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Anno 1 - Numero 8 - Domenica 19 giugno 2011 Ridateci lo Stadio ed il calcio La manifestazione dei “Boys Casoria! Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita Emergenza RIFIUTI! Strade e piazze invase dai rifiuti: proteste e disagi dei cittadini.

il giornale di Casoria Anno 1 - Numero 8

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Domenica 19 giugno 2011 Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

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Anno 1 - Numero 8 - Domenica 19 giugno 2011

Ridateci lo Stadio ed il calcioLa manifestazione dei “Boys Casoria!

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

EmergenzaRIFIUTI!

Strade e piazze invase dai rifiuti: proteste e disagi dei cittadini.

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E D I T O R I A L E

Così è (se vi pare) Il punto della situazione.di Giuseppe Storti

E’ il titolo di una mirabile opera teatrale del grande Luigi Pirandello. L’autore af-fronta un tema a lui caro. L’inconoscibilità del reale, di cui ognuno dà una propria interpretazione, che in genere non coin-cide con quella degli altri. E’ quello che sta accadendo a Casoria nel periodo post elettorale. Il Sindaco Carfora è nella pie-nezza dei suoi poteri. Ma si aspetta ancora l’ufficialità perché la giunta e il consiglio entrino nella pienezza delle proprie fun-zioni. Quindi il Commissario Prefettizio è ancora presente e opera nel Palazzo di governo della città. Un ritardo nel-la proclamazione degli eletti dal popolo, che francamente ci sembra intollerabile. Già in tempi normali. Ancora di più nel contesto casoriano che tutti conoscono. Ecco: la politica sembra soffrire di que-sto male: l’inconoscibilità del reale. Pur-troppo, il reale ovvero: la situazione in cui versa la quarta città della Campania è ben nota ai cittadini. Un Paese devastato dall’immondizia, dal degrado strutturale e morale, con uno smog ed un inquina-mento ambientale da benzene, elettro-smog, amianto, da far impallidire la Cina del capitalismo rosso. Con un consistente aumento dei presidi sanitari per patologie oncologiche, di cui nessuno parla. Con un sottosuolo di cartapesta(il centro storico). Con un indice di verde attrezzato tra i più bassi d’Europa. Con il 92% del Territorio violentato da un’urbanistica disumana e

crudele, che ha annichilito la mitica cam-pagna casoriana. Qui Franco Rosi, autore di un film cult: “le mani sulla città” che denunciava il sacco edilizio della Napoli di Achille Lauro, troverebbe materia in abbondanza, per una riedizione riveduta e corretta della sua opera cinematogra-fica. Con strade disastrate, che se vai a Nassyria(Iraq), ne trovi di migliori. Per-ché lì ci hanno pensato i nostri soldati a rifarle. Qui ad ogni voragine che si apre: uno “sputo” di bitume e via. Con scuole “sgarrupate”. Con servizi sociali inesi-stenti. Una macchina comunale arcaica e non al passo dei tempi (non per colpa dei dipendenti). Una società che si occupa di rifiuti (Casoriambiente), che è partecipata al 100% dal Comune che costa molto alle tasche dei cittadini. Con decine di sche-letri industriali che si ergono “sinistri” nel cuore della città, mai riconvertiti a favore

della popolazione. Anzi mai bonificati dai veleni ivi sepolti. La bonifica dell’ex Ro-diatoce è stata realizzata solo grazie alla triade prefettizia che ha governato Ca-soria fino al 2008. Tante piccole Bagnoli, che stanno lì a simboleggiare il fallimento di una politica politicante sempre e solo intenta a litigare per i propri interessi, piuttosto che a concorrere al bene comu-ne. Con tanti giovani: il 2% della popola-

zione, uno degli indici più alti dell’intera provincia di Napoli. Senza futuro se non quello di precario negli ipermercati che affollano la strada degli “americani. Al-tra “perla” della politica locale. Senza un cinema cittadino. Con una biblioteca che aspetta ancora di essere tale, ma che ha già ha quattro dipendenti. Senza strutture socio-aggregative. Con il glorioso Stadio San Mauro chiuso da anni. Con il Pala-Casoria svenduto ai privati. Con una cri-minalità predatoria incalzante, nonostan-te gli encomiabili sforzi dei pochi effettivi delle Forze dell’ordine. Con un’illegalità legalizzata dall’assenza di prevenzione e controlli sulle strade cittadine. Casco, cin-tura di sicurezza, norme del codice della strada: tutti consigli, mai obblighi condi-visi, ma soprattutto rispettati. Insomma una città di centomila abitanti: anzi due città in una(Arpino), che somiglia ad una nostrana striscia di Gaza. Dove, quando esci la mattina, ti fai il segno di croce, sperando di tornare a casa: sano e salvo. Sì perché oltre agli incontri con brutti ceffi, il peggio che possa capitare è quel-lo di finire se in auto, in una buca, e se a piedi, di rompersi l’osso del collo sulle pericolosissime strade cittadine. Con un contenzioso per sinistri automobilistici e pedonali che svuota le casse comuna-li. Con un bilancio decisamente in rosso causa anche recentissimi e gravosi decreti ingiuntivi. Per non parlare poi del manca-to gettito derivante dallo scarso recupero dell’evasione fiscale dei tributi locali. Con una mentalità nella gestione della cosa pubblica che lascia esterrefatti. Già, ri-forma della macchina comunale: sempre decantata ma mai realizzata. Ecco questo

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E D I T O R I A L E

è il “reale” che ben conosciamo. Tralascia-mo ovviamente il capitolo delle trattative per la formazione della nuova giunta che vanno avanti secondo i tempi della po-litica che non corrispondono ai tempi e alle esigenze della città. Ma le colpe non sono tutte della politica. La classe politica è lo specchio riflesso della società civile. E’ come nel mito della caverna del filosofo Platone. Il vero politico, secondo Plato-ne, non ama il comando ed il potere, ma usa comando e potere come servizio per attuare il bene. Insomma l’esatto contra-rio di quello che è stata la politica loca-le. Ora sembrerebbe, dai dati registrati nella recente consultazione referendaria, che la società civile, abbia riconquistato un proprio e autonomo ruolo. Un ruolo di controllo, di denuncia, di protesta che va incanalata nei normali strumenti di de-mocrazia partecipativa. I cittadini aspet-tano la nuova giunta Carfora e il nuovo Consiglio comunale che quanto prima devono mettersi al lavoro per affrontare e risolvere le eterne emergenze della nostra città. Prima fra tutte quella dei rifiuti. Il recente allarme lanciato dallo scienziato napoletano Antonio Giordano sulla in-terdipendenza tra tumori e rifiuti, desta un profondo allarme tra la popolazione. Quarantamila nuovi casi di tumore ogni anno si registrano in Campania. Tutto ciò senza che ci sia un registro regionale sui tumori. Il DNA dei napoletani- secon-do Giordano- negli ultimi anni sarebbe diventato un colabrodo. Questo è il reale: questa la realtà delle nostre città.

