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Anno II - Numero 22 - Domenica 17 giugno 2012 Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - www.casacasoria.it - Distribuzione gratuita Discarica del Cantariello: FATE PRESTO! Foto di Lucio Iavarone

Il Giornale di Casoria

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Il Giornale di Casoria

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Page 1: Il Giornale di Casoria

Anno II - Numero 22 - Domenica 17 giugno 2012

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - www.casacasoria.it - Distribuzione gratuita

Discarica del Cantariello:

FATE PRESTO!

Foto di Lucio Iavarone

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2 il giornale di Casoria • Domenica 17 giugno 2012

E D I T O R I A L E

Casoria e dintorniIl punto della situazione.di Giuseppe Storti

Prima la buona notizia. L’impegno, il grandissimo e crescente consenso che sta riscuotendo l’Associazione culturale

“Padre Ludovico da Casoria”. A breve la stipula del protocollo d’intesa con L’Itis Torrente del Preside Giovanni De Rosa: un vero attrattore culturale e sociale del territorio, grazie al suo impegno ed alla sua professionalità. L’Istituto ospiterà il centro studi e documentazione che si occuperà tra le altre cose di raccogliere do-cumentazione e testimonianze orali sulla vita e le opere del San Francesco casoriano. Grande fermento intorno a quest’iniziativa. Sempli-ci cittadini, tanti lettori del nostro giornale, ed anche tanti professionisti di Casoria e dei comuni viciniori ci hanno contattato per darci una mano. Il fine è quello di valorizzare an-cor di più la gigantesca figura del nostro umile fraticello. Sperando a breve di avere la notizia definitiva da Roma della sua canonizzazione. Tante le iniziative in cantiere, che di volta in volta documenteremo ai nostri lettori. Al Se-minario di studi tenutosi nella sala convegni

del Torrente folla delle grandi occasioni per il debutto dell’associazione. Un’iniziativa che na-sce sotto l’egida del Parroco della Chiesa San Paolo, Padre Nunzio De Lia, mentre il Cen-tro studi e documentazione filiazione gemella dell’Associazione, sarà formato da laici: pro-fessionisti, giornalisti, scrittori, storici e sem-plici cittadini. Ed ora la cattiva notizia. Sem-pre la stessa. Parliamo dell’ecomostro che è sul nostro territorio da ben 11 anni: la discarica del Cantariello. Nei giorno scorsi un incendio probabilmente per autocombustione: un mix terrificante dovuto alle fumarole di rifiuti tos-sici seppelliti nella discarica che fumano anche sotto la pioggia battente, e le alte temperatu-re di questi giorni. I Vigili del fuoco hanno dovuto faticare non poco per spegnere quelle fiamme infernali altamente nocive per la salu-te dei cittadini in un territorio che ha visto in questi anni crescere esponenzialmente i casi di tumore e di malattie neurologiche improvvise dovute probabilmente a modificazioni geneti-che. I componenti della Commissione Bonifi-che ambientali arrivati qui a Casoria per una verifica della situazione su richiesta di Sindaco e Assessore all’Ambiente Tignola che hanno inviato per l’occasione un corposo dossier ri-

assuntivo della storia davvero inquietante della discarica casoriana, sono rimasti inorriditi di fronte ad un fenomeno che per undici anni è stato colpevolmente sottovalutato e quasi di-menticato. Qualsiasi cosa sia stata fatta finora ed in questi giorni è troppo poco. Fate presto! La situazione ambientale con il crescere delle temperature estive rischia di provocare un ef-fetto “ Seveso” per un’area densamente popo-lata. Gli operai del colosso Leroy Merlin im-pauriti dal fatto di dover respirare ogni giorni le esalazioni tossiche delle fumarole perenne-mente attive che provengono dalla discarica si sono autotassati per far analizzare per 30 gior-ni il livello di tossicità dell’aria che respirano e che respiriamo da esperti dell’Università. Oltre che esaminare una volta per tutte cosa ci sia sotto il terreno che fuma nella discarica. Esiste infatti il fondato sospetto che siano stati sep-pelliti lì sotto rifiuti e scarti industriali tossici, forse anche radioattivi. Un bell’esempio di cit-tadinanza attiva ed un meritato schiaffo in fac-cia per chi finora ha tentennato e cincischiato in un situazione come questa di disastro am-bientale. La situazione della “ Cantariello” se possibile appare ancora più grave di quella di Giugliano(la Resit), manca infatti finanche la caratterizzazione: ovvero la messa in sicurez-za secondo le normative vigenti e le direttive europee. Insomma: “un’apocalisse ambientale” posta al centro di un territorio densamente abitato e nel mezzo di terreni coltivati.

La storia dell’auto in Campania la riscrive Giuseppe PesceGrande successo del documentario del giornalista casoriano.di Giuseppe Storti

“Un’auto targata Sud” è il titolo del documen-tario di Giuseppe Pesce e Aldo Zappalà che è andato in onda per “La Storia siamo Noi”

di Giovanni Minoli, il 12 giugno su RAI2 (ore 23:45) e il 13 su RAI3 (ore 10:00); dopo essere stato presentato in anteprima venerdì 8 giugno a Napoli (Università Suor Orsola Benincasa). Il do-cumentario – oggetto anche di una tesi di laurea di una studentessa del “Suor Orsola” – nasce da una ricerca di Giuseppe Pesce, che per primo ha rico-struito una storia complessiva degli insediamenti Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco, dal periodo

fascista alla ricostruzione, dal progetto Alfasud alla privatizzazione. Un primo corposo dossier storico, dal titolo “Un motore per il Sud: L’Alfa Romeo, Pomigliano d’Arco e il sogno di un’indu-stria meridionale” è stato pubblicato nel 2009 dalla Rivista “Mezzogiorno Europa”, organo dell’omo-nima fondazione guidata all’epoca dal compianto Andrea Geremicca. Il documentario, voluto da Piero Corsini, è stato realizzato in fondamentale sinergia con Aldo Zappalà, già apprezzato auto-re de “Il Cuore e l’Acciaio”, storia dell’Italsider di Bagnoli. Il lavoro è durato circa tre anni, comple-tato dalle ricerche di materiali video e fotografici presso le Teche RAI, ma anche presso l’Archivio Storico Alfa Romeo di Arese e l’Archivio della Fiom-CGIL di Pomigliano d’Arco. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che era già al corrente del progetto, e che ha ricevuto in an-teprima una copia del documentario, ha scritto in questi giorni a Giuseppe Pesce «esprimendo il suo

