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Periodico il Coltivatore Maceratese numero 2 anno 2010
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IL COLTIVATOREMACERATESE
ANNO LXI NUMERO LUGLIO AGOSTO 2010 SPEDIZIONE IN A.P. 45% ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662\96 FILIALE DI ANCONA REG. TRIB. MACERATA N. 159 DEL 07/03/1975DIRETTORE RESPONSABILE ASSUERO ZAMPINI
IMPAGINAZIONE E GRAFICA MASSIMILIANO PAOLONI STAMPA BIEMMEGRAF DI MACERATA
COLDIRETTIMACERATA
UNA FILIERA TUTTA AGRICOLA CONTRO IL FALSO
MADE IN ITALY
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Comunicare tempestivamente tuttociò che per le nostre imprese simette in campo è una priorità, ce losiamo detti e ce lo ripetiamo ad ogniincontro tra dirigenti sia a livello locale che sui tavoli regionali e nazionali. Da qui l’importanza che stiamocercando di dare all’informazione,affidandoci a strumenti collaudati,come questo “Coltivatore Maceratese”, ma anche a nuove vie, come laNewsletter “Macerata Informa”, spedita via mail, che è già arrivata alladodicesima uscita.Penso che nel 2010 utilizzare laposta elettronica non sia così complicato, anche se sono io il primo afarne troppo poco uso; poichè questo strumento oltre ad essere rapidoè anche economico e di questi tempinon è poco.In queste pagine abbiamo, invece,cercato di riassumere il lavoro cheColdiretti ha portato avanti in questimesi a 360°, compresa una sintesi diquelle che sono le nostre proposte equando dico nostre è perché dobbiamo imparare ad essere semprepiù attenti nel manifestare le esigenze dei vari territori.Su questo tema innanzitutto mipiace ricordare l'evoluzione delruolo della nostra associazione cheoggi è e sarà sempre più al nostrofianco nell'economico, facendo da
mediatore con gli altri attoridelle filiere agroalimentari.Penso, in particolare, a chi raccoglie i nostri prodotti, li conserva, li trasforma e infine lidistribuisce. Lungo questopercorso l'anello più debolesiamo stati sino ad oggi noi, edobbiamo ad ogni costo superare questa difficoltà.Per “aggredire” la filiera cisiamo organizzati anche direttamente in casa nostra, e lavendita diretta ne è un esempio (mercati di CampagnaAmica, punti vendita aziendali, agriturismi ), poiché oltrea dare un reddito maggiorealle imprese che la pratica èanche un eccezionale veicolodi promozione verso il cittadino, e a costo zero. Tutto questo lavoro oggi ci viene infattiriconosciuto in prima personaproprio dai consumatori, sempre più attenti a ciò che finisce sulleproprie tavole.Gli ultimi scandali sull'agroalimentare ci danno ulteriormente ragionee ci inducono ad andare avanti sullabattaglia per l'origine obbligatoriain etichetta della materia prima neiprodotti agroalimentari. Questo perché noi produttori ci mettiamo la“faccia” a garanzia dei nostri prodotti. Avendo, grazie alla fiducia che miavete accordato, la fortuna di incrociare e lavorare a stretto contattocon svariati ambiti della società civile ho avuto modo di constatarecome al suo interno ci sia una fortesensibilità verso il tema della difesadel made in Italy e della trasparenza
nel piatto e dobbiamo essere bravi asfruttarla nel nostro interesse, che èpoi l’interesse non solo dell’agricoltura ma della società stessa, poichénon dobbiamo dimenticare che ilnostro è un progetto per il Paese.Andando a chiudere questa mia riflessione a voce alta vi ringrazio peressere stati al fianco dell'organizzazione in queste battaglie e vi chiedodi veicolare nel modo migliore possibile tra i soci e non solo il lavoroche stiamo portando avanti per lacostruzione di una Filiera agricolatutta italiana e firmata dagli agricoltori, attraverso la quale restituirealle nostre imprese reddito e quelvalore aggiunto che oggi ci vientroppo spesso scippato.
Il coltivatore maceratese
Una filiera da costruire e comunicareIl nostro progetto punta a restituire reddito e valore aggiunto alle imprese
L’Editoriale del Presidente
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di FrancescoFucili
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Cari Soci, sono passati mai diversi mesidal mio insediamento alla guida dellaFederazione provinciale. Mesi di impegno e di attività intensi, e non solo perla mobilitazione che ci ha visto tornarenelle piazze, tra porti e frontiere, perdifendere le nostre produzioni dalfalso made in Italy importato dall’estero. Alle iniziative messe in campoa livello nazionale con il contributo deinostri agricoltori abbiamo dedicatoaltri spazi del giornale . Ma in questasede mi premeva fare un primo bilancio dell’attività che da marzo ad oggi èstata portata avanti sul territorio provinciale per affrontare e cercare di risolvere i problemi dell’agricolturamaceratese. Un’attività che ci ha vistida subito impegnati sul fronte cerealicolo, quello che negli ultimi tempi hasofferto forse più degli altri il problema del crollo dei prezzi all’origine.Da qui gli incontri effettuati sul progetto per la costituzione della Filiera del grano duro, con i consigli dizona nel corso dei quali ho avuto occasione d’incontrare molti di voi e altriavrà modo di farlo nelle assemblee disezione che si svolgeranno nel prossimo autunno. Momenti importanti,soprattutto per il sottoscritto, per consolidare la conoscenza e l’analisi delleesigenze del territorio provinciale epartire da qui per dare una serie diprime risposte. Vediamo, dunque, cosa
è stato fatto in questi mesi, stilando unelenco delle questioni trattate, che ciproponiamo comunque di approfondire nei prossimi numeri. Uno dei primi argomenti affrontati èstato quello dell’utilizzo dei pascoli,sollevato dal bando emesso del Comune di Visso che avrebbe messo iterreni nelle mani di speculatori provenienti da fuori regione. Coldiretti haimpugnato il documento assieme adalcuni soci e il risultato è stata la sospensione dell’assegnazione dei pascoli da parte del Tar. Altro problema, il pagamento delleindennità di espropri e di occupazione legate alla realizzazione dellaQuadrilatero.
