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Il giornale dell'Università degli Studi di Trieste
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FEBBRAIO2009
da venerdi 20 a domenica 22 febbraioCoppa del mondo di sci femminileTarvisowww.worldcuptarvisio.com
da Giovedì 19 a Mercoledì 25 Febbraio 200956° Carnevale muggesanoMuggia (TS)www.carnevaldemuja.com
Lunedì 16 Febbraio 200921.00Gianluca GrignaniCammina nel sole tourUdineTeatro Nuovo Giovanni da Udine
Da VenerdÏ 13 a Sabato 14 Febbraio 200921.00Franco BattiatoTrieste “Il Rossetti” viale XX Settembre 45
Martedì 24 Febbraio 200920.30Moro no BrasilTriesteKnulp, via Madonna del Mare 7Tre film sul Brasile di oggiwww.knulp.it
Sabato 28 Febbraio 200921.00 Bandomat - Live music - cover TriesteTiffany Cafè, via Ginnastica
Sabato 28 Febbraio 200921.00Frankie Hi EnergyPordenone Deposito Giordani via Praseccot 0434 [email protected]
entro l’8 marzo 2009Bando Erasmus 2009/2010Tutte le informazioni, il bando, la dichiarazione e líelenco delle destinazioni sono reperibili sulla homepage dellíUniversità di Trieste, cliccando su ìMobilità internazionale e poi sulle News, al seguente indirizzo:www2.units.it/internationalia
Mercoledì 11 Marzo 2009Makako JumpTriesteEtnoblogVia Madonna del Mare, 3 t 040 310349 www.etnoblog.com
Venerdì 13 Marzo 200917.30Giusy Ferreri in concertoPordenone Deposito GiordaniVia Prasecco, 13 t 0434-208934 f [email protected]
Domenica 15 Marzo 2009Lussarissimo Contestdalle 9.30 alle 15.00TarvisioNel nuovo Snowparkwww.lussarissimo.com
Lunedì 30 Marzo 200921.00 Fiorella MannoiaIn movimento tour UdineTeatro Nuovo Giovanni da Udine
IN VERITÀ CI DOVEVA ESSERE ANCHE L’ARTICOLO SU FRANK ZAPPA
redazione
direttoreAlessio Glavina
vicedirettoreDaniele Fasolo
collaboratoriAntonio MininStefania LorettiVanessa MaggiAlì MansourDenis PethoSthephan ThoedesenLuca TroianRaphael Udovici
graficalucia pasqualin + lo stagista delle dive
fotoAndrea Pira
stampato daTipografia Adriatica
con il contributo di
Ho appena concluso uno stage in Spa-gna e vorrei condividere tale esperien-za perchè si è rivelata molto utile sotto vari aspetti. Innanzitutto, ho iniziato una carriera la-vorativa senza passare per il solito ap-prendistato italiano di far caffé e foto-copie. I colleghi mi hanno trattato alla pari sin dall’inizio e si è subito instaura-to un rapporto proficuo e collaborativo. Ho superato lo shock dell’impatto e del-la mentalità lavorativa differente.In secondo luogo, ho approfondito la conoscenza linguistica e della cultura. A volte, si sono creati dei malintesi e delle situazioni imbarazzanti, però una risata o un sorriso hanno spazzato tutto.In terzo luogo, ho capito meglio i miei connazionali, soprattutto i coetanei. Grazie al progetto Leonardo (uno di quei progetti finanziati dall’Unione Eu-ropea), è stata data l’opportunità a un gruppo di giovani laureati di lavorare all’estero presso aziende e istituzioni pubbliche e private.
Credevo che avessimo in comune la vo-lontà di fare sacrifici, di imparare una lingua e di sapersi adattare alle diffi-coltà, ma mi sbagliavo profondamente. Purtroppo, sotto i miei occhi, sono pas-sate scene da film, che raffiguravano i tipici difetti italici. Ho visto tutti i trucchi per evitare di andare a lavorare o per la-vorare il meno possibile. Lamentarsi su tutto ciò che non fosse tale e quale alla città natia. Lo stage veniva considerato come una sorta di vacanza prolungata.Il colmo è stato quando mi “rimprovera-vano” di essere onesto e corretto con l’azienda per la quale lavoravo (l’azien-da mi ha scritto una bella lettera di rac-comandazione per il lavoro svolto) o di non essermi goduto la permanenza all’estero (ho studiato per ottenere un diploma riconosciuto a livello interna-zionale). In conclusione, se questi giovani rap-presentano il futuro dell’Italia, beh, stiamo proprio freschi.Stefano Carta
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MUGGIA CARNEVALE 2009 SIETE TUTTI CALDAMENTE INVITATI
LA VALVOLA DI SFOGO PLEBEA
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
TEATRO E ATTUALITÀ… PER NON DARSI PACE
UNITS ON AIR LA RADIO CHE MANCAVA
ASSEMBLEA STRAORDINARIA DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA: TRASFERIMENTO A GORIZIA
PROGETTO LEONARDOCOSA TI ASPETTA QUANDO VUOI FARE UNO STAGE ALL’ESTERO
PROGETTO LEONARDOCOSA TI ASPETTA QUANDO VUOI FARE UNO STAGE ALL’ESTERO
8 attualità
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succede in città* vuoicollaborareconnoi? qualcosanonva? segnalazioni?…osemplicementevuoifartisentire? contattacia [email protected]
il giornalino degli studenti
2 3 curiosità
La società democratica funziona se alla base vi è un solido fondamento mora-le. Una “guida” cioè attraverso la qua-le l’uomo agisce e compie certe azioni piuttosto che altre.La morale si manifesta ogni qual vol-ta l’uomo deve affrontare una scelta, alla quale, seguirà un comportamento morale. L’oggetto della morale è l’etica che si contrappone all’interesse. L’eti-ca permette di distinguere i comporta-menti dell’uomo in buoni, giusti e quelli cattivi in appropriati, ingiusti.Secondo Kant –che si richiama all’Im-perativo categorico- «il fondamento della volontà per la legge morale è che la volontà sia determinata semplice-mente dalla morale come volontà “li-bera”» (libera scelta dove la materiali-tà non v’entra).Ogni azione compiuta dall’uomo e fat-ta per ottenere un vantaggio, non può essere morale. Una determinata azio-ne, scelta, và compiuta perché corri-sponde in primis ad un valore e non ad
un vantaggio.La società attuale ha abbandonato l’originale significato di morale, di eti-ca. Successo, denaro, notorietà, affer-mazione, potere, carriera, in cambio di favori, silenzi, occhi chiusi, menzogne, indifferenza, raccomandazioni e privi-legi, nella società d’oggi fanno gola a molti e paura a nessuno.Utilizzare la propria posizione, il pro-prio potere, la propria influenza, per ot-tenere un vantaggio personale è quan-to mai diventato d’uso comune a tutti i livelli. Chi infrange la regola morale non viene emarginato dalla società, messo al bando, additato e considerato di-sonesto. Colui che si comporta in tal modo è percepito come un esempio da seguire, un simbolo positivo, “quello” che ha trovato la scorciatoia; un virtuo-so in definitiva. La cultura dell’ ”arrivare a tutti i costi” ha fatto sì che il concetto di vizio, degeneri in virtù (ed escluda alla fine chi rispetta le regole).Secondo alcuni si è arrivati ad una con-
