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Anno I - Numero 26 - 13 maggio 2012 “IL VENTO GELIDO DELL’ANTIPOLITICA”

Il Domenicale di Casoria N°26

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Anno I - Numero 26 - 13 maggio 2012 Settimanale d'informazione della città di Casoria

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Anno I - Numero 26 - 13 maggio 2012

“ I L V E N T O G E L I D O D E L L ’ A N T I P O L I T I C A ”

2 Domenica - 13 maggio 2012

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno I n. 26 - 13 maggio 2012

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]:Sonia Tabacco

[email protected]:

Via G. Marconi,80026 Casoria (NA)

[email protected] Stampa:

Tuccillo Arti Grafiche Via dell’Indipendenza,37 80021 Afragola (NA) [email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA) [email protected]

Progetto grafico ed impaginazione:Sonia Tabacco

Questo numero è stato chiuso in redazione Giovedi 10 maggio 2012

In questo numero

pag. 2 Vignetta della settimanapag. 3 Editoriale pag. 4 La democrazia partecipativapag. 5 Enzo Marinopag. 7 Il Domenicale di Casoria intervista Massimo Iodice.pag. 8 Il Domenicale di Casoria intervista Pasquale Pugliese.pag.11 Comunicatipag.12 La discarica senza padrone... pag.13 Mettiamo insieme il teatropag.15 Riceviamo e pubblichiamopag.16 Ludovico da Casoria un cattolico nel fuoco delle rivoluzioni dell’otto- cento.pag.17 Pompieropoli a Casoria

pag.17 Settimana podisticapag.19 Le origini del culto di San Mauropag.20 Incontro con...Fiordalisopag.21 Napoli (di Lucchese)pag 22 A spasso nel calciopag.23 Napoli (di Vettoliere)pag.25 Il “click” vincente di Federico Righipag.27 Esasperazione alla folliapag.28 Elezioni

pag.29 Rubrica

pag.30 Fratello d’Italia a chi?

pag.30 Politica europea è ora di

cambiare!!!

pag.31 Rubrica

Anno I - Numero 26 - 13 maggio 2012

“ I L V E N T O G E L I D O D E L L ’ A N T I P O L I T I C A ”

La vignetta della settimana

3Domenica - 13 maggio 2012EDITORIALE

I l vento gel ido del l ’ant ipol it icaPasquale D’Anna [email protected]

Alle amministrative vince l’astensionismo e vincono gli anti-Monti. Beppe Grillo

su tutti. I dati sull’affluenza definitiva dicono che un elettore su tre è rimasto a casa, con un massiccio calo di votanti rispetto all’ultima tornata elettorale di circa sette punti percen-tuali. Un dato preoccupante ma mitigato dal fatto che si trattava di amministrative e che in questo tipo di competizioni elettorali le dina-miche che si mettono in moto sono molto di-verse da quelle che caratterizzano le elezioni politiche. Nelle città più importanti (Verona, Genova e Palermo) trionfano i candidati an-tigovernativi. Il responso indica una debacle assoluta per i partiti tradizionali. Gli indecisi virano su Grillo. Il centrosinistra non sfonda e il Pd mitiga i danni, il centrodestra s’ingrippa con il Pdl che perde vistosamente, la Lega tenten-na e deve dire grazie all’eretico Tosi. Sel e Idv vengono colpiti duramente dal movimenti-smo dei 5 Stelle, più bravi, più credibili nella lotta alla partitocrazia.Resta inteso, che nessuno ha intenzione di aprire una crisi al buio, i mercati non per-donerebbero la cosa e il conto elettorale po-trebbe risultare veramente salato. Il governo però sembra essersi impantanato in una pa-lude pericolosa ed infida, il Premier ha ca-pito che dopo il voto i rapporti con i partiti

rischiano di mutare, sicuramente cercherà di trasmettere alla nazione concetti come quel-lo che se si è arrivati a questo punto è colpa esclusiva dei partiti e della loro inadeguatez-za. E’ aperta quindi una nuova stagione, il Pd tirerà Monti per la giacca, il Pdl dopo la ca-tastrofica sconfitta dovrà rivedere assetti e strategie, e per finire, al terzo polo non re-sta che certificare la propria scomparsa pri-ma ancora di nascere. Resta un interrogati-vo principe, chiaramente inevaso: che cosa impedisce alla politica, pur consapevole, che in questo grave momento storico si gioca la possibilità di sopravvivere, di continuare ad ignorare le spinte riformiste che vengono dal paese reale? Il Movimento cinque stelle ora ha la respon-sabilità di tramutare in azioni istituziona-li tutto il malessere che attraversa il paese. Adesso è il momento di trasformare le invet-tive, le denunce e le critiche (spesso pesanti) in reale proposta politica. Staremo a vedere nei prossimi mesi quali saranno gli esiti di questi interrogativi.Restano in piedi per il momento le mille e più domande che il paese rivolge alla politi-ca. Il Parlamento intero rifletta sul fatto che è giunto il momento di dare subito risposte concrete alla gente, queste risposte passano

in primo luogo per una ritrovata moralità pubblica da risanare, perché inquinata da la-drocini e corruzioni di ogni genere, ma anche da atteggiamenti troppo spesso sbagliati: chi guadagna 500 euro di pensione al mese non sa cosa farsene della ormai troppo frequente commozione del Presidente della Repubblica ( che continua a guidare un colosso da 2181 dipendenti e che ha i costi di mantenimento più alti d’Europa) o delle finte lacrime della Fornero, o, peggio ancora, degli inutili spro-loqui dei deputati e senatori nei ts televisivi. Credete che dal voto di domenica scorsa i partiti avranno capito che è finita l’epoca dei rimborsi elettorali facili, della legge elettorale fatta a colpi di nominati? Noi veramente ci crediamo poco, ci aspettiamo un po’ di con-trizione per qualche settimana e poi vedrete, si dimenticheranno di tutto. Aiutiamoli a te-nere desta la memoria del voto di domenica. Per finire, parlare della politica nella nostra città è diventato ormai un esercizio veramen-te complesso. Ormai la situazione è cristalliz-zata: oltre le consulenze, gli incarichi distri-buiti a piene mani, l’assoluto immobilismo politico-amministrativo, la fronda del Parti-to Democratico e l’atteggiamento impassibile di quel che resta della maggioranza, non c’è nulla da dire, un’agonia veramente indicibile. Che pena, la nostra città!

4 Domenica - 13 maggio 2012POLITICA

La democrazia partecipativa s i esprima nel la sua forma più naturale : i l voto! POPOLARE

Luca Scancariello

In queste ultime settimane da più parti, in buona o mala fede, in tanti hanno parlato

di governo della larghe intese, di salute pubblica, di una megacoalizione di governo.Ebbene, lo scrivente già nelle scorse settimane, attraverso le pagine di questo stesso giornale, si è più volte espresso sulla questione, rappresentando in maniera piuttosto secca e decisa la propria convinzione che , laddove la maggioranza che governa la nostra città non dovesse , come pare che sia, ritrovare una propria unità ed una chiara linea politico-amministrativa, sia inevitabile il ritorno alle urne quanto prima possibile.Tale determinazione nasce dalla convinzione che immaginare un governo, sul tipo di quello di Monti a livello nazionale, che veda tutti protagonisti, rappresenti la negazione assoluta della democrazia partecipativa, e al contrario rappresenti la vera sconfitta del sistema politico, più di quanto quest’ultimo non lo sia già.L’aver dovuto chiamare al governo della nazione dei tecnici e, per di più, dei banchieri ( vero male della nostra patria), ha, a mio avviso rappresentato la più alta mortificazione della politica nazionale. La consapevolezza di non essere in grado di poter guidare un percorso di ripresa, il timore di non essere in condizione di poter guidare la nazione, ha indotto i partiti maggiormente rappresentativi a delegare dei tecnici a compiere quello che sarebbe dovuto essere il loro dovere istituzionale. Immaginare che quanto accaduto a livello nazionale possa trovare una sgradevole imitazione nella nostra città, ci appare veramente preoccupante. Anche

perché, mentre a livello nazionale il mandato popolare era giunto alla sua fase conclusiva (un solo anno mancava e manca alle elezioni politiche del 2013, forse anche meno), nella nostra città, invece, solo un anno è passato dalle elezioni amministrative. Sinceramente immaginare un governo tecnico anche a Casoria, appare a tanti, forse a tantissimi, solo un modo per evitare il ritorno alle urne, al fine di perseguire obbiettivi strategici, magari molto lontani da interessi collettivi.Insomma si manifesterebbe la più becera delle forme di consociativismo che, magari, vedrebbe, partiti oggi collocati all’opposizione , per volontà popolare, ritrovarsi di colpo alla guida della città , e partiti vittoriosi solo un anno fa relegati ad un ruolo di opposizione.La gente chiede chiarezza, trasparenza, coerenza.Il sindaco Carfora verifichi la reale capacità numerica, ma soprattutto politica, della sua maggioranza a proseguire il cammino; e laddove essa si manifestasse nella sua naturalezza prosegua il mandato. Altrimenti lo restituisca all’unico soggetto titolato a determinare la futura classe dirigente della nostra città : il popolo.Mi unisco al coro dei tanti che chiedono una democrazia partecipativa, che però si esprima nella sua forma più nobile : il voto.La città chiede un governo presente, serio e coeso, capace di affrontare con determinazione quantomeno le criticità dell’ordinaria amministrazione. Non può immaginarsi un governo a “tempo determinato”, che abbia nelle questioni urbanistiche il suo unico collante.

Proprio perché consapevole dell’importanza di alcuni atti strategici per il futuro della città (P.u.c., piano casa, PIU Europa), ritengo che a governarne i processi debba essere una maggioranza chiara e coesa, con idee pulite ed una programmazione condivisa. In tale contesto le opposizioni, con atteggiamenti finalizzati al miglioramento degli atti in questione ed adempiendo alle loro funzioni anche di controllo, potrebbero con trasparenza contribuire, magari migliorandoli, gli atti proposti.La delicatezza degli argomenti, che dovranno essere trattati, esige trasparenza, efficacia ed efficienza.Una megacoalizione, composta da forze disomogenee e soggetti politici di diversa provenienza, potrebbe determinare uno scenario alquanto inquietante e, conoscendo molti degli attori protagonisti, posso con convinzione affermare che, probabilmente, sarebbe la scelta meno opportuna da adottare, con il serio rischio di veder sfumare grosse opportunità di sviluppo per il nostro territorio.L’ho detto e lo ribadisco, con sincera serenità : chi ha vinto le elezioni governi la città o chieda scusa agli elettori e riaffidi a questi ultimi il compito di decidere il proprio futuro amministrativo. Troppi patti per il progresso ci sono stati in città, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.Niente inciuci, quindi. Si rispetti la volontà popolare. Ed a ciascun partito il compito di rispettare il ruolo istituzionale ad esso conferito dagli elettori.

5Domenica - 13 maggio 2012

E N Z O M A R I N OVIAGGI NELLA MEMORIA, VIAGGI NELL’ESTRO

Non cercate coerenza o un filo conduttore o uno stile letterario …vi saranno negati! Questa rubrica sarà solo il passepartout tra me e voi quando io navigherò tra i miei ricordi veri o fantastici, nostrani o internazionali, sociali o spirituali. UNA DOMENICA

(anni ’50)

La sveglia? Chi faceva prima, con tacita intesa, usciva in cortile e schiamazzava tanto che, dopo pochi secondi, tutti, come da una piccionaia perché ogni famiglia viveva in un vano, calavano nello slargo ad affrontare la giornata di festa. La verità era che le campane di San Mauro precedevano tutti e con un gran frastuono interrompevano, con allegria ma suscitando anche qualche incazzatura, il miglior sonno domenicale dei casoriani. Le nonne, sante donne, andavano a messa di primo mattino dopo aver riavviato il ragù. Erano quelle che discretamente facevano di tutto in famiglia senza darlo a vedere, erano quelle che raccontavano i cunti e le tradizioni di famiglia, insegnavano le faccende di casa e iniziavano a capitalizzare la dote per le nipoti semmai mettendosi in mano ad un rammaro. Di domenica poi, erano quelle che si sfiziavano a preparare gnocchi, panzarotti, peperoni imbottiti o parmigiana di melanzane ma erano anche quelle che si mettevano con santa pazienza vicino al fuoco a friggere anguille o alici indorate e fritte o jammarielli ddo ciumme. Le buone donne di casa come si svegliavano si facevano la santa croce con i figli, li rincorrevano per il cortile per lavarli, profumarli col boro talco e poi vestirli a festa con panni sempre puliti ma raramente nuovi perché si riciclavano quelli dei fratelli maggiori o di un parente prossimo. Poi si occupavano dei mariti, della casa, del pranzo festivo e poi se rimaneva tempo, forse di pomeriggio, andavano a messa anch’esse. L’odore del talco era il profumo domenicale per eccellenza comune a grandi e piccoli, cioè il profumo della pulizia corporale perché c’era l’uso di spolverare il corpo di cipria dopo il bagno. Era una finezza l’utilizzo di acqua odorosa di fiori freschi ma anche adornare i capelli delle fanciulle di profumatissimi boccioli. Non c’era ancora la divulgazione delle lamette a basso costo e gli uomini si sbarbavano dal barbiere per cui la domenica i saloni erano pieni e sfornavano, in continuazione, maschi ben rasati, impomatati e puzzolenti di un profumo intenso e squacchioso, molto simile all’odore delle donne di vita. Farsi pulire le calzature dal lustrascarpe, poi, era anch’esso un obbligo domenicale che Umberto ‘o stuorte tra una passata di anilina, uno sputo sulla spazzola e una lucidata di Guttalin ridava vigore alle scarpe ed eleganza all’uomo vestito a festa. Le casalinghe difficilmente usavano i profumi se non quello delle saponette o quello fatto in casa con i petali di rosa e di gelsomino per non essere definite sfacciate dalle male lingue. Nelle famiglie agiate si utilizzavano delle buone acque di colonia o di parfum ma la “Violetta di Parma” faceva da regina mentre tra le gran dame erano in uso i profumi di Chanel importati direttamente da Parigi. Non tutte le donne avevano conquistato il diritto a non utilizzare più il grembiule nero marchio di donna casereccia o a indossare una gonna a livello di ginocchio o a mettersi il rossetto o ad indossare calze velate con la cucitura dietro perché erano considerati elementi troppo impudichi. Le famiglie benestanti lasciavano serve e vajasse a rassettare la casa e a sorvegliare il ragù e si recavano in chiesa per la messa delle nove. Poi, dopo, tranquillamente socializzavano fuori alla chiesa tra di loro, si accocchiavano sempre per affinità, per rango, per amicizia ma pure per convenienza sociale specialmente quando si intravedeva un buon partito per i figli. Le fanciulle di prime smanie, andavano alla messa delle dieci, poi a quella delle undici e poi ancora a quella di mezzogiorno, cosa ci andassero a fare tante volte l’ho capito solo molto tempo dopo. I ragazzi avevano piena libertà d’uscire e senza limiti di tempo, l’importante essere a casa per l’ora del desinare mentre le giovinette dovevano sempre giustificare il loro tempo. Le scuse erano tante: una volta la messa era stata interrotta perché il canonico Salzano aveva avuto un malore, un’altra volta le suore Sacramentine non avevano consegnate le ostie, poi la sacrestana s’era dimenticata di lavare i paramenti, s’era scassato il campanello della funzione, qualcuno s’era fregato il vino dalla sacrestia, mancava l’organista e così via. Nessuno ci credeva ma si doveva dire assolutamente una bugia altrimenti le mamme non si mettevano la coscienza a posto e non le facevano più uscire. In effetti la domenica per i ragazzi di prime erezioni consisteva nel dare la caccia a fanciulle sculettanti per le vie del centro, nei pressi delle chiese di San Mauro, San Benedetto, Santa Maria e del Carmine e, al pomeriggio, alla Ferrovia, dove si passeggiava avanti e indietro senza alcuna meta ma semmai tallonando la ragazza adocchiata. Sguardi, sorrisi, zenniate, occhialini e surdiglini in quantità, qualche promessa d’incontro furtivo, scambio di bigliettini, fuggevoli frasi appassionate, qualche sfioramento azzardoso, fioriture d’amori.