Su questo Coldiretti ha dato il via aun’azione per fare pagare alle impreseagricole quanto compete. Oltre che suicereali, anche sul vino abbiamo promosso la elaborazione di un progettocon il coinvolgimento delle cantine perpromuovere il prodotto provinciale. Un tema caldo è stato anche l’applicazione della Tarsu, che ci ha visto incontrare le Amministrazioni di Recantie Civitanova Marche, mentre a brevissimo vedremo anche il sindaco di Ma
cerata. Il tutto per esaminare i regolamenti e definire un giusto criterio peril settore agricolo, attraverso un pianodi lavoro già concordato con i Comuni.Sui rifiuti agricoli, in particolare, si èlavorato affinché nell’accordo di programma fossero inserite, quali attori,le farmacie veterinarie per ovviare apesanti e costosi adempimenti pertutti i possessori di animali. Detto accordo è in corso di attivazione. Sui selvatici si è affrontato il tema deicinghiali, spingendo ad avviare le attività di abbattimento per difendere leproduzioni, e lo stesso si è fatto per ilupi. avanzando specifiche proposte aComunità Montane, Parche e Comuni,per arrivare ad azioni concrete che tu
telino il lavoro e il reddito degli allevatori.Nel contempo si è lavorato sui mercati diCampagna Amica. Già certificato e definitoquello di Tolentino, abbiamo predisposto lapartenza anche per ilmercato di Recanati,mentre a CivitanovaMarche è stato ufficializzato lo spostamentonella piazza principale
della città. Ovviamente non sono statii soli punti affrontati; basti pensare allafiliera suini, ai rapporti con le istituzioni e con le strutture economiche,alla proposta di costituzione di un consorzio forestale, al lavoro svolto suimacelli, ecc. Argomenti che affronteremo sul prossimo numero del giornale e nell’attività di tutti i giorni. Colgo dunque l’occasione per salutarvie darvi appuntamento ai prossimi incontri e iniziative di Coldiretti.
Un inizio intenso ma pieno di risultatiEcco un primo bilancio dell’attività portata avanti in questi mesi
Il coltivatore maceratese
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Il Punto del Direttore
diAssueroZampini
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Il coltivatore maceratese
Gli agricoltori della Coldiretti Macerata, assieme a quindicimila “colleghi”provenienti da tutta Italia hanno presoparte lo scorso 2 luglio all'Assembleanazionale della Coldiretti, svoltasi alPalalottomatica, a Roma. Nel corso dei lavori il presidente dellaColdiretti Sergio Marini ha illustrato lasua relazione su “La filiera agricolatutta italiana...vince il Paese vero”, allapresenza, tra gli altri, dei ministri del
l’Economia Giulio Tremonti, delle Politiche Agricole Giancarlo Galan, del Lavoro Maurizio Sacconi, del Presidentedella Conferenza delle Regioni VascoErrani, del Segretario generale dellaCei mons. Mariano Crociata, del Sindaco di Roma Gianni Alemanno, deipresidenti della Regioni Veneto LucaZaia, Lazio Renata Polverini e Basilicata Vito De Filippo. Eccone alcuni stralci.
“SENZA ETICA IL CIBO VIENE TRATTATO COME I FRIGORIFERI” Le difficoltà delle imprese agricole sonoil frutto dello stesso arretramento dell’etica sociale nel mercato. La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fattoseguito quella della politica, ha portatoad un deficit di responsabilità, di onestàe di trasparenza che ha generato la crisiinternazionale ed ha drammaticamentelegittimato la derubricazione del tema
Filiera, ecco le prime 10 cose fatteIl presidente Marini ha fatto il punto della situazione all’Assemblea nazionale
Speciale Assmblea
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30 aprile 2009Al via il più grande circuitoeuropeo di Farmers market
16 ottobre 2009Con Consorzi Agrari d’Italia (Cai)nasce la holding degli agricoltori
6 maggio 2010La rete di Canpagna Amica fa mille accreditamenti al mese
6 maggio 2010Accordo allevatori-distribuzionecol marchio Italialleva
7 maggio 2010Arriva sul mercato la primapasta dei coltivatori
13 maggio 2010Tabacco, contratto di filiera tra agricoltori e Philip Morris
19 maggio 2010Siglato il più grande contratto diproduzione di energia da biomasse
19 maggio 2010Con I.O.O.% varato il marchiodi certificazione dell’olio d’oliva
24 giugno 2010Costituita la più grande società ditrading dei cereali degli agricoltori
28 giugno 2010Al via la costituzione del più grandeConsorzio fidi italiano in agricoltura
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cibo fino a farlo considerare una mercequalsiasi, come fosse un aspirapolvereo un frigorifero.
“C'È UN CASO ITALIANO NELL'AGROALIMENTARE”La situazione di difficoltà dell’agricoltura italiana non dipende solo dalla crisigenerale ma dal fatto che stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli chesono i due furti ai quali sono sottopostegiornalmente le nostre imprese: da unaparte il furto di identità e di immagineche vede sfacciatamente immesso incommercio il cibo proveniente da chissàquale parte del mondo come italiano;dall'altra il furto di valore aggiunto chevede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori.
