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Georg Wilhelm Friedrich Hegel 1

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Georg Wilhelm Friedrich Hegel

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Hegel

• Vita

• Opere

• Tesi di fondo

• I tre momenti dell’Assoluto

• La dialettica

• Fenomenologia dello Spirito

• Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio

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Vita

• Hegel nacque nel 1770 a Stoccarda.

• Studiò filosofia e teologia all’università di Tubinga.

• Terminati gli studi fece il precettore in case private e fu per qualche tempo a Berna.

• Nel 1797 lavorò come precettore privato a Francoforte sul Meno e nel 1800 si recò a Jena, dove nel 1805 divenne professore. Sarà professore anche a Heidelberg e a Berlino, dove morì nel 1831.

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Opere

Scritti giovanili (1793-1800)Non furono pubblicati da Hegel ma soltanto all’inizio del XX secolo.Sono opere di natura teologica.

Religione popolare e cristianesimoLa vita di GesùLa positività della religione cristianaLo spirito del cristianesimo e il suo destinoUn primo abbozzo del suo sistema filosofico

Scritti della maturità (1801-1831)Prevale l’interesse storico-politico.

1801, Differenza fra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling1807, Fenomenologia dello spirito1817, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio1821, Lineamenti di filosofia del diritto

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Le tesi di fondo del sistema

• Hegel è considerato il massimo esponente dell’idealismo.

• Le tesi di fondo del suo idealismo sono:1. La risoluzione del finito nell’infinito

2. L’identità tra ragione e realtà

3. La funzione giustificatrice della filosofia

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1. La risoluzione del finito nell’infinito

• Per Hegel la realtà non è un insieme di sostanze autonome, ma un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione.

• Tale organismo, non avendo nulla al di fuori di sé, coincide con l’Assoluto e con l’infinito, mentre i vari enti del mondo, essendo manifestazioni di esso, coincidono con il finito.

• Ciò che noi chiamiamo finito non è altro che un’espressione parziale dell’infinito. Il finito esiste unicamente nell’infinito e in virtù dell’infinito.

• Il finito è lo stesso infinito.

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2. L’identità tra ragione e realtà

• Il soggetto spirituale infinito che sta alla base della realtà viene denominato da Hegelidea o ragione. Con questi termini Hegel esprime l’identità di pensiero ed essere, o meglio di ragione e realtà.

• Hegel afferma: «Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale».

• Ciò che è razionale è reale: Hegel intende dire che la razionalità non è pura idealità e astrazione, ma la forma stessa di ciò che esiste, poiché la ragione governa il mondo e lo costituisce.

• Ciò che è reale è razionale: Hegel intende affermare che la realtà non è una materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale (l’idea o la ragione), che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell’uomo.

• Hegel esprime la necessaria, totale e sostanziale identità di realtà e razionalità.

• Tale identità implica anche l’identità tra essere e dover essere, in quanto ciò che è risulta anche ciò che razionalmente deve essere.

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3. La funzione giustificatrice della filosofia

• Il compito della filosofia consiste nel prendere atto della realtà e nel comprendere le strutture razionali che la costituiscono.

• La filosofia deve rinunciare alla pretesa assurda di determinare e guidare la realtà. Deve soltanto portare nella forma del pensiero, ciò elaborare in concetti, il contenuto reale che l’esperienza le offre, dimostrandone l’intrinseca razionalità.

• L’autentico compito della filosofia è la giustificazione razionale della realtà.

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I tre momenti dell’Assoluto

• Hegel ritiene che il farsi dinamico dell’Assoluto passi attraverso tre momenti:1. L’idea in sè e per sé o idea pura (tesi), è l’idea considerata in se stessa, a prescindere dalla

sua concreta realizzazione nel mondo.

2. L’idea fuori di sé o idea nel suo esser altro (antitesi), è la natura, cioè l’estrinsecazione o l’alienazione dell’idea nelle realtà spazio-temporali del mondo.

3. L’idea che ritorna in sé (sintesi), è lo spirito, cioè l’idea che, dopo essersi fatta natura, torna presso di sé nell’uomo.

