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Anno I - Numero 25 - 6 maggio 2012 “EMERGENZA SOCIALE”

Il Domenicale di Casoria del 6 maggio 2012 n.25

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Settimanale d' informazione della Città di Casoria

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Page 1: Il Domenicale di Casoria del 6 maggio 2012 n.25

Anno I - Numero 25 - 6 maggio 2012

“ E M E R G E N Z A S O C I A L E ”

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2 Domenica - 6 maggio 2012

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno I n. 25 - 6 maggio 2012

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]:Sonia Tabacco

[email protected]:

Via G. Marconi,80026 Casoria (NA)

[email protected] Stampa:

Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) [email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA) [email protected]

Progetto grafico ed impaginazione:Sonia Tabacco

Questo numero è stato chiuso in redazione Giovedi 3 maggio 2012

In questo numero

pag. 2 Vignetta della settimanapag. 3 Editoriale pag. 4 Casoria: superare l’attuale fase politicapag. 5 Bilancio di previone 2012pag. 6 Un anno da ricordarepag. 7 Chi ha vinto le elezioni governipag. 8 La crisi uccide il tuo domanipag. 9 SEL Casoria pag.11 Comunicatipag.13 Padre Ludovico da Casoria pag.13 Vienna: maratona sportivapag.15 Rubrica (Avv. Crispino)pag.16 L’ipertrofico giardapag.17 Esodati sinonimo di truffatipag.19 Green Hill

pag.20 Al Teatro Orazio “Le Femmine Sapute”pag.21 Napoli (di Lucchese)pag 22 A spasso nel calciopag.22 Napoli (di Vettoliere)pag.25 Dream Onpag.27 I nuovi poveripag.28 CattiviKpag.28 Giornata mondiale del libro

pag.29 Rubrica

pag.30 Avere un “grillo” per la testa

pag.30 Cocò: moda a portata di crisi

pag.31 Varie

La vignetta della settimana

“L’aver fatto rimpiangere Giosuè De Rosa e Stefano Ferrara”

Qual è la cosa più riuscitaall’Amministrazione Carfora?

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3Domenica - 6 maggio 2012EDITORIALE

Emergenza sociale…Pasquale D’Anna [email protected]

Saranno oltre mille i comuni che rinnove-ranno gli organi di governo nelle elezioni

comunali di oggi. Una campagna elettora-le sottotono da parte dei partiti tradizionali, ma non priva di veleni e di rancori. Lo spet-tro dell’antipolitica, il fiorire di tanti movi-menti civici e l’acredine che il paese reale manifesta nei confronti della politica ormai hanno assunto dimensioni da far paura. I partiti sempre più nervosi - il primo mini-stro costretto a trattare su questioni sempre più inconciliabili tra loro. Il Pd dovrebbe “te-nere”, il Pdl secondo i sondaggi andrà incon-tro ad una Caporetto di dimensioni epocali. In questi mesi di governo tecnico, nessun partito dell’asse ABC (Alfano – Bersani - Ca-sini) ha lasciato intravedere segnali incorag-gianti per l’opinione pubblica. Non c’è alcuna capacità e soprattutto volontà per iniziare un percorso di riconversione, per sperare di riprendersi un po’ di quella fiducia che è an-data completamente a farsi benedire. Fidu-cia che è stata travolta dall’insipienza di una classe dirigente autoreferenziale e parassi-ta, investita dalle corruttele e dagli scandali. Il Paese è allo stremo. L’Italia del lavoro e delle piccole e medie imprese paga un onere fiscale e contributivo ormai record tra i Paesi avanzati; con questi dati lo sviluppo resterà fermo al palo e le notizie per gli enti locali sono ancora peg-giori: continuando cosi i comuni non riusci-ranno più a garantire gli stipendi ai dipendenti.Martedì scorso, si è tenuta la consueta gior-nata del primo maggio, “Festa del lavoro”. Tutte le celebrazioni si sono svolte in un clima irreale di mestizia e preoccupazio-ne. Notizie come quella del suicidio dell’im-prenditore stremato dai debiti o del portiere licenziato ormai sono divenute quotidiane. Bisogna lasciar perdere le statistiche che ve-dono aumentati i numeri dei suicidi nell’Oc-

cidente in crisi e soffermarsi invece sulle ragioni che hanno spinto laboriosi ed one-sti cittadini a commettere gesti cosi estremi. Questi accadimenti scuotono gli ani-mi, fanno riflettere e lasciano sgomen-ti. Come sgomenti lascia la dichiarazione del primo ministro Monti, quando afferma che in Grecia i suicidi sono quasi 1800…E’indubbio che in questo momento siamo in piena recessione economica, il peso della stretta fiscale e contributiva non accenna a di-minuire. Pensiamo, ad esempio, all'ultima po-tenziale tassazione della seconda IMU, per in-tenderci la tassa di scopo dei comuni. Quanti piccoli proprietari, che hanno sacrificato tutta la loro vita per un tetto alla propria famiglia, saranno in grado di fronteggiare quest’ulte-riore esorbitante spesa fiscale sulla casa ad uso abitativo?! Chi non riuscirà in tale impresa, dovrà fronteggiare le cartelle di Equitalia, ap-pesantite di ulteriori somme, determinate dai tassi di interesse progressivi che sfiorano la soglia dei tassi usurai. I nostri valorosi depu-tati potrebbero pensare ad un provvedimento che dovrebbe regolamentare il sistema nor-mativo ed amministrativo del funzionamento di Equitalia, per verificare se risponde a tutte le prerogative dello Stato. Una legge, che po-trebbe fermare i suicidi e la disperazione della gente comune strozzata da un’economia che non riesce più a sostenere. Nel 2010 fu pre-sentato il decreto legge numero 78, da Silvio Berlusconi e dall’ex ministro Giulio Tremonti. Il decreto legge intendeva usare il sistema del-la compensazione per riuscire a saldare one-rose cartelle esattoriali, ma non è stato mai applicato. Dallo scorso anno è fermo in Com-missione finanze. Nulla, quindi, è stato fatto da quei deputati che guadagnano gli stipendi che ormai tutti conoscono, così come nulla è stato fatto per ridimensionare i loro emolu-

menti, per ridurre o addirittura eliminare i rimborsi ai partiti, per diminuire i loro odio-si privilegi e per contrastare l’iniquo sistema assicurativo che da anni vessa i cittadini del Mezzogiorno, in particolare quelli della no-stra Regione. Intanto, il commissario Bondi, tecnico nominato dai tecnici è al lavoro. Sulla spinosa questione dello Spending review en-tro dicembre dovrà far “risparmiare” allo stato attraverso tagli alla spesa pubblica 4.2 miliardi di euro ( il che significa 8 miliardi su base an-nua), una cifra enorme, raggiungibile solo con un reale e capillare lavoro di squadra. I tagli, inutile dire, non riguarderanno il Quirinale e il Parlamento. Nel mentre, il Governo viene battuto a Palazzo Madama da un’insolita co-alizione che boccia una norma che avrebbe salvato gli assegni dei manager, segno eviden-te che alla vigilia delle elezioni i partiti non sono disposti a fare ulteriori regali al governo. Insomma, viviamo una condizione sociale as-sediata su ogni fronte, non vogliamo ingros-sare le fila dei sostenitori del partito (ormai sempre più numeroso) dell’antipolitica, ma i fatti sono questi e nessuno può smentirli.Vi segnalo infine l’appello quasi comico della Presidenza del Consiglio che invita i cittadini a segnalare gli sprechi sul web, da non credere!Nella nostra città chiaramente ci si adegua, e quando si è dovuto scegliere l’aliquota per l’addizionale regionale, non si è perso tempo a scegliere la più alta di tutte. Senza voler fare de-magogia, siamo coscienti dello stato disastro-so degli enti locali ed in particolare del nostro, ma una politica di rigore e di maggiore sobrietà da parte dell’amministrazione sarebbe gradita ai cittadini, che continuano ad apprendere di notizie che riguardano contributi, consulenze, affini e collaterali…buona domenica a tutti.

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4 Domenica - 6 maggio 2012POLITICA

CASORIA: SUPERARE L’ATTUALE FASE POLITICA ATTRAVERSO UN’AMPIA PARTECIPAZION E DEMOCRATICA

Ernesto Valiante [email protected]

Gli avvenimenti politici che hanno ca-ratterizzato, la vita pubblica e ammini-

strativa di Casoria, hanno messo in luce le debolezze e i limiti dell’attuale classe politi-ca nell’esplicitare un’efficacia azione di go-verno cittadino. La lunga e travagliata crisi politica della maggioranza di centro sinistra e gli episodi d’intolleranza e di forte tensio-ne sociale, vissuti negli ultimi mesi, hanno contribuito maggiormente allo sfaldamento del sistema dei partiti e compromesso seria-mente la credibilità delle Istituzioni locali. A complicare la vita politica del paese ha concorso fortemente la “personalizzazione” della politica nata dalla crisi istituzionale dei partiti. Questo fenomeno, tipico esempio di mala politica, ha coinvolto indistintamen-te sia il centro sinistra e sia il centro destra consentendo di portare il paese all’immo-bilismo politico. Oggi, nessuno si assume la responsabilità di nulla, nemmeno con le pa-role e, come se non bastasse, in un momento di gran difficoltà economica, Il Sindaco, la

Giunta Comunale e i “personaggi” politici di lungo corso, non hanno trovato nulla di meglio che inventarsi addirittura un giro di parole per scaricare le proprie colpe su altre entità (segreterie provinciali, regionali ecc.), estranee alla situazione comunale. Sembra quasi che la“responsabilità” sia sparita dal panorama politico casoriano. L’attuale qua-dro politico offre uno scenario preoccupan-te, soprattutto in previsione delle prossime scelte che interesseranno la cittadinanza in materia d’urbanizzazione e d’imposizione fiscale comunale in linea con la manovra economica del Governo Monti. In questo clima d’incertezza aumenta sempre di più la disaffezione dei cittadini verso una politica cieca e sorda rispetto alle reali esigenze della gente costretta a fare i conti con l’incessante recessione economica che ha colpito dram-maticamente larghi strati della società civile senza alcuna distinzione sociale tra uomini, donne, imprenditori, lavoratori, disoccu-pati, giovani e anziani. Nessuno dice che a

Casoria i cittadini si sono visti applicati sul-le buste paga l’aliquota massima dello 0.8% relativa all’addizionale comunale (IRPEF), nessuno conosce quali percentuali saranno applicate (IMU) sulla prima e seconda casa e né si conosce quale sarà la politica per gli in-vestimenti e per il contenimento della spesa nei prossimi anni. Per queste ragioni, negli ultimi tempi, il giornale si è fatto promotore di appelli rivolti a tutte le forze politiche per una maggiore coesione politica e sociale al fine di superare il difficile momento che at-traversa il paese. Sbaglia chi pensa che dietro questa idea possa nascondersi l’intenzione di perpetuare la vecchia logica politica del con-sociativismo e del trasversalismo. Occorre, invece, recuperare una politica di contenuti per rendere governabile la città di Casoria; una politica che debba passare necessaria-mente attraverso un’ampia partecipazione popolare e democratica.

