32
pagina 3 Primo piano Torna d’attualità il tema dell’aborto. A Bari sbarca la “pillola”. pagina 8 Cronaca Furti al cimitero: sparita la statua dell’Addolorata. pagina 21 In città Presentato il programma degli eventi per la primavera e l’estate molfettese. pagina 24 Sport La Virtus è salva. Le altre ancora in ballo. All’indomani della tornata elettorale Molfetta potrà contare nuovamente su due rappresentanti nell’aula di via Capruzzi. Abbiamo raccolto le prime di- chiarazioni di Guglielmo Minervini, eletto per il Partito Democratico e An- tonio Camporeale rappresentante del Popolo della Libertà. pag. 6 A molti non piace il progetto di riqualificazione del salotto buono della città. Su Facebook il gruppo dei dissidenti cresce giorno dopo giorno. Cosa c’è che non va secondo Antonello Mastantuoni di Legambiente e l’architetto Nicola Poli. pag. 10 Le parole dei “ consiglieri Nuovo Corso Umberto: c’è chi dice no! n° 58 giovedì 15 aprile 2010 Molfetta Quindicinale gratuito di informazione. www.ilfatto.net Arriva... CHMOD.TV !

Il Fatto n. 058

Embed Size (px)

DESCRIPTION

www.ilfatto.net

Citation preview

Page 1: Il Fatto n. 058

pagina 3

Primo pianoTorna d’attualità il tema dell’aborto. A Bari sbarca la “pillola”.

pagina 8

CronacaFurti al cimitero: sparita la statua dell’Addolorata.

pagina 21

In cittàPresentato il programma degli eventi per la primavera e l’estate molfettese.

pagina 24

Sport La Virtus è salva. Le altre ancora in ballo.

All’indomani della tornata elettorale Molfetta potrà contare nuovamente su due rappresentanti nell’aula di via Capruzzi. Abbiamo raccolto le prime di-chiarazioni di Guglielmo Minervini, eletto per il Partito Democratico e An-tonio Camporeale rappresentante del Popolo della Libertà.

pag. 6

A molti non piace il progetto di riqualificazione del salotto buono della città. Su Facebook il gruppo dei dissidenti cresce giorno dopo giorno. Cosa c’è che non va secondo Antonello Mastantuoni di Legambiente e l’architetto Nicola Poli.

pag. 10

Le parole dei “consiglieri” Nuovo Corso Umberto: c’è chi dice no!

n° 58giovedì 15 aprile 2010Molfetta Quindicinale gratuito di informazione.

w w w . i l f a t t o . n e t

Arriva... CHMOD.TV!

Page 2: Il Fatto n. 058

MOLFETTAVIA MONSIGNOR DON TONINO BELLO

Vuoi abitare in un palazzo nuovo e rifinito?Ti interessa avere una veranda da sfruttare d’estate?Vendiamo luminosi appartamenti con box auto che ti permette di evitare lo stress del trovare parcheggio e quindi guadagnare tempo.

MOLFETTA - VIA DEI RIGATTIERIA 500 mt dal mare, in posizione comoda, tranquilla e strategicamente collegata alle principali vie di comunicazione di Molfetta e Giovinazzo, in complesso semiresidenziale di 150 unità, vendiamo varie palazzine indipendenti a schiera di complessivi 518 mq + giardino, dislocate su 3 livelli e composte da ampio e luminoso seminterrato di 182 mq, piano rialzato di 182 mq e primo piano di 154 mq composto da appartamento e ufficio. Prezzo interessante.

MOLFETTA - VIA MADONNA DEI MARTIRIQuando rientri a casa se vuoi evitare lo stress del traffico cittadino, se vuoi trovare subito parcheggio e guadagnare tempo, se ti piace la tranquillità della periferia al caos del centro. Questa casa di tre vani ed accessori è quella che fa per te!!

MOLFETTA - VIA LA SORSAC’è gente che oltre all’interno VUOLE godersi anche l’esterno di una casa. Queste persone, in piena privacy, amano passare piacevoli serate fuori alla propria VERANDA sia per respirare ARIA FRESCA e pulita che per godersi una BELLA VISTA sui SILENZIOSI giardini. Quelli Più esigenti pretendono almeno 2 posti auto mentre quelli che non si accontentano vogliono anche una casa grande e luminosa di 5 vani + acc. Se sei uno di questi, sei anche fortunato. Abbiamo trovato la casa giusta par te! Ma sbrigati, qualcun altro potrebbe essere più tempestivo di te.

Page 3: Il Fatto n. 058

La pillola abortiva Ru486 è entrata ufficialmente in Italia, somministrata il 7 aprile scorso, nel Policlinico di Bari, ad una ragazza di 25 anni che desiderava interrompere una gravi-danza in atto ma già da tre anni, in via sperimentale ed in regime di day-hospital, veniva usata lì ed all’ospeda-le Vito Fazzi di Lecce, tanto che ben 196 donne pugliesi l’avevano assun-ta, scegliendola come alternativa al metodo chirurgico dell’isterosuzione o raschiamento, consentito, in alcuni casi, dalla famosa legge n. 194 del 22 maggio 1978, legge che, ricordiamo, costò non poche lotte e battaglie alla sinistra attenta ed impegnata di quegli anni. La RU486 è a base di mifepri-stone, sostanza che inibisce l’azione del progesterone, ormone necessario per il proseguimento della gravidan-za, ostruisce i vasi sanguigni della mucosa uterina, aumenta la contratti-lità muscolare dell’utero e favorisce la dilatazione della cervice: in tal modo l’embrione non riceve più nutrimento e la mucosa dove si è annidato si di-stacca per poi essere eliminata. Viene data solo in ospedale per gestazioni che non abbiano superato i 49 giorni o 7 settimane: la donna prende da una a tre compresse in abbinamento ad un altro farmaco a base di prostaglandi-ne che provoca contrazioni uterine più intense; se effettuato in tempo preco-

ce il trattamento pare non procurare effetti e conseguenze di alcun rilievo sul fisico. La RU486 non va confu-sa con la pillola del giorno dopo, un contraccettivo di emergenza a base di levonorgestrel, in grado di bloccare l’ovulazione, che va preso entro 10 o 12 ore dal rapporto sessuale a rischio, acquistabile in farmacia con ricetta medica (se serve nei fine settimana o di notte occorre rivolgersi alla Guardia Medica o al Pronto Soccorso, n.d.r.) e nemmeno con quella dei 5 giorni dopo, un farmaco non ancora disponibile in Italia, a base di ulipristal, già vendu-to negli Stati Uniti, in Germania ed in Inghilterra, che mantiene la sua effica-cia per un periodo di tempo più lungo rispetto al levonorgestrel (appartiene alla classe dei modulatori dei recettori del progesterone). Molte le polemiche, forte la speculazione mediatica e poli-tica, il boicottaggio e l’ostruzionismo da parte di quelle regioni intenzionate ad ostacolare, in tutti i modi, la prati-ca di una nuova forma di interruzio-ne di gravidanza di cui vanno ancora chiarite uso, tempi e modalità. Finita da decenni l’era delle mammane, de-gli infusi di prezzemolo, dei “cucchiai d’oro”, l’aborto continua a far discu-tere, oggi come ieri. A detta di molti quello “chimico” tenderebbe non solo a medicalizzarlo, rendendolo simile ad una qualunque patologia curabi-

le e risolvibile con semplici farmaci ma rischierebbe addirittura di bana-lizzarlo, svuotandolo dei suoi signifi-cati etico, psicologico e religioso che ne fanno un accadimento a dir poco drammatico e poco superabile o ela-borabile da parte delle donne che lo vivono, sempre e comunque, come scelta forzata: donne che fanno fatica a scordare, a capire, e ripongono il vissuto di quell’esperienza in un posto nell’anima dove è sempre più difficile tornare, entrare, fermarsi a pensare. Questo perché l’aborto non finisce mai, spesso comincia proprio quando è, da tempo, concluso, fa parte di quel-le strane ferite che il tempo non cica-trizza ma lascia lentamente affiorare. Ne sa qualcosa Maria ( vuole che la chiamiamo così) che, in questi giorni, rivive ancora una volta il trauma di un aborto effettuato da ragazza parecchi anni fa, ai tempi dell’università, pro-prio nel periodo in cui fu approvata la legge 194 di cui, però, per diverse re-gioni, non poté e non pensò di usufrui-re. Maria ricorda lo spavento, l’incre-dulità, l’isolamento di quei giorni, ha nella mente ancora il nome del test di gravidanza che usò nel bagno da sola ed il silenzio telefonico che seguì alle parole con cui comunicò al suo ragaz-zo il risultato positivo. I compagni di “partito” (bazzicavano l’area di sini-

stra) diedero loro una mano e con una colletta raggranellarono la somma necessaria per l’intervento, centomi-la lire, il “prezzo politico” che un fa-moso ginecologo praticava a ragazzi come loro per aborti eseguiti, in fretta e senza alcuna tutela sanitaria, con il metodo Karman, cioè per aspirazio-ne. Ci passarono quasi tutti quelli del gruppo, sembrò quasi un rito di inizia-zione, e, dopo lo strano senso di libe-razione che avvertirono per il pericolo scampato, cominciarono a fare i con-ti con se stessi e con la realtà: molte coppie si sfasciarono e l’inquietudine che li colse minò i progetti di vita e di studio che, in molti casi, non si realiz-zarono. Si ritrovarono improvvisamen-te vecchi e stanchi e solo anni dopo giunse l’amara consapevolezza di un gesto che aveva inesorabilmente spez-zato la loro voglia di sognare. Maria, a volte, si chiede come sarebbe stato quel figlio e come sarebbe ora lei, se lo avesse fatto nascere, dice che il senso di fallimento covato e maturato con gli anni è sottile e indelebile: perché, co-munque vadano le cose, l’aborto è la sconfitta di una donna, di una coppia, della società intera, un’occasione di vita mancata che avrebbe potuto, for-se, renderci migliori.

Beatrice De Gennaro

3Corsivogiovedì 15 aprile 2010

Aborto: in pillole o no, rimane una sconfittaTorna d’attualità un tema su cui riflettere e interrogarsi.

1868Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Page 4: Il Fatto n. 058

Primo Piano giovedì 15 aprile 20104

Primo bilancio della Provincia di Bari nella nuova era Schittulli e primi in-vestimenti per Molfetta. Ammonta a oltre 4 milioni e mezzo la somma stanziata per l’anno 2010 nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche ap-provato a metà marzo dal consiglio

provinciale. Il budget previsto per Molfetta è destinato a interventi edi-lizi nelle scuole superiori e soprat-tutto alla manutenzione straordinarie delle strade provinciali che collegano la città con altri centri limitrofi. Non mancano finanziamenti anche per il turismo e in particolare per l’Estate Molfettese, mentre per il Pulo si va verso la riconferma dell’accordo con il consorzio di associazioni “Polje” per la gestione della dolina. A meno di un anno dal primo giro di boa della legislatura targata Schittulli, il consi-gliere provinciale Saverio Tammacco (nella foto), eletto a Molfetta nella li-sta del PdL, presenta nel dettaglio il lavoro svolto finora. In primo piano le scuole e le strade: per il rifacimen-to dei controsoffitti interni ed ester-ni nel plesso del “Polivalente” (che comprende il tecnico industriale e il liceo scientifico) andranno 350mila euro; altrettanti saranno impiegati per il rifacimento dei prospetti ester-ni del professionale per il turismo e il commercio “Don Bello”. E ancora:

per l’adeguamento alle norme di si-curezza dell’Ipssar saranno investiti 270mila euro, mentre per il risana-mento facciale dell’Ipsiam arriveran-no 370mila euro. “Gli interventi han-no tutti copertura finanziaria certa” spiega Saverio Tammacco, consiglie-re provinciale del PdL, aggiungendo che si tratta di somme già stanziate nel Bilancio 2010 e quindi per ope-re cantierizzabili già a partire da quest’anno. Novità molto interessanti si preannunciano per il sistema della viabilità provinciale. Ben 2milioni di euro saranno utilizzati per un proget-to di sistemazione della strada Mol-fetta-Bitonto con l’allargamento della carreggiata, il rifacimento del manto stradale e l’illuminazione di un tratto lungo 4 chilometri. “È solo il primo stralcio di un piano più articolato che riguarda la manutenzione straordi-naria dell’intera strada provinciale. L’allargamento della strada sarà rea-lizzato senza ricorrere a espropri di terreni” dice Tammacco. “Nel 2010 saranno utilizzati 500mila euro per

illuminare l’intera strada provinciale Molfetta-Ruvo con enorme benefici in termini di sicurezza” annuncia il consigliere provinciale del Pdl. “Al-tri 800mila euro saranno utilizzati per l’illuminazione dell’intero tratto stradale tra Molfetta e Terlizzi. In questo modo Molfetta avrà collega-menti più sicuri con tutte le città del circondario”. Con emendamento al bilancio di previsione presentato in aula, fortemente voluto dal consi-gliere Tammacco, sono stati stanziati altri fondi (circa 70mila euro) per la palestra scoperta del Liceo Classico e della scuola media Pascoli, mentre circa 40mila euro finanzieranno ini-ziative sportive e culturali nell’am-bito dell’Estate Molfettese 2010. “Il nostro lavoro ovviamente non si ferma qui. Di concerto con l’ammi-nistrazione Azzollini la Provincia di Bari lavorerà in sinergia per l’attua-zione del Piano di Zona dei Servizi Sociali. Il lavoro di programmazione continua anche per la valorizzazione dell’istituto Apicella e del Pulo”.

Finanziamenti per strade, scuole e cultura.

1869Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Arrivano soldi dalla Provincia

Page 5: Il Fatto n. 058

Conosciamo davvero la città dove abi-tiamo? Che, ad occhio e croce, ci pare sempre uguale, a parte il suo allargarsi a polipo, per cui, andando a fare una passeggiata alla Madonna delle Rose, prima tappa quando si voleva sfuggire ai palazzi e imboscarsi in campagna, ci si ritrova fra macchine e palazzi, perché la Madonna delle Rose ormai campagna non è più. Sempre la stes-sa Molfetta eppure non più la stessa. “Il giorno di pasquetta andavamo alla campagna di zi vattinn, a piedi, dopo aver caricato il calzone sull’unica bi-cicletta, ora il Lunedì dell’Angelo si va all’Ipercoop”. Commento a suggello delle festività pasquali. Da un lato le inossidabili tradizioni, dall’altro l’assalto al cen-tro commerciale nel giorno consacrato alla scampagnata, alla natura, ai giri in bicicletta, ai bambini che giocano a pallone. Complice la riapertura del parco giochi, la periferia della città – oppure è quello ormai il centro e tut-to il resto periferia? – è stata assalita,

lo testimoniano le code nelle strade di accesso, pieno l’outlet e, a sera, le sale cinematografiche, affollato il Mc-Donald’s di molfettesi e provincia; il calzone sostituito dal panino con pol-petta. “La città è morta”, afferma un com-merciante di antica tradizione e non è solito lamento di chi ha visto negli ultimi anni scemare i propri guadagni. “Non si passeggia più – continua – la gente non va più a piedi, non conosce la città, fa fatica ad orientarsi anche al centro e questo vale soprattutto per i bambini, cosa ovvia, se i genitori pre-feriscono portarli negli ipermercati; chiedi dove è via Felice Cavallotti e non te lo sanno dire, ma conoscono Auchan, l’Ipercoop e tutti gli altri”. I genitori dalla loro affermano che lì i bambini sono al sicuro, posso correre al riparo dalle auto e permettere ac-quisti in tranquillità. La città finta ha sostituito quella reale e a quanto pare importa a pochi. Anzi, si rilancia. Per esempio con il

progetto di rifacimento di Corso Um-berto. Il salotto buono ha certo biso-gno di una rinfrescata, basti ricordare lo sconcio delle fioriere rimaste lì per anni a disfarsi, ma di qui a ristrutturalo avendo come modello i giardini “Play Mobil” o la galleria commerciale di un ipermercato, ce ne corre. La trasforma-zione di Corso Umberto, così come è stato per la costruzione delle periferie o la nascita dell’appendice dei centri commerciali, non tiene conto di un va-lore immateriale, ma importante per la comunità, che è quello della sua iden-tità. Anzi, ancora prima, è l’idea di co-munità che è disconosciuta in queste operazioni. Molfetta come Bisceglie o Cassano o Poggiorsini, chi camminerà per questa strada o per la galleria di Auchan potrebbe essere un molfette-se o un cittadino di un posto qualsiasi, sarebbe privo di punti di riferimen-to, nudo della sua appartenenza, non avrebbe nulla a ritrovare, se non la me-desima collocazione delle merci negli scaffali, panchine e arredi standard,

uno scenario identico a quello che si può ritrovare in qualunque area resi-denziale del mondo. Quella strada, e prendiamola a simbolo di questa città, non è una qualunque, ma è il luogo del passeggio, dei comizi, dei cortei, del caffé che fa da scenario per le discus-sioni, degli appuntamenti, delle prime uscite con il passeggino o al braccio del fidanzato, plastificarla, fino a che assomigli alle finte strade, con i finti balconi e i finti fiori dell’outlet, vuol dire privarci di un pezzo dell’esser noi stessi; e non perché il molfettese sia meglio o peggio di altri o che ci sia da gloriarsi nell’essere di qui, ma perché ci si apre al mondo a partire dalla pro-pria identità ed appartenenza. Quella di cui si è avuta così poca cura negli ultimi anni, nell’indifferenza. Forse ci contraddistingue questo, non ci vo-gliamo poi tanto bene qui a Molfetta. E capir perché sarebbe interessante oggetto di indagine per gli psicologi.