• Questa triade va intesa non in senso cronologico, ma in senso ideale. Ciò che concretamente esiste nella realtà è lo spirito (la sintesi) il quale ha come sua coeterna condizione la natura (l’antitesi) e come suo coeterno presupposto l’idea pura (la tesi).

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Le partizioni della filosofia

• Ai tre momenti strutturali dell’Assoluto, Hegel fa corrispondere le tre sezioni in cui si divide il sapere filosofico:

1. La logica, che è la scienza dell’idea in sé e per sé;

2. La filosofia della natura, che è la scienza dell’idea nel suo alienarsi da sé;

3. La filosofia dello spirito, che è la scienza dell’idea, che dal suo alienamento ritorna in sé.

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La dialettica

• L’Assoluto per Hegel è fondamentalmente divenire.

• La legge che regola tale divenire è la dialettica, che è al tempo stesso:• La legge ontologica di sviluppo della realtà,• La legge logica di comprensione della realtà.

• Hegel distingue tre momenti del pensiero:1. Il momento astratto o intellettuale (tesi), consiste nel concepire l’esistente sotto forma di

una molteplicità di determinazioni statiche e separate le une dalle altre. 2. Il momento dialettico o negativo-razionale (antitesi), consiste nel mostrare come le

determinazioni del momento astratto esigano di essere messe in rapporto con le determinazioni opposte.

3. Il momento speculativo o positivo-razionale (sintesi), consiste nel cogliere l’unità delle determinazioni opposte, ossia nel rendersi conto che tali determinazioni sono aspetti di una realtà più alta che li ricomprende o sintetizza entrambi.

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Intelletto e ragione

• Alla distinzione dei tre momenti del pensiero corrisponde la contrapposizione tra intelletto e ragione:

1. L’intelletto è un modo di pensare statico e astratto che si attiene ai principi di identità e di non contraddizione.

2. La ragione è un modo di pensare dinamico, che riesce a cogliere la concretezza vivente del reale.

La ragione è dialettica in quanto nega le determinazioni astratte dell’intelletto e le mette in rapporto con le determinazioni opposte.

La ragione è speculativa in quanto coglie l’unità delle determinazioni opposte e il positivo che emerge dalla loro composizione sintetica. È l’organo attraverso cui avviene la risoluzione del finito nell’infinito.

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Fenomenologia

• Il termine fenomenologia indica la descrizione o la scienza di ciò che appare.

• Nel sistema hegeliano l’intera realtà è spirito pertanto la fenomenologia consisterà nell’apparire dello spirito a se stesso, cioè nel pervenire dello spirito alla consapevolezza di essere tutta la realtà, cioè l’Assoluto, identità di finito e infinito, reale e razionale.

• La risoluzione del finito nell’infinito avviene secondo due differenti prospettive: • Prospettiva diacronica o fenomenologica, Hegel analizza la lunga vicenda storica che la

coscienza umana ha compiuto per arrivare alla consapevolezza di tale risoluzione (Fenomenologia dello spirito).

• Prospettiva sincronica, Hegel prende in considerazione l’eterna coesistenza dei tre momenti dell’idea, della natura e dello spirito, delineando il cosiddetto sistema dell’Assoluto (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio).

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Fenomenologia dello spirito

• Nell’opera Fenomenologia dello spirito, Hegel narra le vicende del principio dell’infinito nelle sue prime apparizioni, da un punto di vista diacronico. Descrive il progressivo affermarsi e conoscersi dello spirito attraverso una serie di «figure», cioè di tappe ideali.

• La fenomenologia è dunque la storia romanzata della coscienza, che esce dalla sua individualità, raggiunge l’universalità e si riconosce come ragione che è realtà e realtà che è ragione.

• La fenomenologia ha anche uno scopo introduttivo e pedagogico: prepara e introduce il singolo alla filosofia.