vivenza tra due modelli di società: una orizzontale e una verticale.L’ordine delle cose ha formato una cul-tura verticale in cui è normale la sotto-missione, inducendo a ritenere “giusta” l’esistenza di una gerarchia di diritti e doveri, dove le responsabilità non sono più individuabili e l’ordine viene “sem-plicemente eseguito” perché imposto dal livello superiore (prevalenza mo-dello verticale su quello orizzontale).Accade così che si formino due ordina-menti: uno formale ed uno sommerso. Uno dove tutti siamo uguali davanti alla legge (Costituzione italiana modello di società orizzontale); ed uno con rego-le proprie occulte o contrarie alla legge formale (società verticale).Il problema del mancato rispetto della legge formale (penale) chiamato con un eufemismo “questione morale”, non esiste secondo l’apparato istituzionale -inteso nel suo complesso- e considera in vigore l’ordinamento non ufficiale.A prova di quanto detto fin’ora, vi sono
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Eccolo, sta arrivando, arriverà precisamente fra poco, fra molto poco: stessa ora (prima che potete), stesso posto (Muggia centro), stessa durata (sette giorni). Dal 19 al 25 febbraio ci sarà festa a Muggia, festa per tutti grandi e piccoli, studenti e lavorato-ri, seri e estroversi: ci sarà il carnevale. Anche quest’anno la piccola cittadina costiera apre le porte e finestre e (si) riaccende tutto quel paz-zesco indotto di divertimento che per una settima-na intera, e specialmente sabato e martedì, porterà un fiume di giovani e meno giovani a mascherarsi, assumere identità stravaganti e a conoscersi tra le strette e animate calli muggesane. Come regola vuole, anche questa 56° edizione del carnevale di Muggia si aprirà con l’arrivo del Re Car-nevale il giovedì Grasso durante il pomeriggio in piazza Marconi (la piazza principale) e si chiuderà il mercoledì delle Ceneri con il Funerale del carneva-le che ogni anno sancisce la fine dei divertimenti; nel frattempo i giovani e la musica saranno i prota-gonisti.
Infatti, giovani e musica (da qualche anno soltanto fino a mezzanotte…) soprattutto nelle due serate più frequentate ossia, sabato e martedì sera, sono gli attori e i registi di serate indimenticabili, sono le comparse e i truccatori che stanno dietro le quin-te e producono il carnevale, sono i bigliettai e gli spettatori che entrano e escono dalle mura citta-dine. Insomma, il carnevale di Muggia mette in sce-na – e per farlo bisogna ringraziare tutti coloro che da molti mesi lavorano dietro quelle “quinte” – uno spettacolo che ogni anno si anima dell’anima delle persone che gremiscono le 20 (l’autobus per arriva-re fino a Muggia da Trieste) e che a flotti si riversa-no e si sparpagliano per il centro e per le viuzze. In breve: questo “teatrino” sta per aprire il sipario: lo show sta per iniziare. Come di certo non può man-care in un carnevale di tutto rispetto come quello di Muggia, anche quest’anno il Comune si è impe-gnato per riempire ogni giornata della settimana tra il 19 e il 25 con appuntamenti e spettacoli per adulti e bambini accompagnati dagli inconfondibili
risi e sorrisi delle compagnie di carnevale che con la loro allegria e simpatia, animeranno la settima-na. Il culmine degli spettacoli proposti dal Carne-vale sarà l’annuale Sfilata dei carri mascherati (do-menica 22 ore 13.30) che anche quest’anno vedrà defilare per le vie principali di Muggia le compagnie Bulli&Pupe, Brivido, Trottola, La bora, Ongia (vinci-trice dell’ultima edizione), Mandrioi, Bellezze na-turali e Lampo le quali non mancheranno di entu-siasmare gli spettatori. Ovviamente come testata seria e attenta, Fuorionda con il suo staff sarà pre-sente per tutta la durata del carnevale per consta-tare e…sorseggiare…personalmente l’andamento e i livello di divertimento che, conoscendo bene le passate edizioni, è garantito. Da queste righe non si può altro che riproporre l’invito a tutti e incorag-giare un buon passaparola ricordandovi che a Mug-gia si può esser “attori” o “comparse”, ma l’impor-tante è portare un pugno di allegria. Per informazioni www.carnevaldemuja.comDaniele Fasolo
MUGGIA CARNEVALE 2009 SIETE TUTTI CALDAMENTE INVITATI
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Il 26 Novembre Mumbai fu attaccato da un gruppo di terroristi che, secondo molti, farebbero parte di Lashkar-e-Taiba, un organizzazio-ne che avrebbe sede a Lahore, in Pakistan. Per un periodo si pensava che questo attacco contro l’India poteva essere la scintilla che face-va esplodere una guerra tra queste due potenze atomiche, che non nutrono sentimenti di amicizia reciproca molto profondi. Questi due paesi, che fino al 1947 erano uno solo insieme al Bangladesh, hanno un rituale alquanto particolare però, che si potrebbe pensare funzioni come una valvola di sfogo plebeaCi sono due strade che collegano questi due paesi, uno che passa per un pae-sino che si chiama Wagah nel Punjab e un altro nel Kashmir, una regione voluta dai due Stati per decenni e che ha una storia molto complicata. la storia di Wa-gah però è ugualmente interessante, è stato infatti il paese dove è stato dise-gnato la Linea Radcliffe, che se non sei del subcontinente Indiano non avrà una grandissima importanza, però essenzialmente è la linea che demarca il confine tra India e Pakistan, quando questi due paesi si sono separati i musulmani che vivevano nella parte indiana sono dovuti andare in Pakistan e gli indù in India, in questa migrazione forzata le stime delle persone decedute per malattia o per omicidio variano tra 200’000 e due milione, con un consenso generale sul milione di morti.Wagah era l’unico collegamento via terra tra questi due paesi fino al 1999, cioè che per due paesi che insieme hanno circa 1’200’000’000 di abitanti, ossia un pò meno del doppio di tutta l’Europa, e con un confine che è lungo 2050 km circa, che in teoria è di più della distanza tra Trieste e Stoccolma. c’era solo un punto ufficiale di incontro.Ogni giorno, un’ora prima del tramonto, questo confine viene chiuso, è una ce-rimonia che si ripete ogni sera per gli ultimi 60 anni. La sensazione è quello di quasi essere allo stadio; ci sono le tribune e migliaia di persone vengono ogni giorno essenzialmente a mandare a quel paese l’altro stato. Dal solo lato in-diano vengono di media 8’000 persone al giorno. I cori sono nazionalisti come