“L'UNICA LEVA COMPETITIVA È LA DIVERSITÀ”L’unica leva competitiva possibileper il Made in Italy agroalimentareè quella di essere diversi perché migliori. Il futuro della nostra agricoltura sarà nell’essere diversi emigliori e non omologati a quei sistemi produttivi che operano construtture di costi per noi irraggiungibili. Il problema è non farsi copiarele nostre eccellenze e non replicaremodelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato, come nel caso degliOgm. Sarebbe bene che anche gli altrisettori dell’economia trovassero ancoraggi forti per farsi riconoscere quelladiversità in mancanza della quale siamodestinati a competere sui costi, con il rischio della delocalizzazione e di nuovapovertà sociale. La Coldiretti ha sceltouna strategia fondata su altri tre capisaldi con valenza economica e sociale:trasformare le nostre materie primeagricole in cibo per aumentare il poterecontrattuale nella filiera e sfuggire allamorsa delle speculazioni sulle materieprime stesse; costruire un modello dirappresentanza di filiera che coinvolgecooperative e consorzi agrari perche il
nostro cibo deve arrivare sino agli scaffali, altrimenti il nostro ben fare servealle grandi marche solo per gli spot televisivi mentre noi vogliamo firmare inostri prodotti i mettendoci la faccia; ilnostro è un progetto intriso di etica sociale, cibo come diritto, responsabilitàdel fare, trasparenza della filiera, interesse e aspettative della gente comepriorità. Un progetto che rida dignità alsettore che deve essere pesato ben oltree piu’ di quanto tendono a dire i parametri economici. Questo approccio facambiare pelle alla Coldiretti che è diventata una forza sociale a tutto tondoche parte dagli interessi dei consumatori e diviene soggetto politico e interlocutore credibile delle istituzioni, sullabase di un progetto di crescita per l’intero paese.
“LA POLITICA SCELGA TRA SERIETÀ E FURBIZIA”Alla politica chiediamo di saper scegliere tra chi investe, si impegna e innova e chi fa il furbo e vive di rendita. Lapolitica non deve essere né notaio némediatore ma deve assumersi la responsabilità di decidere: tra le lobby e icittadini, come nel caso degli Ogm edell’obbligo di indicare in etichetta laprovenienza degli alimenti, dove èmolto chiaro dove sta la volontà popolare; tra imprese e rendita, sia nella destinazione delle risorse come quelledella Politica Agricola Comune (Pac) edei Piani di Sviluppo Rurale (Psr), sia nelsostegno ai progetti, distinguendo quelli
che portano lavoro e sviluppo al territorio da quelli dietro i cui grandi numerisi nasconde la volontà di delocalizzare;tra le cose dichiarate e le cose fatte. Abbiamo apprezzato il percorso di semplificazione avviato nel mercato del lavorocon i voucher ma si può fare di piu’ e occorre proseguire nella sburocratizzazione valorizzando la sussidiarietà; trail vero e il falso, rendendo ad esempiosubito noti i dati secretati sulla destinazione delle importazioni agroalimentarida paesi extracomunitari. Va premiatal’onesta e la trasparenza e la politica e lapubblica amministrazione devono dareil buon esempio. Ci sono ancora troppeanomalie che il Paese non merita.
“FILIERA AGRICOLA TUTTA ITALIANA:LE PRIME DIECI COSE FATTE”
Da parte nostra ci impegniamo arimboccarci le maniche come dimostrano i passi da gigante che abbiamo fatto in un anno nel nostroprogetto operativo per una “Filieraagricola tutta italiana” che ha comeobiettivo di sostenere il reddito degliagricoltori eliminando le distorsionie tagliando le intermediazioni conl'offerta attraverso la rete di consorziagrari, cooperative, farmers market,agriturismi e imprese agricole diprodotti alimentari al cento per
cento italiani firmati dagli agricoltori algiusto prezzo. Le prime dieci cose fattenell’ambito del progetto riguardano dalvia al più grande circuito europeo di Farmers market alla nascita, con ConsorziAgrari d’Italia (CAI), della prima e piùimportante holding italiana degli agricoltori, dalla commercializzazione dellaprima pasta dei coltivatori italiani all’avvio della prima e più grande società ditrading europea dei cereali di proprietàdegli agricoltori, dalla sottoscrizione delpiu’ grande contratto europeo di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da biomasse tutte italianeall’accreditamento di circa mille nuovipunti di vendita diretta di CampagnaAmica al mese.
Il coltivatore maceratese
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Speciale Assmblea
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Il coltivatore maceratese
Venti tonnellate di pasta "italiana"fatti in Grecia, pesche sciroppate colnome di una famosa città campana,olio d’oliva ellenico diretto in Toscana, aceto di vino in viaggio perModena. Sono i prodotti del falso alporto di Ancona nel corso della mobilitazione che ha visto cinquecentoagricoltori provenienti da Marche,Umbria e Abruzzo bloccare e controllare i tir appena sbarcati nelloscalo dorico. Il tutto nell’ambito dellamobilitazione promossa dalla Coldiretti a livello nazionale contro le importazioni di alimentari stranieri chevengono poi venduti come italianisfruttando la mancanza dell’obbligodell’etichetta d’origine. Gli imprenditori agricoli hanno atteso l’arrivo deicamion provenienti dalla Grecia e,assieme agli uomini dell’Ufficio Dogane di Ancona e della guardia di finanza hanno bloccato i mezzi chetrasportavano prodotti alimentari.Una cisterna di latte è riuscita a evitare il blocco, ma nelle altre sonostate trovate pesche sciroppate conil nome di una località campana,altre pesche a pezzi congelate direttea Bergamo, olio d’oliva greco con destinazione toscana, aceto di vino per
la patria del balsamico, Modena. Main un camion sono stati trovati anchepacchi di farfalle di una nota pastaitaliana realizzati in Grecia eppure riportanti i colori della nostra bandiera e una scritta made in Italy. Leauto "civetta" prediposte dalla Coldiretti sono quindi entrate in azioneper seguire i tir fino alla loro destinazione finale. “Una situazione cheinganna i consumatori, i quali credono di portare in tavola prodotti delterritorio, e danneggia la impreseagricole visto che l’import dall’estero
ha causato un drammatico crollo deiprezzi – ha spiegato il presidente diColdiretti Marche, Giannalberto Luzi,che ha guidato la manifestazione assieme al collega dell’Umbria, AlbanoAgabiti, ai direttori regionali AlbertoBertinelli e Angelo Corsetti, ai presidenti di Macerata, Francesco Fucili,di Ancona, Maurizio Monnati e diAscoli Fermo, Paolo Mazzoni, e ai direttori di Macerata, Assuero Zampini, di Ascoli Fermo, Giulio Federici,e di Pesaro, Leandro Grazioli . Nonpossiamo accettare che la pasta ita
Arrembaggio al porto contro i falsiBlitz degli agricoltori ad Ancona, scoperta pasta “italiana” fatta in Grecia
Speciale Mobilitazione
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liana sia fatta all’esteromentre il grano viene pagato tredici centesimi o lepesche siano importatedalla Grecia mentre ai nostrifrutticoltori viene corrisposta una miseria”. Dallo scalodorico entrano ogni annoquasi cinque milioni di quintali di cereali a basso costoimportati dall'estero per essere lavorati come italiani (nella nostra regione se ne producono circa 8milioni di quintali), senza dimenticare aglio cinese, fragole turche, carciofi peruviani pronti a finire nelleconserve o nelle pizze tricolori. Subito dopo la mobilitazione al porto laColdiretti ha messo a segno unnuovo blitz davanti alal sede dellostabilimento Cooperlat tre Valli, a
Jesi, dove era atteso un tir contenente circa trecento quintali di lattetedesco intercettato al Brennero."Non è possibile che industrie e cooperative utilizzino prodotto straniero per confezionare latte,formaggi, mozzarelle, latte in polvereper neonati che vengono poi messiin commercio come alimenti "di casanostra" ha denunciato il presidente
di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili , utilizzando immagini legate al territorio esfruttando la mancanza dell'obbligo dell'etichettaturad'origine. Non diciamo certoche il latte tedesco sia peggiore di quello marchigiano,ma vogliamo essere liberi discegliere cosa portare in tavola”. “Chiediamo anche che
le stesse risorse regionali, comequelle del Piano di sviluppo rurale,siano spese per valorizzare il prodotto realmente marchigiano ha aggiunto Assuero Zampini, direttore diColdiretti Macerata – e non quelloche arriva da fuori mentre i nostri allevatori hanno difficoltà a coprire icosti di produzione”.