Lella Salvemini

1870Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Non toglieteci l’identità

giovedì 15 aprile 2010 5L’opinione

Page 6: Il Fatto n. 058

Politica giovedì 15 aprile 20106

Guglielmo Minervini: il “ritorno”Altri cinque anni in via Capruzzi per colui che ha “inventato” l’Assessorato

Regionale alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva.

1871Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

La sua è stata una campagna elet-torale fatta dai giovani e diretta ai giovani. È stato questo il “segreto” del suo successo?Avevamo lavorato molto con i giova-ni in questi anni, con politiche molto forti e creative, dunque era naturale assumerli come protagonisti naturali della campagna elettorale. Io credo che i giovani costituiscano la chiave di volta per cambiare la Puglia e an-che la politica. Servono la loro ener-gia, la loro passione, i loro talenti, soprattutto la loro curiosità verso il futuro. Solo così la smetteremo di es-sere attaccati all’esistente, prigionieri delle nostre storie.In Consiglio Regionale si ritrove-rà faccia a faccia con il suo “diret-to sfidante”, il professor Antonio Camporeale, che in città ha rac-colto quasi il doppio dei voti da lei raccolti e che promette già di go-vernare la regione dall’opposizio-ne; come risponde a questo?Curiosa questa idea di “governare dall’opposizione”. Forse in effetti in questi anni di amministrazione locale hanno provato a essere “opposizione al governo”, scatenando contenziosi con tutto il mondo, dal Tar all’Auto-rità di Bacino, pur di non affrontare i problemi della città. Un po’ di confu-sione di ruoli, insomma. Ha bisogno di rimettere in ordine le idee.Sono fondate le voci che lo vedono come il futuro presidente del Consi-

glio Regionale?Lasciamo che le voci corrano dietro alle voci. In questi giorni i giornali hanno bisogno di riempire le pagine e noi di pensare delle buone idee sul lavoro serio e responsabile che dob-biamo realizzare per mantenere fede alle speranze dei pugliesi.A Molfetta Vendola ha sbancato il risultato, il centrosinistra intero ha di fatto guadagnato terreno sul centrodestra; si sta realmente costi-tuendo un nuovo scenario, ma so-prattutto un nuovo risultato per le

prossime Amministrative?Il centrodestra a Molfetta è sceso al 40%. Mai accaduto prima d’ora. Non v’è dubbio che questo risultato abbia un contenuto politico anche sull’am-ministrazione locale: i molfettesi che esprimono un giudizio negativo sul sindaco e sui suoi candidati ombra sono ormai una maggioranza molto larga. Trasformare tutto questo in una proposta alternativa di governo della città è un impegno del centrosinistra che può iniziare subito e non tra tre anni. Lo chiede Molfetta.

È contento che finalmente i due Mi-nervini molfettesi siano tornati a correre per lo stesso obiettivo? Li vederebbe insieme alle prossime Amministrative in un’unica grande coalizione?Siamo già stati nella stessa coalizione nelle scorse amministrative. Ciascu-no con la propria storia e con la re-sponsabilità delle proprie scelte. Tutti abbiamo il dovere di testimoniare che gli interessi della città, il suo futuro, sono più importanti delle nostre que-stioni personali. La politica nasce solo quando il senso di una sfida comune prevale sulle ambizioni dei singoli. Altrimenti è solo infinita lotta per il potere. Non possiamo permetterci di rendere Molfetta prigioniera delle no-stre storia. Questo è il tempo di aprire il campo a una nuova generazione che avverta il gusto di scrivere una nuova pagina. Con dei padri che li accompa-gnano senza soffocarli.Chi vede bene come candidati alla poltrona di sindaco sia da questa che da quell’altra fazione?Questo è il momento di tirare fuo-ri idee non nomi. Sono delle buone idee a generare le energie e le ener-gie a mettere in luce i carismi delle persone. Facciamo una buona semina e vedremo insieme emergere buone persone.

Isabel RomanoFrancesco Tempesta

Page 7: Il Fatto n. 058

giovedì 15 aprile 2010 7Politica

Un “professore” alla RegionePer anni è stato considerato la “mente” del gruppo Azzollini: Antonio Camporeale

diventa ora braccio armato a via Capruzzi.

1872Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Prima di parlare dell’esito del voto, facciamo un passo indietro alla campagna elettorale. Come è stato viverla per la prima volta da prota-gonista e non stando dietro le quin-te?L’ho vissuta bene anche grazie al rapporto quotidiano e alla vicinanza di tanta gente. Certo affrontare per la prima volta gli elettori, parlare ad ognuno di loro, confrontarsi con le platee all’inizio ha provocato qualche momento di tensione ma poi tutto è andato nel migliore dei modi.La sua è stata una campagna eletto-rale per Molfetta. Dal PdL si rimar-ca invece che la campagna elettora-le di Guglielmo Minervini sia stata puntata solo a demolire l’avversa-rio…Non mi piace mai parlare di ciò che avviene in casa d’altri. Posso solo dire che Minervini secondo me ha proposto una campagna elettorale basata sulle falsità e su numeri che il territorio non ha visto. Non si può parlare di soldi e finanziamenti quando si sa bene che ben poco è stato speso sul territorio ed ha prodotto qualcosa di utile. Inol-tre in campagna elettorale Minervini non ha risparmiato di dire cose inesat-te. Facciamo un esempio: su un vo-lantino si leggeva del finanziamento dell’oratorio di San Giuseppe. Nulla di più falso: il campo di calcio della parrocchia è stato rimodernato solo grazie all’interessamento del senatore Antonio Azzollini.Pensa che in occasione di questa tornata elettorale i candidati mol-fettesi siano stati troppi? Tra que-sti un giudizio sui due Minervini è dovuto.Non si può parlare di tanti o pochi can-didati. Hanno corso coloro che hanno sentito di doverlo fare. Poi ognuno ha raccolto i risultati che la città ha dato. Per quanto riguarda Guglielmo penso che abbia avuto ciò che Molfetta ha sentito di dovergli dare: il risultato di una non presenza sul territorio e di voti raccolti solo per interessi personali. Tommaso invece è andato ben oltre le nostre aspettative pescando evidente-mente sia nel nostro elettorato che in quello del Partito Democratico.Passiamo adesso al giudizio sul ri-sultato del Popolo della Libertà. Un successo o un fallimento?Il nostro è stato certamente un suc-cesso. Certo, inutile nascondere che avremmo potuto fare di più ma non dobbiamo nemmeno dimenticare che continuiamo ad essere il primo partito in città e che l’astensionismo ha cau-

sato problemi più dalla nostra parte che dall’altra. Evidentemente continu-iamo ad avere difficoltà nel motivare i nostri uomini e le nostre donne: quan-do non sono in corsa in prima persona perdono un po’ di smalto ma abbiamo retto il confronto e certamente avremo modo di apportare le giuste correzioni in vista delle prossime tornate eletto-rali. Sicuramente però con la mia ele-zione abbiamo chiuso il cerchio istitu-zionale: la classe dirigente del centro desta molfettese è presente in tutte le sedi istituzionali della Repubblica. Possiamo però dire con tranquillità che tra di noi c’è stato qualcuno pigro rispetto ad altri e che sull’andamento generale ha anche influito una scelta tardiva del candidato governatore.Scelta solo tardiva o anche sbaglia-ta?Rocco Palese era un ottimo candida-to. L’errore è stato nella strategia, nel colpevole ritardo con cui si è scelto il nome e soprattutto nel mancato ac-cordo con UdC ed Io Sud. Basterebbe fare un semplice calcolo matematico per capire che i nostri voti sommati a quelli raccolti dalla coalizione guidata da Adriana Poli Bortone sarebbero ser-viti per conquistare la Regione. E dico

di più: con una coalizione tanto ampia il risultato sarebbe stato assolutamen-te vincente. Del resto dove PdL e UdC hanno trovato l’accordo (Campania, Calabria, Lazio) il risultato è stata la vittoria del centrodestra. La situazione che si è creata ricade ovviamente sulle spalle dell’attuale dirigenza regionale del PdL. Gli errori sono stati “puglie-si” ed è per questo che non mi aspetto che da Roma arrivino segnali forti. La consapevolezza di aver sbagliato e la volontà di cambiamento devono ora venire dal basso e la mia elezione, pur essendo un piccolo risultato, è già un segnale importante in tal senso.La Puglia ha davanti altri 5 anni di governo del centrosinistra: quale sarà il rapporto tra Molfetta e l’en-te regionale?Innanzitutto non si può parlare di un governo di centrosinistra: siamo di fronte ad un governo di sinistra da cui non mi aspetto grandi cose e che non ha avuto la capacità di analizzare i suoi errori parlando solo di piccoli incidenti di percorso. Se quello che è accaduto ad alcune forze presenti nel governo Vendola fosse capitato a noi non ci sarebbe stato nemmeno conces-so di ritornare a chiedere il sostegno

degli elettori. Comunque mi auguro che, anche grazie al mio lavoro e alla mia presenza a Bari, possano essere superati alcuni problemi sorti negli ultimi anni non so se per un atteggia-mento sbagliato nei nostri confronti da parte del Governo Vendola o per l’opera contro messa in atto dall’as-sessore regionale Guglielmo Miner-vini.All’indomani della sua elezione in molti hanno parlato di “ripescag-gio”…Al Popolo della Libertà spettavano 17 consiglieri eletti con il metodo pro-porzionale. Ed io non sono il dicias-settesimo. Questo è tutto!Come vede il suo futuro in Consiglio regionale.Diciamo che fino a quando non avre-mo cominciato concretamente ad operare sarà difficile dare una rispo-sta. So solo che, una volta termina-to quest’anno scolastico, prenderò l’aspettativa dall’insegnamento, poi mi dedicherò ventiquattro ore su ventiquattro agli affari istituzionali. Il mio sarà un lavoro attento, punti-glioso, che partirà da zero. Una delle cose positive sarà che finalmente po-trò esprimere in prima persona le mie idee e intervenire quando necessario: tante volte assistendo ai consiglio comunali di Molfetta ho fatto fatica a stare zitto di fronte a tante fesserie dette da qualcuno dell’opposizione. Adesso potrò rispondere per le rime quando necessario. Di certo porterò avanti quelle priorità di cui ho parlato anche in campagna elettorale: tentare di superare le difficoltà trovate dal Co-mune di Molfetta nel rapporto con la regione e poi tanto impegno affinchè il PdL venga ricordato come il “parti-to del lavoro”. È necessario l’impegno di tutti affinchè si possa garantire un futuro ai giovani di questa terra.E adesso parte già la corsa in vista delle amministrative del 2010?Noi eravamo già in corsa. Certo oggi possiamo lavorare più serenamente. Dico eravamo già in corsa perché la nostra maggioranza dal primo giorno di governo sta lavorando per il bene di questa città. E se uno lavora per ga-rantire un futuro alla sua terra allora non può che essere già in corsa per la riconferma. Continueremo a parlare di fatti: poi penseremo ai nomi e alle sfu-mature. Per il momento ci tocca lavo-rare ancora tanto. Una cosa che abbia-mo sempre fatto e continueremo a fare impegnandoci e con tanta passione

C.G.

Page 8: Il Fatto n. 058

Cronaca giovedì 15 aprile 20108

A Molfetta, si sa, le tradizionali pro-cessioni pasquali rappresentano un momento di riscoperta della tradi-zione per molti, di fede per alcuni. Le strade della città si animano di migliaia di persone e i colori dei ca-mici dei confratelli entra a far parte del paesaggio. Un’armonia non priva però di sbavature che a volte fanno sorridere e nello stesso tempo riflette-re. Tra queste le liti, immancabili, tra confratelli. Poche volte però era capi-tato sinora che gli screzi fossero finiti in tribunale. Nel caso che ci interes-sa però è andata proprio così. Tutto inizia nel corso della processione del Sabato Santo del 2009 quando, rac-conta una delle parti coinvolte nella vicenda, l’allora priore di una delle confraternite impegnate nella mani-festazione religiosa, invita con modi forse un po’ perentori, ma bisogna chiarirlo senza usare epiteti offensivi o bestemmie, un suo confratello a tor-nare in processione a pena di allonta-narlo definitivamente dalla congrega. Quest’ultimo infatti si era “staccato” dalla processione per far visita ad un

amico e, assieme alla anziana madre malata, assistere al passaggio delle sacre immagini stando affacciato ad

un balcone. Un gesto, quello di affac-ciarsi dal balcone, che il priore stesso pare avesse esplicitamente vietato nel

corso di una riunione informale tenu-tasi alcuni giorni prima ed alla quale il confratello “disubbidiente” non sa-rebbe stato presente. Nasce così tra i due un attrito che finisce in tribunale. Il confratello “richiamato”, sentendo-si offeso per quanto avvenuto, sporge querela nei confronti dell’allora prio-re e indica anche numerosi testimo-ni a suo favore. Dall’altra parte l’ex priore si difende, tanto che il pubblico ministero incaricato di seguire il caso chiede l’archiviazione della vicenda. Archiviazione cui ovviamente si op-pone il querelante che ottiene da un giudice onorario (il giudice di pace), che il pubblico ministero formuli il capo di imputazione nei confronti dell’ex priore. E così siamo ai giorni nostri: all’ex priore viene infatti no-tificata una citazione in giudizio per aver commesso il reato di ingiurie nei confronti del confratello. Così, certamente senza camice e cappuccio ma con tanto rancore, i due dovran-no comparire di fronte al giudice nel prossimo mese di settembre. Accade anche questo a Molfetta!

Un ex priore dovrà comparire davanti al giudice.

1873Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Dalla processione al tribunale

Scomparsa tra il sabato santo e la do-menica di Pasqua la statua dell’Addo-lorata dalla cappella dell’Arciconfra-ternita della morte al cimitero nella zona monumentale. Ad allarmare i carabinieri sono stati alcuni confratel-li che, recatisi al cimitero, non hanno più trovato nella nicchia della cappella l’antica statua datata intorno al 1700, oltre ad essa all’appello risultavano mancare anche un inginocchiatoio e il sudario che adornava la croce del si-mulacro. “Questo, in realtà – come afferma il cappellano del cimitero don Nicolantonio Brattoli – non è un episodio solo all’interno del cimi-tero bensì deve essere inserito in un

ben più ampio quadro. Sono, infatti, sempre più frequenti – continua il cappellano – i furti messi a segno a discapito sia delle confraternite sia delle varie cappelle familiari nel-la zona monumentale e non”. Ormai sembrerebbe che nemmeno i defunti possano essere lasciati nel loro eterno riposo. Essi e specialmente ciò che di prezioso le loro cappelle contengono, dunque, sarebbero rientrati nel cerchio delle mire di conquista di tombaroli che dalle diverse segnalazioni perve-nute sono alquanto affascinati da tutto ciò che vi possa essere di antico poi-ché utile o da rimpiazzare sul merca-to, ipotesi su cui si sta investigando,

oppure da sfoggiare come beni della propria collezione di opere d’arte. “Dopo l’ennesima lamentela – come afferma don Nicolantonio Brattoli – ho redatto una lettera indirizzata al Sindaco al fine di informarlo sui furti. Questo, però, non basta, c’è bisogno di maggiore controllo dell’area sot-toposta persino al transito di mezzi di trasporto che non fanno parte del personale autorizzato che tra l’altro risulta essere anche carente rispetto all’esigenza di controllare un’area tan-to vasta”. La soluzione più opportuna sarebbe – come afferma il cappella-no – chiudere nel pomeriggio l’area monumentale, chiudere due dei tre in-

gressi che sono ingestibili e installare alcune telecamere che consentano una sorveglianza continua anche nelle ore notturne. In questo modo i familiari dei defunti potranno essere più sicuri che quanto hanno lasciato sulla lapide e nei gentilizi rimanga là come segno di affetto verso il quale è d’obbligo portare rispetto. “La sensibilità della gente deve trionfare, occorre che tutti abbiano buon senso e segnalino tutto senza discendere nell’oscura omertà”. È questo il messaggio conclusivo di augurio e di speranza di don Nicolan-tonio Brattoli.