apprezzamento per aver voluto raccontare la storia di uno dei più prestigiosi marchi italiani. Il giorna-lista, storico e scrittore Giuseppe Pesce inanella un ulteriore riconoscimento alla sua già brillantissima carriera che è iniziata qui Casoria e prosegue ver-so livelli nazionali. Giuseppe, inoltre è stato anche intervistato al Tg 3 Campania in occasione della messa in onda del documen-tario che ha curato. Le sue opere, sia documentarie che scritte hanno oltre che il pre-gio dell’accuratezza delle fonti di ricerca anche quello della sintesi e della chiarezza gior-nalistica. Giuseppe, da qual-che mese è responsabile del punto vendita della Feltrinelli Point sita all’interno dell’area della cosiddetta “la Distilleria di Pomigliano D’Arco: un'ex area dismessa che amministratori oculati ed intelligenti hanno riconvertito in Polo della cultura, dello svago e del tempo libero. Diver-samente da quanto accaduto a Casoria con il sogno abortito della Città del Libro. Simbolo imperituro della mala politica e dell’inadeguatezza della classe politica casoriana. Al Dr. Peppino Pesce gli auguri e le congratulazioni più vive da parte dell’intera redazione, dell’Editore e di chi scrive.

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Discarica del Cantariello: fuma il terreno intriso di veleni.di Rosa Davide

Sono già passati mesi da quando la que-stione discarica Cantariello è stata sol-levata e si è diffusa dalla stampa locale

a quella nazionale, anche grazie ai servizi di Striscia la Notizia, che più volte ha mandato in onda delle riprese. E’ da molto più tem-po che va avanti la mobilita-zione da parte dei cittadini, dei comitati ( Comitato No Discarica Comuni a Nord di Napoli, Comitato No Di-scarica Casoria e Comitato Castagna) e delle istituzioni locali. Nonostante tutto, an-cora nessun risultato concre-to, nessuna novità che possa rassicurare i cittadini casoria-ni e afragolesi che vivono sul territorio, il cui diritto alla salute, sancito dalla Costituzione Italiana, sembra divenire, giorno dopo gior-no, sempre più un lontano miraggio.E la situazione non fa altro che peggiorare. E’ già nota la notizia che lo scorso 9 Giugno, il sito di stoccaggio della Cantariello, che fuma emissioni pericolose per la combustione di rifiuti tossici sversati negli anni, ha comincia-to a prendere fuoco anche in superficie con fiamme alte. Causa dell’incendio il forte cal-do e sicuramente l’azione determinata dalla combustione sotterranea. In pochissimo tem-po le fiamme si sono poi estese all’intera area e una colonna enorme di fumo ha invaso le abitazioni di Casoria e Afragola.

Uno scenario veramente scioccante, caratte-rizzato da colonne di fumo dal nauseabondo odore che si alzano da cumuli di rifiuti, co-perti da un po’ di terreno. L’area è sequestrata, eppure ci si può accedere senza alcun pro-blema. Tutt’intorno si continuano a sversare anche ossa di animali. A pochi passi vi è il centro abitato, i grandi centri commerciali , un accampamento ROM provvisoriamen-te autorizzato con oltre duecento persone. I camion, di notte, continuano lo sversamento dei rifiuti. Lo scorso 5 Giugno si è recato sul posto per un sopralluogo il Presidente della Commissione Regionale Bonifiche ed Eco-

mafie Antonio Amato, in-sieme ai consiglieri regionali Mafalda Amente, Anita Sala e Gennaro Nocera, il sindaco e gli assessori di Casoria, il comitato No Discariche, altre associazioni e gruppi di citta-dini. “Se c’è l’inciviltà di tanti, c’è anche il business dell’eco-mafia, perché su alcune pro-prietà di questi terreni c’è

molto da approfondire. Intorno continuano a coltivare e quei prodotti giungono sulle nostre tavole. E’ inconcepibile che manchi ancora un minimo di messa in sicurezza. Non ci sono coperture, c’è solo una solfatara di monnezza. Comprendiamo le necessità di indagine della magistratura, ma si evidenzia l’emergenza di intervenire per capire come e cosa fare.” Ha affermato Antonio Amato. Qualche giorno fa è stato autorizzato l’accesso per le rilevazioni da parte di Arpac e Asl, che avverrà a breve. In un momento successivo sarà istituito un tavo-lo alla Regione per discutere della situazione. La cosa certa è che a bruciare non sono i rifiu-ti solidi urbani, ma materiali chimici e indu-striali, che causano fenomeni di combustione. è anche online!!!

I dati epidemiologici confermano un notevole aumento del tasso dei tumori nel territorio casoriano. La salute dei cittadini non può più aspettare. Per l’ennesima volta è opportuno ribadire che occorre immediatamente una bo-nifica. Come sempre continueremo a tenervi aggiornati sugli sviluppi della situazione, an-che sul portale web www.casacasoria.it.

Quando il diritto alla salute diviene un lontano miraggio

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ULTIM’ORA DISCARICA “ CANTARIELLO” IL 20 GIUGNO ARPAC E ASL PROCEDERANNO AI RILIEVI ED ALLE ANALISI

Oggi, 13 Giugno, è arrivato uffi-cialmente il dissequestro da parte del magistrato Mario Canale e

la Commissione ha fissato un nuovo so-pralluogo con Arpac e Asl per il prossimo mercoledì 20 giugno, alle 10.30 al Comu-ne di Casoria e alle 11.00 alla Cantariello . Si procederà ai rilevamenti per la carat-terizzazione e le analisi per procedere alla bonifica. Il sito di Casoria, insieme alla Resit di Giugliano ed un altro sito nella zona di Marigliano sono stati riconosciuti quali siti che necessitano bonifica imme-diata per la evidente situazione a danno della salute dei cittadini.