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5Domenica - 6 maggio 2012

Pellegrino Mazzone [email protected]

Quest'anno, entro il 30 Giugno, dovrà es-sere approvato il Bilancio di Previsione

per il 2012, la legge di proroga fissa il termi-ne ultimo per l'approvazione del Bilancio preventivo, ma in alcuni Comuni è già stato approvato e sono state anche stabilite le ali-quote per il calcolo dell'Imu e le tariffe per la tassa dei rifiuti solidi urbani.A Casoria siamo in forte ritardo! La mag-gioranza ancora non sa con quali “numeri “ approverà e se approverà il Bilancio in Con-siglio Comunale. In città si parla di tutto, ma non del Bilancio! Oggi non vorrei parlare della sgangherata maggioranza che governa il nostro Comune, ma proprio del Bilancio, ossia lo strumento politico per eccellen-za, con il quale un Sindaco e la sua Giunta si contraddistinguono per scelte politico-amministrative e che, mai come quest'anno, risulta essere strumento fondamentale per la situazione economica-politica che l'Italia tutta sta attraversando.Non volendo entrare nella composizione dei P. E. G .(Piano Economico di Gestione) dei vari settori (quest’anno saranno nove uno in più degli ultimi anni per una scelta politica”

a dir poco anacronistica” dell’attuale mag-gioranza), voglio ricordare ai vari Dirigenti che la legge ed in particolare il Testo Unico sugli Enti Locali fissa dei principi cardini cui attenersi nella predisposizione dei P .E .G., uno dei tanti è la chiarezza, ossia capitoli di bilancio corrispondenti a specifici centri di costo e non ambigui e corrispondenti a mol-teplici centri di costo. Il Comune di Casoria deve dotarsi della contabilità analitica, sono anni che è lacunoso su questo problema.Il Comune ha la possibilità di varare una ma-novra che varia dai quattro ai cinque milio-ni di euro, significa che tolti i costi contrat-tualizzati cioè fissi quali: personale, utenze, forniture con contratti, spese per il funzio-namento degli organi istituzionali ecc.; ha la possibilità di stanziare tra i vari settori i quattro e/o cinque milioni di euro per la spe-sa corrente.Lasciando all’attuale maggioranza che ci governa la determinazione delle scelte po-litiche su come impegnare queste somme a disposizione, anche se il Domenicale si farà promotore nei prossimi giorni di un Forum pubblico proprio sulla redazione del Bilan-

cio di Previsione a Casoria, una considera-zione di carattere generale è doveroso farla.In tempo di austerity in cui si pensa più a tagliare le spese superflue e nel frattempo a non aumentare, per quanto è possibile, le ali-quote Imu e le tariffe dei rifiuti solidi urbani per alcune categorie commerciali ed artigia-nali, sarebbe anche opportuno migliorare i servizi. A cosa serve spendere centinaia di migliaia di euro per attività pseudo - cultu-rali e non spendere quasi niente per arredo urbano? A che serve avere in Bilancio sva-riati milioni di Residui Attivi pur sapendo che sono diventati inesigibili ? A cosa ser-ve spendere centinaia di migliaia di euro in consulenze per Avvocati e avere il parco pul-mini degli scuola - bus quasi inagibile?Domande di questo tipo ce ne sarebbero molte. Proprio per lo spirito di collaborazio-ne chiesto da più parti in questo momento storico così delicato, siamo disponibili a fare proposte per migliorare ma soprattutto per non sperperare risorse pubbliche.

BILANCIO DI PREVISION E 2012. . .quale Bi lancio di Previs ione c i aspetta!

POLITICA

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6 Domenica - 6 maggio 2012

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Un anno da ricordare , dodic i mesi da dimenticare

Gianni Bianco [email protected]

POLITICA

Il Primo Maggio, la festa del lavoro o del-la paura di perderlo, è già alle spalle. Era-

no anni che il primo maggio, insieme al 25 Aprile, festa della liberazione, ai più, non concedeva la possibilità di un ponte lungo e in piena primavera. I tempi sono cambiati, le certezze economiche sono diminuite, le tas-se del governo Monti, i tributi locali, soprat-tutto, l’approssimarsi della doppia mazzata patrimoniale sugli immobili, da giugno a di-cembre 2012, scoraggiano quella che era fino a un anno fa la classe media, oggi mediocre. I tre leader sindacali hanno fatto una serie di proposte al comizio di Rieti. In ordine: Ca-musso ha proposto la “Detassazione della tre-dicesima per rilanciare i consumi”; Bonanni “L’eliminazione dell’I.M.U. per la prima casa, visto che i lavoratori di case ne hanno al mas-simo una”; Angeletti “Un intervento sulla spesa del finanziamento pubblico ai partiti, per scoprire se sono davvero credibili”. In-sieme al corteo confederale di Rieti, abbiamo visto le solite provocazioni di alcuni esagitati contro il Sindaco di Torino Piero Fassino, la protesta composta di parenti per le morti sul lavoro a Torino contro il Ministro Elsa For-nero, le parole del Presidente Giorgio Napo-litano a sostegno del governo. Una cosa simpatica l’ha detta il deputato Pdl Crosetti: “Ma un governo tecnico, ha bisogno di Commissari?”. Alludeva alla nomina dei tre Commissari che aiuteranno il Governo tecnico dei professori, cioè: Enrico Bondi, il risanatore della Parmalat avrà “poteri specia-li”; Giuliano Amato che farà da tramite tra i partiti, i sindacati e il Governo sulle questioni riguardanti l'articolo 49 della Costituzione; e

infine Francesco Giavazza che consiglierà ai professori come mettere ordine nella giun-gla dei soldi che arrivano dallo Stato centrale alle imprese. C’è da impazzire e qualcuno, in buona fede, potrebbe dire “speriamo passi presto quest’anno”! Macché il moderato Pier-ferdinando Casini, leader del Terzo polo, si augura un nuovo governo Monti, un “Monti Bis”. Bisogna guardare con estremo interesse a quest’agglomerato che si sta formando al centro della palude politica italiana e, visto la fonte d’ispirazione (Mario Monti), sarà “Il Rigore”, il fulcro ideologico del programma casiniano o perferdinandiano. Credo che, a parte qualche scranno in parlamento, il ruolo di comparsa sarà conteso tra: Fini, Rutelli e Lombardo. Ma veniamo ai fatti di casa nostra, della "no-stra" Casoria. Il sindaco Carfora, lungi da qualsiasi idea d’impegnarsi per risolvere i problemi amministrativi, è oggi impegnato, insieme al Cerchio MagicApi, nei preparativi della festa del I anniversario da primo cittadi-no di Casoria. Lo slogan dell’evento potrebbe essere: “Un anno da ricordare, dodici mesi da dimenticare”. Invitati alla festa: gli assessori magici, i consiglieri sostenitori magici (den-tro e fuori la maggioranza), lo staff magico, i parenti magici e gli amici anch’essi magici e non. La data dipende dalla convocazione del direttivo del Partito Democratico (per non creare imbarazzi ai non invitati): Presidente del Consiglio comunale di Casoria Pasquale Fuccio, gruppo consiliare Balsamo, Laezza e Marigliano, Segretario cittadino Pasquale Amoroso. Purtroppo, sanata la crisi a Napo-li, si riapre la ferita a Casoria, c’è qualcuno

che lo aveva previsto in qualche numero ar-retrato. Comunque le cose vanno bene così, l’importante è tenere duro fino al 2013. Le elezioni politiche serviranno per ottenere il massimo sforzo elettorale e tenere le redini della politica locale durante i giorni caldi. In-tanto rinasce la Dc a Casoria, già proiettata verso il Terzo Polo e rappresentata dai con-siglieri Mauro e Stefano Ferrara, il primo ex Noi Sud il secondo ex Sindaco Pdl, già “re-sponsabile” da qualche settimana. Al Sindaco Enzo Carfora vorrei ricordare una cosa cui tengo molto: la trasparenza del Sito Istituzionale non è un optional, ma un obbligo di legge. Sarebbe auspicabile, Sinda-co, ispirandomi alla richiesta fatta il 17 apri-le 2012 dalla Federconsumatori Casoria, la pubblicazione dei curriculum vitae e le retri-buzioni di “tutti” i dirigenti. Le chiedo, gen-tilmente, di provvedere da subito, poiché i termini di legge prevedono sanzioni a carico dei responsabili, di natura economica soprat-tutto. In tempi di ristrettezze, caro Sindaco, saremmo onorati di conoscere la destinazio-ne dei nostri sacrifici economici. Giunge da tante parti la richiesta di sobrietà della classe politica e, oggi più di prima, di parsimonia. Prosegua, Sindaco, nella prepa-razione dei festeggiamenti, è un suo diritto, ma abbia la cortesia di festeggiare rispettan-do la città che la ospita da anni e i cittadini che le hanno concesso il privilegio di esserne il primo cittadino. La natura di questa richie-sta è legittima se si tiene conto che i soldi che lei amministra sono quelli che tiriamo fuori dalle nostre tasche e che siamo, purtroppo, sempre meno a farlo e sempre più stanchi.

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7Domenica - 6 maggio 2012POLITICA

Chi Ha Vinto le e lez ioni governi oppure chieda umi lmente scusa al la Città ! ! !

“di Luca Scancariello”

Non ci vuole molto per rendersi conto che, alla base della democrazia, ci

sono regole che tutti, indistintamente, sono tenuti ad osservare. Chi vince le elezioni ha il dovere di governare e di farlo nell’interesse della collettività intera. Anche quando il risulto dipende dalle divisioni altrui, come nel caso della nostra Città. Ciò che conta è il risultato finale, che ha decretato l’elezione del Dott. Carfora a Sindaco di Casoria, e del deus ex machina Tommaso Casillo quale vero regista del successo ottenuto. Chi ha perso, e tra questi anche lo scrivente, che con 600 voti non siede in consiglio comunale, deve avere l’umiltà di accettare la sconfitta, a prescindere da come essa si determinata, e cercare, con spirito costruttivo ma nel rispetto del ruolo conferito dal corpo elettorale, di contribuire al governo della cosa pubblica. Eppure, contribuire al governo della cosa pubblica, non significa necessariamente confondere i ruoli, creare confusioni e determinare negli elettori ancora più incertezza di quanta non ce ne sia già. Casoria non è un piccolo borgo, o una piccola e ridente cittadina, ma una grossa città, dove la politica si manifesta in una dimensione già più consolidata e definita , tale da non consentire un finto “volemose

bene ed andiamo avanti”. Chi ha vinto ha il dovere di governare, e di farlo bene, proponendo atti che siano utili a migliorare le condizioni di vivibilità del territorio e di quanti lo popolano. Ed è assolutamente normale che, laddove gli atti proposti vadano in tale direzione, le opposizioni diano il loro giusto contributo migliorativo, raggiungendo forme di convergenza, a dir così, naturali, nell’assemblea elettiva. Tutto questo, però, poco o niente ha a che vedere, con qualsivoglia “inciucio” si stia profilando in Città. Immaginare, infatti, un governo di salute pubblica, o ancor peggio una megacoalizione di governo, rappresenta il sovvertimento delle più elementari regole della politica, intesa nella sua più nobile accezione. Il governo nazionale, attualmente guidato dal Presidente Monti, nasce dal fallimento politico del governo Berlusconi che, ad un certo punto, constatata l’impossibilità oggettiva di proseguire nel proprio percorso , ha gettato la spugna con umiltà chiedendo, di fatto, scusa ai milioni di italiani che in esso avevano riposto fiducia. A Casoria, invece, questo gesto di umiltà non si è ancora manifestato. Al contrario. Nelle scorse settimane, ritirando le proprie dimissioni ( firmate all’indomani

dei disordini verificatisi in quel fatidico venerdì), il Sindaco rendeva evidente la sua volontà di proseguire con la stessa maggioranza che lo aveva sostenuto durante le elezioni.Assolutamente legittimo, direi: chi ha vinto governi o, come accaduto a livello nazionale, abbia l’umiltà di chiedere scusa ai cittadini, affidando agli stessi il compito di ridisegnare il futuro politico ed amministrativo della città, non essendo possibile per legge procedere a determinare una nuova leadership in consiglio comunale. Sinceramente, è difficile ipotizzare altri scenari, che peraltro avrebbero solo carattere decisamente transitorio, dando vita ad un governo a “tempo determinato”, forse in linea con le recenti politiche governative sul lavoro ma, di certo, poco utili ad un reale sviluppo del territorio. Il rischio sarebbe quello di garantire solo il raggiungimento di obbiettivi , magari lontani dagli interessi collettivi e volti a tutelare solo una ristretta cerchia di personaggi. Ossia i soliti noti. Insomma poche parole a buon intenditore. Per la serie chi vuol capire capisca. Meditate gente meditate.Buona domenica.