C’erano centocinquanta agricoltorimaceratesi al valico del Brenneroper partecipare alla mobilitazionemessa in atto dalla Coldiretti e sco-prire le schifezze importate dal-l'estero per diventare italiane cheingannano i consumatori e deru-bano le aziende della propria iden-tità. L’obiettivo era scoprire il "fintoMade in Italy" trasportato sui ca-mion che, passate le frontiere, sonostati poi seguiti con auto “civetta”fino a destinazione. “La mozzarella blu èsolo l’ultimo degli scandali che vedono ognigiorno formaggio, pasta, salumi arrivaredall’estero ed essere venduti come italiani,con l’effetto di ingannare i cittadini e rubarel’identità alle nostre produzioni, tanto daaver causato un crollo rovinoso dei prezzipagati in campagna – spiegano il presi-
dente di Coldiretti Macerata, Francesco Fu-cili, e il direttore Assuero Zampini -. Una si-tuazione della quale non beneficiano icittadini consumatori, per i quali i prezzi aldettaglio continuano a crescere, per di piùsenza sapere che quanto portano in tavola èspesso pesarese o marchigiano di nome manon di fatto”.
Il coltivatore maceratese Speciale Mobilitazione
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In centocinquanta da Macerata al Brenneroper bloccare il made in Italy “tarocco”
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Il coltivatore maceratese
Una filiera agricola tutta italiana delgrano di qualità per ridare valore aicereali prodotti sul nostro territorio.E’ il progetto presentato dal Consorzio Agrario di Ancona, concessionario del marchio Qm QualitàGarantita dalla Marche, assieme alCoPam srl e ai Consorzi di SienaPesaro, Macerata e Ascoli. L’iniziativasi inserisce nel bando per le Macrofiliere predisposto dalla RegioneMarche e punta a valorizzare il contributo di tutti gli operatori della filiera, dal campo alla tavola,sviluppando un modello di programmazione e commercializzazione delle produzioni. Sino ad oggiil progetto ha raccolto l’interesse dicirca duemila imprese agricole sututto il territorio regionale, per untotale di 1,7 milioni di quintali digrano, un quarto dell’intera produzione marchigiana. La Coldiretti Macerata ha promosso una serie diincontri per illustrare il progetto erilancoiare un settore che in questianni ha visto un vero e proprio
crollo dei prezzi pagati agli agricoltori, finiti ben al di sotto dei costi diproduzione. Anche se nelle ultimesettimane il mercato ha dato qualche segnale di ripresa, in questi mesile speculazioni e l’assenza dell’etichetta d’origine per valorizzare ilprodotto maceratese hanno determinato un danno da 70 milioni dieuro, sottratti alla società maceratese senza che i consumatori ne traessero beneficio.
Grano, ecco la filiera made in MarcheUn progetto per ridare valore ai cereali di qualità prodotti sul territorio
Informazione
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Pierino Montecchiari (nella foto il secondoda sinistra, ndr), civitanovese, è il nuovopresidente dell’associazione regionale deipensionati della Coldiretti, che riunisce43mila iscritti, il 42 per cento del totaledelle pensioni nelle Marche. Settantadue
anni, un passato di allevatore con tanto dimacelleria per la vendita diretta, il neo responsabile degli agricoltori è stato elettodall'assemblea dell'associazione svoltasiad Ancona, nella sede della Federazioneregionale. Nominato anche il nuovo consiglio del quale fanno parte Maria TeresaBracci (presidente uscente), Felice Giovanni Mambella, Luciano Curzi, MarioFailla, Anna Gagliardini, Gino Carletti,Guido Alesi, Angelo Sbattella, GiancarloPaniccià, Antonio Carletti, Natale Giacometti, Benito Mengoni. I lavori sono statipresieduti da Donato Elia, segretario nazionale pensionati Coldiretti, e da AssueroZampini, direttore Coldiretti Macerata.