“Pakistan... Zindabad!!!” che tradotto significherebbe lunga vita Pakistan che ri-ceve la risposta di Hindustan...Zindabad!!! dall’altra parte. Una nuova moda lan-ciata adesso dal lato pakistano, dopo la famosa conferenza a Bagdad con Bush e Al Maliki, è di minacciare di lanciare le proprie scarpe ai nemici oltre confine, ma che non viene fatto per un semplice motivo molto pragmatico, tornare a casa scalzo non è proprio bello. Ci sono uomini il cui solo lavoro è di incoraggiare il pubblico di fare il più delirio possibile, con tanto di magliette con i colori nazio-nali e aste lunghissime con la bandiera che sventola patriotticamente in cima.I soldati sfilano in avanti e indietro, camminando con un passo che sembra qua-si che sono impossessati da qualche spirito talmente rigido che farebbe impal-lidire anche i tedeschi. Slanciano le gambe in aria con una flessibilità tale che arrivano sopra le proprie teste senza alcuna fatica, si guardano da una parte all’altra dei due cancelli con rabbia e fuoco nelle vene, con i cori che diventano sempre più forti e boati per qualsiasi errore commesso dai soldati avversari. I due gruppi di soldati fanno le azioni sincronizzate tra di loro, la unica differenza è che la divisa Pakistana è nera e quella indiana beige. Vanno avanti così, con il pubblico che sfoga la sua rabbia urlando di tutto e di più, con inni, con urla fino a quando le bandiere vengono abbassate, poste al riparo per la notte che viene e viene annunciato che lo spettacolo è finito, buona notte a tutti. Così semplice-mente quei momenti dove sembra quasi che le persone siano pronte a saltare giù dai palchi e andare a combattere fino alla morte tornano a casa ridendo e scherzando, come se niente fosse accaduto. Sembra quasi troppo perfetto che tutto l’odio venga liberato in quella cerimo-nia e dopo, come una nuvola leggera, vola semplicemente via. Eppure è così. La maggior parte dei Pakistani tornano a Lahore, città grande e importante e gli Indiani ad Amritsar, ugualmente grande. Qui pure, come in tutto il mondo, la maggioranza delle serate terminerà con una frase del genere: “Amore, sto tornando a casa adesso, cosa prepari per la cena?”Stephan Thoedesen(Per vedere un video della manifestazione digitate su Youtube: “Pakistan 19: Wagah Border Ceremony”)
le emanazioni dei “provvedimenti di clemenza” a opera del parlamento: condoni, indulti, amnistie, sono misure atte a sanare le posizioni irregolari dei cittadini. Il presupposto di questa nor-ma sta nella trasgressione di massa.Queste applicazioni sono il contrario del principio vigente nell’ordinamento formale per cui la legge è uguale per tutti.Abbiamo anche assistito a tentativi di sostituire la morale con la legge, ma sono falliti poiché il numero di perso-ne comuni coinvolte cresceva in modo esponenziale.Quindi è lampante che la nostra società ha bisogno di una “riqualificazione” eti-ca che può avvenire cominciando dal-l’insegnamento ai bambini nelle scuo-le e, nel caso dell’adulto, dalle piccole cose quotidiane, recuperando quella diligenza del buon padre di famiglia presente nei fondatori della Costitu-zione e sancito nell’ordinamento giu-ridico. a.g.
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un vantaggio.La società attuale ha abbandonato l’originale significato di morale, di eti-ca. Successo, denaro, notorietà, affer-mazione, potere, carriera, in cambio di favori, silenzi, occhi chiusi, menzogne, indifferenza, raccomandazioni e privi-legi, nella società d’oggi fanno gola a molti e paura a nessuno.Utilizzare la propria posizione, il pro-prio potere, la propria influenza, per ot-tenere un vantaggio personale è quan-to mai diventato d’uso comune a tutti i livelli. Chi infrange la regola morale non viene emarginato dalla società, messo al bando, additato e considerato di-sonesto. Colui che si comporta in tal modo è percepito come un esempio da seguire, un simbolo positivo, “quello” che ha trovato la scorciatoia; un virtuo-so in definitiva. La cultura dell’ ”arrivare a tutti i costi” ha fatto sì che il concetto di vizio, degeneri in virtù (ed escluda alla fine chi rispetta le regole).Secondo alcuni si è arrivati ad una con-
vivenza tra due modelli di società: una orizzontale e una verticale.L’ordine delle cose ha formato una cul-tura verticale in cui è normale la sotto-missione, inducendo a ritenere “giusta” l’esistenza di una gerarchia di diritti e doveri, dove le responsabilità non sono più individuabili e l’ordine viene “sem-plicemente eseguito” perché imposto dal livello superiore (prevalenza mo-dello verticale su quello orizzontale).Accade così che si formino due ordina-menti: uno formale ed uno sommerso. Uno dove tutti siamo uguali davanti alla legge (Costituzione italiana modello di società orizzontale); ed uno con rego-le proprie occulte o contrarie alla legge formale (società verticale).Il problema del mancato rispetto della legge formale (penale) chiamato con un eufemismo “questione morale”, non esiste secondo l’apparato istituzionale -inteso nel suo complesso- e considera in vigore l’ordinamento non ufficiale.A prova di quanto detto fin’ora, vi sono
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Infatti, giovani e musica (da qualche anno soltanto fino a mezzanotte…) soprattutto nelle due serate più frequentate ossia, sabato e martedì sera, sono gli attori e i registi di serate indimenticabili, sono le comparse e i truccatori che stanno dietro le quin-te e producono il carnevale, sono i bigliettai e gli spettatori che entrano e escono dalle mura citta-dine. Insomma, il carnevale di Muggia mette in sce-na – e per farlo bisogna ringraziare tutti coloro che da molti mesi lavorano dietro quelle “quinte” – uno spettacolo che ogni anno si anima dell’anima delle persone che gremiscono le 20 (l’autobus per arriva-re fino a Muggia da Trieste) e che a flotti si riversa-no e si sparpagliano per il centro e per le viuzze. In breve: questo “teatrino” sta per aprire il sipario: lo show sta per iniziare. Come di certo non può man-care in un carnevale di tutto rispetto come quello di Muggia, anche quest’anno il Comune si è impe-gnato per riempire ogni giornata della settimana tra il 19 e il 25 con appuntamenti e spettacoli per adulti e bambini accompagnati dagli inconfondibili