I CASORIANI disertano il mare e vanno ai seggiReferendum: anche Casoria ha un grande “quorum”.di Antonella Storti

Il vento soffia ancora. La direzione è quella decisamente contraria al Governo e ai partiti tradizionali. Dopo 15 anni l’istituto referen-dario riprende vigore e smalto. Un istituto di democrazia diretta quello previsto dall’articolo 75 della Costituzione repubblicana. Consente ai cittadini di esprimere, senza intermediari, la propria volontà in ordine ad un tema oggetto di discussione. Ovvero i cittadini possono de-cidere di abrogare una norma di legge o parte di essa, oppure consentire alla stessa di conti-nuare ad esistere nell’ordinamento giuridico. E’ proprio cio’ che hanno fatto i cittadini casoria-ni che in una percentuale di poco superiore al 52% degli aventi diritto al voto, si sono recati alle urne facendo prevalere in maniera “bulga-ra” il proprio parere in ordine ai quattro quesiti referendari. La percentuale dei sì all’abroga-zione delle norme o di parte di esse che pre-vedevano la privatizzazione dei servizi idrici, e la percentuale di utile per le aziende affida-tarie, la possibilità di aprire centrali nucleari in Italia, e dulcis in fundo, quella a cui più te-neva il Cavalier Berlusconi: ovvero la norma

sul legittimo impedimento, che consentiva al Premier una sorta di scudo istituzionale, mo-tivato cioè da impegni connessi alla funzione di Presidente del Consiglio, che determinava il rinvio dei processi in cui era coinvolto ad udienza successiva. Ebbene su questi quattro quesiti il corpo elettorale casoriano con una percentuale che ha sfiorato il 98% ha detto sì, per dire no! A nulla sono valsi quindi gli inviti a disertare le urne, rivolti a più riprese dallo stesso Premier Berlusconi e dal leader della Lega Bossi. Anche l’elettorato più fidelizzato del centro destra si è recato alle urne votando in maniera contraria alle indicazioni dei pro-pri leaders di partito. Da qui a dire pero’ che da questi risultati ne esce vincitore il centro-sinistra sembra un azzardo. Infatti, occorre ricordare che solo L’Italia dei Valori come partito politico strutturato si è prodigato per la raccolta delle firme utili a consentire il voto. La vittoria del voto referendario, e soprattutto del raggiungimento del quorum del 50% + 1 è stata voluta dai movimenti civici e dai cittadini comuni, Con il determinante contributo della Chiesa cattolica.. Anche se è chiaro che ades-so tutti i partiti che avversano la coalizione di centro destra, in primis il Partito democratico, si affannano a mettere il cappello sopra questa vittoria. Qualcosa sta cambiando nel Paese: questo è chiaro. C’è un moto di indignazione che percorre l’intera Europa che si concentra contro i partiti tradizionali, determinato dal-la grave crisi economica che scuote il Vecchio Continente, ma come ha ricordato il Prof. De Rita, Presidente del Censis: Istituto di Ricerca socio- economico, senza la politica e i partiti non si governa. La crisi economica e il pessi-mo spettacolo offerto da una politica chiusa a riccio nei propri privilegi, e nei propri scan-dali, che per dirla con Gramsci: ha perso la connessione sentimentale con il popolo vero ed unico detentore della sovranità, sono stati gli elementi che hanno mobilitato gli elettori. Una vittoria delle grandi reti di democrazia digitale: i social network, i cellulari di nuova generazione. In altri termini tutti quegli stru-menti che la moderna Scienza delle Comuni-cazioni definisce i news media. Una vittoria dei cittadini contro la disinformazione della Rai, che solo grazie al richiamo del Presiden-te della Repubblica Napolitano, ha mandato in onda, ad orari impossibili gli spot infor-mativi sui referendum, venendo meno, quindi alla sua “mission” di servizio pubblico. Quat-tro sì per dire no alla politica che è distinta e distante dagli interessi e dagli umori del popolo italiano.

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I L C A S O

Benvenuti all’INFERNO!Strade e piazze invase dai rifiuti: proteste e disagi dei cittadini.di Daniela Devecchi.

Ancora non s’ arresta a Casoria, l’ emergen-za rifiuti che da anni mette in ginocchio il comune e molti altri del napoletano. Pochi giorni fa, alcuni addetti della ditta casoria ambiente per protesta a causa della mancata raccolta di spazzatura e la priorità data per il

servizio ad altri comuni del Nolano, hanno bloccato l’ impianto di Tufino, e impedito l’ ingresso e l’ uscita di altri camion, stracol-mi di monnezza, provenienti da cittadine limitrofe. Mentre scriviamo centinaia di tonnellate di immondizia ricoprono le stra-

de cittadine. Si salvano solo i quartieri dove è già partita la raccolta differenziata porta a porta, con il prelievo della frazione umi-da a giorni prestabiliti. In questi quartieri i contenitori sono stati eliminati, per cui le strade sono sgombre dal pattume. La diffe-renziata doveva essere estesa a tutta la cit-tà, ma la crisi politica della Giunta Ferrara e le elezioni anticipate, hanno determinato lo stop al piano. In particolare fuori ai grossi condomini ci sono vere e proprie discariche, che con l’aumento delle temperature provo-cano fastidiose allergie. La gente è impau-rita, teme ripercussioni sulla salute. Nel comune l’ argomento è ricorrente. E da più parti non si fa che subire l’orrendo scenario di sacchi neri, insetti, ratti e puzza. Dispera-zione e rassegnazione da parte dei residenti. Pochi giorni fa, alcuni abitanti della centra-lissima piazza San Paolo, hanno rovesciato a terra molti bidoni stracolmi di spazzatura, sperando che qualcuno al più presto venis-se a raccoglierla e paralizzando la strada per diverse ore. Le manifestazioni di protesta di cittadini esausti si ripetono, ormai senza più scalpore, giorno dopo giorno. Alcune strade da passeggio sono diventate dei veri e propri tabù per anziani e bambini. La pioggia delle ultime ore ha reso la situazione ancora più difficile. A causa dell’acqua i sacchetti sono diventati poltiglia e il manto stradale è an-cora più scivoloso. Difficoltoso camminare in auto, ancora più difficile a piedi o, per le mamme, con l’ abituale passeggino. Uno scenario sicuramente d’ altri tempi, cui più nessuno ha più voglia di assistere. Ma come la consueta arte di arrangiarsi dei napoletani,