6 Domenica - 13 maggio 2012

“Di mio, neanche dieci anni, ricordo che tra le undici e il tocco di mezzo giorno delle campane quando il pranzo era ancora lontano, la nonna smetteva per un istante di “sciusciare sotto ’o fuculare” e accontentava tutti, grandi e piccirilli distribuendo una fetta di pane caldo con sopra una spalmata di ragù e a volte anche un pezzetto di nervo o di zizza. Il sapore di quel pane, lo può ricordare solo chi ha toccato, saggiato e odorato il pane dei nostri antichi forni a legna di “Pauluccio ‘o furnaro” in via S. Mauro o di “ Scippa” e “Peppe ‘o furnaro” nei vicoli di via Santa Croce, di Alisandro ‘o crapare ‘o Puntile, di Rusunella ‘a furnara a Chiazzemayo ma anche di quelle cantine che si facevano il pane in proprio come ‘a Riavule in piazza, Brucepaglione ncoppe ‘o Ponte, ‘O Riciotto a Sanbenerette che insieme ad altri sparsi per il paese rilasciavano una fragranza nell’aria e un segno inconfondibile nel gusto. L’avvicinarsi del desinare, comunque, ci metteva in agitazione. Eravamo sei figli pieno di foia e di arteteca, e allora la mamma ci impegnava nel cerimoniale di preparazione al gran rito festivo. Ad ognuno un compito. C’era chi spezzava ‘e zite, ’e maccarune luonghe rinte ‘o scolamaccarune, mettendoci cura a dimensionarli né troppo lunghi, né troppo corti e prestando attenzione a non perdere i frammenti, le unghie di pasta prodotti nell’operazione di spezzatura, che schizzavano via ma che cotti erano davvero sfiziosi da mangiare. Il meno reseriuse, cioè il meno goloso, quello che spuzzuliava di meno grattugiava il formaggio da erogare, come un’intensa nevicata bianca, sulla pasta intrisa e coperta di vermiglio ragù. Il più grande, cioè il più esperto, affettava il pane, abbracciando con la sinistra il palatone al petto e affettandolo con la mano destra facendo attenzione a non ferirsi il torace. Le femminucce lavavano l’insalata sghignazzando e scambiandosi schizzi d’acqua e i maschietti preparavano la tavola in un gioco allegro e rumoroso con qualche rottura di bicchiere. L’intervento di papà oscurava l’atmosfera ma poi quando la mamma scolava i maccheroni era un segnale magico: tutti, in un lampo, erano seduti a tavola pronti con la forchetta in mano, la bocca aperta e lo sguardo voglioso rivolto verso la zuppiera piena di pasta al dente, rossa, profumata e fumante. La scarpetta, operazione finale e spudorata di dichiarata passione per l’intingolo, un pezzetto di pane strofinato sul fondo del piatto per raccogliere il residuo ragù e gustare fino in fondo quella grazia di Dio, chiudeva, di fatto, i riti domenicali.

Il resto della giornata si passava a pariare: ‘O spasso, ‘a cuntrora, la radio, le canzoni napoletane, una ballata in cortile, una seduta fuori al palazzo tanto per nciuciare un poco e semmai una passeggiata alla Ferrovia per sgranchirsi le gambe. E così, la domenica sfuggiva via.”

7Domenica - 13 maggio 2012POLITICA

I l Domenicale d i Casoria intervista Massimo Iodice

Pasquale D’Anna [email protected]

Massimo Iodice, Dottore commercialista, ca-soriano doc, è il leader del centrodestra e

il capogruppo della Pdl. Iodice è sposato con la signora Ornella ed è padre di una splendida bam-bina. Lo abbiamo incontrato nel suo studio di Via Pio XII per conoscere il suo punto di vista sull' attuale situazione politica nella nostra città.

Finalmente compiuto il percorso di ricomposi-zione della Pdl, adesso dovrebbe essere più sem-plice organizzare un'opposizione degna di que-sto nome...Alla luce dell’ ultima tornata elettorale mi appare difficile parlare di ricomposizione del Pdl. Oggi, purtroppo, esiste una profonda sfiducia dei citta-dini nei confronti dei partiti ma più in generale nella politica, elemento questo di grandissimo rilievo in quanto non si riesce ad essere credibi-li quando si propongono scelte inique rispetto ai sacrifici. La politica a mio avviso dovrebbe essere lo strumento principe per interpretare e soddi-sfare i bisogni e le necessità del popolo. Per po-ter parlare di una vera e propria ricomposizione bisognerebbe ritrovare un nuovo slancio ovvero un vero e proprio percorso di riappacificazione con i cittadini. Quando parlo di riappacificazione mi riferisco essenzialmente a quel percorso che bisognerebbe obbligatoriamente compiere per farsi che il politico si senta innanzitutto cittadino della gente. Occorre nuova linfa e nuova energia per farsì che si possano ritrovare stimoli e spunti utili in questo momento di confusione. Per esse-re credibile la politica ha bisogno di rinnovarsi attraverso segnali chiari e trasparenti abbando-nando di conseguenza ogni forma di ambiguità e di machiavelliche operazioni di palazzo. Tutto questo deve concretizzarsi con: eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti; drastica ridu-zione degli stipendi ai politici; riforma del siste-ma elettorale con l’ introduzione delle preferenze e la riduzione dei parlamentari. Sarebbero questi segnali di una inequivocabile volontà della politi-ca al cambiamento. Quindi, se il Pdl o qualunque altra forma di aggregazione sarà in grado di in-terpretare effettivamente le richieste dei cittadini affermando i principi liberali, riformisti e parteci-pativi, soltanto allora si potrà parlare di ricompo-sizione. Riguardo al ruolo di opposizione, abbia-mo fin dall’inizio esercitato un’azione di controllo e di proposte, denunciando lo sperpero di denaro pubblico, mi riferisco alla questione delle nomine dei dirigenti, dello staff del Sindaco, dei contri-buti erogati per manifestazioni di facciata, chie-dendo al Sindaco di invertire la rotta nel rispetto dei sacrifici che oggi vengono chiesti ai cittadini.

Il ritiro delle dimissioni del sindaco è apparso come l'ultimo atto di una triste telenovela Il Sindaco Carfora a conti fatti non ha dimo-

strato fin qui il talento del protagonista, tuttavia ravvedendosi potrebbe diventare comunque un buon interprete.

Il suo appello è in parte andato inascoltato, la maggioranza continua a litigare e il Pd dimostra di no aver spostato di un solo millimetro la sua posizioneE’ il caso classico della discussione tra lumina-ri della scienza medica ovvero per usare parole paterne: “mentre i dottori discutono il paziente passa a miglior vita”…Sterili discussioni dal basso profilo politico riducono la nostra Città ad una macchina praticamente ferma. Beghe di palazzo tra i partiti della maggioranza non ci permettono

di poter sfruttare a pieno le possibilità di svilup-po che si potrebbero realizzare per tutti. Qualche settimana fa, con una lettera aperta alla Città proponevo al Sindaco uno scatto di orgoglio, in-vitandolo ad aprire una nuova fase politica che coinvolgesse i cittadini, tutte le forze politiche, i movimenti e le associazioni, il mondo delle pro-fessioni, gli organi di stampa, i sindacati per indi-viduare un percorso di coesione politica e sociale che riportasse la gente nuovamente vicino alle istituzioni. La proposta è rimasta senza esito, ri-portando la situazione allo stesso punto di stallo in cui si trovava prima delle sue dimissioni. A sca-pito della Città, si è perso solo altro tempo. Il Pd continua a sostenere solo le logiche di spartizione del potere, contravvenendo ad ogni buon princi-pio di moralità e dignità politica. Bilancio partecipato, una sua innovazione e una sua conquista riconosciuta anche dall'attuale as-sessore Bene, ritiene che sia una esperienza da ripetere?Ringrazio l’Assessore Avv. Bene che ha ricono-sciuto la qualità del lavoro svolto durante gli anni in cui ho ricoperto la carica di Assessore al Bi-lancio, periodo nel quale si è scongiurato il dis-sesto finanziario del Comune con la questione

famosa del CP3, si è istituito l’Osservatorio dei servizi pubblici, si è avviato il progetto della rior-ganizzazione dell’entrate con la concertazione dei sindacati, si è avviato il programma della dismis-sione del patrimonio comunale con la relativa predisposizione della bozza del regolamento e si è istituito il bilancio partecipato. Ricordo con en-tusiasmo quando proposi di introdurre un nuovo processo decisionale che permettesse un'apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva dei cittadini nell'assunzione di decisioni sugli obiettivi e sulla distribuzione degli investimenti pubblici. A quest’ idea del bilancio partecipato raccolsi lo scetticismo di tanti; mol-te furono le riunioni con i comitati di quartieri, con i sindacati, con le associazioni di categorie. Il concetto di trasparenza è stato sempre ben ra-dicato durante la mia azione amministrativa cre-dendo fortemente nel principio di partecipazione. Mi auguro che l’Assessore al bilancio continui su questa strada.

Il futuro di quest’amministrazione e della città dopo gli ultimi accadimenti...Non so quale sorte il futuro possa riservare a que-sta coalizione di Centro-Sinistra. Certo è che, se volessi fare un’ analisi di bilancio di questo primo anno, mancando gli indici di normalità, lo dovrei definire non congruo e non coerente ma con il beneficio di esclusione.

La strada da percorrere.... Abbiamo elaborate una serie di proposte da noi definite “Sostieni Casoria” da sottoporre al Sin-daco per dare un reale impulso economico alle famiglie, al mondo delle professioni ed ai com-mercianti. In questa prima fase proponiamo: 1. Riduzione dell’aliquota IMU sulla prima casa; sulla casa concessa con regolare comodato d’uso a parenti e/o affini entro il secondo grado; sulla se-conda casa che risulti in fitto da regolare contrat-to. 2. Istituzione di uno stanziamento di bilancio per la concessione del “Prestito a fondo perduto” rivolto ai giovani che intendono avviare un’attivi-tà professionale sul nostro territorio. 3. Esonerare per 3 (tre) anni le attività commerciali avviate o da avviarsi sul territorio dal pagamento della To-sap (in regola con i pagamenti). 4. Esonerare per 3 (tre) anni dalla Tarsu le attività commerciali al dettaglio da avviarsi. A copertura delle spese da sostenere (in maniera totale o parziale), istituire nel bilancio previsionale, per 3 (tre) anni un capi-tolo di spesa “Fondo a favore delle nuove attività di commercio al dettaglio ” . Quella delle proposte concrete e non demagogi-che è l’unica strada da percorre per risolvere i bi-sogni dei nostri cittadini.

8 Domenica - 13 maggio 2012POLITICA

Pasquale Pugliese classe 83’ è dottore in Eco-nomia Aziendale, con un passato nonostante

la giovane età di dirigente d’azienda e imprendi-tore. Attualmente lavora negli enti locali. Eletto Consigliere Comunale è alla seconda consiliatura ed è coordinatore locale del Nuovo PSI, partito di riferimento del Presidente della Regione Campa-nia, l’On. Stefano Caldoro. Sportivo da sempre, è tesserato Master della Federazione Italiana Nuo-to, è attivo nell’associazionismo, e si adopera nel volontariato. La passione per la politica nasce nel mondo della scuola, con l’Università, poi nei par-titi politici ed infine decide di impegnarsi attiva-mente per la città dove è sempre vissuto, Casoria.E’ stato eletto Consigliere per la prima volta da giovanissimo, poi rieletto ed oggi alla guida del Nuovo PSI. Come percepisce il futuro di noi gio-vani?Proprio ieri ho acquistato il libro di Don Andrea Gallo “Non uccidete il futuro dei giovani”, illu-stra e riflette dell’Italia del dopoguerra, il Piano Marshall, il Belpaese degli anni ’60, fino ad ar-rivare ai giorni nostri. Don Gallo scrive: “Le at-tuali generazioni di giovani non hanno un lavoro degno e se avranno una pensione la avranno da fame. Nel mondo di oggi e in quello di domani, che avanza a grandi passi mentre noi stiamo fer-mi o seduti a guardare la tv o a chattare al com-puter, arrangiarci sarà dura”. Giovani svegliatevi, giovani incazzatevi. La mia generazione (18-30) è racchiusa nella crisi occupazionale ed avere un la-voro fisso e certo è divenuto un privilegio. Anni di studi e di sacrifici molte volte, non garantiscono un lavoro certo e duraturo influenzando necessa-riamente il futuro dei giovani. Passo la maggior parte del mio tempo al “Centro studi Casaurea”, un’associazione che si occupa di studi, formazio-

ne e orientamento al lavoro, divenuta un punto di riferimento importante per i giovani del territorio di Casoria. Mettiamo su progetti per i giovani e per la città, proponendoci come un’importante spinta innovatrice e laboratorio di progettualità. Il tutto per passio-ne, passione per la politica, a titolo completamente gratuito.

Dalla mole delle sue interrogazioni ed interpellanze risulta essere uno dei consiglieri più attivi nel parla-mentino comunale, il suo impegno però spesso non trova adeguato riscontro, anche perchè le risposte dell'amministrazione sono molto spesso vaghe ed inconcludenti.Magari arrivassero, seppure vaghe e inconcludenti. Ho prodotto in meno di un anno, circa dieci inter-rogazioni, tanti inviti a provvedere per non parlare delle segnalazio-ni per i troppi disagi del territorio. Campi rom, sversamento illegale di rifiuti, incendio dei rifiuti, ville comunali, verde pubblico, impiego perso-nale dipendente, pubblica illuminazione, buche stradali, distretto scolastico: risposte vaghe e in-concludenti. La presunzione e l’arroganza che possiede questa amministrazione non ha limiti, va avanti nell’illegalità diffusa, assenza di traspa-renza, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa.