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“Pakistan... Zindabad!!!” che tradotto significherebbe lunga vita Pakistan che ri-ceve la risposta di Hindustan...Zindabad!!! dall’altra parte. Una nuova moda lan-ciata adesso dal lato pakistano, dopo la famosa conferenza a Bagdad con Bush e Al Maliki, è di minacciare di lanciare le proprie scarpe ai nemici oltre confine, ma che non viene fatto per un semplice motivo molto pragmatico, tornare a casa scalzo non è proprio bello. Ci sono uomini il cui solo lavoro è di incoraggiare il pubblico di fare il più delirio possibile, con tanto di magliette con i colori nazio-nali e aste lunghissime con la bandiera che sventola patriotticamente in cima.I soldati sfilano in avanti e indietro, camminando con un passo che sembra qua-si che sono impossessati da qualche spirito talmente rigido che farebbe impal-lidire anche i tedeschi. Slanciano le gambe in aria con una flessibilità tale che arrivano sopra le proprie teste senza alcuna fatica, si guardano da una parte all’altra dei due cancelli con rabbia e fuoco nelle vene, con i cori che diventano sempre più forti e boati per qualsiasi errore commesso dai soldati avversari. I due gruppi di soldati fanno le azioni sincronizzate tra di loro, la unica differenza è che la divisa Pakistana è nera e quella indiana beige. Vanno avanti così, con il pubblico che sfoga la sua rabbia urlando di tutto e di più, con inni, con urla fino a quando le bandiere vengono abbassate, poste al riparo per la notte che viene e viene annunciato che lo spettacolo è finito, buona notte a tutti. Così semplice-mente quei momenti dove sembra quasi che le persone siano pronte a saltare giù dai palchi e andare a combattere fino alla morte tornano a casa ridendo e scherzando, come se niente fosse accaduto. Sembra quasi troppo perfetto che tutto l’odio venga liberato in quella cerimo-nia e dopo, come una nuvola leggera, vola semplicemente via. Eppure è così. La maggior parte dei Pakistani tornano a Lahore, città grande e importante e gli Indiani ad Amritsar, ugualmente grande. Qui pure, come in tutto il mondo, la maggioranza delle serate terminerà con una frase del genere: “Amore, sto tornando a casa adesso, cosa prepari per la cena?”Stephan Thoedesen(Per vedere un video della manifestazione digitate su Youtube: “Pakistan 19: Wagah Border Ceremony”)
le emanazioni dei “provvedimenti di clemenza” a opera del parlamento: condoni, indulti, amnistie, sono misure atte a sanare le posizioni irregolari dei cittadini. Il presupposto di questa nor-ma sta nella trasgressione di massa.Queste applicazioni sono il contrario del principio vigente nell’ordinamento formale per cui la legge è uguale per tutti.Abbiamo anche assistito a tentativi di sostituire la morale con la legge, ma sono falliti poiché il numero di perso-ne comuni coinvolte cresceva in modo esponenziale.Quindi è lampante che la nostra società ha bisogno di una “riqualificazione” eti-ca che può avvenire cominciando dal-l’insegnamento ai bambini nelle scuo-le e, nel caso dell’adulto, dalle piccole cose quotidiane, recuperando quella diligenza del buon padre di famiglia presente nei fondatori della Costitu-zione e sancito nell’ordinamento giu-ridico. a.g.
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atto secondol’atto inizia con un siparietto della ve-lina bionda che, stanca dell’attesa, conquista la ribalta, si produce in frasi incomprensibili, si dimena come può per sfoggiare la sua drammatica igno-ranza su fatti e persone e non omette una serie di gradevoli improperi al re-gista perché reputa di essere mal in-quadrata dalle telecamere. l’assurdo monologo cessa finalmente quando il portiere del teatro, un tipo spiccio e istriano, le esclama esterrefatto: “ciò, bea mueta, ma no’ ti ga visto che no’ ghe xè né telecamere né nissun che ti ‘scolti?? idemo najprej, su!”la veli-na, con entrambi i neuroni in default neurovegetativo, esce allora di scena e appaiono rescovamerda e paggio chip ditosecco, intenti a discutere del fascino delle giovani del regno.
ChipDS“Eh, Maestà, ci sono belle ragazze qui ma, secondo me, la Duchessa Farsa ha un appeal che nessun’al-tra può vantare. E’ proprio un gran topa…”
ReSM“Amico mio,” sorridendo ironica-mente “parli per te o per sottrarmi una confessione che in ogni caso ri-ferirai alla Duchessa?”
ChipDS“Sua Maestà, lei già conosce la mia devozione per la Farsa e può quindi confidare sulla mia totale mancan-za di riservatezza: qualsiasi cosa mi dica, ne avrò il riserbo necessario affinchè arrivi di sicuro anche al-l’orecchio della Duchessa.”
ReSM “Ebbene, amico mio, stando così le cose, ti rispondo come la Farsa at-tende che io risponda: la Duchessa è una delle più belle donne del Re-gno e il mio amore per lei è infinito come un decimale periodico. Am-messo, ora, che ella possa vantare una simile dichiarazione da parte mia, a te, personalmente, cosa ne viene? Speri forse di visitare anche il deretano della Duchessa come un improvvisato ginecologo? Al riguar-do,…” facendo cenno all’alchimista di Corte di avvicinarsi “…quale pro-va della mia celebre magnanimità, ho già disposto affinchè tu pos-sa approvvigionarti di Luan crema nella misura che la Food and Drug Administration ha stabilito per una corretta e soddisfacente ispezione rettale.”
ChipDS“O Sua Maestà, quale generosità! Non merito tanta attenzione ed in-dulgenza… In fondo, sono indaga-to solo per aver cagionato a spro-posito un’infiammazione sfinterica di banale risoluzione. Ciò premes-so, sfrutto di buon grado la sua mal riposta simpatia e prendo ciò che viene senza pudore alcuno perché del famoso detto “Tra Moglie e Ma-rito non mettere il Dito” io, sincera-mente, me ne fotto e continuerò a piazzare il mio dito ogni volta che potrò.”
ReSM“Bravo Ditosecco. La tua amicizia è fidata ed encomiabile. Sei un Paggio buono e demente. Rallegrati pure della tua fedeltà alla Corte della Du-chessa perché “Chi si somiglia, si pi-glia” e nessuno qui ti ha apostrofato come insopportabile, né ha mai fin-to impegni vari per evitare di dover prestare ascolto ad un problema o una situazione che ti stava a cuore. Sono a capo di un Regno di stronzi eccellenti e snob, non certamen-te di poveracci che mascherano la propria nullità con la doppiezza e l’ipocrisia.”
ChipDS“Sua Maestà, dubito di aver compre-so cosa intende…”
ReSM“Ma no! Che novità!” dirompendo in una grassa risata “Puoi andare, Pag-gio Chip Ditosecco, puoi andare…”
atto primosua maestà re scovamerda era pen-sieroso e non trovava pace al dilemma che lo affliggeva da un po’ di tempo: non sapeva come rendere infelice una giovane ragazza del regno che, in pre-da all’euforia, aveva deciso di sposare la nobile causa dell’alcolismo cronico. confida allora i suoi propositi alla du-chessa farsa.
ReSM“ Capisce Duchessa? Non posso per-mettere che i miei sudditi si avvi-nazzino e si contorcano sorridenti in uno stato di incoscienza che io non ho loro concesso! Ne vale della mia dignità di Re! Di cosa potrei più bear-mi, se non della loro amena tristezza di stronzi?”