COMITATO NO DISCARICHE COMUNI A NORD DI NAPOLI

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I L C A S O

I cittadini:"sappiamo chi è stato".di Daniela Devecchi

Mattina da dimenticare quella di lune-dì scorso per Arpino, Casoria, zona Cittadella. Durante la notte infatti,

alcuni sconosciuti hanno tagliato le linee tele-foniche creando disagi in tutta l'area. Ad essere paralizzati proprio la mattina del fatidico inizio settimana, uffici, posta e in generale tutto il cen-tro polifunzionale. I disservizi si sono riversati anche alle abitazioni private e ai cittadini che però, per una rapida soluzione del guasto, han-no preferito contattare la compagnia telefonica di turno, “non con soddisfacenti risultati” data la natura del guasto;così tutti gli abitanti che avrebbero voluto approfittare del lunedì per sbrigare le proprie faccende, sono stati costret-ti a rinviare il tutto a “data da destinarsi”. Gli arpinesi hanno avuto problemi con il servizio postale e in generale con tutti quegli uffici che necessitano,quantomeno, di una connessione adsl, purtroppo la stragrande maggioranza. La posta in Via Nazionale delle Puglie è rimasta aperta, così come tutte le altre attività, ma pa-ralizzate dall'atto vandalico, gli operatori hanno dovuto agire, come si faceva “anteguerra”, sbri-gando le proprie faccende a mano; ovvi i ritardi nello svolgimento delle attività che oggigiorno, sarebbero da definirsi le “più elementari”. Anco-ra non si sa chi sia stato a compiere il folle gesto, anche se alcuni, secondo le dichiarazioni raccol-te, non avrebbero dubbi in proposito: “Sono stati

I Rom- hanno affermato in parecchi ad Arpino- lo fanno spesso e per anni abbiamo dovuto avere le luci di Via Lufrano perennemente accese a causa del fatto che si avvicinavano ai lampioni, e provocavano il black out.- Altri hanno aggiunto – E certo che sono stati loro a provocare tutto questo! Bruciano i cavi elettrici per prendere il rame contenuto in essi! E' un fenomeno non ancora sconfitto non è stato possibile interve-nire per tempo, agiscono di notte indisturba-ti e nessuno per ora è stato pronto a scovare i malfattori.”. Ovviamente si tratta della classica “voce di popolo” che non ha trovato conferma ufficiale; sulla faccenda stanno indagando i ca-

rabinieri della locale stazione di Arpino, e alme-no per ora, il colpevole non ha ancora un volto. Sconcertante è che una notizia del genere in un quartiere come il mega quartiere arpinese, mar-toriato da mille altre problematiche (strade rot-te, villa comunale in stato di degrado eccetera), non destano più scalpore. Alcuni residenti, i più anziani soprattutto, nemmeno hanno fatto caso al disagio e al fatto che la mancanza di linea di-pendesse da un' azione provocata da terzi. Certi hanno addirittura pensato che si trattasse del solito disservizio “E che ci sarebbe di strano -ha dichiarato un anziano abitante- se manca anche la linea telefonica ormai chi se ne accorge?”.

Reti telefoniche improvvisamente “tagliate” ad Arpino zona Cittadella

Ancora sui rifiuti e decoro urbano.di Antonella Storti

E’ un vero e proprio chiodo fisso. I cit-tadini sono seriamente preoccupati dell’incidenza del problema rifiuti

sull’immagine della città, ma soprattutto sul-la propria salute. Ecco cosa ci scrive un nostro lettore: il sig. Michele Iannotta. “Salve,e'pur vero come leggo sulla Vostra ri-vista  di domenica 10 6 2012 degli ottimi ri-sultati sulla raccolta differenziata,ma c'e da dire dello stato di assoluto degrado attorno a Casoria,l'esempio e' l’Asse Mediano(lato Ca-

La voce dei cittadinisoria) che dall'ex Carrefour porta alla rotonda di Arzano,strade ridotte a cessi,sporche,guard-rail distrutti,verde abbandonato,segnaletica fuori uso,semafori distrutti,vergognoso!!!una domanda: chi dovrebbe pu-lire quel tratto? Buon lavoro.” Ovviamente l’Amministrazione sta lavorando al problema come abbiamo evidenziato, e come risulta dai dati diffusi di recente. La strada è ancora difficile ed impervia. Ma il nostro lettore se-gnala anche altre situazioni, relative al decoro urbano che lascia davvero a desiderare. Noi, pubblicheremo ogni segnalazione pervenuta dai nostri lettori. Tranne quelle anonime. Ma daremo, se lo vorranno anche la possibilità agli Assessori competenti di rispondere diretta-mente alle segnalazioni dei cittadini.

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I L C A S O

Il tratto tra via Rocco e via da Vinci presenta una curva stretta a doppio senso priva di visibilità.di Luca Scialò

Siete appassionati di Formula Uno e vorreste provare l’ebbrezza del Gran premio di Montecarlo, notoriamen-

te il più pericoloso per le tante curve e la ristrettezza del percorso? Bene, prendete la vostra auto e imboccate via Giacomo Matteotti andando a una velocità minima di 100 Km/h. Giusto a metà tra via Rocco

e via da Vinci incontrerete due curve con-secutive da brividi, strette, senza la minima visibilità e con le auto che vi vengono in-contro dall’altro senso di marcia. Un’espe-rienza unica e irripeti-bile, che vi farà sentire per qualche secondo un Nuvolari, un Sen-na, uno Schumacher o un Alonso, a seconda della vostra età e del vostro mito di sempre. Naturalmente il mio invito è ironico, ma la condizione nella quale versa quel tratto di via Matteotti è comunque pericolosa tanto per chi l’attra-versa in auto in entrambi i sensi di marcia, quanto per chi l’attraversa a piedi, essendo peraltro una strada abitata e uno snodo

discretamente attraversato. Inoltre, man-cano gli specchi che in genere si piazzano in alto negli angoli delle curve per farci vedere oltre l’orizzonte di cemento chi si

cela pericolosamente. La soluzione? Rendere via Giacomo Matte-otti a senso unico nel segmento compreso tra via Rocco e via da Vinci. Ovviamente la scelta del senso di mar-cia l’affidiamo all’espe-

rienza e alla sapienza in materia di chi di dovere, permettendoci di suggerire solo la rapidità di decisione, per evitare che il de-stino degli automobilisti e dei pedoni non sia triste come quello del personaggio po-litico di cui la strada porta il nome.

Via Giacomo Matteotti, una curva degna del Gp di Montecarlo!