All'indomani del ritiro delle dimissioni del Sin-daco, quali scenari prevede per il futuro politico/amministrativo della nostra città?Con rammarico e amarezza, prevedo un futuro

triste, buio ed incerto. Quale futuro degno di que-sto nome può avere un paese civile e democrati-co, una città, quando alla parte più importante di essa come i giovani, si nega loro una possibilità

di una propria e libera af-fermazione. Alle famiglie, si negano servizi prima-ri, si negano strutture ed infrastrutture indispen-sabili per migliorare la qualità della vita dei cit-tadini. L’amministrazione che ci sta governando, ha ormai, toccato il fon-do. È passato un anno e non è stato prodotto e programmato niente. Si stanno altresì, perdendo i vecchi programmi messi in atto dall’amministra-zione precedente, come l’acquisizione preziosis-

sima dei fondi comunitari del PIU’ EUROPA e la creazione della cittadella del benessere della Menarini Group, che oltre ad attrarre investitori e sviluppare la città creerebbero tantissimi posti di lavoro.Non si parla di futuro, non si parla di program-mazione, pianificazione, progettualità. Non si co-noscono le intenzioni di questo Sindaco e della sua maggioranza, sempre più impegnata a fare nomine, spartizioni clientelari e sperpero del da-naro pubblico a discapito dei tanti cervelli di Ca-soria. Strade colabrodo impraticabili che creano, pericoli e danni, accumulano milioni e milioni di euro di danni da pagare con le tasche dei cittadini. Non si preoccupano della riqualificazione delle

I l Domenicale d i Casoria intervista Pasquale Pugl iese

“di La Redazione”

9Domenica - 13 maggio 2012POLITICA

periferie, politiche sociali efficienti, valorizzazio-ne del territorio, turismo religioso, contrasto alla criminalità, gestione efficace dei rifiuti, bonifiche delle zone territoriali inquinate, qualità della vita, disoccupazione, trasporto pubblico, associazioni-smo, sport, volontariato, Campi rom, sversamento illegale di rifiuti, assenza di monitoraggio inqui-namento ambientale (amianto), stadio comunale chiuso, assenza di un cimitero comunale. Casoria collezione con il passare del tempo sempre di più “cattedrali nel deserto”. E come se non bastasse, l’addizionale IRPEF, TARSU e IMU tra le prime 10 più salate d’Italia. Sicché l'orizzonte del futuro, con questa amministrazione, appare buio e tem-pestoso, pieno di incognite e di incertezze.

Questa più che condivisibile analisi è giusta, ed è sotto gli occhi di un’intera città. Cosa sta facendo il Sindaco per recuperare la disastrosa situazione ?Costa sta facendo? Nomina parenti e amici nel CDA di Casoria Ambiente e nel CDA del Con-sorzio Cimiteriale e controllo di gestione, nomi-na commercialisti e avvocati esterni per la difesa dell’Ente nelle commissioni tributarie, nomina 7 dirigenti esterni in netta violazione della Legge Brunetta e con un costo di € 700.000,00 l’anno, nomina un super-manager capo-staff del Sindaco con un contratto annuo di 120.000,00 l’anno, no-mina un addetto stampa esterno con un contratto di 40.000,00 l’anno, nomina un direttore del per-sonale in Casoria Ambiente (finalmente in quota PD), dona contributi “economici”, a chiese, par-rocchie e associazioni. Cosa porteranno nei pros-simi C.C.? PUC, Piano Casa, cemento ed ancora cemento. Questo è, e resterà sempre, il modo di amministrare di Tommaso Casillo (vero regista di questa amministrazione), del Sindaco Carfora e della Sua maggioranza.

Ritiene conclusa l'esperienza di questa ammini-strazione? Crede che ci siano possibilità che la stessa intraprenda un percorso nuovo e virtuoso?Carfora ha avuto una grande opportunità, nel corso di quest’anno di amministrazione, ma non è riuscito a dialogare con Il Partito Democratico. Ha preferito avere un “capo” politico come Ca-sillo, piuttosto che essere un sindaco “libero” ed autonomo delle sue scelte. Dopo i fatti incresciosi del 23 marzo, gli consigliammo di far nascere una nuova stagione politica. La strada che ha scelto non ha futuro, è in un vicolo cieco senza uscita. Presto ci sarà una nuova crisi in questa maggio-ranza, e la città ed i suoi cittadini né trarranno le maggiori conseguenze. Non si può più perdere tempo, bisogna scendere tra la gente, dialogare con le forze sane e con i cittadini con una politi-ca fatta di sobrietà, competenza e lungimiranza. Bisogna innanzitutto colmare le tante emergenze che attanagliano la città da ormai 10 anni e poi attuare la programmazione che già nel 2008 met-temmo in campo. Volendo essere propositivi, cosa ritiene di poter suggerire al Sindaco Carfora per uscire dal panta-no in cui si trova la maggioranza? Gli consigliai di aprire una nuova stagione po-litica; non lo ha fatto. Gli consigliai di rimettere insieme la sua maggioranza per portare 3/4 punti programmatici importanti per il paese; non lo ha fatto. La pace apparente tra PD e API c’è stata, an-che se è solo una tregua. Questa’amministrazione non ha futuro. Per salvare Casoria, bisogna ne-cessariamente tornare alle urne. La caccia alle re-sponsabilità individuali, è un gioco che non paga. In politica le responsabilità sono sempre colletti-ve. Serve oggi, un forte rinnovamento della classe dirigente. La politica è tutt’altra cosa e non lo dico

solo io, ma i fatti lo stanno dimostrando, rispetto a un Sindaco privo di esperienza politica e di de-cisionismo. Si è presentato alla città come “alfiere del nuovo”, quando invece è già vecchio, politica-mente parlando. Ha nascosto alla città, la verità di chi l’ha voluto candidato Sindaco, per cercare affannosamente di tornare in corsa a governare la città di Casoria. La ricompensa è l’Assessorato alle attività produttive. La città ed i cittadini sanno ve-ramente chi svolge le funzioni di Sindaco, di sicu-ro non è Vincenzo Carfora! Ha accettato, pur di fare il Sindaco, di far gestire la propria attività am-ministrativa al sistema già fallimentare dell’am-ministrazione comunale del 2005/2008. Stesso regista, stesse persone, uguali metodi ed indiriz-zi. Un sistema centrato su un’unica persona che comanda e 7 dirigenti esterni (presi da fuori co-mune) che eseguono. La politica consiste per loro nell’occupare cariche e potere. I 4 consiglieri del PD, “in presunto” dissenso con l’amministrazione Carfora, proprio questo affermano e denuncia-no in tutte le sedi politiche e amministrative, ma purtroppo finora non hanno avuto il coraggio di essere consequenziali a ciò che dicono. Risultato? il Sindaco Carfora non ha la maggioranza da do-dici mesi ormai. Questa amministrazione finora non ha prodotto niente, vivendo su incarichi ad personam, spartizioni e sperpero di denaro pub-blico, totale assenza di capacità di governo, pro-grammazione e pianificazione del territorio. Al Comune regna l’indifferenza e lo scetticismo tra gli addetti ai lavori. Casoria ha bisogno di un Sin-daco ed una squadra di Assessori che diano alla città il 100% del loro tempo. La città e i suoi cit-tadini non possono più aspettare! È il momento di lavorare per Casoria. È il momento di dare un futuro alla città di Casoria!

11Domenica - 13 maggio 2012

FEDERAZIONE REGIONALE DELLA CAMPANIA

COMUNICATO STAMPA

AL VIA “L’ ABC DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE”, EDUCARSI ALLA COMUNICAZIONE.

L’importanza della comunicazione, ma soprattutto l’esigenza di educarsi ad una corretta comunicazione. Sono queste le tematiche trattate da “L’ABC della Comunicazione Efficace”, iniziativa varata dalla Federazione Regionale della Campania del Modavi, in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale “Alleanza per Casoria” e la Onlus “Nuovo Avvenire”. Due giornate di formazione, destinate agli allievi dell’ISIS “Andrea Torrente” di Casoria, il 10 e 12 maggio prossimi, durante le quali i ragazzi potranno confrontarsi con esperti del settore, per elaborare un approccio alla comunicazione che permetta loro di aprirsi al mondo in maniera più efficace. “L’iniziativa – afferma il Presidente del Modavi Campania, Pasquale Lucchese – è coerente con gli obiettivi e le linee guida, che di recente il Modavi Campania si è dati. In particolare, fornire ai giovani gli strumenti, per una comunicazione che li renda più sicuri di se stessi e delle loro possibilità, ci è sembrato un ottimo abbrivio, alla pianificazione di una strategia di contrasto alla dispersione e all’abbandono scolastici, problematica molto sentita alle nostre latitudini. Molto spesso, infatti, l’abbandono scolastico non è determinato da fattori di disagio, socio-economici oppure fisici. Questi fattori sono talvolta aggravati dal senso di alienazione, che in molti casi è quello determinante, e che molti giovani provano, rispetto alla realtà nella quale sono calati, e con la quale non riescono ad aprire un canale di comunicazione”.

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Si comunica che la conferenza dei capigruppo ha stabilito di convocare il consiglio comunale per il giorno 21 Maggio alle ore 15:00 per discutere i seguenti capi all'ordine del giorno:

1. comunicazione del Presidente; 2. elezione vicepresidente; 3. debiti fuori bilancio;

Sicuri della vostra partecipazione si saluta distintamente. Dott. Emilio Polizio

12 Domenica - 13 maggio 2012

Vincenzo Russo [email protected]

La discarica senza padrone… continuano le proteste

CRONACA

Il Comitato “No Discariche Comuni a Nord di Napoli” insieme alle associa-

zioni e ai cittadini, organizza per dome-nica 13 Maggio, ore 15.30, una mobilita-zione pacifica al sito di stoccaggio in via San Salvatore (zona Cantariello). Scopo della manifestazione è protestare contro l'immobilismo delle istituzioni verso un problema che sta esplodendo come una bomba ecologica sul territorio. L’atto di nascita di quel sito di stoccaggio risale ad un’ordinanza sindacale del lontano gennaio 2001. Il Consorzio di Bacino Caserta2, in seguito alla comunicazione della sospensione delle attività di con-ferimento rifiuti presso l'impianto di S. Maria Capua Vetere, provvedeva ad in-dividuare un sito di stoccaggio provvi-sorio in località Cantariello, in un'area di proprietà della EPM Srl, di circa 3.000 mq. Lo stoccaggio dei rifiuti doveva esse-re temporaneo, e finalizzato a togliere la spazzatura dalle strade, ma come spesso accade il temporaneo diventa definitivo e senza nemmeno accorgersene una bella collinetta verde di rifiuti cresceva. Il tre-dici agosto 2001, il sito di stoccaggio ve-niva posto sotto sequestro preventivo da parte del Comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente, mentre il Commis-

sariato di Governo (con ordinanza n. 32) stabiliva il compenso per l'EPM per la produzione delle ecoballe e lo smaltimento delle stesse a cura della società Ecolog Spa. Dall’interrogazio-ne presentata dal senatore Sodano nel 2004 si legge: “In seguito veniva di-sposto dalla Procura della Repubblica di Napoli il dissequestro temporaneo per cinque mesi dell'area in questione solo al fine di consentire le operazioni di smaltimento; questo dissequestro è stato oggetto di ben cinque proro-ghe per permettere le operazioni di smaltimento ma, come si è potuto appurare a seguito di numerose ispe-zioni dell'ARPAC (Agenzia Regiona-le Protezione Ambiente Campania), queste operazioni non sono mai state avviate”. Un sito di stoccaggio diven-tato negli anni una vera e propria di-scarica, che rappresenta il fallimento delle istituzioni locali. Ad oggi non si riesce ancora a trovare una soluzione, il solito “scarica barile” di chi deve assu-mersi l’impegno di bonificare quell’area. Il Comitato No Discariche presenterà una petizione popolare con centinaia di firme in cui si chiede alla Regione Cam-pania e alle Istituzioni preposte l'imme-

diata attivazione per la bonifica del sito. Spiega Lucio Iavarone responsabile del movimento :“Presenteremo una petizio-ne con una raccolta firme ed inscenere-mo, con maschere e mascherine, la morte che incombe sul nostro territorio. Tutti in strada con manifesti, cartelli e striscioni”.

13Domenica - 13 maggio 2012EVENTI

Mettiamo insieme il TeatroGianni Bianco [email protected]

Domenica 6 maggio mi telefona il consigliere Mauro Ferrara precisando che la sua presen-

za al convegno della neonata DC di Ferrara Ste-fano e Ferrara Mauro era solo un atto di cortesia e non un’adesione al neonato partito. Prendiamo atto e rettifichiamo. Restiamo ancora qualche attimo ancora in tema politico per confermare quello che da qualche tempo diciamo dalle pagine del dome-nicale, nello specifico, riflettendo sulle elezioni comunali del 6 e 7 maggio, dob-biamo riscontrare la rivoluzione avvenuta e che pochi accettano, la politica è cam-biata, ma soprattutto gli elettori. I motivi sono strettamente legati alla mancanza di coesione tra i partiti (tutti), gli elettori. Lo dice Vendola, lo conferma Di Pietro, lo accetta Maroni, il solo Bersani, accom-pagnato dal Presidente Napolitano, guar-dano ai dati con uno snobismo che oserei definire “miope”. Tra un anno non saran-no elezioni amministrative, speriamo ci sia un’inversione di tendenza tra i partiti al governo, usciti davvero malconci, tutti. Auguriamoci soprattutto che i partiti che si oppongono al governo Monti sappiano inventarsi qualcosa, altrimenti avremo per la prima volta in Italia un comico che guiderà il governo nazionale, Beppe Grillo e il suo Movimento Cinque stelle, per la precisione. Se qualcuno inizia già a ridere di questo, legga con attenzione i risultati in Grecia, Spagna, Fran-cia e Germania e si faccia un'idea più concreta del malcontento della popolazione europea. Il quat-tro e cinque maggio 2012 ho assistito al Casting per le due opere teatrali “Ferdinando” di Anniba-le Ruccello e “Qui fu Napoli” di Peppe Loffredo.

Sotto l’occhio attento della commissione costi-tuita dall’autore e attore Peppe Loffredo, la dott.ssa Giovanna Possente, l’amico Antonio Avolio, il maestro Enzo De Dominicis e la regista Carmela Giacometti, si sono alternati attori e cantanti nelle

due serate. Presenza di eccezione, quella dell’au-tore teatrale Massimo Canzano. Il Teatro Ateneo inaugurato nell’autunno del 2011, dopo una serie di spettacoli offerti da Compagnie teatrali, pro-porrà dall’autunno di quest’anno invece una serie di Commedie e spettacoli che trasformeranno la struttura di Antonio Avolio in un centro di riferi-mento di artisti napoletani, una scuola di recita-zione, di danza, un’Accademia musicale. Antonio

Avolio ha le idee chiare e la nascita di una com-pagnia teatrale di giovani attori e attrici, guidata da Mirco Giacci e Sergio De Simone per la parte musicale, sarà il trampolino di lancio tra la scuola di recitazione e il grande Teatro. La collaborazio-

ne al progetto “Ateneo” vedrà in prima fila la dott.ssa Giovanna Possente per la recitazione e i rapporti con le scuo-le; il maestro Enzo De Dominicis sarà responsabile dell’Accademia musicale; i maestri Salvatore Ciccarelli e Gem-ma Iannone danza classica, Danilo De Marchis e Arianna Savarese danza moderna, Dominga Andrjas e Nastas-sia Avolio Flamenco e contempora-neo; Peppe Loffredo Teatro. La sfida è sicuramente ardua per un territorio di frontiera come la città di Casoria, ma la tenacia di Antonio Avolio, l’entusiasmo di tanti giovani artisti, creerà le condi-zioni di un sicuro successo. Le certezze sono soprattutto nella competenza e le capacità dimostrate in precedenti espe-rienze da coloro che oggi faranno parte del gruppo dirigente di Ateneo. Primo appuntamento “Ferdinando” di Anni-bale Ruccello a novembre. L’opera tea-trale del grande drammaturgo stabiese,

prematuramente scomparso all’età di trent’anni, è la prova inconfutabile della qualità che si vuole proporre. Completeranno la proposta 2012-2013, una Rassegna cinematografica, divise in più se-zioni, l’ esibizioni di gruppi musicali, Tango ar-gentino, Flamenco.In bocca la lupo al Teatro Ateneo e arrivederci a settembre.

