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Il cambiamento organizzativo Analisi e progettazione

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Il cambiamento organizzativoAnalisi e progettazione

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Il concetto di organizzazione

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Che cos’è un’organizzazione

• Un’organizzazione è un’entità collettiva dotata di qualche formalizzazione costituita per raggiungere fini.

• La tipologia dei fini e il livello di formalizzazione rappresentano le due variabili che distinguono un’organizzazione da altri sistemi sociali.

• Esistono tre diverse accezioni del termine “organizzazione”.

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Prima accezione

• Un’organizzazione è un soggetto collettivo riconoscibile all’esterno come attore del sistema economico, giuridico, sociale o politico.

• Comprendere l’identità e la tipologia a cui appartiene un’organizzazione è il primo step dell’analisi e della progettazione organizzativa.

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L’organizzazione come soggettoLe tipologie organizzative

• In letteratura si distinguono varie tipologie organizzative in base:

– all’attività svolta (Istat);– al tipo di autorità che ne legittima il governo (Weber);– al tipo di potere (Gouldner);– alle funzioni prevalenti (Parsons);– al beneficiario (Blau);– al potere e alla partecipazione (Etzioni);– al sistema di produzione (Woodward);– al grado di comprensione e controllabilità dei processi (Perrow);– all’ambiente esterno (Lawrence e Lorsch).

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Seconda accezione

• Un’organizzazione si definisce in base all’attività organizzatrice, ossia agli atti compiuti per passare da uno stato di disordine ad uno di maggior ordine.

• Organizzare significa portare a unità elementi diversi.

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L’attività organizzatrice

• I parametri per descrivere l’attività organizzatrice sono quattro:

– il contesto;– le dimensioni;– i criteri di prestazione e gli obiettivi;– l’attività delle persone.

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L’attività organizzatriceIl contesto

• Il contesto comprende lo studio di tre fattori (le 3T):

– la tecnologia;– il tempo;– il territorio.

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L’attività organizzatriceLe dimensioni

• Le dimensioni dell’attività organizzatrice sono quattro (le 4C):

– la cooperazione;– la comunicazione;– le conoscenze;– la comunità.

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L’attività organizzatriceI criteri di prestazione

• L’attività organizzatrice si svolge rispetto a criteri di prestazione per valutarne l’azione:

– efficienza: rapporto tra risultati e costi;– efficacia: raggiungimento di un obiettivo.

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L’attività organizzatriceGli obiettivi

• Gli obiettivi che un’organizzazione si prefigge sono di 3 tipi:

– obiettivi tecnici;– obiettivi economici;– obiettivi sociali.

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L’attività organizzatriceGli universi delle attività

• Le attività svolte dalle persone si collocano all’interno di cinque universi dell’attività organizzatrice:

– universo fisico;– universo operativo;– universo procedurale;– universo degli impegni;– universo decisionale.

L’attore è sempre implicato in dimensioni multiple.Gli universi del lavoro sono molto diversi per i lavori

operativi e per quelli intellettuali.

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Terza accezione

• Un’organizzazione si definisce in base alla sua struttura che può essere:– formale (studio di norme, regole, organigrammi, mansionari, ecc.) – latente (studio delle comunità di lavoro, delle relazioni di

cooperazione, della comunicazione e delle conoscenze).

• Un’organizzazione è un artefatto socio-tecnico, composto da elementi eterogenei che interagiscono tra loro (obiettivi, persone, tecnologie, processi, ecc.).

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Il sistema organizzativo

Un sistema organizzativo è un’unità definitada fini/obiettivi, risorse, configurazioni che le

consentono di sviluppare il controllo e lapromozione di attività e processi specifici,

sottratti al controllo di altri.

• Esso è composto da:– obiettivi e prestazioni;– risorse;– configurazione organizzativa.

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Il cubo organizzativo

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Obiettivi e prestazioni

• Gli obiettivi e le prestazioni possono essere:– tecnici;

– economici;

– sociali.

• Le prestazioni sono il grado e il modo con cui gli obiettivi vengono raggiunti.

Le organizzazioni sono quello che fanno

e come lo fanno

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Risorse

• Le risorse possono essere:– finanziarie;

– fisiche;

– umane.