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8 Domenica - 6 maggio 2012

Vincenzo Russo [email protected]

La cris i ucc ide i l tuo domani

POLITICA

4 APRILE 2012: A Roma un imprenditore, di 59 anni, si uccide sparandosi un colpo

di fucile. Nella lettera scritta ai familiari, attribuisce il gesto ai problemi economici della sua azienda in fallimento. 13 APRILE 2012: A Donnalucata, nel ragusano, un imprenditore agricolo si suicida impiccandosi. L'uomo di 28 anni, titolare di impianti serricoli, lascia moglie e due figli. Il cadavere viene ritrovato dal padre, che avverte i carabinieri. 30 Aprile 2012: Un portiere di uno stabile si uccide impiccandosi nella propria abitazione a Napoli, avrebbe dovuto lasciare il lavoro e anche l’appartamento in cui abitava. La gente per strada urla: “È colpa della crisi”. Questi sono alcuni dei tanti casi, che negli ultimi mesi sono stati registrati in Italia. La mancanza di lavoro determina l’accentuarsi dei problemi legati al vivere dignitosamente e sta iniziando ad avere esiti tragici nel nostro paese. La crisi soffoca gli Italiani, li uccide, toglie il futuro a imprenditori che non riescono a portare avanti le loro aziende, perché le banche non concedono prestiti e scoraggiati sono “costretti” a indebitarsi o fare gesti eclatanti per farsi ascoltare. Le tasse, la crisi economica, la crescente concorrenza globale, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi

nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Un’azienda su due chiude i battenti entro i primi 5 anni di vita e da inizio 2012 ci sono stati 26 suicidi tra gli imprenditori. Imprese e famiglie sono state investite, con una violenza senza pari, da questa crisi economica. Tasse, benzina, Iva,

bollette da pagare e altre spese, costringono il cittadino a fare i conti con la propria sopravvivenza. Gli stipendi sono al di sotto del carico fiscale e il governo elimina ogni possibilità di abbassare le tasse, di usufruire di termini più elastici per le scadenze, di congelare momentaneamente i debiti dando l’opportunità al cittadino di rientrare nel tessuto produttivo. Gli imprenditori vendono

meno, licenziano, cresce la disoccupazione e in tutto questo non s’intravede via d’uscita. Uno studio dell'Eures fotografa la crescita del fenomeno, dai dati emerge che è soprattutto legato alla mancanza di lavoro e di prospettiva economica il dilagare di suicidi in Italia. Un altro problema da analizzare sono le ipoteche

sulle abitazioni. Equitalia, società pubblica italiana (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps), incaricata della riscossione dei tributi, dopo 60 giorni dall'avviso al contribuente, in caso di mancato pagamento può recuperare il debito pignorando la casa e il conto corrente o iscrivendo ipoteca sull’artigiano considerato infedele (facendo scattare una comunicazione alla centrale rischi delle banche con conseguente chiusura dei fidi). C’è chi soffre e chi invece membro della Casta, formata da parlamentari, dirigenti e consulenti dello Stato, continua a percepire stipendi record, a

disporre di privilegi, benefit e auto blu, e non prova alcun imbarazzo verso queste morti silenziose. Si parla di lotta agli sprechi, e mentre questi uomini scoraggiati dal domani decidono di mettere “fine” alla loro esistenza, continua, anche a livello locale, lo sperpero di denaro pubblico. Buona Domenica!

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9Domenica - 6 maggio 2012POLITICA

Coordinamento di Casoria (NA)

Ringraziamo innanzitutto questa testata giornalistica che ancora una volta ci permette, seppur privi di rappresentanza istituzionale in Consiglio Comunale, d’arrivare ai ns. concittadini.Affiancata a questa intervista troverete l’anteprima di un manifesto che, pagati i dovuti diritti comunali, vorremmo far affiggere negli spazi dedicati a tale scopo.La nostra esclamazione: “Basta con i progetti faraonici!” non vuole affatto essere il solito slogan avente ilfutile obiettivo del “facimm’ à mmuina” (facciamo chiasso), tutt’altro!La puntuale elencazione di quelle che, a parer nostro, sono le emergenze incombenti su Casoria ed i suoi abitanti, ha la pretesa di riportare alla realtà chi amministra la città.Essi devono avere il garbo di smetterla con allettanti promesse legate agli effetti benefici derivanti da fantomatici mega-finanziamenti, di cui tanto si parla.Il Re è nudo e la Regina è in topless ormai da anni!Affinché la nostra città torni a respirare, così com’era possibile nei lontani anni 50 e 60, occorre far aprire gli occhi a chi, per bisogno o per cattiva fede, continua a fare affidamento in soggetti che hanno dato ampia prova del loro disinteresse per il bene comune.Continuare a sperare in una ritrovata saggezza dell'assise Comunale sembra oramai una

vana speranza.Casoria non ha bisogno d'apparire, né di fatuità (feste farina e forca), né di telefonate "importanti".Ci vuole ben altro! Basta con ’ipocrisia di chi chiede la “buona politica” continuando a sostenere chi politico

buono non si è dimostrato.All'indomani della manifestazione dell’ U. S. B. del 17 marzo 2012

segnalammo la nostra meraviglia ed il nostro disappunto riguardo l’empatia emersa fra gli organizzatori e l'amministrazione in carica.Sembrava fossero state prospettate possibilità d'avviamento dei suddetti progetti faraonici, trascurando però di chiarire l’impossibilità di “reclutamenti preferenziali”.A distanza di pochi giorni, il 23 marzo 2012, la delusione non tardò a venire ed i “delusi” gridarono agli amministratori: < saremo la vostra spina nel fianco e impediremo qualsiasi vostro sporco affare ai danni dei disoccupati e dei cittadini casoriani!>. La credibilità dei ruoli politici ed istituzionali non può trovare riscontri in “capziose” narrazioni di fiabeschi scenari occupazionali.All’indomani dei fatti invitammo questa amministrazione, che tanti impropriamente ritengono di centro sinistra, ad una civile quanto celere ricomposizione tra le parti. Suggerimmo l'istituzione di un tavolo-tecnico, composto da tutte le segreterie politiche e le sigle sindacali presenti in città, dedicato appunto alle emergenze da noi elencate.Siamo ancora in attesa di un riscontro.

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11Domenica - 6 maggio 2012

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12 Domenica - 6 maggio 2012

f g i o i e l l io r e v e r

G I O I E L L E R I A e O R O L O G E R I AVia P. di Piemonte, 1/3 Casoria (NA)

phone: 0817576472 Via Manzoni, 69 - Casoria (NA) Tel: 0815736577 e-mail: [email protected]

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A P E R TA 2 4 O R E S U 2 4

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13Domenica - 6 maggio 2012EVENTI

Padre Ludovico da CasoriaGianni Bianco [email protected]

La Chiesa dell’Immacolata, presso il complesso della Casa natale di Padre Ludovico da Casoria, sede delle

suore Elisabettine Bigie, ha ospitato, sabato 28 aprile un momento di riflessione per la nascita dell’Associazione culturale “Padre Ludovico da Casoria”.Ha moderato gli interventi il giornalista dott. Giuseppe Storti, presente Padre Nunzio D’Elia. La scelta è simbolica e rappresenta il punto di partenza del percorso che l’Associazione, presieduta dalla prof.ssa Pina Mugione, si pone: lo studio, l’approfondimento, la divulgazione delle opere e della vita del Fraticello d’oro. L’Associazione avrà la sua sede in Via Giulio Pastore, presso la Chiesa

di San Paolo; sarà composta da altri illustri membri tra cui il dott. Massimo Iodice in qualità di Vicepresidente, il Prof. Giovanni De Rosa Dirigente scolastico dell’Isis Andrea Torrente, la Prof.ssa Rosalia Marino e altre illustri figure del mondo della cultura e dell’istruzione casoriana. Il giorno 10 maggio potrebbe essere una data speciale per il processo di canonizzazione del nostro Padre Ludovico da Casoria. Sono anni che la comunità cittadina attende la santificazione del “Fraticello”, speriamo vivamente che sia la volta buona. Auguri di buon lavoro alla neonata Associazione dal direttore de “Il Domenicale di Casoria”

Pasquale D’Anna e da tutta la redazione.

La maratona di Vienna, capitale austriaca dal glorioso passato imperiale, ha visto la par-tecipazione di 36000 runners(record della gara) e tra i 1170 della squadra italiana, an-che la partecipazione di tre atleti casoriani che hanno interpretato l’evento sportivo an-che come un’occasione per godersi le bellezze della città a passo di corsa: Nando Valentino, Rita Esposito e Antonio Pugliese . La corsa, lunga 42.195 km si è snodata lungo le vie più belle della città del valzer, della musica clas-sica e della torta sacher. Lungo tutto il per-corso è stato trasmessa una piacevole musica classica, per rendere omaggio alla tradizione viennese per eccellenza. Partenza dal ponte più grande della città, per proseguire sull’area verde del Prater, continuando lungo il canale del Danubio, passando poi davanti al celebre e maestoso Teatro dell’Opera e per procedere fin al Castello di Schonbrunn. L’arrivo è sul-la piazza più bella di Vienna e precisamente davanti al Palazzo Imperiale degli Asbur-

go, con un finish indimenticabile, passando sotto l’arco degli eroi, fino al tappeto rosso del traguardo. Corsa incredibile e pubblico

fantastico. Circondata da colline e immersa nella natura, nonostante sia caratterizzata da un milione e mezzo di abitanti, Vienna è se-conda assoluta a livello mondiale nella clas-sifica delle città più vivibili al mondo. Il cen-tro antico,dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità , è costellato da antichi palazzi

nobiliari, piazze e parchi, eleganti caffè, il Parlamento, il Municipio della città, il Palaz-zo Imperiale, il Teatro dell’Opera: un vero e proprio viaggio nel passato. Stephansplatz è la piazza principale ed ospita il Duomo di Santo Stefano, un maestoso edificio gotico. Nei pressi sorge il Museumquartier, un’area che ospita numerosi musei e teatri tra cui l’ampio museo dedicato alla Principessa Sissi, l’Imperatrice più amata della storia, dove an-cora oggi il suo ricordo resta indelebile e per niente scalfito dal tempo. Una storia d’amore, iniziata sotto favorevoli auspici e conclusa-si dolorosamente. Molto bello da visitare è il Castello del Belvedere, una delle più belle ed eleganti residenze principesche d’Europa, che ospita l’omonima galleria, dove è conser-vato “ Il Bacio” di Klimt, straordinario artista di Vienna e massimo esponente mondiale dell’Art Noveau. Vienna in conclusione è la culla di uno sce-nario artistico privilegiato.