Domenica - 13 maggio 2012

15Domenica - 13 maggio 2012

Caro Direttore, leggendo la rubrica della posta, da te pubblicata qualche settimana fa, in merito al quesito che ponevi all’attenzione dei lettori di un nuovo modello di politica che si voleva proporre sul nostro territorio, non posso fare a meno di scriverti queste righe, poi-

ché è da quando che sono terminate l’elezioni dell’anno precedente che mi sono proposto insieme ad altri amici e qualcuno degli addetti ai lavori te lo potrà confermare, di coinvolgere i tanti, che non sono, vuoi per scelta dettata dall’inesperienza, vuoi per appartenenza ideologica o partitica riusciti a dare il loro contributo poiché non eletti in Consiglio Comunale. Faccio questo breve passaggio, così ho la possibilità di rispondere ai tanti che bocciati nella precedente tornata elettorale (vuoi anche per un meccanismo della Legge elettorale del tutto assurdo, ma questa è un’altra storia) continuano a dire, che si può fare politica anche restando fuori dall’Assise Civica. Balle!! a me non piace trovare scuse banali per giustificare una mancata elezione, mi piace essere pragmatico e credo senza fare giri di parole che in questa città, conti nel momento in cui ti siedi in Consiglio Comunale, alzi e abbassi la mano esercitando il voto favorevole o contrario sugli atti che vengono portati all’attenzione del Consiglio.Tornando al motivo principale per il quale ho preso tastiera e mouse e ti sto scrivendo, beh purtroppo devo registrare ancora con rammarico che questo, ad oggi rimane un bel sogno perché vissuto solo da pochi romantici come noi. A te non mancherà modo di osservare in quanto attento direttore, che ogni giovane di questa città, prima di anteporre il bene della nostra Comunità, antepone purtroppo il bene personale, ma non voglio essere frainteso, per bene personale non intendo dire facile arricchimento in base a ruoli ed incarichi distribuiti dalla politica, ma bensì intendo dire “avanzamento di una carriera politica all’interno del proprio partito”.E temo caro direttore, che il male assoluto per cui il nostro territorio non riesce ad esprimere una classe dirigente all’altezza delle aspettative dei cittadini sia proprio da ricercare in questa direzione.Non si spiega altrimenti, tanti bravi uomini e donne, con voglia di fare, competenze e capacità acquisite sia sui libri di scuola che in base alle proprie esperienze lavorative, siano ancora essi legati ad una vecchia, incapace e logorata classe dirigente che amministra questa città da oltre trent’anni.Si perché a parlare tutti bravi, di idee quante ne vuoi, ma quando li chiami per chiedergli uno scatto di orgoglio per la nostra Città, ti senti rispondere che loro fanno parte di un partito, e un ragionamento del genere li porterebbe ad essere esclusi dalle logiche dei partiti ai quali essi stessi appartengono, ragion per cui scollegamento con i vertici cittadini del partito, e di conseguenza con i vertici provinciali, regionali, sino ad arrivare ai vertici nazionali. Tutta gente che conosce la nostra città solo per i numeri che essa può esprimere nelle diverse competi-zioni elettorali. Gente che senza nessuna conoscenza del nostro territorio, delle nostre radici, delle nostre problematiche, viene e stabilisce chi fa il sindaco e chi fa il vicesindaco, chi fa l’assessore e chi fa il presidente del consiglio, e tu meglio di me potrai ricordare la querelle per la candidatura a sindaco nel centro-destra nelle passate elezioni e non ultime, le vicende legate al Partito Democratico ed alla giunta Carfora per la rappresentanza dei propri esponenti all’interno della stessa.In conclusione questi signori, estranei lo ribadisco alla nostra città, vengono e prendono quello di cui hanno bisogno (voti), illudendo i tanti addetti ai lavori che la strada da percorrere è quella della coerenza all’interno di un partito per crescere e diventare esponenti politici di primo piano come loro, ma il risultato è che questa città di circa 80.000 anime non riesce ad esprimere un deputato o un senatore all’altezza, che vada a Roma per dar voce alla nostra martoriata Città. E fin quando noi non avremo la forza di esprimere una nostra rappresentanza, dovremo elemosinare al potente di turno le istanze del nostro territorio, e a te sicuramente non sfuggirà la questione C.P.R.3 ed il Sindaco Ferrara che andava avanti e indietro dall’On. Nicola Cosentino, allora Sottosegretario all’economia Governo Berlusconi, che a secondo degli impegni che aveva (diviso tra problemi con la Magistratura, problemi con il partito, essendo coordinatore Regionale dello stesso, problemi con la lotta intestina per candidarsi come Presidente della Regione Campania, problemi legati allo svolgimento del ruolo di Parlamentare che tutt’ora ri-copre, dell’Istituzione che presiedeva) riceveva il Sindaco se aveva tempo, e che priorità poteva avere la nostra città per un uomo venuto dalle terre di Casal di Principe che la nostra Città la conosceva (forse) solo per le vicende legate allo scandalo di Noemi e del nostro Premier????. Questa purtroppo è l’amara realtà, lascio a te e ai lettori del Domenicale tirare le dovute riflessioni e conclusioni. Ti saluto e t’invito a non smettere di sognare perché come recitava il grande John Lennon “ E’ un sogno, certo, ma se tutti lo sogneremo, un domani potrà diventare realtà.”CordialitàFabio Esposito

16 Domenica - 13 maggio 2012

Ludovico da Casoria, un cattolico nel fuoco delle rivoluzioni dell ’Ottocento

“ di Giuseppe Pesce ”

Caro direttore, il lavoro mi ha impedito di partecipare al convegno dell'altra set-

timana, ma sapendo quanto ci tenessero gli organizzatori, Pina Mugione e Don Nunzio D'Elia, ho preparato questo articolo su Padre Ludovico, che affianco al dagherrotipo che re-alizzò egli stesso nel 1844: ecco com'era vera-mente Ludovico a trent'anni, col suo sguardo furbo e intelligente.È da poco passato il 150esimo dell'Unità d'Ita-lia, e tra le cronache del 1861 gli anticlericali amano citare la storia irriverente di fra' Pan-taleo, che si unì ai Garibaldini vagheggiando la "chiesa del popolo": personaggio pittoresco, di cui si innamorarono facilmente gli avven-turieri romantici. Ma l'Ottocento, secolo di grandi sconvolgimenti politici e sociali che travolsero anche la Chiesa, fu di riflesso anche il secolo di una rigogliosa rinascita cattolica, che proprio a Napoli diede i suoi frutti più lu-centi. Tra i tanti cattolici e religiosi impegnati in questa battaglia, spicca la figura eccezionale di Ludovico da Casoria, che fu certamente uno dei principali protagonisti della vita sociale e politica, napoletana e nazionale, in quegli anni difficilissimi a cavallo tra la fine del re-gno borbonico e la nuova Italia. Francescano, padre Ludovico nel 1848 aveva 24 anni. Inse-gnava matematica e chimica, e parlava inglese e francese. Quando vide Napoli scendere in piazza per la Costituzione si rese conto che la storia si era messa in moto, e con una violenza e una velocità tali che la Chiesa difficilmente avrebbe potuto adeguarsi. Bisognava mante-nere e rinsaldare il rapporto con la cosiddetta società civile: per questo si fece promotore del rilancio del Terzo Ordine, coinvolgendo con entusiasmo un gran numero di laici, anche delle più alte sfere dell'aristocrazia (persino due principesse russe) in attività caritative e di assistenza. Smorzatisi i clamori dei liberali, cercò poi un contatto con le istituzioni bor-boniche, e trovò addirittura l'amicizia del re Ferdinando II. Da questo momento, i progetti di padre Ludovico - che arriverà a fondare ol-tre 200 istituti - non vanno letti come singole iniziative, ma come un'unica grande battaglia, senza precedenti in Italia, per l'educazione e per i diritti assistenziali. Diritti che dovevano essere garantiti dallo Stato: per questo il frate si adoperava a cercare non solo donazioni pri-vate, ma anche finanziamenti pubblici, ovvia-mente tra infuocate polemiche. Si innamorò anche della causa dei "moretti", i bambini afri-cani schiavi, e nel 1857 giunse come rappre-sentante del re ad Alessandria d'Egitto. Qui conobbe il palermitano Paolo Paternostro, un liberale esiliato dai Borbone, e convinse il re

a farlo tornare in patria (Paternostro parte-ciperà poi ai moti unitari e sarà senatore del primo parlamento italiano). Nel 1859 padre Ludovico fondò i Frati Bigi, rivelando ancora una volta coraggiose aperture moderne, non sempre apprezzate, anche dalla Chiesa: i Bigi erano infatti una congregazione di Terziari Francescani che facevano vita comune in «al-tissima povertà», ma senza emettere voti so-lenni: in pratica, potevano lasciare il convento in qualunque momento, rimanendo ovvia-mente Terziari laici a vita. Durante i moti unitari, i Bigi fecero assisten-za all'ospedale militare di Caserta, curando prima i militari borbonici, e poi quelli gari-baldini. Furono anni difficili, in cui cambiava tutto: finiva per sempre il Regno di Napoli e Ludovico, in crisi, decise di andare a Roma da Pio IX: «Viene la rivoluzione - gli disse - che debbo fare? chiudermi nella cella a pregare, o cacciarmi in mezzo al fuoco per operare?». Incoraggiato dal pontefice, prese così la deci-sione più difficile e si gettò nel fuoco, avvian-do nei decenni successivi una lunga serie di iniziative in tutta Italia, da Assisi a Firenze, da Roma a Napoli. Qui si inventò le scuole pro-fessionali artigiane per togliere gli scugnizzi - gli «accattoncelli» - dalle strade, e poi l'ospizio per i pescatori sul mare di Posillipo. Aspra-mente criticato (fino alle denunce) dai Fran-cescani per la sua sregolatezza e testardaggine di amministratore, andando contro i divieti della Chiesa (il Non expedit di Pio IX), padre Ludovico fu di fatto un ispiratore e un sosteni-tore dell'impegno dei cattolici in politica. Non è un caso, che nel 1861 fosse eletto deputato di Casoria il Duca di Maddaloni Francesco Pro-to, in cui "La Civiltà Cattolica" vide «l'unica voce cattolica del Parlamento». Autore di una famosa "Mozione" stampata in tutta Europa (ma cancellata dalla storia ufficiale italiana), Proto chiese un'inchiesta parlamentare nelle province meridionali, denunciando la repres-sione piemontese e la resistenza locale, che la storia scritta dai vincitori volle mascherare da "brigantaggio", facendo di tutta l'erba un fascio. Costretto a dimettersi, il Duca conti-nuò la sua battaglia con libri e opere teatrali, deridendo l'aristocrazia napoletana con poe-sie mordaci e talvolta licenziose. Singolarissi-ma figura, ricercato nei salotti (testimone di nozze di Scarfoglio e Serao), eppure Terziario Francescano convinto, Proto fu un generoso sostenitore delle iniziative di padre Ludovico. Al vulcanico frate venne anche la prima idea di un'università cattolica: nel 1864 fondò una "Accademia di Scienza e Religione", coinvol-gendo personalità del livello di Francesco De

Sanctis, Niccolò Tommaseo, Federico Sclopis. L'iniziativa fu ovviamente attaccata dai libera-li, bollata come reazionaria e filo-borbonica, e per evitare complicazioni il cardinale gli or-dinò di scioglierla. Forse anche per aspettare che si calmassero le acque, Ludovico riprese così la via dell'Africa. Ma nel 1866, al suo ri-torno a Napoli, lo aspettava il più assurdo de-gli attacchi: era scoppiata l'epidemia di cole-ra, e la questura lo accusava di aver sparso il morbo in città, seppellendo senza precauzioni dei malati nel suo istituto di Capodimonte. Tra l'incredulità di tutti, fu arrestato e passò dodici giorni in carcere: per liberarlo si mo-bilitò l'intero Consiglio Comunale di Napoli, Luigi Settembrini e Vittorio Imbriani in testa. Dalla tipografia degli «accattoncelli» uscivano intanto "La Carità" e "L'Orfanello" le riviste che seguivano la vita politica italiana, ma so-prattutto le vicende della Chiesa, con i contri-buti dei maggiori intellettuali dell'epoca. Nel 1882 padre Ludovico lanciò dalle pagine de "L'Unità Cattolica" di Torino un'iniziativa ri-presa in tutt'Italia: grandi pranzi pubblici per i poveri, in occasione del settimo centenario della nascita di S. Francesco. Al di là della fe-sta, era ovviamente un modo per attirare l'at-tenzione di borghesi e benestanti sulle condi-zioni di chi non poteva permettersi nemmeno un pasto decente. A Napoli parteciparono in cinquemila, serviti a tavola da politici e ari-stocratici, e persino dal cardinale Sanfelice. Francesco Proto pubblicò il libro "Il poverel-lo di Assisi" per finanziare il monumento di Posillipo a S. Francesco. Poco tempo dopo, al Congresso generale del Terzo Ordine, dopo le critiche arrivò il riconoscimento: l'esperienza napoletana di padre Ludovico era il modello da seguire. Ma il motore di quell'esperienza, che era l'entusiasmo stesso di quest'uomo eccezionale, si sarebbe spento di lì a qualche anno, con la sua morte. Era il 1885. «Diciamo-lo noi, coraggiosamente: Fra Ludovico da Ca-soria era un santo»: scrisse per primo su "La Rassegna Italiana" il vecchio amico France-sco Proto (che quando morirà, salutato come "l'ultimo dei Napoletani", avrà indosso solo l'abito da Terziario). La scomparsa di padre Ludovico riempì di commozione tutta Italia. A Casoria la sua commemorazione fu affidata a Marco Rocco di Torrepadula, potente poli-tico considerato un pilastro del blocco di po-tere napoletano. E Benedetto Croce, che era stato allievo del Collegio della Carità, ricordò «l'afflato mistico e poetico» che era riuscito a dare a Napoli quel frate «in cui pareva rivivere qualcosa di Francesco d'Assisi».

17Domenica - 13 maggio 2012EVENTI

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Una folla di bambini in villa si è data appunta-mento sabato 5 maggio nella villa comunale

di Casoria per partecipare a “ Pompieropoli” , la manifestazione organizzata dall’Associazio-ne Nazionale dei Vigili del Fuoco . Nella villa è stato creato un vero percorso d’addestramento, composto da tunnel , scale e muri, che i mini-pompieri si sono cimentati a superare. Al termi-ne della “prova” i piccoli hanno ricevuto anche il diplomino che attesta la loro partecipazione ed il loro impegno. Alla manifestazione era presente anche in qualità di organizzatore l’ispettore dei vigili del Fuoco, Francesco De Martino, l’uomo che ha salvato la piccola Imma Mauriello, rimasta

coinvolta nel crollo di una palazzina ad Afrago-la nel 2010. L’unico eroe in quel 31 luglio a via Calvanese è stata la piccola Imma, dimostrando coraggio e tenacia nel resistere per ben 15 ore sotto le macerie. De Martino , che è stato anche per 2 anni in Abruzzo , in qualità di responsabi-le del nucleo dissesti stabili , appare soddisfatto della riuscita della Pompieropoli a Casoria . “ Il nostro obiettivo è far imparare con divertimento i bambini e saper star insieme e fare gruppo”. La piacevole chiacchierata con De Martino si chiu-de con l’augurio che i bambini facciano tesoro di questa giornata e che aiutino sempre il prossimo.