• Al contrario di quanto affermava Dahrendorf, la scuola socio-tecnica sostiene che non è possibile capire i rapporti sociali senza studiare le risorse tecnologiche e i processi produttivi su cui i processi sociali in parte si fondano.

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La configurazione organizzativa

È l’insieme degli elementi stabili chedefiniscono le regole con cuil’organizzazione opera (ossia

“l’organizzazione” vera e propria).

• Essa comprende:– processi;– compiti;– ruoli;– sistema sociale;– cultura;– … e le relazioni di tali fattori tra loro e con il mondo esterno.

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I processi

• Miller e Rice definiscono il processo come “una trasformazione o una serie di trasformazioni che hanno luogo sull’oggetto dell’attività funzionale di un sistema, come risultato del quale l’oggetto viene cambiato nella sua posizione, forma, misura o in qualche altro aspetto”.

Il processo è una sequenza di eventiadeguatamente concepiti, concretamente realizzatied efficacemente controllati che convertono input

in output e conducono al raggiungimento degliscopi dell’organizzazione al soddisfacimento dei

bisogni degli utenti/clienti.

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Le attività lavorative

Sono le fasi in cui il lavoro necessario

viene configurato esattamente disaggregato

per svolgere un determinato processo in un

determinato modo.

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Coordinamento e controllo

I sistemi di coordinamento e controlloservono a definire con quali logiche, regole

e tecniche si configurano i modi disincronizzazione degli eventi, di

assegnazione delle risorse a soggetti, attori,di allocazione delle attività ai sistemi

tecnologici, come si stabilisce cosa viene prima ecosa dopo, come si prevede ciò che deve

succedere.

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Le microstrutture

Le microstrutture sono composte da tutti gli

elementi in grado di realizzare i processi

operativi (reparti, uffici, negozi, ecc.).

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Ruoli e professioni

Il ruolo è ciò che ciascuno fa in vista di un

risultato funzionale, nelle sue relazioni con

gli altri, all’interno di un determinato contesto

tecnico-organizzativo.

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I sistemi di gestione

• I sistemi di gestione del personale comprendono:– contratti;

– orari;

– retribuzioni;

– sistemi di compenso;

– modelli di selezione;

– formazione;

– relazioni industriali;

– …

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La macrostruttura

Le macrostrutture organizzative rendono

visibili le gerarchie mediante organigrammi e

funzionigrammi.

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Sistemi di regolazione e strutture latenti

• Fanno parte dei sistemi di regolazione e delle strutture latenti:– la cultura organizzativa;– le comunità di pratica e professionali;– l’interazione tra organizzazione e sistema sociale;– i sistemi di senso.

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Una definizione di organizzazione

L’organizzazione è il modello delle

relazioni normative, tecniche,

procedurali, sociali, valoriali,

comunicative stabilite intenzionalmente

da/fra gli uomini per agire in modo

adeguato a raggiungere i fini.

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La successione

dei modelli organizzativi

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I principi del taylorismo

• Trovare il modo migliore (la one best way): solo lo studio scientifico dei processi e dei metodi di lavoro può definire la modalità con cui il lavoro va fatto;

• mettere le persone giuste al posto giusto: per ogni lavoro vanno scelte persone con caratteristiche adatte;

• controllare, premiare, punire: il controllo serviva ad assicurarsi che il lavoro venisse svolto adeguatamente, gli incentivi, invece, a premiare chi lavorava al di sopra degli standard;

• impiegare organismi di staff per pianificare e controllare: il management doveva impartire istruzioni e controllare la corretta applicazione delle procedure e dei metodi di lavoro determinati dagli staff specializzati.

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Uomo e lavoro nell’OSL

• L’individuo e il suo compito rappresentano la base essenziale di un’organizzazione.

• L’individuo è un’estensione della macchina.• Gli individui e i loro compiti sono collegati tra loro dai supervisori.• L’organizzazione può impiegare qualsiasi mezzo per imporre

comportamenti adeguati ai dipendenti.• Il frazionamento dei compiti serve a diminuire i costi del lavoro.• Le esigenze della tecnologia sono più importanti di quelle degli

individui.• L’OSL non è soggetta a giudizi di valore.