casoriani in questo caso, c’è tutt’oggi il “ro-vescio della medaglia”. Così nonostante le lotte, le proteste e gli scarichi di spazzatura per strada, c’è ancora chi beffeggia della si-tuazione, guardando il quadro ironicamente nell’attesa che “si smuova qualcosa”. Come Gennaro, storico residente di Via Cavour, il quale dice di essere ormai abituato a vedere donne che frugano ogni mattina per gli invo-lucri in cerca della suppellettile per la casa. O Giovanna che, invece di sentire la puzza che viene dalla strada, adorna la sua casa di fiori solo per sentire i profumi della natura “quella vera” come dichiara. Più bizzarro Luigi che, fregandosene di rifiuti e puzza, continua a vendere gelati col carrellino, girando tutta la città. “Comunque fa caldo- afferma ironi-co- e con la spazzatura comunque il gelato nel mio furgoncino non cambia di sapore”.

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P A N O R A M A C A M P A N O

a cura della Redazione

SANITA’, APPROVATA PROPOSTA DI LEGGE CHE RIPRISTINA ORARI E TURNI FARMACIE

Nella seduta del 14 giugno, il Consiglio Regio-nale della Campania, presieduto da Paolo Ro-mano, ha, approvato all’unanimità la proposta di legge “bipartisan” che ripristina gli orari e i turni delle farmacie (che erano stati aboliti con una norma inserita nella legge regionale 15/2010). Nell’ambito della proposta di legge, è stato ap-provato all’unanimità un emendamento propo-sto dal presidente della Commissione sanità, Michele Schiano di Visconti (PdL) che pre-vede: “al fine di garantire il pubblico servizio, in casi di necessità e di urgenza, per comprovati eccezionali motivi, la Giunta regionale, sentiti il Comune e l’Ordine provinciale dei farmacisti di competenza, autorizza il trasferimento dei locali di una farmacia anche al di fuori, purchè nelle immediate adiacenze, del perimetro della sede per la quale fu concessa l’autorizzazione”. Soddisfazione per l’approvazione della legge e dell’emendamento è stata espressa dai due esponenti del PdL per i quali “il ripristino degli orari e dei turni delle farmacie costituisce una risposta efficace e concreta alle problematiche che erano sorte su diversi territori a seguito della liberalizzazione del servizio e va incontro alle esigenze di un soddisfacente servizio farma-ceutico a beneficio dei cittadini anche attraverso la possibilità di localizzare le farmacie in luoghi più adeguati al soddisfacimento degli utenti”.

CRISI FINCANTIERI: DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALELa vicenda della crisi di Fincantieri è stata al centro del dibattito in Consiglio regionale della Campania, presieduto da Paolo Romano, con l’intervento del Presidente della Regione Cam-

pania, Stefano Caldoro, di diversi consiglieri re-gionali e l’approvazione, a maggioranza (si sono astenuti i consiglieri dei Popolari per il Sud, Ugo De Flaviis e Sandra Lonardo, “perchè – ha spiegato il capogruppo - la vicenda Fincantieri è il simbolo della grave disattenzione del Governo nazionale rispetto alle problematiche del nostro territorio”) di un Ordine del Giorno, promosso, inizialmente, dai consiglieri Luciano Schifone e Domenico De Siano, e, successivamente, arric-chito a seguito del dibattito consiliare e firmato dai capigruppo consiliari, che ribadisce l’impor-tanza strategica del cantiere navale di Castel-lammare di Stabia nel panorama del sistema produttivo regionale. L’ordine del giorno chiede al Governo nazio-nale il varo di un piano di commesse, a partire dall’assegnazione dei due pattugliatori già an-nunciati e un pacchetto di incentivi per spinge-re gli armatori privati a costruire navi in Italia; impegna la Giunta Regionale, nel quadro delle infrastrutture necessarie, a concorrere al finan-ziamento del bacino di costruzione funzionale a garantire la continuità per la costruzione del-le navi oggetto delle nuove commesse; prevede un adeguato piano di investimenti in ricerca e formazione per aumentare la competitività del cantiere stabiese; impegna il Presidente della Giunta regionale a sostenere nelle sedi compe-tenti il varo di misure europee per avviare il cd. Processo di rottamazione delle navi, a richiedere la convocazione del tavolo nazionale preannun-ciato dal Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani e a predisporre ogni provvedi-mento utile ad assicurare con tempestività, at-traverso gli ammortizzatori sociali, il sostegno ai lavoratori e alle famiglie. Nel suo intervento, il presidente Caldoro ha ri-cordato che “Fincantieri è una delle unità preva-lenti, dopo la Fiat e l’Alenia è l’azienda più forte, se consideriamo tutto l’indotto che copre l’inte-ra area, c’è anche il tema di una grande storia, tradizione, della cantieristica meridionale che ha visto Fincantieri essere un’eccellenza europea e mondiale” – ha sottolineato il presidente Cal-doro evidenziando che “dobbiamo confrontarci su come affrontare, come Paese e come Europa, il tema della crisi del settore che vive un doppio fattore: il primo è il crollo delle commesse che si aggira intorno al 50%; il secondo fattore di crisi è legato alle condizioni di mercato”. Per Caldoro “vanno intraprese iniziative europee, iniziative nazionali e di carattere locale per intervenire su questi fattori di crisi, mettendo in campo diver-

se misure di sostegno, a cominciare dalla misura europea attualmente in essere che prevede un aiuto agli armatori per la costruzione delle navi, e le politiche degli incentivi, di agevolazione fiscale contributi sul lavoro, sul prodotto, tante iniziative che possono essere messe in campo, sulla parte di incentivi o di aree sostenute dal punto di vista della competitività e del sostegno economico. Questa è una questione nazionale – ha sottolineato il governatore della Campa-nia - non locale e richiede un mix di intervento nazionale e regionale”. “Il mercato c’e’ - ha detto Caldoro - e, anche se non posso scendere nei particolari, stiamo ri-scontrando una disponbilita’ reale di commesse potenziali a patto che si verifichino determinate condizioni. Ci stiamo attivando, inoltre, anche per rafforzare la commessa pubblica con la Di-fesa per andare al di là dei due pattugliatori già previsti”. Caldoro ha parlato anche di un pia-no di ammodernamento e di rilancio che passi attraverso la realizzazione del bacino, ma – ha evidenziato - ogni investimento pubblico - ha ricordato - oggi non può prescindere dal rap-porto costi-benefici”. Infine Caldoro ha riferito del colloquio avuto ieri con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla vertenza: “Il Presidente è pre-occupato per le sorti di un cantiere di grande tradizione per Castellammare e tutto il Mezzo-giorno. Il suo interesse per la vicenda - ha con-cluso - ci sarà di grande sostegno”.