Farsa”Sua Maestà, la sua dedizione per il popolo puzza di superbia ed egoismo quanto la merda che ha appena pe-stato. Perché occuparsi di una giova-ne senza presente e futuro, quando potrebbe meglio concentrare le sue attenzioni sulle mie grazie, tra l’altro non artefatte come il sorriso che le offro?”
ReSM ”Amabile Duchessa, il suo acume non è pari al numero di certificazioni che le sue grazie hanno già raccolto. Dovrebbe ricordare come io abbia già vergato ed approvato la sua etichet-ta in occasione del Gran Ballo d’Esta-te e, perciò, quale vantaggio otterrei dal tormento di fermentare una pa-tata già lessa?”
Farsa“Sua Maestà! Lei mi lusinga ma scommetto sulla sua miopia: quan-do scoprirà interamente tutte le mie doti, non desidererà che me ed io mi compiacerò di annoverarla tra gli im-becilli della mia Corte” conludendo la risposta piccata e sibilante con una risata tanto diabolica quanto minac-ciosa. Nel medesimo istante, mentre la risata della Duchessa ancora ri-suona tra le mura del porticato, il Re si abbandona ad una scorreggina di preoccupazione e, indifferente, si gratta una natica simulando la ne-cessità di spolverare il retro dei pro-pri calzoni. Quindi, la Duchessa si al-lontana, ignara del rischio biologico ancora in corso, e il Re rientra nello studio Generale del Palazzo pensan-do che la Farsa è più insidiosa di una gang-bang cui partecipano anche Vladimir Luxuria e Platinette.CO
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È andata in scena, al Politeama Rossetti, teatro stabile del Friuli Venezia Giulia, la versione teatrale di Gomorra, il romanzo-reportage di Roberto Saviano, che svela, senza mezzi termini, il sistema organizzativo, i traffici e le manovre imprenditoriali della Camorra.La versione drammaturgica, che è stata avviata ancor prima dell’uscita del libro nel 2006, si apre proiettando improvvisamente gli spettatori in un convegno virtuale, ma dai toni incredibilmente reali: il personaggio-Saviano compare improvvisamente sulla scena per iniziare un breve monologo talmente pungente e crudo da sembrare davvero rivolto agli spettatori presenti, se non fosse che il personaggio
stesso riveli di trovarsi a Casal di Principe.Saviano-personaggio teatrale riversa addosso ai presenti tutta la sua rabbia per la situazione di quel sud Italia in cui è cresciuto e che viene definito un “trincea”;per quel sud in mano ai camorristi che professano: “lo stato siamo noi”; a questi egli urla “andatevene!” e a tutti, poi, urla la necessità di conoscere e capire ciò che avviene laggiù.Ecco allora che il pubblico viene catapultato in quel sud: una serie di flash racconta varie storie di Camorra; il regista Mario Geraldi mette in scienza vari episodi citati nel libro romanzandoli e collegandoli attraverso il personaggio di Saviano;
dai traffici illeciti che continuamente avvengono nel porto di Napoli; alle storie di piccoli spacciatori, a quelle dei lavoratori in nero nelle fabbriche dei camorristi a quelle dei più temibili boss imprenditori.Tutto ciò viene reso con un’intensità e una vivezza che mette quasi a disagio, da una compagnia di sei attori che condividono con Saviano il suo impegno a far conoscere e capire tutto ciò. Impegno che egli intende perseguire “fino al termine della notte”; è in questi termini che si esprime il personaggio Saviano al termine dello spettacolo, chiudendo il sipario con un battuta- monito; sentita insieme sia come una minaccia dai Casalesi che come una sfida da tutti gli altri: “non datevi pace!” Locito
TEATRO E ATTUALITÀ… PER NON DARSI PACE
teatro
L’atto si chiude con uno show a sor-presa della Velina bionda che, pen-sando di essere al Viale39 o al Bana-na, si produce in una sensualissima lap dance intorno alla fune del sipario, nella quale tuttavia, al termine della seconda evoluzione aerea, rimane fa-talmente e mortalmente impigliata. Il medico del Coroner scagionerà poi il produttore dell’opera, responsabile della rappresentazione e della sicu-rezza del lavoro, per evidente estra-neità al cretinismo di cui la Velina era affetta.to be continued...Simon Mark Zovich
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ChipDS“Eh, Maestà, ci sono belle ragazze qui ma, secondo me, la Duchessa Farsa ha un appeal che nessun’al-tra può vantare. E’ proprio un gran topa…”
ReSM“Amico mio,” sorridendo ironica-mente “parli per te o per sottrarmi una confessione che in ogni caso ri-ferirai alla Duchessa?”
ChipDS“Sua Maestà, lei già conosce la mia devozione per la Farsa e può quindi confidare sulla mia totale mancan-za di riservatezza: qualsiasi cosa mi dica, ne avrò il riserbo necessario affinchè arrivi di sicuro anche al-l’orecchio della Duchessa.”
ReSM “Ebbene, amico mio, stando così le cose, ti rispondo come la Farsa at-tende che io risponda: la Duchessa è una delle più belle donne del Re-gno e il mio amore per lei è infinito come un decimale periodico. Am-messo, ora, che ella possa vantare una simile dichiarazione da parte mia, a te, personalmente, cosa ne viene? Speri forse di visitare anche il deretano della Duchessa come un improvvisato ginecologo? Al riguar-do,…” facendo cenno all’alchimista di Corte di avvicinarsi “…quale pro-va della mia celebre magnanimità, ho già disposto affinchè tu pos-sa approvvigionarti di Luan crema nella misura che la Food and Drug Administration ha stabilito per una corretta e soddisfacente ispezione rettale.”
ChipDS“O Sua Maestà, quale generosità! Non merito tanta attenzione ed in-dulgenza… In fondo, sono indaga-to solo per aver cagionato a spro-posito un’infiammazione sfinterica di banale risoluzione. Ciò premes-so, sfrutto di buon grado la sua mal riposta simpatia e prendo ciò che viene senza pudore alcuno perché del famoso detto “Tra Moglie e Ma-rito non mettere il Dito” io, sincera-mente, me ne fotto e continuerò a piazzare il mio dito ogni volta che potrò.”
ReSM“Bravo Ditosecco. La tua amicizia è fidata ed encomiabile. Sei un Paggio buono e demente. Rallegrati pure della tua fedeltà alla Corte della Du-chessa perché “Chi si somiglia, si pi-glia” e nessuno qui ti ha apostrofato come insopportabile, né ha mai fin-to impegni vari per evitare di dover prestare ascolto ad un problema o una situazione che ti stava a cuore. Sono a capo di un Regno di stronzi eccellenti e snob, non certamen-te di poveracci che mascherano la propria nullità con la doppiezza e l’ipocrisia.”