Vienna: maratona sportiva e turistica

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A P E R TA 2 4 O R E S U 2 4

“ di puà”

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Domenica - 6 maggio 2012

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15Domenica - 6 maggio 2012

Gennaro Crispino [email protected]

Invitiamo i lettori ad inviare le loro eventuali richieste di pareri in merito a quesiti giuridici all ‘indirizzo di posta elettronica dell’avv Crispino : [email protected]

Cautela !Rispondiamo ad una richiesta di delucida-

zioni inviataci da una ns. amica lettrice, di cui riassumiamo il contenuto: “..da cinque giorni mio marito è detenuto in carcere in quanto, nel corso di un normale controllo, i Carabinieri hanno rinvenuto nella sua auto-vettura n. 3 bustine contenenti cocaina e n. 2 bustine di erba. Non abbiamo mai avuto pro-blemi con la giustizia e non so davvero cosa fare per aiutare mio marito.La vicenda esposta ci da l’opportunità di ap-profondire uno dei temi più delicati e dibat-tuti del diritto penale, ovvero quello inerente alla ratio e all’applicazione delle misure cau-telari.Verosimilmente, il marito della nostra ami-ca è stato tratto in arresto in quanto colto in flagranza di reato; nella fattispecie sottoposta alla nostra attenzione, infatti, i Carabinieri hanno probabilmente ritenuto che il sogget-to fermato detenesse le sostanze stupefacenti per uso diverso da quello personale e, per-tanto, hanno proceduto all’arresto ed al tra-sferimento presso la casa di detenzione.Orbene, occorre subito specificare che la mi-sura adottata non è definitiva. Siamo anco-ra in una fase embrionale del procedimento penale, fase nel corso della quale saranno condotte le indagini sotto la direzione del Pubblico Ministero e adottate da questi le determinazioni concernenti l’esercizio dell’a-zione penale.Entro le 48 ore dall’arresto, infatti, il P.M. do-vrà trasmettere gli atti al Giudice per le In-dagini Preliminari che dovrà procedere alla convalida o meno dell’arresto entro le suc-cessive 48 ore. In quella sede, inoltre, sia che l’arresto venga convalidato sia che, invece, il G.I.P. decida per l’inesistenza dei presupposti fissati dalla legge e, quindi neghi la convalida, il P.M. potrà richiedere l’applicazione di una

misura cautelare, quale, ad esempio, la custo-dia in carcere o gli arresti domiciliari.Le misure cautelari, come suggerisce lo stes-so nome, sono provvedimenti adottati in via d’urgenza con la finalità di tutelare determi-nate esigenze allorchè sussistano specifici presupposti fissati dalla legge.In breve i presupposti per la loro adozione sono: a) la sussistenza dei gravi indizi di col-pevolezza, da un lato, e la mancanza di una causa di giustificazione, di non punibilità, di estinzione del reato e della pena che si ritiene possa essere applicata, dall’altro; b) il pericu-lum in mora, ossia il pericolo che il tempo necessario alla definizione del processo pe-nale possa pregiudicare determinate esigen-ze. Le misure cautelari, infatti, possono esse-re adottate solo quale cautela contro specifici pericoli, quali: 1) la reiterazione delle con-dotte criminose; 2) la fuga dell’indagato; 3) l’inquinamento delle fonti di prova.Ciò posto, venendo ai consigli da dare alla nostra amica, occorre subito evidenziare che il provvedimento concernente l’applicazione della misura cautelare può essere i ogni mo-mento modificato su istanza dell’interessato.L’ordinamento prevede specifici mezzi di gra-vame che sono il riesame e l’appello.In particolare, l’istanza di riesame va propo-sta entro 10 giorni dall’inizio dell’esecuzione della misura al tribunale del riesame. In tale sede l’indagato potrà far rilevare l’insussi-stenza dei gravi indizi a suo carico e, quin-di, nel caso in esame, dimostrare ad esempio che il principio attivo contenuto nello stupe-facente non eccedeva l’uso consentito dalla legge; che il frazionamento in dosi era dovu-to non alla loro destinazione alla cessione a terzi ma piuttosto alla sola circostanza di fat-to che in quello stato erano state acquistate. Inoltre, la difesa potrà altresì far rilevare che

la misura adottata è eccessivamente afflittiva rispetto alle esigenze da preservare e che le stesse ben potrebbero essere tutelate con altre misure meno pesanti quali gli arresti domici-liari o l’obbligo di presentazione alle autorità di polizia. Tali rilievi, oltre che con l’istanza di riesame potranno anche essere fatti valere con istanza diretta al G.I.P, che, in caso di provvedimento di rigetto, potrà essere seguita dall’appello al Tribunale del Riesame. Avverso il provvedimento di rigetto del ri-corso al riesame può essere presentato ricor-so per Cassazione.Pertanto, consiglio vivamente alla ns. ami-ca di rivolgersi ad un avvocato penalista in tempi celeri in modo che quest’ultimo possa procedere alla presentazione delle opportune istanze.Ci sia consentita una breve considerazione finale. A fronte dei rigidi presupposti fissati dalla legge e dei precisi criteri enucleati dal-la giurisprudenza con riferimento alla scelta della varie misure applicabili, occorre dire che oggi s’assiste ad un abuso dell’utilizzo di tali misure, certamente di quelle più afflittive tra esse quali la custodia in carcere e la deten-zione domiciliare. Occorrerebbe, pertanto, maggior cautela, in ogni senso, al fine di evi-tare la lesione di principi fondamentali quali, su tutti, la libertà personale e la presunzione di innocenza.Gennaro Crispino, avvocato

“La presente esposizione, non vuole essere un parere legale ma solo un conciso appro-fondimento dei temi oggetto delle Vs. richie-ste di chiarimenti in modo da consentire una migliore conoscenza delle materie giu-ridiche per tutti i lettori”.

RUBRICA

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16 Domenica - 6 maggio 2012POLITICA

L’ ipertrofico Giarda.. ! !

Mario Romano [email protected]

Una tipica patologia della burocrazia, codificata negli anni ’50 dallo studioso

britannico C.N. Parkinson, è la naturale tendenza alla crescita dimensionale, all’ipertrofia, dovuta al fatto che i funzionari, posti davanti alla necessità di condurre a termine il proprio lavoro, anziché impiegare il tempo e le risorse in modo efficiente, essendovene la possibilità, siano portati a richiedere l’assegnazione di un ulteriore numero di assistenti subordinati. In altri studi è stato invece evidenziato come spesso i governi nel voler risolvere l’ipertrofia della burocrazia e le sue inefficienze creino ulteriore burocrazia. Così per esempio vengono create strutture o enti preposti ai tagli. Ma queste stesse strutture assumono la veste tipica di tutte le burocrazie, spesso non risolvendo o addirittura allargando deliberatamente l’ambito di azione, in quanto mirano alla propria sopravvivenza e ad ottenere proroghe di scadenza in scadenza. Le recenti decisioni del governo Monti, in merito alla “Spending review” ovvero alla Revisione di spesa, che ha lo scopo di ridurre le spese della pubblica amministrazione attraverso un uso più efficiente delle risorse e il taglio degli sprechi, sembrano proprio riflettere le tendenze sopra enunciate. Aldilà della considerazione di molti circa il fatto che

appare bizzarro che un governo di tecnici debba fare ricorso ad altri tecnici per risolvere questioni “tecniche”, è il caso di notare che per quanto riguarda il ministro Giarda, incaricato proprio di tale incombenza, ci troviamo di fronte al tipico “funzionario” individuato nella Legge di Parkinson. Tant’è che mentre tutti si aspettavano che forbici alla mano si mettesse a porre rimedio agli sprechi, egli ha invocato l’aiuto di “subordinati”. Prontamente il governo non uno solo, ma ben tre “consulenti” gli ha offerto. E si immagina, ognuno sarà dotato di una propria struttura, di tecnici, funzionari, segretarie e uscieri. Così, anziché assistere ad uno sfrondamento, verifichiamo anche in questo caso la tipica natura ubertosa della burocrazia. La circostanza, poi, che Bondi abbia debuttato con un’iniziativa che intende coinvolgere tutti i cittadini, invitati a segnalare sul sito web governativo tutti i possibili sprechi di loro diretta conoscenza, non depone certamente a favore del consulente appena nominato. L’iniziativa ha tutte le caratteristiche di una visione populistica dei problemi. Essa mette il governo sullo stesso piano di trasmissioni televisive quali “Striscia la notizia” o le “Iene” e invece di svelenire gli animi e di ridurre a ragione efficiente il sentimento di giustizia, contribuisce ad indirizzarlo verso

un moralismo famelico e autodistruttivo. Nel nostro paese, poi, il ricorso a tali strumenti, vista la storica e naturale tendenza individualista e particolaristica, rischia di degenerare facilmente nella vendetta e nella delazione privata. Ma aldilà di questo, a me sembra un biglietto da visita che mostra un’assoluta improvvisazione. Da anni la Corte dei Conti, le Università, studi della Banca di Italia e di varie fondazioni, le analisi di studiosi, le denunce di giornalisti (Stella e Rizzo), gli stessi studi e approfondimenti interni dei vari Ministeri ed Enti pubblici hanno evidenziato con manifesta chiarezza le aree di urgente intervento. Mi chiedo pertanto quale fosse il bisogno di creare ulteriori appendici burocratiche, quando c’erano tutti gli elementi e nella stessa pubblica amministrazione c’erano già più che sufficienti risorse e competenze per provvedere ad una concreta revisione. Al governo toccano le scelte, che sono sempre politiche. Non vorrei che la nomina di consulenti, cui attribuire dirette responsabilità, sia un modo pilatesco di gestire i problemi sociali e politici che sempre derivano da una riduzione di risorse pubbliche. Se così fosse, vorrebbe dire che più di uno in questo governo comincia a nutrire ambizioni politiche e si vuole presentare immacolato alla prossima tornata elettorale.

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17Domenica - 6 maggio 2012ATTUALITA’

Esodati sinonimo di truffati (dallo Stato)! !