NEWSDAL CONSIGLIOREGIONALE

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A R P I N O

Vent’anni di successi per la Fondazione “Giovanni Iodice-Muntagniello”Giovani arpinesi: futuri talenti, futura classe dirigente.di Sara Mottola

Lo scorso venerdì, 10 giugno 2011, ore 16:30, si è svolta, come di consueto, la manifestazione scolastica di fine anno, indetta dalla Fondazio-ne Giovanni Iodice- Muntagniello, nell’audito-rium della parrocchia Maria SS. Delle Grazie, sita in via Naz. Delle Puglie- Arpino Casoria. Hanno partecipato tutte le scuole di Arpino: 4° Circolo didattico, Ist. Paritario “Fiumarelli”, Ist. Paritario “Montessori”, S.M.S. “N. Cor-tese” e la S.M.S. “G. Puccini”. La cerimonia ha previsto l’assegnazione di borse di studio CAR.IO. s.r.l. ai ragazzi più meritevoli , giun-ta alla sua XVII edizione e la premiazione dei vincitori al “Concorso letterario Teresina Io-rio”, giunto alla XII edizione. La manifesta-zione è cominciata con elogi e ringraziamenti elargiti dal Prof. Palladino nei riguardi del Pre-sidente della Fondazione, l’ingenere Pasquale Iodice, ideatore di questo grandioso progetto, cominciato vent’anni fa e destinato ad avere sempre un enorme successo, con delle ricadute altrettanto positive nell’intera area di Arpino. Queste le testuali parole del prof. Palladino: “imprenditore lungimirante, merita il nostro applauso e rispetto per aver messo a disposi-zione del territorio le sue risorse economiche, per aver creduto nei giovani, nelle loro capacità, nei loro ideali, in quanto saranno il nostro futu-ro”. Poi la parola passa all’ingegnere Iodice che, in prima battuta, ringrazia il prof. Palladino, i docenti e tutte le autorità scolastiche, civili, politiche, militari e religiose, ivi presenti. Dice l’ingegnere: “Vent’anni fa, quando abbiamo iniziato questo progetto, senza immaginare di conseguire il successo avuto, il nostro obbiettivo era valorizzare il territorio, a partire dalla cultu-ra. Questo significa mettere a disposizione dei nostri giovani premi per incentivarli, motivarli e contribuire allo sviluppo del territorio”. L’in-gegnere conclude il suo discorso, auspicando da un lato, la continua presenza delle istituzioni accanto ai giovani, in quanto la loro presenza è determinante nel seguire e motivare le nuove generazioni, dall’altro una continuazione e un ampliamento del percorso iniziato vent’anni fa, affinché l’intero territorio possa trarre be-nefici e contribuirne allo sviluppo economico e sociale. Presente anche il neo-sindaco, dottor Vincenzo Carfora,il quale con la sua presenza

ha dimostrato vicinanza all’intero territorio di Arpino. Momento emozionante e toccante è stato quando i ragazzi, dirigenti scolatici e le autorità pubbliche sono stati invitati a salire sul palco per intonare, insieme al pubblico, l’inno italiano, sventolando all’unanimità le bandiere tricolore. Per un momento, tutti ci siamo sen-titi orgogliosi di essere italiani. Un sentimento struggente di sano patriottismo ha investito la sala gremita di persone. L’intera manifesta-zione è stata poi allietata dall’esibizione degli alunni delle scuole arpinesi, i quali con danze e saggi, hanno voluto lanciare alla platea degli adulti messaggi profondi. I primi sono stati gli alunni dell’istituto paritario “Montessori” che hanno offerto un divertente balletto sulle note dell’inno di Mameli, appunto per celebrare i 150 anni dell’Unità di Italia. Stessa tematica per l’esibizione degli alunni del 4° Circolo Di-dattico. Poi è stata la volta dell’istituto “Fiuma-relli”, i cui alunni hanno lanciato il messaggio stupendo della libertà, diritto fondamentale e

inalienabile dell’individuo. Infine si sono esi-bite le altre due scuole medie, con altrettanti canti e danze. La cerimonia si è conclusa con l’assegnazione delle succitate borse di studio per i più meritevoli e la premiazione per i vinci-tori del concorso letterario “Teresina Iorio”.Un ringraziamento speciale è stato rivolto al parro-co Padre Marcello che ha messo a disposizione l’auditorium della parrocchia, consentendo la realizzazione di questa importante manifesta-zione nel territorio arpinese.

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T E R Z A P A G I N A

Il Cardinale Sisto Riario SforzaLa grande umanitàe lo zelo pastorale del Cardinale nel tormentato periodo del risorgimento.di Pasquale Di Petta

Il cardinale Sisto Riario Sforza è stato una delle figure più illustri della Chiesa Napoletana.Discendente della gloriosa e nobile famiglia Ria-rio Sforza, che ha dato alla storia condottieri, eroi, cardinali e musicisti, nacque a Napoli il 5 dicembre 1810. Il padre, duca Giovanni, discendeva dai Ri-ario di origine normanna e dagli Sforza di Milano. La madre, Maria Gaetana, discendeva dai principi Cattaneo di origine Genovese.Egli era dotato di grandi doti intellettuali. All’età di quindici anni ricevette la tonsura e gli Ordini Minori dalle mani del cardinale Luigi Rufo. Studiò a Roma presso il Seminario Romano e nel 1833 a 23 anni fu ordinato sacerdote a Napoli dall’ar-civescovo cardinale Filippo XVI. Papa Gregorio XVI nutrì molta ammirazione per lui. Gli affidò delicate missioni apostoliche e lo nominò anche suo segretario particolare.Per le sue eccellenti qualità di mente e di cuore fu inviato come Legato Pontificio a Parigi. Aveva solo 34 anni quando dal cardinale Mario Mattei venne consacrato Vescovo nel 1845 ed inviato ad Aversa,