Gianfranco Inglese

1874Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Uno spirito si aggira nel cimitero. È quello dei tombaroli

Page 9: Il Fatto n. 058
Page 10: Il Fatto n. 058

E sì che ne avevano avuto di tempo. Di intervenire su Corso Umberto se ne parlava già dagli anni ’90, assai prima che nascesse l’Outlet e che il passeg-gio si trasferisse nella città di plastica e di cartongesso. Da allora, mentre le varie amministrazioni si succedevano, i molfettesi hanno dovuto accontentar-si di un po’ di brutte fioriere e di un qualche panchina destinata ad avere triste e breve esistenza. Alla fine un

progetto è venuto fuori. All’ammini-strazione Azzollini bisogna riconosce-re almeno questo merito. Purtroppo l’unico. Fedele allo stile decisionisti-co e alla triste – per la maggioranza dei cittadini, s’intende – abitudine di prendere scelte che riguardano l’in-tera città in pochi studi professionali, l’Amministrazione ha tirato fuori in piena campagna elettorale – e prima ancora che fosse presentato in Consi-

glio Comunale! – un progetto che, sarà stata la fretta dettata dalla contingen-za, non rispetta neanche quei (pochi) buoni propositi contenuti in quella “Relazione tecnica illustrativa” che ha accompagnato la sua presentazione nel cosiddetto “talk show” del 16 mar-zo. Tale “Relazione” meriterebbe as-sai maggior fortuna di quella che temo abbia avuto, tanto chiaramente viene rivendicato, messo lì nero su bianco

senza alcuna pudicizia, il vizio per-nicioso e anacronistico di una visione del ruolo dell’Ufficio tecnico e delle decisioni che gli competono che risul-terebbe decisamente sorprendente se non fossimo abituati all’idiosincrasia per ogni confronto che è, da sempre, la cifra politica dell’amministrazione Azzollini e della dirigenza dell’UTC da lui voluta. Nel libello di progetta-

Antonello Mastantuoni, presidente di Legambiente Molfetta e creatore del gruppo su Facebook che si pone come intento quello di fermare “il massacro” di corso Umberto, è intervenuto spiegando le ragioni che lo hanno spinto ad intraprendere questa protesta contro l’Amministrazione Comunale, rea, secondo lui, di aver presentato un progetto improponibile che potrebbe mettere a rischio gli anni di storia e la signorile struttura di una strada

che costituisce il salotto buono della città.

1876Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il “perché” di Antonello Mastantuoni

Quasi novecento persone per salvare corso Umberto I. È questo il nume-ro degli iscritti ad un gruppo di Fa-cebook dal titolo “Non massacrate corso Umberto!”. Il gruppo ideato da Antonello Mastantuoni, presidente della locale sezione di Legambiente, accoglie tutti coloro che non condi-vidono la scelta del Comune di Mol-fetta di attuare un nuovo progetto per la riqualificazione del “Corso”. Un progetto che dovrebbe cambia-re radicalmente l’aspetto di uno dei salotti buoni della città facendolo as-somigliare ad un centro commerciale all’aperto. L’ennesimo colpo alla sto-ria cittadina, alle sue antiche struttu-re e alle sue abitudini. Il gruppo de-nuncia inoltre “l’ennesima mancanza di democrazia da parte del Comune nel prendere questa decisione”. In-fatti prima di presentare il progetto, ideato dal team coordinato dall’ing. Rocco Altomare, gli unici ad essere interpellati sono stati i commercian-ti. Questo modo di procedere, a detta del gruppo, è intollerabile perché non è possibile escludere i cittadini mol-

fettesi da una scelta che riguarda una parte della città che appartiene a tutti e che ha oltre duecento anni di vita. Il restyling prevede inoltre l’estir-pazione degli oleandri, definiti dai

tecnici comunali a fine ciclo, i quali verranno sostituiti da aiuole. Il grup-po terrà a breve un incontro pubblico proprio presso corso Umberto in cui cercherà di spiegare alla cittadinanza

le ragioni per cui il nuovo progetto del Comune di Molfetta può essere tranquillamente definito uno scempio per la città e per la sua storia. Intanto è stata attivata persino una petizio-ne on line contro tale iniziativa con l’obiettivo primario di arrivare a rac-cogliere almeno mille firme. Tempi duri quindi per gli amministratori che dovrebbero cominciare a prendere in considerazione l’idea di intraprende-re contatti con i cittadini spesse volte tenuti fuori da decisioni nevralgiche per la città. L’ideale sarebbe quello di intraprendere un dialogo fra le parti per arrivare ad un compromes-so e magari a qualche importante e condivisa modifica per il progetto di Corso Umberto prima che questo diventi esecutivo. Magari il Comune di Molfetta potrebbe organizzare un nuovo talk show in cui raccogliere le idee dei cittadini riguardo la que-stione. Il timore è che, non essendo più in tempo di elezioni, i talk show adesso non vadano più di moda.

Francesco Tempesta

Sono circa mille gli aderenti al gruppo nato per protestare contro il progetto di riqualificazione di Corso Umberto.

1875Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Facebook per dire “no” all’AmministrazioneAttualità giovedì 15 aprile 201010

continua a pag. 11

Page 11: Il Fatto n. 058

zione partecipata non si parla neanche per criticarla, magari per denunciarla come metodo inefficace o foriero di inutili perdite di tempo. E non è cer-to un caso che il risultato dell’unica esperienza di progettazione partecipa-ta venga oggi messa in discussione e che piazza Paradiso sembri destinata a ritornare la sede mercatale in cui met-tere a posto fisso gli ormai ingestibili ambulanti. Questo è il primo peccato che si rimprovera: quello di interve-nire su aree pubbliche e memorie col-lettive con l’arrogante e ingiustificata pretesa di essere legittimato a operare senza avvertire il dovere di confrontar-

si con i cittadini in percorsi strutturati di democrazia partecipata. Il secondo peccato è un’offesa alla memoria: la “risistemazione” – che appare piutto-sto un adeguamento allo stile dettato dai centri commerciali che tanta for-tuna sta avendo a Molfetta – contra-sta platealmente con l’inserimento del Corso all’interno del perimetro della città storica. Distruggere la tessitura del basolato assicurando, per cercare di rassicurare i critici, che le pietre laviche verranno riutilizzate, è come dire che si intende buttar giù un edi-ficio di valore storico ma che si riuti-lizzeranno le pietre con cui è costruito per farne villette a schiera. Gettare via

gli oleandri dicendo che sono al limite del loro ciclo vitale, è come dire che chiunque sarebbe legittimato a buttar giù una quercia di 300 anni perché ormai ha vissuto abbastanza. Non si illudano i commercianti che si erano rallegrati nel vedere finalmente redat-to un progetto: buttare via la storia del Corso per trasformarlo in qualcosa di assai vicino alla main street di un cen-tro commerciale non porterà vantaggi neanche a loro. Il commercio vive di identità, di presentazione: il valore aggiunto che un luogo dà con le sue memorie, con le sue qualità, con le sue unicità, non ha pari. Il triste anonima-

to che contraddistingue la cifra stili-stica del progetto porterà la periferia e i luoghi senza identità e senza anima a incistarsi come un cancro nel cuore di Molfetta, cancellando un centro che invece è ancora ricco della storia di tutti noi, della nostra anima.Un’amministrazione comunale che, secondo Mastantuoni, ha scarsa me-moria storica di una città che ha sem-pre respirato attraverso la propria antica identità e attraverso quella dei suoi luoghi, attraverso quei polmoni urbani che adesso cominciano a vacil-lare sotto l’incedere del fumo avvele-nato dettato dall’ignoranza. f.t.

giovedì 15 aprile 2010 11Attualitàsegue da pag. 10

Page 12: Il Fatto n. 058

Cosa ne pensa del nuovo progetto di restyling di corso Umberto I?Il “corso”, basta questo titolo per capire di cosa stiamo parlando, è il centro nevralgico della città, l’arteria commerciale più importante, il luogo d’incontro, di passeggio, di sosta. Ep-pure, nonostante tutti lo percorrano, pochi si accorgono della sua elegante bellezza, fatta di pregiate pavimen-tazioni, eleganti cortine di oleandri fioriti, e palazzi di grande rigore com-positivo. Un ambiente omogeneo che determina un forte carattere paesi-stico, che nell’immaginario colletti-vo, indigeno e degli ospiti costituisce l’immagine stessa della città di Mol-fetta. Un carattere che il “corso” si è conquistato nei suoi centocinquanta anni di vita attraverso una serie di in-vestimenti di grande qualità che sono oggi sotto i nostri occhi. Per questi motivi, rifiuto, da tecnico e da citta-dino il concetto del restyling, poiché il “corso” non è un bene di consumo da promuovere attraverso un’imma-gine più accattivante, legata ai gusti del momento: è un patrimonio cultu-rale e architettonico della città che va tutelato, rispettato e protetto. Con questo non voglio dire congelato, poiché necessita certamente di opere di manutenzione e di interventi di ri-

qualificazione, che non usino approc-ci trasformativi, bensì conservativi e qualificativi. I nostri amministratori non devono dimenticare che l’area centrale della città è stata inserita nell’ultimo PRGC nelle zone A2, os-sia come area di tutela del tessuto edi-lizio storicizzato. Si è inteso con tale operazione salvaguardare l’espansio-ne ottocentesca che conserva parti-colare pregio sia nelle tipologie abi-tative, che nell’impianto urbanistico, costituito dal sistema infrastrutturale organizzato tra piazze e gerarchie stradali, sistema che si esprime anche attraverso l’uso dei materiali e il di-mensionamento dei fabbricati. In tal senso qualsiasi progetto non può con-centrarsi solo sul livello stradale, ma deve riqualificare l’ambiente urbano globale confrontandosi con la città e considerando la grande affezione dei cittadini al “corso”, impostando un processo di progettazione partecipa-ta.Quali sono i punti del progetto che più di tutti stanno suscitando dubbi, perplessitè e polemiche fra addetti ai lavori e gente comune?Certamente la sostituzione delle ba-sole in pietra vulcanica, e l’elimina-zione degli oleandri sono gli aspetti maggiormente trasformativi che indu-

cono i cittadini e i tecnici ad un’at-tenta riflessione sulla necessità di tali interventi. Per non parlare solo di cri-ticità, ci sono comunque nel progetto anche elementi interessanti, quali la pedonalizzazione delle traverse la-terali, il divieto di attraversamento carrabile di larghi tratti, la definizio-ne di aree di sosta e conversazione meno effimere di quelle attualmente esistenti. Senza giudicare il progetto, ritengo l’approccio parziale, poco at-tento al contesto architettonico, molto orientato verso il contesto economico. Considerando l’area storica di cui il corso fa parte, è necessario al contra-rio un approccio più globale, che ten-ga conto contemporaneamente di tutti gli aspetti che concorrono a costruire l’immagine della città.Dal suo punto di vista, ovvero quello di un architetto, che tipo di progetto proporrebbe in alternativa?Non voglio porre delle alternative progettuali ma metodologiche. Le amministrazioni si susseguono e indi-pendentemente dal colore politico, la progettazione viene affidata a tecnici interni o esterni, senza considerare come obiettivo preminente la qualità del progetto. Non c’è dibattito, di-scussione, analisi del contesto, non si procede attraverso concorsi per idee.

L’incarico è affidato per raggiungere l’obiettivo amministrativo, per risol-vere un problema, non per condivide-re con la città un progetto di riquali-ficazione di una delle sue parti più si-gnificative. E’ questo il vero limite del progetto, non la qualità del risultato. La città deve condividere le trasfor-mazioni della sua immagine perché non si può e non si deve a posteriori rimpiangere ciò che non abbiamo più. La chiesa di Santa Teresa, Palazzo Cappelluti, le ville urbane, le testimo-nianze dell’architettura industriale, le torri soffocate dalle aree industria-li sono ormai ricordi che buona parte dei molfettesi vivono con rimpianto. In questo c’è anche un’assenza colpe-vole degli intellettuali e dei tecnici del territorio, architetti, ingegneri, troppo isolati nei propri studi tecnici e poco propensi a confrontarsi sui temi della costruzione della città. Facciamo in modo che corso Umberto non diventi un ennesimo oggetto di rimpianto. Ora che il progetto è ancora sulla carta, è ancora possibile discutere sulle scelte e modificare le soluzioni. Per questo parliamone, esprimiamo consensi e dissensi, cerchiamo di incidere demo-craticamente sulle scelte.

Francesco Tempesta

Abbiamo rivolto alcune domande all’architetto Nicola Fortunato Poli, membro del gruppo sorto su Facebook dal titolo “Non massacrate corso Umberto!” che ha messo a nostra disposizione la sua competenza a riguardo.

1877Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il punto di vista di un tecnicoCronaca giovedì 15 aprile 201012

Page 13: Il Fatto n. 058

Lo scorso 10 aprile si sono svolte a Livorno le cerimonie commemora-tive per non dimenticare l’incendio che 19 anni fa, nella notte del 10 aprile 1991, causò la morte di 140 passeggeri e distrusse, al largo di Li-vorno, il traghetto Moby Prince. Tra loro anche i molfettesi Giovanni Ab-battista, Natale Amato, Giuseppe de Gennaro e Nicola Salvemini. Il pro-gramma delle cerimonie, promosso dalla Regione Toscana, dal Comune di Livorno, dalla Provincia di Li-vorno e dal Comitato “Moby Prince 140”, ed alle quali ha preso parte an-che una delegazione del Comune di Molfetta composta dal vice sindaco Pietro Uva, da due consiglieri comu-nali, e da un agente della Polizia Mu-nicipale con il gonfalone della città, ha avuto inizio nel Duomo della città toscana con una funzione religiosa in ricordo delle vittime. Nel pome-riggio, poi, nella sala consiliare del Palazzo comunale, il sindaco di Li-vorno Alessandro Cosimi ha portato il saluto, a nome della città, ai fami-liari delle vittime del Moby Prince. È stata l’occasione per far sentire, ancora una volta, la vicinanza e la dolorosa partecipazione della città, per riflettere sulle cause e su quanto ancora c’è da fare per scongiurare il ripetersi di tragedie simili e per ren-dere omaggio alle vittime. Al termi-ne dell’incontro in comune un corteo si è mosso per alcune vie della città fino a raggiungere la zona portuale. Qui, sotto la lapide che ricorda le 140 vittime, è stato deposto un cu-scino di rose inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e sono stati letti i nomi delle vittime. “Mentre i magistrati continuano in-stancabilmente a fare il loro lavoro – hanno detto i componenti dell’as-sociazione dei familiari delle vittime – il nostro compito è mantenere il ri-cordo di quello che è accaduto quel 10 aprile di 19 anni fa”.Sulla vicenda è intervenuto anche il movimento civico Liberatorio Poli-

tico di Molfetta che ha espresso la sua posizione attraverso le parole del coordinatore Matteo d’Ingeo.“Sono trascorsi ormai 19 anni dalla tragedia del Moby Prince, il traghet-to che andò a fuoco dopo uno scontro con la petroliera dell’Agip Abruzzo al largo del porto di Livorno; la più grave tragedia che abbia mai colpi-to la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra e la terza trage-dia della Marina Italiana in tempo di pace per le 140 vittime morte la sera del 10 aprile 1991. Come nella tra-gedia del motopeschereccio “Fran-cesco Padre” non è mai stata fatta piena luce sulla dinamica dell’in-cidente nonostante l’attività della magistratura e le inchieste giornali-stiche, da cui è emerso che in questi anni si sono succedute incongruenze processuali, omissioni, testimonian-ze parziali e inascoltate in una delle vicende giudiziarie più controverse della storia italiana. Proprio qual-che giorno fa il presidente dell’as-

sociazione dei familiari delle vittime del Moby Prince, Loris Rispoli, ha denunciato la “sparizione” di set-te scatoloni contenenti i documenti originali dei diversi processi relativi alla tragedia. Secondo Rispoli, po-trebbe non essere un semplice smar-rimento, chiedendosi come mai tra i tanti faldoni presenti nei magazzini del Comune di Livorno, siano spa-riti solo i documenti processuali. In questi lunghi anni le indagini sono state riaperte e il legale di parte ci-vile, l’avvocato Carlo Palermo, ex magistrato (nel 1985 sfuggì a Trapa-ni ad un attentato mafioso) avrebbe scoperto prove mai esaminate nel corso delle numerose inchieste che si sono succedute negli anni attorno alla vicenda. Secondo il legale, che difende gli interessi di una parte dei familiari delle vittime, ben sette navi militari americane più una francese, quella notte, poco dopo le 22, stava-no trasportando ingenti quantità di materiale bellico, compreso esplo-

sivo, proveniente dalla base ameri-cana di Camp Derby. Un trasporto da considerarsi eccezionale, data la pericolosità del materiale imbarcato, un’operazione segreta che non risulta autorizzata dalla prefettura di Livor-no, come prevedono la legge italiana e le norme sulla sicurezza portuale, e da considerarsi quindi assoluta-mente illegale. Questo spieghereb-be il perché le autorità americane si sono sempre rifiutate di consegnare ai magistrati livornesi le foto satelli-tari rilevate quella notte; e con ogni probabilità, i soccorsi furono scien-temente ritardati, proprio per dar modo ad altre navi coinvolte di la-sciare la scena della tragedia. Quan-te similitudini con la tragedia del Francesco Padre. Una tragedia che a questo punto assumerebbe davvero i contorni della strage. E che solleva nuovi pesanti interrogativi sulla fun-zione della base americana di Camp Derby, sul suo ruolo strategico e sul contenuto dei suoi depositi. Su que-ste ipotesi e tanti altri indizi raccolti dall’avvocato Palermo sicuramente si riapriranno nuove fasi processua-li per dare un nome ai responsabili di quella tragedia. In questi casi le associazioni dei familiari delle vitti-me con la loro costituzione di par-te civile intervengono direttamente nelle fasi processuali portando fuori dalle aule giudiziarie quella verità che quasi sempre viene loro negata. A tale proposito, anche il Comune di Molfetta, nel maggio del 2007 aveva espresso, per bocca del vice presi-dente del Consiglio Comunale allora in carica Francesco Armenio, la vo-lontà del sindaco Azzollini a portare in Consiglio Comunale un ordine del giorno che impegnasse l’amministra-zione comunale a costituirsi parte ci-vile in un eventuale nuovo processo sulla strage della Moby Prince. Sono trascorsi tre anni ma questa volontà non l’abbiamo mai vista realizzata anche per essere più vicini alle fami-glie delle vittime”.