PierinoMontecchiarieletto nuovopresidentedell’associazionepensionatiColdiretti
AVVISO AI SOCI
LA COLDIRETTI MACERATA
INFORMA GLI IMPRENDITORI
ASSOCIATI CHE SONO CAMBIATI
I NUMERI TELEFONICI:DELL’UFFICIO ZONA DI CAMERINO
(LOC TORRE DEL PARCO NUOVO)CHE SARÀ CONTATTATIBLE DA ORA
IN POI ALLO 0737 632788, E DELL’UFFICIO ZONA
DI MONTECASSIANO, IL CUI NUOVO RECAPITO
È LO 0733 290838
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Il coltivatore maceratese Informazione
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Il territorio nazionale è caratterizzatoprevalentemente da montagne e dacolline. L’uomo, nel tempo, si è adattato a vivere in questi ambienti duri edifficili. Con tenacia ha domato la natura a proprio vantaggio attraversouna serie di interventi sul paesaggiotra i quali i famosi terrazzamenti.Il paesaggio terrazzato è un paesaggiocostruito in luoghi impervi attraversoun’operazione di vera e propria artificializzazione di una realtà naturale, alfine di far sopravvivere l’uomo maanche di ottimizzare le attività produttive e di migliorare le condizioni socioeconomiche. Si è trattato di unaoperazione artificiale storicamente esocialmente utilissima che oggi la politica vuole salvaguardare attraversonorme comunitarie specifiche. Gli interventi avviati dalle pubbliche amministrazioni e dall’EU dichiaranoinnanzitutto l’intento di provvedere aun processo di conservazione e valorizzazione di questi paesaggi, conl’obiettivo di contrastare il loro sottoutilizzo e il progressivo e inesorabileprocesso di abbandono. Ma importante è anche la salvaguardia idrogeologica del terreno garantita daiterrazzamenti dal degrado territoriale e il conseguente aumento del rischio idrogeologico sono stati causati,oltre che dal processo di urbanizzazione, anche dal progressivo abbandono di zone con sistemazioniterritoriali antiche ed efficaci dalpunto di vista della prevenzione, cheavevano fino a oggi garantito la resistenza di quei suoli e la protezionedelle aree abitate. Si tratta dunque diun tema di indubbia valenza e realismo, ulteriormente legittimato dallesempre più frequenti situazioni diemergenza conseguenti a disastri na
turali. I paesaggi terrazzati oltre a salvaguardare i terreni contribuisconopoi alla biodiversità. E’ pertanto necessario un processo di conservazionee valorizzazione di questi paesaggi,con l’obiettivo di contrastarne il progressivo ed inesorabile abbandono.Gli interventi già avviati dalle pubbliche Amministrazioni e dall’UE vannoproprio verso questo obiettivo.
La norma n. 4.4 dell’Agea si applicaalle superficie di cui alla lettera e) delcomma 3 dell’art.2 del decreto Ministeriale del 21 dicembre 2006 e successive modificazioni in materia dicondizionalità.Essa stabilisce che gli agricoltori devono rispettare i seguenti impegni perassicurare un livello minimo di mantenimento dei terreni ed evitare il deterioramento degli elementicaratteristici del paesaggio sull’interoterritorio nazionale:a) divieto di eliminazione dei terrazzamenti esistenti, delimitati a valle dau muretto a secco oppure da una scarpata inerbita;b) divieto di effettuazione di livellamenti non autorizzati;c) rispetto dei provvedimenti regio
nali adottati ai sensi della direttiva79/409/CEE e della direttiva92/43/CEE;d) rispetto dei provvedimenti regionali di tutela degli elementi caratteristici del paesaggio non compresi allalettera c).A norma dell’art. 2 comma2 del presente Decreto, in assenza dei provvedimenti delle Regioni e ProvinceAutonome , la norma stessa prevede:a) sul territorio nazionale, il divieto dieliminazione dei terrazzamenti;b) nelle aree individuate ai sensi delladirettiva 79/409/CEE(ZPS) e della direttiva 92/43/CEE(SIC), il rispetto deirelativi provvedimenti regionali di attuazione.
Queste due ultime norme tutelano glihabitat naturali, infatti la 92/43 è relativa alla conservazione degli habitatnaturali e seminaturali, della flora edella fauna selvatiche, mentre la79/409 riguarda la conservazionedegli uccelli selvatici.
Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Mi-sura: 1.1.1.- lettera b ) - Azioni nel campodella formazione professionale e dell’infor-mazione – Domanda n. 2040/2009
Come valorizzare il territorioLa condizionalità e il mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio
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Il coltivatore macerateseInformazione
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L’art. 68 del D. ministeriale del 29luglio 2009, gestisce l’erogazionedegli aiuti accoppiati ai seguentisettori: bovino, ovicaprino, olio dioliva, latte, tabacco, zucchero, floricolo e inoltre alle attività agricolecon benefici ambientali ed assicurazione dei raccolti.Il presente articolo si limiterà allatrattazione del settore inerente l’attività agricole con benefici ambientali. I legislatori europei e nazionalisono molto attenti alle norme cheinteressano la salvaguardia e tuteladell’ambiente e il rispetto del territorio. L’art. 68 regola l’avvicendamento colturale in quanto ad esso èabbinato il contributo accoppiato.L’approvazione e la successiva emanazione dell’art. 68 ha avuto un itermolto travagliato. La misura dell’avvicendamento èstata modificata, attraverso una revisione del testo del Decreto del 29luglio 2009. Le variazioni apportate sono abbastanza rilevanti: l’avvicendamento passa da triennale a biennale, le colture ammesse nell’avvicendamento cambiano notevolmentel’obbligo della semente certificataper il grano duro viene eliminata.Gli imprenditori agricoli hanno effettuato le semine autunnali, nel2009, in base alle norme fissate neldecreto ministeriale del 29 agosto2009, mentre il Comitato tecnicopermanente, nella seduta del 9 febbraio 2010, ha approvato lo schemadel Decreto ministeriale, che modifica l’art. 10 del D.M. del 29 agosto2009. Ora gli agricoltori si vedonocambiare le regole a semine effettuate, con il rischio che molti di essi