dove rimase solo sei mesi perché passò alla sede arcivescovile di Napoli e nel gennaio 1846 fu no-minato Cardinale, titolo che gli spettava di diritto perché Napoli era la capitale del Regno delle Due Sicilie. Lavorò moltissimo per la vasta Archidiocesi di Napoli. Purtroppo, si trovò a vivere nel turbinoso perio-do di grandi avvenimenti politici, come l’avvento dell’unità d’Italia e la confisca dei beni ecclesia-stici da parte dello Stato. Egli curò soprattutto il bene delle anime e gl’interessi della Chiesa. Fu un grande sacerdote e mai si atteggiò a politico. Ciò si evince dalle sue lettere pastorali di quei giorni con-vulsi del 1848. Accolse nel Regno di Napoli il pon-tefice Pio IX in fuga da Roma. Gli fu molto vicino nella dimora di Gaeta e poi di Portici e di Napoli.Dopo l’entrata di Garibaldi a Napoli nel 1860, ri-fiutò di riconoscere il nuovo regime politico e l’an-nessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte e fu mandato in esilio a Marsiglia. Poi si rifugiò presso i parenti ad Hyres. Tornò a Roma e raggiun-se Napoli, ma fu di nuovo cacciato con la forza.Rimase in esilio tra Roma e Terracina da dove con-tinuò la sua opera pastorale e di difesa della Chiesa con numerose pubblicazioni soprattutto per con-trastare la stampa anticlericale e liberale.Non solo fu contrastato dai nemici della Chiesa, ma anche dalla religiosa, Enrichetta Caracciolo, dei principi Forino, che, abbandonata la vita monacale, pubblicò un libretto denigratorio dal titolo “I mi-steri del chiostro napoletano”. Il 6.12.1866 tornò a Napoli dove ancora per circa 10 anni governò questa vasta ed importante Dio-cesi. Realizzò un seminario centrale per i chierici ed i

sacerdoti delle province del Regno che fu inaugu-rato nel 1876 con il titolo “Ospizio di Maria” ed una casa di riposo per sacerdoti ed anziani.Durante il suo lungo episcopato a Napoi ci furono tre eruzioni del Vesuvio e quattro epidemie di cole-ra che colpirono duramente la popolazione. Il car-dinale Sisto Riario Sforza fu sempre al fianco dei più miseri, dei più bisognosi, dei malati, dei poveri. Egli si aggirava nei vicoli e nei bassi per portare il suo aiuto e la sua solidarietà. Durante l’eruzio-ne del Vesuvio del 1861 mise a disposizione degli sfollati il Palazzo Arcivescovile di Torre del Greco. Consumò tutti i suoi beni per soccorrere la povera gente e contrasse anche un debito di 12.000 ducati che poi gli furono condonati per l’alta missione cui quei soldi erano stati destinati.Il sommo pontefice Pio IX lo indicò come l’angelo della Chiesa napoletana e l’Episcopato italiano lo denominò il Borromeo di Napoli. Nell’archidiocesi di Napoli incrementò il numero delle parrocchie, favorì l’istituzione di nuovi istituti ed ordini religiosi.Per quanto riguarda Casoria, egli si accostò pater-namente alla Serva di Dio, Maria Luigia Velotti, per accertarsi personalmente se corrispondeva a ve-rità quanto si diceva circa le sue virtù. Andò a farle visita nel Ritiro di Capodimonte e rimase colpito dal carisma della religiosa. Così decise di guidarla saggiamente per le vie del bene e le diede anche molti consigli per la fondazione del suo Istituto delle Adoratrici della Croce. Morì a Napoli nel 1877, tra il pianto del suo popolo devoto.Il suo corpo fu inumato inizialmente nella chiesa del cimitero di Santa Maria del Pianto di Napoli.Con lui, la Chiesa di Napoli assurse a grandi splendori.Dopo cinquant’anni dalla sua morte, il cardina-le Alessio Ascalesi, accogliendo il voto di tutto il clero e di tutto il laicato, il 20 aprile 1927, fece fare la deposizione canonica della sua salma nella chiesa dei SS. Apostoli, dove Riario Sforza oggi riposa. L’11 maggio dello stesso anno l’Ascalesi avviò il processo canonico per il riconoscimento delle sue virtù eroiche.

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8 il giornale di Casoria • Domenica 19 giugno 2011

C A S O R I A N E L L A S T O R I A

Casoria città fedelissima I festeggiamentisacri e profaniper il re di SpagnaCarlo II, nel 1678. di Giuseppe Pesce

Nell’Archivio storico di San Mauro, accanto all’interessante anagrafe par-rocchiale, si incontrano una lunga serie di “carte” che raccolgono notizie di ogni genere. È il caso di un vecchio “Libro di memoria” cominciato nel 1660 da don Cuomo Russo, cappellano dell’omoni-ma famiglia. Nel volume, don Cuomo segnava quotidianamente le messe che celebrava nella cappella della chiesa de-dicata a San Rocco (l’ultima a destra), di cui erano patroni i Russo, che ne paga-vano il ricco “beneficio”; ovvero, il com-penso di don Cuomo. Tra le centinaia di messe si trovano annotate diverse noti-zie di vario genere: testamenti, conti, pa-gamenti. Ma anche qualche avvenimen-to dell’epoca, così com’era stato vissuto dai Casoriani.Sul retro del foglio 142, al margine de-stro della pagina, si trova annotato: «D. Carlo II Rè della Spagna fù acclamato in Napoli a 22 8bre 1665 e dal d.o giorno principiò esso a regnare». Si tratta di una

semplice registrazione del passaggio del regno a Carlo II d’Asburgo (1661-1700), unico figlio maschio sopravvis-suto di Filippo IV, che aveva appena quattro anni.Accanto, si legge una notizia più inte-ressante, riguardo la riconquista di Mes-sina, che era caduta in mano ai France-si: «Nel mese di Gennaio 1678 dal nostro Re Monarcha D. Carlo II si ricomperò la Città di Messina, e nella città di Napoli si ferno gran festini, e salve Reali, e ritro-vandosi allora Sindico di Casoria il Sig. Sigismondo Russo, e fece ancora una gran festa per tutto Casoria con musica, spari di mortaretti, lumi; per tre sere [fu] cantata la messa in S. Mauro in rendimento di gra-zia, cantato il Te Deum laudamus, e buttati de-nari per tutta la strada pubblica di Casoria, e comprato un quadro del nostro Rè Carlo II».Questi curiosi festeg-giamenti, che mischia-no sacro e profano, testimoniano la fedel-tà dei Casoriani alla corona spagnola, che rappresentava l’unica garanzia contro l’op-pressione dei prepo-tenti baroni. Nel 1631,

infatti, Casoria si era riscattata dal giogo feudale aggregandosi al Demanio Regio, sottoponendosi dunque al governo del Re che garantiva una più equa giustizia e li esentava da determinate tasse. Gli eredi della famiglia Di Sangro, antichi feudatari del paese, continuavano però a rivendicare delle pretese; e contro di loro, i Casoriani non avevano altra spe-ranza che appellarsi al re e al vicerè. A queste circostanze, si riconduce certa-mente l’adesione tanto accesa (musica, fuochi, messe) dei Casoriani al partito filo-spagnolo. Carlo II, infatti, non fu un grande re. Fu anzi un monarca malatic-cio e assente, che lasciò governare i suoi

ministri. Il Vicereame fu amministrato nel-la solita ambiguità, tra abusi e piccoli margini di autonomia. E Na-poli non conobbe mai il re-bambino ritratto nel 1668 sulla fontana di piazza Monteoliveto, che rimase sempre in Spagna. Alla sua mor-te, contornata da oscure maledizioni, nel 1700 si estinse la famiglia D’Asburgo di Spagna, innescando una guerra di successione che coin-volse mezza Europa.