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Limiti dell’OSL

• Rigidità del sistema produttivo e lentezza dei processi decisionali Vs condizioni di contesto ambientale e di processo variabile.

• Elevati costi di coordinamento e controllo.• Incapacità di far fronte alle eccezioni causate dall’irresponsabilità

degli operai.• Scarsa capacità di trattamento delle informazioni.• Scarsa motivazione, scarso commitment del personale ed alta

conflittualità sociale che limitano i livelli di qualità e produttività.• Insufficiente orientamento al mercato e al cliente.

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Declino del taylor-fordismo

• Durante gli anni Settanta si assiste al declino del taylor-fordismo e alla nascita di nuove forme organizzative non gerarchiche.

• In particolare si assiste allo sviluppo di “imprese a rete” e di “reti di impresa”.

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Le nuove forme organizzative

• Quattro sono le dimensioni fondamentali che accomunano le nuove forme organizzative (modello delle 4C):– la cooperazione autoregolata e condivisa;– la condivisione delle conoscenze;– la comunicazione;– lo sviluppo di comunità all’interno delle organizzazioni.

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La configurazione organizzativa

Approfondimenti

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I processi

• Possono essere suddivisi per:– Classi.– Tipi di attività.– Livelli di formalizzazione più o meno elevati.

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I processiLe classi

• Esistono diverse tipologie di processi:– Processi primari: riguardano il raggiungimento dei fini primari

dell’organizzazione e la soddisfazione delle esigenze dei clienti/utenti finali.

– Processi di supporto: sono funzionali alla realizzazione del processo primario.

– Processi di coordinamento, controllo e integrazione: hanno la funzione di definire fini, obiettivi e strategie e di controllare attività e risultati.

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• Le attività prevalenti all’interno di un processo possono essere:– di trasformazione: sono utili a convertire l’input in output e

si distinguono in attività• manifatturiere• di servizio• di elaborazione professionale;

– di coordinamento e controllo;– di mantenimento e innovazione del sistema tecnico,

organizzativo e sociale.

I processiTipi di attività

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• La struttura delle attività è relativa alla qualità, quantità e distribuzione delle diverse tipologie di compiti presenti in un processo.

• La qualità indica la tipologia di attività prevalente o l’insieme di attività che caratterizzano il processo.

• La quantità delle attività riguarda:– tempi di lavoro– carichi di lavoro– frequenza delle operazioni

• La distribuzione attiene all’allocazione delle attività:– nel tempo– nelle varie sedi– nelle diverse fasi del processo– in base alle tecnologie e metodologie disponibili

Le attività

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Variabilità delle attività

• Si distingue tra:– attività definite, con poche eccezioni caratterizzare da ruoli

definiti, lavoro standardizzato, procedure fisse (catena di montaggio);

– attività definite, con molte eccezioni o varianze, ossia incidenti, errori, imprevisti che vanno controllati e studiati;

– attività non definite, con molte eccezioni: la difficoltà consiste nel definire bene il processo. In queste attività prevale la professionalità della persona.

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Il sistema di coordinamento e controllo

• Il suo scopo è la sincronizzazione degli impegni, delle azioni e del prodotto delle singole azioni in modo che la realizzazione complessiva corrisponda alle attese.

• È fondato sulla collaborazione che può essere di tipo:– operativo;– informativo;– creativo.

• Ulteriori aspetti su cui fondare l’analisi e la diagnosi del sistema sono:– l’autorità e la responsabilità;– la natura delle procedure;– la fonte del controllo.

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Le microstrutture

• Le microstrutture sono le organizzazioni operative che hanno il compito di “fare le cose”.

• I criteri per la determinazione delle microstrutture si distinguono nelle seguenti tipologie:– su base numerica;

– su base temporale;

– per prodotto/tecnologia;

– funzionale;

– per area geografica.

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Le microstrutture

• A partire dagli anni Cinquanta, in alternativa a quello taylorfordista, emergono nuovi paradigmi di organizzazione del lavoro.

• Per la scuola sociotecnica il sistema sociale diviene una delle componenti strutturali dell’organizzazione: le persone e le relazioni che esse costruiscono diventano il perno intorno a cui ruotano le nuove forme di lavoro.