Una delle iniziative piu’ coinvolgenti del panorama sportivo napoletano e’ senz’altro la mezza marato-

na di Napoli –Trofeo Banco Napoli ,competizione in-ternazionale di 21 km svoltasi con partenza e arrivo a Piazza del Plebiscito lungo un percorso che da Via Ca-racciolo ha portato i corridori alla Mostra d’Oltremare e da lì a Piazza Garibaldi. La prova di Napoli e’stata fa-ticosa ,con continui saliscendi ed ha comportato per gli atleti un notevole dispendio di energie . Oltre 1800 atleti salutati al via dal campione olimpico di Seul Gelindo Bordin che ha elogiato Napoli come citta’ straordinaria e che ha permesso ai corridori,agli accompagnatori e ai turisti presenti di godere appieno le bellezze della citta’. Lo spazio cittadino viene vissuto in liberta’ ed esaltato da un percorso disegnato con sapienza tra le vie più importanti di una grande città. Presenti e testimonial d’eccezione Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro molto vicini

con la loro fondazione ai ragazzi napoletani in difficoltà disagiati ed emarginati. Vince la

classifica di Societa’ la Na-poli Nord Marathon con 72 atleti all’arrivo tra cui Gennaro Grieco ,Mauro Grieco, Nando Capone e Mario De Rosa ; nutrita la partecipazione della podisti-ca Casoria con 20 atleti all’arrivo tra cui Mauro Vinci , Livio Tanzilli, il farmacista cosimo dello Iacovo e il ginecologo Giuseppe Rota. Buona la partecipazione dei podisti dell’Atletica Afragola di Mimmo Errichiello con 12 atlei al traguardo tra cui Ernesto Almavera, Marco D’Anto’ e Gaetano Brilla. La stessa prova era valida per il campionato italiano dei dottori ommercialisti ed esperti contabili che ha visto al via Antonio Pugliese e Elio Mormile i quali autori di un ottima performance si sono classificati tra i primi a livello nazionale , precisa-mente 15mo e 18mo assoluti. Nuova e veloce la 10 km

sul lungomare di Mon-dragone svoltasi in un clima festoso ed estivo che ha visto la partecipa-zione della coppia Anto-nella Celentano ed Erri-co Prisco, Dario Maida e la testimonial Cinzia Profiti della tcn(nella

foto). Il percorso cittadino ,interamente pianeggiante ed asfaltato, era articolato prevalentemente nella zona mare .La 10 km Walk Of Life Napoli Telethon per la rac-colta dei fondi, è una gara di solidarietà’ per la ricerca sulle malattie genetiche organizzata da Telethon ed ha visto il ritorno alle corse di Giovanni Bifulco e Antonio Russo con la partecipazione di moltissimi appassionati casoriani tra cui la famiglia Del Prete tanto vero che la Podistica’ si e’ classificata al secondo posto nella gradua-toria delle Società’ partecipanti, sia come quantità che come qualità.. di PUA’

Settimana Podistica con tre prestigiose gare NEAPOLIS

HALF MARATHON –MONDRAGONE –

NAPOLI WALK OF LIFE (TELETHON)

CONAD

19Domenica - 13 maggio 2012

G l i s c r it t i d e l l a m e m o ri aL E O R I G I N I D E L C U LT O D I S . M AU RO A BAT E A C A S O R I A

R I C E RC H E S U L L ’ A R E A N O R D - O R I E N TA L E D E L L ’ AG E R N E A P O L I TA N U S DA L L ’ A N T I C H I TA ’ A L L A C O N Q U I STA

N O R M A N N A D I N A P O L I

“di Vittoria Caso”

“LE ORIGINI DEL CULTO DI S. MAURO ABA-TE A CASORIA” è, com’è chiarito nell’eloquente sottotitolo, uno studio sull’area nord-orientale dell’ager neapolitanus, il cui obiettivo è mettere a fuoco le origini della città di Casoria. La ricerca del prof. Claudio Ferone, edita da G.N. Grafica di G. Navas, prende avvio, possiamo dire, ab urbe condita, dalle prime tracce di presenza umana nel territorio casoriano, risalenti a necropoli del IV - III secolo a.C., e giunge fino alla conquista normanna di Napoli. Oggetto di questa disamina sono, dunque, le ORIGINES del territorio caso-riano, le cui difficoltà di ricostruzione sono mol-teplici, per l’esiguità delle fonti. Da una parte, infatti, abbiamo i tanti “si dice, si narra”; dall’altra il prepotente bisogno di verifica-re la tradizione popolare, per fare storia. L’autore, pertanto, problematizza con rigore scientifico le più accreditate tesi concernenti la costituzione dei primi insediamenti abitativi, confrontando fonti e documenti, allo scopo di appurare quanto in esse ci sia di vero:“Dopo un breve excursus sulla storia degli studi circa le origini di Casoria e del culto di S. Mauro in Casoria, che risultano limitati essen-zialmente a scritti locali e ai pochi cenni che vi sono dedicati nella grande storiografia campana dell’ottocento, -afferma Ferone nell’introduzione- vengono tracciate le linee della storia del nostro territorio nell’antichità, nel più ampio contesto di quelle della pianura campana e sulla base delle evidenze archeologiche, in verità esigue, per pas-sare poi, all’epoca medievale, quando nelle fonti cominciano ad apparire riferimenti più specifici alla nostra zona. Viene, quindi, studiata la presenza dell’ordine be-nedettino nel napoletano e la diffusione del culto di S. Mauro. Per quest’ultimo aspetto non sarà tralasciato l’esame della tradizione orale che da secoli, di generazione in generazione, insiste sui legami di s. Mauro con la nostra terra, nel ten-tativo di separare gli elementi che appartengono alla pietas da quelli che sono frutto dell’indagine storica.” Ecco quanto si propone l’autore e da qui i tanti quesiti, cui attraverso la ricerca egli offre una risposta scientifica. Il culto di S. Mauro è stato ef-fettivamente il fattore promotore della nascita di Casoria, oppure si tratta semplicemente di una tradizione dettata dalla vox populi di nobilitare il luogo natio? Il territorio di Casoria nell’antichità faceva parte dell’ager neapolitanus e in che rapporti era con quello atellano e quello acerrano? Quale articolato percorso disegnava il fiume Cla-nius o Clanis? Quale contributo esso forniva ai pagi locali, di cui abbiamo testimonianza attra-verso resti di necropoli?I confini della Liburia includevano il territorio dell’attuale Casoria? Qual era l’esatta ubicazione del territorium gen-tianum ? Donde trae origine il toponimo Casoria?

Quale relazione intercorre tra la presenza bene-dettina nel napoletano e Casoria? In quale secolo vanno collocate le origini del culto di S. Mauro a Casoria? Le possibili risposte affondano le radici nelle fonti e nei documenti, che seppure esigui, consentono di sfatare luoghi comuni e leggende e chiarirne ed orientarne l’interpretazione. L’intreccio tra memoria e storia è evidente, ma anche molto interessante, sia come questione metodologica molto problematica ed aperta per la storiografia contemporanea, sia per il peso che riveste nella formazione delle nuove leve. La memoria è, cer-tamente fonte di storia, nel senso che i racconti individuali e collettivi, le testimonianze, i vissuti, le tradizioni, aiutano a ricostruire gli avvenimenti storici. La memoria, tuttavia, proprio per la sua soggettività, risente delle evocazioni emotive del presente, dei contesti socioculturali in cui si for-ma e si tramanda. Nella memoria, infatti, interagiscono ricordo, rimozione, oblio fino alla standardizzazione ed alla sovrapposizione delle immagini. Abbiamo, pertanto, molteplici memorie, diverse e, talvolta, in contrasto tra loro. In questo testo la memoria diventa oggetto della storia; la tradizione orale è sottoposta ad indagine scientifica e vaglio criti-co. Si tratta di un’operazione delicata che l’autore, in qualità di storico rigoroso e puntuale, realizza con pazienza e saggezza a tutto vantaggio della ricostruzione storica. Egli, infatti, sottopone a confronto, analisi, comparazione le fonti docu-mentarie, per molte delle quali è indispensabile un’ulteriore esegesi, se non addirittura la tradu-zione al fine di rendere le esperienze del passato produttrici di senso e di intelligibilità. Quanto si tramanda, infatti, spesso non è il “vero” scientificamente provato, ma solo verosimile o fi-nanche frutto della più fervida fantasia, eppure, accreditato dalla tradizione orale che, in mancan-za di documentate ricerche, si fa storia e passa alle nuove generazioni. Prendono corpo così le tante leggende che si narrano intorno alla nascita di siti, persone, città, il cui scopo è conferire un’aura di sacralità alla propria terra, affondandone l’ori-gine nel fecondo immaginario collettivo.Ecco perché affermavamo che si tratta di un’ope-razione delicata perchè agli occhi dei più e al cuo-re dei casoriani, confutare la tradizione potrebbe apparire dissacratorio; invece, era ora che anche Casoria, avesse una storia organica e scientifica-mente precisa, attraverso un percorso di studio che illuminasse gradualmente i tratti costitutivi del volto della città. Sottrarre all’oblio il passato, d'altronde, e conoscerlo non è altro che un per-corso indiretto per conoscere se stessi; recuperare la storia locale e le profonde e ramificate radici delle proprie origini, è un valido ausilio di crescita per un popolo disorientato e confuso alla ricer-ca della propria identità. Significative nonché di estremo interesse sono le conclusioni, cui l’autore

perviene dopo questo emblematico viaggio nel tempo in quanto, pur confermando alcune ipo-tesi accreditate, ne dimostra la parziale veridicità oppure l’adattamento alle esigenze locali. Su tali conclusioni volutamente non ci soffermiamo per-ché il nostro suggerimento è quello di leggere la ricerca che, passo dopo passo, accompagna i let-tori alle risposte relative a ciascun quesito. Piut-tosto vogliamo delineare le varie tappe di questo metaforico viaggio nel tempo: dopo l’ Introduzio-ne, parzialmente citata, abbiamo un primo capi-tolo – Storia degli studi - in cui l’autore fa il punto della situazione relativamente agli studi esistenti, molti dei quali hanno posto come punto di par-tenza tradizioni accreditate oralmente ma non convalidate da dati oggettivi. Nel secondo capi-tolo - Il territorio di Casoria nell’antichità - così come nel terzo - Il territorio di Casoria nell’alto medioevo - l’autore analizza con accuratezza le fonti e ne confronta i dati, in modo da formulare ipotesi verificabili sull’estensione del territorio, il fiume Clanius, i confini, i cambiamenti dovuti al tempo ed alle vicende storiche….Nel quarto capitolo - Il toponimo Casoria - l’au-tore si esprime, sempre in base a dati verificabi-li, sulle origini del nome Casoria, fugando molti dubbi, insinuati dai precedenti studi circa la gene-si del toponimo. La presenza dell’ordine benedettino nel territorio è il titolo del quinto capitolo che, assieme al sesto – S. Mauro- e all’ultimo e settimo capitolo – Il cul-to di S. Mauro a Casoria – chiarisce ed illumina, attraverso il ricorso a dati di fatto e ad elementi oggettivi, numerose sovrapposizioni, contraddi-zioni ed incongruenze che hanno alimentato cre-denze verosimili ma non fondate storicamente.Seguono le conclusioni e non mancano docu-menti in appendice anche in lingua greca e lati-na, ovviamente tradotti dall’autore, a conferma di quanto acclarato e/o di ulteriori ipotesi.La forma, garbata e chiara per la fluidità dei pe-riodi, rende godibile il contenuto e di sicuro pia-cere la lettura. Questo eccellente scientifico lavo-ro del prof. Ferone è, a dir poco, prezioso; esso illumina di nuova luce Casoria, sottrae i luoghi della memoria al buio dell’oblio per recuperare la memoria storica di una città, di un popolo, per dare un volto ai nostri antenati. La storia, infatti, è magistra vitae proprio perché aiuta ad acquisire un’identità consapevole, a ma-turare scelte responsabili e razionali. Questo stu-dio è, per dirla con Cicerone, “testimonianza dei tempi, vita della memoria, messaggero dell’anti-chità” per ogni casoriano affinché sia consapevole di esserci e di essere nella storia; in particolare, è per i giovani, un elemento indispensabile a favo-rirne la formazione della coscienza critica, al fine di renderli consapevoli attori del presente e sicuri protagonisti del loro futuro.

20 Domenica - 13 maggio 2012

Eduardo Paola [email protected]

MUSICA

Con la pubblicazione del cofanetto “Sponso-rizzata”, Fiordaliso festeggia i suoi 30 anni di

carriera tra musica, teatro e televisione. In occa-sione del nuovo Tour, che la porterà in giro prima in Italia e poi all’estero, l’abbiamo incontrata. Una carriera partita prestissimo, piena di sod-disfazioni e collaborazioni importanti. Quando hai capito che ce l’avevi fatta?Forse è più giusto dire che avevo raggiunto il suc-

cesso. Siamo sempre in evoluzione continua e l’e-spressione “ce l'ho fatta” non mi piace moltissimo. Dopo “Non voglio mica la luna”, mi portarono in Spagna dicendomi che ero ai primi posti. Appena arrivata, entrai in un megastore e cercavo alla let-tera F il mio cd, ma nulla! Delusa, mi girai e vidi una parete intera dedicata al mio disco con la mia gigantografia: un'emozione pazzesca!Fiordaliso, Loredana Bertè, Anna Oxa, Marcella Bella, Rettore, tutte grandi icone degli anni 80, ognuna con caratteristiche e personalità diverse e ben precise. Come mai mentre prima si cercava di differenziarsi , oggi tra le cantanti c’è una sor-ta di omologazione?

Forse perché il mercato discografico è gestito da manager e "direttori artistici", non da musicisti. Quindi si tende a produrre sempre cose, come dici tu, "omologate" per andare sul sicuro, anche a causa della crisi che stiamo vivendo. Ma io credo che fra trent'anni non resteranno molti dei nomi di oggi, anche se ci sono diversi buoni talenti.Dopo le esperienze teatrali di “Menopause” e “Anima Rock” ci sarà ancora modo di poterti ap-plaudire in teatro con un musical? Quale sarebbe un titolo che ti piacerebbe affrontare?“Menopause” è solo parcheggiato, molto presto lo riproporremo, c’è molta richiesta. Ho appena terminato le repliche di “Quando c’è la salute c’è tutto”, uno spettacolo innovativo che mescola la musica dal vivo, il teatro e il talk show per fare in-formazione con ironia, col supporto di 4 medici, che ad un certo punto interagiscono col pubblico rispondono alle domande che gli spettatori ri-volgono loro. E' uno spettacolo molto divertente. Riprenderemo in autunno e il 4 ottobre saremo al Teatro San Babila di Milano. Al mio fianco c’è Franco Rossi, mentre la regia è firmata da Massi-miliano Ventura. Ma la Fiordina non smetterà di stupirvi, ci sono altre idee!Dopo varie esperienze in tv e in teatro, puoi de-finirti una donna di spettacolo a tutto tondo. In America questo sarebbe un valore aggiunto ad una splendida carriera di cantante come la tua. In Italia invece, sembra che se si fanno troppe cose non si è molto credibili. Siamo ancora così vittime delle etichette?Purtroppo in Italia è differente, siamo lontanis-simi dal modello Anglo-Americano. Anche se le

cose stanno un po’ cambiando.Ti piace andare a Teatro? Qual è il genere di spettacolo che prediligi?Si, moltissimo. Quando posso cerco di andarci, amo molto il Teatro, adoro particolarmente i musical.L’ultimo cd che hai acquistato?È un disco di un pò di anni fa, “Duets” di Frank Sinatra, l’ho ascoltato a ripetizione recentemente correndo tutte le mattine mentre ero in Canada per degli spettacoli alle cascate del Niagara.“Sponsorizzata”, il tuo ultimo lavoro disco-grafico, che celebra i tuoi 30 anni di carriera, comprende un cd con i più grandi successi più 8 inediti e un bellissimo dvd, che testimonia il con-certo che hai tenuto all’Ambra Jovinelli nel 2011. I proventi di questo progetto sono devoluti all’as-sociazione Armonia, che da anni si adopera per la lotta contro i tumori al seno. Qual è la can-zone, non necessariamente scegliendo tra quelle che hanno avuto un successo commerciale, che ami di più del tuo repertorio?“Sponsorizzata” è un progetto bellissimo con ben tre dischi. Uno interamente di inediti, uno live, più il dvd del concerto. Tutto il progetto, che com-prende anche lo spot kilokal, e una serata evento tenutasi a Milano hanno contribuito a raccogliere fondi. Io non ho ricevuto nessun compenso, nem-meno per lo spot tv e radio, ci tengo a precisarlo!Stai preparando un tour?Sono attualmente in tour con la mia band in tutte le piazze, arene e teatri all'aperto fino a fine set-tembre, poi saremo negli States e al rientro ancora teatro.