Si sono svolte a Livorno le cerimonie per commemorare la tragedia.

1878Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Moby Prince: 19 anni dopo

giovedì 15 aprile 2010 13Attualità

Page 14: Il Fatto n. 058

Centro di recupero WWF: si punta all’eccellenza1879Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il sole d’aprile rischiara sulle pareti le immagini di fondali marini scattate dal socio Corrado Tatulli, scomparso nel 2000 durante un’immersione, e gli inviti del WWf ai turisti a “non portar via coralli” quando vi si immerge, crea strani giochi di luce, giunge fino alle vasche colme d’acqua salata dove tre grossi esemplari di tartarughe marine della specie Caretta caretta nuotano lente e tranquille, in un silenzio denso di richiami ed echi suggestivi che la loro stessa presenza produce. Le osser-vo affiorare ogni tanto in superficie per poi riandare giù, con movimenti ritmici e uguali simili ad una danza, il cara-pace forte e compatto, le zampe simili a piccole pale e chiedo se siano felici qui, nei locali della scuola elementare “G. Cozzoli” in via Enrico Berlinguer a Molfetta, lontane da mondi e spa-zi a cui sono state momentaneamente sottratte. Dice che non lo sa e sorride Pasquale Salvemini, coordinatore re-gionale e figura storica del WWF mol-fettese, attivista d’assalto già dall’età di 17 anni (ora ne ha qualcuno in più…), personaggio controverso e scomodo, conosciutissimo negli ambienti istitu-zionali e non, per le numerose batta-glie e le azioni di denuncia di re sati contro l’ambiente, responsabile del Cras (Centro recupero animali selvati-ci), la struttura in cui mi trovo e di cui

molto si parla in questo periodo per la grande valenza aggregativa, culturale e scientifica che sta assumendo, tanto da imporsi sempre più, nello scenario associativo ambientalista, come polo non solo attrattivo ma anche propulsivo di studi e ricerche (il centro è nato nel 2006 ed è l’unico del genere su tutta la costa adriatica, n.d.r.). “Qui le tartaru-ghe vengono curate, seguite e nutrite, anche forzatamente, attraverso flebo se occorre, perché possano ristabilirsi dopo essere arrivate in condizioni spes-so critiche; noi prestiamo loro i primi soccorsi, le sottoponiamo ad una sorta di rapido ceck-up per riscontrare even-tuali lesioni o infezioni, poi le “stabu-liamo” nelle vasche di convalescenza (alcune in vetro-resina, altre in pvc) dove trascorrono un periodo di degen-za più o meno lungo. A volte vengono operate ma non qui”. Il centro, sotto la direzione sanitaria della dott.ssa Anna Maria Pepe, si avvale della consulen-za scientifica dei prof. Nicola Zizzo e Antonio Di Bello della Facoltà di Me-dicina Veterinaria di Bari: in partico-lare quest’ultimo, che collabora anche con quelli di Lampedusa e Policoro, ha messo in atto un innovativo protocol-lo che consente l’estrazione degli ami ingeriti attraverso una tecnica chirur-gica poco invasiva. A livello nazionale il WWF Italia è impegnato dagli anni

‘80 nella salvaguardia delle tartarughe marine attraverso lo studio, la cura e la difesa dei nidi e molteplici attivi-tà delle sezioni locali che vanno dalla promozione delle semplici azioni di monitoraggio della specie, censimento di esemplari morti spiaggiati ed aree di maggiore spiaggiamento ( per verifica-re le cause del decesso) ad interventi e progetti più complessi di assistenza di-retta su animali in difficoltà, rinvenuti da diportisti o recuperati dai pescatori. Il rapporto con questi ultimi, abituati per natura alla cattura della fauna ma-rina e non alla sua tutela, è delicato e fondamentale, va costruito cautamente ed alimentato nel tempo dai volontari con particolari tecniche di sensibiliz-zazione, conoscenza e “formazione” (avvicinamento graduale, omaggio di magliette del WWF, palese e reale in-teresse e rispetto per il loro lavoro e la loro esperienza, scambio reciproco di dati ed informazioni, ecc.) e, se bene impostato, riesce a dare i suoi frutti tanto che attualmente sono molti gli esemplari portati nei Cras proprio da pescatori che, per caso, li trovano o ne provocano il ferimento o la morte per scarsa conoscenza delle adeguate tecni-che di pesca. Oltre che con i pescatori Pasquale Salvemini lavora a stretto con-tatto anche con la Guardia di Finanza, Carabinieri, Vigili urbani e Capitaneria

di porto il cui ausilio dei mezzi navali, di forte impatto mediatico, è utile per effettuare le operazioni di liberazione delle tartarughe, diventati veri e propri eventi sociali in una città che, parados-salmente, ne contribuisce all’ estinzione con il suo mare ferito da ordigni bellici, iprite, alga tossica, discariche abusive, rifiuti urbani ed industriali. Le accuse di eccessiva platealizzazione negli in-terventi in difesa degli animali e del territorio, di attenzione estrema per la “regia” degli stessi, studiati spesso nei minimi particolari, di coinvolgimento abbondante dei media in ogni tipo di attività che, come è nello spirito forte-mente auto-celebrativo e spettacolare del WWF da sempre, pare venga ogni volta rappresentata più che presentata alla cittadinanza, sembra non toccare più di tanto Pasquale Salvemini, con-vinto che “proprio la risonanza data ad ogni tipo di battaglia, piccola o grande, vinta o intrapresa, può servire alla sua riuscita, suscitare dibattito, tenere alta l’attenzione sulla difesa dell’ambiente”. Intanto il suo cellulare (346.6062937) continua a squillare per le numerose prenotazioni di visite (gratuite) da par-te di scolaresche, centro anziani, grup-pi di studio universitari anche stranieri: che abbia davvero ragione?

Beatrice De Gennaro

Attualità giovedì 15 aprile 201014

Page 15: Il Fatto n. 058

giovedì 15 aprile 2010 15Inchiesta

Dopo oltre due anni di notizie, in-ternet e web tv possiamo dire di essere diventati un punto di riferi-mento dell’informazione locale e ci tengo ad evidenziare che tutte le risorse sono strettamente loca-li. Partire con questa sfida com-inciando da zero è stata una bella impresa e mi ha fatto conoscere il lato creativo della gente della mia città e delle enormi potenzialità che sono emerse. Una stretta rete di giovani e non che in questi due anni hanno collaborato su tutti i fronti partendo dal seguitissimo cartaceo distribuito in 10.000 copie ogni quindici giorni, al portale di news visitato da oltre 100.000 visitatori certi al mese a finire alla grande sfida della web tv che ha totalizzato oltre 500.000 video visti fino ad oggi. Un pe-riodico chiaramente indipendente che vive di sola pubblicità locale e non ha avuto alcun finanziamen-to da parte dello Stato sotto nes-suna forma. Essere indipendenti è il pilastro principale della nostra iniziativa e questo ci ha fatto con-quistare la fiducia della gente e dei giovani che si avvicinano sempre di più al giornalismo libero. Nella nostra realtà i giovani possono ben sperare di avere un lavoro certo e retribuito e di fare cose che in altri tempi si potevano fare solo emigrando verso apparenti

paradisi più a Nord, dove abbiamo visto trasferire nel passato le men-ti autoritenutesi migliori. Oggi posso dire di essere circondato in questa entusiasmante avventura da editore, da collaboratori molto validi e con le idee molto chiare su cosa vogliono fare da grandi e che duramente lavorano per por-tare un’informazione libera nella propria città. In questi giorni stia-mo vivendo anche l’emozione di un’espansione verso le città lim-

itrofe che non faranno altro che rafforzare il prodotto editoriale dando certezza di continuità nel tempo. Dopo tutto questo crescere, però, non siamo ancora arrivati al completamento del progetto, che temo non avrà mai un fine perché la continua evoluzione dei media e i mercati in continuo cambiamen-to ci porteranno a sempre nuove sfide che con piacere faremo nos-tre. Siamo in prima linea e stiamo creando un sistema di comunica-

zione meraviglioso: chi ci lavora sa quello che vuole e se sarà forte nel crederci sono sicuro che lo ot-terrà. Tutto questo giro di parole è l’occasione per ringraziare tutti i collaboratori del giornale e per parlare in un’inchiesta della nuova iniziativa che stiamo lanciando in questi giorni che prende il nome di CHMOD.TV .

Giulio CosentinoEditore de “il Fatto”

Il pensiero di Giulio Cosentino, presidente della società editrice Activa Srl, proprietaria della testata giornalistica “il Fatto”.

1880Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Web Tv: un’esperienza entusiasmante

Page 16: Il Fatto n. 058

La parola in sé viene definita in questa maniera: i permessi CHMOD sono tipicamente utilizza-ti dai sistemi operativi Unix e Linux. Non sono altro che le linee guida che vengono impartite al sistema sugli accessi o non accessi ad una data directory e/o file. I sistemi operativi su ci-tati, offrono la possibilità di operare con un file facendo la distinzione fra tre tipi di operatori: Proprietario (User), Gruppo (Group), Pubblici (Others). Per ciascuno di questi utenti è neces-sario specificare i diversi permessi riguardanti la directory e/o il file in questione. In parole po-vere il comando importantissimo per i sistemi informatici che promuoviamo anche con i corsi gratuiti (Linux Ubuntu) può rendere visibile un contenuto o farlo sparire per sempre semplice-mente dandogli un valore numerico. A questo concetto ci siamo riferiti per dare un livello di crescita ai nostri nostri collaboratori che dopo una gratuita formazione potranno creare conte-nuti per tutti, facendo crescere il livello dell’in-formazione locale sempre bisognosa di essere seguita e promossa. Quindi chi si avvicinerà all’iniziativa non avendo alcuna preparazione ma voglia di emergere nel mondo del giornali-smo sarà un CHMOD 656, dopo il veloce cor-so gratuito diventerà un CHMOD 665 e avrà a disposizione tutta la potente infrastruttura de “il Fatto” che spiegheremo nei prossimi articoli. Dopo aver fatto esperienza potrà anche diven-tare un formatore di nuovi operatori CHMOD diventando un CHMOD 755 che evidenzierà l’ottima formazione del futuro giornalista. Di-ventando un esperto del settore potrà definirsi un CHMOD 777. Una parola tosta applicata a un lavoro entusiasmante e iper creativo come quello della comunicazione in cui ci stiamo av-venturando.

Inchiesta16

Chi stiamo cercando!Perché si chiama CHMOD.TV

1882Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

1881

Non si può negare che il nostro circuito si sia messo più di una volta in evidenza in tutti i settori dell’informazione locale e ora tramite “il Fatto Tour” e iniziative similari con i concerti e i vari corsi sta diventando sempre più importante nel mondo dei giovani e CHMOD.TV si rivolgerà proprio a questo mondo in costante evoluzione riprendendo la vera e propria rivoluzione che sta vi-vendo. I settori di interesse sono principalmente quattro: moda, disco, radio e wiki. Riprenderemo il mondo della notte come lo vivono i nostri giovani utilizzando tutti i mezzi di comunicazione a nostra disposizione. Chi lo vorrà potrà spiegare a chiunque e in qualsiasi lingua, qualsiasi cosa. Se lo vorrà, potrà promuovere un genere musicale, o una moda, o spiegare come si fa una qualsiasi cosa. Perché non insegnare a cucinare le nostre ricette molfettesi? I protagonisti di CHMOD.TV saranno formati per fare un pro-gramma in radio, intervistare delle persone, fare un video manuale e utilizzare tutte le risorse del nostro potente server. I ragazzi del gruppo CHMOD saranno delle vere e proprie schegge “intelli-genti” preparate a colpire dove vorranno producendo ricchezza di informazione locale, senza filtri e contaminazioni da parte di nessuno, ma nel rispetto delle regole del giornalismo libero che potrà diventare un giorno il loro futuro. Eventi importanti come Molfetta ne ha visti tanti in questi ultimi tempi non saranno di-menticati come accaduto in passato ma finiranno negli archivi di chi li vorrà preservare perché liberi di essere consultati semplice-mente ricercandoli sul web.

Da dove arriva1883

Giulio Cosentino è stato uno dei fortu-nati spettatori della rivoluzione musi-cale rock molfettese degli anni Novan-ta e non si è mai perso un concerto e momento di crescita che ne è scaturito. Sono nati tanti attuali musicisti profes-sionisti da quella rivoluzione e centina-ia sono stati i concerti e i premi vinti di quella epoca ma se si ricercano su in-ternet notizie su quei tempi non si trova neanche una foto. Stessa cosa sui tanti amici che hanno vinto premi in manife-stazioni sportive o raggiunto mete nella ricerca o professionali. CHMOD.TV e il Fatto invece cercheranno di mante-nere nella storia questi eventi che por-tano crescita locale e farli diventare la storia che giorno dopo giorno viene dimenticata perché non scritta. Ren-dere eterni i sogni che si avevano in quegli anni, immortalare gli amori e gli occhi di ragazzi che oggi oltre ai capelli hanno magari perso mol-ta della loro grinta. Forse questo li avrebbe mantenuti vivi e li avrebbe incoraggiati a non fermarsi e a di-ventare musicisti come quelli che

riprenderemo a breve.

Page 17: Il Fatto n. 058

giovedì 15 aprile 2010 17

Chi stiamo cercando!

Precursori della web tv. Ora pronti a crescere sempre di più.

1885Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Perché credere in questo progetto

Nel novembre 2007 un gruppo di sognatori ha creato il free press “il Fatto”. Dopo pochi giorni è nato ilfatto.net e dopo pochi mesi la no-stra web tv. I risultati li abbiamo già evidenziati, ma la grande rivolu-zione sarà quella dell’informazione televisiva che diventerà sempre più web e meno in diretta. I ritmi gior-nalieri spesso non ci permettono di seguire un programma perché fuori tutto il giorno e il web ci permette di vederlo comodamente in differi-ta e magari anche di salvarlo. Ecco che interviste arrivano ad avere oltre 10.000 visualizzazioni cosa che dif-ficilmente i classici mezzi di comu-nicazione darebbero in un territorio concentrato come quello di Molfetta. Per di più considerando il fatto che Molfetta non ha emittenti televisive locali e le vicine che seguono i nostri eventi lo fanno in maniera saltuaria o in orari concorrenti con trasmis-sioni più importanti come quelle trasmesse dalle emittenti nazionali.

La nostra web tv ha seguito già 500 eventi totalizzando in un periodo ri-stretto 500.000 visitatori, quindi non ci si può aspettare che una crescita. Le soddisfazioni sono arrivate anche da giornali nazionali come “il Sole 24 ore” che ci ha dedicato vari ar-ticoli e coinvolto anche nella diretta nazionale “Rai per una notte” defi-nito dai dati ufficiali dell’evento lo streaming più grande della storia di questo paese con hits sul sito, dal momento della pubblicazione a oggi con 20 milioni di picco e 2.573 hits/secondo. Una contemporaneità mas-sime stream live di 114.162 visitatori per un totale di presenze uniche di 395.460. Un evento che sarà bissato il 22 aprile alle 21 con la diretta del progetto “Rita101”, gli auguri della rete alla grande ricercatrice Rita Levi Montalcini in occasione dei suoi 101 anni. Siamo stati tra i primi a crede-re in questo e nelle potenzialità della televisione via web e continueremo su questa strada.

L’infrastruttura hardware e

software1884

Non capita tutti i giorni di essere for-mati per fare programmi in radio, se-guire interviste video e seguire eventi di tutti i generi, ma con il progetto CHOMD.TV questo accadrà in ma-niera totalmente gratuita. Ma non fi-nisce qui. A disposizione ci sarà tutta l’infrastruttura del progetto editoriale de “il Fatto”. Oltre alla sede totalmen-te utilizzata per effettuare le riprese e i servizi, si potranno effettuare regi-strazioni in HDV e utilizzare la no-stra stazione di montaggio video e la sala di registrazione che vedete nelle immagini. Nella sala di registrazione microfoni e strumentazioni proprio per supportare i giovani di CHMOD.TV. Sul lato grafico essere supportati dall’ufficio interno che realizza tutte le grafiche redazionali e fotografiche. Sotto l’aspetto server oltre al principa-le dove troviamo tutti i siti del circu-ito de “il Fatto”, ci sono altri due ser-ver creati proprio per imparare e fare esperienza di streaming. Una potenza di elaborazione fuori dal comune per imparare e diventare dei comunicatori moderni. Uscendo dal lato sistemisti-co web anche la possibilità di produr-re e condurre veri e propri programmi in radio grazie alla collaborazione ormai collaudata con Primaradio con la quale abbiamo già fatto complicate dirette come quella recentissima elet-torale che è stata anche il laboratorio di una delle nostre prime dirette video su internet.