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I N F O R M A Z I O N E P U B B L I C I T A R I A

Diventare imprenditori autonomi? Un gioco da ragazzi con AUREA CASHIl tuo sogno è diventare un impren-

ditore di successo? Allora affidati ad Aurea Cash, azienda specializzata nel

commercio di oggetti preziosi, la quale offre ai propri affiliati servizi a 360° gra-di per garantirne la completa autonomia lavorativa. Il gruppo, ormai presente da anni nel settore del “Compro oro”, sta estendendo sempre più la sua posizione sul territorio di riferimento, allargando di volta in volta la propria rete commerciale e mettendo a disposizione un background culturale ed esperenziale senza preceden-ti.Ai propri affiliati vengono di fatti tra-smessi i valori aziendali, elemento di ele-

vata distintività rispetto alla concorrenza, oltre che al patrimonio aziendale, com-posto da conoscenze, certificazioni, stra-tegie commerciali. Insomma quelli che nella vulgata popola-re vengono definiti “i trucchi del mestiere”.Allora cosa aspetti? Affiliarsi con noi è estremamente semplice. In fondo, con un investimento relativamente contenuto e un locale di circa 25 mq posizionato stra-tegicamente, il gioco è fatto!Non sono richieste esperienze e compe-

tenze in materia, ne tanto meno fee di in-gresso per consentire l’avvio dell’attivita’;

ma solo royalty con percentuali minime sul fatturato.Quindi perche’ per-dere una simile oc-casione? Richiedi informazioni det-tagliate al numero verde 800 148765,

o al nostro indirizzo mail [email protected]. Un esperto sara’ a tua di-sposizione nel piu’ breve tempo possibile. Aurea Cash farà di te un imprenditore di successo.

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7il giornale di Casoria • Domenica 17 giugno 2012

I L F A T T O

Ai piani alti di molti palazzoni la pressione dell’acqua è molto bassa, per non parlare del problema di trovare parcheggio per residenti e non.di Luca Scialò

L’abusivismo edilizio iniziato negli anni ’60 - con punte drammatiche negli anni ’70-’80, affievolitosi poi ad

inizio anni ’90 quando si è cominciato a pro-durre leggi più severe in materia di sicurezza degli edifici e di rispetto dei piani regolatori - ha come noto deturpato la nostra Italia, ge-nerando città caotiche e agglomerati urbani dalla densità abitativa insostenibile. Non a caso, da qualche anno, si sta verificando un processo inverso, con molti residenti che emi-grano verso campagne o zone montane al fine di sfuggire al caos delle città.Ovviamente anche Casoria è stata sventrata da questo processo, figlio del matrimonio dia-bolico tra malapolitica da un lato e interessi dell’imprenditoria edilizia dall’altro. Dl resto, sul nostro giornale ne abbiamo parlato più volte. Ed ecco che oggi possiamo ammirare

innumerevoli palazzoni costruiti uno accanto all’altro, senza alcuna armonia e che talvolta danno perfino la sensazione di essere sovrap-posti l’uno sull’altro. La nostra cittadina così sembra uno di quei posti delle fiabe abitato da un popolo di giganti. Giganti però deboli e coi “piedi d’argilla” (come fu chiamato, ingiustamente, il grande Primo Carnera). Di fatti, molti di essi, a chi abita nel loro ventre non garanti-scono due cose fondamentali: l’acqua dai rubinetti e i po-sti auto. Certo, la situazione varia da zona a zona, ma a quanto pare dalla vox populi, queste anomalie sono comuni a molti edifici.Partendo dal primo proble-ma, nelle case di molti edifici che vantano dai quattro piani in su, l’acqua dai rubinetti ha una pressione bassissima, quasi assente, specie ovviamente ai piani più alti, aumentata solo dall’utilizzo di autoclavi condominiali. Basta un loro guasto e decine di famiglie restano senz’acqua per ore, se non giorni. Ciò dovuto, presumibilmente, a una rete idrica inadeguata alle reali esigenze della numerosa cittadinanza.Altra nota dolente sono i posti auto. Chi ha avuto la furbizia in passato di costruire box o parcheggi sotterranei nel proprio condomi-nio, si ritrova oggi il vantaggio enorme di ave-re un posto auto garantito. Ma laddove non è

stato possibile costruirli o lo spazio è stato ce-duto a privati, i residenti incorrono in non po-che difficoltà nel trovare parcheggio, specie se vivono in zone con negozi e attività commer-ciali. Molti, per evitare di aggiungere al pro-prio stress anche quello di trovare un buco per parcheggiare, ricorrono a parcheggi privati; un costo mensile di non poco conto, visto che molti garage chiedono tra i 60 e gli 80 euro mensili. Una voce che, insieme alla benzina, alla manutenzione e alle tasse, rende l’auto nuovamente un bene di lusso come nella pri-ma metà del ‘900. Naturalmente il problema del parcheggio riguarda anche i non casoriani, ossia tutte quelle persone che, giunte a Caso-

ria per trovare un proprio caro o per qualsivoglia commissio-ne, sono costrette a girare per vie e vicoletti nella speranza di avvistare qualche metro libero dove lasciare l’auto. La caccia selvaggia a un parcheg-gio ha ovviamente anche altre ripercussioni: nervosismo tra gli automobilisti che spesso degenera in inguardabili, su-perflui e volgari litigi; auto su entrambi i lati delle strade, con conseguente riduzione

degli spazi delle carreggiate; auto lasciate in sosta dinanzi a passi carrabili. Comunque, proprio di recente è stato ap-provato dal consiglio comunale il Puc, Pia-no Urbanistico Comunale, il quale dovrebbe almeno scongiurare futuri scempi edilizi. Quanto al posto auto, la realizzazione di ampi parcheggi nelle aree industriali dismesse o in spazi all’aperto abbandonati forse risolverebbe il problema. Naturalmente con tariffe bassis-sime. Insomma, Casoria terra epica abitata da tanti finti giganti, che però nella realtà sono solo nani. I politici si tranquillizzino; questa volta non mi riferisco a loro.

Gli edifici di Casoria, giganti SENZ’ACQUA e POSTI AUTO

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A R P I N O

Padre Jonas è stato nominato Decano.di Raffaella Battinelli

La grande svolta è avvenuta ufficialmente la mattina dell’ 11 Giugno, data certa-mente da ricordare per i fedeli di Arpi-

no, frazione di Casoria. Il Cardinale Crescenzio Sepe, dovendo rinnovare il governo pastorale nella Diocesi di Napoli, ha convocato il nostro amato parroco Don Jonas Gianneo e, dopo aver elevato preghiere per un giusto discernimento, assieme ai Vescovi ausiliari Mons. Antonio Di Donna e Mons. Lucio Lemmo, continuando a lasciarlo come parroco di questa nostra comu-nità parrocchiale presso la chiesa Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe in Casoria, con-fermandolo altresì come Direttore Diocesano per la formazione dei laici ( il cosiddetto P. u. f. , progetto unitario di formazione per gli ope-ratori Pastorali ). L’immensa gioia e l’enorme sorpresa si è avuta nel pomeriggio dello stesso giorno quando, dopo aver celebrato la Santa Messa, è stata convocata la fedele assemblea per condividere il lieto annuncio: un nuovo com-pito, un nuovo emozionante cammino attende il prete che viene da Brooklyn; il nostro Car-dinale Crescenzio Sepe ha scelto Don Jonas come Decano, affidandogli la cura pastorale ed il coordinamento delle 23 parrocchie che co-stituiscono il territorio decanale. Il Decano è il sacerdote nominato dal Vescovo, per un quin-quennio, rinnovabile, che è preposto alla guida del decanato. Noi fedeli di Arpino, facciamo parte della zona del VI Decanato, denominato