Incontro con.. .Fiordaliso

21Domenica - 13 maggio 2012NAPOLI

Pasquale Lucchese [email protected] D o m e n i ca b e st i a l e a B o l og n a ,

c o n s i d e ra z i o n i . . .Domenica bestiale, cantava un giovane Conca-

to, nel lontano 1982. Il cantautore milanese descrive una deliziosa domenica “fuori porta”, in dolce compagnia. La nostra ultima domenica è sta-ta tutto, fuorché deliziosa. Eppure, il testo di Con-cato mi è parso perfetto per sintetizzare l'ultima domenica partenopea. Peggio non poteva andare: sconfitta beffa, dopo una partita per metà stregata, e per metà mai cominciata, e poi la chicca serale: vince chi non vorresti vincesse mai. Due pugnala-te, due colpi bassi difficile da digerire. In primis, e per ovvie ragioni, a far male è il suicidio andato in scena in terra emiliana. Ci presentiamo nello sta-dio che ci regalò il secondo tricolore, una vita fa, per noi perdenti, abituati a vincere poco, pochissi-mo, e perdere tanto tantissimo. Ricordate quel mio amico, che mi inviò un sms nell'imminenza della partita con il Cagliari, vinta poi 6-3? Vive a Bolo-gna. Quando uscirono i calendari, non potè non ricordare la similitudine: a Bologna, alla penultima giornata. Corsi e ricorsi storici. Con noi però fal-lisce anche questa regola! Eppure il Dall'Ara può essere la porta, per un risultato meno prestigioso e storico, ma pur sempre importante. Ci “basta” vin-cere, contro una squadra salva matematicamente, che ha disputato una stagione dignitosa e a tratti sorprendente. Ci “basta” vincere, senza guardare e “gufare” gli altri. La missione “gufatrice” è perfet-tamente riuscita nel turno infrasettimanale, con la Lazio bloccata sul pari in casa dal Siena, e l'Inter addirittura sconfitta a Parma; poco importa che l'Udinese abbia i nostri stessi punti, negli scontri diretti le siamo superiori. Si gioca alle 15:00, ora-rio insolito. Partiamo bene, Marek ha un'occasione d'oro, ma un po' la spreca, un po' si supera Agliar-di, secondo felsineo. Paolo Cannavaro recupera un bel pallone, si invola, lascia partire una staffilata: traversa piena. Inizi a pensare che, tempo qualche minuto, tutto si metterà nel verso giusto. Giochia-mo bene, creiamo ma non segnamo. I rossoblu si affacciano mezza volta, e colpiscono, grazie ad un imbarazzante meccanismo difensivo. Inizi a teme-re. Ma reagiamo subito, Matador spreca due occa-sioni facili, e ancora Agliardi in collaborazione con la traversa ci nega la gioia della rete. Primo tempo sfortunato. Intanto vincono Udinese e Lazio. Ti aspetti una ripresa arrembante, un Napoli cattivo, un Napoli versione cannibale. Il Napoli nella ripre-sa misteriosamente scompare. I 45 minuti più im-portanti della stagione non vengono giocati. Nulla: il bel Napoli, sfortunato del primo tempo è solo

un ricordo. La squadra di Pioli difende con facilità estrema e “addirittura” segna con Rubin, al suo pri-mo gol. Questa partita è l'emblema di questa sta-gione: squadra incapace di sfruttare i match point, incapace di sfruttare una palese superiorità, come quella dimostrata nel primo tempo, che ha peral-tro evidenziato altri aspetti tipici di questa stagione come la sfortuna, la mancanza di cinismo, l'inespe-rienza. Poi una ripresa orribile, senza mordente, senza cattiveria, esattamente l'opposto del Napoli cannibale che la scorsa stagione tante gioie ci re-galò. Da terzi a quinti, con una sola speranza, una sola piccola chance per centrare questo maledetto piazzamento Champions'. Battere il Siena, senza Cavani squalificato, e tifare Catania, e Inter. Gli et-nei ospiteranno l'Udinese, cui basterà un punto per esser certa del 3° posto, mentre i nerazzurri, ancora in corsa, giocheranno contro la Lazio all'Olimpico. Calcoli e speranze, per aver gettato al vento l'en-nesima occasione “facile-facile” che ci eravamo in qualche modo conquistata.Questa stagione diventa sempre più difficile da classificare, non fosse altro che mancano ancora 180 minuti. Francamente vedo troppo pessimismo, troppi isterismi. Non ci sto. Esaltare i progetti al-trui, e trovare negli “altri” sempre qualcosa di me-glio, mi ha annoiato. Qui mi ricollego alla secon-da pugnalata della domenica bestiale. La squadra bianconera di Torino, vince il suo n° X scudetto. Qualche settimana addietro feci un parallelo, ri-conoscendo i meriti e le capacità della società più titolata in Italia. Ma non accetto, non condivido i tanti, troppi nostri tifosi, che inneggiano al loro modello, al loro progetto. Se ad inizio stagione avessimo preso diversi giocatori acquistati da Ma-rotta e co. non saremmo stati contenti. Mi fermo qui, non andrò oltre, è il nostro Napoli l'unico tema da trattare in questo spazio. E il nostro Na-poli è forte. La società è sana, la squadra c'è. Am-bedue, società e squadra devono crescere, miglio-rare, imparare dai tanti, troppi errori commessi in questa stagione balorda e non conclusa. Sappiamo che sono state commesse ingenuità, sappiamo che questa stagione pur restando importante, e almeno sufficiente, non ha confermato le velleità, giuste, di inizio stagione. Sappiamo che, tolti i colpi Inler e Pandev,il mercato è stato deficitario, sbagliato sia in entrata che in uscita. Sappiamo che a gennaio si è commessa un'assurdità nel non intervenire, per prendere un sostituto del lungodegente Dona-del. Sappiamo che il nostro mister, artefice di una

stagione entusiasmante l'anno scorso, ha commes-so tanti, troppi errori quest'anno. Sappiamo che il “champions-centrismo” è stata una scelta magari coraggiosa, e “pecunaria”, ma anche per certi ver-si eccessiva e dannosa: un maggior equilibrio sa-rebbe stato più salutare. Sappiamo che quest'anno i cannibali non ci sono stati, non si sono ripetute le emozioni di Napoli-Lecce, Napoli-Lazio, Napoli-Palermo, Cagliari-Napoli. Ma è da questa stagione, che ci ha portato tra le prime 16 in Europa, ad un soffio dalle prime 8, che ci ha portato ad un passo dal confermare il terzo posto(ancora perseguibile), benchè in un campionato equilibrato e modesto, e a giocarci una finale il prossimo 20 maggio(nonché un'altra ad agosto), che bisogna ripartire. L'allarme dovrà scattare se gli errori verranno ripetuti, se la società non interverrà in maniera adeguata, inse-rendo qualità, quantità ed esperienza nella rosa, e se Mazzarri,in caso di conferma, continuerà con i titolarissimi e con un'ortodossia tattica eccessiva. Una tiratina di orecchi la meritiamo anche noi. Ho avvertito una certa sufficienza, una sorta di atteggiamento snobbistico: il terzo posto vissuto diversamente dalla scorsa stagione. Vero che la ga-loppata scorsa fu entusiasmante, mentre quest'an-no l'eventuale 3° posto arriverebbe in sordina, ma non vorrei che ci fossimo montati la testa per un solo discreto anno. Peraltro qualcosa di simile è ravvisabile anche negli stessi giocatori, altrimenti certamente prestazioni, quale quella del secondo tempo di Bologna, non hanno spiegazioni. Il vero punto focale sarà il famigerato tetto degli ingaggi e la questione che concerne i diritti di immagine. Ma sappiamo pure che De Laurentis alle spalle non ha Mediaset, Fiat, pronti a ricapitalizzare le perdite di bilancio. Il presidente e la società facciano capire definitivamente cosa vogliono fare da grandi. Noi abbiamo sete e fame, noi vogliamo vincere, benchè non siamo abituati a farlo! Intervenire non sembra difficile: la difesa necessità di un restyling totale, quelli che ci sono devono essere buoni sostituti, ma almeno due/terzi vanno cambiati, prendendo il giusto mix di esperienza, cattiveria e gioventù. Sul-le fasce bisogna intervenire con forza sulla sinistra, e prendere almeno un buon rimpiazzo. A centro-campo almeno due interventi, di cui uno di spes-sore. In avanti una volta compreso cosa ne sarà del Pocho, o confermarli tutti, o sostituire chi dovesse andar via con giocatori di uguale o miglior livello.

22 Domenica - 13 maggio 2012

M a “ l a s p e ra n z a è l ’ u lt i m a a m o ri re … ” A spasso ne l ca l c io

Valerio [email protected]

Calciomercato….Eppur si muove!!

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A P E R TA 2 4 O R E S U 2 4

I campionati di calcio volgono al termine e come ogni anno ci sono i verdetti: chi

vince il tiolo, chi arriva secondo, chi lotta per non retrocedere o chi è già retrocesso. Oltre ai risultati sportivi c’è sempre il calciomercato che silente muove i suoi primi passi. È tutto pronto gli osservatori hanno redatto tutte le recensioni, i dvd sono ormai stufi di riprodurre i filmati dei calciatori e gli ipad si sono scaricati. Si aspetta solo il termine del campionato per accendere i motori del calciomercato e partire.

- Ansia da calciomercato. C’è chi però non aspetta la fine della stagione,

non è interessato alla posizione acquisita o ad un piazzamento in Champions ma ha già voglia di pensare alla prossima annata ed allestire la rosa. Stiamo parlando del Chelsea di Abramovich, il quale sta lottando con il Newcastle e col Tottenham per un difficile piazzamento in Champions, ma col forziere pieno di Rubli pronti a saltar via. I londinesi hanno infatti annunciato attraverso il loro sito di aver raggiunto l’accordo con il Werder Brema per l’acquisto del centrocampista ventitreenne Marko Marin. Le cifre non sono ancora ufficiali, si vocifera che l’operazione abbia un costo di circa 10 milioni di euro. Costo non elevato per uno dei migliori giovani nazionali tedeschi in circolazione, la cui posizione preferita in campo è sulla sinistra ma può giocare anche centrale e nonostante la sua giovane età ha già acquisito una notevole esperienza. In Premier c’è anche un’altra squadra che gioca d’anticipo: l’Arsenal di

Wenger che ha ufficializzato il passaggio di Lucas Podolsky dal Colonia. A Gennaio il tedesco era stato proposto alla Lazio ma l’operazione non andò a buon fine. Il diretto interessato ha così commentato questo suo passaggio ai Gunners: "Non è stato certo

difficile scegliere di andare all'Arsenal, è una delle squadre più importanti del panorama europeo con un grande allenatore. Quando mi hanno contattato per la prima volta ho subito capito che si trattava di una occasione da non poter perdere". Sarà davvero una grande occasione per Podolsky che avrà una seconda chance per dimostrare di non soffrire più la pressione di una grande squadra come avveniva ai tempi del Bayer Monaco. Anche il Milan sta cercando di portare a buon fine qualche colpo di mercato in anticipo. Gli occhi di Galliani sono puntati

però soprattutto sui giocatori in scadenza di contratto: andrà al Milan sicuramente Montolivo , continuamente fischiato dai suoi attuali tifosi della curva Fiesole. In questi giorni in via Turati stanno discutendo anche di un giocatore della Ligue 1, il

centrocampista del Nancy Bakary Traoré, calciatore forte fisicamente e bravo sia nella fase di interdizione che in quella di ripartenza.

-EHI TU DELUSA. Tante squadre avevano messo

gli occhi su un determinato giocatore ma per vari motivi hanno dovuto abbandonare le loro fantasie e i loro sogni. La Juve sperava di convincere Robben , l’ olandese del Bayer Monco, che da pochi giorni ha rinnovato il suo contratto con i Bavaresi fino al 30 giugno 2015. Anche il Milan

sperava di poter riprendere il discorso già iniziato col Manchester City per Tevez, ma l’ Apache è tornato a Manchester, ha fatto pace con Mancini ed è rientrato con i suoi gol nel cuore dei tifosi. Anzi ha fatto di più, cambiando idea sulla città di Manchester, ha dichiarato di voler restare e vincere qualcosa di importante con i Citizens. Anche l’Inter ed il Napoli son rimasti a bocca asciutta e a mani vuote: Farfan ha rinnovato fino al 2016 con lo Shalke 04.