Page 18: Il Fatto n. 058

Inchiesta18 giovedì 15 aprile 2010

Chiunque può partecipare al pro-getto e non necessita essere già esperti. Dopo un prima selezio-ne, che consisterà principalmente in una chiacchierata, partirà un corso di due giorni dove verran-no illustrate tutte le tecniche di lavoro, subito dopo aver ricevuto il bellissimo tesserino. Partiremo nel creare il format giornalisti-

co negli argomenti più disparati. I primi ragazzi sono già al lavo-ro e i primi lavori li troverete sul link principale del progetto che è www.chmod.tv. Non ci saranno limiti nei format e difficilmente avrete delle limitazioni sui con-tenuti. Nessuno spazio alla poli-tica e alle offese di nessun genere perché CHMOD.TV parla solo di

giovani e di mode e tutto il mondo che gli gira attorno. Non conter-rà al momento pubblicità e non ha entrate economiche statali, tutto viene finanziato dalla pubblici-tà del circuito de “il Fatto”. Un nuovo sogno in cui credere com-posto di gente che vuole cambiare il mondo semplicemente comuni-cando, senza il nonnismo di chi si

ritiene un esperto e di chi crede di sapere come le cose si fanno. Sarà un format tutto nostro senza se e senza ma... Per iscriversi? Mol-to semplice! Mandate una e-mail all’indirizzo [email protected] o [email protected]. Ne vedrete delle belle...

Giulio Cosentino

Basta inviare una semplice e-mail e il sogno avrà inzio.

1886Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Come aderire al nostro progetto

Page 19: Il Fatto n. 058

giovedì 15 aprile 2010 19In Città

Punteruolo Rosso: prime vittorieSembrano portare risultati alcuni interventi

effettuati sulle palme della città.

1887Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Apre il “Cantiere delle idee”Iniziativa pensata dall’amministrazione

comunale per progettare un futuro migliore.

1888Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Ormai tutti, chi più chi meno, sappia-mo di cosa si tratta e soprattutto co-nosciamo i danni che produce: stiamo parlando del “punteruolo rosso”, l’in-setto responsabile della distruzione di decine di piante lungo tutta la costa dell’Adriatico e che non ha mancato di produrre i suoi effetti nocivi anche in città. Decine infatti sono state le palme che sono state abbattute dopo che il “famelico” insetto le aveva colpite. Sotto i colpi di asce e seghe elettriche sono caduti esemplari vec-chi anche decine d’anni, piantati sia nei giardini pubblici della città sia in molte aree verdi private. In tanti hanno tentato di arginare il problema senza ottenere però particolari suc-cessi fino a quando a dichiarare bat-taglia al punteruolo non ci ha pensato l’amministrazione comunale avvalen-dosi della consulenza di esperti del settore: la ditta Francese Agricoltura di Molfetta e l’agronomo Giovanni Gadaleta. Il team, con la supervisio-ne dell’Ufficio Tecnico del Comune, ha così iniziato a lavorare sulle palme presenti nei giardini pubblici. Prima una “mappatura” del patrimonio ve-

getativo, poi l’analisi delle circa cento palme individuate, quindi il “report” sul loro stato di salute per capire qua-li esemplari erano ancora sani, quali presentavano i primi sintomi di attac-co e quali bisognava necessariamente abbattere. E così in questi mesi si è proceduto con “cure” innovative: da-gli interventi esterni sul fogliame a quelli “interni” con l’utilizzo di vere e proprie siringhe capaci di iniettare all’interno del tronco le sostanze ne-cessarie a debellare l’insetto o ad evi-tarne l’arrivo. “Abbiamo ottenuto dei risultati confortanti – hanno spiegato all’unisono – Giuseppe Francese e Giovanni Gadaleta: alcune delle pian-te trattate non sono state attaccate dal punteruolo, altre invece dopo il trat-tamento e l’eliminazione delle parti danneggiate, iniziano in questi giorni a germogliare nuovamente”. Insomma un bel successo che però potrà portare risultati ancor più concreti solo con un controllo e un trattamento continuati-vo nel tempo delle palme. In caso con-trario è forte il rischio che il famelico animaletto possa tornare a sferrare il suo attacco ed allora addio palme!

A Molfetta nasce il “Cantiere delle idee”. Un progetto voluto fortemente dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di realizzare progetti d’in-teresse cittadino. L’iniziativa è rivolta ad associazioni e ad altri organismi privati che costituiscano comunque persona giuridica e che abbiano inten-zione di proporre nuove idee finaliz-zate alla rivalorizzazione della città. Con il “Cantiere delle idee” il Comune metterà a disposizione la propria part-nership per promuovere e sostenere le iniziative di privati affiancandoli nelle districate pratiche necessarie a richiedere fondi comunitari, nazio-nali e regionali messi a disposizione proprio per la realizzazione di questi progetti. Eventualmente, e a seconda della disponibilità, Palazzo di Città potrebbe anche finanziare parzialmen-te i partecipanti con un contributo. “Si tratta di un progetto destinato ad avere grande successo – secondo l’assesso-re agli Affari Generali Leo Petruzzel-la – ed un importante impatto per la città di Molfetta. Associazioni, studi e professionisti privati – ha dichiarato Petruzzella – potranno cominciare a vedere le proprie idee realizzarsi con-

cretamente grazie all’intervento del Comune che li seguirebbe passo pas-so nel loro obiettivo. Qualsiasi idea sarà ben accetta purché abbia come requisito principale quello di contri-buire all’intensificarsi di interessanti e positive iniziative per la città che po-trebbero inoltre costituire opportunità lavorative. Alcuni progetti rimangono purtroppo nei sogni dei cittadini mol-fettesi – ha detto concludendo l’asses-sore comunale – perché difficilmente riescono senza un’importante partner-ship ad accedere a fondi pubblici; il Comune invece con il “Cantiere delle idee” si costituisce partner di chiun-que abbia qualcosa da proporre per la città di Molfetta”. Si tratta senz’altro di un’ottima iniziativa che potrebbe avere un impatto positivo per la città e dare uno slancio alle infinite idee che i cittadini molfettesi vorrebbero da tem-po vedere realizzate. Il bando, ancora in fase di elaborazione e quindi non ancora approvato, come annunciato “erroneamente” prima delle elezioni, verrà pubblicato secondo l’assessore Petruzzella in tempi brevissimi.

Francesco Tempesta

La “centenaria” si chiama RosaUn’altra molfettese ha festeggiato il secolo di vita.

1889Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Si moltiplicano i “centenari” della no-stra città e come sempre il raggiungi-mento del prestigioso traguardo viene festeggiato con tutti gli onori che il caso richiede. L’ultima a ragiungere l’ambita meta è stata Rosa Ciccolella, nata a Molfetta il 4 aprile del 1910 e da anni residente nella vicina Giovinazzo. Rosa, madre di cinque figli, ha lavorato per anni presso il Comune di Molfetta mantenendo così la numerosa famiglia anche dopo la prematura scomparsa del marito. Da dieci anni vive a Giovi-

nazzo in casa del figlio Onofrio che la accudisce. Lo scorso 4 aprile, nel gior-no di Pasqua, per porgerle gli auguri nella casa di Giovinazzo sono arrivate anche le istituzioni: per il Comune di Giovinazzo c’erano il sindaco Antonel-lo Natalicchio e il suo vice Pasquale Tempesta, mentre da Molfetta è arriva-to il sindaco Antonio Azzollini che non ha voluto far mancare la sua presenza. Tutti insieme hanno così tagliato una grande torta ed augurato a nonna Rosa “cento di questi giorni”.

Page 20: Il Fatto n. 058

Culutra & Spettacoli20 giovedì 15 aprile 2010

La ritirata della statua di San Pietro e la chiusura del portale della Chiesa del Pur-gatorio, che i musicisti sigillano con le note dello Stabat Mater, rappresentano l’ultimo atto delle manifestazioni religio-se della Settimana Santa. La Pasqua di Resurrezione, annunciata a mezzanotte con le campane che suonano a festa, dà inizio a un nuovo “’Anno Pasquale” per tutti i confratelli e i devoti. I molfettesi vivono intensamente il periodo quaresi-male. La prova c’è stata, infatti, sin dalla notte che precede il giorno delle Ceneri quando, nonostante il diluvio che imper-versava, in molti hanno sfidato pioggia e vento forte per seguire la processione del-la Croce fino al Calvario. “Sono contento di vedere tanti di voi qui presenti per ono-rare la croce, mentre in questi giorni si di-scute nei tribunali la sorte del Crocifisso negli uffici pubblici”. Ha commentato don Francesco Gadaleta, Padre Spirituale dell’Arciconfraternita della Morte duran-te l’omelia conclusiva della celebrazione religiosa. Numerosi fedeli durante i ve-nerdì di Quaresima si sono recati presso la chiesa di Santo Stefano per poter segui-re, anche fuori dal portale dalla chiesa, le funzioni penitenziali dei pii esercizi. Vere protagoniste delle manifestazioni quare-simali sono state le Confraternite, verso cui i molfettesi manifestano sentimenti ambivalenti, bacchettandole quando non funzionano, con critiche anche pesanti, apparse ultimamente sulla stampa locale. Le Confraternite sono associazioni di laici che si dedicano al culto, fanno beneficen-za e con devozione contribuiscono alla diffusione della religiosità, alla conserva-zione delle tradizioni. Come ha osservato

il vescovo mons. Luigi Martella, l’espe-rienza cristiana è fatta “… di tradizione della fede. Le Confraternite vengono da lontano e possono andare lontano, se lo vorranno”. Con queste parole il nostro vescovo concludeva il Convegno “Set-timana di aggiornamento per le Confra-ternite”, tenutosi a Giovinazzo nel marzo del 2004. In quella circostanza illustri stu-diosi, ricollegandosi alle lettere apostoli-che di Papa Giovanni Paolo II, misero in evidenza l’importanza della pietà popo-lare, “vero tesoro del popolo di Dio”. Si sostenne che le Confraternite non devono essere ignorate né trattate con diffidenza, poiché in esse è intrinseca la storia della cristianità. Ogni confratello presente è un ponte che collega il passato col futuro e deve proteggere tutte le ricchezze cultu-rali acquisite nel tempo. A loro è dato il compito di tutelare la conservazione dei canti religiosi e delle musiche della tradi-zione, curare con rigore e rispetto le sacre immagini, organizzare i pii esercizi per onorare i Santi, risvegliare il sentimento religioso dei fedeli. Per raggiungere que-sti scopi le amministrazioni delle Confra-ternite si dedicano con abnegazione alla loro gestione. Tuttavia le Confraternite sono composte da persone, che come in ogni contesto sociale, possono a vol-te anche sbagliare, pur senza volerlo. Il commissariamento dell’Arciconfraterni-ta della Morte, i processi, le denunce, le querele, le diatribe tra confratelli non fan-no onore a coloro che ne fanno parte... La presenza di alcuni cassonetti di immon-dizia lungo il percorso della processione dell’Addolorata e il commento di alcuni presenti che ormai non vedono più ri-

spetto nemmeno per i Santi, ha provocato tanta delusione. Il presidente dell’Asm, Pasquale Mancini, si è rammaricato per l’increscioso disguido e ha mantenuto la promessa di provvedere alla rimozione dei cassonetti lungo il percorso delle pro-cessioni seguenti, del Venerdì e Sabato Santo. La sera del Giovedì Santo, com-plice il clima primaverile, si sono formate lunghe code di cittadini, in attesa di poter visitare i sepolcri allestiti nella chiesa di Santo Stefano e nella chiesa del Pur-gatorio. Nello stesso giorno è divenuta consuetudine la mostra delle rappresenta-zioni dei personaggi della Passione della Settimana Santa in Via San Benedetto. All’alba del Venerdì Santo, con le prime note del “Pescatore” puntualmente alle 3.30 si è dato l’avvio alla Processione dei cinque Misteri dalla chiesa di Santo Ste-fano, organizzata dall’Arciconfraternita dal Sacco Rosso. Si è conclusa dopo le ore 14.00, con un’ora ora e venti minu-ti di ritardo, però tutto si è svolto nella normalità, tranne che in via Amente, nel Borgo Antico, dove una persona, mentre assisteva alla processione, è stata colta da malore ed è stata assistita tempestiva-mente dai volontari presenti sul posto. La processione del Sabato Santo è caratteriz-zata dalla partecipazione in media di cir-ca mille confratelli, dunque processione lunghissima, che talvolta diventa confu-sionaria. Ai giovani aspiranti confratelli si raccomanda di prendere posto possibil-mente all’inizio della fila lasciando spa-zio dietro ai più anziani. Ma questo non avviene, di solito si assiste al contrario. I richiami dei mazzieri e del priore non sortiscono effetto. Il motivo: tutti voglio-

no stare vicino alla statua della Madonna o del Cristo Morto, obiettano che stare davanti anziché essere autentico momen-to di preghiera diventa una noia, si prega poco, ci si distrae facilmente, si chiac-chiera con chi è vicino. Per evitare questo è necessaria la presenza continua degli animatori della preghiera o dei sacerdoti che aiutano a pregare… In alcuni punti della città, per vedere tutta la processione, si aspetta quasi un’ora; nell’attesa alcuni chiedono ai confratelli il significato o il nome di quella o quell’altra statua o il pezzo della marcia che si sta suonando in quel momento. La domanda più frequen-te che viene posta ai confratelli di Santo Stefano è il significato del simbolo della “Mezzaluna rossa” che portano sul fianco sinistro… A conclusione della Settimana Santa si ha la sensazione che tutto si sia consumato velocemente, che nulla sia ac-caduto. Sembra un sogno, e a svegliarti ci pensa lo stridio sull’asfalto dei pneu-matici cosparsi di cera o i manifesti dei programmi pasquali affissi qua e là. La memoria fatica a fermare la realtà vissuta, che sembra dileguarsi. Si avverte un sen-so di smarrimento, quasi di vuoto. Rive-dere un filmato o delle foto delle proces-sioni provoca tenerezza, nostalgia, sono il ricordo di giornate singolari. A questo punto cosa rimane della Settimana San-ta? Solo immagini, emozioni, sensazioni, il riaffiorare alla mente della melodia di qualche marcia funebre, la spalla indo-lenzita del portatore? E lo stato d’animo? Indubbiamente cambiato, forse rafforzato e arricchito nella fede.

Pantaleo de Trizio

1890Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Le processioni: specchio dei molfettesi

Una bottega piccola ma ricca di mille oggetti che con un velocissimo flashback narrano storie ormai passate: mobili an-tichi e polverosi, statuette offuscate da una patina grigia, arnesi da lavoro qua-li scalpelli, martelli, seghe, righe, colle, tenaglie, oggetti molto semplici, perché sono le mani i veri strumenti dell’artigia-no pronte a trasformare comuni armadi in piccole bomboniere di luce sfavillanti, lavorati e sistemati per tornare a trionfare nelle case con tutto il fascino dell’antico e dei ricordi di famiglia. In questo sce-nario si presenta “Spirito e Sandracca”, l’ormai decennale bottega di Beppe Pa-parella, il restauratore, in via Piazza nel centro storico di Molfetta. Nel 1999 il giovane restauratore molfettese ha con-seguito il diploma presso “La cantoria”

una scuola di restauro che fornisce una preparazione adeguata e specialistica a chi intende occuparsi professionalmente del restauro, dai rudimenti alla chimica del restauro. Ha avuto la preziosa oppor-tunità di mettere in pratica le sue cono-scenze sin da subito lavorando mobili antichi con maestri fiorentini tra i quali Paolo Smith a cui deve la sua formazione professionale. Beppe ha portato a termi-ne diversi lavori di restauro nel territorio molfettese e non sotto il controllo della Sovraintendenza delle Belle Arti, ed è colui che ha il privilegio di “toccare con mano” le bellezze delle nostre chiese: la chiesa di Santo Stefano, il Purgatorio, la chiesa dei Padri Cappuccini e tante altre ancora. Oggi Beppe Paparella non solo è un apprezzatissimo restauratore, ma è

anche docente di arte del restauro del mo-bile presso il carcere minorile Fornelli di Bari. “Questa attività – ha detto – mi por-ta ad avvicinarmi a ragazzi giovanissimi, di età non superiore ai diciotto anni che vivono situazioni sociali davvero diffici-li. Con questa disciplina voglio sensibi-lizzare i miei ragazzi all’attività artistica, insegnare loro le tecniche necessarie al restauro di un oggetto e nel contempo impegnarli in un lavoro che presentano in seguito nell’abito di manifestazioni o eventi particolari nel corso dell’anno accademico; lo scorso anno, ad esempio, da settembre a dicembre, abbiamo alle-stito una mostra con poltroncine, sedie, comodini e comò, tutti interamente re-staurati da loro, dove chiunque ha avuto la possibilità di ammirare e apprezzare

l’operato tanto da riempirci di orgoglio. Ci tengo a precisare che nella mia botte-ga io mi occupo solo di restauro e non mi occupo di vendita; è stata una delle mie prime scelte quando ho deciso di incana-larmi in questo settore in quanto il mio obiettivo è quello di seguire il cliente nelle sue scelte, chiarire qualsiasi dub-bio circa la scelta dei colori, prodotti da utilizzare nel restauro dell’oggetto e por-tarlo con mano durante tutte le fasi della lavorazione”. Per fare questo lavoro ci vuole molta pazienza, esperienza, buon gusto artistico, passione e attenzione, capacità innate e amore per l’arte e pos-siamo ben dire che il nostro restauratore Beppe ha tutte queste qualità.

Marilena Farinola

Da oltre dieci anni “il restauratore” di via Piazza.