non potranno rientrare nel premiosupplementare. Gli aiuti previstidall’art. 68, dovevano essere approvati dalla Commissione europea,solamente per quanto riguarda lamisura dell’avvicendamento, perché si tratta di un’azione agroambientale. Pertanto i problemi con laCommissione europea ha riguardato solo l’avvicendamento triennale, mentre non ci sono statemodifiche alle altre misure rispettoal decreto del 29 agosto 2009. Infatti l’avvicendamento triennalerientra in un paragrafo dell’art. 68che recita “ specifiche attività agricole che comportano benefici agroambientali aggiuntivi”, che prevedel’approvazione preventiva dellaCommissione europea.I componenti della Commissioneeuropea avevano sollevato deidubbi in merito al fatto che il pagamento supplementare fosse servito
effettivamente a coprire i costi supplementari realmente sostenuti e larelativa perdita di reddito subita.Da questo punto di vista l’avvicendamento triennale è stato considerato troppo leggero per giustificarei benefici agroambientali aggiuntivi. A seguito delle osservazionedella Commissione europea, il Mipaaf ha dovuto fare delle correzioni alla misuradell’avvicendamento, con una modifica del decreto ministeriale del29 agosto 2009.Le modifiche hanno riguardato treaspetti: l’avvicendamento passa da treanni a due, l’avvicendamento deve avvenirecon la coltivazione, sulla medesimasuperficie, per un anno di cerealiautunnovernini e per un anno dicolture miglioratrici. l’obbligo della certificazione dellasemente certificata per il granoviene eliminato.Inoltre il Decreto ministeriale fissal’elenco delle colture: cereali autunnovernini: frumentoduro, frumento tenero, orzo, avena,segale, triticale e farro, colture miglioratrici: piselli, fava, favino, favette, lupino, cicerchia, cece, veccia, sulla,foraggere avvicendate ad erbai, conpresenza di essenze leguminose,soia,colza, ravizzone, girasole, barbabietola. L’importo massimo del contributo èfissato a 100,00 €/Ha, all’interno diun massimale di 99 milioni di europer tutte le colture beneficiarie. Ilpagamento effettivamente erogatodipenderà dalle richieste degli agricoltori e l’importo realmente ero
L’articolo 68 e i benefici ambientaliUna panoramica sulla legislazione comunitaria per l’attività agricola
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Il coltivatore maceratese Informazione
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gato potrà aggirarsi intorno agli70,00 75,00 €/ha, tenendo contodei criteri di ammissibilità più rigidi e delle superficie potenzialmente beneficiarie. La misura dell’avvicendamento èriservata alle regioni del Centro edel Sud Italia.La condizione essenziale per ricevere il premio supplementare è chela rotazione biennale preveda lacoltivazione, sulla stessa superficie,almeno per un anno di cereali autunnovernini e almeno per unanno di colture miglioratrici.L’obiettivo di questa misura èquello di interrompere la monosuccessione di cereali, soprattutto digrano duro, e di favorire la rotazione con colture miglioratrici. Una superficie a leguminose foraggere, all’ultimo anno di un ciclo pluriennale, è ammissibile alpagamento supplementare, purchél’anno successivo sia avvicendataad un cereale autunnovernino. Per maggior chiarezza, si riportanoalcuni esempi di avvicendamentoche sono ammissibili al pagamentosupplementare:
ESEMPIO N.1:2010: erba medica, 2011: grano duro,
ESEMPIO N.2:2010: orzo,2011: trifoglio,
ESEMPIO N. 3:2010: grano duro2011: foraggere avvicendate conpresenza di erba medica,
ESEMPIO N. 4:2010: foraggere avvicendate conpresenza di trifoglio,2011: grano duro. Inoltre una coltura intercalare interrompe l’avvicendamento colturale,
ESEMPIO N. 1 2010: grano tolto il grano a giugno e a luglio semino insalata,2011: erba medica, l’avvicendamento non è stato rispettato e il contributo accoppiato nonaspetta. Il primo elemento negativo del decretoè dovuto al fatto che la misura è statamodificata in corso d’opera, quando gli
agricoltori avevano già programmatol’ordinamento colturale e a semine effettuate sulla base delle norme del Decreto ministeriale del 29 luglio 2009.Ciò significa che molti agricoltori nonpotranno modificare l’ordinamento enon potranno beneficiare dell’aiutosupplementare. L’avvicendamento colturale biennale è più rigido del triennale, infatti non si può fare il ristoppioe questo comporterà una forte riduzione della coltivazione del grano duroal CentroSud, aggravando la dipendenza dall’estero. Inoltre, tra le colturemiglioratrici, non sono rientrati il maise il sorgo, di conseguenza tutti gli avvicendamenti con queste colture saranno penalizzati. Si fa tuttaviapresente che è stato soppresso l’obbligo di semente certificata del granoduro.Infatti sarà il mercato a selezionare levarietà del grano duro da seminare cherisultano più idonee e rispondenti alprodotto finale che si vuole realizzare.
Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Mi-sura: 1.1.1.- lettera b ) - Azioni nel campodella formazione professionale e dell’infor-mazione – Domanda n. 2040/2009.
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Già alla fine del secolo scorso ilproblema del compattamento delterreno a causa dal passaggio deimezzi agricoli era di fondamentaleimportanza; per affrontarlo occorre conoscere prima di tutto lacomposizione del suolo dove convivono, in equilibrio, la componente solida, quella organica,l’acqua e l’aria. Il compattamento si manifesta conlo schiacciamento del terreno equindi con la diminuzione deivuoti che genera una diminuzionedella quota di aria e di acqua, coninfluenza negativa sulla vita dellepiante e sulla loro produttività.
CONSEGUENZA DEL COMPATTAMENTO:
Cambiamento nella struttura delsuolo: creazione di zolle grandi, aggregati compatti e spigoli vivi; Scarsa presenza di pori nel terreno; Carenza di ossigeno che generalmente si manifesta con macchie dicolor ruggine o grigiobluastro, eodore sgradevole; Passaggi limitati per le sostanze eper gli organismi del terreno; Ristagni di umidità; Diminuzione della mineralizzazione dell’azoto;Decomposizione ridotta dei residui colturali; Condizioni sfavorevoli per la crescita delle radici delle piante. Perdite di produzione che possono raggiungere anche il 20% delraccolto.Le conseguenze negative del compattamento sono legate anche al livello nel suolo dove esso si verifica:il compattamento del sottosuolo è
quasi impossibile da correggere, vaquindi evitato con misure preventive; i danni causati agli strati superficiali del terreno possonoessere, invece, attenuati con interventi mirati e grazie all’attività biologica del terreno. Il compattamento del suolo avvienesia per fattori naturali che per intervento dell’uomo.