Un giusto riconoscimento ad un Parroco di “frontiera”Vasto e che comprende tutte le parrocchie di Poggioreale, del Centro Direzionale, del Vasto e alcune parrocchie di Casoria. Molteplici sono i compiti a lui affidati, primo tra tutti quello di promuovere la comunione fra tutti i presbiteri del territorio, favorendone la conoscenza reci-proca, la mutua collaborazione, l’amicizia e la stima; curerà e promuoverà una reale comunio-ne tra il laicato aggregato e non aggregato, per la promozione della fede nei molteplici ambiti della vita sociale e tanto altro ancora. Un cam-mino di fede iniziato quasi “per caso” tra le mura della parrocchia Santa Maria di Costantinopoli (Cappella Cangiani), fino all’arrivo della sua vocazione, che lo ha portato a camminare verso il prossimo per arrivare all’unica vera certezza: la fede in Gesù Cristo. Ed ora eccolo giunto ad un altro traguardo, simbolo di un nuovo inizio per la nostra comunità. Non me ne vogliano i

lettori,forse mi ripeterò ma non c’è che dire, noi abitanti di Arpino, seppur con tanti problemi, abbiamo la fortuna e l’onore di essere guidati ed assistiti da un uomo veramente speciale,che mette tutte le sue forze, tutto il suo impegno e la sua passione per la gente, donando una nuova e più fiduciosa prospettiva di vita che evada dal grigiore dei troppi problemi, superandoli. Non ci resta che portarlo nelle nostre preghiere af-finché il suo compito non sia troppo arduo e perché no, metterci in azione tutti assieme collaborando e partecipando con tutto l’amore possibile.

"L'alveare" va in scena in Parrocchia.di Raffaella Battinelli

Sabato 16 alle 21.00 e Domenica 17 alle 19:00 presso la sala teatrale della parroc-chia Santa Maria Francesca delle Cinque

Piaghe ad Arpino, in Casoria, la compagnia tea-trale amatoriale della parrocchia SS. Addolorata alla Stadera, “L’alveare” presenterà una comme-dia tratta da due brillanti atti di Italo Conti dal

Iniziative teatrali ad Arpinotitolo “www.scampamorte.com”. Saranno prota-gonisti di quest’avventura di recitazione: Giu-seppe Petrone, Maria Caputo, Giuseppe Isaia, Valerio Ettari, Alessia Apuleo, Mario Coppeta, Rosario Aliberti, Gilda Merrone, Mariano Sel-cia, Aniello Aliberti, Salvatore Battibaglia, Si-mona Stocco, Adriana Matera. Per informazioni e prenotazioni biglietti, contattare Mariano al 3471890303 oppure Antonello al 3475789007. Eventi come questo donano una ventata di novi-tà e di vita al nostro territorio e chissà che parte-cipando non ci sentiamo anche noi un po’ attori … Non perdiamo quest’evento!

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L ' E V E N T O

Un seminario dai frutti copiosiAl via le attività in onore del Beato Ludovico da Casoria.di Margherita De Rosa

Lo scorso venerdì, presso l’’Istituto An-drea Torrente, si è tenuto il seminario: “Un nome …Una storia…Un’identi-

tà”, inerente alla figura del Beato Ludovico da Casoria; alla presenza di un folto pubblico, costituito da studenti e docenti dell’Istituto in parola, affiancati da devoti ed estimato-ri di Padre Ludovico, i relatori intervenuti, quali il dottor Giuseppe Storti, coordinatore dei lavori del seminario, il preside dell’ISIS “Torrente”, Giovanni De Rosa, la dott.ssa Lia Marino, Monsignor Nunzio D’Elia ed il dottor Massimo Iodice hanno delineato in maniera precisa ed incisiva la personalità del frate, apostolo della carità; è stato inoltre det-tagliato capillarmente lo scopo che si propone il Centro Studi intitolato al Beato, che avrà come suoi diretti ed immediati interlocutori gli studenti dell’Andrea Torrente, che per-fettamente si integrano in una progettualità finalizzata alla diffusione ed alla propaga-zione della conoscenza relativa alla figura di Ludovico da Casoria, operando gli stessi nel settore del turismo: Casoria, in tale prospet-tiva potrebbe usufruire di ciceroni in erba, che guiderebbero fedeli e curiosi lungo la via dell’arte e della cultura, via che, in questa terra,

conduce, necessariamente, a padre Ludovico, così come al vasto patrimonio di religiosità qui veracemente testimoniata da altri santi e beati. Sono state dunque gettate le basi per un’azio-ne di studio e di ricerca che potrà avere una ricaduta sul territorio, già a breve termine, di uno spessore certamente notevole, a più livelli. Chiaramente, l’aspetto fin qui delineato è sta-to ampiamente arricchito da riflessioni e va-lutazioni di quella che fu la spe-cialissima opera di carità posta in essere dal Beato, che resta un esempio da proporre a tutti ed in particolare ai giovani, affinché trasformino radicalmente ii loro ideali, e si persuadano che, solo attraverso una condivisa idea di solidarietà e disponibilità incon-dizionata ai propri simili, sarà possibile trasformare in meglio quella che è, solo all’apparenza, la società be-nessere, ma che, nella sua essenza, si configura come il tempo dell’indifferenza e della sordità spirituale. I giovani casoriani pertanto hanno un fulgido esempio da tenere a modello, in-dipendentemente dal credo religioso, poiché padre Ludovico fu amico degli ultimi, degli indifesi, dei deboli, vicini e lontani che fossero, e a loro fornì il sussidio materiale e spirituale di cui necessitavano; fu altrettanto amico dei potenti, dei forti, degli uomini di ingegno ai quali si rapportò come uomo di profonda cultura e di inusitato acume intellettuale, doti che, supportate ed illuminate dalla santità, costituirono le armi con cui Ludovico seppe