1891Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Le mani magiche di Beppe

Page 21: Il Fatto n. 058

La bella stagione si avvicina, pian piano le serate si riscaldano e si ac-cendono i riflettori nelle piazze e nell’anfiteatro della città per dare luce ai primi spettacoli che anime-ranno la primavera e l’estate molfet-tese. Da pochi giorni è stato stilato il calendario di nove appuntamenti in un ricco programma di manife-stazioni partito il 30 marzo e che si concluderà l’8 ottobre. L’iniziativa è promossa dal Comune di Molfetta e dalla Fondazione “Valente” nell’am-bito della rassegna “Luci e suoni a Levante” che ha aperto i battenti lo scorso 30 marzo, presso la Cattedra-le, con lo “Stabat Mater” di Giaco-mo Rossini con l’Orchestra Sinfoni-ca della Provincia di Bari e il Coro Lirico Sinfonico Pugliese diretto dal maestro Agostino Ruscello. Il calen-dario dell’edizione 2010 è in grado di accontentare tutti i gusti ed è adatto a quanti vorranno trascorrere una se-rata nella magica atmosfera di Mol-fetta. Venerdì 21 maggio alle 20.30 presso la Cattedrale di Molfetta si terrà il concerto pianistico di Aldo Ciccolini, poi nel corso della serata al Maestro sarà conferito il premio “Una vita per la musica”; ancora

sabato 21 maggio alle 20.30 presso l’anfiteatro di Ponente avrà luogo “Ciao Frankie”, un omaggio a Frank Sinatra con Massimo Lopez e la Big Band Jazz Company diretta dal maestro Gabriele Comeglio. Dopo Milano, Roma, Palermo, sabato 12 giugno alle 20.30 Bb King e la sua orchestra approderanno all’anfite-

atro di Ponente per chiudere il loro tour italiano. Il programma prosegue incalzante con appuntamenti da non perdere assolutamente: infatti sabato 10 luglio alle 20.30 sempre nell’an-fiteatro di Ponente il pubblico sarà allietato dal concerto di Ray Gelato e della sua Band; imperdibile l’appun-tamento di sabato 7 agosto quando

la banchina San Domenico, col suo mare e le sue barche, farà da scena-rio alla voce soul di Mario Biondi, rivelazione musicale degli ultimi anni. Mercoledì 1 settembre alle 20.30 di nuovo all’anfiteatro altro grandissimo appuntamento con una giovane ma talentuosissima artista, la vincitrice morale della sessantesi-ma edizione del Festival di Sanremo, Malika Ayane che intratterrà piace-volmente i presenti con famosissi-me cover. Sabato 18 settembre alle 20.30 l’attesissimo concerto, sempre nell’anfiteatro, della intramontabi-le cantautrice Fiorella Mannoia ac-compagnata dall’orchestra sinfonica. Questo ciclo di eventi si concluderà venerdì 8 ottobre alle 20.30 col con-certo dal titolo “Stage” di Steve Pots e Tiziana Ghiglioni nel chiostro di San Domenico. Le premesse ci sono tutte quindi per un’estate all’insegna del divertimento, con le molte oppor-tunità legate agli eventi culturali e musicali oltre che alle occasioni per favorire un settore turistico in cresci-ta e perché no, riscoprire le tradizioni gastronomiche della nostra terra.

Marilena Farinola

Presentato il calendario delle manifestazioni promosse da Comune di Molfetta e Fondazione “Valente”.

1892Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Primavera ed estate a tutta musica

“Viva l’Itaglia!”. Non si tratta di un nuovo partito politico, ma della pièce teatrale scritta e diretta da Mimmo Amato presentata domenica 14 marzo presso l’Auditorium di San Domeni-co. Uno spettacolo che ha per comune denominatore l’uso di dialetti diversi. Un esilarante viaggio in “dialettilan-dia” con cadenze, cantilene, modi di dire, ritratti tipici, spassosi personag-gi che vanno dalle Alpi alla Sicilia. Si parte con il racconto di un catanese tradito in amore. Segue il napoletano con le sue originarie e creative super-stizioni, e poi, il romano con i suoi co-loriti modi di dire e l’abruzzese reci-tato in un simpatico comizio infarcito dal tormentone “Le pozzene accie!”, e ancora il toscano con le sue freddure, il bolognese con la maschera di Ba-lanzon: un dottore pedante e bronto-lone che parla tanto e non conclude niente. E per finire il melting pot del barese emigrato a Milano, l’amalga-ma, all’interno della società milanese, di molti elementi tipici della nostra terra: dialetto, tradizione, costume,

ecc. Non sono mancati i riferimenti ai grandi della letteratura come Gian Gioacchino Belli, Cecco Angiolieri e Dante Alighieri. Uno spettacolo bril-lante completo, un cabaret show dove i momenti comici sono stati arricchiti da parentesi musicali e performan-ce di ballerine, ma Amato intende precisare: “che non si tratta né di un

cabaret né di un varietà, bensì di un ‘vintage’, un connubio di alcuni gene-ri teatrali del passato con altri più mo-derni. Una raccolta di materiali che va dalla parodia alla satira, dal dramma a frammenti di testo legati dal filo rosso delle lingue dialettali”. Uno spettaco-lo one man show dove il testo, l’inter-pretazione e le trovate registiche sono

dirette da un solo attore. Amato ha te-nuto da solo un’ora e mezzo di spetta-colo dando prova di intelligenza inter-pretativa, di padronanza di mezzi, di elaborazione di un linguaggio scenico totale. Meritevoli di plauso anche gli altri componenti del gruppo a partire dal musicista Vito Mongelli, polistru-mentista, arrangiatore che con Giusy Andriani hanno eseguito suggestivi brani musicali come “Vitti na crozza”, una bellissima ballata siciliana di pace risalente all’800, “I’ te vurria vasà” una delle più belle canzoni d’amore della storia della musica napoletana, scritta nel 1900 da Vincenzo Russo ed Edoardo Di Capua ed altri pilastri portanti della musica popolare. Belle le coreografie preparate ed eseguite da Anna Capodieci e Giusy Andriani, cu-rate con professionalità, una sintesi di classicità e modernità che ha aderito a ventosa sul pubblico. Uno spettacolo gradevolissimo e intelligente proprio perché diverso dai soliti clichès, fatto di sana comicità ben lontana da quella demenziale, oggi tanto diffusa. d.r.

Lo spettacolo scritto e interpretato da Mimmo Amato.

1893Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Successo di Viva l’Itaglia!

giovedì 15 aprile 2010 21Culutra & Spettacoli

Page 22: Il Fatto n. 058

Svanisce sottile in aria l’ultimo ro-manzo di Philip Roth. Lo si consu-ma in un paio d’ore come un pasto completo, golosamente eccitante, consolatorio, a tratti sazievole. C’è chi lo ha definito un tardivo desi-derio erotico travestito con garbo e decoro da letteratura; chi lo declas-sifica sul podio letterario sfruttan-do paragoni poco originali con la produzione precedente di Roth. Più semplicemente, è un bel racconto psicologico declinato al maschile, erudito, elegante e sapientemente soppesato. Simon Alex è un famo-so attore teatrale, ormai sessanten-ne che ormai giunto all’apice della sua carriera ha una crisi artistica e umana che lo allontana dal pal-

coscenico. I gradi ruoli del teatro classico, da lui sempre interpretati con arte e genialità, si dissolvono; l’indole vergine di chi ama finge-re per essere reali si prostituisce all’autodistruzione. Apatia, noia e frustrazione affaticano i giorni di Simon, presto illuso dall’irrompere nella sua vita, ormai fiacca, di Pe-geen Mike (tributo a Synge, dram-maturgo irlandese) e dall’accender-si di un desiderio erotico travol-gente, promiscuo e apparentemente consolatorio. Che però non basta, perché non gratifica abbastanza. Riaffiorano presto i dubbi, le insi-curezze e latente è l’insoddisfazio-ne. Il fallimento nella vita artistica, professionale e personale ricuce

la simbiosi tra vita e teatro, reale e immaginario e Simon Alex rende finalmente completo omaggio, in un gioco metateatrale, a Konstantin Gavrilovic Treplëv, disperato gio-vane drammaturgo del Gabbiano di Čechov.Nato a Newmark il 19 marzo 1933, Philip Roth è uno scrittore statuni-tense di origine ebraica. È cono-sciuto soprattutto per il romanzo Lamento di Portnoy del 1969 e per la trilogia pubblicata alla fine degli anni novanta che comprende Pasto-rale americana (1997) vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa, Ho sposato un comunista (1998) e La macchia umana (2000).

A cura di Angela Teatino

“Intanto, le più famose parole di Prospero non lo lasciavano in pace, forse perché ne aveva fatto scempio di recente. Gli si ripetevano nella testa con tanta regolarità che ben presto diventarono una cacofonia di suoni tortuosamente privi di significato e di riferimenti ma con la forza di un incantesimo destinato proprio a lui. “Sono finiti i nostri giochi. Quegli attori/ Come ti avevo detto, erano solo fantasmi e /Si sono sciolto in aria, i aria sottile”. Non poteva far niente per cancellare quelle tra parole, “in aria sottile”, che gli si ripetevano caotiche nella testa mentre giaceva impotente nel suo letto la mattina, e che possedevano l’aura di un oscuro atto d’accusa, benché il loro significato gli sfuggisse sempre di più. Tutta la sua personalità era alla mercè di quell’«aria sottile.” Roth, P., L’umiliazione, traduzione italiana di Vincenzo Mantovani,

Einaudi 2010, pp. 115.

1894Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il SegnaLibro. L’umiliazione.

Rapporto tra regole e libertà, liber-tà e giovani, di questo ha discusso con una platea di adolescenti l’ex magistrato, Gherardo Colombo che ha presentato il suo libro nella con-ferenza del 16 marzo scorso nell’au-ditorium “Regina Pacis”. Colombo ha esordito passeggiando tra la gen-te che lo ascoltava, per la maggior parte studenti. Per alcuni la libertà è semplicemente fare ciò che si vuole senza ostruire e intaccare il volere altrui, altri, invece, la pensano di-versamente. I giovani, infatti, sono sempre più presi dalla voglia di non far nulla, che li porta ad affermare di voler essere liberi. Liberi dalle op-

pressioni dei genitori, dalle mansio-ni quotidiane, dagli impegni che non vorrebbero svolgere, dalla scuola. A riguardo Colombo, continuando con il suo discorso, ha chiesto a molti se per loro fosse giusto e proficuo andare a scuola, oppure se ne aves-sero volentieri fatto a meno. Eppure il poter frequentare una scuola è un privilegio poiché la cultura dà l’op-portunità di diventare veri cittadini e quindi uomini civilmente corretti. Al contrario, per la maggior parte dei giovani la scuola è vista come un obbligo, molti la definiscono un “la-voro senza stipendio”, molti ancora pensano che essa non abbia motivo

di esistere e non riescono a giustifi-care i loro sforzi. Del resto in Italia il tasso di studenti bocciati al termine dell’anno scolastico 2008/2009 solo per il voto in condotta è di 18mila alunni. Questa forte casistica mostra come l’inadeguato comportamento dei giovani a scuola è dato dalla loro negligenza, poca voglia di applicar-si, ma soprattutto grande desiderio di ribellione tipicamente adolescenzia-le. Questa è una realtà che si verifica anche nelle scuole molfettesi. Biso-gnerebbe allora, più che modificare i programmi didattici, domandarsi qual è il vero scopo e obiettivo della scuola oggi. Non quello di costrin-

gere, ma di attirare fermo restando il suo valore educativo di rispetto delle regole. Dappertutto, così come nella scuola, ci sono regole ben definite da rispettare e il fatto che molti studen-ti non adempiano alla loro funzione deve sicuramente far riflettere. Biso-gna imparare sin dal piccolo cosmo scolastico a vivere, a relazionarsi e a portare avanti i propri ideali sem-pre nel rispetto delle regole per non ritrovarsi, dopo, giovani che siano la nuova mafia e che, a discapito di quelli che rispettano la legge, riesca-no sempre a farla in barba a tutti.

Maria Sancilio

1895Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Libertà fatta di regoleNe hanno parlato gli studenti “stimolati” da Gherardo Colombo.

Culutra & Spettacoli22 giovedì 15 aprile 2010

Page 23: Il Fatto n. 058

Continuano i consueti appuntamen-ti del Buena Vida Events, collettivo noto nella città di Molfetta impe-gnato nella realizzazione del Fatto Tour, che conclude un iter di cinque one night nella splendida location de La Lampara (risto-disco attivo da moltissimi anni nel mondo del-la notte). Una novità nel palinsesto delle one night, che evidenzia un modo professionale di fare diverti-mento condiviso e riconosciuto an-che nel circuito club e confermato anche dai giovani stessi che seguo-

no con entusiasmo le iniziative e il calendario delle varie serate. Un modo di pensare ed agire alla base del Buena Vida, architettato sempre da Danilo Sancilio, Davide Mezzina ed Enrico Giovine, degno di stima, che vuole contrastare il fenomeno migratorio delle idee o dei progetti come se quelli che si realizzano lon-tano sono validi, quelli che si “fan-no in casa” non hanno molto valore. Allora l’appuntamento è per ve-nerdì 16 aprile a La Lampara dove non mancherà nemmeno la musica

happy di Mastromauro dj. Tornando verso sud da ricordare è l’appunta-mento di venerdì 23 aprile in cui si svolgerà la settima tappa del Fatto Tour presso il Blues Cafè in Cor-so Dante. Quasi volendo inseguire la bella stagione ci avviciniamo al mare e ad un altro dei più suggestivi panorami molfettesi (anche storici) e nella speranza che il clima sia “ca-liente”… Buena Vida, Buena Vida a tutti, Buena Vida!Infoline Buena Vida: 349/2139769 - 347/0909213 - 347/8835196

1896Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Buena Vida a... La Lampara!

giovedì 15 aprile 2010 23il Fatto Tour

Page 24: Il Fatto n. 058

Mancano sempre meno “minuti” alla fine dell’attività agonistica per le com-pagini molfettesi ma, i primi verdetti possono già essere emessi. In alcuni casi si tratta di verdetti definitivi, in altri solo parziali in attesa che si ar-rivi a scrivere la parola fine a questa stagione. In altri casi ancora i giochi sono ancora tutti aperti. Ma andiamo con ordine.Finale, anche se mancano ancora 40 minuti da giocare, è il verdetto per la Virtus Basket Molfetta del duo Belli-femine-Scardigno. I cestisti biancoblu sfruttando a dovere la prima gara della fase ad “orologio”, hanno conquistato la tanto sperata salvezza. Una salvez-za sofferta fino all’ultimo istante e giunta grazie alla vittoria per 89 a 85 nella gara-spareggio contro Potenza,

squadra quest’ultima che nella prossi-ma stagione affronterà il campionato di Serie B Dilettanti. Alla Virtus di coach Azzollini non resta altro che la gara di domenica 18 aprile in quel di Agrigento per archiviare il campiona-to. Poi si dovrà pensare al futuro: un futuro che, lo ha dichiarato lo stesso presidente Bellifemine ad alcuni or-gani di stampa, per il momento è a tinte fosche. il rischio già annunciato è che non ci siano i soldi per affronta-re un altro campionato di A Dilettanti e si dovrà cedere il titolo per non ri-schiare la bancarotta. Certo è che se per la bravura dei dirigenti e l’arrivo di qualche importante finanziatore si dovesse ripartire dal terzo campionato nazionale sarà necessaria una rifonda-zione completa della squadra.

Per rimanere nel campo degli sport indoor, ancora molto da dire hanno i campionati di pallavolo, sia quello maschile di B1 che quello femminile di B2. I ragazzi della Pallavolo, sep-pur ancora matematicamente in corsa per i play off promozione, mostrano segni di stanchezza e alla ripresa dalla pausa per le festività pasquali si fan-no battere per 3 a 2 in casa dell’Or-tona. Una sconfitta che, oltre a far perdere punti importanti, segna la fine dell’esperienza molfettese dell’alle-natore Alessandro Lorenzoni che, di comune accordo con la società, ha in-terrotto il suo rapporto professionale. La squadra, in attesa di conoscere il nome del nuovo mister, si preparerà intanto agli incontri del 18 aprile in casa con il Potenza e del 25 a Galtina. Ben altra aria si respira in casa Az-zurra Volley con le ragazze terribili di patron Vincenzo Giancaspro in piena corsa per centrare una storica qualifi-cazione ai play off. I dolci di Pasqua non hanno certo appesantito gambe e braccia delle pallavoliste molfettesi che alla ripresa hanno liquidato sul parquet amico la Leonessa Altamura per 3 a 0. Molto del futuro della sta-gione si giocherà però nei prossimi due incontri: il 18 aprile nella trasfer-ta in casa del San Pietro Vernotico e il 24 ospitando il Napoli.

Per ragioni di natura tecnica (chiusura e stampa del nostro periodico) possia-mo aggiungere poco a quanto già det-to quindici giorni fa sulla situazione dell’Hockey Club: i biancorossi sono stati impegnati nel posticipo di marte-dì 13 contro il Sarzana e il 20 ospite-ranno poi il Breganze. La salvezza è a portata di mano. Poco possiamo dire anche del Real impegnato nei play off del campionato nazionale di Serie B di calcio a 5. Nella prima uscita, il 10 aprile i molfettesi hanno pareggiato per 5 a 5 a Bisceglie contro l’Olim-piadi. Il ritorno si è disputato il 13 a Molfetta.Chiudiamo con il calcio. Una Liberty ancora senza identità, guidata in pan-china da mister Di Leo non conquista la vittoria del campionato, come già ampiamente preventivato, e dice ad-dio anche al secondo posto in classifi-ca del torneo di Eccellenza. Nell’ulti-ma giornata della stagione regolare il Nardò regola facilmente il Manduria e brinda al meritato ritorno tra i Dilet-tanti. Il Molfetta invece si fa imporre lo 0 a 0 dal Terlizzi e viene superato dal Trani che vince a Cerignola. Do-menica 18 aprile via ai play off: la Liberty sarà nuovamente a Terlizzi mentre il Trani giocherà a Copertino. Ritorno il 25 a campi invertiti. La Se-rie D è ancora a portata di mano.