La statua di Carlo II d’Asburgo in cima alla fontana di Piazza Monteoliveto, a Napoli.

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9il giornale di Casoria • Domenica 19 giugno 2011

S P O R T

Un solo grido: rivogliamo lo STADIO ed il CALCIO a Casoria!Organizzata dai “Boys Casoria” un corteo pacifico per la rinascita dei colori viola e dello stadio San Mauro.di Francesco Scalamogna

Lo scorso 10 Giugno ha sfilato pacificamente per le strade della nostra città un corteo a fa-vore della riapertura dello stadio San Mauro e della rinascita della nostra squadra di cal-cio. L’evento è stato organizzato dagli “Ultras Boys Casoria” nella figura del suo presidente Alessandro Gargiulo e del coordinatore Giu-seppe Iavarone. Tale gruppo conta ad oggi un centinaio di iscritti, destinati ad aumentare a seguito di tale evento, e nasce nel Settembre 2010 col proposito di sottoporre all’attenzio-ne delle istituzioni e degli imprenditori lo-cali lo stato di degrado in cui versa il nostro stadio, chiuso da tredici anni, e l’importanza di una squadra di calcio che possa dare, attra-verso i valori insegnati nello sport, una nuova

prospettiva di vita per i nostri ragazzi, soven-te attirati da sirene per nulla etiche. I Boys, gli appassionati sportivi ma anche semplici curiosi e nostalgici dei colori viola si sono ra-dunati alle ore 18 dinanzi alla villa comunale e hanno proseguito il loro corteo pacifico in-tonando cori e creando suggestive coreogra-fie viola con fumogeni, coriandoli, bandiere e maglie. A sostegno dell’iniziativa si sono aggregati anche il Club Casoria “Bruno Tin-tori”; il Club Casoria “Folle amore rione a ret a terr”; il Club Casoria “Viola 80”. Il corteo si è mosso per via Pio XII, via Marconi, cor-so Principe di Piemonte. Giunti davanti allo stadio i manifestanti hanno fatto una piccola sosta inscenando simbolicamente il loro in-gresso nell’impianto aprendo l’ingresso prin-cipale. Il corteo si è raccolto infine in piazza Cirillo davanti al Municipio, ove è stato in-vocato a gran voce il nome del neo sindaco

Vincenzo Carfora, il quale ha ricevuto ver-so le ore 20 una piccola delegazione di otto rappresentanti. Esiste già un progetto che prevede come obiettivo primario l’iscrizione della squadra viola al prossimo campionato di Promozione, attraverso l’acquisizione di un titolo sportivo. Tra gli ideatori del proget-to, già visionato con approvazione dallo sto-rico presidente Bruno Tintori, Mauro Russo, Enzo Sollitto e Carmine Calvanese, persone esperte di calcio che hanno deciso di rida-re vita ad una formazione che in passato ha anche disputato campionati di serie C, negli anni 80’, e che vanta un bacino d’utenza fra i più vasti della regione. Data l’indisponibilità attuale dello stadio San Mauro, per cui sono stati già stanziati per il restyling fondi pari a seicentomila euro, l’idea è di far disputare gli incontri casalinghi in un impianto non lontano dalla città con la speranza di poter al più presto tornare a giocare tra le mura amiche. La notizia del ritorno dei viola ha risvegliato l’entusiasmo dei tifosi in città, di cui si sta parlando diffusamente nei bar e nei posti d’incontro. Vent’anni di assenza del calcio a Casoria sono davvero troppi per la quarta città della Campania. Gli imprendito-ri aspettavano una risposta dalla gente sulla rinascita del calcio a Casoria, si può dire con certezza che la prima partita è stata vinta dai sostenitori viola.

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A T T U A L I T À

L’importanza di chiamarsi LUDOVICOLa ricorrenza di Padre Ludovico.di Margherita De Rosa

Il 17 giugno non è una giornata come le altre per i devoti del beato Ludovico da Casoria, infatti in questa data cade la ricorrenza del giorno in cui Arcangelo Palmentieri prese il nome di Ludovico, abbracciando per sempre quella che fu la strada che per primo percorse san Francesco. In memoria di questo even-to, la congregazione delle Suore Elisabettine Bigie ha invitato quanti del Beato portano il nome a partecipare ad una solenne concele-brazione, finalizzata a ravvivare la memoria di padre Ludovico e, nel contempo, a recuperare quell’identità e quella storia che sono rappre-sentate dal potersi fregiare di un nome così importante per la città di Casoria. Una festa, dunque, per tutti i Ludovico, che, aldilà dello scopo immediato, nelle intenzioni degli orga-nizzatori, si propone di rivalutare e rinnovare la memoria di un Beato, che fu l’incarnazio-

ne della carità. Con ogni probabilità, ciò che padre Ludovico rappresentò nel suo tempo appare oggi anacronistico ed insignificante, poiché ben altri sono i valori, o i disvalori, che alimentano la cultura contemporanea. Ludovico, animato da un spirito eroico di de-dizione al prossimo in generale ed in partico-lare agli ultimi, fece dono della sua esistenza, della sue energie, di ogni sua risorsa per poter essere compagno di viaggio di chi percorreva le strade più accidentate: poveri, emarginati, derelitti furono i suoi più diretti interlocutori e non attese che questi gli tendessero la mano per riceverne soccorso, bensì fu egli stesso a raggiungerli, nei luoghi più lontani, come in quell’Africa in cui tanto realizzò per gli ama-tissimi “moretti”: oggi, invece, si fa del tutto per mettere fuori dal nostro territorio quanti vi giungono per necessità, paura, speranza…certo, non si può fare del propria nazione la terra di tutti, ma spalancare il proprio cuore per un buon cristiano è d’obbligo, eppure…Ludovico, con ogni mezzo a sua disposizione e con un’incrollabile fiducia nella Provviden-za divina, riusciva a procurarsi il cibo per cin-

quemila poveri, noi altri, che ci dichiariamo cattolici, apostolici, romani, non facciamo altro che curare il nostro “particolare”, preoc-cupandoci di dare al fine di avere…Ludovi-co da Casoria subordinò la sua conoscenza, varia ed articolata, alla spiritualità, l’uomo contemporaneo asservisce il suo sapere al demone che vorrebbe porre la natura in sua balìa, indifferente alle catastrofi che si gene-rano dalla noncuranza di quanto una scienza votata al male possa produrre…Ludovico frequentò i potenti perché aiutassero i de-boli, noi ci nascondia-mo alle spalle dei forti per meglio colpire chi è indifeso: insomma, tante le differenze tra il Beato e gli uomini del nostro tempo, perciò ben vengano occasioni come queste, capaci di ravvivare, attraverso la memoria di un così grande religioso, i valori che fanno grande l’umanità; portare il nome del Beato Ludovi-co è, dunque, un impegno notevolissimo per quanti così sono stati chiamati e si auspica che gli stessi possano incarnarne le straor-dinarie virtù, sia pure nei limiti dell’umana condizione, trasformandosi in un esempio per ciascun casoriano e per ogni uomo di buona volontà.