• La fenomenologia si divide in due parti:1. La prima parte comprende i tre momenti della coscienza (tesi), autocoscienza

(antitesi), e della ragione (sintesi);2. La seconda parte comprende le tre sezioni dello spirito, della religione e del

sapere assoluto.

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Fenomenologia: prima parte

• Coscienza: attenzione verso l’oggetto

• Autocoscienza: attenzione verso il soggetto

• Ragione: riconoscimento dell’unità profonda di soggetto e oggetto

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Coscienza: attenzione all’oggetto

• La coscienza è ciò che si rapporta a un oggetto, ovvero qualcosa di percepito come esterno, come altro da sé.

• La coscienza si articola in tre momenti:• Certezza sensibile: appare la forma di conoscenza più sicura, in realtà è la più povera, perché

ci permette di conoscere soltanto una cosa singola generica e indeterminata, presente qui ed ora davanti a noi (questo albero, questa casa). È la forma di conoscenza più astratta e indeterminata.

• Percezione: l’io unifica che le diverse proprietà sensibili, i dati dell’esperienza, in un unico sostrato o sostanza, la «cosa» percepita.

• Intelletto: è la capacità di cogliere gli oggetti non in base alle qualità sensibili, ma come fenomeni. Il fenomeno è soltanto nella coscienza, e non al di fuori di essa, pertanto la coscienza ha risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé, autocoscienza.

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Autocoscienza: attenzione al soggetto

• L’attenzione si sposta dall’oggetto al soggetto, ovvero all’attività concreta dell’io, considerato nei suoi rapporti con gli altri.

• L’autocoscienza postula la presenza di altre autocoscienze. L’uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un’altra autocoscienza, ovvero da un altro essere libero e pensante.

• Tale riconoscimento non avviene tramite l’amore, bensì tramite un momento di lotta e sfida, attraverso un conflitto tra le autocoscienze.

• In tale conflitto ogni autocoscienza, pur di affermare la propria indipendenza, dev’essere pronta a tutto, anche a rischiare la vita. Tuttavia il conflitto non si conclude con la morte delle autocoscienze, bensì con il subordinarsi dell’una all’altra nel rapporto servo-signore (età del mondo antico).

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Autocoscienza: servitù e signoria

• Il signore è colui che, pur di affermare la propria indipendenza, ha messo valorosamente a repentaglio la propria vita, fino alla vittoria.

• Il servo è colui che ha preferito la perdita della propria indipendenza, cioè la schiavitù, pur di avere salva la vita.

• Col tempo però si verifica una paradossale inversione di ruoli: il signore, inizialmente indipendente, finisce col dipendere dal lavoro dei servi; invece il servo, inizialmente dipendente, finisce col rendersi indipendente attraverso un processo che prevede tre momenti:• La paura della morte, la paura della perdita assoluta della propria essenza;

• Il servizio, la coscienza si autodisciplina e impara a vincere i propri impulsi naturali;

• Il lavoro, il servo trattiene in un certo senso il proprio appetito rimandando il momento dell’utilizzo dell’oggetto che sta producendo e giunge a intuirsi come indipendente.

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Autocoscienza: stoicismo e scetticismo

• Il raggiungimento dell’indipendenza dell’io nei confronti delle cose trova la sua manifestazione filosofica nello stoicismo, un tipo di visione del mondo che celebra l’autosufficienza e la libertà del saggio nei confronti di ciò che lo circonda. Tuttavia nello stoicismo l’autocoscienza raggiunge soltanto un’astratta libertà interiore, in quanto la realtà esterna non è affatto negata.

• La pretesa di mettere completamente tra parentesi il mondo esterno appartiene a un’altra corrente filosofica: lo scetticismo, una visione del mondo che sospende l’assenso su tutto ciò che è comunemente ritenuto vero e reale. Tuttavia, per il suo esasperato atteggiamento negativo verso l’alterità, lo scetticismo dà luogo a una situazione contraddittoria e insostenibile. Lo scettico si autocontraddice: da un lato dichiara che tutto è vano e non-vero, dall’altro pretende di dire qualcosa di reale e di vero.