scuotere le coscienze ed operare le conversio-ni più impensabili. Tanti furono i carismi del Beato, tante le sua straordinarie virtù di uomo e di religioso calato nella realtà, così come di mistico, capace di congiungersi all’Onnipo-tente in un abbraccio estatico: è opportuno, pertanto, che tale ricchezza di cui Casoria è stata beneficata, sia generosamente elargita a tutti, soprattutto al popolo di Dio, senza sna-

turare l’essenza del nobile opera-to del frate amante delle Povertà e della Provvidenza, che seguì, fedelmente e proficuamente, il cammino già tracciato da san Francesco d’Assisi: questo l’in-tento del Centro Studi, che pianificherà diverse occasioni di incontro a ciò finalizzate, occa-sioni a cui si affiancheranno mo-menti squisitamente spirituali,

come quello che avrà luogo il 22 giugno pros-simo, alle 19.00, presso la chiesa di san Paolo Apostolo, nel cui corso Monsignor Vincen-zo Scippa tratterà la tematica: “Il nome nella scrittura”, ispirandosi, appunto, al nome che fu imposto ad Arcangelo Palmentieri: Ludovi-co. Al presidente del citato centro studi, Pina Mugione, al vicepresidente Massimo Iodice, a monsignor Nunzio D’Elia, ai membri che fanno e che faranno parte di questa cellula di cultura e di fede, auguriamo che l’impegno profuso possa, a breve, determinare la rinascita di Casoria sotto il segno di San Ludovico, che di questa terra fu prima figlio e padre poi, per sempre…

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T E R Z A P A G I N A

La devianza minorile ha raggiunto livelli preoccupanti.di Pasquale Di Petta

La devianza minorile, soprattutto nelle grandi città, ha raggiunto limiti vera-mente preoccupanti. La cronaca ogni

giorno riporta episodi di delinquenza che su-perano ogni invenzione fantastica.Ragazzi della fascia adolescenziale terroriz-zano i cittadini con scippi, furti, aggressioni, spaccio di droga, coltelli, catene, spranghe di ferro, sassi, siringhe infette ed altro. Ed og-getto delle loro aggressioni non sono solo le persone, ma anche le cose su cui si avventano con rabbia distruttrice. Danneggiano vetrine di negozi, auto e moto nei parcheggi, insegne stradali, scuole; imbrat-tano muri con disegni osceni e scritte contro la scuola e le autorità e con frasi che esaltano la droga ed il sesso. Per fortuna, però, la maggior parte dei giovani è sana. Moltissimi sono i ra-gazzi che si distinguono e si fanno apprezzare per il loro impegno negli studi, nella famiglia e nel contesto sociale e religioso.

Purtroppo, abbiamo fenomeni di devianza preoccupanti, che sono anche l’espressione della società violenta in cui viviamo. I giovani certamente non nascono deviati. Sono vittime di situazioni che li portano a delinquere, come la povertà, la separazione dei genitori, l’abban-dono, la privazione affettiva, la cultura della violenza nella famiglia di origine, lo scarso livello culturale dell’ambiente, l’inadeguatez-za del sistema scolastico, l’ambiente a rischio, la noia, la mancanza di strutture ricreative, la violenza divulgata quotidianamente dalla tele-visione con film, cartoni animati, cronaca nera, i videogiochi aggressivi e violenti, l’impossibi-lità di essere protagonisti.Tutte queste cause messe insieme portano i giovani alla deriva, all’abbandono scolastico, alla disoccupazione, alla ricerca incessante di droga, per godere quell’appagamento momen-taneo, per imboccare poi la via senza ritorno della dipendenza e spesso della morte. Allora cosa fare?I rimedi sono da ricercare nelle risposte a que-ste situazioni devianti.Sicuramente la repressione non è uno stru-mento vincente. Nei 12 anni trascorsi in qua-lità di giudice onorario presso il Tribunale per i Minori di Napoli ho visto tanti ragazzi condannati a scontare la pena presso il carcere

minorile di Nisida. Gli stessi ragazzi, tornati in libertà, hanno ripreso a delinquere per esse-re di nuovo condannati.Quindi, la repressione, anche se nell’immedia-to è necessaria, non è una terapia risolutiva, perché non rimuove il male alle radici.Questi ragazzi hanno bisogno di vivere in un ambiente sano in cui si sentano amati e com-presi, di un equilibrato modello genitoriale in cui identificarsi, di sperimentare i valori po-sitivi, di sentirsi valorizzati in famiglia ed a scuola. Il nostro sistema scolastico è astratto e non permette lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno. Non si può studiare solo per an-dare incontro alla disoccupazione. La scuola dovrebbe essere agganciata al mondo del la-voro e consentire ad ogni studente di coltivare le sue inclinazioni per prepararsi ad un futuro inserimento nel mestiere o nella professione.Solo la Chiesa, oggi, cerca di accogliere ed ag-gregare i giovani, di aiutare le loro famiglie, offrendo una guida morale e spirituale.Tanti sacerdoti, nel limite delle loro possibi-lità, si adoperano a organizzare oratori, cam-pi da gioco, biblioteche, conferenze, viaggi d’istruzione, laboratori di teatro, cinema, ra-dio e televisione, centri sportivi e volontariato. Cercano di rendere i giovani protagonisti del loro tempo, facendo vivere loro quei valori che portano all’amore fraterno, alla conoscenza del sé e dell’altro, al rispetto reciproco, all’im-pegno, a saper vincere il vuoto della noia.Un bell’esempio da imitare da chi ha le leve del potere è “La città dei ragazzi”, progetto per migliorare le condizioni di vita sociale dei minori e dei giovani, in modo da prevenire e contenere fenomeni di devianza.

I giovani sono vittime di ambienti devianti

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C A S O R I A N E L L A S T O R I A

Giulia SALZANODe mulieribus illustribus.- Prima parte -di Vittoria Caso.