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C A S A C A S O R I A

L’incarico di vendita IN ESCLUSIVAInnegabili vantaggi nell’affidamentoin esclusiva dell’incarico di vendita del proprio immobile. di Carlo De Vita

Tra le varie decisioni che il proprietario deve affrontare quando decide di mette-re in vendita il proprio immobile, forse la più importante per la buona riuscita del rapporto di mediazione, e quindi per vendere con soddisfazione il proprio im-mobile alle condizioni richieste, è quella relativa alla concessione dell’incarico in esclusiva. Conferire un incarico di me-diazione in esclusiva ad un consulente immobiliare significa affidare integral-mente ad una sola persona la mediazio-ne per la vendita del proprio immobile, anche se ovviamente per il solo periodo di tempo per il quale è concesso l’incari-co ed alle condizioni di prezzo richieste.

Ciò significa che il cliente si impegna a concludere il contratto di compraven-dita solo tramite l’agenzia di mediazio-ne e quindi di segnalare a questa anche eventuali persone che siano interessate all’acquisto e che si siano rivolte diretta-mente a lui e obbligandosi a non affidare a nessun altro intermediario l’incarico di mediazione. Sono evidenti, i vantaggi derivanti dalla concessione dell’esclusiva di vendita del proprio immobile. Una corretta valutazione dell’immo-bile è elemento fondamentale per una vendita in tempi adeguati, inutile inseguire cifre irrealiz-zabili, ma concentrarsi sul reale valore di mercato. Successiva-mente, avendo noi un mandato limitato nel tempo ed avendo la possibilità e responsabilità mora-le di trattare da soli l’immobile è garantito l’impegno nel portare a termine il mandato assegnatoci; inoltre per garantire all’immobile la massima visibilità, investiremo sia in termini economici (mag-giori spese di pubblicità nelle più

svariate forme, dai periodici immobiliari ai depliant, dalle newsletter al web con gli inserimenti in tutte le banche dati, nei portali specializzati e nel nostro sito), sia in termini di risorse umane, disponendo di validi agenti immobiliari, selezionati e di provata esperienza che collaborano con l’agenzia e adeguatamente motivati a vendere.

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13il giornale di Casoria • Domenica 19 giugno 2011

R U B R I C A L E G A L E

Il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzatoNon è necessaria l’autorizzazione assembleare per il distacco da parte di un condomino dall’impianto. A cura dell ’Avv. Rodolfo Cusano La richiesta di distacco del singolo condomino dall’impianto di riscaldamento centralizzato è quasi sempre avversata sia dall’amministratore che dagli altri condomini. Da molti anni, però, la Corte di Cassazione ( sent. n. 10214 del 20 nov. 1996 e Cass. 12 nov. 1997 n. 11152), ha stabilito che le spese in rela-zione all’uso non sono dovute se l’impianto non è utilizzato. Tale indirizzo giurisprudenziale veniva riaffermato con la sent. 9 gennaio 1999 n. 129 con cui veniva precisato che: “ autoriz-zato dall’assemblea dei condomini il distacco delle diramazioni di alcune unità immobiliari dall’impianto centrale di riscaldamento – sulla base che dal distacco sarebbe derivata un’effettiva riduzione delle spese di esercizio e, per contro, non sarebbe stato determinato uno squilibrio in pregiudizio del regolare funzionamento dell’im-pianto – venuta meno la possibilità che i medesi-mi locali fruiscano del riscaldamento, l’impianto non può considerarsi destinato al servizio dei predetti piani o porzioni di piano. Consegue che i proprietari di queste unità abitative non devo-no ritenersi tenuti a contribuire alle spese per un servizio che nei confronti dei loro immobili non viene prestato”.In realtà il caso sopra considerato presupponeva una approvazione assembleare già concessa, in-vece qui si vuole dimostrare che di essa appro-vazione assembleare non vi è affatto bisogno.

Cosa questa che la Cassazione ha stabilito fin dalla sentenza del 25 marzo 2004 n. 5974. Infatti, proprio in virtù di tale ultima pronun-cia, non è più necessaria alcuna autorizzazione o accettazione da parte degli altri condomini, a quel condomino che rinunci unilateralmente all’uso del riscaldamento condominiale. Quanto appena detto è però subordinato al fatto che il condomino dimostri che dal suo distaccamento non derivino né aggravi di spesa per coloro che ancora usufruiscono dell’impianto, né squilibri termici pregiudizievoli per l’erogazione del servi-zio. (conformi Cass. n. 15079 del 30.6.2006 la n. 7708 del 29.3.2007). Dunque non corrisponde al vero che il distacco del condomino dall’impianto condominiale di

riscaldamento debba essere necessariamente au-torizzato dall’assemblea dei condomini. Il distacco del condomino dal riscaldamen-to centralizzato non è invece possibile quando vietato dal regolamento condominiale di natura contrattuale (Cass. sent. n. 6923 del 21.5.2001). In tale evenienza sarà necessaria la deliberazione unanime dei condomini.Per cui ad oggi la situazione è la seguente:1. Il distacco è un vero e proprio diritto che non

necessita di accettazione dei condomini e del condominio per essere operante, salvo che sia vietato regolamento condominiale contrat-tuale.

2. Il distacco non fa venire meno l’obbligo di contribuire alle spese attinenti alla conser-vazione dei beni comuni. Infatti, il condomino deve continuare a pagare le spese di manuten-zione ordinaria e straordinaria.