• Pertanto la coscienza scettica trapassa nella coscienza infelice, in cui tale contraddizione assume la forma di una separazione radicale tra l’uomo e Dio.

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Autocoscienza: la coscienza infelice

• L’opposizione tra uomo e Dio, tra finito e infinito, produce nella coscienza una lacerazione che genera infelicità.

• La prima manifestazione di questa separazione radicale tra uomo e Dio è l’ebraismo, nel quale l’Assoluto assume le sembianze di un Dio trascendente, padrone assoluto della vita e della morte, un Signore inaccessibile di fronte a cui l’uomo si trova in uno stato di totale dipendenza.

• Il secondo momento della coscienza infelice è il cristianesimo medievale, nel quale l’Assoluto assume la figura di un Dio incarnato, Gesù Cristo. La pretesa di cogliere l’Assoluto in una presenza particolare e sensibile è destinata tuttavia al fallimento: l’inquieta ricerca di Dio delle crociate si conclude con la scoperta di un sepolcro vuoto. Inoltre Cristo continua a rimanere qualcosa di lontano e irraggiungibile.

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Autocoscienza: l’infelicità cristiano-medievale

• L’infelicità cristiano-medievale si manifesta attraverso tre sotto-figure:• La devozione, è quel pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non si è ancora elevato al

concetto;

• Il fare o l’operare della coscienza pia, è il momento in cui la coscienza, rinunciando a un contatto immediato o mistico con Dio, cerca di esprimersi nel lavoro (ora et labora del monachesimo).

• La mortificazione di sé, in cui si ha la più completa negazione dell’io a favore di Dio (ascetismo e pratiche di umiliazione della carne).

• Ma il punto più basso toccato dal singolo è destinato a trapassare nel punto più alto: la coscienza si rende conto di essere lei stessa Dio, ovvero l’Assoluto. Si concretizza il passaggio dall’autocoscienza alla ragione, che storicamente avviene nel Rinascimento e nell’età moderna.

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Ragione

• Come soggetto assoluto, l’autocoscienza diventa ragione. Mentre nei momenti anteriori la realtà del mondo le appariva come qualcosa di diverso ed opposto, ora ha la certezza di essere ogni realtà.

• La coscienza cerca di giustificare questa certezza attraverso tre tentativi:• La ragione osservativa, è un inquieto cercare, è la fase del naturalismo del Rinascimento e

dell’empirismo. Parte dall’osservazione della natura, si approfondisce con la ricerca delle leggi e con l’esperimento, passa al dominio dell’organico e infine al dominio della coscienza, la psicologia. In tutte queste ricerche la ragione cerca apparentemente altre cose, in realtà cerca sé stessa, ma si riconosce nuovamente come qualcosa di distinto dal mondo.

• La ragione attiva, la ragione rinuncia al tentativo di trovare se stessa, ma vuole invece produrre se stessa mediante la sua attività. La coscienza si rende conto che l’unità di io e mondo non è qualcosa di contemplabile, ma qualcosa che deve essere realizzato.

• L’individualità in sé e per sé, la coscienza pur potendo raggiungere la propria realizzazione, restando nella dimensione dell’individualità, rimane astratta e inadeguata.

• Ponendosi dal punto di vista dell’individuo, la ragione non è in grado di raggiungere l’universalità. L’universalità può essere trovata soltanto nello spirito.

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Fenomenologia: seconda parte

• La seconda parte della Fenomenologia comprende tre sezioni:

1. Lo spirito: per spirito Hegel intende l’individuo nei suoi rapporti con la comunità sociale e distingue tre tappe fenomenologiche:• L’eticità classica, ossia la polis greca, in cui vi è una fusione armonica tra individuo e

comunità;• La cultura, è la fase di rottura tra l’io e la società che trova il proprio culmine nel mondo

moderno. (Illuminismo, Rivoluzione francese, società del Terrore);• La moralità, è la riconquistata eticità e armonia tra individuo e comunità, in cui lo spirito si

riconosce nella sostanza etica dello Stato.