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“Esodati” è una parola nuova, dal suono strano, che sta ad indicare un fatto sempli-ce e drammatico : riguarda le persone che la riforma delle pensioni, voluta dal governo Monti, costringerà a restare per anni senza stipendio e senza pensione, senza un reddito per vivere. La maggior parte dei malcapitati ha accettato di lasciare il lavoro in anticipo perché lo stato gli avrebbe garantito la pos-sibilità di andare in pensione nel 2014 o nel 2015 e le aziende cui facevano capo s’impe-gnavano a pagare tutte le mensilità fino a quelle date. Ma nel Dicembre scorso con la riforma studiata dal ministro del lavoro Elsa Fornero , tutto è cambiato: da un giorno all’ altro gli è stato comunicato che potranno an-dare in pensione solo nel 2019 o magari an-che dopo, di conseguenza per cinque lunghi anni non vedranno un centesimo. La parola esodati deriva da esodo, un termine di ori-gine greca che significa “partenza di molte persone”; l’esodo di cui parliamo noi è quel-lo dei tanti ex lavoratori dipendenti di tutta Italia che, negli ultimi anni, hanno accettato, su richiesta della loro azienda, di licenziarsi qualche anno prima di raggiungere il dirit-to alla pensione. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di ex lavoratori d’im-prese che hanno voluto diminuire il numero

dei propri dipendenti, perché erano in crisi o perché avevano deciso di chiudere alcune delle proprie sedi o di diminuire l’attività. Queste imprese, per favorire l’esodo dei la-voratori in soprannumero, hanno chiesto ai dipendenti più vicini all’età pensionabile di lasciare il lavoro, in cambio di “incentivi”,

cioè di denaro che permettesse ai cosiddetti esodati di mantenersi fino al momento di an-dare in pensione. Ma la situazione è mutata nel periodo natalizio , quando il governo ha emanato il decreto legge “Salva Italia” per la riduzione del debito pubblico; questo decre-to contiene una riforma delle pensioni pre-disposta dal ministro Fornero, che “sposta in

avanti” l’età pensionabile per quasi tutti gli italiani, esodati compresi. Chi lavora, quindi, dovrà continuare a farlo per qualche anno in più rispetto al previsto, ma gli esodati, che un lavoro non ce l’hanno più , saranno in una situazione ben diversa, e infausta: in “que-gli anni in più rispetto al previsto” saranno senza pensione ma anche senza stipendio, perché la loro ex azienda ha smesso di pa-garli. Proprio per questo il governo Monti aveva stanziato del denaro per garantire agli sventurati un reddito fino al momento della pensione. Il problema è che il denaro bastava solo per sessantacinquemila persone, mentre a quanto pare, dalle ultime dichiarazioni del Presidente dell’INPS Mastrapasqua – po-trebbero essere più di trecentocinquantami-la-. Il ministro Fornero ha chiesto più volte di pazientare fino al trenta di giugno, per arrivare a sciogliere ogni dubbio e inquadra-re in maniera omogenea il problema, ma la situazione diventa sempre più difficile per le migliaia di famiglie che non hanno risparmi e che probabilmente dovranno pagare i con-tributi di tasca loro durante questo periodo; diventa insopportabile e dolorosa per questi lavoratori che sono troppo vecchi per trovar-si un lavoro e troppo giovani per andare in pensione.

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CONAD

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19Domenica - 6 maggio 2012CRONACA

G re e n H i l l … t a nt i “ B a u ” i n c e rca d i a i u t o

Rosaria Ascolese [email protected]

Brescia, 28 aprile 2012, 30 beagle sono stati salvati dalle mani dei vivisezionisti.

Tutto è accaduto in torno alle quattro del po-meriggio. In più di mille, provenienti da ogni parte d’Italia, con pullman e auto, si sono dati appuntamento nel primo pomeriggio davan-ti al Municipio nella bassa brescia-na. Gli attivisti hanno iniziato lì la loro manifestazione, cantando cori contro il Sindaco Elena Zanola per aver concesso i permessi alla “ fabbrica delle torture”. Poco dopo sono passati all’azione. Il corteo si è diviso: quattrocento si sono re-cati verso la collina di San Zeno, dove si trovavano i cinque capan-noni nei quali erano rinchiusi 2500 beagle utilizzati per la ricerca. Nel momento di massima tensione con le forze dell'ordine, venti ragazzi e ragazze sono riusciti a scavalcare la recinzione sul retro e sono riusciti a portare in salvo ben 30 cuccioli, facendoli oltrepassare il filo spinato della re-censione, passandoli nelle mani dei colleghi, che ad ogni cucciolo liberato emettevano un urlo di gioia e facevano un grande applauso. Sorrisi, urla e pianti hanno riempito quegli attimi, che sono stati poi interrotti dall’arri-vo dei rinforzi delle forze d’ordine, che hanno immediatamente blindato la zona. Non sono mancati gli scontri: tre gli agenti feriti in ma-niera grave, tredici i manifestanti fermati,

che dovranno rispondere ad accuse molto pesanti come rapina impropria, concorso in furto, danneggiamento, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Sull’argomento non sono di certo mancate le polemiche. Con un comunicato si è fatta sen-

tire l’azienda coinvolta : «Questo movimento è diventato violento e criminale. Le azioni violente e sconsiderate condotte a Green Hill sabato hanno arrecato danni e hanno messo la vita delle forze dell’ordine e degli animali a rischio. Conduciamo - si legge - un’attivi-tà legale, necessaria per la comunità medica e scientifica, per il suo fondamentale ruolo nel migliorare la salute delle persone e degli animali. Le principali cure ai pazienti che

soffrono di malattie anche gravi sono state messe a punto grazie alla sperimentazione sugli animali, pensiamo ad esempio ai che-mioterapici».Dalla Francia, invece, è arrivata una lettera di Brigitte Bardot che esprime tutta la sua soli-

darietà verso gli attivisti arrestati. Infatti, l’ex diva, dopo aver fondato un’associazione (che porta il suo nome) contro lo scandalo della vivisezione, si dedica solo alle bat-taglie animaliste. Così ha scritto al ministro Paola Severino: «Non è più possibile - ha sottolineato la Bardot, presidente dell’omonima Fondazione accettare lo scandalo della vivisezione. Non abbiamo il diritto di chiudere gli occhi di fronte all’inferno che attende mi-lioni di animali sacrificati innanzi a una scienza senza coscienza. I ragazzi arrestati sono dei resistenti che non hanno premeditato l’azio-

ne ma seguito il cuore e la ragione. Dovete liberarli».Anche il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale si è schierato: «Posso condi-videre alcune motivazioni dei manifestanti, ma non può esserci alcuna deroga al rispetto delle leggi. Da parte del governo comunque non c’è alcun ostacolo alla chiusura dell’alle-vamento».

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20 Domenica - 6 maggio 2012

Al Teatro Orazio , “Le femmine sapute” d i Mol ière

Eduardo Paola [email protected]

TEATRO

“Le femmine sapute”, in scena al Teatro Ora-zio di Posillipo sabato 5 e domenica 6 mag-gio, è una delle commedie più fortunate di Molière. Rappresentata dallo stesso autore per la prima volta a Parigi al Théatre de la Cour a Saint-Germain-en-Laye l’11 marzo del 1972, la pièces ebbe un enorme successo, con ventiquattro rappre-sentazioni pubbliche in poco più di una stagione. Dietro la storia, l’in-tento sarcastico di Molière che mira a colpire i vezzi pseudoculturali della borghesia del tempo che, attraverso la coltivazione della scienza e dell’ar-te “da salotto”, aspira ad un maggiore riconoscimento sociale, in contrap-posizione all’aristocrazia delle corti. Protagonisti di quest’adattamento di Massimo Maraviglia, diretto da Et-tore Nigro sono: Virginia De Chiara, Silvio De Luca, Viola Forestiero, An-gela Garofalo, Roberta Ferreri, Paola Magliozzi, Roberto Maiello, Monica Palom-by, Riccardo Rico, Daniele Sannino, quest’ul-timo anche assistente alla regia. La trama, tra le più classiche, racconta della giovane fan-

ciulla Enrichetta, che intende sposare Clitan-dro, giovane di buona famiglia. Il loro amore però, è contrastato da Filaminte, madre della fanciulla, che intende dare in sposa la pro-pria figlia ad un giovane poeta arrivista. La vicenda, dopo varie vicissitudini, si conclu-

derà con il matrimonio dei due giovani in-namorati, rispettando il più classico dei lieto fine. Letta con gli occhi di oggi si tratta di una commedia che non offre nessuna possi-

bilità di parallelismi con i nostri tempi, ma è proprio questa sua sostanziale inattualità a conferire a questa commedia il suo fascino inossidabile. Le femmine sapute diviene allo-ra, quasi inevitabilmente, un omaggio irrive-rente all’umana stupidità (maschile, femmi-

nile o altro che sia), che induce ogni individuo a cercare le proprie grati-ficazioni, i propri riconoscimenti in cose e luoghi diversi da quelli in cui sarebbe utile e naturale forse cercare. Sicché tutti i personaggi, ciascuno a modo proprio, divengono membri di un coro privi di ogni speranza di redenzione, in contrapposizione a una Enrichetta che, nella sua so-stanziale e pura stupidità esprime l’eterno, ottuso desiderio della specie di perpetrarsi. In questo radicale an-nullamento di ogni possibile critici-tà, il gioco delle parti si trasforma al-lora in un gioco di pura teatralità da

guitti, disegnando un arazzo colorato dietro il quale fanno capolino i fantasmi disperati di un nichilismo di transizione.

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21Domenica - 6 maggio 2012NAPOLI

Pasquale Lucchese [email protected]

A ritmi serrati, la stagione si avvia a con-clusione. Altre due partite in tre giorni.

Trasferta a Roma, di sabato sera; anticipo del turno infrasettimanale, di martedì sera contro il Palermo. All'Olimpico va in scena il secondo esame “giallorosso”, dopo quel-lo di Lecce, superato a pieni voti. Contro la Roma “iberica” di Luis Enrique, il Napo-li è rimandato: né promosso, né bocciato. Confermata la formazione di Lecce, con Fernandez al posto dell'infortunato Hugo, e Pochino, Pandev in panca, per far spazio a Dzemaili. Con lo svizzero la squadra sem-bra più compatta, e capace di tenere meglio il campo. Bel primo tempo nel suo com-plesso, con i primi venti minuti alla pari, e poi una Roma che prende le redini del gioco in mano, e si porta meritatamente in avanti. Il Napoli appare troppo remissivo, e poco audace. L'esperimento Dzemaili, con un centrocampo più folto, appare dare poca vivacità e scarsa fantasia. La ripresa si apre con un altro Napoli. Zuniga si inventa un eurogol fantastico, e ci regala il pareggio. Il Napoli è trasformato, e l'ingresso di Pandev al posto di Dzemaili, aiuta la metamorfosi. Matador tira fuori dal cilindro un gol di straordinaria bellezza. Napoli che appare dominare, e finanche controllare. Proprio l'uruguaiano lascia il campo a un Pocho, che sembra poco propenso a mostrare le sue qualità. Non chiudiamo il match, e la-sciamo metri ad una squadra apertamente

contestata dai suoi tifosi. A tre minuti dal termine, la frittata: Tallo, giovanissimo pri-mavera giallorosso, diventa Cafu, Maggio e Fernandez chiudono male, anzi non chiu-dono; cross lento, su cui Zuniga (nel bene e nel male c'è il suo zampino, anche sul loro primo gol) si lascia anticipare da Simplicio, centrocampista dalla forma fisica tutt'altro che sportiva! Due punti letteralmente but-tati. Come in tante altre occasioni, del resto. La vittoria dell'Udinese contro la Lazio per 2-0, e quella in rimonta dell'Inter, il gior-no dopo crea un'ammucchiata a 55 punti. Tra le quattro è il Napoli ad essere “ufficial-mente” terzo, grazie alla classifica avulsa. Il destino è in parte, ma non del tutto nelle nostre mani. La nostra parte consiste “solo” nel vincere le ultime tre, e “gufare”. La pri-ma delle tre, anticipo della 36 giornata, è andata! Napoli batte Palermo 2-0. I rosane-ro senza Miccoli, con pochi stimoli, ci met-tono comunque impegno e grinta. Bravo Morgan in due occasioni, sfortunato Inler, abile Pandev a trovare il rigore, che Mata-dor, da ex trasforma. Azione da manuale per il raddoppio firmato Marek, imbeccato alla grande dal solito Pandev. Il macedone partito titolare, completa il tridente offen-sivo, con Pocho ancora in panca. La ripresa ci vede controllare la partita, qualche sba-vatura in difesa, ci costa solo un pizzico di paura. Tre punti in cascina, terzo posto, soli soletti, in attesa del mercoledì, che vedrà

impegnate Lazio, Inter e Udinese, e noi da casa a gu..ardarle! In questi giorni, al di là di questa estenuante lotta per il terzo posto, a tenere banco è il “caso Pocho”: resta o va via? I 20 minuti di Roma sono stati peggio che brutti: sono stati irritanti. Pochino era nella sua versione svogliata, e “clownesca”. Facile fare illazioni di mercato. I bene infor-mati danno l'argentino ora con la casacca dell'Inter, ora a Parigi (non bastavano le no-stre strisciate, le due spagnole, le inglesi, ora anche i parigini spocchiosi e snob, devono venire a turbarci...). Dovesse andar via, sen-timentalmente sarebbe dura. Tatticamente, tecnicamente non sarebbe da meno. Inuti-le però ribadire un'ovvietà: se vuole anda-re, per soldi, per stimoli, per vincere, per qualsiasi motivo, vada. La società provi a trattenerlo nella misura in cui lui dia se-gnali, che lascino presagire un legame, con annessi stimoli, ancora esistente. La socie-tà lo sostituisca con un giocatore di pari, o miglior livello, se vorrà o dovrà andar via. Ho la sensazione che parliamo di aria fritta. Secondo me resta. Ad onor del vero, un po' di “paura” che possa davvero lasciarci c'è. Pocho o non Pocho, questa lunga e caotica stagione, si appresta a chiudere il sipario, ed è tutto terribilmente, straordinariamente, magicamente, in discussione. Tutto.