FATTORI NATURALI: Umidità del suolo: un terrenoasciutto ha una buona capacità diresistere alle pressioni riducendonotevolmente il rischio di danni,contrariamente a quanto succede incondizioni di umidità; Tipo di suolo (sabbioso, argilloso,medio impasto): un suolo leggero è,a parità di condizioni di umidità,meno suscettibile al compattamento di un suolo argilloso. I suoliargillosi sono molto portanti incondizione di asciutto, ma in presenza di umidità, si compattano inmaniera irreparabile; Dimensioni delle particelle minerali del suolo; Struttura del suolo.
FATTORI CAUSATI DALL’UOMO Lavorazioni del terreno al momento sbagliato; Eccessivo numero di passaggi sulterreno; Utilizzazione di macchine troppopesanti e di dimensioni superiori alnecessario; Carico troppo elevato sugli organidi propulsione delle macchine; Slittamento delle ruote; Non corrette pressioni delle ruotedelle trattici; Suoli troppo soffici dopo una lavorazione precedente;Tutti i terreni vanno incontro al compattamento, compresi prati e pascoli,soprattutto nelle zone soggette aforti precipitazioni con suoli in prevalenza umidi. Il pericolo di compattamento di prati e pascoli aumentase: si pascola, si sfalcia e si raccogliel’erba ed il fieno con qualsiasi tempo,utilizzando falciatrici e imballatricipesanti; vengono distribuiti i liquami utilizzando grandi cisterne; si gestiscono le superfici foraggereeffettuando numerosi passaggi.
Il compattamento del terrenoLa qualità del suolo ha una grande importanza per le produzioni
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Non bisogna mai dimenticare che ilripristino dei prati compattati èquasi impossibile da effettuare, diconseguenza bisogna aspettarsi unariduzione della resa.
SOLUZIONI Ridurre il numero dei passaggi; Ridurre la pressione specifica sul suolo; Utilizzare pneumatici “larghi” abassa pressione che rispetto ai pneumatici standard consentono di quintuplicare la superficie di contatto,hanno un effetto di galleggiamento epertanto un minor impatto sul terreno; Utilizzare, nel limite del possibile,gomme gemellate che a parità dicondizioni consentono una riduzione del 5760% del carico chegrava su ogni gomma; Evitare lo slittamento delle ruoteche provoca lisciatura sugli stratisottostanti; Utilizzare macchine cingolate checonsentono di aumentare la superficie di contatto riducendo la pressione media esercitata. A parità dipeso una trattrice gommata crea uncompattamento del suolo superioreal 60% rispetto ad una trattrice cingolata. I cingoli di gomma compattano meno il terreno rispetto aicingoli di ferro. Utilizzare trattori di dimensioni epotenza adeguate al lavoro che sideve compiere;
Se si pratica l’aratura con la trattrice gommata è preferibile utilizzare aratri che consentono dioperare fuori solco; Usare le zavorre solo quanto servono; non devono, come spesso accade, essere sempre montate sullemacchine; Intervenire nei momenti migliori(terreni in tempera e non umidi); Adottare tecniche colturali che prevedano la copertura del suolo con residui colturali o di vegetazione; Ricorrere a tecniche di semina diretta o a basso impatto ambientale; Lavorare il suolo utilizzando, possibilmente, macchine trainate; Ridurre, dove si può, la lavorazionedel suolo per ciò che concerne profondità, superficie e intensità; Adottare successioni colturaliadatte, evitando rotazioni strette chespesso impongono l’effettuazione dioperazioni colturali anche in situazioni non favorevoli; Scegliere colture in relazione allecondizioni climatiche e alle proprietà del suolo.
I vantaggi economici ed ambientali di una riduzione del compattamento del terreno sonoascrivibili: Risparmio energetico per il minorimpiego di forza di trazione perchégli attrezzi lavorano meglio nel terreno non compattato, in quanto in
contrano meno resistenza; Meno passaggi per la preparazionedel letto di semina; Risparmio nei costi di manutenzione, perché gli attrezzi vanno incontro ad una minore usura; Risparmio di fertilizzanti dovuto almaggior assorbimento delle radicidei nutrienti, caratteristica dei suolinon compattati; Minor rischio di ottenere produzioni qualitativamente inferiori rispetto ad un terreno compattato, permerito di uniformità di maturazione,di dimensioni e di distribuzionedelle piante sul terreno, nonché peruna maggior resistenza alla malattie.Minori influenze negative si hannoanche sul contenuto di sostanzecome zuccheri, proteine. Migliore infiltrazione dell’acqua nelterreno; Sono favoriti i processi chimici diossidazione e la vita della flora microbica, entrambi decisivi per la trasformazione in sostanze umiche deiresidui colturali interrati; Attenuazione, nei terreni in pendio,dei fenomeni di erosione e di asportazione localizzata a seguito di intense precipitazioni.