2. La religione

3. Il sapere assoluto

• Con la religione e le filosofia l’individuo acquista la piena, totale ed esplicita coscienza di sé come spirito. Il ciclo della fenomenologia è concluso.

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Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendioAbbiamo visto come Hegel divide il sapere filosofico:

1. La logica, che è la scienza dell’idea in sé e per sé;

2. La filosofia della natura, che è la scienza dell’idea nel suo alienarsi da sé;

3. La filosofia dello spirito, che è la scienza dell’idea, che dal suo alienamento ritorna in sé.

L’esposizione della logica è contenuta nell’opera Scienza della logica, ma è ricapitolata anche nella prima sezione dell’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio.

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1. Logica

• La logica hegeliana è la scienza dell’idea pura, cioè dell’idea nell’elemento astratto del suo pensiero. Si occupa della struttura programmatica o dell’impalcatura originaria, logico-razionale del mondo.

• Per Hegel il pensiero, che è l’oggetto della logica, non è una facoltà dell’individuo, ma ciò che di più oggettivo e universale esiste. Il pensiero è la realtà in senso forte, il fondamento di tutto ciò che può presentarsi alla coscienza come suo oggetto.

• I concetti di cui parla logica non sono pensieri soggettivi, ma pensieri oggettivi, che esprimono la realtà nella sua stessa essenza.

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L’articolazione della logica hegeliana

• La logica hegeliana si divide in:• logica dell’essere

• logica dell’essenza

• logica del concetto

• Hegel mostra come, partendo dai concetti più poveri e astratti (essere, nulla e divenire), si giunga a concetti via via più ricchi e concreti, fino all’idea.

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Logica dell’essere

• Si divide in:• logica della qualità, a sua volta suddivisa in:

• Essere indeterminato, è il concetto più vuoto e astratto, privo di qualsiasi contenuto, è identico al nulla; l’unità dialettica tra essere e nulla è il divenire.

• Essere determinato: il pensiero come possibilità (indeterminato) si trasforma in un pensiero specifico (determinato). Ma anche l’essere determinato è inafferrabile, perché ogni affermazione implica una negazione.

• Essere per sé: consiste nel rifiuto di riconoscere il finito come vero essere.

• Logica della quantità: è la categoria con cui si distinguono gli oggetti numerandoli.• Logica della misura: la sintesi tra qualità e quantità è la misura, in base alla quale ogni cosa ha

una misura che le è propria e che la identifica.

• Tuttavia non esiste una misurazione assoluta, cioè capace di cogliere l’essenza delle cose. L’oggetto non può essere definito mediante le sue proprietà puramente oggettive (qualitative e quantitative).

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Logica dell’essenza

• L’essere riflettendo su se stesso scopre dentro di sé le sue radici. La verità dell’essere è l’essenza.

• La riflessione è un processo che si instaura tra due elementi che sono contemporaneamente identici e diversi.

• La logica della riflessione indaga i diversi modi in cui l’oggetto si pone come fenomeno, ovvero come manifestazione non essenziale di una verità che è altrove, dietro o dentro l’oggetto stesso.

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Logica del concetto

• La verità non risiede né nell’essere né nell’essenza, ma nella relazione che li unisce.

• Il concetto è l’essere che, dopo essersi autoriflesso nell’essenza, si pone come soggetto o spirito.

• La logica del concetto studia:• il concetto soggettivo, la soggettività in sé o il concetto quale si manifesta in se stesso;

• Il concetto oggettivo, la soggettività oggettivata, quale si manifesta negli aspetti o nelle categorie fondamentali della natura;

• L’idea, che è l’unità di soggetto e oggetto, ideale e reale, l’Assoluto in atto.

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2. Filosofia della natura

• Nella seconda parte dell’Enciclopedia Hegel espone la propria filosofia della natura.

• Hegel ammette che la filosofia della natura abbia come presupposto la fisica empirica, ma quest’ultima deve limitarsi a fornire il materiale di cui poi la filosofia della natura può avvalersi per mostrare la necessità con la quale le determinazioni naturali si concatenano in un organismo concettuale.