N a p o l i , r u s h f i n a l e p e r l a C h a m p i o n s ’

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22 Domenica - 6 maggio 2012

A spasso ne l ca l c io

Valerio [email protected]

Borussia Dortmund: la ricetta del successo

SPORT

Prendete una squadra che sta per fallire, un allenatore talentuoso, giovane e poco

conosciuto, vendete i calciatori migliori che avete in rosa ed acquistate giovani promesse. Lasciate maturare e crescere il tutto, con il costante seguito ed entusiasmo dei tifosi per quattro anni ed otterrete la vittoria di una supercoppa tedesca e 2 titoli nazionali ( Bundesliga), ma soprattutto un squadra che col suo 4-2-3-1 vince e fa divertire i tifosi e gli appassionati di calcio. È la storia del Borussia Dortmund, nota anche con l’acronimo BVB (Ballspiel-Verein Borussia 09 e. V. Dortmund), la società di calcio di Dotrmund, città della Renania Settentrionale in Germania. Entrare oggi nel Westfalenstadion è un’emozione pazzesca e un’esperienza unica che tutti i “calciofili” dovrebbero provare. Lo stadio ha una capienza di 80.552 spettatori e la Südtribüneè è la gradinata più larga d’Europa. A vederla si potrebbe descrivere come una muraglia altissima di persone giallo nere che saltano tutti insieme e con lo stesso ritmo. È pazzesco anche il numero di presenze degli spettatori nelle ultime due stagioni: 79.250 nell’annata del primo successo e 80.460 quest’anno. Numeri che portano la percentuale di spettatori nelle ultime due stagioni al 99%, un dato impressionante che testimonia quanto sia bella da vedere la squadra di Klopp e quanto faccia divertire i suoi tifosi. Ma non è sempre stato così. Infatti, dal 2005 la società di Dortmund ha dovuto fare i conti con una fortissima crisi, dovuta ad una gestione poco produttiva e molto costosa che ha portato la società sull’orlo del fallimento. Per non fallire, la società ha dovuto diminuire del 20% gli stipendi ai giocatori, vendere il nome dello Stadio ad una società tedesca ovvero la

Signal Iduna nel dicembre 2005 (il contratto di sponsorizzazione terminerà nel 2016), vendere i giocatori più importanti come Rosicky ed avviare una gestione incentrata su giovani scommesse. La prima scommessa è stata proprio la scelta dell’allenatore Jurgen

Klopp, ex difensore del Mainz ed anche allenatore della stessa. Kloop, infatti, ha allenato il Mainz dal 2001 al 2008 riuscendo a fare esordire la squadra in Bundesliga e a portarla in Coppa Uefa. Dal 2008 è diventato il coach del Borussia Dortmund e con lui la dirigenza ha dato vita al nuovo progetto, partendo dalla filosofia di gioco di Klopp, un 4-2-3-1 veloce, frizzante ed imprevedibile.Sono stati acquistati giovani interessanti, come Lucas Barrios dal Colo-Colo per 4,5 milioni di euro; Shinji Kagawa pagato appena 350.000 euro dal Cerezo Osaka, club che milita in J. League 1 (massima serie del campionato giapponese); Subotic dal Mainz; Lewandowski (ex obiettivo del Napoli di Marino che al suo posto prese Hoffer!) dal Lech Poznan per 4,5 milioni. Questi giovani talentuosi sono stati integrati alla perfezione nello scacchiere di Klopp, che alla base aveva già uno zoccolo duro fatto da giocatori

esperti e che conoscevano bene la Bundesliga e la piazza come Mario Gotze, il portiere Roman Weidenfeller, il capitano Sebastian Kehl, Mats Hummels, Jakub Błaszczykowski. La filosofia del Dortmund è molto simile a quella di Barcellona e Ajax: la ricerca e lo

sviluppo dei calciatori fin da piccoli è improntato sulla massima esaltazione di ogni singolo in uno schema di gioco ben definito. I complimenti vanno fatti non solo al tecnico, ma soprattutto alla dirigenza che ha saputo aspettare (non come avviene in Italia!!) e dare il tempo alla squadra ed al mister per assemblare e perfezionare gli automatismi di gioco. Ma ne è valsa la pena. Klopp ora dispone di una macchina perfetta pressoché infallibile. Macchina che potrà essere puntellata anche

di giocatori dal costo superiore, ma con l’occhio sempre puntato sulla carta d’identità. Classico esempio è l’acquisto a Gennaio, per anticipare la concorrenza, del giovane talento tedesco del Borussia Monchengladbach, Marco Reus, pagato 17,5 milioni (ovvero il prezzo della clausola rescissoria). Il Borussia Dortmund è oggi l’esempio di come una società possa organizzare una squadra vincente usando la testa, avendo degli ottimi osservatori ed un tecnico bravo e competente, senza spendere tutto il suo fatturato. La filosofia della società tedesca ricorda un po’ quella del Napoli, con la differenza che noi nelle ultime stagioni, pur ottenendo ottimi traguardi, abbiamo sbagliato un po’ troppi acquisti e soprattutto abbiamo strapagato discreti calciatori, mentre loro proprio grazie ai nuovi ingaggi sono riusciti ad ottenere traguardi sempre maggiori.

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23Domenica - 6 maggio 2012NAPOLI

U N A C H A M P I O N S “ P O C H O ” F E L I C E ?

Amalia [email protected]

Ed eccoci arrivati quasi al capolinea di questo campionato: una stagione a trat-

ti bellissima, a tratti inguardabile. Eppure, dopo sconfitte incassate e vittorie conqui-state ci troviamo lì, in quel terzo posto così ambito da troppi. Inter, Lazio, Udinese, Napoli, tutti a lottare per la conquista di questa Champions. Chi se la aggiudicherà? “Lo scopriremo solo vivendo” cantava Battisti. Eh sì, perché ci restano ancora da vivere due/tre giornate di c a m p i o n a t o , quelle decisi-ve, che daran-no l’accesso ai preliminari di Champions Le-ague a una sola di queste pre-tendenti. Le aspettative sono uguali in tutte le tifoserie, tut-ti si aspettano e pretendono questo posto, e tutti hanno la possibilità ancora di spe-rarci. Il Napoli, in particolare, sembra aver puntato l’obiettivo e nelle ultime quattro gare ha conquistato dieci punti importan-tissimi; le pretendenti, invece, al momento non mantengono la stessa costanza nostra, fatta eccezione dell’Udinese, che appare determinata quanto noi, e che, di certo ci darà filo da torcere. Per adesso, comincia-mo a goderci quanto di buono stiamo fa-cendo, con la speranza di chiudere questa stagione nel modo più vittorioso possibile (magari festeggiando qualche coppa!), e concentriamoci sulle prossime due gare che ci aspettano: Bologna e Siena, dove niente è già detto! Con i “se” e con i “ma” non si scri-ve la storia: solo dopo aver vinto entrambe, infatti, potremo tirare le somme e decidere se rinnovare i passaporti o tenerli a riposo per un po’. Quei passaporti pieni di ricordi,

con i segni di Germania, Spagna, Inghilter-ra, tutte tappe di un’avventura indimentica-bile che ci ha visti protagonisti di un sogno che, seppur durato poco, è stato qualcosa di magico. Proprio questo il sogno che spe-riamo di rivivere quest’anno; probabilmen-te svanirà anche stavolta, probabilmente no, ma i sogni son belli anche così; magari

non avranno un lieto fine, ma viverli sarà stata comunque un’emozione fantastica. E chissà tra un anno di cosa parleremo: di una Champions strepitosa, di un miracolo partenopeo, di un Napoli completamen-te rinnovato, o dello stesso Napoli di oggi, con i suoi protagonisti essenziali. Di certo le notizie ad oggi non sono confortanti, si continua infatti a vociferare di questo addio che suscita reazioni strane in tutti i tifosi. Ebbene sì, Lavezzi, il Pocho, il beniamino di questa città, il nostro “scugnizzo” preferi-to, quello che tutti hanno amato sin dal suo esordio, quello che ha segnato i napoletani e ha colpito più forte di tutti, quello che ci ri-corda vagamente “qualcuno”, quel pazzo 22 potrebbe quest’anno salutarci e andare via. Paris Sant Germain, Manchester City, Chel-sea, Inter e tante altre alla corte di Ezequiel;

niente è certo, nè che vada via nè che resti nè dove vada, una sola cosa è sicura: noi na-poletani lo abbiamo accolto con tutto l’af-fetto possibile, l’abbiamo amato, l’abbiamo venerato, l’abbiamo portato in alto tanto da farcelo invidiare in tutt’Europa, e forse con-tinueremo a farlo, ma ora? Ora lui è pronto ad andare via (forse) e noi siamo pronti a

lasciarlo anda-re (ma anche no!). In ogni caso non sare-mo noi a deci-dere, purtrop-po, ma sarà lui a capire: capi-rà che quello che ha avuto a Napoli non potrà averlo in nessuna altra parte del mon-do; capirà che una città bella come la nostra sarà difficile trovarla; capirà che giocare al San Paolo non sarà mai come giocare in uno stadio inglese o francese, o

anche italiano; capirà davvero l’amore che questo popolo gli ha donato e saprà dare il giusto valore a tutto quello che ha vissuto in questi anni; capirà che “quando si viene a Napoli si piange due volte, quando si arriva e quando si va via”! In ogni caso, faremo di tutto per conquistare ancora una volta l’Eu-ropa, e nel caso dovessimo trovarci ad af-frontarla senza Lavezzi, cercheremo ancora di più le vittorie, così da attutire il colpo e far diventare quello del Pocho solo un bel-lissimo ricordo e non un grande rimorso!AVANTI NAPOLI SEMPRE!