ChipDS“Sua Maestà, dubito di aver compre-so cosa intende…”
ReSM“Ma no! Che novità!” dirompendo in una grassa risata “Puoi andare, Pag-gio Chip Ditosecco, puoi andare…”
atto primosua maestà re scovamerda era pen-sieroso e non trovava pace al dilemma che lo affliggeva da un po’ di tempo: non sapeva come rendere infelice una giovane ragazza del regno che, in pre-da all’euforia, aveva deciso di sposare la nobile causa dell’alcolismo cronico. confida allora i suoi propositi alla du-chessa farsa.
ReSM“ Capisce Duchessa? Non posso per-mettere che i miei sudditi si avvi-nazzino e si contorcano sorridenti in uno stato di incoscienza che io non ho loro concesso! Ne vale della mia dignità di Re! Di cosa potrei più bear-mi, se non della loro amena tristezza di stronzi?”
Farsa”Sua Maestà, la sua dedizione per il popolo puzza di superbia ed egoismo quanto la merda che ha appena pe-stato. Perché occuparsi di una giova-ne senza presente e futuro, quando potrebbe meglio concentrare le sue attenzioni sulle mie grazie, tra l’altro non artefatte come il sorriso che le offro?”
ReSM ”Amabile Duchessa, il suo acume non è pari al numero di certificazioni che le sue grazie hanno già raccolto. Dovrebbe ricordare come io abbia già vergato ed approvato la sua etichet-ta in occasione del Gran Ballo d’Esta-te e, perciò, quale vantaggio otterrei dal tormento di fermentare una pa-tata già lessa?”
Farsa“Sua Maestà! Lei mi lusinga ma scommetto sulla sua miopia: quan-do scoprirà interamente tutte le mie doti, non desidererà che me ed io mi compiacerò di annoverarla tra gli im-becilli della mia Corte” conludendo la risposta piccata e sibilante con una risata tanto diabolica quanto minac-ciosa. Nel medesimo istante, mentre la risata della Duchessa ancora ri-suona tra le mura del porticato, il Re si abbandona ad una scorreggina di preoccupazione e, indifferente, si gratta una natica simulando la ne-cessità di spolverare il retro dei pro-pri calzoni. Quindi, la Duchessa si al-lontana, ignara del rischio biologico ancora in corso, e il Re rientra nello studio Generale del Palazzo pensan-do che la Farsa è più insidiosa di una gang-bang cui partecipano anche Vladimir Luxuria e Platinette.CO
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È andata in scena, al Politeama Rossetti, teatro stabile del Friuli Venezia Giulia, la versione teatrale di Gomorra, il romanzo-reportage di Roberto Saviano, che svela, senza mezzi termini, il sistema organizzativo, i traffici e le manovre imprenditoriali della Camorra.La versione drammaturgica, che è stata avviata ancor prima dell’uscita del libro nel 2006, si apre proiettando improvvisamente gli spettatori in un convegno virtuale, ma dai toni incredibilmente reali: il personaggio-Saviano compare improvvisamente sulla scena per iniziare un breve monologo talmente pungente e crudo da sembrare davvero rivolto agli spettatori presenti, se non fosse che il personaggio
stesso riveli di trovarsi a Casal di Principe.Saviano-personaggio teatrale riversa addosso ai presenti tutta la sua rabbia per la situazione di quel sud Italia in cui è cresciuto e che viene definito un “trincea”;per quel sud in mano ai camorristi che professano: “lo stato siamo noi”; a questi egli urla “andatevene!” e a tutti, poi, urla la necessità di conoscere e capire ciò che avviene laggiù.Ecco allora che il pubblico viene catapultato in quel sud: una serie di flash racconta varie storie di Camorra; il regista Mario Geraldi mette in scienza vari episodi citati nel libro romanzandoli e collegandoli attraverso il personaggio di Saviano;
dai traffici illeciti che continuamente avvengono nel porto di Napoli; alle storie di piccoli spacciatori, a quelle dei lavoratori in nero nelle fabbriche dei camorristi a quelle dei più temibili boss imprenditori.Tutto ciò viene reso con un’intensità e una vivezza che mette quasi a disagio, da una compagnia di sei attori che condividono con Saviano il suo impegno a far conoscere e capire tutto ciò. Impegno che egli intende perseguire “fino al termine della notte”; è in questi termini che si esprime il personaggio Saviano al termine dello spettacolo, chiudendo il sipario con un battuta- monito; sentita insieme sia come una minaccia dai Casalesi che come una sfida da tutti gli altri: “non datevi pace!” Locito
TEATRO E ATTUALITÀ… PER NON DARSI PACE
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L’atto si chiude con uno show a sor-presa della Velina bionda che, pen-sando di essere al Viale39 o al Bana-na, si produce in una sensualissima lap dance intorno alla fune del sipario, nella quale tuttavia, al termine della seconda evoluzione aerea, rimane fa-talmente e mortalmente impigliata. Il medico del Coroner scagionerà poi il produttore dell’opera, responsabile della rappresentazione e della sicu-rezza del lavoro, per evidente estra-neità al cretinismo di cui la Velina era affetta.to be continued...Simon Mark Zovich
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FUORI FACOLTÀ FACOLTÀ DI PSICOLOGIA
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Tra poco si va in onda! Units avrà la sua radio, la nostra e la vostra radio. Un amplificatore della voce dei giovani, un luogo dove discu-tere, informarsi, farsi sentire. Non è l’ennesimo progetto campato in aria, è tutto pronto, aspetti legali e finanziari compresi. Lo racconta al vostro immancabile Fuorionda He-rald Qyqia, socio di Radioincorso, che ha contribuito alla realizzazio-ne del progetto.
Perchè un’università on air?Per dar sfogo a tutte quelle espressioni dei giovani, per far sentire la nostra voce. Eventi, concerti, conferenze, feste e convegni. Appuntamenti da e per gli universitari. Ma anche per avere un canale tramite il quale dialogare con l’amministrazione. Non vuole essere soltanto una radio ma piuttosto un laboratorio, dove gli studenti possano trovare un loro spazio, incontrarsi, discutere.
Com’è stato concepito questo progetto?
Tutto è iniziato con l’adesione da parte della facoltà di Scienze della formazione al bando nazionale “unyonair”, che ha dato la possibilità ad alcuni studenti, me compreso, di seguire dei corsi di formazione a Milano tenuti da Radio 24. Così abbiamo avuto l’opportunità di imparare a sviluppare e gestire una radio. Tornati a
Trieste ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo definito il nostro progetto, ottenuto i finanziamenti. Ora il traguardo, o meglio la partenza è vicina.
Dove vi potremo ascoltare?Per il momento ci riteniamo soddisfatti di farci trovare sul sito www.radioincorso.it, anche se ci stiamo muovendo per prendere contatto con delle radio locali per un futuro paternariato. Il prossimo passo sarà installare dei ripetitori wi-fi nei bar dell’università.
Due domande secche: impegni futuri? Come partecipare?