• La natura è l’idea nella forma dell’essere altro, è essenzialmente esteriorità.

• Le divisioni fondamentali della filosofia della natura sono la meccanica, la fisica e la fisica organica.

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3. Filosofia dello spirito

• La filosofia dello spirito consiste nello studio dell’idea che, dopo essersi estraniata da sé, sparisce come natura, per farsi soggettività e libertà, cioè auto-creazione e auto-produzione.

• Lo sviluppo dello spirito avviene attraverso tre momenti:• Lo spirito soggettivo, che è lo spirito individuale nell’insieme delle sue facoltà;

• Lo spirito oggettivo, che è lo spirito sovraindividuale o sociale;

• Lo spirito assoluto, che è lo spirito il quale sa e conosce se stesso nelle forme dell’arte, della religione e della filosofia.

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Lo spirito soggettivo

• Lo spirito soggettivo è lo spirito individuale, considerato nel suo lento e progressivo emergere della natura, attraverso un processo che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più elevate attività conoscitive e pratiche.

• Si divide in tre parti:• Antropologia, che studia lo spirito come anima;

• Fenomenologia, che studia lo spirito in quanto coscienza, autocoscienza e ragione;

• Psicologia, che studia lo spirito in senso stretto, cioè quelle sue manifestazioni universali che sono il conoscere teoretico, l’attività pratica e il volere libero.

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Lo spirito oggettivo

• Nello spirito oggettivo lo spirito si manifesta in istituzioni sociali concrete. I momenti dello spirito oggettivo sono:• Il diritto astratto

• La moralità

• L’eticità

• Di tali argomenti Hegel si occupa anche nei Lineamenti di filosofia del diritto (1821).

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Diritto astratto

• Il diritto astratto riguarda la manifestazione esterna della libertà delle persone, concepite come puri soggetti astratti di diritto.

• La persona trova il suo primo compimento in una cosa esterna, che diventa sua proprietà.

• La proprietà però diviene effettivamente tale soltanto in virtù del reciproco riconoscimento tra le persone, ossia tramite l’istituto giuridico del contratto.

• L’esistenza del diritto rende possibile l’esistenza del suo contrario, il torto o l’illecito, che nel suo aspetto più grave è il delitto. La colpa richiede una sanzione o una pena, che si configura come un ripristino del diritto violato.

• La pena è una riaffermazione potenziata del diritto. Tuttavia, poiché la pena sia efficacemente punitiva e formativa occorre che sia riconosciuta dal colpevole nella sua interiorità.

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Moralità

• La moralità è la sfera della volontà soggettiva, quale si manifesta nell’azione. Quest’ultima è morale solo in quanto sgorga da un proponimento. Tale proponimento prende la forma dell’intenzione. Quando l’intenzione si solleva all’universalità, il fine assoluto della volontà diventa il bene in sé e per sé. Ma tale bene è ancora un’idea astratta.

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Eticità

• Nell’eticità il bene si attua concretamente e diviene esistente. Mentre la morale è la volontà soggettiva, l’eticità è la moralità sociale, ovvero la realizzazione concreta del bene in quelle forme istituzionali che sono:• la famiglia

• la società civile

• lo Stato

• Tale eticità era presente, seppur in maniera ingenua e inconsapevole, nella polis greca, ma si è persa nel mondo moderno in cui prevale l’individualismo liberale borghese, cioè la rivendicazione dei diritti naturali dell’individuo indipendentemente da quelli dello Stato.

• Hegel propone dunque un’eticità dei moderni, che recuperi l’antica unità di individuo e cittadino in modo consapevole.

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La famiglia, la società civile e lo Stato

• I tre momenti dell’eticità civile sono:• La famiglia, nella quale il rapporto naturale tra i sessi assume la forma di una unità spirituale

fondata sull’amore e sulla fiducia. La famiglia si articola nel matrimonio, nel patrimonio e nell’educazione dei figli.