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La riforma della Politica AgricolaComune ha apportato profondemutazioni tra cui l’accesso ai benefici per l’imprenditore agricolo cherispetti le norme in materia diCondizionalità agricola.E’ stata inserita la norma “Mantenimento di livelli di sostanza organica del suolo mediante opportunepratiche agronomiche” con loscopo di favorire un buon livello disostanza organica nel suolo. La Comunità Economica Europeasi interessa di sostanza organica,quale più granderiserva di carbonio organicosulla terra. La diminuzionedi composti organici nel terreno èun fattore negativo per il delicato equilibrioche si è stabilitonei secoli fra terreno, piante e microrganismi, unequilibrio che ha consentito lo sviluppo e il mantenimento della vitasul pianeta. Nel terreno la sostanza organicasubisce profonde trasformazioniche portano all’ottenimento di uncomposto completamente nuovocon funzioni altamente specifichee insostituibili: l’humus. L’humus interviene in maniera significativa sulla disposizione spaziale delle particelle determinandola “struttura del terreno” che puòrepentinamente modificarsi nel tempo. Un terreno astrutturato(senza struttura) mostra difficoltà
nella circolazione dell’aria e dell’acqua, risultando di fatto invivibile, mentre quando le particellesono raggruppate in strutture porose, irregolari e soffici, “terrenostrutturato”, la circolazione diacqua e aria consente una soddisfacente vita. L’humus è il maggiore arteficedella struttura del suolo, agendocome cementante delle particelle minerali e ha una diversa in
fluenza a seconda della tipologiadel terreno: in un terreno sabbiosomigliora la disposizione delle particelle minerali, protegge gli aggregati e facilita il trattenimentodell’acqua, in un terreno ricco dilimo contrasta la formazione dellacrosta superficiale, in un terrenoargilloso riduce la formazione dispaccature, che possono portarealla rottura delle radici dellepiante e a perdita di umidità. I terreni strutturati non daranno luogo a zolle dure e compatte durante la stagione secca,né diverranno plastici come argilla da mattoni, inoltre, verrà
influenzata positivamente laloro lavorabilità disponendo ditempi più ampi per l’esecuzionedegli interventi. Molto importante risulta la funzione nutritivadell’ humus con il rilascio di elementi nutrienti in maniera più elevata nei mesi caldi e verso lasuperficie del terreno; spesso l’humus facilita l’assorbimento di elementi nutritivi, da parti delleradici, legandosi ad essi. Non a
caso con l’impoverimento dihumus del suolo,l’efficacia dei concimi minerali dim i n u i s c ep r o g r e s s i v a mente. Ha un’influenzadiretta sullo sviluppo della floramicrobica del terreno e quindisulla sua fertilità:la morte dellamicroflora e
della microfauna rompe l’ecosistema fra microrganismi – terreno – pianta, causando unadiminuzione della fertilità equindi della produttività fino adarrivare alla sterilità assoluta.La limitata attività biologica èanche causa della ridotta o mancata alterazione dei residui vegetali con la proliferazione dimicrorganismi dannosi per le colture.Nella soluzione circolante di unterreno avvengono moltissime reazioni chimiche che determinano lareazione globale del suolo (acidoneutrobasico), che ha un’estrema
L’humus: cuore del terreno agricoloCome garantire il mantenimento di livelli di sostanza organica del suolo
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importanza sullo sviluppo dellepiante che esprimono la loro massima produttività su terreni conreazione tendenzialmente neutra,favorita in maniera determinatedalla presenza di humus. L’apportodei fertilizzanti determina un repentino arricchimento di elementichimici che, se non assorbiti dalle
piante, vanno prima o poi persi;tale fenomeno, per la stragrandemaggioranza degli elementi chimici, viene contrastato dall’humus,che, trattenendo gli elementi chimici, riduce l’inquinamento e producende una riserva di elementinutriti per le piante coltivate. La funzione nutritiva del terreno èlegata allo scambio cationico(scambio di elementi chimici trapianta e terreno), che viene influenzato sia dai colloidi argillosiche dalla quantità e qualità dell’humus. La capacità di scambio cationico dell’ humus contribuiscenella misura di circa il 50% sullacapacità totale del terreno, influenzata anche dal tipo di copertura vegetale, dalle condizioniclimatiche e dal tipo di suolo. L’humus ha una forte capacità di
interagire con i presidi sanitari chel’agricoltore utilizza per la difesadelle piante coltivate: può interagire per assorbimento e per immobilizzazione. Questa capacità puòripercuotersi negativamente sull’ingresso dei principi attivi utilizzati nelle piante e quindi nellacatena alimentare. Di contro si li
mitano le perdite dei pesticidi perdilavamento, volatilità, approfondimento e ruscellamento, diminuendo l’inquinamento delleacqua profonde. Inoltre l’humus influenza l’attivitàenzimatica del suolo permettendol’assorbimento di elementi nutrivida parte delle radici. Esso intervenire direttamentesulla nutrizione della piante tramite particolari sostanze che favoriscono la germinazione dei semi,lo sviluppo precoce delle piante,un più facile superamento dellecrisi di trapianto, una maggioreespansione fogliare, una sorta divalorizzazione delle riserve interne della pianta per meglio utilizzare quelle esterne. Gli acidi umici hanno una spiccatacapacità di trattenimento dell’ac
qua, rivestendosi di spesse pellicole di liquido e incorporandolonella loro struttura spugnosa finoa 15 volte il proprio peso (25 voltein certe torbe). I colloidi umicisono in grado anche di assorbireumidità dall’atmosfera, il che limita l’essiccamento ed il crepacciamento dei terreni. Il tipico colore scuro di molti terreni è dovuto alla presenza dihumus che può facilitare il riscaldamento del suolo modificandoneil grado termico che, soprattutto inprimavera, crea l’ambiente adattoalla nascita delle piante. La diminuzione dell’humus esponeil terreno ad altissimi rischi di fertilità, facendo si che terreni porosi,stabili, non soggetti a far crosta, diventino sempre più tenaci, difficilida lavorare, formino grosse zolledifficilmente sgretolabili che,anche se sgretolate a forza, allaprima pioggia si spappolano e siammassano. Il pericolo che si corre non è unacaduta repentina del potenzialeproduttivo, ma una degradazione lenta, forse troppo lentaper allarmare, ma comunquereale e inesorabile e pertantoancora più pericolosa.Il mantenimento della fertilità delterreno ad un livello non inferiorea quello che la nostra generazioneha trovato, è un imperativo categorico, imposto dai nostri doveri,verso le generazioni di domani,che deve essere anteposto ad ogniconsiderazione di ordine contingente (Bonciarelli – Università diAgraria di Perugia).
Articolo realizzato nell’ambito delProgramma di ristrutturazione delsettore bieticolo saccarifero 2007 –2011 – Misura: 1.1.1. – Azione nelcampo della formazione professio-nale e dell’informazione – Sottomi-sura: b) lettera c) – Anno 2009 –Domanda n. 1730/2009.
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