Il più grande problema da affrontare è la continuità del servizio, che dipenderà dal numero di persone che lavoreranno con noi. La seconda domanda trova quindi presto risposta: auspichiamo una numerosa e coinvolta collaborazione e invitiamo tutti coloro (ndr studenti e non) che
sono motivati a contattarci per sviluppare assieme questo progetto.
Ci puoi rivelare quale dettaglio sui programmi che andranno in onda?
II target di età sarà tra i 18 e i 30 anni quindi, ci sarà sicuramente molta musica, promozione di gruppi musicali locali e non, un programma che si intitolerà Ostmusik sulla musica dell’est europa, informazione e uno spazio - che è anche un invito a collaborare insieme - anche per voi di Fuorionda».Nell’attesa di poter ascoltare Radioincorso anche sulle frequeze radio, diamo a tutti l’appuntamento su www.radioincorso.it e qualche dritta nel caso vogliate far sentir la vostra voce. Nel frattempo un grosso “in boca al lupo” agli organizzatori: buon lavoro!Daniele Fasolo
foto
di A
ndre
a Pi
rafo
to d
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rea
Pira
Lunedì 26 Gennaio si è svolta un assemblea straor-dinaria della facoltà di Architettura per discutere del possibile spostamento della facoltà da Trieste a Go-rizia. Nell’assemblea si è stesa una lettera da inviare al Preside di Facoltà, al Magnifico Rettore ed a altre importanti figure coinvolte nello spostamento per proporre alcune richieste tra la quali la trasparenza nelle trattative. E’ infatti curioso che i circa 700 studenti di architet-tura abbiano appreso dell’imminente trasloco sol-tanto a mezzo stampa. Nella discussione è emerso che il possibile trasferimento della facoltà triestina a Gorizia non produrrebbe alcuna fusione con la facol-tà di architettura friulana, contrariamente a quan-
to dicevano i giornali, questo aspetto è importante perché elimina le giustificazioni del trasferimento: la centralità di Gorizia come città ponte tra Udine e Trieste e l’eventuale razionalizzazione dei fondi de-stinati alle 2 facoltà che l’unione comporterebbe. La spostamento nel capoluogo isontino, dunque, sembrerebbe privo di motivazioni considerando an-che il clima di tagli che le recenti riforme propongo-no in tema di contenimento dei fondi universitari.Considerando anche il malcontento espresso duran-te l’assemblea dei numerosi studenti presenti, sem-bra che il possibile spostamento non sia gradito per svariati motivi come:– la difficile raggiungibilità di Gorizia rispetto Trieste
– la minor offerta di possibilità, che, Gorizia offre agli studenti dal punto di vista delle complessità ur-banistiche– la preoccupante prospettiva che lo spostamento mini la già precaria situazione della facoltà triestina nata da poco più di un decennio.Gli studenti di architettura in si augurano di non ve-der spostata la propria facoltà a Gorizia, altresì di ve-rer potenziata la propria presenza a Trieste con una sede centrale unica (di cui voci di corridoio parlava-no già negli anni precedenti) adeguato materiale e strutture didattiche nonché confermando la pre-senza del già valido corpo docente. Luca Troian
ASSEMBLEA STRAORDINARIA DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA: TRASFERIMENTO A GORIZIA
mail [email protected] e radio www.radioincorso.it
DOVE SIAMOVia Valerio 12/2 ed. H3 4 piano
news
news attualità 76
FUORI FACOLTÀ FACOLTÀ DI PSICOLOGIA
UNITS ON AIR LA RADIO CHE MANCAVA
Tra poco si va in onda! Units avrà la sua radio, la nostra e la vostra radio. Un amplificatore della voce dei giovani, un luogo dove discu-tere, informarsi, farsi sentire. Non è l’ennesimo progetto campato in aria, è tutto pronto, aspetti legali e finanziari compresi. Lo racconta al vostro immancabile Fuorionda He-rald Qyqia, socio di Radioincorso, che ha contribuito alla realizzazio-ne del progetto.
Perchè un’università on air?Per dar sfogo a tutte quelle espressioni dei giovani, per far sentire la nostra voce. Eventi, concerti, conferenze, feste e convegni. Appuntamenti da e per gli universitari. Ma anche per avere un canale tramite il quale dialogare con l’amministrazione. Non vuole essere soltanto una radio ma piuttosto un laboratorio, dove gli studenti possano trovare un loro spazio, incontrarsi, discutere.
Com’è stato concepito questo progetto?
Tutto è iniziato con l’adesione da parte della facoltà di Scienze della formazione al bando nazionale “unyonair”, che ha dato la possibilità ad alcuni studenti, me compreso, di seguire dei corsi di formazione a Milano tenuti da Radio 24. Così abbiamo avuto l’opportunità di imparare a sviluppare e gestire una radio. Tornati a
Trieste ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo definito il nostro progetto, ottenuto i finanziamenti. Ora il traguardo, o meglio la partenza è vicina.
Dove vi potremo ascoltare?Per il momento ci riteniamo soddisfatti di farci trovare sul sito www.radioincorso.it, anche se ci stiamo muovendo per prendere contatto con delle radio locali per un futuro paternariato. Il prossimo passo sarà installare dei ripetitori wi-fi nei bar dell’università.
Due domande secche: impegni futuri? Come partecipare?
Il più grande problema da affrontare è la continuità del servizio, che dipenderà dal numero di persone che lavoreranno con noi. La seconda domanda trova quindi presto risposta: auspichiamo una numerosa e coinvolta collaborazione e invitiamo tutti coloro (ndr studenti e non) che
sono motivati a contattarci per sviluppare assieme questo progetto.
Ci puoi rivelare quale dettaglio sui programmi che andranno in onda?