• La società civile, è la sfera economico-sociale e giuridico-amministrativa del vivere insieme, ovvero il luogo di scontro e incontro di interessi particolari e indipendenti, che si trovano a dover coesistere tra loro. Rientrano nella società civile le differenti classi sociali, l’amministrazione della giustizia, la polizia e le corporazioni.

• Lo Stato, che rappresenta il momento culminante dell’eticità, ossia la riaffermazione dell’unità della famiglia (tesi), unità che si era persa nella società civile (antitesi). Lo Stato è una sorta di grande famiglia, non implica una soppressione della società civile, ma lo sforzo di indirizzare i particolarismi verso il bene collettivo.

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Lo spirito assoluto

• Lo spirito assoluto è il momento in cui l’idea giunge alla piena coscienza della propria infinità o assolutezza. I tre momenti di questo processo dialettico sono:• L’arte, che conosce l’assoluto nella forma dell’intuizione sensibile;

• La religione, che conosce l’Assoluto nella forma della rappresentazione;

• La filosofia, che conosce l’Assoluto nella forma del puro concetto.

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Arte

• È il primo gradino attraverso cui lo spirito acquista coscienza di se medesimo, e lo fa attraverso le forme sensibili (figure, parole, musica ecc.)

• Nell’arte lo spirito vive in modo immediato e intuitivo quella fusione tra soggetto e oggetto che la filosofia idealistica teorizza concettualmente. Nell’esperienza del bello artistico spirito e natura vengono recepiti come tutt’uno.

• Hegel dialettizza la storia dell’arte in tre momenti:• Arte simbolica, tipica delle grandi civiltà orientali e pre-elleniche, è caratterizzata dallo squilibrio tra

contenuto e forma, ossia dall’incapacità di esprimere un messaggio spirituale attraverso forme sensibili adeguate. Ricorre al simbolo e tende allo sfarzoso e al bizzarro.

• Arte classica, è caratterizzata da un armonico equilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile, attuato mediante la figura umana. Rappresenta il culmine della perfezione artistica.

• Arte romantica, propria dell’Europa cristiana medievale e moderna, è caratterizzata da un nuovo squilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile, in quanto giunge alla consapevolezza che nessuna forma sensibile è in grado di rappresentare in modo adeguato l’interiorità spirituale, che pertanto preferisce rivolgersi alla filosofia.

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Religione

• Nella religione l’Assoluto si manifesta nella forma della rappresentazione, che è a metà strada tra l’intuizione sensibile dell’arte e il concetto razionale della filosofia.

• Diversamente dal pensiero, la rappresentazione procede in modo a-dialettico. L’Assoluto è rappresentato in forma storica, cioè come un evento la cui verità è accettata sulla base dell’autorità di una rivelazione.

• Nella religione l’idea di Dio si sviluppa in quattro stadi:• Religione naturale, Dio appare ancora come sepolto nella natura. Forme di religione naturale sono la

stregoneria e il feticismo delle tribù primitive di Asia e Africa e le religioni panteistiche dell’Estremo Oriente (cinese, indiana, buddista).

• Religioni della libertà, che anticipano una visione di Dio come spirito libero, ma si muovono ancora in un orizzonte naturalistico (religioni persiana. siriaca ed egiziana).

• Religioni dell’individualità spirituale, in cui Dio appare in forma spirituale (giudaica, greca, romana).

• Religione assoluta, cioè la religione cristiana, in cui Dio si rivela per quello che è, cioè puro spirito infinito.

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Filosofia

• Sebbene il cristianesimo sia la religione più alta, essa presenta pur sempre i limiti propri di ogni religione. L’unico sbocco coerente della religione è la filosofia, che esprime la stessa verità della religione (l’Assoluto) non più nella forma inadeguata della rappresentazione, bensì in quella adeguata del concetto.

• Nella filosofia, che è l’ultimo momento dello spirito assoluto, l’idea giunge alla piena e concettuale coscienza di sé medesima.

• La filosofia è una formazione storica che si è sviluppata attraverso una serie di momenti che si concludono necessariamente nell’idealismo. La filosofia è l’intera storia della filosofia giunta finalmente a compimento con Hegel.

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