Virtus salva: questa la notizia più bellaLiberty Molfetta ai play off. Ultime gare per i verdetti ufficiali.

1897Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Sport24 giovedì 15 aprile 2010

Page 25: Il Fatto n. 058

HOCKEY BASKETSerie A1 Serie A dilettantiValdagnoFollonicaLodiBreganzeGiovinazzoBassano 54ViareggioSarzanaSeregnoR. BassanoMOLFETTAForte dei MarmiCorreggioTrissino

615555444438373630282823115

BarcellonaOstuniSan SeveroTrapaniPerugiaSienaRuvoPalestrinaSant’AntimoFerentinoMateraAgrigentoMOLFETTAPotenza

4236343432302828262624161210

PALLAVOLOSerie B1 Maschile Serie B2 Femminile

SarnoSan Pietro V.NapoliMOLFETTAArzanoBattipagliaA. BeneventoL. PotenzaA. PotenzaV. BeneventoV. AltamuraOriaL. AltamuraTarantoAcquavivaSalerno

6462606057564039323128272321210

E. GelaAtripaldaTuriMOLFETTABroloReggio CalabriaChietiPotenzaOrtonaCasoriaH. GelaGalatinaBlue CollegeCataniaAlberobello

555148444437373629292721103

rit.

CALCIO A5 CALCIOSerie B Eccellenza

NardòTraniMOLFETTATerlizziCopertinoLuceraSoglianoTricaseManduriaCastellanaCerignolaBisceglieCoratoMassafraTaurisanoLocorotondoMaglieAltamura

737169655348484747474141363534262214

Play Off10/04/10Loreto – Ortona 3-5Bisceglie – REAL MOLFETTA 5-5

Play Out10/04/10Giovinazzo – Manfredonia 3-2

Dal Boogie Woogie al Jive1898Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

La locuzione inglese Boogie Wo-ogie non ha una traduzione univo-ca. Sul suo significato si discute ancora oggi. Forse è un sopranno-me ricorrente negli ambienti neri di Chicago nei primi decenni del ’900. forse è semplicemente un suono onomatopeico che fa riferi-mento a qualche strumento di ac-compagnamento che nei primis-simi albori scandiva il ritmo di questa musica, in assenza di pia-noforte. Il Boogie Woogie nacque nel contesto del jazz-blues ame-ricano attorno al 1920 ed i primi musicisti furono esclusivamente neri e lo strumento musicale per elezione fu il pianoforte. L’ini-ziale definizione di fast blues in-troduce immediatamente il con-cetto di tempo sostenuto, come caratteristica essenziale di questa danza. Sul piano interpretativo, poi, abbiamo avuto due filoni distinti: uno classico, in chiave dotta, ed un altro di massa, orche-strale, che puntava più sul ritmo frenetico. Gli anni della massic-cia commercializzazione di que-sto nuovo genere furono tra il ’29 e il ’30, gli anni del proibizioni-smo e della caduta della borsa di Wall Street, in quanto la voglia di risorgere portò all’apertura di numerose sale da ballo in tutte le principali città degli USA. A dire il vero, dagli studi effettuati sul Boogie Woogie in quanto danza, è emerso chiaramente che esso non ha creato specifiche figu-re, ma ha operato una sintesi di tutto quanto era stato prodotto dalle danze del genere Jitterbug. Per quanto riguarda la posizione della coppia, non c’era una rego-la precisa, nel senso che le libere interpretazioni personali portava-

no di volta in volta i ballerini ad assumere posizioni aperte, chiuse o di spalle. Questa condizione di fondamentale libertà consentiva ai danzatori più acrobatici di in-serire figure azzardate e perico-lose come salti mortali, voli di ogni genere, scavalcamenti della donna e sottopassaggi da parte di lei, preparando in tal modo le basi del Rock’n Roll. Il Boo-gie Woogie entrò profondamente nella vita degli americani e nelle loro abitudini, sia come musica che come ballo. Per questo mo-tivo, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, le autorità fe-cero incidere una serie di 33 giri di musica swing/boogie destinati alle truppe impegnate in guerra; ciò sarebbe servito a tenere alto il morale dei soldati. E fu pro-prio tramite le truppe americane che questa danza arrivò in Euro-pa ed il ritmo coinvolgente prese subito ed appassionò anche noi. Il Jive americano all’epoca era solo appena accennato e non tutti i soldati sapevano ballarlo, men-tre gli europei apportarono nel corso degli anni un serie di per-fezionamenti stilistici e tecnici e, aggiungendo numerose figure, fe-cero di questa danza una delle più prestigiose a livello internaziona-le. Le figure del Jive richiedono stile e resistenza fisica, forza ed elasticità, ma l’azione tecnica più importante e difficile da rispetta-re è il bounce (molleggio) delle ginocchia che, con l’alternarsi di compressione ed estensione, richiede un sforzo muscolare no-tevole, considerando la velocità di questa piacevole ed energica danza.

Alberto Tridente

Il Fatto Danza.

giovedì 15 aprile 2010 25Sport

Page 26: Il Fatto n. 058

La cellulite è un’alterazione in-fiammatoria del tessuto connettivo della pelle. Tale inestetismo cuta-neo interessa milioni di persone e si manifesta con accumulo di liquidi e grasso principalmente su cosce e fianchi nelle donne e sulla pancia negli uomini. La sintomatologia degli stadi iniziali si manifesta con gonfiore causato dal ristagno di li-quidi nel tessuto e di accumulo di grasso e acqua nelle cellule. La cute si presenta ancora tesa ed elastica ma se viene compressa non riman-gono impronte. In questa fase è dif-ficilmente riconoscibile ad occhio nudo. Negli stadi successivi l’epi-dermide assume un colorito spento, si arrossa e assume il cosiddetto aspetto “a buccia d’arancia”, visibi-le a prima vista. L’insorgere della cellulite dipende da diversi fattori che spesso si sommano fra loro; si ritiene comunque che le cause prin-cipali dell’insorgenza e dell’aggra-vamento siano le seguenti. Gene-tici: se madre o nonna soffrono di tale disturbo è possibile che ci sia una predisposizione genetica. Or-monali: la pubertà, la gravidanza, la premenopausa, la sindrome preme-struale e gli anticoncezionali pos-sono favorire la ritenzione idrica a causa di un eccesso di estrogeni non compensati da una sufficiente secrezione di progesterone. Stress: situazioni particolarmente stressan-ti, come conflitti familiari e lavora-

tivi, possono portare ad un aumento del grasso di deposito e ad una dif-ficoltà nella circolazione periferi-ca e nell’eliminazione dell’acqua. Stitichezza: riduce l’eliminazione dei residui. Dieta scorretta: l’intro-duzione eccessiva di calorie, di cibi ricchi di grassi e di sale favorisce accumulo di adipe localizzato, ri-tenzione di liquidi e formazione dei cuscinetti. Sovrappeso. Problemi circolatori: la mancanza di eserci-zio, una vita sedentaria, abiti ade-renti, tacchi troppo alti, fumo, sono fattori che ostacolano il reflusso circolatorio, la buona ossigenazio-ne dei tessuti e la corretta circola-zione locale. Per contrastare la for-mazione della cellulite è importante seguire delle regole salutari. La bat-taglia va combattuta su più fronti, pertanto occorre una strategia com-pleta basata sui seguenti punti. Bere molta acqua: per permettere una buona diuresi e un’eliminazione delle sostanze tossiche e di rifiuto. Si raccomandano 1,5-2 litri di ac-qua naturale al giorno. Ridurre l’as-sunzione di sale: l’eccesso di sale predispone ad una maggiore riten-zione idrica. Aumentare il consumo di verdure, frutta fresca e legumi ed evitare le farine e gli zuccheri raffi-nati. Aumentare il consumo di ali-menti ricchi di fibra per migliorare il transito intestinale e combattere la stitichezza. Consumare alimen-ti ricchi di flavonoidi. Consumare

frutta ricca di enzimi come papaia e ananas. Preferire l’olio di oliva e ridurre i grassi saturi (burro e mar-garina) e alimenti particolarmente grassi. Evitare il consumo di alcool. Fare regolarmente esercizio fisico: lo sport non serve solo a bruciare i grassi ma aiuta anche a tonificare i muscoli e a stimolare la circolazio-ne. La ginnastica più utile è quella di tipo aerobico, che stimola l’os-sigenazione dei tessuti e mobilita i depositi di grasso. Perfetti sono quindi lo step in acqua (che grazie ai movimenti del corpo ci permette di sfruttare anche l’azione idromas-saggio) e la bici (o la cyclette se non è possibile fare attività all’aria aperta) o, comunque, camminare minimo un’ora al giorno. Seguire alcune regole base: non accavallare

le gambe, non utilizzare pantaloni stretti, utilizzare tacchi di media al-tezza e di forma regolare affinché non creino problemi di circolazio-ne. Praticare l’idroterapia: ovvero passare sul corpo acqua a differen-ti temperature. Tale accorgimento attiva la microcircolazione. Usare creme o prodotti riduttori e anticel-lulite: massaggiando delicatamente, in modo circolare e dal basso verso l’alto per stimolare i tessuti. Facen-do di queste regole delle sane abitu-dini riuscirai a prevenire e contra-stare l’insorgere della cellulite.

Per maggiori informazioni: NA-TURHOUSE, Via Margherita di Savoia, 63 – Molfetta (Ba) tel.: 080.3971860/080.3504326 Dott. Floriana Camporeale.

1899Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

La cellulite: conoscerla e sconfiggerlaBenessere & Salute26 giovedì 15 aprile 2010

Page 27: Il Fatto n. 058

Un lenzuolo di lino cucito accuratamen-te a spina di pesce, una figura umana im-pressa come il negativo di una fotografia su di esso, la misteriosa somiglianza di questa sagoma con i tratti sacri di Gesù Cristo, sono questi i particolari, almeno quelli immediatamente evidenti, che contraddistinguono la Sacra Sindone. Custodita nel Duomo di Torino, la Sindo-ne sembra corrisponda all’antico sudario che almeno due millenni fa ha avvolto il corpo esanime di Gesù dopo la cro-cifissione e nella successiva deposizione nel Santo Sepolcro. Sono passati più di duemila anni dalla morte di Cristo e il Sacro lenzuolo potrebbe costituire una delle più importanti testimonianze della sua venuta in Terra. Una delle prime te-stimonianze, tra l’altro non riconosciuta dalla Chiesa, è data da un Vangelo apo-crifo che riporta come Gesù dopo essere resuscitato consegnò il sacro lenzuolo nelle mani di un sacerdote del Tempio di Gerusalemme. Probabilmente questo Vangelo riporta una rappresentazione simbolica di quanto accaduto dopo la morte di Cristo. All’epoca tutti i tessuti che entravano in contatto con un cada-vere venivano immediatamente consi-derati impuri e dovevano essere distrutti o bruciati. Non è da escludere quindi che la Sindone sia stata immediatamente na-scosta per salvarla dalla distruzione.

Secondo le testimonianze il telo venne custodito fra la Terra Santa e la Turchia sino al 1204 quando la Sindone prese la strada del Mediterraneo centrale passan-do per Atene. Nel 1353 la reliquia fu tra-sferita a Lirey in Francia e poi a Cham-bury. Conservata nella Sainte Chapelle rischiò nel 1532 di essere distrutta da un incendio. Furono le suore Clarisse a ri-pararla con delle toppe triangolari. Nel 1578 venne portata definitivamente dai Savoia a Torino. Scampata nel 1996 ad un altro incendio il sacro lenzuolo è sta-to sottoposto a restauro e a partire dallo scorso 11 aprile è stato riesposto ai fede-li per la venerazione. Attualmente è di proprietà del Vaticano dono di Umberto II. Ma cosa raffigura questo misterioso lenzuolo? Sicuramente l’immagine im-pressa si riferisce ad un uomo morto in seguito alla crocifissione. Dalle macchie presenti sul telo si può evincere come l’uomo in questione prima di essere cro-cifisso fosse stato torturato e flagellato. Successivamente i suoi polsi furono forati da chiodi, come testimoniano le circolari macchie di sangue all’altezza dei polsi. Il costato dell’uomo presenta una profonda ferita riconducibile ad un oggetto contundente. Si tratta forse della lancia che ferì Gesù mentre era in cro-ce? Le spalle e le ginocchia presentano segni di escoriazioni dovute verosimil-

mente al percorso che il malcapitato fece con il palo della croce sulle spalle e alle numerose cadute. Anche i piedi risultano forati da oggetti contundenti. Eloquente è il volto sconvolto da segni di percosse e la parte superiore della te-sta piena di ecchimosi dovute alla pre-senza di numerosi corpi contundenti. La corona di spine? Numerosissimi sono stati gli esami scientifici effettuati sul lenzuolo. All’inizio era convinzione co-mune quella che la Sindone fosse opera di un falsario medievale ma i numerosi esami hanno reso improbabile questa teoria. L’uomo raffigurato sul telo era nudo e in epoca medievale nessun artista si sarebbe mai sognato di dipingere una persona senza veli. Studi della NASA hanno inoltre attestato come il lenzuo-lo avesse avvolto realmente un uomo. Ulteriori studi hanno addirittura indivi-duato tracce di sangue del gruppo AB. Sono stati effettuati persino degli esami botanici. Sul telo sono stati ritrovati pa-recchi tipi di pollini che dopo un attenta analisi sembra che provengano proprio dalle regioni, Europa e Medio Oriente, in cui la Sindone ha viaggiato nel corso di due millenni. Unica analisi discordan-te è quella effettuata con il Carbonio 14 che ha collocato il lenzuolo fra il XIII e il XIV secolo. In questo caso l’analisi non risulta molto attendibile perché pro-

babilmente gli studiosi hanno utilizzato frammenti di tessuto che furono cuciti dalle suore Clarisse dopo l’incendio di Chambury. Ma è l’esame del volto, in-credibilmente somigliante a quello di Gesù descritto dai vangeli, che sta ri-velando un particolare importante. Nel I secolo era diffusa la pratica di inserire dopo la crocifissione le monete negli in-cavi oculari. L’immagine della Sindone rileva come sull’occhio sinistro vi sia una fossetta causata probabilmente da una moneta. Analizzando meglio questa incavatura si può identificare verosimil-mente l’impronta di moneta su cui sono incise le lettere TIB e l’immagine di una coppa. Fra il 20 e il 40 d.C. in Palestina era diffuso questo tipo di monete con le iniziali dell’allora imperatore Tiberio, imperatore sotto cui trovò la morte Gesù. Verità o grande burla le domande relati-ve al sacro lenzuolo non finiranno mai di esistere. Per il mondo Cristiano non sarebbe nemmeno importante scoprire se realmente la Sindone avvolse il corpo di Cristo. Affidarsi incondizionatamente ai principi della propria religione è una delle basi del Cristianesimo. Non vi sa-ranno mai prove che scalfiranno la fede del vero Cristiano il quale “crede solo e soltanto perché crede”.

Francesco Tempesta

1900Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

La sacra Sindone

giovedì 15 aprile 2010 27Oltre la Realtà

Page 28: Il Fatto n. 058

Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazio-

ne non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

Per inserire un’offerta di lavoro basta inviare il testo con l’inserzione alla nostra e-mail: [email protected]

1901Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Guardia di Finanza: 400 posti a concorso

EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA GRAFICO PUBBLICITA-RIOLa Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca grafico freelance da affiancare alla struttura in-terna e ai progetti in corso. Si richiede fantasia creativa, capacità d’uso degli strumenti di editing grafici moderni, e voglia di entrare in un gruppo dinamico come quello giornalistico indipendente. Si richiede curriculum vitae con foto contenete esperienze creative e possibilmente demo. PER INFO: [email protected]

EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA CONSULENTE COMMER-CIALELa Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fat-to” cerca consluentei commerciali da introdurre nel proprio organico. Cerchiamo gente dinamica e libe-ra di mente con la voglia di affermarsi nel mondo del

lavoro. Offriamo formazione e stabilià contrattua-le da raggiungere dopo un percorso serio di crescita. PER INFO INVIARE C.V. CON PROPRIA PRESENTAZIONE COMPLETO DI FOTO A [email protected].

ELIANTOLa Elianto srl ricerca per il proprio call center in Molfetta OPERATORI/TRICI TELEFONICHE per la vendita dei propri prodotti.Si offre Contratto a Progetto, formazione professionale, ambiente giovane e dinamico e possibilità di assunzione a tempo indeterminato. Possibilità di Part-Time.Inviare curriculum a: [email protected], fax: 080-3343113, tel 080-3351242, Via Don Minzioni, 3/31 - Molfetta (BA), www.olioelianto.it.

TECNA SAS

La TECNA SAS, azienda meccanica, per ampliamento orga-nico cerca operai specializzati e/o da formare previo regola-re periodo di apprendistato. Per info inviare CV all’indirizzo S.P. Terlizzi/Mariotto 7, 70038 Terlizzi, o a mezzo fax al numero 080-351229. Per info chiamare lo 080-3542837 o recarsi presso la sede all’indirizzo sopra indicato.