23Domenica - 13 maggio 2012NAPOLI

M a “ l a s p e ra n z a è l ’ u lt i m a a m o ri re … ”

Amalia [email protected]

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A P E R TA 2 4 O R E S U 2 4

“Troppi sprechi e sei in un’altra Europa!” Ebbene si, ci tocca ammetterlo: questa è sta-ta proprio la stagione delle occasioni man-cate, e adesso ci ritroviamo all’ultima gior-nata di campionato con le speranze appese ad un filo. Un filo che può spezzarsi da un momento all’altro, e a deciderlo non saremo solo ed esclusivamente noi. A questo punto è necessario un chiarimento della situazio-ne generale ad oggi, quantomeno per aver chiare le idee, e decidere in cosa sperare. L’ultimo turno, infatti, ha cambiato tutti gli scenari eleggen-do come “favorita” alla conquista del terzo posto l’Udinese, a cui ba-sterà un solo punto a Catania per accedere ai preliminari di Cham-pions League; e dunque a Napoli e Lazio vincere potrebbe, a quel punto, non servire più. Ma, se in-vece, in Sicilia ci fosse una scon-fitta, i friulani potrebbero essere scavalcati dalla Lazio, o raggiun-ti a quota 61 punti dal Napoli e dall’Inter. A questo punto, con l’arrivo di tre squadre a 61 punti, la classifica assegnerebbe questo fatidico terzo posto al Napoli, seguito rispettivamente da Udinese e Inter. Ricapitolando: Lazio terza se vince e l'Udinese perde; Napoli terzo se vince, l'Udinese perde e la Lazio non vince; Inter terza se batte la Lazio, il Napoli non vince e l'Udinese perde (in caso di arrivo a pari punti con i friulani, infatti, gli scontri diretti sorriderebbero ai nerazzurri sconfitti 0-1 a San Siro ma vittoriosi 1-3 al ritorno). Detto questo, è chiaro che il destino del Napoli sarà scritto non solo dagli azzurri

stessi, che dovranno comunque vincere la gara in casa col Siena, ma sarà il risultato di ben tre gare che si disputeranno tra tutte le pretendenti. Niente di facile insomma. E quindi, ci ritroviamo a soli 90 minuti dalla fine di questo campionato senza ancor poter tirare davvero le somme; certo, il Napoli ha disputato una grande Champions League ed è in finale di Coppa Italia, due motivi per il quale era impensabile aspettarci i 70

punti della stagione scorsa, ma 62 sarebbero bastati per il terzo posto, e invece il Napoli arriverà al massimo a 61. In pratica, molto probabilmente il Napoli si troverà a dispu-tare l’Europa League, nonostante il fatto che in un campionato così ricco di alti e bassi, gli azzurri siano riusciti a rimanere sempre vicini alla speranza di acciuffare la prossima Champions. Talvolta ci sono stati scivoloni inaspettati (vedi ultimo esempio: Bologna – Napoli ), ma contro le grandi il Napoli è stato grande. Spesso, non sempre. “Non

sempre” abbiamo mostrato la stessa voglia di vincere, “non sempre” c’è stata quella cat-tiveria agonistica giusta, “non sempre” c’è stata la dovuta lucidità, “non sempre” abbia-mo avuto quel pizzico di fortuna necessaria in alcuni casi, “non sempre” ci sono state le forze fisiche e psicologiche, tutte volte a ben altri obiettivi. Questo paghiamo oggi, l’aver impiegato tutte le forze in una Cham-pions “faticosa”, e allora a questo punto sor-

ge spontanea la domanda: siamo pronti per affrontare di nuovo una competizione così? E’ giusto sperare di prenderci questo terzo posto? Saremo in grado di fare dei passi avanti e non trovarci nella stessa situazione di oggi la stagio-ne prossima? Chi può dirlo? E’ un po’ come il gioco della “palla avve-lenata”: una volta afferrata la palla, è tutto nelle tue mani, puoi vincere e andare avanti, oppure perdere e passare il gioco ad un altro gioca-tore. Quest’anno abbiamo giocato bene, la palla ce la siamo guada-gnati, e abbiamo saputo tenercela,

fino a che un giocatore più bravo e più pre-parato ce l’ha tolta di mano ed ha continua-to a giocare al posto nostro. I momenti in cui l’abbiamo avuta però, sono stati bellissi-mi, ricchi di emozioni e bei ricordi. Allora, la domanda resta ancora quella: Champions si, Champions no? Qualunque sia la rispo-sta, toccherà impegnarsi e lottare sempre. Ce la faremo o no, di certo ci aspettano emo-zioni indimenticabili che riusciranno anco-ra a farci battere il cuore ogni volta … Ed ora, ancora una volta, AVANTI NAPOLI!

25Domenica - 13 maggio 2012EVENTI

Sonia Tabacco [email protected]

I l “click” vincente di Federico RighiSul Domenicale pubblichiamo una nuova

foto di Federico Righi, questa volta vin-citore di un importante contest fotografico "scattando l'America's Cup", una manife-stazione ideata da Luciana Latte e Cristiano Barbarulo (gemelli da polso) che ha avuto tra i patrocinanti lo stesso consorzio Ameri-ca's Cup (ACN) e il Comune di Napoli. Nel contest sono stati impegnati molti fotografi, professionisti e non, che hanno catturato i momenti più bel-li ed entusiasmanti della gara velica tenutasi ad aprile nel no-stro mare.La tua foto, scelta tra più di 450 scatti, è davvero emozio-nante e al tempo stesso nostal-gica; una fotografia carica di energia ma che trasmette una serie di messaggi profondi. Ce la racconti?Grazie, troppo buona. Per scat-tare questa foto, in quei giorni di competizione dell'America's Cup, sul lungomare di Napoli ci sono passato spesso. Sono state giornate particolari, animate dagli even-ti atmosferici, il vento la faceva da padrone; le persone incuriosite si accalcavano sulle balaustre vicino al mare, si assiepavano die-tro ad alberi e monumenti; le vetrate di bar e ristoranti e le fermate degli autobus erano dei palchi perfetti, dove, al riparo dal vento, si potevano ammirare le evoluzioni dei super tecnologici catamarani, dell'America's Cup. Erano tante le persone presenti e ognuno sembrava un provetto skipper nel commenta-re le evoluzioni delle imbarcazioni, ma forse erano più incuriositi che altro. Sta di fatto che i napoletani presenziavano sistematicamente, alle gare, in gran numero.Io, armato della mia EOS, mi aggiravo alla ri-cerca dello scatto perfetto, di quell'unica im-

magine che avesse suggellato tutte le sensazio-ni, le emozioni ed i pensieri, che la natura e gli skipper, in quel momento ispiravano. Ad un certo punto mi imbattei in quella scena che poi è diventata la mia fotografia dell'Ameri-ca's Cup.Ricordo che mi sembrava di sentire i pensie-

ri, le preoccupazioni, le ansie delle persone di fronte alla gara; che alla fine è la metafora del-la vita stessa…Ognuno, di fronte alla vita/gara, ha un com-portamento differente.C'è chi aspetta passivamente di vedere cosa succederà; chi cerca di cogliere l'attimo e fer-marlo in un ricordo; chi vorrebbe essere altro-ve, in un qualsiasi posto, ma lontano da lì; chi sta già pensando a cosa farà successivamente e non vive hic et nunc; chi pensa alla sua vita trascorsa immerso nei rimpianti; e chi è lì per amore, solo per amore.E poi c'è chi sta sottomettendo le onde, caval-cando il mare della vita…E non è un caso che la fermata dell'autobus, cornice di questo istante, è dedicata alla sirena

Partenope, che incarna il mito di quello che fu il primo nome della città di Napoli, bella, dan-nata e controversa e per questo sempre più af-fascinante e ammaliante. Un occhio che attra-verso un obbiettivo inquadra un soggetto che sembra un quadro in cornice che guarda un altro quadro, ma in movimento; là fuori tutto

è fermo e tutto si muove: è energia pura...Come dice Augusto De Luca, ho trovato il mio "ogget-to magico", l'inquadra-tura perfetta a scandire ogni istante, ogni respiro ed ogni pensiero dell'A-merica's Cup a Napoli. La giuria, composta da nove esperti di elevato profilo, ha colto tutti i caratteri salienti della foto, decretando, all'una-nimità, la mia vittoria al contest fotografico "scat-tando l'America's Cup".Stai lavorando a qual-che nuovo progetto?Prima dell'estate sarò a

Cuba per un reportage molto particolare sui pugili cubani, dove cercherò di catturare le atmosfere di una scuola per pugili allestita e gestita da un anziano campione di box in una tipica e cadente abitazione stile coloniale a l'Avana. Nel frattempo sto lavorando anche ad una collettiva con un gruppo di bravi fotogra-fi, su un tema "top secret". Posso dirti inoltre che la foto vincitrice del concorso, che pub-blicate sul Domenicale, assieme ad altri scatti che feci per il contest, verrà presto esposta al Castel Dell'Ovo, in una mostra fotografica de-dicata all'America's Cup.

L'Autore della fotografia è l’ing. Federico Righi, nato a Casoria, appassionato di fotografia e residente a Napoli - [email protected]

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27Domenica - 13 maggio 2012CRONACA

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Viviamo in un mondo dove la violenza ha preso il sopravvento, dove basta un

niente per arrivare alla rissa, ad atti vandali-ci e addirittura ad uccidere. I maya avevano previsto la fine del mondo per il 2012, beh forse non si sono sbagliati. La fine del mondo non deve essere per forza uno tsunami che sommerge la terra, un terremoto che di-strugge tutto , o una pioggia di asteroi-di. La fine del mondo è questa, la lotta al massacro tra le persone. Non si è an-cora ben capito da cosa dipenda, fatto sta però che la gente è molto più irascibile di un tempo e anche persone che fino a ieri non hanno mai commesso atti vio-lenti, oggi presi da un raptus sono capaci di tutto. E’ il caso dell’ormai ex allena-tore della Fiorentina, Delio Rossi, che la scorsa settimana, durante una partita di campionato ( Fiorentina – Novara ) ha aggredito un suo giocatore che si era lamentato del cambio richiesto dall’al-lenatore. Il cognato nei giorni seguenti, ha poi difeso Delio Rossi affermando che era da tempo che tra i due c’era qualche attrito do-vuto alle troppe provocazioni del calciatore, a parole fuori luogo ( allusioni pesanti sulla famiglia ), insulti, a cui l’allenatore non aveva mai dato conto. Ma quel giorno, preso dall’i-ra perché la sua squadra stava perdendo una

partita molto importante, si getta a capofitto su Ljajic a tal punto che devono intervenire terze persone per far cessare il tutto. Un al-tro caso, ancora più grave, è accaduto a Ber-gamo pochi giorni fa. Luigi Martinelli, una persona comune, un buon marito e un buon padre come tanti, a causa di alcuni debiti che

aveva decide di barricarsi nella sede dell’A-genzia delle Entrate di Romano di Lombar-dia, dove prende in ostaggio 15 persone di cui l’ultima verrà liberata solo dopo 7 lunghe ore. L’uomo dopo si giustifica dicendo che il gesto folle da lui compiuto voleva essere solo un atto di protesta e che non voleva fare del male a nessuno. Ma intanto in quell’agenzia

si è barricato con addosso un fucile a pompa, due pistole, un coltello di 10 centimetri e un centinaio di pallottole. I due figli del seque-stratore si sono chiusi nel silenzio, solo pochi giorni dopo, la figlia trentunenne decide di lasciare una dichiarazione in cui afferma che tutta la famiglia è vicina al padre e che fino

a quel giorno Luigi Martinelli è sempre stato un uomo esemplare. L’ultimo caso di cui voglio raccontarvi, sicuramente quello più grave di tutti, è quello avve-nuto a Pescara. Stavolta c’è scappato il morto. Un ultras, Domenico Rigante, 24 anni, si trovava a casa di alcuni amici a vedere la partita in tv, con lui anche suo fratello gemello Antonio. Sembra essersi trattato di un errore, l’assassino voleva colpire Antonio, ma l’ha scambiato per Domenico. Pochi giorni prima c’era stata una forte discussione tra Antonio Rigan-te ed un rumeno che minacciò proprio in quella occasione di ucciderlo. Detto,

fatto. Peccato che ad andarci di mezzo è stato un ragazzo che con questa storia non aveva proprio nulla a che fare. Ora a Pescara c’è in atto una vera e propria protesta popolare, si manifesta contro il sindaco e contro i rom, la gente chiede che sia fatta giustizia per An-tonio e soprattutto che i rom lascino la città.

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POLITICA

Mario Romano [email protected]

ElezioniCon le ultime amministrative è parso rinnovarsi,

in altra salsa, quella disomogeneità territoriale che ha caratterizzato la geografia elettorale italiana negli ultimi venti anni. Molto affrettatamente i commentatori si sono risolti a parlare del boom del Movimento 5stelle, trascurando un dato che potrebbe pesare non poco sugli assetti politici futuri: Grillo, al di là della poco significativa comparsata a Palermo, dove è al 5%, è quasi del tutto assente al centro-sud. Qui le vicende elettorali hanno avuto ben altro andamento rispetto al Nord. Tranne che a Palermo, dove lo scontro al ballottaggio sarà tra IDV e PD-SEL, ovunque si è riproposta la classica alternanza tra i due poli, con qualche occasionale incursione del Terzo Polo diversamente alleato. Al Sud non esiste fino ad ora nessuna nuova forza, che sia riuscita ad insinuarsi nelle maglie della vecchia classe politica. Sembra quasi che non esista alcuna insofferenza. Le vicende del capoluogo siciliano sono un caso a sé, condizionate come sono dalla disastrosa amministrazione del PDL con Cammarata. In qualche modo Orlando e il suo IDV stanno ripetendo l’esperienza di De Magistris. Entrambe le situazioni, tuttavia, sembrano accumunate più da una fiammata estemporanea, dove un ruolo decisivo gioca il fascino della personalità, che non da una reale rappresentazione degli equilibri politici e sociali. Non bisogna infatti dimenticare che Orlando nella precedente esperienza da sindaco vide rapidamente evaporare il grande consenso intorno alla sua Rete. Nel complesso il voto italiano alle amministrative, sembra quasi paradossale dirlo, è nel segno della continuità. Con un Nord insofferente, sempre più spaventato dal proprio declino economico, che cominciato venti anni fa, oggi assume una fisionomia

vistosa e teatrale, come il caso dell’imprenditore-sequestratore ben rappresenta. E un Sud lento, prudente fino all’immobilismo, che preferisce puntare le sue fiches sempre sugli stessi numeri, tenendo fino all’ultimo quel poco che ha, nell’attesa di vedere dove tira il vento. Si tratta pur sempre di paura: una frenetica e rabbiosa, l’altra castigata e paziente. Al Nord il Movimento 5stelle raccoglie soprattutto quella grossa fetta di voto di protesta, impaziente e anticentralista, che in egual misura, ma con diverso orientamento culturale, si è diviso nell’ultimo ventennio tra la Lega e Berlusconi, al punto che lo si potrebbe dire con un neologismo berleghista. Non è un voto che possa dirsi di destra o di sinistra, condividendo gli elettori tra loro solo la tempra, l’atteggiamento e l’istinto sociale. Non v’è dubbio che il Movimento 5stelle abbia avuto anche un significativo apporto giovanile e di sinistra, ma il grosso, ad occhio, mi pare ricavato da buona parte di quelli che hanno contribuito in tre occasioni su cinque a spostare la maggioranza a favore dell’alleanza tra Berlusconi e Bossi. Grillo ne era consapevole e ha puntato tutte le sue fiches al Nord, dove è stato ben attento a rincorrere quella rabbia e a semplificare i contenuti della propria propaganda, che è scarna e ripetitiva a dispetto del vanto che menano i volenterosi giovani che sostengono il movimento. Penso solo che una residua parte di chi l’ha votato al Nord si sia infatti lasciato avvincere dagli innovativi progetti e dagli articolati studi (tutti da verificare) dei giovani membri del movimento. Il grosso dei suoi elettori è molto probabilmente quello che ha tenuto a mente le sue ossessive, sarcastiche e feroci invettive sui partiti morti rappresentati in farseschi funerali, sulla putrefazione delle istituzioni, sulla pederastia del potere economico e culturale, ma

anche quelle omofobe e quelle sugli immigrati, non dissimili da quelle proferite da un Borghezio qualunque. Al Sud Grillo è apparso fugacemente e senza fortuna. A Palermo addirittura ha suscitato la rivolta generale per una battuta che quasi nobilitava la mafia contro la politica. Il Sud l’ha respinto. Ci si potrà qui interrogare se questa esigua simpatia meridionale nei confronti del comico genovese sia dovuta a quella prudenza o concretezza dei comportamenti elettorali di cui abbiamo parlato prima, o se addirittura via sia qualche spiegazione antropologica e culturale, che vede i meridionali, se proprio devono cedere alla suggestione personale, preferire quella del fascino e dell’eloquenza a quella della rabbia e della rudezza. Resta che la diversità della geografia elettorale tra Centro-sud e Nord sembra destinata a perdurare nel tempo, aldilà dei diversi contenitori politici. Forse è sempre esistita, sottotraccia, anche quando i regimi politici prevedevano partiti nazionali. Occorrerà prenderne atto e pensare ad un progetto politico completamente nuovo, che vede soggetti politici nazionali caratterizzati dall’essere prima di tutto una federazione di gruppi territoriali. I partiti che diventano espressione di patti tra soggetti politici territoriali. Così ad esempio un partito democratico che diventa federazione dei democratici italiani, un PDL che si trasforma in una federazione dei liberali italiani etc. Un federalismo che nasce prima nella politica e sul territorio e poi si sviluppa finalmente nelle istituzioni. Una politica che riparta dai territori. Mi ripugna l’idea che nel futuro prossimo si debba assistere al rinnovarsi, grazie ad un collettore qualsiasi, della classica alleanza tra gli interessi forti del Nord e quelli clientelari della solita classe dirigente del Sud.