“La santità è apparsa più che mai la di-mensione che meglio esprime il mistero della Chiesa….essa rappresenta al vivo il

volto di Cristo": così si esprime il compianto G. Paolo II nella Lettera Apostolica  Novo Millennio ineunte. E ancora, un passaggio della Lumen gentium, riferendosi ai beati e ai santi, precisa: “Nella vita di quelli che, sebbe-ne partecipi della nostra natura umana, sono tuttavia trasformati nell'immagine di Cristo (Cfr 2 Cor 3, 18), Dio manifesta vividamente agli uomini la sua presenza e il suo volto. In loro è egli stesso che ci parla e ci mostra il se-gno del suo regno”Un volto attraverso il quale Dio ci ha manife-stato la sua presenza è quello di Santa Giulia Salzano, canonizzata il 17 ottobre 2010 Il libro di Don Nunzio D’Elia dal titolo “SANTA GIULIA SALZANO – DONNA PROFETA DELLA NUOVA CATECHE-SI” ci offre l’opportunità di conoscere meglio Giulia e di riflettere su aspetti e momenti pe-culiari della sua vita e della sua santità.Sarei tentata di iniziare con “ C’era una volta ”…così, infatti, iniziano tante fiabe che han-no accompagnato la nostra infanzia ed hanno alimentato l’immaginario collettivo d’intere generazioni, attraverso esempi edificanti da imitare ed emulare. Anche Giulia ha una sto-ria alle spalle che può sembrare fiabesca, ma, è realtà viva e vera che dura ancora oggi.Giulia, battezzata Giulia Elisabetta Maria, vide la luce il 13 ottobre 1846, da papà Diego, uomo di salda moralità, capitano irrepren-sibile dei lancieri nell’esercito borbonico di Ferdinando I, e da Adelaide Valentino, di no-bili origini. Nacque a S. Maria Capua Vetere, all’epoca denominata CASALE DI SANTA

MARIA MAGGIORE, uno dei più ameni luoghi dell’agro capuano (secondo il Giusti-niani), sorto intorno alla CHIESA di SAN-TA MARIA, risparmiata dalle devastazioni e dai saccheggi operati dai barbari. La vita di questo centro ha una forte conno-tazione religiosa: fu, infatti, sede cardinalizia e fa ancora oggi parte dell’arcidiocesi di Capua. L’atmosfera che si respirava in casa Salzano era di fiducioso e sereno attaccamento ai prin-cipi della chiesa, essendo entrambi i genitori ferventi cristiani. Ciò diede alla piccola Giulia sicuramente una base religiosa ben radicata che le prospettive anticlericali e razionalisti-che che già iniziavano a diffondersi non pote-vano scalzare, ma solo rinforzare.La fede vigorosa di questa famiglia si alimen-tava anche del culto mariano, stimolando una pietas calda e affettuosa, mista di tenerezza e misericordia.Il dolore purtroppo non risparmiò la piccola Giulia, che, quarta di sette figli, a soli 4 anni perse il padre e il fratello primogenito; tra gli 11 e i 12 anni altri due lutti la segnarono con la perdita dei fratelli Mario e Francesco.Morto il padre, intorno al 1850, fu affidata al Regio Orfanotrofio di S. Nicola la Strada presso Caserta, che ospitava gratuitamente le figlie dei benemeriti militari; preghiera, studio, vita comunitaria scandirono le sue giornate con particolare attenzione al catechismo, fino ai 15 anni. Era il 1861 quando lasciò l’educandato, che, colpito dalle leggi eversive, vide le suore del-la carità espulse e Giulia ritornò in famiglia. Nella sessione estiva degli esami di stato del 1864, presso il Regio Istituto Normale di Ca-serta, Giulia conseguì il diploma di maestra. Le scuole di formazione dei maestri, infatti, erano denominate Scuole Normali, per effet-to della legge Casati del 1859, che istituì 18 scuole normali di durata triennale. Una volta conseguito questo diploma, Giulia assieme alla famiglia, nel 1865, si trasferì a Casoria, in

un’abitazione in via Cavour. L’allora sindaco di Casoria, Paolo Rossi, le conferì l’incarico di maestra municipale. La legge, infatti, affidava l’istruzione elementare gratuita e obbligatoria, (art.317) ai comuni; al Parroco, invece, d’ac-cordo con il sindaco, spettava esaminare gli al-lievi nell’istruzione religiosa. Riguardo all’as-sunzione dei maestri e delle maestre la legge stabiliva che per essere nominati dovevano avere oltre l’idoneità all’insegnamento anche doti di provata moralità. E’, pertanto, assai si-gnificativo che Giulia Salzano fosse nominata su suggerimento dell’allora preposito curato della collegiata parrocchiale di S. Mauro, D. Arcangelo Paone. Co-minciò a Casoria, allora centro rurale, una nuova vita, anzi, oserei dire un percorso in crescendo, costellato di eventi che porteranno Giulia a di-venire un modello ine-guagliabile e ineguaglia-to, creando una comunità di catechiste permanenti e alimentando un gran fervore di attività.La bella fiaba della vita di madre Giulia termina, quando, all’età di 83 anni, esaminati più di 100 bambini che devono essere ammessi alla Pri-ma Comunione, all’alba del mattino succes-sivo, il 16 maggio 1929, muore serenamente, fedele fino in fondo al suo proposito: “Farò catechismo finché avrò un fil di vita”. Il periodo in cui Madre Giulia è vissuta: 1846-1929, merita di essere tracciato in maniera più dettagliata, affinché sia possibile cogliere ap-pieno l’indomito coraggio di Giulia nell’inse-gnare la parola di Dio, sia quella tramandata dagli apostoli, sia quella affidata al magistero della chiesa . “Dio ci ha creati per conoscer-lo, amarlo e servirlo in questa vita, ma troppi non arrivano a conoscere Dio per mancanza d’istruzione religiosa”: è l’amara ma realistica constatazione e perciò, a Casoria, Giulia non si limita a essere solo una brava maestra; trova il tempo per portare la parola di Dio, a bambi-ni e a ragazzi, a uomini e donne di ogni classe sociale e di ogni età.

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R U B R I C A L E G A L E

Sinistri stradali e responsabilità giuridicaLa curva maledetta.a cura dell'avv. Luisa Santucci

Egr. avvocato mi trovavo a percorrere una strada del Comune di Casoria, pre-cisamente la curva nota come la "curva

maledetta" che dalla sopraelevata della Cittadel-la porta alla zona Lufrano; dovevo recarmi alla circumvesuviana a prendere mio figlio che torna-va da scuola e sono stata vittima di un incidente stradale che ha visto danneggiare la mia auto e cagionarmi ematomi al ginocchio. Pensa che il Comune in qualche modo è responsabile? Preciso che sebbene esista una segnaletica stradale riten-go che il Comune debba effettuare delle modifiche stradali.