3. Riguardo, invece, alle spese relative al consu-mo, il condomino non usufruendo del relativo servizio non deve pagare.

La differenza tra i due tipi di spese straordinarie ed ordinarie, è stata precisata in chiara manie-ra dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 10214 del 20 novembre 1996: “qualora alcuni condomini, decidono, unilateralmente, di distac-care le proprie unità immobiliari dall’impianto di riscaldamento centralizzato, i medesimi non possono sottrarsi dal contributo per le spese di conservazione dell’impianto, non essendo con-figurabile una rinuncia alla comproprietà del medesimo, ma ove i loro appartamenti non sia-no più riscaldati, non sono tenuti a sostenere le spese per l’uso ( nella specie quelle per l’acquisto del gasolio), in quanto il contributo per queste ultime deve essere proporzionato al godimen-to che i condomini possono ricavare dalla spesa comune”.Consigli operativi Prima di operare il distacco, consiglio al condo-mino di munirsi:1 di un parere legale relativo agli aspetti giuridici

del suo caso;2 di una perizia tecnica che

a) escluda eventuali danni (intesi come squili-brio termico) all’impianto di riscaldamento centralizzato derivanti dal distacco;

b) escluda o comunque quantifichi la percen-tuale di utilizzo residuo (derivante ad esem-pio dei tubi passanti nelle pareti dell’im-pianto centrale e delle sue diramazioni). In tale ultima evenienza risulta logico che il condomino continuerà a rimanere obbliga-to al pagamento anche delle spese di con-sumo in proporzione alla detta percentuale;

c) infine, la perizia deve anche accertare che dal distacco non derivi un aggravio di spese per gli altri condomini.

Trasmettendo poi il tutto all’amministratore. Sul punto, quand’anche convocata, l’assemblea si deve ritenere sfornita di potere decisionale.

Via G. Marconi, 12 (int. Galleria Marconi)

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14 il giornale di Casoria • Domenica 19 giugno 2011

L ’ I N T E R V E N T O

La violenza sulle donneParliamo, ancora, di violenza...di Angela Uliano

Troppo spesso la violenza sulle donne viene utilizzata per giustificare politiche di sicu-rezza e repressione, ma tale utilizzo è spesso strumentale ad altri scopi. La ricerca eviden-zia, infatti, come la violenza contro le donne non dipende dalla nazionalità e/o dalla cul-tura di chi la perpetua: gli stupratori sono uomini e la violenza riguarda ogni donna.La ricerca dimostra, infatti che la quasi tota-lità degli omicidi di donne compiuti nel 2009 è avvenuto in famiglia (mariti, fidanzati, ex mariti, ex fidanzati) e all’interno dell’abita-zione della donna. Nella maggior parte dei casi avviene nei luoghi familiari della vittima, come la sua abitazione, e compiuto da chi le è più vicino, segno appunto che il pericolo non è in strada, ma dentro la sua stessa casa. In Itala viene uccisa una donna ogni tre giorni e, nella maggior parte dei casi, per mano de-gli uomini con cui la donna ha o ha avuto in passato una relazione. Sulla violenza, soprattutto alle donne, non temo confronti, la conosco personalmente, e conosco il dolore, la lacerazione del corpo e dell’anima, conosco l’angoscia, la solitudine, l’impotenza e persino la morte, quella con cui sei costretta a fare i conti mentre l’altro ti prende a calci e pugni, ti urla il suo potere di fare di te ciò che vuole.Della violenza conosco l’esilio, dovere abban-

donare tutto e tutti per fuggire dal tuo aguz-zino, strappare dall’anima i tuoi sentimenti e persino l’amore che ti legava a lui. La violen-za non è il raptus di un momento ma il lento martirio di una convivenza impossibile, di una vita impossibile e di una morte possibile, la morte della tua dignità.La violenza confusa con l’amore, una verità dolorosa che molte troppe donne ancora sopportano in silenzio, convinte di farlo per il bene dei figli, ma anche per l’orco ed è que-sto il paradosso di una verità sconvolgente, di una realtà sottostimata.Alzarsi la mattina e sapere di non avere spe-ranze, che anche oggi come ieri e come do-mani verrai sottoposta a ripetuti atti di vio-lenza anche se nel tuo corpo sta crescendo una vita quella del figlio che porti in grembo. Vedere l’uomo che ami e che hai scelto per essere felice che ti guarda con odio e che pensa a te come ad un oggetto, una proprietà da gestire, una persona da sottomettere, una personalità da annientare, polverizzare.A volte, trovi la forza o il coraggio oppure è solo disperazione, per fuggire da quella casa che non è il nido d’amore ma il lager della tua esistenza, eppure non basta, perché per lui sei una sua proprietà, proprio come la sua auto, e non tollera che sei andata via, che ti sei permessa di decidere in piena autonomia di lasciarlo, perché gli oggetti non decidono né il loro posto né la loro finalità. Tutto que-sto è il regalo di una cultura che insegna che la violenza nelle mura domestiche è una que-stione privata, è disonorevole lavare in piazza i panni sporchi, mentre le donne dovrebbero sapere che l’unica cosa disonorevole sono le

violenze che subiscono in rigoroso silenzio. La violenza non è privata quando mette in gioco la tua vita, quando sottomette i tuoi pensieri, brucia i tuoi sogni, nega la tua per-sona, colpisce i tuoi figli costretti a vivere nel terrore, le donne devono imparare a denun-ciare e a segnalare qualsiasi tipo di violenza, senza vergogna, poiché l’unica vergogna è il violento, è il tuo “uomo”.L’uomo che hai sposato nella buona e nella cattiva sorte fin che la morte non vi separi e che lui ha invece sposato la citazione in modo letterale, pensando di essere egli stesso a po-ter e dover decide-re la tua buona o cattiva sorte finchè morte non lo se-pari. Certo, ancora oggi, denunciare non è semplice, il militare di turno vi potrà sempre rispondere: “ per qualche schiaffet-to”, e dopo, con i referti medici, gli schiaffetti potreb-bero prendere il nome di percosse, ma non cambia molto.Riconoscere la violenza è importante non solo per le donne ma per l’intera collettività, denunciare è un diritto, fermare il violento è un DOVERE. Gli uomini che odiano le donne non ama-no la vita e il loro “femminicidio” va fermato da chi ne ha il dovere. Riconoscere gli abusi fisici o psicologici subiti dalla vittima, puni-re l’aggressore, è un modo adeguato per far giustizia...ma nei tribunali spesso, purtroppo, vediamo il ripetersi di altre dolorose violenze.

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15il giornale di Casoria • Domenica 19 giugno 2011

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Anno 1 - Numero 8Domenica 19 giugno 2011

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In redazione:Rosa e Concetta Alvino, Daniela Devecchi,

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Liberatore Graziano, Edy Vitale, Angela Uliano, Giovanna Bocchetti, Gennaro Calvanese, Pasquale Di Petta, Sara Mottola.

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