29Domenica - 13 maggio 2012

L’intell igenzaPina Savorra [email protected]

RUBRICA

Le scale di valutazione dell’intelligenza, in-tendevano misurare quantitativamente i

fattori considerati indispensabili ad esplicita-re l’intelligenza. A partire dai risultati ottenu-ti si era in grado di predire il futuro sviluppo, ad esempio nelle attività scolastiche. In Euro-pa e in America, negli stessi anni in cui i mo-vimenti internazionali per i diritti dell’uomo mettevano in rilievo gli abusi dei poteri poli-tici, nel 1975, il Tribunale degli Stati Uniti so-stenne che le prove del quoziente intellettivo erano pregiudizievoli per i bambini afroame-ricani ed immigrati, tendevano a collocarli senza una reale giustificazione, in program-mi di recupero stigmatizzanti per persone con ritardi nello sviluppo cognitivo. Da quel-la data ad oggi, si sono formate varie fazioni che hanno tentato di apportare ulteriori spie-gazioni all’utilizzo dei tests di misurazione dell’intelligenza ma con una consapevolezza, i fattori che possono influire sul disimpegno di un determinato bambino in alcune prove d’intelligenza sono molti e di diversa natura. Tra questi fattori troviamo il temperamento, la corrispondenza che c’è tra stile cognitivo e compito che gli si pone davanti, motivazione al compito, impatto emotivo con il sommi-nistratore, maturità sociale ed emotiva, sem-plicità della situazione della prova, abilità antecedenti all’alfabetizzazione, condizione

socioeconomica ed antecedenti etnici . Inol-tre, si sono messi in evidenza l’impossibilità di proporre prove senza influenza culturale o prove che evidenziassero il senso comune, le abilità sociali, il discernimento creativo e l’autoconoscenza. Grazie al famoso psico-logo americano Howard Gardner, si è affermato nella comunità scientifica, il concetto d’Intelligenza Multipla che consiste nel considerare priva di fonda-mento il concetto unitario d’intelligenza misurabile attraverso un parametro numerico detto “Quozien-te Intellettivo”. Egli sostie-ne una concezione che vede l’essere umano dota-to di più intelligenze tutte fondamentali e funzionali alla crescita dell’individuo, rilevabili solo nelle rispet-tive combinazioni. Tutta-via il nostro sistema edu-cativo, che è un riflesso della nostra cultura, insegna, valuta, rinforza e premia solo due tipi d’intelligenza: quella logico-matematica e quella verbale-linguistica. Infatti ancora si fanno valutazioni utilizzando la Scale di

valutazione del Quoziente Intellettivo che si basano esclusivamente sugli aspetti appena citati, dando spazio solo a valutazioni par-ziali poiché tutti gli alunni indistintamente vengono valutati solo in base a ciò che sanno fare e non a ciò che potrebbero fare. I tests di

selezione con misurazione del Q.I. non sono in grado di aiutare a migliorare il nostro sistema educativo piuttosto alimentano un sistema scolastico discri-minatorio. Gli insegnanti si trovano di fronte a clas-si di alunni con differenti potenzialità individuali -logiche,musicali,linguistiche,motorie,cooperative,individualistiche- e sono costretti ad applicare un unico sistema uguale per tutti mortificando in que-sto modo le diverse abilità presenti. A sostegno delle multi-intelligenze biso-

gnerebbe come sostiene Gardner, “reinventa-re le nostre scuole” e forse inevitabilmente si reinventerebbe il concetto di “Ritardo Men-tale” nel rispetto della crescita di tutti gli in-dividui. Fine

30 Domenica - 13 maggio 2012

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CRONACA

Fratello d’Italia a chi?Luca Tramici [email protected]

Pol it ica europea, è ora di cambiare ! ! !

Angelo [email protected]

E’ una questione più che nota quella del razzi-smo e la discriminazione verso i meridionali,

una pratica usata già nel processo di “conquista” del sud per merito del regno sabaudo, nel lonta-no 1861; di un popolo definito lebbroso, africano, sottosviluppato e ignorante, costretto a subire fur-ti, crudeltà e omicidi per poi emigrare per man-canza di risorse per sopravvivere, (menomale che ci dovevano liberare!). Un odio che non si è mai estinto, destinato a protrarsi alle nuove generazio-ni, grazie ad idilliache invenzioni e antichi pre-giudizi, talvolta portati avanti dalla politica stessa, come nel caso della Lega Nord, che poi nello spe-cifico, si diffonde nella propria incoerenza, spe-cie sul rubare il prossimo. Giorni fa, è accaduto l’ennesimo atto di razzismo verso i “cittadini etni-camente inferiori” come amava definirli lo scien-ziato Lombroso; Il fatto è accaduto all’aeroporto Marco Polo di Venezia, le vittime, quattro opera-tori dell’informazione napoletani, passeggeri per il volo Venezia-Napoli di Easyjet. I quattro si sono presentati all’aeroporto in anticipo per eseguire il check-in, ma una volta arrivati al desk si sono visti rifiutare l’imbarco dall’addetta della compa-gnia aerea. A quel punto ne è nata una discussio-ne, con gli sfortunati passeggeri che chiedevano spiegazioni sul mancato imbarco, cui si è aggiun-ta qualche

frase in napoletano, proprio in seguito, l’impie-gata, ha iniziato a lanciare insulti verso i quattro apostrofandogli frasi come: «Imparate a parlare l’italiano, se Napoli non ci fosse tutto andrebbe meglio». Con molta si-gnorilità i quattro si sono rivolti hanno identificato e denunciato l’addetta alle autorità competenti. Non fa di meglio la compagnia inglese Easyjet, che dopo essere venuto a cono-scenza dell’accaduto, ha inviato lettere di scusa ai quattro passeggeri, affermando però che la socie-tà sostiene le opportunità offerte dalla diversità e dal multiculturalismo, in pratica hanno definito i napoletani non come cittadini italiani, ma appar-tenenti ad altre sub-culture o razze. Un episodio che ha dell’incredibile, quello di Venezia, che si va ad aggiungere alle tante discriminazioni attua a offendere i meridionali, ormai totalmente indife-si da chi ne compete. Situazioni analoghe hanno luogo anche in altri ambiti come quelli sportivi, nello specifico nel calcio, dove tutti sanno che parte integrante del tifo, è lo sfottò, ma quando

è di scena il Napoli o altre società di calcio meri-dionali, è ormai abituale assistere a uno spettaco-lo indegno da parte di tifoserie del centro-nord.

Cori beceri, insulti razzisti e striscioni in-neggianti al Vesuvio e alla sua prossima eruzione condiscono la partita, nell’indiffe-renza totale di prima, i giudici di gara e poi di giudici sportivi, giac-ché gli insulti razzisti sono punibili come osservato nel regola-

mento. Una pratica quella d’insultare il “terrone di turno” ormai facente parte della società italia-na odierna, un segno di profonda ignoranza, e di non fratellanza, al contrario di quei valori espressi dal Mameli, nel suo celebre inno. Eppure le ric-che terre di “Terronia” hanno fruttato all’Italia un buon bottino, sfruttando e continuando a sfrutta-re le sue risorse sia fisiche sia umane, riducendola all’osso e preda di loschi padroni chiamati mafio-si, introdotti da loro come motivo plausibile di tanta depredazione.

Bisogna sottolineare a dovere il fatto che le ele-zioni in Grecia,in Francia,in Germania e in

Italia, rappresentano una svolta per molti versi rivoluzionaria, rispetto alle esperienze degli anni precedenti. Le votazioni tenutesi in questi paesi sono valse come referendum sull’ attuale strate-gia economica europea ed in tutti i casi gli elet-tori hanno disapprovato tale sistema. Il risultato greco è totalmente coerente con le premesse, il paese è stato mandato alla deriva da una assurda politica finanziaria a tal punto da divenire tecni-camente ingovernabile, Antonis Samara , leader del partito di centro-destra “Nea Demokratia”, è stato costretto a rimettere il mandato di forma-re un nuovo governo a poche ore dall’ incarico , mentre i neo-nazisti sono approdati in parla-mento. I risultati definitivi confermano che i partiti pro- Euro, promotori delle misure di au-sterity, hanno fallito l’obiettivo di raggiungere la maggioranza dei seggi ,nel frattempo la matassa è stata affidata al giovane esponente della sinistra radicale Alexis Tsipiras ,che dovrà fare in fretta a sbrogliarla, perché il paese è sull’orlo del collasso e la protesta sociale ormai sta raggiungendo livelli preoccupanti come confermato dall’ enorme suc-cesso ottenuto dai filonazisti di “Alba Dorata”,un vulnus che spaventa non solo la Grecia, ma tutta l’Europa. A Parigi i sostenitori di Francois Hol-lande , brindano tutta la notte per i risultati delle

presidenziali , perché consapevoli che la vittoria del capo dei socialisti significa la fine del c.d. “Merkozy”, l’asse franco-tedesco che negli ultimi due anni ha imposto il regime dei “sacrifici”. Il neo-presidente francese e la lady di ferro tede-sca , hanno già mostrato le loro divergenti opinioni sul “Fiscal compact”, fortemente voluto dalla troika(bce,fmi,ue),a tutto ciò si aggiunge la decisione di un deluso Sarkozy di lasciare la politica. Non va dimenticato l’e-sito delle amministrative svol-tesi nel bel paese,che si allinea ai risultati europei , mostrando una débacle del PDL e della Lega ed un sorprendente numero di suffragi ricevuto dal Movimento cinque stelle,come ad indicare la vo-lontà degli elettori di stravolgere il sistema parti-tico attuale. Infine non possiamo non considerare la perdita del controllo sul piccolo stato agricolo dello Schleswig-Holstein da parte della coalizione di centro-destra di Angela Merkel, la cui politica economica inizia a fare acqua un po’ dappertutto. A dominare la scena politica è una profonda in-certezza, un’ incertezza che giocoforza ha avvolto tutta l’Europa , che trattiene il fiato sospeso in at-tesa di sapere quale sarà il proprio futuro. Gli elet-tori del vecchio continente, si scopre, sono stati

più saggi e brillanti delle menti migliori, hanno voluto opporsi alla politica del “suicidio assistito” palesando tramite il voto un forte disappunto nei

confronti dello stato comatoso in cui riversa l’euro a livello strutturale, hanno voluto di-mostrare che una gestione che si basa sui tagli alla spesa in un eco-nomia depressa può solo rendere

la depressione più profonda ed è quindi fallimen-tare, hanno detto no alla perdita della loro so-vranità: la sovranità sulla moneta e sulla politica finanziaria ed economica. I provvedimenti alla Monti non migliorano il sistema ma lo raziona-lizzano in funzione degli speculatori, una realtà spaventosa che gli elettori stanno cominciando a capire; la ricostruzione in tempi rapidi di un Europa dotata di quelle prerogative che erano dei singoli stati tramite una politica economica e finanziaria adeguata unica, questo è il punto da cui devono ripartire i neoeletti e non, questo è il volere di molti cittadini europei.

31Domenica - 13 maggio 2012

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RUBRICA

Negli ultimi decenni la società moderna ha si-curamente portato un benessere economico

e condizioni di vita agiata nelle famiglie. Questo ha favorito la diffusione di tanti piccoli animali nelle case, i cosiddetti “pets”,prerogativa che una volta era quasi esclusiva di una civiltà contadina. Oggi questi animali vivono a stretto contatto con l'uomo, spesso in un appartamento confortevole e subiscono cure a volte troppo maniacali.Alcune persone però lavorano fuori casa tutto il giorno e costringono l'animale per molte ore con-finato in un ambiente ristretto o magari al chiuso.Da queste considerazioni viene fuori tutta una serie di patologie di ordine clinico e psicolo-gico che riguardano i nostri animali: forme asmatiche da fumo passivo,allergie da acari del-la polvere o da temperature secche a causa dei riscaldamenti,obesità e disturbi metabolici legati ad una alimentazione spesso simile a quella del proprietario(eccesso proteico,dolci, ecc)che rap-presentano “la madre”di numerosi disturbi com-portamentali e che richiedono l'intervento di esperti.L'etologia rappresenta una branca della Me-dicina Veterinaria che si sta facendo largo nella nostra società spesso per disturbi qua-li ansia da separazione,perdite di urine e feci in casa,aggressività.Il 90% di questi disturbi sono causati da compor-tamenti erronei dei proprietari che riversano sul proprio animale una serie di frustrazioni,ansie ed energie negative.

In Medicina umana si è ricorso all' uso di an-siolitici e benzodiazepine che hanno permes-so una vita migliore a persone affette da turbe comportamentali,in Veterinaria invece questi far-maci vengono somministrati per “risolvere” pro-blemi causati da comportamenti non idonei del proprietario e che tendono a portare sonnolenza, sedazione,secchezza delle fauci,tremori,sbandamento,aggressività ed un uso prolungato compor-ta disturbi nervosi e fenomeni di dipendenza. Mi chiedo quindi, in primis da amante della natura e quindi di ogni sua forma vivente e in secondo luogo da laureando in medicina veterinaria,come fare a spiegare al nostro cucciolo che questi sinto-mi sono causati dall' azione di tali farmaci!Un animale ha tutti i diritti di ogni essere vivente ad essere considerato come tale e non come il so-stituto di un bambino o compagno umano che non si ha più. L'umanizzazione non può essere consi-derata un atto di amore,ma una violenza sui nostri amici,non si aiuta un cane vestendolo di vari gad-get alla moda,nastri,scarpette,e occhiali;non lo si aiuta facendolo mangiare cioccolata,patatine fritte esclamando”Dottore quando mangiamo salta sulla tavola,abbaia finché non gli diamo qualcosa” !!Gli animali posseggono un loro linguaggio,composto da posizioni di orecchie,coda,zampe,camminate impettite,codici di odori che non possono essere lette dall' uomo,per cui ciò che per voi può essere banale per il nostro amico può risultare un gesto di sfida,di dominanza,di ansia che può portare sia alla nascita di soggetti paurosi e tremolanti al

minimo cenno della mano e nei casi peggiori a soggetti che manifesteranno un’ aggressività con estranei e conoscenti e che potranno diventare dei grossi problemi in una famiglia.Un altro problema che spesso si viene a creare riguarda la scelta della razza,è inimmaginabile pensare di tener fermo un jack russel come un labrador,o sperare che un bulldog faccia le stes-se cose di un levriero,per questo è sempre utile chiedere consiglio ad un Medico Veterinario che essendo padrone dei problemi delle varie razze e riuscendo a capire anche quelli della famiglia, po-trà indirizzarvi verso la scelta migliore.Ad ogni modo cercate sempre di immedesimarvi nel vostro amico a quattro zampe,in maniera tale da evitare di stressarlo inutilmente,tenendo pre-sente che i vostri errori plasmeranno un soggetto con dei problemi che si ripercuoteranno sempre e comunque su voi stessi.Ricordate infine che quando scegliete di adottare\comprare o regalare un animale vi assumete la re-sponsabilità di essere per quel cucciolo il suo pun-to di riferimento,considerandolo come un essere senziente e non come una “res”, in fondo a loro ba-sta solo una carezza, una ciotola di cibo e vi ricom-penseranno con un amore incondizionato e vero per tutta la loro vita. “ per consigli o delucidazioni sul mondo animale:

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Compagni di viaggio o scarico di ansie e frustrazioni?“di Ciro Esposito”