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La lean production

• Il modello della produzione snella scardina molti dei principi del taylorfordismo, distinguendosi anche dalla tradizione socio-tecnica.

• I principi su cui essa si basa sono:– il just in time;– il kaizen.

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Unità di processo e team

• Per unità di processo si intende un insieme di strutture di lavoro flessibili e parzialmente autoregolate che operano stabilmente nella realizzazione di un processo o sottoprocesso di produzione o servizio (isole, process team, case team…).

• Si definiscono team le diverse forme di gruppi di lavoro e di strutture orizzontali centrate su processi e su programmi che, diversamente dalle unità di processo, sono temporanee e variabili. Ne esistono di tre tipi:

– strutture temporanee per il miglioramento continuo (circoli di qualità, gruppi di problem solving, ecc.);

– comunità professionali e di pratica;– organizzazioni temporanee centrate su progetti e programmi.

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Ruoli e professioni

• Il ruolo è l’elemento di congiunzione tra l’organizzazione e la persona ed è un insieme di compiti e responsabilità sui risultati.

• Il modello della professione è quello che meglio descrive l’evoluzione del lavoro nelle moderne organizzazioni.

• Le professioni sono caratterizzate da:– responsabilità sul risultato verso terzi;– impegno a produrre valore all’utente finale;– uso di conoscenza basate su discipline scientifiche;– formazione certificata;– riferimento a comunità professionali extra-aziendali;– sviluppo di deontologie, comportamenti e valori che sostituiscono norme

e fonti estrinseche di regolazione del lavoro.

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Le professioni

• La progettazione di nuovi sistemi di professioni è insieme un sistema di gestione e sviluppo delle risorse umane e un sistema di produzione e offerta di servizi.

• Le professioni aziendali sono microunità organizzative idonee a sviluppare con autonomia processi di innovazione, produzione e consegna di prodotti e servizi.

• Il sistema professionale è dato da tre componenti:– il sistema di rappresentazione dei ruoli ascritti e agiti;– il sistema di broad professions;– il sistema di formazione/riconocimento delle potenzialità delle persone.

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Le macrostrutture

• La struttura organizzativa definisce e rappresenta l’allocazione del potere e dell’autorità in un’organizzazione e si manifesta attraverso:– organigrammi, funzionigrammi;– disposizioni organizzative;– ordini di servizio;– schemi e assetti organizzativi.

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Le macrostrutture

• Esistono tre tipologie di strutture organizzative:– la struttura gerarchico-funzionale;– la struttura divisionale;– la struttura a matrice.

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Struttura gerarchico-funzionale

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Struttura divisionale per prodotto

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Struttura divisionale per processo

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Struttura divisionale per area

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Struttura a matrice

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Qualità della vita e del lavoro

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Modello tradizionale Vs modelli nuovi

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Organizzazione e comunità

• A partire dalla crisi del taylorforismo le comunità cominciano a svilupparsi all’interno delle organizzazioni.

• Oggi le comunità sono sostenute e potenziate dalle nuove tecnologie e, in particolare, dagli strumenti di social networking.

• Una comunità di lavoro è una struttura sociale che implica:– un comune sentimento di partecipazione;– interessi condivisi e mediati;– obiettivi e risultati comuni;– valori condivisi;– lealtà multiple ai processi, alle professioni, all’organizzazione;– appartenenza alla comunità locale e ad una professionale.

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Sistemi di regolazione e strutture latenti

• A partire dagli Anni ’40 si sviluppa all’interno delle teorie organizzative un nuovo paradigma, quello dei sistemi naturali.

• Esempi di strutture di regolazione sociale latenti, naturali e lasche che reggono le comunità di lavoro sono:

– i modelli di cooperazione;– le istituzioni;– i sistemi socio-tecnici;– la cultura organizzativa;– le tecnologie della cooperazione;– le interfacce uomo-computer;– i sistemi di senso;– le comunità professionali e di pratica;– il knowledge management e il CRM.

• Tali componenti danno vita ad un’organizzazione composta da diversi strati coesistenti di burocrazia e comunità.