 - Era cappellano di Morialdo e fu il
primo prete di riferimento per
Giovanni bosco.
8 - Vi va Giovanni Bosco a studiare.
9 - A Castelnuovo, Giovanni Bosco, alloggia
presso Roberto Giovanni da cui si fa
insegnare il suo lavoro di…
10 - Nel 1830 vi va a studire Giovanni
Bosco.
11 - La fonda Giovanni Bosco a Chieri.
12 - L’amico ebreo di Giovanni Bosco.
13 - Uno dei fratelli maggiori di Giovanni
Bosco.
14 - Il caffè in cui lavorò Giovanni Bosco
quando è studente a Chieri.
15 - Luogo in cui nasce Giovanni Bosco.
16 - L’amico degli anni di seminario di
Giovanni Bosco.
17 - A Lei deve tutto don Bosco.
18 - Con lui inizia l’oratorio l’8 dicembre
1841.
19 - Il nome dell’ordine fondato da don
Bosco.
20 - La prima cappella dell’oratorio di don
Bosco.
21 - Il nome del cane che più volte ha
salvato la vita a don Bosco.
22 - Vi vive don Bosco coi suoi ragazzi.
Lunedì 5 ore 20.00 consiglio CEP
Lunedì 12 ore 20.00 consiglio dell’oratorio
Lunedì 19 ore 18.30 Celebrazione Eucaristica
in onore di San Giuseppe
Domenica 25 Festa adolescenti
Ogni venerdì a partire dal 24 febbraio dopo la celebrazione
Eucaristica delle 18.30 ci sarà la Via Crucis meditata in chiesa