II target di età sarà tra i 18 e i 30 anni quindi, ci sarà sicuramente molta musica, promozione di gruppi musicali locali e non, un programma che si intitolerà Ostmusik sulla musica dell’est europa, informazione e uno spazio - che è anche un invito a collaborare insieme - anche per voi di Fuorionda».Nell’attesa di poter ascoltare Radioincorso anche sulle frequeze radio, diamo a tutti l’appuntamento su www.radioincorso.it e qualche dritta nel caso vogliate far sentir la vostra voce. Nel frattempo un grosso “in boca al lupo” agli organizzatori: buon lavoro!Daniele Fasolo
foto
di A
ndre
a Pi
rafo
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Pira
Lunedì 26 Gennaio si è svolta un assemblea straor-dinaria della facoltà di Architettura per discutere del possibile spostamento della facoltà da Trieste a Go-rizia. Nell’assemblea si è stesa una lettera da inviare al Preside di Facoltà, al Magnifico Rettore ed a altre importanti figure coinvolte nello spostamento per proporre alcune richieste tra la quali la trasparenza nelle trattative. E’ infatti curioso che i circa 700 studenti di architet-tura abbiano appreso dell’imminente trasloco sol-tanto a mezzo stampa. Nella discussione è emerso che il possibile trasferimento della facoltà triestina a Gorizia non produrrebbe alcuna fusione con la facol-tà di architettura friulana, contrariamente a quan-
to dicevano i giornali, questo aspetto è importante perché elimina le giustificazioni del trasferimento: la centralità di Gorizia come città ponte tra Udine e Trieste e l’eventuale razionalizzazione dei fondi de-stinati alle 2 facoltà che l’unione comporterebbe. La spostamento nel capoluogo isontino, dunque, sembrerebbe privo di motivazioni considerando an-che il clima di tagli che le recenti riforme propongo-no in tema di contenimento dei fondi universitari.Considerando anche il malcontento espresso duran-te l’assemblea dei numerosi studenti presenti, sem-bra che il possibile spostamento non sia gradito per svariati motivi come:– la difficile raggiungibilità di Gorizia rispetto Trieste
– la minor offerta di possibilità, che, Gorizia offre agli studenti dal punto di vista delle complessità ur-banistiche– la preoccupante prospettiva che lo spostamento mini la già precaria situazione della facoltà triestina nata da poco più di un decennio.Gli studenti di architettura in si augurano di non ve-der spostata la propria facoltà a Gorizia, altresì di ve-rer potenziata la propria presenza a Trieste con una sede centrale unica (di cui voci di corridoio parlava-no già negli anni precedenti) adeguato materiale e strutture didattiche nonché confermando la pre-senza del già valido corpo docente. Luca Troian
ASSEMBLEA STRAORDINARIA DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA: TRASFERIMENTO A GORIZIA
mail [email protected] e radio www.radioincorso.it
DOVE SIAMOVia Valerio 12/2 ed. H3 4 piano
news
FEBBRAIO2009
da venerdi 20 a domenica 22 febbraioCoppa del mondo di sci femminileTarvisowww.worldcuptarvisio.com
da Giovedì 19 a Mercoledì 25 Febbraio 200956° Carnevale muggesanoMuggia (TS)www.carnevaldemuja.com
Lunedì 16 Febbraio 200921.00Gianluca GrignaniCammina nel sole tourUdineTeatro Nuovo Giovanni da Udine
Da VenerdÏ 13 a Sabato 14 Febbraio 200921.00Franco BattiatoTrieste “Il Rossetti” viale XX Settembre 45
Martedì 24 Febbraio 200920.30Moro no BrasilTriesteKnulp, via Madonna del Mare 7Tre film sul Brasile di oggiwww.knulp.it
Sabato 28 Febbraio 200921.00 Bandomat - Live music - cover TriesteTiffany Cafè, via Ginnastica
Sabato 28 Febbraio 200921.00Frankie Hi EnergyPordenone Deposito Giordani via Praseccot 0434 [email protected]
entro l’8 marzo 2009Bando Erasmus 2009/2010Tutte le informazioni, il bando, la dichiarazione e líelenco delle destinazioni sono reperibili sulla homepage dellíUniversità di Trieste, cliccando su ìMobilità internazionale e poi sulle News, al seguente indirizzo:www2.units.it/internationalia
Mercoledì 11 Marzo 2009Makako JumpTriesteEtnoblogVia Madonna del Mare, 3 t 040 310349 www.etnoblog.com
Venerdì 13 Marzo 200917.30Giusy Ferreri in concertoPordenone Deposito GiordaniVia Prasecco, 13 t 0434-208934 f [email protected]
Domenica 15 Marzo 2009Lussarissimo Contestdalle 9.30 alle 15.00TarvisioNel nuovo Snowparkwww.lussarissimo.com
Lunedì 30 Marzo 200921.00 Fiorella MannoiaIn movimento tour UdineTeatro Nuovo Giovanni da Udine
IN VERITÀ CI DOVEVA ESSERE ANCHE L’ARTICOLO SU FRANK ZAPPA
redazione
direttoreAlessio Glavina
vicedirettoreDaniele Fasolo
collaboratoriAntonio MininStefania LorettiVanessa MaggiAlì MansourDenis PethoSthephan ThoedesenLuca TroianRaphael Udovici
graficalucia pasqualin + lo stagista delle dive
fotoAndrea Pira
stampato daTipografia Adriatica
con il contributo di
Ho appena concluso uno stage in Spa-gna e vorrei condividere tale esperien-za perchè si è rivelata molto utile sotto vari aspetti. Innanzitutto, ho iniziato una carriera la-vorativa senza passare per il solito ap-prendistato italiano di far caffé e foto-copie. I colleghi mi hanno trattato alla pari sin dall’inizio e si è subito instaura-to un rapporto proficuo e collaborativo. Ho superato lo shock dell’impatto e del-la mentalità lavorativa differente.In secondo luogo, ho approfondito la conoscenza linguistica e della cultura. A volte, si sono creati dei malintesi e delle situazioni imbarazzanti, però una risata o un sorriso hanno spazzato tutto.In terzo luogo, ho capito meglio i miei connazionali, soprattutto i coetanei. Grazie al progetto Leonardo (uno di quei progetti finanziati dall’Unione Eu-ropea), è stata data l’opportunità a un gruppo di giovani laureati di lavorare all’estero presso aziende e istituzioni pubbliche e private.
Credevo che avessimo in comune la vo-lontà di fare sacrifici, di imparare una lingua e di sapersi adattare alle diffi-coltà, ma mi sbagliavo profondamente. Purtroppo, sotto i miei occhi, sono pas-sate scene da film, che raffiguravano i tipici difetti italici. Ho visto tutti i trucchi per evitare di andare a lavorare o per la-vorare il meno possibile. Lamentarsi su tutto ciò che non fosse tale e quale alla città natia. Lo stage veniva considerato come una sorta di vacanza prolungata.Il colmo è stato quando mi “rimprovera-vano” di essere onesto e corretto con l’azienda per la quale lavoravo (l’azien-da mi ha scritto una bella lettera di rac-comandazione per il lavoro svolto) o di non essermi goduto la permanenza all’estero (ho studiato per ottenere un diploma riconosciuto a livello interna-zionale). In conclusione, se questi giovani rap-presentano il futuro dell’Italia, beh, stiamo proprio freschi.Stefano Carta
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MUGGIA CARNEVALE 2009 SIETE TUTTI CALDAMENTE INVITATI
LA VALVOLA DI SFOGO PLEBEA
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
TEATRO E ATTUALITÀ… PER NON DARSI PACE
UNITS ON AIR LA RADIO CHE MANCAVA
ASSEMBLEA STRAORDINARIA DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA: TRASFERIMENTO A GORIZIA
PROGETTO LEONARDOCOSA TI ASPETTA QUANDO VUOI FARE UNO STAGE ALL’ESTERO
PROGETTO LEONARDOCOSA TI ASPETTA QUANDO VUOI FARE UNO STAGE ALL’ESTERO
8 attualitàlu
cia
pasq
ualin
succede in città* vuoicollaborareconnoi? qualcosanonva? segnalazioni?…osemplicementevuoifartisentire? contattacia [email protected]
il giornalino degli studenti