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25Domenica - 6 maggio 2012

Dream on: La danza, la creatività, l ’espressione…una

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EVENTI

Emiliana Cresci

Arriva a Napoli la I edizione del Dream On Show (for a future without drugs), una

rassegna ed uno spettacolo di danza contro le droghe, promosso dal Dipartimento Politi-che Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato in collaborazione con ASUR Marche Area Vasta 3 e con il Di-partimento Dipendenze ULSS 20 di Verona. Un’ottima iniziativa che nasce sei edizioni fa a Verona, da un’idea di Giovanni Serpelloni, Capo del Dipartimento Politiche Antidroga (DPA) e da Elisabetta Simeoni, Direttore Ge-nerale DPA. Per la prima volta, quest’anno, l’evento arriva a Napoli, anzi tre sono le cit-tà impegnate contemporaneamente: Verona, Macerata e appunto Napoli. Per l’occasione, infatti, la direzione artistica di Dream On ha selezionato 36 gruppi di danza a livello na-zionale, per poi suddividerli in 12 gruppi per ciascuna città. Per quanto riguarda la serata napoletana, si è svolta nella splendida loca-tion del Teatro Mediterraneo nella Mostra d’Oltremare. Lo spettacolo ha avuto inizio con una breve presentazione della serata condotta da Laura Viggiano, e con l’interven-to dei primi ospiti, ovvero Patrizio Rispo e Ilenia Lazzarin, attori della soap “Un posto al sole”, che hanno spiegato e raccontato il loro continuo contributo nel sociale. Dopo un di-

vertentissimo intervento dei Sagapò, noti co-mici di Zelig, ha preso vita la danza. E così, le 12 coreografie selezionate si sono alternate a performance di ballerini professionisti, quali Anbeta Toromani (ballerina del programma televisivo “Amici”), Alessandro Macario (1° ballerino Teatro San Carlo di Napoli), Massi-mo Schettini e Annamaria Margozzi (Solisti del Corpo di ballo dell’Arena di Verona), con coreografie passionali come la “Carmen” di Amedeo Amodio o affascinanti come “One to one” di Diego Watzke. A chiudere la ma-nifestazione un gran finale con tutti i ragaz-zi sul palco (di età compresa tra gli 8 e i 22 anni), che si sono esibiti in un “Inno alla gio-ia”, allegra coreografia di H. C. Vancol, regista e direttore artistico di Dream On . “La danza, il movimento, la vita: tutte parole in opposi-zione alla parola droga…”. Questo ciò che ha detto Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, intervenuto alla rappresentazione. Ma questa è stata solo una tappa intermedia, poiché l’e-vento finale è previsto il 27 maggio a Roma presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, dove una giuria internazionale composta da Veronica Lewiss (direttrice della London Contemporary School), Rosaline Su-bel Kassel (direttrice della Telma Yalin Scho-ol di Tel Aviv) e Alphonse Pouline (Juliard

Dance Drama Music School di New York), selezionerà i sei migliori gruppi che si sono esibiti nelle tre città, più un settimo (scelto grazie alle preferenze espresse dal pubblico che ha votato sul sito www.dreamonshow.it) per l’esibizione finale. Un messaggio, nonché un’occasione importante, dunque, non solo per dire no, ma soprattutto per spiegare che la danza o un’altra forma d’arte sono una va-lida alternativa; una possibilità di espressione e l’invito a ricercare uno stimolo diverso che impegni e renda vivi ma soprattutto liberi.

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27Domenica - 6 maggio 2012ATTUALITA’

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Secondo la nota rivista americana Forbes, in Italia il 10% della ricchezza è in mano

a dieci super Paperon dè Paperoni,; il primo in assoluto risulta essere l’industriale Michele Ferrero ( tanto per capirci, Nutella e Rocher ) seguono in ordine sparso Del Vecchio, Arma-ni, Miuccia Prada accompagnata nella classi-fica dal marito Patrizio Bertelli (proprietario di Mascalzone Latino e altre famose barche ), seguono poi Berlusconi, Rocca ed altri ricco-ni. I poveri sono la stragrande maggioranza della popolazione, un vero e proprio giaci-mento culturale ed umano da non trasfor-mare in disperazione. Non parliamo, però, di poveri di categorie sociali dell’estrema po-vertà, ma anche di ceto medio, notoriamente e storicamente definito “ agiato o anche be-nestante “ . I nuovi poveri sono persone che fino a qualche anno fa avevano un medio tenore di vita, anche senza sfarzi eccessivi. Oggi la crisi economica li ha trasformati in nuovi poveri ; vestono bene, è difficile rico-noscerli anche perché conservano inalterato il loro aspetto curato, sono diventati poveri ma non sono sotto la soglia tecnica di pover-tà (working poor), spesso hanno un lavoro con contratto a tempo indeterminato ma non riescono più ad arrivare a fine mese perché hanno il mutuo da pagare e, per tenere fede

agli impegni economici assunti in passato, possono cadere anche nel circuito dell’usu-ra. Sempre sul filo del rasoio, possono essere messi in grave crisi da qualsiasi avvenimento che abbia un’incidenza economica, seppure minima, su un budget esangue; una malat-tia, un parente in difficoltà, o anche un inci-dente stradale, che causi un aumento dell’as-sicurazione, possono rappresentare momenti di destabilizzazione economica e psicologica che qualche volta, e le cronache di quest’ulti-mo periodo ce ne parlano, possono portare ad atti estremi come il suicidio. Purtroppo la situazione generale , direi internazionale, presenta gravissimi problemi: l’Europa attra-versa una fase di stallo, l’ Italia da 10 anni ha dimenticato cosa significhi la parola cresci-ta, il paese è in mano ad un governo tecni-co che sta tentando di attuare delle riforme strutturali che stanno costando alla popola-zione lacrime e sangue. Il grande problema di fondo resta sempre uno: un paese fermo nel suo motore economico ha bisogno di un grande cambiamento e di un’enorme spinta propulsiva ; questo scatto potrebbe nascere da una minore pressione della macchina bu-rocratica, per poter dare spazio a chi ha idee e creatività. Anche il sistema bancario, che in Italia è molto forte, dovrebbe concedere

finanziamenti con maggiore snellezza a colo-ro che si facciano portatori di progetti eco-nomici creativi ed innovativi .Infine la pres-sione fiscale dovrebbe concedere una tregua , soprattutto alla piccola imprenditoria, vera chiave di volta della nostra economia. Non possiamo aspettare che la crisi passi da sola, se non si danno risposte e non si riavvia l’e-conomia potrebbe scattare la rabbia sociale, la disperazione. Tutto questo porterebbe ad una cultura della separazione e della rottura ; nelle nostre città sono ricomparse sui muri parole cariche di violenza a cui non siamo più abituati, simbolo dell’odio e del contrasto. Non deve vincere l’ideologia dello scontro, del capro espiatorio o dell’antagonismo so-ciale, ma bisogna dare voce alle istanze delle classi sociali in difficoltà , con un rilancio forte dell’economia che porti alla creazione di posti di lavoro. Le casse integrazioni ri-solvono parzialmente il problema di fondo che è quello dell’occupazione e della dignità del lavoro, sono un palliativo che mortifica l’uomo che vuole spendere le sue competenze e la sua intraprendenza nel confronto quoti-diano con gli altri. Don Milani sosteneva che “ la carità senza giustizia è una truffa”.

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28 Domenica - 6 maggio 201228CATTIVIK

CattiviK

Basta che funzioni

Un anno fa si svolgevano le elezioni am-ministrative che hanno decretato il ri-

torno al potere di ComandoSempreIo dopo la breve parentesi del Sindaco FacevoBene-SeMeNeRestavoACasa e la gestione commis-sariale seguita allo scioglimento per infiltra-zioni camorristiche. Cos'è cambiato in questi mesi? Il giudizio non può essere troppo lu-singhiero, ma cerchiamo di mantenere un minimo di imparzialità per analizzare luci ed ombre di questo, seppur breve, periodo di ge-stione amministrativa.Attualmente il tanto sbandierato piano urba-nistico comunale, che avrebbe dovuto salva-guardare il territorio da future speculazioni edilizie, è ancora allo studio della commis-sione competente. I gruppi politici non han-no ancora raggiunto un accordo sul da farsi, il bilanciamento di interessi sembra essere

troppo complesso ed almeno per il momen-to il progetto portato avanti dall'ammini-strazione si è arenato. Per onore di cronaca riportiamo quella che risulta essere l'impo-stazione portata avanti dall'attuale Assessore all'urbanistica IlCowBoySenzaCavallo, così come si evince dai verbali della commissione competente. In estrema sintesi si chiede l'ap-provazione del P.U.C. così come redatto dai progettisti nel 2006, questo al solo scopo di far scattare le norme di salvaguardia che im-briglierebbero le attività speculative. In una seconda fase un ufficio di piano, composto da tecnici interni (o se del caso esterni) all'am-ministrazione, sarà incaricato del doveroso adeguamento del piano alla situazione reale del territorio, dopo le innumerevoli conces-sioni edilizie rilasciate nelle more dell'appro-vazione del P.U.C. (sic!). La proposta di alcu-

ni membri dell'opposizione invece è quella di adeguare già in questa fase il progetto senza ricorrere allo studio ulteriore e dispendioso di nuovi tecnici. Noi ci permettiamo di sug-gerire una terza via: bocciare l'attuale bozza di P.U.C. e ricominciare il processo di appro-vazione seguendo le nuove procedure dettate dalla Regione. Ciò permetterebbe all'Esecuti-vo di adottare il piano in Giunta anche sem-plicemente ricopiandolo da quello attuale (se non volessero perdere tempo a modificarlo) in tempi rapidissimi in modo da far scattare immediatamente le tanto invocate norme di salvaguardia. Se la volontà fosse veramente quella di tutelare il territorio basterebbe in-gegnarsi un pochino per arrivare a soluzioni efficaci, l'importante è che funzionino!

Marzia Luciano [email protected]

Come ogni anno, a partire dal 1996, a due giorni di distanza della Festa della Libe-

razione, si celebra la Giornata mondiale del libro e del Diritto d’autore, proclamata a suo tempo dall’UNESCO. L’idea di dedicare una giornata alla lettura soffermandosi sull’im-portanza del copyright fonda le sue origini in Catalogna, regione storica della Spagna in cui nella festività di San Giorgio, il 23 Apri-le, viene tradizionalmente offerta una rosa all’acquirente di ogni libro. Questo stesso giorno, inoltre, coincide con la morte, nel 1616, di ben tre influenti scrittori del passato: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega.In occasione di questa celebrazione, ogni anno in Catalogna ci si regala un libro tra fa-miliari, innamorati o amici e le strade della regione si riempiono di banchetti su cui sono riposti centinaia di testi, ciascuno in attesa del proprio compratore. Ancora, in questo giorno s’invitano gli scrittori a girare per le librerie della loro rispettiva città, potendo, così, firmare copie dei loro scritti e intratte-nere anche interessanti dibattiti, suscitando ammirevoli ed interessanti confronti. Come in questa regione spagnola, anche in tutto il

mondo la Giornata internazione del libro è un’occasione per promuovere la cultura e per stimolarla, attraverso iniziative che hanno come protagonisti gli infallibili e taciti com-pagni di mille e più avventure di milioni di lettori.L’Italia, purtroppo, stando alle statistiche, è la nazione con la più bassa diffusione di libri in Europa. Infatti, solo il 42% della popolazio-ne è avvezzo alla lettura e tra questa, il 5,3% legge un libro al mese mentre il 18% acquista volumi per motivi lavorativi; in Svezia inve-ce, ad esempio, il 71,8% della popolazione rientra tra i lettori abituali!Se gli Italiani sono poco attenti, quindi, alla celebrazione di una Giornata che esalta un valore tanto importante, non c’è da meravi-gliarsi. Per chi proprio non vuole leggere, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per disin-teresse verso la lettura o per scarsa abitudine, si suggerisce di iniziare affinché possa com-prendere non solo i vantaggi che questa offre, in termini di cultura, ma anche le incredibili opportunità di evasione che crea: il solo in-confondibile odore della carta stampata di un libro sale al naso preannunciando la varietà di sentimenti che può scaturire sfogliandolo

e perdersi tra le sue righe significa staccare la spina per un po’, immergersi in una realtà di cui non si fa parte, provare le emozioni di un protagonista in cui è facile immedesimarsi, vivere la vita di un perfetto sconosciuto che ha che a fare con altrettanti sconosciuti e che sembra, però, di conoscere meglio delle pro-prie tasche, viaggiare da una parte all’altre del mondo senza il bisogno di un costoso mez-zo di trasposto, solamente con l’ausilio della propria fantasia, scoprendo luoghi ignoti e altrimenti inarrivabili. Una volta entrati nel circolo “vizioso” dei libri, uscirne è impos-sibile e dover tornare con i piedi per terra è la più tremenda delle sensazioni. Lo stato di estasi cui eleva la lettura è certamente la migliore droga che si possa assumere, che crea dipendenza ma senza causare danni, è la medicina più efficace contro ogni male, che può alleviare qualunque pena e, soprattutto, non ha controindicazioni. L’unico svantaggio è che, una volta che si è iniziato a sognare ed è stata stimolata la fantasia, non si può smet-tere di farlo. Ed è magnifico.