Cara Sig.ra continuano a susseguirsi i gravi incidenti stradali lungo la cur-va che l'ha vista vittima. Quotidia-

namente ragazzi neo-patentati, ottimi piloti della strada, camionisti, motociclisti e donne al volante con bimbi a bordo percorrono quel tratto stradale. Ogni volta che da illesi supe-rano quella curva tirano un respiro di sollievo: "il male è scampato". Da parte di tanti utenti della strada è invalsa la prassi dell'accelerazio-ne in curva. Non è chiaro perchè il Comune non prenda con urgenza dei provvedimenti modificando la strada, aumentando la se-

gnaletica stradale così da scongiurare ferite, danni e morte di molti casoriani a rischio. Non mi risultano autorizzazioni per apertura di circuiti di formula 1 a Casoria, ma non è raro svegliarsi nel cuore della notte, ma anche a qualsiasi ora del giorno, a suon di impatti frontali di auto, assistere al formarsi di lun-ghissime code di alacri automobilisti intenti a richiedere soccorso, chiamare il 118 dopo aver udito l'impatto ed il seguire delle sirene delle autoambulanze che a distanza di pochis-simi minuti renderanno nota la notizia della gravità del trauma riportato dai lesi. Il Tribu-nale di Varese, con sentenza n. 149/2005 del 12.01.2005 ci spiega che in ipotesi di inciden-te cagionato da insidia stradale per poter affer-mare la responsabilità dell’Ente proprietario e/o concessionario della strada, l’attore deve provare che l’eventus damni sia riferibile ad un pericolo soggettivamente non prevedibile, ma anche che l’insidia si trovava sulla carreg-giata da tempo sufficiente a rendere esigibile un intervento di messa in sicurezza da parte dell’Ente proprietario e/o concessionario della strada. Secondo l’indirizzo ormai consolidato della Suprema Corte e della giurisprudenza di merito, l’utente che subisca danni in seguito all’utilizzazione della strada pubblica, può in-vocare a sostegno delle proprie pretese risar-citorie, unicamente la disciplina di cui all’art.

2043 c.c.; norma di chiusura dell’ordinamento posta a tutela del generale principio del “ne-minem laedere”. Il danneggiato da insidia stradale dovrà provare oltre al nesso causale fra la strada e l’evento, anche la colpa dell’Am-ministrazione proprietaria e/o concessionaria della strada. Orbene badi che esiste una se-gnaletica stradale, ma sicuramente visto il nu-mero di incidenti si attesta una grande perico-losità di quel tratto stradale. Non oso pensare chi abbia avuto una simile ispirazione. Vero è che nonostante la presenza di limiti di velo-cità e divieto di sorpasso non può mai essere prevedibile che il Senna di turno acceleri in curva superando il limite consentito dalla pru-denza. In particolare, l’Amministrazione sarà considerata responsabile dell’eventus damni ogniqualvolta l’utente dimostri che l’insidia generatrice del danno era oggettivamente non visibile e soggettivamente non prevedibile. La curva in oggetto è un'insidia a tutti gli effetti, manca qualsivoglia visibilità trattandosi peral-tro di curva realizzata su un tratto di strada che va in salita. La strada non doveva proprio essere così costruita, non ci meraviglierebbe se le Amministrazioni anzichè provvedere con urgenza alla modifica del tratto stradale rispondessero che visti gli innumerevoli in-cidenti in loco ben poteva essere prevedibile l'incidente da lei subito.

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il giornale di Casoria • Domenica 17 giugno 2012

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L ' E M I G R A N T E

Anno II - Numero 22Domenica 17 giugno 2012

Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 13 giugno 2012.

[email protected]. 081 7588818 - 3358270557

Inserto di Napolincasa News

Aut. Tribunale di Napolin. 0062 del 30/09/2005

Editore: Carlo De VitaVia S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA)

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Direttore responsabile: Giuseppe Storti

Segreteria di redazione:Imma D'Angelo - Anna Baratto

[email protected]

Direzione e redazione:Via S. Di Giacomo, 6/8

80026 Casoria (NA)Tel. 081 7588818

Progetto grafico, impaginazione e stampa:Grafis print s.a.s.

Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA)Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

Dirigenti scolastici "interregionali": FIGLI DI UN DIO MINORE?La confusione regna più che mai sovrana sul difficile terreno del dimensionamento scolastico e degli accorpamenti degli istituti.di Edy Vitale

La Corte Costituzionale  infatti con la sentenza N.147 depositata il 7  giugno 2012 ha dichiarato l'illegittimità costi-

tuzionale dell'obbligo di accorpamento fino a mille alunni in istituti comprensivi delle scuole del primo ciclo (infanzia, elementari e medie), così come previsto dall'articolo 19, comma 4,

della legge 111/2011.Quest'ultima legge in verità era stata già finora fortemente contestata, in quanto i megaistitu-ti già creati, anche con 1500 alunni, un unico dirigente e un unico segretario amministrativo, hanno evidenziato fortissime problematicità e la necessità di una fatica improba, per cercare di fornire comunque un'offerta formativa adegua-ta a studenti e famiglie, facendo i salti mortali per coordinare al meglio attività didattica cur-riculare, progettualità extracurriculare, rappor-ti con le amministrazioni comunali, senza poi parlare del taglio degli organici, dei perdenti posto e della soprannumerarietà.Ora la sentenza della Corte Costituzionale riconsegna alle Regioni il diritto di decidere sulla rete delle istituzioni scolastiche, anche se pilatescamente l'altra parte della sentenza riconosce allo stato il diritto di non assegnare un dirigente scolastico agli istituti comunque sottodimensionati. Ci si chiede a questo punto che senso possa avere questa sentenza. Che fine faranno i dirigenti scolastici in esubero? Perchè

affidare a reggenza tanti istituti e non lasciare il dirigente già in servizio sulla propria scuola di 500-600 alunni? E poi il Ministero e gli Uf-fici Scolastici Regionali dovrebbero seriamente preoccuparsi anche di risolvere il problema di far rientrare in regione (in particolare parliamo della Campania!) i dirigenti che hanno vinto un concorso REGIONALE, hanno svolto brillan-temente il loro ruolo fuori regione per tre anni, hanno sopportato pazientemente, oltre a tanti sacrifici, che negli anni scorsi li precedessero nel rientro addirittura colleghi che non possede-vano i requisiti di legge richiesti dall'USR, ma che ora, se si vedessero chiuse tutte le porte per poter rientrare il prossimo anno, sicuramente non rimarrebbero più a guardare e non consen-tirebbero ulteriori ingiustizie o illegittimità nei loro confronti.

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