PARRUCCHIERE VENERE BY MARTAParrucchiere Venere by Marta cerca apprendista parrucchie-ra con esperienza e massima serietà per impiego full time.Per info: Contattare il 080/3389887 nelle ore lavorative o presso la sede in Via Corrado Salvemini 38/b

PLAYA DEL SOLRicerca personale qualificato con esperienza per la nuoca stagione: pizzaiolo, cuoco, aiuto cuoco, cameriere e facto-tum.

Per info: telefonare al 348/9354757

SOLARTEKCercasi ragazza per mansione di segretaria / receptionist part- time o full time, per azienda in espansione settore energie rinnovabile. Requisito necessario diploma e cono-scenza di pc/pacchetto office ,bella presenza, ottime capacità relazionali, età max 25 anni. Le candidate interessate pos-sono inviare il proprio CV, indicando il proprio consenso al trattamento dei dati personali. Per info: Tel. 080.967.13.91 - [email protected]

IL CIBO DEGLI DEIIl ristorante “Il Cibo degli Dei” - Molfetta seleziona persona-le di cucina e sala per la stagione estiva.Per info contattare al numero 392 99 68 233 o inviare il curriculum vitae all’indirizzo: [email protected]

Lavoro in chiaro28 giovedì 15 aprile 2010

Si svolgerà a Bari il 24 aprile alle 10, presso la Facoltà di Far-macia, il primo incontro-dibatti-to dell’Associazione Ex Alunni della Facoltà di Farmacia di Bari. L’incontro rappresenta una gior-nata di orientamento dedicata ai laureandi e laureati della Facoltà di Farmacia di Bari dove un gruppo di ex alunni della facoltà di farmacia intende promuovere incontri tra laureati e gli attuali studenti sempre della facoltà di farmacia. Il progetto, denomi-nato Exaf (Ex alunni farmacia -

www.exaf.it), è stato finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito dell’iniziativa “Principi Attivi” e realizzato, quindi, con il pre-ciso intento di creare percorsi di orientamento per conoscere gli sbocchi professionali che la lau-rea in Farmacia o Ctf (Chimica e Tecnologia Farmaceutiche) può dare. Interverranno in qualità di speaker i professionisti dei di-versi ambiti (ricerca, industria, farmacia ospedaliera e infor-mazione scientifica). L’incontro è aperto a tutti.

Bari: giornata di orientamento per laureatie laureandi della Facoltà di Farmacia

1902Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Arriva una nuova opportunità per chi vuole entrare a far parte del corpo della Guardia di Finanza. È indetto, infatti, un concorso per 400 posti di allievo maresciallo preso la Scuola Sovrintenden-ti della Guardia di Finanza per l’anno accademico 2010/2011. La possibilità di partecipare è rivol-ta a tutti i cittadini della Repub-blica Italiana, inclusi i residenti all’estero. Di seguito vi elenchia-mo i principali requisiti necessari per poter partecipare al concorso: possesso di un diploma di scuo-la secondaria superiore, inclusi i casi in cui verrà conseguito per l’anno scolastico in corso; che godano di tutti i diritti civili e politici, non riformati alla visita di leva e con nessun carico pen-dente. I partecipanti dovranno affrontare sei prove tra cui una preliminare composta da questio-nario a risposta multipla, una se-conda prova scritta relativa ad una composizione in italiana. Succes-sivamente si provvederà con lo svolgimento di accertamenti di idoneità psico-fisica e attitudina-le, una prova orale di cultura ge-nerale, un’ulteriore prova scritta e un’orale relativa all’accerta-mento della conoscenza di una o più lingue straniere a scelta e

infine una prova facoltativa di informatica. Gli interessati po-tranno reperire il bando con tutte le informazioni e i moduli per la domanda all’interno del sito della Guardia di Finanza nella sezione concorsi www.gdf.it/home/. At-tenzione, presso il Comando Pro-vinciale della Guardia di Finanza del capoluogo di provincia della circoscrizione in cui si risiede andrà consegnata a mano la mo-dulistica o a mezzo raccomandata a/r. Le domande devono perve-nire entro e non oltre i tempi in-dicati nel bando stesso. Nel caso di invio della domanda tramite raccomandata con ricevuta di ri-torno ricordatevi che, in questo caso, fa fede la data del timbro postale, nell’eventualità di ar-rivo oltre i sessanta giorni dalla data di pubblicazione del bando le domande verranno archiviate e i candidati ammessi con riser-va alla procedura concorsuale. La scadenza per la partecipazione a questo concorso è prevista per il 26 aprile 2010.

“Le stesse parole che dette da un filosofo gli costerebbero la testa, in bocca ad un “buffone” susci-tano allegria.”

Erasmo da Rotterdam

Page 29: Il Fatto n. 058

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì.

w w w . i l f a t t o . n e t

Antica Salumeria del Centro - Via De Luca, 7Bar Arcobaleno - Banchina San DomenicoBar Astoria - Corso Umberto I, 16Bar Belvedere - lungomare Marcantonio ColonnaBar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi d’Argentina, 75Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43Bar Cavour - Corso Fornari, 47Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18Bar Europa - Via F. Cavallotti, 33/35Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33Bar Fausta - Corso Umberto I, 150Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91Bar Haiti - Via San Domenico, 42Bar Ideal - Via TerlizziBar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46Bar La Favola Mia - Via Baccarini, 35Bar La Fenice - Corso Umberto IBar London - Via Terlizzi, 6Bar Mary - Corso Umberto I, 122Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6Bar Miramare - Via San Domenico, 9Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama MartinaBar Mongelli - Via Baccarini, 35Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48Bar Rio - Via Bari, 92Bar S. Marco - Corso Umberto IBar Settebello - Via A. Salvucci, 28Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33Bar Seventy - Via Tenente Michele SilvestriBar Sottocoperta - Piazza Giuseppe GaribaldiBar Stazione - Piazza Aldo MoroBar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32Bar Toto - Corso Fornari, 73Bar Universo - Corso Umberto IBetty Paige - Largo Municipio, 6

Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo MoroBlues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12Caffè Colorado - Via Guglielmo MarconiCaffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16Caffè Silver - Via Framantle 19/iCaffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30Caffetteria Manhattan - Viale dei CrociatiCaffetteria Roma 2 - Banchina San DomenicoCaffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7Coffee Room - Viale Pio XI, 9Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9De Pinto - Via Edoardo Germano, 39Edicola - Viale Pio XIEdicola - Via Tenente Michele SilvestriEdicola - Via Palmiro TogliattiEdicola - Piazza Giuseppe GaribaldiEdicola - Corso Dante AlighieriEdicolandia - Via Principe Amedeo, 45Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla ChiesaEdicola Gigotti - Via Bari, 74Edicola Grosso - Via Don Pietro PappagalloEdicola L’Altra Edicola - Via TerlizziEdicola Sciancalepore - Via Madonna dei MartiriEdicola Sciancalepore - Piazza CappucciniEuro Caffè - Via San Francesco d’AssisiFarmacia Grillo - Via S. Angelo, 37Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91Green Bar - Via Baccarini, 111Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15Guardia di Finanza - Madonna dei MartiriIstituto Professionale Alberghiero Di Stato - Corso FornariIstituto Professionale Di Stato Per Le Attivita Marinare - Via GiovinazzoIstituto Professionale per i Servizi Turistici “A. Bello” - Viale XXV AprileIstituto Tecnico Industriale Di Stato “G. Ferraris” -

Via Palmiro TogliattiLe Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69Le Mimose - Viale Pio XILiceo Ginnasio Di Stato “L. Da Vinci” - Corso Umberto ILiceo Scientifico Di Stato - Via Palmiro TogliattiLiceo Sociopsicopedagogico “V. Fornari” - Via Generale Luigi AmatoMarilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40Mattia’s Cafè - Corso Dante AlighieriMondocasa - Piazza Effrem, 12Music Cafè - Via Ten. Silvestri, 11Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15Panificio Annese - Via Cappellini, 28Panificio Biancaneve - Via Molfettesidel Venezuela, 41Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49Panificio Centrale - Via Respa, 40Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36Panificio Europa - Via Rattazzi, 41Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18Panificio Posta - Via Ricasoli, 29Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante AlighieriParrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa Vecchia

Parrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv AprileParrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A. Dalla ChiesaParrocchia S. Achille - Via A. SalvucciParrocchia S. Bernardino - Via TattoliParrocchia S. Gennaro - Via Sergio PansiniParrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/dParrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella QuintinoParrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIIIParrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3Petito Cafe - S.S. 16 Molfetta-GiovinazzoPlace Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24Stazione di rifornimento AGIP - Via TerlizziStazione di rifornimento AGIP - Via GiovinazzoStazione di rifornimento API - Zona IndustrialeStazione di rifornimento Madogas - Strada Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori – Zona ASISwing Pub - Viale Pio XI, 21Tabaccheria - Viale Pio XI, 55Tabaccheria - Corso Dante AlighieriTabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2Tabaccheria - Via Baccarini, 67Tabaccheria - Via Rossini, 12Tabaccheria - Piazza G. GaribaldiTabaccheria Edicola - Via Raffaele CormioTabaccheria Pansini - Via Roma 32Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65Tabaccheria Veneziano - Via Madonnadei Martiri, 67Totoricevitoria “Del Cuore” - Via Baccarini, 77

giovedì 15 aprile 2010 29Rubriche

Page 30: Il Fatto n. 058

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo

del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, co-lonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

SOLUZIONI

FACILE DIFFICILE

Consigli per una sana alimentazione La cioccolata

1903Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Pasqua è passata ma sicuramente molta cioccolata è ancora in circo-lazione: al latte, extrafondente, a forma di uovo o di campana, ne

abbiamo mangiata e vista di ogni genere in questi giorni. Ma cos’è la cioccolata e come si produce? Innanzitutto diciamo che il cioccolato è ottenuto dalla lavorazione del cacao, una pianta tropicale (Theobro-ma cacao) i cui semi vengono essiccati e macinati per ottenere la polvere di cacao. Questa è usata come ingrediente per fare il cioccolato con aggiunta di zucchero (sacca-rosio) ed eventualmente di burro di cacao. Il burro di cacao è la parte grassa del seme che è usato come ingrediente del cioccola-to ma anche nell’industria farmaceutica e nella cosmesi. Una volta macinati i semi della pianta subiscono una serie di passaggi a temperature e tempi diversi che ne confe-riscono anche qualità diverse. I vari tipi di cioccolata che conosciamo si distinguono per la quantità di cacao in essi contenuta: la cioccolata fondente ne ha un’elevata per-

centuale, può arrivare al 70% e in quello extra non è inferiore al 45%; in quella al latte al cacao vengono aggiunti latte o suoi derivati; quello bianco contiene solo burro di cacao mescolato a latte e saccarosio ma non cacao! Altri ingredienti possono essere poi nocciole, mandorle e noci. Vi può ca-pitare di leggere tra gli ingredienti lecitina di soia, perché viene spesso aggiunta per la sua azione emulsionante che favorisce una omogeneizzazione degli ingredienti. Pur-troppo il burro di cacao (grasso naturale) viene spesso mescolato con grassi vege-tali non specificati che possono contenere sostanze tossiche per l’organismo: cercate di evitare questi tipi di cioccolata. Infine va ricordato che è un prodotto blandamente psicoattivo per il contenuto di teobromina e feniletilamina, sostanze che gli danno leggere proprietà antidepressive ed eufo-rizzanti, di lieve azione diuretica e di mo-desto effetto vasodilatatore; contiene anche anandamide (un cannabinoide endogeno del cervello) e un po’ di caffeinadott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutri-zionistaStudio di Nutrizione e AlimentazioneTel. 080.335.45.29- 338.27.87.929

Rubriche30 giovedì 15 aprile 2010

Page 31: Il Fatto n. 058

w w w . i l f a t t o . n e t

Ingredienti per 10 persone:

Procedimento

600 gr di sedanini300 gr di pomodori1 mazzetto di basilico2 acciughe

••••

ARIETE LEONE SAGITTARIO

Avvertirete l’esigenza di mostrare un lato del vostro carattere che non sem-pre fate vedere e si tratta specificata-mente della vostra generosità. Spes-so, infatti, la tenete nascosta, poiché pensate che le persone ne possano approfittare.

Dovreste evitare di farvi troppe para-nioie, soprattutto nei confronti di quelle persone che non si sono comportate molto bene con voi ultimamente, ma che voi stimate moltissimo. La fiducia è qualcosa che va guadagnata e che si può anche perdere.

Se vi mostrerete troppo accondiscen-denti verso le persone che vi sono vicino, è molto probabile che queste si approfitti-no della vostra disponibilità e della vostra gentilezza. Se non volete che questo ac-cada forse sarebbe il caso di moderare il vostro impeto di generosità.

TORO VERGINE CAPRICORNO

Sarete molto fortunati, quindi non sciupate nessuna occasione in cui potrebbe essere richiesta la fortuna, perché perdereste un treno che passa raramente. Non abbiate paura di buttarvi insomma, perché solo osando potete ottenere ciò che volete e che desiderate da tanto tempo.

Potreste apprezzare molto il modo in cui le persone che vi sono vicino vi di-mostreranno la loro gentilezza e il loro affetto, in particolar modo chi lavora al vostro fianco manifesterà una de-licatezza che non avevate mai avuto modo di notare.

Le vostre aspettative potrebbero essere più alte del solito, forse perché vi sve-glierete al mattino con il desiderio di dare un senso maggiore alla vostra esistenza e con l’intento di realizzare al più presto uno dei vostri progetti lasciati in sospeso da troppo tempo.

GEMELLI BILANCIA ACQUARIO

Sarebbe bene prendere in considera-zione l’opportunità di tentare la fortu-na, poiché anche per voi ci sono delle buone aspettative. Soprattutto in am-bito lavorativo, se dovete mettervi in competizione con qualcuno, non ab-biate paura.

Avrete modo di sviluppare ancora di più quella capacità che avete di im-magazzinare informazioni come se niente fosse. Infatti qualcuno sarà per voi una fonte inesauribile di questioni molto interessanti, che voi non vi la-scerete sfuggire.

Vi sentirete molto pieni di fiducia in voi stessi e i vostri sentimenti non potran-no essere messi da parte, ma dovranno essere condivisi con le persone che vi vogliono bene e che ovviamente non si aspettano altro da voi.

CANCRO SCORPIONE PESCI

Qualcuno potrebbe chiedervi di mantenere un segreto e questo potrebbe causare in voi qualche dubbio e qualche rimostranza nei confronti della persona in questione, poiché vi sembrerà poco saggio prendervi una respon-sabilità del genere. Cercate di essere sinceri e vedrete che troverete insieme una soluzione.

Ci potrebbe essere qualcuno di molto interessato alla vostra vita e che cerche-rà in tutti i modi di scoprire qualcosa sul vostro conto. Ovviamente questo a voi da molto fastidio. Sarebbe quindi il caso di affrontarlo e di esprimere il vostro dis-senso ai modi usati.

Dovrete dare la priorità alla vostra famiglia, quindi anche se avete degli affari urgenti da sbrigare, dovreste rimandarli, oppure sbrigarvi. Ultimamente, anche se le cose in campo professionale potrebbero apparire più importanti, avete riscoperto il piacere di stare con le persone che amate.

I CONSIGLI DELLO ZODIACO

Rubrichegiovedì 15 aprile 2010 31

IL FATTOQuindicinale gratuito di informazione

EDITOREActiva S.r.l. con unico socio

PRESIDENTEGiulio Cosentinoe-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILECorrado Germinario

COLLABORATORIAngela Teatino, Pantaleo de Trizio,Isabel Romano, Lella Salvemini,Marilena Farinola, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese.

Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

REDAZIONEVia degli Antichi Pastifici,Zona Artigianale A/8 · [email protected]

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONEMarcello Brattoli

STAMPAMASTER PRINTING S.R.L.VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096

150 gr di olio extra vergine1 spicchio d’aglio150 gr di peperoni200 gr di stracciatella

••••

Arrostire e spellare i peperoni. Tagliare a piccoli rombi sia i peperoni che i pomodori. Condire il tutto con aglio, basilico, olio, sale e acciughe. Cuocere i sedanini in abbondante acqua salata. Una volta cotti condirli con la crudaiola ottenuta e servire con al centro una forchettata di stracciatella.

Chef: Giovanni Lo russo – Componente della Nazionale Italiana Cuochi

Sedanini alla crudaiola con peperoni arrosto, acciughe e stracciatella

Page 32: Il Fatto n. 058

La tua casa merita il meglio

Specializzata in recupero edi�ci d’epoca, certi�cata

tel/fax 080.3971436 [email protected] www.edilnetsrl.it

EDILNET VENDELuminoso appartamento nel centro storico di Bisceglie, vicinanza marina da diporto, al 2° ed ultimo piano in uno stabile d'epoca totalmente ristrutturato: 65 mq, terrazzo sovrastante di proprietà di 55 mq, dotato di vano tecnico, finiture di pregio, solai in legno altezza 4,30 m,doppio affaccio.

Il sospetto ha il potere di inquietare e gettare il dubbio su tutto, finché lo si lascia agire nel suo ambiente naturale che è l'incertezza, il vago, la penombra.

Raniero Cantalamessa

Ristrutturazione e restauroProgettazionePratica per il recupero fiscale del 36 e 55 %Certificazione energetica