Giornata mondiale del l ibro

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29Domenica - 6 maggio 2012

L’intell igenzaPina Savorra [email protected]

RUBRICA

Molte definizioni sull’intelligenza sono così ampie o generali che quasi risul-

tano inutili, per questo motivo sembra utile chiarire alcuni termini come CAPACITA’, ATTITUDINE e SUCCESSO. La capacità è il potere disponibile nell’attualità per realiz-zare qualcosa e l’attitudine è il potenziale per realizzarlo dopo un’ allenamento. Ambedue i concetti hanno delle somiglianze con il suc-cesso, il quale è il modo in cui si è eseguito quel qualcosa. Tra questi termini ed il termi-ne intelligenza ci può essere una sovrapposi-zione concettuale considerevole a seconda di ciò che si misura. In un certo senso, le prove d’intelligenza sono prove riguardanti il suc-cesso dovuto al fatto che misurano ciò che è stato appreso (Anastasi,1988). Il novecento ha visto il definirsi di un crescente approfon-dimento di prove diagnostiche e di valutazio-ne atte a misurare le differenze individuali. A questo proposito è bene sottolineare che tut-to questo processo si è collocato all’interno di un panorama sociale e politico che voleva ad ogni costo ricondurre la psicologia al ri-gore sperimentale. Agli inizi del novecento in Europa e negli USA furono importanti due eventi: il primo riguardava l’obbligo scola-stico negli Stati Uniti ed altri paesi, con un conseguente aumento di studenti di diffe-

rente estrazione socio-culturale, provenienti da famiglie senza educazione scolastica che parlavano lingue diverse, e secondo, gli psi-cologi erano sempre più convinti che le capa-cità mentali potessero essere misurate in ma-niera oggettiva. Gli inventori della Scala di Misurazione dell’Intelligenza, Binet e Simon, consideravano che essa fosse una “facoltà” ereditata, anche se sostenevano che questa potesse essere influenzata dalle opportunità offerte dalla vita. Istituzioni come le indu-strie, le forze armate ed i governi appoggia-vano lo sviluppo di queste metodologie per poter meglio e rapidamente individuare le differenze individuali ed i livelli di sviluppo cognitivo. Il Q.I. o quoziente intellettivo, e le varie scale di misurazione dell’intelligenza, entrarono con forza a far parte di ambien-ti e settori sociali sempre più numerosi. Le prove somministrate per la valutazione del Q.I. consistono in domande o compiti che si suppone, mostrino il livello di abilità misu-rata della persona rispetto alla misurazione della stessa abilità di un campione statistico. Queste prove dunque, tentano di misurare l’ “intelligenza” comparando il disimpegno di un soggetto ad un campione standardizzato. Ma vediamo meglio di cosa stiamo parlando. Prendiamo ad esempio la Scala di Misurazio-

ne dell’Iintelligenza Stanford – Binet. Essa si realizza in un lasso di tempo che va dai 30-40 minuti entro ai quali si chiede attraverso del-le domande di definire parole, fare costruzio-ni, identificare parti mancanti di immagini, mostrare comprensione di numeri e tracciare labirinti. Il punteggio ottenuto misurerebbe la memoria, l’orientamento spaziale ed il giu-dizio pratico in situazioni reali. La versione più attuale di questo test offre, oltre al Q.I. generale, la valutazione dei livelli di sviluppo cognitivo. Per molti anni queste teorie sono rimaste indiscusse fino ad arrivare agli anni sessanta, anni in cui si iniziò a valutarne la validità e le motivazioni all’utilizzo poiché, ci si accorse che queste discriminavano una gran parte della popolazione presa in esame privilegiando solo le classi sociali più agiate. Fine seconda parte

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30 Domenica - 6 maggio 2012POLITICA

…un “Grillo” per la testa

“ di Cocò ”

Luca Tramici [email protected]

Ironizzando sul titolo, possiamo evince-re che i detti non si smentiscono mai. Ma

stavolta di tanti grilli, c’è né uno solo che, da qualche settimana a questa parte, sta dando davvero fastidio alla classe politica italiana. Il talento dello showman non è stato mai riposto nel cassetto. Beppe Grillo, fa del-la satira e del carisma, le sue armi vincenti, coinvolgendo i presenti in tematiche ormai troppo comuni. Un’ottima guida per i tanti che hanno perso la fiducia verso i politici e i partiti. Uno stile che si rifà molto alla prima lega lombarda e dello slogan del “Noi odiamo tutti”, che in questi tempi non può che racco-gliere il malcontento generale. Un Grillo che in occasione dell’elezioni amministrative, ha voluto partecipare nei tanti comuni dove si è presentata la sua lista. Un vero e proprio tour dove il comico genovese, durante i suoi co-mizi non ha voluto risparmiare nessuno; dal Presidente Napolitano, accusato di essere il presidente dei partiti, invece che degli Italia-

ni, alla stampa, definendola uno strumento per manipolare le menti, dai sindacati fino a dichiarare, in quest’inizio di settimana, lo Stato Italiano come la mafia. Frasi a effet-to, che non sanno di promesse, come spes-so si usa nei comizi, ma di verità; frasi che hanno fatto scalpore, con la pronta risposta dei partiti, che hanno subito difeso a spada tratta, il Presidente della Repubblica, un po’ basiti, un po’ preoccupati dall’effetto che sta avendo Grillo sulle persone e quindi sui fu-turi elettori . Una corrente, quella di Grillo, che esce fuori dalla partitocrazia, la quale si definisce “libera associazione di cittadini”. Il MoVimento 5 stelle, istituitosi nel novembre del 2009, oggi conta quasi 200.000 “Grillini” iscritti. Ideato quattro anni prima con i primi “meet up”, nome del social network ameri-cano, che diviene il loro principale mezzo di organizzazione e comunicazione, di lì a poco ha raccolto l’adesione forte di molti giovani, adulti, che in piena crisi mondiale, cercano

insieme di ricomporre i cocci di una società in declino. Il Movimento ha adottato la de-nominazione “a 5 stelle” perché esse rappre-sentano: l’energia, la connettività, l’acqua, la raccolta rifiuti e i servizi sociali. Ora ai “Gril-lini” spetta un altro importante risultato, le amministrative del 6 e 7 Maggio; il risultato che lo stesso leader si auspica di ottenere, è di rendere la cittadinanza attiva, diretta, in pri-ma persona alla gestione pubblica, di servirsi di una democrazia digitale, come forma di espressione e libertà; di concepire la politica come servizio alla comunità e quindi senza dover far uso di contributi elettorali derivan-ti da fondi pubblici; di evitare ogni forma di professionismo nella politica, trasformando il politico in un politico di leva, cioè chi si presta a un servizio civile e quindi per i cit-tadini, per poi ritornare alla sua professione. Che sia una speranza in più per togliere tutto il marcio presente nella società.

Moda a portata di . . . cris i !

Il settore europeo del tessile è una delle prime vittime della globalizzazione e

della discriminazione a causa del prezzo. L’Europa è uno dei mercati più importanti e prestigiosi del tessile, con un incasso netto di 135 miliardi di euro l’anno. Continente che ha dato i natali a stilisti del calibro di Etro, Vivienne Westwood, Lacoste per citarne alcuni, ha fatto anche da scenario alla nascita e allo sviluppo d'imprese come H&M e Zara, rispettivamente svedese e spagnola, presenti in ogni angolo del mondo. In quest’ambiente “iperconcorrenziale”, le due “grandi” marche, hanno capito la necessità di intraprendere cambiamenti, avere prezzi sostenuti per restare competitivi. La caratteristica principale di queste aziende è di distribuire prodotti all’ultima moda a un larghissimo pubblico, puntando non tanto sulla qualità quanto sulla quantità. Ciò è reso possibile dall’esistenza non di due collezioni: autunno/inverno e primavera/estate, ma di sempre nuove introduzioni mensili, così da attirare l’attenzione dei più.

Le imprese dell’industria del tessile evolvono quindi in un ambiente caotico. In effetti, la moda è, per definizione, in costante movimento: essa rappresenta i gusti del momento. Per riuscire a sedurre la clientela e a imporsi in un settore iper- concorrenziale esse impiegano strategie non dissimili, viaggiando su una tendenza tutta nuova chiamata “masstige”. In pratica, questo fenomeno permette ai consumatori di comprare un prodotto firmato a un prezzo

molto accessibile. Il termine "masstige" proviene dalla contrazione di due parole: «mass market» e «prestige». Il masstige è dunque l'alleanza di una marca prestigiosa e di una marca di consumo di massa. Tutto ciò è abbondantemente sponsorizzato non solo da media o mega cartelloni pubblicitari, ma anche da stelle del grande e piccolo schermo, che indossano e sponsorizzano capi di abbigliamento di queste piccole ma grandi case di moda,

influenzando, in modo del tutto propizio la platea. Tutto ciò è una nota molto positiva! Ma voi ci pensate? Rinnovare ogni stagione

il guardaroba? Che fatica! Non facciamo gli ipocriti, a tutti piacerebbe rinnovare il guardaroba ogni sei mesi, anche a chi apparentemente è disinteressato alle ultime tendenze. Ma con i tempi che corrono altro che rinnovo! Dovremmo cucire toppe sui jeans invece di buttarli! Però, ora come ora, grazie alla presenza di tutte quelle marche che viaggiano sull’onda del “masstige”, i jeans che non vanno più possiamo tranquillamente darli via, senza porci il problema del costo, della tendenza e del rapporto qualità-prezzo. E’ davvero un’ancora di salvezza per tutti quelli che sono, alla ricerca della mise perfetta in ogni occasione, senza dover avere il portafoglio vuoto e il conto in banca prosciugato. L’abito di qualità e le scarpe con la s maiuscola, non devono però mai mancare! Manteniamo la nostra supremazia come portatori di alta moda in quanto italiani. Vi saluto con una citazione che io personalmente amo molto: “L’eleganza non consiste nell’indossare un vestito nuovo.” (Coco Chanel)

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31Domenica - 6 maggio 2012VARIE

Pensiero per un amico

Se l'ami davveronon chiederledi essere diversa per te.Amala per quelloche riesce ad essereper lei.Non pretenderedi cambiarladimostreresti di non accettare te stesso.Siete in dueognunoha la sua ombraognuno ha la sua luce.

di Enzo Amato

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